Catalogo Mostra Max Kuatty
Catalogo Mostra Max Kuatty
Catalogo Mostra Max Kuatty
Galleria Schubert
20129 Milano via Sirtori 11 telefono +39 02 54 10 1 6 3 3
Max Kuatty
Anni sessanta e settanta
La collezione Vittorio Pedrotti
Galleria
Schubert
Sullartista
Max personaggio poliedrico e non prevedibile, abile Sciamano Medicus con spirito da prestigiatore e dotato di ingegno brillante. Il suo fare arte vecchio, perlustra lerratica propensione della ricerca fin da ragazzo.
Nasce nel 1930, rivela precoci disposizioni per il disegno e una sensibilit per la pittura. Si ribella alle scelte paterne iscrivendosi nel 1951 allAccademia di Brera, dove fu allievo di Gadaldi, Paiella e Moro. Nel 1956 si trasferisce a Parigi diventando amico di Riopelle, Soulage e di Serge Poliakoff, sorprendente seguace della loro pittura, tanto da aderire al movimento Francobelga. Da quellesperienza parigina sviluppa linteresse per una pittura fatta di trasparenze e animata nel colore dalla magmatica essenza. E sempre stato forte in lui il desiderio di porre la sua italianit artistica anche in campo europeo, interpretando lassunto di Giulio Carlo Argan: - larte, dallimpressionismo in poi, non pi manifestazione ma fatto concreto, merito, infatti, degli impressionisti avere attivato una frattura con il loro intervento contro loggetto -. Rientrato in Italia, si dedica allinsegnamento e comincia a collaborare con importanti Case Editrici milanesi, pubblicando fumetti sul modello Spaghetti-Western, di cui 10 disegni fanno parte di questa rassegna. Unarte quella di Max sempre elusiva e sfuggente dai non precostituiti confini e dalle inipotizzabili attese, dove in essa mette in atto quella pratica riflessiva che conosciamo e che contemporaneamente procrea opere d'arte tra lappropriazione e la schematica, rielaborazione delle stesse. Come nella convivenza scespiriana, per intenderci: - essere o non essere - conosciuta anche come schema letterario: green world, dove sussistano sia conflitti interiori che esteriori e una tensione tra valori apollinei e dionisiaci. Ecco lartista Max Kuatty tutto questo: sosta in bilico tra mondo e immagine, per con lintento di volerlo continuamente ridefinire, dove fra interrogativi stilistici e inquietudine esistenziale ha saputo attrarre linteresse di autorevoli critici e apprezzati scrittori, tra cui doveroso ricordare: Dino Buzzati 1970; Mario Portalupi 1971; Renata Maesero 1972; Alberico Sala 1973; Franco Passoni 1972; Pierre Restany1978; Carmelo Strano1980; Amon Barzel 1982; Tommaso Trini 1988; Benvenuto Guerra1990; Lorenzo Bonini 1996 in Art Leader; Rassegne di mostre espositive in importanti Musei e rinomate Gallerie private italiane e straniere, sono state curate da influenti personaggi della cultura internazionale, si elencano quelle museali pi indicative: Casa Mantegna, Mantova; Palazzo Reale, Milano; Palazzo del Broletto, Como; Art Basel, Basilea; Expo Bari; Palazzo dei Diamanti, Ferrara; Museo Nazionale dArte Moderna, Centre George Pompidou, Parigi; Biennale di Venezia; Arco Madrid; Arte Fiera, Bologna; Galleria Rotta, Genova; Galleria Borgogna, Milano; Galleria Cafiso, Milano; Palazzo Barberini,Roma; Museo Arte Moderna, Gallarate; Galleria San Carlo,Milano; Galleria Durant, Parigi; Galleria dIncelli, Parigi; Ammiraglio Action, Milano. Sullopera Max Kuatty utilizza per la creazione del dipinto Autoritratto una sua fotografia come soggetto, dove si vede il suo volto con la bocca aperta. Imbocco di entit interiore con l'espressione pervasa di stupore. Non si tratta di unimmagine originariamente dettata da una premeditazione artistica, ma di un ricordo e di un atteggiamento ripreso casualmente da scene dell'album della propria vita. La fotografia riprodotta costituisce licona su cui intervenire una volta assemblata alla tela. Su di essa Max Kuatty ha opera-
