I Colori Nei Secoli
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I Colori Nei Secoli
Caroline Pagani
Le variazioni antropologico-culturali
dei significati simbolici dei colori
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In principio la vita delluomo era regolata da due fattori che erano al di fuori
del suo controllo: la notte ed il giorno, loscurit e la luce. Il giorno portava
con s le possibilit dellazione, determinando un ambiente dominato dalla
possibilit di agire, fornendo energia e stimolo, mentre la notte portava un
ambiente nel quale le azioni dovevano cessare, inducendo passivit, immobi-
lit e, in generale, un rallentamento. I colori associati a questi due ambienti
sono: il blu scuro del cielo notturno ed il giallo luminoso della luce del giorno.
Il blu scuro , dunque, il colore della quiete e della passivit; il giallo lu-
cente il colore della speranza e dellattivit, ma, poich tali tinte rappresentano
lambiente della notte e del giorno, essi sono fattori che pongono un controllo
sulluomo e non sono tuttavia controllabili dalluomo stesso; per questo ven-
gono descritti dallo studioso Lscher come eteronomi, cio colori che pon-
gono un controllo dallesterno. La notte (blu scuro) impone allattivit di ces-
sare e forza il riposo; il giorno (giallo lucente) permette lattivit ma non la
impone.
Per luomo primitivo, lattivit, di regola, prendeva due forme a seconda
che egli stesse cacciando o attaccando, oppure che fosse cacciato e si dovesse
difendere dagli attacchi: la prima attivit era diretta verso la conquista e il pos-
sesso, la seconda verso la conservazione di se stesso. Lazione dellattacco e
della conquista universalmente rappresentata dal colore rosso; la difesa dal
suo complementare, il verde.
E poich queste azioni sono sotto il suo controllo, questi fattori e colori
sono descritti dallo psicologo svizzero come autonomi.
Uno stesso colore, quindi, non cambia il suo significato di base, la sua
struttura rimane costante. I colori erano dotati di un potere, di una funzione
magica. Erano infatti considerati una forza sottile, un anello di congiunzione
tra cielo e terra, in cui si trovavano misteriose corrispondenze tra il mondo in
alto e il mondo in basso 3. Luomo ha quindi da sempre intuito il potere del
messaggio dei colori, associando a questi dei concetti, dei sentimenti, dei se-
gni, fino a creare un vero e proprio linguaggio dei colori.
Una delle testimonianze pi antiche relative ai poteri magici attribuiti ai
colori il fatto che gi in epoca preistorica molti popoli avessero labitudine di
dipingere i muri delle caverne. A partire dalle testimonianze coloristiche delle
civilt antiche quindi possibile ricostruire il posto tenuto dal colore nella psi-
3 L. Luzzatto-R. Pompas, Il significato dei colori nelle civilt antiche, Rusconi, Milano 1988,
p. 15.
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cologia delluomo.
Gi allora il rosso e il nero rappresentavano generalmente le due princi-
pali tinte simboliche connesse rispettivamente alla vita e alla morte. Esse veni-
vano utilizzate, come rileva lantropologo Howard Sun in I segreti dei colori, per
la prima volta dalluomo di Neanderthal per decorare le tombe dei suoi fami-
liari 4.
Nellantico Egitto il simbolismo dei colori molto evoluto, ed proprio
dallOriente che questa sensibilit cromatica si amplifica e si tramanda, attra-
verso la Grecia e Roma, fino ad estendersi allintero mondo occidentale. Gli
antichi Greci, infatti, nutrivano un grande interesse per il problema della luce e
dei colori. Essi, con il loro acuto senso delleffetto estetico dei colori e con la
loro tecnica pittorica precocemente sviluppata, si sono occupati sin
dallantichit della teoria del colore.
Secondo i pitagorici, nella scala cromatica, il contrasto di base tra
loscurit della notte e il chiarore del giorno corrisponde alla coppia dei con-
trari nero e bianco. La pittura vascolare greca fu caratterizzata, in un primo
periodo da linee bianche su fondo nero. Ben presto per apparve come terzo
colore il rosso e in seguito, il giallo-ocra. Questi quattro colori usati in pittura
sono, secondo la teoria di Empedocle, anche i colori primari della natura. Il
numero archetipico quattro non costituisce solo la base della teoria coloristica
empedoclea, ma anche quella della sua fondamentale teoria degli elementi:
fuoco, acqua, aria e terra. La teoria dei quattro elementi ha infatti dominato le
scienze naturalistiche, in particolare lalchimia, sino allinizio dellera moderna.
