Formulario Topografia
Formulario Topografia
Formulario Topografia
I.S.I.S. Quarenghi
TOPOGRAFIA
Docente
Ing. Aldo Piantoni
PRIMO MODULO
Come misuriamo gli angoli?
Sistema sessagesimale
gradi primi e secondi
sistema sessadecimale
gradi, decimi centesimi
Radianti
centesimali (gon C g)
TRIANGOLO RETTANGOLO
Da ricordare il teorema di Pitagora
la somma del quadrato dei cateti = al quadrato dellipotenusa
b2=a2+c2
b
c
Triangoli qualsiasi
Anche per essi la somma degli angoli interni pari ad un angolo piatto
sussistono due relazioni particolarmente importanti tra gli elementi di
un triangolo qualsiasi
per essere risolvibile debbono essere noti tre elementi di cui almeno
un lato (area)
TEOREMA DEI SENI
allinterno di un triangolo qualsiasi rimane costante il rapporto tra il lato
ed il seno dellangolo opposto
a/sin = b/sin = c/sin = 2R ( diametro circonferenza circoscritta)
utile per ricavare il lato noti un lato e gli angoli
n.b. - da utilizzare con attenzione per calcolare gli angoli
perch la funzione arcsin ammette due risultati ( ; 200-) per lo
stesso valore del seno
TEOREMA DI CARNOT (del coseno)
in un triangolo qualsiasi il quadrato di un lato pari alla somma del
quadrato degli altri due diminuita del doppio prodotto dei lati per il coseno dellangolo compreso.
a2 =b2 + c2 -2ab x cos
Utile nel caso si debbano calcolare gli angoli noti i lati perch la funzione arcos ammette un solo risultato per angoli minori di 200
= arcos [(b2+c2-a2)/2bc)]
Il calcolo dellarea nel triangolo
Vi sono diverse modalit per il calcolo dellarea del triangolo
(b x h)/2
(b x a x sin)/2
(b2 x sin x sin ) /2sin
(p x (p-a) x (p-b) x (p-c))
SECONDO MODULO
1. MISURA DELLE DISTANZE
La distanza tra due punti pu essere reale o inclinata (dr), orizzontale
(dor), topografica o ridotta (dT). Partendo dalla distanza reale, le altre due
si ricavano dalle equazioni:
do r= dr x sen = dr x sen (CV)
dT = dor
R
R+Q
dove:
; (CV) : angolo verticale o zenitale
Q: quota media s.l.m.
Per distanze superiori a qualche chilometro conviene usare la seguente
espressione che considera le correzioni dovute alla sfericit ed al fenomeno di rifrazione atmosferica:
do r= dr x sen(CV) (1- k/2)x dr2cosCV)/R
in cui:
k = coefficiente di rifrazione, in media pari a 0,14
R = raggio della sfera locale, mediamente 6.377 Km
Precisione media sulle distanze:
distanziometri ad onde: 5 mm + 5 ppm = 5 mm + 5 mm/km
stadia: 10 cm + 0,1 cm/m = 10 cm + 1.000 ppm
2. MISURA DEI DISLIVELLI
LIVELLAZIONI GEOMETRICHE (a visuale orizzontale):
Da un estremo: AB = altezza strumentale lettura alla stadia = (hA-LB )
Dal mezzo: AB = lettura alla stadia indietro (contro-battuta) lettura alla stadia avanti (battuta) =(LA-LB)
Composta: AB = somme delle contro-battute somma delle battute
X A = X S + SA senSA
Y A = YS + SA cos SA
2
Q = Q + h h + SA + (1 k ) SA
S
S
A
A
tan SA
2R
punto P battuto da T
XP= XT+TP sen (TP) ; YP= YT+TP cos (TP)
COLLEGAMENTO INDIRETTO DI DUE STAZIONI
Serve a collegare due stazioni non reciprocamente visibili, in appoggio a
due punti A e B, contemporaneamente visibili dalle due stazioni S e T.
Tipologia del rilievo: IPERDETERMINATO sia in planimetria che in
quota. In planimetria si fanno quattro misure dalla stazione S e dalla stazione T (due angoli di direzione e due distanze da ciascuna). Le incognite sono le coordinate dei tre punti A, B e T, e langolo di disorientamento : quindi 8 misure e 7 incognite = 1 iperdeterminazione. In quota, il
dislivello ST pu essere calcolato lungo due percorsi diversi: SAT e
SBT, quindi una iperdeterminazione. Per il calcolo planimetrico s calcola prima il disorientamento nella stazione T mediante la differenza
tra i due azimut AB e AB, quindi si calcolano le coordinate della stazione T prima con riferimento al punto A e poi con riferimento al punto
B e si effettua la media aritmetica dei due valori determinati.
