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Premessa Cos come luomo ha sempre temuto lignoto, da esso comunque stato costantemente attratto ed affascinato.

. Le esplorazioni rappresentano forse il modo pi tangibile che luomo ebbe per esorcizzare concretamente lignoto che lo circondava. Fin dallepoca delle prime civilt, navigatori ed esploratori cercarono di tracciare i confini delle terre dove abitavano e di quelle circostanti, allargando il raggio delle loro conoscenze geografiche con il progredire delle possibilit tecnologiche e organizzative. La scoperta dellAmerica segna cos una svolta nei rapporti fra lEuropa e il Mondo. Ai contemporanei di Colombo occorse parecchio tempo per prendere coscienza dellimportanza della scoperta. Grazie al prosieguo delle esplorazioni, fu possibile comprendere che le isole scoperte dal genovese non si trovavano in prossimit della costa cinese (o meglio, del Catai), bens che si trattava di un nuovo arcipelago facente parte di un immenso continente posto a met strada fra lEuropa e lAsia. La scoperta di qualcosa di cos sconfinato come le terre americane port ad unimmediata corsa per accaparrarsi questi luoghi che, dalle prime relazioni pervenute, parevano essere allettanti sia per le risorse possedute sia per la disponibilit delle popolazioni ad entrare in contatto con i nuovi venuti europei. Dal 1492, anno del primo sbarco di Colombo su un territorio americano, si ebbero cos decine, centinaia di spedizioni rivolte
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verso questo Nuovo Mondo, tutto da scoprire per dimensioni, clima, popolazioni, fauna, flora... Esploratori e conquistatori, gli spagnoli ed i portoghesi (e in seguito i francesi e gli inglesi) riuscirono nel tempo a tracciare un profilo sempre pi preciso dei confini di questa nuova terra, evidenziando attraverso ogni nuovo viaggio la vastit effettiva della scoperta dellAmmiraglio genovese. Le esplorazioni hanno suscitato nel corso dei secoli un vivo interesse, che spazia dagli obiettivi espansionistici al gusto per lesotismo. Chi scrive fa parte della schiera di coloro che hanno subito il fascino delle relazioni di viaggio sin dalla giovinezza. Rivelatrice, stata, a suo tempo, la lettura del Milione di Marco Polo.Il presente studio il risultato di una ricerca avente come obiettivo lindividuazione, e la successiva analisi, di alcune opere poetiche riguardanti la scoperta dellAmerica, al fine di verificare la diffusione e il successo che largomento ha avuto nellambito della cultura italiana dellepoca. Inoltre, sembrato interessante mostrare in che modo limpresa di Colombo e limmagine dellAmerica sono state modificate e rielaborate dalla creativit dei poeti e attraverso quali passaggi un importante evento storico stato trasferito nella dimensione letteraria. Ad ogni modo, non sono stati trascurati n la produzione lirica n i riferimenti allimpresa di Colombo presenti nei poemi del periodo preso in esame, i quali hanno fornito molteplici spunti di riflessione sulla

fortuna dellargomento in ambito poetico e sulle scelte operate dai letterati nel rappresentare levento.

Il Mondo Nuovo nella cultura italiana . Cristoforo Colombo, [...] il primo inventore di discoprire e far venire in luce questa met del mondo, avendolo il nostro Signor Iddio eletto [...] per far cos grande impresa [...], la pi maravigliosa e la pi grande che gi infiniti secoli sia stata fatta1. Il giudizio di Ramusio appena riportato tra le tante testimonianze dellepoca riguardante la scoperta dell America anche se il significato dellimpresa di Cristoforo Colombo sarebbe stato compreso pienamente solo pi tardi, quando iniziarono ad essere evidenti i mutamenti che la scoperta aveva operato: la visione generale del mondo venne sconvolta dallimprovvisa apparizione di un nuovo continente, che dimostr lerroneit delle tesi di molti pensatori e scienziati del passato, convinti dellesistenza al mondo di tre soli continenti, lEuropa, lAsia e lAfrica. Ramusio nel suo Discorso ricord che in realt un filosofo del passato non aveva commesso tale errore: Platone infatti, nel Timeo, parl della storia dellisola Atlantide, racconto che, fino alla scoperta dellAmerica, era stato interpretato come una storia allegorica, mentre limpresa di Colombo avrebbe fatto ipotizzare una presunta veridicit del testo
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Giovanni Battista Ramusio, Navigazioni e viaggi, Torino, Einaudi, 1985, vol. V, pp. 12-13.

platonico. Ad ogni modo, la comparsa del continente americano impose la formazione di una nuova concezione del mondo. Si pass da una visione statica, in cui lEuropa occupava una posizione centrale e predominante, alla concezione di un mondo in graduale espansione, grazie alla continua scoperta di nuove terre in cui il continente europeo perse con il passare del tempo parte della sua supremazia culturale. Tra il XV e XVII secolo giunse dal Nuovo Mondo una gran quantit di notizie, sulla cui base luomo europeo inizi a formarsi una prima idea dellAmerica. Nelle cronache dal Nuovo Mondo erano ad esempio molto diffusi immagini ed elementi appartenenti alla tradizione letteraria medioevale, come le descrizioni di paesaggi idillici o personaggi leggendari e mitologici. E, insieme alle descrizioni reali, anche queste immagini hanno contribuito alla formazione dell idea dellAmerica nella coscienza europea. Inizialmente la notizia della scoperta venne diffusa in Europa grazie ai carteggi tra intellettuali e personaggi importanti dell'epoca. Il primo documento in assoluto risulta essere la lettera di Colombo a Luis de Santngel e a Gabriel Snchez del 15 febbraio 14932, la quale stata in seguito diffusa in tre versioni italiane, fatto che indica il grande interesse che l'avvenimento doveva aver suscitato in Italia. Di particolare importanza sono da considerarsi anche le lettere del grande umanista italiano Pietro Martire d'Anghiera che gi
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In AA.VV., Raccolta di Documenti e Studi pubblicati dalla R. Commissione Colombiana pel quarto centenario dalla scoperta dell'America, Roma, 1892-96, parte I, vol. I, pp. 124-26.

il 14 maggio 1493 scrisse al conte Giovanni Borromeo del ritorno di Colombo dalle Indie con molte prove dell'esistenza di cose preziose, specialmente di oro. In una lettera del 1 novembre dello stesso anno Pietro Martire era gi convinto che Colombo avesse scoperto un nuovo mondo e accenn al fatto di aver iniziato a scrivere dei libri sulla scoperta. Oltre a Pietro Martire, vissuto per molto tempo in Spagna, prima al seguito del nobiluomo Lpez de Mendoza e quindi come membro del Consiglio delle Indie, furono molti gli italiani che si interessarono alla scoperta: in effetti nei primi tempi l'Italia ebbe una grande importanza in Europa come centro di irradiazione delle notizie provenienti dall'America, almeno per tutto il periodo in cui a compiere le esplorazioni. nel Nuovo Mondo furono navigatori italiani come Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci, Giovanni da Verrazzano. Nella penisola la notizia della scoperta circol molto rapidamente gi dal mese di aprile del 1493 per tutte le citt pi importanti, a Roma, cos come a Firenze, Mantova e Milano, come ci documentato da una fitta corrispondenza tra intellettuali, ambasciatori, religiosi e nobiluomini delle varie citt italiane che ha come oggetto proprio l'impresa di Colombo. In tutti questi documenti viene riproposta l'immagine che delle nuove terre aveva diffuso il genovese: isole dalla vegetazione verdeggiante, ricche di oro, spezie e uomini timidi e propensi ad essere cristianizzati, che hanno visto in Colombo e nei suoi compagni delle
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divinit. Per quanto riguarda Vespucci bisogna ricordare la grande diffusione che ebbero gli scritti apocrifi a lui attribuiti, pubblicati con il titolo Mundus Novus, cui segu la vera relazione dei viaggi da lui compiuti, contenuta in tre lettere scritte tra il 1500 e il 1502 che sono state riconosciute come autentiche. Negli anni '30 si era ormai in gran parte esaurita l'attivit dei navigatori italiani e parallelamente venne meno l'interesse dell'Italia per l'America. Alle testimonianze sulla scoperta si sostituirono, come era logico che avvenisse, le relazioni sulla successiva opera di conquista e, dal punto di vista religioso, di evangelizzazione. In Italia l'informazione su ci che avveniva nel Nuovo Mondo rimase affidata soprattutto alle relazioni dei religiosi, francescani e domenicani, mentre le opere dei conquistadores fino alla met del '500 ebbero una scarsa divulgazione: vennero pubblicate soltanto le versioni in latino e in italiano della seconda relazione di Hernn Corts3, apparse nel 1524, e la traduzione del Sumario de la natural y general historia de las Indias di Gonzalo Fernndez de Oviedo4 del 1534. Dal 1550 in poi il principale divulgatore di informazioni sull'America fu senza dubbio il Ramusio, che nella sua opera De navigatione et viaggi5, apparsa tra il 1550 e il 1559, oltre che della scoperta dell'America, si occupa anche
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Hernn Corts, Preclara de Nova maris Oceani Hispania narratio, Norimberga, 1524; H. Corts, La preclara narratione di Ferdinando Cortese della nuova Hispagna del mare Oceano, Venezia, 1524. Edizione moderna: Anahuac, ovvero la Conquista del Messico: testi di Hernn Corts e di un anonimo conquistatore, Milano, F.M. Ricci, 1994. 4 Gonzalo Fernndez de Oviedo, Summario de la naturale et general historia de l'Indie Occidentali, Venezia, 1534. Edizione moderna: Palermo, Sellerio, 1992 5 Giovanni Battista Ramusio, De navigatione et viaggi, Venezia, 1559.

delle spedizioni di esplorazione compiute negli altri continenti. Nella parte riguardante l'America, Ramusio inser la sua traduzione delle opere di Pietro,di Gonzalo Fernndez de Oviedo e di Hernn Corts. La monumentale opera del Ramusio ebbe un grande successo e probabilmente pu essere considerato il testo sul quale si basarono tutte le opere italiane sul Nuovo Mondo pubblicate nel periodo che va dalla seconda met del XVI fino a tutto il XVII secolo. In seguito vennero tradotti anche gli altri testi spagnoli scritti dagli stessi conquistadores: la Historia general de las Indias di Francisco Lpez de Gmara6 la Historia del Per di Pedro Cieza de Len7, tradotte da Agostino de Cravaliz, Historias de la vida y los hechos del almirante don Cristbal Coln di Fernando Colombo8, opera di Alfonso Ulloa. La seconda met del '500 fu quindi caratterizzata da un grande interesse per il Nuovo Mondo, ma bisogna sottolineare che c'era una differenza rispetto alle notizie dellepoca immediatamente successiva alla scoperta. I viaggiatori italiani del primo periodo, infatti, avevano mostrato le nuove terre con una maggiore naturalezza ed obiettivit, dovute alla meraviglia e allo stupore provati di fronte a tante cose sconosciute.Le relazioni dei conquistadores, invece, erano solitamente caratterizzate da una visione pi disincantata e
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Francisco Lpez de Gmara, La historia generale delle Indie occidentali, Roma, 1556. Pedro Cieza de Len, La prima parte dell'istorie del Per, Roma, 1555. Edizione moderna: Pedro Cieza de Len e il "Descubrimiento y conquista del Per", a cura di F. Cant, Roma, Ist. storico italiano per l'et moderna, 1979 8 Fernando Colombo, Le historie della vita e dei fatti dell'Ammiraglio don Cristoforo Colombo, Venezia, 1571. Edizione moderna: Roma, Ist. Poligrafico e Zecca dello Stato, 1990.

interessata del Nuovo Mondo, in funzione degli interessi dell'Impero. Anche la visione della realt delle popolazioni indigene e dell'opera di conquista era poco obiettiva. Se si pensa poi alla mancata traduzione e pubblicazione in Italia di opere come quelle di Bartolom de las Casas, tradotte solamente dopo il 1626, che denunciavano gli aspetti negativi della conquista, si pu comprendere la posizione filospagnola assunta dagli intellettuali italiani. Della fine del XVI secolo sono alcune opere che hanno in comune il fatto di presentare un'immagine negativa degli indigeni, che sono visti come bestiali e immorali. La visione negativa degli indigeni una caratteristica comune a buona parte della produzione italiana sull'America della seconda met del Cinquecento. Nell'Italia della Controriforma prevaleva l'ideale di una societ razionalmente ordinata e quindi la superiorit dell'Europa rimaneva indiscussa, mentre tutto ci che era legato alla natura e ad un disordine sociale era guardato con sospetto. Inoltre, nell'epoca della Controriforma, la rigida morale cattolica determin il persistere nella coscienza italiana dell'idea che gli abitanti del Nuovo Mondo fossero soggetti a forze malefiche e demoniache, per il fatto di essere dediti allidolatria, e quindi non idonei ad entrare nel mondo cristiano. Come si vedr nei capitoli successivi, il tema del Nuovo Mondo visto come luogo dominato da Satana, fino all'arrivo degli europei e alla diffusione della vera fede, ebbe un grande riscontro nelle opere poetiche: nei poemi su Cristoforo Colombo
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proprio il Diavolo che si oppone alla spedizione, costringendo la flotta ad affrontare numerosi ostacoli al fine di evitare che il Cristianesimo giunga nel Nuovo Mondo. Nel XVII secolo la distanza tra l'Italia e il continente americano divent ancora pi ampia, e ci fu determinato soprattutto dalla progressiva esclusione della penisola da rapporti diretti con il Nuovo Mondo, che erano ormai monopolio dei paesi colonizzatori. Nell'Italia del '600 il tema americano stato argomento di trattati, come le opere di storia e di geografia, e, in ambito letterario, di poemi. L'attenzione per quanto riguardava i viaggi e le missioni sembrava essere rivolta verso il mondo orientale, con cui l'Italia aveva da secoli fitti rapporti commerciali e culturali e la cui realt era stata gi da tempo assimilata nell'immaginario collettivo italiano. Per quanto riguarda le relazioni dei missionari, che, a causa del monopolio da parte della sede papale, rimasero in gran parte inedite, bisogna rilevare la loro attenzione per particolari che suscitassero nel lettore meraviglia, come i miracoli e le conversioni di massa, oppure che ribadissero ancora una volta il motivo dell'America posseduta dal Demonio. In conclusione, il tema americano in Italia sembrava essere noto soprattutto al pubblico colto, nella cui coscienza l'idea del nuovo continente, seppure con caratteristiche proprie, era molto presente, mentre al grande pubblico l'immagine dell'America era ancora estranea e confusa.

Capitolo I La fortuna di Cristoforo Colombo nella poesia italiana . La figura di Cristoforo Colombo in Europa stata argomento di molte opere poetiche: limmagine delleroe che era riuscito a realizzare unimpresa incredibile si prestava perfettamente alle celebrazioni dei poeti, e ha suggerito il paragone con gli eroi, storici o mitici, del passato. In Italia di Colombo sono state esaltate le origini, fatto che permetteva ad ogni poeta di celebrare le glorie italiane passate e presenti: lautore del componimento in genere ricordava i meriti del signore che lo ospitava a corte. Pur con minore incisivit, stata celebrata anche limpresa scientifica: la figura del navigatore genovese stata paragonata ad altri personaggi che hanno contribuito a rivoluzionare lantica visione del mondo, come Galileo Galilei. Altri poeti, di tendenza filospagnola, cantavano la spedizione di Colombo solo al fine di lodare loperato dei sovrani spagnoli, attribuendo loro, prima che al genovese, il merito della scoperta. Qualunque fosse il fine della celebrazione, le testimonianze poetiche dellimpresa dimostravano comunque quanto la notizia della scoperta di un Nuovo Mondo avesse colpito anche i poeti, che la ritenevano importante e degna di essere tradotta in versi. Come si vedr, il grande successo del tema della scoperta nellambito dellepica ha
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portato ad una progressiva mutazione dellevento: il fatto di essere argomento di opere poetiche, e soprattutto di opere di un genere tradizionalmente fantastico come lepica, ha inevitabilmente trasferito la scoperta, Colombo e lAmerica stessa in una dimensione diversa da quella reale. Il progressivo passaggio dellimpresa di Colombo da evento storico a racconto letterario un fenomeno di grande interesse che verr dimostrato e spiegato nella trattazione. Nel

1530 venne pubblicato a Verona il Syphilis sive morbi Gallici libri tres, poema in latino del medico Girolamo Fracastoro9 sulla sifilide, detta anche mal francese. Fracastoro, che sosteneva la tesi che la malattia fosse stata portata dallAmerica dagli esploratori europei, scrisse il poema per proporre lutilizzazione del guaiaco (o legno santo), una pianta americana, come rimedio per curare il male. Il poema ebbe grande diffusione e il rimedio di Fracastoro divenne famoso. Lopera di Fracastoro, oltre che per le indicazioni sulla cura contro la sifilide, importante anche per la parte riguardante Colombo e il suo viaggio. il frammento poetico sulla scoperta pi lungo e pi interessante che sia stato scritto nella prima met del 500. Nella tradizione poetica colombiana il brano costituisce il primo esempio di manipolazione della realt storica trasmessa dalle fonti, a favore di una trattazione dellargomento secondo i canoni della poesia epica. Fracastoro, infatti,
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Girolamo Fracastoro, Syphilis sive morbi Gallici libri tres, Verona, 1530.

