Scuola Nuo To Federale
Scuola Nuo To Federale
Scuola Nuo To Federale
Tutto questo va ascritto a merito del nostro progetto che, come detto, un
progetto di alta qualit e rappresenta la concreta risposta alle esigenze del-
lambiente, in linea con levoluzione del nostro mondo acqua.
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Introduzione
Le Scuole Nuoto che hanno aderito al progetto Scuola Nuoto Federale
oltre al vantaggio di potersi fregiare del logo F.I.N., assumono la responsa-
bilit di impegnarsi in un progetto formativo di alta qualit.
La F.I.N., nel suo ruolo istituzionale, ha provveduto nelle ultime due sta-
gioni, direttamente o per mezzo dei comitati regionali, ad organizzare sul
territorio nazionale molteplici corsi di formazione per le varie qualifiche tec-
niche e per i ruoli dirigenziali.
Questi corsi, richiesti dalla base, hanno visto e stanno vedendo, la par-
tecipazione di un cospicuo numero di operatori del settore e di nuovi ingres-
si, ai quali la F.I.N. fornisce la fondamentale preparazione di base per af-
frontare allinterno degli impianti natatori i compiti sempre pi specifici ri-
chiesti dallevoluzione dellattivit stessa. Il desiderio del S.I.T. della F.I.N.
principalmente quello di garantire che il personale tecnico preposto alla gui-
da e allorganizzazione dei corsi provenga da una formazione che garanti-
sca basi comuni. Uno dei punti qualificanti del progetto la certificazione
della qualit da parte della F.I.N., resa in una fase iniziale dalla dichiara-
zione del possesso dei requisiti, e in una successiva fase attuativa in uno stret-
to rapporto didattico-organizzativo tra la commissione del Comitato
Regionale e gli operatori dellimpianto, in una comune crescita, basata su
uno scambio di esperienze consolidate e sul perseguimento di comuni obiet-
tivi didattici.
La scuola nuoto, riconosciuta come S.N.F. deve garantire e mantenere degli
standard di qualit relativamente alla struttura, alla funzionalit, alla orga-
nizzazione, alligiene.
Dal punto di vista didattico, il personale tecnico dovr essere costituito esclu-
sivamente da istruttori formati nei corsi organizzati dalla F.I.N. cos come il
coordinatore di vasca e i dirigenti.
Dal punto di vista impiantistico ed organizzativo sar necessario adeguare
progressivamente la struttura ad esigenze di funzionalit, igiene, benessere,
snellezza organizzativa ed efficienza.
Oltre ai vantaggi dellesenzione I.V.A. per lattivit svolta esclusivamente
dalle Scuole Nuoto Federali, uniche delegate dalla F.I.N. per lattuazione del
progetto didattico, i Comitati Regionali, alcuni gi in tal modo strutturati, al-
tri in fase attuativa, stanno inserendo o inseriranno al pi presto nei loro siti
internet i nominativi delle Scuole Nuoto Federali, costituendo cos un albo che
presenter al pubblico e agli Enti le valenze di qualit didattica di cui le
Scuole Nuoto Federali sono portatrici.
Una presentazione adeguata sottolineer limportanza di rivolgersi a ta-
le scuole per una risposta certificata di qualit.
Il progetto, partito in corso di stagione, ha visto ladesione di un numero
cospicuo di Scuole Nuoto, alle quali la F.I.N. vorr essere riconoscente gi
dalla prossima stagione, allatto del rinnovo, per la fiducia accordata e per
il buon proposito di essere stati i primi a rimboccarsi le maniche per miglio-
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LOrganizzazione generale della scuola nuoto
Allatto delliscrizione ad una SNF, viene richiesta (secondo le norme vigenti) unattesta-
zione medica di idoneit alla pratica sportiva non agonistica. Alcune strutture fanno ese-
guire la visita medica dal medico sociale.
La Scuola Nuoto Federale presenta un pieghevole informativo comprendente le informa-
zioni di carattere generale, la presentazione del personale tecnico e delle relative qua-
lifiche, la programmazione generale della scuola, gli appuntamenti fondamentali (gare,
brevetti, eventi), il periodo di operativit e quantaltro di interesse del pubblico.
Le lezioni sono generalmente bisettimanali (a volte trisettimanali), della durata variabile
tra i 30 e i 60 o di solo nuoto o comprensivi di ginnastica prenatatoria e nuoto. La du-
rata e la strutturazione dei turni sono riferiti alle diverse et e livelli didattici degli allievi.
I brevetti potranno prendere diverse denominazioni, secondo le abitudini della scuola e le
convinzioni della direzione tecnica, ma gli obiettivi ed i livelli dovranno essere uniformati.