to quegli interventi pittorici per mezzo della spatola, strumento a lui molto congeniale, frequentemente usata nelle opere di questo periodo. E nello specifico si preso la libert di coinvolgere la fisionomica espressione fotografica esaltandola e ponendola al centro della scena, come in un cerimoniale dai rituali sacrificali: Prius medici et pictoris come dicevano i latini. Di fatto, loriginale fotografia perduta, avendo messo lartista in atto il concetto di appropriazione, dopodich la ripropone a nuove finalit gravata dall'avere ora una peculiarit pubblica, quale reminiscenza rigenerata piena e spanta di gestualit creative, lespressione del volto ora attorniato nellagilit dellesecuzione si fa pi incredulo, attonito e oserei dire: meravigliato e sorpreso per quello che ha saputo fare accadere. Nel Chitarrista i motivi ornamentali, la raffinatezza delle decorazioni, le trame trasparenti, il decorativismo apparente, seducono catturando lo sguardo di chi osserva. Lartista anche in questo dipinto continua a predominare psicologicamente limmagine, fissandogli lo sguardo verso il basso e l'effigie traspare elegantemente tensiva, attraverso i riflessi dai segmenti colorati. Opere come Profilo in rosso oppure Ragazzo dai pugni in tasca, sono il risultato di un autobiografismo pittorico che ci propone con drammatica levit una personificazione recuperata forse dallarchivio mentale. La figura di un giovane con i pugni in tasca formata da una sorta di visione traslata e implicita di trasparenze, ripetute magicamente ai limiti della visione. Lartista coglie la postura del giovane e la sua silhouette che si staglia sul paesaggio come se fosse parte desso. In molte opere come questa accresce l'intensit della luce nella sua incidenza, cos facendo consente allopera maggiore spazialit attraverso le trasparenze e riflessi irreali fantastici. Alcuni dipinti dovevano essere sedimentati da tempi remoti nel suo immaginario, a tal punto che me li raccontava, durante i nostri incontri, come se li avesse gi fatti. Mentre in altri lascia intravvedere unangolatura di analisi accesa; soglia di un nuovo mondo che prosegue in uno sdoppiamento irreale pieno dimpronte, profili, forme, silhouette, icone del colore. Stupore e colore per stupire, trascinamenti, raschiature piene di urla colorate, lisciature amorevoli color cipria, spatolate organiche grasse, sado maso alleccesso pittorico in un corpo a corpo con la materia. Una lotta organica tra lartista tormentato e il colore della materia. Una lucida dottrinale pazzia di ricerca come gi altri artisti fecero passando su questi sbarramenti e steccati. Una pittura piena dazione dal grido astratto, con la forza delle sue spatolate-taches, con laggressione diretta del colore steso matericamente Max Kuatty riesce a esprimere la tensione di un gesto fisico costruttivo, trasformandolo nellemblema di un comportamento psicologico che percorre la spessa materia organica, impronta della sua personalit che anelava sidentificasse letteralmente nei sui dipinti. Un giorno in un ristorante dopo avere concluso con maestria e abilit un gioco di prestigio, lasciando di stucco gli avventori del locale, alla mia domanda: - che cosa avevano di importante i suoi dipinti - mi disse: Vedi caro direttore, dimportante i miei lavori non hanno nulla perch sar il tempo a renderli tali. Sono invece singolari, perch in essi vi sono espressi i miei sentimenti, attraverso il colore raggrumato e indurito dal tempo, nel quale compresa la mia segreta e intima bella scrittura dartista. Non occorre perdere tempo a spiegarli, questo sar un dovere dei Critici. Vedi in questo ristorante io sono di casa, mi vogliono bene e non occorre che ti racconti come si mangia, quando mi vengono a trovare veri amici li porto qui e tu sei un vero amico,oggi offro io.
10
11
13
15
17
18
19
21
23
24
25
27
28
29
31
33
35
36
37
39
40
41
43
45
47