La Comunità Peruviana in Italia
La Comunità Peruviana in Italia
La Comunità Peruviana in Italia
Premessa
Sommario
Premessa ..................................................................................................................................................................... 4
Abstract ........................................................................................................................................................................ 6
1. La comunit peruviana in Italia: presenza e caratteristiche ................................................................................ 8
1.1.
1.2.
1.3.
1.4.
1.5.
2.2.
2.3.
2.4.
3.2.
La previdenza ........................................................................................................................................... 31
3.3.
Lassistenza sociale................................................................................................................................ 32
3.3.1.
3.3.2.
Premessa
Allinizio del 2011, allinterno dellUnione Europea, risiedevano poco meno di 50 milioni di persone nate
allestero (quasi il 10% della popolazione complessiva). Sono 5 i Paesi europei che ospitano oltre i della
popolazione straniera residente allinterno dellUnione: Spagna, Germania, Regno Unito, Francia e Italia,
che, con una percentuale del 7,5%, ha visto una crescita sostenuta nellarco di poco pi di un decennio dei
suoi concittadini stranieri, distribuiti per lo pi nellarea del Nord-Ovest (35%) e, a seguire, nel Nord-Est
(26%) e nel Centro (25%).
Tale incremento registrabile anche dallosservazione delle dinamiche del mercato del lavoro, che vede
linserimento, distribuito disegualmente in diversi settori di attivit per professione, genere e cittadinanza, di
pi di 2 milioni di lavoratori stranieri (circa il 10% del totale degli occupati), che contribuiscono al 5,5% del
Pil e promuovono oltre il 7% del totale delle imprese.
Negli ultimi anni si assiste, inoltre, ad una crescente tendenza allinsediamento stabile dei cittadini stranieri,
manifestata dalla quota elevata di soggiornanti di lungo periodo (52% dei cittadini regolarmente presenti sul
territorio italiano), delle ricongiunzioni familiari (circa 100 mila persone allanno) e di quasi 1 milione di
minori, dei quali circa 760mila inseriti nel sistema di istruzione.
I Report sulle maggiori comunit nazionali presenti sul territorio italiano hanno come obiettivo prioritario
quello di osservare e descrivere il complesso panorama migratorio che interessa il nostro Paese e, con
esso, le dinamiche ed i percorsi di inserimento dei cittadini migranti in Italia, prendendo in considerazione
una serie di dimensioni che attestano la presenza strutturale del fenomeno:
incidenza sulla popolazione autoctona (e nel confronto con le altre comunit),
trend evolutivi della popolazione,
distribuzione geografica della presenza,
tipologie del soggiorno,
tendenza allinsediamento stabile (nascite, minori, soggiorno di lungo periodo, naturalizzazioni e
cittadinanze),
presenza nel mercato del lavoro (occupati, dipendenti e autonomi, disoccupati),
inserimento nel sistema di istruzione e formazione,
accesso al sistema di welfare.
Nei Report si d pertanto conto, per ogni singola comunit nazionale descritta, di:
1. le caratteristiche socio-demografiche, in termini di presenza complessiva, per genere e classe di
et, per regione di insediamento, tipologie del soggiorno, nascite, matrimoni, minori e processi di
cittadinizzazione. Un focus specifico dedicato, inoltre, alle dinamiche di ingresso in Italia,
attraverso lanalisi dei decreti flussi e la programmazione delle quote;
Premessa
2. la condizione occupazionale (compresi elementi di scenario nella serie storica 2007-2011), con
particolare rilievo alla segmentazione di genere e per classi di et, ai settori di attivit economica,
ai profili professionali e reddituali, alle tipologie contrattuali. Viene approfondito, inoltre, il dato sul
lavoro irregolare, anche attraverso lanalisi delle domande pervenute per il recente decreto
emersione (D. Lgs. 109/2012). Chiude il capitolo lanalisi delle assunzioni e cessazioni nel mercato
del lavoro dipendente;
3. le politiche del lavoro e gli interventi di welfare, in relazione, in particolare, al sistema previdenziale,
assistenziale e alle misure di sostegno e tutela al reddito dei lavoratori (sistema degli
ammortizzatori sociali).
Si fa presente, infine, che, per agevolare la lettura del documento, i valori decimali presenti nelle tabelle e
nei grafici nel corpo del testo sono stati, spesso, arrotondati allunit.
Abstract
Prima tra le collettivit di immigrati provenienti dal continente americano, quella peruviana una comunit
connotata da una prevalenza femminile, insediatasi in Italia tra la fine degli anni 80 ed i primi anni 90.
La comunit peruviana una delle comunit straniere con anzianit migratoria relativamente recente: la
crisi economica che ha colpito il Paese nel corso degli anni 80 ha avviato un significativo processo di
migrazione verso lestero. Il primo Paese interessato allemigrazione peruviana al di fuori del continente
americano stato la Spagna, per i legami storici e culturali connessi al passato coloniale. LItalia il
secondo Paese di immigrazione in Europa, non solo in virt di una consonanza religiosa e culturale, ma
anche di significativi precedenti storici.
Con il consolidamento del processo migratorio avviatosi quasi 30 anni fa, la presenza peruviana in Italia
cresce progressivamente, in particolare attraverso il meccanismo delle catene migratorie legate ai
ricongiungimenti familiari e ai nuovi ingressi per motivi di lavoro. I processi di stabilizzazione delle presenze
hanno ampliato il novero dei nuclei familiari ed il numero di minori presenti nel Paese.
Abstract
La comunit peruviana in Italia risulta la quarta per numero di concessioni della cittadinanza italiana.
Nel corso del 2012, su un totale di 40.223 concessioni della cittadinanza, i procedimenti a favore di
migranti di origine peruviana sono stati 1.377, pari al 3,4% del totale.
Per quanto concerne la condizione occupazionale:
La comunit peruviana si colloca al 7 posto per numero di occupati.
Il 68% della popolazione peruviana (di 15 anni e oltre) occupata. Con quasi 63mila occupati, i
peruviani superano di quasi cinque punti percentuali il medesimo aggregato relativo al complesso dei
Paesi dellAmerica centro-meridionale e di oltre otto punti quello del totale dei lavoratori non comunitari
(59%).
Il tasso di disoccupazione pari al 9%, un valore sensibilmente inferiore sia a quello relativo al totale
dei non comunitari (12,3%), sia a quello degli altri Paesi dellAmerica centro orientale (12,1%).
La distribuzione degli occupati di origine peruviana per settore di attivit mostra che quasi il 65% dei
lavoratori di origine peruviana dedicato ad assistere, a vario titolo, le persone. Infatti, i due maggiori
comparti occupazionali per questa comunit sono: con il 47%, il settore degli Altri servizi pubblici,
sociali e alla persona e, con il 15%, il settore della Pubblica Amministrazione, istruzione e sanit.
Nel 2011, i rapporti di lavoro intestati a cittadini di origine peruviana di tipo dipendente risultano oltre
37mila, con una significativa quota di lavoratori a tempo indeterminato (27.028).
Nel corso del 2011, sono stati attivati pi di 25mila rapporti di lavoro per cittadini di origine peruviana;
mentre i rapporti di lavoro cessati sono stati oltre 22mila, con un saldo positivo di quasi 3mila unit.
I cittadini peruviani occupati nel nostro Paese che hanno un livello di istruzione secondario di secondo
grado sono il 48% (di cui l8% anche con istruzione terziaria), quota superiore agli occupati con
analoghi titoli di istruzione provenienti dal complesso dei Paesi non comunitari (47%).
Il reddito mensile percepito dal 68% dei lavoratori peruviani al massimo di 1.000 euro, percentuale
decisamente superiore alla medesima quota rilevata tra i cittadini provenienti dagli altri Paesi
dellAmerica centro-meridionale (64%) e il totale dei cittadini non comunitari (56%).
Per quanto riguarda, invece, il sistema di welfare:
Nel corso del 2010, il numero di beneficiari di trattamenti di integrazione salariale ordinaria con
cittadinanza peruviana 1.142 (il 1% del totale dei beneficiari di origine non comunitaria), mentre i
percettori della straordinaria sono 1.008 (il 2% del totale dei beneficiari di origine non comunitaria).