Si adotta nei casi in cui le due stazioni se pur reciprocamente visibili sono a distanza maggiore della portata del distanziometro ma comunque
inferiore al doppio della medesima. In questo caso si utilizza un punto
intermedio A in modo tale che si possano misurare le distanze SA e TA
e quindi calcolare la distanza ST risolvendo il triangolo AST. Si procede
poi come per il collegamento diretto.
Sono note le coordinate di due punti accessibili S e T, si devono determinare le coordinate di un punto inaccessibile A.
Dalle due stazioni si determinano gli angoli orizzontali in S e in T, gli
angoli zenitali e la distanza reciproca tra esse (base). Per determinare le
distanze incognite dalle stazioni al punto inaccessibile si applica il teorema dei seni.
SA= ST sen/sen ; =ST sen/sen
Quindi si calcolano le coordinate con le formule di conversione Polari
Rettangolari.
XA= XS + (XA)S = XS + SA sen(SA)
YA= YS + (YA)S = YS + SA cos(SA)
XA= XT + (XA)T = XT + TA sen(TA)
YA= YT + (YA)T = YT + TA cos(TA)
Per la quota si applica la formula della livellazione tacheometrica prima
da S e poi da T, e si esegue la media aritmetica dei due valori (1 iperdeterminazione in quota).
2.2 Intersezione inversa con tre punti (SNELLIUS-POTHENOT)
es. A, B e P: si congiunge P con il terzo vertice noto C e si risolve il triangolo ABH applicando il teorema dei seni, constatando che due degli
angoli interni di detto triangolo sono pari ad e . Si ricava quindi
lazimut HC = PC che permette di determinare langolo BAP e quindi
di risolvere il triangolo BAP, ancora col teorema dei seni. Si possono
quindi calcolare le coordinate di P con le formule di conversione Polari
Rettangolari. Per la quota si applica la formula della livellazione tacheometrica relativa alle tre collimazioni in A, B e C, e si esegue la media aritmetica dei tre valori (2 iperdeterminazioni in quota).
2.3 Intersezione inversa con due punti o problema della distanza inaccessibile (HANSEN)
che i lati congiungenti la stazione P con i due vertici noti formano con la
base fittizia, e si determinano tali lati mediante il teorema dei seni. Si
considera quindi il triangolo formato da questi ultimi lati e si applica il
teorema di Carnot diretto ed inverso per determinare la distanza tra i
punti di coordinate note e langolo adiacente. Dal confronto tra la distanza cos determinata e quella effettiva, ricavabile dalle coordinate, si
determina il rapporto di similitudine tra il quadrilatero fittizio e quello
effettivo, risalendo cos alla distanza effettiva PA. Mediante le formule
di conversione Polari Rettangolari si determinano le coordinate di P.
Per la quota si applica la formula della livellazione tacheometrica relativa alle due collimazioni in A e B, e si esegue la media aritmetica dei due
valori (1 iperdeterminazione in quota). Se i dislivelli sono stati misurati
anche dalla stazione ausiliaria Q si hanno altre due ulteriori determinazioni di quota.
3. Rilievo per poligonazioni
Angolo al vertice: langolo ottenuto dalla rotazione del lato precedente
verso quello seguente in senso orario.
FORMULA DI TRASPORTO DEGLI AZIMUT
succ.= prec.+ angolo al vertice
10
11
12
F 2 F 2
X +
Y +
X
Y
2
f =
cio la radice quadrata della somma delle derivate parziali di tutte le variabili al quadrato, moltiplicate per i quadrati dei rispettivi scarti quadratici medi.
2. Compensazione empirica delle livellazioni
Livellazioni tacheometriche e trigonometriche: lerrore medio pu essere assunto proporzionale alla distanza misurata. Il peso delle varie determinazioni da utilizzare nella media ponderata pu quindi essere assunto pari al reciproco del quadrato della distanza misurata.
Livellazioni geometriche: lerrore medio pu essere assunto proporzionale alla radice quadrata della distanza misurata. Il peso delle varie determinazioni da utilizzare nella media ponderata pu quindi essere assunto pari al reciproco della distanza misurata.