Le prove di brevetto si svolgono generalmente in due sessioni lanno. Alcune scuole prevedono
una sola sessione alla fine dei corsi, con alcune sedute intermedie di semplice verifica dei pro-
gressi didattici realizzati. Le riunioni periodiche, generalmente mensili, degli istruttori di nuoto,
sotto la guida del coordinatore, garantiranno lomogeneit e la crescita del modello didattico.
La suddivisione degli allievi cercher, per quanto possibile, di basarsi su criteri di omoge-
neit per quanto concerne let e il livello tecnico. Lomogeneit riferita allet deve pre-
vedere criteri un po elastici, per le evidenti esigenze organizzative delle famiglie degli
iscritti e limpossibilit di organizzare la scuola nuoto con i criteri e gli obiettivi dellorga-
nizzazione scolastica. Tale elasticit non deve ovviamente superare i confini del buonsen-
so. Si possono prevedere, molto generalmente, e con le ovvie eccezioni, corsi per i 3-7 an-
ni, per i 5-10 anni, per gli 8-13 anni, per gli adolescenti, per gli adulti.
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lievo un rapporto con lacqua naturale. Si dice, infatti, che lallievo deve essere in grado,
in acqua, di fare tutto ci che fa sulla terra ferma. Lambientamento viene a sua volta sud-
diviso in cinque grandi fasi:
Lapproccio con lacqua;
Limmersione del viso e le respirazioni;
La fase orizzontale ed i galleggiamenti;
Le posture e gli scivolamenti;
Prime forme di propulsione.
Obiettivi formativi:
Obiettivi formativi
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nuotate vengono impostate in maniera scolastica ovve-
ro in forma grossolana e non rifinita, questo d allallievo
la possibilit di poterle modificare ed adattare alle pro-
prie caratteristiche. Il perfezionamento della nuotata sub-
acquea ed il controllo respiratorio, vengono sviluppati con
la raccolta degli oggetti sul fondo, sia in acqua bassa sia
in acqua alta. Abilit richieste:
Obiettivi formativi
Il quarto livello comporta la rifinitura tecnica delle nuotate dorso e crawl, con la ri-
chiesta di prove cronometrate su brevi distanze. La rana ed il delfino vengono perfezio-
nati attraverso la proposizione di esercizi di coordinazione. Sar inoltre richiesto di sa-
per effettuare il tuffo di partenza dal
blocco e le prime virate elementari:
Obiettivi formativi:
Con il quinto livello si conclude il perfezionamento tecnico di base delle quattro nuota-
te. Saranno, infatti, impostati dei blandi allenamenti, comprendenti elementi di lavoro set-
toriale (gambe e braccia), di resistenza e di velocit. I ragazzi saranno stimolati attraver-
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so la partecipazione a gare individuali e/o a
staffetta. Si imposteranno le virate agonistiche (a
capovolta), saranno richieste prestazioni crono-
metriche nei misti:
Prove cronometrate nei misti;
Virate agonistiche regolamentari;
Obiettivi formativi
Livelli successivi
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Nuotate subacquee;
Capovolte indietro e avanti;
Varianti delle nuotate classiche (rana, stile libero e dorso nuotati con la testa alta, gam-
be stile libero laterali, gambe bicicletta, sforbiciata;
Per quanto riguarda il nuoto agonistico saranno impostati degli allenamenti per lo svi-
luppo delle varie capacit condizionali:
I modelli e le strategie
didattiche
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Lambientamento
Fuori dallacqua
In acqua
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gresso in acqua, allo scopo di far ri-
scaldare gli allievi che saranno cos pi
rilassati nelle fasi successive. Questo
espediente inoltre permette di far fami-
liarizzare il bambino con gli inevitabili
schizzi sul viso, ma in una condizione in
cui non avverte alcuna difficolt.
Limmersione del viso preceduta da
una serie di tappe di avvicinamento, co-
me: il lavaggio della testa da parte del-
listruttore, la creazione di onde, la
guerra degli spruzzi, limmersione della
sola bocca (chiusa, aperta, con o senza
soffiare), limmersione del naso, lim-
mersione degli occhi e di tutto il capo
(che pu, a volte essere leggermente
aiutata), ecc. Il tutto si deve svolgere in un clima il pi possibile ludico e positivo, dove la
fantasia e la pazienza dellinsegnante sono gli strumenti che permettono allallievo di supe-
rare le sue ansie e le sue difficolt.
