Menegotto Tecnica Costruzioni
Menegotto Tecnica Costruzioni
Menegotto Tecnica Costruzioni
ISBN 9788857903293
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INDICE
Presentazione
Prefazione
Cap. 1 Preliminari
1.1 Generalit sui telai................................................................................ pag. 11
1.2 Carichi e spostamenti............................................................................ 12
1.3 Rigidezze e deformabilit delle aste..................................................... 13
1.4 La sovrapposizione degli effetti............................................................ 23
1.5 Rigidezze di nodo e di piano; coefficienti di ripartizione..................... 27
Cap. 4 Applicazioni
4.1 Premessa 4.2 Schemi vari ................................................................. 303
Bibliografia..................................................................................................... 340
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Presentazione
Gli insegnamenti di Tecnica delle Costruzioni in Italia hanno conosciuto negli ultimi
venti anni importanti cambiamenti nellapproccio metodologico, dovuti
allintroduzione nella normativa vigente di nuovi e pi recenti metodi di calcolo e
verifica delle strutture, che rispondono allesigenza di conferire alle costruzioni
civili maggiori performance di sicurezza e funzionalit strutturale. Al contempo, la
necessit quindi di condurre verifiche strutturali sempre pi complesse ed articolate
ha introdotto vieppi i software di calcolo nei processi di progettazione strutturale e,
di conseguenza, gli insegnamenti di Tecnica delle Costruzioni in molte scuole
italiane hanno risposto a tale esigenza, avvicinando gi nei corsi universitari gli
studenti allutilizzo dei software di calcolo pi avanzati.
Ciononostante, resta essenziale, per garantire percorsi formativi di elevata qualit,
che gli insegnamenti di Tecnica delle Costruzioni siano impostati lasciando ampio
spazio ai concetti fondamentali del calcolo strutturale, fornendo tutti quegli
strumenti di base che consentano allingegnere di avere padronanza anche dei
processi di calcolo strutturale pi complessi ed articolati.
E proprio in tale direzione va il lavoro fatto per la preparazione di questo testo, che
tratta in maniera ampia ed esaustiva i concetti fondanti dellanalisi strutturale con
unesposizione manualistica che, con un oculato equilibrio tra la trattazione pi
strettamente matematica dei modelli strutturali e quella pi fisico-meccanica,
conduce il lettore, in maniera chiara e semplice, attraverso la conoscenza di diversi
metodi di risoluzione delle strutture e di diversi casi applicativi.
Un lavoro che gli studenti di Tecnica delle Costruzioni impareranno ad apprezzare
per la chiarezza espositiva e per la diversit delle esercitazioni proposte, che potr
fornire loro la giusta conoscenza delle metodologie di calcolo, quale richiesta a
strutturisti maturi per affrontare con padronanza la progettazione strutturale in
ambito professionale. Un testo questo, che potr essere di grande ausilio anche ai
progettisti, per riprendere concetti trattati nei percorsi universitari e gestire con pi
acuta consapevolezza e pi profonda competenza lanalisi e la progettazione
strutturale.
Prefazione
Il presente lavoro nasce con lintento di fornire, per i corsi di Tecnica delle
costruzioni, una sistematizzazione ed una sintesi per quanto possibile efficaci delle
questioni di base riguardanti lanalisi preliminare del comportamento statico-
deformativo e la successiva determinazione delle sollecitazioni dei telai piani.
Fermo restando, al giorno doggi, lindispensabile utilizzo dei programmi di calcolo,
in particolare per lo studio avanzato di sistemi complessi con azioni sismiche, la
conoscenza di tali questioni rimane purtuttavia essenziale per un ingegnere, laddove
viceversa, in base alla ultra quarantennale esperienza didattica dello scrivente, esse
tendono sovente a non trovare sufficiente interesse da parte degli studenti, spesso
acriticamente fiduciosi dei risultati forniti dagli anzidetti programmi e poco attenti
ad indagare sulla credibilit dei risultati stessi.
In tale ottica ogni argomento stato trattato privilegiandone sempre gli aspetti
fisico-meccanici rispetto a quelli prettamente matematici, ritenendo che tale
approccio sia il pi congeniale alla figura dellingegnere strutturista, quale fisico
delle strutture.
In conseguenza gli sviluppi analitici sono stati ovunque limitati al minimo necessario
e si preferito dare spazio agli elementi caratterizzanti le correlazioni fra
morfologia strutturale, condizione di carico, spostamenti e sollecitazioni, mettendo
in primo piano i concetti di rigidezza e deformabilit delle aste.
Nello spirito dei testi a impostazione didattico-manualistica si ritenuto inoltre utile
riportare sia unampia elencazione di tali grandezze per aste monolitiche (o con
sconnessioni) e con vincoli perfetti (o elastici), unitamente alle reazioni vincolari di
aste con varie condizioni di carico e di vincolo, sia proporre numerosi schemi con
specifici aspetti di interesse.
Tutti i modelli sono stati scelti in modo da poter evidenziare le anzidette correlazioni
in modo chiaro e semplice, attraverso unanalisi condotta preferenzialmente senza
fare ricorso alla metodologia degli esplosi strutturali (nodi e aste), spesso tale da
risultare non immediatamente efficace, se non addirittura dispersiva o inutile.