I beneficiari dellindennit di mobilit con cittadinanza peruviana nel 2011 sono 172, con una netta
prevalenza di uomini (128 unit). Lincidenza sul totale dei beneficiari non comunitari dell1,4%.
Per lanno 2011, il numero dei beneficiari di disoccupazione ordinaria non agricola con cittadinanza
peruviana pari a 5.029 unit, il 3,5% dei beneficiari provenienti dai Paesi non comunitari.
Per lanno 2010, i beneficiari di indennit di disoccupazione a requisiti ridotti con cittadinanza
peruviana sono 655.
Il presente capitolo descrive la comunit peruviana regolarmente soggiornante in Italia1 (al 1 gennaio
2011), sia dal punto di vista della sua struttura demografica che delle modalit di ingresso e permanenza
nel territorio italiano, proponendo un confronto con i flussi migratori provenienti dagli altri Paesi dellAmerica
Latina ed il complesso degli immigrati di nazionalit non comunitaria soggiornanti nel Paese.
Viene offerto, inoltre, un approfondimento sulla consistenza (stimata nel 2010) delle seconde generazioni e
del loro accesso al sistema di istruzione e formazione.
Lanalisi relativa ai processi di insediamento e stabilizzazione della comunit peruviana in Italia si conclude
con le statistiche relative allacquisizione della cittadinanza allinterno della comunit.
Uomini
291.556
262.771
142.125
41.131
45.608
93.134
56.444
76.181
79.789
74.480
39.385
55.255
Donne
Totale
210.054
220.448
132.292
176.968
96.975
49.431
80.153
40.470
30.382
28.805
62.326
43.726
501.610
483.219
274.417
218.099
142.583
142.565
136.597
116.651
110.171
103.285
101.711
98.981
% Paese su totale
14,2
13,7
7,8
6,2
4,0
4,0
3,9
3,3
3,1
2,9
2,9
2,8
Le statistiche relative ai cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti includono tutti gli stranieri di Stati terzi rispetto allUnione europea
che risultano in possesso di un valido documento di soggiorno (permesso di soggiorno o permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo
periodo) nonch i minori di et inferiore ai 14 anni che risultano iscritti sul permesso di un adulto. Non tutti i cittadini stranieri regolarmente
soggiornanti rientrano nel conteggio dei residenti in Italia. La fonte statistica prescelta comprende pertanto anche i cittadini stranieri che per
qualunque motivo non abbiano ancora ottenuto la residenza in Italia.
Tabella 1.1.1 - Cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti per singolo Paese di cittadinanza (primi 20 Paesi) e genere (v.a.
e val. %). Dati al 1 gennaio 2011 (segue)
PAESI DI CITTADINANZA
Senegal
Pakistan
Sri Lanka
Ecuador
Macedonia, ex Rep.Jugoslava
Nigeria
Ghana
Brasile
Altri paesi non comunitari
TOTALE
Uomini
Donne
Totale
% Paese su totale
71.081
63.183
50.849
34.692
44.737
27.474
31.100
12.847
231.234
20.712
27.039
37.788
50.826
32.995
30.930
21.814
33.575
283.297
91.793
90.222
88.637
85.518
77.732
58.404
52.914
46.422
514.531
2,6
2,6
2,5
2,4
2,2
1,7
1,5
1,3
14,6
1.825.056
1.711.006
3.536.062
100,0
(a) L'informazione sulla cittadinanza riportata sul documento di soggiorno al momento dell'elaborazione non consente un'esatta distinzione tra i cittadini dei
tre Stati.
Se nel corso degli ultimi decenni (dai primi anni Novanta) il numero complessivo di immigrati di origine
peruviana aumentato di 30 volte, in termini percentuali lincidenza di questa comunit rispetto al totale
della popolazione straniera divenuta pi limitata, in considerazione della rilevante accelerazione dei flussi
migratori avviata negli anni 90 e culminata nel corso degli ultimi 10 anni.
Il grafico 1.1.1.2 evidenzia come la crescita della presenza peruviana in Italia nel corso degli ultimi 20 anni
sia stata costante ma contenuta, in linea con lincremento della presenza complessiva dei cittadini di
origine americana.
Grafico. 1.1.1 Andamento della presenza di cittadini di origine peruviana residenti in Italia e cittadini non comunitari di origine
americana regolarmente soggiornanti in Italia (a) - Anni 1991/92-2009
(a) per il Per i dati sono del 1991 (censuari) mentre per l'America partono del 1992.
In Italia circa un immigrato su dieci proviene dal continente americano (grafico 1.1.2). I cittadini del Per
rappresentano circa il 3% del totale degli immigrati non comunitari e la loro incidenza rispetto ai cittadini
provenienti dalla sola America centro meridionale del 29%.
La presente elaborazione stata realizzata esclusivamente per l'osservazione dei trend ed ha un carattere puramente indicativo, in quanto
gli aggregati proposti non sono omogenei: i cittadini regolarmente soggiornanti sono quelli titolari di un permesso di soggiorno valido, mentre i
residenti devono anche essere iscritti all'anagrafe del Comune in cui risiedono. Il secondo indicatore sottoposto ad una condizione pi
restrittiva e, pertanto, dovrebbe essere inferiore all'altro; tuttavia, c' da considerare che non sempre il cittadino, in caso di allontanamento
stabile dall'Italia, provvede alla cancellazione dall'anagrafe: ci comporta un ritardo nella registrazione di tale informazione e, quindi, una
sovrastima della grandezza. E', dunque, difficile dire se la seconda grandezza si discosti dalla prima per eccesso o per difetto. Si consideri che
nel 2007 alcuni Paesi dellEuropa, precedentemente non comunitari, sono entrati nellUE. Si tratta di Romania e Bulgaria (la Romania, in
particolare, ha sempre avuto un peso rilevante nel processo migratorio verso lItalia).
10
Grafico. 1.1.2 Composizione percentuale del numero di cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti per area di provenienza.
Dati al 1 gennaio 2011
ALTRI NON
COMUNITARI;
2.829
(0%)
AFRICA;
1.096.547
(31%)
EUROPA;
1.141.540
(32%)
ASIA
903.957
(26%)
PERU'
101.711
(3%)
ALTRI AMERICA;
289.478
(8%)
27,39
28,71
La comunit peruviana in Italia, composta per il 61% da donne rispetto al 59% di uomini, rileva una
polarizzazione di genere meno accentuata, sia a confronto degli immigrati provenienti dallAmerica centro
meridionale (in tal caso le donne risultano il 66% del totale), sia di quelli provenienti dallintero continente
americano.
La prevalenza della presenza femminile allinterno della comunit peruviana rappresenta, invece, un
elemento distintivo rispetto al complesso degli stranieri regolarmente presenti in Italia, per i quali prevale la
componente maschile (uomini: 52%; donne: 48%).
11
La distribuzione per classe det mostra un tendenziale allineamento rispetto alle statistiche riferite ai
cittadini non comunitari. Due cittadini peruviani soggiornanti in Italia su tre hanno unet compresa tra i 18
ed i 49 anni, unincidenza analoga a quella registrata sul totale dei cittadini non comunitari regolarmente
soggiornanti.
In termini relativi, la classe di et che interessa il maggior numero di cittadini peruviani quella 35-49 anni
(37% del totale), seguita da quella 18-34 anni (30%), che invece risulta la pi numerosa tra i migranti
provenienti dagli altri Stati dellAmerica centro meridionale (35%).
Risulta contenuta lincidenza dei minori allinterno della comunit (16%): un dato analogo a quello dei
migranti provenienti dal continente americano, ma di cinque punti percentuali inferiore a quello riferito al
totale dei cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia. Pi elevata lincidenza di peruviani
nella classe tra i 50 e 64 anni (14%), rispetto sia agli altri Paesi dellAmerica centro meridionale, sia al
complesso dei cittadini di origine non comunitaria (12%). Gli ultra 65enni rappresentano appena il 3% delle
presenze complessive (grafico 1.1.4).
Grafico. 1.1.4 - Distribuzione percentuale del numero di cittadini regolarmente soggiornanti per area di provenienza e classe di et..
Dati al 1 gennaio 2011
12
La distribuzione per classe det nel confronto tra generi mostra che la maturit della struttura per et
maggiore tra le donne di origine peruviana. Il 57% delle peruviane ha unet superiore ai 35 anni, mentre
tra gli uomini tale incidenza scende al 48% (grafico 1.1.5).