La respirazione deve essere inserita prima possibi-
le (anche dalla prima lezione), in quanto il corretto
apprendimento della tecnica e del ritmo respirato-
rio costituisce una delle maggiori difficolt nellin-
segnamento del nuoto e pu condizionare moltissi-
mo lapprendimento nei livelli successivi.
Allinizio si faranno sperimentare agli allievi, i vari
modi di soffiare: con labbra serrate, con bocca
aperta, facendo le pernacchie, solo bocca, solo na-
so, bocca-naso, con la mano dellistruttore davanti
alla bocca dellallievo, guardando e contando le
bollicine ecc. Listruttore dovr sempre controllare
che lespirazione avvenga con le labbra rilassate e
che il volume daria espirato (e quindi inspirato) sia adeguato, dovr inoltre evitare che le-
spirazione continui dopo lemersione del capo.
Affinch lallievo possa percepire la sensazione di
galleggiamento sia in posizione supina che pro-
na, sar essenziale che abbia un atteggiamento
rilassato e che la respirazione sia pi naturale
possibile. Listruttore potr controllare atteggia-
menti particolarmente rigidi attraverso la manipo-
lazione dellallievo. La posizione delle spalle e
della testa importantissima nel galleggiamento
sul dorso; infatti le spalle tenute ben aperte ed
il capo ben appoggiato sullacqua (e non spinto
troppo indietro o troppo avanti) eviteranno la ten-
denza a sedersi. Nel galleggiamento sul petto sa-
r essenziale che le gambe siano ben distese, ma
non rigide, e che lallievo sia in grado di mante-
nersi rilassato pur trattenendo il respiro.
I successivi scivolamenti sul dorso e sul petto, infine,
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saranno impostati inizialmente con laiuto dellistruttore,
(che potr tenere il bambino dalle spalle o spingerlo dai
piedi) in una seconda fase, lallievo effettuer lo scivo-
lamento autonomamente, spingendosi dal bordo.
Il secondo livello
Limpostazione del dorso
Per sviluppare la capacit di ritmo, si consiglia di iniziare ogni lezione con la richiesta di ese-
cuzione della nuotata globale; successivamente si potr far effettuare degli esercizi di coordi-
nazione per focalizzare lattenzione su alcuni particolari della nuotata, attraverso un metodo pi
analitico. Si consiglia infine, come sintesi e verifica del lavoro svolto, di concludere la lezione
con una nuova esecuzione della nuotata globale. Sebbene, in questa fase, lallievo non sia an-
cora in grado di eseguire la corretta coordinazio-
ne della nuotata, i frequenti ricorsi al metodo glo-
bale hanno lo scopo di fargli percepire la conti-
nuit delle azioni. Altro particolare molto impor-
tante, anche se a volte trascurato nel dorso, la re-
spirazione e lespulsione dellacqua dal naso. La
respirazione deve essere pi naturale possibile, co-
ordinando linspirazione con lingresso in acqua
del braccio pi forte e lespirazione con la spinta
dello stesso arto. Saper soffiare con il naso, infine,
quando necessario, assicura il benessere dellal-
lievo nellesecuzione di questa nuotata, evitando il
fastidio a volte insopportabile creato dalla inala-
zione dellacqua nelle prime vie respiratorie.
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Limpostazione del crawl
Anche linsegnamento del crawl deve essere iniziato dopo che lallievo ha appreso il gal-
leggiamento e lo scivolamento e sa spingersi autonomamente dal bordo. Lapprendimento
della coordinazione di questa nuotata necessit per anche dellacquisizione di un corretto
ritmo respiratorio. Le esercitazioni per la nuo-
tata crawl vanno proposte contemporanea-
mente a quelle per il dorso. Si effettueranno
degli esercizi di battuta di gambe sia da fermi
sul bordo che con la tavoletta inserendo la re-
spirazione, dapprima frontale e successiva-
mente laterale. Si deve fare attenzione che, du-
rante la rotazione, lorecchio e la guancia del
lato opposto siano ben appoggiati sullacqua,
il braccio del lato di respirazione sia rilassato
e che lemersione del capo sia ben coordinata
con linizio dellinspirazione.
Anche in questa nuotata utile iniziare la le-
zione con unesecuzione globale, proseguire
con esercizi analitici, concludere di nuovo con
la sintesi della nuotata globale. Questa progressione assicura lacquisizione di una buona
continuit di bracciata e del ritmo respiratorio.
Si deve curare che:
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Il terzo livello
In questo livello si perfezionano le due nuotate di
base dorso e crawl e si impostano le due nuotate
simmetriche rana e delfino. Contemporaneamente si
affina la tecnica del tuffo di partenza e dellapnea.