Con una similitudine molto significativa, Empedocle ha paragonato la compo-
sizione della materia dei quattro elementi della natura allattivit dei pittori, i
quadri colorati risulterebbero dalla mescolanza dei quattro colori di base:
Come quando i pittori [...] creano figure che assomigliano a tutte le cose, [...] cos
anche la sorgente delle cose terrene, quante sono note nella loro infinita pienez-
za, non da ricercare altrove che negli elementi 5.
A partire dalle prime epoche della civilizzazione, quindi, quando gli uo-
mini si rivolsero ai misteri del loro destino e attinsero conforto nelle religioni,
prese forma un preciso simbolismo del colore.
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Le espressioni pi intense della vita umana, sin dai primordi, sono contraddi-
stinte, secondo Jung 6, da un simbolo. Inoltre, ogni vero simbolo rappresenta
sempre la manifestazione di un archetipo. Archetipo che, a sua volta, espri-
mendo un principio (Arch) avente una forma propria, unica, e originale,
si pone in relazione con il simbolo che lo contiene, sia come ente ispiratore
che come modello di riferimento.
Appare quindi arduo, come rileva Luciana Pedirota in Il Colore, poter
comparare un simbolo, chiaramente manifestato, come quello del colore, con
la sua origine che difficilmente intelligibile. Questo pu rappresentare
limmagine dei riflessi mentali o dellistinto indipendentemente dalla volont
conscia. Variamente ispirato a elementi della natura o ad animali, il simbolo ha
sempre trovato una sua identificazione anche nei colori. Il colore ha quindi
una funzione di simbolo, in quanto indicatore.
Luniversalit dei colori fa intervenire la loro simbologia a tutti i livelli
dellessere e nellambito delle conoscenze pi svariate. Daltro canto la defini-
zione dei colori non ha carattere universale: le credenze, i valori, i simboli legati
ai colori e alle loro interpretazioni variano nel mondo, in quanto le denomina-
zioni dei colori sono anche dei prodotti culturali.
Gli antichi Egizi indicavano col medesimo vocabolo il colore e
lessere. Per questo popolo, la parola colore significava essere, essen-
za. Manfred Lrker, per dimostrare questa tesi, rileva come a proposito delle
divinit, quando si affermava di non conoscere il loro colore, si voleva espri-
mere limperscrutabilit del loro essere 7. Il colore degli dei era quindi scono-
sciuto perch la loro natura era insondabile. Esso indica cos la qualit della
cosa designata, ci permette di comprendere meglio la sua essenza.
Per lungo tempo in Occidente ha prevalso una organizzazione ternaria
dei colori, legata al bianco, al nero e al rosso. Per la cultura occidentale, quindi,
i colori servono a designare gli orientamenti, i pianeti e gli elementi naturali,
ma anche la dualit intrinseca delluomo che si esprime con il bianco e il nero.
6 Cfr. C.G. Jung, L'uomo e i suoi simboli, Milano, Cortina 1990, p. 20.
7 M. Lrker, Dizionario delle immagini e dei simboli biblici, Paoline, Milano 1990, ad vocem
colori.
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Solitamente, i colori che si presentano nei miti e nei culti non sono ca-
suali, ma hanno un significato preciso. Nella cultura indiana, per esempio, la
cosmogonia del colore intimamente connessa al concetto di energia. 8 Infatti,
le tre qualit energetiche di cui composto luniverso corrispondono alle tre
tinte principali. In India il colore allorigine il segno visibile del calore (rosso)
che esprime il desiderio, la prima spinta alla creazione 9. Una volta manifesta-
to, il mondo comparato a una capra tricolore in cui le tinte corrispondono
alle tre energie fondamentali: nero per il tamas, bianco per il sattva, rosso per il
rajas. Il primo corrisponde allistinto, alla forza cieca della sopravvivenza e
della procreazione, linerzia, loscurit dellignoranza, ed anche lenergia che
caratterizza gli asuras, i non-dei, le entit che abitano le tenebre; il suo colore
il nero. Rajas lenergia del movimento, del dinamismo e del colore stesso,
esprime in particolar modo le potenzialit insite nel rosso.