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inserisce nel racconto elementi tratti dalla mitologia e soprattutto dalle opere di Virgilio, le Georgiche e lEneide. Colombo viene trasformato dal poeta in un personaggio epico, accostato ad Enea e a Giasone, ed evidente che in un simile contesto la fedelt ai fatti realmente accaduti sia meno rigorosa. La partenza della spedizione non avviene da Palos, bens da Gibilterra, per stabilire subito un legame tra limpresa e le mitiche Colonne dErcole. Nel regno di Nereo, lOceano, le navi viaggiano accompagnate da numerose Nereidi, le ninfe del mare. Fracastoro presenta Colombo come un uomo che stato scelto dal fato per guidare la spedizione nel Nuovo Mondo. Un ulteriore legame tra leroe e le divinit pagane evidente quando quando Colombo prega la Luna, affinch, dopo due mesi di navigazione, lo faccia finalmente approdare alla terra sospirata. Il fatto che Colombo, invece di pregare Dio, chieda aiuto alla Luna, naturalmente un altro elemento dellep ica tradizionale inserito nel racconto storico. Delle isole scoperte vengono descritti i boschi, le foreste ombrose e soprattutto un fiume che porta al mare sabbia doro. Appena scesi a terra, i marinai, secondo Fracastoro, salutano le ninfe indigene e il Genio del luogo. Luccisione, da parte degli europei, dei coloratissimi pappagalli, la causa, secondo Fracastoro, dellinsorgere della sifilide in quanto un uccello superstite, per vendetta, li maledice, predicendo loro un futuro di guerre, grandi sforzi e morte. La malattia viene considerata dal medico veronese una
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punizione caduta dal cielo per far espiare agli scopritori i loro peccati. questo il motivo per cui egli racconta la scoperta. La fonte Della Corte della narrazione di Fracastoro fu quasi sicuramente lopera di Pietro Martire, anche se evidente che la ricerca delle fonti di Fracastoro fortemente impedita dallinterpretatio Vergiliana con la quale egli deforma gli avvenimenti, troppo impegnato ad omologare Colombo ad un eroe antico, come Giasone, come Ulisse o come Enea, tanto da non curare la verosimiglianza storica. Tra gli elementi che vengono modificati, c quello importantissimo della religiosit, che da cristiana cattolica diventa pagana: se si considera quanto il fattore religioso fu determinante per la scoperta e nella successiva opera di conquista, si pu ben comprendere come il cambiamento possa aver deformato il valore originario dellavvenimento. Nellopera di Fracastoro, quindi, levento storico stato adattato ad un modello letterario preesistente ed utilizzato per spiegare la provenienza della sifilide, malattia che poi rimane il tema principale del poema. 1.1 Ariosto e Tasso, fautori della fortuna di Cristoforo Colombo nella poesia epica. La proposta poetica di Fracastoro venne completata dal successivo contributo dei due pi importanti poeti del XVI secolo, Ludovico Ariosto e Torquato Tasso, i quali diedero allimpresa di Colombo una maggiore dignit poetica, indicando largomento come adatto ad essere
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cantato anche dalla poesia epica. Tuttavia, i due grandi poeti si sono limitati a qualche breve allusione sulla scoperta e non hanno fornito, in un poema vero e proprio, degli esempi concreti sul modo in cui levento potesse essere narrato. La citazione sulla scoperta di Ariosto appare nella sua opera pi importante, lOrlando Furioso10. Nel XV canto, Ariosto fa compiere ad Astolfo un viaggio dallOriente, dove rimasto per lungo tempo in esilio, fino alla sua patria, lInghilterra. Durante il viaggio, viene chiesto ad Andronica, una maga che accompagna il cavaliere, se sia possibile arrivare dallIndia fino in Europa senza mai toccare terra. Andronica risponde che, nonostante le antiche credenze sostengano che nellemisfero sud lOceano Atlantico e Indiano non sono uniti, bens separati dalla terra, in realt il mare circonda tutti i continenti. Ma gli eventi, prevede Andronica, cambieranno le idee. Ma volgendosi gli anni, io veggio uscire da lestreme contrade di ponente nuovo Argonauti e nuovi Tifi, e aprire la strada ignota infin al d presente.11 Nelle due strofe successive, la maga parla della scoperta dellAmerica: altri lasciar le destre e le mancine rive che due per opra Erculea fersi; e del sole imitando il camin tondo,
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Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, Milano-Napoli, Ricciardi, 1954. Id., op. cit., canto XV, str. 21, vv. 1-4.

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ritrovar nuove terre e nuovo mondo. Veggio la santa croce, e veggio i segni imperial nel verde lito eretti.12 Poco pi avanti Ariosto fa un aperto elogio al sovrano spagnolo: che vorr porre il mondo a monarchia, sotto il pi saggio imperatore e giusto che sia o sar mai dopo Augusto. [...] ma dogni terra e quinci e quindi estrema, che mai n al sol n allanno apre il sentiero: e vuol che sotto a questo imperatore solo un ovile sia, solo un pastore.13 Nella strofa successiva, Andronica cita Hernn Corts: Veggio Ernando Cortese, il quale ha messo nuove citt sotto i cesarei editti.14 Come si pu vedere, Ariosto non cita neanche il nome di Colombo, ma parla soltanto di altri che hanno oltrepassato le Colonne dErcole e hanno trovato un Nuovo Mondo, e di una croce innalzata insieme alle insegne imperiali. Quindi passa immediatamente a celebrare il re e soprattutto lopera di conquista, con i capitani che lhanno portata avanti,

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Id., op. cit., canto XV, str. 22, vv. 5-8; str. 23, vv. 1-2. Id., op. cit., canto XV, str. 24, vv. 6-8; str. 26, vv. 5-8. 14 Id., op. cit., canto XV, str. 27, vv. 5-6.

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primo fra tutti Corts, che viene citato come un novello condottiero. Bisogna dire che Ariosto riserva una certa attenzione almeno al problema del contrasto fra la cosmologia antica e le nuove scoperte e rileva il cambiamento che questultime imposero al pensiero scientifico e filosofico.Il contributo dato dal Tasso di tono e andamento diverso. Tasso non scrisse mai un poema che potesse essere inserito nel corpus americano ma, indubbiamente, fu influenzato dalle nuove scoperte geografiche. Nel XV canto della Gerusalemme Liberata15, Ubaldo e Rinaldo partono per un viaggio che li condurr attraverso il Medio Oriente e lAfrica, fino a passare lo stretto di Gibilterra. Come nellepisodio dellOrlando, anche qui uno dei viaggiatori, Ubaldo, domanda alla Fortuna, che li guida nel loro percorso, se ci sia gi stato qualcuno che prima di loro abbia passato le Colonne dErcole, e se oltre il mare ci siano terre e abitanti. La Fortuna racconta il viaggio di Ulisse: Ei pass le colonne e per laperto mare spieg de remi il volo audace: ma non giovogli esser ne londe esperto, perch inghiottillo locen vorace: e giacque col suo corpo anco coperto il suo gran caso, chor tra voi si tace. Saltri vi fu da venti a forza spinto,
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Torquato Tasso, Gerusalemme Liberata, Torino, Einaudi, 1961

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o non tornonne, o vi rimase estinto.16 Quindi, parla delle migliaia di isole e regni che si trovano oltre lOceano. Le popolazioni, dice sempre la Fortuna, diversi han riti, e habiti, e favelle. Altri adora le belve: altri la grande comune madre: il Sole altri, e le stelle.17 A questa affermazione Ubaldo domanda se sia possibile che Dio abbia abbandonato questi popoli e non vi abbia introdotto la vera fede. La Fortuna risponde che non sar per molto e prevede che: Tempo verr, che fian dHercole i segni favola vile ai naviganti industri: e i mar riposti, hor senza nome, e i regni ignoti, ancor tra voi saranno illustri. Fia, che l pi ardito allhor di tutti i legni quanto circonda il mar circondi, e lustri: e la terra misuri, immensa mole, vittorioso, e emulo del Sole. Un huom de la Liguria avr ardimento a lincognito corso esporsi in prima: n l minaccievol fremito del vento, n linhospito mar, n l dubio clima,
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Id., op. cit., canto XV, str. 26, vv. 1-8. Id., op. cit., canto XV, str. 28. vv. 2-4.

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n saltro di periglio, o di spavento pi grave, e formidabile hor si stima; faran, che l generoso entro a i divieti dAbila angusti, lalta mente accheti. Tu spiegherai, Colombo, a un nuovo polo lontane s le fortunate antenne, cha pena seguir con gli occhi, e mille penne Canti ella Alcide, e Bacco, e di te solo basti a posteri tuoi, chalquanto accenne: ch quel poco dar lunga memoria di poema dignissima, e dhistoria.18 Questi ultimi versi furono fondamentali per la successiva fortuna di Colombo nella poesia epica italiana. Tasso dichiar che limpresa era degnissima di essere cantata in un poema, e questo invito venne raccolto da molti poeti che, tra la fine del XVI e la prima met del XVII secolo, scrissero o almeno tentarono di scrivere un poema dedicato interamente alla scoperta. Ha avuto fortuna anche il paragone tra Ulisse e Colombo, accomunati dallaudacia nellintraprendere un simile viaggio verso lignoto e dalla convinzione nelle proprie idee. importante notare che proprio questo accostamento fra un personaggio storico, come Colombo, e un eroe frutto dellinvenzione poetica, come Ulisse, avrebbe dato
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Id., op. cit., canto XV, str. 30, 31, 32.

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allAmmiraglio una nuova connotazione, permettendo al personaggio di entrare in una dimensione estranea alla storia, e di diventare leroe di un poema epico.

1.2Cristoforo Colombo nella poesia lirica. Passando alla poesia lirica, non si pu non citare un poeta come Gabriele Chiabrera, autore nel 1591 di una famosa canzone, intitolata Per Cristoforo Colombo. Chiabrera era savonese e fu uno dei sostenitori dellipotesi che il navigatore non fosse di Genova, bens di Savona. A conferma di questo, la canzone esordisce con un elogio alla citt ligure, per poi passare a parlare di Colombo: E qual sentier su per lOlimpo ardente Al tuo Colombo mai fama rinchiude?19 Il poeta esalta la convinzione nelle proprie idee del navigatore e il fatto che non si sia fatto scoraggiare da ostacoli esterni: Ma le bellalme alle bellopre elette Sanno gioir delle fatiche eccelse; N biasmo popolar, frale catena, Spirito donore, il suo cammin raffrena:20 Chiabrera ricorda che nessuno aveva creduto a Colombo:
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Gabriele Chiabrera, Per Cristoforo Colombo, in Fulvio Bianchi, Chiabrera e Colombo: Trovar Nuovo Mondo o affogare, in AA.VV., Columbeis I, Universit di Genova, Fac. di Lettere e Fi losofia, 1986, pp. 158-159, vv. 13-14. 20 Id., op. cit., vv. 21-24.

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Schernendo il vulgo, e seco i Regi insieme, Nudo nocchier, promettitor di Regni.21 E, nonostante tutto, intraprese la spedizione verso lignoto: Ma per le sconosciute onde marine Linvitta prora ei pur sospinse al fine. Qualuom, che torni alla gentil consorte, Talei da sua magion spieg lantenne; LOcean corse, e i turbini sostenne, Vinse le crude immagini di morte; Poscia dellampio mar spenta la guerra, Scorse la dianzi favolosa terra.22 Il poeta mostra inoltre quanto fu importante per Colombo la diffusione della fede cristiana nelle nuove terre, di cui lui stesso fu il primo promotore: N men ratto per laria erge sublime, Segno del Ciel, linsuperabil Croce; E porge umile esempio, onde adorarla Debba sua gente; [...]23 La canzone si conclude con la certezza che Colombo, per le sue virt, non verr dimenticato.Il ritratto presentato da Chiabrera mette in risalto

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Id., op. cit., vv. 27-28. Id., op. cit., vv. 29-36. 23 Id., op. cit., vv. 39-42.

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le doti del navigatore, la sua audacia e convinzione che innalzeranno il suo nome per molto tempo. Tra le pi note poesie su Cristoforo Colombo, senzaltro da ricordare un madrigale del filosofo calabrese Tommaso Campanella: Cristoforo Colombo, audace ingegno, fa fra due mondi a Cesare ed a Cristo ponte, e delloceano immenso acquisto. Vince di matematici il ritegno, de poeti il disegno, de fisici e teologi, e le prove dErcol, Nettuno e Giove. E pur vil Tifi in ciel gli usurpa il regno, n par che a tanto eroe visto aver giove e corso pi con la corporea salma, che col pensier veloce altri dellalma.24 Campanella ammira Colombo per aver rivoluzionato le credenze scientifiche e teologiche dellepoca con la sua impresa e, a questo accosta riferimenti alla mitologia, che racconta di prove incredibili, superate anchesse dallancora pi incredibile scoperta di un Nuovo Mondo. Gli ultimi versi ricordano che Colombo ha realizzato fisicamente quel che filosofi e poeti avevano immaginato solo col
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Tommaso Campanella, AglItaliani che attendono a poetar con le favole greche, in Opere letterarie, a cura di L. Bolzoni, Torino, UTET, 1977, pp. 196-197

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pensiero. Eppure, dalle parole del Campanella traspare lamarezza per il mancato riconoscimento del vero valore dellimpresa. Campanella fu affascinato dalla tematica della scoperta e parl del suo significato in ambito filosofico in opere come la Poetica o la Citt del Sole25. Egli auspic lunificazione dei popoli sotto ununica legge, civile e religiosa. Si interess del modo di vivere delle popolazioni native americane, naturale, eppure cos vicino al Cristianesimo, e vide in questo una conferma del fatto che la vera legge del mondo la cristiana. Il filosofo non vedeva quindi il motivo di imporre la religione agli indigeni. Risulta evidente che la lirica del XVII secolo aveva ormai stabilito degli elementi fissi. Lesaltazione dellaudacia e della sicurezza dellAmmiraglio spesso stata utilizzata al fine di celebrare le doti morali proprie degli italiani e, infine, lintroduzione del Cristianesimo in America ha consentito di dare alla narrazione forti connotazioni religiose, in linea con la morale controriformistica dellepoca.

1.3Citazioni colombiane. Le opere di uno dei maggiori poeti italiani del 600, Giambattista Marino, contengono citazioni colombiane. NellAdone26 sono presenti

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Tommaso Campanella, Tutte le opere, a cura di L. Firpo, Milano, Mondadori, 1954. Giambattista Marino, Adone, Venezia, Giacomo Sarzina, 1623. Edizione moderna: Milano, Mondadori, 1976.

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ben tre allusioni alla scoperta, di cui una, la pi famosa, stabilisce un paragone tra Colombo e Galileo: Aprendo il sen delocean profondo, ma non senza periglio e senza guerra, il ligure argonauta al basso mondo scoprir novo cielo, e nova terra. Tu del ciel, non del mar Tifi secondo, quando gira spiando, e quando serra senza alcun rischio, ad ogni gente ascose scoprirai nove luci e nove cose.27 Entrambi furono scopritori, si avventurarono in universi sconosciuti alla ricerca del nuovo, ed proprio sullaggettivo novo che indugia il Marino. La differenza fra i due che Colombo, navigatore delloceano, dovette affrontare difficolt e pericoli, mentre Galileo, navigatore del cielo, esplor lignoto col telescopio senza correre rischi nella sua ricerca. La seconda allusione presente nel V canto del poema: Somiglia il domator deloceano quando dalto stupore ingombro il petto, vide primiero in region remote meraviglie novelle e genti ignote.28

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Id., op. cit., canto X, str. 45. Id., op. cit., canto V, str. 8, vv. 5-8.

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che allinterno di una similitudine tra lo stupore di Adone, entrato nel Palazzo dAmore, e la meraviglia del genovese di fronte a terre sconosciute. Si deve ricordare che, da Colombo in poi, proprio la meraviglia fu uno degli elementi ricorrenti nelle cronache della scoperta. La terza citazione soltanto unallusione al fatto che Colombo dallAmerica non riport le tante ricchezze di cui i poeti hanno favoleggiato. In altre due opere il Marino accenna a Colombo: nella Galeria29, in cui viene nuovamente paragonato a Galileo, Varc poscia il ligustico guerriero del forte Alcide le prescritte mete; e scoverse per vie strane e secrete novo ciel, nova terra e novo impero.30 La figura di Colombo la protagonista del brano dedicato alla scoperta, contenuto nel poema Il conquisto di Granata di Girolamo Graziani31, pubblicato a Modena nel 1650. lo stesso genovese a narrare la propria impresa: infatti egli si unisce ai Cristiani che si stanno dirigendo in Spagna per dare lassalto a Granata. Colombo appare per la prima volta nelle vesti di personaggio di un poema. Prima dellarrivo di Colombo, c una profezia di un eremita, che predice ad Ernando, protagonista del

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Giambattista Marino, La Galeria, Venezia, Ciotti, 1619. Edizione moderna: in AA.VV., Marino e i marinisti, a cura di G. G. Ferrero, Milano-Napoli, Ricciardi, 1954, pp. 573-610. 30 Id., op. cit., sonetto XXVII Galileo Galilei, vv. 5-8. 31 Girolamo Graziani, Il conquisto di Granata, Modena, Bartolomeo Soliani, 1650. Edizione moderna: in AA.VV., Parnaso italiano, Venezia, 1834, vol. II.

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poema, il trionfo nel Nuovo Mondo. Leroe simbolo dei conquistadores spagnoli: Gi scende in terra e fi trionfa Ernando Di nazione indomita e feroce, E cede al suo consiglio ed al suo brando De lIndia estrema ogni remota foce. De la Spagna col regna il comando; Adorata col regna la Croce; Doma il forte guerrier con varie strafi Mostri perversi, e popoli malvagi.32 Ernando conquista il Messico e sconfigge i Cannibali: nella descrizione, a dimostrazione dellavvenuta introduzione di particolari provenienti dalla tradizione epica e dallimmaginario non precisamente americano, c una mescolanza di elementi veri e inventati: A la virt dErnando invano oppone Il Messico superbo acque stagnanti, E lindico tiranno invan dispone Arcieri ignudi, e macchine vaganti. Tutto abbatte e distrugge il gran campione, Vince le belve, supera i giganti; I Canibali espugna, e a terra spande
32

Id., op. cit., canto XXI, str. 124.

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Di sacrilega mensa empie vivande.33 Elimina i culti idolatri, trova miniere, e porta tra gli indios le civili leggi spagnole: Introduce col nuove maniere Di nuove leggi, e di quel grande acquisto Dona i regni a la Spagna, e lalme a Cristo.34 Dopo questo esplicito omaggio alla forza dellimpero spagnolo, Graziani nel canto successivo parla di Colombo, il cui arrivo annunciato dal demone Idragorre, che lo considera suo acerrimo nemico, avendo il genovese introdotto il Cristianesimo. Colombo arriva nellisola e inizia a raccontare il suo viaggio. un angelo che a Palos gli rivela lesattezza delle sue intuizioni sullesistenza dellAmerica. Il racconto segue realisticamente le varie tappe della traversata, rifacendosi alle fonti: lapprodo alle Canarie, la ribellione dei marinai, le promesse di tesori, le preghiere, lentrata nel Mar dei Sargassi, la tempesta. Quando appaiono dei minacciosi animali marini: foche immense, orche funeste Sorgono contra noi [...] Balene e tiburoni [...]35 Colombo alza la croce su di loro e i mostri si inabissano.

33 34

Id., op. cit., canto XXI, str. 125. Id., op. cit., canto XXI, str. 126, vv. 6-8. 35 Id., op. cit., canto XXII, str. 39, vv. 5-7.