In particolare si ricercher la continuit nellazione
degli arti superiori per le nuotate dorso e crawl,
chiedendo al bambino di usarli come i remi di una
barca. Si fisser lattenzione dellallievo sulla resi-
stenza che lacqua oppone alla spinta delle braccia
verso dietro, chiedendo loro di aggrapparsi allacqua
e spingerla verso i piedi. Sar indispensabile aver acquisito un buon ritmo respiratorio, cosa che
si ottiene anche variando gli schemi (respirazione ogni 2, ogni 3 o ogni 4 bracciate). Per lim-
postazione della rana si dovr acquisire la sensibilit non solo al piede a martello, ma, princi-
palmente ai movimenti circolari tipici di questo stile di nuoto e non molto naturali per noi anima-
li terrestri. Ci sono alcuni allievi che potremmo de-
finire ranisti naturali i quali non hanno alcuna dif-
ficolt ad eseguire le azioni tipiche della rana.
Sono quei bambini che molto spesso ci fanno di-
sperare perch tengono il piede a martello anche
nel dorso e nel crawl, ma, quando arriva il mo-
mento di impostare la rana, si trasformano in un
bel principe, come il ranocchio delle favole e sfo-
derano una nuotata, con un colpo di gambe ed
uno scivolo che ci meravigliano e ci fanno ricrede-
re definitivamente sulla loro acquaticit. Questi
soggetti molto spesso non hanno bisogno di alcu-
na progressione didattica per apprendere la rana,
basta una descrizione sommaria delle azioni da
eseguire e capiremo che, in alcuni casi, il metodo
globale la strada pi breve e pi semplice per insegnare a nuotare. Per tutti gli altri comunque
il piede a martello ed i movimenti circolari possono essere uno scoglio da superare. Si consiglia
di far sedere gli allievi sul bordo, con le gambe distese ed i piedi in acqua, in modo che possa-
no vederseli (feedback visivo), chiedere loro di
unire i talloni e ruotare le punte dei piedi verso le-
sterno assumendo la posizione a martello, piega-
re le gambe allargando i piedi rispetto alle gi-
nocchia ed andando a toccare il bordo con i tal-
loni, ridistendere rapidamente le gambe in avanti
portando le punte in estensione. Questo esercizio
presenta il vantaggio di usare lanalizzatore visi-
vo e di far sentire la resistenza dellacqua sui pie-
di. Successivamente, per far comprendere meglio
allallievo quale deve essere la corretta azione
delle gambe, si potr far sentire la resistenza del-
la mano dellistruttore o del bordo della piscina
sulla parte interna del piede, chiedendo al bam-
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bino di calciare contro questa resisten-
za. Lazione di spinta deve essere effet-
tuata dagli allievi in maniera attiva, i pie-
di non devono essere guidati dallistrut-
tore, perch si rischia un apprendimento
passivo e una distribuzione non corretta
della forza (spinta verso lesterno, man-
cata chiusura ecc.). Si potr far effettua-
re la gambata rana sul dorso, per evita-
re leccessivo piegamento delle ginoc-
chia e per far sentire lazione della par-
te interna della gamba agli allievi.
Consigliamo inoltre, di impostare la
delfinizzazione e lazione di gambe
nel delfino contemporaneamente alla
rana e quando questa non stata an-
cora appresa in maniera stabile. Infatti,
spesso dopo aver appreso la spinta di gambe a rana, gli allievi la riportano nel delfino, bloc-
cando lazione dei fianchi a causa delleccessivo piegamento delle ginocchia. Per supera-
re questo inconveniente necessario che, fin dallinizio, i bambini percepiscano che lazio-
ne delfinata del corpo viene guidata dal movimento del capo e che le due nuotate hanno lo-
giche propulsive completamente diverse. Infatti, brevi tratti a delfino, in apnea, mantenendo
le gambe immobili, devono essere fatti eseguire anche nella fase terminale di apprendimento
del crawl, sia allo scopo di iniziare a far percepire la coordinazione di questa nuova nuo-
tata, sia per sfruttare leffetto benefico della bracciata delfino nel crawl. Si sconsiglia, a que-
sto scopo, di far eseguire, a livello iniziale, la gambata delfino con la tavoletta, per evitare
che lazione di gambe venga effettuata tenendo le spalle ferme.
In questo livello si deve :
Far comprendere agli allievi che nel crawl e nel dorso il movimento delle braccia deve
essere continuo, senza alcuna interruzione del ritmo;
Affinare il ritmo respiratorio e la coordinazione inspirazione-decontrazione, espirazione-
contrazione;
Insegnare la continuit e la fluidit
nella delfinizzazione;
Far percepire lefficacia e la po-
tenza nella gambata rana;
Insegnare che, per una corretta
partenza, necessario un buon
sbilanciamento, prima di una spin-
ta esplosiva;
Educare al controllo respiratorio e
ai suoi effetti sul galleggiamento
del corpo.