Grafico. 1.1.5 Distribuzione percentuale di cittadini peruviani regolarmente soggiornanti per genere e classe d'et.
Dati al 1 gennaio 2011
La distribuzione percentuale per stato civile indica la prevalenza di cittadini peruviani celibi (il 65% del
totale) rispetto a quelli coniugati (pari al 34%). Tale divaricazione risulta maggiormente accentuata sia
rispetto alle altre comunit provenienti dallAmerica centro meridionale, sia rispetto al totale dei cittadini non
comunitari (grafico 1.1.6).
Allinterno della comunit peruviana, il rapporto di genere tra coniugati e celibi omogeneo, pur con una
leggera prevalenza delle nubili. La presenza di divorziati o vedovi risulta marginale.
Grafico. 1.1.6 Distribuzione percentuale di cittadini peruviani, altri provenienti dallAmerica centro meridionale, dallAmerica e
totale stranieri non comunitari regolarmente presenti per stato civile e per genere. Dati al 1 gennaio 2011
In riferimento alla distribuzione territoriale, il Nord, con il 67% delle presenze, rappresenta la prima meta
della comunit peruviana in Italia, con unincidenza analoga a quella riscontrata nel complesso della
popolazione immigrata, pari al 66%. In Lombardia si concentra il 42% dei cittadini di origine peruviana.
13
Fanno seguito il Lazio, che ospita il 16% dei cittadini peruviani regolarmente soggiornanti nel Paese, ed il
Piemonte (13%). Assolutamente residuale la presenza nel Sud del Paese.
Lincidenza delle presenze di cittadini peruviani nel nord del Paese allineata a quella complessiva dei
cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti, pur esibendo una polarizzazione regionale significativa.
Rappresenta, invece, un elemento distintivo di tale comunit, la concentrazione nel centro del Paese, che
risulta di otto punti percentuali superiore a quella complessiva.
Tabella 1.1.3 - Cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti per regione di insediamento e area geografica di provenienza
(val. %). Dati al 1 gennaio 2011
Ripartizione geografica
Per
Piemonte
13,4
Valle d'Aosta
America
TOTALE
6,9
8,7
7,3
0,1
0,2
0,2
0,2
Lombardia
42,2
36,2
37,9
26,6
Trentino Alto-Adige
1,3
1,7
1,6
2,1
Veneto
1,9
6,3
5,1
12,1
0,3
1,5
1,2
2,5
Liguria
4,6
11,3
9,4
2,9
Emilia Romagna
3,6
6,5
5,6
12,6
Nord
67,4
70,6
69,7
66,2
Toscana
10,3
5,5
6,9
8,4
Umbria
2,0
2,3
2,2
1,9
Marche
2,6
2,3
2,4
3,5
Lazio
15,7
12,0
13,1
8,5
Centro
30,6
22,1
24,6
22,3
Abruzzo
0,36
1,3
1,0
1,5
Molise
0,0
0,1
0,1
0,1
Campania
0,9
2,5
2,0
3,7
Puglia
0,2
1,0
0,8
1,9
Basilicata
0,0
0,1
0,1
0,2
Calabria
0,1
0,5
0,4
1,2
Sicilia
0,2
1,2
0,9
2,5
Sardegna
0,2
0,5
0,4
0,6
Sud
2,0
7,3
5,8
11,6
ITALIA
100,0
100,0
100,0
100,0
Nei grandi centri metropolitani, che esercitano una capacit attrattiva notevole, risiede il 70% del totale dei
cittadini di origine peruviana: Milano, con 34mila presenze, la prima provincia di destinazione, seguita da
Roma (15mila), Torino (circa 11mila) e Firenze (circa 8mila) (tabella 1.1.4).
14
Tabella 1.1.4 - Prime cinque province di insediamento di cittadini peruviani regolarmente soggiornanti (v.a. e val. %).
Dati al 1 gennaio 2011
Provincia
v.a.
val. %
Milano (Lombardia)
33.919
33,3
Roma (Lazio)
15.262
15,0
Torino (Piemonte)
10.872
10,7
Firenze (Toscana)
7.834
7,7
Genova (Liguria)
3.277
3,2
101.711
100,0
ITALIA
Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati Demo ISTAT
Studio
Lavoro
Famiglia
Altri motivi(a)
Incidenza su totale
dei visti rilasciati
Valori assoluti
2008
9.421
100
5.293
3.410
618
3,0
2009
10.845
77
6.464
3.459
845
3,6
2010
n.d.
n.d
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
6,6
100,0
1,1
56,2
36,2
2009
2010
100,0
0,7
59,6
31,9
7,8
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati EMN Italy (elaborazione su dati Council of Europe / MAE 2003-2010)
Il Visto Nazionale rilasciato dalla rappresentanza diplomatico consolare italiana. Consente lingresso in Italia per un periodo superiore ai 90
giorni e non oltre i 365 giorni (tipo D), a differenza dei Visti Schengen Uniformi (VSU) che possono essere rilasciati da ciascuno dei paesi che
fanno parte dello Spazio Schengen e consentono il transito o il soggiorno di breve durata (tipo A-B-C) allinterno di tale area.
3
Nel report viene riportato il dato di flusso relativo al numero dei visti rilasciato dalle autorit diplomatiche e consolari per i nuovi ingressi di
cittadini peruviani nell'anno di riferimento.
4
5 Nella
fonte a cui si fatto riferimento non sono disponibili i dati relativi al 2010.
15
Il sistema degli ingressi in Italia per motivi di lavoro si basa sulla definizione annuale di quote di ingresso di
lavoratori stranieri da ammettere sul territorio nazionale (quota system), costruita sullanalisi delle esigenze
occupazionali del mercato interno. I criteri per ladozione dei decreti flussi ed i principi sulle politiche
migratorie sono definiti da un documento programmatico triennale, adottato con apposito Decreto del
Presidente delle Repubblica. I decreti flussi che fissano le quote di ingresso, sono adottati, entro il 30
novembre dellanno precedente a quello di riferimento, con Decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri. Specifici decreti flussi vengono adottati in corrispondenza alle diverse tipologie di rapporto di
lavoro (ingressi per lavoro subordinato non stagionale, ingressi per lavoro stagionale, ingressi per lavoro
autonomo, ingressi per formazione professionale). I decreti prevedono quote specifiche riferite alla tipologia
professionale e alle nazionalit di provenienza dei cittadini di Paesi che hanno sottoscritto con lItalia
accordi di gestione dei flussi. Sino al 2010, i cittadini peruviani hanno avuto accesso in Italia nellambito
delle quote complessive programmate dai decreti flussi per i Paesi e non riservate a Paesi specifici (tabella
1.2.2).
Tabella 1.2.2 Quote di ingresso per motivi di lavoro subordinato non stagionale. Anni 2005- 2009.
Flussi di ingresso per lavoro
subordinato
2005
2006
2007
2008
2009 (*)
DPCM
17/12/2004
DPCM
15/2/2006
DPCM
30/10/2007
DPCM
03.12.08
79.500
170.000
170.000
150.000
Quote complessive
Totale
569.500
(*) Il dato 2009 non compare, per la mancata adozione di specifici decreti flussi, in considerazione delladozione del provvedimento di regolarizzazione dei lavori
domestici ex legge n.102/2009
Solo nel DPCM 2010, nellambito delle 52.080 quote riservate ai lavoratori di Paesi che hanno sottoscritto o
finalizzando accordi di cooperazione in materia migratoria, sono state assegnate 1.800 quote ai cittadini di
origine peruviana (tabella 1.2.3).
Tabella 1.2.3 Quote di ingresso per motivi di lavoro subordinato non stagionale riservate a cittadini peruviani. Anno 2010
2010
DPCM 30.11.10
Per
1.800
Totale
52.080
Quote complessive
98.000
Nel report viene riportato il dato di stock relativo al numero delle presenze complessive dei cittadini di Paesi Terzi autorizzati a permanere sul
territorio italiano nell'anno di riferimento.
