Il Rinascimento Maturo m00029
Il Rinascimento Maturo m00029
Il Rinascimento Maturo m00029
(modulo 29 TESTO*)
Leandro Ventura
Universit di Venezia
* Nota di Redazione:
le immagini citate nel modulo sono contenute in due file pdf aggiuntivi,
raggiungibili dai link sottostanti a quello utilizzato per scaricare il testo.
Guida al modulo
UD 2 - Michelangelo Buonarroti
Obiettivo di questa unit didattica conoscere gli aspetti principali della poliedrica attivit di
Michelangelo Buonarroti.
Sottoobiettivo: conoscere le varie fasi dell'attivit di Michelangelo.
Sottoobiettivo: conoscere i caratteri della scultura michelangiolesca, dal periodo giovanile,
fino alle opere della maturit, con particolare riguardo al non finito.
Sottoobiettivo: conoscere alcune delle sculture principali di Michelangelo e in particolare la
Piet di San Pietro e le tombe medicee.
Sottoobiettivo: conoscere i caratteri della pittura michelangiolesca, con particolare
attenzione alla decorazione della Cappella Sistina.
UD 3 - Raffaello Sanzio
Obiettivo di questa unit didattica conoscere l'attivit artistica di Raffaello Sanzio.
Sottoobiettivo: conoscere i caratteri generali dell'opera di Raffaello Sanzio.
Sottoobiettivo: comprendere il significato della scelta dei modelli di riferimento nella
formazione dell'artista.
Sottoobiettivo: conoscere il ruolo svolto da Raffaello nella Roma del secondo decennio del
Cinquecento.
Sottoobiettivo: conoscere i temi principali della decorazione della stanza della Segnatura.
Sottoobiettivo: conoscere la posizione di Raffaello nei confronti dell'antichit romana.
UD 7 - Tiziano Vecellio
Obiettivo di questa unit didattica conoscere la vita, il percorso artistico e le opere di Tiziano
Vecellio.
Sottoobiettivo: conoscere le prime opere di Tiziano.
Sottoobiettivo: conoscere la produzione di pale d'altare di Tiziano.
Sottoobiettivo: conoscere la produzione di ritratti di Tiziano.
Sottoobiettivo: conoscere l'attivit di Tiziano al servizio dell'imperatore Carlo V e di papa
Paolo III Farnese.
Sottoobiettivo: conoscere i dipinti mitologici di Tiziano e le sue ultime opere.
- pittura murale
- Policleto
- sfumato
- Sistina, cappella
- Storie di Giuseppe ebreo
- Studi di fisiognomica di Leonardo
4. un glossario di sussidio allUD 2.6:
- Glossario - elementi architettonici
Attivit richieste
Lettura e studio dei materiali che compongono il modulo, compresa osservazione, analisi e
riconoscimento delle opere d'arte riprodotte. Svolgimento degli esercizi di autovalutazione.
UD 1 - Leonardo da Vinci
Lunit didattica esamina lopera di Leonardo da Vinci.
1.1 - Leonardo da Vinci. La sicurezza del genio
1.2 - Le opere giovanili
1.3 - Leonardo a Milano
1.4 - I dipinti milanesi
1.5 - I ritratti
1.6 - Tra ricerca scientifica e utopia progettuale
UD 2 - Michelangelo Buonarroti
Lunit didattica presenta lattivit di Michelangelo Buonarroti.
2.1 - Michelangelo. Il dramma del genio
2.2 - Michelangelo e la classicit
2.3 - Il non finito
2.4 - Le sepolture medicee
2.5 - Michelangelo pittore
2.6 - La Cappella Sistina
UD 3 - Raffaello Sanzio
Lunit didattica segue le vicende della breve e intensa attivit di Raffaello Sanzio.
3.1 - Raffaello Sanzio. Larmonia della classicit
3.2 - Raffaello e i suoi modelli
3.3 - Raffaello e Giulio II
3.4 - Raffaello e l'antico
7
3.5 - I ritratti
3.6 - Le pale d'altare
UD 7 - Tiziano Vecellio
L'unit didattica esamina il percorso artistico di Tiziano Vecellio.
7.1 - Tiziano: la nascita e le prime opere
7.2 - Le grandi pale d'altare
7.3 - I ritratti e gli autoritratti
7.4 - Al servizio dei potenti
7.5 - Le poesie mitologiche e l'ultimo Tiziano
UD 1 - Leonardo da Vinci
Lunit didattica esamina lopera di Leonardo da Vinci.