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giunto il corretto angolo di stacco, lo lascer, facendolo cadere in acqua e chiedendogli di
mantenere la posizione pi affusolata possibile.
In questo livello vengono inoltre affinate le capacit e lautonomia nel nuoto subacqueo, richie-
dendo agli allievi di raccogliere degli oggetti sul fondo sia in acqua bassa che in acqua alta.
Il quarto livello
In questa fase, si conclude il perfe-
zionamento tecnico delle nuotate
dorso e crawl, con la proposizione
di prove cronometrate su brevi di-
stanze nei due stili. Una tecnica ac-
curata infatti la condizione neces-
saria per assicurare allatleta eleva-
te velocit di spostamento ed un ra-
zionale utilizzo delle proprie risorse.
Contemporaneamente viene acqui-
sita la tecnica delle nuotate rana e
delfino, effettuando gli esercizi di
coordinazione di base delle due
nuotate. Verr insegnata lazione di
braccia della rana (dopo lacquisi-
zione di una buona spinta di gam-
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be) e la corretta coordinazione della
respirazione. Poich la rana una
nuotata che si presta a numerosissi-
me interpretazioni personali, della
massima importanza, proporre al-
lallievo una vasta gamma di solu-
zioni, affinch egli possa costruire il
suo modello di coordinazione. Per
lapprendimento del delfino sar im-
portante che lallievo impari a non
eseguire una nuotata di forza, ma
mantenga un fluido movimento on-
dulatorio del capo e del corpo che
agevoli il recupero delle braccia e
faciliti le azioni propulsive. La cor-
retta coordinazione, unita alla giu-
sta successione nellintervento dei
vari distretti muscolari, permetteran-
no di costruire una nuotata senza interruzioni del ritmo. Si imposter inizialmente la delfinizza-
zione, sia in superficie che in fase subacquea, ponendo lattenzione sul ruolo guida del capo nel-
lintero movimento del corpo. Successivamente si faranno eseguire delle azioni con un solo brac-
cio (mantenendo laltro lungo il corpo o in avanti) associando lentrata in acqua del braccio con
limmersione della testa ed il sollevamento dei fianchi; soltanto quando questa azione sar ese-
guita in maniera fluida e continua si potr chiedere allallievo di far intervenire la battuta di gam-
be. La difficolt successiva consiste nel far eseguire lazione prima con un braccio, poi con laltro,
ed infine con entrambe le braccia, privilegiando per sempre la continuit del movimento.
Fare attenzione che:
Nel dorso e nel crawl lazione propulsiva sia a carico principalmente delle braccia e che
le gambe provvedano solamente a rendere pi stabile tutta lazione.;
La gambata rana inizi la sua
azione propulsiva quando le
braccia sono quasi comple-
tamente distese in avanti e
la testa allineata;
Il sollevamento del capo per re-
spirare nella rana e nel delfino
inizi dopo che le mani hanno
superato la linea delle spalle;
Nella nuotata delfino lallievo
esegua due battute di gambe
per ogni ciclo di bracciata: la
prima pi potente ed ampia
(avanzamento), la seconda
meno ampia (sostegno);
Lallievo non vada troppo a
fondo, ma che non rimanga
nemmeno troppo in superfi-
cie nellesecuzione dei tuffi
di partenza;
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Non ci siano eccessive interruzioni del ritmo nellesecuzione delle virate a rana e delfino.
Nellinsegnare il tuffo di partenza si dovr insistere nel richiedere lentrata in un buco, pro-
ponendo esercizi di tuffo nel cerchio o nella ciambella. Per insegnare la corretta traiettoria
del volo, si dovr proporre il tuffo passando sopra degli ostacoli (bastone, tubo, ecc.). Nelle
virate con tocco al muro delle mani, si dovr insegnare allallievo a non entrare troppo lun-
ghi o troppo corti, per non interrompere la continuit dellazione. Per velocizzare la ro-
tazione, si dovr insegnare ai ragazzi a raggruppare rapidamente le ginocchia al petto, non
appena le mani hanno toccato il bordo della vasca.
Il quinto livello
Il perfezionamento tecnico delle quattro nuotate agonistiche, termina con lesecuzione di trat-
ti cronometrati nei misti, con lalternanza tipica degli stili (nellordine delfino-dorso-rana-
crawl). Per ottenere buoni risultati cronometrici in questo tipo di gara, infatti si deve, non so-
lo essere in possesso di una corretta tecnica di nuotata, ma anche aver eseguito un pro-
gramma di allenamento che preveda lo sviluppo di tutte le capacit condizionali coinvolte
(resistenza e potenza aerobica, tolleranza lattacida).