6
16
Tabella 1.3.1 Permessi di soggiorno a beneficio di cittadini peruviani (valori assoluti e valori %). Anni 2009-2010
Numero di permessi
di soggiorno
Studio
Lavoro
Famiglia
Altri motivi(a)
Incidenza su
stranieri non
comunitari
%
v.a
v.a
v.a
v.a
v.a
2009
19.833
100
161
0,8
12.978
65,4
1.896
9,6
4.978
24,2
3,9
2010
19.100
100
95
0,5
13.870
72,6
4.857
25,4
278
1,4
3,2
(a) comprende permessi rilasciati ad ogni altro titolo, tra cui, ad es. residenza elettiva, attesa occupazione, protezione internazionale, cure mediche, motivi
religiosi, affari, etc.
Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati EMN Italy (elaborazione su dati EUROSTAT)
Nella tabella 1.3.2 proposto un confronto tra i permessi di soggiorno per i regolarmente soggiornanti
provenienti dal Per rispetto ai permessi del totale dei cittadini non comunitari, distinguendo tra permessi
per soggiornanti di lungo periodo7 (rilasciati a tempo indeterminato) e permessi con scadenza.
Complessivamente, il numero di permessi di soggiorno di cittadini peruviani in corso di validit al primo
gennaio 2011, ammonta a 101.711: il 59% di tali permessi soggetto ad essere rinnovato, mentre il 41%
un permesso per soggiornanti di lungo periodo.
Tabella 1.3.2 Peruviani e cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti (v.a e v.%) . Dati al 1 gennaio 2011
Permessi di soggiorno di
lungo periodo
Totale
Valori assoluti
Per
41.842
59.869
101.711
94.259
158.353
252.612
America
140.463
250.726
391.189
1.897.328
3.536.062
1.638.734
Percentuali di riga
Per
41,1
58,9
100,0
37,3
62,7
100,0
America
35,9
64,1
100,0
46,3
53,7
100,0
Allinterno della comunit peruviana prevalente la quota di permessi per soggiornanti che prevedono il
rinnovo, sia pur in misura inferiore rispetto alle altre comunit di immigrati del continente americano.
Rispetto al complesso dei cittadini non comunitari la divaricazione meno ampia, pur confermando la
prevalenza dei permessi di soggiorno con scadenza (il 54% per il complesso dei non comunitari rispetto al
59% dei cittadini peruviani) rispetto a quelli per soggiornanti di lungo periodo (46% rispetto al 41%) (grafico
1.3.3).
Il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo pu essere rilasciato al cittadino straniero in possesso, da almeno 5 anni di un
permesso di soggiorno in corso di validit, a condizione che dimostri la disponibilit di un reddito minimo non inferiore allassegno sociale
calcolato annualmente.
17
Lanalisi del motivo della presenza in Italia possibile solo attraverso i permessi di soggiorno soggetti a
rinnovo, in quanto quelli di lungo periodo non risultano distinti per motivazione. Nel caso dei cittadini di
origine peruviana lanalisi riguarda 59.869 permessi (tabella 1.3.2.). Il motivo di rilascio del permesso vede
il deciso prevalere delle concessioni per motivi di lavoro rispetto alle altre motivazioni. Oltre due terzi dei
permessi di soggiorno rilasciati ai cittadini peruviani per motivi di lavoro subordinato o autonomo: si tratta
del 66,4% del totale dei permessi, ben 11 punti in pi rispetto alla percentuale relativa ai permessi per
lavoro rilasciati al totale dei cittadini non comunitari (55,6%).
I permessi di soggiorno per motivi familiari rappresentano il 31% dei permessi di soggiorno di breve periodo
rilasciati a cittadini peruviani, rispetto al 36% riscontrabile sul totale dei cittadini non comunitari. Risulta
marginale il numero di permessi di soggiorno rilasciati per altri motivi (studio, formazione professionale,
residenza elettiva, etc.), che interessano quasi il 3% dei cittadini peruviani, un valore sensibilmente
inferiore rispetto quello registrato per il complesso dei cittadini non comunitari (8%).
Tabella 1.3.2 Peruviani e cittadini non comunitari con permessi di soggiorno con scadenza per motivo del permesso (v.a. e v.%).
Dati al 1 gennaio 2011
Motivo del permesso di soggiorno
Lavoro
v.a.
Per
Totale
Famiglia(a)
v.a.
Altro motivo
v.a.
Totale
v.a.
39.739
66,4
18.428
30,8
1.702
2,8
59.869
100
1.054.659
55,6
691.256
36,4
151.413
8,0
1.897.328
100,0
(a) Sono compresi, oltre ai documenti di soggiorno individuali rilasciati per ragioni familiari, i minori al seguito di un adulto anche se presente per motivo di
lavoro.
18
1.279
2.434
52,6
America
3.765
Per su America
34,0
61.971
2,1
(a) Le stime dei nati stranieri per regione e cittadinanza sono ottenute applicando la corrispondente struttura desunta dal mod. ISTAT P4 all'ammontare dei nati
vivi stranieri da mod. ISTAT P3
Complessivamente gli iscritti allanno scolastico 2011-2012 di origine peruviana sono 18.011.
Su un totale di 580mila studenti di origine non comunitaria, il 3,1% originario del Per. Nel corso
dellultimo anno il numero di studenti peruviani iscritti nelle scuole primarie e secondarie italiane
aumentato del 6%, rispetto ai 17.020 iscritti nellanno scolastico 2010/2011 (tabella 1.4.2).
Gli ultimi dati disaggregati disponibili, riferiti allordine di scuola di iscrizione nellanno scolastico 2010/2011,
indicano che il 35% degli studenti peruviani iscritto alla scuola secondaria di secondo grado. Fanno
seguito gli iscritti alla scuola primaria (28%) e alla scuola secondaria di secondo grado (pari al 21% del
totale).
Tabella 1.4.2 - Alunni con cittadinanza peruviana, americana e del totale dei Paesi non comunitari (v.a. e val. %). A.S. 2010-2011 e
2011-2012
A.S. 2010-2011
Infanzia
Primaria
Secondaria di
I grado
Secondaria di
II grado
A.S. 2011-2012
Totale
% alunni su
regolarmente
presenti 0-17
anni
Totale
Variazione
percentuale
2011-12 su
2010-2011
Valori assoluti
Per
2.848
4.729
3.560
5.883
17.020
101,8
18.011
5,8
America
10.159
20.729
16.735
21.634
69.257
116,0
71.282
2,9
112.790
196.143
122.335
119.854
551.122
72,6
580.021
5,2
Percentuali di riga
Per
16,7
27,8
20,9
34,6
100,0
America
14,7
29,9
24,2
31,2
100,0
20,5
35,6
22,2
21,7
100,0
Percentuali di colonna
Per
2,5
2,4
2,9
4,9
3,1
America
9,0
10,6
13,7
18,1
12,6
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
19
Dallanagrafe degli studenti stranieri iscritti presso le universit italiane per lanno accademico 2011-2012,
gli studenti di nazionalit peruviana iscritti risultano 1.904, pari al 3,7% del totale dei 51.639 studenti
stranieri non comunitari. Prevale lincidenza femminile (1.202 iscritte), rispetto a quella maschile (702).
Tabella 1.4.3- Studenti di origine peruviana iscritti e immatricolati presso le Universit italiane (v.a. e %). A.S. 2010-2011 e 2011-2012
Uomini
Donne
Totale
Posizione in
graduatoria
Iscritti 2010-2011
653
1.149
1.802
3,6
di cui: immatricolati
167
245
412
4,2
Iscritti 2011-2012
702
1.202
1.904
3,7
di cui: immatricolati
159
239
398
4,0
Donne
Uomini
Posto in graduatoria
Per Matrimonio
Per
Totale Paesi non comunitari
v.a.
589
100,0
86,1
13,9
18.593
100,0
82,6
17,4
11
Per residenza
Per
Totale Paesi non comunitari
v.a.
788
100,0
67,5
32,5
21.630
100,0
38,5
61,5
Totale
v.a.
