Girolamo Golubovich
Girolamo Golubovich
Girolamo Golubovich
P.
Girolamo Golubovich O.
F.
M.
Q^^Bt^'
Tomo
I.
(1213-1300)
Propriet riservata
JAN
91960
AL POVERELLO DI DIO
FRANCESCO D'ASSISI
CHE PSDiO PREDIC
"
L'
UMILE CRISTO
CONSACRANO DEVOTI
ISTEIi
SETTIIMiO
OE3SrTEISr-A.iaiO
^t-
PREFAZIONE
A
MoNs.
Sua Eccellenza
AURELIO BRIANTE
GI CUSTODE DI TERRA SANTA
Eccellenza Reverendissima,
si
Vostra Eccellenza, meglio che ad ogni altra persona, conviene la presentazione di questo libro, monumento in-
signe di quanto hanno operato in Oriente i Minori, nel primo secolo della lor vita. Ella, Custode di Terra Santa, pose l' occhio sopra il P. Girolamo Golubovich, allora giovane ed oscuro operaio nella vigna del Signore, e diedegli il primo
impulso a questi
studi,
commettendogli
il
logica Superiori di Terra Santa, ossia dei Provinciali, Custodi e Presidenti della medesima (Gerusalemme, tipografia del Convento di San Salvatore, 1898); libro degna-
dei Reverendissimi
medaglia d'oro alla mostra universale di Torino, dell'anno medesimo. A proseguire in questo genere di studi, a cui lo splendido saggio mostrava nell'autore
di
mente onorato
l'ingegno e la volont felicemente disposti, incoraggiavalo con autorit amorevole e con quella larghezza di mezzi che la povert francescana poteva consentire. Le pubblicazioni posteriori attestarono indovinata la designazione dell' erudito ed operoso illustratore dei fasti serafici di Terra Santa; ed oggi il volume che egli, memore di quel moltissimo che deve
VI
PREFAZIONE
alla Vostra Eccellenza, Le presenta per mezzo mio, il frutto maturo e sostanziosissimo di tante e sudate ricerche, e raduna
in tal copiosa abbondanza il materiale per la storia gloriosa dell'antichissima fra le missioni cattoliche, che ormai poco
manca pi che distenderla. A rilevarne il merito veramente non ordinario, basti notare che non sono or molti anni, un
dotto palestinografo, vissuto in Terra Santa, Religioso nostro, pot per la scarsezza e ambiguit di documenti veduti, concepir dubbi se San Francesco avesse visitato i Luoghi Santi; e i dotti al dubbio e al dubitatore fecero plauso. Mettiamo
risveglio quasi miracoloso degli studi palestinesi e francescani di questi ultimi anni ; ma non da ma-
pure a conto
il
ravigliare la raccolta di ventisette testimonianze. De adventu Divi Francisci ad partes Cypri, Syriae et Aegypti, che in fitta stampa, si leggono disposte per ordine in quasi cento pagine
quanta luce s' illumina la storia stessa cronologicamente ordinata! Quanti nomi e quanti fatti ora pigliano rilievo e vita, e acquistano per la storia dell'Ordine e della Chiesa importanza per lo innanzi non sospettata! Quanti nomi, quanti fatti o ignorati del tutto, e avuti per leggendari, oggi qui ricompariscono vestiti e corredati d que' sussidi senza dei quali il nostro
secolo miterino sdegna tenerli in qualche considerazione Eppure nel secolo decimoterzo correvano per le bocche di tutti,
!
e fornivano, con colori presi dal vero, materia a sermoni, conforme si vede nella raccolta dello stesso Serafico Dottore San
Bonaventura da Bagnorea. Certamente non tutti i documenti hanno lo stesso valore, e fra le molte gemme v' ha dello scarto ma anche questo scarto non si poteva, n si doveva trascurare da un erudito coscienzioso, il quale sa che anche dalla fanghiglia, che gli scioli schifiltosi getterebbero via, potr il diligente storico cavare il glutine che leghi le perle. Ne chiameremo raccolta completa, quella a cui lo stesso raccoglitore arrivato in fondo al volume, apri un paragrafo di addenda molto importante, e, seguitando, aggiunger i corrigenda. Chi in tali materie esigesse la compiutezza e l'infallibilit, darebbe a vedere di non aver idea di questo genere di stadi.
:
PREFAZIONE
Il
VH
raccolto per gi moltissimo, scelto e ricco; tale, da costituire un vero tesoro per la Storia della Palestina e dell'
Ordine nostro.
Altri eseguir la parte che fino da antico giudicavasi facile, cio inventis addere. Intanto io non temo di errare asserendo, che questo volume, del quale la compiacenza dell'
amico autore, ha voluto dare a me l' onore grande e davvero non meritato di esserne all'Eccellenza Vostra presenta-
tore, former la pietra angolare degli studi nostri d' Oriente, e sar indispensabile a quanti vorranno occuparsi di queste materie. Esso , in gran parte, cosa di Vostra Eccellenza, che
son certo s'allieter di riceverlo, e plaudendo all'opera ed all' autore, avr un benigno riguardo al poverello, travagliato
da
tanti dolori,
che previo
il
la pastorale benedizione,
Livorno 9 Settembre 1906.
P.
Al Lettore.
in Oriente tatto
Presentando al
pubblico
anche
questa
zione, son Inngi dal pretendere di aver raccolto e indicato per la nostra storia del sec.
quanto il materiale noto o ignoto fin qui; mi lusingo per di aver non poco contribuito a schiarire e correder molti fotti, e aggiunte molte pagine o ignote o
trascurate da altri.
Chiunque
da
getti
tosto ne
comprender
sfuggiti
;
il
piano
del
me
seguito e
utile
V utilit,
molti difetti a
me
ma
il
buono e
io il rilievo,
me-
rito delle
mie povere
Noter soltanto, che, nelle prime pagine (1-104), ho raccolte XIII-XV che trattano del viaggio di S. Francesco in
85-104), ho rifetio un Regesto cronologico de 'principali fatti della vita di S. Francesco e specialmente del suo itinerario in Oriente, persuaso di aver chiarito alquanto meglio questo punto quasi trascu-
In
non
altro, belli
un abbondante
20
p.
Dopo
questi articoli,
come preliminari
al
mio
libro,
entro
campo
ove, sempre cronologicamente, principiando dal primo Minorit che percorse 6. l'Oriente, Egidio (1215-19), dispongo e dilucido tutte quelle notizie e documenti che ho potuto trovare in molti Codici e in pi di 500 autori da me consultati.
secolo
il
Xm,
PR.
DIONYSIUS SCHULER
DECRETUM.
Opus, cui titulus Biblioteca Bio-hihliografica della Terra Santa e delV Oriente Francescanoj a V. A. P. Hieronymo Golubovich, Missionario Apostolico Custodiae Terrae Sanctae,
Cum
concinnatum, revisor cui id commissum fuit examinaverit, omnique commendatione judicaverit dignum, Nos, vigore praesentium, libenter concedimus facultatem ut praelaudatum opus, servatis de jure servandis, typis mandetur. Datura Romae, e Collegio S. Antonii, die 4 Septembris
1906.
Fr. losEPHUs
Kaufmann
Delegatus Generalis.
IMPRIMATUR
Dat. Florentiae ex Curia Archiepiscopali die 17 Septembris 1906.
Vie. Gen.
lir <i!
y<
M ti
<i
<i
Biblioteca Bio-bibliografica
DELLA Terra Santa e dell'Oriente Francescano.
Testimonia Historica de adventu Divi Prancisci ad partes Oyprl, Syriae et Aegypti, ordine chronologico disposita ab anno 1220 ad an. 1608 notisque illustrata.
Con questo
il
delle
fonti
storiche
sulle gesta
apostolato
1'
evangelico
estesissimo Oriente,
Terra Santa,
d'
numerosissimo stazioni sparse successivamente per tutto resto dell' Oriente greco e maomettano. Da Francesco, che fti il primo tra g' italiani, e primo tra i santi fondatori di Ordini
le altre
che ide, fond ed ingiunse le missioni tra gV infedeli dettando uno speciale capitolo De euntihus Inter saracenos et alios infideles (cap. 12); da Francesco, che fa anche il primo a darne 1' esempio, ritentando per ben tre volte il viaggio nel 1212,
religiosi
nella Begol
1219 quando
infatti
tocc
1'
sulle varie fonti che ci parlano di lui e delle sue azioni in Oriente.
Daremo quindi il ed osservazioni opportune, per viepi far risaltare e coordinare certe particolarit dai pi degli storici antichi e moderni trascurate, e da molti ignorate. E dallo studio serio, e .dalla
disposizione cronologica e critica de' singoli documenti, risulter pi chiaro
il
parlano del viaggio del Santo in Oriente. testo genuino del racconto, che noi cercheremo di illustrare con delle note
racconto delle
primarie fonti
volle
contemporanee
e del sec.
XIII ;
risulter quanto
;
1'
uno o
l'
e risulter
puR^diiara per
del sec.
XIV
altra, s che la
storica verit spunter nella vera sua luce, spoglia della leggenda che
un popolo
un
secolo
Per esempio :
che
feri
il
il
fermato a Damiata sino alla caduta di questa citt (5 nov. 1219); e predirlo partito per l' Italia verso la fine del 1219, senza Curio rivedere la Siria, per farlo
Santo
siasi
BibUot.
Tom.
I.
BIBLIOTECA
intervenire a
TESTIMONIA HISTOEICA
mai
in
esistito (1).
tempo ad un preteso capitolo generale de' 17 maggio 1220, capitolo gen. non Dal Waddingo risulterebbe che il Santo era gi ritornato nei primi mesi
il
del 1220, poich ce lo fe percorrere le principali citt superiori dell' Italia, e intervenire
un
il
29
sett.
1220
(2).
all'altra: giugno
cisione, che
1219
luglio
1220
(3).
il Soldano, cui e alla cui corte predic per dopo aver fatto lo stesso negli accampamenti saraceni muUis diebm (id. Epist), vedremo che ^11 si ferm in Egitto, non solo fino alla caduta di Damiata i Crociati nl 2 febbraio 1220. (5 nov. 1219), ma fino all'ingresso solenne che vi fecero
;
Da
lo
prima
di far vela
rivedremo ritornare in Siria, e ivi fermarsi per un pezzo di tempo (racles), per l' Italia col famoso fr. Elia e con altri compagni ; lo vedremo quindi in
.e
cx)n
il
suo ritorno
marzo o entro
1'
aprile del
1221
non
da
Melek-el-Eamel soldano
il
abbiamo potuto asserire che Francesco predic non solo alla presenza del famoso d' Egitto, ma ben ancora alla presenza del fratello suo Corradino,
soldano di Damasco,
il
terrbile
e degli altr
magnati saraceni
Vedremo
scesi
se con
abbiamo potuto sostenere che Francesco, alla squisita accoglienza avuta dal Soldano, dovette aver chiesto ed ottenuto facilmente un indispensabile rescrtto sovrano, per avere quella
libert che lui e
i
suoi ebbero nel predicare, percorrere e stabilirsi nelle terre de' saraceni.
conversione e battesimo del soldano Eamel, per opera di due frati Minori, non altro che una
graziosa leggenda popolare che ebbe
il
modo
che noi studieremo ed interrogheremo con preferenza; dieci quelli del sec. XIV, di rispettabile autorit, e tre soli del sec. XV, senza curarci de' pi recenti che non sono in grado di illuminarci sur un passato troppo remoto. In calce poi a questi documenti aggiungiamo un distinto articolo che diremo Begresto
i
Dodici saranno
documenti
XIII
Oronologioo
servir
de' principali fatti della vita e del viaggio del Santo in Oriente,
il
quale
ci
vita e tracciare
vie
TESTIMONIA SAEOULI
1220-21.
XIII.
lacobi
de Vitriaco.
Libri
primo nella
il
Santo Patriarca,
il
celebre lacobus de
1
Vitry o de Vitriaco, cosi denominato dal luogo natale Vitry-sur-Seine, boi^o situato sulla riva sinistra della Senna. Fu egli parroco in rgenteuil, presso Parigi,
(1)
i
Acta SS. 4
oct.
t.
Capitoli generali autentici ai quali non (2) Wadding Annales ad an. 1220.
(3)
II p. 619 n. 384-87. In seguito citeremo quanti e quali siano stati manc mai d' intervenire il Santo.
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
Namur. Venne a Perugia
nel luglio del 1216, ove trov
morto Papa Innocenzo III e poco dopo dal successore di lui Onorio III fu consacrato vescovo di Tolemaide o Acri. Part quindi presto per la sua diocesi, d'onde accompagn i Crociati all' assedio di Damiata (mag. 1218), restandovi sino alla conquista della citt (5 nov. 1219),
come pure
sgombro
Crociati nell' ottobre del 1221. Subito dopo questi infausti disastri egli ritorn
domandar
soccorsi al
Papa, e poi
di
nuovo rivide
la sua diocesi.
Nel 1225
lo
Eoraa, e nel 1228 promosso al Cardinalato e vescovato di Frascati (1). Quando era ancora in Oriente, o meglio dire quando era a Damiata (nov. 1219
giug. 1221), principi e
pi
probabilmente
quivi termin
di scrivere
suoi
tre
libri
sulla
omessa
Damiata, e lamentato che i Crociati si ad ulteriora procedere, nec audentes relinquere civitatem
recreationis
,
Bongars (3), dopo aver egli decantata la conquista davano all' ozio non valentes pauci contra multos
,
egli, per uccider 1' ozio, e causa mise al lavoro, approfittando dei Codici latini, greci ed arabi, i quali, ei dice casu in manus nostras devenerunt Divise la sua storia in tre libri
si
, :
Opus
breviter
compendio per-
Dominus
in
et praecipue de diversis
tertio libro
tam regularium quam saecularium Ordinibus pertractavi... In ab Occidente in Orientem regrediens, de his quae post generale Concilium Lateranense Domijius in populo suo et in exercita Christianorum nsque ad captionem Damlatae operari dignatus est, sicut propriis oculis vidi, tractare coepi... Il I e II libro videro la luce prima a Helmstadt nel 1587, e poi a Donai nel 1597
.
editi dal
Mosche
senza
la
citata prefazione; e
il
Un
Dnrand
(5) meritamente
Sabatier(6) e gli editori degli Analecta Franciscana (IH. 23 n. 1) con altri, basandosi sulla vita premessa dal Moscbo alle Historiae del Yitriaco, lo dissero morto ai
30 apr. 1244; ed
triaco mor
il
con Eubel (7) nel 1241. Il Papebrochio invece maggio 1240 (8). La stessa data tiene il Potthast (9),
altri
prova che
il
il
Vi-
Kirclienlexikon
(VI. 1176), come pure il Du Cange-Rey (10) ; questi per erra nel dire il Vitriaco appartenuto all' Ordine de' Predicatori, indotto forse in errore dal saperlo esser egli stato predicatore neir esercito de' Crociati.
Vitriaco dunque ci lasci le pi belle pagine che cronisti estranei all' Ordine abbiano scritte su S. Francesco. Anzi, come si esprime il Sabatier sni racconto del Vitriaco
(1)
Wetzer
(2) Thesaur.
(3) Gesta
(4)
Monum. IV.
27-28.
(5)
(6)
Vie de S. Frani;. 1894, p. CXXU. Cath. I. 6. 66. Hierarchia (7) (8) Acta SS. t. IV lun. p. 635, ed. 1-.
(9)
Bm.
Hist.
I.
633.
(10)
FamiUes
d^outre-tner 779.
BIBLIOTECA
il n'est
TESTIMONIA
HISTORICA
une
ide plus
pas un
vivante de
V apostolat du
l'
occasione di scrivere di
Francesco
e del
La
l'
una sua
lettera scritta
da
Genova (1216)
Tolemaide.
La
momento che stava per imbarcarsi alla volta di pubblicata prima dal marchese De S. Genois (2), poi dal BOhricht (3)
dubbio
i
il
pi
antico e
il
pi prezioso
documento
sulle
origini francescane; e
comunemente
il
critici la
il
brano ove
vogliono datata nell'ottobre del 1216(5). Vitry parla de' primordii dell' Ordine fran-
La seconda
lunga
accampamenti
agli
amici suoi
di
Lotaringia
Lorena.
citato Sabatier
.
Ma
au lendemain de la prise de Damiette, novembre 1219 fu scritta da Damiata non prima del 2 febbraio 1220, e non
Non prima
del
febbraio
1220, perch
in
essa
il
Vi-
ingresso solenne de' Crociati nella conquistata citt, nel di sacro alla Pu.
rificazione della Vergine, lui presente, coi prelati e et universo clero acconensi
^ meno
Soldano
Damiata
al
8 settembre (presente
il
lo stesso Vitriaco
e finalmente
ritorno de' Crociati ai loro paesi nell' ottobre dello stesso anno
1221
av-
venimenti questi non punto narrati dal Vitriaco, perch senza dubbio posteriori alla summontovata lettera e n tampoco sognati dal venerando prelato. Se la lettera agli amici
di
scritta
da Acri,
dopo
di
1'
si
comprenderebbe
pel
perch
mondo
della
cristiano in
un
non errare
se
lettera ai Lorenesi la
m.
talis et
Una
l'intero
Occidentalis Historia, edita per la seconda volta dal Moscho nel 1597. Ces pages vibrantes d'eothusiasme (osserva il Sabatier loc. cit.) furent crites du vivant mme
de Fran90is. Cela parait ressortir
gistrum cui
du passage vidimus primum ordinis fundatorem masumnlo Priori suo omnes alu obediunt*. Questo giudizio del Sabatier tanquam
:
il
titolo di
li
:
ricorda in
Pater
un
Frati
qualche
anno dopo
la
enim
di
Vie de S. Frang. 1894, p. CXXII. Mmoires de VAcad. de Bruxelles, t. XXIII p. 29-33. (8) Zeitschrift fur Kircheng. di Brieger (Gotha 1893) t. XIV p. 97 s. (4) Speculum Perfections, p. 295-301. (5) La troviamo per intero anche negli Analekten zur Geschichte dea Franscus von Assisi H. Boehpier (Leipzig 1904) p. 94-101. Epistola I data lanuae an. 1216 Oct. (6) Mlchaad Storia delle Crociate, libr. 12.
(1)
(2)
DE
noster spiritalis chab. sio
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
ftiit sanctus Franciscns, qni vero nomine dici potest lonadab, filius Relonadab enim spontaneus Domini interpretatur Kechab quadriga vel ascen Et Franciscns quadriga quatuor evangeliorum et quatuor virt tum cardinalium,
; .
semper de virtute in virtutem ascendit, et ita expresse sequutns est Crucifixum, quod in morte eius in pedibus, manibus et latere vestigia vnlnerum Christi apparuerunt. Unde
filii
et
mundo, quod
deficiet vir
in eis
impletum
est spiritualifilii
ter id,
ait
non
de stirpe lonadab
Rechab,
stans in conspectu meo cunctis diebus. In conspectu enim Domini assistunt, qui semper
oculum ad
Deum habent
etc. (1)
Puossi quindi senza alcuna difficolt asserire che il Vitriaco scrisse la sua Hisioria non pi tardi del 1225, data del suo ritorn in Italia. Anzi, se dobbiamo stare al tenore
della citata Praefatio
il
terminato
1'
accampamenti
in
Cairo.
Secondo noi dunque, la lettera del Vitriaco, scritta da Damiata agli amici di Lorena, daterebbe dal febbraio 1220: e V Hisioria del medesimo dai primi mesi del 1221, vivente S. Francesco (O).
A) Analkten
...
Ex
cit.
94
s).
in
civitatem
quamdam Medioianensem
scilicet,
qnae fovea
locis
qua papam Innocentium inveni mortuum [f 16 Itigl. 1316], sed necdum sepultnm... Sequente autem die, elegerunt cardinales Honorium bonum senem et religiosum, simplicem valde et benignum, qui fere omnia, quae habere poterat, pauperibus erogaverat. Ipso autem die dominica post electionem eius in summum pontificem consecratus est. Ego autem proxima sequento dominica episcopalem suscepi consecrationem. JSonorius autem papa satis familiariter et benigne me suscepit, ita quod fere qnotiescumque volui, ad eum ingressum habui et inter alia ab ipso obtinui, quod tam in partibus orientalibus quam occidentalibus, ubicumqne vellem, verbum Dei praedicarem auctoritate eius... Quum autem aliquanto tempore fuissem in curia, multa inveni spiritui meo contraria: adeo enim circa saecnlaria et temporalia. circa reges et regna, circa lites et iurgia Unum tamen in occupati erant, quod vix de spiritualibus aliquid loqui permittebant. partibus illis (Italiae) inveni solatium: multi enim utriusque sexus, divites et saecnlares, omnibus pr Christo relictis saeculum fugiebant, qui Fratres Minores vocabantur. A domino papa et cardinalibus in magna reverentia habentur. Hi autem circa temporalia nullatenus occupantur, sed fervente desiderio et vehemente studio singulis diebus laborant, ut animas, quae pereunt, a saeculi vanitatibus retrahant et eas secum ducant. Et iau per
est haereticorum, ubi per aliquot dies mansi et verbum Domini in dicavi... Post hoc veni in civitatem quae Perusium nun cupa tur, in
aliquibus
prae-
fecerunt et multos lucrati sunt, ut qui audit dicat:" veni, Ipsi autem secundum formam primitivae ecclesiae vivunt, de quibus scriptum est: multitudiuis credentium erat cor unum et anima una (Act. IV. 32). De die intrant civitates et villas, ut aliquos lucri faciant, operam dantes actione; nocte
vero revertuntur ad
eremum
civitates in diversis hospitiis simul commorantur, nihil accipiunt, sed de labore manuum vivunt. Valde autem dolent et turbantar, quia a clericis et laicis plus quam vellent hono-
rantur.
Homines autem illius religionis semel in anno cura mnltiplici lucro ad lo:um determinatum conveniunt, ut simul in Domino gaudeant et epulontur, et Consilio honorum vi-
BIBLIOTECA
rornm suas faciunt
TESTIMONIA HISTORICA
et promnlgant institationes sanctas et a Domino papa confirinatas. Post hoc vero per totum annum dispergali tnr per Lombardiatn et Tusciam et Apuliam et Siciliana. Frater a,xxUm Nicolaus, domini papae provincialis, vir sanctus et religiosns, relieta caria, nuper ad eos conftigerat, sed quia valde necessarius erat domino papae, revocatus est ab ipso. Credo antera, quod in opprobriam praelatorum, qui quasi canes sunt muti non valentes latrare, Dominns per huiusmodi simplices et pauperes homines mnltas animas ante finem mundi vult salvare. Quum vero recessi a praedicta civitate, iter arripui versus lanuam... ut navigio devenirem... Postquam vero applicui lanuae... verbum Dei multis mulieribus et paucis hominibus frequenter praedicavi... Vos autem instanter orate pr me et pr meis, ut Deus perducat nos ad portum Acconensis civitatis, et inde ad portum aeternae beatitudini.
ad Beligiosos, familiares
Magni lacbi Acconensis Episcopi, \fbr. 1220] missa notos suos in Lotharingia existentes, de captione Damiatae. Bilectissimis in Christo fidelibus, fratribus, magistro lohanni de Nivella, et caeteris :
B)
Incipit Epistola
et
lacobus divina permissione Acconensis Ecclesiae minister humilis. Bei etc. Hanoviae 1611, tom. I pag. 1146-1149).
... Igitur nonis Novembris, Salvatore mundi regnante, domino Petro Albanensis Episcopo, Apostolicae Sedis Legato, solemniter vigilante, anno gratiae MCCXIX capta est Damiata, absque deditione, sine defensione seu violentia, sine depraedatione vel tumultu, ut soli Filio Dei evidens adscribatur Victoria qui populo suo ingressum in Aegyptum aspiravit et ibidem vires instaura vit; gloriam suam alteri non dedit; triuraphum vero sanctae Romanae ecclesiae contulit. Quidam vero ex nostris qui propriam gloriam quaere:
bant, et iam contentiose de spoliis et partitione civitatis inter se agebant^suo more, gloria Dominus eos privavit. Illucescente namque die, videns Soldanus, et exercitus eius,
moenia civitatis erecta, ingenti terrore concussus, cum moeponte, quem super fluvium fecerat, combussit; certissime sciens, quod Deus, reprobatis et confusis Saracenis, pr nobis miraculose pugnasset. Cum enim mense Februario [1219], in die S. Agathae Virginis, fluvium Nili (qui alio nomine dicitur
vexilla nostra super tnrres, et
cum
transiremus; et undique ante Damiatam, tam per terram, insulam, cingeremus, plusquam soxaginta Saracenorum millia intra muros civitatis remanserunt inclusi. Post novera vero menses, ipsis nonis videlicet mensis Novembris, capta civitate, vix tria ex eis millia invenimus : inter quos vix centum remanserant sani qui possent defendere civitatem. Dominus enim pestilentia percutiens advjersarios, gladium evaginavit post eos; adeo quod cum ingrederemur civitatem, tot inveneriraus mortuorum cadavera super terram, quod pauci qui remanserant vivi, ob intolerabilem foetorem, tot mortnos sepelire non poterant. Purgata autem civitate, dominus LeGion)
fugientibus
Saracenis
et universo clero Acconensi, cum candelis et luminaribus, laudibus et gratiarum actione, in die Purificationis beatae Mariae [2 feb. 1220] processionaliter ingressus est civitatem. Fecerat antera dominus Legatus parari magnam basilicam, in qua ad honorem beatae Virginis cum magna populi devotione celebravit: in qua etiam sedem Archiepiscopalera instituit, multis etiam aliis intra civitatis ambitum constitutis ecclesiis, eiecto perfido Machometo, divinum of&cium, diebus ac noctibus, ad honorem Dei et Sanctrum eius iugiter adimplevit. Invenimus an-
gatus (1)
tera in civitate
panca valde victualia; aurum vero et argentum, pannos sericos cura vet
stibus culose
pretiosis,
aliara
multam suppellectilem
Christiano, nec
reperimus... Nisi
solum istam, sed civitatem Thaneos, cum castro adiacente, octo turres inexpugnabiles habente, quod ex nulla parte posset obsideri, non minori, u;t dicitur, miraculo, nobis Deus subiecit. Civitas autem Thaneos, cum sua dioecesi, sub Damiata metropoli continetur.
populo
suo tradidisset
(1)
(2)
lui
famoso Card. Pelagio spagnuolo. Bodolfo o Raoul, patriarca di Gerusalemme (1214-25) e principe vescovo d Sidone; che portava la santa Croce nell'esercito crociato. Eey-Du Cange Familles d'outre-mer
p. 727.
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
1
Sed ne trinmphom viribus nostris, vel nostrae multitadini possemns adscribere, ut homiliaremar et cnm propheta confiteremnr: non in arcu meo speremo, et gladius meus non salvabit me: Dominus est qui hwmliat et sublevat: mnltis tribulationibus ad pargationem peccatorum, et maiorem coronam electortim, anteqnam traderet civitatem, populnm suum permisit affligi. Dum enim multitodine magna, tam equitum quam peditnm, dio qnodam [29 ag. 1219] nostri centra Soldanum exirent ad pngnam, tanquam nil timentes, sed in sua fortitudine confidentes non proponentes Deum ante conspectum suum: non cum humilitate, sed cum superbia et elevatione, multi, propter lucrum temporale, centra hostes perrexerunt. Soldanus qui primus per experientiam didicerat, quod pauci de nostris dura ponunt Deum adiutorem ^uum, multos ex suis absque magna difficultate superassent, non est ausus nostrum exercitum expectare: sed paulatim nostris subsequentibus, cum omni supellectili sua fugiendo cedebat. Cum autem intra fossatum, quo Soldanus castra sua cinxerat, exercitus noster pervenisset, paulisper tanquam fessi ex tunc nostri subsistentes pausa verunt; inimicis vero tum insequentibus, nostrorum
:
quidam terga vertentes non fugati fugerunt; quod videntes quidam ex nostris militibus, corde constantes, et de fuga suorum admirantes, et nimium dolentes, ut a posteriori exercitum custodirent, ordinati, consertis aciebus secundum ordinem, et militarem disciplinam
nostris
ut scilicet absque magno damno rev^i'ti posset exercitus ubi quidam ex impetum subsequentium Saracenorum, qui nostrorum equos sagittis yulnerabant, sustinere non yalentes, relictis sociis, evaserunt Saracenos. Ex quo factum est, ut primo die priusquam ad castra nostra peryeniremus, plnsquam mille e nostris amitteremus quibusdara gladio interfectis, quibusdam captis, equis eorum vlneratis, vel prae calore deficientibus multis etim ex peditibus propter aestum solis extinctis quidam ex solo timore, insto, sed occulto Dei iudicio, in insamam conversi, exspiraverunt etc... Yos autem sine
subsequebantur
intermissione orate pr exercitu lesu Christi, ut in terra Promissionis vinea propagetnr, Ecclcsiae reparentur, infdeles eiiciantur, fides restautetur : ut aedificentur muri Hiemsalem, quos inimici nostri snbverterunt. Salutant vos socii et amici nostri Ioannes de
Dionanto, Johannes de Cameraco, cantor noster; Henricus Senescallus ecclesiae nostrae. Dominus (1) Reinerus Prior sancti Michalis (2) tradidit se religioni Minorum fratrum quae religio valde multiplicatur per universum mundum, eo quod expresse imitatur
;
Da questo punto il testo del Codice edito dal Eohricht (in Zeitschri/t fwr ^rchen16 p. 72) e riprodotto in parte dal Boehmer (in Analekten zur Getchichte dea Fr. von gesch. Assisi p. 101-2) notabilmente varia per tutto il brano che segue. Notevole poi un periodo
(1)
importante che manca nel nostro testo Bongarsiano. Riportiamo per intero questa parte, < Rainesegnando in corsivo i brani e le varianti che mancano nel testo di Bongars
:
rius prior sancti Michalis reddidit se religioni firatrum Minorum, que religio valde multiplicatur per universum mundum, eo quod expresse imitatur formam primitive ecclesie. Hec
autem religio vald pericolosa twbis videtur, eo quod non solvm perfecU, sed etiam iuvenes et imperfecU qui sub conventuali disciplina aliquo tempore artari et probari debuissent, per universum mundum bini et bini dividuntur. Magister illornm, qui Ordinem iUum insOtuit, cum venisset in exercitum nostrum, zelo fdei accensus, ad exercitum Sarracenorum pertransivit, Soldanus autem, et, cum multis diebus Sarracenis verbum Dei predicasset, modicum profecit.
Rex egypti, ab eo
petiit ut
Domino supplicaret, quatenus religioni, que mags Do piaEidem predicte religioni tradidit se Colinns nglicus
sociis nostris, scilicet mugister
duo de
cui
commiseram. Cantorem et Hericum et alios quosdam vix Mrw dividuntur ha tutti retineo... Tutto 11 periodo in corsivo Hec autem reUgio da scritta d' indizi o nota una qualche monaco, quale poi per ignoranza postilla marginale, g' dell' amanuense pass nel testo di Vitry. Del reito esso stona evidentemente con tutto quanto
curam
||
scrisse
Vitry in pi luoghi sull'Ordine novello e su Francesco. Priore della Chiesa di S. Michele in Acri, come notano il Rohricht e il Boehmer; (2) Rainerio era dunque monaco e abate. Un altro simile esempio si ha nel fatto di Antiochia
il
1'
suoi
monaci
si
resero francescani,
come
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formam primitivae Ecclesiae, et per omnia vitam Apostolornm. Magister vero illorum fratram, frater Franciscus nominatar qni adeo amabilis est, ut ab omnibus hominibus veneretur; cum venisset ad exercitum nostrum, zelo fidei accensus, ad eiercitum hostium nostrorum ire non timuit; et cum miiltis diebus Saracenis verbum Domini praedicasset, et cum parum profecisset, tunc Soldanus Rex Aegypti ab eo in secreto petiit, ut pr se
supplicasset, quatenus religioni, quae magis Deo placeret divinitus inspiratus adhaereret. Eidera religioni tradidit se CoUntis Anglicus, clericus noster, et alii duo de Ecclesiae sanctae (2) comsociis, scilicet Michael (1) et dominus Matthaeus, cui curam
Dwnino
miseram
debilis, et
contractus
corde, in pace et tranquillitate vitam meam desidero finire. Misimns vobis duos parvulos, de incendio Babilonis extractos, cum quibusdam pannis sercis, et literis aliis. Ostendite literas Abbati de Villari, et aliis amicis nostris. Valete (3) .
De Ordine et praedicatione Fratrum Minorum. (Ex Historia Orientali (4) 0) lacobi de Vitriaco, edit. Doaci 1597, cap. 32. pag. 349-54).
Praedictis tribus Eremitarum, Monacorum, et Canonicorum religionibus, ut regulariter viventium quadratura fundamenti in soliditate sua firma subsisteret, addidit Dominus in diebus istis quartam religionis institutionem, ordinis decorem et regulae sanctitatem. Si tamen ecclesiae primitivae statum et ordinem diligenter attendamus, non tam novam addidit regulam, quam veterem renovavit, relevavit iacentem, et paene mortuam suscitavit religionem in vespere mundi tendentis ad occasum, imminente tempore filii perditionis: ut contra Antichristi periculosa tempora novos athletas praepararet, et ecclesiam praemuniendo fulciret. Haec est religio vere pauperum crucifixi et ordo praedicatorum, quos fratres Minores appellamus. Vere minores, et omnibus huius temporis regularibus in habitu, et nuditate, et mundi contemptu, hurailiores. Habent autem unum summum Priorem, cuius mandatis et regularibus institutis reverenter obediuat minores priores, caeterique eiusdem ordinis fratres, quos per diversas mundi provincias causa praedicationis, et salutis arimarum, ipse trans-
mittit. Adeo autem primitivae ecclesiae religionem, pauportatem, et Ixnmilitatem in se reformare diligenter procurant, puras evangelici fontis aquas cum siti et ardore spiritus haurientes, quod non solum evangelica praecepta, sed et Consilia, vitam apostolicam expressius imitantes, modis omnibus adimplere laborant, omnibus quae possldent renuntiantes, seipsos abnegantes, crucem sibi tollendo, nudi nudum sequentes, relinquentes pallium cum loseph et hydriam cum Samaritana, expediti currunt, ambulant ante faciem snam et
vedremo in seguito. A proposito di questo priore Rainerio (nome raro tra i Minori del sec. XIII) non sarebbe egli quel desso che nel 1234-37 e in seguito troviamo quale cappellano e penitenziere di Gregorio IX? (cfir. Sbaral. Bull. t. I p. 121 e seg. cfr. ib. index). Nel 1255 un Bainerio di Pavia creato vescovo di Maina in Licaonia (Sbaral. ib. t. II p. 56 e 116). (1) Nel testo di Rhricht e Boehmer detto magister Michael, quindi uno de' personaggi pi distinti della chiesa Acconense. (2) Il testo di Rhricht e Boehmer ha
citt di Acri, n. 374)
sia
:
come notano i citati autori. Osserva qui bene Haec verba iusinuant, dominum Matthaevm fuisse
ab
Acconensi vicarium, ac reliquos eiusdem ecclesiae clericos, atque alios denique ecclesia-
fuisse
ilio potuisse detineri: facili coniectura assequi licet, ingentem in castris in Aegypto, tum in Palaesf'na S. Francisci Ordinem
il Sabatier ( Vie ct. p. 261 n. 1) Jacque de Vitry ne parie de Francois qu' incidemment, au milieu des salutations, ce qui au point de vue critique ne fait qu' augmenter la valeur de ces paroles
:
testo dell' ediz. Duacense, in calce per vi aggiungiamo alcune piccole varianti del Cod. Vatic. lat. Reginae n. 504 (lib. 2, cap. 32, fol. 32 v.) che porta il titolo: lacobi de Vitriaco Grientalis Historia, come pure le varianti del testo datoci dal Eohricht
(4)
il
Diamo
e dal
Boehmer
in Analekten cit.
DE
non revertuntnr, posteriornm
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
obliti in anteriora seraper et passibns continnis eitenduntnr, Tolantes ut nubes, et sicut columbae ad fenestras snas, ne mors per ipsain intrare valeat, cura omni diligentia et cautela providentes. Regnlam autem ipsorum Dominus Papa con-
ad quascumqne veniunt (a) ecclesias concessit, Praelatornm tamen loci ob reverentiam requisito consensu. Mittuntur autem bini ad praedicandum tamquam ante faciem Domini et ante secundnm oius adventum. Ipsi autem Christi panperes, ncque sacculum in via portant, neqne poram, neque panem, ncque aes sive pecuniara aliquara in zonis suis, non possidentes aurnm, ncque argentum, nec calciamenta in pedibus suis habentes: nulli eo'm huius ordinis fratri licet aliquid possidere. Non habent monasteria vcl ecclesias, non agros vcl vineas, vel animalia, non domos vel alias possessiones, neque ubi caput reclinent [Lue. 9. 58]. Non utnntur pellibus neque lineis (6), sed tantummodo tunicis laneis caputiatis, non cappis, vel palliis, vel cucullis, neque aliis prorsns induuntur vestimentis. Si quis eos ad prandium vocavorit, manducant et bibunt quae apud illos sunt. Si quis eis aliquid misericorditer contalerit, non rescrvant in posterum. Semel autem vel bis in anno, tempore certo ad locum determinatnm generale capitulum celebraturi conveniunt, exceptis bis qui nimio tractu terrarum, vel mari interposito separantur. Post capitulum iterum ad diversas regiones, provincias, et civitates duo vel plures pariter a superiori suo mittuntur. Non solum autem praedicatione, sed et eiemplo vitae sanctae, et conversationis perfectae, multos non solum inferioris ordinis horaines, sed generosos et nobiles ad mundi, contemptum invitant, qui relictis oppidis, et casalibus, et amplissimis possessionibns, temporales divitias et spiri tuales (e) felici commercio commutantes (d), habitum fratrum Minorum, id est tunicam vilis pretii qua induuntur, et funem quo cinguntur, assumpserunt. Tempore enim modico adeo multiplicati sunt, quod non est aliqua Christianorura provincia in qua aliquos de fratribus suis non habeant, qui in seipsis velut in speculo mundissimo mundanae vanitatis contemptum oculis respicientium (e) repraesentant, praesertim cum nulli ad religionem suam transeunti gremium claudant, nisi forte matrimonio, vel aliqua religione ftierit obligatus. Tales enim sine licentia uxorum vel praepositorum suorum, sicut ratio exigit, nec volunt, nec debent
firmavit, et eis anctoritatem praedicandi
recipere. Alios
autem omnes
in
contradictionis molestia suscipiunt, quanto divinae munificentiae et providentiae sese committentes, unde eos Dominus sustentare debeat, non formidant. Ipse (f) enim funiculum
tunica venientibus ad se largientes, quod reliquum est supernae procurationi relinquunt. Adeo autem ministris suis Dominus in hoc saeculo centuplum restituit, et in via hac qua gradiuntur, firmat(^) super ipsos oculos snos, quod in eis ad litteram compietum agnovimus, quod scriptum est: Dominus amat peregrinum, et dat ei victum et vestitum. [Deut. 10, 18]. Felices enim se reputant a quibus hpspitalitatis obsequium vel oleemosynas servi Dei suscipere non recusant. Non solum autem Christi fideles, sed etiam Saraceni et obtenebrati homines, eorum humilitatem et perfectionem admirantes, quando causa praedicationis ad ipsos intrepidi accedunt, grato animo necessaria providentes, libenter eos recipiuut. Vidimus primnm huius ordinis fundatorem et magistrum, cui tanqnam summo Priori suo, omnes alii obediunt, virum simplicem et illiteratum, dilectum Deo et hominibus, fratrem Francinum (sic) nominatum (h), ad tantum ebrietatis excessum et fervorem spiritus (i) raptum fnisse, quod cum ad exercitum Christianorum ante Damiatam in terra Aegipti devenisset, ad soldan Aegypti castra intrepidus et fidei clypeo communitus accessit. Quem cum in via (k) Sa Ego sum Christianus, inquit, ducite me ad Dominum vestrm*. ante ipsum pertraxissent, videns eum bestia crudelis, in aspectu viri Dei in mansuetudinem conversa, per dies aliquot ipsum sibi et suis Christi fidem praedicantem attentissime, audivit. Tandem vero metuens ne aliqui de exercitu suo verborum eias effi-
cum
raceni tenuissent:
Quem cum
(b) R'h.
{d) Cod. 'Reg.: felici commutatone commutanspirituales. tes. (/) Corrige: Ipsi, come (e) Cod. Reg. insipientium ; Rh. Boeh.: inspicientium. hanno Rh. e Boeh.; ovvero *Spei come ha il Cod. Reg. (g) Roh. Boeh.: firmando. (t) Cod. (A) Cd. Reg.: Franciscum, nomine; Roh. Boeh.: Franciscum nominatum.
Boh.
Uni'tjeis.
(e)
Cod.Beg.: temporales pr
(k)
Rh. Boeh.
in via capttim.
10
cacia ad
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Dominnm
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conversi ad Christianorum exerctnm pertransirent, cum omni revereriad nostrorura castra reduci praecepit, dicens ei in fine: * Ora pr me, ut Deus legem illam et fidem, quae magis sibi (a) placet, michi dignetur revelare*. Saraceni antera omnes praedictos fratres Minores tam din de Christi fide et evangelica doctrina praedicautes libenter audiunt, quonsque Mahometo, tanquam mendaci et perfido praedicatione (6) sua manifeste contradicunt. Ex tunc autem eos impie verberantes, et, nisi Deus (e) Diirabiliter protegeret, pene trucidantes, de civitatibus suis expellunt. Hic est fratrum Minoruin sanctus ordo, et apostolicorum virorum admiranda et imitanda religio, quos Dominuoi centra perditionis fiium Antichristum et oius profanos discipulos, credimus in diebns novissimis suscitasse. Qui lectuluui Salomonis tanquam fortes Christi milites arabiendo, et de porta ad portam cum gladiis transeundo, super muros Hierusalem [Car^t. 3. 7 s."] constituti sunt custodes, diebus ac noctibus a divinis laudibus et sanctis exhortationibus non cessantes, vocem suam quasi tubam in fortitudine exaltantes, et facientes vindictam in nationibus, increpationes in populs, et gladios suos non prohibentes a sanguine, [ler. 48, 10] mactantes, circumeuntes civitatem, et famem patientes nt canes,
tia et secnritate
qui
tanquam
suavitatis et salutis
condientes,
putredinem et vitiorum foetorem amoventes, et tanquam lux mundi multos ad scientiam veritatis illuminant, et ad fervorem charitatis accendunt et inflammant. Hic autem perfectionis ordo et spatiosi claustri amplitudo infirmis et imperfectis congruere non videtnr, 7ie forte descendentes mare in navibus, et facientes operationem in aquis, multis fluctibus procellosis involvantur, nisi soderint in civitate, donec induantnr virtute ex alto .
C.
1227-29
Emoni -Bernard.
la premire
fois
Ohroniqne
d'
Emoni
et de Bernard
le
Trsorier, pnblie ponr Sruzelles, de Paris et de Seme, avec un essai de classifioation des Oontinnatenrs de Qnillanme de Tyr, ponr la
d' aprs
les mannsorits de
Socit de
1'
M. L. De Mas
il
Latrie.
Ernoul
considerato
come
l'
immediato e
egli scrisse
f'
scrivere le
gesta
dei Crociati,
per lo
meno
dal
1183
al
1227
o 29. Ernoul
verosimilmente
de' Crociati
pass
presso
e
che
assedio e capitolazione di
egli
conobbe
ma
emozione,
n'ebbe a provare
le dolorose impressioni.
critici.
attira la stima e la
il pi
ferenza degli
altri.
il
ci
Guglielmo. Disuo racconto s'interrompe nel 1227 o 29 (anno forse della sua morte?); rimangono abbondano di considerevoli varianti, L' edizione curata dal-
Emoni
degno
e veridico
de' continuatori
di
di
Pa-
d preciso il testo di Ernoul. Quella pure dataci con pi abbondante cririgi tica dall' illustre Conte di Mas Latrie, sul Codice di Bruxelles e snmmentovati, non pu ancora, dice un dotto scrittore (2), sfidare impune le pretese della critica odierna. Lo
stesso
Mas Latrie ne convinto per quel che riguarda l' integrit del testo di Ernoul, e ripetutamente asserisce, non senza prove, che il testo attuale non che un compendio
(a)
Roh. Boeh. :
Uli.
(i)
R5h. Boeh.
Cfroisades
in praedicatione.
(e)
eo.
(V)
p. 1-393. Il cap.
che tratta di
detta
d'
Francesco in Oriente
ibid.
racles.
(2)
Royaume Latin
de
DE
di
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
poi propagato con
cui
U
una breve conanin
di
tinuazione (1229-31) da
tichi cronisti,
nome venne
citata dagli
quale non fece altro che tradurre, modificare compendio di Ernoul che egli credette opera esclusiva
1'
Bernardo
nardo
il
il
il
nome
di
Ber-
XXV"
ampia
Sanctae
(1).
Due sarebbero
e la pi
Codici, secondo
il
Mas
prima redazione
cosi detto
Ms.
di Fontainebleau della
Nazionale di Parigi (N. 8316 ant. fondo frane., oggi segnato col n. 2634), citato nell'edizione dell'Accademia (Becueil des Histor. des Croisades-Hist. Occ. i. II) con la lettera A. Il 2", sarebbe il Ms. Colhert 272, parimenti nella Nazionale di Parigi (N. 8314-3,
num. 2628),
B.
Ce
prcieux volume, que nous appellerons Ms. de Colhert, renferme seul avec le Ms. Fontainebleau la grande continuation de Guillaume de Tyr, plus dveloppe, iusqu' l'anne 1231, que le texte du ms. de Noailles ou de Martne (2) et que nous supposons tre la premire
Le Ms de Colhert, plus ancien et plus correct encore que le Ms. de Fontainebleau, nous semble avoir t crit en Orient mme {Mas Latrie p. 484 e 486). Il Mas Latrie al cap. 37 di Ernoul premette questo sommario: 1219. Deux clercs
rdaction d' Ernoul.
de
l'
arme chrtienne
(sicl),
se rendent, avec la
permission
la tte,
dxi,
lgat,
TAN DE Damas
au
lieu de discourir
les
suUan
ivi in
les
traite avec
gard
et les fait
reconduire chez
Chrtiens.
Qui
avec eux.
Le
l'illustre
storico cadde in
un abbaglio indottovi senza accorgersene dal domenicano Pipino (citato nota a p. 341) che confuse il soldano d' Egitto Melek-el-Kamel, col suo fratello Corradino o Melek-Moaddam soldano di Gerusalemme, di Damasco e della Siria. Infatti,
lo
Ernoul ogni qualvolta nomina il monarca d' Egitto laddove Corradino sempre chiamato o per nome o
stesso
chiama semplicemente
il Soldano, Damasco. Lo
luogo, Corradino,
cesco
verosimilmente fu presente all'udienza che Franebbe da Melek-el-Karael soldano d'Egitto, in aiuto del quale Corradino era gi
soldano della Siria,
non poteva ignorare n la venuta del Santo negli accampamenti saraceni, n l'accoglienza che si ebbe per vari i giorni dal fratello Kamel e meno poi le solenni dispute di Francesco alla presenza del Soldano
sceso dalla Siria in Egitto dal febbraio del 1219, e quindi
e de'
ci
Magnati del clero e popolo musulmano. Facile quindi che qualche cronista abbia per confuso r un soldano con l' altro.
Il
seguente capitolo 37 di Ernoul, riportato anche dal Eohricht (3), tale quale ce testo edito dal Mas Latrie lo rileghiamo a pie di pagina alcune tra le pi notevoli varianti dei Codd. usati dagli editori del Becueil, e quelle del Cod. edito dai Martne e
il
Muratori Script. Ber. Hai. tom. VII Bernardi Thesaurarii historia; Cfr.
tono.
IX
Chronicon fr. Francisei Pipini. n. 9082) datato (2) Ms, della Nazion. di Parigi (N. 104 ancien mpplm. fran^., oggi da Roma, maggio 1295. Di questo Ms. si servirono il Martne (Amplissima GoUecto t. V.
ove
si ha la continuaz. di Guglielmo) e il Guizot (Continuation de l'hist. des Croisades par Bernard le Trsoricr, nel tom. XIX della Collection des Mmoires relatifs l'hist. de France.
Paria 1824). L'ediz. dell'Accademia francese cita questo Cod. colla (3) Testim. minora de quinto bello sacro p. 302-304.
lett.
G.
12
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clers qui
alerent preeschier
au Soudain (Mas
Latrie
Or vous dirai de II. clers qui estoient en l'ost Damiete. Il yinrent au cardenal, disent qn'il voloient aler al soudan prejier, et qu'il n'i voloient mie aler sans [son (a)] congi. Et li cardenals lor dist que par son congi ne par son commandement n'iroient il pas, car il ne lor voloit mie donner congiet essient d'aler en tei liu o il fnissent ocis; car il savoit bien s'il i aloient, il n'en revenroient ja. Il disent, s'il i aloient, qu'il
si
point de peci, car il nes i envoioit pas, mais soufrist tant qu'il i alaissent. l'on proierent (6). Quant li cardenal vit qu'il estoient en si grant [volente d'aler (e)], si lor dist : Signor, je ne sai quel vo cuer ne vos penses soient, ne s'eles sont bonnes
n'i aroit
Moult
ou malvaises, et se vous
als,
et
vos
penses
soient toujours
Dame Din
Dont
Atant
tier.
{d) . Il disent qu'il n'i voloient aler se por grant bien non, se i pooient esploidist li cardenals que bien i pooient aler, s'il voloient, mais ce n'estoit mie par
se partirent li clerc de l'ost as Crestiens, si s'en alerent vers l'ost as Sarrali Sarrasins qui escargaitoient lor ost les virent venir, si cnidierent qu'il ve-
son congiet.
sins.
Qnant
nissent en message ou por renoier. Il alerent encontre, si los prisent, si les enmenerent devant le soudant. Qnant il vinrent devant le soudant, si le saluerent; li soudans les
salua anssi, puis lor demanda s'il voloient estre sarrasin, ou il estoient venu en message. Et il respondirent que sarrasin ne seroient il ja; mais il estoient venu lui en message, de par Dame Diu, et por s'ame rendre Din {e). Se vous ne vols croire, [disent il (/*) ], nona renderons vostre ame Diu, car nous vous disons por voir que se vous mors en ceste loi o vous estes, vos estes perdus, ne Dius n'ara mie vostre ame. Et por 90U somes nous venu vous. Se vous nous vols oir et entendre, nous vos moster rons par droite raison, voiant les plus preudommcs de vostre tiere, se vous les mands,
quo vostre lois est noiens {g) . Li soudans lor respondi qu'il avoit de sa loi archevesques et vesques et bons clers, et sans aus ne pooit il mie oir {h) [ce (i)] qu'il disoient. Li clerc li respondirent: De (V) ce sommes nous moult liet mands les, et se nous ne les poons mostrer par droites raisons que c'est voirs que nous vos disons, que vostre lois est niens, s'il nous veulent oir et entendre, iaites nos les testes coper Li soudans les manda [querre (m)] et il vinrent lui en se tente. Et si ot des plus haus homes et des plus saiges de se tiere, et li doi cler i furent ensement. Quant il furent tot asambl, si lor dist li soudans por coi il les avoit mands, et si lor conta 90U por coi il estoient sanl, et 90U que li clerc li avoient dit, et por coi il estoient venu. Et il li respondirent: Sire, tu es espe de le loi, et si dois le loi main tenir et garder. Nous te commandos, de par Diu, et de par Mahon, qui le loi nos donna, que tu lor faicos les tiestes et si vous defcolper, car nous n'orrions cose qu'il dient fendons que vous n'os cose qu'il dient, car li lois deffent que on n'en n'oie (n) nul preeche ment. Et s'il est nus qui veuille preecer ne parler contro le loi, li lois commande c'on li colpe le teste. Et por 90U te commandomnes, de par Diu et de par le loi, que tu lor
;
.
commande
li
lois
(a)
condo
les
i
il
Le parentesi quadre sono giunte di altri Codici; e questa dei Codd. A e B, se Totes voies li Mas Latria. (6) Cod. C (Rectieil II. 347) prerent moult qu'il
II. 347): e Seignor, je ne conois mie voz cueurs ne voz pensers, mes gardez, se vos i alez, que voz cuers soient tot joint a Dame Deu. Il disrent... . (e) Il Cod. G. pour sa vie sauver. (/) Codd. F. 0. ... Et se nos vos volez croire et oir et entendre, nos voa C. {Recueil. IL 348 9) (^r) Cod. monstrerons par droite raison par devant les plus sages homes de votre terre que vos estes perdu et que vostre loi est neienz Li soudans... (A) Cod. C: * ne pooit on muele oir () Codd. .4. e jB. (l) Cod. C. {Recueil. II. 349) Sire, de ce somes moult li, et volons hien que vos les envoiez querre. (m) Cod. G. (n) Codd. C.G. e J: e ne l'en croie . que
laissast aler.
(e)
Cod. J.
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
13
Atant prisent congiet, si s'en alerent, ne n'en volrent plus oir. Et li soudans demora. et li doi clerc. Lors lor dist li soudans: Signor (a), il mont dit, de par Diu et de par le loi, que je vos face les testes colper, car ensi le commande li lois ; mais je irai I. poi contro le commanderaent, ne je ne vons ferai mie les testes colper, car malvais
gnerredon vous renderoie de 90U que vous vos estes mis en aventure de morir ponr m'ame, vos esciens, rondre Dame Diu (6) Apris si lor dist li soudans que s'il voloient demorer avoec lui, qu'il lor donroit grans tiere et grans possessions; et il li disent qu'i n'i demorroient mie, puis que on ne les voloit entendre, ne escouter; in s'en riroient arriere, en l'ost as Crestiens, se ses commandomens i estoit. Atant lor dist li soudans que volontiers les feroit conduire en l'ost sauvement. Aprs si lor fist aporter et or et argent et dras de soie grant piente, et commanda qu'il presissent 90U qu'il volroient. Il disent qu'il ne prenderoiont noient, puis qu'il ne pooient avoir l'ame de lui avoec Dame Diu que plus cier [aroient l'ame de Ini avec Dame Diu (e)] qu'il n'aroient quanque il avoit valissant lor eus; mais fesist lor doner mangier, puis si s'en iroient, puis c'autre cose nen pooient faire. Li soudans lor fist donner mangier asss, si prisent congie au soudan, et il les fist conduire salvement dusqu' l'ost dea
. ;
Crestiens
1229-30
Bernardi Thesaurarii.
ab an. 1095 nsque ad an. circiter 1230, gallice scriptns, tnm in latinam lingnam conversus oiio. an. 1320 a &. Francisoo Pipino Sononiensi Ord. Fraed. Ex Ood. Biblioth. Estensis
(in
col.
84648).
:
ultimo
dell' opera,
De
obiiu
(= Melek-Moaddam) soldano di Damasco, col Kamel soldano d'Egitto: a questo e non a quello si diresse principalmente Francesco
gli
si ebbe l'amorevole accoglienza e quanto ci riferiscono con tutta verit si possa asserire, che il santo non manc di que Corradino venuto a tempo in aiuto del fratello, come vedremo.
da questo
storici:
presentarsi
quantunanche a
Eiportiamo questo testo del Pipino non per altro se non perch un compendio del racconto di Ernoul, e non privo d' interesse per la storia delle fonti.
Ex
208 (Muratori
loc. cit.
supra).
Bernardus (!) Soldani idem Damiatae, dum eam Christiani tenerent, viri duo literati, qui zelo fidei snccensi proposuerunt Soldannm adire, fidem praedicaturi. Et Ignoro quidem, quo zelo ducamini, cura licentiam peterent a Legato, respondit eis an videlicet Dei Spiritu movemini, an Satanae tentafio vos apprehendat. Qu^d autem *pergatis, nec hortor, ncque dissuadeo. Si tamen contingat vos proficisci, satagite, ut actiones vestrae fructifcent apud Deum . Quum autem ad castra Saracenorum venissent, ducti snnt ante conspectum Soldani; et dum sciscitaretur ab eis, an haberent legationem explere, an vellent Saraceni fieri Nos, inquiunt. Domini Nostri lesu dir isti sumus Legati, qui pr animarum salute advenimus, parati verissimis rationibus de monstrare, quod nis in bservatione legis christianac poterit quis salvari Et pr hac lege dispositi erant mortis subire discrimen. Soldanus ut erat corde mitis, benigne eos audiens, convocat archiepiscopos, episcopos et alios legis suae peritos, aliosque exercitus sui Primates; et quum causam, cur in unum convocati erant, narrasset Soldanus, unus vice omnium ait: Imprudenter actum esse, ut qui propu^nator esse legis eorum tenbatur, et se cantra adversarios gladium ultionis opponere, passus fuerat profanahumanitate autem
et clementia in
De
eiusdem Conradini
tale refert
exemplum: Erant
obsidione
(o) Cod. C.
{BecueU
II.
349):
>
Biau Seignor,
il
m'ont comande....
II,
(i)
t
(e)
Cod. F. e
.
0;
il
Cod. C. {BecueU
350):
14
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tionibus(l) legis eorum audientiam dare in conspectu iantorum-. His dictis adiuraverunt enm sub obtestatione legis suae, ut eos sententiae capitali submitteret, et sic discesserunt. Soldanus vero ad Christianos ait: . Absit, ut vos morti subiiciam, qui pr mea vita venistis. Et qnum illis, si morari vellent, magtos reditus se esse assignaturum esset poUicitus, et in praesenti auri et argenti laminas proferri coram eis mandasset, singola abdicarurit, dicentes, se non temporalia sed spiritualia quaerere, et accepto a Soldano comitatu re versi sunt ad castra suorum .
C.
1229-31
racles.
Croisades
e' est la
translation de
estoire de
Hist. Occid.
t.
(in
Se-
Uno
de' molti
Guglielmo
di
Tiro anco
nn
anonimo francese, comunemente citato racles, dalla priiha parola dell'opera che principia da Eraclio imperatore. La prefazione premessa alla citata edizione dell'accademia francese, tratta a
del Tirense.
il
lungo delle varie traduzioni, continuazioni e compilazioni francesi dell' opera noi basta constatare, per il breve estratto che qui sotto riportiamo, che
il
1229-31
(2), e
che la
somma
Santo
si
Damiata
, e
della
mala
questo storico quindi dobbiamo, se ora possiamo asserire storicamente esser vero che Francesco visit la Siria, e la citt di Acri, unico baluardo e porto posseduto allora dai Crociati, ove necessariamente Francesco dovette ap-
prima
di ritornarsene in Italia.
ivi
stesso
approd
venendo
d'
Ancona
Ecco ora
il
brano
d'
racles.
Ex
Estoire d'racles
supra.
hom, qui comenca l'ordre des Freres Menors, si ot nom frere Frere Francois, qui puis saintefia et fu mis en auctorit, si que l'en l'apele saint Francois, vint en l'oste de Damiate, et i fist moult de bien, et demora tant que la vile fu prise. vit le mal
Cil
et le pech qui comenca a creistre entre les gens de 1' ost, si parti et fu une piece (3) en Surie, et puis s'en rala en son
li
il
s'en
pais.
AssisienBis Vita
1229
1247
Pr.
Thomas de
Celano.
S. Francisci
anctore b.
Thoma de Gelano
Boma
1880
voi.
2 in
8*.
Tommaso da
Nulla abbiamo da aggiungere o da osservare sul valore storico incontestato di frate Celano, primo biografo e discepolo del Santo; che, come tale, fu a fondo
vagliato e studiato dai severi critici che fin qui scrissero sulla vita di Francesco e del suo Ordine. Tommaso entr nell' Ordine, ricevuto dallo stesso santo fondatore, verso il 1215.
(1)
Pi tosto
<
profanatoribus .
bello
(Gloaaarium. ed. Paris, Didot 1850, tomo VII p. 260), espressione che equivale ad un tempo notabile e che non pu intendersi per un po' di tempo ; essa equivale perfettamente all' espressione italiana < un pezzo che esprime un notabile tratto di tempo.
il
Un piece*
sacro p. 311
I.
661.
Du Gange
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
15
Nel 1221 fa compagno del b. Cesario di Spira in Germania, ed ivi Custode nel 1223. 16 di loglio del 1228, data della canonizzazione di Francesco, Tomaso doveva essere
Assisi, ove ebbe
l'
Il
in
ordine
*
,
da Gregorio IX
come
di scrivere la
ei
e scrisse la cos
detta
Vita
Prima
nella quale,
dice
nel
Prologo :
omnia quae
fecit,
et docuit,
nullorum ad plenum tenet memoria, ea saltem, quae ex ipsius ore audivj, vel a fidelibus et probatis testibus intellexi, iubente domino et glorioso Papa Gregorio, prout potui, verbis licet imperitis, studui esplicare Un Cod. della Nazionale di Parigi (1)
.
porta questa interessante nota dalla quale veniamo a sapere che dopo soli 6 mesi nese aveva terminata la Vita Prima : Apud Perusium felix domnus "papa
il
Cela-
Gregorius
nonus, gloriosi secando pontificatus sui anno, quinto Kal. martii (25
feb.
1229) legen-
dam hanc
tenendam
..
(124647)
il
raccolto per ordine del Cap. Gen. del 1244, basandosi specialmente sulla leggenda, o meglio dire sulle
tre
compagni
fin
Angelo
qui
il
testo originale
integro delle
memorie
Per
de' tre
alle
Celano
ci
ri-
1246
sino ai
e
il
13 luglio 1247,
fine del
questa Vita Seconda, si ha, che dall' agosto del Generalato di Crescenzio, il Celano dovette averla
terminata
Oltre
presentata allo stesso Crescenzio (2). racconto del viaggio del Santo in Oriente, riporteremo due altri capitoli del
Celano ; in una
il
de' quali narra un atto di umilt del . Barbaro in Cipro, e nell' altro martirio di fr. Eletto in Oriente. Al testo di questi due capitoli del Celanese daremo
anche
quelli dello
i
morie che
suddetti tre
Speculum, nota compilazione, la quale in massima parte contiene le meCompagni del Santo scrissero e presentarono nel 1246 al Crenerale
un
come abbiamo notato, si servito il da Celano. Daremo anche Leonardo d'Assisi, perch compagno del Santo in Oriente.
A)
deinde
De
desiderio,
Syriam deambulane
quo ad stiscipiendum martyrium ferebatur, Hispaniam primo, et quomodo Deus per ewm nautas de periculo, multi(3)
;
Prima,
tere
Amore manum,
et dilatato corde
divino fervens beatissimus pater Pranciscus stndebat semper ad fortia mitviam mandatorum Dei ambulans, perfectionis summam at-
namque conversionis suae anno sacri martyrii desiderio flagrans maxime ad praedicandum fdem christianam, et poenitentiam Sracenis, et ceters infidelibus ad partes Syriae voluit transfretare. Qui cum navem quamdam, ut illuc tentingere cupiebat. Scxto
deret, intravisset, et ventis contrariis flantibus in partibus
Sclavoniae
cum
ceters nar-
(1)
Fondi
iat. n.
3817
ap. Sabatier,
Vie p. LII.