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Graziani fa agire Colombo come personaggio del suo poema: egli, infatti, partecipa allassalto di Granata, e il suo contributo risulta determinante per la vittoria dei Cristiani. Questa un importante indizio della visione che aveva Graziani della figura di Colombo: per il poeta egli stato il simbolo del trionfo della fede nelle terre sottomesse agli infedeli, e in questo senso Granata poteva essere considerata sullo stesso livello dellAmerica, e solo Colombo poteva intervenire a salvarla. Il contributo di Graziani appare di chiara matrice controriformistica: il poeta narra le imprese di guerrieri cristiani come se si trattasse di crociati e Colombo ha soprattutto il ruolo di portare il Cristianesimo in America.. Inoltre, anche Graziani ricorso ad elementi fantastici, sovrapponendoli alloriginale realt americana: si tratta di personaggi ed ambientazioni ricavate dalla tradizione epica classica. 1.4 I poemi epici di argomento americano Nel XVII secolo si ebbe una grande fioritura di poemi epici sulla scoperta, su Cristoforo Colombo e su Amerigo Vespucci. Questi argomenti, tuttavia, nella poesia epica ebbero fortuna soltanto nella prima met del secolo. Tutte le opere di cui si ha notizia, infatti, sono concentrate in un arco di tempo abbastanza ristretto, che va dal 1602 al 1650. Quel che occorre sottolineare, che la grande fioritura di poemi nel periodo in questione fu certamente dovuta allo spirito di emulazione dei poeti: che furono in contatto tra loro. Lepoca in cui queste opere
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vennero prodotte, oltre un secolo dopo levento storico di cui parlano, determin il modo in cui largomento viene trattato: sono opere che rielaborano levento e lo integrano con altre vicende avvenute successivamente. Nei poemi epici, poi, linserimento di elementi fantastici era inevitabile. I poeti che componevano unopera di questo genere avevano lesigenza di seguire la tradizione, dallOdissea allEneide, dai poemi cavallereschi fino ai pi recenti capolavori di Ariosto e Tasso. I poeti che cantarono epicamente la scoperta, pur essendo questa un avvenimento storico documentato, sentendosi in dovere di emulare i loro modelli, introdussero nel racconto molti elementi fantastici e altri che tradizionalmente erano presenti nellepica: dai maghi diabolici agli animali giganteschi, dalle donne travestite da cavalieri alle drammatiche vicende amorose. Un intero mondo fantastico e leggendario venne trasferito in America. Del resto, il Nuovo Mondo era proprio il luogo adatto in cui ambientare vicende a met strada fra storia e immaginazione. Il primo poema prodotto nel 600 risulta essere il Colombo36, scritto dal gi citato Giovanni Villifranchi e pubblicato nel 1602. Si tratta di un breve frammento, di appena 53 pagine, dedicato allo scopritore. Nel 1622 venne stampato a Parigi lOceano di Alessandro Tassoni37, in unedizione che comprendeva anche la Secchia rapita,

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Giovanni Villifranchi, Copia del primo e del secondo Canto del Colombo, Firenze, Semartelli, 1602. Alessandro Tassoni, Il primo Canto dellOceano, in La Secchia rapita, poema eroicomico dAndrovinci Melisone... Aggiuntovi in ultimo il primo Canto dellOceano del Medesimo Autore,

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famoso poema eroicomico dello scrittore modenese. Nelledizione moderna dellopera, al primo canto dellOceano stata anteposta una famosa lettera del poeta ad un amico, che tratta della materia del Mondo Nuovo. Lamico cui indirizzata la lettera potrebbe essere Agazio di Somma, autore, come viene affermato allinizio dellepistola, di due canti di un poema sulla scoperta. Tassoni esprime un giudizio sui due canti, e, dalla critica allopera dellamico, prende spunto per esporre la sua opinione su come avrebbero dovuto essere scritti i poemi su questo argomento. Il giudizio dato al frammento prodotto dallamico positivo per quanto riguarda lo stile, ma negativo sul contenuto: ha premuto pi ne concetti inutili che nelle cose essenziali; e seguita [...] la via degli altri che trattano questa benedetta materia del Mondo Nuovo; che non sono pochi. Per ci che, oltre il Cavalier Stigliani che nha gi dati fuori venti canti, e il Villifranchi chavea ridotto a buon segno il suo poema quando mor; io so tre altri che trattano anchessi eroicamente listesso soggetto.38 Tutti questi poeti, dice Tassoni, hanno imitato la Gerusalemme e lEneide, ma nessuno si ricordato dellOdissea: secondo il poeta modenese il modello pi adatto per un poema su Colombo, perch narra di un viaggio, mentre gli altri parlano soprattutto di guerre e di

Parigi, Tussan Du Bray, 1622. Edizione moderna: A. Tassoni, LOceano, in La Secchia rapita, lOceano..., Bari, Laterza, 1930, pp. 259-285 38 Alessandro Tassoni, op. cit., p. 262.

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vicende amorose. Colombo non aveva un esercito, n si trov di fronte dei nemici armati e bellicosi. Inoltre, prosegue sempre Tassoni, non corretto introdurre nel Nuovo Mondo popolazioni che non esistevano nella realt, n trasportare dallEuropa le donne. Permette per che si racconti, come nellOdissea, di demoni, mostri e incantesimi. Al termine della lettera, Tassoni dichiara di aver inviato anche una copia del suo Oceano. una dimostrazione di quanto si detto circa lo scambio delle opere tra i letterati dellepoca. Lamico cui probabilmente indirizzata questa epistola, Agazio di Somma, pubblic nel 1624 i due canti dellAmerica39, cui fa riferimento Tassoni. Del 1628 la versione definitiva dellunico poema completo del 600 su Cristoforo Colombo, il Mondo Nuovo di Tommaso Stigliani40. Lultimo poema di argomento americano prodotto nel XVII secolo lAmerica di Girolamo Bartolomei, pubblicato a Roma nel 165041. Lopera dedicata ad Amerigo Vespucci, ma sono presenti dei brani in cui si narra limpresa di Colombo. Tuttavia, bisogna osservare che, per quanto riguarda i titoli, i poemi di argomento americano non hanno lasciato spazio a fraintendimenti: i titoli pi frequenti sono stati Mondo Nuovo e America. Si pu supporre anche che i due nomi, legati

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Agazio di Somma, I due primi canti dellAmerica, Roma, Bartolomeo Zannetti, 1624 Tommaso Stigliani, Il Mondo Nuovo, Roma, Giacomo Mascardi, 1628. 41 Hieron Bartolini vulgo Smeducci, LAmerica, Roma, Ludovico Grignani, 1650

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entrambi a Vespucci, venissero utilizzati per rispetto al navigatore toscano, che comprese che le indie erano in realt un nuovo continente.

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Capitolo II Produzione specifica riguardante la scoperta. 2.1 Il Mondo Nuovo di Giovanni Giorgini Edito a Jesi nel 1596, il primo poema in lingua italiana sulla scoperta e la conquista del Nuovo Mondo. Inoltre, insieme al Mondo Nuovo di Tommaso Stigliani tra le poche opere compiute sullargomento. Il poema composto di 24 canti ed ha unestensione di 306 pagine. Lopera non preceduta dai materiali preliminari: non sono presenti n premesse n licenze. Alla fine del testo, sono stati inseriti un Discorso Breve et Generale sopra il Mondo Nuovo di Agostino Campano da Jesi, e un Avvertimento ai lettori dello stesso autore. Lopera di Giorgini stato il primo poema sulla scoperta ad aver preso a modello lepica cavalleresca. Essa stata citata come poema sulla scoperta dellAmerica anche se, in realt, tratta della conquista. Infatti, il poeta narra il secondo viaggio nel Nuovo Mondo, mentre la scoperta vera e propria viene raccontata solo nel sesto canto del poema. Tuttavia, bisogna precisare che molti particolari dei primi tre canti fanno supporre che largomento del poema sia proprio la scoperta del Nuovo Mondo. Nei canti successivi, risulta invece evidente che in precedenza lAmmiraglio era gi arrivato nelle Indie.

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Nella prima strofa del primo canto, Colombo viene immediatamente celebrato: Canto larme, lardir, lingegno, e larte, E l dotto, esperto, e coraggioso Duce42 Ma, nella terza strofa, dedicata a re Ferdinando, risulta subito evidente la clamorosa manipolazione operata dal poeta sulla realt: Canto il famoso e divin Ferdinando, Che limpresa accett con regal cuore, Arme legnami, e vele accumulando, Se stesso dentro, e l suo proprio valore Pose, sua fida guida seguitando; Molto sofferse, e molto hebbe dolore, Nel mare, e ne la terra aspre battaglie Sostenne: ottenne al fin lalte muraglie.43 Giorgini fa partecipare lo stesso sovrano alla spedizione. Nessuno, fino ad allora, aveva osato togliere il primato a Colombo e, anche in seguito, lidea di Giorgini non venne ripresa da nessunaltra opera sullargomento. Dopo aver celebrato anche Isabella di Castiglia e il principe Filippo, ed aver invocato la Musa della poesia epica, vengono introdotti i primi personaggi soprannaturali: sono le fate, o divinit pagane, cacciate dal Vecchio Mondo molti secoli prima, quando
42 43

Giovanni Giorgini, op. cit., canto I, str. 1, vv. 1-2. Id., op. cit., canto I, str. 3.

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Costantino dichiar il Cristianesimo religione ufficiale dellImpero romano. La fata Apestia annuncia che, essendo loro rimasta soltanto lAmerica, lunica speranza rimasta la distruzione della flotta spagnola che vi si dirige, chiedendo aiuto a Satana. Il viaggio prosegue fra numerosi ostacoli fino al sospirato avvistamento della terra, preceduto da una profezia di Cristo, che annuncia la conquista del Messico e del Per. Questa previsione, posta nel momento dello sbarco degli spagnoli nel Nuovo Mondo, rende subito chiara lintenzione del poeta: narrare soprattutto le conquiste e le imprese eroiche degli europei in America. Lincontro con gli indigeni avviene immediatamente dopo larrivo nelle Indie: E molta gente, chivi era a frontiera Credette ci [...] [...] Che fusser Dei, non come lor mortali. Come sentirno il tuono, e il gran bombo, Che da Cannoni usciva, e colobrine, Qual per vera allegrezza il gran Colombo Fece tirar, fuggian come meschine DIndia le genti [...]44

44

Id., op. cit., canto II, str. 28, vv. 3-4, 8; str. 29, vv. 1-5.

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La prima presentazione delle popolazioni native non molto positiva e rileva comportamenti che per il poeta sono indice di vilt. Per ordine del re, Colombo va alla ricerca di quattro navi perdute e il suo viaggio lo porta ad esplorare le isole dei Caraibi. Avendo fatto partecipare alla spedizione anche il re di Spagna, Giorgini ha dovuto assegnare allAmmiraglio un ruolo diverso rispetto a quello che storicamente ebbe. Egli, infatti, deve obbedire agli ordini del sovrano, e non pu prendere decisioni liberamente. La ricerca delle navi scomparse un espediente per permettere a Colombo di visitare molte delle isole che scopr durante i suoi viaggi. Giorgini inserisce in questa narrazione alcuni particolari che richiamano luoghi, personaggi o episodi effettivamente legati allambito americano: il caso dellapprodo alle isole di Araia45 e Trinit46 dellincontro con Vasco Nugnes di Balboa47 e della descrizione di uneclissi usata per evitare che gli indios si ribellassero.48 In realt Giorgini ha rielaborato il racconto delle cronache, utilizzando questi elementi al fine di arricchire il suo poema. Tuttavia, risulta positiva la sua scelta di ricorrere a particolari tratti dalle cronache, piuttosto che ad episodi completamente estranei. I dati citati, inoltre, dimostrano la buona conoscenza che il poeta aveva dei testi di argomento americano. Giunto

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La penisola di Araya si trova lungo la costa venezuelana, e il genovese la costeggi durante la terza spedizione. 46 Trinidad fu la prima isola scoperta da Colombo durante il terzo viaggio. 47 Nez de Balboa, colui che nel 1513 scopr lOceano Pacifico. 48 Lepisodio accadde veramente, ma le cronache lo collocano nel 1503, in Giamaica

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alla foce del fiume Maragnon49, Colombo apprende da un vecchio saggio di essere approdato alla terraferma, nella parte sud del continente. Il vecchio gli parla quindi dellimpero del Per. La descrizione comprende anche le dimensioni del regno, i sistemi di irrigazione, il riferimento alla capitale, Cusco, e a varie abitudini sociali degli abitanti. Una presentazione tanto particolareggiata di un impero al quale gli spagnoli sarebbero giunti solo molti anni dopo (nel 1528), sovverte ogni ordine cronologico. Lanticipazione di eventi accaduti successivamente un errore in cui sono incorsi molti poeti che hanno cantato i viaggi di Colombo. Ci era dovuto soprattutto al grande intervallo di tempo intercorso tra gli eventi narrati e la composizione dei poemi. Allepoca della stesura dellopera, erano gi avvenute le principali guerre di conquista spagnole (le pi importanti furono combattute contro limpero azteco e limpero inca) e i poeti non poterono esimersi dallinserire nelle loro opere questi eventi, che oltretutto si adattavano perfettamente al genere epico. Giorgini e gli altri autori dei poemi sulla scoperta (e conquista) dellAmerica, non trascurarono nemmeno gli importanti viaggi compiuti da navigatori spagnoli, portoghesi e italiani, come Balboa, Magellano e Vespucci. I poeti operavano una fusione di tutte queste vicende, senza preoccuparsi della precisa successione cronologica
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Il corso dacqua stato identificato ora con lOrinoco, ora con il Rio delle Amazzoni. Il delta dellOrinoco era stato scoperto da Colombo nel 1498 (terra di Paria), ma, secondo quanto racconta Pietro Martire, il vero fiume Maragnon venne trovato da Vicente Pinzn nel 1500. Risulta, quindi, molto difficile appurare se Giorgini abbia attribuito al genovese una scoperta compiuta da altri.

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ma, descrivendo il navigatore genovese come uno dei tanti personaggi che avevano contribuito allesplorazione del nuovo continente, inevitabilmente toglievano allimpresa di Colombo il primato che avrebbe meritato. Avendo fatto rientrare Colombo ad Hispaniola, il poeta introduce dei nuovi importanti personaggi: Gonzalo de Oviedo50, che viene designato dal re per stabilire contatti amichevoli con i cacique dellisola, e inoltre i capitani dellesercito spagnolo. Esso composto da almeno 8000 uomini (la seconda spedizione di Colombo ne comprendeva solo 1200), provenienti dalla Galizia, e dallAndalusia. I capitani nominati da Giorgini sono: Diego Velasco, Nicola di Novando51 Gonzalo dAvila, e i conquistadores Fernando Cortese e Gonzalo dOcampo. Nonostante lamicizia che gli indios fingono nei confronti di Oviedo, essi in realt intendono obbedire ad un loro sacerdote, che ha previsto che le loro divinit verranno soppiantate se non confideranno nellimperatore del Messico e non lo appoggeranno nella sua rivolta. Giorgini anticipa qui lo scontro epico che avverr alla fine del poema, non una semplice battaglia tra due eserciti terreni, bens un confronto bellico tra Bene e Male, fra gli angeli divini e il diabolico Plutone. Le forze del Male iniziano a mettere in pratica il loro piano e alla corte
50

Gonzalo Fernndez de Oviedo, autore di una famosa storia delle Indie, giunse per la prima volta nel Nuovo Mondo nel 1514, con una spedizione di cui fecero parte uomini come Hernando de Soto, Diego de Almagro e Hernando Luque. Successivamente ebbe cariche importanti e visse soprattutto nel Darin (Panam), dove per molti anni port avanti una battaglia contro il governatore Pedro Arias de Avila. 51 Nicols de Ovando fu dal 1501 governatore e giudice supremo delle Indie.

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dellimperatore del Messico viene inviato Aleppe, un traditore cristiano che aveva preso parte alla prima spedizione di Colombo E questo fu, quando la prima volta Venne il Colombo in spe contro speranza52 Questa affermazione d la certezza che Giorgini stia narrando il secondo viaggio dellAmmiraglio. Il nome Aleppe potrebbe essere stato ricavato da Lepe, da cui, secondo Oviedo, Rodrigo de Triana proveniva. Il personaggio potrebbe corrispondere in parte proprio al famoso marinaio che avvist per primo la terra, in quanto Giorgini, pi avanti, attribuisce a lui lavvistamento del Nuovo Mondo. Intanto, ad Hispaniol Colombo confida al re di non essere fiducioso nella facile conversione e sottomissione degli indios, e gli consiglia di essere prudente. Nel suo personale disprezzo verso le popolazioni indigene Giorgini coinvolge anche il suo eroe, che si esprime in uninedita orazione contro i nativi: Ingrati, e inetti son a lopre buone, Senza moralit, senza scientia Non sol de Dio, e di sua redentione, Ma dognaltra virt, dogni prudentia, A lotio sol han volta lintentione, [...]
52

Giovanni Giorgini, op. cit., canto IV, str. 88, vv. 1-2.

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Onde pochi credio convertiranno Se stessi a nostra fede, e nostri riti, Se forza sopra lor non sentiranno [...] E natura perversa hanno, e s trista, Et il Demonio in lor s ficco ha il piede, Che pria vorran morir, chEvangelista Santo ascoltar, e accettar la fede, E Iddio permetter, se pur ho vista, Che moran tutti [...]53 La logica del Colombo di Giorgini quella dei conquistadores spagnoli, che si sentivano giustificati a trucidare gli indios in quanto infedeli, e auspicavano persino che Dio in persona li facesse morire. Da questa orazione emerge una figura molto diversa da quella tramandata dalle cronache: al posto del Colombo pacifico e avido di conoscenza, troviamo un uomo intollerante, desideroso di imporre con la forza la fede cristiana. Giorgini riporta fedelmente la favolosa descrizione di Temistitn contenuta nelle cronache. Bisogna osservare che il Mondo Nuovo di Giorgini lunico poema del filone sulla scoperta ad aver parlato di Montezuma e del regno degli aztechi. Nella narrazione Aleppe ha la funzione di informare Montezuma sugli usi e sulle credenze degli
53

Id., op. cit., canto V, str. 8, vv. 1-5; str. 9, vv. 1-3; str. 10, vv. 1-6.

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europei. La parte pi interessante del racconto riguarda il primo viaggio di Colombo nelle Indie. Qui si ha la conferma del fatto che la spedizione narrata fino a questo momento non corrisponde al viaggio della scoperta, bens ad uno successivo. La relazione molto precisa, sia per quanto riguarda le date sia per la descrizione dei vari eventi accaduti nel corso del viaggio, per i quali lautore si affidato alla cronaca di Pietro Martire. In una narrazione tanto fedele al dato storico suscitano curiosit i numerosi riferimenti alla mitologia greca: Credo Nettunno sopra al mar uscisse, Con tuttil gregge e suo fedel custode, A rimirarci, e a se stesso disse, Di nuovo sorsi in qua volta le prode Quel s famoso, e s nomato Ulisse?54 Dopo aver terminato il lungo episodio di Aleppe, Giorgini torna a raccontare di Colombo e delle sue vicissitudini attraverso le isole del Mar dei Caraibi: passando per Cuba e la Giamaica, il genovese giunge nei pressi della Florida. Nella sua opera Giorgini introduce due episodi che indicano ancora una volta la buona conoscenza che il poeta aveva dei documenti storici. In primo luogo, vengono descritte le malattie di cui effettivamente soffrirono i cristiani nel Nuovo Mondo: lassunzione di cibo, cui non erano abituati, lattacco di insetti e parassiti, ma
54

Id., op. cit., canto VII, str. 16, vv. 1-5.

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soprattutto della sifilide. Un episodio che in modo ancora pi evidente risulta tratto dalle fonti storiche riguarda la protesta dei contadini indigeni contro gli invasori: Giorgini narra che i cristiani morivano di fame, perch gli indios, per contestare i tributi imposti dai colonizzatori e non intendendo dividere il territorio con loro, avevano smesso di coltivare la terra. Questo episodio, avvenuto nel 1494, viene confermato sia da Pietro Martire, sia da Oviedo, che cos descrive questa calamit: Il che glIndiani veggendo, e non piacendo loro troppo davere i cristiani per perpetui vicini, pensando di rimediarvi fecero un atto col quale morirono pi delle due parti [...] deliberarono di non seminare nel tempo debito, e lo fecero; onde, quando non ebbero pi maiz [...] si mangiarono la iuca [...] i cristiani nella lor nuova citt si cadevano morti di fame [...] di modo che ne nacque una puzza grande e pestifera. E di pi della fame i cristiani in altre molte infermit si trovavano [...] In questa tanta calamit si mangiarono i nostri quanti cani gozzi erano nellisola, i quali erano muti e non abbaiavano [...] si voltorno a mangiare certi serpenti che si chiamano ivana55 Vi anche un altro brano che sicuramente stato tratto dalla Historia di Oviedo e che suggerisce lipotesi che la fonte principale del Mondo Nuovo sia stata proprio lopera del letterato spagnolo: Giorgini introduce il personaggio di Sovranda, una regina indigena diventata cristiana per
55

G. B. Ramusio, Delle navigationi et viaggi pp. 410-411.

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amore di un guerriero al seguito di Colombo. Giorgini modifica il racconto di Oviedo, sviluppando la parte dellinnamoramento e dellidillio tra i due, e inventando molti particolari romanzeschi, come la presenza della serva, preoccupata per la malattia damore di Sovranda, e la disperazione della regina, che non trovava una cura al proprio male: Non nasce erba, o radice, in prato, o colle, Di cui non sappia la virtude, o il pregio, Et ogni mal so medicar, e bolle; Sanar fistole, e cancri, e morbo regio, Ma lamoroso ardor, chinfiamma, e bolle Dentro al mio cuor di risanar non vegio.56 Questa strofa fornisce anche delle informazioni circa luso, molto diffuso tra gli indios, di erbe e piante per curare qualsiasi malattia Particolarmente interessante il discorso che la serva rivolge a Sovranda avvertendola che per poter sposare Michel, sar necessario che lei rinunci alle sue credenze religiose: [...] e a satiar tua voglia intenta Divieta sol relligion distinta, La bruttezza de nostri Dei sgomenta [...] Ma de suoi Divi poi chiara bellezza
56

Giovanni Giorgini, op. cit., canto XII, str. 80, vv. 1-6.