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1. Deformazioni cartografiche
Modulo di deformazione lineare m: rapporto tra la lunghezza di un
segmento misurato sulla carta e il corrispondente misurato sulla superficie di riferimento (ellissoide). Se in un punto della carta si ha m = 1, in
tal punto la carta equidistante.
Deformazione angolare : differenza tra un angolo misurato sulla carta
e il corrispondente misurato sulla superficie di riferimento (ellissoide).
Se = 0, la carta conforme.
Modulo di deformazione superficiale : rapporto tra larea di una superficie misurata sulla carta e la corrispondente misurata. Se in punto
della carta si ha = 1, in tal punto la carta equivalente. Se la carta
conforme = m2.
Se sono presenti tutte le tre deformazioni sopra elencate, ma con valori
piccoli, la carta afillattica.
2. Proiezioni
Proiezioni prospettiche: gli elementi da rappresentare sono proiettati su
un piano.
Proiezioni per sviluppo: gli elementi da rappresentare sono proiettati su
una superficie sviluppabile in piano (cilindro o cono).
Le proiezioni per sviluppo pi utilizzate sono:
proiezione diretta di Mercatore: proiezione su cilindro tangente
allequatore, conforme, equidistante allequatore. La deformazione lineare pu essere calcolata in prima approssimazione con la formula
ottenuta considerando la superficie di riferimento sferica:
m=
1
cos
( :latitudine)
14
0 )2
m = 0,9996 1 +
cos 2
2
A=
n 1
1 n 1
sen
d i 2 d i sen ( i 2 + i 1 ) + .....
i 1
i
i 1
2 i=2
i =3
Formula di Gauss:
A=
1 n
Yi ( X i1 X i+1 )( positiva con vertici orientati in senso antiorario )
2 i=1
15
A=
1 n
di di +1 sen (i +1 i )
2 i =1
bi = bT Ai/AT
2.2 Divisione di un triangolo con dividenti parallele ad un lato
Il triangolo di partenza simile a quelli derivati, per cui le loro aree
stanno tra loro come i quadrati dei lati corrispondenti:
bi = bT
Ai
AT
b = a 2 2 A(cot + cot )
La distanza della nuova dividente dal lato intermedio (altezza del trapezio) e la lunghezza dei due lati obliqui si determinano con le seguenti
espressioni.
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h=
2A
a+b
d1 =
h
sen
d2 =
h
sen
Detto AB il confine di partenza, formante angoli e con confini laterali, da spostare in AB, con distanza AA nota, si impone che larea del
triangolo AAB sia uguale a quella del triangolo ABB. Si ricavano gli
elementi incogniti del triangolo AAB, di cui sono noti due lati e
langolo compreso, applicando il teorema di Carnot. La posizione
dellestremo B si ricava quindi imponendo luguaglianza delle aree.
BB' =
2A
A' B sen ( ABA'+ )
17
A' B' =
h=
2A
AC + A' B'
BB' = BC
AA' =
h
sen
h
senACB
18
Dato il confine bilatero ABC, con lati ed angoli noti, la rettifica si effettua mandando da A la parallela alla direzione assegnata fino ad incontrare in C laltro confine laterale. Se tale congiungente non interseca il
confine bilatero, si impone che larea del quadrilatero ABCC sia uguale
a quella del trapezio AMNC. Se invece la congiungente AC interseca
la spezzata si dovranno calcolare separatamente le aree dei due triangoli
ABP e PCC, ed imporre che larea del trapezio sia pari alla differenza
tra le aree dei due triangoli.
3.5 Rettifica di confini poligonali
In linea di principio si applicano i procedimenti precedenti; conviene per calcolare le aree mediante la formula di Gauss, che vale anche nei casi di poligoni intrecciati. Si deve ricordare che il segno delle aree ottenute con la formula di Gauss positivo per le aree i cui vertici sono orientati in senso antiorario.
SPIANAMENTI
1. Tronco di prisma generico
il solido con spigoli verticali e basi qualunque. Il suo volume dato
dal prodotto dellarea della sezione retta per la distanza tra i due piani
orizzontali passanti per i baricentri delle basi.
V = A hG
Per il solido a base triangolare laltezza tra i baricentri hG data dalla
media aritmetica delle tre altezze dei tre spigoli. Se il poligono di base
non triangolare, conviene suddividere il prisma in prismi triangolari
elementari, e determinare il volume di ciascuno di essi.
2. Spianamenti orizzontali a quota assegnata
Dopo aver calcolato le quote rosse (dislivello tra la quota di progetto e
quella del terreno):
ri = qp Qi (i = 1,2,3, , n)
si stabilisce in quale situazione ci si trova.