Per
1.377
100,0
75,5
24,5
100,0
58,9
41,1
20
Persone in cerca
Inattivi
Totale
Valori assoluti
Italiana
Comunitaria
Non comunitaria
Totale
20.715.762
1.797.660
25.632.992
48.146.414
740.541
99.009
294.215
1.133.765
1.510.940
211.113
817.649
2.539.702
22.967.243
2.107.782
26.744.856
51.819.881
% riga
Italiana
43,0
3,7
53,2
100,0
Comunitaria
65,3
8,7
26,0
100,0
Non comunitaria
59,5
8,3
32,2
100,0
Totale
44,3
4,1
51,6
100,0
% colonna
Italiana
90,2
85,3
95,8
92,9
Comunitaria
3,2
4,7
1,1
2,2
Non comunitaria
6,6
10,0
3,1
4,9
100,0
100,0
100,0
100,0
Totale
La crisi che ha colpito leconomia mondiale nel 2008 ha inciso fortemente sulla propensione al lavoro dei
cittadini non comunitari, per i quali, nel 2011, il tasso di attivit (grafico 2.1) risulta inferiore rispetto a
quello del 2007 di oltre tre punti percentuali e mezzo, pi di quanto non sia avvenuto per gli stranieri
comunitari, che successivamente allincremento manifestato fino al 2009, hanno poi subito una contrazione
che rende zero il saldo tra il 2007 e il 2011. La tenuta maggiore, tra i cittadini provenienti dai Paesi non
comunitari, manifestata dalle donne, che subiscono contrazioni minori rispetto alla componente maschile.
Lievemente diminuito nei cinque anni esaminati il tasso di attivit dei cittadini italiani (-0,4%; in questo caso
le donne segnano addirittura un incremento dello 0,5%). Nei primi tre trimestri del 2012, la tendenza
decrescente registrata dopo il 2008 dal tasso di attivit dei cittadini non comunitari non sembra arrestarsi,
soprattutto relativamente alla componente maschile. Pertanto, il tasso di attivit espresso in seno al
mercato del lavoro italiano dalla componente di origine non comunitaria, nel 2007 superiore di quasi 11
punti a quello dei cittadini italiani ed inferiore di meno di tre punti a quello dei cittadini comunitari, nel 2011
21
vede diminuire il suo vantaggio rispetto a quello degli italiani a 7,5 punti percentuali e aumentare a 6,5
punti il divario con quello dei non comunitari.
Grafico 2.1 Tassi di attivit (15-64 anni) per cittadinanza e genere. Serie storica 2007-III trim 2012
Anche i tassi di occupazione (grafico 2.2) dei cittadini non comunitari sono superiori a quelli degli italiani e
inferiori a quelli dei comunitari (nel 2011, rispettivamente 60,4%, 56,4% e 66,5%). Tali tassi, nel periodo
2007-2011, mostrano lo stesso andamento, pi accentuato in negativo, dei tassi di attivit: calo
complessivo di sei punti percentuali per quello dei cittadini non comunitari, di oltre tre punti percentuali per
quello dei comunitari, flessione dell1,7% per quello degli italiani; in tutti i casi si assiste ad una migliore
performance delle donne.
Grafico 2.2 Tassi di occupazione (15-64 anni) per cittadinanza e genere. Serie storica 2005-III trim 2012
Pi alti di quelli degli italiani sono, invece, i tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri, sia comunitari
sia non comunitari (grafico 2.3): 8% quello degli italiani, 11,8% quello dei comunitari, 12,3% quello dei non
comunitari nel 2011. Losservazione dei trend dei tassi di disoccupazione suggerisce che limpatto della
crisi economica iniziata nel 2008 sui cittadini stranieri si sia manifestato pienamente in un secondo
momento rispetto a quanto avvenuto per gli italiani e che sui comunitari sia stato maggiore rispetto ai non
comunitari: mentre per gli italiani si assiste ad un incremento dello 0,7% gi nel 2008, seguito da uno
ulteriore dello 0,9% nel 2009, nello stesso periodo per i comunitari laumento solo dello 0,1% e per i non
comunitari dello 0,3%. Nel 2009 quello degli stranieri fa un balzo in avanti di quasi tre punti e mezzo per i
comunitari e di due e mezzo per i non comunitari. Nel 2011 la crescita complessiva rispetto al 2007 del
tasso di disoccupazione dei cittadini non comunitari risulta di quasi quattro punti percentuali; per i
comunitari lincremento sfiora i quattro punti e mezzo percentuali, mentre per gli italiani di poco superiore
22
ai due. Nel caso degli stranieri la tenuta maggiore quella della componente femminile, specie nel caso
dei cittadini non comunitari: lincremento per gli uomini di quasi cinque punti percentuali, mentre per le
donne inferiore ai due punti. La performance peggiore in assoluto quella dei cittadini uomini di origine
comunitaria, che nel periodo vedono un aumento del tasso di disoccupazione di quasi sei punti percentuali.
Grafico 2.3 Tassi di disoccupazione (15 anni e oltre) per cittadinanza e genere. Serie storica 2005-III trim 2012
Di seguito sono illustrati i principali indicatori del mercato del lavoro riferiti alla comunit peruviana,
confrontati, quando possibile, con il totale di quanti provengono dai Paesi dellAmerica centro-meridionale e
con il dato pi complessivo che comprende tutti i lavoratori non comunitari.
Nella prima parte del presente capitolo si analizza la condizione occupazionale dei lavoratori di origine
peruviana (dati di stock: occupati, in cerca di lavoro, inattivi) utilizzando i micro-dati tratti dallindagine
campionaria Rilevazione Continua sulle Forze Lavoro (RCFL) di Istat. Nella seconda, invece, si dedica
particolare attenzione alle informazioni di natura amministrativa sui lavoratori subordinati e parasubordinati
(dati di flusso: avviamenti e cessazioni contrattuali) contenute nel Sistema delle Comunicazioni
Obbligatorie (CO)8. Nella terza, infine, sono descritti i principali indicatori relativi alle forme di lavoro
dipendente ed autonomo (fonte INPS). Concluder il capitolo lanalisi del decreto emersione 2012, per i
dati che interessano la comunit in oggetto.
I dati di natura amministrativa di fonte Comunicazioni Obbligatorie (CO) sono quelli che i datori di lavoro pubblici e privati
devono trasmettere in caso di assunzione, proroga, trasformazione e cessazione dei rapporti di lavoro; pongono nella condizione
di osservare i flussi di attivazione e cessazione dei contratti (e dei relativi soggetti interessati) e, pertanto, risultano
complementari a quelli di fonte Istat, giacch la prospettiva di analisi, in questo caso, datoriale, anche se esclusivamente
legata al mercato del lavoro dipendente e parasubordinato. Inoltre, i dati di fonte CO fanno riferimento a tutti gli individui che
hanno stipulato e/o interrotto un rapporto di lavoro in conformit alla normativa vigente e, dunque la popolazione osservata
sensibilmente diversa da quella interessata dallindagine RCFL di Istat che, come detto, costruita su un campione di soli
individui residenti.
23
Osservando i dati riportati nella tabella 2.1.1 e nel grafico 2.1.1, si pu notare che, per la comunit
peruviana presente nel nostro Paese, lincidenza delle persone occupate in rapporto alla propria comunit
(di 15 anni e oltre) sfiora il 68% (quasi 63mila occupati), superiore di quasi 4 punti percentuali al medesimo
aggregato relativo al complesso dei Paesi dellAmerica centro-meridionale e di oltre otto punti a quello del
totale dei lavoratori non comunitari.
Le componenti di lavoratori inattivi e di persone in cerca risultano, per converso, pi contenute di quelle
riportate dallarea geografica di riferimento e dal complesso dei cittadini non comunitari. La quota di
peruviani in cerca di occupazione del 6,5%, corrispondente ad un tasso di disoccupazione interno alla
comunit dell8,7%, inferiore di oltre tre punti percentuali sia a quello relativo ai cittadini provenienti dai
Paesi dellAmerica centro-meridionale sia al totale dei cittadini non comunitari (12%). I cittadini peruviani
inattivi sfiorano il 26%, due punti percentuali in meno rispetto a quelli dei Paesi dellAmerica centromeridionale (28%) e quattro in meno rispetto al totale dei cittadini inattivi non comunitari (32%).