Corrisponde alla qualit per eccellenza della dimensione esistenziale, go-
verna il mondo affettivo delle passioni e delle emozioni. Il sattva, infine, rap-
presenta gli dei nel mondo sacro ed incarnata da Visn, il dio della preserva-
zione. Poich nel pensiero ind classificare equivale ad allontanare il caos, co-
lore e forma sono attribuiti anche agli oggetti che non ne avrebbero alla sem-
plice osservazione visuale, come ai pianeti, per esempio.
Come si pu notare, sia in Oriente sia in Occidente i colori primari, fon-
damentali, primitivi, quelli da cui tutti gli altri deriverebbero, sono questi tre.
Ogni elemento ha un suo colore: la terra azzurra, lacqua verde, laria gialla, il
fuoco rosso; poi vi sono altri colori casuali e commisti, appena riconoscibili. Ma
tu bada con cura al colore elementare che predomina, e giudica secondo quello.
Paracelso 10
8 Come concetto chiave del moderno esoterismo, lenergia rimanda a diverse costel-
lazioni di simboli. In India la concezione energetica delluniverso fondamentale e rinvia,
come noto, alla rappresentazione complementare del femminile e del maschile. Secondo
il sistema del gunas, tre sono le qualit di energia che costituiscono luniverso, cos come tre,
rosso, nero e bianco, sono i suoi colori.
9 Cfr. C. Pont-Humbert, Dizionario dei simboli dei riti e delle credenze, a c. di C. G. Troc-
chi, Ed. Riuniti, Roma 1997, p. 59.
10 Paracelsus, Il Tesoro dei Tesori, scritti magici, alchemici ed ermetici, a c. di P. L. Pierini, Ed
Rebis, Viareggio.
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Muovendo dal principio generale secondo cui i colori ebbero lo stesso (o per
lo meno analogo) significato presso tutti i popoli dellantichit, possibile
ravvisare in tale concordanza di significati, una comune origine, che tutti gli
studiosi della storia dei colori fanno risalire concordemente alla religione della
Persia. In questa, infatti, il dualismo di luce e tenebre offre la duplice matrice
dei colori che divennero poi i simboli dei due principi ad essa connessi: bene-
fico e malefico. Difatti, gli antichi ammettevano solo due colori primitivi: il
bianco e il nero, da cui tutti gli altri derivavano.
Portal nel suo studio Sui colori simbolici, che resta lunico trattato specifi-
co sul simbolismo tradizionale dei colori, prova infatti che il significato dei
colori simbolici lo stesso, o per lo meno analogo, in tutti i popoli e in tutte le
epoche 11.
Gli studiosi del simbolo si rivolgono ai colori come fossero un modello
originale, per evidenziarne luniversalit. Di conseguenza, uno studio sul sim-
bolismo dei colori non pu prescindere da unindagine sullorigine del signifi-
cato dei colori stessi, perch, come osserva Eliade: I diversi significati di un
simbolo restano concatenati, non esiste un simbolo che sia monovalente 12.
A sua volta, Jung sostiene che unimmagine simbolica quando implica
qualcosa che sta al di l del suo significato ovvio e immediato 13. Esso pos-
siede quindi un aspetto pi ampio, inconscio.
Quando si esplora un simbolo, infatti, si entra in contatto con idee che
stanno al di l delle nostre capacit razionali. Nel Novecento, con Jung il sim-
bolo torna a delinearsi come il portatore di un ulteriore valore semantico, di
un plusvalore, ossia un segno speciale che si distingue per un pi di sen-
so 14. Similmente Goethe nelle sue Massime e riflessioni afferma che il simboli-
smo trasforma il fenomeno in idea, lidea in immagine, e ci in modo che
lidea rimane nellimmagine, e anche se espressa in tutte le lingue, rimarrebbe
inesprimibile 15. Nel caso del simbolo come in quello dellallegoria, si tratta in
generale, spiega Goethe 16, di un rapporto di rinvio significativo ad altro di cui
investito un materiale percettivo, come in questo caso, il colore.