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Par che dimostri in lor felice vita.57 Il discorso della serva evidentemente inverosimile in una donna indigena: essa sembra aver immediatamente compreso la superiorit della religione cristiana rispetto alle loro credenze, e aveva visto nelle divinit degli stranieri una bellezza, che si contrapponeva alla bruttezza dei loro dei. Nel XIV canto ha inizio la seconda parte del poema: fino a questo momento, infatti, Giorgini si dedicato alla narrazione delle esplorazioni di Colombo e dei primi contatti fra spagnoli e popolazioni indigene, mentre da questo punto ha inizio il racconto delle vicende belliche e dellopera di conquista dellAmerica. Tra gli indigeni Giorgini ha inserito i cacique Caonabo, Beuchio e Guarionex. Tra le file dei cristiani troviamo personaggi che effettivamente parteciparono alla guerra, come Alonso de Hojeda e figure che il poeta ha inserito arbitrariamente nella vicenda, come i due eroi Salazar e Diego Colombo, figlio dellAmmiraglio.La battaglia procede tra fasi alterne: le stragi di Salazar, solo contro molti nemici, e il contrattacco degli indios i quali, intimoriti dalla credenza che gli stranieri fossero immortali, erano stati duramente spronati da Caonabo: Qual forza vi sospinge a creder schiocchi, Che quel che morto fu, di nuovo aprire
57

Id., op. cit., canto XII, str. 95, vv. 3-5; str. 96, vv. 1-2.

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Possa per privilegio i lividi occhi. [...] Se risorgeran poscia, alhor vedremo Se mortal fian, od immortal gi fatti58 Essendo gli indios stati sconfitti, Caonabo e Beeccio vengono uccisi, mentre Guarionex continua la guerra, fino ad essere definitivamente battuto. Durante lultimo scontro, i guerrieri indigeni avevano perso le speranze soprattutto per la convinzione di essere stati abbandonati dal Sole, divinit suprema E di nuovo rivolti inverso al Sole, Si lagnavan di lui acerbamente. [...] Ferian senza ricever mai ferita, Onde gridaro quei meschini a lhora Con glimmortal habbiam noi forza ardita. [...] Gridaro, il fiero Sol a noi calato A darci morte col suo gran valore59 Come giustificazione alla loro sconfitta, gli indios sembrano credere che gli spagnoli siano simili a divinit, che il Sole abbia deciso la vittoria degli stranieri, e quindi si mostrano rassegnati al suo volere. Certamente,
58 59

Id., op. cit., canto XIII, str. 89, vv. 1-3; str. 90, vv. 1-2. Id., op. cit., canto XIV, str. 93, vv. 1-2; str. 95, vv. 1-3; str. 99, vv. 4-5.

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in alcune occasioni, le credenze religiose dei nativi americani li resero vulnerabili nei confronti dei nemici e ne causarono la sconfitta: ad esempio, essi avevano labitudine di calcolare la fase di luna in cui era pi propizio combattere, e ci rendeva la loro azione troppo prevedibile. Nella citt di Isabella il re nomina Bartolomeo Adelantado di Hispaniola, Diego Almirante, e Salazar Luogotenente. A Cristoforo Colombo, invece, conferisce il titolo di Vicer e Governatore delle Indie. Inoltre, Ferdinando decreta lobbligo per gli indios di abbandonare i propri culti. Intanto, a Siviglia lAmmiraglio si imbarca per tornare nelle Indie.60Giunto ad Hispaniola, il genovese espone subito il suo piano di conquista: Pigliar de laltre poi dobbiam sicuro Insul possesso [...] [...] Glhabitanti suppor, a un viver casto Sua petulantia addur [...] [...] Verso il Messico [...] Maggior guerre trattar, maggior imprese.61

60

Giorgini riferisce che la partenza avvenne a fine febbraio, ma in realt nessuna delle quattro spedizioni di Colombo salp in questo mese. 61 Id., op. cit., canto XV, str. 50, vv. 1-2, 6-7; str. 51, vv. 1-2.

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in questa circostanza egli solo un cinico conquistador, con lunico intento di sottomettere le popolazioni locali, imponendo loro il modo di vivere, le usanze e le leggi europee. Poco pi avanti, il giudizio dato sui nativi risente del moralismo religioso, che sembra giustificare lo sterminio di popolazioni indegne Mandali infuga, quellindegna vita Togli da lor, non sol le frondi, e guide [...] Quelle sfacciate donne, e impudiche, Che perverton del Ciel lalto decreto A sangue, a crudeltade a morti amiche, Prendi [...]62 Giorgini narra quindi la missione di Giovanni Ponce de Len in unisola che dovrebbe corrispondere a Puerto Rico porta alla conversione del re del luogo al Cristianesimo. Allepisodio di Puerto Rico segue una nuova guerra che oppone gli spagnoli ai Caribi, alleati del re del Messico. Allo scontro prende parte lo stesso Colombo, oltre a tre personaggi realmente esistiti: Gonzalo de Ocampo, Juan de la Cosa63 e Anton di Torres64. Rispetto agli altri poemi, lincontro con i Cannibali e con le donn eamazzoni non stato posto nei primi canti dellopera, ma il poeta ha
62 63

Id., op. cit., canto XV, str. 71, vv. 4-5; str. 72, vv. 1-4. Il viaggiatore che, insieme ad Alonso de Hojeda e Amerigo Vespucci, nel 1499 esplor le coste del Venezuela e della Colombia. 64 Antonio de Torres, il capitano che nel 1494 guid una spedizione dalle Indie alla Spagna.

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scelto di raccontarlo dopo molti altri episodi. Ci conferma una manipolazione degli eventi storici, che Giorgini ha compiuto al fine di adattare le vicende alla sua fantasia creativa.Essendo state sottomesse tutte le isole dei Caraibi, Giorgini prepara la narrazione delle due grandi battaglie finali tra i cristiani di re Ferdinando e le forze diaboliche di Montezuma. In questa parte, intervengono le entit soprannaturali di entrambe le parti, per sostenere i rispettivi schieramenti. In particolare, il poeta attribuisce allintervento di una fata la drastica riduzione della popolazione indigena, una realt che si registr in tutto il continente americano, ma che fu particolarmente grave nelle isole dei Caraibi. Il fenomeno stato determinato da un insieme di cause, tra le quali si pu annoverare anche il suicidio di massa degli indios: infatti, con larrivo degli europei e limposizione di uno stile di vita cos diverso, gli indios si trovarono in una condizione psicologica negativa e una parte di loro, piuttosto che accettare la nuova situazione e sottomettersi allo sfruttamento degli spagnoli, prefer uccidersi. Ecco la versione che un cronista come Oviedo d del fenomeno: Perch erano le miniere assai ricche e lavarizia degli uomini insaziabile, alcuni eccessivamente travagliarono glIndiani [...] queste genti sono naturalmente oziose e viziose e di poca fatica e malinconici e codardi e vili e male rallevati e bugiardi e di poca memoria e incostanti, onde molti di loro per non saffaticare sammazzarono con veleno, altri
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simpiccarono con le proprie mani, altri in cos fatte infermit mancarono, e spezialmente dalcune variole pestilenziali.65 In realt, dopo la rielaborazione fantastica di questo grave episodio, Giorgini accenna al problema del lavoro imposto agli indigeni, riavvicinandosi alla verit storica: Habbi il popul ancor, che gente avezza A lotio, al viver nostro assai diverso, Habbi in dure fatiche [...] Tosto condotta al Sol [...]66 Il poeta riferisce anche dei rimproveri del re ai suoi ministri per la crudelt dimostrata. Subito dopo, per, riporta le leggi che il sovrano aveva disposto per punire i ladri, i cannibali e i sodomiti. Giorgini considera i nativi dei peccatori oziosi che hanno il dovere di rinnegare tutte le loro abitudini contrarie alla moralit cristiana. Al fine di glorificare la corona spagnola, Giorgini introduce un curioso espediente che gli permette di descrivere tutti i trionfi spagnoli in America: in uno specchio donatogli dalla Vergine re Ferdinando pu vedere larmata di Corts sterminare lesercito messicano e la vittoria sullimpero del Per. Quindi, appaiono i successori di Ferdinando, Carlo V e Filippo II, e tutti i consiglieri e i condottieri che avrebbero permesso che si costituisse il grande impero. Lintero brano conferma il fondamentale scopo
65 66

G. B. Ramusio, op. cit., pp. 439-440. Giovanni Giorgini, op. cit., canto XVIII, str. 46, vv. 5-8.

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celebrativo del poema di Giorgini, che aveva elogiato i regnanti gi nelle prime strofe del Mondo Nuovo (il poema era dedicato proprio allerede al trono di Spagna, il futuro Filippo III). Per poter raggiungere il suo obiettivo, il poeta non si cura nemmeno della grave incongruenza storica in cui incorre anticipando le vicende dellintero XVI secolo. Segue lo scontro fra le truppe di Ferdinando e quelle di Plutone, che significativamente avviene lungo le coste dello Yucatn. Giorgini ha voluto porre laccento sul momento dello sbarco sulla terra ferma, come simbolo dellinizio dellespansione del Cristianesimo. E la battaglia che avviene prima dellarrivo nello Yucatn, uno scontro tra delle creature soprannaturali e un esercito umano, sorretto soltanto dalla fede cristiana. Lo Yucatn viene descritto con una notevole precisione, ricordando anche che inizialmente era stato considerato unisola: Sporge ne lalto mar quasi un gran braccio Di terra a quel terren, chora di nuova Spagna il nome ritien [...]67 Dopo questo epico e, per il contesto in cui stato inserito, bizzarro scontro, il re approda ad un porto, dove verr fondata la citt di Veracruz. Il conquistador Hernn Corts entra in scena soltanto a questo punto della campagna militare, dopo che re Ferdinando ha combattuto la simbolica battaglia contro le forze del Male. Corts viene scelto come
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Id., op. cit., canto XXI, str. 18, vv. 1-3.

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capitano di un esercito di 500 cavalieri, con cui giunge prima nella provincia di Cimpual e quindi, raggiunge laltopiano. Avendo re Ferdinando ordinato di attaccare senza indugio, Corts si prepara ad assediare la citt. Lindecisione di Montezuma viene espressa dal poeta tramite un confronto fra i due guerrieri aztechi pi valorosi, che si risolve con la decisione finale di rispondere allaggressione nemica. Lattacco conclusivo a Temistitn viene sferrato attraverso il lago della regione. Nella scena finale del poema, lavanzata irresistibile dei conquistadores viene fermata soltanto dal pianto delle donne indigene davanti al tempio principale della citt e si risolve con una pacifica sottomissione degli ultimi guerrieri aztechi. Gli spagnoli, quindi, rimuovono gli idoli dal tempio pagano, e re Ferdinando vi pone unimmagine della Madonna di Loreto. Il Mondo Nuovo di Giorgini senza dubbio unopera molto interessante ed sorprendente per il gran numero di vicende storiche che racconta. Il poeta ha seguito la tradizione dellepica, in cui la presenza di un sovrano era molto frequente e costituiva un irrinunciabile punto di riferimento per i cavalieri. La figura di Cristoforo Colombo molto diversa rispetto a quella che le cronache ci hanno descritto: un uomo avido di conquiste, diffidente verso gli indigeni e molto rigido nel suo moralismo. Egli un personaggio offuscato dalla presenza del re, come una figura che riesce a fatica ad emergere tra gli altri protagonisti del poema. Gli altri personaggi che appaiono nel poema, sono i mezzi
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attraverso i quali il re pu realizzare il proprio progetto. Ci dimostra che lintento dellautore era quello di celebrare la conquista spagnola.

2.2 Il Mondo Nuovo di Tommaso Stigliani Il Mondo Nuovo di Stigliani ha avuto due versioni e il suo autore fu occupato nella revisione del poema per molti anni. Ci dimostra che Stigliani dedic al Mondo Nuovo una grande attenzione in quanto intendeva continuamente migliorare il proprio poema. quindi lopera di pi ampio respiro ed impegno tra quelle di ispirazione colombiana. Essa ha come vero protagonista Cristoforo Colombo distinguendosi per uno sviluppo nuovo ed originale dellargomento. Un altro motivo che fa risaltare il poema di Stigliani legato alle polemiche letterarie in cui il suo autore venne coinvolto. Molti furono i letterati che, nelle loro opere, allusero al Mondo Nuovo, criticandolo come ridicolo nel contenuto e mediocre nello stile. Nel presente capitolo, verr compiuta lanalisi della predetta opera nel corso della quale saranno riportate le censure e le critiche pi interessanti opposte dai tanti letterati nemici del materano, al fine di individuare i motivi che li hanno indotti ad attaccare il poema. Dellopera di Stigliani esistono due versioni, la prima in 20 canti, stampata a Piacenza nel 1617, e la seconda in 34 canti, pubblicata a Roma nel 1628. In questa sede verr analizzata soltanto ledizione
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romana del poema: i canti della prima edizione, pur essendo stati conservati, sono stati integrati da altri 14 canti, e la disposizione stata modificata. Il poema ha unestensione di 1011 pagine ed preceduto da una premessa di Francesco Balducci: viene presentata lopera ai lettori e li si invita ad informare lautore di tutti gli errori ed imperfezioni che troveranno nel poema (in realt, come si visto, Stigliani difficilmente accettava correzioni e critiche). presente anche un sommario generale di tutta lopera, e ogni canto preceduto da un Argomento. Tra i materiali finali, risalta per la sua utilit la Tavola di tutti i nomi de Personaggi, e di tutte le materie principali contenute nel presente libro del Mondo Nuovo. Certamente, il materano non ignorava che prima di lui altri poeti italiani si erano cimentati nella composizione di un poema sulla scoperta. Stigliani dichiara di volersi ispirare allAriosto nella narrazione di vicende amorose alternate alle battaglie: Che dove si guerreggia, ivancor sama, Dove son larme, ivi gli amori ancora68 Con linizio del racconto, appaiono anche le prime incongruenze storiche, come lassalto alla flotta di Colombo da parte dei corsari e linvestitura del genovese dal Cielo. Questultimo episodio indizio
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Tommaso Stigliani, op. cit., canto I, str. 2, vv. 3-4.

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della forte valenza religiosa attribuita da Stigliani allimpresa e lo stesso Ammiraglio appare cosciente del fatto che la sua missione stata voluta da Dio. Un particolare molto significativo il numero di navi da cui composta la flotta: infatti sono diciassette, lo stesso numero di imbarcazioni che componeva la flotta della seconda spedizione di Colombo. Il poeta ha probabilmente voluto seguire lesempio di Giorgini, che nel suo poema descrive le imprese di un grande esercito nel Nuovo Mondo. Tuttavia, il poeta iesino non racconta il primo viaggio verso il nuovo continente, bens una spedizione successiva, finalizzata alla conquista. Stigliani, invece, ha scelto di raccontare il viaggio che ha portato alla scoperta, ma vi ha trasferito la flotta che prese parte alla spedizione del 1493. Certamente, unarmata di 17 navi si adattava meglio alle esigenze di un poema epico: in questo modo, Stigliani ha potuto descrivere un esercito di 5000 soldati e 600 cavalieri e ha avuto la possibilit di introdurre nel suo poema episodi che, con la presenza di tre caravelle e un equipaggio di soli 90 marinai, non avrebbe potuto raccontare. Lesercito descritto da Stigliani composto da eroi provenienti da vari paesi europei, tra cui il norvegese Dulipante e, tra gli italiani, il figlio e il fratello dellAmmiraglio.69

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Come noto, il figlio Diego non partecip a nessuno dei viaggi di Colombo. Tuttavia, nei poemi sulla scoperta la sua presenza molto frequente, forse ad indicare limportanza della successione e dellereditariet dei titoli di Colombo.

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Stigliani inserisce tra i suoi eroi una donna, Roselmina. Il personaggio unevidente imitazione delle eroine dei romanzi di cavalleria, delle guerriere che nascondevano con larmatura la propria identit.Un episodio indubbiamente molto suggestivo quello della discesa agli Inferi del Mago Licofronte, uno dei protagonisti del poema: gli evidenti richiami letterari (da Omero a Virgilio a Dante) pongono lopera in relazione con i pi importanti poemi del passato e, inoltre, viene introdotto il personaggio del mago, una novit assoluta nellambito dei poemi colombiani. Nel Mondo Nuovo di Stigliani, Licofronte il principale avversario di Colombo e sostituisce i demoni presenti nelle altre opere sulla scoperta. In questo senso, Stigliani riprende la tradizione della magia e degli incantesimi dellepica (basti pensare alla Circe di Omero o alla Alcina di Ariosto), e la inserisce in un contesto religioso, nella lotta tra il Bene e il Male per il possesso dellAmerica. Nel suo racconto Stigliani inserisce molteplici episodi curiosi, che meravigliano per la loro originalit ma allontanano inevitabilmente la narrazione dal resoconto delle cronache. Ad esempio, lavvistamento di una balena viene trasformato in unavventura fantastica. Secondo il poeta, lanimale ha le dimensioni e le sembianze di unisola.

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N mossa quindi per moltanni sera. Perocch tutti i pesci in Oceano Di quella spezie, cha tuttaltre impera, Son cos smisurati in lor vecchiezza, Chassomiglian dun monte alla grandezza. Col ventre al fondo arrivano del Mare, E colle spalle sovrastano allonda, [...] Sicchessi restan fermi, e parte appare Di lor, parte convien che si nasconda. [...] [...] Vengon sovra quegli omeri ammassando Di fango un largo cumulo e darena: Il qual dal Sol purgato, e posta in bando A poco a poco la sua falsa vena, Produce erbe, e virgulti, e sterpi fuora, E quindi a un tempo arbori, e piante ancora.70 Avendo scambiato la balena per unisola, Pinzn fa attraccare la sua nave ad un albero e sbarca addirittura sul dorso dellanimale. Irritata da un fuoco acceso dagli uomini, la balena si volta e fa precipitare Pinzn e
70

Tommaso Stigliani, op. cit., canto IV, str. 18, vv. 4-8; str. 19, vv. 1-2, 5-6; str. 20, vv. 3-8.