Tabella 2.1.1 Popolazione (15 anni e oltre) per cittadinanza e condizione professionale (v.a. e v.%). Anno 2011
Per
America centro-meridionale
Occupati
Persone in
cerca
Inattivi
Totale (=100%)
67,7
63,3
6,5
8,7
25,8
28,0
92.745
308.601
8,7
12,1
8,3
32,2
401.346
12,3
Tasso di
disoccupazione
Grafico. 2.1.1 Popolazione (15 anni e oltre) per cittadinanza e condizione professionale (v. %). Anno 2011
Se si osserva la distribuzione per genere degli occupati (grafico 2.1.2), la quota femminile si attesta intorno
al 62%, dato in linea con la componente di genere della popolazione immigrata peruviana, che vede tra i
regolarmente presenti nel nostro Paese il 61% di donne. Anche gli occupati provenienti dai Paesi
dellAmerica centro-meridionale presentano una analoga distribuzione per genere, mentre, opposta a
questa, quella relativa al complesso degli occupati provenienti dai Paesi non comunitari, per i quali il 61%
di genere maschile.
24
Grafico 2.1.2 - Occupati (15 anni e oltre) per cittadinanza e genere (v.%). Anno 2011
100%
90%
80%
70%
60%
50%
Donne
40%
Uomini
30%
20%
10%
0%
Per
America centro-meridionale
La distribuzione per fasce det (grafico 2.1.3) degli occupati di origine peruviana analoga a quella degli
occupati provenienti dallAmerica centro-meridione e dal complesso dei Paesi non comunitari e presenta
un 15% di giovani al di sotto dei 30 anni, un 50% di quanti hanno unet compresa tra i 30 e 44 anni e un
33% tra i 45 e i 59 anni. La componente anziana degli occupati supera di poco il 2%.
Grafico 2.1.3 - Occupati (15 anni e oltre) per cittadinanza e classe di et (v.%). Anno 2011
100%
90%
80%
70%
60%
60 anni e oltre
50%
45-59 anni
40%
30-44 anni
30%
15-29 anni
20%
10%
0%
Per
America centro-meridionale
I cittadini peruviani occupati nel nostro Paese che hanno un livello di istruzione (grafico 2.1.4) secondario
di secondo grado sono il 48% (di cui l8% anche con istruzione terziaria), quota superiore agli occupati con
analoghi titoli di istruzione provenienti dal complesso dei Paesi non comunitari (47%), ma inferiore di 8
punti percentuali a quella presentata dagli occupati provenienti dal complesso dellAmerica centromeridionale. Pi ampia nel caso degli occupati peruviani rispetto agli altri due aggregati la componente di
quanti non sono in possesso di alcun titolo di studio (10%).
25
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Per
America centro-meridionale
Totale Paesi non comunitari
Istruzione primaria
Istruzione terziaria
La distribuzione degli occupati di origine peruviana per settore di attivit (grafico 2.1.5) mostra come
quasi la met di essi (47%) operi nel settore degli Altri servizi pubblici, sociali e alla persona; se si somma il
15% che afferisce al settore della Pubblica Amministrazione, istruzione e sanit, si comprende come quasi
il 65% sia dedicato ad assistere, a vario titolo, le persone. Un ulteriore 13% occupato in Attivit di servizio
al sistema industriale (trasporti, comunicazioni, ecc.), un 6% nel Settore degli alberghi e della ristorazione e
un altro 6% nel Commercio. Il restante 12% occupato nellIndustria (di cui l8% nellindustria in senso
stretto e il 4% nelle costruzioni). Residuale la quota di occupati in Agricoltura.
Grafico 2.1.5 - Occupati (15 anni e oltre) per cittadinanza e settore dattivit economica (v.%). Anno 2011
100%
90%
Altri servizi pubblici, sociali e alle persone
80%
70%
60%
50%
Commercio
40%
Costruzioni
30%
20%
10%
0%
Per
America centromeridionale
Il 67% degli occupati peruviani nel nostro Paese si colloca allinterno delle prime cinque professioni
(grafico 2.1.6), in linea con la distribuzione per settore di attivit pocanzi analizzata: personale non
qualificato addetto ai servizi domestici (28%), professioni qualificate nei servizi personali e assimilati (20%),
professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (7%), personale non qualificato addetto allo spostamento
e consegna merci (6%), esercenti e addetti nelle attivit di ristorazione (5%).
26
Grafico 2.1.6 - Occupati (15 anni e oltre) peruviani per professione (v.%). Anno 2011
Per
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Il dato relativo alla classe di reddito mensile degli occupati (grafico 2.1.7) di origine peruviana mostra che
il 68% percepisce un reddito mensile al massimo di 1.000 euro, mentre si trovano in analoga condizione il
64% degli occupati provenienti dallAmerica centro-meridionale e il 56% dei non comunitari. La percentuale
pi alta (36%) si concentra nella classe di reddito tra i 750 e i 1.000 euro, seguita dalla classe 1.000-1.250
euro (22%) e da quella 501-750 euro (19%).
Grafico 2.1.7 - Occupati (15 anni e oltre) per cittadinanza e classe di reddito mensile (v.%). Anno 2011
fino a 250 euro
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Per
America centro-meridionale
Totale Paesi non comunitari
La base dati utilizzata contiene un set di statistiche derivate dal sistema informativo delle Comunicazioni Obbligatorie limitatamente alle
informazioni presenti nei moduli Unificato Lav. Luniverso di riferimento esclude, pertanto, non solo il lavoro indipendente (com noto non
sottoposto ad obbligo di comunicazione), ma altres tutti i rapporti di somministrazione comunicati dalle agenzie per il lavoro attraverso il
modulo Unificato Somm e i rapporti di lavoro che coinvolgono i soggetti iscritti alle liste della Gente di Mare. Infine, non sono stati considerati i
rapporti di lavoro per attivit socialmente utili (LSU) e i tirocini, poich non configurano un rapporto di lavoro propriamente detto. Per
approfondimenti si rimanda altres alla documentazione prodotta nellambito del lavoro svolto dal Gruppo Tecnico istituito presso il Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali e composto da Ministero del Lavoro, Istat, INPS, Italia Lavoro e Isfol, per la definizione degli standard di
trattamento e utilizzazione a fini statistici dei dati amministrativi delle Comunicazioni Obbligatorie, nonch al Rapporto annuale sulle
Comunicazioni Obbligatorie 2012, Giugno 2012, a cura del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
27
Nel corso del 2011, sono 25.368 i rapporti di lavoro attivati10 per cittadini di origine peruviana (3% del
totale dei rapporti di lavoro attivati per cittadini non comunitari, 31% di quelli attivati in favore di lavoratori
originari dellAmerica centro-meridionale). Il 91% dei nuovi lavori iniziati durante il 2011 da cittadini
peruviani nel settore dei Servizi. Il settore dellIndustria ha fatto segnare il 7% delle attivazioni,
egualmente distribuite tra industria in senso stretto e costruzioni, mentre lAgricoltura il 2%.
Tabella 2.2.1 - Lavoratori stranieri con cittadinanza non comunitaria interessati da almeno unattivazione di rapporto di lavoro per
settore di attivit economica (incidenza percentuale sul totale dei lavoratori interessati da almeno unattivazione e valori assoluti).
Anno 2011
Industria
Agricoltura
Servizi
di cui:
Costruzioni
3,3
di cui: Industria
in senso stretto
4,2
Totale
1,5
Totale
7,4
America centro-meridionale
2,5
10,6
5,0
5,7
86,9
82.327
14,5
23,7
10,4
13,6
61,8
786.034
Per
91,1
25.368
(a) La somma delle nazionalit pu essere diversa dal totale a causa della possibilit che un individuo abbia la doppia cittadinanza e/o la
cambi nel corso del periodo considerato.
Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema informativo delle Comunicazioni Obbligatorie
Nello stesso periodo, i rapporti di lavoro cessati riguardanti lavoratori peruviani sono 22.130, oltre tremila
in meno rispetto alle attivazioni (tabella 2.2.2). La distribuzione tra i settori delle cessazioni non si discosta
di molto rispetto a quella delle attivazioni, sebbene il peso percentuale dei Servizi perda un punto a favore
dellIndustria.