In Luomo e i suoi simboli Jung rileva che il linguaggio delluomo pieno di
11 F. Portal, Des couleurs symboliques dans lAntiquit, le Moyen age et le temps modernes
(1837), tr. it. di G. Caviglione, Sui colori simbolici, Luni, Trento 1997, p. 15.
12 M. Eliade, Saggi sul simbolismo magico-religioso, Jaca Book, Milano 1980, p. 15.
13 C. G. Jung, Luomo e i suoi simboli cit., p. 20.
14 G. Cinque, Jung e il Simbolo, Pungitopo 1989, p. 10.
15 J.W. Goethe, Maximen und Reflexionen, Weimar 1907, massima n 1113.
16 Cfr. J. W. Goethe, Farbenlehre, a c. di J. Pawlick (1810), ed. it. a c. di R. Troncon,
Teoria dei colori, introduzione di G. C. Argan, Il Saggiatore, Milano 1999, p. 62.
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Le variazioni antropologico-culturali dei significati simbolici dei colori
simboli e di immagini, ma
ci che noi chiamiamo simbolo un termine, un nome, o anche una rappresen-
tazione che pu essere familiare nella vita di tutti i giorni e che tuttavia possiede
connotati specifici oltre al suo significato ovvio e convenzionale 17.
Secondo lo psicologo, questa sarebbe una delle ragioni per cui tutte le
religioni, e quindi anche larte, impiegano un linguaggio simbolico o delle im-
magini. Nella dimensione del simbolo pertanto racchiuso uno sfondo
metafisico che presuppone delle affinit tra il mondo visibile e linvisibile. Di-
fatti, il simbolo, come osserva Paul Klee, anche una categoria dellinvisibile.
Secondo Klee, la decifrazione dei simboli ci conduce verso quelle che chiama:
insondabili profondit del respiro primordiale, perch il simbolo collega
allimmagine visibile la parte dellinvisibile intuita occultamente 19.
Jean Chevalier, nella presentazione del suo lavoro sul simbolo condotto
con la collaborazione di Alain Gheerbrant, rileva che esso annuncia un piano
di coscienza diverso dallevidenza razionale; la cifra di un mistero, il solo
mezzo per dire ci che non pu essere comunicato altrimenti, non mai spie-
gato una volta per tutte ma deve essere continuamente decifrato 20. Lo stesso
atteggiamento vale per il colore. Rispetto allallegoria o ad altre figure retori-
che, il simbolo si differenzia per una sua caratteristica peculiare: esso porta-
tore di un sovrappi di significato.
Chevalier dichiara che rispetto al semplice segno, il simbolo
presuppone omogeneit fra significato e significante nel senso di un dinamismo
organizzatore. Pertanto egli pu concludere che il simbolo dunque molto
pi di un semplice segno, perch, oltre al significato, si appella allinterpretazio-
ne. E lo stesso vale per loggetto di questo studio: il colore. [...] Lo si potrebbe
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21 Ivi, p. XII.
22 Ivi, p. XIII.
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Uno dei modi pi semplici per parlare del simbolismo dei colori consiste,
solitamente, nellattingere alla tradizione. Rousseau, nel suo scritto sui colori
significativamente intitolato: Per una filosofia naturale fondata sullanalogia, dimo-
stra che i colori rispondono anche a delle propriet fisiche. Passando dal
mondo inanimato alla vita, essi acquistano un significato. I colori sono delle
sensazioni fisiche, ma sono anche dei simboli 25.
Per quanto riguarda larbitrariet dei colori, Rousseau 26 sottolinea che i
simboli dei colori non hanno nulla di arbitrario poich rispondono a delle af-
finit che possibile svelare.
Frdric Portal nel suo libro sui Colori simbolici cita un passo del Corano:
I colori che la terra stende ai nostri occhi sono segni manifesti per coloro che
pensano 27. Si pu quindi dare un senso preciso ad ognuno di questi segni.
possibile dare ad ogni colore un solo e unico senso sotto un triplice significa-
to: fisico, chimico, spirituale. Esisterebbe quindi, secondo Rousseau una certa
filosofia eterna dei colori. Nel senso che il loro linguaggio universale in
quanto costituirebbe una delle chiavi delle corrispondenze delluniverso.
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28 Ivi, p. 15.