1.1 - Leonardo da Vinci. La sicurezza del genio
1.2 - Le opere giovanili
1.3 - Leonardo a Milano
1.4 - I dipinti milanesi
1.5 - I ritratti
1.6 - Tra ricerca scientifica e utopia progettuale
10
della dinastia. Lopera non fu mai realizzata a causa dellinvasione francese del 1499 (vedi la
scheda Invasione francese del 1499 e sue conseguenze in Italia), ma rimane testimonianza del
processo ideativo nella straordinaria serie di disegni del 1483-1484 a Windsor [fig.1], nella quale si
nota la carica innovativa dellopera leonardesca rispetto alla tradizione dei monumenti equestri
quattrocenteschi. I disegni rimasti mostrano uninedita vitalit nella concezione della statua, con un
movimento intenso del cavallo che rinvia allo studio diretto della natura.
1.5 - I ritratti
Lo studio empirico della natura, delle emozioni (i "moti dellanimo") e delle conseguenti
espressioni conduce Leonardo a introdurre nel ritratto un'inedita vivezza naturale, ampiamente
riconosciuta dai contemporanei.
La cosiddetta Dama con lermellino, forse ritratto di Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro
[fig.1], un buon esempio delle innovazioni che il pittore introduce nella ritrattistica. La struttura
dellimmagine abbandona la rigidit dei ritratti quattrocenteschi: la giovane donna si volge
repentinamente verso la sua sinistra come per rispondere con un sorriso accennato a un richiamo. I
tenui passaggi del chiaroscuro nel volto e nel collo della dama dimostrano i risultati delle ricerche
condotte da Leonardo sullincidenza della luce. La grande naturalezza del ritratto relega in secondo
piano i motivi allegorici connessi allermellino, simbolo di virt e purezza.
12
Altro celeberrimo ritratto leonardesco la cosiddetta Gioconda del Museo del Louvre [fig.2].
Dubbia rimane lidentificazione della donna, anche se Vasari la identific in monna Lisa, moglie
del mercante fiorentino Francesco del Giocondo. Grande fu, comunque, linfluenza che questo
dipinto esercit sui pittori contemporanei e, in particolare, sul giovane Raffaello (3.5).
La donna si affaccia da un parapetto sul quale poggia con disinvoltura un braccio; lo sguardo rivolto
allosservatore e il tenue sorriso, segno visibile delle emozioni, rimangono i motivi di maggior
fascino del dipinto, insieme allo straordinario paesaggio montuoso nello sfondo. Lindefinita
espressione della donna ottenuta grazie alluso dello sfumato (1.1), che attenua i contorni di bocca
e occhi e fonde la figura con il paesaggio attraverso graduali passaggi cromatici e luminosi. Il
paesaggio ricco di acque in rapporto con la figura non solo per questioni tecniche e stilistiche, ma
anche per motivi allegorici, legati al continuo trasformarsi della natura e delluomo simboleggiato
dallacqua.
13
UD 2 - Michelangelo Buonarroti
Lunit didattica presenta lattivit di Michelangelo Buonarroti.
2.1 - Michelangelo. Il dramma del genio
2.2 - Michelangelo e la classicit
2.3 - Il non finito
2.4 - Le sepolture medicee
2.5 - Michelangelo pittore
2.6 - La Cappella Sistina
14
gi entro il blocco di marmo e che lo scultore avesse semplicemente il compito di togliere via il
materiale superfluo. In questa concezione si nota una forte influenza del pensiero neoplatonico: se si
paragona la statua finita allidea dellartista che imprigionata dalla materia, da cui deve liberarsi,
si pu istituire un parallelo con lardua lotta tra lanima che aspira al divino e il corpo materiale che
la tiene prigioniera.
sculture dell'artista si ripresenta cos anche nella pittura, con una caratteristica ricerca di plasticit
che accentua il rilievo delle figure. Tutto ci poi accompagnato da alcuni elementi che rinviano
alla tradizione fiorentina, come il brillante colore smaltato che assume toni cangianti nei giochi di
ombre e lascia emergere l'elemento lineare del disegno di contorno. Si tratta, come sembra chiaro,
di motivi del tutto differenti da quanto troviamo nella pittura di Leonardo, pi attenta alla fusione
tra figure e sfondo, alla naturalezza delle pose e delle espressioni e allo studio del paesaggio. Sono
tuttavia i motivi stilistici che attireranno di pi i pittori contemporanei, fornendo spunti di
meditazione per il prossimo sviluppo della pittura manierista.