(2) Alcuni anni pi tardi, sotto il generalato di Giovanni di Parma (1247-1257) il Celano ebbe ordine di completare la Vita seconda aggiungendovi un trattato speciale su! mi-
P.
Van Ortroy
(3)
S. I. negli
Analecta BoUandiana
t.
XVIII
p. 81-176.
Questa espressione Syriam deamulans ed altre simili che trovansi in tatti i codd. consultati dal Rosedale {Legenda S. Frane, auct. Th. de Celano London 1904, e. 21 p. 46) dice quanto basta per accertarci che il da Celano sufficientemente accenna all' arrivo e permanenza del Santo nelle regioni della Siria, oltre alla visita fatta al Soldano n^li accampamenti di Damiata in Egitto.
16
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gantibus se invenit. Videns autem a tanto desiderio se fraudatum, facto modico temporis intervallo, nautas quosdam Anconam tendentes, ut eum secum dncerent exoravit, qnoniam ilio in anno vii ulla (a) navis (6) potnit transmeare. Vernm illis hoc agere pertinacius recosantibus propter defectum expensarnm, sanctus Dei confidens plurimum de Dei bonitate navera latenter ccm socio introivit. Adfuit divina providentia tunc quidam, omnibus ignorantibus, secum necessaria victus ferens, qui quemdam Deum timentem de navi ad se vocavit, et ait ad eum: Tolle tecum haec omnia, et pauperibos bis in navi latitanti bus
tempore fideliter exhibebis . Sicque fectom est, ut, eum tempestate nimia exorta per multos dies, laborantes in remigando cibaria omnia consumpsissent, sola pauperis Francisci cibaria superessent. Quae tantum divina gratia et virtute multiplicata sunt, ut, eum adhuc dierum plurium forent navigantibus itinera, ex sui copia usque ad portum Anconae omnium necessitatibus pienissime subvenirent. Videntes itaque uautae se per servom Dei Franciscum maris pericula
necessitatis
evasisse, gratias egerunt omnipotenti Deo, qui bilem se ostendit.
semper
in servis
suis
mirabilem, et ama-
vitae,
viri,
relinquens mare, terram deambnlabat, eamque verbi fructuin proferens benedictum. Statim namque
et
laici
fhgientes mundura, et
diabolum
viriliter
elidentes gratia et voluntate Altissimi vita et proposito eum devote secuti sunt. Sed licet electissimorum fructuum evangelicus palmes copiam ex se producat, martyrii tamen sublime propositum, et desiderium ardens in eo nullo modo frigescit. Post non multum vero tem-
poris versus
Marochium
iter
arripuit,
ut Miramamolino
(e),
et complicibus
suis
Christi
evangelium praedicaret. Tanto namque desiderio ferebatur, ut peregrinationis suae quandoque relinqueret co* mitem, et ad exequendum propositum spiritu ebrius festinaret. Sed bonus Deus, cui mei et multorum sola bonitati placuit recordari (1), eum iam ivisset versus Hispaniam in faciem restitit; et ne ultra procederet, aegritudine intentata eum a coepto itinere revocavit. Bevertente quoque ipso ad ecclesiam sanctae Mariae de Portiuncula, tempore non multo
post quidam litterati viri, et quidam nobiles ei gratissime adhaeserunt. Quos ipse, ut erat animo nobilissimus, et discretus, honorifice atque digne pertractans, quod suum erat unicuique piissimo impendebat. Revera discretione praecipua praeditus considerabat prndenter in omnibus cunctorum gradnum dignitatem. Sed nondum valet quiescere, quin beatum imperium animi sui adhuc ferrentius exequatnr. Nam tertiodecimo anno conversionis suae ad paxtes Syriae perrens, eum quotidie bella inter christianos et paganos fortia, et dura ingruerent, assumpto secum socio conspectibus Soldani Saracenorum se non timuit praesentare. Sed quis enarrare snfficiat, quanta coram eo mentis constantia consistebat, quanta
illi
re-
primo quam (d) ad Soldanum accederet, captus a complicibus, contumeliis affectus, attritus verberibus non terretur, comminatis suppliciis non veretur, morte intentata, non expavescit. Et quidem licet a mnltis satis hostili animo, et mente aversa exprobatus fnisset, a Soldano tamen (e) honorifice est susceptus. Honorabat eum prout poterat, et oblatis muneribus multis, ad divitias mundi animum eius inflectere conabatur. Sed eum vidisset eum strenuissime omnia velut stercora contemnentem, admiratione maxima repletus est, et quasi virum omnibus dissimilem intuebatur eum, permotus valde verbis eius, et eum libentissme andiebat. In omnibus his Dominus ipsius desiderium non implevit, praerogativam
spondebat?
illi
Nam
navis.
(e)
Codd. Lond. e Oxf. (in Rosedale) Ula invece di uUa. (e) Codd. Ixmd. e Osseg: Miramolino > (d) Cod.
:
.
(b) Il
Oscf.:
qnam
Cod. Montpellier:
(1) L'
tandem
Amoni traduce
e di molti
il
darsi di
me
gna. . Qui
pietoso Iddio, al qaale per sola bont piacque di ricorpar davanti, quando ^li era gi ito inverso la SpaCelano ci indica chiaramente 1' epoca del suo ingresso all' Ordine.
:
Ma
il
altri, gli si
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
17
B)
Quomodo apud
Tempore quo
praedixit. (2 Gel.
sociis
Damiatam
cum
suis(l); siquidera fervore martyrii mare transierant. Cum igitnr ad diem belli nostri pararentur in pugnara, audito hoc, sanctus vehementer indoluit, dixitque socio suo (2): Si tali die congressus fiat, ostendit mihi Dominus, non prospere cedere Christianis. Verum si hoc dixero, fatuus reputabor, si tacuero con^cientiam non evadam. Quid ergo tihi videtur? Respondit socius eius dicens: Pro minimo tibi sit, ut ab homi-
modo incipis fatuus reputari. Exonera conscientiam tuam, time, quam homines Exiit (3) ergo sanctus, et salutaribus monitis Christianos aggreditur prohibens bellum, denuntians casuig. Fit veritas in fabulam, indura verunt cor suum, et noluernnt adverti. Itur, committitur, bellatur, et de nostris dimicatur ab hostibus. In ipso vero pugnae tem
et
Deum
magis
pore, suspensus animo, sanctus socium surgere ad intuendum facit, nihilque primo et secundo videntem, tertio iubet inspicere ; et ecce tota in fugam versa militia Christiana, finom
opprobrium regerens, non triumphum. Tanta vero strage nostrorum imminutus est numerus, ut sex millia fuerint inter mortuos, et captivos. Urgebat ergo sanctum de ipsis compassio, nec minhs eos poenitudo de facto verum praecipue Hispanos plangebat (4), quorum promptiorem in armis audaciam cernebat pauculos reliquisse
belli
;
.
0)
De
dum
Eo tempore cum reverteretur sanctus de ultramare socium habens fratrem Leonarde Assisio (5), contigit eum itinere fatigatum, et lassum parumper super asinum equitare. Subsequens autem socius, et ipse non modicum fessus, coepit dcere intra se humanum aliquid passus Non ludbant de pari parenfes huius et mei. JEn autem ipse
:
Hoc ilio cogitante, protinus de asino deconvenit, inquit, ut ego equitem, tu v&%ias
.
{Legenda Antiqua p. 23) ha e aderat sanctus Dei Questa espressione del Celano pu con ragione farci supporre che dopo r arrivo di Francesco in Egitto col solo frate Illuminato, vi fossero poi arrivati altri compagni che il santo aveva lasciati in Siria. Vedi pi sotto Regesto cronol. an. 1219 e. med. lui. (2) Cio a frate Illuminato, ricordato come vedremo da S. Bonaventura. (3) Testo del Rosedale: Etilit. (4) L' ab. Le Monnier {Hist. de S. Frang. Paris 1889, t. I p. 400 n. 1) volle trascurare
(1)
Anche
il
eum
campo
cristiano
come
fosse
un abbaglio
del Celano, e perci dice; Je n' ai pas retate ce dtail, quime croisade ne font aucune place aux Espagnols dans
parce que les historiens de la cinV numration des troupes qui com-
posaient V expdition
* . Dato pure che gli storici delle crociate non parlassero punto di spagnoli (nel che la sbaglia il Le Monnier) non perci egli poteva porre in dubbio la testi' monianza del Celano. Del resto le Gesta obsidionis Damiatae an. '1219 edite dal Muratori
{Script, t. Vili col. 1095) e dal Rhricht {Quinti belli sacri scriptores minores, Genevae 1879) dan piena ragione al Celano, poich ricordano la presenza di spagnoli nel campo cristiano, venuti forse col legato card. Pelagio, spagnolo egli pure. Abbiamo inoltre, che quando mori Corradino Soldano di Damasco (1227 nov.) un cavaliere spagnuolo era precettore de' suoi figli (Mas Latrie Ernoul e. 40 p. 458). Vedi pi sotto il nostro Regesto cronologico al
1219
lugl. 20, e al
(5)
1227 nov.
Leonardo d^ Assisi, compagno del Santo nel ritomo dall' Oriente, dice il Wadd. (ad an. 1210 n. 39): t hunc elegit sibi socium b. Franciscus prima vice, quando martyrii desiderio transfiretare tentavit. Poi realmente segui il Santo nel 1219 in Oriente (Wadd. ad 1219 n. 55, t. I. p. 321). Di Leonardo nuli' altro si sa, neppur il luogo d sua morte. Questo capitolo su r. Leonardo colle identiche parole del Celano riportato nella Leg-
Di
fr.
genda maggiore
Bibliot.
di S.
8.
Tom.
I.
18
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TESTIMONIA fflSTORICA
pedes, quia noMlior et potentior in saeculo me fuisti *. Et stnpuit illieo frater, et rubore suffasns deprehensns se cognoYit a sancto. Procidit ad pedes eins, et lacryrais irri-
gatus
nudum
D)
Deiis,quibonumelvnialumexemet
De modo quem
tenehant
fune omnes
pum
praebent:
quando
cap. 51
fratris
bonum exemplum
de more
et he-
patrum antiquorum
Affirmabat
in hoc ipsum,
fratres
Affirmabat sanctus Franciscns fratres Minores, hoc novissimo tempore a Domino missos, ut peccatorum obvolutis caligine exempia vitae monstrarent. Suavissimis dicebat
se repleri odoribus et unguenti preciosi virliniri, qnum sanctorum fratrum qui erant per orbem dispersi audiebat magnalia. Accidit quadam die fratrem quemdam co-
tute
(1)
Da
Assisi,
il
decimo fra
di Oriente
dodici primi discepoli del Santo, e uno dei socii del (Wadd. ann. 1219 n. 57). Nulla altro sappiamo di lui.
i
Wadd. an. 1232 n. 23, ed altri) lo dicono morto nel 1232, e sedegli Angeli (Cfr. Anal. frane, t. Ili p. 252 nota 11). L' Umbria SeraFr. Giacomo Oddi di fica (in MiscU. frane. II. 83) lo dice morto il 17 maggio 1229. Perugia, che nel 1480 finiva la sua opera detta Franceachina o Specchio dell'Ordine Minore
(Mariano,
polto in S. Maria
sappiamo un ms. in S. Maria degli Angeli e un altro nel monastero di Monteluce Del b. Barbaro, presso Perugia), ha questi pochi cenni su fr. Barbaro (in libr. 3): uno delli primi compagni del nostro P. S. Francesco. Dapoich havemo descripta la poverella et angelica vita del glorioso N. P. S. Francesco, et quanto fu ad essa fidelissimo et cordiale sposo, vediamo ora come stato seguitato evangelicamente dalli veri suoi figlioli franceschini observatori della povert sanctissima, come fu el b.* f. Barbaro uno delli primi 12 compagni de S. Francesco. Questo fu perfecto in ogne vert, et spetialmente nella virt della s. povert, la quale da principio l'abbracci con molto zelo et fervore, lassando et distribuendo ogne cosa che possedeva alli poveri per amor de Dio, come dice lo S. Evan(di cui
gelo ; et intrato nell'ordine, fu de tanto zelo, et amore cordiale in verso de questa madonna, et sanctissima povert che mai sotto el cielo volse avere, n possidre alcuna cosa, anze sempre se studi puramente, et semplicemente de observarla come la intendeva et observava
S. Francesco, allo
lui si
sima, et questa predicava, magnificava et exaltava con opere, et con parole come quella vera margarita, et quello vero thesoro reposto in Cielo alli frati Minori; questo non volse mai usare altro in tutta la vita sua nel tempo che fu frate, se non che l'abito, la corda,
et le mutande, secondo che predicava et ammoniva continuamente S. Francesco alli frati, et quello era tanto rappezzato che era lo rotto pi che lo sano, da ogne altra cosa era si alieno, (he pareva un homo dell'altro mondo. Questo era de humile, et mansueta conversatione, di carit viscerosa, fervente et solecito allo studio della oratione et contemplatione, era molto austero del corpo suo, el quale continuamente castigava con digiuni, vigilie, disci-
pline et altre macerationi, reducendo sotto 1' obedientia dello spirito con lo ezercitio delle s. vertude. La vita et conversatione de questo b. era molto grata a S. Francesco et maxima-
mente perch tanto amava la povert sposa sua santissima. Finalmente infirm questo b. nel luogo de 8. M.' delli Angeli, et de essa infirmit pass da questa vita presente da sancto, lassando dopo se odore soavissimo de sanctit. Et quella felice anima and a godere el magno
thesoro che reposto in Cielo
alli
Lo
corpo suo
se reposa nel ditto luoco de S. M." delli Angeli a laude de lesu Cristo.
Deo
gratias.
Amen
DE
coram qnodam
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
19
milite (1) de insula Oypri (2), semel in fratrem alium verbnm iactare iniuriae, qoom cum ex eo torbatnm aliquantulum cerneret fratrem, asinino stercore sumpto,
ram uno nobili viro de insula Oypri in fratrem alium iactare verba iniuriae. Qui quum
cerneret ex hoc fratrem suum aliquantulum perturbatum, statim in suimet vindictam
accensus, assumpsit stercus asini et ori proprio dentibus conterendum immisit dicens Stercus mascito lingua quae in fratrem
:
suimet accensus rindictam ori proprio conimmittit dicens: Siercus commasticet lingua quae in fratrem meum iracundiae venenum effudit Aspiciens hoc
in
torendum
meum
ciens
miles, stupore attonitus nimium aodificatus, et ex tunc se, et sua liberaliter fratrum
voluntati exposnit.
iracundiae venenum effudit-. Aspivir ille stupore attonitus valde aedificatus abscessit, atque ex tunc se et omnia sua voluntati fratrum exposuit.
autem haec
Hoc omnes fratres infallibiliter ex more servabant, ut si quis eorum alteri verbnm quatidoque turbationi inferret, protinus in
terra prostratus laesi
libus,
Hoc itaque ex more fratres omnes servabant, ut si quis eorum alii verbum iniuriae vel turbationis intulisset, statim protinus in
terram prostratus pedem fratris turbati osculabatur et humiliter veniam postulabat. Exultabat sanctus pater in talibus quum filios suos audiebat ex se ipsis sanctitatis exempla educere, atque benedictionibus omni acillos fratres accumulabat qui verbo vel opere ad Christi amorem inducerent peccatores, nam in animarum zelo quo ipse erat perfecte repletus, volebat filios suos sibi vera similitudine respondere
pedem
cum
suos
filios
audiebat ex se ipsis
exempla sanctitatis educere, benedictionibus omni acceptione dignissimis fratres illos accumulans, qui verbo vel opere ad Christi
ceptione dignissimis
amorem inducerent
zelo,
filios
peccatores.
Animarum
sibi
E)
trum,
et
De
Qualiter
laudabat
regulae professio-
qui fuit
primo ponitur exemplum fratris (3) martyr (2 Gel. par. Ili cap. 135).
professionem et regnlam zelabatur, et illos qui circa
nem {Speculum
Sabatier).
Communem
ardentissime
(1) II
com-
p. 79)
omette la parola
milite,
ed egli ve la
I.
75 ;
II. 35),
Rinaldi
1806) pretese correggere il Waddingo ed altri che lessero instila Cypri surinsula rogandovi Cipii, col quale nome volle intendere Bastia, borgo prerso Assisi, cosi denominata da una certa famiglia de' Cipi o Scifi. Anche il P. Panfilo {Storia di S. Frane. I.
(Roma
415) senza tanto badarvi, segui il criterio del Papini. Il Sabatier {Spec. Perf. p. 88 n. 2) invece osserva che, lungo il sec. XIII Bastia fu si denominata or insula romana, or insula
vetus,
ma che fin qui non s ha traccia che a que' tempi avesse mai avuto il nome datole dal Papini d insula Cipii. Del resto, il Cod. 686 Asssano della Celanese, come il testo edito dal P. Lemmens (Docum. antiqua frane. III. n. 54) non che Mss. conosciuti e le edizioni
Che poi il fatto tutti hanno chiaramente Cypri o Cipri, e non Cipi. narrato sia realmente accaduto in Cipro, nota isola del Mediterraneo, regno allora dei Crociati, lo dicono Mariano, il Waddingo (ad an. 1219 n. 57) e il citato Sabatier tanto nella
dello Speculum,
Vie de S. Fraig. e. XIII p. 259, come nell' edizione dello Speculum Perfect. p. 88. Dal contesto infatti risulta molto verosimile che il fatto sia avvenuto lungi dall' Italia, dicendovisi
che
il
Santo gioiva
si
o
:
massima parte una delle fonti del Celanese) quum sanctorum fratrum qui erant per orbem dispersi audiebat magnalia e quindi, come un esempio de' fatti lontani, segue il caso accaduto < coram quodam milite de insda
come
esprime
il
se
de'
et
sua
liberaliter
Generali {Anal. frane. martire chiamavasi Eletto, e che sub il martirio sotto
La
Cronica
XXIV
20
eam
tae,
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munera professionem regulae nostrae, quae non est aliud quam perfecta evangeli! observantia, ardentissime zelabat, et cos qui sunt et erunt veri zelatores ipsius siiignlari benedictione dotavit. Hanc enim professionem
ditavit.
zolatores erant, singolari benedictione Hanc enim snis dicebat libnim vispein
salotis,
viam
omnibus,
sciri
medullam evangelicam, clayem paradisi, pactum Hanc volebat haberi ab ab omnibus, et ubiqne in
es.se
librum
spem
salutis,
arrham
gloriae, niedul-
lam
evangelii,
ctionis,
Docnit eam semper in commonitionem agendae vitae portare prae oculis, quodqae plus est, cura ipsa mori debere.
foederis.
viam crucis, statura perfeclavem paradisi et pactum aeterni Hanc volebat haberi ad omnibus et
sciri, et volebat fratres in collocutionibus centra taedium de ipsa saepius conferre, et in memoriam praestiti iuramenti cum interiori homine de ipsa saepius fabulari. Docuit etiam
oculis portari in
commemo-
rationem et memoriam vitae agendae et debitae observantiae regularis, et quod plus est, voluit et docuit fratres debere mori cum ipsa.
Cuios instituti
De sancto laico qui fuit martyrizatus tenendo regulam in manibus (ib. Gap. 77). Huius ergo sancti documenti et instituti
beatissimi patris non
laicus,
laicns frater, quem intra martyrum numeram credimus esse coicndum, palmam assecutus
est gloriosae victoriae: nam cum a Saracenis ad martjrium peteretor, snmmis manibus regulam tenens, genibus hnmiliter incuryatis sic socio dixit: < De omnibus, guae con tra sanctam islam \regulam\ feci, frater
.
credimus esse assumptum, dura esset inter infideles oh zelum martyrii, et a Saracenis tandem ad martyrium duceretur, cum magno
fervore
tenens, ge-
nibus humiliter
suo
De
me
oculos [divinae]
maie-
omnQyus quae contra istam regulam feci, frater charissime, coram oculis Divinae
Maiestatis confiteor
est adeptus.
et
.
coram
te
culpabilem
finivit,
signisque ot pro-
postmodnm
claruit.
censummaret
Ordinem ut ieiunium regulae vix ferre posset, quum tamen sic puerulus loricam portavit ad carnem. Felix puer, qui feliciter incepit, et felicitar consummavit.
stesso asserisce
il
Waddingo {Annoi,
an. 1219 n. 35). Il Pisano invece {Conf. 8. bl. 70 v. 2. martyrium passus est, sed ubi non reperi > .
Vari cataloghi sanctorum FF. Min. compilati verso il 1335 (Lemmens Fragmenta p. 40; Spec. Vitae fol. 206 v.; Anal. frane. 1. 257) convalidano l'asserzione del Pisano riguardo al tempo del martirio /.empore b. Francisci. Parimenti il Cod. Canon. Miscel. 525 della Bodleiana di
:
Oxford, scritto nel 1384-85 (Little, in Opusc. de critiq. histor. I. 251 e 285), asserisce lo stesso, ma come luogo del martirio gli assegna la Vicaria di Tunisi : * De beatis fratribris in vicaria Tu-
ntn (fuiescentibus, cap. 38 : Vicaria haec est in Marocbio, in qua fuit martyrizatus b. fr. Electus generalante b. Francisco, qui adeo parvtdus ordinem ingressus est, ut ieiunia regulae vix ferrei, tiad habetur parte V* Speculi perfectionis cap. 2". Data quindi la testimonianza pi antica, pi autorevole e pi concorde coi cataloghi Sancto'um Fratrum, compilati verso il 1335, facile
corr^gere ed accordare l' epoca assegnata dal Chron. 24 Gen. ponendo il martirio di fr. Eletto non sotto il generalato^ ma sotto il vicariato di fr. Elia (1221-27), vivente S. Frane. In quanto poi
al ln(^o del martirio, la questione rester ancor dubbia non bastandoci il solo Cod. Ozfordiano, compilato da un frate Dalmata a Ragusa (nel 1384-85), laddove il Pisano che scriveva nello stesso tempo (1885) in Italia, e dopo ricerche, non seppe indicarci il luogo : < sed ubi non reperi .
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
il
21
H
b.
prima
leggenda breve il Papi ni (1) conobbe sole le prime quattro lezioni ed ora la possediamo nella sua integrit edita dal nostro P. Lemraens (2). Il Celano la compil certamente dopo il 1230 e prima del 1247, e probabilmente allora Benedetto era ritornato per breve tempo dall' Oriente. Essa non
;
contiene nulla di
particolare,
tuttavia
il
di
Francesco in Oriente.
F)
Ex Legenda
brevi 8.
Vi-
latium.
Quo amore erga salutem hominum vir Dei flagrat, qui bestiis sic compatitur? Nam frcquenter agniculos liberat et oves a nece, propter naturae simplicioris gratiain; vermicnlos colligit de via, ne praeterenntiura vestigiis laederentur. Miro et ineffabili gaudio replebatur ob Creatoris amorem, cum solem et lunam intueretur et stellas. Rovera terram ignem et aerem sincerissima puritate ad divinum monebat amorem. Mello dulcius nomen Domini in ore suo supra hominum intellectum nominando affluit fastidit proet coelum,
;
martyrii gratta dissolvi cupit et esse cum Christo. Versus Marrochium arripit iter, ut Miraroolino regi et Saracenis Christi evangelinm praedicot; sed ad Italiam revocatus voluntate divina, tertio decimo conversionis suae anno ad partes Syriae
pterea
mundum,
verberibus,
fideles.
lacessitnr iniuriis,
praedicat
Chri-
Magoificatur ab omnibus, crescit quotidie in eo devotio populi. Concurrit omnis homo ad videndum eum, obtruncat quandoque vestimentum eius ob devotionis amorem. Fit conversio multorum ad Dominum, augetur quotidie numerus immensus fratrum, procednnt obviam, et cum arborum ramis solemniter eum recipiunt, pulsatis campani; et confunditur haeretica pravitas et catholica fides extollitur. ritatem dicendi sermonem; eadem mentis constantia
De
puritate
cordis
facit sibi
secu-
multos et paucos alloquitur. Offerunt ei panes ad benedicendum, quibus longo tempore conservatis ad eorum gustum infirmi sanantur .
C.
1229-30
:
Vita
versificata.
della
vita
Vita S.
Francisci
versificata,
Gregorio
Fono dicata
l'
pi antico
poema
innanzi al-
della
anno 1230, ora per la prima volta pubblicato e tradotto da Ant. Oristofani, bibliotecario Comunale d' Assisi. Prato, E. Guasti 1882, in 8 di pp. 287.
La Vita prima
Enrico che
il
del Celanese fu
da un Minorit
di
nome
Dr. Novati congettura sia frate Enrico da Pisa celebrato dal Salimbene come predicatore, musicista, poeta, pittore e miniatore di codici (3) il quale multis annis stetit in Oriente con Alberto, Patriarca di Antiochia dal 1226 fino al luglio
:
Francisci saeculo
XIII
compositae, ad Claras
Aquas
in Misceli, francescana
V. p.
3-4.
p.
LXX-IV.
Novati
22
1246,
di e quindi
BIBLIOTECA
TESTIMONIA HISTORICA
1241, ed in ultimo mori Provinciale
di di
Eomania
Corinto (1).
vita
versificata,
Checch ne
quella del
sia
dell' autore,
il
questa
scritta
certamente
poco dopo
in bei versi
Celanese, verso
1229-30,
e dedicata
Gregorio
IX, fu
messa
prima volta nelle due lingue dal noto prof. Ant. Cristofani, compianto bibliotecario della Comunale di Assisi (2).
Il Sabatier (3) pone questa Vita versificata tra le fonti storiche secondarie perch condotta su quella prima del Celano e perch non ci somministra indicazione alcuna notabile sulla vita del Santo. Il Cristofani invece coi PP, Marcellino e Donienichelli (4) le
ha nel Celanese.
Ma
sopra tutto importante e rispettabile per la sua antichit. In essa troviamo un indizio certissimo per dirla condotta a termino innanzi al 1230, conchiudendovisi il racconto con la sepoltura del Santo nella chiesa
del
di
incominciata quell'anno, n della solonnissima traslazione del sacro corpo al nuovo sepolcro,
avvenuta
reggia
di
anno 1230.
Il
poema
quindi, diremo
coi
PP. Marcellino
Domenichelli, gae l si
dimostra pratico conoscitore delle cose che narra, e forse prima di scrivere era stato in Oriente (5), E in Oriente di fatti fu frate Enrico, se pur lui fu 1' autore della presente vita versificata. Notevole la parti col ari t;i che egli solo ci narra, come S. Francesco an-
dando
al
campo
una barchetta
107)
(6).
il
Nilo:
Cimba transvectus
Ricorda la disputa del Santo coi dottori maomettani tacciuta dal Celano (e. 108); e notevoli poi sono i seguenti tre versi che in bella concisione poetica alludono alle immunit o privilegi ottenuti dal Santo e
modica.,, fluviumqiic
rapaccm
transit...^
(e.
al suo frequente
abboccamento
col
Soldano
Audet
ci,
108).
storica e letteraria di
di
questo
i
seguenti otto
della Vita versificata, ma interpolato con giunte prese della Leggenda di S. Bonaventura, e scritto verso la fine del sec. XIII. Il Cod. d Versailles ha molte ed importanti varianti e giunte,
ma sfortunatamente mutilo e non contiene che i primi capitoli della Vita sino al viaggio del Santo in Oriente esclusive (Cf. Misceli, francese. An. IV et V). Quindi noi non potemmo giovarcene per le varianti che avremmo voluto dare in nota al testo del Cristofani.
(3)
Vie de S. Frane, p.
LXXIX.
(4)
(5)
Leggenda Leggenda
scrisse
cit. p.
1.
LXX-III.
Papini (Storia di S. Frane.
in
versi
si
1.
e.
questi versi
al
>
quando
che
nella storia
d
il
la
campo
una barchetta
settimo
ramo
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
23
Nono
ad Saracenos.
Martyrio cupiens ita consumare labores, Parthorum partes proponit adire; sed intua Ecclesiae flagrante domo, quid quaereret
[extra
Or
col martirio
coronar bramando
Tante fatiche, di passar propone Nelle terre de" Siri. Ahi! ma bruciando
Della casa di Dio V intima parte.
Qui custodit eam? Fidei doctore diserto Plus Italus quam Parthus eget, de plebe
lo-
n' custode f
di Fede
[quertdo,
Non
Parthum
Unica seducit, Italum non una, sed omnis: Parthus ab antiquo susceptum scisma tuetur, Ytalus admissae fldei praecepta repellit: Unius hereseos inventae tutor habetur Parthus, adinventor Italus triginta duarum:
^tque quid hos faciat peccare licentius Servi sunt Syrii; libertas est Italorum:
illis.
pi bisogno V Italo che il Siro, Del volgo, non de' nobili gi parlo. Seduce i Siri un solo efror: lon uno
Bens
tutti
Ha
seducono
d' Italia
Siro : a quella
rifiuta.
il
che ammette.
Obbedienza V Italo
Sola introdotto ha
che
V ha poi
pi sfrenati
Non
Vel
psi vel primitias in lege statutas, decimas debere Deo, sine indice pec-
Cagm
fa
costar vie
[cant.
Nam
sanctus eos patef excomunicet aut Iracundus eis Augustus bella minetur,
si
si
peccar : sudditi i Siri Liberi son gV italiani. Indarno Gridan le leggi eh' essi denno a Dio
Che non
quelli, al
Le primizie
e le decime pi'escritte
ntmm[que
Griudice alcun
non
che ve li stringa.
ddixere iugo, praescripseruntque tributum. Plebis enim tot ibi rant millia, quot nu[merare
Non
li
all'
uno
e all' altro
Irreverenti
Nemo queat, miles qui 'is et rusticus idem, Yim quia miles habet, dominos quia rusticus
[odit.
E Cm
s'
hanno
han
popolo minuto
Tante migliaia
Sed taceo; quaedam narrari vera verentur. Sed pia simplicitas Francisci sustinet omnes,
Nullius
vitti,
Ma
taccio
stutosque videns, credit quia sint sapientes Italiae cives, nec credit egere magistro.
V ha
Pure
Di vizi e colpe ignaro, ognun sopporta, 'E veggendo di' Italia i cittadini
Cos scaltriti, giudica che savi Essi di niun maestro abbian mestieri.
Quo
circa Syrios cupiens convertere, navim Ingreditnr: ventos srgit contrarius, aeqnor Incipit esse fretum, via desinit esse salu[bris,
Onde Soria di convertir bramoso Entra egli in nave; ma contrario vento Levasi, a r^oUir comincia U mare, Cessa la via d' esser salubre e V aura
Aura
Li fa
stanchi
approdar
de'
Geti al lido.
Praestolatus ibi zephyrum, detentns ab euro Tandem Pranciscus boream insargere sehtit, lamque redire parat, cura nec procedere
[poesit.
Dal Pur
finalmente
accinge
V aquUon
tornar,
destarsi,
s'
poi che gU
tolto
24
BIBLIOTECA
utile,
TESTIMONIA fflSTORICA
Zy'
propter
andar pi
oltre.
Dinega ai Siri
Cni. Itenun tenUt tr&nsiie mare,
et ingreditui
e agi' Itali
il
Tenta
in
di ripassare
mare
ad Ancona entra
i
noc-
portando seco dei pani, che poi, consumata la vettovaglia, bastarono a tutti
cliieri,
Vota retardari non absque gravamine summo Passus et infectis dementa resistere coeptis,
Navim Franciscns
Cemit
et
E che E
i
contrarii fosser
dell'
gV
elementi
[tem
Al cominciar
Anchonam
Non pr
Pro
nocchier presti a muover per Ancona. D' esserne rimenato egli pregando. Ricusano di raccoglierlo i nocchieri
Non per
difetto di noleggio, o
tema
vix sufficiat ip^is in puppe vehendis. Ille nihil metnens, Christo praestante duca-
Quae
[tum,
Che aggravata ne sia troppo la nave. N ferit di cor, ina per difetto Di vettovaglia, che bastante appena
Et navitn
Ma
quei che deve tragittare il legno. di nulla temendo egli die Cristo
Danda recondiderat alimenta, suoque clienti Dzerat, ut quoties vescendi tempus adesset, Assignaret eia quod cumque requireret usua.
Sa per
Mentre assente
Da
darsi ai poverelli un ricco ignoto, comandato aveva a un su famiglio Che quante volte al di giugnesse il tempo Del prender cibo, a lor desse U bisogno.
tempesta ch'ebbero a
del
soffrire
Si descrive la
mare furono
stretti
Ancona.
I naviganti
riedono: si leva
e le sarte
Funibus extoUunt depressi vela rudentes Prima locum pnppi cedit ratis, ultima prorae. Ingentes replet aura sinus, sub pondere
:
Tirate in gi pingon le vele in alto. Cede il legno alla poppa il primo luogo
[malus
crescente gemit,
detrimentumqne mina[tur.
U ampio
Sotto
il
V ultimo alla prora: empie gi V aura sen delle vele, e V arbor geme
peso crescente, e par minacci e cader. Pinta la poppa
Bemigii puppis moderamine recta volantem Consequitur proram, velocior alite navis Sulcat aquas, propriosque fere perit obruta
[vento.
D' infrangersi
Dai
Che
Cam
Incipit
undarum
fieri collisio,
nusquam
foga a sommergersi vicina. sembrava di dugento leghe Aver corsa una via, quando si copre Subitamente V aria <f ogni parte
la
Per
E gi
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
Di
tenbre,
s^
25
le
allargano
nubi
Sed malo circumposits nsiblat aura Funibus, et vento ruit impetuosior anda: Eiciuntur aquae, proieetaque mordet arenas
Ancora, sed navem venti nihilomnus
Tarbne, nunc
unam
Rapide e i venti sfrenanti a battaglia. Prendono a cozzar V onde, e non pi giace In luogo alcuno il mar piano: dovunque S' agita e ribollir sembrano i flutti. Alle sarte si corre, a basso in furia Le vele si raggruppano, ma il vento
Sibila tuttavia tra sarta e sarta
all' albero intorno, e fa che intanto Con impeto maggior ' avventi il flutto. Si cacciano fuor V acque, e in mar gittata, Tenacemente V ancora s' appiglia
nnnc
austri,
nunc aqui[lonis:
Tesa
Ille
exurgit, nunc in abyssum portum cupit unum, sed timet [omnem. nec ad tempus mare turbat et aera
All' arenoso
fondo;
nondimeno
[densa t,
Et nautas
terret, et
:
navim girat
in orbes
congiurati a danno Di queir unica nave, un incessante TjC dan travaglio, ed or V agita il turbo
venti
tutti,
D'euro, or quello di
zefiro,
or bersaglio
Quid faciant? restat via longa, viatica nulla, Naufragium prope, terra procul, mors undique
[certa,
or d' aquilone, Or levasi alle nubi, ora ricade In un abisso, e desiando un porto
d' austro al soffio irato,
Li teme
tutti.
N per
breve spazio
Naufragiique timor, licet intentantia mortem Detrimenta famis facit apparere minora.
Mortis enim quanto genus ecce propinquius
[instat,
n
I
ma
da
sinch
non
resti
quietar la
fame;
Or
che faranno ?
[nam
Dissimulare
famem ^
La Fa
morie: ed
il
parer lievi deUa fame i danni. Bench anch' essi minaccino la morte. Per elle quanto un genere di morte
Ci sta pi presso, tanto pi e' incute Terrore e dileguar fa ogni altra cura
Omnes
[tas
Sufficiens relevare fames, mirantibus illis, Persistit nec in assiduo consumitur usu.
Quomodo provenit
divinitns ut satiaret
Traendo forte a s V animo tutto. Ninna tempesta nondimen s lunga 'Pu la fame attutir; ma quella parte Di vettovaglia che a Francesco e al suo
Frate fu data e die unica rimane.
Tutti sostenta, tutti pasce,
tantummodo quin[que
tutti
[nuUam
Vero duo
pisces,
N V uso
Come
gii
et panes quinque
reples-
[sent;
Sic facit eiusdem divino gratia signo. Ut multis divisa sui substantia servi
Che Ges satollasse i cinquemila. Soli imbandendo cinque pani e due Pesci, e al mortai geometra provasse Che maggiori del
tutto
eran
le
parti.
lam compressa
silent
ventorum
iurgia,
nubes
Praetereunt, nebulae
[dunt:
Tredici sporte riempiute avendo Ci che poi n' avanz, ninna i due pesci. Tredici i cinque pani; in simU guisa
26
BIBLIOTECA
TESTIMONIA
Per
[quor
:
fflSTORICA
Prosperior nautis datur aura, serenior aer, Certior ars, levius moderameli, amicius ae-
Del medesimo fa, che la sostanza Del servo suo tra molti scompartita
Non
Gi
si
consumi,
e alfin
maggiore avanzi.
Anconae portus infixa nave tenntur. Gaudent appulsi terria quos longa procella
Terruerat, victusque breves et uiramque sa-
Cedono, e
si
Vapor ;
pi,
[lutem
Francisci meritis ascribunt.
Aura
Hunc animarum
Custodem recolunt, servatoremque fatentur, Seque recognoscnnt per eum subsistere sal[vos.
vele,
'l
Sgonfiansi l'onde, e pria che alcun se Nel porto anconitano entra la nave.
pensi.
Crebrescit totam Francisci fama per urbem : Yisuri faciem facients signa per orbem
Conveniunt cives auditurque loquentem, E quibus ipse suis multos insignibus armat.
Sed noe amor populi, nec
consolatio
fra-
Nel prender terra esultan gli atterriti Dalla lunga procella, e il poco vitto E V uno e l'alloro salvamento ascrive
Ciascuno ai merti di Francesco, e lui
Salutano
dell'
anime custode,
[trum,
Lui salvator
confessano, e
da
lui
facit evanescere
votum
Traggon
gli abitatori
a mirar V uomo
detti,
Meraviglioso e
ad
ascoltarne i
Ma
Che
GY. Iteiam tentai transire Marrofiliiain, sd divlna Tolontate leroestnr Asisiom.
Di frati
lo
ardente
andare al Marooeo
ma
[gens:
Ma
E n' impedisce
Rectorem providit eum ferale salubri Febre retardat iter, indignantemque rererti
Cogit et invitum divina potentia servat.
Ea
Ne
Con febre
Compulsus redit Asisium, Chrstique coaptat Militiae quoscumque potest, certoque ducatu Dirigt ad bravium cunctos sua signa feren[tes.
tornar disdegnoso, e mal suo grado Dalla morte U sottrae. Toma costretto
ad. Ascesi, e quanti puy di Cristo Scrive nella milizia, e per sicura Strada al palio incammina ognun che l'arma
EgU
il
suo stendardo.
di
passare e passa
amor quem praeconcepetat, immo Se navi, navim ventis committit et undis. Et ventos undasqae Dee, moderamine coins
Refrigescit
N gi per tutto ci spenta la brama Del bel morir che. divisato avea, Anzi ad un legno egli s'affida e il legno Ai venti e all' onde, e i venti e V onde a Dio :
E guidato
da Dio, salvo U
raccoglie
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
Alfin Damiata nel bramato porto. L tra cristiani e tra pagani ardea
Terribil guerra, e ne
27
Magnus
Belli
Damiataque
fiittra
sta-
porgea cagione
[bat trium[phi:
Damiata che in premio era 2)romessa Al vincitore. N poteano a stretta Mischia venir gli eserciti o da presso
Intra loro ferir colpo di spada, pugnar solo di lontan coli' arco :
cominus ense Erecto poterant pugnare, sed eminus arcu; Funda, balista, plagae quasi grande plue-
Ma
di pietre
[bant.
iras
Da
la settima correa
Torrida zona caput, oculis impervia nostris. Haec exercituum medatrix unda iluebat,
Parte del fiume, la cui fonte ignota inesplorabil per se stessa, a tale A noi la zona torrida la rende,
Telaque suscipiens ab utraque pluentia parte Motus aquae nullos dlatabatur in orbes. Et moraentorum dimensor circulus unquam
Non
poterai
.fieri,
fie-
[bat.
Ove giunger non puote occhio mortale. Quest' onda le nimiche osti partiva. Ne la corrente, ricogliendo V armi Che da dritta piovevano e da manca. In giri dilatavasi, ne cerchio Vi si scorgea misurator d' istanti. Che in ogni dove si scorgean sol punti.
Come pass
il
CVII.
Qaam
flame
e
sa piccola
barca,
ove
si
navicala abi erat oonflictas, et quod maltis ietibns fait attiitas ante qaam perveniret
combatteva,
ad Soldanam.
virtus animosa viri, qui flumine tanto tot solus
O
ad
animosa virt
[hostes
Su
Non
et inermis adit per tela, per ignes extinguibiles, per mille pericola mortis !
Ed
uom che passando un ^ gran fiume. a cotanV oste armata inerme sen va jer mezzo a dardi
d'
ille
Pi ancor
[pacem
Transit, et intrepidus medio seffertur in hostes.
Fiume trapassa
e intrepido si reca
Infra i nemici: e pria die giunger possa Innanzi al re de' Persi al qual voleva
Ad
In primis verbum Domini deferrc volebat, Saevitias plures expertus, fiiste cruento
Annunziar pria che agli altri il divin Assai strazi soffrendo, fuor battuto
vei'bo.
Vapulat exterius,
ab
in-
spiccia,
[tus
Che V una
Perpetua
Tm,
e l'altra
Arcubus arcatis quos utraque purpura vesti t. Hostis enim cum sit animae caro, cur ea
Compateretur
ei ?
Qui
prima compatire
offesa ?
AUo' eh'
[stem
28
BIBLIOTECA
TESTIMONIA HISTORICA
Interiore ninno onor desia
Et
sesc plus dcbilitat. Franciscus ob inde Interior nullum cupit exterioris honorem;
Di Francesco
damnis
lucra,
funere
v-
Vuoi procurar con la rovina, il lucro Col danno, col deprimerlo V altezza, Col lutto il gaudio, col morir la vita: E V alma allieta della carne U duolo.
La La
confortano
i gemiti, le offese
Il
dona
obtulit.
Sancii fama
Sufficiunt,
Poich
dell'
uomo portentoso
il
grido,
Cui non basta a domar verun flagello, Empi de' Persi il campo, il re benigno
Maravigliato di cosi gran cuore,
regis,
Magnifce suscepit eum, pretiosaque dona Obtulit: ilie suis contentus dona refiitat
Regis, et audir pr summo muncre poscit. Auditurus eum rex ipse silentia turbis
Indicit, totosque iubet cessare tumultus.
ad
Ma
i reali
Pago,
rifiuta e
ad
ascoltarlo
Et famulis Mihi phylosophos accersite, dxit, ludicio quorum docear ne fideliter iste
:
Pronto,
lo stesso
re silenzio indice
Constet
sin
E vlto
Alle turbe vietando ogni bisbiglio, a' servi suoi: Fate, lor disse,
loquendo
Che a me vengano
Phylosopbum
sapiens, probat ex
Consonato da
lor, se lealmente
Sermoucsque novos
edisserit,
et
le turbe.
Ora, adunati
filosofo dimostra
[sum
Ragionando ai
Attinto abbia
Trascendens horainis,
Sillogizat
nhii
ignorare
vide[tur
:
il
Ogni
intelletto,
E quasi
Fa
Ei
trascendendo
accorto,
le
senno
umano
Aut soli manifesta Dee primorda rerum, Ex quibus insinuet primae perpendia causae,
Perrersamqae scolam Machomecti damnat, et
ognuno
come
ei nulla ignori.
Imperocch
origini del
mondo
sillogizza,
a pochi
de' mortali
[unum
Esse Deam, tnrbamque probat non esse Deo-
Note, o soltanto manifesto a Dio: Per le quali indi scorga altri a por mente
[rum:
Qualiter ex uno sint omnia
Sit
:
qnomodo primi
[plex
mora
Alla prima cagione^ e V empia scuola Danna di Maometto e prova, un solo Esser Dio n pote-vi esser pi Dei:
Instanti mora, simplicior substanctia puncto, Qnam mirabiliter essentia talis ubique
Come dall' un tutto proceda, quale Sia la durata del principio primo. Come semplice sia la sua sostanza,
Semplice il suo durar senza confine, Semplice pi che punto la sostanza : Quanto mirabilmente essenza tale
Tota
sit
[praesens : linde superbierit, et quando qui fuit olim Lucifer est lacifer (1), qaantoqne redemptio
Sia
tutta
[mundi
(1) Cosi nel testo;
Sema
tempo, presente
ma
come
infatti
traduce
il
Cristo&ni.
DE
Constterit
pretio:
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
cau[sis;
29
quibus incarnatio
Salse e come ribelle a Dio fece Colui che in prima apportator di luce
Ora
posteri-
viventi;
[tatem,
Perch mai
s'
Come
il
serpente antico
[ipsuin reverti ;
primiero, e V
infelice, e la
il
glorificata,
sed
[ipsa
Cristo, e Cristo
Glorficans alias, Christi caro vivida dotes, Excelleus simul et semel undique tota
Ebbe a tornar col dond' era uscita : E come la vital carne di Cristo
Non pur
glorificata,
ma
V altrui
Carne glorificando,
in ogni tempo
Ed
[omnes
Quomodo baptismus sit spirituale lavacrum, Emundans animas a primi labe parentis.
Articulos fidei
Confederi nelV unica sua Chiesa santi tutti, e come sia lavacro
il
dum
sic
Spirituale
battesimo che
U anime
I filosofi
purga
dal fallir del primo padre. Mentre cos con eloquenti labbra
Audet
ei,
praeconis
enim
sic
voce
iube-
[tur; convertere
re commuove,
E nivno
Ne fa
Cum
per se non
snfficat,
E spesso
A
Ma
non bastando
convertir
da
s tanti Persiani,
E mancando i ministri onde abbisogna n proposito suo, smetter gli forza, E reduce per mar ne porta U vento.
'l
1232-35
Anakcta
BoUandiana
Qnesta
an. 1902,
vita
XXI
pp. 160-202).
prima a brani dal Sayskens nei commentari alla Vita di data nella sua integrit dal bollandista Yan Ortroy nei citati Analecta, rivendicandone la paternit al celebre fr. Gialiano da Spira (2), sulla testimonianza di fr. (riordano da Giano (3), d fr. Bernardo da Bessa (4), e specialmente di fr. Nipubblicata
S.
Francesco
(1), ora ci
dai
citati
il
cronisti
come
30 mag. 1232
ott.
Gap. VII.
et qualiter
Quomodo martyr esse desiderbat, nautas a maris periculo coram Soldano comparuit.
liberavit,
anno
ad partes Siriae
Acta SS.
t.
Ardentissimo martyrii desiderio ferrens beatus Franciscus, sexto conversionis suae voluit proficisci, ut ibidem Sarracenis annunciaret evangelium lesu
II Oct. die 4.
t.
(1)
BoU.
t.
t.
XIX
t.
(1900) p. 32140.
I p. 16.
Anal. frane,
30
Christi. Igitnr ad
BIBLIOTECA
TESTIMONIA HISTORICA
eundum quidern in Siriam iter arripuit; sed ventis contrariis flantibus partes navis, in qua dacebatnr, applicuit. Audiens autem a nautis eo anno navem illam in Siriam transire non posse, voto suo fraudatns in aliam, qaae Anchonam tcndebat, a nautis expensarum defectura timentibus vix pennissus intravit in qua et I)oin Sclavoniae
;
nn'nus per eum mirabilium suorum memoriam fecit. Gravi namque et diutina maris tempestate suborta, iara demum post longos labores ipsis nautis cibaria deerant, dum cui prius introitum navis defectus victualium timore negaverant, illius tunc subsidio mortis evasere
ciscus.
iacturam. Nani quaedam, ctsi non tanta ut multis quoquo modo sufficerent, beatus FranDomino sibi providente, latenter intulerat: quae tnnc ad ipsius merita tantum
omnium
sumpsere divinitus incrementum, ut abundanter usque ad portum Anchonae necessitatibus subvenirent, quamvis plures adhuc dics itineris superessent. Quod nautae videntes, immensas agebant omnium Salvatoris cleraentiae gratias, qui de mortis eos per famulum sunm Franciscum periculo liberarat. Ut autem vir sanctus in terram a mari descendit, divini rursum verbi semina lacere
in ipso martyrii
frnctumque ex iUis de sequentibus ipsum plurimis viris idoneis recollegit. Verum fervor non tepnit, quin ad fidem Christi Miramolino (1) suisque complicibus praedicandam versus Marrochium non multo post iter arripiens, tanto ad hoc aliquociens impetu festinaret, ut etiam peregrinationis suae comitem prae spiritus ebrietate solus porcurrendo desereret. Sed cum iam usque ad Hispaniam ferventissime processisset, Domino ad aliorum multorum salutem aliud ordinante, eique per gravissimas corporis
coopit,
adhuc
fecit.
litteratos
ad Ordinem
pollebat,
mirabiliter
ipse
Porro vir sanctus, quamvis suum cogeretur vel invitus protelare propositum^ tamen a coepto martyrii fervore non destitit, donec tandem tertiodecimo conversionis suae anno ad partes Siriae transmeavit. Et licet cotidiana tunc inter christianos et infideles praegererentur, ipse tamen in Domino confisus, adire Soldanum, nec cum evidenti periculo, verebatur. Unde et multis gravibusque verberibus et iniuriis, antequam perveniret, afifectns,
lia
tandem
ipsius Soldani conspectu personaliter est potitus. Sed narratui longum foret, in quanta mentis constantia coram ilio perstiterit, quanta facundia fidei christianae oblatrantium verba retuderit. Soldanus vero cum ingenti illum honore suscepit, pluraque sibi et preciosa valde doiiaria protulit. Quae sancto Dei veluti quasdam immunditias vilipendente, ipse Soldanus tanquam de viro cunctis dissimili magis obstupuit, et illius eo diligentius verbis intendit. Sed nimirum in hiis omnibus suum vir beatus desiderium non implevit cui mirabilius in singularis gratiae praerogativam gerenda suorum Dominus insignia stigma;
tum
reservavit
c.
1250-60
Anonymus
p.
saec. XTTT.
Vitae
Lemmens
1-73).
Tres
P.
Frane,
saec.
XIII
Per
la
;
citato nostro P.
Lemmens. L'autore
si
di questa
e della
fr.
Vita
sconosciuto
ma
serv della
prima
ha
seconda
Giuliano
quella di
da Spira
della
quale
si
non
si
traccia che
sia
abbia
verosi-
sconosciuta,
pi
milmente perch compil la sua qualche tempo prima di Bonaventura. Basati su queste ragioni le assegniamo per tempo di compilazione l'anno circa 1250-60.
Christum in corde semper gerii. Summum eius studium pracciCap. XVI. puumque desiderium atque excellentissima philosophia sanctum Evangelium observarc, sequi doctrinara Domini lesu Christi eiusque vestigia imitari. Singulariter incarnationis eius hu(1)
Un
Miramomelino
>
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
31
militas et passionis ipsns supereminens caritas mentem eins ita assidue occnpaverat, ut vix alind cogitaret. Mos eius erat tempus impeiisum sibi ad promerendam gratiam dividere et aliud proxiraoruin profectibus, aliud sanctae conteinplationis quieti utiliter deputare. Super omnia autem cupiebat dissolvi et esse cnm Christo. Ibi Martyrii fervor.
enim
solummodo quiescebat. Quod ut celerius posset assequi sacri ad partes Saracenorum, ut eis fidem catholicam praedicarct, martyrii tertio transmigrare tentavit. Quadam vero vice, cum propter victualium inopiam nautae eum in navem recipere recusarent, confidens de omnipotentis Dei clomentia navera latenter intravit. Statim providente Domino quidam occulte venit victualia ferens et uni, qui Ista pauperibus in navi latentibus necessitatis temerat de navi, commisit ea dicens
finis
omnis
desiderii eius
flagrans
desiderio
pore exhibete
eum liberaniur. Tempestate autem pluribus diebus oborta, consumpta essent, sola pauperis Francisci victualia divina largitas in tantum multiplicavit, quod usque ad portum omnibus navigantibus diebus pluribus suffecernnt. Videntes ergo nautae, quod per beatum Franciscum maris pericula evasernnt, Deo gratias egerunt, qui in servis suis mirabilem et amabilem se ostendit. Tandem Soldani se cunspectibus praesentavit, cum tamen inter Christianos et Saracenos eo tempore ingruerent quotidie saeva bella. Quantis autem laboribus attritus sit, quantisque iniuriis et verberibus affectus et minis deterritns, antequam ad Soldani praesentiam perveniret, quanta etiam fiducia coram eo locutus fuerit, quamque constanter inpericulo maris per
cibaria
cum omnia
sultantibus legi christianae responderit et fidem defenderit, longum foret per singula expliSed in bis omnibus desiderium eius Dominus non implevit, ut ab illis coronam martyrii exciperet, praerogativam ei reservans gloriae singnlars, qua eum prae ceteris
caro.
martyribus voluit passioni mortis suae expressius configurare, sicut sacra ipsius stigmata in eius corpore expressa patenter ostendunt. Propheiia. Tempore, quo Damiatam Christiaiiorum obsedit cxercitus, Gap. XXIV. aderat et sanctus Franciscus cum sociis snis ; siquidem desiderio martyrii mare transierat. Cum ad diem belli se Christiani pararent, hoc audito vir Dei vehementer doluit, dixitquo Si congressus nunc fiet, ostendit mifai Dominus, non prospere Christianis cessocio suo surum; vernm s hoc dixero, fatuus reputabor; si. tacuero, conscientia me remordet . Eespondit socius Exonera conscientiam, et pr minimo tibi sit ab hominibus fatuus iudicari. Monitis ergo salntaribus sanctus Franciscus Christianos a bello prohibet, casnm denuntians mox futurum. Fit veritas utramque, quod sanctus praedixerat, quia et
consiliam eius despicitur et in bello Christiani succumbunt, ita ut sex millia de ipsis capti fderint et occisi. Urgebat ergo sanctam pr illis compassio nec minns eos poenitudo de
Consilio eins spreto.
1260-63
S. Bonaventura.
Seraphioi Doot.
S.
Bonaventurae Legendae
dnae de vita S. Francisci Seraphici, editae a FF. Oollegii S. Bonav. Ad Claras Aquas (Quaracchi 1898) in 8 pie. pp. VIII-270. E nelle Opera omnia (ibid. 1898) t. VIH
p.
504-79.
Le
da
altri, e
:
Celanese,
vi
desiderio de' pi
dell'
erano
compilatori
una o
dell' altra
pi
lebrato a
di
meno zelanti. Per toglier quindi ogni disturbo tra' Frati, il Capitolo (Generale, ceNarbona nel 1260, commise al santo e dotto Generale Bonaventura l' incarico compilarne una di comune soddisfazione, la quale dovesse riascire la preferita su tutte
leggenda officiale dell'Ordine. E tale di fatto riusc. Tre anni dopo, nel Gap. Gen. di Pisa convocato nel 1263, l'Ordine approvava la leggenda di Bonaventura; e tre anni pi tardi, solennemente veniva riapprovata nel Cae la pitolo Gen. di Parigi (1266) ad esclusione di tutte le altre: m Item, praecipit generale capiiulum per obedientiam quod omnes Legendae de B. Francisco olim factae deleantur,
et ui
Ordinem ipsas
fratres
studeant amovere,
cum
iila le-
32
BIBLIOTECA
quae facta
est
TESTIMONIA HISTORICA
sit
9 genda
qui
per Generlem,
fuerunt, et
omnia ibi sint posita diligenter (1) . Come ognuno vedr, il racconto di Bonayentara
senza dubbio
del
Santo in
Oriente
pi abbondante in particolarit del Celano; e il dialogo che ci riferisce avvenuto tra il Santo e il Soldano, lo ebbe certamente dalla bocca di fr. Illuminato da
accampamenti del Soldano. Frate Illuminato, Tre Compagni, datata alli 11 agosto 1246, per due volte ricordato con lode da Bonaventura nella presente leggenda scritta tra il 1260-63:
Rieti teste e
compagno
di
Francesco
negli
de'
la
in Oriente:
.socio fratre
Illuminato
(al
nomine,
mai
cap. 9); e pi
sotto
Uluminatus
et
nomine
ricordandolo
compagno
al
Santo durante
prodigioso
frate Illu-
in
1266, nel quale anno vari cronisti dell'Ordine ponmaggio. Bonaventura avr potuto anche consultare le
di Tiro,
i
Guglielmo
quali
van
ben
d'
accordo col
racconto
Quasi contemporaneamente, Bonaventura compil anche una leggenda minore ad uso con diligente cura ristampate dai nostri PP. di Quaracchi nel
delle opere del
s.
tomo VIII
A)
n.
De
2
Legenda majore
cap.
IX):
Christus lesus crucifixus intra suae mentis ubera ut myrrhae fasciculus iu-
Tarn
giter morabatur, in quem optabat per excessivi amoris incendium totaliter transformari.,.. fervido quidem in Christum ferebatur affectu, sed et dilectus illi tam familiarem
rependebat amorem, ut videretur ipsi famulo Dei quasi ignem prae oculis ipsins Salvatoris sentire praesentiam, sicut aliquando sociis familiariter revelavit.... Ferventi quoque caritatis incendio gloriosum sanctorum Martyrum aemulan. 5 batur triumphum, in quibns nec amoris fiamma exstingui, nec fortitudo potuit infirmari. Desiderabat propterea et ipse, Illa perfecta carit te succensus, quae foras mittit timorem, per martyrii flammam hostiam Domino se offerre viventem, ut et vicem Christo pr nobis morienti rependeret et ad divinum amorem ceteros provocaret. Sexto namque conversionis suae anno (2), desiderio martyrii flagrans, ad praedicandam fidem christianam et poenitentiam Saracenis et aliis infidelibus ad partes Syriae transfretare disposmt (3). Cumque
navem quandam, ut
compulsus
est in Sclavoniae partibus applicare. Cum igitur moram aliquandiu contraxisset ibidem, nec invenire posset navem tunc temporis transfretantem, fraudatum se a suo desiderio sentiens, nautas
quosdam Anconam tendentes, ut amore Dei eum secum ducerent, exoravit. propter expensarum defectum pertinaciter recnaantibus, vr Dei plurimum de Domini bonitate confisus, navem cum socio latenter conscendit. Affuit quidam a Deo, ut
Verum
illis
creditur, pr paupere suo missus, qui secum ferens necessaria victus, quemdam timentem Deum de navi ad se vocatum sic allocutus est: Haec omnia pr pauperibus Fratribus in navi latitantibtis conserva fideliter, ac necessitatis tempore amicabiliter subministra .
Sabatier Vie cit. p. LXXXIV ss. (1) Cfr. Rinaldi Vitae diiae p. XI, Romae 1806. Lemmens Cvezza-Domenichelli Leggenda p. XIII' ss. Wadding. Annal. 1260 n. 18.
Documenta
(2)
Cio l'an.
9.
1212,
come ormai
(3) Facciamo risaltare queste espressioni, dalle quali ci risulta la volont del Santo dal 1212 di recarsi nella Siria, quindi nella Terra Santa propriamente detta.
fin
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
33
valentibus, omnia ipsorum con some reiittir cibaria, et sola panperi Francisco collata desuper eleemosyna snperesset. Qnae cum esset permodica, tantum divina virtute suscepit augmentum, ut diebus pluribus in mari propter tempestatem continoam contrahentibus moram, usque ad portum Anconae omnium necessitatibus plenarie subveniret. Videntes itaque nautae, per servum Dei multa se mortis cvasisse discrimina, tanquam qui maris horrenda pericula senserant et miranda opera Domini viderant in proJundo, gratias egerunt omnipotenti Deo, qui semper in suis amicis et servis mirabilem et amabilem se ostendit.
lutis semine, reportabat
autem, relieto mari, terram perambulare coepisset, iactato in eam samanipulos fructuosos. Verum quia martyrii fructus adeo cor eius allexerat, ut pretiosam pr Christo mortem super omnia virtutum merita poroptaret, versus Marrochium iter arripnit, ut Miramolino et genti eius Ohristi Eyangelium praedicarot, si quo modo ad concupitam palmam valeret attingere (1). Tanto namque desiderio ferebatur. ut, quamvis imbecillis esset corpore, peregrinationis suae praecurreret comitem et ad exsequendum propositum festinus, tanquam spiritu ebrius advolaret. Sed cum iam usque in Hspaniam peroxisset, divina disposinone, quae ipsum reservabat ad alia,
n.
Cum
ei snpervenit infirmitas, qua praepeditus, quod cupiebat adimplere nequivit. Sentiens igitur vir Dei, quod necessaria erat adhuc proli, quam genuerat, ipsius vita in carne, quamvis mortem sibi lucrum esse pataret, rediit ad pascendnm oves suae sollici-
gravissima
tudini
vice
commendatas.
caritatis ardore spiritum ipsius ad martyrium perurgente, tertia adhuc sui sanguinis dilatanda versus infideles profcisci tenpr tavit. Tertiodecimo namque conversionis suae anno (2) ad partes Syriae pergens, raultis se pericnlis constanter exposuit, ut Soldani Babyloniae posset adire praesentiam. Inter Christianos enim ac Saracenos tunc guerra tam implacabilis erat, exercituum castris liinc inde in campo cominus ex adverso locatis, ut via mutui transitus sine mortis discrimine non pateret. Exierat siquidem a Soldano edictum crudele, ut quicumque caput alicuius Christiani afferret, byzantiura aurcum pr mercede reciperet. At intrepidus Christi miles
n. 7
Verum
Pranciscus, sperans in proximo suum adipisci posse propositum, definivit iter arripere, mortis pavere non territus, sed desiderio provocatus. Oratione namque praemissa, confortatus a Domino, confid>nter illud propheticum decantabat: et si ambulem in medio umbrae mortis, on timebo mala, quoniam tu mecum es (Ps. 22, 4). n. 8 Assumto ij itur socio Fratre niumtnato nomine (3), viro utique Inminis et virtntis, cum iter coepisset, obvias habnit ovicu.as duas; quibus visis exhilaratus, vir
Nam
(1) Cfr.
p. 9.
n.
an. 1214 n. 4.
(2) Cio nel 1219, secondo quelli che pongono l'anno di sua conversione il 1206; e questa ormai la data certa come risulta dai documenti contemporanei, p. e. dal Vitriaco e
gratia lUuminatua et nomine > Ogni ragione lUum. ab Arce ricordato come teste della vita di Francesco nella nota lettera de' Tre Compagni data da Greccio agli 11 ag. 1246. Ivf detto ab Arce, ossia da Bocca Antica o da Boccd Sinibalda, villaggi a 21 chilom. a S. 0. da Rieti; perci dal capoluogo fu detto pi comunemente da Rieti o Reatinus. Di lui il Waddingo ha quanto segue: e Bis [discipulis] accesserunt beatus lUuminattis Reatinus, B. Francisci ad Soldannm postea proficiscentis socius, latentiumque in eius corpore vulnerum ante omnes con:
.
il
fr.
scins: ac beatus Augustinus Assisias, ob egregias animi dotes primus creatus Terrae Laboris Provincialis Minister.... Simplices et imperiti erant, si humanam spectes scientiam, si divinam, non mediocriter doeti. quippe res caelestes adeo callebant, ut semper bis intenti
terrenas flocci penderent, et feliciter consummato huius vitae cursu ad Deum transmigrarint, ille Assisii plenus dierum, hic Neapol, eodem quo Franciscus die et hora.... Ab lilaminato
isto,
rupem Accharinam prope Interamnam (Temi) ortum, Reatinum cognominari quidam volunt, alium putaverm Illumnatum, qui apud Septempedanos in Piceno, nunc Santoseverinates nuncupatos iacet sub altari ma-
quem
et
ab
initiationis loco
Bibliot.