29 R. L. Rousseau, Les couleurs, contribution une philosophie naturelle fonde sur lanalogie,
coll. Symboles, Flammarion, Paris 1959, p. 13. (Les couleurs nous apparatront comme
des signes d'une porte universelle. Elles nous conduiront la notion platonicienne des ides
(images) ou aux archtypes sur lesquels l'cole de C.G. Jung a fond toute une nouvelle
science de l'me. Les couleurs se rfrent des archtypes qui deviennent en mme temps
que l'essence du Rouge, du Bleu, etc. des complexes universels. Ramenes au niveau
profond des archtypes, les couleurs nous apparatront comme des carrefours o se
rencontrent, l'Art, la Science, la Philosophie. Elles indiquent comme des poteaux
signaltiques, le sens des nergies physiques comme des nergies morales. Elles forment un
pont entre la Science et l'Art, entre la Physique et la Mtaphysique.) (Traduzione nostra).
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30 Ibidem.
31 L. Luzzatto-R. Pompas, Il significato dei colori nelle civilt antiche cit., p. 52.
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inizi, degli occultamenti nella loro fase germinale, precedente lesplosione lu-
minosa della nascita. 32
Per quanto riguarda lorigine della simbolica cromatica, secondo Shmuel
Sambursky, vale la seguente affermazione:
La luce il presupposto di tutti i colori; loscurit, negazione di ogni luce, pure
la negazione, la morte, di ogni colore; s, il colore per sua natura la comparsa e
lemanazione della luce 33.
I due assi essenziali della sensibilit occidentale nei confronti dei colori,
quello della luminosit e quello della saturazione, derivano probabilmente da
questa duplice opposizione polare, tra bianco e nero da una parte, tra bianco e
rosso dallaltra 35. Le noir cest le sombre; le rouge cest le dense; alors que le
blanc est ambivalent et reprsente la fois le clair et le dsature 36. Prima an-
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37 F. Birren, Colore, Idealibri, Milano 1982, II ed. 1987, p. 178. Faber Birren un
consulente per i problemi del colore. Ha lavorato presso la biblioteca di Arte e Architettura
della Yale University, ha fondato la Faber Birren Collection, che raccoglie migliaia di volu-
mi su questo argomento.
38 Nata intorno al XII secolo nellOccidente medievale, l'araldica si configura come
un vero e proprio sistema del colore. Il blasone ravvisa nei colori delle categorie pure e li
utilizza come concetti.
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Il colore simboleggia una forza ascensionale nel gioco di ombre (tenebre, male) e
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di luce (illuminazione, bene). Cos il blu scuro assimilato al nero; il celeste, co-
me anche il giallo puro, al bianco 41.
41 Ivi, p. 159.
42 Ivi, p. 160.
43 Cfr. A. Beaumont, Simbolismo en el arte decorativo chino, Nueva York 1949, ivi, p. 160.
44 M. Schneider, El origen musical de los animales simbolos en la mitologia y la escultura
antiguas. Barcelona 1946, p. 161.
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La notte, come madre di tutte le cose, era raffigurata con un velo di stel-
le, con due bambini fra le braccia, uno bianco e laltro nero. I colori presenta-
no quindi anche un simbolismo cosmico e intervengono in diverse cosmogo-
nie sotto forma di divinit. Essi possono rispondere anche ad un simbolismo
di ordine biologico ed etico. Presso gli Egizi, per esempio, il valore simbolico
dei colori interviene molto spesso nelle opere darte.
Il nero segno di rinascita postuma e di sopravvivenza eterna 50, il
colore del bitume che impregna la mummia 51, la tinta del dio Anubi, che
introduce i morti nellaltro mondo, al tempo stesso presiede alla generazione.
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Il verde tinge talvolta il nero di Osiride, perch il colore della vita vegetale,
della giovent e della salute. Il giallo era loro, la carne degli immortali. Il bian-
co pu essere anchesso fausto e gioioso al tempo stesso. Il rosso , nella sua
connotazione migliore, violenza temibile; nella peggiore, malvagit. Il rosso
presso gli Egizi il colore maledetto, quello di Seth, deit del male, e di tutto ci
che dannoso: come rileva Portal,
gli scribi intingono la loro penna nellinchiostro rosso per annotare le parole di
cattivo augurio, come il demone - serpente delle sciagure, o di Seth il dio del
male, il Tifone del Nilo 52.