A valle dei classici metodi di risoluzione degli spostamenti e delle forze,
particolare risalto si ritenuto opportuno dare al celebre metodo di Cross,
evidenziandone lorigine ed il significato meccanico di ogni fase, e ricordandone
inoltre la grande utilit pratica, ancora oggi, per valutazioni preliminari (soprattutto
in fase di dimensionamento) negli usuali schemi ridotti efficacemente utilizzati in
ambito professionale per le ordinarie strutture intelaiate, in particolare se
regolari.
E' infine, nello stesso ambito delle valutazioni preliminari, si ritenuto altres utile
proporre un semplice procedimento non iterativo per modelli regolari soggetti solo a
forze orizzontali di piano, basato sullutilizzo di valori approssimati delle rigidezze
alla traslazione delle aste con i vincoli di estremit angolarmente cedevoli e
facilmente utilizzabile con lausilio di un foglio elettronico di calcolo.
Francesco Beninato
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1. Preliminari
Nel merito delle sconnessioni che possono interessare unasta, non appare superfluo
ricordare che esse possono essere semplici:
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12
La risoluzione dei telai piani
oppure doppie:
oppure triple:
13
Preliminari cap 1
T1 T2
vengano trasformate nella somma di una variazione costante pari a ' T
2
T1 T2 .
ed una variazione cosiddetta a farfalla "T
2
Per effetto della condizione di carico [C] si determina nel telaio un sistema di
spostamenti {s} (traslazioni e rotazioni), fra i quali particolarmente importanti sono
quelli {u} dei nodi: attraverso la loro conoscenza, nellipotesi di comportamento
lineare della struttura (elasticit lineare del materiale costituente e regime di piccoli
spostamenti, ossia spostamenti trascurabili rispetto alla lunghezza delle aste), che
consente lutilizzazione del principio di sovrapposizione degli effetti (forze o
spostamenti), infatti possibile pervenire sia alle sollecitazioni che allo stato de
formativo di tutte le aste componenti il telaio stesso.
In termini generali, in relazione agli spostamenti possibili, i telai piani si distinguono
in:
A tal riguardo, un nodo si definisce isso se risulta collegato, tramite due aste
inestensibili e non allineate, a due punti del telaio (sezioni, nodi, vincoli) certamente
fissi.
14
La risoluzione dei telai piani
Nellambito di tutte tali fattispecie, in modo duale rispetto alle rigidezze W, che sono
forze in grado di produrre spostamenti unitari, le deformabilit rappresentano
spostamenti prodotti da forze unitarie.
Gli schemi che seguono individuano, per elementi a sezione costante e trascurando il
contributo deformativo del taglio, sia le pi comuni rigidezze proprie ed improprie di
aste monolitiche e con vincoli perfetti, che varie rigidezze relative ad aste con
sconnessioni e con vincoli elastici.
In tali schemi si sono indicate con W1 [FL] le rigidezze flessionali alla rotazione, con
W2 [F] le rigidezze flessionali alla traslazione, con W3 [F] quelle tangenziali alla
-1
rotazione e con W4 [FL ] quelle tangenziali alla traslazione. In ossequio al teorema
di Maxwell, in ogni schema risulta W2=W3.
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15
Preliminari cap 1
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16
La risoluzione dei telai piani
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TELAIO n. 2.43 81
Osservazioni
lo spostamento orizzontale BC ortogonale alla direzione del carico agente (effetti secondari);
il diagramma del momento flettente non difforme da quello a spostamento impedito (schema A).
TELAIO n. 2.44 82
TELAIO n. 2.45 83
TELAIO n. 2.46 84
TELAIO n. 2.47 85
Osservazioni
lo spostamento orizzontale BC ortogonale alla direzione del carico agente (effetti secondari);
sullasta EC il momento non si intreccia per la presenza del carico sullasta BC.
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TELAIO n. 2.48 86
Osservazioni
il cedimento anelastico D costituisce la condizione di carico;
il modello emisimmetrico e pu essere studiato sovrapponendo gli schemi A e B;
la deformata si ottiene traslando verticalmente la deformata dello schema B.