Tom.
I.
34
BIBLIOTECA
TESTIMONIA HISTORICA
Confide, Frater, in Domino, nam in nobis evangelicum iliud sanctus dixit ad sociam *impletur: Ecce, ego mitto vos sicut oves in medio luponnn*. Cam antem processissent nlterns, occnrrorant ei satellites Saraceni, qui, tanqnam lupi eelerius occarrentes ad oves, servos Dei feraliter comprehensos crndeliter et contemptibiliter pertractarnnt, afficientes couTiciis, affligentes verberibus et Tinculs alligantes. Tandem afflictos multi plici ter et attrtos ad Soldanum, divina disponente providentia, inxta viri Dei desiderium perduxe:
nint.
et
Cam
igitur princeps
ille
quomodo advenissent, intrepido corde respondit Christi servns Franciscus, non ab nomino, sed a Deo altissimo se fnisse transmissum, ut ei et populo suo viam salutis ostenderet et annuntiaret Evangelium yeritatis. Tanta vero mentis constantia, tanta yirtote animi, tantoque fervore spiritus praedicto Soldano praedicavit Deum trinum et unum, et Salvatorem omnium lesum Christum, ut evangelicum illud in ipso claresceret veraciter esse completum : Ego dato vobis os et sapientiam cui non poterunt resistere et contradicere omnes adversarii vestri (Lue. 21, 13). Nam et Soldanus admirandnm in Tiro Dei fervorom spiritus conspiciens et virtutem, libenter ipsum audiebat et ad moram contrahendam cum eo instantius invitabat. Christi vero servns superno illustratus oraculo Si vis, inquit, converti tu cum populo ad Christum, oh ipsius amorem vobiscum libentis sime commorabor. Quod si uxesitas propter fdem Christi legem Mahumeti dimittere, iuhe, ignem accendi permaximum, et ego cum sacerdotibus tuis ignem ingrediar, ut vel sic cognoscas, quae fides certior et sanctior non immerito tenenda sit . Ad quem Soldanus: Non credo, qu^d aliquis de sacerdotibus meis se vellet igni propter fidem suam defensandam exponere, vel genus aliquod subire tormenti . Vderat enim, statim quen:
dam
de presbyteris suis, virum authenticum et longaevum, hoc audito verbo, de suis conspectibus aufagisse. Ad quera vir sanctus : Si mihi velis promittere pr te et populo, quod ad Christi cultum, si ignem illaesus exiero, veni-atis; ignem solus intrabo; et si combustus fuero, impuietur peccatis meis; si autem divina me protexerit virtus, Chri stimi. Dei virtutem et sapientiam, verum Deum et Dominum Salvatorem mnnium agno scatis Soldanus autem optionem hanc accipere se non audere respondit, quia seditionem populi formidabat. Obtulit tamen ei munera pretiosa, quae vir Dei, non mundanamm rerum, sed salutis anmarum avidus, sprevit omnia quasi lutum. Soldanns, videns virum
.
sanctum tam perfectnm rerum mnndialium contemptorem, admiratione permotus, maiorem erga ipsum devotionem concepii. Et quamvis ad fdem christianam transire noUet, vel forsitan non auderet; r<^vit tamen devote &malam Christi, ut praedicta snsciperet pr
ior
Monasterii S. Catharnae monialium S. Benedicti etc>.. > Daate (Par. 12 v. 43) facendo parlare Bonaventura, questi gli fa vedere vicino a s in paradiso i frati lUmninato ed Agostino discepoli di Francesco
:
Da
Bagnorea, ohe
ne'
grandi
offici
Sempre postposi
Molti scrittori,
in
la sinistra cura.
Illuminato et Augustn san quinci, Che fur de' primi scalzi poverelli. Che nel capestro a Dio si fero amici.
compagno
fr.
antichi e moderni, confusero fr. Illuminato discepolo del Santo e suo Oriente, con frate Illuminato segretario ed cibante scrittore del generale Elia nel 1238, lodato da Salimbene (Chron. p. 11-12) che con esso lui dimor di famiglia
nel convento di Siena entro gli anni 1240-41, e poi fu fatto Minister in provincia S. Francisci, e in ultimo episcopus Assisinas factus, uUimum diem clausit ibidem. Questi, vescovo di Assisi
(1273-82), in due lettere papali detto fr. lUuminatus de Theate e Theatinus, ossia Chieti (Sbaral. Bull. t. HI p. 206, 215-16, 483. Ughelli-Coleti Italia sacra I coL 480.
da
Eubel Hierarch.
I.
114.
Cristofani
t.
I p. 190); quindi
diverso
Illuminato da Rieti, compagno di S. Francesco, qualifica questa che il Salimbene, il suo solito, non avrebbe trascurato di notare, se il fr. Illuminato segretario di Elia e vesc. di Assisi fosse stato realmente anche discepolo del Santo. L' errore provenne
fr.
da
secondo
probabilmente dagli amanuensi o scrittori che confusero Beate con Theate, e Rieti e Chieti, Di fr. Illuminato da Rieti, compagno del Santo, vedi anche l'articolo seguente sotto il
nnm. 10 Verba
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
35
salate ipsius, Christianis panperibua vel ecclesiis eroganda. Ipso vero, ^uia pondns fngiebat pecuniae et in animo Soldani verae piet tis non videbat radicem, nullatenus acquievit. Videns ctiam, se non proficere in conversione gentis illins, nec asseqni posse n. 9 propositnm, ad partes fidelinm, divina revelatione praemonitns, remeavit. Sic itaqne Dei
ordinante clementia, et sancti viri promerente virtute, misericorditer et mirabiliter factum est, qnod Christi amicus mortem pr ipso viribus totis exqnireret, et tamen nullatenns inveniret, ut et merito non careret optati martyrii et insigniendus servaretur in posterum privilegio singolari. Sic atique factum est, ut ignis ille divinus adhoc perfectius ipsius vere beatum virum, cuius aestuaret in corde, ut post patentius evaporaret in carne.
caro, etsi tyrannico ferro
non
caeditur, occisi
inqnam, vere ac piene beatum, cuius animam mam tamen martyrii non amisit
I
privatur
abstulit,
0,
pal-
B)
n. etiam in ipso claruit spiritus prophetiae, ut et praevideret futura et cordium contueretur occulta, absentia quoque velut praesentia cerneret, et se praesentem absentibus mirabiliter exliiberet. Tempore namque, quo Damiatam Christianorum obsidebat exercitus, aderat vir Dei, non armis, sed fide munitus. Cum igitur die belli Christiani pararentur ad pugnam, hoc audito, Christi servus vehementer ingemuit dixitque socio suo Si belli fuerit attentaius congressus, ostendit mihi Domintts non prospere cedere Chri stians; verum, si hoc dixero, fatuus reputbor ; si tacuero, comcientiam non evadam. Frater pr minimo Ubi sii, Quid ergo Ubi videtur ? Eespondit socius eius dicens < ut ab hominibus iudiceris, quia non modo incipis fatuus reputati. Ezonera conseien tiam tuam, et Deum magis time quam homines Quo audito, exiliens Christi praeco salntaribus monitis Christianos aggreditur, prohibet bellum, denuntiat casum. Fit veritas in fabulam, induraverunt cor suum et noluerunt reverti. Itur, committitnr et bellatnr, totaque in fugam convertitur militia Christiana, finem belli opprobrinm regerens, non triumphum. Tanta vero strage Christianorum mminutus est numerus, ut circa sex millia fuerint inter mortuos et captivos. In quo evidenter innotuit, quod spernenda non erat sa: :
.
De 3 Adeo
pientia pauperis; cum anima viri insti enuntiet spectores sedentes in excelso ad speculandum.
quam septem
circum-
0)
De
manu
infiammati, omn mundanorum vanitate comtempta, Francisci vestigia sequebantur, qui quotidianis succrescentes profcctbus, usque ad fines orbis terrae celeriter pervenerunt. Faciebat
namque sancta paupertas, quam solam deferebant pr sumtibus, ipsos ad omnem obedientiam promptos, robustos, ad labores et ad itinera expeditos. Et quia nihil terrenum habebant, nihil amabant nihilque timebant amittere; securi erant ubique, nullo pavore suspensi, nulla cura distracti, tanquam qui absque mentis turbatione vivebant et sine solverss
diem crastinum et serotinum hospitium exspectabant. Multa quidem eis in dipartibus orbis inferebantur convincia tanquam personis despicabilibus et ignotis; verum amor Evangeli! Christi adeo ipsos patientes effecerat, ut quaererent potius ibi esse, ubi persecutionem paterentur in corpore, quam ubi, cognita sanctitate ipsorum, mundano
licitudine
possent gloriari favore. Ipsa quoque rerum penuria superabundans eis videbatnr nbertas, dum iuxta consilium Sapientis pr magno ipsis minimum complacebat. Eccl. 29. 30. Sane cum ad infidelium partes aliqui ex Fratribus pervenissent, contigit, ut quidam Saracenus, pietate commotus, pecuniam eis offerret pr necessario victu. lUis autem recusan-
tibus
accipere, admiratus est homo, cernens quod inopes essent. Intellecto tandem, quod amore Dei pauperes effecti, pecuniam possidere nolebant, tanta est eis affectione coninnctus, ut offerret se ad ministrandum necessaria omnia, qiiamdiu facultatum sibi aliquid superesset. inaestimabilis pretiositas paupertatis, cuius miranda virtute mens fertatis barbaricae in tantam miserationis est immutata dulcedineml Horrendum proinde ac nefarum
(1)
Vedi
36
scelns, ni
BIBLIOTECA
TESTIMONIA
De
HISTORICA
extalit Saraceims.
D)
Lect. Caritatis porfectae ferYorem, quo Spensi amicns ferebatur in Deum, ex hoc potissimum qnis valet advertere, qnod per martyrii flammam so ipsum ut hostiam vivam Domino peroptabat oflFerre. Tribus namque vicibus ob hoc versus partes infidelium iter aggressus, sed bis divina dispositione prohibitus, tertia tandem vice post multa opprobria, vincula, verbera et labores innumeros ad conspectum Soldani Babyloiiiao, Domino doducento, perductns, in tam efficaci ostensione spiritus et virtutis evangelizavit losum, ut admirarotur ipse Soldanus, et iiutu divino in mansuetndinem versus, benignum ei praeberet auditum. Cernens quidcm in eo fervorem spiritus, constantiam animi, contemptnm vitae pracsentis efficacianique divini sermonis, dcvotionem tantam concepit ad ipsum, ut magno eum honore dignum ducerot, munera pretiosa offerrct, et ad secum trahendum moram instanter invitaret. At vcrus mundi suique contemptor, oblata omnia spernens ut
lutum, seque conspiciens assequi snum non posse propositum, postquam ad id obtinendnm sine fctione peregit quod potuit, ad partes fidclium, revelatione praomonitns, roraeavit. Sicque factum est, ut Christi amicus mortem pr ipso viribus totis exquireret et tamen nnllatenus inveniret, quo et merito non carerei optati martyrii, et insigniendus servaretnr
in posterum privilegio sngulari.
C.
cisci
1260-63
Pr.
Illuminatus.
Verba
fratria Lltiimnati
sodi
b.
Tran522).
i
lat. n.
lat.
membranaceo
di fatti
10
fogli
edificanti,
i
spigolati
Xm.
Tra
miracoli e fatti
viamo alcuni non privi di qualche valore storico, come i due seguenti che qui riportiamo (1). Notiamo che il compilatore di queste memorie cita Bonaventura come quegli che conobbe
frate Illuminato compagno del Santo (2) e dalla bocca del quale ebbe quanto qui si memorie tramandate poi, sia per iscritto, sia per tradizione di bocca in bocca fino
riferisce:
al nostro
compilatore che fin qui la prima fonte conosciuta di quanto ci si racconta. Chi quindi vaglia bene i &tti constatatici per istoricamente veri, dell' accoglienza cio, famigliarit e
singolare bont usata dal Soldano al Santo, non dir favolose le qui riferiteci puerili ar-
guzie del
Soldano. Del resto, non improbabile di trovare un giorno le tracce o la primitiva fonte anche di questi racconti, tra le tante altre memorie che si desiderano del
sec.
xm.
Ex
fol.
e Beferebat Generalis Minister (3) quod socius beati Prancisci [fr. Ulufnit quando ivit ad Soldanum Babyloniae, talia narrare consueverat. Cnm esset, inquit, in Curia Soldani, tali experimento probare volnit fidem et devotionem quam beatus Franciscus ad Dominnm nostrum crucifixum se habere monstrar.:
243
(1)
XIII, Lemmens
sotto la
Docum.
(9)
Di
frate
(an. 1260-63)
DE
dixit astaiitibns
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
homo
37
10
iste qui verus christianus videtor et si vcniens ad dicemus ei quod Domino suo iniuriam fecit. Si autem transire noluerit, dicam ei cur ad me contemnit accedere . Vooatus autem Vir Dee plenus, et ex ipsa plenitudine, tam in agendo, quam in rcspondendo bene instructns, transiens per tapete, ultro ad Soldannm accessit. Tunc Soldanus eausam ratus qua viro Dei oxprobraret, quasi iniuriam Domino Christo fecisset, ait: Vos Christiani adorats Orucem, velili singulare Dei vestri signum; cur ergo non es verifus crucis signa calcare? Bespondons beatus Pranciscus, debctis, inquit, scire, quod cum Domino nostro crucifixi fuerunt et latrones; ver ani crucem Domini et Salvator ts nostri Ihesu Christi nos habe mus et illam adoramus totaque devotione complectimur ; data igitur nobis sancta Domini erme, vobis latronum cruces relictae sunti et ideo super latronum signacula non sum veritus transire. Ad vos enim aut inter vos nichil de sancta cruce * Dominus vestcr fol. 250 v. : Aliam quaestionem idem Soldanus fecit ei dicens docuit in Evangeliis siiis malum pr malo vos non debere reddere, nec dccndere pai lium etc, quanto magis non debent Christiani terras nostras invadere? et e. Vos, inquit beatus Franciscus, non videmini totum legisse Christi Domini nostri Evangclium; alibi enim dicit: Si oculus tuus scandalizat te, erue eum et proiice a te etc. per quod quidem docere nos voluit nullum hominem esse ita carum nobis vel ita propinquum, etiam si carus nobis fuerit quasi oculus capitis, quin separare, eruere et penitus era dicare debemus, si nos a fide et amore Dei nostri conetur avertere. Unde propter hoc Christiani vos et terram quam occupatis, iuste invadunt, quia blasphematis nomen Christi . et ab eius cultura quos potestis averfitis. Si autem velletis creatorem, et redemptorem Mirantibus quoque astaiitibus cognoscere, confiteri et colere, diligerent vos quasi se ipsos.
:
Nunc
vocctur
me
in responsonibus eins .
1262
lecta
Ana-
Le Chronica
del secolo XIII, e
Il
frate
massime tra
Giordano da Giano sono una delle pi importanti fonti storiche le pi autorevoli per la storia dei primordii dell' Ordino (1).
breve e disgraziatamente mutilo, ronde
di fatti
ormai chiaro o ordinato tutto un processo l' Ordine fu mirabilmente turbato (2).
Giordano, giovanotto, vesti l'abito Minoritico prima del 1219, nel quale
anno
egli
intervenne a quel Capitolo Generale di Assisi. Nel 1221 fu da frate Cesario di Spira condotto con altri 26 frati in Germania, ove pass tutta la sua lunga vita. Egli dett le suo
di storia francescana dai primordi dell'Ordino, 1207, continuandolo sino al generalato di frate Buonagrazia (eletto nel 1279) compendio che per isventura della storia nostra, ci pervenne mutilo col racconto soltanto fino al 1238. Non disperiamo che, anche questa fonte, un giorno o l' altro, sgorghi da qualche caverna
;
(3).
(1) Cf.
Analecta BoUandiana
t.
XVIII
p. 81.
Sabatier,
pag.
XCV-VII.
(2)
vero.
Eppure,
il
prof.
II citato Bonghi accusa di questa de Chavin Melan, il Palomes ed altri; e dice forse Waddingo, Bonghi, che pur aveva i documenti ignorati da quelli e pretese di
il
scrivere
misconosce e verit e critica nel nome delle quali volle darci il Francesco di Assisi. Cosi scrivevamo l'anno scorso ed ora veniamo a saper di certo che il Boehmer ha
da
critico veggente,
testo integro della Cronaca del Giordano e che entro quest'anno (nel vedrebbe la luce in uno dei volumi della Collection d'tudes del Sabatier.
scoperto
il
marzo 1905)
38
BIBLIOTECA
TESTIMONIA HISTORICA
11
Ex
1.
cit.
1209, anno conversionis saae tertio, andito Evangelio.... habitnm, nane portant, assumpsit, imitator evangelicae paupertatis cfffctus, ot sedalas Evangelii praedicator. 3. Anno vero Domini 1219, et anno conversionis eius decimo (1), frater Franciscns in capitolo habito apud sanctam Mariam de Portiuncnla misit fratres in Pranciam, in Thcutoniam, in Hnngariam, in Hispaniam et alias provincias Jtaliae ad qnas fratres non
gressns.... 2.
1207
modam
mutavit
enm quem
fratres
pervcnerant....
Hispaniam transiernnt, qninqne sunt martyrio corofratres d isto eodem 'capitalo [cio del 1219], vel do precedenti [cio 1217], et frater Hlias cnm sociis sais nltra mare missi ftieront, vel
7.
nati (2).
vero, qui in
illi
quinqne
Cura autem fratrum praedictorum martyrinm, vita et legenda ad beatum Fran8. cscnm delata fuisset, aadiens se in ea commendari, et videns fratres de eornm passiono
gloriari,
cnm
maximns contemptor
dam
respnit et
eam
sione glorietur. Et
veiicrat,
mittendi adhac non tempus sit sub coelo, ad nibilum est deducta. 9. Frater autem Helias minister provincialis est institutns ultra mare a beato Francisco. Ad cuius praedicationem quidam clericus, nomine Caesarius, ad Ordinem est re-
legi prohibnit dicens: Unusquisque de sua, et ita tota illa prima missio (4), quia forte tempus
rei
cnm omnis
Caesarius. vir theutonicus de Spira iiatus, et subdiaconus, magistri Conradi do Spira, praedicatoris crucis ot post Hildesiensis epscopi, in theologia discipulus fuit. Hic adhuc saocularis existens magnus praedicator et evangelicae perfectionis imitator fuit. Ad cuius praedicationem dura in civitate sua matronae qnacdam, deposito ornato, humiliter inccderent, viri autem indignati ipsum quasi haereticum incendio tradere voluerunt. Sed per magistram Conradum ereptns, Parisins est reversus, et post, solemni &cto passagio, mare'transiens, ad praedicationem fratris .Be^/o, ut dictum est, ad Ordinem est con versus et vir magnae doctrinae et exempli est effectus (5). 10. His itaque dispositis, animadvertens Pater beatus, quod filios suos ad passiones miserit et labores, ne, aliis laborantibus propter Christum, ipse quietem snam quaeccptns. Iste
(1) Qui, o per un errore di Codice, o per abbaglio incorso dal cronista Giordano, si deve correggere un duplice evidente errore e cronologico e storico. L'anno 1219 (che il precso anno dell'andata del S. Patriarca in Oriente) corrisponde non al decimo, ma al de-
Santo, come risulta dagli altri cronisti e da quanto pi sopra e sotto (ai nn. 2 e 10) asserisce, correggendosi, lo stesso fr. Giordano. L' altro errore lo assegnare il 1219, come anno del primo Capitolo o della prima missione de' Frati per le indicate provincie e regni d'Europa; poich ora si fuori d'ogni dubbio che detta
ctmoterzo anno della conversione del
prima missione
primo Capitolo del 1217, convocato dal Santo Maria degli Angeli. Cf. Analecta francisc. t. II pp. XXVI-XXXVI. (2) I Santi Berardo e 4 compagni martiri uccisi in Marocco il 16 gen. 1220. d'onde risulta doversi asse(3) Vedi la 1' nota precedente e gli .Anal. frane, ivi citati Elia e 1217 l'anno la di Frate missione per compagni in Oriente. Pi sotto, gnare parimenti il da Giano ci dice che fr. Elia era Ministro di Siria o di Terra Santa. (4) Cio quella del 1217, che fu la prima missione, come si di gi notato. Dal frate
fu decisa nel precedente e
nello stesso luogo di S.
;
Giordano sappiamo che le varie missioni de' frati spediti nel 1217 per l' Europa riuscirono a poco a nulla, laddove frate Elia, recatosi in quel tempo in iS^irtd, lo troviamo tuttavia col sino all'arrivo del Santo, cor quale poi riprese la via d'Italia verso la fine del 1220, o al pi tardi verso il marzo del 1221. (5) Di fr. Cesario parliamo in un art. a parte sotto gli anni 1217-20 di questa Btblioteca.
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
39
rere videretnr, cQm ossei gloriosus animo et nollet aliqaem so praecellere in via Christi, sed magis prae omnibus praecellens esse, cnm filios ad incerta pericnla miserit et inter fideles, ipso amore passionis Christi fervens eodem anno, qao alios fratres misit, videlicet
anno conversionis XIII [1219] ad certa maris pericola transions ad infideles, se ad Soldannm contnlit. Sed anteqaam perveniret ad ipsum, mnltis iniuriis et contnmeliis est affectas, et lingnam ipsornm ignorans, inter rerbera clamabat Soldan, Soldan / Et sic ad ipsam perductns, gloriose est ab ipso receptns et in infirmitate humane pertractatns. Et cum apnd ipsos froctom {acero non posset et redre disponeret, per Soldanum armata mana ad Christianoram exercitnm, qui lunc Damiatam obsedit, est perdactns. Beatns autem Franciscns, cnm boato Petra Cathaniae (1), inris perito et 11. Domino legnm, mare transiens, reliqnit dnos yicarios, fratrem Matheum de Narnio et fratrem Gregorium de Neapoli (2). Mathenm vero institnit ad S. Mariam de Fortiuncnla, at ibi manens recipiendos ad Ordinom reciperet, Gregorinm antom nt circnmenndo Italiam fratres consolaretnr. Et quia socnndnm primam regalam fratres feria quarta et sexta, et per licontiam beati Francisci feria secunda et sabbato ieionabant et omni carnali feria
:
carnos comedebant,
isti
Ticarii
cum quibusdam
unum
capitulum
celebrarnnt, in quo statuernnt, ut fratres diebus carnalibus carnibus procnratis non uterentor, sed sponte a fidelibus oblatas manducarent. Et insuper statnerunt, ut feriam scaliis duobus diebus, et ut feria secunda et sabbato sibi lacticinia non procuraront, sed ab eis abstinorent, nisi forte a devotis fidelibus offerrentur. n. 12. Super quibns constitutionibns, eo qnod praesumpserant aiiqnid adder rcgnlae sancti Patris, quidam frator laicus indignatus (3), assumptis secum illis constitutionibns, sino licentia vicariorum transfretavit. Et ad beatum Franciscum venions inprimis culpam snam coram ipso dixit, voniam petens super eo, quod ad ipsum sino licentia accossisset, hac necessitate ndnctus, quod Ticarii, qnos rcliqnerat, super suam regulam novas leges adiicere praesnmpsissont, insuper adiicien8,.qnod Ordo per totam Italiam turbaretnr tam per ricarios qoam per alios fratres nova praesnmentes. Constitutionibns perlectis, cum beatus Franciscns esset in mensa et carnes appositas ad manducandnm coram se Ha, dohaberet, dixit fratri Petro Domine Petre, quid facimus ? Et ilio respondit mine Francisce, quod vobis placet, quia potestatem habetis vos Et quia frater Petras ir litteratus erat et nobilis, beatns Franciscns proptor suam urbanitatem ipsum honorando dominnm appellavit. Et haec mutua reverentia fnit inter ipsos tam ultra mare qnam in Italia. Et sic tandem beatus Franciscus intnlit: Comedamus ergo secundum
Catat redi quanto diciamo nel!' articolo a parte sotto l'anno 1219-20. Fr. Gregorio di Napoli, nipote di papa Gregorio IX e amico di fr. Elia, fu poi pr(2) ineiale in Francia 1224 {Eccleston in Aned. frane, t. I p. 218) ove ricevette nell' Ordine e fratrem fr. Aimone da Faversfiam (ib. p. 229). Questi poi generale dell'Ordine (1240-44)
(1) Sul
Chegorium de Neapoli, ministrum Franciae, mertiB suis exigentibus, a ministerio fcit amoDei iudicio, solutis bis quos ipse iinmerito incarceraverat, fecit incarcerari. Fratrem quoque Heliam, qui ministcr generalis erat [1232 39], propter Mandala quae fiecit, et tyrannidem, quam in zelatores Ordinis ezercuit, in praesentia patris nostri papae Gregorii, appellantibus, procurante eo, contra ipsum plurmis provinciis, miro Dei favore deiecit. Quia vero [esclama qi V Eccleston] de sais mentis pracsumere, quis de se tutus esse possit, cum tales personas ad tantam calamitatem pervenisse cognoverit? Quis enim Gregorio in
veri, iusto
praedicatione vel praelatione in Universitate Parisius vel clero totius Franciae comparabilis? Quis in universo ehristianitatis orbe vel gratiosior vel famosor quam HeUatf Et tamen
unus in
fine
summi
Pontificis
tip.
excommunicationem. (Jtrumque tamen, licet sero, poenituit > {Anal. frane. morto vescovo di Bayeux nel 1276,
.
vedi Sabatier Spec. Perf. p. 332-33. (3) E questi fr. Stefano, detto da alcuni dt
Nami,
40
BIBLIOTECA
13.
TESTIMONIA
HISTORICA
mare pythonissa qaacdam, qnae multa vera prae Iledite, redite, quia per abscn:tiam fratria Francisci Or do turbatur et scinditur et dissipatur. Et hoc verum fnit. Nam frater Philippiis, qui erat zelator dominarnm pauperum, coutra voluntatem beati Francisci, qui omnia per humilitatem maluit vincere qnam per indicii potcstatem, impctravit litteras a Sedo apostolica, quibus dominas defenderet et tnrbatores earum excommnnicaret. Similiter et frater Johannes de- Conpello (2), collecta magna multitudine leprosorum et virorum et mulierum, Ordini se subtraxit et fundator novi Ordinis esse voluit.
tempore
fait
Eodem
ultra
dixit,
ondo
legulam quandam conscripsit et pr ipsa confirmaiida se cum suis Sedi apostolicae praeEt praeter haec quaedam alia turbationum exordia in beati Francisci absontia, sicut illa veridica praedixerat, sunt oxorta. 14. Beatus Franciscus, assumptis secum fra tre Helia, et fratre Petra Cathaniae et fratre Caesario, quem frater Helias minister Syriae, ut dictum est supra, receperat, et aliis fratribus, rediit in Italiam (3). Et ibi causis turbationum plenins intellectis, non ad tnrbatores, sed ad dominum papam Honorium se contnlit. Ad fores ergo domini Papao Pater humilis iacens, cubiculnm tanti principis perstrependo pulsare non audebat, sed eins spontaneum egressum longanimiter exspectabat. Quo egresso, beatus Franciscus, facta
sentavit.
ai
fili
reverentia, dixit: Pater Papa, Deus dei tibi paceni . At ille: Benedicat te Deus, . Et beatus Franciscus: Domine, eum sis magnus et magnis sa^e praepeditus
* negotiis, pauperes ad te accessum habere saepe non possunt, nec tibi loqui, quoties ne cesse hdbent. MuUos miJii papas dcdisti, da umim, cui, cum necesse habeo, loqui pos-
sim, qui vice tua c^usas meas et Ordinis mei aucliat et discutiat. Ad quem Papa: Quem vis, ut dem tibi, fili ? Et ille: Dominum Ostiensem * Et concessit. Cum ergo beatus Franciscus domino Ostiensi, papae suo, causas turbationis suae retnlissot, litteris fratris Philippi in continenti revocavit, et frater lohannes cum suis cum verecundia a Curia est repulsus, 15. Et sic tnrbationibns, Domino favente, subito sedatis, Ordinem secundnm sua statuta reformavit. Et videns beatus Franciscus fratrem Caesarium sacris litteris ernditum, ipsi commisit, ut regnlam, qnam ipse simplicibus verbis conceperat, verbis Evangelii adornarci. Quod et fecit. Et quia fratres de divorsis rnmoribns, quos de beato Francisco andierant, aliis dicentibus ipsum mortuum, aliis occisum, aliis snbmcrsum, plurimi turbati fnerant, intelligentes quod viveret et quod iam rediisset, prae gaudio nova lux cis oriri visa est. Beatus autem Franciscus statim ad Sanctam Mariam de Portiuncula
<i
capitnlum generale, Anno ergo Domini 1221, decimo kalendas lunii (4) indictione 14, in sancto die Pentecostes beatus Franciscus apud Sanctam Mariam de Portiuncula celobravit capitulum generalo, ad quod capitulum secundum consuetudinem Ordinis, quae tunc crai, tam professi quam novitii convenerant. Et aestimati sunt fratres, qui tane conveneraut, ad tria millia fratrum etc....*.
16.
indixit
Sec.
Xm-XIV.
Anonyme, Prisonnier au
Ohatelet.
di
Oronique
Parigi,
de Franco et dea Oroisades. (Cod. memb. sec. XIV in fol. della frane. 352. Cfr. Rolir. Testim. min. Praef. n. 88. e pag. 133).
Nazionale
il
continuatore di Guglielmo di
Tiro
che va
12
sotto
Il
il
nome
di
Ernoul
edito dal
Mas
Latrie, e
(1)
gli editori.
detto de Capella. (3) Alla partenza del Santo, ritornato in Italia coi mentovati suoi compagni, restavano senza dubbio non pochi in Terra Santa, ormai provincia dell'Ordine dal 1217, come ab(2)
Comunemente
biamo
(4)
visto, e
come vedremo
tertio
di seguito.
gli
KeU. lumi*, cio ai 30 di Maggio 1221, come correggono tori degli Analcta franciscana al tomo II. P; 18 nota 4.
Piuttosto
Edi-
DE
Il
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
41
12
qn'
y avoit ij clers en Damiate qui alerent par condait au sondant et li disent vonoient a lui pour Ini sauver s' arme s' il Ics voloit bien crore. Li soudans lor dist qu' il avoit de boins olers de sa loy qne il manderoit. Mands fnrent; si distrent au soudant: Sire, tu es expiex de la loi, si la dois garder. Nous te commandons de par . Maiomet que tu a ces ij. faces les txistes cauper. Car ensi Vensaigne la lois. Il Ou cas que vous estes venus pour m' ante respondi que non feroit, mes dist as clers
il
:
<f
sauver, se vols demourer o moi, te vous donrr grans possessions . Gii disent quo non, ne il ne vaudrent prendre nus presens que on lor vout faire. Lors les fist raconduire on l' est des crestiens (Ms. cit. fol. 169 b.).
1318
La Leggenda Antica:
nuova fonte
biografica
S.
Francesoo
Intro<-
d'Assisi, tratta
duzione storica.
da un Oodice Vaticano e pubblicata da Salvatore Minooohi con un' Firenze 1905, di pp. XXXII-184 in 8 gr.
serie delle
di
memorie su
S.
Francesco
compidirsi
;
13
non pu disconoscere il valore storico d'una qualunque compilazione redatta per su memorie ben pi antiche; e tal appunto la presente leggenda, compilata si verso il 1318, ma sulle memorie scritte da' cos detti Tre Compagni non pertanto
la critica seria
Ma
poich
siamo nel campo delle leggende compilate nel sec. XlV, e poich doble altre simili fonti a lei coeve (come la Cronaca delle
motivato
Tribolazioni, gli Actus o Fioretti ecc.), crediamo opportuno di riportare qui quello stesso
giudizio da noi espresso altrove a proposito di queste
fonti,
giudizio
appunto
sulla
dalla presente
Il
1" sulla
Leggenda umbra
questa colla Capponiano Leggenda 3 chi sia l'autore della legg. Capponiana, e 4" se Oronaca delle Tribolazioni, sia mai esistita una vera e propria legenda antiqua. 1. Dopo i Nuovi Studi sulla Legenda 3 Sociorum, dopo un dotto lavoro sulla e dopo un gioiello della lingua toscana Le Mistiche nozze di francescana^ Questione
di
Mons.
Paloci e
S. Francesco e Madonna povert, l'instancabile Minocchi ci regal quest'altro cimelio francescano che egli battezza col lusinghiero titolo di Leggenda antica (2). Senza fare
sfog^o
e
di critica
pedante o meschina, noi senz' altro salutiamo (se non la scoperta, perdi questa leggenda la salutiamo e perch fin qui inedita,
;
perch getter non poca luce sulle fonti francescane del secolo XIII e XIV. Gi
il
Faloci
(in
Misceli, francese. Vili, 81-119) nel 1901, aveva pubblicata parte di questa leggenda,
i
cio
sec,
soli
84 primi
meschina, di
un cod. incompleto di Todi (manoscritto del nessun valore storico, e redatta (egli crede) da
il
qualche frate
umbro
e nel dialetto
Minocchi, pi
fortunato,
ce la
i
78
captoli (o
meglio
80, computati
(1)
(2)
Vedi
Im
il periodico fiorentino Ltice e Amore anno Leggenda antica: Nuova fonte biografica di
II (1905) p. 255-64. S.
Frane.
d'Assisi....
pubblicata a
42
13
BIBLIOTECA
TESTIMONIA HISTORICA
il
cod. Vaticano-Capponiaiio
num. 207,
XVI.
Il Minocchi non si cara punto del testo tnntilo del Faloci; o col silenzio assoluto mostra in proposito di non far caso de' criteri storici del dotto francescanofilo di Foligno. Noi non lo imiteremo; ma, senz' alcuna preoccupazione, esporremo il criterio di ambedue
ovunque
ella si trovi.
Nel titolo vero della leggenda pagni, che Incomenza la vita del povero et humile servo di Dio Francesco.... la quale scripsero quattro solemne persone ec, egli vi scorge soltanto l'identit del titolo con quello
del
secolo.
umbro
XIV
della
dall'
Cronaca delle Sette Tribolazioni del Clareno, e lunghi brani umbro nella sua leggenda (1). H resto sarebbe tutta roba tolta
allo
di
questa trascritti
alla
Leg. 3 Socio-
rum,
il 1320, forse all'ombra della Porziuncola (che il compiace di chiamare rocca sacra degli Spirituali, o fanatici), e forse forse compilata su i monti di Collefiorito, al nord di Foligno, ove proprio allora si maturava l'antico ideale de' ianatici abitatori della rocca sacra; ideale che finalmente in forma
pretesi scritti di
fr.
Leone.
Il
compilatore umbro
di
La Vita
se
leggenda, secondo
il
Faloci,
non
punto
Brogliano per opera del B. Paolo Trinci. una traduzione dal latino, ma un puro
cosi <
umbro
forme
del trecento,
questo
puro e splendido,
al quale
le
da egua-
gliare
Francesco.
;
per noi
In quanto alla lingua dell'umbro, lasciamo la questione ai cruscanti ma la leggenda non pu esser un testo originale, sibbene una barbara versione d'un testo origi-
(esclama il Faloci) se fu sincero nello scrivere, se fu onesto I E, se questa leggenda serviva abilmente a gabbare noi dobbiamo (dice) biasimare chi fu la mente direttiva che fece pullulare il prossimo,
nale latino oggi nella sua integrit sconosciuto. uno degli Spirituali, uno della rocca sacra, ma
Il
compilatore umbro
fu
certamente
Dio sa
questa fioritura partigiana, fondandosi scientemente sopra racconti e sopra prodigi destitnti di fondamento . In altri termini e pi chiari, il Faloci sospetta nella leggenda dell'
tanza non
umbro una buona dose di menzogne, di disonest e d' imposture e perci storica imporne ha nessuna ; e se 1' umbro cita fr. Leone, il Faloci rimbecca noi gli
; :
crederemo,
ma quando
fr.
Leone
autore
della
leggenda,
Faloci
nota in
una grande perizia di studi biblici e teologici; e nella legenda una vera dottrina santi, e un complesso di verit e di consigli evangelici, secondo la pi perfetta orto;
dossia cattolica
affibbiatali
in
apertamente
zelante che gli die a bere tante corbellerie. Il Faloci non vide e non
34
la
non pertanto
pena
di
pubbli^re
che detta leggenda ntdla contiene da cui si accorto che al suo testo todino mancava non solo la maggior parte del corpo,
convinto che chi si prender Capponiano, vedr con lui esser vero, avvantaggi la storia. Di pi, il Faloci non si
egli si dice
ma
anche
poteva
il
leggenda < verso il 1320 o in quel tempo > come dunque compilatore di esca servirsi della Cronaoa ddle Tribokasioni scritta certo non
;
DE
il
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
43
13
capo. Di fatti
il
e principia
monco
cos:
:
Cognohhe adunque
et recevette
Capponiano principia
timo,
il
Queste quattro scripture overo storie chi le leger, ec. In ulCrovuica delle Tribolazioni del Clareno e che vide lun-
ghi brani di essa riportati nella leggenda di Todi, non vide che quasi tutti i 34 capitoli del suo Codice (0 meglio venVotto su trentaquattro) sono integralmente e verhotenus
nella Cronaca Clarenitana.
Ed ora veniamo al Minocchi in piena antitesi col Faloci. curandosi del Cod. monco di Todi, prefer di studiare invece
intu che la leggenda meritava di veder la luce
di
H dotto critico
il
fiorentino,
non
non in
soli
34
capitoli,
ma
ben 80 capitoli
quali
si
hanno
nel Cod.
perspicacia rara di
critico
emuncta^ naris,
la reale
pu faire (e la fora certamente) intorno al grave problema delle fonti francescane, problema (come egli ben preconizza) che ormai felicemente si approssima alla sua soluzione .
Egli, battezzandola (sia pure con qualche esitanza) col
nome
di
leggenda antica,
le
diede
proprio
il
nome che
pi le conveniva,
nome che
le fa
dato da
autori contemporanei
di S.
che
la citarono, e perci
Fran-
cesco d'Assisi
Minocchi (contrariamente al Faloci) giudica il testo della Inonda Capponiana una traduzione volgare d' una compilazione (1) originale latina detta legenda antiqua,
originale
marchigiano, poich
vi
abbondano
;
and per hanno, stando per stanno, daendo per dando, e simili che probabilmente mancano nell'altro testo di Todi se il Faloci non
ci
forme
le
rimodern,
forma moderna l'ortografia e la punteggiatura del suo manoscritto; cosa forse che non garber a molti, sian essi dialettologi umbri non umbri.
poich
previene di aver
ridotta
alla
2.
Al
il
Minocchi, ho dato
il
nome
di
.
Leg-
genda
per giusti
motivi
Ma,
uno soltanto ;
il
e questo tenne
non
si
Minocchi a
battez-
zare la sua leggenda per quella detta antica, sarebbe a rigore e soltanto l'accordo
gnifico che
vi
ma-
corre tra
il
quasi
prologo
;
le
prime
pr-
il
quale
si
(1) Il Minocchi la chiama compUazione, e con tutta ragione. E difatti, la leggenda ci presenta in una forma non biografica, n puiito redatta in forma ordinaria delle leggende anteriori, ma si nella forma di simili compilazioni del sec. XIV. Il compilatore, non ostante
in
abbia riportati fedelmente lunghi brani o capitoli di fonte Leonina, spesso qua e l ripete forma pi compendiata i medesimi racconti, il che una prova pi che evidente che r autore della leggenda si limita a compilare una raccolta, e perci le ripetizioni s' incontrano spesso. Cosi per
(2) Ms. lat. delia
es. identici
fatti,
48=63
ecc.
in 4 picc. di 73 fogli, scritto nel 1381 da un fr. Matteo, Minorit, probabilmente tedesco, poich scrive lingwa, sangwis ecc., ms. in gran parte edito dal P, Ehrle S. I. in Archiv jur LUt. und Kirckengesch. nei tomi I
Laurenziana PI.
XX
Cod.
7,
membr.
e IL
nell'
Un
arch. di S. Isidoro di
(ma senza il cosi detto prologo ricavato de legenda antiqua) Boma, ambo studiati dall' Ehrle, che col Waddingo non dubita
44
logo
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TESTIMONIA HISTORICA
le 10 prime carte (fol. 1-lOa) portano nel margino superiore la nota o indicazione de legenda antiqua, e questo certamente per indicarci la provenienza del materiale contenuto nelle dette carte (1) laddove il resto della Cronaca porta passo passo le semplici
;
indicazioni di
prima trUtulaUo
(fol.
fr.
An-
gelo Clareno.
L'accordo
infatti vi , e, pi che
un accordo magnifico, v' (secondo noi) la vera il Minocchi non ardisce concedere e pre-
ambe dette fonti, la leggenda e la Cronaca, dipendano da una e medesima origine, che sarebbe precisamente la legenda antiqua citata nelle dette 10 carte della Cronaca Clarenitana. Ma supposta l' ipotesi della dipendenza, egli si domanda, chi da chi dipenderebbe? La Cronaca dalla Capponiana o viceversa? L'ipotesi d'una vera
dipendenza della leggenda dalla Cronaca, non punto probabile, egli dice. E congettura bene, anzi perspicacemente coglie nel vero, sebbene le ragioni che arreca non passin oltre
ma poi si lascia ricadere del dubbio quando si propone la questione viceversa : < Dunque diremo (soggiunge il Minocchi) che il Clareno dipende proprio dall' originale dell'anonimo Capponiano? Le varianti, che sussistono fra le due diverse opere,
la probabilit;
non
ci
ma
per
fi,
abbiamo
ai^omonti a
quella,
suffi-
se
non proprio
una
so-
redazione,
all'originale
latino
A
si
nostro giudizio, le varianti (che poi son minime o di nessa che non abbiamo ancora il testo originale latino della
Capponiana) non dovevano sgomentare l'ardita mente del Minocchi, n lasciarlo indeciso e titubante. Gli argomenti poi invocati per conchiudere ad un'altra fonte somigliantis-
sima al Capponiano, della quale si sarebbe servito il Clareno nelle sue Tribolazioni, sono argomenti troppo vaghi e si basano sullo spirito e pratica di compilazioni simili alla Capraccolte e documenti separati da cui,
poniana. Questa fonte somigliantissima sarebbe, secondo il Minocchi, e quella miscela di circa gli anni medesimi, nacquero le compilazioni maggiori dello ticchio di perfezione, il testo latino de' Fioretti, ed altre che concorsero,
pi
meno
rifatte e
disfatte,
a formare
manoscritti
intitolati
Legenda antiqua
dirla opera del celebre Clareno, contro il Prof Tocco. Delle versioni italiane conosciamo il Cod. della Nazion. di Firenze CI. 37, n. 28, cart. in 4<> di 344 ff., sec. XYII, monco e de-
turpato dal traduttore o copista; e nn altro Riccardiano usato dall' Ehrie. Un terzo Cod. ital. qnello di Siena (che ci favori gentilmente I' amico P. Razzoli, acciocch ci fosse di sussidio nei nostri studii), cod. gi studiato dall' AF ( Vita di Fr. Elia, ed. 1783, pag. 18-19),
e che perfettamente combina col testo originale, anzi lo completa in certe lacune o sbagli dell' amanuense del Cod. Laurenziano. (Ne parleremo in un art. seg.). Un quarto testo italiano sappiamo essre nella biblioteca de' Marchesi di Soragna a Milano (Via Manzoni u. 40) Fi col titolo di Oronaca delle VII Tribolazioni e coli' ezplicit identico a quello di Siena
:
Minori adgli anni MCCCXXXIIII. Dea gratiaa amen, amen, amen > Ci fii detto esser questo un Cod. membranaceo illustrato con miniature di frati maltrattati, percossi ecc. Il eh, prof. Tocco che sta preparando una critica edizione del testo latino Laurenziano, necessariamente dovr ricorrere anche a questi ultimi Codd. italiani,
che, vogliamo sperare, gli saranno gentilmente favoriti. (1) La massima parte della materia contenuta nelle 10 Carte del Cod. Laur. e indicata
trovasi spezzata entro i cap. 1-13 bis della leggenda capp. 8 e 11 che sono stati omessi dal compilatore della Cronaca
DE
verissimo
;
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
45
13
da tutte queste fonti la critica non ancora arrivata a discernere e schiasomigliantissima cui allude il Minocchi non possiamo quindi da essa trarre r accordo o dipendenza della Cronaca Clarenitana. La critica oggettiva deve limitare le
rire la fonte
;
ma
nostre ricerche su elementi che possediamo lasciando le congetture troppo vaghe e inconcludenti. Se il Minocchi vide nella Capponiana un testo della leggenda antica; se cred
bene
di
darle questo
;
nome basandosi
sulla
della
Cronaca delle
Tribolazioni (1)
tempo (dicendola
compii,
e. 1325) a quella delle Tribolazioni (secondo lui compii, e. 1335); e se vi scorse tanta intimit e accordo fra esse due, interrotto soltanto da poche varianti, non comprendiamo come abbia cangiata la sua prima opinione, negando ora una vera e immediata dipendenza
dflla
L' indubbia
Cronaca dalla leggenda, ed escogitando invece un' altra fonte affatto sconosciuta (2). dunque anteriorit della leggenda sulla Cronaca, concessa anche dal Mi;
nocchi (3)
solo,
ma
(1)
La nota marginale
come
ci
certamente,
de legenda antiqua posta nelle prime 10 carte del ms. Laurenziano, assicura 1' Ehrle e come abbiamo constatato, di mano diversa e forse
dell'
Cronaca da
quella.
Noi stiamo dunque col Minocchi del 1900 che scriveva: la hg. ant. del Cod. Vatic. la fonte del Clareno (La Leg. 3 Sodar, pag. 116); e pi chiaramente il Clareno, verso 1330, si f' lecito di riprodurne i primi capitoli ed altri ancora, a lettera, da
Cappon. 207
lei
II pag. 116) la Cronaca non prima del 1323, e con tutta probabilit in detto anno la leggenda quindi Capponiana daterebbe verso il 1318-20, contemporanea allo Spec. Perf. del 1318, dal quale per non dipenderebbe immediatamente, ma 1' uno e 1' altro da una fonte comune. Anche il Minocchi (Leg. ant. pag. XXIII) vede tredici capitoli nella leggenda Capponiana di un -testo prk ampio e preciso che non nei corrispondenti dello Specidum, e gli
dipendendo come da fonte autorevole (ibid. pag. 125). (3) Secondo il grave giudizio del P. Ehrle (^Arclv cit. tomo
paiono la fonte di questo ma poich vi scorge due (cap. 46, 47) che egli dice abbreviati e derivati dallo Speculum, non si decide sentenziare chi da chi dipenda, e preferisce supporre varie redazioni dello Speculum. Ma in questo caso a noi sembra pi logico ammettere che r uno e r altro de' compilatori ebbero gli originali documenti Leonini del 1246, piuttosto che supporre varie redazioni di Speculum che non conosciamo ancora. Citiamo solo un brano,
;
perch
il
lettore
fr.
primaria di
si
genuina e
Legg. Cappon.,
pag. 135:
Spec. Perf.,
e.
esso (Francesco) rispondeva: Io non voglio lassare, n abbandonare la mia dignit regale et la heredit et professione mia
et delti
AUi quali
compagno
et viddi
con
li
Cui respondit (Franciscus): Ego nolo dimittere dignitatem meam regalem et hereditatem et professionem meam etfratrummeorum, videlicet ire pr eleemosyna ostiatim. Et aliquando ibat cum eo ipse qui invitaverat et
eleemosjnas quas acqurebat b. Franciscus ille accipiebat et propter eius devotonem pr reliquiis retinebat. Qui scripsit haec, vidit hoc multoties et testimonium perhibet de his > .
uscio ad uscio.
Ad laudem Domini
Christi,
Amen
Lo
ginali, pi ampli e pi precisi che non al testo Leonino (ai cosi detti rotuli di
fr.
Leone) o
de'
Tre Compagni
pi de' capitoli
laude de Chritto, amen; clausola che nei capitoli spezzati dello Speculum 1318.
Ad
manca
affatto
46
13
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TESTIMONIA HISTOEICA
leggenda
passarono
nella
Cronaca, con o
senza la nota di provenienza de legenda antiqua; le stesse ragioni che una volta indussero il Minocchi a riconoscere la dipendenza della seconda Celanese dallo Speculum primitivo de' Tre Compagni (1246), le stesso e pi forti ragioni inducono noi a concedere Cronaca maggior accordo e maggior dipendenza dalla leggenda ; e per ultima ragione
alla
ma
l'
ambe
queste opere, come vedremo pi sotto. Dunque, buona parte della Cronaca delle Tri-
ma
dipende immediatamente dalla Capponiana (ben inteso tanto che non avremo sotto gli occhi gli origi
da
cui questa e lo
parte che
3.
le
Cronaca Clarenitana.
il
Ma
il
Faloci
che
il
Minocchi
limitano a dircelo uno dei zelanti o degli spirituali senza curarsi punto
di ricercarne
nome
il
nome
e
dei Speculum, degli Aetus, a nascosto tormento inconsolabili Noi ancora francescanofili. Fioretti, giace maggior degli non pretenderemo di risuscitare dall'oblio un nome ormai da 566 anni morto e sepolto;
d^li
egli
genda su
che
il
troppo noto, ma nessuno fin qui ce lo disse anche autore o compilatore di una legS. Francesco. Il compilatore dunque della leggenda Capponiana non sarebbe altri troppo noto frate Angelo Clareno, l'autore stesso della ormai celebre Cronaca delle
ci
sembra
risulti dal
28
29
detta Cronaca,
pare uno e stesso esser l' autore delle due opere (2). Il confronto pure della Cronaca con tutta quella poca parte della leggenda che non dipende dagli scritti Leonini, ma che una compilazione su memorie pi recenti: tutto il contesto, lo scopo principale e forse
unico del compilatore zelante, di presentare cio Francesco come specchio e modello ai frati
di perfezione evangelica: la rigorosa
le profezie, le tribolazioni
ci tradisce la mente, ne giudichino dal s^uente confronto. H testo latino, in certi punti pi abbondante e particolareggiato, tradir ad evidenza l'autore di ambedue le opere. L ove non abbiamo staccato il periodo coi puntini, segno che esso corre legato colla parte che precede.
il
fl
Clareno.
Gli
studiosi
a. {Arcfiiv
tomo
Legoenoa Cappon. e. 17 Come S. Frane. un locho che era contro non volse intrare
:
la
8.
povert.
Vidi
efiro
fratrem, qui
audivit
eum
et qui
Viddi io ano
[b.
ad Bologna,
havevano
(1) Il Minocchi in una nota a pag. XV-XVI tocca brevemente dell' accordo e dello stcUo preciso che egli vi scorge tra la leggenda e le Tribolazioni; e trova l' accordo tra le due opere nei seguenti capp. della leggenda: 1-4, 7, 9, 10, 12, 13 e 13 bis, 14, 18, 19, 21-27. A questi noi aggiungiamo anche i capp. 5, 6, 15, 16, 17, 20, 28 e 29 che pure trovansi verbalmente
riprodotti nelle Tribolazioni ; i pi, sono nel cosi detto prologo e prima tribolazione, nella quarta, e il 29 nella quinta tribolazione,
il
cap. 28
La quale (2) Anche il titolo o la rubrica principale, quasi eguale in tutte le due opere vita scripsero quattro solemne persone ecc. > , tradirebbe alquanto la comune loro origine. (3) Il Sabatier {Spec. pag. 15-16) e il Minocchi fan corrispondere questo brano al cap. 6
dello Spec.
(=2.
CSel. 3, 4),
quando invece
si
DE
S.
PKANCISOO IN ORIENTE.
veduto, el recevevano (1)
S.
47
che intrando esso
hoc videbant et referebant, qui intrans civitatem, cum voluisset ad suorum fratrum declinare locum,
13
audit ibi
domam
edificatam
Francesco in nella cipt4, e volendo andare de li frati soy, ivi vedde edificata una casa, che trapassava li terminj della povertade promessa retorn indietro et andsene ad locho
:
promissos paupertatis terminos excedentem et retrocedens ivit ad domum fratrum Predicatorum, qui
eum.... etc.
receperunt
delj Predicatori,
li
grande
37 b.-41 a {Archiv
et
alegreza.... ecc.*.
c.
Chbon. Tbibdlat.
Leggenda Cappon.
28
Come
S.
Frane,
tomo
<
II
pag. 278-87):
alcuni detti suy compagni predixero multe cose che dovevano advenire nella Religione.
Sancto Francesco predixe tanto distintamente li mali che dentro nella Religione et
8unt,
.... Nam excepUs hiis qtie auperius data Sanctus Franciscus tara distincta pre-
mala post eum suis imitatoribus in religione intra et ab extra ventura, quod eciam excommunicaciones contra eos ab aliquo sumdixit
dalla parte de fope dovevano sopravenire alli soy sequitator, che etiam dio prophet che
mo
tradictionibus superrenturis et suscitaturis sectatoribus vie et vite sibi a Domino revelate a demoniis et hominibus, non scandalizaretur et fixus in fide et pacientia perma-
chi perseverasse nella patientia et nella fede evangelica, et non se scandalzasse nelle trbolationi et contradictioni che dovevano so-
neret.
clarissimis
pravenire, et essere mosse dalli homini et dalle demonia contra delli sequitatori della via et vita che Dio li h aveva monstrata. Il beato frate Egidio, illustrato de chiarissime et certe revelationi, annuntiava ad
tucti :
dicens
La
sconficta facta.... *
t
De gradu
in
De grado
in
gradum....
ter de
al-
Massa
cui
se-
lacomo da Massa,
roBcia, et fr.
cretorum suorum, quo frater Egidius de Assisio (2) et Marcus de Montino (3) nuUum
cognoscebant nec oppinabantur in mundo maiorem, cum quibus fr. luniperus et Lucidus
quale
fr.
lonipero et
fr.
Lucido.
ipsum senciebant, quein, dirigente me lohazme socio fratria prefati Egridii, videro laboravi. Hic enim fr. lobannes, cum
id
rem
(4).
(1)
Meglio
il
ludi predicare
ad Bologna
r.
ms. delle Tribolazioni (Cod. di Siena) fol. 24 .: e Io viddi uno fratre chelet quelli che questo avevano veduto et recitavano che entrando ecc. .
pure
il
rugia,
fol.
68
(3) Ms. di Siena, frate Marcilo damonOno, fol. 68 r. ms. di Siena, qui e dappertutto va daccordo col Laurenziano : < al quale io mi(4) sforzai di venire et vedere essendo io menato alluj da fra lohann compagno del sopra decto frate
Egidio... 4 et
68
r-v.
48
13
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Iste fr. lacobus circa inicinm
TESTIMONIA fflSTOEICA
Quisto frate lacomo nel principio della ministratione de Johanni da Palma stette tre
di rapto insensibile, intanto che
li
ministra-
frati co-
quod fratres dubirare ceperunt, ne mortuus essct. Huc scientta et intelligentia scriptararam et futurorum cognitio divinitua data
est.
menzaro ad dubitare che non fosse morto. Ad costui fo dato da Dio la scientia delle scripture et lo spiritu della prophetia.
(1): *
Si verim
est
quod avdivi de
enim, quod eo tempore, quando tribus diebua quasi mortuus iaeuisti, inter alia Deus ea,
que in religione ventura sunt, demonstravit tibi*.... qui fr. lacobus inter alia manifestavit
mihi
et dizit
qui pre
visum perdiderat,
Frate Borromeo, el quale per le multe lacrime et vecchiezza haveva perduto el vedere, el quale Bonaventura odiva voluntieri, costui adnuntiava, che finalmente se dove-
quem
ipse
fr.
sub enigmate, quod egro scienter omitto caiisa brevitats, tres partes de ordine
fiendas in fine predicebat. Prima, ut dicebat, erat paucorum.... etc.
vano fare tre parte dell' ordine secondo che esso diceva, sarr de
:
La
prima,
pochi.... ecc.
Frater Johannes
nunciabat....
etc.
Et
Johannes] accepta
ab eis licentia et obedientia, elegit sibi Eoroanam provinciam, et in Romana provincia locum Grecii, aptissimum ad spiritualem quietem.... quo loco.... vacavit annis XXX... tantis in morte corruscans miraculis, quod non solum civitatem illam, sed omnes villas circumadiacentes et castra...
etc. >
Fra Johanni da Palma, tre cose principali adnuntiava.... ecc. Quisto fr. Johanni de Palma, havendo i havuta licentia dallj prese elegesse la provinta de Roma et ad essa and. Et demor nel locho de Breccia
lati,
nel
qual
locho....
servendo Dio
trenta
anni.... et
non solamente
f'
stupire
de meraviglie nella cipt, ma tucte le castella et ville che erano circumstante, ad laude de
Cristo,
amen
>
CuBON. Tbibulat.
fol.
62
a.
{Archiv tomo
LiEOOENDA Cappon.
de Offida.
c.
29
De fr. Conrado
IIpag.311):
,... Hic vero [Jr. CTmnradu^'] miraculose de mundo vocatns et doctus Christi spiritus
< Frate Conrado de Offida, easendo chiamato dal mundo miraculosamente, et admae-
et
unctione et Ghristo et eins fidei totus vizit; ita vestigiis S. Franciuci cordaliter ad-
strato dalla untione dello spiritu sancto, vivette tucto ad Christo et alla sua fede. Et
hesit et se
s.
Francesco
li
eum,
quasi alterum Franciscum se videre faterentur. Quinquaginta quinque annis et amplius una tantimi tiinica de veteri et vili panno,
repeciata de sacco et aliis peciis contentus, nudia pedibua aemper incedens, preter tu-
Francesco, quando vano, dicevano, che pareva ad loro vedere uno altro s. Francesco. Costui cinquantacinque
s.
compagni de
lo vede-
anni et pi port una tonicha de vecchio et vile panno, repezzata de sacco ed de altre
pezze,
scalzo.
nicam et cordam numquam in vita sua aliquid habere voluit; nuda humus paleis strata vel
Ms. di Siena, Ms. di Siena,
fol.
(1)
(2)
68 v.:
fol.
70 v. :
e fr.
Buonromeo
(3)
principali... >
ecc.
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
ab oraEpyle
49
13
numquam
sua vita.
mutanne, non volse mai bavere altro nella La terra nuda con una pocha de
cessans;
omnes quadragesimas,
scilicet
paglia era el lecto suo, overo con una stoya. Et non cessava mai de orare, de vegliare et deiunare continuamente. Tucte le quadragesime, cio della Epiphanja, et delli Apostoli, et della Dompna, et delli Angeli deiunava
Deo preventus
graciis, sepe in
aere corpore
sublevatus a terra,
dum
tum
sicut ego ab hiis, qui euin Bursiun laet raptuiu videnint, firequenter audivi (1). Fratres lohannes de Parma et
Petrus lobannes
verencia, ut
devotamente, quanto poteva sequestrato da ogni colloquio et tumulto, come faceva sancto Francesco nella sua iuventude. Et essendo ripieno da
Dio de multe
gratie,
fo
veduto
eum in tanta habebant re eum loquentem magis audire dequam eo presente loqui. Nam fravite.... etc.
.
spesse volte, mentre cbe orava, levato con lo corpo in aere, si corno udi' dire pi volte
da quelli ohe lo viddero rapto et levato ,da terra. Fratre lohanni da Palma et frate Pier lobanni lo bavevano in grande e tanta reverentia, che multo pi desideravano de ascoltarlo, che parlare in sua presentia. Ad
laude de Chriato,
amen
4.
di
Trovato
XIY
serio
l'
autore della Capponiana, si domanda: le compete si o no il nome le diede il Minocchi basandosi snlla nota citazione del cod. Lan-
Ma e che cosa questa benedetta legenda antiqua cotanto ella mai esistita in un corpo, in un tutto, in forma di una
proprio
nome
di antica?
ci
siamo
proposito dubbie e contradittorie, siamo arrivati ad una conclusione piuttosto negativa in fatto di una vera e propria leggenda detta antica. E cio, che la secunda del Celano, lo Spec. Perfectionis
delle leggende note e delle varie opinioni in
dopo un
esame
nale
ancora del 1246, o quello d' Ognissanti 181 8)^ la monca e tradizio3 Sociorum, la massima parte degli Adita (e. 1322-28 ed. Sabatier), e presentemente la massima parte anche della leggenda Capponiana del Minocchi (e se qualche
(sia quello ipotetico
leg.
met
del sec.
XIY, compresa
la Celanese,
prima provengono in complesso da una e medesima Leonini o de' Tre Compagni (Leone, Angelo e Rufino) :
:
vale a dire da quegli scritti compilati, come sappiamo, non per modum Ugendae, nuatam ystoriam non sequentes, e presentati nel 1246 al generale Crescenzio. Ai
scritti Leonini, sia
conti-
quali
come
nelle
varie
il
compilazioni
suddette,
nome
o di legenda
3 So-
Specuhtm Perfectionis, o quello anche pi comune di legenda antiqua. Tutti questi nomi non indicano che una e medesima primaria fonte, tramandataci
ciorum,
quello se volete di
genuina, e fatta e rifatta con giunte a scopo pio dai vari compilatori della met del sec. XIV, dalla quale epoca datano anche le denominazioni suddette. Sicprima come ormai la critica pi illuminata, pare abbia a sufficienza dimostrato non esser mai esistita una vera e propria leg. 3 8oc. * per modum legendae (2) , cosi, in base delle stesse
pi
meno
(1)
Ms. di Siena,
fol.
94
r.
come
io udij dire
ispesse volte
da
quelli
chello
avevano
lo ave-
veduto rapito et levato da terra. Fratre lohanni de parma, et fratre Pietro lohanni vano in tanta reverentia.... > ecc.
(2)
Yeggansi
s.
le serie
pag. 119
Cfr. P.
Soc. in Anal.
I pag.
26
s.
BoUand. tomo
Il
XIX
Minocchi (La 4
Bibkft.
Tom.
I.
50
13
BIBLIOTECA
non possiamo credere
ant. e piuttosto
all'
TESTIMONIA fflSTORICA
una vera
e propria
ragioni,
esistenza d'
dalla Celanese, diversa dallo Spec. Perf. e dagli scritti dei Tre Compagni. Il
.
nome qnindi
sec.
di
leg.
un nome
generico, dato
XIV
nome dunque
di
Acius, nella leggenda Capponiana e e non gi un nome specifico d' una data leggenda non mai kg. ani., fu dagli scrittori del sec. XIV usato nel senso
comuni ed eguali di tempo, Celanese e Tre Compagni (1246), e fu detta antica in opposizione di solo nome, o meglio in distinzione di quella di S. Bonaventura detta nova, perch pi recente (1263). Le note quindi compilazioni (la leg. 3 Soc. tradizionale, lo Spec. Perf., gli Actus o
lato e generico per indicarci precisamente le fonti
de'
FioretU
torbidati nel
leggenda Capponiana) non sono altro che qnattro rivoli, pili o meno inlungo percorso, provenienti per da una e medesima fonte, detta de' Tre Compagni, fonte che oggi nella sua genuina originalit crediamo irreparabilmente perduta. A tutte queste compilazioni del sec. XIV, preso sia individualmente sia collettivae la
il
proprio
nome
datolo
comune
di
le-
per
le
alla leggenda Minocchiana il nome di antica, a condizione per di non attribuirlo esclusivamente a lei questo nome che comune anche alle altre compilazioni dipendenti dai Tre Compagni. Cosi pure il Sabatier pot benone apporre allo Speculum il nome del suo
principale autore
fr.