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54 Ivi, p. 166.
55 Ivi, p. 167.
56 J. Chevalier-A. Gheerbrant, Dizionario dei simboli cit., ad vocem bianco, p. 304.
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60 R. Troncon, Goethe e la filosofia del colore, in J.W. Goethe, La Teoria dei colori
cit., p. 241.
61 Cfr. G. C. Argan, Introduzione alla teoria dei colori cit.
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ravvisa una connessione con Kant, per cui la soggettivit del percepire non si-
gnifica necessariamente arbitrariet. Per Goethe, come le proporzioni o la
prospettiva, i colori possono ben essere categorie formali che la mente elabora
per rendere la visione del mondo conforme al proprio ordine interno.
Qualit e quantit sono concetti tra cui possibile un rapporto dialettico,
per Goethe. Di conseguenza, i colori non apparterrebbero alla natura tout court,
ma alla mente, secondo Argan che arriva a sostenere che della loro non arbi-
trariet, non si pu avere la prova provata: sta di fatto che tutti li percepiscono
(non importa se con gli occhi chiusi o aperti) e li percepiscono nello stesso
modo 62. Se da un lato quindi il colore non una cosa in s, daltro canto non
si tratta neanche di un fenomeno che si rileva solo attraverso la vista, pu av-
valersi anche di altri parametri sensoriali.
Tra il nero e il bianco non c pi differenza radicale come tra lessere e il nulla.
Infatti il bianco non pi la luce ma il concetto di luce, il nero non pi la man-
canza di luce ma il concetto di tenebra 63.
Sono concetti visualizzati. Nella Teoria dei colori, i fenomeni cromatici so-
no accompagnati fin dallinizio a valori simbolici e immaginativi, al punto che
la natura fisiologica, fisica e chimica del colore va considerata come laltro lato
di una medaglia che porta gi impresse su una faccia dei valori e motivi di
immaginazione.
Nella Teoria dei Colori Goethe parla anche dellazione sensibile e morale
del colore 64 ed elabora anche delle osservazioni intorno agli effetti psicologi-
ci del colore stesso, in quanto in grado di suscitare degli stati danimo. Lopera
del grande letterato scritta dunque per coloro che trasformano la percezione
del colore in unesperienza di tipo interiore.
Il ruolo degli elementi che potremmo chiamare soggettivi, quali criteri
storici, culturali, non vengono considerati dallautore nella sua definizione di
natura sensibile e morale del colore, che non riconducibile ad ambiti extra-
cromatici, ma alla sua natura cromatica semplicemente.
Nella molteplicit dei fenomeni che accompagnano il colore, quindi
possibile ravvisare un unico e identico nucleo, un unico nesso a tutti comune.
Il colore si trova sempre accompagnato da certi valori e non ha una nascita
solo materiale, ma anche cosmica, in quanto figlio di due forze, chiaro e
scuro, luce e tenebre, che per lantroposofo Rudolph Steiner sono due entit
62 Ivi, p. 18.
63 Ivi, p. 15.
64 Cfr. J. W. Goethe, Teoria dei colori cit.
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cosmiche.
A sua volta scrive Johannes Itten:
I colori sono idee primordiali, generate dallincolore luce originaria e dal suo
contrario, loscurit senza tinta. [...] I colori sono creature della luce e la luce la
madre dei colori. La luce, fenomeno primo delluniverso, ci rivela nei colori lo
spirito e lanima vitale del nostro mondo 65.
Vediamo lalbero verde non perch sia verde, tale soltanto nella catego-
ria di sensazioni luminose che chiamiamo verde; lo vediamo cos perch ormai
nella comune coscienza lalbero legato al verde. Questo generale consenso
circa la visione colorata del mondo sarebbe anche uno dei fattori coesivi della
societ.
65 J. Itten, Arte del colore. Esperienza soggettiva e conoscenza oggettiva come vie per larte, Il
Saggiatore, Milano 1998, p. 8. (Corsivo nostro).
66 R. Steiner, LEssenza dei colori, Antroposofica, Milano 1997, p. 26.
67 Ivi, p. 25.
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