Tabella 2.2.2 - Lavoratori stranieri con cittadinanza non comunitaria interessati da almeno una cessazione di rapporto di lavoro per
settore di attivit economica (incidenza percentuale sul totale dei lavoratori interessati da almeno una cessazione e valori
assoluti). Anno 2011
Industria
Agricoltura
Totale
di cui:
Costruzioni
di cui: Industria
in senso stretto
Servizi
Totale
Per
1,7
8,1
4,0
4,2
90,2
22.130
America centro-meridionale
2,8
11,5
5,8
5,9
85,7
75.099
15,6
25,0
11,6
13,8
59,4
722.571
(a) La somma delle nazionalit pu essere diversa dal totale a causa della possibilit che un individuo abbia la doppia cittadinanza e/o la
cambi nel corso del periodo considerato.
Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema informativo delle Comunicazioni Obbligatorie
Le attivazioni di lavoro nel caso dei lavoratori peruviani hanno superato le cessazioni del 15%, mentre per il
totale dei lavoratori non comunitari il divario sfiora il 9%.
Quando un lavoratore inizia una nuova attivit di lavoro, il datore deve comunicare lassunzione. Ogni comunicazione di assunzione una
attivazione.
28
Nel 2011, i lavoratori domestici, o meglio le lavoratrici (85%), di origine peruviana sono oltre 35mila, l8%
del totale dei lavoratori domestici non comunitari. I lavoratori peruviani con un rapporto di lavoro
dipendente sono circa 37mila, di cui 27.028 a tempo indeterminato, 9.638 a tempo determinato e 300
stagionali. Sempre nel 2011 sono 826 i contratti di lavoro parasubordinato.
Tavola 2.3.1 - Lavoratori con cittadinanza peruviana per modalit di svolgimento del lavoro e genere (v.a. e percentuale sul totale dei
lavoratori non comunitari). Dati al 2011
Totale
Maschi
Femmine
v.a.
27.028
9.638
54,0
50,5
46,0
49,5
3,3
3,5
300
35.374
41,7
15,1
58,3
84,9
1,9
7,8
826
48,3
51,7
4,4
22
22,7
77,3
1,6
commercianti
artigiani
1.060
1.923
46,4
81,1
53,6
18,9
0,8
1,7
2.948
70,7
29,3
1,0
Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale e Unioncamere-InfoCamere, Movimprese
Relativamente al lavoro autonomo, quasi 3mila sono i titolari di imprese individuali, quasi 2mila gli
artigiani e oltre mille i commercianti. Bassa la presenza di lavoratori autonomi in agricoltura (solo 22
imprenditori agricoli, di cui 17 donne), settore nel quale i cittadini peruviani sono scarsamente presenti
anche in qualit di dipendenti11.
Landamento tra il 2009 e il 2011 (rappresentati attraverso numeri indice con base 2009) degli indicatori
precedenti relativi al complesso dei lavoratori di origine peruviana, messi a confronto con quelli del
complesso dei lavoratori non comunitari (grafico 2.3.1), mette in luce i seguenti aspetti: la dinamica di
crescita maggiore e simile tra peruviani e totale dei non comunitari, stata registrata per i contratti
dipendenti a tempo determinato (+18% e +21%, rispettivamente).
11
Nella tabella 2.3.1, non presente il dato sui dipendenti in agricoltura in quanto ricompreso nella voce cumulativa Altri Paesi della tabella di
fonte INPS che stata utilizzata.
29
Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale
Anche i contratti a tempo indeterminato crescono tra i peruviani pi che tra il totale dei non comunitari (+7%
e +3%, rispettivamente). Positive (e tutte intorno al 10%) le dinamiche di crescita dei lavoratori autonomi:
inferiore per i peruviani rispetto a quella complessiva la crescita di artigiani e di imprenditori agricoli,
superiore quella di commercianti. Incremento contenuto (+1%), anche se opposto rispetto al calo
manifestato dal complesso dei lavoratori non comunitari (-22%), quello dei lavoratori domestici. I dipendenti
stagionali hanno complessivamente avuto una dinamica crescente, ma, nel caso dei peruviani,
lincremento tra il 2009 e il 2011 stato meno elevato (+4% contro +12%). Lunica performance negativa
quella dei lavoratori parasubordinati, che perdono nel triennio il 6% delle posizioni lavorative, mentre il
complesso dei lavoratori non comunitari guadagna un 3%.
v.a.
1.725
134.576
100,0
92,9
7,1
1,3
1,4
0,7
100,0
86,2
13,8
30
La base dati di fonte INPS relativa ai lavoratori dipendenti iscritti alle gestioni pensionistiche con almeno
una giornata retribuita nellanno, derivanti dallelaborazione delle informazioni contenute negli archivi delle
denunce retributive che i datori di lavoro con lavoratori dipendenti sono tenuti a presentare mensilmente
(dichiarazioni EMens). Si tratta di un patrimonio informativo rilevante che interessa la quasi totalit dei
lavoratori dipendenti del settore privato (con esclusione dei lavoratori domestici e dei dipendenti in
agricoltura), e di una quota di lavoratori dipendenti del settore pubblico, per i quali previsto che la
contribuzione sia versata allINPS.
Listituto delle integrazioni salariali rappresenta un intervento di tutela e sostegno ai lavoratori ed alle
aziende caratteristico del sistema previdenziale italiano. Lintervento consiste nellintegrazione della
retribuzione persa dal lavoratore a causa della sospensione o riduzione dellattivit produttiva e quindi un
intervento in costanza di rapporto di lavoro. Se linterruzione o riduzione dovuta ad eventi transitori e
temporanei si ha un intervento ordinario; si ha, invece, un intervento straordinario nel caso di crisi
economica settoriale o locale, ristrutturazione, riorganizzazione o conversione aziendale.
Nel corso del 2010 il numero di beneficiari12 di trattamenti di integrazione salariale ordinaria con
cittadinanza peruviana 1.142, mentre, i percettori della straordinaria sono 1.008 (tavola 3.1.1). I primi
rappresentano il 1% e i secondi il 2% del totale di beneficiari di origine non comunitaria. La distribuzione
per genere mostra un accesso prevalente a questa misura degli uomini rispetto alle donne, in entrambi i
casi.
Relativamente ai lavoratori che hanno invece perso il lavoro, fino al 2012 la legislazione italiana offre
differenti tipologie di sostegno al reddito, condizionate alla tipologia contrattuale e alle dimensioni
dellazienda13.
I beneficiari dellindennit di mobilit, destinata ai dipendenti di aziende sopra i 15 dipendenti che hanno
perso il lavoro per licenziamento collettivo, con cittadinanza peruviana nel 2011 sono 172, con una netta
prevalenza di uomini (128 unit). Lincidenza sul totale dei beneficiari non comunitari dell1,4%.
Sempre per lanno 2011, il numero dei beneficiari di disoccupazione ordinaria non agricola, destinata ai
lavoratori dipendenti del settore non agricolo ed edile licenziati per motivi indipendenti dalla propria volont,
con cittadinanza peruviana pari a 5.029 unit, il 3,5% dei beneficiari provenienti dai Paesi non comunitari.
Mentre, per lanno 2010, i beneficiari di indennit di disoccupazione a requisiti ridotti con cittadinanza
peruviana sono stati 655. La distribuzione per genere mostra un maggior accesso relativo a questa misura
da parte delle donne, pur se i valori assoluti riferiti a uomini e donne sono molto vicini (300 rispetto a 355).
Uno stesso lavoratore pu nel corso dellanno beneficiare sia di interventi ordinari che straordinari, pertanto pu essere
conteggiato come beneficiario in entrambe le tipologie di integrazione salariale.
12
13
Nella cosiddetta riforma degli ammortizzatori sociali si prevede, progressivamente entro il 2017, la riduzione a due sole
tipologie di sostegno al reddito, lASPI e la mini ASPI.
31
Tavola 3.1.1 - Beneficiari di ammortizzatori sociali di cittadinanza peruviana per tipologia di ammortizzatore e genere (v.a. e v.%).
Anni 2010-2011
Valori assoluti
Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
Totale
CIGO (2010)
1.065
77
1.142
1,2
1,7
1,2
CIGS (2010)
787
221
1.008
1,9
2,5
2,0
Mobilit(2011)
128
44
172
1,3
1,8
1,4
1.445
3.584
5.029
1,9
5,3
3,5
300
355
655
1,3
2,4
1,7
Fonte: elaborazioni Italia Lavoro su dati INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale
3.2. La previdenza
Il sistema previdenziale italiano prevede che durante la vita lavorativa in qualit di lavoratore dipendente,
parasubordinato o autonomo, il lavoratore versi dei contributi che alimentano i fondi pensionistici pubblici.