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F 1 0 6 EJ
F 1
F1 0 6 EJ F1 0 h2
2
F 2 F 2 EJ
F
F 2
0
F
l
6 EJ
F
F 2
0
0
F 2
h
F3 0 F 3 2 F3
F l F 0 F 3 0
4 0 4
12 EJ
F 4 F 4 0
l 3
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12 EJ 12 EJ 12 EJ 2 12 EJ 2 k12 0
k11 3 cos 3 cos 3 tg 3 tg
12 EJ 12 EJ
l l h h k 3
k 21 0 22 h3 h
k 31 0 k 32 0
6 EJ
6 EJ 6 EJ k 42
k 41 2 tg 2 cos
h l h2
6 EJ 6 EJ 6 EJ
k 51 2 tg 2 cos k 52 2
h l h
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6 EJ 6 EJ 6 EJ 6 EJ
k14 h 2 tg l 2 cos k15 l 2 cos h 2 tg
k13 0
k 6 EJ k 6 EJ
k 23 0 24 h2 25 h2
4 EJ 4 EJ
cos cos 2 EJ 2 EJ
k33 k34 cos k 35 cos
l l l l
2 EJ 4 EJ 4 EJ k 45 0
k 43 l cos k 44 h l cos
k 55 4 EJ 4 EJ cos
k 2 EJ cos k54 0 h l
53
l
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u S u1 l
u S u1
l h' h'
12 EJ 12 EJ 1 6 EJ 6 EJ 1
k11 h 3 l 3 cos sen 2
3
k 6 EJ 6 EJ cos 2 1 k 4 EJ 4 EJ
21 h2 l2 sen 22 h l
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291
Calcolo delle sollecitazioni cap 3
Si pone quindi la gi vista equivalenza con gli schemi 1 e 2, e dopo aver calcolato le
forze X 1 e X 2 che vietano gli spostamenti 1 e 2 , si trasforma lo schema 2
attraverso gli schemi 2 (1) e 2 ( 2) , anchessi entrambi a nodi fissi essendo gli
spostamenti rispettivamente 1 1 , 2 0 nel primo modello e 1 0 , 2 1 nel
secondo. Al pari di X 1 e X 2 le forze X i(1) e X i( 2) si ricavano con semplici equazioni
di equilibrio alla traslazione dei traversi.
Lequivalenza dello schema 2 con la somma degli schemi 1 2(1) e 2 2( 2 ) consente
di scrivere il sistema
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292
La risoluzione dei telai piani
1 X 1(1) 2 X 1( 2) X 1
1 X 2(1) 2 X 2( 2) X 2
dal quale si ricavano gli spostamenti incogniti 1 e 2 , e si possono ottenere infine le
sollecitazioni S dello schema in esame tramite la sommatoria
S S1 S 2 S1 1S 2(1) 2 S 2( 2) .
Nel caso pi generale di n piani, con ovvio significato dei simboli, si ha
evidentemente
S S1 S 2 S1 i S 2(i ) ,
n
293
Calcolo delle sollecitazioni cap 3
Fig. 3.14
Nel merito, se le travi di piano fossero infinitamente rigide rispetto ai ritti, tali cio da
impedirne le rotazioni delle sezioni di estremit, le rigidezze in questione
varrebbero kp=12EJp/h3 e per ogni ritto la condizione statico-deformativa
(spostamento , forza agente Fp, coppie di estremit M1 ed M2) sarebbe quella
illustrata in fig. 3.15,
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294
La risoluzione dei telai piani
Fig. 3.15
ma poich nella realt esse sono deformabili e consentono quindi rotazioni non
nulle, ogni ritto pu essere schematizzato come in fig. 3.16, ove le rigidezze kp sono
state ricavate con la consueta metodica della sovrapposizione degli effetti gi
illustrata a pag. 26.
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295
Calcolo delle sollecitazioni cap 3
Fig. 3.16
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296
La risoluzione dei telai piani
Fig. 3.17
e quindi:
3 EJ t,sup
prime tese k1s k1d ; k2s k2d
lt
3 EJ t ,inf 3 EJ t ,sup
tese intermedie k1s k1d lt
; k2s k2d
lt
3 EJ t ,inf 6 EJ t ,sup
ultime tese k1 s k 1 d lt
; k2s k2d
lt
2. per ogni generica campata di bordo sinistro (a) o destro (b), si pu porre
(fig. 3.18):
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297
Calcolo delle sollecitazioni cap 3
Fig. 3.18
e quindi:
k1 s ; k1 d
EJ t ,sup EJ t ,sup
prime tese (a) k 2 s 2.5 ; k 2 d 3 .75
lt lt
k1 s ; k1d
EJ t ,sup EJ t ,sup
(b) k 2 s 3.75 ; k 2 d 2 .5
lt lt
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298
La risoluzione dei telai piani
EJ t ,inf EJ t ,inf
k1s 2.5 ; k1d 3 .75
lt lt
tese intermedie (a) EJ t ,sup EJ t ,sup
k 2 s 2 .5 ; k 2 d 3 .75
lt lt
EJ t ,inf EJ t ,inf
k1s 3 .75 ; k1d 2 .5
lt lt
(b) EJ t ,sup EJ t ,sup
k 2 s 3 .75 ; k 2 d 2 .5
lt lt
EJ t ,inf EJ t ,inf
k1s 2.5 ; k1d 3.75
lt lt
ultime tese (a) EJ t ,sup EJ t ,sup
k2s 5 ; k 2 d 7 .5
lt lt
EJ t ,inf EJ t ,inf
k1s 3 .75 ; k1d 2 .5
lt lt
(b) EJ t ,sup EJ t ,sup
k 2 s 7 .5 ; k2d 5
lt lt
per cui, in definitiva, per ogni pilastro dette rigidezze k1=k1s+k1d (al piede) e
k2=k2s+k2d (in sommit) potranno essere assunte come rappresentato nella fig. 3.19.
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299
Calcolo delle sollecitazioni cap 3
Fig. 3.19