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i suoi compagni in mare, mentre la nave, sulla quale rimasto soltanto Diego Colombo imprigionato, va alla deriva. Tra i personaggi del poema molto rilevante il ruolo che viene attribuito a Roldano: avendo tentato di ribellarsi gi durante il viaggio, egli continuer ad ostacolare lAmmiraglio in America e la sua presenza avr una notevole importanza anche nel momento della scoperta. Levento, secondo Stigliani, avviene l11 ottobre ed seguito da una lunga disquisizione sul continente americano, la sua conformazione geografica e le regioni da cui composto: Terra intera non , ma si separa Dun stretto mar, che Magaglian si chiama, In due parti, una ignota Austral nomata, E laltra nota, America appellata [...] LAmerica in sua forma somigliante A un gran falcon, che spieghi alquanto lale, E la coda tenendo a borea errante Volta, e l capo alla parte, ondaustro assale: [...] La region che Messico si dice Fa dalcun altre in compagnia il falcone: E quella che Per chiaman felice
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Con altri minor regni il cor compone. Son duo i mari a che America pendice Luno di l, laltro di qua soppone. [...] Il mar del sur pochisole ci presta, Forse perch le copra, e sopraestea Ma quel del Norte s ripen ne resta, Che non nha tante la contrada egea71 Una descrizione tanto dettagliata, posta subito dopo il racconto della scoperta, risalta per la sua incongruenza storica: Stigliani riporta delle informazioni che soltanto un uomo della sua epoca poteva avere, una conoscenza che era frutto di oltre un secolo di esplorazioni e campagne di conquista. Ma quando Colombo approd alla prima isola scoperta, quel continente era ancora completamente sconosciuto, e dovevano passare ancora molti anni prima che Vespucci, Magellano e gli altri viaggiatori ampliassero i confini del mondo conosciuto. Al momento dello sbarco Stigliani rivela che Roldano aveva preceduto il resto della flotta giungendo in America prima di Colombo. Togliendo allAmmiraglio il primato dello sbarco nel Nuovo Mondo, Stigliani sembra voler svilire limportanza dellevento: infatti, lapprodo avviene di nascosto e il primo europeo a venire in contatto con la realt
71

Id., op. cit., canto V, str. 38, vv. 5-8; str. 40, vv. 1-4; str. 41, vv. 1-6; str. 42, vv. 1-4.

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americana un uomo abietto e diabolico. Il suo primo incontro con gli indigeni di estremo interesse: Qui visto da cultor fu dun villaggio, Che stupiti in veder barbato lui (Perch tutto degli uomini il legnaggio Nel nuovo Mondo ha nudi i menti sui) Lo presero, e legar, comuom selvaggio Di curiosa vista agli occhi altrui: E pensarono un dono al suo Re farne, Sperando ampio guadagno in premio trarne.72 La singolarit di questo episodio nella visione capovolta dellincontro tra europei e nativi americani: ad essere considerato un selvaggio Roldano, un marinaio spagnolo, e non gli indigeni. In seguito, egli viene persino rinchiuso in una gabbia per aver imitato i gesti delle scimmie. Il fatto che uno spagnolo, ovvero un europeo civilizzato, venga considerato un essere non-umano pone laccento sullincomprensione fra culture cos lontane e diverse: infatti, ci che per gli spagnoli era civile, evidentemente veniva giudicato barbaro e inumano dai nativi americani, e viceversa. Ci che sorprende in questo episodio la modernit di una visione che pone sullo stesso piano europei e indigeni.

72

Id., op. cit., canto V, str. 55.

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Dopo essere stato considerato un animale, Roldano viene liberato in seguito allarrivo dei suoi antichi compagni e diviene consigliere di re Guarnesse durante la guerra contro gli spagnoli. Come si pu vedere, alla reciproca conoscenza tra i due popoli segue il riconoscimento del presunto uomo selvatico come un vero essere umano: spagnoli e nativi avevano iniziato ad avere coscienza ognuno dellesistenza dellaltro. La descrizione degli indios da parte di Stigliani contiene elementi presenti gi in altre opere, ma anche particolari originali: Nudi, e dipinti, a cui lorecchie onora Breve cerchio, alcun doro, alcun di legno E con istrane piume in su le teste Senzelmo a foggia di ghirlanda inteste. [...] La gente pura, e di maniere schiette, Ma ardita, ed al pugnar dedita, e china: Di lunga et, che quasi tutti vanno Colla vecchiezza oltral centesimanno. Di mezana grandezza anno statura, E confuso color di rancio e rosso. Brutti, e deformi i pi nella figura [...] Con occhi arsicci e dentatura oscura
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[...] Con nare aperte, e larga fronte molto, E con raro capello, e sempre incolto [...] Ma contrastano, sparsi alluso moro73 Da notare il riferimento alla longevit degli indigeni e il giudizio positivo del loro modo di essere: se per Giorgini i nativi sono stolti e paurosi, per Stigliani essi sono puri e sinceri, e nel combattimento dimostrano grande coraggio. Significativo anche laccostamento degli indios ai mori per lusanza di portare i capelli sciolti: nei poemi epici sulla scoperta, gli indigeni vennero considerati il corrispettivo dei saraceni nel Furioso e nella Gerusalemme Liberata, in quanto nemici dei cristiani e appartenenti ad una cultura diversa da quella europea. Quando gli indigeni divengono nemici dei cristiani, parallelamente si modifica anche il giudizio del poeta: in unorazione dellAmmiraglio ai suoi soldati, ad esempio, la popolazione locale viene definita stolta e idolatra, e perci indegna del possesso delle terre americane. Il giudizio definitivo, perci, appare ambiguo ed esprime una certa indecisione dello stesso Stigliani. In altri punti del poema, infatti, sono presenti delle osservazioni che denotano una notevole curiosit del poeta nei confronti delle tradizioni e soprattutto delle lingue indigene:
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Id., op. cit., canto VII, str. 52, vv. 5-8; str. 54, vv. 5-8; str. 55, vv. 1-3, 5, 7-8; str. 56, v. 2.

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Non sapea tutti indicamente esporre Il fedel Salazaro i suoi pensieri, Perci tardo parlava, e con frapporre Nella favella alcun de nomi iberi Pur vedendo il suo dir buon frutto corre74 Nei versi citati, invece, vengono esposte le difficolt di uno spagnolo nel dover spiegare agli indigeni i dogmi del Cristianesimo. Giunti in America per evangelizzare le popolazioni locali, gli spagnoli si dedicarono proprio alla questione linguistica, realizzando vocabolari e cercando di apprendere le lingue indigene in modo approfondito, al fine di evangelizzare i nativi nella loro lingua madre. Sempre in relazione alla questione linguistica, ecco unallusione alle difficolt che presentavano le lingue indigene per gli spagnoli: Costoro dallesercito inviarsi, Come volse il Colombo, assisi in sella, Con servi, e senza interpreti menarsi, Chavessero a spianar ci chuom favella: S perch con Ispano avea a trattarsi, S perchessi intendean linda favella, La quale nelle voci a imprender lieve, Ma di pronunzia faticosa e greve75
74

Id., op. cit., canto VIII, str. 77, vv. 1-5.

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Queste osservazioni sono particolarmente significative in quanto offrono un punto di vista nuovo nei confronti dei rapporti tra indios e conquistadores: lapprendimento delle lingue indigene da parte degli spagnoli, infatti, non era molto diffuso e la tendenza generale era piuttosto quella di insegnare il castigliano agli indios. Perci, questa attenzione verso la cultura, generalmente considerata inferiore, delle popolazioni native americane appare molto interessante e indicativa di una visione pi obiettiva e corretta che iniziava ad affermarsi in quegli anni. Trattandosi di un poema epico, anche Stigliani descrive scene di guerra76. Nel momento di iniziare il processo di conquista Colombo assume il ruolo di capitano dellesercito e nella fantasia del poeta diviene un guerriero dallaspetto regale: Il Colombo era in su n destrier pregiato Non men forte, che bel di baio pelo: Tutto dacciar, se non la faccia, armato, E collo scettro in man chebbe dal Cielo: Dun manto azur su larmatura ornato, E con alto cimier, challelmo velo: Dovuscia un picciol Mondo infra le piume,

75 76

Id., op. cit., canto X, str. 111. Alla prima battaglia vengono fatti partecipare contemporaneamente tutti i cacique di Hispaniola, mentre noto che, in un primo tempo si ribellarono Caunaboa e suo fratello, e solo in seguito gli spagnoli dovettero affrontare anche Guarionex.

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Con una croce su cinta di lume.77 Lo scettro il simbolo della missione di diffusione della fede affidatagli da Dio, mentre il Mondo sovrastato dalla croce rappresenta limpresa da lui compiuta, ovvero la scoperta di un nuovo mondo e limportazione del Cristianesimo. Liniziale investitura dellAmmiraglio viene cos completata con la sua partecipazione alla guerra e Stigliani modifica la figura di Colombo delineandola sul modello tradizionale del crociato che ricorre anche alla forza per imporre la vera fede. Dopo la vittoria dei cristiani tra i due popoli si instaurano rapporti pacifici: i mercanti scambiano oro, argento e pietre preziose con gli aghi e gli oggetti di vetro degli spagnoli. In particolare, viene descritta labitudine dei nativi di scambiarsi le donne e di regalarle agli amici, che per Stigliani stata la causa della diffusione della sifilide tra gli europei e del vaiolo tra gli indigeni. Alla fine del XIII canto ha inizio la seconda parte del poema, riguardante le esplorazioni nel Nuovo Mondo. Colombo, infatti, avendo deciso di tornare in Spagna, divide i suoi uomini in tre gruppi: il primo viagger con lui, il secondo esplorer il Nuovo Mondo sotto il comando del capitano Silvarte, e il terzo rimarr nel forte di Hispaniola. Nessuno comp delle esplorazioni in assenza di Colombo, e quindi i viaggi di Silvarte sono frutto dellimmaginazione del poeta.
77

Id., op. cit., canto XII, str. 18.

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Stigliani dedica una maggiore attenzione alle peregrinazioni di Silvarte il cui primo incontro piuttosto curioso:

Ecco uscir dimproviso unuom si vede Fuor della selva al discoperto cielo, Ispido tutto dalla testa al piede A cui sean quasi vesta i crini, el pelo.78 Si tratta di un essere selvaggio senza lingua n religione stereotipo letterario delluomo selvatico. Il viaggio di Silvarte prosegue verso il continente e, dopo molti giorni di navigazione, la flotta scorge la terra. Il luogo a cui Stigliani fa approdare gli europei la terra dei Patagoni.79 Silvarte decide di non esplorare quel territorio ostile e parte verso altre mete: Al fin si fu dabbandonar conchiuso Questo terreno inospitale, e fiero, Come impossibile cosa a soggiogarsi, E soggiogata, dura a governarsi. Ed oltracci disutile allIspano Per la sterilit, chi vi si serra, Sendo voto dindustria il paesano,

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Id., op. cit., canto XIII, str. 123, vv. 1-4. La regione venne esplorata per la prima volta solo nel 1520 da Fernando Magellano.

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E vivendo ozioso in piano, en serra.80 Dopo un lungo viaggio, la flotta giunge al fiume Paran81 Per con nuovo nome indi dedutto, Rio della platta il dissero in ispano. Vider popol civile in riva al flutto Vestito a bianche gonne alte dal piano. E questo il communabito di tutto Quasi il fermo terreno americano: Ma una cuffia oltracci le donne vanno, Sotto cui le lor chiome ascose stanno. Archinto, e glIndian di Valserena Di parlar si provarono con questi, Scorgeandogli di fronte appien serena, E di modi pacifici e modesti. Ma il favellar dellisole a gran pena Qui sintendea, non vaggiungendo i gesti. Di che i Cristiani indizio ebbero espresso, Che varie lingue usi quel Mondo anchesso.82 Nelle strofe riportate risulta ancora una volta evidente linteresse di Stigliani per le usanze degli indigeni e in particolare per le differenze,
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Id., op. cit., canto XIII, str. 142, vv. 5-8; str. 143, vv. 1-4. La regione del Ro de la Plata sarebbe stata raggiunta dagli spagnoli nel 1516, grazie alle esplorazioni di Juan Daz de Sols. 82 Id., op. cit., canto XIV, str. 32- 33.

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anche linguistiche, tra gli indios dei Caraibi e gli abitanti di questa regione. Il viaggio prosegue lungo la costa del continente fino al regno di Tivichir e, dopo aver passato il capo dAbbrigo, la flotta giunge allisola Fria83, dove sorge una citt sulle palafitte. Come i poeti precedenti, anche Stigliani cede alla tentazione di descrivere un episodio riguardante le profezie sullarrivo di stranieri bellicosi e dominatori. La scena si svolge presso il regno del re del Maragnon: Or per tal guardamento da sapersi, Che i buiti ivi istorici, e profeti, Tessono in quella lingua in lunghi versi Que cantici indian chiamati areti. E contano in alcuno i fin diversi Delle passate guerre, o tristi, o lieti, In alcunaltro presagendo vanno Le gravi cose, cha succeder anno. Queste canzoni son dallet prima Fin che lanno duodecimo seccede, Ai fanciulli insegnate in ogni clima, Da i buiti medesimi a mercede. E l popol per sua cronica le stima,

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Nella carta riportata nel frontespizio del Mondo Nuovo lisola posta lungo la costa del Brasile. Dalle carte moderne risulta esistere un Capo Frioche si trova nella regione dove oggi sorge Rio de Janeiro

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E per dotrina ancor di quella fede Cantandole nel tempio a i Cem suoi, Come i salmi si cantano appo noi. Uno areto avea dunque oltrinfiniti Questo popol brasilio, in chera detto, Che nazion barbuta un tempo a i liti Verria del regno, e quel faria soggetto.84

Il personaggio di Giafer, re del Maragnon, importante per le notizie date a Silvarte riguardo le terre che incontrer dirigendosi a Nord. In particolare, il sovrano cita il fiume Maragnon, e quindi il fiume delle Femmine (il Rio delle Amazzoni): Il fiume delle Donne lungo e largo, E cupo pi dognaltro, e smisurato. N per tanto aggrandir menzogne spargo. Moltanni un mio nocchier lha navigato. Su la cui riva alberga appresso al margo Molto lunge dal Mare il Re dorato, Principe famosissimo fra noi Per la ricchezza de domini suoi.85

84 85

Id., op. cit., canto XV, str. 39, 40, 41, vv. 1-4. Id., op. cit., canto XV, str. 74.

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In seguito, riferisce anche la leggenda dellEl Dorado, il re che si faceva ricoprire di polvere doro, e il cui regno aveva miniere ricchissime. Come noto, il miraggio dei favolosi tesori di questo regno attir moltissimi esploratori e avventurieri, che lo cercarono inutilmente per secoli. La flotta prosegue il suo interessante viaggio attraverso le province del Nuovo Continente toccando Trinit. La spedizione, guidata da Dulipante in seguito alla morte di Silvarte, soltanto dopo queste lunghe peregrinazioni giunge nel Mar dei Caraibi, ancora inesplorato. Stigliani, quindi, parla diffusamente della conquista di Cuba e delle altre isole caraibiche. Parallelamente alle esplorazioni di Silvarte e Dulipante, anche Colombo, tentando di tornare in Spagna, raggiunge terre lontanissime. Infatti, dopo essere approdato allisola di Bermuda47 e quindi a Brandana, lisola itinerante dei pazzi lAmmiraglio si dirige a Nord fino alle remote terre di Frislanda e Tile (Thule), ora detta Islanda, e infine approda alla Grotlandia, quindi, nelle terre artiche. Queste peregrinazioni sono ovviamente frutto della fantasia del poeta. La narrazione prosegue attraverso le molteplici avventure dei cavalieri al seguito di Colombo e il resoconto della colonizzazione di Hispaniola da parte dellAmmiraglio. Il genovese fa ritorno in Spagna86 soltanto dopo aver lasciato a suo fratello Baccio il governo di Hispaniola, per poi partire nuovamente per le Indie. Nella terra dei Cannibali (precisamente
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Colombo segue la la rotta delle Azzorre, giungendo prima a Lisbona e poi a Barcellona: esattamente il percorso compiuto dal genovese nel 1493, quando torn in Europa per la prima volta.

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lisola di Crucheria, termine derivato dalla fusione di Cibucheira con Santa Croce, nome cristiano dellisola) si riuniscono tutti i personaggi del poema, che si affrontano in una guerra sanguinosa. Sul regno dei Cannibali il poeta trasferisce il miraggio delle enormi ricchezze che era possibile trovare nelle Indie. La conquista di immensi tesori rimane comunque accostata alla missione religiosa, che deve restare il motivo principale di incitamento alla guerra. Dopo aver sottomesso tutte le isole dei Cannibali ed aver imposto il tributo, Colombo torna ad Hispaniola, dove trova la popolazione locale in rivolta contro gli spagnoli, a causa della cospirazione di Roldano unita al malcontento degli indios per i pesanti tributi in oro e cotone. Lo scontro finale vede contrapposti tutti gli eroi apparsi nel corso del poema, accorsi ad Hispaniola per sostenere i rispettivi eserciti. Il Mondo Nuovo si conclude con il matrimonio di due indigeni e con la loro conversione al Cristianesimo. Nelle ultime tre strofe del suo poema, Stigliani invita il figlio Carlo a continuare la sua opera narrando limpresa compiuta da Corts , ma questultimo non esaud mai la volont del padre. Le vicende pi propriamente americane sono lontane dalla realt tramandata dalle cronache, e il racconto ha dimostrato una maggiore fedelt soltanto per quanto riguarda gli eventi accaduti ad Hispaniola. Riguardo alla figura di Colombo, Stigliani al contrario di Giorgini, ha riservato allAmmiraglio genovese il ruolo pi importante non ostante lo abbandoni in uno alla sua flotta nella parte
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centrale del poema per narrare le peripezie di Silvarte e Dulipante. Colombo viene presentato nella duplice veste di esploratore e conquistatore ma, al cinismo e al disprezzo verso gli indigeni caratteristici del Colombo di Giorgini, Stigliani oppone un personaggio pi aperto e benevolo, per il quale la missione pi importante la diffusione del Cristianesimo. Una particolare attenzione rivolta alla questione linguistica e a tutte le problematiche legate al difficile rapporto tra europei e nativi americani. Nel poema sono presenti alcune osservazioni sulle caratteristiche delle lingue indigene e sulle difficolt incontrate dagli europei nellapprenderle. Nel Mondo Nuovo la verit storica stata modificata secondo le esigenze poetiche: al fine di dare agli scontri armati limportanza di una guerra epica, lesercito d i Colombo composto di soldati provenienti da tutta Europa. I personaggi del poema sono in gran numero frutto dellinvenzione di Stigliani . In conclusione, il Mondo Nuovo di Stigliani prosegue e sviluppa con originalit la linea tracciata dalle opere precedenti ma presenta anche delle innovazioni che dimostrano che nella poesia prendeva lentamente forma una nuova visione della realt americana. 2.3. LOceano di Alessandro Tassoni Lopera venne stampata a Parigi nel 1622, in unedizione che conteneva anche un poema eroicomico dello stesso autore, la Secchia rapita. Il frammento preceduto da una lettera ad un amico sulla materia del
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Mondo Nuovo. LOceano composto di un canto, pi unottava e mezza del secondo, e sembra non aver avuto un seguito. Il primo canto, relativamente breve, ha unestensione di 76 strofe. Il poema di Tassoni narra soltanto il primo viaggio di Colombo e il racconto si interrompe dopo la partenza delle tre caravelle dalle isole Fortunate (Canarie). Il frammento inevitabilmente legato alla lettera che lo precede, in cui Tassoni spiega ad un amico quali caratteristiche dovrebbe presentare un poema eroico sulla scoperta. Alla fine dellepistola, il poeta allude al suo Oceano, e afferma di inviarlo al suo amico affinch gli possa essere di aiuto. Nel poema Tassoni dovrebbe aver messo in pratica quanto aveva dichiarato nella lettera ma, invece, il realismo auspicato nellepistola influenza il frammento solo in minima parte. Lautore allude pi volte alle tre sole navi con cui Colombo intraprese il suo viaggio, e fa pronunciare al suo eroe un discorso in cui, senza il moralismo che gli avevano attribuito altri poeti, sprona i suoi compagni con il miraggio della fama e delle ricchezze. Tuttavia, le imprecisioni e gli episodi completamente estranei alla realt documentata dalle cronache sono molto pi numerosi. Gi nella prima strofa si trova unespressione che richiama alla memoria le esagerazioni dellepica: e con tre sole navi ebbe ardimento
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di porre il giogo a cento regni e cento.87 Nel poema si notano numerose citazioni riferite alla mitologia greca, elemento che raramente si ritrova negli altri poemi sulla scoperta. Nella seconda strofa, infatti, oltre alla pi prevedibile allusione ad Ercole (Alcide), viene nominata anche la ninfa marina Teti, madre di Achille. Alla partenza, lAmmiraglio mostra di non avere dubbi sulla buona riuscita dellimpresa: Nel poema si notano numerose citazioni riferite alla mitologia greca, elemento che raramente si ritrova negli altri poemi sulla scoperta (il Mondo Nuovo di Giorgini unaltra opera in cui viene fatto largo uso di citazioni mitologiche). Nella seconda strofa, infatti, oltre alla pi prevedibile allusione ad Ercole (Alcide), viene nominata anche la ninfa marina Teti, madre di Achille. Alla partenza, lAmmiraglio mostra di non avere dubbi sulla buona riuscita dellimpresa: Questa via, chaltri mai non ha pi trita, vi conduco a solcar del mondo fuora, a ci che fuor de la comune schiera usciate meco a fama eterna e vera. E salcuno di voi con maggior cura doro e di gemme a faticar sinvoglia,
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Alessandro Tassoni, op. cit., canto I, str. 1, vv. 7-8.