Si devono inoltre saper eseguire delle virate efficaci ed effettuare tuffi di partenza adeguati.
Verranno proposti come strumenti di allenamento anche i lavori settoriali di sole gambe o so-
le braccia nelle varie nuotate, sar essenziale che lallievo impari a dominare lansia pre-ga-
ra, partecipando a competizioni sociali, amatoriali, promozionali ecc. Imparare a proporsi
garantir che parallelamente allo sviluppo delle capacit condizionali si otterr un consoli-
damento della personalit dellallievo.
Fare attenzione che:
Lallievo abbia acquisito una tecnica non solo efficace (velocit) ma anche efficente (eco-
nomicit);
Lallievo sappia distribuire limpegno tra le quattro le frazioni, e non cada nellerrore di
bruciarsi nelle prime, arrivando troppo stanco nelle altre;
Nella virata a capovolta del crawl, la rotazione del corpo sia continua e senza interru
zioni;
In gara, i ragazzi imparino a dominare lansia e non si lascino vincere da questa, co-
promettendo la loro prestazione cronometrica.
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gersi con le gambe sulla parete ed uscire sul dorso. Successivamente si potr richiedere di
avvitarsi ed uscire sul petto.
I livelli successivi
Non ci soffermeremo sulle strategie didattiche relative ai fondamentali delle discipline spor-
tive acquatiche, in quanto vengono descritti in tutti i trattati relativi; inoltre, poich ogni scuo-
la nellambito della propria autonomia pu decidere se proporre i brevetti superiori e per
quale disciplina, ci sembra opportuno lasciare aperte le varie strade per il proseguimento
del percorso didattico.
Ciononostante ci sem-
bra doveroso sottoli-
neare limportanza di
finalizzare il ciclo di
base allapprendimen-
to delle tecniche di uno
degli sport acquatici,
per indurre gli allievi a
proseguire il loro per-
corso anche dopo lac-
quisizione delle abilit
richieste in questa fase.
La permanenza nel-
lambiente sportivo as-
sicurer infatti ai giova-
ni dei grandissimi van-
taggi sia dal punto di
vista della formazione
della personalit che
dal punto di vista dello
svilippo morfo-fisiologi-
co generale.
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non si riferisce ad una particolare fascia det o dutenza, suggerisce altres i criteri, i prin-
cipi, le operazioni e le tappe da seguire nellimpostazione generale di un programma di la-
voro per avvicinare bambini, uomini, donne allelemento acqua.
Ovviamente molti aspetti differiranno, in una buona Scuola nuoto, nella lezione rivolta
agli adulti, rispetto a quella per bambini e ragazzi. Negli adulti sono diverse le motivazio-
ni, i vincoli sociali, le motivazioni di partenza, i margini di incremento o miglioramento e
quindi, di coseguenza, lo stile attentivo, limpegno, la costanza; inoltre ladulto risente in mo-
do particolare di variabili individuali, soprattutto di carattere psicologico, anche solo per la
semplice presenza o lezione.
Si discosteranno notevolmente, rispetto allattivit proposta ai ragazzi, laspetto comuni-
cativo, di carattere verbale e non verbale, latteggiamento e le leadership, la capacit di in-
trodurre e motivare il lavoro. Non la seriet della proposta didattica, limpegno nella co-
stanza nellosservare e nel correggere, il coinvolgimento e lentusiasmo.
Sar differente il contenuto di alcune proposte (per motivi fisiologici, articolari, ecc...),
ma non la necessit che quanto proposto (se logico ed eseguibile) sia realmente eseguito, al
fine di concorrere allobiettivo pi generale dellapprendimento. Pu differire lesercizio o le
modalit esecutive, ma non latteggiamento dellistruttore che attraverso tale esecuzione si
garantisce unulteriore tappa della progressione didattica.
Ogni iter didattico costituito da unanalisi della situazione di partenza, dallo studio di
obiettivi raggiungibili e dalla loro proposta, dalla definizione di operazioni e tappe di per-
corso e da una valutazione che definisca il loro raggiungimento (e in quale misura). I mez-
zi ed i metodi possono differire, gli esercizi possono essere diversificati o diluiti, i tempi al-
largati, ma il processo legato allappprendimento ha (e dovrebbe conservare nelle nostre
proposte pi serie) le stesse caratteristiche.