Leone e battezzarlo
leg.
antiquissima: cosi meglio forse fecero i PP. il racconto de' Tre Compagni e dandogli
il
nome pi proprio
di
leg.
nome non
s'
sivamente a questa o quella determinata materia. In conclusione, saremo dunque arrivati in una questione di puro nome? Il risultato di tanti studi, di tante ricerche, di tante pubblicazioni che fecero lambiccare le pi elette
antiqua ecc., si risolverebbe in una quead un materiale gi noto? Ad altri lasciamo applicati r ardua sentenza. E sia pure che a questo negativo risultato venga a condurci l' inevitabile forza della critica serena, esso, per quanto negativo, nulla per avr demolito.
leg.
stione di puri
nomi arbitrariamente
speciale
Vista comunque l'importanza della Leggenda Capponiana, essa per noi in modo una fonte autorevole, come quella che la prima a dirci che Francesco coi suoi
caso di
fr.
Barbaro
ci
dato
come
oc-
ci
leg. 3. Soc.,
pag. 132-M) chiama temeraria ed assurda questa opinione del dotto Bollandista l' ipotesi creata e sostenuta dal critico fiorentino, che cio la
osserviamo che
(1) Pel
le serie
Soc. sia opera del Ceperano. Senza entrare giudici nell' ardua questione, ragioni del P. Van Ortroy non possono venir menomate da pure
un cnone
storico.
Pisano Io Spec. Perf. e la legenda antiqua indubbiamente tntt' una fonte, come abbiamo ccmstatato in pi di trenta luoghi delle sue conformit p. e. cfr. Pisano ed. 1510, pag. 101 a. {=Spc. e. 71 bis=Z*5'5'. Capp. e. 35); pag. 135 (==Spec. ce. 8, 16); pag. 142-44
;
co. 10, 53, 55) e molti altri citati entro i capp. 14-96 dello Spec. di Sabatier. Gli Actus parimenti sono dal 'Pisano detti leg. ant,, p. e. Confor. pag. 143 b. 2=Acius e. 17 pag. 174 b. l=.4c^ e. 28 pag. 207 a. l.=Act, e. 20; cosi pure la leggenda Capponiana, nota al Pisano, qualificata per leg. ant.\ p. e. Confor. pag. 28 a. 2=legg. Capp. e. 31
{=Spec.
e. 27.
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
51
ct.
cap.
13
bis):
13
Ordinato che hebbe Sancto Francesco et pienamente informati i li Frati, et, quanto era in s, conformatili et assodati^ con divini exemplj et parole ad observare puramente et fedelmente et ad reverire la perfectione della vita impromessa; menato adunque et tracto dal fervore della caritade seraphica, per la quale tucto era tirato in Christo, desiderando de offerire se medesmo hostia viva ad Dio, per fiamma de martirio, tre volte se mise ad andare tra li infedeli]*. Ma day volte per dispositione divina fu impedito, acci
per provare pi pienamente la fiamma del suo fervore, et per proponerla in ezemplo ad qnilli che doveriano venire. La terza volta, dopo multe vergogne et dopo multe bactoture, essendo preso et legato, con mnlt^ fatighe, ordin Christo che fosse menato al Soldano de Babilonia. Et stando nella presentia sua, tucto ardente del foco dello Spiritu Saneto, li predic lesu Christo et la sua fede, con tanta virtude, et con tanta viva et efficace predicatione, che se ne maravigli esso Soldano, et li altri che erano presenti. Perche alla virtude delle parole, che Christo parlava in luj, el Soldano convertito fo in mansuetudine, et ascoltava le sue parole multo volnnteri, centra el decreto della abominabile legge de Maccoraetto. Et invitlo stantemente a demorare nella terra sua, et ooznand che esso et tuoti li Prati suoi potessero andare al Sepuloro senza pagrare tributo. A laude de Christo.
Amen
De
fratre
Barbaro
[in Cipro].
(Legg.
cit.
cap. 59).
Una altra volta uno certo frate, el cui nome se chiamava frate Barbaro, el quale staendo et demorando nella ysola de ipry (1) ; costui si dixe una certa parola al suo compagno non multo esemplare n edificatoria. Della quale parola quillo suo compagno alquanto ne fo tribolato et scandalizato, et maxime che ce era presente (2) uno nobile
cavalliere seculare.
si
Et
frate
Barbaro;
et
ritornando
poi
in se,
and et prese lo sterco dell' asino et nella sua propria bocca se lo mise, dicendo ad se medesimo: Lingua iniqua, tollj sterco de asino et magna, peroch nel frate mio tu hay decto parola de iniuria et de iracundia La qual cosa vedendo quello nobile ca.
valliere et quello frate offeso, furono assay bene edificatj. Et poi quillo nobile cavalliero se converti, et ogni cosa promesse et dette ad sancto Francesco et alli soy frati, etc. (sic) .
1323 Fr. Angeli Claren. num Ordinis Minomm (Cod. memb. Florentiae
c.
Abbiamo visto nel precedente articolo (pag. 46) con quanta probabilit abbiamo attribuita al Clareno la paternit della cosi detta leggenda antica edita dal Minocchi, e quale e quanto sia 1' accordo tra essa e la presente Cronaca dello stesso Clareno. Ora do-
14
vremmo
dobbiamo particolari
importanti
notizie su S. Francesco in
citato P. Ehrle
critici
quel
valore storico che compete a testimoni coevi e quasi contemporanei, o suppari agli scrittori e testimoni gi riportati. Il P. Ehrle (3), e dopo di lui il Sabatier (4) han dimostrato
che
il
Clareno vesti
1'
il
10 anni dopo,
(1)
io stesso
Perf.
(2) Il
Rev. Le Grelle
nella Rev. d'hist ccls. Louvain, An. (3) Archiv cit. t. I, p. 509-520.
(4)
VI
(1905) p. 379.
Speculum Perfectionis
p.
LXXIX
CXXXVII s.
Gir.
Vie de S. Frang. p.
CI
a.
52
dei quali egli
BIBLIOTECA
spesso
fa
TESTIMONIA HISTORICA
de' fatti che narra.
appello
in
conferma
in
queste
Chronica de sepiem tribulationibus (Cod. Laurenziano) a fol. 13 trem qui audivit eum [S. Franciscum] Bononiae praedicantem ; a
dice:
fol.
24
r.:
Supererant
de quibus ego vidi et ab ipsis audivi qune narro, qui ex toto corde, revelata eorum patri fideliter et pure servare satagebant ; a fol. 27 v.: Qui
adhue multi de
sociis....
passi sunt
et
eam
(2),
qui supererant, me audiente, referebant . E cita spesso gli scritti di fr. Leone; cos a fol. 12 v,: * Sicut fr. Leo scribit; a fol. 13 v.: m fr. Leo refert de
Angelus
Tra
le varie
per la
storia
nostra: 1 la
Epistola excusatoria diretta a Papa Giov. XXII, scritta a sua difesa tra il 1317-18, e pubblicata prima dal nostro P. Flaminio a Latera (4), e recentemente dal P. Ehrle (5) con note ed ossarvazioni critiche ; 2 il presente Chronicon o Historia de septem Tribulationibus
Ordinis, edita in gran parte dal ricordato
inedita nel Cod. della Laurenziana (PI.
Ehrle
(6),
ma
nella
massima parte
restata
20
ediziohe completa
promessaci
dal
Sabatier
con note
introduzione
francescanofilo
Prof.
Felice
Tocco
(7). Il
1323
(8), sotto
il
Expositio super Begulam, di cui un esemplare trovasi nel nostro archivio di S. Isidoro a Koma, quale presto vedr la luce per cura del noto boUandista P. Van Ortroy. In ambedue queste opere, nell' Historia e nella Expositio, il Clareno parla del viaggio
del Santo in Oriente.
Da
lui pel
esplicita che
il
Santo
si
Gerusalemme
e nei
Luoghi
et
Santi. Dopo l'accoglienza avuta dal Soldano omnes fratres suos libere ad Sepulchrum
. Poi ricorda
ecc.,
il
et
mandavit
cisci
come nacquero i turbamenti de' frati in Italia *post Sancii Franperegrinacionem ad ultra marinas partes ad vsitandum loca sajiota, et Christi
ultimo,
il
Signore manifestati
festinus
est *
Cos
il
Clareno, in
un breve racconto,
asser pi tardi
per ben
Gerusalemme. Lo stesso
B. Egidio d' Assisi mori il 23 aprile 1261. B. Angelo da Bieti, presente alla morte di S. Chiara 11 ag. 1253, non sappiamo quando mori. (3) Cfr. Sabatier Vie cit. p. ClV-V.
(1)
(2)
In Supplem. ad Bullarium (Romae 1780) p. 153-64, ove con una splendida difesa il il Clareno e compagni dalla calunnia di eresia che con poca lealt storica gli attacca lo Sbaralea, seguito in ci con indicibile leggerezza dal moderno Palomes ; il quale per giunta mostra tutta la sua bile contro i primitivi zelanti che chiama ^a^ceJ^t eretici, e
(4)
da Latera purga
precursori e fondatori della Kegolare Osservanza! (5) In Archiv fiir Liti. u. Kirch. t. I. 515 ss.
(6) (7)
In Archiv
Un
Eoma:
(8)
cit. t. II p. 125-55, 256-327. altro esemplare del Chron. de septem Tribtdat. trovasi nell' Arch. di S. Isidoro Cod. cart. in 8 picc. del sec. XY, segnato 1/67, ancora in buono stato, sebbene
i
in alcuni luoghi
Anche
il
Boehmer {Anaiekten
p.
LXVIII)
le
OBBegaa, Y epoca d
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
53
14
su questo punto si disse tenue, sola, e troppo lonil Pisano, ma la sua testimonianza tana di tempo, come quegli che scriyeva nel 1385, cio 165 anni dopo; ora invece, data
la testimonianza del Clareno, autore snppare, anzi
e
coevo ai fatti (nato e. 1240, vestito il 15 che morto e. 1260, pi giugno 1337), nulla havvi, crediamo, che nonagenario, e la sua in cosi esplicita. Le regole della sana critica, menorare autorit proposito, possa
debbono valere anche per questo fatto particolare tramandatoci dal Clareno, checch ne sia della sua troppa buona fede che gli fa scorgere dappertutto rivelazioni e prodigi in
sostegno del suo troppo fervido zelo per la regolare osservanza. Premessa una breve descrizione di 3 Codd. della Historia Trihulationum, daremo
il
brano che
e'
lat..
d'
un
di Siena.
In ultimo
aggiungeremo quanto
il
Clareno ripete
a) Cod.
di
lat.
di Firenze, PI.
di
20
cod. 7.
Ms. membr.
in
picc.
73
1381 da un Minorit
nomo
Ungwa, manswetudo
ecc.
una mano
principia
:
De
legenda antiqua
In nomine Dni.
am.
et gloriose
Virginis Marie.
Vitam pau-
peris
et
humilis viri Dei Francisci, trium Ordinum fundatoris, quatuor solempncs per-
Bonaventura Villi s
ecc.
preclari Johannes, et TJiomas de hm. franciscum generalis ministcr, ac vir mire (1) post Leo eivisdem sci francisci socius : has IlIIor. descriptiones
et sanctitafe
La Prima
minano
sub
al fol.
B. Francisci
73
Anno
dni.
M' CCO'
Iste libellus scriptus est Expliciunt Cronice Ordinis minorum. LXXXI", VII die mensis fbruarii per manus fratris Mattei
10
r; ter-
nome
cassato con un tratto di penna, appena leggibile. la versione italiana di dette crob) Cod. Hai. della Nazionale di Firenze.
del copista frate Matteo,
28, cart. in 4 d
rosso
344
XVII. Dopo
indice, che
precede,
titolo in
del Minoritico
da quattro
le
la vita del' povero et humile Ordine fu scripta da san Bonaventura Qtteste poche (!) scripture o veramente hy-
Come
Alcune Croniche
Ordine. Inco-
storie, quello
le cose,
quali
nocentia, et
il
quale diligentemente leggiera, cxpeditamente potr cognoscere per si narrono in epsa, la vocatione, la conversatione, la sanctit, la in-^ la vita di san Francesco, et la prima et ultima intenzione....:. Explicit:
loro maestro
Amen.
et
lo
Spirito
fine
ci risult
monca ed
imperfetta.
del
convento di Siena.
Ms. gi noto
Osservanza
all'
Aff
Vita di
fr.
Elia
il
1783
p.
dell'
P.
tri-
Razzoli che ce lo esib pei nostri studi. L' Aff erra dicendolo mancante della settima
bolazione.
e
un
20X14)
una mano,
guardia, una
mano
CV,
(1)
Leggi
septimue, e
non
untts,
come per
isvista lesse
il
Sabatier, Vie p.
e Spec. Prf. p.
CXXXVUI.
54
14
recente
scrisse
:
BIBLIOTECA
TESTIMONIA
initib
HISTORICA
dell' Osservanza di Siena, e sul dorso Ord. Min. usque ad 1334. La Cronaca dolio
lr.-134r. del
codice, e
combina perfettamente
il
col
copista latino
non riprodusse
Il
il
ms. al
fol.
r.
ha questo
titolo in rosso
Incommincia
le
croniche Dellordinc
Adbreviate
SCO.
Et
Francescho fondatore
sere SCO.
Tommaso da celano, et MiBonaventura da bagnoreggio scptimo generale Ministro dopo sco. Francescho Et luomo di mirabile simplicitade et santitade frate Leone compagno di sco. Frandi scientia et di
santitade. Cio frate iohi.... (1) et frate
Queste quattro iscripture overo istorie chi le Principia legger et isguarder diligentemente potr cognioscere spartitamente per le cose che si narrano in esse, la vocatione, la conversatione, la santitade, la innocenza, et la vita dello seraphico Francesco, et la sua prima et ultima intentione.... .
cescho Capitulo
Primo
A
Anni
nicha dllordine
cronache con questa rubrica in rosso: Forniscie la crodelli frati minorj dal principio che cominci lordine per insino agli del singniore Mille trecento trentaquatro (nel margine: MCCCXXXIIIT). Poi
foglio
r.
134
terminano
le
immediatamente segue : Manci laltra croniche che segue questa di sopra : Et comincia net Mille trecento trenta quatro et va per insino al di presente. Dea gratias. Amen.
mano
una
Questo libro fu fornito di scrivere per me frate Girolamo luti da Siena (2) di mia nel Mille CCCCC5. a^t 25 del mese di magio nel luogo overo romitorio di bei.
verde *
< InconUncia il seguente (fol. 135-37) trattatello amaestramento della patienUa secondo che diffenimo et dichiaromo dodeci maestri di sachra theologia Imparise : < Dice sco. lacobo che la patientia || loffensione
Dopo
le
7 Tribolazioni Tiene
bella doctrina e
li
nostri peccati.
Amen
Negli ultimi
(138-151) un bel dialogo: Incomincia La disputatione fra il zelatore della povert et lo suo inimico domestico. Non solamente alle ricchezze temporale o renuntiato || che solevano dire molte parole, sono facti mutoli. Adunque atte miser yhu. xpo. dolcissimo
sieno
mandate
La prima
la seconda)
mie parole. Amen, deo gratias . 1-42) Tribolazione, (cosi chiameremo tutta quella parte che precede suddivisa nel cod. in pi capitoli rubricati e numerati sino al capitolo t^
le
(fol.
ma non
numerati, poich
l'
amanuense,
sotto le rubriche di questi articoli osserva che tutti e quattro fan parte del cap. 19.
La seconda
Tribolazione
ma
non numerati.
merati.
La
(f.
(f.
42
terza
51 v.-61
ma non
nu-
La
qttarta
(f.
61 V.-75
75 r.-106
r.) in altri
dodici, e la sesta
rati.
106v.-115r)
:
non nume-
Questa
(1)
infatti
termina
Due
Ma
fol.
(2)
penna
d'
Queste parole Crirolamo luti da Siena nel codice vennero cassate con un tratto di inchiostro nero, che col tempo corrose la carta da render difficile la lettura del
Girolamo Luti ricorda qui una Cronaca che continuava il racal 1505. Di questa cronaca, noi non abbiamo traccia alcuna, n sappiamo dire se sia o no diversa da quella di fr. Mariano il quale scriveva le sue opere dal 1480 fin quasi alla sua morte 20 luglio 1523.
nome
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
55
14
sepfima liberi noi damalo. Amen. Et ecco Carissimo che per la parola tua la quale poimolte ragioni, et per debito da essere reverita da me, sicomo tu adomandasti, ricordato et commemorate le tribulationi passate nella religione: Secondo che io lo udito da coloro
che queste tribulationi sostennero: Et ancora commemorate alcuno chose di quello che io trovate nelle quattro leggende le quali io lette et vedute: Posto che non cos bene
et ordinatamente et
convenevolmente chome
di
si
conviene
io
io
non
n imparato: Nientedimeno fedelmente et veramente, lassando stare pi chose scientemente; Adci che tu che sai meglio le chose, che tu da me addimandi, correggi et supplisci, et distingui le cose che per ignorantia sonno dette
scientia n
parlare,
modo
impropriamente et difectuosamente Concio sie chosa che tu abbi ricevuta da dio escellentemente la memoria, la scientia, la intelligentia et il modo di dire et di scrivere . La
:
settima tribolazione
(f.
non numerati,
ter-
mina come
il
testo latino:
et sar illoro
lo spirito
Amen
A)
cod. 7.
Ex
fr.
Ang. Clareni:
Ood. Laurenziano
CJod. dell'
Osservanza
di Siena,
Come
di SCO.
mancano
Codice}.
titoli
Vrbano et rivelogli le grandi cose che erano da dio concedute adgli veri povri evangelici di Yhu Xpo. Capitulo XI.
(fol. 18 r.:) Ordinato adunque che Francesco et pienamente informati li frati et in quanto allui fu possibile confermatogli et sondatogli con divini essempli et ardentissime parole ad osservare puramente et fedelmente et ad reverire la perfectione della
....
... (fol. 9. v:) Ordinatis itaque et piene informatis iam fratribus in quantum in se erat divinis sermonibus et exemplis ad reverendam et pure et fideliter servandara promisse perfectionis vitam, sol datis et confir-
ebbe
sco.
in Xpm., actus sarmone (1), se hostiam vivam per martirij flammam Deo peroptans oflferre, tribus vicibus ad partes infideliura iter agressus est; sed bis ad sui
ferebatur
fer-
fervoris
dis-
vore delia serafica carit, per la quale era trasformato in Xpo., desiderando dofferire semedesimo hostia viva addio, per fiamma di martirio tre volte si misse ad andare tra gli
ma due volte per dispensatioue di; vina fu irapedimentito per provare pm pienamente et interamente la fiamma del suo
infedeli
Xto. ordinante, perductns est. Stansque in conspectu eius, igne Spiritus Sancti totus ardens, in tanta virtute, et viva et efficaci
predicatione Xtum. Yhesum et eius sanctam fidem evangelii predicavit eidem ut amiraretur Soldaiius, et omnes pariter qui asta-
La terza volta, doppo molte vergognie et molte bactiture, et essendo legato, et con molte factighe preso, ordin la divina providentia che
bilonia.
fiisse menato al Soldano di BaEt istando per desiderio il martire
bant.
Nam
loquebatur in
Francesco nella presentia sua, tucto ardente del fuocho dello Spo. Sco., predicavagli Yhu. crocefixo et la sua sca. fede, con tanta virt et con tanto vive et heficace parole, che ne fu admirato et stupefacto il Soldano et tncti
l)
(2)
il
periodo,
56
14
BIBLIOTECA
TESTIMONIA HISTOEICA
gli circumstanti chelludivano intanto che per la virt delle parole che Xpo. parlava in lui, il Soldano convertito in mansuetudine, ascol-
conversus, anditum vorbis eins contra sue nephande legis decretnm libenter prebebat, et ad moram contrahendam in terra sua instanter invitavit, et psum et omnes flratres suos libere ad Sepulcrum et absque tributi solutione accedere posse mandavit {fol. 10 r.:)
tava le sue parole molto volentieri facondo contro al dicreto della habominabile legge
di Macuraecto; et invitavalo instan tornente adimorare nella terra sua: Et comand che esso et tucti li frati suoi potesseno
store b. Francisco,
andare
al Sepolcro
senza paghare
tri-
Intorea pastore absente, temptat lupus rapax suum rapere et dispergere gregem et ab illis ei hostium aperitur, qui eius insultui
;
il
se
ceteris tenebantur
lupo rapace tenta di dispergere e di rapire la evangelica gregio, ed aprendogli Inscio coloro chel dovevano serrare et avere cura
Et
regrinacionem ad ultra marinas partes ad visitandum loca sancta et Xti fldem infidelibus predicandam et promerendam martirii coronam, ut dictum est,
in pluribos provinciis ita dure et crudeliter
in tantum eorum presumpcio et audientia [audacia] venit quod, post Francisci pe-
Et in tanto crebbe la loro presumtiono et audacia che, da poj che sco. Francesco and in pellegrinaggio oltre a mare ad visitare la terra sancta, et ad predicare la fede di Xpo. adgli infedelj, et
acquistare, come decto , la corona del martirio: in molte Provincie, tractarono tanto crudelmente quelli sancti frati che resistevano alle loro false doctrine et
et chissivoleva adcostare cordialmente alle vestigie et doctrine del padre loro, che non solamente gli afliggevano con
isforzaraenti,
nitcnciis
inherentes tractavertint, quod non solum peiniustis affligebant eos, sed tamsencientes, ab
quam male
et et presertim
eorum consorcio
communione
eis quasi inobedientes preceteris ; qui cedentes furori hinc inde dispersi peregrinabantur, sancti pastoris eorum et dire-
bantur ab
ctoris plorantes absenciam cum multis lacrimis, et orationibus continuis suum reditum
cattolica fede.
come hominj chessentissero male della Per la qual cosa molti di loro,
a Dno. postulantes. Quorum [fol. 10 obvi\ secraciones et vota Deus ex alto prospiciens,
et specialmente quelli che erano pi ferventi nello spirito, sicome pi disubidienti che gli altri non erano ricevuti da quelli prelati et
eorum afflictionibus condescendens, sancto Tranci sco, post illam predicacionem quam Soldano et eius principibus fecerat, apet
savj di prudentia humana. per dar luogo al furore, questi sancti poverelli et legictimi figliuolj dello appostolico et evangelico padre, andavano dispersi or di qua or di l, et piangendo lamentabilmente la absentia et
Ma
incedit per devia, et eget tuo ducatu ut uniatur, roboretur et crescat. Jam enim a. via perfectionis,
quam tradidisti eis, declinare ceperant, et in cariiatis, hnmilitatis, et paupertatis sancte amore et operacione, et innocencia simplicitatis, in
partimento del loro sancto pastore et dirizatore Francesco, et addimandando adio con molte lagrime et continue orationj la sua ritornata. Intese iddio in cielo loratione et
le voci dell' evangelici
poveri frati
(!)
et con-
et deside-
apparve
al
si gli
esso iddio
ad
sco.
Francesco,
non permanent.
suQj, et
per
frati,
chella
greggio
nome
ragunati,
si
et isviando, et anno bisognio del tuo ducato et guidamente, adcio chessi unisca et riconforti et cresca : pero che
gli
vanno dispergendo
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
57
14
via della perfectione, la quale tu ai loro data et mostrata che debbino andare, et nonne
istanno fermi nellamore et nella operatione della carit et della humilit et della sca. povert, ne ancliora vogliono seguitare la
innocentia della pura semplicit nella quale sono piantati et fondati . ' Doppo le quali parole sco. Pran-
Domini
suum,
ad Ohristiain-
cesco visit
Et secondo
gun
est, et gregem
veniens, quom nnitum derelinquerat, cum multo labore requirens et lacrimis, congre-
la parola del signiore and cercando con molte fatighe et lacrime, et rala greggie delle sue pecorelle che era dispersa, la quale esso aveva lasata tucta hunita. La chui tornata quando sentirono quelli sancti poverelli che erano afflicti, con
Cuius reditum ut senserant aJBflicti, cum festinancia, et multo desiderio, et immenso cordis gaudio, accedebant ad eum, et gracias agentes Deo, provoluti ad pedes eius,
gavit.
amplectuntur
vesti-
gi .
molto desiderio et con con ismisurata letitia correvano et andavano et rendendone prima
siderato gi longo
molta festinanza ot
et
gaudio di cuore
piej
del de.
tempo padre
et pastore
sec.
B)
di
Expositio
bti.
fris.
XIV,
80
fol.
Tertiodecimo anno conversionis sue ad Christum, desiderio martyrii totus (fol. Iv.:) accensus ad predicandum fidem christianam Saracenis ultra mare transivit. (ToZ. .8 r.J: Ministri vero aliqui cum quibusdam fratribus, qui de sua scientia et prudentia non modicnm confidebant, sancto Francisco in nltramarinis partibus existente, presumpserunt de regula aliqua subtrahere, et consuetudines introducere non paucas, dissonas et discordes a traditionibus fnndatoris. Fratribus vere contradicentibus eis, et pr pura r^n^le observatione zelantibns, amaras persecutiones et iniurias inferro cepernnt, et tanto securius quanto de sua sufficientia confidentes, simplicitatem et rectitudinem eis resistentem aspernabant. Non sperabant sanctum Franciscum de cetero ad partes Ytalie reversurum, sed putabant eum per martyrii palmam, animi ipsius propositum et ignitum fervorem scientes, cito migraturum ad Christum. Sed clementi Dei ordinatione mirabtliter factum est, quod mortem quam pr Christo, et sue fdei testimonio totis viribus exquirebat nullatenns inveniret, ut et merito non careret optati martyrii et opem necessariam suo gregi cum cumulo meritorum impenderst, et Christo conformis factus, perfectione transformationis in ipsum, posteris plenius viam ostenderet, et hostium aperiret. Christus vero servo suo fideli, pr gloria sui nominis laboranti, pericula sui gregis revelare dignatus est, et quod ad partes Ytalie celeriter redire studerei ammonuit, et iam a vivifica perfectionis regula declinantibus quam citius subvenire, ac ducatum prebere mandavit... (fol. 2v.:) Igitur sanctus Franciscus post suum reditum de partibus nltramarinis, Christi revelatione premonitus, et fratrum quorumdam presumptionibus motus, qui secnndum prndentiam sui sensus alios regere volebant, parvipendentes vivere secundum illam vite formam quam sibi revelaverat
Christus, hanc secundam regulam Domino inspirante conscripsit.... ipsamque Summo Pontifici Honorio.... presentavt, et sicut optaverat, ipsius confrmationem.... obtinuit .
1322
ed.
Marini Sanuti.
t.
Bongars 1611,
n
i
lib. 3,
n
(1)
Sanuto compil
16
N. Archiv
t.
VII. p. 43-72.
58
la prima, scritta
BIBLIOTECA
TESTIMONIA HISTOKICA
tra gli anni 1306-1309, la qnalo conteneva il I libro v>' Secreta; la seconda, negli anni 1318-1321, che conteneva il III libro, ma pi breve che nell'edizione Bongarsiana ; la terza compilazione ed ultima, dell' opera completa, fa elaborata dal Sanato
tra
il
seti 1321
l'
affidava 1' esame dell' opera Min. qui portat barbam, qui ad Cariam venerat pr Fratribus de Perside Matheo de Cipro et Paulina Veneto eius penitentiario utroquo similiter Minorum Ordinis.... Predicti fratres simul in domo predicti fratris Paulini librum
1321,
fr.
diligentissime
et
fideliter
examinarant,
et
de pari
concordia
fecerunt
relationem
con-
Kel I
lib.
il
r ordine
di
e la condotta che
Sanato espone i mezzi come danneggiare i Saraceni; nel lib. espone debbono usare i Crociati; e nel III lib. tratta della conquista
di essa e dei suoi
Vitriaco
e quello che
ci
il
Damiata segue
Bonaventura. Kulla quindi ci tramand di nuovo; fuorch dal suo racconto pare il Santo parti dall' Egitto qualche tempo dopo la presa di Damiata, come abbiamo dal cronicon d' racles. Evidentemente cadde in una svista l' eruditissimo Rohricht
di S.
risulta che
quando not che il Sanuto solus narrat sanctum Franciscum cladem, qnam Christian! 29 die augusti 1219 acceperunt, praenunciavisse (2) il dotto critico non si accorse, che
;
Sanuto segui letteralmente la leggenda di Bonaventura cap. XI n. questi segui il Celano II*, par. 2, cap. 2.
anche qui
il
3,
come
Ex
Cmcis
Ice.
supra
cit.
Profecturus in
Egyptum
exercitus christianns,
HCCXVin
naves ascendentes, vero capitanei, et prosperis ventis ad Damiatae portum capitales, in dicto castro tardantes et qui Ptolomayde remanserant, mutato tempore, eos sequi minime potuerunt. Interim exercitus capitaneum sibi elegit comitem de Saroponte, et ad portum Damiate applicans, hostilem terram invadit ante regis et ceterorum adventum, et fecit Dominus aquam fluminis dulcem, que mari iangebatur. Tane multi barones de Francia magnusque populus coepit confluere. Kex etiam cum reliqua parte exercitus venit
illic
de mense Madii,
paratis
ad locum. Supervenit et legatus Pelagius, et cum rege, qui prius exercitui dominabatur, colloquium sue auctoritatis habuit allegans, quia ipse deberet exercitui praeesse, quia et passagium esset per Ecclesiam ordinatum, et crucesignati ad suum regimen pertinerent. Rex verba dissimulans, pr domino se gerebat. Ad haec exercitus divisus est: in consiliis quoque unusquisque non veritatem, sed aflfectionem sui principis sequebatur. Obsidentibus aatem christianis civitatem liber quidam christianis apparuit, arabice scriptus, cuius autor christianum, iadaeum, vel saracenum se esso negat in quo et que Saladinus centra chri;
stianos gessit, et quod capienda esset Damiata continebatur dicebat etiam, quendam christianorum regem Nubiarum Mecham civitatem decere destrucre et ossa Mahumeti dispersa
:
proicere. Puit et in obsidione angelicus vir Franciscus, qui gratia predicandae fidei et desiderio igitur se christiani pararent ad martyrii ad partes infidelium iam tertio festinabat. Christi servus vehementer dixitque socio : Si belli fuerit attemptatus
Dum
pugnam,
congressus,
non
ingemuit, cedet prospere chistianis . Ille cognoscens in sancto vere spiritum pro-
r.
Cod. memb.
dell'
aec.
XIV,
D. 203
Inf.
(2) Testimonia
minora de quinto
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
59
15
photiac, suadot, nt exponat percalnm christianis. Ttinc exiliens Christi preco, salutaribus monitis christianos aggreditnr, prohibet bellnm, denuntiat casnin; fit veritas in fabalam, conteranitnr prophotia indnraverunt cor sunm et nolnerant reyerti. Igitur pugna committitnr et bellatur; tota in fagam convcrtitar acies Christiana, finem belli opprobriam regerens, non trininphum. Eodem anno Hago rex Cypri in ciTitate Tripolitana defanctas est, relinqnens par:
Tulam
filium
filias;
corniti Bre-
ncnsi, altera Isabella, filio principis Antiochiae. MCCXIX. Coradino lernsalem capitar, mari et
De sepnlchro Domini destrnendo Saraceni consiliam habnerant, et nemo littcris comminati snnt, qnas civibos Damiate ad solatiam eomm transmiserant tamen ponere mannm presampsit, propter reverentiam loci. Unde et in Alcorano continetar,
Domini
et torri David.
qaod credunt, lesnm Cbristam de Maria Yirgine conceptam et natam, prophetam et plnsqnam prophetam, sine peccato vixi'sse, cecos illuminasse, leprosos mundasse, mortuos suscitasse, Verbum et Spiritum Dei et vivum ad celos ascendisse. Unde et sapientes eoruni, quando tempore treguarnm ascendunt in lerusalem, codicem Evangeliorum sibi postulant Missus est Gabriel anexhiberi, et osculantes venerantur, propter Evangelium illud
:
gelus
etc.
....
II, lib. 3, part. 11, cap. 7 ed. Bongars pag: 207-8). Inlravit plenitudo gentium, et civitas (Damiatae) capta est Nonis
(op. cit.
t.
Novembris
MCCXIX, per annum et septem menses prius obsessa. Utinam attendissent possessores potius quam victores, ut victoriam soli ascriberent Creatori: quia non affuit deditio; non cum tumultu violenta praedatio: sed et Soldanus castra sua comburens quam confnsus absccsserit,
millia
viris
sit populus Chrstianns. Capti quoque faerunt usque ad XXX Agarenorum, et innumeri pestilentia et fame consumpti. Missis quoque quasi mille ad explorandum Tampnis, Saraceni sponte castrum dimiserunt, quo nullum posset
cito obliti
sunt mandatornm
eius,
ostenderat eis Deus. Ita ut sanctissimus Pater Francisctis, multiplicari cemens homicidia, adulteria, iurta, inde recesserit, quia nollent ad Deum converti eius monitis et exemplis. Libet huius sancti praeconio modicum immorari. Ut enim Soldani Babyloniae posset adire praesentiam, multis se periculis constanter exposuit. Exierat enim a Soldano crudele edictum, ut qui Christiani caput afferret, bizantium aureum pr mercede reciperet; at intrepide Christi miles in castris bine inde in campo locatis, iter arripuit, mortis pavore non territus, sed desiderio provocatus. Procedente itaque eo cum fratre Jlhiminato, viro ntique luminis et virtutis, occurrerunt satellites Saraceni, et servos Dei feraliter comprehensos, crudeliter et contemptibiliter contractarunt, afficientes convitiis,
et recesserunt de via
quam
adductos quoque coram se Soldanus intcrrogat, a quibus, ant ad quid, aut qualiter missi essent. At Christi servus Franciscus intrepido corde respondit: se missum non ab homine, sed a Deo; nt ei et populo suo viam salutis ostenderet, et annuntiaret Evangelium veritatis. Tanta vero mentis constantia, tantoque fervore Spiritus praedicto Soldano praedicavit trnum unicumque Deum, et Salvatorem omnium lesum Christum, quod Soldanus admirandum in viro Dei fervorem conspiciens et virtntem, libenier ipsum audiebat, et ad moram secum contrahendam instantius invitabat at ille superno illustratus miraculo Si vis, inquit, cum tuo converti populo ad Christum, * oh ipsius amorem vobiscum libentissime commorabor: quod si haesitas propter fidem Christi legem dimittere Mahumeti, iube ignem accendi permaximum, et ego cum Sacer dotibus tuis ignem ingrediar: ut vel sic cognoscas, quae fides verior et certior sit te nenda * Ad quod Soldanus Non credo quod aliquis de Sacerdotibus meis, se vellet igni propter fidem suam defensandam exponere, vel genus aliquod subire tormenti * At vir Sanctus subintulit Si conversionem promittis, ignem solus intrabo : et si combustus fuero, meis ascribatur peccatis : sin autem, Christum, Dei virtutem et sapientiam verum * Deum, et Dominum cognoscatis Soldanus obtionem hanc accipere se non audere respondit, quia seditionem populi formidabat. Obtulit autem ei multa munera pretiosa, quae paupertatis amator sprevit omnia quasi Intum: ex quo Soldanus admiratione permotus, maiorem erga ipsum devotionem concep t: rogavitque Eimulum Christi ut praedicta suaffligentes verberibus, et vinculis alligantes
: :
:
.
sciperet, pr salute ipsius, Christianis pauperibus et Ecclesiis eroganda. Ipse vero, quia pondas fi^ebat peconiae, et in animo Soldani verae pietatis non yidebat radicem, nulla-
60
15
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TESTIMONIA fflSTORICA
tenus acquievit Et cum ad conversionem gentis illius nihil proficeret, ad partes fidelium, Divina revelatione commonitas, remeavit: privilegiato consccrandus Martyrio passionis et volnernm lesn Christi . (Op. cif. t. II lib. 3, part. 11, cap. 8 ed. Borgars pag. 208-9).
:
1322-28
in
Actus
come ormai
Beati Francisci et
Sociomm
eins (ed.
du Moyem dge
IV).
16
raccolta bizzarra di racconti senz' ordine e senza coesione alcuna tra loro. Il loro carattere
fatti sulla vita di S. Francesco e de' suoi primi Leone, Egidio, Bufino e, poich gli Actus successivacompagni, quali Bernardo, Masseo, mente si accrebbero, vi si parla anche di Corrado di Offida e di Giovanni della Verna,
il
santo Patriarca (1). Gli Actiis sono anche la fonte primitiva, ossia Actus e i Fioretti sono ben lon;
tani di andar d' accordo sia nel numero, sia nella successione de' capitoli
poich sembra
testo
latino, e
che
il
i
si
fu soltanto di spigolare
il
qua
e l
il
darci
nome
un
ricco giardino.
Chi
mitivi
pilati,
poi,
si
Actus
quanti siano stati gli autori di questa raccolta: di quanti capitoli i pricomponevano : e da chi precisamente, e dove, e quando vennero essi comprimitivi Actus, quali tuttavia
i
ancora la severa critica non riusci a darci la soluzione di tutte queste domande.
i
Di certo per puossi tenere che sono altro che delle memorie sparse,
Santo raccolsero e tramandarono
fino
si
desiderano,
non
del
le quali
Compagni
noi, e che
Marche
e dell'
pervennero Umbria.
pi
meno
ritoccate
quasi
Codici questo
Incipiunt
eisdem fuit successoribus eorum revelatum Nel cap. 9 intitolato Alvernae, il compilatore, cosi termina appellando alla testimonianza
.
Hanc
historiam habuit
fr.
lacbus de
ore fratris Leonis [f 1270], et fr. Hugolinus ab ore dicti fratris lacbi, et ego qui scripsi, ab ore fratris
.
Massa ab
Hugolini viri per omnia fde digni. Ad laudem Dei (2) Dal riportato brano del cap. 9 si avrebbe dunque per prima fonte
parte degli Actus,
discepolo che
li
il
immediata
(8),
d'
una
suo
mentovato
cio
frate
fr.
ed un
prima
persona:
.
Omnia praedicta
retulit
1'
Penna]
Ma
dirsi se
autore parla in prima persona, senza per trasuo discepolo; o qualche altro anteriore o posteriore ad essi.
della compilazione degli Actus, potrebbonsi assegnare due.
La
in
essi,
(1) Cfr. la
dotta critica augii Actu* del Sabatier nella recensione che ne d t. XXI p. 443-47.
il
P.
Van
39 n. 71
Speculum Vitae
fr.
fol.
96.
de' nobili
p.
XX-XXI)
qualificato per
Ugolino
Bmnforte
monte Giorgio
Teramo,
(nelle Marche), e probabilinente, secondo lai, forse il solo autore de' primitivi Actus -Fioretti. Ugolino da papa Celestino V, suo amico, venne preconizzato al vescovato di
poco dopo fa rigettato da Bonifacio Vili, 12 Dee. 1295 (Sbaralea Bull. IV Cfr. Anal. frane. Ili p. 67 n. 5. perch partigiano de' zelanti.
ma
p. 276),
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
61
ora ce la presenta
dotto P.
potrebbero rimandarsi agli aitimi del secolo XIII, cio verso 1280-1300; e quella quale il Sabatier, verso il 1322-28. Tuttavia, come giustamente osserva il
16
Van Ortroy
memorie
(1),
fa-
raggine di
d'
un compito ben
Scorgendovisi dunque tante incertezze e tanti dubbi nella compilazione degli Adus, difficile determinare il valore storico di tutte e singole le sue parti. Non
erraremo per se ci atteniamo in proposito al savio giudizio datoci in generale dai critici moderni e specialmente dal citato P. Van Ortroy. Gli Adus, e bisogna confessarlo, egli dice, godettero, ingiustamente fino ai nostri giorni, d' una riputazione storica non buona
;
coli'
Lempp
;
per gli
Adus, soggiunge
vere; e perci gli
rilegarli nel
poich gran
che
1'
evoluzione leggendaria
scene
storicamente
Adus
1'
e religiose
che
ci
animo umbro
de' secoli
XIII
XIV
(2).
Il capitolo 27 degli Adus, che noi riportiamo per intero, e che trovasi tale in tutti Codd. conosciuti, tratta della visita del Santo al Soldano. Esso in modo particolare deve
1'
attirare
storicamente veri.
Lasciato da parte
il
il fevoloso o leggendario, frammisto ai fatti racconto della famosa tentazione della turpe
saracena, ivi narrato con dialoghi e modi che stonano troppo in bocca e nei modi di Francesco quale ce lo dipinge la storia veridica; cos pure, rigettata tra
le
pie leggende,
la
pretesa conversione del Soldano Melek el Eamel, morto qual visse da vero maomettano (3), noi ci fermeremo un tantino su di un solo particolare della visita del Santo al detto SolL' autore di questo capitolo, narrata fedelmente l' accoglienza che il Santo si ebbe dal Soldano, soggiunge : Et insuper Uberaliter sibi et sociis suis concessit (Soldanus) guod quocumque velimi libere possent ire, et ubique per totum imperium suum
dano.
libere praedicare.
Et
dedit illis
viso
a nemine laedebantur.
illos
paganorum
*.
ma una
partico-
larit storica tutta consentanea, naturale e coerente al fatto ed alle circostanze storicamente
vere della pi che straordinaria accoglienza e bont usata dal monarca maomettano all' umile Poverello di Cristo. Francesco dunque per s e pei suoi frati, presenti e venturi in Oriente, avrebbe ottenuto da Melek el Kamel un Signaculum , ossia un decreto, un
rescritto, o
un Firmano come oggi si direbbe in Turchia, una specie di Bulla regia o salvacondotto in iscritto, per la tutela de' suoi gi stabilitisi in Oriente in regolare pr(1)
Anal. BoUandiana
l.
t,
ci persuader facilmente, che attraverso la molta nebbia leggendaria, specialmente manifesta nel dare ai fatti un colorito prodigioso che nella realt non ebbero, il carattere sostanziale schiettamente storico.
cit.
XXI
<
p. 446.
Minocchi la Legenda 3 Sociorum p. 127. (3) Melek el Kamel succedette al padre nel 1218; egli poco tempo dopo essersi impadronito di Damasco mori in questa citt nel marzo del 1238, in et di anni 70. Cfr. Art de
I nostri Cronisti (cfr. Wadd. an. 1219 n. 62) che credetverifica datei ed. 1770 p. 405. tero alla conreisione del Soldano, verosimilmente confusero questo principe con quello di Iconio dell' Asia Minore, di cui il Vitriaco nella sua Hiat. Jerosol. scrisse Mortuus est
Soldanus
Iconii,
Di nessun
altro Soldano si
ha memoria certa
62
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TESTIMONU HISTORICA
vincia (1). Questo sarebbe il primo Firmano e forse dello stesso tenore de' mille altri emanati pi tardi in favore de' Frati, dai tempi ancora del famoso Zaher Bibars I, detto Bendokdar (24 ott. 1260 1 lagl. 1277), fino all' ultimo monarca egiziano Eansu el
1517
(2).
Questa particolarit d' un rescritto sovrano dato a Francesco e ai suoi, ha inoltre una pi antica conferma nella testimonianza del surriferito Clareno, autore pi contemporaneo ai fatti, come quegli che vesti V abito verso il 1260 e conobbe molti de' compagni del
Santo. Egli chiaramente allude ad un
rescritto
il
Soldano
Franciscum) et omties fratres suos libere ad Sepulchrum et absque tributi solutione accedere posse mandavit * Questo fatto inoltre deve risultare, secondo noi, dal
ipsum
(b.
contesto autorevole
d'
di
luogo de'
fatti
narrano.
Francesco, al
:
sua corte, per vari giorni predic ascoltato con viva attenzione SoU danus.... per dies aliquot ipsum sibi et suis Christi fidem praedicantem attentissime
Soldano
audivit
.
La
il
Santo negli accampamenti nemici, ove, multis diebua . Di pi: Francesco pi e pi volte vede e rivede
di ricchi doni conricusa la generosa offerta che gli la di seta in abbondanza: o ricusa, proferta del monarca argento drappi di rimanersi seco lui nei suoi stati, che gli promette * gran fiere et grans possessions , (cfr. n. 2 pag. 13): ricusa il Santo, perch ricusa o teme il maomettano di convertirsi.
(cfr.
Soldano
n.
pag. 22)
&
sistenti in oro,
si congeda dal Soldano per recarsi prima in che non ricus di assidersi all' abbondante desco offersappiamo e^ togli dal magnanimo Soldano; il quale in un'ultima udienza privata, forse commosso, secreto petiit al Santo perch gli ottenga da Dio la grazia della vera fede. H riferito
<m
ci
i
assi-
ai figli di
popoli
ipsos
eoe
Etiam
intrepidi (Fratres
recipiunt....
Minores) accedunt, grato animo necessaria pTovidentes, Saraceni omnes praedictos Fratres Minores tam diu de Christi
libenter
fide et evan-
gelica
libenter audiunt, quousque Mahometo, tanguam mendaci sua praedicatione manifeste contradicunt. Ex tunc eos impie verberantes et, nisi Deus eos mirabiliter protegeret, pene trucidantes, de civitatibus suis expeUunt Ora
doctrina praedicantes
et perfido,
tutto ci, a nostro credere, ben difficile comprendere senza un' ampia, generale o solenne licenza emanata dal Soldano in grazia e a richiesta di Francesco per s e pei suoi: li-
cenza tanto pi necessaria in quei tempi e luoghi, quanto pi erano sconvolti da continue guerre tra i Saraceni e i Crociati della Siria. Cosi Francesco, che aveva gi in quelle parti fondata una regolare provincia nel 1217, e nella regola aveva dettato un capitolo De
(1) A proposito, r illustre orientalista Conte Riant, fondatore della societ storica der Orient Latin , cosi si esprmeva in una sua lettera de' 28 feb. 1886, diretta al celebre fr. Lavinio e le suis convaincu, et je crob que tous les savants, mme les protestants d' Al:
lemagne l'accordent aussi, que la Province Franciscaine de T. S. remonte & S. Francois lui-mme qui a d, rapporter de son voyage un Firmam general. Cent bulles de papes mentiounent cette Province aux XIII* et XIV* sicles Cfr. nostra Serie Cronologiefi, p. X n. 2. Veggasi anche la testimonianza della Vita versificata n. 6 pag. 22, che esplicitamente ricorda r immunit proclamata dal Soldano per il Santo.
.
(3)
Su
b,
e pp. 128-187.
DE
euntibis inter
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
la
63
la
figli
quo
viso,
a nemine laedbantur
et]
convertii
(Actus
cit.
< Sanctissimns pater noster Franciscas, zelo Dei et desiderio martyrii incitatas,
cum
duodecim sanctissimis fratribus altra mare transivit, proponens recto tramite pergere ad Soldannm. Qaum antem pervenisset ad partes qaasdam infidelium, in qnibns tara crudeles homines cnstodiebant itinera, qnod nullus christianns illinc transiens poterat mortem evadere, Deo disponente, mortem quidem evaserunt tamen capti et multipliciter afflicti et ligati durissime ad Soldanum ducti sunt. In cuius conspectu sanctus Franciscus a Spiritu Sancto edoctus, tam divine de sancta catholica fide praedicavit, quod per ignem hanc probare se obtulit. Propter quod Soldanus magnam devotionem in ipso concepit, tam pr constantia fidei, quam pr contemptu mundi. Qui nihil ab ipso recipere voluit quum esset pauperriraus, quam etiam pr fervore martyrii. Et ex tunc eum libentissime audiebat: et rogavi t quod ad ipsum frequenter accederet. Et insuper liberaliter sibi et sociis suis concessit quod quocumque vellent libere possent ire, et ubique per totum imperium suum libere praedicare. Et dedit illis quoddam signaculum, quo viso, a nemine laedbantur. Habita igitur hac liberali licenta, sanctus Franciscus illos suos socios binos bine inde transmisit in diversis partibus paganorum. Ipse vero cum uno socio ad quamdam partem vadens cum pervenisset ad quoddam bospitium ubi erat sibi pr quiete necessarium comraorari, invonit ibidem quamdam mulierem speciosam quidem facie, sed turpissimam mente. Quae ipsum de actu nefario requis vit. Cui S. Franciscus respondit: Si tu vis quod ego sibi assentiam, volo quod tu etiam mihi consenfias . Ait illa: Accepto quod dicis: Eamus ergo et lectum paremus . Sanctus vero Franciscus ait: Venias mecum et ego ostendam tibi lectum pulcherrimum Et duxit illam ad magnam ignem qui tunc
; .
in illa
quam
autem
fiebat; et in fervore spiritus expolians se et in lare ilio ignito nudum tanin lecto locavit. Et vocans illam dicebat: Expolia te, et festina fru hoc lecto
domo
splendido, florido, ac mirando, quia oportet te esse si tu vis ohedire mihi . lUe ignis nihil sanctum Franciscum laesit, sed super larem illuni ardenter ignitum, quasi
Me
super florcs hilariter decubabat. Illa vero mulier tam mira cernens, et stupens, non solum a stercore peccati, sed etiam a tenebris infidelitatis conversa est a Dominum lesum Christum. Et effecta est tantae sanctitatis et gratiae qaod iuvantibus meritis sancti patris multas
animas Domino in illis partibus acquisivit (2). Videns autem sanctus Franciscus quod fructum quem desiderabat ibidem facere non valebat. Domino sibi revelante, disposuit, recongregatis sociis, redire ad partes fidelium. Et rediens ad Soldanum suum propositom de reditu indica vit. Cui Soldanus dixit Frater Francisce, ego libenter ad fidem Christi converterer, sed timeo modo hoc facere: quia isti Sarraceni me et te um tuis sociis, si sentirmi, statim occiderent. Et quum tu adhuc
:
multum
salute
animae habeam
(1) In questa libert che godevano i Minoriti fra i Saraceni, dobbiamo senza dubbio cercare le ragioni che inducevano i Pontefici a prescieglier questi per ambasciatori ai monarchi Saraceni come nel 1233 a Melek el Asceraf Soldano di Damasco e al Califa di Bagdad
:
El Monstanser (Wadd. an. cit.; Sbaral. I. 93; Civezza Storia I. 219). Pi tardi, nel 1246, Soldano d' Egitto inviava ad Inn. IV per suo ambasciatore un Minorit. (Wadd. 1246, n.
il
&
Stadensis an.
(2) Il
cit.).
tentato da donne.
Pisano in due Conformit (10* e 13*) registra due fatti quasi identici di Francesco Il primo sarebbe accaduto in Oriente per opera d' una saracena; e il sei quali introdussero una quando questi trovavasi a predicare in regno Apuliae prope Cod. Collegii S. Ani. di Roma (memb. saec. XIV fol. 68 v).
donna
Cfr.
Barulum
come ha pure
il
Wadding.
64
expedire, et ideo indica mihi
ei
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meam
et
tuam
ita
modum
quo
salver^ et ego
sanctus Franciscus:
Domine, ego
sum paratus tibi in omnibus obedire * quidem modo recedam: sed postquam ad
Dixit
partes
meas rediero, et ad coelvm, Domino vocante, transiero, post mortem secundum dispositionem divinam, mittam tU)i duos de fratribus meis, a quibus baptismum re cipies, et salvus eris, sicut mihi revelavit Dominus meus Jesus Ghristus. Tu autem
te dissolve, ut cum gratia Christi venerit, inveniat te fide et Cai Soldanns gandenter assentiens fdeliter obedivit. Sanctns autem Franciscus yalefaciens ei, rediit ad partes fidelium. e Post aliquot autem annos, praedictus Soldanus infirmatus est: et eipectans proraissum sancti qui iam ad vitam beatam migraverat, posuit exploratores in portarum exitibus, ut si quando duo fratres in habitu sanct Francisci apparerent, ipsos ad eum festinanter traducerent. In ilio autem tempore apparuit beatus Franciscus dnobns fratribus suis et praecepit illis, ut sine mora pergerent ad Soldanum, et eius salutem sicut eidem promiserat procurarent. Qui perfecerunt devote mandatum ; et mare transeuntes ad Soldanum per exploratores praedictos adducti sunt. Quos ut vidit [Soldanus] gavisus est gaudio magno valde dicens : Nunc scio vere quia misit Dominus servos suos, sicut sanctus Franciscus *promisit, Domino revelante, ita mihi servavit pr salute mea sollicite transmittendo .
meam
interim
ab omni negotio
devotione
paratum
Becipiensque ab ipsis fratribus Mei documenta et sanctum baptismum, in ipsa nfrmitate regeneratus, in Domino migravit ad gaudia sempiterna, et salva facta est anima eius mentis sanctissimi patria Francisci, ad laudem lesu Christi. Amen .
C.
1340
Pr. Paulinus
Venetus
P'
Puteolanus.
Vita
Beati Francisci:
(ex Polycronicon eiusdem edid. Faloci Pulignani in Miscellanea Frane. Vili pag. 49 ss).
(di cui
una lunga
va dalla creazione
non
lasci S.
mondo fino al 1340. Egli, o chiunque sia l' autore di essa vita, compendiare fedelmente e letteralmente la leggenda maggiore che ci Bonaventura. Onde crediamo cosa inutile ripetere lo stesso racconto colle stesse
del
1346
Anonymi.
in 4' p. 27).
maxima parte sequitur Vincentium Bellovacensem pugna VI millia christianorum pcrisse dicuntur, intelligenda esse videtur Ua quae qua 29 dio augusti 1219 facta est. Quae auctor de S. Francisco in castris Damiatinis constituto
Chronicon de Lanercost pr
;
circiter
breviter narrai, in aliis chronicis copiosius exposita sunt (1) . Il Cronista per confuso,
e,
come
si
vede,
ammassa
e confonde pi
fiitti
il
brano perch
ricorda Francesco.
Ex
Chronicon. de Lanercost
loc. cit.
Hoc etiam anno [5 Nov. 1219] capta est a christianis Damiata, die S. Leonardi abbatis; sed dum negligenter et remisse agerent ac nomen sanctum vita deturparent ; iterum ab hostibus ad bellum provocati, non solum quesita {sic) perdidemnt, sed et,
agminum snorum
(1)
Le
Rdhricht, Testimonia minora p. 88 in praef. Sul vero numero de' morti in questa battaglia molto discorde l' asserto de' cronisti. Gesta obsidionis .p. 103, danno il nnmero di pi di 5 mila; il Vitry, p. III. p. 300, di
(2)
IV p.
dan
cit. n. 2.
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
65
18
Hoc innotescere po&rit per qnerelosas liqnas saper hoc domnns papa Honorns direxit direrss provinciis, totnm impntans peccatis nosirornm .
1374
tiones, ediz.
Epitome bellorom saoronun (Canisiiis in Antguae U438. et BOhr. Testim. minora p. 185). Basnage lY. p.
Anonym.
Questo Cronista non ci dice nulla di nuovo; anzi pare che confonda ^li pure due &tti in uno. Egli dice che S. Francesco si trovava in Damiata quando i Cristiani la dovettero ridare ai Saraceni!
19
Ma
la cessione di
Damiata avenne
li
di
quando
il
Anno Domini milleno ducenteno decimo nono, christianus exercitus cepit Damiatam quinta die novembris ; sequenti anno eandem civitatem perdiderunt, et multi de christianis fierunt capti, pr quorum redemptione restituta est civitas Saracenis, tunc temporis beato Francisco in ea existente .
1374 -- Ohronica
t.
XXIV Generalium
Ordinis
Minomm
(in
Analect francisc.
Ili,
n
verso
il
20
dell' autore.
1360, continuandole poi sino al 1374, anno in cui cessano, interrotte forse dalla Egli ben poca cosa e nulla di nuovo registra sul viaggio del Santo
in Oriente.
Sempre fedelissimo compilatore o raccoglitore di men* orie, pi che cronista, il nostro Arnaldo inser in queste Cronache una leggenda o un racconto importante, che riguarda due nostri antichi eonvi nti situati entro e fuori della celebre Antiochia: legenda che noi
dobbiamo riportare e da
preciso in
cronologia,
1'
(1247-57) entro
queir importanza che le si deve da uno storico. Egli, non sempre il racconto sotto il generalato del b. Giov. da Parma anno 1255, senza per precisarci n 1' anno della fondazione de' menle
iserisce
tovati conventi, n quello tampoco della rivelazione che si dice avvenuta col. Con la frase troppo vaga * Erat tunc in part&>u8 uUramarinis, il cronista, secondo il suo solito,
volle probabilmente alludere al
tempo
di quel
g^eralato, o
all'
lui
espresso, cio
Chech ne
racconto parla
quali certain
da
so, e
nomi
mente
riferirono o scrissero
non pi tardi del 1268, anno in cui Antiochia cadde soldano Bibars, e i due mentovati conventi perirono distrutti (1).
fatto
i
Speculum Vitae
di testi,
(ed.
1504)
Generalium. Data questa notabile differenza Chron. crediamo utile riportarli ambedue, non essendoci possibile per ora determinare con qualche probabilit, a quale de' due testi da noi conosciuti si debba l' originalit o
differisce dal testo datoci dal
XXIV
priorit di
tempo o
di compilazione,
i
il
testo
del
Ora
ci
resta a premettere alcune notizie suU' epoca dello stabilimento de' francescani
Montagna Nera.
222
Sene Cronologica
eie. p.
n. 1-2.
BibUo*.
Tom. L
66
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HISTORICA
H greco Giovanni Focas, nel 1185, percorrendo la Siria e la Terra Santa, ci descrive la magnificenza di Antiochia, e la dice celebre anche per la vicina Montagna Ammirabile
(6auti(x<jTv opos) abitata nel
IV
questa
Montagna Nera
(x
Maupov 5po)
il
Monte Sco-
pultis ( SxiceXo;): nei quali monti db antiquo, molti servi di Dio, cercando Dio lo tro-
ed oggi ancora, dice, sopravivono de' monaci che abitano le selve di questi monti, Lo stesso ci narra anche Guglielmo di Tiro (2). Il Yitriaco, che scriveva nel 1220, ricorda pure la Montagna Nera popolata da conventi di
:
e latini di ogni nazione, situata a settentrione di Antiochia (3). Pietro II, gi abbate Cisterciese, poi vescovo d* Ivrea, indi Patriarca di Antiochia, concesse nel 1214
monaci greci
ai suoi
monaci
Cisterciesi
il
monastero
d S.
sulla
gorio
vicino
ad Antiochia
et
(4).
Giorgio detto altrimenti de Jubino situato Pi tardi, nel 1235, troviamo che Gre-
certo Ministro
dioecesis di professare la regola di S. Benedetto (5). Cosi molti monasteri e conventi, oltre
i
romiti di vari riti e di varie nazioni, popolavano la Montana Nera, e tra questi molti monasteri di monaci greci partegiavano per 1' unione delle due chiese (6). Su questa dunque Montagna Nera, poco lungi dalla citt di Antiochia, ebbero pure
ed un
tiochia.
In mancanza
principio di
non possiamo indicare V epoca precisa due se non approssL.ative tra conventi francescani, questi
di dati certi,
anni
t.
1220
col.
Lat
t.
133
col. 929.
Cfr.
Pachm.
ibid.
Patr. Gr.
143
(2) Qui vero a septentrione, verbo valgari et consueto Montana nigra dicitur, mona videtur pinguis et aber fontibns, et rivs rrigaus, in sylvis et pascois multas snis habitatoribns praebens commoditates : ubi et priscis temporibus malta tradnnt fuisse virorum re-
ligiosorum monasteria: et usqae in praeaens, Deum tmentiam loca plura fovet et nutrt venerabilia > . Historia lib. IV e. 10 (p. 687 ed. Bongars).
(3) Habet (Antiochia) a septentrionali parte montem qnemdam, qui vulgarter Monr tana nigra dicitar, in quo sant malti Eremitae ex omni genere et natione, et plara mona-
steria
est irrigaas, Mons Nero, idest aqaosas nuncupator. Neros enim graece, aqaa latine. Simplices autem et laici Noire idest nigra exponunt in valgari sermone > Hist. Iherosol. lib. I cap. 32
ed.
il
Il
e. 4)
ed
altri.
Coenobiam S. Georgii de montana nigra, alias de Jubino prope Antiochiam, evocatis monachis saia Cisterciensibas e monasterio Firmitatis (Cabilanenais dioecesis) Ordini tradidit anno 1214 >. Ughellus-Coletti, ItaUa Sacra IV col. 1072. (5) Il documento riportato dal Waddingo (Annales an. 1219. n. 66, 1. 1 p. 328); ^li per ignorando l' esistenza di altri conventi latini snlla famosa montagna, si fa nna difficolt Ball' epoca di qae' certi Benedittini i quali, come vogliono le nostre legende, col avrebbero ricevuto r abito dallo stesso S. Francesco nel 1219-20. La difficolt per non seria data r esistenza certa di vari monasteri latini sulla Montagna Nera e fra questi ovvio ammettere che siano pure esistiti col monaci di varie congr^azioni Benedettine, prima ancora
;
che i mentovati Eremiti abbracciassero la r^ola di S. Benedetto nel 1235. Cosi prima o dopo di questi, poteano altri Benedettini aver abbracciata la regola di S. Francesco. Il Mariano (cronista nel 1480) come vedremo, invece di Benedettini quelli che abbracciarono
la
r^ola di
(6) .
S. Fxaneesco,
li
Bey Bevue de V
Orient Latin
t.
VIII
p. 36.
p.
149
Cfr.
DE
e
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
67
Bey, nella pregiata saa operetta delle Colonie Franche in Siria, scriTe quanto segue sui Minoriti stabiliti sulla Montc^na Nera, montagna che ^11 per confonde con quella detta Ammirbile e distinte dal Pocas Dans la Montagne Noire,
Il
20
montagne Sainte ou la montagne Admirable se trouvaient encore plusieurs monastres de religieuz armniens, greca et syriens, ainsi que de nombreaux anachortes. Ce fui l, dans des cellules tailUes dans le roc, non loin
nomme
en 1210
(2), les
runis en
communaut
(3)
Il
dotto Falestinografo
non
Checch ne sia
non sappiamo che valore possano avere. della precisa epoca della fondazione de' conventi Antiocheno e della
notizie, quindi
Montagna Nera,
il
Minoriti nella
diocesi Antiochena.
Se
ci
mancano antiche ed
esplicite testimonianze
mento de' Minoriti in Antiochia durante il viaggio del Santo in Siria (1219-20), possiamo per assegnarvi come epoca certa la terza decade del sec. XUI, cio qualche anno prima
del
1230; poich
in detto
al Patriarca Antiocheno
i
dell' Oriente,
Minoriti eran di gi
ponevano
che
il
Pontefice vuole
d'
esso
stato
il
altronde sappiamo
di
celebre B.