1) Quote rosse tutte positive o tutte negative (o nulle) spianamento
di tutto riporto o di tutto sterro. Si suddivide lappezzamento in falde
triangolari, e si calcola il volume del solido delimitato dal piano di
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V = Ai
ri ,1 + ri , 2 + ri ,3
3
d 1P =
rI
r1 + r2
d12
d 2P =
r2
r1 + r2
d12
V rip = Ai
ri ,1 + ri , 2 + ri ,3
Vst = Aj
r j ,1 + r j , 2 + r j ,3
3
h=
fittizio
A totale
La quota di progetto risulta quindi pari alla somma della quota di riferimento con tale altezza:
qp = qrif + h
Si calcolano quindi le quote rosse:
20
ri = qp Qi
(i = 1,2,3 , n)
che risulteranno sicuramente in parte positive e in parte negative. Si procede quindi come indicato al punto 2) del paragrafo precedente, verificando che i volumi di sterro e riporto siano uguali.
4. Spianamenti inclinati a giacitura assegnata di compenso
Per assegnare la giacitura del piano di progetto si utilizza la retta di massima pendenza. Deve essere nota la pendenza del piano o la quota di un
punto, altrimenti esisterebbero infinite soluzioni al problema. Inizialmente, si determinano le quote dei vertici sottostanti a quelli assegnati,
appartenenti ad un piano di riferimento parallelo a quello di progetto:
pertanto la retta di massima pendenza di tale piano di riferimento coincide con quella del piano di progetto, ma traslata verso il basso per avere quote sempre inferiori a quelle del terreno. Si determina quindi il
volume fittizio di terreno compreso tra la superficie attuale e la superficie di riferimento inclinata precedentemente determinata. Si determinano quindi le quote rosse (tutte negative o nulle), rientrando cos al caso 1
(solo sterro). Si impone poi che tale volume sia pari a quello del parallelepipedo avente per base la superficie di riferimento inclinata precedentemente adottata, e se ne ricava quindi laltezza:
h=
fittizio
A totale
(i = 1,2,3 , n)
che risulteranno sicuramente in parte positive e in parte negative. Si individuano le zone di sterro e di riporto mediante i punti di passaggio, nei
tratti dove le quote rosse hanno segno alterno, e si procede come visto
per gli spianamenti orizzontali.
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STRADE
1. Curve circolari
Il raggio minimo dato dallequazione:
Rmin =
v2
g ( f t + pt )
r
v
= tan = cot
t
2
2
c = 2rsen
, s = r 1 cos
2
2
r=
lato
2 sen (angolo opposto )
22
r=
area
semiperimetro lato tangente
r=
VP
sen
SEN ( + OPV2 )
3. Livellette
Le livellette sono tratti stradali a pendenza costante. Esse devono essere
tracciate tenendo conto dei seguenti criteri:
- gli sterri devono approssimativamente compensare i riporti;
- le livellette non devono essere troppo corte;
- si devono evitare variazioni di livelletta allinterno di un rettifilo o di
una curva;
- si deve ridurre la pendenza in corrispondenza di ponti e di tornanti;
- si devono evitare brusche variazioni di pendenza tra una livelletta e
laltra.
4. Calcolo dei volumi del solido stradale
Si calcola larea di sterro e di riporto di tutte le sezioni trasversali,
scomponendo tali superfici in triangoli e trapezi.
Si approssima il solido stradale a un prismoide, avente per basi due sezioni consecutive di area A1 e A2 e per altezza la distanza d tra tali sezioni. Se si considera larea della sezione intermedia pari alla media delle due basi, la formula di Torricelli
V= (A1 + 4Am + A2)*d/6
si semplifica nella formula delle sezioni ragguagliate:
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V =
A1 + A2
d
2
n +1
xi = r r cos (i )
y i = r sen (i )
i = 1, 2, ..., n
24
xi = r sen (i )
yi = r cos (i ) r cos 2
i = 0,1, 2, ...., (n 1) / 2
- con stazione totale. Si deve disporre nella zona di tracciamento di almeno due punti di coordinate note. Con il metodo di Porro di collegamento tra due stazioni si ottengono le coordinate del punto di stazione e
langolo di disorientamento (il rilievo iperdeterminato una volta, per
cui si fa la media aritmetica di due determinazioni). Si determinano
quindi le coordinate polari di ogni punto da picchettare.
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