Nellallievo adulto (rispetto al bambino) sono presenti tratti iniziali sostanzialmente di-
versi in merito al rapporto con lacqua. Dobbiamo aggiungere che determinate capacit mo-
torie (e quindi molte abilit ad esse collegate) hanno il massimo sviluppo in unet assoluta-
mente giovane e che, in ambiti pi maturi, solo possibile un parziale recupero o una com-
pensazione. Ci particolarmente significativo per tutti quegli aspetti di carattere coordina-
tivo e sensopercettivo che non possono, se non in parte, essere orientati nel mondo acqua.
In sostanza liter didattico, che nel bambino deve iniziare con una fase di ambienta-
mento non soltanto psicologico, ma anche di carattere funzionale e una fase di progressiva
acquaticit nelladattamento statico e dinamico, procede con lacquisizione di elementi ag-
giuntivi al patrimonio esperenziale acquatico, adattandosi progressivamente ed armonica-
mente allazione globale.
Nelladulto i due elementi come fossero separati. Non lo sono di fatto, ma significa-
tiva e permanente la difficolt di unapplicazione delle capacit e delle tecniche acquisite
alla percezione e quindi allefficace propulsione.
Il bambino seguir il suo iter didattico, secondo i principi che il modello esposto pre-
vede e richiede, con il rispetto di quelle che sono ritenute tappe fondamentali, nel per-
corso: ambientamento, galleggiamento, posture statiche e dinamiche, propulsione.
Ladulto dovr essere instradato, per lo stesso percorso, con elasticit e buon senso,
tenendo conto delle limitazioni funzionali e strutturali, accettando il fatto che ogni tap-
pa, considerata essenziale nel processo teorico, possa essere maturata, spesso in
modo incompleto o insoddisfacente. Il galleggiamento statico, lo scivolamento corret-
to sul petto o sul dorso devono essere accettati spesso in modo approssimativo (in que-
sto caso per motivi dovuti al peso specifico ed alla scarsa mobilit articolare), come
pure lesecuzione di alcune catene motorie pi complesse.
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Resta fondamentale la necessit di seguire liter indicato, ma con lelasticit di non preten-
dere alcune conquiste di percorso come punto di partenza dellobiettivo successivo.
scontato e diffuso che la correttezza di posture ed esecuzioni, gli aspetti segmentari o par-
cellari, lapproccio analitico al problema, risultano inadeguati e poco concorrono al risulta-
to globale.
La cura con cui avvengono alcune correzioni nei giovani, deve essere applicata, nel lavoro
con gli adulti, alla ricerca di soluzioni compensative o proposte didattiche con lobiettivo del-
la migliore spinta efficace. Il principio, i mezzi, i contenuti e le verifiche, risultano essen-
ziali per un modello compiuto, analogamente a quanto gi esposto.
Per ci che riguarda la ginnastica prenatatoria, laddove prevista, considerato che non sem-
pre ben accettata dagli adulti, conviene osservare dei principi di adeguamento semplici
ed essenziali:
Illustrare preventivamente (nelle informazioni allatto delliscrizione) limportanza del-
la ginnastica prenatatoria, gli obiettivi che si prefigge, gli effetti a breve e lungo ter-
mine sullorganismo e sulla predisposizione agli apprendimenti tecnici.
Utilizzare una leadership adeguata (analogamente a quanto sopra esposto per la le-
zione in acqua).
Illustrare e motivare gli esercizi prima dellinizio della parte a secco della lezione;
correggere ed intervenire durante lesecuzione, chiedendo la ripetizione pi precisa.
Adeguare le richieste e quindi le aspettative d'esecuzione e di riuscita alle caratteri-
stiche del gruppo, nella considerazione dei succitati limiti strutturali e funzionali.
Effettuare una breve fase di defaticamento e di sintesi relativamente ai contenuti ed
al lavoro eseguito.
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ta alla lezione di fitness in acqua, della strumentazione audio da utilizzare senza alterare
gli equilibri delle altre attivit, le disponibilit degli insegnanti e le situazioni specifiche di lo-
cazione di ogni impianto.
Il pubblico pu avere esigenze differenti in funzione dellet, del tempo a disposizione
e degli obiettivi personali (dimagrimento, tonificazione, estetica, allenamento, recupero fun-
zionale, terapeutico).
Larmonizzazione di queste richieste possibile solo dopo attente valutazioni, e a con-
dizione di conoscere i parametri fondamentali delle tipologie di attivit proponibili allinter-
no delle differenti lezioni di ginnastica in acqua.
Queste sono: ginnastica in acqua, Aquatic Gym, Aerobica in acqua e Training in acqua.
Analizziamo ognuna di esse nelle sue linee essenziali.