Con questi fondi vengono erogate tre tipologie di pensioni, le cosiddette pensioni IVS (Invalidit, Vecchiaia
e Superstiti). La pi comune la pensione di vecchiaia (V), che spetta, previa domanda e interruzione
dell'attivit lavorativa, al compimento della cosiddetta et pensionabile e a fronte di un numero minimo di
contributi versati stabilito per legge. Chi interrompe prima del tempo lattivit lavorativa per motivi di salute,
percepisce lassegno di invalidit o la pensione di inabilit, a seconda della gravit della sua condizione di
salute (I). Le precedenti prestazioni spettano in parte anche ai familiari del pensionato in caso di decesso
(S sta per superstite).
Le pensioni IVS erogate dallINPS a cittadini peruviani negli anni 2009, 2010 e 2011 sono in costante
crescita: dalle 350 pensioni erogate nel 2009 a favore di cittadini peruviani si arriva alla fine del 2011 alla
cifra di 561, pari al 2% del totale delle pensioni IVS erogate a cittadini non comunitari; di queste, nel 2011
risulta un maggior accesso da parte delle donne (435 contro 126).
Tabella 3.2.1 - Numero di pensioni IVS percepite da cittadini peruviani per genere (valori assoluti e percentuale sul totale dei
Paesi non comunitari). Anni 2009, 2010, 2011
2009
Per
%
2010
2011
Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
Totale
77
273
350
98
338
436
126
435
561
1,0
2,4
1,8
1,1
2,5
1,9
1,2
2,7
2,1
Fonte: elaborazioni Italia Lavoro su dati INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale
Esaminando, infine, le pensioni IVS per tipo di prestazione, si osserva come prevalgano i destinatari di
pensioni di invalidit rispetto alle pensioni di vecchiaia e per i superstiti (tabella 3.2.2). In generale, tutte le
tipologie sono in costante aumento nel corso degli anni.
32
Tabella 3.2.2 - Numero di pensioni IVS percepite da cittadini peruviani per tipo di prestazione (valori assoluti e percentuale sul totale
dei Paesi non comunitari). Anni 2009, 2010, 2011
2009
2010
2011
Vecchiaia
Invalidit
Superstiti
Totale
Vecchiaia
Invalidit
Superstiti
Totale
Vecchiaia
Invalidit
Superstiti
Totale
Per
107
106
137
350
157
118
161
436
235
131
195
561
1,5
1,9
2,2
1,8
1,8
1,8
2,2
1,9
2,2
1,8
2,3
2,1
Fonte: elaborazioni Italia Lavoro su dati INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale
3.3.
Lassistenza sociale
La Costituzione Italiana garantisce al cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per vivere il
diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. In tal modo intende tutelare la dignit umana nello spirito
della solidariet di tutti i cittadini verso coloro che, per minorazioni congenite o acquisite, siano incapaci di
svolgere un lavoro proficuo.
Pertanto, oltre ai trattamenti a carico dell'assicurazione per l'invalidit, la vecchiaia e i superstiti (pensioni
connesse al versamento di contributi), sono previste prestazioni a carattere esclusivamente assistenziale a
tutela dei soggetti pi deboli per raggiunti limiti di et o per invalidit civile: la pensione e l'assegno sociale
(sostegno economico che spetta ai cittadini sopra i 65 anni che si trovano in condizioni disagiate); la
pensione di invalidit civile (sostegno economico connesso alla impossibilit totale o parziale di svolgere
una attivit lavorativa).
Si considerano mutilati e invalidi civili i cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche
psichiche, che abbiano subito una riduzione permanente della capacit lavorativa non inferiore ad un terzo
o, se minori di anni 18, che abbiano difficolt persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro
et. L'indennit di accompagnamento un sostegno economico connesso alla impossibilit di deambulare
senza l'aiuto permanente di un accompagnatore ovvero allimpossibilit di compiere gli atti quotidiani della
vita, con conseguente necessit di un'assistenza continua. Il riconoscimento di una invalidit totale e
permanente del 100% spetta al solo titolo della minorazione, indipendentemente dall'et e dalle condizioni
reddituali. Le prestazioni assistenziali prescindono dal versamento dei contributi e possono essere
percepite da cittadini stranieri titolari di carta di soggiorno o soggiornanti di lungo periodo.
3.3.1. Pensioni assistenziali
Alla fine del 2011, lINPS ha erogato a cittadini non comunitari 33.137 pensioni assistenziali; di queste,
14.960 (45%) sono erogate a uomini e 18.177 (55%) a donne.
Dallanalisi relativa alla comunit peruviana (tabella 3.3.1.1) si osserva che le prestazioni assistenziali
erogate alla fine del 2011 sono pari a 999, delle quali due terzi erogate in favore di donne. Le pensioni
assistenziali erogate in favore di cittadini peruviani rappresentano una quota pari al 3% del totale erogato in
favore di cittadini originari di Paesi non comunitari.
33
Tabella 3.3.1.1 - Numero di pensioni assistenziali erogate a cittadini peruviani per genere (valori assoluti e percentuale sul totale
dei Paesi non comunitari). Anni 2009, 2010, 2011
2009
2010
2011
Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
Totale
Per
206
440
646
275
576
851
310
689
999
1,9
3,3
2,7
2,1
3,6
2,9
2,1
3,8
3,0
Fonte: elaborazioni Italia Lavoro su dati INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale
Osservando, infine, la tipologia di prestazioni assistenziali, tra quelle erogate a favore di cittadini peruviani,
prevalgono, in quota quasi doppia rispetto alle altre due tipologie, le pensioni e gli assegni sociali (tabella
3.3.1.2).
Tabella 3.3.1.2 - Numero di pensioni assistenziali erogate a cittadini peruviani per tipo di prestazione (valori assoluti e % sul totale
dei Paesi non comunitari). Anni 2009, 2010, 2011
2009
2010
Indennit
Pens. e
di accom. Totale assegni
simili
sociali
Pensioni
di
invalidit
civile
2011
Pens. e
assegni
sociali
Pens. di
invalidit
civile
Per
337
183
126
646
415
255
181
2,6
2,7
2,9
2,7
2,8
2,8
3,5
Pens. e
assegni
sociali
Pensioni
di
invalidit
civile
851
521
284
194
999
2,9
3,1
2,7
3,4
3,0
Indennit
di accom. Totale
simili
Indennit
di accom. Totale
simili
Fonte: elaborazioni Italia Lavoro su dati INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale
34
Maternit obbligatoria
Il numero di beneficiari di indennit di maternit con cittadinanza peruviana, nel 2011, pari a 1.965 pari al
6% del totale dei beneficiari di origine non comunitaria (32.436) (tabella 3.3.2.1).
Tabella 3.3.2.1. - Numero di beneficiari(1) di maternit di cittadinanza peruviana (valori assoluti e % sul totale dei Paesi non
comunitari). Anni 2009, 2010, 2011
PAESE DI CITTADINANZA
2009
2010
2011
Per
1731
2024
1965
5,4
6,1
6,1
Congedi parentali
Il numero di beneficiari di congedo parentale con cittadinanza peruviana, nel 2011, pari a 864, su un
totale di 15.006 beneficiari di origine non comunitaria, di cui rappresentano il 6%, con un costante aumento
rispetto ai due anni precedenti (tabella 3.3.2.2).
Tabella 3.3.2.2 - Numero beneficiari(1) di congedo parentale di cittadinanza peruviana per genere (valori assoluti e % rispetto al
totale dei Paesi non comunitari). Anni 2009, 2010, 2011
2009
2010
2011
Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
Totale
Per
22
581
603
33
695
728
59
805
864
1,3
4,8
4,3
1,6
5,6
5,0
2,3
6,5
5,8
Fonte: elaborazioni Italia Lavoro su dati INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale
Per
%
2010
2011
Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
Totale
4559
3260
7819
4706
3523
8229
4835
3694
8529
1,9
6,7
2,7
1,9
6,6
2,7
1,9
6,6
2,7
Fonte: elaborazioni Italia Lavoro su dati INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale
35
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