17
UD 3 - Raffaello Sanzio
Lunit didattica segue le vicende della breve e intensa attivit di Raffaello Sanzio.
3.1 - Raffaello Sanzio. Larmonia della classicit
3.2 - Raffaello e i suoi modelli
3.3 - Raffaello e Giulio II
3.4 - Raffaello e l'antico
3.5 - I ritratti
3.6 - Le pale d'altare
18
La Disputa del Sacramento [fig.3] rinvia a sua volta alla verit rivelata e alla conoscenza della
teologia. Le figure sono disposte a formare un grande emiciclo che ricorda l'abside di una chiesa: in
alto la Trinit con angeli, santi e martiri che simboleggiano la Chiesa trionfante; in basso altri
santi e membri delle gerarchie ecclesiastiche si dispongono intorno a un altare con un ostensorio
eucaristico, allegoria della Chiesa militante e della presenza tangibile di Cristo in terra.
3.5 - I ritratti
Raffaello eccelse anche come ritrattista. Tra i primi ritratti sono quelli dei coniugi Agnolo Doni e
Maddalena Strozzi Doni [figg.1-2], vicini tanto ai realistici ritratti scolpiti a Firenze nel corso del
Quattrocento quanto alla tipologia leonardesca della Gioconda (1.5) ma senza la stessa capacit di
penetrazione psicologica.
Ma Raffaello evolve in questa direzione, come dimostra il ritratto di Leone X con i cardinali Giulio
de Medici (il futuro papa Clemente VII, a sinistra) e Luigi de Rossi [fig.3]. Il gioco degli sguardi
dei protagonisti di questo magnifico ritratto di gruppo dichiara la politica nepotistica del papa
evidenziando le relazioni tra i personaggi. La cura estrema dei dettagli lussuosi (i preziosi tessuti, il
20
codice miniato, il campanello doro) contribuisce alla definizione psicologica dei personaggi, grazie
allindicazione di qualit come lamore per i prodotti artistici raffinati e lussuosi che distingueva
effettivamente Leone X.
3.6 - Le pale d'altare
Nel periodo romano Raffaello raggiunge una crescente umanizzazione dei personaggi sacri nelle
pale d'altare, per lo pi grazie alle sue esperienze leonardesche. Nella Sacra conversazione, dipinta
nel 1513-1514 per la chiesa benedettina di San Sisto a Piacenza [fig.1], ogni elemento di
riferimento al mondo naturale scompare e rimangono solo le tende aperte a segnare il limite tra il
luogo dell'apparizione miracolosa della Vergine e lo spazio reale dei fedeli. I santi creano un
legame tra queste due sfere e San Sisto richiama addirittura l'attenzione di Maria verso l'esterno del
dipinto: si crea cos un rapporto umanissimo che avvicina emotivamente il devoto osservatore
all'immagine.
Lultima grande opera di Raffaello la Trasfigurazione, commissionata nel 1518 per San Pietro in
Montorio a Roma [fig.2] e terminata da Giulio Romano dopo la morte del maestro (1520). Il dipinto
rappresenta il miracolo del monte Tabor (Matteo, 17, 1-18), quando Cristo apparve a Pietro,
Giovanni e Giacomo in un alone di luce tra Mos ed Elia, mentre ai piedi del monte un indemoniato
attendeva la guarigione dagli apostoli. La composizione presenta una nuova complessit che trover
i suoi naturali sviluppi nella pittura del Manierismo. L'immagine si articola infatti in due zone
giustapposte ma unificate dalla composizione prospettica: quella superiore dominata
dall'apparizione di Cristo e quella inferiore con l'indemoniato, due zone distinte non solo per i
contenuti ma anche per la qualit delle fonti luminose.
21
22
Nell'elegante Cristo morto di Rosso Fiorentino [fig.2], invece, l'allegoria religiosa rinvia sia alla
passione che al mistero dell'eucaristia, e l'impostazione stilistica fa riferimento alle opere di
Michelangelo (gli "ignudi" della volta della cappella Sistina, vedi 2.6), interpretate con un senso
estetico estremamente raffinato.