Benedetto di
citt
Antiochia
Antiochiae
et
Somaniae Minister
tempi in
(6),
vincialzia in quei
uno
de'
probabilissimamente per avervi fissata la sede produe conventi Antiocheni. In una citt quale Antiochia,
sta-
Minori. Dal 1220-30 in poi, sino alla distruzione di Antiochia (1268), vedremo Minoriti disimpegnare vari e delicati uffici nelle continue relazioni tra Antiochia e Boma, e
accompagnare
A)
e
Ex
S.
Chron.
XXIV
GeneraUum:
Anno Domini
apud
generali
Mariam de Portiuncnla
1219, a prima conversione sancti Francisci anno XTTI, in capitnlo celebrato, iterum (7) electis Ministris, de volun-
(1) (2)
(3)
Monastero dato ai Certosini nel 1214, come ha il succitato Ughelli. Forse errore d stampa invece del 1217 ovv. 1220. Bey Lea Colomes Frangues de St/rie p. 325.
t.
p.
-S^
58
Quaresmius
lib.
Cronologica p. (1 feb. 1230) diretto cYenerabilibus Fratribus Antiocbensi et lerosolymtano Patriarchis Apostolicae Sedis Legatis, ac universis Archepiscopis etc. > .
Il
XVI
e nota 3.
breve
Ordinia
Fratrum Minorum
(5) (6)
Wadding ad
Pisanus
72
v.
t.
II p.
308
cfr.
Wadd. ad
Pisanus Conform. 8 fol. 56 r. ediz. 1513. an. 1233 n. 11, t. II p. 326, ove detto
Minister Bomaniae, come dal Salimbene {Chron. p. 16-17) chiamato Minister Grraeciae; denominazioni varie che ci indicano 1' estensione della provincia di T. S. che si est^ideva, sino al 1260, per tutto 1' orientale impero greco-romano.
(7)
pruno Capitolo Generale celebrato nello stesso Inogo l'anno 1217, nel quale anno fa decisa e inviata la prima missione de' frati per 1' Europa e di frate Elia con altri in Oriente: come abbiamo osservato e documentato pi sopra riportando il racconto di fr. Giordano da Giano a pag. 38.
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TESTIMONIA
HISTORICA
tate Dei faernnt miss fratres per totnm fere mandom cnm ltteris Domini Papae missis nniyersis ecclesiarnm praelatis et rectoribns tenoris sabseqnentis.... (1) [p. 14].
In Ua antem Fratrnm dispersione, beatns Franciscns ob fervorem martjri ad paries Syriae cnm XII fratrbns aliia transfretarit, et assnmpto fr. Illuminato, ad Soldanam pergens, ab insidiis Saracenorom tenti, ]gati et crndeliter verberati, ad ipsnm Soldannm finaliter adducnntar. linde lacobas de Vitriaco Cardinalis in Historia ierosolymitana sic ait: Vidimus prmnm Ordinis fratrnm Minornm fondatorem etc..., (2) [p. 22-23]. Aliter etiam legitnr, qnod (Soldanns) fait per beatnm Franciscnm conversns, et post sancti mortem per dnos fratres, qnos Sanctus ad eom misit, fnit in fine dieram suoram
baptizatns (3) [p. 23].
Anno Domini [1268] Soldanns Babyloniae (4) Antiockiam, nnam de famosioribns ciTitatibos orbis, cepit et Christianis abstnlit, omnibus tam viris qaam mnlierbus captis vel interfectis et ipsam in solitndinem redegit et tane conventos Antiochiae et Moniana,e
nigrae snpradicti faernnt pariter dissipati [Chron.
cit.
p.
331].
[in
B)
Quomodo monachi
8. Benedicti
facti sunt
in
Montana
Nigra
Coelesyria]
omnes pariter
TestodelGftron.ZXrrCren.p. 281-83.
Erat tnnc in partibns nltramarinis pro< pe Antiochiam ad octo milliaria (6) qnidam conventos in loco, qni dicitar Montana Nigra (eo qaod densissima silva bene lata ad duo
milliaria
cingebator), sanctis fratrbns ppalatns, caias principiam fait tale. Erat ibi
In civitate Antiochia, erat qnoddam monasterinm monachorom bti. Benedicti, in loco qn dicitar Montana Nigra, a civitate ipsa distans per octo miliaria: caias abbas et monachi vitam bti. Prancisci et fratram Minornm, quando ad illos caasa predicandi
enim antea ab antiquo monasterom monachornm Ordinis Sancti Benedicti, caias Ab> bas et monachi mores et vitam (7) Fratram
transibant (9) attendentes, divino spinta inpossessiones monasterii Patrarche tradentes, et locam pr habitatione retinentes
flati,
(1) Di Onorio lU, data li 11 Giagno 1219; il testo anche nel Waddingo, Sbaralea, ecc. Ciim ddlecH filU fr. Franccus et sodi ejits... > Il Pontefice, comanda aUe autorit ecclesiastiche di ricevere Francesco e i suoi sietU eatholicos etfideles, eis.... vos exhibeatia favo<
rabUes
(2)
et henignos
Al suo luogo
(a pag. 9)
il
Allude alla leggenda degli Actua da noi riportata pi sopra a pag. 63. assali Antiochia (4) Il famos Bibars I Bendokdar, soldano d' Egitto (1260-1277). e e absque uUo belli tumultu coepit [29 Mali], et post captionem usqne ad XYII millia personarum interfecta sunt > . Sanato Secr. fid. crucis lib. 3. par. 12, e. 9.
(3)
%U
Questa rubrica de' Codd. Leopolitano e Viennese del Chron. XXIV Cren. (6) In margine del Codice Leopolitano: Qumqne et alicubi qitatuor italica faeiunt nostrum wnum mUliare (7) Quattro altri Codd. hanno < vita > . VenetOs (expensis domini lordani (8) Speculum viiae beati Francisci et Sociorum eius
(5)
.
Esso, con qualche piccola variante, riprodotto dal Pisano nella 2 95 r. col. 1. ed. 1513). (fol. 94 t. col. 2 par. Conform. (9) Pisanus: .... vitam bti. Francisci et Fratrum suorum, quando ad illas partes prefoli.
184 T.-186
r.
30
lan. 1504.
IX
>
Conform. 9
fol.
94 T.-95
r.
parola insignificante,
dello
il
Pisano, e qui e nella conformit 10*, attribuisce a S. Francesco in persona e ai suoi compagni la conversione di questi monaci, durante il suo viaggio in
Speculum
Vitae.
Siria (1219-20).
DE
Minornm, qai ad
8.
FRANCISCO IN ORIENTE.
69
illas partes venerant, contemplantes, divino spirita infiammati, omnes possessiones ipsios monasterii Fatriarchae Antiocheno resignantes, monasterio tantam pr saa et alioram fratrom habitatione re-
20
Fratram Minornm omnes habitnm et Ordinem assnmpsernnt. Onmqae aliqQibns annis iam transactis,
tento,
Et cnm
in
dicto
loco
tam
ipsi
quam
devote Domino deservirent, et patria illa tane esset Cbristianis et sab Christianornm dominio
fratres ex diversis partibus venientes Domino servierunt, Gfuardianus dicti loci de sero, cum esset tarda bora, extra locum causa
popolata, Oaardianas einsdem loci qaadam nocte post completoriam extra ostinm causa orationis egrediens, vidit lacem miri splendoris centra se radiantem et cnm ipsa mal-
meditationis et orationis egressus, quia locas erat extra habitationem hominum positus,
se capitibus in-
coram
clinati sibi
verentia, pertransire.
ierunt.
se circam-
simis glaaci sive galbi coloris indata; et post illam alia transibat indomentis sabdecorata,
ecce alia turba valde honorabilibus vestimentis albi coloris, capitibas inclinatis, reverentiam exhibentibus, cum candelis in manibus, et
prime
qaam decem
vestiti
viri
nimio splendore
ipsi pertransibant.
Post quos et
alii
similes
fnlgentes, cereos, et
omnes gestantes &cta sibi modo praedicto reverentia, priores seqnebantar. Et post hos appamit sibi qaaedam domina maltam derabeis,
cum
Hec
nimis attonitus miraretur secum, ecce decem viri nimio fulgore Incentes, vestiti
rubeis
dnm
cora et splendida, daobas viris honorabilibas Gomitata, qaoram alter senior et alter invenis videbator, [qai] cam cereis, fecta sibi reve-
iam
dictis
et candelis,
stigia seqnebantur.
renda, procedebant.
nuUum illoram interrogaverat, cepit seipsnm arguere. Et dum intra se tacitus cogitaret, apparuit mulier quedam, decora nimis, claritate circnmfalta, duobns viris
Gnardianus
comitata,
quorum unus
videbatur, cereos gestando in manibus: qui sibi more priorum reverentiam exhibuerunt.
Qaam dominam dictas Gaardianas totas attonitas allocotas est dicens : domina, adinro te per eam qai pr nobis mortem
sastinnit, at mihi dicere digneris, qaae tu sis et hi qai tecam sant, et qnid tarbae, qaae praetereant significent, et qao vadant .
nam
domina, adcepit clamare dicens iuro te per eum qui pr nobis in cruce
:
mortem
et
sitstinuit,
sis,
Mi
Qaae gratioso valta aliqaantalam matare sabridens dixt Ego -som mater Ghristi, et hic senior qai mecam est, Petrus Apo:
precedentes significent, et quo vadant Que gratioso vultu et maturo subridens dixit Ego sum mater Salvatoris Christi : et
* hic senior qui mecum est, Petrus apo stolus, Johannes evangelista iunior. Prima
stolas, et iunior est Evangelista Ioannes : prima turba qaam vidisti, vestimentis rabeis indutam, sunt Martyres, seconda Confesso res, tertia Virgines; et decem viri,
turba quam vidisti, rubeis indutam, mar tyres sunt, seeunda Confessores, tertia
Virgines. Et decem viri, qu>os vidisti quarto loco, decem Apostoli sunt; et ibi
fratris
quos
quarto loco vidisti, sunt alii Apostoli Chri sti. Et omnes vadimus Antiocbiam
pr
qnam
corpore egredientem assnmemus et ad coeli gaudia in simul perducemus. Et post octo dies re vertemur ad i^tum locum et animam coius-
assumemu^, et cum hac decora societate od celum deducemns. Et statim, aliis octo didnts transactis, huc ad locum tuimi,
70
BIBLIOTECA
TESTIMONIA mSTORICA
dam frtra hc moritar, honore simili condncendo, ano repraesentabmus Crea< tori . Et bis dictis tso disparnit.
societate, revertemur,
et animam cuiusdam fratris hic morituri, simili honore conducendo, suo presenia Umus creatori, aetemaUter iocundantem*.
Ipse vero post Matatinnm statim daos fratres misit Antiochiam, ut diligenter explorarent, si frater aliquis ibi esset infirmas, nallo dato indico praefatae visioilis. Qai celeriter imperantis inssa complentes, in loco
fratrum de Antiochia quendam fratrem invenerant in extremis laborantem, qni circa mediam tertiam, eia praesentibns, debitam hnmanitatis exsolvit.
statim tso disparnit. Ipse rero Guardianus in ecclesiam rediens, cnm desiderio [tempns] matntinalis officii expectabat. Quo expleto, duos fratres advocans, eis per salutarem inianxit obedientiam, ut statim irent Antiochiam, ut yideront si aliquis frater esset infirmus, rei in brevi morturus, nullo eis dato indico Tsionis. Et si quem invenirent, statim redirent et dicerent ei sine mora. Qui statim pergen[tes] de mane Antiochiam iverunt, fratremque iam in morte laborantem invenerunt. Cuius cum finem expectarent, ecce
dictis,
His
lissent,
convocatis, serem eia retulit praefatae visionis, et qnae Virgo de fratre aliqno illios
loci
psorum oculis, quasi circa horam tertiam, debitum humanitatis exolvit. Quo &cto, qui misi fuerant ad suam locum revertuntur, Guardiano suo aingula retulerunt. Qui mox fratribus omnibus conin
promiaerat, post dies octo morituro et ad coeli gaudia honorifice translaturo. Ergo,
inqnit, fratres carissimi, cnm pura confes sione et devotione nos omnes praeparemns,
vocatis, serem retulit visionis prefete. Et adiecit quomodo ipsa mater Salvators sibi
quia ex nobis quis morturus sit, penitus non accepi . Qui cum omnes se ad morien-
dum cum
ecce
devotione maxima praepararent, octavo die Guardianus, dieta Missa, dixit se gravem capitis sentire dolorem; et
quod in octava die, animam uuius hoc loco morituri, simili cum honore et reverentia ad amena gaudia perdu Fratres itaque mei, cum ceret paradisi .pura confessione et reverentia, nos presparare debemus in hiis diebus, quia ex nobis quis moriturus sit non accepi .
dixerat,
fratris in
:
horam sextam
diei
spiritnm reddidit,
cum
ianuam ingressarus. Haec recitaverunt fratres lacbus et Baynerins de MonU Politiano, qui ibi conventuales fnerunt et erant homines per omnia
fide digni (1) .
omnes una cum Guardiano, pura confessione et cum summa devotione et multarum lacrimarum effusione, vigiliia, orationibus, aingultibus et ieiuniis ad mortem se preparabant. Et ecce cunctis fratrUrns sanis et incolumibua exstentibus, ita quod aliqui predictam vsionem iam quasi illusionem putaQuibus
fratres
intellects et reverenter auditis,
bant, octava diea advenit, in qua Guardianus predictns, cum devotione missa celebrata,
dixit se capitis gravem sentire dolorem; ac infirmitate crescente, circa horam diei sex-
tam, Inter manus fratrum reddidit spirtum Deo : cum societate premonstrata celi ianuam
ingressus .
moni
Kel testo usato dal Waddingo, che egli chiama Legenda Antqtui, tre sono i testi huins (Legendae Antiquae) auctor accepit a fratribus lohannino, lacbo et Megnerio de Monte Politiano, illius conventus (MontaiMc Nigrae) incolis, et rei testibus oculatis ut habet Legenda >. Ad an. 1219 n. 68, t. I. p. 329. Lo stesso racconto trovasi in un Cod. della biblioteca dei principi Chigi di Roma (segnato J. VII. 262 a fol. 94 r.):
(1)'
del fatto:
Montana Nigra) con questa clausola Frater lacobus.... haec omnia supradicto fratri Raynerio de Monte Politiano ista devote recitavit, et ^o a fratre Raynerio audivi et ad utilitatem l^entium praesentiom et futurorum rescripsi, anno Domini MCCCXII. Vili idns fbmarii .
:
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
71
1383
la
t.
lohannes de Ypra.
p.
21
France
XVHI
607-8)
(1).
e.
Ex
Chron. S. Bertini:
rei lenisalem, dnx Aostrie, fratres militie Templi, fratres
Hospitalis et fratres domas Alemannoram cnm christianornm exercitn, dominns etiam Pclagius cardinalis episcopas Albanensis, apostolico sedis legatns, natione Hispanns, Damiatam Egypti nobilem civitatem obsidione vallaverunt. Hec civitas, ab uno latere flumine Nili, ex alio muris, turribus et fossatis, arte et ingenio premunita, piena erat gentibus et divitiis
infinitis
:
in
qua obsidione, predictus legatns cum rege lohanne predicto, qui prius
exercitui
dominabatur, colloquium sue auctoritatis habuit, allegans se exercitui debere preesse, et crucesignatos ad snum regimen pertinere, quia per ecclesiam, cuius ipso legatus erat, passagium fuerat ordinatum. Rcx tamen, verba dissimulans, pr domino se gerebat. Exercitus itaque, per hoc in se divisus, non veritatem proprie, sed affectionem sui principis quisque sequebatur. Erat in hac obsidione beatus Franciscm, qui videns christianos se contra Sarracenos ad pugnam preparare, quasi prophetice dixit eia quod, si foret attemptatus congressus, non cederet prospere christianis cuius spreta prophetica, statim pugna committitur, totaque in fngam vertitur acies Christiana. In hac obsidione inventus est liber arabico scriptus, cuius autor se christianum, iudeum ac sarracenum negat, in quo inter alia continebatur, quod Damiata caperetur a christianis, et quidam rex Knbie christianus Mecham civitatem destrueret, et ossa Mahometi dispersa proiiceret. Cuius prophetie prima pars nunc adimpletur ; nam post annum et septem menses obsidionis, Dominus tradidit eam in manus christianornm sine belli strepitu vel tumultu anno MCCXIX, nonis novembris. Nocte quodam modo tempestuosa
:
quidam christianornm, per scalas civitatem intrantes, portas apernerunt, et multitudo christianornm intravit, et spoHis infinitis sunt ditati. Capti fuerunt in ea civitate triginta millia Sarracenorum, innumeri vero perempti: de christianis antem (quod miraculosum creditur) nullus omnino periit; nam Nilns fluvius sic inundavit, quod ad castra christianornm nomo sarracenorum accedere poterai, etiamsi omnino voluisset.
et tenebrosa,
sic
1385
1385.
Fr.
Bartholomaei de Pisis
Domini lesa
Ohristi
3rd. Min.
Bedemptoris nostri:
Facciam nostro il godizio che sn Bartolomeo da Pisa scrissero i dae dotti critici PP. Marcellino da Civezza e Teofilo Domenichelli Bartolomeo da Pisa, che il Papini
:
22
(1)
Martene-Durand
diamo
opportunit che avemmo che si conosca genuino archivio della Verna e attualmente presso i nostri conle
usiamo secondo
l'
Quaracchi che ne cnrano nn' edizione crtica. Da questo Cod. potremmo ricavare la data approssimativa in cm il Pisano principiava a scrivere queste Conformit. Egli al fruct. 2 pars 1 (ms. t. I fl. 27 a. 1.) scrive: t Quarto, hoc ostendit ipsorum Indaeornm captivatio et statuta desolatio,
ut habetur Dan.
quae post mortem veri Messiae et Christi eis evenire debebat, 26 ; quae captivatio et dissipatio ac desolatio usqne in hodiernum diem ab anno 1846 viget A questa data aggiunti i 33 anni tradizionali della vita di Cristo, avremmo il 1379 come anno in cui il Pisano scriveva il secondo frntto o capitolo delle Con9,
.
la
data
72
BIBLIOTECA
TESTIMONIA HISTOEICA
22
come santo religioso, maestro in teologia dottissimo, canonista, ricco di sacra erudizione e scrittore instancabile (1), scrisse verso il 1385 le sne famose Conprofana formitates, approvate solennemente dall'Ordine nel Capitolo generale del 1399, e a cui
stesso ci d
e
negata
ingenue espansioni dell' affetto, che pure principio e disposizione necessaria al conoscimento del vero. Queste Conformitates segnano i primi albori del metodo crtico, che ripiegando sopra s stesso, vuol separare il men certo dal certo. Infatti, ci avveniamo in osservazioni come le seguenti De in loco autentico non reperi, sed depictum et scriptum in plurilms locis inveni. Sed de nullo praefatorum dominus frater Bonaventura in Legenda malori facit mentionem ;
:
da un scetticismo
da nna
diffidenza di cuori
chiusi
all'
isto,
et
quid
fuerii" in
et
mentionem,
1510 pono
fol.
(ed.
causa ignoro : cum tamen de primo dictus Bernardus a Bessa facit secundum de scriptura publica notarii reperi Florentiae transcriptum (ed. 149 a. 1). De praefatis apparitionibtis non reperi scripturas : quas hic non cit. fol. 229 6. 2). Informationes quas non scribo, quia imperfectas reperi
a. 1). Inoltre, quasi ad ogni pagina cita con scrupolosa esattezza le fonti da suo racconto, e ne trascrive fedelmente le parole. Chi procede cosi, non pu
(ib. fol.
78
il
cui trae
rivendicando dall' oblio e dal disprezzo le Conformit del Pisano, non esita a dirle opera la pi importante che sia stata scritta su S. Francesco ; e che se il Pisano evidentemente
non segue
le norme della critica severa quale c^gi la vogliamo, ci non di meno ^li deve occupare il primo rango di onore tra i fedeli compilatori (3). Ormai la crtica imparziale e le continue scoperte che ci danno gli studiosi di cose francescane, ad esempio i lavori del P. Lemmens (4), la Vita et miracua B. Benedicti de Aretio da noi trovata in un
si
schierano
in fa-
vore di Bartol. da Pisa la cui &raa risoi^ con una riputazione meglio stabilita che mai,
di scrittore cio e compilatore fedele sino allo screpolo (6).
tica delle
vera luce
i meriti e i difetti del Pisano, e soddisfer pienamente i giusti desideri de' dotti che le attendano e le incoraggiano coi loro voti. Bartolomeo Pisano giovanetto entr nell'Ordine, occup le cattedre teologiche a Venezia, Padova, Pisa, Siena, Bologna e Firenze. Nel 1373, con laurea dottorale, pass alla
cattedra teologica di Cambridge. Predicatore e scrittore instancabile, oltre le Conformit MC trenta altri volumi manoscritti. Mori nel 1400, o secondo altri il 10 decembre 1401,
ferme centenarius
Se stiamo al
(7).
titolo delle Conformit, secondo tutti i Codd. e le stampe, esse farono terminate opus editum nel 1385. Quindi qualche data posteriore che riscontrasi nel-
(1)
(2)
(3)
Papini Storia di S. Francesco t. II p. 247. Civezza-Domenichelli Lm Leggenda di S. Francesco p. LIII-IV. Vie de S. Franf. sources CXIV-XX.
(4) Cfir. in
(5)
modo speciale i Fragmenta minora Eomae 1903. Vedi questa Vita nella presente opera sotto 1' anno 1220, ove trattiamo del B. Beil
nedetto.
(6) questo anche pag. 385-86.
(7) Cfr. Benoffi
Van Otroj
Wadd,
in Anal.
BoU.
t.
XXIII
SuppUm.
p. 109
Sbaralea
Cronache
t.
Ili p. 6.
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
73
l'opera (come Fan. 1390 a fol. 150 a. 1. ed. 1510), verrebbe ad indicarci che il Pisano pi tardi ritocc ed ampli la sua opera, approvata poi dal Capitolo generale di Assisi li 2 agosto 1399.
Molti sono
la pi antica in
dotti
i
22
ma
La prima,
a Milano
come
la pi autorevole.
La seconda
ma
da diverso editore
e tipc^rafo,
La terza edizione vide la luce a Bologna apud Alexandrum Benatium 1590 per cara del Min. Conv. P. Geremia Bacchio che pretese di pargare V opera da infinitis propemodum mendis , ma che in realt la detarp storpiando qaa e l il testo a capriccio,
gioni.
Vili,
et in
pessimo errore
Qualcuno
nosciuta ai
s'
imbatt a caso e cit un' edizione del 1620 che sarebbe la quarta e sconoi
pure
e'
imbattemmo
in
un' indicazione
di
questa
pretesa edizione sfogliando i cataloghi della Nazionale di Firenze; ma a prima vista la credemmo un errore frequente nei cataloga. Chiesta l' indicazione 11. A. 1. 23 del catalogo,
vedemmo
in realt
un
bel
Bononiae apud Victorium Benatium una quarta edizione, e stavamo per assentirgli.
ci
accorgemmo
dell'
Aveva dunque ranon appena ci demmo a industria, per non dirla mistifica-
MDCXX.
Ma
erede
di
da 30 anni ingombrati i magazzini dalla vecchia merce lasciatagli da Alessandro, da buon mercante credo utile^ rimetterla in vendita come nuova, mutandole
forse
mal
soffriva veder
non
mutare e ristam-
pare
il
r impressum Bononiae apud Victorium Benatium MDCXX (4). volume, formato, carta, tipi, paginazione (di 330 carte numerate
identica alla vecchia merce del 1590!
Sicch tutto
il
resto del
quasi in prova di
tutta
questa industria
(non
potremmo indovinare
mistificati
i
non voler
posteri
fol.
a disdoro
non mut
di
l'
volume, ove al
330
v. in
calce, lasci
l'
antico
impressum
Alessandro
Bononiae
(1)
Un
buon numero
Mons. Santarelli
La
Tradizione francescana ed i due luoghi ove furono nascosti il Corpo ed U Ctiore di S. Frane, di Assisi: ricerche storiche in risposta all' ipercritica (Roma 1901) pag. 476-81.
(2)
(3")
Supplem. ad
script, p. 110.
Per
r ed. di
Mandach (8t. Antovne de Padue et Vari italien Bologna, 1620; come pure il Chavn de Malan (Storia di
es. il
Venezia, che dice rarissima, senza data, e senza il nome dello stampatore, (edizione questa non mai esistita!) e perci chiama qtiar^ edizione quella del 1590! (4) Vittorio nel frontispizio (identico, ma in tipi neri e rossi) soppresse la dedica al
Card. Hieron. de Ruvere, come pure soppresse la lettera dedicatoria al medesimo contenuta nel fol. 2, e dettata dall' editore P. Lucio Anguissola Bonon. Cai. Maii 1590 succeduto nella
direzione della stampa al morto confratello P. Bucchio Min. Conv.: soppresse anche i 5 distici dettati dal P. Boni in onore de' ricordati PP. editori, L' icone in rame del frontespzio
74
BIBLIOTECA
TESTIMONIA
lasciandoci
cos
mSTORICA
beli'
22
nn
anacronismo tipografico, se
fedelmente
Le
Pei
fatti
principali fonti, pei brani che qai riportiamo, e dalle qaali attinse
il
Pisano, sono 1 la
e 2 gli
scrittori precedenti,
sconosciuto.
possiamo con ogni ragione asserire, che egli conobbe ed us fonti a noi Tero che in pi luoghi della sua opera il Pisano erra; confonde qualche
volta
un
luogo,
una persona per un' altra, e, piamente ingenuo, come tutti quasi i buona fede, sulla testimonianza altrui o da memorie
cronisti
antiche,
ma
nessun
fatti
che egli
n tampoco il severo mai che il Pisano abbia di proveranno Con al criterio noi riporta. questo prestiamo
sottile
critico,
Pisano quella fede che si merita, e non abbiamo difficolt di accettare per istericamente vero tutto quello che troviamo riportato da lui, salve le debite riserve che abbiamo fatte a
proposito di alcuni fatti narrati negli Actus e riprodotti dal Pisano.
cit.
opere
fr.
Barth. de Pisis:
Secularis existens [6. Franciscus'] ob reverentiam Apostolorum Eomam ivit. Pactus Apostolorum Petri et Pauli, Sanctum lacobum de Galecia, Sanctum Angelum de monte Gargano, et Domini Sepulchrum . Ex Cod. Alvernae t. II
frater, visitavit pluries limina
fol.
69
b.
2,
Conform. 19
(fol.
188
b. 2.
ed.
1510;
fol.
168
a. 1. ed.
1513).
cum undecim
125
a. 2. ed.
(sic) sociis
fuit b.
fol.
196
Conform. 11
(fol.
1510;
fol.
110
b. 2.
ed.
1513).
Beatus Franciscus fait per quemdam Abbatom in partibns ultramarinis (1) habentem spiritum propheticum declaratus; qui beatum Franciscum praedixit venturum, et de eius
molta praedicens, mandavit suis monachis quod si quando in paripsum beatum Franciscum viderent, cum cruce et omni reverentia praecedere deberent. Et sic fuit factum beato Francisco cum duodecim sociis mare transito, ad Soldanum pergente, ut dicit Legenda antiqua Cod. Alv. i. I fol. 21b.l. Conform. 1 (fol. 13 b. 2. ed. 1510; fol. 12 b. 2. ed. 1513).
sanctitate et fratrnm
tibns
illis
Soldano fuit beatus Franciscus declaratus qui ad ipsnm summam concepit devotionem, et tandem ipsius meritis regeneratus in Christo est salvatus. Cod. Ai. 1. 1 fol.
:
23
a. 1
Conform. 1
(fol.
14b.
1.
ed.
1510;
fol.
13
b. 1.
ed. 1513).
:
Nam
alios infideles
(fol.
29
a. 1. ed.
Ad Soldanum vadens cum socio fratre Illuminato a Sarracenis captus, feraliter, cradeliter et contemptibiliter pertractatus, affectus conviciis, verberibus affiictus, et vinculis alligatus; quid dixit socio, certe exhilaratus [dixit]: Confide, frater, in Domino; in
(1) Il Cronista r. Mariano (e. 1480) racconta la stessa profezia, e l' attribuisce alAbbate di Montagna Nera in Siria presso la famosa cipt di Antiochia a sette miglia, dove era una famosa abbadia con monaci di Sancto Basilio (sic !) Cod. della Nazion. dt
l'
Firenze, Magi. XXXVIII n. 99 cap. 9 carta 16. Poi soggiunge che detti monaci ricevettero con onore <S. Francesco quando pass el mare per andare in Egipto con dodici compagni; inprima che venisse a Dam)ata, fecie porto in Acri et discorse predicando per la Siria, tanto
che venne in Antiochia...; li predicti monaci di Montagna Nera lo invitarono alla loro badia,... l andarono incontro et con grandissima reverentia et devotione lo riceverono.... et dalle
mani
di S.
>
DE
S.
PRNCISCO IN ORIENTE.
75
nobis impletur illud EvangcUi-. Ecce ego mitto vos sicut oves inter lupos . Cod. Alv. t. II fol. 47 b.l. Conform. 17 (fol. 175 a. 1. ed. 1510; fol. 156 a. 1. ed. 1513).
Non solum fideles christiani ad honorandum beatum Pranciscum incitabantar, sed [etiam] infideles. Cnm enim post multos labores, pericula et afflictiones ad conspectum pervenisset Soldani et Christum edem evangelizasset, iiutu divino Soldanus in mansuetudinein conversns benignum ei prebuit anditum. Cernens quidem in eo fervorem spiritns,
22
constantiam animi, contemptum vite presentis, efi&caciamqae divini sermonis, devotionem tantam concepit ad ipsnm, ut magno enm honore dignnm diceret, munera offerret, et ad secum trahendum moram instanter invitaret. Et quid mirnm? Si Chriatus corda snorum commoveret ad venerationem beati Francisci, cnm per ratione carentia sit ipse beatns Franciscus moltipliciter honoratus, accedendo ad ipsuni, stando cura ipso, nec ab ipso recedere ullatenns volendo, proot octava pars tnaioris dicit legende. Cod. Alv. t. II fol. 117 b.l. Conform. 27 (fol. 215 b. 2. ed. 1510; fol. 192 b.l. ed. 1513).
Non solam pater Franciscns predica.vt fidelibus, ymmo etiam infidelibus. Sexto enim conversionis ipsins anno, ad predicandnm Saracenis et aliis ad partes Syrie disposuit adire vernm ventis non secundis flantibus, compulsns est partes Sclavonie arripere, etc... (1).
quia amor animarnm et fidei, animam ipsius gladio fervoris pertransibat, dnm videret se ad partes Syrie non habere in voluntato Dei accessnm, versus Marochium iter arripait, nt MiramoUno et eias genti Christi evangelinm predicaret et ad palmam optati martini si quo modo veniret. Ibat tanto desiderio, nt qnamvis corpore imbecillis esset,
peregrinationis sue socium precurreret, et ad exequendum quod decreverat festinus ut ebrios spiritu advolaret. Et cum usque ad Yspaniam accessisset, infirmitate superveniente
Vernm
;
gravissima, quod cupiebat adimplere nequivit. Tertio tandem ad partes infidclium accessit, ut et fidem predicando eisdera, converteret, etsi non ad palmam gloriosi martirii perveniret. Vernm cum se anno decimotertio a sua conversione ad partes Syrie ut Soldano predicaret disponcret adire, multi fratres eum usque ad partes Ancone sunt sequti, volentes cum ipso lluc accedere. Sed ipse hoc considerans, ac quod grave esset tot fratres simnl nautis deducere, nec ipse yellet aliquem nconsolatum dimittere ; eos dum esset in portu Ancone sic est alloqutus : Rarissimi fratres, omries vos vellem pr vestra consoatione ducere mecum; sed naute non sinunt: et quid u/num ego eligendo et alium dimittendo, vobis materiam preberem scandali et divisionis, ideo super hoc placeat vobis velie consulere Domini voluntatem, quam sic sciemus * Nam vocavit unum parvum puerum qui neminem illorum agnoscebat, et dixit fratribus : Interrogemus hunc puerum si vobis placet * ; et cum omnibus placuisset, dixit b. Franciscus pucro: Esine, puer, voluntas Dei ut omnes transeant mecum ? Bespondit
.
quod non.
Et quos
vult
fratres:
*Iste,
et iste, et ille; et sic tetigit XI fratres de illis, et dixit beato Francisco: *isti tecum ibunt, quia sic est voluntm Dei . Et tnnc omnes fuerunt contenti qui tacti non fnerant
per puerum. Dei voluntatem agnoscentes. Beatus Franciscns, navim intravit, et ad partes Syrie cum eisdem pervenit.
dictis
fratribus assumptis,
Sed cum guerra inter Saracenos et christianos tunc esset implacabilis etc. [Qui U Pisano riprende il ctt. testo Bonaventuriano ibq. maj. c. IX n. 7-8, e narrato come il Santo rietino i ffont del Saldano soggiunge] ex tunc enm Soldanus libentissime audiebat et beatum Franciscum rogavit quod ad ipsum frequenter accederet. Insuper sibi et sociis suis concessil quod, quocumque vellent, libere irent, et ubique per totum imperium sunm libere predicarent. Et dedit eis quoddam siemaoulum, quo viso a nemine lederentur (2). Habita igitur hac liberali licentia, Sanctus Franciscus socios suos binos bine inde transmisit in diversis
:
partibus paganorum. Ipse vero cnm uno socio, fratre suo Illuminato, ad quandam partem iens, cum per* venisset ad quoddam hospitium, ubi sibi erat pr quieto necessarium commorari, invenit ibi quamdam mulierem corpore speciosam et &cie, sed turpissimam mente: que ipsum sanctum de actu nephario requisivit. Cui Sanctus ait: * Si tu vis quod ego libi assentiam,
(1) Il resto
(2)
come in S. Bonav. kg. maj. e. IX, tutto il n. proposito del signaculum vedi sopra a pag. 61-62.
5.
32.
76
i2
BIBLIOTECA
TESTIMONIA
illa:
:
HlSTOEICA
dicis.
et
. Et duxit illam ad magnnm ignem, qni tnnc in Illa domo fiebat ; et in fervore spiritas expolians se, in lare ilio ignito nadnm tanqnam in lecto se collocavit: et vocans illam dixit : e Expolia te, et festina fru hoc lecto splendidissimo, florido et mitrando: quia hic te oportet esse, si tu vis mihi obedire. Ille aatem ignis nihil b.
paremus purcherrimum
e levtum
Eamus
te
ergo et
ducam
ad tectum
Franciscam lesit; sed snper larem illnm ardentem, ignitnm, qnasi saper flores hilariter accnmbebat. Illa antem mnlier tam mira cernens et stnpens, non solnm a stercore peccati, sed etiam a tenebris infidolitatis est conversa ad Dominam lesam Christnm et effecta est tante sanctitatis, qood iavantibas meritis b. Francisci, moltas animas ad Dm. lesam Chrstam
;
partibas acqnisivit. b. Franciscns, quod frnctam quem desiderabat ibidem facere non poterat, Domino revelante sibi, disposait, recongregatis sociis, ad partes fideliam remeare. Et rediens ad Soldanam, sanm propositam de redita indicavit. Cai Soldanas dixit: Frater Francesce, ego libenter ad fidem Christi converterer, sed timeo modo hoc facere : quia
in
illis
Videns antem
isti Saraceni me et te cum tuis sociis, si sentirent, statim inf-erficerent. Sed cum tu multum e adhuc possis proficere, et ego quedam magna negotia pr salute anime haeam expe-
mortem tuam et meam ita inopinate inducere. Sed indica mihi quo solver, et ego sum paratus tibi in omnibi*s obedire*. Et S. Franciscns Domine, dixit ei ego quidem modo recedam, sed postqtutm ad partes meas rediero, * et ad celum Domino vocante transiero : post 4nortem meam, secundum dispositionem divinam, mittam vobis duos de fratribus meis, a quibus baptismum recipietis, et salvus eritis, sicut Dminus meus Iesi*s Christtis mihi revelavit. Vos autem interim ab omni
dire, nollem libenter
*modum
:
< negotio dissolvite, ut cum gratia Christi venerit, inveniat vos fide et devotione paratum Coi Soldanas gaadenter assentiens, fideliter obedivit. Sanctus autem Franciscns ad partes fideliam rediit. Sed qualiter dictus Soldanas sit per b. Franciscam salvatus dicetur fructu
.
et
conformitate
XXXVIII.
Dum
tnnc a
denti (1)
in partibas esset ultramarinis b Franciscns, scilicet in civitate Antiochie, que Christianis tenebatar, evenit illud de quo dictnm est supra conformitate prece-
quod Monachi de Montana Nigra, que ab Antiochia per octo miliaria distat, nna cum Abbate vitam considerando et mores b. Francisci et Sociorum, possessiones omnes monasteri! Patriarche resignantes, et locum monasteri! solum retinentes, &cti sunt omnes fratres Minores; et in dicto loco plura miracula Deus ostendit, ut dictum est. Sic ergo prefatis apparet, quod b. Franciscns non solum ut converteret fideles ad Christnm predicavit, sed etiam infideles: et ad predicandum eisdem per maximam distantiam accessit . Ex Cod. Alv. t. I fol. 177b.i-178b.l. Conform. 10 (fol. 113 b. 2. 114 a. 2. ed. 1510; fol. 100 b. 2. 101 a. 2. ed. 1513). Sanctus vero Franciscns rediit ad partes fidelium, et post aliquot annos predictus Soldanus infrmatns est, et expectans beati Francisci promissum, qui iam ad vitam beatam migraverat, posuit exploratores in portibns et portuum exitibus, ut si quando duo fratres in sancti Francisci habitu apparerent, ipsos festinanter ad eum adducerent. In ilio autem tempore apparuit beatus Franciscns dnobus fratribus suis et precepit illis, ut sine mora pergerent ad Soldanum et salutcm eius, sicut promiserat ei et predixerat, soUicite prOcu-
Nunc scio vere, quia rarent ; quos ut vidit Soldanus gavisus est gaudio magno dicens misit Daminus servos suos, quia sicut promisit sanctus Franciscus, ita mihi servavit < sollicite pr salute mea suos socios transmittendo . Becipiensquo a predictis fratribus
:
documenta et sacrum baptismum, infirmitate regeneratus in domino migravit ad gaudia sempiterna, et salva fi^cta est eius anima meritis patris sancti Francisci, concedente Domino lesu Christo. Et sic apparet quod beato Francisco, vir scilicet Soldanus ad instar Christi suos fratre3 mittendo iuvatur, quia salvatus est . Cod. Alv. t. II fol. 174 b. 1-2. Conform. 38 (fol. 248 a. 1. ed. 1510; fol. 223 a.l. ed. 1513).
fidei
num.
20
ferito
a lato del simile racconto datoci dal Chron. 24 Generaliwn, ove per abbiamo pretesto che si ha nello Speeulum Vitae perch testo forse pi genuino di quello ritoccato
dal Pisano.
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
77
1480
[Pr.
Mariano da
Firenze].
Libro
delle
XXXVIII
la
cod. 99).
del sec.
il
met
XV.
Si accinse
;
23
Terrinca)
le quali,
1'
Haroldo
Waddiugo
(1).
il
nome
una
tandola col
Mariano anzi autografa, come fecilmente ci accorgemmo confronbrano fotografico di un autografo di Mariano inviatoci dal Sabatier, e specialOgnissanti Tractattis de origine, nobilitate et excellentia
mente
Provinciae Tusciae altra opera indubbiamente autografa di Mariano. Mariano, faori qualche fonte a noi ignota, attinge da Bonaventura, dal Vitriaco (che erroneamente chiama Legato in Oriente), dal Clareno, e specialmente dal Pisano e egli
attribuisce a frate Ugolino. Egli pone l' abbocSoldano dopo la caduta di Damiata (5 nov. 1219) e 1' arrivo di frate Stefano in Oriente quando ancora il Santo era in Egitto. Il Soldano Melek el Kamel
dagli
lui
alquanto specialmente il testo del Vitry; n vale la pena correggere le varie inesattezze del suo racconto, premesse che abbiamo le accreditate fonti de' secoli XIII e XIV alle quali
soltanto dobbiamo con criterio storico prestare quella fede che
si
meritano.
cit.
Ms. supra
La duodecima conformit, di S. Francesco chon lesu Chrsto,... sichome manifestamente narra la storia, la quale questa cio: Poich S. Francesco hebbe cholla sua beneditione
mandato
in diverse provincie li sui frati, celebrato el sopradetto chapitolo generale, et chonstituito frate Helia vicario (2) sopra tutto 1' Ordine, eletto per se dodici chompagni, infra i quali erano fre. Piero Chattani, fre. Barbaro, fre. Sabatino, fre. Leonardo
C di patire el martirio, prese el
Illuminato da Rieti, per l' ardore della charit et desiderio che aveva chamino verso el Soldano. Et essendo nel porto di Anchoi%a per entrare in mare.... (3). Navig S. Francesco cho' predetti chompagni che desiderava, et in breve tempo venne neir isola di Chandia (4), dove alquanti giorni fu et predich la penitentia et la passione di Christo. Dipoi navigando in Siria feciono porto nella femosa cipt di Acri. Dove divisi
Ascesi et
fre.
(1) Sulla bio-bibliografia di ir. Mariano vedi i due recenti studi del Sabatier in BarthoU Tract. de IndidgenUa (Collect. t. II p. 136-64) e del P. Roberto Razzoli Ord. Min. nel periodico Luce e Amore, Firenze 1904, Ann. I nn. 1-7. Ci dispensiamo di descrivere il Cod. che usiamo, perch gi descritto dal Sabatier nell'op. di. pag. e p. 143-44; cor-
CXXX-V
ha
l'
GXXXV
fin. 4,
ove
si
1447 come ha
il
codice.
(2) Frate Elia part prima per V Oriente, e non fu vicario del Santo se non dopo la morte del b. Pietro Catani (f 10 Mar. 1221) primo vicario, cui successe nel vicariato frate Elia dopo il suo ritomo dalla Terra Santa col S. Patriarca; come vedremo in seguito. (3) Segue quindi fedelmente il racconto del Pisano l ove questi ci narra la prodigiosa
scelta de' 12
(4)
compagni fatta da un bambino. Vedi a pag. Mariano il solo che ricordi l' approdo del Sauto
75.
nell' isola
di Gandia.
78
13
BIBLIOTECA
TESTIMONIA HISTORICA
li
sQoi Compagni, a dao a duo gli mand predichando per diverse cipt, acci &cies8no qnalche fracto infra christiani che tenevano tncta la Siria. Et lui anchora predichando venne nella grande cipt di Antiochia, dove predichando fu invitato da monaci di Montagna Nera, li quali sono d lungi da Antiochia otto miglia. Vennongli inchontro choUe croci processionalmente li detti monaci, et chon ogni rererentia lo riceverono sichome angelo di Dio. Et finalmente tucti presono dalle sue sancte mane 1' abito e la vita delli frati Minori, per la chagione detta di sopra al nono capitolo (1). Prese anchora el chonvento nella citt di Antiochia, et per le altre terre e citt della Siria ne fu presi alcuni altri, in modo che fu facto nuova provincia, dove conseguit non pocho fructo ne' popoli di quelle parte insino a tempi che furono dominate da christiani (2). Dopo alquanto tempo sancto Francesco si ritorn in Acri, et sal in una nave, e navig in Egipto alla citt di Bamiata, dove allora era venuto lo exercito de christiani, et avevono assediato la cipt di Damiata. Et preparando un giorno li christiani la battaglia, chon grande pianto S. Francesco dixe a fre. Illuminato suo chompagno : Dio mi ha revelato, che se christiani vanno oggi alla battaglia che saranno perdenti; ma se io lo dicho sar reputato pazzo, et se io mi sto cheto la chonscientia mi riprende Bispose el chompagno : Padre, io non stimerei niente di esser giudichato pazzo, imperoch padre tu sai che non chominci ora; sgrava la chonscientia tua, et temi pi Dio che li huomini . lisci fuora el banditore di Christo sancto Francesco, e prohibi a christiani che non Vadino in champo, imperoch da Saraceni saranno rocti. Riputarono i soldati la verit fovola, et indurati nel qnore non volsono tornare indietro. Ma apicchandosi insieme cho' saraceni furono perdenti ; e fu fatto tanto grande oc^isione de' christiani, che fa molto diminuito el numero loro. Imperoch circha a sei migliaia di christiani furono tra morti e presi. Et Messer G-iovanni Cholowna Cardinale et Legato della S. Chiesa nelle parti di lerusalem fu preso da Saracini e fu messo fra dua asse per esser segato pel mezzo, ma per divina disposinone schmp tanta crudel morte. Onde fu poi S. Francesco dal chapitano de christiani che era Giovatmi Be di Hiernsalem et da Messer lachopo de Vitriacho chardinale et Legato (sic!) della Chiesa in Egipto, et da tucto lo esercito christiano avuto in grande reverentia. In questi tempi Viorolicho (3) Soldano chol suo exercito se era achampato chontro alla cipt di Damiata, perch l' exercito christiano non passassi pi oltre in verso el Chairo; et tanto era invelenito et inclndelito inverso i christiani, per averli tolto Damiata, che aveva messo un bando che chiunque li portavano un chapo di christiano li darebbe uno bisanto doro. Ma el sechuro gon&loniere di christo sancto Francesco in fervore di spirito, armato solo cholle armadure della fede, sperando presto potere ottenere el suo desiderio, la oratione premissa, e chonfortato da Dio, pass chol chompagno nel champo del soldano, diciendo chonalta vocie, chantando el detto di David propheta, cio: * Se io andr nel mezzo del ortbra della morte, io ncm temer alchuno male, imperoch tusse mecho signore . Et chomo fu passato oltre al chanpo de christiani si rischontr in due pechore. Onde vedendole sancto Francesco, ripieno di grande allegrezza, dixe al
.
(1)
abate
e de'
Nel nono capitolo ricorda la nota profezia (riportata anche dal Pisano) che un santo monaci di S. Basilio (sic!) fece ai suoi firati, cio della prossima fondazione di
religioso e dell' arrivo fra loro in Oriente del santo Fondatore, quale racco-
nn nuovo ordine
mand
(2) Il Sariano, che compilava i tre testi del suo Trattato di T. S. negli anni 1485 e 1524, quindi contemporaneo al Mariano, cosi riporta questa tradizione storica: Appresso questa cita (de Antiochia) Montagna Nerira (sic), habitata da moltitudine de heremiti,
piena de romitorii e monasterii de Greci et altre nationa In questo monte S. Francesco, qxiando se parti dal Soldano, per andar in Antiochia, converti tati li monachi de uno monaNel testo Bindoni edito 1524, aggiunge Btero, e feceli frati, e menoli (!) con Ini in Italia >
.
:
Et
institai la Provincia
da Antiochia, de
>
Trattato
cit.
ed. Milano 1900, p. 169. (3) pi sotto lo chiama e Violorieho . Nel testo latino usato dal
Waddingo
(An$uil.
n. 1219,
t.
I p. 332 n. 3):
DE
chonpagno
S.
FEANCISCO IN ORIENTE.
79
Confidati diUcto fratel mio in Dio, inper che innoi si adempie quello evan: gelicho detto, cio, Eccho che corno pechore vi mando nel mezzo de lupi . Et andando pi oltre si rischontrarono ne soldati del soldano, li qaali chome Inpi rapaci prestamente schorrendo sopra le innocenti pechore, chome bestie presono i servi di Dio et chon dispregio
23
chrudelmente li trattarono faciendo loro ingiurie e affliggendoli chon battiture et legandoli chon fune. Et finalmente disponendolo Idio, in molti modi afflicti et atriti, sechondo che desiderava et che domand loro sancto Francesco lo menarono a Violoricho Soldano. Ma quando sancto Francesco fu domandato dal Soldano da chi fusino mandati et a che &re, non da huomo, ma dallaltissimo et inche modo fussino venuti, arditamente rispose Dio sono mandato, acci che io dimostri atte et al tuo populo lavia della verit et '- annuntii el vero e sancto evangelio Et chosl chontanta chonstantia dimente et chon tanta virt danimo et tanto fervore di spirito chominci a predicare Dio trino et uno et salvatore nostro lesu christo, che chiaramente illui fu adempiuto quello evangelicho detto: Io vi dar tal parlare et tanta sapientia che tutti li vostri adversarii nonvi potranno resistere ne chontradire . Impero che vedendo el Soldano nel huomo didio lamirando fervore di spirito et grande virt, volentieri stava udirlo, et instantemente lo invitava a starai chonesso secho. Ma sancto Francesco rispondeva * Se tu vuoi chol tuo populo chonvertirti a Christo, per suo amore volentieri star chonesso iecho ; ma se tu dubiti per la fede di
: .
:
Machometto, comanda che sia accieso uno grandissimo fuocho, et io vienterr dentro insieme cho tuoi sacierdoti, acci che chost tu chonoschi qual fede sia pi certa e sancta . Rispose el Soldano Io non credo che nessuno denostri sa cierdoti si volesse exporre al fuocho, o sottomettersi a alchuno tormento per defen Christo lasciare quella di
:
sione della nostra fede * Et questo dixe el Soldano perch vidde uno de suo' sacierdoti vecchio et reputato sancto che si fuggi quando sanpto Francesco fecie tale proferta. Bispose allora sancto Francesco: Settu mi vuoi promettere per te et per elpopulo tuo dichon.
nostra fede io vienterr slo, et scio abruder sia imputato a miei pechati ; massella divina virt mi difender chonoscerete Christo essere virt et sapientia di Dio et essere vero Dio et vero huomo nostro salvatore Kisposeli el Soldano Io non havrei ardire di acceptare questo experimento perch temo la seditione del populo . Et chome scrive nella sua storia Messere lachopo de Yitriacho Cardinale et legato in questa guerra, chome el Soldano vidde sancto Francesco, di crudele bestia si chonverti in mansuetudine et per alquanti giorni chongrande attentione lo stava audire predichare, asse
i>rtirti alla
. :
e al populo la fede di christo. Et chorae dicie sancto Buona ventura, li offerse di molti pretiosi doni. Ma sancto Francesco non desideroso delle chose mondane, ma della salute
dellanime, ogni chosa dispregi chome fango. Ma vedendo el Soldano tanto perfetto dispregio in sancto Francesco, molto magiormente admirato, li choncep magiore devotione, pregandolo che spesso livenisse a parlare. Et dette licentia allui et a tutti li suo' chomps^ni che potessero liberamente predichare. Haute addunqne tale licentia sancto Francesco mand li suo' chonpagni aduo, aduo per diverse
parti dello Egipto predichando la santa fede. Et chome scrive el pre&to Messere lachopo devtriacho, i saracini tanto patientemente et volentieri li udivano predichare la fede di Christo et la evangelicha doctrina quanto penorono manifestamente a chontradire a Ma-
chometto chome perfido et bugiardo. Onde allora crudelmente li chominciarono a fragellare, et se iddio mirabilmente nolli ha vesso difesi li avrebbono morti ; ma niente dimeno schacciarogli delle loro cipt.
Essendo una sera sancto Francesco nello ospitio, una meretrice lorichiese dellatto Vieni, estarai mecho neUetto dove star charnale. Alla quale rispose sancto Francesco io*; et in fervore di spirito si pose adiacere sopra uno grande fuocho et chiamandola diceva: Spogliati et presto vieni agodere questo splendido et florido et admirando ledo ;
:
chonda chome
stava sancto Francesco nudo sopra aquello ardente fuocho cholla fBkCCi& allegra et giofnss sopra uno lecto di fiori ; pei* elquale stupendo miracholo, quella meretricio si chonverti alla fede et visse poi sanctamente et in quelle parte guadagni molte anime a lesu christo.
Onde chome
sancto Francesco andava chongrande fervore predichando per li exercit de saracini. scrive el prefato Yitriacho temendo el Soldano che per la efichacia de suo' parlari el suo exercito non si chonvertisse e passasse al chanpo de christani, dionogni reverentia et sidinrt chom&od che fosse rimenato alli nostri jpadiglioni. Et come scrive
Ma
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TESTIMONIA
HISTOBICA
23
frate Ugolino, innanzi lo rimandassi li dixe: Volentieri mi chonvertirei alla fede, temo al presenta di battejsarmi, perch sentendo tal chosa U mie' amazerbono me et te cholli tuo' chompagni et non potresti fare quel bene che vivendo farai, et io anchora < ho granchose axpedire in salute dellanima mia, siche non vorrei chos presto essere
te et ame della morte . Et Messere lachopo scrive cheli dixe : prega per che si degni spirarmi chio pigli quella legge et fede che pi li piace * Et frate Ugolino scrivendo seguita edicie: che lidixe; * Fa' dimostrarmi el modo per el quale mi possa salvare et volentieri sono parato bedirti in tucte le chose . Bisposegli sancto Francesco : Io mi partir, ma dopo che sar alle nostre parte ritornato et che sar da Dio chiamato al celo, sechondo che disposto Dio et ami revelato, io ti mander duo' de mie' frati, li quali ti batieezeranno et salverai anima tua. Et tu in questo mezzo expedirai ogni tua chosa, aedo che quando verr la gratia di Dio ti truovi nella fede et devotione preparato . Et partito cholli suo' discepoli torn a padiglioni de christian dove trov frate Stephano venuto di Italia mandato da sao' diompagni li quali erano in angustia et affiitione rimasti per la sua absentia, pregandolo che veglia tornare alle xiosite parti. Onde sentendo sancto Francesco el desiderio de suo' figliuoli, et essendo stato di questo admonito da Dio, visit prima elsepolcro di lesuchristo et di poi ritorn a suo' figliuoli (1) >.
ma
chausa a
me Dio
1480
In Monumenta Portugal.
hist,
24
In illa autem fratrum dispersione [1219] beatus Franciscns ob fervorem Martini ad partes Sjrie cum duodecim fratribus aliis transfretavit et ad Soldanum se contulit; eumque constantissime Christi fidem predicantem Soldanus cum omni reverentia, Domino disponente, ad propria remisit (2) .
1608
II).
Con
26
nobbe
Cosi
il
sua quella di
fr.
11 viaggio del sue importanti Chronica nel 1508. Egli coGiordano da Giano che a noi pervenne mutila.
XV
racconto di
fr.
Nicol sul viaggio del Santo in Oriente (a pag. 15-17) non che
una
fedele riproduzione
fr.
nica di
di quanto riferiscono il Chronxm 24 Generalium e le ChroGiordano da Giano, da noi riportati a suo luogo. Perci ci dispensiamo di ri-
petere qui
il
E qui conchindiamo col dotto boUandista Suyskens Si quis modo relationes omnes datas de celebri hoc S. Francisci &.cinore conferre et expendere voluerit, deprehendet, multam
:
uihil
aliis
(1) Nel BQgaenie capitolo fr. Mariano racconta, snUa fonte degli Aelua o Fioretti, la pretesa conversione del Soldano. (2) Cfr. Legend. Sa. Martyrum in Marodm in Awd. frane, t. Ili pag. 581-82: qualiter b. Franeiaeus eoe misit.
(^ Aeta SS,
*,
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
81
una
reliquia
Melek-el-Kamel a S, Francesco.
Nella sagrestia del Sacro Convento di Assisi abbiamo visto ed esaminato nna curiosa reliquia tra le preziose altre conservate nel ricco sacrario. Essa un bel corno d'avorio
della lunghezza d'
chietti d'
26
un palmo,
indorato,
argento
quali vi
Da uno
de' detti
cerchietti
di
pendono legati due pezzi di lgno duro del color della noce e dello spessore due pollici ; l' uno della lunghezza d' un palmo, e l' altro meno lungo. L' inscrizione
CUM ISTA CAMPANA SAN'TUS FEANCISCVS POPVLVM AD PEEDICATIONEM CONVOCABAT ET CVM ISTIS BACVLIS PEKCVTIENDO SILENTIVM EIN (sic) YNPONEBAT lOVANNES NICHOLVTI DE SENIS ME FECIT.
dice in caratteri rossi:
Sul dorso della cassetta che custodisce questa reliquia v' una scheda scritta che
DONATA
La
e quel
la scheda interpreta
fecit,
ci
compilato nel
1338
ricordi l'esistenza di questa reliquia il noto catalogo Mubrice de reliquiis que populo :
(1).
ostenduntur in Ecclesia
Francisci de Assisio
In questo catalogo cos descrtta la predetta reliquia : Item cornu sancti francisd de ebore ornato tribns anulis de argento inauratis. Et duo baculi, quorun? maior e.st
unius palmi,
ornati in capitibus
summitate est anulum de argento magnum ultra nnam unciam ponderis. Superscrptio que est in cornu dicit sic Cum ista campana beatus franciscus populum ad predicationem convocabat. Et cum istis dnobus baculis insimul (2)
quinque cathnulis argentiis. In cuius percutiendo
ei
Dopo
reliquia,
il
citato
1338, viene
il
ci
ricorda
la stessa
ma
nulla dice se fu o no
un dono
del Soldano:
(1) In Miscellanea francescana Voi. I (1886) pag. 147-150. Detto catalogo registra anche seguenti reliquie provenienti dai Luoghi Santi : < De mensa ubi mutavit aquam in vinam De mensa quando cenavit cum discipulis suis De lapide ubi christus fiiit natus in CiboBethlem De lapide sepnlcri dominici De lapide ubi sedit beata virgo maria
le
rium de argento in quo est de lacte virginia marae De lapide celle ubi christus stetit in deserto quando ieinnavit De lapide ubi christus stetis quando factus in agonia et oravit ad patrem in sudorem sanguinis De fructu spine de qua foit abseissa corona
christri
De
Sepulcro vi^nis mariae e tante altre. flagellatus Le (2) parole duobua e insimul non esistono nell' inscrizione da noi copiata. (3) Il conventuale P. Fratini nulla ci dice di questa reliquia nella sua Storia della Basilica e del Conv. di Assisi (Prato 1882), ove nei capitoli 44 e 46 enumera quasi tutte le
,
lapide ubi
fiiit
De columpna ubi
De
Tom.
82
BIBLIOTECA
TESTIMONU MINORA.
26
Utebatnr ipse pater ad conyocandnm popnlnm ad predcatonem cornn eburneo albo, : ac quando eas silentinm tenere volebat, daobas paryis
collisis,
qnoram insimnl
percnsfe-
rebat; et hec ornata argento in sacrestia seirantur sacri loci Assisii (1). Poi Tiene il Waddingo, che enumerando le reliquie di quel conrento, ricorda
questo corno d'ayorio come dono del Soldano
d'
anche
Sol-
Egitto: Est
dani Aegyptiorum imperatoris, et duae rirgae, quibns auditorbns silentinm indicebat (2) .
Leggenda popolare:
27 un
S. Francesco d'Assisi
ed
il
Wall di Qerusalemme.
la critica
si
appiatti
tantino, e lasci che dopo tante pagine consecrate alla seyera storia,
a Francesco.
Questa leggenda forse la pi graziosa tra quelle edite dall'illustre palestinografo conte A. Couret (3), che si protesta di non ayerla inventata dal suo capo, ma ricavata
da un'opera che attualmente non gli fd possibile ritrovare per indicarci la fonte. Chech ne sia, a noi piacque assai e dopo averla tradotta anni sono per V Oriente Serafico (4),
;
lettore che ci
ha seguito
fin
qui
8. Francesco d'Assisi e
U Waii
di
Gerusalemme
(5).
il sole dardeggiava su Gerusalemme afflitta i suoi raggi Tutto riposava quieto in citt, dal Wali sdraiato sul suo divano, fino al soldato di guardia, fino al tapino che giace pei vicoli polverosi, in mezzo ai ciottoli ed ai cani. Due uomini, saltate da una breccia le mura di Gerusalemme, smantellate di fresco dal Sultano di Damasco l-lfalek-eI-Moadden-Eissa, ed inoltratisi pian pianino lungo le vie solitarie della citt, giungevano senz' essere scorti al piazzale della Basilica del Santo Sepolcro. Erano costoro due miseri pellegrini, mezzo monad e mezzo mendici: un cappuccio ricopriva loro il capo raso, una cinta di corda sosteneva la fiaschetta ai loro fianchi e stringeva il logoro bigello che vestivano, ed un ramo di palma-sf(^lio serviva di bordone
cocenti.
i loro passi aggravati. pi anziano dei due, che pareva capitanar la spedizione da signore assoluto, bussa con mano risoluta alla porta sempre chiusa del S. Sepolcro. pigro custode che vigilava
per
sorr^ere
100
V.
Frane. predicator verso la fine delT articolo: fbl. 113 ed 1513. In Cod. Montis Alvemae t. I fbl. 177 r. 1. Riccardo da
le terre del
R^no
convocando
<
popoli al suono di
S. Germano un frate Minore, o almeno vestito al modo un corno, insegnava a cantare una lande
v. ed. 1510;
di benedizione:
Benedictu, laudatu et glorificata lu Patte, Benedictu, laudata et glorificata lu FUlu, laudatu et glorificata lu Sp. Saneiu,
Benedictu,
* Alleluia.
Gloriosa
Domina*
(Muratori Scrip.
t.
VII
col.
1032).
E
i
Salimbene (Ckron. p. 32) parla di un tal romito Benedetto ddla Cornetta che convocava popoli al suono d'una tromba metallica. n. 26, t II p. 401, ed 2*. (2) Annal. ad an. (3) Les Legende du Saint-Spvlcre p. 112-117. (4) Periodico di Assisi, Anno 1899 n. 15 p. 459-62.
1^
(b)
ci
Wali
governatore,
il
titolo degli
a ni Ainbit di Egitto.
DE
S.
FRANCISCO IN ORIENTE.
83
sotto il portico, strappandosi alle delizie della siesta, domanda con voce irritata, attraverso lo sportello, che cosa pretendessero quei doe sorvenuti. Venerare il S. Sepolcro rispondono essi ; e la guardia stendendo la mano ebbene, dice, nove zecchini d' oro per uno, totale 18. Pagate! Tale era, infatti, la tassa esorbitante che imponeva ai pellegrini l'avarizia masnlmaua. Bisognava, secondo il bel detto di Chateaubriand, pagare a Maometto, e pagare ben caro il diritto di adorare Gtes. Cristo. Non abbiamo nulla, ripiglia
27
allora
pi anziano dei monaci ; per amore di Ges, Figlinolo di Maria, lasciaci entrare . Ah 1 non hai nulla, misero cane, e vieni qua a svegliarci 1 Aspetta... I ed i quegli soldati, sbalzando furiosi dal loro ricetto, spossano di battiture i due monaci e li trasciil
:
nano davanti
il
Wall.