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io spero di trovar tale avventura che ne potr saziar ogni sua voglia. Che la via che facciam non sia sicura il vedermi con voi dubbio vi toglia; ch pazzo chi desia per cangiar sorte despor se stesso a temeraria morte. 88 Come gi era avvenuto nei poemi precedenti, ad ostacolare limpresa intervengono le creature infernali che provocano una terribile tempesta. Nella preghiera che Colombo rivolge al Cielo presente un singolare riferimento: egli allude allaiuto dato da Dio al popolo dIsraele per fuggire dallEgitto. Questa allusione importante perch presente anche nelle Historie di Fernando Colombo. In soccorso della spedizione scende langelo Urriel, che combatte contro i demoni e li sconfigge. Secondo Tassoni, langelo visibile a Colombo, che lo indica ai compagni quale loro difensore celeste. Allo sbarco dalle isole Canarie segue un lungo episodio, che occupa la parte rimanente del primo canto . Le isole vengono descritte come un perfetto luogo ameno: Quivi il Colombo entr con le sue navi, e stanza vi trov dolce ed amena; praticelli, boschetti, aure soavi, fonti, rivi, e damor la terra piena;
88

Id., op. cit., canto I, str. 6, vv. 5-8; str. 7.

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fiorite lerbe, e gli arbuscelli gravi di frutti, e intorno una continua scena; e tra le frondi augelli e per le valli persi, verdi, vermigli, azzurri e gialli.89 Con lapparizione di un drappello di ninfe, ci si ritrova in pieno clima mitologico e non possono non tornare alla mente le indicazioni fornite da Tassoni nella sua lettera: lattenzione al dato storico e alla veridicit degli eventi narrati sembra essere stata dimenticata per dare spazio allennesimo brano fantastico. Il rimprovero che rivolge agli spagnoli una delle ninfe molto significativo: E volgendo a le navi i lumi irati, E chi, grid, cotanto ardir vi diede? uomini vili a le miserie nati, tenete fuor di questa riva il piede. Qui solo hanno gli eroi fatti beati e le ninfe immortali albergo e sede.90 Si lontanissimi dalle vicende storiche narrate dalle fonti. Questi versi potrebbero far parte di un qualsiasi poema eroico della classicit e possono essere accostati, ad esempio, alle parole con le quali il dio Eolo, nellOdissea, caccia Ulisse dalla sua isola: Via dallisola, subito, obbrobrio dei vivi!
89 90

Alessandro Tassoni, op. cit., canto I, str. 27. Id., op. cit., canto I, str. 30, vv. 1-6.

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Non lecito a me dare aiuto o accompagno a un uomo ch in odio ai numi beati91 Come avveniva ai compagni di Ulisse, anche lequipaggio di Colombo, avendo perso il senso del tempo, deve essere richiamato allordine. Tuttavia, il compito risulta essere molto pi difficile del previsto, in quanto i marinai rifiutano di proseguire e invitano lAmmiraglio a tornare in Spagna per tentare limpresa con altri uomini. Tassoni coglie loccasione per descrivere lequipaggio con cui Colombo era partito: Con trecento guerrier dal porto ispano sera partito il gran Colombo: e cento nati su l Tago avean per capitano il superbo Pinzon gonfio di vento: dAragon cento ne traea Roldano, uom di feroce e indomito ardimento: e cento gi dItalia i pi fidati Tolomeo suo fratel navea guidati. Seco il minor fratello e l maggior figlio conduceva il Colombo a quellimpresa, [...] Diego avea nome il figlio [...]92

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Omero, Odissea, versione di R. Calzecchi Onesti, Torino, Einaudi, 1963, libro X, vv. 72-74. Alessandro Tassoni, op. cit., canto I, str. 50; str. 51, vv. 1-2; str. 52, v. 1.

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Il poeta contraddice ci che aveva dichiarato nella sua lettera: gli uomini della spedizione in realt erano 90. Inoltre, se vero che i fratelli Pinzn e Francisco Roldn parteciparono al primo viaggio, la presenza di Bartolomeo e di Diego Colombo un particolare inventato. Il fratello dellAmmiraglio giunse nelle Indie solamente nel 1494, mentre, per quanto riguarda il figlio Diego, non risulta che sia andato nel Nuovo Mondo con il padre93.Da notare il temine guerrieri riferito ai compagni di Colombo: nella sua lettera Tassoni afferma che gli era sembrato ridicolo che altri poeti avessero parlato di un esercito al seguito del genovese, ma poi nel suo poema commette anchegli lo stesso errore. Non nemmeno lunico esempio di questo tipo, in quanto, poco pi avanti, Colombo si rivolge ai suoi chiamandoli soldati. Non volendo rinunciare al viaggio, lAmmiraglio decide di lasciare lisola con pochi compagni ma, dopo alcuni giorni, vi approda nuovamente per le suppliche dei suoi uomini. Un particolare interessante riguarda il ruolo assunto dai demoni: essi, rinchiudendo i venti nelle caverne per impedire a Colombo di tornare alle Canarie, prendono il posto che il dio Eolo aveva nellOdissea. A questo riguardo, bisogna sottolineare che, secondo il mito, lisola in cui il dio viveva era posta nellestremo occidente, luogo che pu essere collegato allisola atlantica

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Un Diego Colombo (ma si trattava di un altro fratello dellAmmiraglio) viaggi con lui nella seconda spedizione. Invece, laltro figlio di Cristoforo, Fernando, si rec in America con la quarta spedizione, nel 1502.

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in cui si svolge lepisodio dellOceano. Si tratterebbe dellennesima sovrapposizione fra luoghi mitici e reali, un topos dellepica colombiana. Essendosi ricongiunto ai suoi compagni, il genovese passa in unaltra isola: Vede rustici alberghi e abitatori; e dacqua chiede; e, maraviglia strana, trova il terren che non produce umori: ma un grandarbore in vece di fontana; stringonsi intorno a lui tutti i vapori del luogo; e fuor dogni credenza umana la virt di quellarbore gli scioglie, e gli distilla gi da le sue foglie.94 Lultimo particolare riguardante le isole Canarie presente nel poema, ha un evidente riscontro nella Historia di Oviedo95. Tuttavia, un episodio reale, inserito in un contesto fantastico come quello appena descritto, paradossalmente perde di importanza proprio a causa della sua inverosimiglianza e finisce col sembrare anchesso frutto dellinvenzione del poeta. Il secondo canto dellOceano, del quale abbiamo solo una strofa e mezza, descrive laurora del giorno dopo e linizio della navigazione

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Id., op. cit., canto I, str. 75. G. B. Ramusio, op. cit., pp. 392-393: a proposito dellisola del Ferro, egli racconta di un albero che trasuda acqua, la cui chioma sovrastata da una nuvola

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verso lignoto. Il poema, che si interrompe proprio in questo punto, lascia pensare come se Tassoni avesse timore di addentrarsi nellOceano e di affrontare un mondo diverso e lontanissimo dal Vecchio Continente. Unosservazione importante da fare che al trascorrere degli anni sembra accompagnarsi una predominanza sempre maggiore dellinvenzione rispetto al dato reale.

2.4 LAmerica di Girolamo Bartolomei Il poema fu stampato a Roma nel 1650 ed dedicato alla figura del famoso navigatore toscano Amerigo Vespucci. Il testo composto di quaranta canti ed preceduto da una interessante dissertazione dedicata al benigno e saggio lettore, nella quale Bartolomei affronta il problema del modello da seguire nella composizione di un poema epico sullAmerica. Il poeta sostiene che il modello pi adatto costituito dai due poemi di Omero, lIliade e lOdissea. Aggiunge che siccome la scelta di un poema complesso come lOdissea molto difficile, in passato i cantori di Colombo hanno optato per lEneide di Virgilio. Lautore dellAmerica conclude affermando di aver scelto come modello del suo poema proprio lopera di Omero. Il brano in cui si parla della scoperta contenuto nei canti IV, V, VI e VII. Limpresa viene raccontata a Vespucci da due testimoni dellevento, un indio e uno spagnolo, il marinaio Oristano. La scelta di due narratori, rappresentanti
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dei due popoli che la scoperta dellAmerica fece incontrare, mette in luce la volont di dare un resoconto obiettivo e imparziale delle vicende. Bartolomei immagina che, alcuni anni dopo la scoperta, Vespucci incontri questi due personaggi e venga da loro informato su come si sono veramente svolti i fatti. E in questo modo che il poeta racconta al lettore la storia di Colombo. Lincontro di Vespucci con il primo testimone viene narrato nelle ultime trenta strofe del quarto canto. Mentre il navigatore toscano sta esplorando unisola sconosciuta, lui e il suo seguito vengono assaliti da una turba di cavalieri venuti dallInferno per annientarli. A guidare la turba spettrale, composta esclusivamente da indigeni, il cacique Guacanarillo, noto per essere stato il primo capo indiano a venire in contatto con gli europei. Bartolomei inserisce quindi un personaggio storico. La presentazione che il cacique d degli stranieri molto negativa: Mentrio sedea Signor nel pi giocondo Tranquillo seggio di felice Sorte, Caddi delle miserie ad imo fondo, Preda di Mostri rei, strazio di Morte. Ah, Quelli, che dovieno a novo Mondo Recar salute, aprir del Ciel le porte AllAlme instrutte, Essi a tormento eterno

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Pi pronti disserrar quelle dAverno.96 Dopo aver introdotto il personaggio di Colombo, Guacanarillo narra di come egli aveva lasciato agli spagnoli delle case libere e si era dichiarato suddito del re di Spagna. Aggiunge, inoltre che, durante la permanenza dellAmmiraglio nelle Indie, i rapporti tra il suo popolo e gli spagnoli erano stati buoni ma che, con la partenza di Colombo per la Spagna, erano sorte delle difficolt, causate dal Vicario lasciato ad Hispaniola: QuellAmmiraglio, che limpero tenne, Che parea veramente unhuomo degno, Partirsi destin, mentre convenne Tornar a riveder lIspano Regno: Ma pria, che spieghi da sorgenti antenne Le sue candide vele, un Mostro indegno Lasci Vicario suo, ed a rapace Lupo crudel raccomand la pace.97 Secondo il re indiano, il Vicario aveva tolto le terre ai proprietari, aveva rapinato ed ucciso. Bartolomei insiste sullingratitudine mostrata dagli europei nei confronti di un popolo che aveva dato loro tutto ci che aveva. La narrazione continua con la figura Vespucci che si imbatte in un gruppo di pipistrelli grandi come aquile, che il poeta paragona alle Arpie. Avviene lincontro con il secondo testimone, che racconta
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Girolamo Bartolomei, op. cit., canto IV, str. 78. d., op. cit., canto IV, str. 85.

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brevemente la sua storia: la partenza con lAmmiraglio per sfuggire alla miseria e, dopo il naufragio della nave su cui viaggiava, larrivo nel luogo in cui Vespucci e i suoi compagni lhanno trovato. Limbarcazione carica doro, il metallo che era stato la causa di tutte le loro disgrazie, era stata affondata da una tempesta durante il viaggio di ritorno in Spagna. Da cinque anni il marinaio subiva le torture delle anime degli indigeni morti, i quali, in una sorta di pena del contrappasso, gli davano da bere oro bollente, per punire lavidit dimostrata dagli invasori. Lincontro di Vespucci con un marinaio della prima spedizione del genovese uno stratagemma inventato da Bartolomei per poter introdurre la storia della scoperta del Nuovo Mondo e per rendere lepisodio pi credibile. Bartolomei non esita ad attaccare duramente i conquistadores, presentandoli nelle loro azioni peggiori e raccontando ci che nessun altro prima di lui aveva osato dire. Lesordio di Oristano introduce gi il tono della narrazione: Onde chiedi, che storia io rinnovelle, Che n parte mi fur loblio de tempi, E che fra le vaghezze, e lopre belle Mischi gli atroci fatti, e crudi scempi? [...] Tragedie conter da me vedute. [...] istoria acerba
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Sparsa di stragi, scempi e di ruine? [...] Dopo un lieto principio atroce fine, Cui scena fur dIsola amena i lidi, Suggetto glIndi, che straziar io vidi98 la parte interessante del racconto quella in cui il marinaio spagnolo descrive i partecipanti alla spedizione: L ve Colonia and dhuomini indegni, Che danneggiaro, e seminar ne petti Glistessi vizi, ondEssi furo infetti? Ma che far si potea, mentre i prudenti, I pi giusti, i pi buoni recusaro Fidar la vita loro allonde, a venti Fra camin lungo, ancor non conto, e chiaro? Mestir fu dinviar feccia di Genti, Che pien di vili affetti il cor serbaro; Anzi a molti fu duopo, che sia dato Il navigar in pena del peccato. Ladultero, il Ladrone, e l Micidiale, Ed altro fabbro dopere perverse99

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Id., op. cit., canto VI, str. 7, vv. 1-4, 8; str. 8, vv. 3-4, 6-8. Id., op. cit., canto VI, str. 12, vv. 6-8; str. 13; str. 14, vv. 1-2.

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Al posto dellesercito di nobili cavalieri descritto negli altri poemi sulla scoperta troviamo un gruppo di criminali e viziosi in quanto gli uomini degni rifiutarono di partecipare alla spedizione. La parte interessante della relazione quella riguardante lincontro con gli indios di Hispaniola: Godean non meno dellantiche Genti Un secol dor col fra l novo Mondo QueglIndi gi del viver lor contenti, [...] Ma con gli spagnuoli: [...] [...] dor giunse col la dira fame, Ria consigliera a crudeltade infame100 La parte interessante della relazione quella riguardante lincontro con gli indios di Hispaniola: Godean non meno dellantiche Genti Un secol dor col fra l novo Mondo QueglIndi gi del viver lor contenti, [...] Ma con gli spagnuoli: [...] [...] dor giunse col la dira fame, Ria consigliera a crudeltade infame.101
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Id., op. cit., canto VI, str. 82, vv. 1-3, 6-8.

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Larrivo degli europei ha portato violenza e avidit, distruggendo il mondo pacifico in cui gli indios vivevano. Allospitalit e allamicizia degli indigeni si era opposta, con la partenza di Colombo per la Spagna, la crudelt degli spagnoli rimasti ad Hispaniola, specie quella del Vicario, che secondo Bartolomei sarebbe Roldano, ovvero Francisco Roldn. La presentazione del Capitano spietata: Unhuom sorto dal fango, unhomo indegno, [...] Esto ribaldo di morir ben degno, Anzi, che nato, elesse Capitano Ivi in sua vece, e n cura a quel Fellone Lasci Navi, Armi, Genti e munizione.102 Il settimo canto interamente dedicato alle malefatte di questo personaggio che aveva fatto depredare gli indigeni di cibo, gioielli e donne, che rapiva per disonorarle. Dopo aver catturato i due cacique ribelli, Roldano aveva saccheggiato il ricchissimo palazzo di Ciguai, servendosi degli indios per trasportare loro alle navi:

DeglIndiani su le nude schiene Imporne fece i poderosi incarchi, Attorte a braccia, e seni aspre catene,
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Id., op. cit., canto VI, str. 82, vv. 1-3, 6-8. Id., op. cit., canto VI, str. 100, vv. 3, 5-8.

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Di ferro a que, che mand doro carchi: Huomini crudi aggiunser pene a pene, Custodi loro di ferir non parchi, Trattando per baston lignuda spada, Sovra chi lento va, sovra chi cada.. Chi di qua, chi di l batte, e tempesta Sul tardo Portator; chi taglia il braccio, Chi fora il fianco, e dove un cade, e resta, Vien tratto laltro a quel gravoso impaccio: Tronc pi duno ad Indian la testa103 Queste parole suonano come una vera e propria denuncia delle atrocit commesse dai conquistadores. Bartolomei descrive limmagine degli indios utilizzati dagli spagnoli come bersagli per le loro gare, raccontando la verit sui rapporti intercorsi tra europei e indigeni. Vengono riferite le orribili pratiche di deturpare il volto ai ragazzi, labitudine di vestire gli indios di paglia e di dare loro fuoco, di trucidare le madri insieme ai figli che allattavano e luso dei cani molossi, addestrati appositamente ad uccidere gli indigeni. La parte finale del brano dellAmerica dedicata a Roldano che, dopo aver torturato e ucciso Guacanarillo, tenta di lasciare Hispaniola a bordo di una nave carica doro diretta verso la Spagna. Il malvagio Vicario muore affogato
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Id., op. cit., canto VII, str. 54; str. 55, vv. 1-5.