Contemporaneamente il veneziano Sebastiano Luciani, detto Sebastiano del Piombo (circa 14851547), sviluppava una pittura austera e solenne, profondamente religiosa, in cui sono chiari e
documentati gli apporti dell'insegnamento di Michelangelo. Opera dell'artista la Resurrezione di
Lazzaro che, pur non appartenendo cronologicamente all'et clementina, fu commissionata da
Giulio de' Medici quando era ancora cardinale per la cattedrale di Narbonne [fig.3]. La
composizione rinnova la struttura tradizionale della pala d'altare quattrocentesca, utilizzando una
scena narrativa basata su alcuni disegni preparatori di Michelangelo.
24
fiorentino di San Francesco de' Macci per l'altar maggiore della chiesa annessa al convento, oggi
conservata agli Uffizi, e costituisce una delle opere pi famose del primo Cinquecento fiorentino,
fondamentale punto di riferimento per l'evoluzione del "manierismo".
Dopo una prima formazione nelle botteghe di Leonardo e di Piero di Cosimo, Jacopo Carucci, detto
Pontormo (1494-1557), era passato in quella di Andrea del Sarto (vedi 5.1), e con lui aveva
collaborato alla decorazione del chiostrino dei Voti alla Santissima Annunziata, realizzando tra il
1514 e il 1516 la Visitazione [fig. 1]. L'esecuzione di questo affresco, dove la monumentalit delle
figure e della struttura architettonica denuncia la forte influenza dell'arte di Michelangelo e
Raffaello, seguiva di poco l'intervento sulle stesse pareti del piccolo ambiente di un pittore
coetaneo, detto Rosso Fiorentino (1494-1540). Egli infatti tra il 1513 e il 1514 portava a termine
27
l'affresco con l'Assunzione della Vergine, dove sono gi chiare le sue straordinarie novit
coloristiche.
Tra il 1517 e il 1518 tre pale comparvero sugli altari di altrettante chiese fiorentine, segnando un
momento di grandissima importanza all'interno di un processo artistico che trover compimento
negli anni immediatamente successivi. Alla Madonna delle Arpie di Andrea del Sarto del 1517
(vedi 5.3), Pontormo e Rosso risposero nel 1518 rispettivamente con la cosiddetta Pala Pucci [fig.
2], dal nome del committente Francesco Pucci, ancora oggi in San Michele Visdomini, e con la
Madonna e santi [fig. 3], detta anche Pala di Santa Maria Nuova dal luogo di collocazione
precedente al suo ingresso agli Uffizi, dove oggi conservata. La replica al posato classicismo di
Andrea del Sarto per Pontormo l'occasione di sperimentare novit espressive entro la tradizionale
struttura piramidale; per Rosso costituisce invece la spinta a innovare e stravolgere completamente
uno schema, eliminando all'interno del gruppo qualsiasi ordine gerarchico e costringendo i
personaggi in uno spazio angusto.
Il secondo decennio del secolo si chiudeva con un'altra importante commissione per Pontormo. Nel
1515, in vista delle nozze del figlio Pierfrancesco, Salvi Borgherini aveva commissionato a diversi
artisti la realizzazione di alcuni pannelli raffiguranti storie della vita di Giuseppe (vedi la scheda
Storie di Giuseppe ebreo). Ad Andrea del Sarto spett eseguirne due, mentre il contributo di
Pontormo previde l'elaborazione di tre pannelli, conclusi nel 1519 con il dipinto gi "manieristico"
di Giuseppe in Egitto.
28
6.2 - Giorgione
Le notizie documentarie relative a Giorgione sono scarse, e ci ha costituito un problema per la
messa a punto di un catalogo delle sue opere. Svolse la sua prima attivit nella citt natale,
Castelfranco Veneto. Qui realizz nel 1502 una pala, la Madonna e santi, commissionata dal
condottiero Tuzio Costanzo per la sua cappella nel Duomo e, contemporaneamente, un fregio a
monocromo di carattere astrologico che si estende sulla parete est del salone dell'antica casa Marta.
29
Unica fonte attendibile, perch di poco pi tarda, per affrontare il problema del catalogo costituita
dal taccuino marciano di Marcantonio Michiel, che a partire dal 1525 vi annot brevi descrizioni
relative ai quadri veduti nelle raccolte private veneziane. Dalla lettura di queste carte si ha notizia di
alcuni dipinti che si dicono di Giorgione: i cosiddetti Tre filosofi, la Venere, la Tempesta.