Destatosi dalla siesta con non miglior umore dei suoi dipendenti, il Wali si reca al tribunale; ed ivi inteso il rapporto del capo guardia, ordina ai monaci di sborsare im-
mantinente la somma richiesta, e raddoppiata a titolo di ammenda. Non abbiamo neppur un dirhem, o Effendi, disse il pi anziano dei due. Facci frugare dalle tue guardie, se vuoi. Siamo due monaci mondici, che non riceviamo denaro, n altro abbiamo fuori del pane Ed ardite presentarvi per entrare nel S. Sepolcro? ripigli il Wali; che Iddio ci d . poi non v' ha dubbio che, in questo medesimo giorno, voi vi siete intrusi furtivamente in L' hai detto Gerusalemme senza pagar il pedaggio alla porta di Giaffa Boia, mozza il capo a costoro!. Dato di piglio alla spada e sogghignando con un' aria feroce, il carnefice aveva gi che posto la mano sul capo del monaco, quando questi un momento, o Emir, disse per te un minuto di pi o di meno? D ordine anzitutto al tuo Segretario di rimetterti la lettera che porto sul petto, e che le mie mani legate m' impediscono di presentarti io stesso Sorpreso, il Wali d 1' ordine indicato ed il Segretario, rimuovendo la vesta del monaco, prende d sul suo cuore un foglio di pergamena. Lo guarda, ed impallidisce al vedere un filo di seta rossa avvolgere le pieghe della lettera, e da quel filo pendere una bolla d' oro in cui si leggeva, a caratteri arabi, il nome dell' augustissimo e potentissimo principe, il Sultano d'E^tto e del Cairo, el-Malek el-Kamol. U Wali, alla sua volta, ri-
l' impronta, ed il pallor della morte si dipinge sul suo volto. Leggi I suo Segretario con voce fioca o spenta; ed il Segretario, quasi venendo meno, legge la lettera scritta con inchiostro carminio,* colla quale il re dei re, il Sultano dei sultani, il Signore dei due Egitti, dichiara di prendere sotto la pi affettuosa protezione il monaco Francesco, suo migliore e pi caro amico, il quale ha stupito la sua corte con numerosi miracoli; lo raccomanda col suo compagno al suo cugino, il sultano di Karac e di Damasco, e a tutti i suoi officiali ; e minaccia di tutto il suo sdegno e di una vendetta esemplare chiunque s fosse, grande o piccolo, che ardisse fare all' uno o all'altro dei due
monaci la minima ingiuria. Questo monaco era S. Francesco d'Assisi, l'amico di Dio e della povert, il gra taumaturgo, r insigne predicatore dell' Oriente, il Padre dell' Ordine serafico, il quale veniva aprire una casa in Gerusalemme, e sostituire intorno al S. Sepolcro, ai cavalieri vinti, agli uomini d'arme sconfitti, monaci vestiti ui saio, sempre pronti a spargere il proprio san-
gue
il Wali, perdona, o uomo di Dio, e non iscatenare su di me Vira formidabile del potentissimo Saltano d'Egitto. Gradisci un sorbetto, tu e il tuo compagno, e chiedi quanto vuoi in ammenda delie ingiurie che hai ricevuto. Prendi intanto questa borsa che rinchiude cento pezzi d' oro . il monaco, ti ho gi dette che non riceviamo n oro n argento. temere per nulla tu, dal Sultano di Egitto. Ma giacch ti degni offrirmi una graascolta: traversando or ora il quartiere deserto di Sion, io ho scorto presso la chiesa
Signore, risponde
Non
zia,
del Cenacolo, ridotta ahim! in una stalla, ho scorto, dissi, una casupola abbandonata e cadente. Donamela per sempre, a me ed a' miei religiosi che verranno dopo di me all'avvenire.
Ne
far
un
Ges
quali,
il
Figlino!
di Maria, accanto al luogo ove celebr l'ultima Pasqua coi snol Apostoli. tal favore, ti raccomander io stesso ai Sultani del Cairo e di Damasco
In ricambio d'un
suUa mia
pon certo, un governo pi importante allegramente l'Emir, gi troppo felice di aversela cavata per
.
di
donazione, ond'io
84
BIBLIOTECA
TESTIMONIA MINORA
in
tn,
custodia, autorizzandoti d' E cosi fu che, a costo della sua vita, il buon S. Francesco, 1' ammirabile Santo che rico vette le stimmate di Ges Cristo,, che parlava con Dio, e predicava agli uccelli, stabil la prima casa francescana di Gerusalemme, che diede quella falange di monaci eroici, i
.
Maria che
io affido
alla tua
quali i)er
|)olcro
500
anni,
in
lo conservarono all'
mezzo al silenzio dell' Europa indifferente, preservarono amore dolente dei fedeli e dei pellegrini.
e.
il
S.
Sc-
Solimano
il
1524-35.
di
Questa non sarebbe una legenda, ma un fatto storico, se crediamo al Duca da un vecchio manoscritto. Egli lo racconta cos
:
Ma-
E discorrendo di questo famoso capitolo, che si addimanda delle Stuore nelle istorie della Chiesa, ricordo una novella che lessi in un vecchio manoscritto, per la quale diccvasi clfO Solimano Imperatore dei Turchi (1520-66) venuto a concordia con Re Francesco I di Francia, un giorno mise dentro alle sue stanze del Serraglio 1' ambasciatore
francese per fargli grande onore (1). E l'Ambasciatore videvi due grandi e belle tavole, una rappresentante Ges Cristo Y altra S. Francesco di Assisi. Maraviglionne il buon, gentiluomo, e dimand al Sultano come mai, sendo musulmano e per iconoclasta, avesse di quelle sante effigie, che pur rappresentavano quei dlTni che i suoi turchi inodiavano e Io gli ho in bestciiiniavano ? E Solimano rispose lui grande venerazione questi due uomini. Perocch 1' uno, il Nazzareno, mi veduto il maggiore dei filosofi, come quello che con pochissimi precetti, esposti in quattro libercoli, ha diffusa la sua dottrina per
:
tutto
il
d'
il mondo e soggiogher tutte le genti l'altro l'Assisinate, parmi il pi avveduto, pi capace dei re, poich, senza spender quattrino, ha trovato modo di descrivere e intrattenere un esercito di meglio che centomila uomini (2) .
:
(1) Il primo inviato francese a C.poli, nel 1524, fii Giov. Frangipani; poi nel 1531, secondo inviato, Antonio Kin^on. Nl 1535, il primo ambasciatore fu Giov. La Forest, quegli che conchuse il primo trattato franco-turco. Belin Hiatoire de la latinit de Cple. 2' ed.
1894, p. 183. (2) Im, leggenda del Poverello di Assisi, descritta dal, duca di Maddaloni, Napoli 1881, Voi. II eap. VIII pag. 86-87. Un documento del 1523 giugno 12 (edito dal Charrire Negociatiois t. I p. 102) espone un ardito progetto dell'Ordine francescano, che offriva di
armare 40 mila frati a difesa della Cristianit minacciata da Solimano II. Il gran Turco non poteva ignorare tanta potenza dell' Ordine Minoritico sparso pel mondo intero. Lo stesso anno (1523 marzo 18) Solimano emanava un decreto che ordinava di togliere al francescani di Gerusalemme il S. Cenacolo fe darlo ai turchi, col pretesto che ivi era il sepolcro di re Daviddo (Cfr. nostra Serie cronol. p. 192). Gi prima, nel 1460, il Ministro generale Giacomo da Sarzuela offriva a Pio II 30 mila religiosi, e nel 1646 il generale P. Giov. da Napoli 40 mila
altri esibiva al
Papa contro
il
turco.
REGESTO CRONOLOGICO
d'
SEC. XIII.
85
Regesto Oronologico
Francesco in Oriente,
dell'
di S.
viaggio di S.
1182
Min.
la
Nascita
comune
degli storici.
il
cronista
fr.
Alberto
e.
Stadenso
2.
Civczza-Domenichclli Lcyyenda AnaleJctcn sur Gcschichte dcs Franciscus, 1904, p. 123. P. Leone Patrem Appunti critici sulla cronoluyia scritta da' Tre compagni p. 22.
p.
Onl.
29
IJitoliinpi-
prima
t.
nell'
Oriente Serafico
t.
VII (1895)
p.
101
s.
ristampati
in
Miscellan. francescana
IX
Nota.
p.
88
s.
Per
pi accreditate fonti:
il
Ijifjrr
ducili ckristiani in
ohsidione Damiatae, e
doi tre differenti compilatori Giov. de Tulbio (da Tolve), Codagnello e Milioli, tutti del sec. XIII, testi egregiamente ripubblicati dal eh. Holder-Egger nel tomo dei
XXXI
Rhricht Qnivfl belli sucri scriptores minores: quella del Bongars Gesta Dei per Francos, che riicchiude le opere di 01' ero, del Vitriaco, del Sanuto e di altri; la raccolta dei continuatori di Gulielmo di Tiro edita nel RecueU des Histor. des Croisad^-s: IfiL
historicay Lipaiae 1903.
Monumenta Germaniae
Di
Ovcid.
t.
IL Citeremo anche
libri
e XII
dello
storico
delle
crociate
Michuud
usando. la bella versione italiana del cav. Rossi {Storia delle Crociate ed. Napoli 1881 tomi 12): le opere di Mas Latre Ilistoire de Chypre t. I p. 199-209, la sua ClironiqiK d' Emotd Paris 1871, e qualche altro.
lEOl-2
C.
Cfr.
Patrem
p. 84.
cit.
L' Antica
Viaggio di Francesco per lo Puglie, por arruolarsi sotto lo stendardo del Gualtiero conto di Brienno ucciso nel giugno del 1205. Patrem p. 85-80. prode Panfilo Storia t. I p. 44. Sabatier Vie p. 19-21.
1205
Leggenda
p. 22.
Sotto
tardi Minorit.
Damiata (1219), vedremo Francesca nel campo di re Giov. di Bricnnc, pi Notiamo clic i due eroi Gualtiero e Giovanni di Brieune erano fratelli.
1206
a saeculi vanitatibus se
lano Vita I par. 2,
ce.
p. 89-90.
1206
b.
Franciscus
Co-
Cfr.
Patrem
1207
Aprii.
i
16
Cominciamento
Fran-
cesco, secondo
seguenti cronisti:
Anonimo Perugino: *Pestquam impleti sunt anni ab Incar. Dni. 1207, mense apriKalendas mau...., Dominus iltuininavit virum nomine Franciseum. Albericus Trium Pentium Anno 1207 coepit aUua Ordo noviis in Tuscia proie Assisium Ambo citati dai PP. Civezza-Domenichelli in Leggenda cit. p. 22. Idem Salimbene
is,
XVI
Chron. p. 343 ; Bernardo Guidone in Muratori ScrijK rer. ital. t. III p. I col 481 ; Jord. a Jano in Anal. frane, t. I p. 2 n. 1. Altri invece pongono il principio dell' Ordine nel 1209 dalla recezione di fr. Bernardo da Quintavalle primo discepolo del Santo. Cfr. Panfilo Storia t. I p. 188 s.
1209
Caiani.
Francesco
CJiron.
riceve
in
all'Ordine
fr.
t.
Bernardo da Quintavalle
Ili p. 36, 75.
fr.
Pietro
24 Gen.
Anal. frane,
riceve
fr.
dopo
sette giorni
Egidio:
^Anno
dni..
Egiditts frater factus, a^ociatus est sancto Francisco. Post hoc dnxit eiim b. Franciscus in Marciam. Bcatus autem Franciscus nondum pojyalo jn-nedicabat . Cod.
memb. mscelL
saec.
XIV
S.
Antoni! de Urbe,
fol.
03
r.
2.
86
BIBLIOTECA
TESTIMONIA
p. 23.
fflSTORICA
29
1210
da Innoc.
III.
Panfilo Storia
t.
e, 2.
Il testo di questa r^ola (edito negli Ojjuscvla S. Francisc, Quaracchi 1904, e dal Boehtner in Analekten cit.) fu in uso sino alla conferma della seconda regola (29 nov. 1223) e sub! varie giunte e modificazioni secondo la Tolont del Papa o dei
Capitoli generali. Cosi nel cap. 2 leggiamo che non licebit ad aliam rel/ionem accedere, ncque extra obedieniiam vagavi, iuxta manda tum. Domini Papae ; ora qucst' or-
Cum
secundum (Sbaral.
BvUar.
t.
I p. 6).
cit.
il
02>uscula p. lGO-63.
1211
ConversioDe
Elia, secondo
Waddingo.
Annaks
an.
cit.
p.
109,
Pi tardi (1217) vedremo 'Eis. primo Ministro provinciale di Terra Santa e dell'OFrancesco contemporaneamente a fr. Elia riceve all'Ordine fr. Benedetto di Arezzo (che poi vedremo secondo Ministro prov. d' Oriente 1221-1237 e.) e fir. Vito da
riente.
e.
1237.
Wadd.
an.
cit. t.
I p. 109 n. 10;
1212
erano
Non
i
prima
Capitolo propriamente generale, per la semplice ragione che allora pochi discepoli del Santo, e le provincie e i provinciali non erano ancora instituiti del 1217, data certa del primo Cap. gen. come vedremo.
Francesco parte per Boma, ritorna in Assisi, d'onde poi riparte per AnUn vento contrario lo fa approdare in Dalmazia. in Italia. Cfr. Panfilo Storia t. I p. 107-10. ritorna Ancona Dopo qualche tempo per t. 8. in Anal. Il Sabatier Vie e. 10. Chron. frane, p. Glassberger
cona, e s'imbarca per recarsi in Siria.
Francesco, imbarcatosi dopo la Pentecoste per l'Oriente, ebbe sco un compagno Il Papini (Storia di S. Frane, t. I n. 77) congettura sia
fu suo
compagno
Nello stesso anno, se non forse anco prima (nel 1210?), dobbiamo porre Vedi Cenni sulla vita a primo Vicario generale del Santo.
del b.
di
questa Biblioteca.
conte
1213
Francesco
il
Mail 9
Orlando
Wadding,
de' Cattaui,
hoc an.
Papini
di
Chiusi nel
Casentino, dona a
cit.
t.
Storia
p.
205
Francesco in compagnia di fr. Bernardo da Quintavalle tenta il secondo viaggio per l' Oriente visita la Francia, la Spagna, S. Giacomo di Compostella, ma, nel mentre pensa tragittare in Africa, una grave infermit lo obbliga ritornare in Italia. Papini Storia cit. t. I p. 78-79, e gli autori citati.
:
1213-14
Questo secondo viaggio fa tentato dice il Celano <post non muUum temporis Santo ritorn dalla Dalmazia. Il citato Papini lo vuole nel 1213, il Waddingo e i Bollandisti lo prolungano invece dal 1213 al 14, e il Sabatier dal 1214 al 15: Vie de S. Frane, p. 198. Dalla Spagna Francesco tenta di recarsi in Marocco per
che
il
capo de' credenti) ossia predicare a Miramolino (dal termine arabo Emir-el-mumenin a Mohamed-ben-Nasser, vinto dagli Spagnoli nel 1212 e quindi passato in frica, ove Cfr. BoUand. Acta SS. 4 Oct. p. 602 n. 298. poco dopo mori.
1215
Novemb.
Concilio Lateranense
sco s'incontrano
e stringono amicizia.
IV
in
Roma.
Domenico
Francet.
Cfr.
in
AmU.
frane,
Ili
REGESTO GBONOLOGICO
p.
SEC.
Xm.
p.
oct.
87
112.
p.
le note.
Wadd. ad
n. 308.
an.
1215.
Cfr.
Hurter Vita Inn. Ili, cit. ap. Panfilo Storia t. 1 Cfr. Acta SS. 4 Papin Storia cit I p. 86.
604
il
29
1216
card.
Maii
16
in S.
Maria degli
Angoli, presento
IH
lulii
Morte
A.
d'
tialiter S.
Franciscus*.
luUi 18
Agosto:
Indul-
t.
IH
p. 222, 229.
Urbem
ottiene dal
p. 88.
Papa
uaque ad exeuntem mensem augustam eitisdem anni, In questo frattempo Francesco aggresius * id. ib. p. 231. la celebre Indulgenza della Porziuncola. Papini Storia cit. t. I
est
Panfilo Sttyria
c.
finem anr
S.
trov (o meglio rivide) Cfr. Papini Storia con r approvazione in inscritto del suo novello Ordine do' Predicatori. die 4 oct. p. 604-606. di S. Frane, t. I p. 89. Cfr. Acta SS. t. Colloquio
Sugli ultimi dell'anno Francesco ritorna a Eoma, ove Domenico ritornatovi da Tolosa e consolato da Papa Onorio
I p. 328-31.
do'
due Santi
e.
87).
Papini non sa dire quale motivo avesse ricondotto Francesco a Roma (ib. p. 89), e vuole cbe il Santo vi si fermasse fino a poco prima del Capitolo della Pentecoste del 217 (ib. p. 90). Il P. Bonelli, e il conv. P. Teobaldi vogliono per motivo la detta Indulgenza: E fuor d'ogni dubbio che l'Indulgenza della Porziuncula fu conceduta da Onor o III in Perugia l' anno 1216, e quanto alla determinazione del
giorno, in
Soma
nel
1217
Februar.? Morte
il
cit.
t.
I p. 331 n. 1).
di Giov.
Sa-
Hierarchia
card. Ugolino,
dal
Papa
officiale
t.
Jordanus a Jano
il
quale pi
n. 14.
Cfr.
Eubel
Hierarehia
I p. 41 nota
ritorna da Soma per la celebrazione del prossimo Cfr. toc. cit. Cap. gen. della Pentecoste. In questo Cap. gen. si potrebbe ammettere la presenza di S. Domenico se vogliam prestar fede, con le debite riserve, al cap. 20 degli Actus B. Francisci (ed. Sabatier p. 67) riportato dal Pisano e studiato dal Suyskens {Acta SS. t. II oct p. 868 e s^). Domenico pot intervenirvi, avendo lasciato Homa dopo la Pasqua, e prima dell'Agolo sappiamo ritornato in Francia. Cfr. Tabulata Chronol. della sua vita in Echard BiU. Ord. Praed. t. I post pag. 84.
sto
MaU 14
Celebrazione del
provinciali
Santa e
et
dell' Oriente.
Expletis itaque undecim annis ab ineeptione Bdigionis, et mulUplieatis numero merito fratribus, eleet fierunt Ministri, et miss! cum aliquot firatribus, quasi unversas per mondi provinciaa, in quibns fides Catholica colitur et servatur {Tre SocU e. 4
< Anno Dni. t U Oct. p. 739). 1217, ab ineeptione Ordinis XI", ab S. vero regulae JX", doa conversione Francited, approbatione prima computando U7M7 Honorio III tuac Ecclesiam gubemaMle, muUiplicatis iam numero et merUafratribua,
n, 62 ap.
Acta SS.
88
BIBLIOTECA
TESTIMONIA
fflSTORICA
aseienskta^ fue-
29
fratribus fere per universas provinciaa orbis, in quibus fidea Catholicd Eiffel, destinati sunt (Glassb. in Anal. fran. t. II Gen., ib. t. Ili p. 9-10; cfr. ib. t. I p. 279, e Panfilo p..9. Cfr. Chron. * Fr. autem Helias Minieter Provincialis est instituttis vltra Star. t. I p. 113-14).
generali capUulo, Assisii ad 8. Mariam de Portiuncvia runt Provinolae, et electi Ministri, qui cum multif
celebrato,
XXIV
mare a beato Francisco {lord. n. 9, 14.) e fu il primo Ministro della Provincia di Cfr. Terra Santa ohe allora abbracciava tutto 1' Oriente bagnato dal mediterraneo.
Panfilo op.
cit. t.
I p. 456-57.
di
Papmi
il
Storia
il
t.
I p. 184.
1217
e.
fin.
Dopo
Capitolo
ma
arrivato a Firenze, ne
lo dissnade
proseguire
card.
Ugolino vescovo
Questo 65 capo dello Spec. ha (come osserva giustamente il Sabat. l. e.) un' importanza eccezionale per la cronologia del movimento francescano, poich ci permette di ricavare indirettamente la data dell' organizzazione delle grandi missioni francescane
fuori d' Italia. Dal Celano (I pars 1 e. 27) sappiamo che Ugolino era in quel tempo a Firenze legato apostolico. Infatti si conoscono le bolle papali che lo destinavano a quella carica {Tempus acceptalie, 23 lan. 1217: Potthast 5430, Horoy Honorii
Sabatier Spec. Perf. e. 65; Lemmens Docum. antiqua (Spec. e Finito ilio capitulo in quo multi fratres missi fuorant ad quasdam provincia ultramarinas [Specvl. Lemmens: ult/ramontanas*']... , il Santo s' incammina per la Francia, incontra il card. Ugolino a Firenze, ecc. ut in Spec. Perf.
I.
27
t.
II
e.
37:
IH
opera
Script.
II. lib. I n.
177;
Oum
6.
Ugolino a Genova (Monum. Germ. hist. il Capitolo celebrato alla Pentecoste 14 Mag. 1217) che Francesco s' incontr con Ugolino a Firenze ; come ancho questa ( la data del Capitolo in cui vennero decise le spedizioni di Missionari. Queste rau. 5487-88,
Horoy
n. 253-54).
Di
pi, troviamo
XYIII.
138).
gioni ci paiono decisive e per la data del Capitolo convocato, e per la prima missione in Oriente, come anche per la fondazione e divisione dell' Ordine in Provincie* La ra-
gione del bollandista Suyskens (Acta SS. 4 Oct. II. 610) che vuole il contrario basandosi sulle parole del Celano (loc. cit.):, e Beatus Franciscus non niidtos fratres habens et volens in Franciam ire devenit Florentiam.... >, nulla provano in contrario,
per la ragione ovvia che non ci volevano migliaia di frati per dar principio ad una dozzina di Provincie, quante furono inaugurate nel 1217, tra le quali quella d' Oriente di Terra Santa. A dirittura poi gratuito 1' asserto dello stesso Suyskens il quale pretende che perfino nel Capitolo del 1219 1' Ordine non poteva contare pi di alcune centinaia di frati. Si rileggano i brani del Vitriaco, pi sopra al num. 1.
1218
Francesco
Il
Wadd.
p.
279 an.
cit.
Sabatier, {Vie p. 248) suppone nella Pentecoste di quest'anno 1218, alli 3 di giugno, un Gap. gen. presente S. Domenico. Ma data la celebrazione del Gap. gen. dell' anno precedente (1217) non possibile ammetterne cosi presto un' altro generale nel
quelli del 1217, 1219, 1221 e 1223 (Cfr. nuali, detti
1218. I Capitoli generali toricamente certi, durante la vita del Santo, sono soltanto Chrm. Jord. in Anal. fr. t. I). Ai Capitoli an-
impropriamente generali dallo Spec. Perf (ed. Sab. e. 7), erano obbligati 18 della i ministri cismontani o italiani come risulta dal cap. prima regola allora in. vigore. Essa regola dice: e Quolibet anno unusquisque Minister
d'intervenire soltanto
cum fratribus sfiis possit convenire, ubicumque placuerit eis, in festo S. Michaelis archangeli [29 Sept.], de his quae ad Deum perUaent iractaturus. Omnes autem Ministri, ultramarinis et ultramontanis parObus, semel in tribus annis, et alti Ministri qui sunt
ad capitulum
in festo Pentecostes
REGESTO CRONOLOGICO
SEC. XIH.
89
de Portiancula, nisi a Ministro et servo (otiiis fraternitatis aliter fuerit ordinatum Reg. I* in Opuscula S. P. Fran. ed. Quaracchi 1904, p. 48.
29
1218
d'
Mii 9
Il re
Giovanni
di Briene,
Leopoldo duca
d'
Anstria, e Gagliclmo
Olanda
co' loro
Damiata.
lungo la riva destra e occidentale del fiume. Sulla riva opposta, e orientale del fiume, a un miglio dal mare, sorgeva loro aviinti Damiata fortemente munita da una triplice muraglia dalla parte di terra, e difesa dal Soldano d'JEgitto Melek-el-Kamel, accampato nelle vicinanze della citt in una localit detta dall' arabo Makrisi Al-Adilija. (Makrsi Histoire d' gypte nella Revue de l'Or. Lai. t. IX p. 468 e 473. Cfr. liecueil
t.
II 31, 14. Micliaud Storia delle Crociate lib. XI). Dalla parte del Nilo la citt era
difesa
da una
torre, costruita nel mfezzo del fiume, e dagli storici arabi detta Cosharie.
Da
questa torre una catena che andava alla citt, impediva il passo alle navi nemiche. Si noti col Savary 1' errore in cui son caduti parecchi dotti moderni che confusero la
del tempo de' Crociati. La Damiata antica {Thamiatis), assediata e conquistata dai Crociati, fu, dopo la crociata di S. Luigi (1250), bruciatii e smantellata dagli egiziani, come abbiamo da Abulfeda ; e 1' odierna Damiata sorse collo
nome pi a lungi della prima e a due leghe dal mare (Michaud, lib. XI). S. Francesco dunque fii nell'antica Damiata, e non nella moderna; in quella e non in questa il S. re Luigi vi costru un convento pe' Minori (Cfr. Recueil t. II p. 594; e la nostra Serie cronologica p. 244).
stesso
detto
il
Augusti 24 I
Crociati guidati
conquistano la torre fabbricata in mozzo al Nilo, situata in faccia di Damiata, cui un ponte di battelli univa alla citt, e dagli storici
cristiani,
vittoria
navi cristiane,
le
crociati ruppero la catena che chiudeva avvicinarsi alle mura della citt.
il
Segue, dopo ci, una lunga inazione delle milizie cristiane, sia per la partenza di molti crociati, sia j>er un morbo che desol 1' esercito {Recueil t. II 31, 15 ; Michaud lib. XI e
XII)
Melek-el-Adel, padre di Kamel, era accampato in una localit detta Margi-asSofar quando ebbe la nuova che i Crociati presero la detta torre. Ritiratosi ad Alikain, pieno di cordoglio, ivi muore. Corradino, altro suo figlio, ne trasporta il cadavere a
ivi si fa
Damasco, e
Siria.
Makrisi Hist.
467.
in op.
cit.
p. 469.
Septembris
Papa, coi
militi italiani.
Arrivo
Milioli p.
al
campo
466.
Codagnello
di
Damiata
p.
Cfr. Recueil
t.
II 32, 3.
Corradino
(Melek-el-Moaddem) Soldano di Damasco, abbandona l' assedio del Soldano Kamcl suo fratello. Passando 1' Egitto in aiuto
Vitriaco p. 1188.
Sanuto
Omar
p.
208
Bongars.
I Crociati, padroni di tutta la sponda occidentale del Nilo, passano sulla sponda orientale per investire la citt dalla parte di terra. Il potente emiro Emad-ed-Din congiura contro il Soldano per sbalzarlo dal trono. Il Soldano fuggo, abbando-
1219
Februarii 5
nando
il
campo
ai Crociati.
Intanto Corradino (Melek-el-Moaddem) Soldano di Damasco, uniKamel, sventa le trame, ed Emad-cd-Din e i suoi complici vensi
fratelli.
di
prepara a combattere lo forze unite de' due Soldani Damiata avevano alle spalle il lago Menzaleh,
90
BIBLIOTECA
TESTIMONIA HISTORICA
20
il
II 32, 9.
Michand Storia nemico accampato nell' isola di Mehalle. KOhricht Testim. minora p. 352-55.
lib.
XII.
Cfr. Rccucil
morte del Soldano El-Adel, 1' emiro Emad-ed-Din tenta ana sommossa per spodestare Kamel, preconizzato gi Soldano d' Egitto prima clic gli morisse il padre. Per isventare le trame dei suoi emiri, Kamel, di notte tempo e con poca scorta, ab-
Dopo
la
bandona
il
campo
d Adilija e
si ritira al
campo Ashmum-Tannah,
suo esercito, la mattina seguente, si disperde e i Crociati passano liberamente il Nilo e s' impossessano del campo nemico. Questo fatto avvenne, dice il Makrisi, alli 2 del mese Zilkada. E due giorni dopo, soggiunge, arriva il suo fratello Moaddam (Corradino ritornato da
Il
Damasco), il quale seppe umiliare i ribelli emiri (Makrisi Hist. nella lievue de l'Or. Latin t. IX p. 474-75). A dire il vero, il Makrisi non dice quanto tempo dopo questa sommossa siasi fermato Corradino in Egitto. Sedata la sommossa di Emad-ed-Din, egli soggiimge, che Corradino lasci il fratello quando vide ristabilita pienamente 1' autorit
di lui, e che quindi poteva liberamente governare senza
altri storici,
il
suo concorso
(ib, p.
476).
Ma
come vedremo,
ci
aiato di
lioli
In questo mese, come abbiamo notato, era 1219 Fbruarii Kamol il Soldano Corradino e lo vediamo attaccare col fratello
:
476.
Cosi
gi
arrivato in
Tulbio
hist.
p.
084. Liher
t.
Crociati.
duelli p. 685.
Oliverus
altri
Mi-
medii acvi
II
il
col.
1409
il
e seq.
Bernardo
Tesoriere,
Vitry e quanti
Mas
Latrie,
abbiamo potuto consultare nelle raccolte dei Bongars, Michaud, Rhricht ecc., e quasi tutti ci danno presente Corradino all' assedio di Da-
miata, dal febbraio sin dopo la caduta della citt in potere de' Crociati.
poich la
presenza di Corradino in questo tempo ci interessa confermarla, per poterlo dire anche presente quando Francesco recossi agli accampamenti de' saraceni, perci noi ci vediamo
ad esame come e perch il dottissimo Holder-Egger abbia negato qui non sappiamo se e con quanta ragione sia stato posto in dubbio questo fatto, da altri. Nelle note che il eh. critico Holder pose a comm^ito de' quattro succitati scrittori da lui cosi egregiamente ripubblicati (in Man. Germ. Hist. tom. 31), egli mostrasi non poco incerto del tempo che Corradino fu al campo di Damiata, e sembra voglia farlo scomparire afiiatto da quella lotta tra la civilt e la mezzaluna combattuta sotto le mura di Damiata. Sotto questa data (febr. 1219) egli sembra ammettere 1' arrivo di Corradino agli accampamenti del firatello Kamel, ma dice, che non prima de' 3 marzo i due < Scldani AegypU et Syriae ad civitatem (Damiatam) accesserunt > e cita a proposito il Wilken Geseh. der Kretusziige VI p. 242 n. 91 (Monum. Germ. cit.
costretti di prender
che
fin
p.
684 not. 4). Quando poi il Milioli, il Codagnello e il Liber duelli ricordano Corradino presente anche alla sconfitta del 31 marzo 1219, presenza che il de Tulbio tace, r Holder senz' altro ce lo suppone gi lontano in Siria Corr<idinug tunc in Syriam receasisse videiur {Mon. cit. p. 479 n. 2). Ma nn videtur non doveva bastare al dot-
tissimo annotatore pel solo silenzio di Giov. de Tnlbio, che (com' egli sa) non sappiamo ancora se fa autore o copista delle Gesta obsidiom Damiatae, e se fu o non fd presente ai fatti; quando invece sappiamo che il Tulbio muta il testo primitivo delle
Gesta, e traspone, e corrompe, e omette fatti che
stesse Gesta.
Del
resto,
anche
il
de Tulbio
ci
marzo e del 31 luglio 1219 ; e che se tace il nome di Corradino nell' assalto del 31 marzo, Io nomina invece il pi stimato Liber duelli (p. 685) di cui si servito il de Tulbio, e il cui autore, come concede il eh. Holder, fu presente ai &tti < Aueior
del 9
Sulla stessa erLibri Duelli ipse ad/uit in obaidione DamiaHna > (Mon. cit. p. 672). ronea supposizione, anche sotto il 26 mag. 1219, quando il solo Gov. de Tulbio rtace
REGESTO CRONOLOGICO
la presenza e sconftta d Corradino,
1'
SEC.
Xm.
:
91
ncque hoc loco Ducili e. 7,
29
Ioannes de Tulhio
et
e.
et Libe'
Auctor
libelli
deperditi
apud Albertum
falso dicunt
perduta delle Gesta Damiatine, e dica il vero soltanto tacendo de Tulbio, che pur compil il suo testo su quello perduto e sul Liber ditelli che
dimentico di quanto il eh. annotatore scrisse nella citata nota 3 pag. 481, poche righe pi sotto (p. 481 nota 6) corregge il Codagnello come fosse il solo che avesse asserita la presenza di Corradino < Hunc (Corradinnm) tane
egli tanto deturp. Poi, quasi
adfaisse Codagnellus sohis perperam scripsit * , quando invece e Codagnello e gli altri Nello stesso modo, anche in seguito, quando tre succitati compilatori dicono-lo stesso.
a r uno
Holder
e
il
si
r altro de' mentovati compilatori ricorda la presenza di Corradino, il eh. affretta di smentirla senza darci prova alcuna ; cosi, quando Alberto Milioli
ci ridanno presente Corradino alla sconfitta del 20 luglio 1219, egli Corradinus hoc loco et infra perperam additus est ab Auctore relationis de-
Liber duelli
insiste:
pcrditae, sicut et in Libro Duelli e. 11. Rex Damasci (Corradinus) iam multo antea (!) recesserat ex Aegypto. Ilio nomine addito (!f) Albertus verba Codagnelli mutavit (MoSe non che, passo passo il eh. Holder sembra siasi accorto num. cit. p. 484 n. 6).
.
mutismo
del
non la sgarra in lavori poderosi ?) e di aver prestata troppa fede da Tulbio; e sebbene chiaramente non si corregga, pur dalla forza
delle prove costretto di concedere finalmente la presenza di Corradino ai fatti de' 28 11 Nov' 1219, e lo suppone ritornato dalla Siria. Quando Alberto Milioli ci riSett.
28 Sett. 1219, la presenza di Corradino a latere fossati , 1' Holder cos s in nota {Mon. cit. p. 496 n. 5) : Re vera, soldanus Damarci tunc in Aegyptum esprime reversus fuisse videtub, < Oliveriv^ e. 16 testari videtur, praesertim vero quia principes
corda
il
die
lexisscit
Noo. 11 (1219) papae scripserunt (Rohricht Studien Soldani quod civitas capta esset .
p. 45),
cum
tunc
piHmum
intel-
Marta 15 I due palme, Mas mila Marta 31 Corradino Eamel: ambo assalgono 478. Codagnello 479. Liber DB Man 5 Parte
1E19
Il di delle
Crociati
battaglia e scon-
saraceni riattaccano ;
ma
morti.
Bohricht,
Crociati,
p.
duelli p. 685.
dall'esercito Cristiano
Soldano e di Corradino.
il
Milioli p.
Maii
16
yenit Soldanus et
cum
magno
quam
mille .
MQioli
p.
480.
provinciali.
Dn. 1219, a prima conversione s. Francisc anno XIII, in Capitulo generali apud s. Maram de Portuncula celebrato, iterum clectis Mnstrs.... fuerunt missi fratres per totum fere mundum cum ltteris Dni. Papae Chron. 24 Gen. in Anal. fr.
.
Anno
Pr. Egidio con altri son destinati in mis1 p. 279, e t. II p. 12. sione a Tunisi {Anal. frane, t. III p. 78). Francesco, instituiti suoi Yicarii in Italia fr. Gregorio di Napoli e r. Matteo di Narni, si decide a partire per la Siria. (Jord. a
t.
1.
Jano
n. 11, in
Anal.
cit. t. I p. 4).
92
1219
esercito.
BIBLIOTECA
p.
TESTIMONIA
Corradiiio
o
di
[[.STORICA
Mali 20
Il Soldaiio o
nuovo
rb-sninti
con tutto
il
loro
p. 481, Miioli
480
7).
Arrivo delle
truppe
Tunc
venit Cali^htis
papa Saracenoi-nm,
indulgentiam Ulis qui ciiin cu vcnrraut ad exe.rc.ilnn cor uni*. Gli storici arabi non (Miioli p. 480, e Libcr duelli ca^. 7; cfr. Rliricht e aut. cit.). ricordano la presenza del califa Nasser in Egitto, si bone le truppe da lui inviate in
numerum,
et fecit
maynnm
soccorso
d' et,
dell'
assediata citt. Nasser, 53 califa (1180-1225;, contava allora G5 anni gli minacciavano il soldanato
e la capitale Bagdad. I cronisti latini, sapendo dell' arrivo delle truppe del califa, credettero forse lui pure venuto in persona.
lunii 11
Breve
il
Cum
dilccti filii
Fr. Franciscus,
i
col quale
Ouorio
UI
suoi
raccomanda
ai prelati di tntto
mondo
di
ricovero Francesco e
cattolici
i
t.
I n. 2 p. 2). Muniti
incamminano per
p. 14.
mondo.
di simili lettere,
Francesco e
Chron. 24
Cren, in
Anal. frane.
ni
Francesco lasciata Assisi verso la met di giugno, si avvia con altri 12 onde per Ancona, compagni (tra i quali il suo Vicario fr. Pietro Caiani) s' imbarca alla volta dell' Oriente, verosimilmente coi Crociati che dovevano partire il di
d'
- lunii (24?)
di
S. Giov. Batt., 24 giugno. Sabatier Vie de 8. Frang. sopra a p. 39, Pisano a p. 75, e Mariano a p. 77.
p.
258.
Cfr.
Giordano
in
Il Suyskens tiene pure che figendum est mense /unto Syriam. Acta SS. t. II Oct. p. 611 n. 344.
lunii
25
Post festum
S. Ioan.
il
Oliv. Scolasi, in
Bongars
cit. t.
Il Michaud sulla testimonianza di tutti gli storici delle Crociate conferma la presenza nel campo saraceno di Corradino, e dice che Ini il Soldano di Damasco mand in nome di tutti i principi della sua casa ambasciatori al campo de' Crociati per chieder la
pace, proponendo di dare in mano dei Franchi la citt ed il regno di Gerusalemme, e ritenersi soltanto le fortezze di Karak e di Montereale, per le quali offrivasi di pagare un tributo. Siccome poi erano stati di fresco demoliti (per suo ordine) i ripari e le torri della
santa
si obligavano a sborsare dngento mila denari, onde 1 Crocerifabbricarle oltre di che prometteano di restituire tutti i prigionieri ; signati potessero cristiani fatti da essi dopo la morte di Saladino > . queste favorevoli condizioni si
citt,
Musulmani
oppose
il
Legato Pelagio,
patti cosi ragionevoli {Stor. delle Crociate lib. XII). ratori Scnpt. rer. Ual. t. VII col. 836-37).
Cfr. Bernardo
di
Tesoriere in Mu-
>
e.
mara
questo mentre il Soldano occupa i fossati de' Crociati, ma ricacciato : Et hoc beUum Liber ducili cap. 9. duravit per duos des , Miioli p 482. Codagnello p. 483.
12 compagni, toccata Candia o Cipro, imbarca per 1' Egitto, e arriva agli accampamenti poco dopo, approda Vedi Mariano (a p. 77), cristiani sotto Damiata col solo compagno fr. Illuminato.
med. Iidii
S. Francesco, coi
s'
in Acri.
Da
li,
Celano (a
p. 18-19) e
Non improbabile, come asserisce il Mariano, che Francesco coi compagni approdassero nell'isola di Candia; e poi pi che probabile, come la pensa il Waddingo
REGESTO CRONOLOGICO
SEC.
Xm.
93
(An. 1219 n. 57), che il Santo colla comitiva approdasse in Cipro e quindi in S. Giovanni di Acri verso la met di luglio. (La navigazione di que' tempi richiedeva per da 20 a 30 Diarium dell' epoca si ha in Huillard-Brholles Un questo tragitto giorni.
20
Hist. Diplom. I. 898-901; cfr. Introd. ibid. p. 331, citato dal Sabat. Vie p. 260). col senza dubbio, in Acri, come osserva bene il citato Sabatier, o nelle vicinanze di Acri, che frate Elia, primo Ministro Provinciale d Siria (Giano p. 38 n. 9) vi si era stabilito
Distribuiti quindi compagni da uno o due anni prima dell' arrivo del Santo. compagni per diversi luoghi della Siria, Francesco, col solo frate Illuminato da Rieti, s' imbarca pochi giorni dopo, ed arriva in Egitto al campo de' Crociati, i quali gi dal febbraio avevano passato il Nilo ed investivano Damiata dal lato orientale, dalla parte di terra, tenendo alle spalle il lago Menzaleh. Col dunque giunse Francesco col solo fr. Illuminato. Ma non improbabile che, qualche mese dopo, vi arrivassero anche altri frati di quelli lasciati dal Santo in Siria, o che gi molto prima vi
coi suoi
i
suoi
fossero giunti alcuni dei compagni di frate Elia. Il Celano infatti (2 Vita, II. 2), sebbene ricordi soltanto fr. Illuminato principale compagno del Santo senza nominarlo, nello
< stesso tempo per fa supporre la presenza in Egitto di altri frati Tempore quo Damiatara Christanorum exercitus obsdebat, aderat sanctus Dei ciim sooiis suis; si:
quidem
fei;vore martyrii
mare transierant.
suo.... etc. .
in pugnam,.... dixitque
sodo
Cum
igitur
ad diem
belli nostri
pararentur
autorit, asserisce che gi dal 1217 in Acri, e poi sotto Damiata, < erano molti religiosi delli nuovi Ordini Domenicani et Franceschini . (Chorografia et breve historia
fol.
1219
et
luUi 20
51 t.).
et Corradinas
Venerunt Soldanns
;
cum
saracenorum qui sine numero erant et in ilio die [b. Margaritae Virg.] valdo ganorum ciyitatem expngnabant [die era investita dai Crociati], et inceperunt magnom prelinra Inter
pagani et saraceni cum Christianis, et de paganis vero circa duo milia sunt unum de ligns Christanorum, quod erat ante focem Dalmiatae. mortui; et captum Et cotdie quidam saraceni exibant de ciyitate et megabant eorum legem el baptizabantur.
so vicssim
Mt
Milioli
Vedi, a proposito della presenza di Crociati spagnoli, la nota 4 a pag. 17, in conferma di quanto asserisce il Celano e contro 1' opinione erronea dell' ab. Le Mounier.
lulii
31
Nuovo
attacco
e
de' Crociati
alla citt,
ma
son respinti
del
riat-
taccati quindi
da Kamel
da Corradino
respinti
i
sino alle
gnello p.
487,
Tulbio
due Soldani.
trincee
famoso fossato,
Milioli p. 486.
Coda-
lulii-Augusti Francesco
Damiata o entro
il
cap. 12.
vati sotto
mese
mura
di
Nuova
il
il
Milioli p. 488.
Codagnello p.
489.
vicendevoli
si
:
nemici.
Milioli p.
prigionieri mutilati.
pi
Milioli p.
488.
i
I Crociati
assalire
efficacemente
94
1219
BIBLIOTECA
TESTIMONU mSTORICA
Augusti 29
qui propter peccata haminum retro fugerunt * e che lasciarono snl campo ben cinque mila morti. Presente alla battaglia era anche il patriarca latino di Gerusalemme (Milioli
490) e presente S. Francesco che loro aveva prodetta la sconfitta come castigo Tutti gli storici. Dio pei loro peccati.
p.
di
<
Septen^'is 1-4
belligeranti:
Soldanus pepigebat cum domino legato et principibus Christianomm. Sed nnusquisque aliud habebat in corde, quam dicebant in ore, qua Christiani in proximo navigio expectabant succursum, et Soldanns rccessionem, quia credebat Christianos
propter
metum
recedere
Milioli p, 492.
S. Francesco con frate nimninato visita e preScptetn. {1-26?) dica la fede al Soldano Melek-el-Kamel e ai suoi magnati saraceni, presente Ck)rradino Soldano di Damasco ecc.
Generalmente gli storici non combinano sul tempo di questa visita del Santo accampamenti saraceni. Pi ragionevole ci sembra il giudizio del Suyskens (seguito dallo storico delle crociate Michaud lib. XII) che pone la visita del Santo poco dopo la famosa sconfitta toccata ai Crociati (29 agosto) predetta loro dal Santo, e quindi assai prima della caduta di Damiata (5 novembre): * verosimUiter non diupost
agli
29 aug.
{Act.
SS.
cit.
p.
il
612
n.
350)
pi sotto, basan-
acccnsus, Suyskens s(j^giunge: Quapropter Vitry dicfntare neqaeo, quin Sanctus mense septembri non multum inchoato Soldanum adierit ; e pone saviamente circa fiiiem sejtembris il ritomo del Santo negli accampamenti
zelo fidei
cristiani,
basandosi sulla gruve testimonianza dello stesso Vitry che asserisce esser dics alquota presso il Soldano, e *per multos dies > presso
<i
il
le
Ponderate bene
le
il Santo predic anche alla presenza di Corradno (Melek-el-Moaddem) Soldano di Damasco. Corradino, come abbiamo visto sulla scorta dei cronisti di questa guerra, dal marzo del 1219 in poi, era sempre
in ogni attacco contro il campo de' Crociati. Anzi, secondo Crucigeroi-um Ithenanorum (Rhricht cit. 45-46), Corradino era giA arrivato in aiuto del fratello ai 5 febbraio 1219, accampandosi coi suoi a due leghe dall' esercito de' Crociati i quali nello utesso giorno erano passati all' altra sponda
al fianco del fratello
Kamel
vicino l'assedio, a mezza lega dalla citt (cfr. Roh. cit. Quindi, se per testimonianza del Vitry, prima tper dies aliquot (Soldanus) ipsum sibi et suis C/tristi fidem praedicantem attentissime aiidivit e poi multis diebus saracenis verbum Domini praedicavit (Epist. ad (llist. Or.) non Ijotar) , possibile credere che Corradino non avesse visto e udito il Santo. del fiume stringendo pi n. 3). e p.
da
XXX
XXXV
Partenza per l'Europa di 20 mila Crociati. Per. ci Septem. 14-19 enorme costernazione nel campo cristiano (Milioli p. 492, Codagnello p. 483, Tulbio cap. 15). Ma felicemente arrivano 10 galee genovesi con nuovi Crociati. Continuano a lungo le
trattative di pace:
la pace.
vanno
rispettivi
messaggeri per
lidcm ibidem.
Septem.
i
26-29
Ricominciano
le
offensive. Il
Soldano
tenta di
circon-
Crociati,
ma
respinto.
494
Nuovi
Il
soccor-
28
Seti,
Soldani
Kamel
Cor-
radino, sconfitti,
dice,
si
che
saraceni tentarono
invano
di riempiere
il
fossato
ed occupare le
trincee dei
REGESTO CRONOLOGICO
Crociati, e in questa lotta
Christiani qui
SEC.
Xm.
fluminis, ubi erat
95
Solda-
erant ab
ilio latere
20
1E19
p. 498.
Novemb. 1
Nuove
trattative di pace.
Nov. 3:
il
Soldano e Corracitt.
dino tentano
nus
et
n Codagnello 499, Novemb. 5 Damiata cade finalmente Corradinus nonpotuerunt succurrere 18 700. 701. Tulbio
p.
Milioli
in potere
de' Crociati:
* Soldo-
civitati .
Auct.
cit.
e Milioli p. 500.
p.
p.
poich, come vedremo (sotto il 2 feb. 1220), egli Il Soldano, vista la caduta della citt, si ritira Egitto. due rami orientali del Nilo si dividono: il campo del Soldano di-
Michaud
lib.
XII.
Makrisi Ht.
'Sovemb. 29 I prendono Tanis Menzaleh. Michaud XII. E5hricht lEEO Corradinus ex Aegjpto reversus Palaestinam
pag. 480.
Crociati
fortezza al
di
del
lago
lib.
op. cit.
in
Caesariense
castmm ob-
sedit.... et
anche Saphet. Cosi Olivero nell' Eiat. Damiat. ce. 25, 26 in Eccard t. II col. 1421. Cfr. ibid. e. 31 col. 1425, ove si ha che Corradino nella seconda volta fini di distruggere i ripari e le cisterne d Gerusalemme. Poi lo rivediamo ridiscendere in aiuto di Ramel, e lo vediamo presente al giuramento e al trattato conchiuso coi vinti cristiani che sgombrarono l'Egitto e Damiata nell'ottobre del 1221. Cfr. Olivero e. 37 col. 1433, e e. 39 col. 1437 ed. Eccard. Cfr. Makrisi 1. e. p. 482-83 e 491.
destrnxit
,
e poco dopo
p.
citt, di
Mansurah.
Makrisi
1.
e.
481.
Icmuarii 16
579.
frati
Ami.
citt
frane,
m.
Crociati fenno
2 febbr. festa della Purificazione della Vergine. Michaud lib. XII. EOhricht op. (At Il Vitriaco scrive da Damiata la sua lettera agli amici di Lotaringia o Lorena, informandoli del trionfo dei cristiani, del solenne ingresso in citt e della presenza al campo
il
il
del Patriarca S. Francesco qui adeo amabilia est, ut ab omnU)US hominibus veneretur. Alcuni del clero di Acri, compagni del Vitriaco, si rendono frati Minori. Vedi
lett.
a pag. 6-8. orientalista B. Eohricht, citato dal Boehmer (Analkten zur Gesck. dea Francciu, Tiibingen-Leipzig 1904, p. 101, cfr. p. LX), vuole scritta la lettera
dotto
marzo del 1220. Il Boehmer (1. e. p. 126) pone in quest' anno, e prima di marzo, la visita del Santo al Soldano, basandosi sulla cit. lettera del Vitriaco.
del Vitriaco nel
Marta
la citt,
adeo
lascia
Eccard Corpus
hist.
e.
Damiata
96
BIBLIOTECA
Dopo
la conquista di
la
TESTIMONIA mSTORICA
29
Damiata < parecchi pellegrini nel cuor del verno tornarono met dell' esercito cristiano profitt del passaggio solito a farsi in marzo, per abbandonare 1' Egitto quelli poi che rimasero sotto alle bandiere della
in Europa, e
;
Crociata, scordandosi i disagi ed i pergli della guerra, s diedero in braccio alla mollezza, alla volutt, ed ni piaceri tutti che loro pofeano ispirare la vicinanza della primavei'a, U clima ed il bel cielo di Damiata (Michaud lib. XII). Francesco non pot
non piangere a tanta depravazione di costumi quello che si ha nell' racles, che cio Francesco
nelle milizie Crociate, tanto ne
vedendo
il
male e
peccati aumentare
per uno spazio poi ritorn in patria (racles riportato a p. 14), Contemporaneamente, r orgoglioso Pelagio avendo disgustato re Giovanni di Brienne, questi ne fii tanto malcontento, che abbandon (29 marzo) Damiata che gli era stata data, e r esercito di cui era capitano; e poco dopo (17 maggio) lo vediamo ritornare in Acri. RecueU t. II 32, 16. In questa occasione dunque, e Michaud Stor. lib. XII.
fu costernato
di tempo in Siria, e da
nel
marzo verosimilmente, Francesco, con senza dubbio in Acri d' onde era partito;
ove
1220 Mart.-12Zl e. Mari. Soggiorno ed escursioni di S. Francesco in Siria, fu per un pezzo di tetnpo dopo il sno ritorno da Damiata, corno abbiamo dalla
In questo frattempo (da un marzo all' altro incirca) Francesco ebbe tempo di percorrere gran parte della Siria latina e saracena, in compagnia forse di fr. Elia che era col gi da tre anni. Sulla testimonianza del Pisano (n. 22 p. 76) e di Mariano (n. 23 p. 78), si ha che il Santo fu in Antiochia, ove nella vicina Montagna Nera ricevette
(n.
all'
Ordine
13
p. 51, n.
14
lemme e
i
alla visita
monaci benedettini d quel convento. Gli stessi autori, col Clareno p. 52 e 56), asseriscono inoltre che il Santo fu anche in Gerusadei luoghi sacri della Terra Santa, cui il Soldano * absgue tributi
solutione accedere
In queste escursioni, Francesco per s e per mandavit (Clareno). suoi ebbe dallo stesso Soldano un rescritto, decreto o firmano, che gli Actu^ (n. 16
p. 61) e il
improbabile che il Santo siasi munito anche di un rescritto di Corracitate). dino, Soldano della Siria, sotto il cui dominio era la Terra Santa ; egli pure aveva visto e
Pisano chiamano
(Vedi
le fonti
Non
KamcL
1220
op. cit
Octbris
Saflfet.
Rhricht
e.
Octob.'Novemb,
Frate
S.
Stefano, detto
il
semplice, dopo
Italia e si
il
Capitolo dei
ecc.
due Vicari,
lasciati
da
Francesco in
Italia,
cum quibtudam
cit. n.
fratribus senio-
11 p. 39)., Questo dunque (Jord. non pot essere un Capitolo generale o univerale come credette il Sabatier ( Vie p. 264) con altri ^ per la semplice ragione, chei Cap. generali o universali si convocavano ogni
tre anni, ed era
rbus Italiae
unum capitulum
celebrarunt etc.
si
un Capitolo provinciale (convocabile per la fsta di S. Michele arcangelo 29 seti.), o un Capitolo semigenerede o generale cismontano che annualmente si convocava per la Pentecoste (e. magg.-Ioglio), coir obbligo ai soli Ministri cismontani d' intervenirvi e questo Capitolo < fiebat omni
supporre, o che quello de' Vicarii fa
:
mane dunque a
anno apud S. Mariam de PorHuncula come ha lo Spec. (ed. Sabat. e. 7), precisaMa stando mente secondo prescriveva il cap. 18 della prima regola allora in vigore. alle parole del Giordano < Vicarii.... cum quibvsdam fratribus senioribus Italiae unum capitulum celebrarunt > , questo fu piuttosto un Capitolo proviiciale, e non generale
REGESTO CRONOLOGICO
SEC.
Xm.
97
cismontano cui dovevano interrenire tutti i Ministri d' Italia. I Vicarii danque, secondo il prescritto della prima regola, avrebbero convocato un Gap. provinciale pei 29 sett. 1220 e frate Ste&no quindi avrebbe lasciata l' Italia, dopo questa data. Concesso
;
20
pure, che questo Capitolo fosse uno de' cismontani generali, e quindi celebrato nella Pentecoste del 1220 (17 mag.), fr. Ste&no, anche se partito immediatamente dopo questa data, non pot giungere in Siria che entro
Francesco nel
il
lugrlio del
il luglio del 1220. Consta quindi che 1220 non era ancora ritornato in Italia, e che un
come congettur
cit. p.
o,
come suppose
che fa intervenire
1220
Becembris?
mense..? I Minori gi
il i
1'
Francesco, dopo
visitato
;
(Clareno,
e qni, ndite
da
fr.
Stefano
le discordie
Italia.
Fr.
Luca
di Puglia,
successore a
fr.
Elia nel
provincialaio
dell' Oriente.
a Costantinopoli. Sotto quest' anno troviamo che un fr. Luca di Puglia, succeduto a frate Elia nel provincialato dell' Oriente e della Terra Santa, si presenta al Papa per sistemare certi
stabiliti
clero di Costantinopoli.
feb.
1221
dell'
Marta 10
Dalle lettere papali (9 dee. 1220 e 18 erano di gi stabiliti in C.poli. Vedi la preanno 1220. Sbaralea BuUar. t. I p. 6-8.
Minoriti
si
Ordine, ritornato dall' Oriente (probabilmente poco prima di Francesco), muore in S. Maria degli Angeli (Asente sanato Francisco . Vedi i cenni biografici sul Catoni
e.
M irt-April.
.
del
Santo in
Papa
Italif
Epoca probabile, secondo noi, del viagrerio di ritomo Nel marzo, come abbiamo osservato col Michand, erano solite le navi
il
reca dal
30 mag^o
Francesco,
ecc.
ritornato, si
Cfr. Jord.
traversare
vicinarsi della
Ad mensem
in
Europa
hist. t.
nuova stagione ed alla fine de' bei giorni > (Michaud Storia libr. XII). Aprilem, quo tempore paesaggio vernali tunc dicebatur, classes ab portu Damiatino adveniebant et revehebantur > Holder-Egger Mon. Ger.
.
il nostro calcolo, Francesco fu assente dall' Italia e percorse r Oriente, non nel breve spazio di meno di 6 mesi, come suppose il Suyskens {Acta SS. cit. p. 618 n. 382 s.), n come il Sabatier che con pi certi argomenti protrasse 1' assenza del Santo dall' un' estate all'altra: giugno 1219-luglio 1220 (Fte p. 258-272;
Sp&;. Perf. p. 71 in nota); ma sibbene dalla met di giugno del 1219 sino quasi al marzo del 1221, assenza cio di ben pi di 20 mesi, ossia di circa 2 anni. Ed un fatto storico, che indubbiamente sconvolga o riduca appena in un solo anno quest' assenza di Francesco,
n. 60:
ciali
vi sia.
il
Waddingo
(t.
I p. 361
secundvm) ci d come dirette DUecOs film Fratri Francisco e ai Provine Custodi dell' Ordine, nel Bullarium dello Sbaralea (t. I p. 6) le abbiamo senza
Cum
Bibliot.
Tom.
I.
98
BIBLIOTECA
la direzione
TESTIMONIA fflSTORICA
29
Del
resto, dirette o
a Francesco, ma soltanto Dilectis filiis Prioribus seu Custodibua Minorum. non dirette a Francesco, simili lettere nulla convaliderebbero sto-
ricamente la presenza o no del Santo in Italia nel settembre del 1220. In secondo luogo, i pretesi Capitoli o generali o cismontani che si voglia, celebrati secondo i citati autori durante 1' anno 1220, e presente S. Francesco, non si devono ad
e
altro che alla sconvolta cronologia de' cronisti posteriori cui il Waddingo si appoggi, dopo lui altri sconvolsero maggiormente e fatti e date della vita del Santo. Come
abbiamo notato pi sopra, non si ha Capitolo generale o universale celebrato nel 1220, fuori del Capitolo provinciale o particolare tenuto dai due Vicari del Santo con alcuni seniori d' Italia ; Capitolo che, secondo il prescritto della prima regola, dovettero aver convocato pei 29 sett. del 1220.
In ultimo, una sola seria difficolt, che sconcertava tutto questo studio cronologico, sarebbe stata la grave testimonianza dell' arcidiacono Tomaso di Spalatro, cui si f' dire che egli vide e ud predicare Francesco a Bologna il di dell' Assunta, 15 agosto, nd 1220. L' errore del Sigonio (Opera omnia t. Ili col. 432), che nel testo di Tomaso
data del 1220 che manca nei Codici, pass via via negli Annali 1220 n. 13, t. I p. 337), negli Acta SS. (4 oct. t. II p. 842 n. 148) e perfino nel critico Sabatier (Vie p. CXXIII e 274: Spec. Per/, p. 16 n.) che propagarono cosi r errore fino al Boehmer che ce lo corresse. In fatti, dal testo critico
volle aggiungere la
del
Waddingo
(an.
di
Hist.
(Script,
t.
XXIX
Boehmer
(in
Analekten
p.
106:
cfr. ibid. p.
LXI
abbiamo per vera data del fatto il 15 agosto del 1222 e non del 1220! Ecco il Tomaso: His temporibus factus est terremotus magnus et orribilis in die nativitatis Domini [25 dee. 1222] circha oram terciam per Lignriam, Emiliam et per Marchiam Veneticam, ita ut multa edificia ad terram ruerunt. Civitas vero Breziana ex magna
testo di
est,
Eodem anno
multaque omnium multitudo et maxima ereticorum oppressa in die assumpsionis Dei genitrcis [15 aiig.], cum essem
Bononiae in studio, vidi sanctum Franciscum predicantem in platea ante palacium publicum, ubi tota pene civitas convenerat. Fuit autem exordium sermonis eius : e Att' geli, honnes, demoties > , de his enim tribus spiritibus racionalibus ita bene et discrete proposuit, ut multis literatis, qui aderant, fiert admiracioni non modice sermo hominis
jdiote; nec
tamen ipse modum predicantis tenuit, sed quasi concionantis. Tota vero verborum eius discurrebat materies ad extinguendas inimicitias et ad pacis federa reformanda; sordidus erat habitus, persona con temptibilis et facies indecora, sed tantam
Deus
verbis ipsius contulit eficaciam, ut multae tribus nobilium, inter quas antiquarum inimicitiarum furor immanis multa sanguinis effusione fuerat debachatus, ad pacis consilium reducerentur. Erga ipsum vero tam magna erat reverentia hominum et devotio,
ut viri t mulieres in
eum catervatim
29
p. 580).
Tomaso, che scriveva sino all' apr. del 1266 (f 8 mag. 1268), nel suo racconto non riporta data alcuna, ma implicitamente ce la indica quando dice il fatto avvenuto, neir anno stesso nel quale Brescia fu distrutta dal grande terremoto, che, secondo tutti i cronisti, accadde il 25 dee. del 1222 (Vedi Annal. Brix. Oretnon. Bergom. in M. G. H.
XVIII pp. 806, 809, 818) Ora (come osserva il Boehmer), il cronista Tomaso, con tutta probabilit, usava o il computo degli Ungaresi e di quelli della mezza e superiore Italia che principiavano l' anno dal 25 d marzo, o dal 1 marzo come i Veneziani;
t.
cosi che la predica di Francesco in Bologna de' 15 agosto deve necessariamente porsi nel 1222. Che se anche si volesse tenere col Heinemann, editore dell' Historia di To-
maso, che cio Tomaso computasse l' anno dai 25 dee. dalla nativit del Signore, in tal caso si barcollerebbe tra il 1222 e 1228, ma non prima.
REGESTO CRONOLOGICO
1221
r ordine
SEC. XIII.
99
ebbe dal Santo
poi
29
di compilare in
forma
il
testo
da
Cap. gen,
coi suoi confratelli in Germania, in qualit di Ministro d' onde poi lo troviamo ritornato in Italia nel Cap. gen. degli 11 giugno 1223. Tanto crediamo risulti dal cronista Giordano (,Anal. frane, t. I p. 5 n. 15 ss). Si potrebbe anche congetturare che il Santo avesse dato questo incarico a Cesario appunto nel giugno del 1223; ma 1' ordine cro-
di.
Giordano
vi si oppone.
l'
famoso Capitolo delle stuoie. Oriente e visitato che ebbe Onorio III, ed ottenuto da lui
Il
Mali
30
il
per protet-
statim ad
s.
s.
Mariam de Portiuncnla
Anno
ergo
in
Domini
1221,....
t.
Anal. frane,
I p. 5-6 n. 14-16).
In questo famoso Cap. gen. furono presenti, secondo il citato Giordano, < tria tnillia fratrum ma secondo s. Bonav. {Leg. maj. e. 4 n. 10), 1' Eccleston {AnaZ. frane. I. 232), il Glassberger (Anal. cit. III. 18) e lo Spec. Perf (ed. Sabat. e. 68 p. 131)
;
furono
quinque mUlia Jratres... quod dictum est capitulum atoriarum, quia non eraut de storiis . Questo dunque sarebbe il celebre Capitolo delle stuoie
e non quello,
il
come comunemente
si asserisce,
Dai citati primo Capitolo convocato dal Santo dopo il suo ritorno dall' Oriente. cronisti risulta, che Francesco appena ritornato, statim convoc il Capitolo; e quindi
ee lo fan supporre arrivato in Italia uno o due mesi prima del Capitolo; il nostro calcolo, verso la fine di marzo o nell' aprile del 1221.
e,
secondo
Mail 30 Frate EUa Bombarono d' Assisi detto da Cortona, gi ex di Siria o di Terra Santa, ritornato col Santo in Italia, saccede nel VicaMinistro primo
riato al decanto Catani, e
Cfr. Jordan, in
sin
ibid. t.