Ginnastica in acqua
Si intende con questo termine unattivit di esercizi proposti in acqua senza utilizzo del-
la musica come supporto tecnico. Ci significa che la musica, anche se presente in sotto-
fondo, non caratterizza la velocit di esecuzione del gesto. Gli esercizi sono svolti per un
tempo determinato oppure si eseguono per il numero di serie e ripetizioni richieste in fun-
zione delle capacit del singolo.
Una variante di questo tipo di attivit, rivolta principalmente ad un pubblico piu anzia-
no o con problemi di mobilit generale la ginnastica dolce in acqua, che segue principi
di gradualit e intensit specifici in funzione degli obiettivi dellutenza.
Aquatic Gym
lattivit di ginnastica in acqua svolta rigorosamente a tempo di musica rispettando sia
il ritmo imposto sia il tempo acquatico di esecuzione del gesto motorio. Si differenzia rispetto
allattivit precedente in quanto la velocit della musica un parametro allenante; inoltre,
gli allievi dovranno avere sensibilit ritmica in quanto la proposta e lesecuzione dovr es-
sere svolta a tempo di musica.
LAquatic Gym insegnata in maniera corretta quando la proposta dellinsegnante dal
bordo vasca corrisponde allesecuzione effettiva in acqua da parte degli allievi.
Aerobica in acqua
Il termine aerobica non relativo al tipo di impegno metabolico ma ha una sua radi-
ce storica nel mondo del fitness in generale. Infatti unattivit ginnastica svolta a tempo di
musica di tipo danzato.
Quando lattivit viene proposta eseguendo non solo diversi esercizi in successione ma
singoli movimenti collegati tra loro coreograficamente, noi possiamo parlare di aerobica in
acqua e aquastyle.
Capacit coordinative elevate e senso ritmico adeguato. Sono elementi base per poter
accedere a questa disciplina sia come allievi che come insegnanti.
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Nel mondo della ginnastica in acqua possono quindi essere proposti interventi differen-
ziati, non tanto nel tipo di esercizio che potrebbe essere lo stesso in ogni attivit, ma so-
prattutto nel metodo didattico di proposta dello stesso.
Le differenziazioni sopra evidenziate non sono comunque collegate alleffettiva lezione
curricolare proposta. Ogni tipo di attivit non identifica, infatti, un tipo di lezione ma il tipo
di intervento che allinterno della stessa si pu presentare.
Ogni proposta di lezione potr avere al suo interno parti di ognuna delle quattro attivi-
t in esame.
La maggiore predominanza di una di queste caratterizzer il tipo di lezione (pi eserci-
zi senza musica piuttosto che attivit coreografica, ad esempio) e identificher anche il pub-
blico a cui rivolgerla.
La funzione sociale del fitness in acqua innegabile, soprattutto volgendo lo sguardo al-
le molte persone che si sono avvicinate a questo mondo sia per il piacere che lacqua pu
offrire semplicemente immergendosi in essa sia per tutti i benefici e i vantaggi che, svolgen-
do esercizio, si possono ricevere. Occorre costruire un mondo diversificato di lezioni e atti-
vit che potr permettere di evidenziare la sua validit tecnica.
Lintegrazione di queste lezioni con attivit alternative fuori dallacqua (stretching, gin-
nastica a corpo libero,...), potr essere il futuro prossimo del mondo aquaginnico, che con-
sentir di effettuare proposte complete sotto tutti i punti di vista, sia fisico, sia tecnico, che te-
rapeutico e sportivo.
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Conclusioni
Queste poche pagine, non hanno la pretesa di esaurire lintero argomento, ma cercano
di spiegare quale sia la filosofia della S.N.F. nel tentativo di raccogliere tutte la realt esi-
stenti. per necessario che, affinch la F.I.N. possa garantire la qualit delloperato delle
scuole affiliate, siano uniformati gli obiettivi, pur lasciando a tutti la libert di utilizzare le
strategie ed i modelli didattici ritenuti pi opportuni.
Si invitano nel contempo tutte le scuole a non trincerarsi dietro posizioni rigide ed irre-
movibili, bens ad aprirsi agli scambi di informazioni e a sperimentare nuove metodologie,
nellinteresse comune per la crescita delle attivit acquatiche.
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Ideazione
Settore Istruzione Tecnica della
Federazione Italiana Nuoto
coordinamento tecnico
Roberto Del Bianco
Autori
Francesco Angelini, Luigi Barelli, Roberto Del Bianco, Ivo Ferretti
Realizzazione e coordinamento editoriale
Daria Licci
Fotolito
Poker Color - Roma
Stampa
Tipolitografia Vitaliano Calenne - Roma
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