Probabilmente appena giunto a Venezia realizzava i Tre Filosofi [fig. 1] oggi a Vienna. Tre
personaggi sono rappresentati in un paesaggio: due sono in piedi, e uno, seduto a terra, guarda verso
un punto imprecisato. Il pi anziano abbigliato come un sacerdote ebreo, e mostra una carta
astrologica. Il secondo, in piedi, di media et, vestito all'orientale, mentre il terzo pi giovane
impegnato in calcoli geometrici. Alle loro tre et corrisponde la successione dei tempi e delle
religioni; l'ultimo personaggio sembra dunque simbolo del cristianesimo (o della sua decadenza).
Nel 1506 Giorgione era certamente a Venezia. A quella data l'iscrizione posta dietro la Laura (vedi
il modulo La pittura a Venezia nel Rinascimento II, 4.4) lo dice "collega" del pittore Vincenzo
Catena. Tra il 1507 e il 1508 sono registrati pagamenti per un telero in Palazzo Ducale di cui non si
ha poi altra notizia, mentre nel 1508 documentata la sua presenza al Fondaco dei Tedeschi. Nel
1507 eseguiva la Venere [fig. 2] sulla quale qualche anno dopo intervenne Tiziano.
Sono anche gli anni della Tempesta [fig. 3] oggi presso le Gallerie dell'Accademia, cos densa di
significato da offrirsi a ogni tipo di interpretazione, nessuna provabile. Come una meteora, la vita di
Giorgione termin con la peste, scoppiata a Venezia nel 1510.
La pala con San Giovanni Crisostomo tra le sante Caterina, Maddalena e Lucia, e i santi Giovanni
Evangelista, Giovanni Battista e Teodoro [fig. 4] fu eseguita per l'altare maggiore della chiesa di
San Giovanni Crisostomo tra il 1510 e il 1511 (vedi il modulo La pittura a Venezia nel
Rinascimento II, 5.3). Caratterizzata da un'inedita impostazione laterale, funzionale per raffigurare
il santo nell'atto di scrivere, fu l'ultima opera pubblica veneziana di Sebastiano. Subito dopo, nel
1511 e al seguito del ricco banchiere Agostino Chigi, and a Roma, dove trascorse il resto della sua
vita.
Nonostante una tale sintonia con l'arte dominante, Lotto decise di prendere la strada per le Marche,
dando inizio a un girovagare tra Roma, le Marche e Bergamo, che solo in poche occasioni, e per
pochi anni, lo vedr tornare a Venezia. Il suo esordio in terra marchigiana fu il Polittico di Recanati
[fig. 2]. Firmato e datato 1508, fu eseguito per la chiesa cittadina di San Domenico. Negli scomparti
di cui si compone si attua la celebrazione dell'ordine e l'esaltazione del governo cittadino, attraverso
una calibrata scelta dei personaggi da rappresentare, che si dispongono contro un fondale
architettonico concepito come uno spazio unitario.
Due pagamenti del 1509 attestano la presenza di Lotto a Roma, tra le maestranze attive alle Stanze
Vaticane. Rimane ancora difficile stabilire in che modo e dove il pittore intervenne. Certo che ben
presto dovette lasciare la citt dei papi, ancora alla volta delle Marche. Per la confraternita del Buon
Ges in San Floriano a Jesi nel 1512 Lotto esegue la Deposizione [fig. 3], dove dimostra di aver
assimilato alcune tipologie raffaellesche, rifiutando per l'interpretazione classicheggiante ed
estetizzante che le caratterizza.
Nel 1513 Lotto si trasfer a Bergamo dove rimase fino al 1525, portando a termine tre pale d'altare,
la decorazione dell'oratorio Suardi (vedi la scheda Cappella Suardi di Lotto a Bergamo), ritratti e
dipinti destinati a privati, e settanta, tra disegni e cartoni, tutti perduti, per le tarsie a soggetto
veterotestamentario del coro ligneo della chiesa di Santa Maria Maggiore a Bergamo realizzate da
Francesco Capoferri (per un approfondimento su Lorenzo Lotto vedi il modulo La pittura a Venezia
nel Rinascimento II, UD7).
32
UD 7 - Tiziano Vecellio
L'unit didattica esamina il percorso artistico di Tiziano Vecellio.
7.1 - Tiziano: la nascita e le prime opere
7.2 - Le grandi pale d'altare
7.3 - I ritratti e gli autoritratti
7.4 - Al servizio dei potenti
7.5 - Le poesie mitologiche e l'ultimo Tiziano
Immacolata verso il Padreterno, che sta per incoronarla Regina del Cielo. Il pittore mette da parte i
tradizionali riferimenti iconografici, si concentra sullo straordinario evento, utilizza il formato
verticale per dar vita all'azione, esalta l'intensit dei colori per ottenere il pi alto effetto visivo (vedi
anche il modulo La pittura a Venezia nel Rinascimento II, 6.6).