III p. 31.
dopo la morte del Santo (30 mag. 1227) ecc. 280 Chron. 24 Gen.,
Maii 30?
A
1'
frate
r Oriente
e di
b.
Benedetto di Arezzo.
di
tutto
Vedi
122L
I Crociati
lunii
il
23-Iulii 15
Kamel.
marciano su Cairo
Agosto: Innon-
Rohricht
1222
il
Augusti 15
S. Francesco,
il
d dell'
testo di
Tomaso
b.
all'
Ordine
poi
pellegrin in
Terra Santa.
Vedi pi
Ee Giovanni
di
Brienne
si
reca in
Francia
a Colonia.
e in
Inghilterra in
cerca di
1224 : Re
Giov. di Brienne
Rohricht op.
cit.
1223
Peniec.
11 lunii
presente S. Francesco.
100
BIBLIOTECA
1223
TESTIMONIA HISTORICA
Italia per
29
Gap.
Pr.
t.
gB.
AncU. frane.
vivere col
1 p. 11 n. 31
cfr. t.
II p. 27-28.
Bipartizione dell'Ordine in 12 Provincie: tra le qaali la decima, e la sola Cfr. Panfilo Storia t. I p. 430, nltramarina, era qnella di Romania o di Terra Santa.
456, 476 e
p. 560-64.
Estate Francesco Verna: 1 Celano 95. ante obitum Dottore 1225 Fra Aimone da Faversham,
1224
S.
Nel 1239 vedremo le ProTncie dell'Ordine portate al numero di 32; cio in 16 cismontane, e in 16 ultramontane. pi tardi, nel Cap. gen. di Pisa (1263 mag. 20) le vedremo in num. di 34, per 1' aumento di due nuove Provincie suddivise da due altre.
alla
riceve le
s.
gi
nell' universit
di
Parigi, entra
l'
Papa
patriarca greco:
1226
il
nel
Anal.
in
Nicea presso
frane,
l'
imperatore
t.
I p.
239
s;
passata gi l' ora 24* del giorno natnrale, secondo 1' antico computo italiano, e per ci colla prima ora di nott era gi cominciato il gfiorno della Domenica e il 4 ottobre 1226. Santo aveva compiti anni 45 d' et, e 20 della sna conversione.
tramonto del
Cfr. Panfilo
Storia
t.
I p. 225.
1227
Cfr.
Marta
19
nome
di
Gregorio IX.
Eubel Hierarehia.
gen. nella Porziancola : elezione al generalato di fr. Giov. Parenti : regge l' Ordine sino al Cap. gen. del 1232, coi snccede fr. Elia. Cfr. Lempp Fr. Elie p. 92 n. 2.
Maii 30 Cap.
Octob.
t.
10
Anal.
cronista
frane.
I p. 32, 613.
p.
nel
Ernoul
(e.
40
figli
racconta com' ^11 prima di morire affid la cura de' snoi ad un cavaliere Templario di Spagna, il quale, quantunque avesse disertato l' esercito
Latrie)
ci
458
Mas
cristiano,
radino.
godeva tutta
la fiducia di Corecc.
1228
da frate
dopo getta la prima pietra delle fondamenta della basilica in onore del Santo principiata
Elia.
Cfr.
p.
luiU 16 Gregorio IX canonizza Francesco Lempp Fr. Elie 81. Septembris 13 Geroldo Lausanne l^^to
S. di
in
Assia;
il
giorno
apostolico
dell'Oriente e
patriarca di Gerusalemme, con sua lettera circolare datata da Acri 13 sett. 1228, comunica a tutte le diocesi latine dell' Oriente la bolla papale SUmt philae che ordina la celebrazione della festa di S. Francesco ai
d'ottobre.
Vedi
il
documento pi sotto
all'
an. 1228.
nella
il
Maii 23 ^- Giorno probabile Santo corpo 26 maggio. 85. Lempp Fr. Elie rinunzia tumultuosa Maii 30 1232 Cap. n 55. 92. Anal. frane, Lempp Fr. Elie generalato
1230
della traslazione del
del
Cfr.
p.
novella basilica, effettuata con tumulto e qualche giorno prima del Cap. gen. celebrato
generale,
del Parenti, e
elezione al
di fr. Elia.
Cfr.
p.
t.
p.
REGESTO CRONOLOGICO
1233
SEC.
Xm.
101
S. Per impulso del Generale fr. Elia numerosi missionarii sono inviati in Vedi Damasco, Aleppo, Bagdad, Costantinopoli, Tunisi e nel resto dell' Oriente. Georgia,
29
l'
Vedi
1238
i
Februarii
cenni su
fr.
Il cronista
Salimbene entra
Ordine, ricevuto da
fr.
Elia.
Morte
<
an. 1286.
di
1219
ricevette
umanamente Francesco
Damiata
Ic-
multam
infirmis in
domo
rusalemme] christianis pauperibus commorantibns et vinctos sclavos liberos multos et alia malta opera caritatis fecerat, animam ad multorum dolorem exhalavit. Erat autem,
licet paganus, veridcos, mnnificus, parcens, in quantum permisit legis suae severitas et vicinorum suspicio, christianis. Qnod cum cognovisset imperator Eomanorum Frethe-
inconsolabiliter per multum temporis dolens mortem eius, planzit lugubriter. Sperayit enim eum, sicut idem Soldanus promiserat, baptismi sacramentum susceptorum, et christianitatem per eum magnum aliquando suscipere feliciter incrementum > Matth.
ricus,
28 p. 144. Questo brano, citato anche dal Waddingo (an. 1219 n. 62), per erroneamente da lui riferito al Soldano d' Iconio (dell' Asia Minore) che dicesi morto cristiano secondo alcuni cronisti del tempo. Nello
Paris Chron. Maj. in
Hist.
t.
Mon. Germ.
E da questa confusione avr avuto probabilmente origine la leggenda degli Achis (vedi a p. 60-64) che ci danno come certa la conversione del Soldano Kamel. Il certo si che Kamel nelle Opere fu pi cristiano che maomettano, come ci attestano tutti gli storici contemporanei. Fra i molti
stesso abbaglio caddero anche altri cronisti antichi e moderni.
scieglieremo uno, di quelli appunto che facevan voti sinceri per la sua conversione. Olivero che conobbe personalmente 1' animo di Kamel, volle lasciarci nella sua Historia
Damiatina una
cosi gli parla:
lettera o breve trattato scritto nel 1221, e che lui avrebbe volato in-
Consequenter ad benignitatem ac liberalitatem tuam, Melchi Kamel, stilum convertam, et qaem viva voce non possum, scriptis alloqui desidero. Utinam agnosceres divinitatem in Christo, et mysterium incamationis intelligere valeres, et mortem Christi,
qaem vivnm ad
{E dopo
avergli dottamente
esposte le bellezze della fede cristiana e la carnalit ed ingiustizia della maomettana, cosi lo elogia) : < Recto appellatus es Kamel, quod interpretatur consummatus, quod in
urbanis virtutibus r^es et principes antecedis, de hoc praecipae commendandus, quod immunis esse diceria a crimine pessimo, quo gens tua laborat publlce statuens ephebiarum abominationes, et multiplicans offensiones in stagnum ignis et suiphuris post hanc vitam detruenda. Studeas obsecro, supplico, stude consummare
politicis et
coepisti. Post liberationem captivorum, restitue nobis terram sanctificatam, haereditatem Domini, civitatem Sanctam cum omni iure suo. Frater tuus [Corradinus] qui tenet eam, vasallus tuus est, nec tuae valet resistere voluntat. Hanc terram constat
quod
t . (Quindi, esponegli con garbo i pericoli di future guerre che gli avrebbero mosse i Cristiani pel riacquisto della Terra Santa; uno de' motivi per la guerra, dice al Monarca, sar la crudelt che Corradino suo fratello usa coi poveri
pellegrini che regolarmente visitano Gerusalemme) : t Praesertim quia Corradinus exactorea suos constituit, qui peregrinos visitantes glorosum Sepulchrum spoliant, et male tractant, qui tributum solvere nolunt propter obedicntiam, vel non possunt propter in-
digentiam. Ista crndelitas et venerabilium locoram venalitas, legibns divinis et humanis contraria, bonb etiam moribus repugnat.... Templum Domini nec cum pretio, nec
sine pretio nostros intrare permittit frater tuus, sed
tanquam incredulos
et
immundos
102
BIBLIOTECA
TESTIMONIA mSTORICA
29
Quid tibi prosunt divitiae? Quid salutis afferunt diritae? Transeunt haec umbra! Quaeras igitur quae aursum sunt; sapias quae Dei sunt; accedas cum fiducia, corde contrito et humiliato ad thronum gratiae Judicis benigni, et pete ab eo, ut veram tibi fidem ostendat, vias tuas dirgat, et omni tempore Consilia tua in ipso
repellit....
velut
Mali 25 Federico II scomunicato 143 Pentecoste Gap. gen. deposizione succede Elia; Salimbene Chron. 50, 407. Monum. Germ. gene Alberto da Ili Fr. Elie 392. Anal. frane, 228, 233. 92, 132 XIH Vedi pi sopra,Lompp 11 lun. 1223. Divisione dell'Ordino in 32
1239
dal
p.
permaneant
t.
II col. 1439-45.
di fr.
nel
ralato
fr.
Pisa.
p.
hist
t.
p.
Cfr.
t.
p.
Provincie.
sotto
Il Minorit Erphordiense (In Moi. Germ. hist. t. 24 che racconta, dice il Gap. gen. celebrato nel 1239 a Gfr. il chronicou che ivi fu eletto fr. Alberto da Pisa.
p.
ai
fatti
Boma
dell'
Papa, e
al nostro
Erphordiense
art. sotto
r ann. 1266.
Cfr. Glassberg. Chron. in Anal. limitatus, ipso Domino Papa praesente et volente . Cliron. 24 Gm. ibid. t. Ili p. 246. frane, t. II p. 63.
fiiit,
frane,
t.
I p. 236.
modo
sole
(Salimb. p.
Eccleston in Anal. montes, et XVI citra . Sotto il governo di fr. Elia erant Provinciae minores quam sint 406), ossia pi ristrette, ma assai pi numerose, e quindi ridotte a
XVI
scilicet ultra
32 in questo Gap. generale. Tra le provincie allora soppresse, dobbiamo registrare quella di Barhefria in Africa, sorta senzA dubbio ai tempi di fr. Elia, e ricordata in una lettera di Greg. IX data al re di Tunisi nel 1235, cui inviava: dUectum filium fratrem
Joannem Ministrum
Cfr. Panfilo Storia
Ordinis
t.
Minorum
II p. 560.
de larbaria.
S.
Cfr.
Wadd.
Nel 1263,
Bonaventura port
Provincie al
numero
di 34.
1240
Pisa.
Anal.
La
lanuarii 23
frane,
t.
Data probabile
il
della
fr.
Alberto da
Il p. 62.
Augusti 21 Morte Papa Gregorio IX. Novembris 1 Eletto generale Aimone da Favershara Gap. gen. Anal. 696. Ili 144. Lempp 1241-46 Fr. Bernardo da Quintavalle, primo Francesco, conviveva 11. a Siena Salimbene 1241. Salimbene Chron.
di
sett. 1239,
ma
Cfr.
altri
li
fr.
nel
frane,
t.
p.
Cfr.
op.
cit.
p.
discepolo di S.
p.
col
nel
Tre Compagni lo chiama nardum sanctae memoriae.... quem sanctissimum fratrem hodie veraciter credimus, post sanctum Dei eucurrif, perseverans usqne in finem in sanctissima puritate .
Nel 1246 non viveva pi, poich la lettera
de'
Ber-
qui..
Leg.
3 Soc.
e.
3 in Act. SS.
lunii
fr.
1243
25
cit. p.
731, 733.
Elezione di
Papa
Innoc,
IV dopo 2
p.
in
1244
1244
1245
scomunicato
Morte
Lempp
di
Fr. Elie
del Generale
fr.
Aimone.
Iesi.
Concilio
di
II nuovamente
e deposto.
REGESTO CRONOLOGICO
1247 luUi-lZbl Febr. 2
1247
fide,
SEC.
Xm.
da Parma.
103
Generalato
t.
29
catholica.
Papa a Costantinopoli nel 1247 j>ro ap. Papini Stor. S. Fr. t. II p. 176.
la Francia predicavano la prosil
S.
di questi
Minori
Salimbene
s'
incontr
.
Auxorre
qui pracdicabat et
p. 91,
ad
Chron. Parm.
1248-54
FF. Minori.
e
S. Luigi
IX
re
di
Francia
in
il
28
Itinerario cronologico del Santo re : Nel 1248 ag. 25, s' imbarca per l' Oriente ; sett. sbarca in Limassol di Cipro, ove si trattiene fino al 30 mag. dell' anno
seguente. Nel dee. del 1248 riceve in Cipro i pretesi legati Tartari, cui rimanda con alcuni Domenicani suoi ambasciatori al gran Kan tartaro. Nel 1249 giug. 4, sbarca
Damiata: dopo due giorni, 6 giug., se ne impadronisce: vi fonda un convento Nel pei FF. Minori che seguivano le sue truppe; il 21 dee. si porta a Mansurah.
sotto
1250, apr, 5, il Santo re col suo esercito fatto prigioniero de' saraceni riscattato,. ritorna in Acri Y 8 maggio. Nel 1252, apr. 15, scende Nel 1251 fortifica Cesarea. a Giaffa, la munisce di forti e ripari, e vi costruisce convento e chiesa pei FF. Minori.
Nel 1253
febr. era
i
ancora a Giaffa, ove riceve la notizia della morte di sua madre; due Minoriti Guglielmo Rubruquis e Bartolomeo di Cremona amTartari; ai 23 giugno lascia Giaffa e si porta a Sidone che ripara e fortifica.
lascia Sidone e ritorna in Acri; ndi il 25 aprile s' imbarca per a Parigi il 7 sett. dello stesso anno. Cfr. Recweil des hist. des II Hist. Occid. Jonville in Acta SS. t. V aug. p. 409-38.
8,
la Francia, ed entra
Croisades,
1249
Dopo
1'
Ordine ebbe
il
convento
d'
Araceli in
Roma,
dobbiamo registrare la morte del b. fr. Sabbatino d' Assisi, col morto e sepolto (Papini Storia di S. Frane, t. I p. 195). Fu uno de' primi discepoli e compagno del Santo in
Oriento.
1253
Aprilis 22 Marted
Il
di
frate Elia.
Mail 3-6:
Azzoguidi, e dal
documento
nell'
Con questo documento period. trimestrale Studi Storici (Torino 1895) voi. IV p. 41-54. si devon completare e correggere quanto scrissero posteriori cronisti sulla morte di
j
III. 250,
695,
il
Pisano Conform.
fol.
fol.
104
a,
201
b. ed. 1510,
il
Salimbene
p. 412, e lo
Maii 25
Speculum Vitae
171.
Lempp Fr.
da
Gap. gen. di Narbona: prima raccolta delle Costituzioni generali compilate Bonaventura. Pisano Conform. 8, Papini Storia di S. Frane, i. 1 p. 184. pars. 2, fol. 75 r. ed. 1510, de prov. Burgundiae. Waddngo ed altri.
S.
1260
1261 Morte del b. fr. Egidio (non nel 1262) dopo terminati 52 Aprilis 23 anni di religione. Papini Storia cit. I. 195.
juUi 25
di
Costantinopoli, ab-
bandonata la
citt perch
occupata dai greci, fugge con Baldaino II, lasciandovi come suo
104
BIBLIOTECA
TESTIMONIA HISTORICA
ott.
vicario il Minorit fr. Antonio, confermato" poi da Urbano IV nel 31 Sbaralea Bullar. t. Eabel Hierar. p. 213 n. 6. p. 524.
1263.
Cfr.
1262
1263
e.
Maii
20
Sotto S.
provinciarum Ordinis, ut modo sunt, facta est distinctio . Cfr. Eubel Provinciale Ord. Min. fol. 75 r. ed. 1510.
in
Pisis
8, par. 2,
p.
Secondo la grave testimonianza del Pisano, le 32 provincie quali erano nel 1239, furono aumentate in 34 da S. Bonaventura, come le abbiamo nel catalogo dello stesso Pisano. Ora nel catalogo del Pisano (come pure nel citato Provinciale Ordinis) trovandosi la Terra Santa divisa da quella di Romania, ne segue che nel 1263 furono Il esse staccate e divse in due distinte provincie. Papini {Storia t. I p. 184) e il an. 1260 da noi n. 14), seguiti altrove (Serie cronl. p. XIII e Waddingo {Annal.
nn. 2 e
7),
damento.
col
assegnano questo fatto al Cap. gen. di Narbona nel 1260, ma senza fonSul numero delle Provincie cfr. pi sopra gli anni 1223 e 1239. Ni-
13 mag. 1288, decise di non aumentare in Beg. an. cit. e Panfilo Storia t. II p. 562.
il
IV
il
numero
di
34 Provincie.
Wadding
1266
luUi 20
di
Il
Beueil
Soldano Bibars Bendokdar prende ai Crociati Saifet, ascit. t. II p. 455. Martirio in Saffet di fr. Giacomo
da Puy Custode
t.
Terra Santa, e
di fr.
Geremia da Lecce.
Anal.
ai
frane,
t.
I p.
258
p. 79.
1268
t.
Marta 7
Il
Soldano Bibars
prende Giaffa
Crociati
{Recueil
cit.
In questa circostanza
fiiron distrutti
il
IX
vi
t.
massacro generale
de' Cristiani
Novembris 15 Morte Mariano 1271 Leone, secondo 334 IV Waddingo. Afinales 1274 7Zij-1279 Maii Generalato Girolamo d'Ascoli. 1279-83 Generalato Bonagrazia da 1285 Jtfaii-1286 Generalato Arlotto da Prato. 1287-89 Generalato Matteo Acquasparta. Raimondo Gaufredi 1289 Maii -12% 29 Generalato Generalato da Morovalle. Giov. Mincio 1296-1304
Nera
distrutti in quest' epoca.
'
I due conventi Minoriti, quello di Antiochia e quello vicino della Montagna Cfr. Chron. 24 Gen. citata sopra a pag. 68.
del b. fr.
il
citato
dal
t.
p.
n. 8.
di fr.
di fr.
S.
Giov. Persicheto.
di fr.
di fr.
d'
Octob.
di fr.
di Marsiglia.
di fr.
^--'--^tr'^l^^
-^^
Biblioteca Bio-bibliografica
SECOLO
xm
1215-19.
Qualiter b. Aegidius
Ivlt
[1215], et postea
Tunetum profeotus
n primo Minorit che abbia posto piede nella Terra Santa por visitare Lnoghi Sacri della Palestina, fu il prediletto discepolo di S. Francesco
che vi
si
S. Sepolcro
30
prodigioso
b. Egidio,
Assisi,
il
S. Patriarca lo destinava
come vogliono comunemente i Cronisti. Ritornato in con altri compagni alla missione di Tunisi nel 1219.
:
Post haec (2) ad Sepulchrum Domini Jesu et alia Terrae Sanctae loca obedientiam et socinm ad eundum obtinuit a beato Francisco. Dnm autem ad portum Bmndisii devenisset, et ibi per aliqnod tempus moram contraheret navem exspectans, interim unum urceum acquisivit, in quo portans aquam ibat per civitatem clamando : Quis vult emere aquam ?
Et pr mercede corpors necessaria pr se et socio recipiebat. Postea transiens, Sepulchrum Domini et alia loca sacra cum devotione maxima visitavit. Cum vero in civitate Achon moram contraheret, de labore suo, ut consueverat, vivere conabatur. Faciebat enim quasdam sportas de iuncis, quibus illi homines utebantur; portabat enim defunctos ad cimiterium et aquam per civitatem; et pr istis panem et alia necessaria lucrabatur. Quando autem haec facere non poterat, recurrebat ad mensam Domini potendo eleemosynam ostiatim
.
d'
Segue il Chronieon a narrarci l' arrivo di Egidio e compagni in Tunisi di Africa onde poi furono espulsi dai cristiani intimoriti dal fenatismo maomettano, ecc.
il
si
riferisce
ossia
Acri di
edizioni del
Waddingo e due codici hanno erroneamente Anconae, e le vecchie Pisano Achaiae (3) ; laddove tutti gli altri undici codd. del Chronieon 24 Gen.
Siria,
il
hanno Achon;
e Achon ha puro il pi accreditato cod. delle Conformit del Pisano conservato neir Archivio della provincia delle Sacre Stimmate. Cod. memb. t, I fol. 82 r.
t.
ritomo di Egidio dalla pellegrinazione Compostella di Spagna. (3) Conform. 8, fol. 53v. ed 1510, e fol. 47 r. ed. 1513.
il
23.
Ili p. 77-8,
Cfr.
Wadding ad
1219 67
n. 34.
P.
Lemmens Doe.
antiqua frane,
I p.
42
n. 5, p.
n. 4.
al
sepolcro di S.
Giacomo
in
106
BIBLIOTECA
1217
S.
Cenni biografici su frate Elia di Assisi, detto da Cortona, primo Ministro provinciale della Terra Santa e dell' Oriente (1217-20), secondo Vicario di S. Francesco (1221-27), e terzo Ministro grenerale dell' Ordine
(1232-39).
Questi pochi cenni che qui riassniniarao dal molto che fu scritto sul famoso frate Elia,
han
di
mira specialmente
di far risaltare
viemmeglio
le
primo provinciale
in
modo meraviglioso
come Ministro generale dell' Ordine che piuttosto che tessere una completa biografia
di lui,
promosse ormai
troppo noto e celebre personaggio della storia (1). Come vedr il lettore, noi ci scosteremo alquanto dalla cronologia fin qui usata da altri, massime circa l' itinerario e la dimora di S. Francesco e di frate Elia in Oriente,
29.
(1)
Per
in nota, ci
de'
la compilazione di questi Cenni biografici su frate Elia, oltre gli autori citati siamo serviti specialmente del P. AflF, Vita di frate Elia Ministro generale
Francescani,
ediz.
alla prima, salvo lo sproposito aggiunto nel frontespizio nerale de" Francescani, sproposito sfatato dall' Aff nella
t.
p.
pure la recente opera Frre Elie de Cortone : ttide biographiqtie par le Dr. Ed. Lempp (Paris, Fischbacher 1901 in 8 di pag. 220), che forma il tomo III della CoUection d^tudes
;
du Moyen dge, inaugurata dal Sabatier collo SpeDr. Lempp, ministro protestante, ha preteso di darci degli studi biografici su frate Elia, senza poi darci. nulla di nuovo, salvo un po' di ordine nei f&tti, noti notissimi, e gi illustrati con severa critica dal nostro Aff che egli appena cita Il Lempp dice in pi luoghi (cfr. p. 70) che una sola lettera di frate Elia pervenuta sino a noi,
et
l'hist relig. et littraire
Il
de Docum. sur
culum Perfectionis.
quella cio colla quale egli annunziava all' Ordine la morte del santo Patriarca, e ignora un' altra lettera che frate EUia diresse ai frati juxta Valentianos in episcopatu Camera:
censi.
Maria de Portiuncula juxta Assisium, Anno pontificatus domini Honorii decimo (V. Jac. de Gusia Annales Hannoniae, lib. XXI e. 17, nei Monum. Germ. papae hisl. Script, t. XXX parte I p. 294). Ma Io ignorare non poi biasimevole come quando
Dat. in
S.
.
si
stravolgono
in
fatti evidenti,
Lempp, lunghe pagine, non fa che escogitare continui ed incessanti contrasti tra Elia e il Santo, il quale dovette anche subire da Elia indicibili amarezze e che, ci non ostante, Elia era considerato e amato dal Santo come un vecchio (p. 46-62) che tale si mostr fino all' ultimo malgrado le loro divergenze d' opinioni! Elia, e amico, come suppone il ministro protestante, non perseguit n eretici, n promosse le crociate contro Maomettani perch questo, secondo lui, sarebbe tutto merito di S. Antonio che fri il primo tra i frati ad iniziare la persecuzione contro gli eretici (p. 102). Elia, in breve, non fii che uno strumento del cardinale Ugolino, poi papa Gregorio IX, il quale in ultimo abbandon Elia nella triste sua sorte, mostrandosi cosi falso amico, quale si era mostrato anche con Francesco di cui guast l' ideale e perfin la regola (cfr. p. 135-37)! Fa poi me; ;
si sbriga a modo de' razionalisti, cui il dottore l (p. 63 e 73 in nota) ove soprannaturale, di quella che egli chiama questione delle stimmate, pretendendo trovare non concordi i testi oculari, e che perci essa mai verr dilucidata! E cosi, con asserzioni gratuite, con teorie arbitrarie, o con certe prevenzioni che mostran buona dose di
schina figura
il
ripugna
ardimento,
il
Lempp
si
umana
SECOLO xin.
Nessuna memoria autica
temporaneo frate Salimbene
Dritti,
ci ci
107
frate Elia.
condi
si
31
narra che
genitore di
in
qnel
di Bologna,
soprannome forse di famiglia. Il luogo propriamente della sua nascita sarebbe Bevglio, borgo a tre quarti d' ora da Assisi, e perci comunemente dagli scrittori del sec. XIV fu denominato frate Elia da Assisi; e molto pi tardi,
nel sec. XVII, dal luogo della sua morte fu detto da Cortona. Nella sua adolescenza, poyero qual era; e non d' illustre e ricca famiglia come lo dissero alcuni, doveva campare la nel cucire materassi, o nell' insegnare ai fanciulli di Assisi a leggere il salterio. vita
come
scrittore o notaio a
i
Bologna (2)
il
rese
tace. Il
Dove, e quando precisamente, Elia si uni ai discepoli di Francesco, la storia ce lo Waddingo tiene che egli con altri fu ricevuto dal Santo alle Celle presso Cortona
(3). Il
nel
1211
Lempp
si
il
perch Elia
si
diede a se-
per chi
Lempp
forse avrebbe di
pu comprender bene il perch nei buon grado colto un motto della storia,
un qualche motivo pi
e seguire
il
Poverello di Cristo.
di Elia sino al
1217, o checch
Francesco per
basti
il
Elia
segu
da
visse
il
sempre savio e pio religioso finch da mon figliuolo am vivamente e sempre obbed, come ci
1*
attesta
L' ingegno,
ma
pi che
ingoio
ben preste
Lempp. Francesco nel 1212 aveva tentato invano la via per la Siria; e questo fervido ed incessante desiderio di recarsi tra i saraceni, lo portava sempre alla Terra Santa; e non attendeva che propizie occasioni per effettuare il suo nobile intento, qual era quello di predicare il Vangelo ai
meritargli la stima del Santo; lo confessa anche
dottore
maomettani, e dare, occorrendo, la vita per la Verit. L' occasione favorevole si avvicinava. I suoi frati ormai si erano moltiplicati, mulfiplicatis iam numero et merito fratribus,
tanto, da esser venuto
il
tempo
il
governo
il
di rispettivi
Ministri provinciali.
AUi 14 maggio
del
1217
fu
celebrato
dunque
primo solenne
generale Capitolo in S. Maria della Porziuncula, ove per la prima volta assignatae fuerunt provinciae, et electi Ministri; i quali Ministri poi, con numerosa comitiva di frati, furono
per universas provincias orhis. In questa solenne e propizia occasione fu che Francesco non dimentic la Terra Santa; e se pur differ la sua andata col, per recarsi prima in Francia, ove nemmeno pot arrivare, fece intanto prescegliere frate Elia al Miinviati fere
precursore
lo volle precedere
a s
in-
viandolo col
primo
(1)
Salimbene Chron.
t.
p. 402.
I p.
241.
Annales
109 n. 9. Vedasi in proposito il Panfilo Storia t. I p. 512 e seg. Frater autem Helas Minister provincialis st institutus ultra mare a B. Fracit.
I p. pag.
Frater
cum
socis suis
ultra
108
BIBLIOTECA
La provincia di Siria, inaugurata cosi da Elia, detta nelle memorie del secolo XIII promiscuamente or provincia Ultramarina, scilicet Terrae Sanctae sive Promissionls (1), or provincia Eomaniae sive Graeciae(2), e dal Pisano provincia Antiochiae et Bomaniae (3) ; denominazioni che abbracciava Costantinopoli e
Antiochia,
la
Siria,
ci
il
danno a comprendere
1'
la estensione di
essa provincia
che
le isole greche,
il
l'Asia
minoro,
(4).
i
la
Palestina, Cipro,
resto del
Levante
Pi
Midi-
tardi, nel 1263, considerata l'enorme estensione della provincia di Siria, ove di gi noriti si
erano
stabiliti in tutte le
summentovate
regioni,
essa
venne divisa
in
due
stinto Provincie: in provincia cio di Siria o di Terra Santa con la Siria, Cipro e l'Egitto;
in provincia di
Romania o
e p.
Cfr. Glassbergcr ihid. t. II p. xxix seg. Chron. in Atial. frane, t. I p. 3-5 nn. 7, 9, 14. Panfilo Storia t. I p. 113-14, il quale 9. Chron. 24 Gen. ibid. t. Ili p. 9-10. per erra, come anche a p. 512, asserendo che Elia fu Ministro della Toscana dal 1217-1221,
tempo Elia fu
in
Oriente.
da
correggersi anche l (p. 456-7) ove dice primo Ministro di Siria frate Livca, il quale invece succedette a frate Elia, come vedremo. Ma pi che un errore, stiano il seguente criterio
del
Lempp: C'est
vers le
mme temps
supposent
et qu'Elie et ses
compagnons
se rendirent en Orient.
les diteurs
(1217) quo partirent les frres envoys au Maroc, Le but de la mission d'Elie n' tait
en aucune fa9on,
la fondation d'
comme
le
(t.
II
p. xxix),
une province de frres parmi Ics chrtiens de Palestine, mais bien comme pour toutes celles dont nous venons de parler, soit la conversion des infidles, soit plutot r esprauce du martyre. C'est ce qui ressort d'une manire certaine (!) de tous les tmoignages. Cfr. 1 Gel. 55-56; Anal. frane. III. 98; MuUer Anfange, 107. (Lempp Frre Elie p. 39 n. 1). Il eh. scrittore chiama supposizioni le ragioni storiche e fondate degli editori degli Analeeta, e pretende egli che le sue non sian supposizioni, ma ragioni che risultano d'una maniera certa da tutte le testimonianze citate! Tutta per la sua certezza fondata nella falsa presunzione che nel 1217 non furono ne istituiti i 'Ministri, n fondate le Provincie
come
certificano
il
Chron. 24
Gen. e
il
Glassberger, e come
risulta
dal Giordano.
stesso Sabatier (Vie p. 232 e seg.), cui sempre appella il Lempp come a maestro, ammise che avanti il 1217 la carica di Ministro esisteva virtualmente, quantunque la sua in-
Lo
stituzione definitiva non rimonti che al 1217. Del resto, concedere (come concede anche il Lempp) missioni organizzate in tutta regola e ben disciplinate gi dal 1217: concedere l'invio delle medesime in determinate provincie del mondo, cosa poi tanto ovvia alla ragione
lo
ammettere anche l'institnzione di Ministri e Provincie (quand' anche non avessimo le testimonianze esplicite de' summentovat cronisti) da giudicare vana ogni discussione in proposito.
Che
recato in Oriente, per la conversione degl' infedeli o per la lo negheremo certo ; ma se questa fosse la sola ragione che
spinse Elia di recarsi in Oriente, per convalidare l' asserto del Lempp sarebbe lo stesso che asserire che frate Elia non poteva aspirare al martirio perch Ministro! Ed cosi, con simili supposizioni gratuite le quali si decantano poi come deduzioni fondate, che si arriva a scalzare la storia per surrogarle nient' altro che pure supposizioni e spesso addirittura fEdse.
(1)
Salimbene Chron.
p. 317.
(2)
(3)
Cfr.
il
p. 308; et an.
II p. 326, ove
Wadding Annoi, ad an. 1232 n. 42, t. II beato Benedetto di Arezzo detto Minister
Antiochiae
(4)
(5)
et Bomaniae. Panfilo Storia t. I p. 456. Vedi Papini Storia di S. Francesco tip. 100. Vedi la Prefazione alla nostra Serie Cronologica de' Superiori di Terra Santa
p. ZIII-ZIV.
SECOLO xm.
Qacsto era
il
109
31
campo destinato
durante
i
Lo percorse
egli tutto
egli conventi?
scomunicato!
Elia,
il
Non ci piacciono le vaghe congetture; ma data l'indole intraprendente di genio suo potente, la carica che disimpegnare doveva di Ministro d'una provincia
da
siasi
non possiamo credere ch'egli in tutto questo tempo fermato in Acri, o che al pi abbia percorsa la breve Siria sino ad Antiochia, allora principato latino. Costantinopoli ancor sotto i latini, e la vicina Nicea sede dell'iminiziare, fondare, organizzare, no,
meno dovean
attrarlo
Un frate Luca (che poi vedremo nel 1220 Elia in era quando procinta di lasciar l' Oriente), nella fine
anno 1220 da Costantinopoli si era recato a Soma, e si era presentato al una questione, e verosimilmente anche lo stato della chiesa
greca e latina di quelle parti (1). Costantinopoli, come abbiamo notato, faceva parte della inaugurata provincia Ultramarina o della Siria ; e dal tenore delle lettere papali risulta
che col frate Luca riceveva persone all'Ordine, e che quindi vi doveva esser un convento.
In
tal caso, e in
mancanza
di altri
documenti, non crediamo improbabile di supporre l'arun convento e l' invo a Soma di frate
La
storia ci registra
un
solo
&tto notevole
il
dello zelo
di
Elia
durante l'apostolato
allora
di lui in Siria:
la conTersione cio e
predicatore in patria, ed in
nell' esercito
in
Siria (3).
Di
e questa
conversione sola
sufficiente
a darci un'idea dello zelo e della eloquenza di Elia predicatore. pensava sempre alla Terra Santa, e che doveva conoscere
apostolato
col d Elia e de' suoi compagni,
i
si
il
decse finalmente
di
recarvisi
quali
il
secondo Capitolo
totam
fere
mundum cum
litters
domini Papae
di
Ancona;
si
Francesco mosse coi 12 compagni (nella met di giugno) alla volta imbarc per la Terra Santa in compagnia, verosimilmente, de' crociati
I p. 6-8: ove lo Sbaralea soggiunge in una nota (p. 7) che frate Pontifici forsan de rebus Latinorum et Graecomm in illis
(1)
Vedi BuUar.
t.
Luca
Romam
venit
Summo
partibus relaturus. Noli' altro sappiamo di questo fra Luca. (2) Le due lettere papali, una del 9 decembre 1220 e l'altra de' 18 febbraio 1221, nominano frate Luca come gi Ministro di Romania o di Grecia. Ora se Romania e Sria
formavano una sola provincia religiosa con a capo frate Elia, primo Ministro, necessariamente frate Luca gli fu sostituito in Oriente stesso non prima del 1220, e forse dallo stesso S. Francesco che voleva ritornarsene con Elia in Italia. Altre congetture, in mancanza di
prove, complicherebbero viepi la cronologia de' fotti certi.
e.
a lano Chron. n. 9 {Anal. frane, t. I). In un articolo a parte (al n. 38), crediamo di provare il Vicariato del Catani dal 1212 sino alla sua partenza col Santo in Oriente (giugno 1219): Vicariato che poi riprese
(3) lord, (4)
al
suo ritorno in
(5) Ckron.
Italia, e
24 Qen.
in
tenne fino alla sua morte, 10 marzo 1221. Anal. frane, x. III p. 14; efr. ibid. t. I p. 279, e
t.
II p. 12.
110
che dovevano far vela
BIBLIOTECA
il d di S. Giov. Batt, 24 giugno (1). Come la pensa il Waddingo, con molta probabilit, il Santo dopo aver toccata Cipro, approdava colla sna comitiva in S. Giovanni di Acri (2) verso la met di loglio, come ragionevolmente congettura il Sa*
dubbio, o nelle
vicinanze di
frate Elia, e
lui
come a Ministro provinciale avr affidata la destinazione d^li undici egli deciso di recarsi dal soldano in Egitto col solo frate Illuminato.
compagni, avendo
Ormai
dal
si
sa dalla storia
come
il
d'Egitto Melek-el-Kamel, gi accampato presso Damiata in compagnia del suo fratello Corradino, Melek-el-Moaddem, soldano di Damasco. Francesco (come abbiamo visto nel Begesto- cronologico) pass quasi tutto il settembre del 1219 n^li accam-
soldano
il
Damiata (5 novembre),
febbraio e
e,
secondo altri
nel
il
marzo
del 1220),
il
Santo fu presente anche all'ingresso solenne Cattovi dai crociati il marzo o aprile?)
si
Francesco con frate Illuminato ripresero la via per la Siria, ove giunti, vi
fermarono
conti-
ci
Ritornato Francesco in Siria, egli ebbe iempo di percoirerla con frate Elia che gi
da tre anni la conosceva; e, con ragione, verso questo tempo dobbiamo porre la visita del Santo in Antiochia, in Gerusalemme e nei Luoghi Santi, basati sulla testimonianza non
dispregevole del Clareno e del Pisano,
niti di
il i
il
Santo e
suoi furono
d
mu-
un sovrano
permesso
aver libero
passo in tutti i suoi stati. Dato il silenzio dei testimoni contemporanei ai fatti, sappiamo che non ci lecito escogitare vaghe supposizioni; ma nulla pi verosimile di quanto
asseriscono
i
due mentovati
scrittori^ specialmente
il
ai &tti, e nulla di pi naturale e consentaneo in base ai tti accertatici dalla storia (5).
il
Elia,
frati.
Onde
un
trov
il
mode
di
(all'
frate Stefuio
non pot
si
giungere in Siria
stesso
Sabatier (6).
Il
Santo, udite
brutte
nuove,
vide
bene di
suo ritorno in Italia. Intanto (come crediamo) egli giudic mese qualche prima del suo arrivo in Italia il gi suo fido vicario
munendolo
allora, se
lettere
dirette
ad Mi-
Frane, p. 258.
tip.
322.
(3) Vie cit p. 259-60. (4) L'E$toire de racles riportata a p. 14 n. 4. (5) Cfr. nostra Serie cronologica p. x. Schiarimmo questo ponto storico di somma impoitansa nel Begesto cronol. al n. 29 che illostra il viaggio e le gesta del Santo in Oriente. (6) Vie de 8. Frang. p. 264. Il Capitolo che provoc le discordie dei frati in Italia
(cfr. lord.
Chrcn.
eit. n. 11)
fu
uno
de' soliti
prima regola allora in vigore, si celebravano il di di S. Michele, cio il 29 settembre. Qtdndi, dopo il settembre del 1220, frate Stefiuio trov modo d' imbar* carsi per l'Oriente, e ncm prima. Cfr. Begesto cronol. sopra a p. 96*97.
ammali
che, secondo la
SECOLO xra.
nistrum generalem
frati, e prevenirli
Ili
31
(1),
onde riprendere
il
Italia;
ma non
veniva sepolto in S. Maria degli Angeli, absente Sancto Francisco (2). In questo frattempo, il Santo sistemate come cred meglio le faccende della novella provincia di Siria e dato allora, o poco prima, un successore al provincialato di Elia (il surricordato frate Luca), lo volle seco ricondurre
appena giunto
in
Assisi, vi
moriva
ai
10
di
marzo
1221
in Italia, di cui
lo zelo
non dubbio.
Elia
da questo mo-
(3),
altri de'
port
difilato
compagni, ripresero la via per l' Italia. Appena giunti, da Onorio III per chiedergli il card. Ugolino a protettore
i
il
Santo quanto
il
chiedeva; e da
tolo generale;
di Assisi, e vi arriv
il
ma
trov morto
suo fido
Capi-
amato.
Allora
si
fu che
Heliam
a successore del Catani, e secondo la bella espresloco matris elegerat sibi, et aliorum fratrum
fecerat
filo,
patrem
l'
(4)
datano e
questo
e da questo tempo, e non prima, come giustamente osserv il P. Pan; ntima relazione tra il Santo e frate Elia, e i fatti narratici dal Celano (5).
il
Da
e
governo dell'Ordine,
il
come
tale presiedette al
&moso
30 maggio
da tutte
del 1221, che quello detto delle Stuoie, presenti cinque mila religiosi accorsivi
le parti
l'
amato Padre
(1) Vedi il testo di essa lettera in Waddingo (Annoi, t. II p. 1) che la riporta colla direzione al Catani nel 1221, e il testo pi fiedele e crtico in Optiscvla S. Francisci (Quaracchi, 1904), p. 108 e 189-92. Il Lempp (Fr. lie,p. 159 e seg.), e il Sabatier (Bartholi, p. 113 e seg.) vogliono che detta lettera sia stata diretta a frate Elia; ma, sinceramente,
non una delle ragioni che portano pu persuadere. Ce ne occuperemo altrove. Intanto osserramo che l'espressione del da Giano {Chron. cit. n. 14), che cio Francesco assumptis secum fratre Helia et fratre Petro Cathaniae.... et aliis fratrbus, rediit in Italiam dob,
in senso largo, se
il
t.
(2) Chron.
(3)
negli ultimi due mesi del 1220 era ancora in Siria quando giunse col frate Stefano che lo richiamava in Italia. Che siasi poi ettbito imbarcato per l' Italia non ce lo dice nessun cronista e quella d' altronde non era
alla sfuggita,
24 Abbiamo visto
vi
ritornarono
tutti
come Francesco
r epoca ordinaria tlella partenza delle navi per o dall' Oriente. Francesco dunque dovette aspettare colla sua comitiva il marzo (del 1221), epoca ordinaria delle navi che dall' Oriente
navigavano per
(Mchaud lbr. 12). Di abbiamo ahe Francesco, ritornato in Italia, e visto il Papa, statim indizit capitulum generale che fii celebrato il 30 maggio 1221. Tutte queste ragioni ci fonno supporre che egli appena nella primavera di quel'
Occidente,
Giordano {Chron.
nn. 14-15)
Vita
prima
lib.
1.
II cap. 4. 1 p. 512.
Bonaventura Leg. mqj. e. 4 n, 10, l' Eccleston {Anal. frane, t. I p. 232), lo Spec. Perf. e. 68: e quinque millia fratres.... quod dictum est capitulum storiarum, e il Glassbe^er {Anal. frane, t. Ili p. 18) son d' accordo sul numero de' 5000 frati convenuti ; il Giordano invece ha 3000 (Anal, frane, t. I p. 5-6 nn. 14-17).
112
31
ria
BIBLIOTECA
Noi non vogliamo n possiamo estenderci nel
riferire
vicariato di
Elia darato fin poco dopo la morte del Santo, vicariato che la sola ignoranza
della sto-
pu intaccare, tentando invano di fiir vedere agli ingenui an continuo contrasto tra V ideale e le mire di Francesco e quelle del suo vicario Elia (1).
ipercritica capricciosa
dell'
mai
tatta evangelica.
Ed
il
retta via, perch calcava fedelmente le orme del suo amato Padre, s da meritarsi in ultimo quella commovente benedizione che il Santo g' impart dal letticciolo di morte dicendo Te, mio figlio, in tutto e sopra tutto io benedico e siccome nelle tue mani 1' Al: ;
tissimo moltiplic
miei fratelli e
figli,
In
cielo
Io
ti
non posso
lo
opera e del tuo lavoro, e sia riserbata la tua sorte nella retribuzione de' giusti.
possa in te Colui che tutto puote. Si ricordi Iddio della tua Possa tu
ottenere ogni benedizione che desideri, e adempiasi quello che tu degnamente chiedi (2) .
Morto
il
S.
Patriarca la sera
il
triste
al tramonto del 3 ottobre 1226, Elia partecip ai annunzio con quelle commoventi lettere (3) che ci attestano filiale di lui verso un tanto padre. Elia doveva continuare nel
governo dell'Ordine fino al prossimo Capitolo della Pentecoste del 1227. Nei primi di quest'anno troviamo aver egli data licenza di partire per il Marocco ai frati Daniele e compagni, col morti martiri per la fede nell' ottobre dell'anno stesso (4). Convocato
il Capitolo generale, i Ministri elessero il B. Giovanni Parenti, escludendo Elia, perch intento col consenso del Papa a preparare i materiali per lo stupendo monumento che doveva sorgere sopra Assisi ed accogliere le ossa di Francesco: monumento che
quindi
La prima pieda Gregorio IX il 17 luglio del 1228, un giorno dopo la canonizzazione di Francesco; e due anni dopo (25-26 maggio 128()) si fece in un Capitolo generale la solenne traslazione del santo corpo nella novella basilica non ancora finita.
poi dovette esser causa innocente delle sue rilassatezze e della sua caduta. tra fu posta
Non
di vedersi
escluso dal
meno
Ma
il
imprese grandi
(1) Il
Lempp, per
Secondo
es.
la verit.
pi che altri fecondo in istranissime congetture che stravolgono non fu eletto vicario da Francesco, m& forse () gli fu im-
posto dal cardinale Ugolino. A Francesco riusc senza dubbio cosa pi, dura (!) della rinunzia, il dover subire una organizzazione tutta nuova di pianta data al suo Ordine, una transformazione del suo ideale: e quasi a sua maggiore umiliazione egli stesso dovette comporre una
regola interamente nuova (une autre entirement nouvU), che nella mente del Lempp vuol dire tutta diversa dalla prima; e si il partito di Elia trionf protetto da Ugolino {Fr. Ue p. 46-50). Chi senza pregiudizi di setta vorr ponderare il giudizio del Lempp, dovr per
lo
meno
(2)
lib.
2,
e.
7. Il
Lempp
delle supposizioni
passo del Celano, e crede trovarvi delle contraddizioni col cap. 107 dello Spec. Perf. ove Francesco benedice frate Bernardo ; ma poi concede che Francesco benedisse anche ESlia, ma che la formola quale l'abbiamo non che nn brano
di questo
(4) Chron.
Edita dal Wadding, Afi, Lempp e da altri. 24 Gen, {Anal. frane, t. Ili p. 32).
SECOLO xm.
113
31
che progettava, non dovevano certo piacere ai pi dei frati informati allo spirito di nmilt e povert di Francesco. Elia dnnqnc dovette rassegnarsi ; e, libero dalle cure d' un Ordine,
si
consacr tutto al compimento della grandiosa basilica che doveva eternare la fama del
prodigioso.
suo genio
l'
arte
il
disegno e
il
compimento
di quel meraviglioso
monumento che
fu detto
Tomba
del Einascimento .
nome
Filippo di
Campello ricordato nei monumenti del tempo (1). Intanto la fama di Elia s'ingrandiva sempre pi. Lui era l'amico e consigliere e del Papa e dell' imperatore Federico II. Di lui esclamava l' Eccleston Quis in universo Christianitatis orbe vel gratiosior vel famosior quam JSelias? (2). Matteo Paris lo
:
elogi
Chron.
XXIV
Generalium (4)
lo disse
lui.
talmente famoso nella sapienza umana, che rari credeansi trovare in Italia pari Cotanta fama per aveva disgraziatamente ecclisata la virt di Elia, e senza avve-
dersene egli batteva la strada del precipizio con pari ardore che pria avea calcata quella
La sua vita religiosa non era pi quella che aveva appresa e praticata col suo amato Francesco. Egli col viver libero, da grande, con manifesta trasgressione della regola, si era allontanato l' animo dei pi santi religiosi. Nel Capitolo generale della Pendella virt.
di S. Gioirlo nella
di
sop-
piantare
il
l'agognato governo
dell'Ordine.
Due anni
dopo
pitolo
gli riusc
Papa
ve lo conferm:
Eccleston (5).
gravi
difetti di Elia
durante
il
suo generalato
(1232-39), perch
ormai troppo noti e compendiatici bellamente con imparzialit dai PP. Aff e Panfilo pi volte citati. Noteremo invece con piacere la lode che gli d il suo severo storico Salimbene, che cio Elia promosse lo studio della teologia nell'Ordine Minoritico:
habuit
bonum
(6) .
promovit
sotto
il
Ma
un
altro
Hoc solum Ordinem Fratrum Minorum ad studium theologiae bene di Elia (che non doveva ignorare il Salimbene) si fu che
lui,
ebbero
visto
il
Oriente.
Abbiamo
come
primo missionario e
provinciale francescano in Siria, aveva dato inizio a quella provincia come capo e organizzatore della
viati in
medesima (1217-1220),
i
e poi
;
Marocco
frati
Daniele e compagni
a suo luogo ne dovremo parlare) l'invio in dolfo di Beims, con due frati Domenicani, per promuovere l'unione delle due Chiese (7) ; di pi, la missione di frate Giacomo da Russano e compagni in Georgia, tre altre missioni politico-religiose,
al
da vicario dell'Ordine (nel 1227) aveva inora da Generale, noteremo soltanto (che poi Nicea de' frati Aimone di Faversham e Eo-
una
:
al
Soldano
di
Damasco,
il
Soldano di Marocco
(1)
Thode 187-204
ap.
Lempp
p. 78-80.
Cfr. Sbarai,
BuUar. t
I p. 666.
Anal. frane, t. I p. 230. (3) Chron. an. 1239. (4) Anal. frane, t. Ili p. 695.
(2)
(5)
Anal. frane,
t.
AS
p. 61.
Wadd. Annales an. 1232-33. Wadd. ibid. 1233. Cfr. i docnm. nel BuUar.
1.
1 an. 1233.
l'an. 1234.
BibUot.
Tom.
I.
114
BIBLIOTECA
ma
certo
del
suo
1235,
ed un' altra in Aleppo nel 1238 (3). Dopo sei anni di governo, Elia era pin che mai nell'auge e nella stima degli estranei all'Ordine. Nel principio del 1238 lo vediamo spedito ambasciatore del Papa presso Federico II in Cremona, e non s' immaginava punto che la sua condotta privata e pubblica doveva presto precipitarlo dall'altezza superba su cui si credeva incrollabile. La sua vita privata, come abbiamo detto, era un'insopportabile offesa alla regola professata; alloggio,
vitto e vestito singolari; oro e privilegi, cavalli e palafrenieri, cuochi e paggi, lo
segui-
vano dappertutto a modo de' grandi principi. E quasi ci non bastasse, il suo assolutismo, che mai volle convocare Capitolo alcuno generale, e la sua tirannia crudele, che perfino
arrivava a serrarO in dura carcere
frate laico,
i
da qualche crudele
guaci. Si
avevano finalmente disgustato tutti, anche i suoi pi caldi ammiratori e sef' quindi ricorso a papa Gregorio IX e questi vide la necessit di far convo;
care
di fatto
pro-
mani
Ma
il
stimava
il
berto da Pisa, attuale ministro d'Inghilterra (4). Poco tempo prima della caduta di Elia,
cadeva pure
gorio IX,
il
il
sotto
il
20 marzo nel
a
Palme!
prima in Assisi, poi alle Celle di Cortona, portando seco Ma non passarono molti mesi che, vietatogli dal Generale che ricorse al Papa, ogni ingerenza colle Clarisse di Assisi, egli tanto se ne inaspri che si gett tutto al partito di Federico II gi scomunicato, e si port da lui che allora (1240) assediava Faenza e Ravenna. Cotanta vigliaccheria e ingratitudine di Elia verso
si ritir
dodici
lui devoti.
il
Papa, che sempre cerc salvarlo e tenerselo caro, obblig Gregorio IX di scomunicarlo nominatamente (5). Elia era perduto 1 Elia che aveva cotanto inalzato il prestigio suo e
il pi savio e il pi sapiente de' suoi contemporanei, Ordine favola de' monelli che per le vie della Toscana, alla vista di qualche frate, canticchiavano il noto ritornello udito pi volte dal Salimbene:
dell'
in
un momento
Hor attoma
Ed
nel
fratt
Helya
Ke
pres'
ha
la
mala
il
via.
pontefice Innocenzo
IV
1244
scomunic di nuovo,
quando
egli si
(1)
teria in
Durante l'amio 1233 Dotiamo 5 lettere papali dirette Fratribua Ord. Min. prebyterram sarcuxnorum proficiscentbua..., o saracenorum et aliorum infidelium profici:
scentibus, senza precisa indicazione del luogo di missione. Altre simili nel
t.
1 p. 155' n. 164.
Lempp
p. 114-32.
Lempp (p. 136) insulta la verit quando afferma che il Papa aveva del tutto abbandonato il suo amico EUa; e rincara l'insulto quando vuol far credere che anche S. Francesco aveva presagita la finta amicizia di Gregorio IX ! Noi non ci capacitiamo come mai uomini seri, che la pretendono a storici, possano avere tanta di audacia^ se non mossi da uno cieco spirito settario..
SECOLO xm.
115
31
ambasciatore di Federico II per tentare di mettere la pace tra Baldnino II e Vatacio im-
da alcuni, per offrire in moglie al greco monarca Anna peratore greco; e, di che ne aveva tante, e che il greco poco dopo spos (1). naturalo Federico, figlinola Elia por la seconda volta rivedeva l'Oriente, ma non come per la prima volta in qualit
come
vuoisi
di
di un imperatore sua Chiesa! Egli rivide Cipro, Nicea e Costantihopoli, ricevuto con onoro specialmente dal Vatacio che grad la mano d' una infelice bastarda, degna con lui di assidersi sul trono cadente di Bisanzio (2).
ambasciatore
e di
di
Cristo
e di
empio
un nemico
di Cristo e della
dall'
Ordine,
ma
la
frate
Gerardo da Modena
Parma
(1247-57).
Ma
anche
morto Federico (^250), Elia non dava segno alcuno di ravvedimento, fino a tanto che la misericordia di Dio non lo colpTa con una grave infermit che lo colse verso la Pasqua
del
1253
(3).
Sul letto
di
morte
ripens alla
menata per anni senti risuonarsi all'orecchio e al cuore la dolce voce dell'amatissimo padre che lo chiamava figlio e gli parve di risentire la fredda mano
vita morigerata seco lui
;
di
Francesco morente posarsegli sul capo, e la voce del padre che lo benediceva dicente: Te, figlio mio, in tutto e sopra tutto io benedico!... Si ricordi Iddio della tua opera
giusti.... .
Elia
ri-
pens alla Basilica di Assisi, da esso innalzata per tomba a Francesco, e che fu poi causa innocente della propria caduta; e ripens a quel crocifisso di Giunta Pisano (1236) cui
f'
dipingere con s in effigie prostrato ai piedi del Bedentore, e ripet senza dubbio col
cuor contrito,
Frater Helias
fieri fecit:
La
il
riconciliato con
perdono della Chiesa scesero finalmente sul letto del Dio e coi fratelli, e con sulle labbra il nome di Ges
14647.
Lempp
p.
Abbiamo
lard-BrhoUes VI.
espone brevemente
Federico raccomanda fr. Elia al re di Cipro, in HuilMatteo Paris, dimenticato qui dal Lempp, 147, ap. Lempp cit. < motivi dell'ambasciata di Federico a C.poli, come segue: Ipsoqne
eodem tempore (1244), cum fugisset imperator Constantinopoltanus [Balduinus] a persecutione Graecorum, nec quicquam haberet in erario, ut guerram amplius continuaret et Grae* corum impetus continuos sustineret, confiigit ad consilium et auxilium imperatoria Romanorum Fretherici. Qui Graecia tum terribiliter comminando, tum consultius postulando, tandem tregnas per annum unum impetravit. Interim procuravit idem imperator Fretbericus ut filiam suam cuidam magno principi Graecorum nomine Battacio matrimonio copularet. Quod domino Papae simulque toti curiae Romanae moicstum videbatur et grave, quia per ipsum Battacium scisma ortum est inter ecclesiam Bomanam et Graecam. Unde ipsa Romana ecclesia vocat enm scismaticuni; et factum est obstinacius odium proinde inter dominum papam et imperatorem Frethericum Matth. Paris Chron. marr, in Mon. Oerm.
.
Hiat.
t.
28
p. 236.
Lempp
p. 150-53.
116
31
e di Francesco, spiraya in
BIBLIOTECA
Cortona
il
di
22
aprile del
1253
nel
sepoIt>o
nella
coli'
Pochi giorni dopo (25 maggio), la basilica inalzata da Elia sulla tomba di Francesco veniva solennemente consacrata da papa Innocenzo IV, che, sovvenutosi certo
di Ini,
Cosi
qnest'
nomo
beato Egidio nell' udire la caduta di frate Elia, gettatosi per terra, e iacendo forza
di tenervisi attaccato,
esclam
frate
Mariano
In un manoscritto autografo di Sicilia. Firenze, conservato dall'amico Padre Kazzli, ms. che ha per titolo Trac-
trovammo una
68
r.
interessante notizia
su
:
Elia
architetto,
scono-
premette questo sapientia et prudentia adeo ornatus, ut primus nter homines sui temporis a
fol.
elogio di Elia
Helias
vir
liumana
Romana
architetti
Curia similiter
che onorarono
l'
et
Imperiali existimatus .
:
pi sotto, ricordandolo
fra
gli
Helias de Cortona, frater Minor, in ipsa arte (archimirahilem ecclcsiam cum Conventu 8. Francisci de Assisio et de Corfamoms, tecturae) thona extruxit, ac arces plurimas et fortalitia per regnum Sicilie ab rogatu Fredcrici
Etruria, scrive
ci adhcsit,
Imperatoris, postquam
sapientia sua, et
(fol.
cilie,
ci
aii familiaritate
95 r).
Questa
Ma
familiaritate
schiarisce
alquanto
importante notizia della presenza di frate Elia nel regno delle due Siil racconto del cap. 72 degli Actus (ed. Sabatier, p. 208) che
ammalato gravemente in
colla
Chiesa,
anche morto.
in
Cortona (2-6 maggio 1253), dobbiamo supporre, o una prima riconciliazione di Elia inSicilia, o che da col trasferito convalescente, fin i suoi giorni in Cortona. Cos crediamo schiarita quella che il Sabatier (ib., n. 1) chiama bizarra indicazione (degli
fermo in
Actus) e
2.
cJie
ha molto
colpito
critici
La
notizia
degli
Actus pass
poi
nelle
Con-
201
b., ed.
1510).
Che dire dello opere Bibliografia de' Codici sotto il nome di frate Elia. alchimia attribuite a frate Elia? Salimbene (p. 411) tra le altre accuse fatte a Elia
scrive: Undecimus defectus fratis Heliae ftiit quia infematus fuit quod intromitteret se de alchimia. Bcvcra ubicunquc audebat aliquos fratres esso in Ordine, qui in saeculo aliquid de materia illa, sive de artificio ilio scivissent, mittebat pr eis et retinebat eos se-
cum
in palatio Gregoriano....
fratrum
Minorum de Assisio. La
si
stessa
accusa
gli fa il
occupasse di questa materia, non si pu dubitare ragionevolmente, data la testimonianza dei due ricordati scrittori. L'Aff pel primo (1) cita due codd. di alchimia che portano il nome di fra Elia, ma
li
torem.
codd. della
fu regina di Svezia
n. 1242.
Opera
libri.
(1)
Vita difr.
Mia,
SECOLO
2. Incipit
di
XIII.
117
Cod.
31
(tra qncUi appartenuti ed oggi nella Naz. di detta citt, segnato Conv. Sojipressi n. 567), che ha un trattato che principia con questa rubrica: 3. Incipit liber qui Speculum nuncupatur vere et non sophistice artis Alkimie
Boma, che contiene detto opuscolo assai breve fra le mente si deve all' alchimista Elia Canossa Messinese del Test il Sabatier trov un altro codice del sec. XV
S.
carte
sec.
XV.
XVI
Maria Novella
di Firenze,
Min.
S. Francisci.
:
fecit
In nomino Domini. Amen. Ut ad perfectom magisterium pervenire possimus, primo oportet scire quod tres sunt lapidcs speciales et tres sales sunt ex quibus nostrum opus totum perficitur. Et sunt tros aque,
scilicet
tum
Ord.
et
aqua mercurii, salis et lune || Quoniam vobis penitus hoc donum Dei.... est occuldenegatum omnino. Benedictus sit lesus Christus.... in sec. seculorum Amen.
magisterii excellentissime artis Alkimie
fratris
Helye
Minorum
(1)
Opus (Alchimiae)
nifacii Pontificis.
fratris Helie.
Vademecum nomen
XV,
n.
59
(7,
17) della
biblio-
liber
Ordinis
Minorum
anno Dni.
MDCXIX.
in italiano di altre
XVI
Liber
utilitatis
de secretorum
flo-
altri
simili
opuscoli. Cod. in
8 del
XV
della
Comunale
di
Poppi
(4).
1217-20
Fr. Cesario da Spira, predicatore del Orociati in Terra Santa: cenni sulla sua vita e morte (f e. 1237).
fr.
Di
ci
tramand
il
cronista
fr.
Giordano, da
noi
32
num.
il.
Frate Elia, primo Ministro provinciale di Siria, ricevette col all'Ordine questo insigne predicatore de' Crociati, che fu poi collaboratore al Santo della regola professata
dai Minori, suo intimo discepolo, e fino alla
spirito e della
regola del suo santo Institutore. Cesario ritornato col Santo in Italia, venne, nel Capitolo
della Pentecoste del 1221, prescelto a Ministro provinciale della
seco
il
quali
si
no-
verano
fr.
Tomaso da Celano,
e fr.
Giovanni da Piancar-
pino il poi celebre missionario fra i Tartari. Fondata e governata che ebbe la provincia germanica, dopo due anni Cesario volle ritornare a S. Maria degli Angeli presso il Santo
(1)
(2)
Vedi Lempp
p. 121-22.
t.
Mazzatinti Inventarii
Ili p. 9 n. 59.
(3) Ihid. t.
IV
p.
156
n. 57.
(4) Ibid.
t.
VI
p. 137 n. 90.
118
BIBLIOTECA
Mini-
32
Patriarca (giugno 1223), dal qnalo ottenne di esser esonerato dal grave ofScio di
stro per vivere noi ritiro e nella preghiera (1).
Fin qui
sario.
la storia, la quale
il
fr.
Ceil
Ma
quel che
dell'
non
poco
il
ci
sorprende
si
che
Conformit,
Calalogus SS. Fratrum del Lemmens e il Chronicon 34 Gcncralium tacciono affatto anche il nome del nostro Cesario! Senza quindi la cronaca del da Giano, noi avremmo oggi ignorata pur l'esistenza di questo fervido discepolo del Santo,
Provinciale
Eubel,
come
ci
la
ignorarono
ricordati cronisti.
Ma
ultimi
anni
della
vita
di
Cesario,
se
lo
sapr diradarla
dalla nebula
di certe pretese
rivelazioni, procreate
di
da menti
e
nue
famose lotte
Scendiamo
fino ai
Clareno
il
il
1323)
e la
XXII
circa
il
1318.
primo
il
solo che raccolse dalla bocca de' zelanti la tragica fine del beato
ivi
l'
che lo dice chiuso in dura carcere da frate Elia Generale (1232-39), ed dee anni morto per la crudelt del frate laico suo carceriere. Cosi sarebbe finito
convertito da
fr.
dopo
fine
allevo
sarebbe
stata
Il
la
Santa!
del
Clareno
pontefice
ma
anche
l'autorit
mite
Gregorio IX, quale (dice angelo, che in punto di morte dovr render conto al tribunale di Dio per la morte di fr. Cesario. Checch ne sia di questa pretesa revelatione degna di fede che garba al Clarone, e checch della tragica
egli) fu intimato
,
da un
morte
di Cesario, ci
i
l'
unanime
silenzio
anche
di Elia, fra
quali
generalato
TEccleston. Certo per, che Elia venne deposto dal iyrannidem quam in zelatores Ordinis exercuit {Ec^lest. in
Salimbene
l'
antica
tradizione
dell'
Ordine,
r Ordine
Francesco
l'
Eliano
Cesariano.