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a causa delleccessivo carico di ricchezze, simbolo della sua avidit. Lopera di Bartolomei contiene molteplici innovazioni. In primis, la scelta di raccontare la storia per bocca di due testimoni, uno indiano e laltro spagnolo, come se il poeta volesse dare una versione dei fat ti il pi obiettiva possibile. In secondo luogo, importante il punto di vista dal quale la storia viene narrata, che unico per i due racconti nonostante la diversa origine dei due narratori: Bartolomei non intende celebrare unimpresa militare, bens descrivere il lato negativo e disumano che ha caratterizzato i rapporti tra spagnoli e indigeni. A Colombo non viene attribuita nessuna colpa, se non quella di aver nominato un uomo indegno a sostituirlo. LAmmiraglio, infatti, viene descritto come una persona pacifica e disponibile ad instaurare rapporti amichevoli. Tuttavia non manca un elemento frequente nei poemi epici dellepoca, ovvero listigazione alla violenza da parte di Satana. La quasi totale assenza di eventi soprannaturali nel poema di Bartolomei costituisce unulteriore conferma della volont del poeta di rimanere legato ai fatti, alla realt documentata dalle fonti specie le opere di Bartolom de las Casas. Fu soltanto grazie alle denunce di personaggi come las Casas che gli europei vennero a conoscenza degli effetti distruttivi della presenza spagnola in America.

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Capitolo III Cristoforo Colombo tra mito e realt. 3.1 La questione colombiana.
Al personaggio di Cristoforo Colombo, agli avvenimenti che portarono ai suoi viaggi e alla conoscenza di un "Nuovo" Mondo da parte del "Vecchio" sono stati dedicati innumerevoli studi. Tutti i documenti pervenutici sono stati passati al setaccio da schiere di ricercatori, cosicch, quando si pensa all'episodio che pi di ogni altro ha segnato il cammino recente dell'umanit (almeno quello visto con gli occhi della cultura occidentale), la maggior parte delle persone certo persuasa di avere ricevuto attraverso la ricostruzione "ufficiale" di quegli eventi lontani una versione abbastanza accurata dello svolgersi dei fatti. Le cose per forse non sono andate esattamente come ci stato insegnato, e la ragione di tale "infedelt" da ricercarsi in una sorta di diffuso "puritanesimo" degli addetti ai lavori cercando di ignorare e di fare ignorare sopraffazione e tradimenti. Nell'arte della navigazione, Colombo, sarebbe divenuto tanto esperto che, raccogliendo e collegando tra loro dati di carattere sperimentale e speculazioni teoriche, elabor il celebre disegno di raggiungere l'oriente navigando sempre verso occidente. Dopo numerosi tentativi, trov finalmente quella che ai giorni nostri definiremmo una sponsorizzazione

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presso la corte di Spagna, e riusc ad attuare infine il progetto che gli diede fama imperitura. Nella versione ufficiale Colombo viene presentato come nativo di Genova nel 1451. Suo padre era un tessitore; ebbe almeno due fratelli. And per mare, come era costume di molti giovani genovesi, e viaggi per il Mediterraneo. Nel 1476 fece naufragio al largo del Portogallo, riusc a raggiungere la terra, e si rec a Lisbona; sembra che viaggi in Inghilterra ed in Irlanda, ed afferm pi tardi di avere raggiunto anche l'Islanda. Fece ritorno in Portogallo, e si spos con Donna Felipa che mor poco dopo la nascita del loro figlio Diego (circa 1480). In quel tempo Colombo cominci ad essere interessato alla possibilit dei viaggi verso Occidente. Venne a conoscenza dei leggendari viaggi nell'Atlantico e dei resoconti di marinai sull'esistenza di terre ad ovest delle Isole Madera e delle Isole Azzorre. Acquistando libri e mappe, accett l'erronea locazione di Marco Polo per il Giappone - 2400 Km ad est della Cina - e la stima per difetto della circonferenza della Terra e quellaper eccesso delle dimensione del continente eurasiatico che provenivano da Tolomeo. Arriv cos a credere che il Giappone si trovasse soltanto 4800 Km ad ovest del Portogallo, una distanza che era alla portata dei vascellidell'epoca. Le sue idee furono supportate da quelle del cosmografo fiorentino Toscanelli. Nel 1484

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cerc sostegno per un viaggio diesplorazione presso il re Giovanni II del Portogallo, ma ottenne un rifiuto. Anche i Portoghesi ritenevano inferiore la distanza, ma credevano che fosse comunque al di l della portata delle navi disponibili al tempo. Nel 1485, preso con s il figlio Diego, and in Spagna, dove impieg circa sette anni per cercare di ottenere sostegno da parte della regina Isabella I di Castiglia. Egli fu ricevuto a Corte, gli fu concessa una retribuzione annuale, e presto ebbe sia amici che nemici. Un rifiuto apparentemente definitivo nel 1492 gli fece progettare di recarsi in Francia, ma un ultimo appello a Isabella si rivel proficuo e un accordo tra la Corona e Colombo fiss infine le condizioni per la spedizione. Cerchiamo di dimostrare adesso come diversi particolari mal si inquadrino nella visione d'assieme appena tratteggiata, pur facendone parte integrante. Scavalcando il parere negativo di una Commissione nominata appositamente, che si era occupata per vari anni della questione, i Re di Spagna gli concedono infine l'autorizzazione al viaggio e i relativi finanziamenti. Ricordiamo che, per avere sostenuto tesi analoghe a quelle di Colombo, nel secolo precedente erano stati mandati al rogo Pietro d'Abano e Cecco d'Ascoli. Da oltre mille anni si estendeva sull'Europa il dominio non solo spirituale della Chiesa cattolica, che

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offriva a uso e consumo di tutti i suoi sudditi una visione globale del mondo che non trascurava gli aspetti scientifici. La Terra, sede appositamente ideata ed assegnata all'essere umano dal suo Creatore, di cui creatura prediletta, di forma sferica, situata al centro dell'universo. E' opportuno sottolineare esplicitamente che la sfericit della Terra non veniva contestata, trattandosi di antica e accettata acquisizione del pensiero greco. Questa circostanza risulta ignorata dalla vulgata pi superficiale. Si veda ad esempio il "Cristoforo Colombo", di David MacDonald (1948), dal quale vengono citate le parole d'esordio. Alla fine del '400 [...] il Mediterraneo il centro del mondo. Ma il mondo per ora conosciuto non molto vasto: esso comprende l'Europa, una parte dell'Africa, la Britannia, un'isola del nord, e ai margini dell'Estremo Oriente il Giappone e la Cina. Tutto il resto acqua, oceano senza limiti. Le persone pi assennate sostengono che la Terra piatta, ma ogni tanto un teorico esaltato sostiene che sferica e che si pu girarle attorno. Siamo nel 1485, ed uno di questi spiriti bizzarri, un navigatore genovese, sale faticosamente verso il monastero di Rbida in Spagna. Anche se fossero esistite delle terre emerse agli "antipodi", a fare da "contrappeso" alla parte popolata nella zona superiore del globo, come ipotizzavano alcune teorie in ogni caso "ortodosse", esse non potevano
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certamente ospitare esseri umani, visto che la navigazione fino a loro era per i motivi appena elencati impraticabile, e che il genere umano era disceso da un unico uomo. Dio aveva concesso all'uomo di vivere sulle terre emerse, situate soltanto sulla parte superiore del globo, che per il resto veniva immaginato completamente ricoperto dalle acque del mare Oceano.

3.2 La religiosit del navigatore genovese. La figura di Colombo era considerata certamente eretica da parte di alcuni, anche se non restano precisamente chiariti i motivi di tale accusa. Tale accusa palesemente asserita nelle dichiarazioni di un testimone oculare che partecip alla famosa riunione di Granada (gennaio 1492) tra Colombo, i Re di Spagna e i "grandi di Corte". Si tratta di Alessandro Geraldini, che fu successivamente il primo vescovo del Nuovo Mondo, autore di un Itinerarium ad Regiones Sub Aequinoctiali Plaga Constitutas, nel cui Libro XIV troviamo riferito esplicitamente che: Molti Vescovi spagnoli erano convinti che Colombo fosse sicuramente colpevole di eresia. Ancora Geraldini ci informa che: A questo punto Santngel, tesoriere del regno [...] chiese a Colombo di quale somma di denaro e di quante navi avesse bisogno per un viaggio in mare cos lungo: Colombo rispose allora che gli occorrevano tremila
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scudi d'oro e due navi; il banchiere aggiunse subito che era sua intenzione intraprendere questa spedizione e mettere a disposizione la somma richiesta. Restiamo quindi edotti, mediante una testimonianza diretta, del fatto importante che non soltanto la concezione di Colombo era considerata eretica da alcuni importanti personaggi del tempo, ma anche che da una parte di essi egli fu aiutato, e non solo a parole, bens pure con denaro. Simon Wiesenthal ci offre una visione d'insieme del problema colombiano molto soddisfacente dal punto di vista della plausibilit e della coerenza con i dati a nostra disposizione. Lo studioso esamina con meticolosa cura l'ipotesi che Cristoforo Colombo sia un personaggio ben diverso da quello che risulta dalla descrizione ufficiale, e che la chiave di tutto il "giallo" colombiano sia da ricercarsi nell'appartenenza del grande navigatore alla comunit ebraica, e quindi nella sua condivisione delle aspirazioni di essa nel periodo in cui si svolsero i fatti. Per lo studioso, infatti, Colombo un ebreo che cerca di dissimulare sapientemente la sua ascendenza (siamo in Spagna, in tempi di persecuzione aperta a questo popolo) e che da componenti influenti del suo gruppo fu protetto e sostenuto. L'autore in argomento aggiunge che non furono tanto motivazioni scientifiche o smanie di avventura a spingere lui e i suoi fautori alla scoperta di nuove terre, bens credenze ed aspettative di carattere "religioso". Egli tratteggia efficacemente la fede degli Ebrei
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dell'epoca nella profezia di Isaia che indicava la possibilit per loro di cieli nuovi e terra nuova, la nostalgia per le trib di Israele andate perdute, e sulla cui esistenza nell'Estremo Oriente si favoleggiava, e sottolinea poi come le conoscenze tecniche e scientifiche necessarie per l'impresa della traversata oceanica fossero soprattutto in mano agli Ebrei, che contavano degli scienziati (allora quasi gli unici, specialmente in determinate localit) in possesso di un patrimonio culturale matematico, astronomico, geografico e cartografico, che nessuna comunit dell'epoca poteva vantare. In particolare, l'autore rammenta che proprio la cartografia era una "specialit" degli Ebrei, e che un fiorente centro di studi in proposito era l'isola di Maiorca. Wiesenthal non d'altronde l'unico autore ad aver indagato a fondo l'ipotesi dell'ebraicit di Colombo. Essa si trova ad esempio gi discussa da Salvador de Madariaga e viene ripresa con ampiezza e profondit di documentazione da Juan Gil. C' da dire anche che la possibilit di un Colombo ebreo viene invece apertamente confutata, se non sdegnosamente rifiutata, da molti altri commentatori. Caso esemplare quello di Claudio Asciuti, curatore dell'edizione italiana delle Historie del secondo figlio di Colombo, Fernando.104

104

La vera storia di Cristoforo Colombo - verit e leggenda nel racconto del figlio, Fratelli Melita, Genova, 1989

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Si parlato di solidariet di razza; favola; nelle vene di Colombo non vi fu neppure una stilla di sangue ebraico105 Analogamente, essa viene respinta, o meglio sottovalutata da Paolo Emilio Taviani106. Questi, infatti, riconosce la probabile ebraicit della famiglia materna di Colombo: chiamandosi Susanna e avendo il padre di nome Jacobo, potrebbe essere di origine ebraica. Sarebbe stata, in tal caso, certamente convertita, e con lei tutta la sua famiglia, altrimenti non avrebbero potuto essere proprietari di terreni107 Specificando per immediatamente dopo che si tratta di un problema: di stirpe e non di fede religiosa. Quanto alla stirpe, riteniamo che ben difficilmente potr essere risolto. [...] non vi sarebbe proprio nulla di strano se anche sangue ebraico sia scorso nelle vene del pi grande scopritore della storia. Nulla di strano, tuttavia nessuna prova conferma questa ipotesi108. Quanto alla religione, in effetti, l'autore non ha dubbi: [Colombo] figlio di una famiglia cristiana e le sue convinzioni religiose le ha apprese fanciullo dalla madre in Italia. Il culto di San Francesco italiano, diffusissimo, allora, come oggi, in Liguria, e non ha nulla a che vedere con la cabala, con il Talmud e con le dottrine
105 106

op. cit. pag. 22 Cristoforo Colombo, La genesi della grande scoperta (De Agostini, Novara, 1982). 107 op. cit. pag. 26 108 op. cit. pag. 33

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ebraiche. [...] fu cattolico e religiosissimo; che possa avere avuto una lontana origine ebraica nessuno pu affermarlo o negarlo con sicurezza109 Vale la pena di dedicare una breve parentesi ad alcune conseguenze estreme dell'immagine comune dell'impresa del Colombo "cristiano", ai tentativi volti addirittura a una beatificazione dell'Ammiraglio, dei quali d qualche notizia l'Annuario Francescano Secolare d'Italia (Anno IV,N. 4, Roma, 1992), un numero speciale esclusivamente dedicato al caso colombiano. Riferiamo della questione attraverso il resoconto che ne offre O. Baldacci, in un capitolo del testo intitolato "Roma e la 'santit' di Colombo". La fedelt di Colombo al papato, fedelt che si potrebbe considerare persino ostentata, senza ombre, e persiste integra e inalterata sino al termine della sua vita. Lautore aveva avuto occasione di indugiare sulla personalit e sull'opera di Colombo, proclamando la "santit di Cristoforo Colombo", e affermando: "La scoperta dell'America fu spontaneo frutto del cattolicismo, e rigorosamente opera della fede. Per quanto riguarda la proposta di beatificazione la questione della santit di Colombo non convinceva neppure l'ambiente clericale.
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Pio IX e Leone XIII erano favorevoli al progetto [di beatificazione]. Ma, dopo aver studiato tutta la documentazione su Colombo, conservata negli archivi vaticani, il Santo Uffizio diede una risposta negativa. La vita privata dell'esploratore non sembrava del tutto impeccabile. Ad ogni modo, per Cristoforo Colombo le motivazioni di ordine religioso avevano un peso notevole. Va infatti ricordato che lAmmiraglio teneva sempre presenti, anche nel corso delle sue esplorazioni, il calendario liturgico, le solennit ecclesiastiche e i misteri della Fede. Pare infatti, che Colombo fosse religiosissimo e che sia morto indossando il saio francescano. Dal suo diario di bordo abbiamo appreso che faceva innalzare una croce ovunque sbarcasse. Secondo alcuni dietro allimpresa di Colombo si nascondeva lintenzione di mettere in piedi una vera e propria crociata per liberare Gerusalemme ed il Santo Sepolcro. Per questo forse Colombo si considerava colui che porta Cristo.

3.3 Colombo e Ulisse: il viaggio come metafora della vita.


Il mito del viaggio costituisce uno dei nuclei piu' profondi attraverso cui la civilta' occidentale ha narrato il senso della vita. Fin dalla letteratura epica,in cui vengono intessuti i significati piu' antichi ed eroici della ricerca della verita'e di s, l'uomo, nel suo continuo peregrinare ha acquisito esperienza ma anche consapevolezza della
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propria infinitesimalita',ritornando a se' accresciuto. L'uomo si porta dietro ,consapevolmente o meno il mito del viaggio. I diversi autori affrontati, seguendo le proprie attitudini e propensioni non hanno perso di vista il punto di riferimento per eccellenza,l'Odissea di Omero rielaborandola ora in chiave ironica, ora polemica ora antitetica. L'Ulisse omerico costituisce il prototipo del viaggiatore, di colui che attraversa un' infinit di pericoli e di tentazioni,volendo fondamentalmente fare ritorno in patria110. Ulisse costituisce un discorso sulla civilt europea, un immaginario di lunga durata, un archetipo mitico che si sviluppa nella storia e nella letteratura come un costante logos culturale. Egli larcheologia dell'immagine europea dell'uomo, figura che si evolve dall'et classica al medioevo, dal rinascimento al romanticismo fino alla modernit, attraverso diverse tipologie e canoni.111Ulisse , eroe della continuit e del mutamento, si reincarna nei secoli in modo diverso portando con s il nostro destino di uomini occidentali, punto ideale di osservazione per leggere differenze e consonanze tra alterit del passato e modernit del presente. In questa chiave sembra possibile, attraverso Ulisse, leggere mito, storia e poesia avvicinandosi all'immaginario del passato attraverso le sue stesse categorie e proiettandone l'ombra nel presente, interpretandolo cio profeticamente e retoricamente, come

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Operazione Nuovo Mondo - I motivi segreti del viaggio di Cristoforo Colombo verso le Indie (1973; Garzanti, Milano, 1991). 111 L' ombra di Ulisse. Figure di un mito Boitani Piero, p. 44

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"ombra che si allunga nel presente, trasformandosi". Ed qui che sono evidenti le analogie tra Ulisse e Colombo. Entrambi, infatti, intraprendono un nuovo viaggio, non imposto dalla sorte, ma voluto da loro stessi. La navigazione verso terre inesplorate, descrive un iter sospeso tra linsopprimibile bisogno di evadere dalla propria condizione e langosciosa incertezza della meta. Per entrambi si tratta di un viaggio in cui il naufragio continuamente in agguato112.Lacqua, il mare diventano metafora dellevasione dalla noia e strumento di scoperta delle cose pregevoli della vita. Cristoforo Colombo come Ulisse assetato di conoscenza. Orgoglioso di s, della propria intelligenza, della propria forza; ha ideato una teoria e sarebbe disposto a rivolgersi a chiunque pur di trovare i mezzi che gli consentano di verificarla. Non gli basta la conoscenza, vuole anche la gloria, il potere e i tesori. In lui l'orgoglio di chi ha aperto una via completamente nuova, un titolo di merito che non disposto a cedere a nessuno n a mantenere nella sfera della soddisfazione morale. Vuole anche riconoscimenti, sempre di pi; e si adira e si ribella quando gli sembra che i suoi servigi non siano stati adeguatamente appezzati e compensati; sino a farsi mettere in catene.113 Ma non un martire di nessun ideale, se non del proprio orgoglio e della propria ambizione illimitata cos come Ulisse che vive il viaggio come

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Cristoforo Colombo il medioevo alla prova, ERI, Torino, 1985, p. 36. La vera storia di Cristoforo Colombo - verit e leggenda nel racconto del figlio, Fratelli Melita, Genova, 1989

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ricerca di nuove avventure, poich per lui la vita va assaporata fino in fondo, come un buon calice di vino114.