Subito dopo, nel 1519 e nella stessa chiesa, Jacopo Pesaro commissiona a Tiziano per l'altare della
sua famiglia, dedicato all'Immacolata Concezione, una grande pala, detta Pala Pesaro [fig. 2],
compiuta in sette anni. Jacopo, ritratto sulla sinistra, rivolge lo sguardo a san Pietro, a Maria e al
Cristo bambino. Sulla destra una straordinaria galleria di ritratti degli altri componenti della
famiglia Pesaro, accompagnati da san Francesco e sant'Antonio. Lo spazio organizzato con una
perizia assoluta; Tiziano considera attentamente la collocazione laterale del dipinto e attraverso il
rigore compositivo ottimizza il punto di vista dello spettatore.
Nulla ci rimane purtroppo della grandiosa pala con l'Uccisione di san Pietro Martire, dipinta da
Tiziano per la chiesa veneziana dei Santi Giovanni e Paolo tra il 1528 e il 1530. Ma la copia che la
riproduce basta a dimostrare che anche in questo caso il pittore cre un'opera rivoluzionaria,
utilizzando la forza espressiva del dramma in atto.
34
pittore inserisce il suo autoritratto come Mida, colui che ha espresso un giudizio stolto sulla contesa
musicale, dichiarando vincitore Marsia. Tiziano-Mida comunica direttamente il giudizio stesso
dell'artista, che ingenuamente ha creduto alla secolare fiducia di trasformare la materia in un'opera
preziosa. La pittura di Tiziano ormai totalmente mutata dal suo esordio, il tessuto pittorico
totalmente smembrato d vita ad una forma frammentaria, scintillante di materia colorata.
Il 27 agosto del 1576 Tiziano, ormai vecchissimo, muore e il giorno dopo viene sepolto in Santa
Maria Gloriosa dei Frari.
36
Letture consigliate
Andr Chastel (1983), Il Sacco di Roma 1527, Torino, Einaudi.
Pierluigi De Vecchi, Valerio Guazzoni e Alessandro Nova (1987), Michelangelo pittore, scultore,
architetto, 3 voll., Milano, Rizzoli.
Firenze e la Toscana dei Medici nellEuropa del Cinquecento (1980), catalogo della mostra
(Firenze 1980), Milano, Electa.
Martin Kemp (1982), Leonardo da Vinci. Le mirabili operazioni della natura e delluomo, Milano,
Mondadori.
La pittura in Italia. Il Cinquecento (1988), a cura di G. Briganti, 2 voll., Milano, Electa.
L'officina della Maniera. Variet e fierezza nell'arte fiorentina del Cinquecento fra le due
repubbliche 1494-1530 (1996), catalogo della mostra (Firenze 1996-1997), a cura di A. Cecchi e A.
Natali, Venezia.
Giovanni Mariacher (1987), La scultura del Cinquecento, Torino, UTET.
Konrad Oberhuber (1982), Raffaello, Milano, Mondadori.
Manfredo Tafuri (1985), Venezia e il Rinascimento, Torino, Einaudi.
Harold Edwin Wethey (1966-1975), The Paintings of Titian, 3 voll., London, Phaidon.
Sitografia
- Molto interessanti sono le tavole cronologiche, nel nostro caso centrate sul XV e XVI secolo,
reperibili in:
http://www.artonline.it/timeline_400.asp
e
http://www.artonline.it/timeline_500.asp
- I siti su Leonardo da Vinci sono molti. Tra gli altri si consultino il sito del museo reale:
http://www.museoscienza.org/leonardo/Default.htm
e di quello virtuale:
http://www.museoleonardo.it/
e anche:
http://www.artonline.it/biografia.asp?IDArtista=10
- Le opere di Sandro Botticelli sono visibili in:
http://www.artonline.it/biografia.asp?IDArtista=9
- Per Raffaello:
http://www.artonline.it/biografia.asp?IDArtista=11
37
- Su Giorgione:
http://www.artonline.it/biografia.asp?IDArtista=80
- Un approfondimento su Cima da Conegliano si trova in:
http://www.cimadaconegliano.com/
- Per informazioni su biografia, opere e collocazione cronologica di Tiziano si veda:
http://www.artonline.it/biografia.asp?IDArtista=8
38