Conclusioni
Dalla ricerca esposta nel presente lavoro, risulta evidente la notevole diffusione del tema del Nuovo Mondo tra i poeti italiani vissuti nei due secoli successivi alla scoperta. Riferimenti o anche semplici citazioni riguardanti limpresa di Colombo sono presenti nelle opere pi importanti dellepoca e anche i grandi poeti si sono sentiti in dovere di rendere omaggio alla personalit del navigatore genovese. Nellambito della poesia lirica si rilevata una tendenza alla celebrazione del personaggio per la sua appartenenza alla stirpe italica e sono stati individuati alcuni motivi, con il tempo divenuti dei veri e propri topoi letterari, successivamente sviluppati nelle opere di pi ampio respiro. Ad esempio, stata riscontrata labitudine di accostare Colombo alle grandi personalit del passato: ci stato giustificato dallestrema importanza dellimpresa del genovese, da con siderare un atto eroico e incredibile che poteva essere stato compiuto soltanto da un uomo fuori del comune. Il paragone stabilito fra lAmmiraglio ed altri personaggi di grande rilievo ha riguardato sia personalit realmente esistite che eroi leggendari, soprattutto derivati dalla mitologia classica. Per quanto riguarda i personaggi storici, da ricordare il significativo
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L' ombra di Ulisse. Figure di un mito Boitani Piero, p. 102

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accostamento fra Colombo e Galileo Galilei, contenuto nellAdone del Marino: il letterato napoletano ha inteso mettere in risalto limp resa del genovese per aver dato inizio, come le scoperte di Galilei, ad una nuova epoca della storia dellumanit, rivoluzionando le teorie scientifiche precedenti e contribuendo a modificare la generale visione del mondo. Queste importanti riflessioni non sono state riprese dalla restante produzione poetica dellepoca, pi attenta a mettere in evidenza le conseguenze religiose e politiche della scoperta, ovvero la diffusione del Cristianesimo nel Nuovo Mondo e la conquista di un nuovo vastissimo impero da parte della Spagna. A questo riguardo, da considerarsi emblematico il paragone stabilito fra Colombo e san Cristoforo: come il santo, che, secondo la leggenda, aveva portato Ges Bambino attraverso le acque, cos anche il navigatore genovese (che ne portava il nome) aveva trasportato la religione cristiana al di l dellOceano. Campanella, descrivendo lAmmiraglio come un ponte di Cesare e di Cristo attraverso lOceano, ha espresso in modo eloquente il binomio ChiesaImpero, che si era imposto nel nuovo continente in seguito allimpresa del genovese. Il rilievo dato in Italia a questi due aspetti della scoperta dellAmerica stato certamente determinato dalla morale controriformistica e dalla forte influenza politica della Spagna fra il 500 e il 600. Dalla seconda met del XVI secolo si evidenziata una dipendenza anche culturale, soprattutto per quanto riguarda le notizie
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provenienti dallAmerica. La poesia italiana ha confermato quanto era gi stato rilevato nella produzione di argomento americano dellepoca: una frequente celebrazione delloperato spagnolo nel Nuovo Mondo, una diffusa visione eurocentrista, in particolare nella descrizione dei rapporti fra conquistatori e nativi americani, e la presentazione della scoperta come di unimpresa affidata da Dio alla corona spagnola allo scopo di annientare il potere di Satana nel continente americano. Tuttavia, la poesia ha fornito anche dei contributi innovativi, proponendo delle versioni sempre diverse e originali dellevento. In generale, si rilevata la tendenza ad ampliare i confini dellimpresa e ad avvicinarla ad una dimensione irreale e fantastica. In realt, come si gi osservato, questo tipo di visione della scoperta dellAmerica da considerarsi una diretta conseguenza del suo essere gi in origine unimpresa epica: il passaggio da semplice evento storico ad argomento di opere letterarie, soprattutto di tono eroico, era quindi prevedibile. Inizialmente, ci avvenuto tramite lindividuazione di analogie tra la figura di Colombo ed alcuni eroi dellepica classica, soprattutto Ulisse ed Enea, i pi noti navigatori della mitologia. Il paragone con questi personaggi ha permesso ai poeti di dare al racconto della scoperta una dignit letteraria, di accennare alla possibilit di avere una visione mitica dellevento, narrandolo con lo stesso tono con cui Omero o Virgilio potevano aver descritto le peripezie dei loro eroi.
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Lintuizione dei primi cantori della scoperta stata sviluppata da Girolamo Fracastoro, vero promotore di quella linea narrativa indirizzata allinvenzione e alla rielaborazione letteraria dellavvenimento storico. Il medico veronese stato il primo poeta ad aver scelto un preciso modello epico cui ispirarsi, la poesia di Virgilio, e per lungo tempo ha rappresentato lunico vero esempio di come la scoperta poteva essere narrata rispettando i topoi letterari dellepica classica. Si individuato in Fracastoro lunico modello di questo tipo di rielaborazione dellevento storico, in quanto Ariosto e Tasso, pur avendo contribuito al successo dellargomento nellambito della poesia epica, in realt non hanno concretizzato le loro proposte dedicando un poema a Colombo, ma si sono limitati a suggerirne la composizione ad altri. Del resto, anche le fugaci citazioni colombiane contenute nellOrlando Furioso e nella Gerusalemme Liberata riuscirono a determinare la fortuna dellargomento americano nellepica italiana: ci dimostrato dalla data in cui venne pubblicato il primo poema eroico sulla scoperta, il 1581, anno in cui i due capolavori del 500 erano sicuramente molto noti nellambiente letterario ed erano gi considerati due modelli degni di emulazione. Trascorsi i primi anni dopo levento, nei quali aveva rappresentato unincredibile novit meritevole di celebrazioni e frequenti resoconti su come si erano effettivamente svolti i fatti, lesistenza del continente
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americano venne lentamente accettata e limpresa del navigatore genovese non suscit pi lentusiasmo iniziale. Se la relazione fedele alla realt documentata dopo i primi decenni del XVI secolo non costituiva pi una novit, si rese necessaria una riflessione sulle potenzialit artistiche dellevento, affinch potesse continuare ad essere una fonte di ispirazione per i poeti . Probabilmente largomento si sarebbe esaurito molto prima se non si fosse prospettata la possibilit per i poeti di modificare il racconto storico, apportando il proprio contributo creativo e adottando un punto di vista che fosse adeguato agli obiettivi proposti. Ci ha senzaltro arricchito e ravvivato le potenzialit culturali dellevento, ampliando gli stretti confini del momento storico fino a comprendere un periodo temporale molto pi vasto e inducendo ad una riflessione, non soltanto sul significato della scoperta, ma anche sul processo di conquista e sul rapporto instauratosi tra europei e nativi americani. Questultima osservazione da riferirsi in particolare alla produzione epica che, per la sua lontananza cronologica dallavvenimento storico, ha descritto la scoperta in relazione agli eventi accaduti successivamente. In questo senso, limpresa di Colombo ha perso in parte la sua priorit storica ed stata relegata ad un ruolo di minore importanza rispetto allopera di conquista. Se nel processo di rielaborazione creativa, loriginale evento storico ha indubbiamente subito una notevole modificazione, allo stesso modo stata trasformata
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la figura di Colombo, presentato ora come un guerriero crociato, ora come un santo investito della sua missione religiosa, o ancora come un uomo tormentato dalle passioni umane. Nonostante linevitabile perdita dal punto di vista dellattendibilit storica, lo studio di queste opere ha evidenziato numerosi spunti di riflessione, che sono stati sviluppati nellambito del presente lavoro . Ad esempio, per quanto concerne gli elementi tratti dalle cronache si potuto dimostrare che i cantori di Colombo, pur avendo apparentemente trascurato laspetto storico della scoperta, in realt possedevano una buona conoscenza delle fonti. Perci, nella maggioranza dei casi si pu escludere che le modificazioni, cui sono stati sottoposti i dati reali allinterno delle epopee su Colombo, dipendessero da una scarsa informazione sulla realt documentata o da una mancanza di precisione nel riferire gli eventi. Tramite un accurato confronto fra le opere stato possibile individuare le fonti cui hanno principalmente fatto riferimento i poeti ovvero le cronache di Pietro Martire e di Oviedo. Ad ogni modo, in tutti i poemi studiati sono presenti episodi, personaggi o notizie derivate dai racconti delle cronache. Non sono pochi i casi in cui stata rilevata uninsospettata precisione nel riferire un evento o nel descrivere un luogo effettivamente esistente in America: basti ricordare alcuni particolari del racconto sulla conquista del Messico o la presenza di tanti personaggi realmente esistiti nel Mondo Nuovo di Giorgini o le
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particolareggiate immagini fornite da Stigliani delle province in cui giungono i personaggi del suo poema. Di questi dati ogni poeta ha fatto un uso differente, riportandoli fedelmente o manipolandoli in assoluta consapevolezza, a seconda delle proprie esigenze narrative, dellispirazione creativa, oppure, nei casi pi significativi, per una precisa finalit riguardo alla visione che si voleva offrire dellevento e dellAmerica. In questo senso, stato molto interessante individuare gli episodi della storia della scoperta che nessun poeta ha osato modificare o trascurare che in tutti i poemi sono rimasti pressoch invariati: ad esempio, il tentativo di ammutinamento da parte dellequipaggio della spedizione presente in tutte le opere sullimpresa di Colombo, cos come il conseguente discorso dellAmmiraglio ai suoi uomini nel tentativo di placarli. Particolarmente ricorrente si dimostrata anche la descrizione dellisola di Hispaniola e la narrazione del processo di conquista e colonizzazione dellisola: probabilmente, essendo stato il primo luogo di insediamento europeo in America, i cantori della scoperta lo hanno eletto a simbolo dellintero continente e la dettagliata descrizione della sua progressiva sottomissione alla Spagna doveva rappresentare la trionfale conquista delle restanti province dellimpero americano. Si pu supporre che questi episodi, oltre ad essere molto significativi, fossero ormai stati assimilati dalla cultura europea e che quindi nemmeno i poeti abbiano
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sentito la necessit di riproporli in una nuova versione: essi rappresentavano i momenti salienti dellimpresa di Colombo ed erano da tempo entrati a far parte dellimmagine mitica delleroe genovese. Dopo queste importanti considerazioni sugli elementi storicamente pi vicini alla realt documentata, occorre far riferimento allaspetto pi caratteristico dei poemi epici sulla scoperta, ovvero alla rielaborazione fantastica e creativa dei dati reali tratti dalle cronache. A questo riguardo, necessario ribadire che non tutte le manipolazioni letterarie sono da ricondurre allispirazione artistica o al desiderio di emulazione del modello letterario di riferimento: in alcuni casi esemplari stata rilevata la precisa motivazione di tipo contenutistico che deve aver indotto il poeta ad operare una determinata scelta narrativa. Questo aspetto della ricerca, finalizzato allindividuazione del significato reale che si nasconde dietro gli apparenti voli di fantasia di un poeta, ha rappresentato una delle principali e pi interessanti motivazioni dellintero studio compiuto su questo argomento. Estremamente interessante apparso quel particolare fenomeno, che nellambito del presente lavoro stato denominato di sovrapposizione storica, ovvero di accostamento fra elementi, personaggi o eventi, nella realt appartenenti ad ambiti, luoghi o epoche diverse. Molto significative sono sembrate anche le lunghe esplorazioni descritte nel poema di Stigliani, in cui la Patagonia e il Brasile vengono scoperti poco
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tempo dopo larrivo della spedizione di Colombo ad Hispaniola, mentre lAmmiraglio giunge fino allestremit settentrionale del continente americano. Il poeta materano stato lunico ad aver dato del Nuovo Mondo unimmagine cos varia e completa, ed ha dimostrato di possedere una grande originalit dal punto di vista della scelta delle notizie riguardanti lAmerica. Lattenzione con cui si dedicato alle esplorazioni nel suo poema indicativa della sua curiosit nei confronti della realt americana, che, come si visto, si estesa anche alle usanze e alla cultura delle popolazioni indigene. Perci, si pu affermare che Stigliani non ha visto lAmerica esclusivamente come terra di conquista (nonostante abbia dedicato a questo aspetto la parte finale della sua opera), bens ha inteso fornire al lettore unimmagine pi vicina alla realt, evitando di lasciarsi assorbire completamente dal desiderio di emulazione dei modelli letterari. In generale, qualunque fosse il fine che il poeta si proponeva, la rielaborazione fantastica dellargomento americano dimostra che la grande quantit di informazioni riguardanti il Nuovo Mondo, trasferita nella dimensione leggendaria dellepica, ha assunto una nuova conformazione: le notizie sono confluite in uno spazio unico, le distanze sono state ridimensionate, i personaggi sovrapposti ed eventi cronologicamente molto distanti fra loro sono confluiti in un unico episodio. Tutto ci ha potuto verificarsi in virt del modello letterario adottato dai poeti in questione: linverosimiglianza
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delle avventure descritte sia dallepica classica che dalla pi recente poesia cavalleresca giustificava le inesattezze cronologiche e ogni metamorfosi cui sono state sottoposte le vicende storiche. In molti casi, i poeti hanno scelto determinati episodi, personaggi o luoghi guidati dalla loro ispirazione. Di grande interesse risultato anche il contributo di Bartolomei che ha immaginato lesistenza di due testimoni della scoperta al fine di dare, tramite i loro racconti, uninterpretazione nuova, per lepoca sorprendente, della presenza spagnola nel Nuovo Mondo. Nel presente lavoro, si dimostrato che, allepoca in cui queste opere vennero prodotte, le esplicite incongruenze storiche e linattendibilit del racconto non venivano certo considerate come delle mancanze, bens come le abituali caratteristiche di ogni poema epico. Ci stato confermato dalle dichiarazioni di Alessandro Tassoni o di Girolamo Bartolomei, dalle quali risulta evidente che la preoccupazione principale consisteva piuttosto nellindividuazione del modello letterario pi adatto allargomento che si intendeva trattare: perci, i due letterati in questione polemizzavano con le scelte adottate da altri poeti non tanto per le inesattezza storiche, quanto per aver eletto a modello lIliade invece della pi adeguata Odissea. A questo proposito sono sembrate significative anche le critiche sollevate dai tanti detrattori di Stigliani, al quale non venivano certo rimproverate le imprecisioni contenute nel suo poema, n i molti episodi frutto della sua invenzione. Viceversa,
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venivano sottolineati gli errori grammaticali oppure alcune incongruenze completamente estranee allargomento americano. Se ogni genere di modificazione della verit era giustificata dalla finzione letteraria, occorre ricordare che la costruzione di un impianto leggendario sulla realt americana era riconducibile anche ad un altro aspetto, di fondamentale importanza, che riguardava specificamente limmagine del Nuovo Mondo nellambito della cultura europea. Come noto, fin dalla sua scoperta lAmerica ha rappresentato per gli abitanti del Vecchio Continente unentit priva di tradizioni e di storia, unimmagine ancora da costruire sulla quale proiettare i propri ideali, le fantasie pi ardite e persino i racconti ideati dalla fervida creativit di poeti e narratori. LAmerica stata eletta a luogo in cui era possibile la realizzazione dei progetti utopistici dei filosofi, impossibili da attuare in Europa, e alla sua entit effettiva si progressivamente sovrapposta la possibilit di avverare i sogni concepiti dalla mente umana, in cui erano compresi sia i desideri positivi, ovvero gli ideali spirituali, sia le espressioni pi basse dellegoismo umano, rappresentate dalle aspirazioni di gloria e di potere e dallavidit di ricchezze.

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Il Nuovo Mondo divenne anche il luogo pi adatto in cui trasferire limmaginario europeo, ovvero linsieme di miti e leggende frutto dellinvenzione di poeti e filosofi, che, dalla classicit al Medioevo, avevano caratterizzato la cultura del Vecchio Continente, ovviamente rimanendo relegati nellambito letterario. Dopo la scoperta del Nuovo Mondo, questi racconti sono puntualmente stati proiettati sullentit americana e si creduto di poter finalmente realizzare in un luogo reale le aspirazioni che per secoli i pensatori del Vecchio Mondo avevano espresso nelle loro opere. Il continente americano, infatti, era il luogo perfetto in cui ambientare i pi fantasiosi episodi tratti dalla tradizione epica, la terra ideale in cui far compiere alle creature soprannaturali i loro portenti, ai maghi i loro incantesimi, in cui creare fonti della giovinezza o far combattere gli eroi contro giganti e pigmei. Tuttavia, la poesia italiana sembra aver trascurato limmaginario pi specificamente legato alla realt americana ed aver preferito episodi ed immagini appartenenti allepica tradizionale a differenza di Tommaso Stigliani. Il suo Mondo Nuovo costituisce, infatti, uneccezione per il grande interesse dimostrato sia per il vero racconto delle Amazzoni, ambientato lungo il fiume che ne porta il nome, sia per il mito dellEl Dorado, che per secoli ha simboleggiato limmagine stessa dellAmerica, vista come inesauribile fonte di tesori inestimabili. Stigliani, pur riproponendo il processo di conquista e la dimostrazione della superiorit militare e
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culturale dellEuropa, ha espresso una grande curiosit nei confronti delle usanze(danze, riti, ecc.) e soprattutto delle lingue indigene, delle quali ha specificato le caratteristiche e le difficolt di apprendimento per gli europei. Questo interesse sembrato ancora pi rilevante se paragonato alla totale assenza di riferimenti alle problematiche linguistiche nelle opere precedenti, nelle quali spagnoli e indigeni dialogavano senza alcuna difficolt, oppure si alludeva allapprendimento dello spagnolo da parte dei nativi. Il punto di vista assunto dal poeta sembra presupporre che la conoscenza delle lingue indigene fosse consueta per gli spagnoli, mentre nella realt ci non avveniva frequentemente. In sostanza, Stigliani parla di un avvicinamento e anche di un notevole interesse degli europei nei confronti delle culture originarie dellAmerica: tutto ci indubbiamente sorprendente se si considera lepoca in cui il poema stato composto. Occorre ricordare anche limmagine rovesciata proposta dal poeta del momento della scoperta, in cui un civilizzato spagnolo viene considerato dai nativi addirittura un selvaggio privo di parola e di ogni caratteristica umana. Lepisodio appare paradossale, ma si pu ipotizzare che Stigliani intendesse fornire un messaggio preciso: tra culture diverse possono sovente verificarsi da entrambe le parti fraintendimenti e valutazioni negative, a causa dei differenti linguaggi, valori e criteri di giudizio, ma importante ricordare che, se il primo impatto pu far apparire il diverso
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inferiore o superiore rispetto a ci che noto, con la successiva reciproca conoscenza (come avviene appunto nel poema) la valutazione pu essere modificata e divenire pi obiettiva. Nellerrato giudizio iniziale dei nativi nei confronti di Roldano si pu forse riconoscere la corrispondente ingiusta valutazione data dagli europei alle culture indigene incontrate in America, cui per secoli nemmeno la diretta conoscenza riuscita a porre rimedio. Nonostante la rilevanza degli episodi descritti, in realt il poeta non li ha sufficientemente messi in risalto nellambito della sua opera: inseriti in un vasto impianto letterario e fantastico questi significativi elementi perdono di efficacia e limpressione generale che un lettore disattento pu ricavare quella di un poema influenzato dalla tradizione epica e intriso di quella visione eurocentrica tipica di altre opere del genere. Si pu supporre che Stigliani non abbia osato trattare queste tematiche, per lepoca rivoluzionarie, in modo pi esplicito e che abbia perci preferito inserirle nella sua opera sotto forma di timide allusioni, che soltanto un lettore attento avrebbe potuto individuare. Non rischiano invece di essere fraintese le dichiarazioni contenute nellAmerica di Bartolomei, unaperta e coraggiosa denuncia delle crudelt e delle ingiustizie commesse dai conquistadores nel Nuovo Mondo e uninedita difesa dei diritti delle popolazioni indigene. Il brano si distacca nettamente dalla visione presente in molte opere poetiche del genere ed la dimostrazione pi evidente di un mutamento avvenuto
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nella coscienza italiana dellepoca e trasmesso anche allambito letterario. Nel brano di Bartolomei ravvisabile la forte influenza che le opere di Bartolom de las Casas ebbero sulla cultura italiana dalla fine degli anni 20 del XVII secolo. Le predette opere meritano di essere studiate in quanto forniscono informazioni relative allo sviluppo della coscienza europea nei confronti del Nuovo Mondo oltre che per lestrema utilit di notizie in esse contenute.

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