Ci premesso,
ci
piace riportare
per intero il racconto del Clareno, servendoci della traduzione italiana Siena che perfettamente si attiene al testo latino della Laurcnziana:
d'un codice
di
Della morte di
fr.
Cesario et come
il
Papa
vide
l'
anima
por-
tare in cielo.
Comand questo
homo
innocente et in tucte
le coso savio et sancto, sia incarcerato colli ferri a piei; et commettolo et dallo in guardia ad uno frate layco crudele di natura et di costumi, il quale hodiava con tucto il cuore
che non
il li compagni. Et cornandogli frate Hclya che diligentemente guardasse fu^isse, et che attendesse advisatamente che ninno gli andasse ad favellare. Sopravenendo la vernata, et essendo una volta l'uscio della prigione, dove stava frate Ceet sopravenendo quel sario, aperto, era uscito fnore, et andavasi dinanzi alla prigione frate layco chel guardava, et vedendolo andare faore della prigione, et pensando che esso Tolesse fuggire, arrabbiossi di tanta furia che pigli una stanga et percosselo tanto fortemente et s crudelmente che di quello colpo et di quella ferita il sancto homo poco iste horando et dicendo Padre, perdona alloro die non sanno quello eh' essi fanno ; et rngratiando Iddio, et raccomandando lo spirito suo ad Christo, et infra le parole della
frate Cesario et
si
t.
t.
t.
II p. 15-28.
Cfr. da
Magliano Storia
SECOLO xm.
sna oratione
il
119
si mor. Et fti il prmo ammazzato et ucciso per le mani de suoi fratelli: primo martire Stephano horando per li persecutori, rendendo testimonio della verit sparse il suo sangue et goadangn il regno del cielo et la corona del martirio secondo chess provato per revelatione degna di fede. Peroch in quella medesima hora che Tanima sua usci dal corpo, Papa Gregorio Nono, essendo facto in excesso di mente, ridde portare dagli angioli una anima in cielo con una grande gloria, et colla corona et
32
come
palma
del martirio: et
la visione et
mostrava
maravigliandosi di quello che vedeva, volsesi all'angielo che gli dimandollo dicendo Chi costui che con iunia gloria et corona
:
di martirio chenne sale e monta in cielo ? Rispose l'angelo et dixe: Questa si l'anima dell'uomo innocente fre. Cesario della magna [di Allemagna], per la quale anima tu nel d della morte tua araj ad rendere regione dinanzi addio : peroch per occasione della tua auctorit, dopo la prigionia et gli ferri et molte aflictioni, le quali esso pa-
tientemente a sostemUe da frati suoi, per la fedele et pura observantia della sua regola dalloro: perloch colla palma del martirio lieto et sicuro se nentra in cielo . Per la qualcosa il Papa, pieno d'ammiratione et di timore si conturb et stupj : et cercando con diligentia la verit del &cto, trov che frate Cesario morto et passato ad Chrsto in quella hora che lui aveva avuta quella visione, et congniobbesi esser stato ingannato da frate Eelya et dagli comp^nj. Et dallora innanzi si guard dallo loro astutie et d'esser cosi loro familiare et parlare con loro et dalla singulare fiducia, per la quale si confidava troppo di loro, tirandosene adietro. Et chiamati asse gli frati gli quali stavano allora colini, manifest loro quello che aveva veduto, et parl con amaritudine di cuore et con isdegno d'animo dicendo : Che vuol dir questo, chess tosto vi partite expontaneamente dalla innocentia et dalla dricta via, et lassate la charit la quale dovete avere insieme ? ve imordete et mormorate l'uno dell'altro, contraponendovi l'uno inverso dell'altro et perseguitatevi et mangiate voi medesimi: et come non vi curate dell'anime vostre ? seguitando pertinacemente le vostre voluntadi cos non vi sete guardati di giptare et diponere il giudicio del signiore nello huomo innocente sopra il capo vostro, et di convertire la benignit della nostra charit et nostra auctorit contro l'uomo sancto ingiustamente. Oym, oym ! dixe esso Gregorio 9", or come tosto vi sete cominciati ad partire dalla perfectione che vi de il vostro Padre et dalla piet et carit che voi vedeste in lui! attendete ad voi medesimi, et non vi gittate indietro post spalle, et non
stato ucciso
siate negligenti
per in latitudine di seguitare fedelmente la perfectione della vostra vod'amarla s nceramente et adempirla sollecitamente et perseverantemente: peroch quanto la vostr. vocatione pi perfecta et pi sancta, tanto sar pi pericolosa la vostra subversione et ruina, et la vostra datmatione sar peggiore, m al presente,
catione, et
;
et nel
1219
b.
ft-.
(1209) e primo Vicario di S. Francesco (e. 1212-17) l' Ordine dopo la rinunzia del Santo (1217-21), e suo
;
compagno
in Oriente
(1210-20).
Compendiamo il racconto per dilucidare alcuni punti cronologici troppo confusi, una vita di questo santo discepolo di Francesco, quale gi si ha
piut-
33
nello
dominus Icgum
Frate Pietro Catan, prima studente nell' Universit di Bologna (2), poi juris pcritus (3), indi canonico della cattedrale di S. Rufino di Assisi, si aggreg a
Francesco poco dopo la vestizione di Bernardo e otto giorni prima di Egidio, cio nel 1209;
(1) Dalla Chronaca della sette tribolazioni (fol. 47 s) versione ital. del 1505, Codice del convento di Siena, favoritoci dal M. R. P. Razzoli attuale Ministro provinciale di S. Bonaventura. Acta SS. 11 aug. t. VI p. 819. (2) Sabatier Spec. Perf. p. 71.
t.
(3). Jord.
e.
11 in Anal. frane,
I p. 5.
120
e fu
il
BIBLIOTECA
secondo discepolo del Santo (1). Francesco,
(1210),
d'
meglio nel Capitolo del 1212, qnando si decise d' intraprendere l'apostolato fuori Italia, prescelse a suo Vicario il Catani, ajffidandogli l' immediato governo della nascente
famiglia. Pi tardi, in
noi
il
il
primo
lai
il
supremo governo
dell'
Ordine
sciandone la cura allo stesso Catani, che per ci dovrebbe anche annoverarsi tra
stri generali dell'Ordine, e quindi
il il
un
di si ebbe
Il mite vicario Caprimo dopo S. Francesco (2). duro comando da Francesco di trascinarlo per le vie
Mini-
una fune
al collo (3).
Nel 1216, fu
egli
uno
de'
HI
cula (4). Nel 1219, sostituitigli due vicari nel governo dell'Ordine, Francesco lo volle seco
ma
alla
hne
del
1220
rimandava
in Italia
a ripren-
moriva poco dopo in Assisi il 10 marzo 1221, e vegoverno niva sepolto alla Porziuncula, assente ancora il S. Patriarca (5). Una lapide antica, che
dere
il
tutt' og^ si vede nel muro esteriore della porta laterale della sacra Porziuncula, porta questa iscrizione )$( anno dni mccixi vi id. hastii corpus fb. p. catanii qui rac ekquibSCIT MIQBAVIT AD DOMINUM ANIMAM CUIUS BENEDICAT DOMINUS. AMEN.
:
il
1. Ora siamo alle questioni. E in primo luogo: fr. Pietro Catani fu egli realmente secondo discepolo del Santo, o un altro fr. Pietro d'ignoto casato, come vorrebbe il Suyskens (6), e come lo vuole oggi il P. Eduardo D'Alenyon (7) archivista de' PP. Cappuccini? n Celano, senza dirne il nome, cosi ricorda la vestizione del secondo discepolo
del Santo,
dopo quella
di
Bernardo da Quiniavalle
Statim
autem
eum
secutus est, qui valde in conversatone laudabilis extitit, et quod sancte coepit,
sanctius
postmodum consummavit (8) . Pi tardi^ la cos detta leggenda de' tre Compagni sarebbe la prima a dargli il nome di Pietro. Petro nomine, qui etiam cupiebat fieri frater (9) .
Bessa
il
Frate
Lemmens Docum. antiqua 1. 1 p. 38. Sabatier Spec. e. 61. (1) Tres Sodi e. 8. Chron. 24 Gen. p. 4, 75, e Bessa p. 667 (in Anal. frane, t. III). (2) 2 Celan. par. 3 e. 81: < praelationis officium resignavit..., permansit exinde subditus usque ad mortem ; e ibid. e. 88: Non solum generalis officio resignavit, sed
propter maius obedientae bonum gnardianum singularem expetiit; dixit enim fratri Petro Lo stesso asseriCathanii cui pridem obedientiam sanctam piromiserat: Rogo te, etc..
e.
il
Pisano
v. ed. 1510.
19.
6 n. 2.
I.
88.
328-31.
1.
(5) Jord. in
Anal. frane.
1 p. 4-5.
Chron. 24 Gen.
Pisanos
:
loc. cit.
(6)
Acta SS. 4
oct. t. II p. 581.
(7) SpicUegium Franciseanum: Epistola S. Francisci ad Minstrum Generalem cum appendice de fir. Petro Catanii (Romae, 1899) p. 26-31. (8) 1 Celan. I. e. 10. I BoUandisti hanno post modicum, il Rinaldi e l' Amoni postmodum, e nel cod. di Montpellier manca afiatto questo avverbio (cr. Sabatier Spec. p. 71);
manchi o si legga come si Toglia questa parola, da essa non dipende punto la questione come la fa dipendere il P. D'AIen^on. Dodici anni di vita religiosa del Catani possono sostenere il modicum senza inarcar le ciglia. (9) Tres Sodi e. 8, in Acta SS. cit. e. 3 n. 28, p. 731. (10) Hulos aedificii lapis.... secondus frater Petrus . Anal. frane, i. III p. 667.
SECOLO xm.
Leone
poi,
121
primo a
e
il
identificarci
si
il
secondo di-
33
scepolo Pietro col Pietro Catani, se fossimo certi che detta vita, qnale
ha nel Chron.
rimaneg-
24 Gen.
giata ed
l'autore
discepoli
poi,
(1),
sia
di fr.
Leone
secolo
non
piuttosto opei^a
(2).
ampliata pi
del
citato
entro
primi del
il
XIV
Entro
il
secolo
XIV,
Chron. 24 Gen.
il
(3),
Pisano
(4), e
molti
elenchi
de'
;
primi dodici
altri
identificano
elenchi
pure del secolo XIV e XV, chiamano questo discapolo col solo nome di Pietro (6). Finalmente il primo e il solo Puteolano quegli che nella met del secolo XIV (e. 1344) volle distinguerci Pietro il secondo discepolo, dal Pietro Catani che egli chiama uno dei
famigliari del Santo Patriarca (7), convinto forse dalle
il
stesse
Suyskens a distinguere due Pietri. Ora, le tre ragioni che convinsero dopo persuasero staremo a ripetere per brevit) non ci pare che siano il Suyskens (ragioni che qui non veramente convincenti, n ci sembra che abbiano convinto lo stesso P. D'Alenfon. Questi
accoglie l'opinione del Suyskens,
ma
Una
ragione del P.
D'Alenfon sarebbe la citata testimonianza del Puteolano che distingue il secondo discepolo Pietro, dal Pietro Catani; per questa testimonianza per noi non pu
valere pi di quella de' suoi coevi, il Pisano e il Chron. 24 Gen., compilatori forse pi autorevoli del Puteolano, e perch cronisti speciali di cose francescane, e perch l' uno non
dipendente dall'altro, scrivendo il primo in Italia e il secondo in Francia. Costoro concordano con la tradizione francescana che mai distinse due Pietri. Se poi la citata vita
come molti vogliono, opera genuina di fr. Leone, quest' autorit saL'altra ragione, che rebbe decisiva e in favore del Pisano e del Chronicon 24 Gen.
del B. Egidio fosse,
pel P. Annalista de' Cappuccini decisiva, sarebbero gli Atti dell'invenzione del corpo di
avvenuta nell'agosto del 1212. In questi Atti, dice il D' Alenpon, Pietro Catani comparisce ancora come canonico della cattedrale di S. Rufino nel 1212 dunque, conchiude, il Catani non entr nell'Ordine nel 1209, come tutti dissero fin qui, ma dopo 111212; o quindi non lui il secondo discepolo di S. Francesco, ma un altro Pietro d'ignoto casato (8).
S. Rufino,
;
se non avesse per base un falso P. D'Alenpon, senz' avvedersene, cadde in una svista e confuse gli Atti dell'invenzione del 1212 coi miracoli di S. Rufino operati molti anni prima! Il Catani non
punto mentovato canonico negli Atti e nella circostanza dell'invenzione, ma s nell'edal santo vescovo di Assisi molti anni prima del 1212, cio
dell'
prima
invenzione del suo corpo. Si veggano gli Atti nei Bollandisti (9).
fr.
(1) Anal. frane, t. Ili p. 75: ubi B. Franciscus in quodam tuguriolo derelicto cum Bernardo de Quintavalle et fr. Petro Cathanii morabatur (2) Non siamo in grado di decidere questa questione. Notiamo per che la vita di fr. Eigido edita e creduta dal P. Lemmens opera originale di fr. Leone, non aggiunge a Pietro il
.
soprannome
(3)
d Catani.
t.
Docum. antiqua
t.
I p. 38.
III p. 4. (4) Conform. 8, fol. 46 v. ed. 1510. (5) Cfr. Sabatier Opuscides de eritique historique forra. 8, fol. 52 v. ed. 1510.
(6) Cfr. ibid. Opusctiles
t.
Anal. frane,
t.
Pisano Cbn-
I p. 361.
Anal, frane,
t.
III p. 640.
Miscellanea fran-
cescana Vili
p. 91.
(7) Miscellanea
francescana Vili
p.
p. 57-58.
Ada
SS.
cit.
818-19 n.
8.
122
BEBLIOTBCA
Per ora adnnqne rimane salda la testimonianza de' nostri antichi che &nno entrare nell' Ordine nel 1209, e ce lo additano come secondo nel numero de' primi di-
33
il
Catani
non basta, crediamo, a sovra fino a tanto che prove pi serie esposte, distruggere ridoni e pi antiche non vengano a corroborare l' ipotesi del boUandista Snyskens e del P. D'Ascepoli del Santo Fondatore.
le
La
e le testimonianze
len9on.
2.
La seconda
questione : qaando,
e per
qnanto tempo
il
Catani
fi
Vicario
di
San Francesco?
Tatti gli storici moderni dal
Waddingo
posto ritorno del Catani dall'Oriente) fino alla saa morte, occorsa il nn anno scarso di efimero vicariato Negli antichi cronisti nalla troviamo che
!
sapporre an cosi breve vicariato del Catani, che anzi da essi resalta tatto il contrario; essi attribuiscono al Catani an lango governo dell'Ordine, sia come vicario, sia come generale Ministro dopo la rinunzia del Santo Patriarca. Il Celano in proposito cosi si
esprime Franciscus.... paucis annis elapsis post suam conversionem, in quodam capitalo coram omnibus fratribus de religione, praelationis officium resgnavit dicens: Amodo sum mortuus vobis; sed ecce, inquit, frater Petrus Cathanii, cui ego et vos omnes obediamus (3) .
:
A questa espressione del Celano consona e lo Speculum del P. Lemmens (4) e quello del Sabatier (5). Ora, se il Catani fosse stato eletto vicario nel 1220, non sarebbero passati soltanto anni pauci dalla conversione, d Francesco, ma quindici interi anni, perch la
conversione perfetta del Santo avvenne nel 1206. E quindici anni non son pochi davvero in soli vent'anni di vita santa di Francesco! Dobbiamo quindi riportare a parecchi anni prima del 1220 il vicariato e il generalato del Catani, governo interrotto dal suo viaggio in Oriente
fino alla morte.
(1219-20), e
poi,
Di pi: per testimonianza unanime di tutti i cronisti, antichi e moderni, frate Catani fa il primo vicario del Santo ; ora, chi non sa che San Fnaicesco, assai di frequente
e
per lungo tempo, si assent da Assisi e dall'Italia, come avvenne nel 1212 quando, incamminatosi per l'Oriente, visit la Dalmazia, indi la Francia e la Spagna (e. 1214), e nuovamente la Francia nel 1217? x Per decem et octo annorum spatium (dice il Celano)
vix,
aut
nunquam requiem
Dei
(6) .
Ora, non
possibile che Francesco, in tutte queste escursioni, abbia lasciato l'Ordine senza
e,
un
vicario
d'altro lato,
tardi e dopo la
non sappiamo che lo abbia retto altri, fuori del Catani. Solamente pi morte sua fri surrogato dal celebre fr. Elia nel 1221. (Vedi a p. 111).
In terzo luogo dobbiamo considerare che i &tti narratici dallo Speculum e dal Ce2 Cel. 3. 35. lano relativi alla vita del Catani (per es. i capitoli: Spec. 38 Spec. 39
Cel. 3. 81.
Spec.
si
46 = 2
Cel. 3. 88.
Spec. 58.
i
Spec. 64
e probabilmente
riferiscono
anche al
Catani
capp.: Spec.
= 4 = 2
Cel. 1. 19.
Cel.
= 3.124.
(1)
AnmUea
t.
I p. 345, t. II p. 1-2.
Doeum. antiqua
II. n.
14.
SECOLO xm.
Spec. 8.
123
Spec.
aii
il
40
=2
:
Gel.
3.82.
8pec. 112
densaro in
anno scarso
33
si
esprime
Frater
Assegnato, come fuor di dubbio, un governo molto pi lungo al Catani, in qaale nostro giudizio, il vicariato del Catani deve
1210, dopo la conferma della prima regola, o al pi tardi nel 1212, quando oramai Francesco si era deciso all'apostolato fuori dell'Umbria;
apostolato che inizi nel 1212 col viaggio in Dalmazia, coi viaggi senza tregua por tutta Italia, per la Francia, per la Spagna e per l'Oriente, e che ebbero fine quando il Signore
gl'impresse le sacre stimmate (1224). 6ia il Papini, prima di noi, suppse il vicariato del Catani verso il 1214 quando, com'egli afferma, Tommaso da Celano aspettava il ritorno di Francesco in Assisi per esser ammesso all'Ordine (2). 3. La terza questione sarebbe: fa realmente il Catani anche Ministro generale del-
l'Ordine?
Il compilatore
del
Chronicon 24
QeneraUwn
scrisse
che,
vivente
S.
Francesco,
ab Ordine tanquam Generalis receptus (3). Ma ragioni pi se> rie, la testimonianza esplicita del Celanese, di S. Bonaventura, dello Spcculum Perfectionis e del Pisano, citati in principio di questo articolo, dicono invece che il Catani fu non solo
nuUus
ma anche il primo Ministro generale (4) dopo la solenne e pubblica rinunzia del Santo &tta in un Capitolo generalo, che necessariamente dev'esser quello celebrato nel mag^o 1217, e che fn il primo Cap. gen. dell'Ordine; perch il Catani nel secondo Cap.
vicario,
gen. del 1219 parti col Santo per l'Oriente, o nel 1221, epoca del terzo Capitolo, il Catani era gi morto. n Pisano quindi, con molta ragione, distingue due elezioni in persona del Catani quando scrive Hic frater Petrus primo fuit B. Francisci Vicarius, et demwn beato Fran:
cisco renuntiante
officio
fr.
minister (5) .
lettera
che
il
Santo Patriarca
diresse
fratri
N. Ministro
d'
generali (6) , fu
indirizzata al Catani o
ad altri?
Alen9on, quello
d'
Ognis-
santi edito dal Sabatier (7), e quelli di S. Isidoro e di Foligno usati nell' edizione de'
PP.
Quaracchi, portano
l'
intestazione
della
lettera al
il
testo
(1) (2)
S.
Antonii de Urbe,
t.
fol,
Pii'i
I p. 81.
57 r. cod. della prima met dei sec. XIV. sotto, a p. 109, nn. 18 e 19, interpreta
;
a suo modo troppo vago i' espressione del Celano i)ancis annis elapns da noi su (3) Anal. frane, t. Ili p. 30.
(4)
riferita.
minister > , Sabatier Spec. p. 112. II B. Francesco da Fabriano (1251-1322) nella raa v. ed. 1510. cronaca citata dal Wiiddingo (an. 1267 n. 5, t. IV p. 277) scrive: De supradicto fr. Petro
(5)
Primus generalis
fol
Conform. 8,
52
Cnthanii, quod fnerit Generalis Minister, hafjetur ex dictis fr. I^onis e te. (6) Edita dal P. Ed. d'AIen90n in SpicHegium cit. p. ^7-21; dal Sabatier in
p. 113; e dai
BarttoU
osserra-
PP. di Qoaracch in Opuscula zioni critiche a p. 189-92. (7) BarUioU Traclatus, p. 113 s.
S.
P. Francisci^. 108-10,
cfr. ibid. le
124
BIBLIOTECA
premesso al santo che ne d il Waddingo (2) Beverendo in Cho. Patri fratri Petro generali Ministro, fr. Franil
33
Il Sabatier (3) e
Lempp
ma
le ragioni dateci
non convincono
Qaaracchi, e
ad un Ministro provinciale qualunque. Ma nulla impedisce, crediamo noi, che della lettera diretta principalmente al Catani, sia stata diramata autentica copia anche a tutti Ministri provinciali. Ma altre ragioni possono resultare dal contenuto della stessa lettera.
la credono diretta piuttosto
i
in
mtmdo,
qui peccaverit,
unquam
tua....
De omnibus
in regula
cum
quae loquuntur de mortalibus peccatis. Domino adinConsilio fratrum faciemus istud tale capitulum Si quis
:
fratrum etc. Hoc scriptum, ut melius debeat observari, habeas tecum usque ad Pentecostom ibi eris cum fratribus tuis. Et ista et omnia alia, quae minus sunt in regula, Do:
mino Deo adiovante, procurabis adimplere (5) Dal tenore di questa lettera resulta in primo luogo, che essa
.
fu
scritta
dal
il
Santo
B. CeGior-
dopo la prima regola, e qualche tempo prima della seconda regola cui collabor sario da Spira verso la Pentecoste del 1221, come resulterebbe dal cronista
fr.
dano
(6), e
confermata pi tardi
il
il
III. Quindi,
(7).
non senza
fondamento,
Waddingo
erano soggetti
frati di
da
Maria degli Angeli, per aggiungere nella regola un nuovo Si quis fratrum mstigante inimico mortaliter peccaverit, cbe infatti venne agcapitolo si e trova al cap. VII della seconda regola. Ora qual questo Capitolo generale ? giunto
celebrarsi nella Pentecoste, a S.
Non pu
essere certamente n
il
il
il
giunte sino al
Si quis non si trova nella prima regola, la quale sub varie 20 Settembre 1220. Dobbiamo dunque cercare un Capitolo generale dopo
il
famosissimo
delle
Stuoie celebrato
il
il
regola
per
ordine
ci
inseren-
dovi allora
il
Ma
quella lettera,
potrebbe obbiettare
(1)
Conformit 12.
Un
l'
XV,
edito dal
il
mondo, ed
incipit e a frate
Annales an. 1221, t. II p. 1, n. 1. Bartholi p. 113 s. e altrove. (3) (4) Fr. Elie de Cartone p. 169 s. (5) Opu8cula S. P. Frane, p. 109-10.
(6) Cfr.
Anal. frane,
t.
I p. 5, n. 15.
Potrebbe anco
asserirsi,
che
il
sto incarico al B. Cesario nel giugno del 1223 al suo ri tomo dalla cronologico del racconto di Giordano vi si oppone, se non erriamo.
(7)
Germania;
ma
l'ordine
Sabatier {Bartk. p. 117) la vuole datata nel 1221. vero senso, ossia universale, che si convocava ogid tre anni e non gi in un Cap. gen. ci8m.ontano, che si celebrava annualmente in Assisi; una giunta alla regola doveva interessare l'Ordine intero, quindi se ne doveva trattare in un Capitolo
il
Anche
generalissimo.
SECOLO xm.
125
qualcuno, poteva alludere al quarto Capitolo generale celebrato nella Pentecoste del 1223 (ultimo Capitolo generalo vivente il Santo), anno famoso per le molte dispute sulla regola
33
cose, rispondono
per la relativa approvazione pontificia. A questa supposizione, che sconvolgerebbe troppe bastevolmente le sovra esposte serie ragioni: la testimonianza del citato fr. Giordano da nessun contemporaneo contradetta; la stessa opinione del Sabatier che
e
assegna alla lettera la data del 1221, prima del Captolo generale-, e in favor nostro, la generalit de' Codici che la^ vogliono indirizzata al Ministro generale che per noi il Caiani (^ 10 marzo 1221) e non fr. Elia. E poich la lettera allude senza dubbio ad un
il
senza attenuare
rifare la storia
1221,
senza
La quinta ed ultima
della
alla data
morte sua.
Secondo
questione
si
riferirebbe al
la
ritomo
dall'
gi
riportata
iscrizione
che,
per
quanto apparisce dai caratteri semigotici del tempo (1), non pu oltrepassare il secolo XIII XIV, il Catani sarebbe morto il 10 marzo del 1221 (Mccxxr. vr id. mabtii), e
non gi nel 1^24 secunda die martii, come interpret il dotto Minorit Spader supponendo doversi leggere la data della lapide in questo modo mccxxiv. il d. mabtii (2). Noi
:
non seguiteremo
feri
Guasti (3) chiamando una stranezza Y industria dello Spader che preleggere 1224, n giureremo sulla fedelt, de' punti dell' incisore Assisano, tanto pia che
il
allo
Spader favorisce il Chron. 24 Gen. che registra la morte del Catani precisamente sotto r anno 1224 (4), senza perci giurare neppure sulla fedelt di questo cronista. Il dotto conventuale Papini decifra in altro senso
cio,
l'
iscrizione e
10 marzo 1222. Egli scrive: Passo a render ragione, perch io abbia detto morto fra Pietro ai 10 marzo 1222, mentre l'epitafio segna 1221. Questo era lo stile comune allora nel Cristianesimo di cominciar 1' anno dal 25 di marzo, o dal l" aprile ;
al lo siile
marzo si diceva 1221, quando gi l'anno 1222 era di ire mesi secondo ora comune gi da pi secoli. romano, questo debbesi stare da chiunque tratta le cose antiche e le pubbliche per i tempi correnti. Io l' ho fatto, ed il Caiani segnasi
sicch fino a tutto
morto
a' 10 marzo 1222, che lo stessssimo tempo del 10 marzo 1221, secondo il computo allora comune (5) Il calcolo reggerebbe se il Papini ci poteva assicurare che gli Assisani usavano il vecchio stile e non il romano. Il Sabatier, in uno studio speciale sulle date usate nel secolo XIII in Assisi, nulla pot risolvere di preciso (6). Del resto,
.
lo siile
Anno a
romano era spesso usato da' notai imperiali e apostolici di Assisi con la formola naUvitate Domini. E poi, ammesso il computo del Papini, si scompiglierebbe tutta
:
fetti
il
ftiori d'
ogni questione;
vicariato di fr.
viaggio del Santo in Oriente (1219), le celebri missioni in Germania, Elia ecc., fatti compiuti nel Capitolo generale del 1221, e che non pos-
sono trasportarsi al
storia
1222 senza serie prove in contrario e senza sconvolgere tutta una come ha voluto fare il Papini, credendo giusto e inconcusso il suo calcolo.
(1) Vedasi la riproduzione fototipica nel cit. SpicUegitm, nella Miscellanea del Paloci, nel Panfilo Storia di S. Frane, t. I p. 327.
(2)
cit. t. I p.
327.
(3) Basilica di S.
degli Angeli p. 29. (4) Anal. frane, t. Ili p. 30. (6) Storia di S. Frane, t. I p. 187.
(6) Spec. Perf. p. ccxn-rv.
Maria
126
BIBLIOTECA
88
nato
Ammessa
biamo una
di
corno certa la
(poich
non ab-
seria ragione per porla in dubbio), necessario concladere che egli fosse tor-
fresco
dall'Oriente
ove col Siinto area trascorso qnasi tutto l'anno 1220, come
abbiamo notato altrove, e forse anche i primi mesi del 1221. Il cronista Giordano ce lo presenta come ritornato insieme col Santo e cogli altri compagni (1) ; sar vero, e sar vero
eziandio l'asserto del Cliron.
e sepolto
24 Qen. che
(2). Il
dire
morto
il
Catani e bsente
sondo Francisco
S.
(per chi volesse attaccarsi alle parole del Giordano), sia che
il
mese
qualche tempo prima munito della predotta lettera del Santo, per riprendere l' interrotto governo dell'Ordine, per ridonare la calma ai frati, ed avvisarli del ritorno di Francesco e del prossimo Capitolo generale da convocarsi nella Pentecoste (30 maggio 1221). Ma giunto in
in Assisi,
Assisi e
ridonata la pace ai
absente sancto
frati, egli
marzo 1221,
del suo
Francisco
si
poco dopo spirava nella pace de' giusti, ai 10 di ; qnando forse Francesco rinavigava dall'Oriente
recava direttamente dal Pontefice per informarlo
ritomo
E qui abbiamo finito di esporre le nostre osservazioni. Aggiungiamo un brano sul Catani che ricaviamo dall'importante Cod. memb. S. Antonii de Urbe, ms. della prima
met
del secolo
XIV, che
una
delle
fonti
storiche
Pisano e al Chron.
24 Gen., ambe
Assisio
post-
quam
venit ad
Ordinem
B. Francisci.
Nam
habere volens, nec ipsam praelationero, voluit eum esse sibi pater et eum, quem mnltnm dilexerat, defunctum in loco aanctae Mariae de
niens, et miracula
Ang^s
inve-
sepulturae eius et
dixit:
multa facientem, ac populum et maxime mulieres confluentes ad locum offerre linum et lanam et alia : accesit ad locum sepultnrae, et clamans
fuisti obediens in vita tua:
a
ab
modo, quia nimia moesiamur unde praecipio Ubi per obedientiam quod cesses nec amplius miracula fecit * (Cod. cit. to. 57 r.).
praelationis in capitalo generali, post
Catanii, surgens
iunctis manibus, et
Quando beatus Franciscus resignavit officium verbum resignationis, &cto vicario suo fratre Petro
ocnlis in coelum erectis dixit
:
recommendo familiam tnam, quam mihi hactenus commisisti; et nunc propter infirmitates quas tu nosti, dnlcissime Domine, curam eius habere non valeo: ipsam recommendo ministris; teneautnr ipsi, in die iudicii coram te. Domine, reddere rationem, si aliquis firater, eorum vel n^ligentia vel malo exemplo rei
Domine,
tibi
di
fol.
60 t.).
ed
1220
reca in Oriente
ecc.
XIV).
34
cronista
fr.
nute in Italia,
nell'
Giordano raccontando (Vedi sopra num. 11) le gravi perturbazioni avveassenza di Francesco in Oriente, ricorda come un quidam frater laicus
mdignatus, sine
licentia
Vicariorum transfretavit
e venne in
Siria,
per informarne
il
(1) AnaL. frane, t. I n. 14: Franciscus.... assumptis secnm fratre Helia et fratre Petro Gathaniae et fratre Caesario et aliis fratribus, rediit in Italiam > . (2) Anal, frane, t. Ili p. 30-31.
SECOLO xra.
Santo
ecc.
127
e la patria di
I posteriori cronisti
ci
trovarono e
il
nome
84
poi
da
altri
Komorowo,
indignati,... fra-
trem St&plianum laycum, beati patris discipulum (ut dicit registrum ordinis), miserunt post beatnm patrem, ut suas eidem tribulaciones enodarent(2) . Il lacobilli (3) e il P. Agostino
di
Stroncone (4) lo dicono della citt di Narni, come pure il Hueber (30 Dee.), il Mazzara (28 Dee. t. XII p. 385), ed altri. H Waddingo per lo dice ignotae patriae, yir sanctus.... In sancta humilitate pius hic yir, suos dies transegit, probe edoctus ab ipso Institutore.
cos
1258
(5). I citati
il
lacobilli e P.
pure non sa assegnarci Tanno della morte, e la pone circa Agostino (1. e.) aggiungono, non sappiamo su quale
di altri frati, nel
testimonianza, che
rimandato
in
compagnia
si
1221.
che
il
dalla
sua
missione non
di S.
sa
quando,
31 Dee. 1258, e venne sepolto nel cimitero di uno dei primi frati e discepoli del Santo
in
Maria degli Angeli. Poich trattiamo Terra Santa, crediamo bene di riportare il
mori in
Assisi
seguente brano inedito che riproduciamo da un Cod. miscellaneo del Convento di S. Antonio .di Roma, brano assai importante si per la vita del b. Stefano, che per la storia deir Ordine di que' tempi. H racconto d' uno de' contemporanei al beato, cio di frate Tomaso da Pavia, Ministro provinciale della Toscana circa il 1260 (6), il quale per noi
quel
d'
Leggenda o Vita
et
del
B. Benedetto
Pontificum edita alcuni anni sono Imperatorum nei Monum. Germaniae historca Script, t. XXII pp. 483-528. Del cronista fr. Tomaso, stato pure in Oriente, parleremo a suo luogo sotto 1' anno 1280 di questo volume. Ora
sentiamo
fr.
Tomaso:
diiit
Frater Thomas de Papia, provincialis Minister in Thuscia phanus nomine, simplex et tanta puntate praeditus ut vix eum
narravit sibi quae infrascriptis continentur. In initio Ordinis, aiebat, consuetudo foli quod beatus Franciscus volentes venire ad Ordinem recipiebat, indutosque habitu et funiculo
succintos,
recommendabat abbatiis et ecclesiis^ quia loca in quibus eos poneret non habebat, Deo devote servirent, et ecclesiis in quibus locabat eoa obsequium impenderent. Contigit igitur ut hunc fratrem Stephanum reciperet, eumdemque iir quadam abbatia locavit cum socio. Post duos vero annos beatus Franciscus ad eamdem abbatiam rediit, ibique fratrem praedictum reperit. Quos (sic) cum ibi posuerit, quaesivit qualiter eonversatus fuerit, [et] a monacis loci diligenter investiga vit. Cumque a cunctis testimonium laudabile de vita fratris audisset, ipsum se comitari iubet, et per plures annos assumpsit in socium specialem. Cum autem ad domum cuiusdam dominae nobilis solus cum solo venisset, ipsa pannum tintum ad fciendam casulam sacerdotis beato Francisco devote obtulit; quo suscepto ad quoddam monasterium monachorum ad hospitandum venerunt. Dumque beatus Franciscus cum abbate familiariter loqueretur, quidam conversus, diutina infirmitate egrotans, horribiles mugitus et querelas emittens, maledicebat omnes habitantes in monasterio, quia sibi in nullo subveniebant in tantis angustiis constituto. Accedit igitur Sanctus ad eum cum socio, monet ad patientiam, divinam providentiam laudai quae mala convertit in bonum, placat egrotum verbo, et culpam suam recognoscere monet,
praecipiens ipsis fratribus ut
(1)
(2)
t. I p.
(3)
Komorowo Memoriale Ord. Fr. Minorum, Leopoli Santi e Beati deW Umbria, Foligno 1661, t. Ili p. 256.
in Misceli, frane. II. 52.
p. 92.
t.
1886, p. 79.
(4)
(5)
(6)
Umbria Seraf.
Annate
IV
Come
si
p. 31.
128
BIBLIOTECA
ei
34
ostendit
iacentein videbat:
;
affer, in-
mus
si
phanus quod
egrederetur de loco ilio, b. Franciscus nulli mulieri familiaris esse volebat, nec familiares mulieres mulieribus acceptabat: ad solam beatam Claram videbatur affectum habere. Nec enim, quando cum ipsa aut de ipsa loquebatur, cam suo nomine nominabat, sed Christianam
nados vestiendus est, ut impleamus Christi mandatum manibus suis vestimentum incidit atque suit; et antequam Dicebat idem frater Steegrotum visitans, nudum vestivit.
appellabat eam. Illius et monasterii sui curam habebat. Noe umquam ipse aliud monasterium mandavit fieri, licet tempore suo aliqua monasteria constructa faerint, procuratione quorumdam. Et cum intellexisset quod mulieres congregatae in dictis monasteriis di Dominus a nobis uxores abstulit, cebantur sorores, vehementer turbatus, fertur dixisse dyabolus autem nobis procura vit sorores Dominus Ugolinus episcopus Ostiensis, qui erat protector Ordinis Minorum, ipsas sorores magna affectione fovebat. Et cum quadam die beato Francisco, volenti ab eo recedere, eas recommendaret Frater, inquit, recommendo Sancte pater, de cetero tibi dominas illas Tunc beatus Franciscus yllari vultu respondit non sorores nminentur minores, sed dominae, sicut nunc recommendando eas dixistis . Et ex tunc dictae sunt dominae, non sorores. Non multum post hoc, mortuus est fr. Ambrosius de ordino Cistersiensium poenitentiarius, cui dictus dominus Ugolinus curam praedictorum monastoriorum commiserat, praeter quam monasterium sanctae Clarae. Tunc fr. Philippus Lotgus procuravit sibi committi monasteria supradicta, auctoritatem habere a summo Pontifice, ut in eorum obsequia secundum arbitrium suum fratres deputaret Minores. Quo audito, beatus Franciscus turbatus est vai de, maledixit illi sicut sui Ordinis destructori. Dicebatque dictus fr. Stephanus quod hoc verbum ab ore boati Francisci audivit: huc usque fstula fuit in carne, spesque curationis erat, ex nunc autem in ossibus radicata incurabilis prorsus erit. Dictus fr. Stephanus ex mandato praedicti fr. Philippi ad quoddam monasterium dominarum accessit, et cum semel iret cum beato Francisco de Bevanio ad alium locum, postulavit veniam ab eo, quia de mandato dicti fratris Philippi ad monasterium accessisset. Tunc Sanctus increpavit eum dure, iniunxitque ei pr poenitentia ut vestitus sicut erat in fluvium se proiiceret iuxta quem ambulabant. Erat autem hoc in mense decembri. Madescens autem et tremens prae nimio frigore, per duo magna Item idem fr. Stemiliaria, beatum Franciscum usque ad domum fratrum comitatns est. pianus, sicut dicebat, cum beato Francisco et quibusdam fratribus in qnodam heremitorio per plures menses moratus, coquinae et mensae fratrum curam gerebat. Eratque eis omnibus hic modus vivendi: ex mandato beati Francisci, in silentio et oratione esse, donec dictus fr. Stephanus eos per sonum teguao ad prandium vocaret. Eratque consuetudo b. Francisci circa horam tertiam de cella exire, et si quando in coquina ignem non videbat, colligebat manipulum herbarum, advocans in silentio fratrem Stephanum : Vade, dicebat, et coque herbas istas aliquantulum, et bene erit fratribus Item dicebat quod plnries, cum dictus fr. Stephanus ova aliqua sibi data et caseum coxisset pr fratribus, beatus Franciscus laetus comedebat cum eis, et laudabat prudentiam coqui sui. Aliquando autem cum quadam turbatione vultus aebat: Nimis fecisti frater: nec volo quod cras aliquid facias. ie vero timoratus, beati Francisci voluntatem implebat. Cumque sequenti die mensam ornatam frustis panum diversi generis b. Franciscus aspiceret, cum magna laetitia cum fratribus recumbebat. Interdumque dicebat Frater Stephane, quare non fecisti nobis aliquid ad edendum? Quo respondente, quia tu dixisti mihi quod non facerem, dicebat sanctus Franciscus: Discretio bona est nec semper implendum est Haec praequod dicitur a praelatis dieta asseruit fr. Thomas se a dicto fratre Stephano andivisse. Ad laudem Christi (1).
: . : , :
1220.
Fr. Luca di Puglia Ministro Provinciale di Romania (e di Terra Santa) e stabilimento de' Minori in Costantinopoli.
il
86
Biassnmiamo qui
1220, sotto
(1)
il
In esso documento
58v.-59v.
Luca
ricordato
Cod. memb.
fol.
SECOLO xra.
129
qual Ministro provinciale di Bomania, ossia di Grecia, che fino al 1263 era tutta ana prTiucia colla Terra Santa. Frate Luca, che noi
36
d'
ignota patria,
ci
detto
de'
nativo di Puglia dall'agostiniano P. Palmieri che consult il presente archivio PP. Conventuali di Costantinopoli. Ma o lui o le memorie dell' archivio troppo recenti,
errano dicendolo provinciale nel 1219 (2), quando sappiamo di certo che in detto anno il primo provinciale di Romania, della Terra Santa e di tutto il Levante, era il celebre frate
abbiamo gi detto abbastanza nel precedente articolo, al n. 31. Anche il nostro P. Panfilo assegna a frate Luca lo stesso anno, e per isbaglio lo dice anche primo Ministro
Elia, di cui
provinciale.
Ora ecco
il
Minoriti in Costantinopoli:
Un
Fra
le
Boma
accuse mosse contro di lui era anche questa, di aver cio fatto il voto di abbracciare l'Ordine de' Minori nelle mani di frate Luca Magistro Fratrum Minorum de
partibus JRomaniae, in cuius vovisse manibus idem Praepositus dicebatur La promessa voto di questo prete sembra vero, poich frate Luca, venuto anche lui in quel tempo
.
a Boma, rinunzi ad ogni pretesa sul sacerdote, in presenza del Pontefice Fratre Luca.... coram Nobis omni cantra eum liti cedente Il Papa quindi libera da ogni accusa il
: .
lettere di protezione,
una
diretta al
di
Costantinopoli (con data de' 18 feb. 1221). Da questo fatto ci risulterebbe che gi da quest' anno 1220 i Minoriti erano stabiliti a Costantinopoli (3). Lo Sbaralea suppone, ragionevolmente, che frate Luca siasi recato da Costantinopoli a Boma fors' anco per informare
il
Papa
8.
1221
B. Be ledicti Sinigard de Aretio vita et miraouia, ex ma. ood. FranoiBci R idi Patrioj Aretmi n 57 (nunc Bibllotheoae National. Florentinae inter aodd. Palatinos n. 266 fol. 314r.-318r.).
1.
ci
Quando
1900 studiavamo
nella Nazionale
di
Firenze, casual-
36
mente
il
capit tra le
mani
il
tutto dal
Redi verso
1661, e non sospettavamo punto la grata sorpresa di leggervi una vita o legenda del nostro B. Benedetto apostolo e Ministro provinciale della Terra Santa, scritta da un certo
Nanni
di
Arezzo nel 1302. Sapevamo d'una simile legenda citata ed usata abbondante-
Fra Luca ricordato anche dal Papini, qual provinciale Ministro di Bomania e di tutto il Levante, proyincia (dice lo stesso storico) che nel 1260 [corrige in 1263] Tenne divisa in due; in quella di Bomania e in quella di Siria o Terra Santa. Storia di S. Francesco (Foligno 1825) t. I p. 100 e 184.
(1) Serie Cronologica de' Super, di T. S. n. 2.
(2) Palmieri Dagli archivi de' Conventuali di Costantinopoli (Boma 1901 p. 4) opuscolo estratto dal Bessarione rivista, an. voi. VII n. 53-54. (3) Dette lettere sono nello Sbaralea BuUarium t. I p. 6-8. (4) BuU. cit. p. 7 nota .; ove anche sappone, non sappiamo con quanta ragione, che frate Luca si sia portato a Roma ea^to nnisterio anno superiori cio nel 1219. Tatta
questa confusione sulla cronol(^ia dei Provinciali d' Oriente proviene dall' aver ignorato il Chronicon di frate Giordano che il primo che ricordi il provncialato di frate Elia in Oriente dal 1217 sino al suo ritome col Santo in Italia (1220).
BUtUot.
Tom.
I.
130
BIBLIOTECA
dal
36 mente
Pisano
(1), e
di
Pozzuoli (1324-44), autore del Provinciale Ord. FF. Minorum edito dall' Eubel (2). Sapevamo pure d' un' altra leggenda usata dal Chronicon 24 Generalium (3), non poco
discorde da quella usata dal Pisano (come vedremo); oltre
digi di
un racconto
Benedetto attribuito dal Waddingo a Bernardo da Bessa (4). Ora, di tutte questo leggende, e se qualche altra vi fu ancora (5), noi non possedendo che alcuni brani o indicazioni tramandateci dai mentovati cronisti, questa del Nanni era la sola che ci si svelava nella sua integrit, e, quel che pi importa, ricca nella sua brevit di nuove notizie sulla vita del Beato. Senz'altro quindi la trascrivemmo fedelmente e volevamo pubblicarla
;
in qualche periodico, pi
come una
delle
dal Pisano
(onde
purgarlo
documento contemporaneo
in questa nostra raccolta;
al Beato. Differendo, ci
quando
le gentili
insistenze dell'amico
ce la rapirono per darla nella sua preziosa Miscellanea francescana agli amatori di
rare ed
noi
ci
inedite (6).
Ma, a
ci
non pu dispiacere
Faloci,
di giudizio sulla
leggenda
:
se
una o pi leggende
una leggenda per e, quel che pi interessa, maggior giustezza di criterio sul valore di mista di se si favole chiamar quanto favole; possano pie esagerazioni inspirate dalla piet
e poesia popolare,
ma sempre
in base
d'un fatto
certo.
Non
a noi
di pren-
modo
un buio cupo,
crede
i
Benedetto di Arezzo.
primieramente,
perch
(1) Conform. 8,
fol.
25 r. ed. 1510;
il
ove riporta
22 v. ed 1513: *ut in legenda habetur viaggio e l'abboccamento del Beato coi santi
fol.
Dopo la leggenda del Nanni, daremo questo e un altro brano della leggenda usata dal Pisano, come pure un brano d'un altra leggenda usata dal Cliron. 24 Generalium.
(2) Quaracebi 1892, a p. 59 n. 232, cosi: Hic (f*. Benedictus) ductus fiiit in paradisum deliciarum ubi vidit Enoch et Helyam, qui inter colloquia ei dixerunt, quod adventus Francisci eis datus fuerat pr ultimo signo exitus sui E nulla pi.
.
t.
Ili p. 224
il
(4) e Eius (Benedicti) precibus ab Divi Basilii monachos, in quodam prope Antiochiam alveo navigantes, refert Bemardus a Bessa, seque, miraculum hoc ab ipso eius socio [b. fr. Rainerio] aliisque viris fide dignis
cui brano riportiamo in fine di questo articolo. imminenti et certo naufragio liberatos, socium et duos
accepisse subiungit. Annales an. 1211, al Bessa e non narrateci da altri, e che
gli
t.
I. p.
mancano
112 n. 16. Queste particolarit attribuite nella leggenda del Bessa pubblicata ne-
Anal. frane, t. Ili p. 666-93, ci persuadono ognor pi che la leggenda del Bessa quale oggi l'abbiamo monca anche su quanto riguarda la vita di S. Francesco. Ma la sorte non tarder speriamo, a disseppellirci ancor questa del Bessa come ora veniamo a sapere essersi ritrovato
(5)
un compendio
Lo Sbaralea (Suppiem. ad
S. Sepolcro [f 1 nov. 1304]
B. Rainerio di
Borgo
compagno
I p. 5-8.
una
vita o
Pisano.
Volume Vili
(1901)
lEasc.
SECOLO xm.
Bollandisti non
131
ci hanno trorato alcnn docnmonto meritevole di piena fede; poi, percht' cho parlino del Beato non se no hanno all'infaori del noto panegirico che ne scrisse il Minorit conventuale P. Bicilotti; poi, perch di lui lo Chevalier non seppe produrci alcuna utile indicazione nel suo JRepertoire delle fonti storiche del medio evo; e poi, finalmente, perch gli odierni successori del Bollando non hanno potato offrire il
36
libri speciali
ricordo
wcppwr di un dooumento solo fededegno (1) . E in un il eh. Paloci non trova notizie pi antiche
cosi
cupo
silenzio, e
tra
XIV
secolo! (2).
Ma
so
lungo ed unanime il silenzio dell'antichit, e se cotanto fitta la tenebra che avvolge la vita del nostro Beato, chiunque abbia letta la severa prefazione del dotto critico, avr conchiuso come noi, che dunque il silenzio e le tenebre son estese super univcrsam
terram, e che la vita dell'apostolo
di
qualche Fedro Minorit del secolo XIII ! cos, che la troppo critica negativa dell' oMa vedremo se qualche raggio gregio Faloci dal buio ci volle condurre al buio pesto.
di luce
men
il
nostro Benedetto.
Ma
anche un'altro
non pu garbare punto a nessuno, per la semosservando che la Legenda B. Benedicti era poco
XXIV
i
modo assolutamente
favolosi
il fatto solo che egli amplifica (?) il racconto leggendario, che scriveva ricordi tradizionali, anzich sulla base di documenti sicuri . prova (?) sopra Ma il fttto sta che l'autore della Cronica non solo amplifica, ma n poco n molto gli era conosciuta la leggenda del Nanni che pubblichiamo, sibbene nn' altra diversa, o in
(come asserisce)
ben pi ampia
di quella.
Un
semplice confronto delle memorie che fin qui abbiamo sulla vita di
Benedetto,
a farci scorgere V esistenza almeno di tre leggende differenti e tra loro indipendenti, senza per dover supporre gratuitamente amplificazioni e interpolazioni nei cronisti
sufficiente
che ce
le
tramandarono o
il
in brani
come
il
il
Pisano, o in
fra le
compendio come
che
uno scorge
(1) I Bollandisti ne parlano (in Ada SS. t. VI aug. p. 808-811) sulla scorta del Pisano, Bodulfio, Waddingo e di altri scrittori francescani, discernendo, come si conviene a critici eruditi ed imparziali, i fatti non dubbii dai dubbii e leggendari; e non gi, come asserisce
il
Faloci, che
non
vi
I bol-
landisti, rigettata
suo luogo la leggenda del misterioso dragone e del colloquio coi santi profeti nel paradiso terrestre, nuli' altro ebbero di che purgare la vita del nostro beato. E se errarono nel negargli di aver ricevuto all' Ordine l' imperatore di Brienne, l'errore piuttosto del Baynaldi
n. 74-76). Se il dotto boUandista Pinio avesse conosciuto il Chronicon del Salimbene e quello del Bessa (in Cliron. 24 Gen.), ambo contemporanei a Benedetto, non avrebbe punto messo in dubbio il fatto sulle futili ragioni date dal Raynaldi. Ed ecco che anche
questa volta (dopo le tante!) la storia volle dare ragione al fedele Pisano ed una solenne smentita all'ipercritica vecchia e moderna.
visto e notato pi sopra, nella seconda nota di questo articolo, a che si protese notizie jntt antiche dateci dal citato Provinciale: cio al solo abboccamento di Benedetto coi santi profeti l nel paradiso terrestre! E queste pel Paloci sono
(2)
Abbiamo
le
riducono
forse
le notizie
pik
di lui !f
132
BIBLIOTECA
a tre sorgenti distinte, piuttosto che alle amnessuno ha fin qui posta in dubbio,
36
fedelt di compilatori
ad usum Delphini.
Tocheremo brevemente
il
le principali
lettore ne giudicher.
E
il
prima
viaggio di
di tutto notiamo, che il compilatore del Chronicon Benedetto in Mesopotamia al sepolcro di Daniele; e
24 Oeneralium omette
il
racconto
che
ci
d
dif-
Nanni
dobbiamo
scor-
unum
mirabile fertur
piut-
un genio
amplificatore. Il colloquio
personaggi sull'Ordine Minoritico, riportato dal Pisano e omesso dal Nanni, consona in sostanza col racconto del Chronicon; ma stona l ove questi fa star Benedetto iXV uscio del paradiso, laddove il Pisano (come il Nanni) ce lo fa entrare e visitare tutto il beato
soggiorno, guidato dai due santi profeti.
si accosta a questa del Nanni, senza perPisano dipenda immediatamente dalla Nanniana. Pisano in&tti cita una legenda fratris JBenedicti donde egli senza dubbio trasse il suo racconto ; e fors'anco prima d lui, della stessa si servi anche il Nanni, almeno per
La leggenda
quel che riguarda le gesta del beato in Oriente, compendiandola non poco in molti punti (se per ora non ci lecito supporre inoltre che il testo attuale del Nanni sia piuttosto
un compendio d'una pi
diffusa leggenda Nanniana). Del resto, risulta dal confronto dei due racconti, che la leggenda usata dal Pisano era ben pi diffusa del testo Nanniano; n perdo sar lecito ad alcuno di escogitare invoce arbitrarie amplificazioni nel racconto
del Pisano.
Ma
cilmente
si
conciliano.
il
Nel viaggio
due
laonde
son
poche e
fa-
al sepol-
cro di Daniele,
il
Nanni trova
la via intercettata
da ladroni
mamalucchi saraceni;
beato
un
passa liberamente a cavalcioni di un angelo mandatogli dal cielo in figura di dragone vomitante fiamme, il quale poi te lo rimena sano e salvo in Antiochia d' onde
li
era partito. Nel Pisano, invece di ladroni, troviamo per ostacolo certi dragoni che custodivano il sepolcro di Daniele; questi naturalmente dovettero cedere il passo a Benedetto che vi arrivava seduto infra caudam d'un immenso dragone, che per lui pure era
un angelo
si
il
Nanni.
Il
naufragio poi di
sano,
Nanni
invece, la
deve alla sorte gettata tra i pericolanti, sorte che a lui fu contraria; secondo il brutta sorte gli tocc per la birba astutia de' marinari. La nubecula
alba del Nanni che salv Benedetto dal naufragio, pel Pisano una nuvola o angelo che lo port ai paradiso terrestre e riport sino al porto di Ancona citt non mentovata
dal Nanni. Nel resto
il
Nanni ed
il
Pisano van d'accordo benone. Pisano e questa del Nanni. La dissonanza pi che evidente ; e se il Pisano, compilatore
Abbiamo dunque
di quella del
Chronicon con
fedele, avesse avuta sotto gli occhi la leggenda del Nanni e questa fosse stata unica sua fonte, per certo non sarebbe in disaccordo con lui l ove discorda. Ma poi, e perch tanto interesse per una l^;genda che secondo il Faloci tanto intessuta di favole ? Favole, secondo lui sono la visita del b. Benedetto al sepolcro
sempre
di Daniele profeta,
il
viaggio di
ha
cA paradiso
terrestre
e cose
simili
perch
le
SECOLO xm.
*
133
(?) in
Sombra che
al-
36
questa una ragione che, oltre ad esser un criterio troppo soggettivo, perch ci che agli uni sembra inesplicabile e favoloso, agli altri pu essere spiegabilissimo e storico, pur anche falsa a rigore di sana critica. Non pu esser canone di sana critica quello
che pu stiracchiarsi a capriccio delle
vole e leggende,
proprie vedute; n meno sar lecito confondere faperch queste al giudizio di certuni sembrano incomprensibili. I critici
il tenuissimo velo della leggenda Nanniana o Pisana, sapran molto vero dal poco leggendario che vi aggiunse la fantasia po polare; e in essa, pi forse che non in altre simili leggende, scorgeranno a prima vista vero pur anco nei &tti misteriosi e del dragone e della nuvola e del colloquio il fondo Sar lcito al critico, avuto da Benedetto coi santi profeti l nel paradiso terrestre.
anche
meno
accorti, sotto
il
discernere facilmente
secondo la scuola cui appartiene, o secondo i criteri che Io guidano, togliere a priori il velo leggendario o favoloso che involve una leggenda: ma nulla pi, se non intende a
capriccio
scalzare ogni autorit ai testimoni di tutti i secoli e di tutte le storie. Provi chiunque a sfogliare i venticinque e pi altri volumi della mole Mnratoriana, percorra ad uno ad uno i fin qui editi trent'nn volumi de' Monumenta Germaniae historica, ^
un
solo cronista
uno
quale non abbia accolti, con pi o meno ingenuit, fotti leggendari simili, allora noi pure seguiremo la sua scuola e il suo sistema di avvilire T ausolo),
il
i
torit di tutti
cronisti,
senza escludere n
il
Pisano n
il
Nanni,
gione che
si
Ma
velo dell'ingenua
ormai non v' pi bisogno di tante disquisizioni per iscorgere la verit sotto il legenda; e nessuno de' critici spreca pi tanto d'inchiostro n di cer:
l' oro della storia dalla scoria le^endaria che lo avvolge che l' oro anche agli occhi men puri. Se al critico, per esempio, non garba un angelo, n la prodigiosa nuvola che, secondo il Pisano e il Nanni, salv dal naufragio il nostro Bene-
non ricuser perci d ammettere la tavola, che ha nulla di favoloso, ricordata dal de' 24 Generali. Se non par vero, n degno di Dio cangiar un angelo in un mostruoso dragone, per condurre Benedetto cavalcioni fino all'antica Susa, al sepolcro di
dotto,
Chronicon
Daniele; non
ind^^o d'uno
storico,
d'un
critico,
un cammello, che pur noi da bambini ingenui (proprio come la leggenda, ingenua sempre com' un bambino) chiamavamo spesso mostro o dragone. E se la leggenda tesse un bel dialogo tra Benedetto e i due
santi profeti l
non perci crediamo che Mons. Faloci voglia necome pretese qualcuno. Conceil
di
Beno-
detto
Eden,
tante volte
fino
le
a noi da
della Bibbia co lo
sorgenti dell'Eufrate e
Tigri nell'Armenia
Mesopotamia meridionale. Dopo le favole, il Faloci, appunto per il rigore della storia, siamo costretti (dice) segnalare alcuni errori e lacune nella leggenda del Nanni. Questi errori e lacune
primo Ministro
di Oriente
il b.
Benedetto
mentre fu probabilmente il terzo e certo il secondo ; e lo dice defunto nel 1242, mentre viveva ancora nel 1277*. Errori o lacune son queste che ogni rigore di storia ci deve
costringere non tanto a segnalarli, quanto a spiegarli pi ragionevolmente. Il Nanni chiama Benedetto ^primust AntiochvK minister * come lo chiama anche il Pisano, sebbene fosse
134
BIBLIOTECA
terzo (1), e questo probabilmente por
;
36
stato roiilmonto
il
il
il
primo
Antiochia,
Che
poi
il
Nanni
dica
che
il
lo deve credere
un
critico
che a prima vista vi scorge non un errore del Nanni, ma del codice Rediano; un amanuense del secolo XVII prenda 1' 8 de' codici antichi per un 4,
si
come
toci
1242
(scritto
nel cod. in
numeri arabici) dobbiamo leggere 1282 come anno della morte dal Nanni.
Questi
difetti,
soggiunge
il
Faloci,
il
uniti alle
al
docu-
inteso, presso francescana, e non gi presso quello degli altri. Fuori del misterioso dragone, che non ci sgomenta punto ; fuori dell'abboccamento di Benedetto con i profeti Enoch ed Elia (che
tribunale
della
Miscellanea
pur
la Teologia
li
cattolica ce
fe vivere
li
precisamente l nel paradiso terrestre), di che altro pu scandalizzarsi nella leggenda del Nanni anche il pi zelante tutore del severo rigore della
Scrittura ce
storia ?
Il Nanni, come gli ^tri biografi di Benedetto, seppe del certo viaggio di lui nella Mesopotamia; seppe del suo arrivo nella regione, ove oggi ancora si vuole situato il paradiso terrestre sapeva, come sapevan tutti del suo tempo, che col appunto si dovevano
;
trovar
letto
due santi profeti; e, seppe o non seppe, rifer quanto aveva o udito o sull'abboccamento di Benedetto coi due profeti. Ecco a che s riducono le tante favivi
i
il
Nanniana
Tuttocl,per
. (!)
un contemporaneo, per un
iwstutto ?
cere
;
!
concittadino,
grave assai,
non
lo
nascondiamo
al
Al postutto, conchiude il Faloci, questo racconto sar sempre letto con pianulla pi che Ietto I postutto esso sar una testimonianza della stima die il
Beato godeva dopo morte*, e nulla pi! perch, come abbiamo veduto pi sopra, regna un buio pesto nella vita di Benedetto, e la leggenda del Nanni tanto intcssuta di favole, ehe spesso mostra aver egli scritto senza alcun criterio degno di uno storico
.
Sicch non
vinciale
ci
resterebbe altro che attenerci alle notizie pi antiche del prezioso Pro1
Ord. Min.
che pretende ogni fatto a lei incomprensibile avvolgere nelle proprio tenebre, noi vedremo di seguire passo passo le sincere memorie che si hanno sulla vita di Benedetto: e vedremo in pari tempo quanto erroneo sa il giudizio
detto di Arezzo
Ma
che sfugg dalla penna del grave critico Mons. Faloci, quando asser che del b. Benesi sono occupati, oltre i biografi francescani, i Bollandisti, ma non hanno
trovato alcun
di
documento meritevole
di piena
!
un documento solo fededegno Noi non pretendiamo di dare qui molti neppure nuovi documenti fcdedogii, n di tessero del Beato una bella, ordinata e completa biografia;
il
fede;
offrire
il
ricordo
nostri ap-
punti raccolti
qua e
l,
e oltre
la vita
che ne scrisse
il
Nanni
(cui
apporremo alcune
possa servirsene E a
noterelle) dare anche varie notizie sconosciute ai biografi precedenti, e che potevano esser
)iote
all'egregio Faloci
questo perch
altri,
se
meno sfortunato
di noi,
una pi completa
p. 3.
SECOLO xm.
noi, proprio
135
come un
Cicero pr
domo
nutriamo per
l'egr. Faloci)
sua, (senza alcuno scapito della logica o della baster di aver preso le difese delle solo
36
abbiamo sulla vita e gesta d'uno de' pi grandi e pi benemeriti Ministri proche vanti la nostra madre provincia, la Terra Santa. 2. Cenni biografici sul b. Benedetto di Arezzo (1190-1283). Quando nacque
il
nostro Benedetto
? Il
Antonio da Venezia
(1),
congetturando o basandosi su qualche memoria, lo dice nato circa il 1190, e vissuto in Religione quasi anni 70. Quindi, se Benedetto mori come ha il Nanni, nel 1282, gli do-
vremmo assegnare 92 anni di vita (2); e coi settanta di religione montiamo vicino al 1211 quando, secondo il Waddingo (3), il Santo Patriarca Francesco, trovandosi in detto anno in Arezzo, diede l'abito al giovano Sinigardi che allora doveva aver compiti appena quattro lustri.
il
citato
Waddingo
(4), o
piuttosto
prima insttuzione de' Ministri (5), Benedetto fu destinato dal Capitoto generale e da S. Francesco a primo Ministro provinciale della Marca Anconitana. Egli non doveva avere allora pi di 27 anni d'et; ma all'et forse immaprecisa della
tura, suppliva certo la virt provetta.
1217 data
nuli' altro
Marche
(6).
fti
Ritornato che
Francesco
dall'
primo Ministro
di
Terra
Santa (1217-20), e morto o traslocato altrove frate Luca secondo Ministro della medesima (1220-21), succede loro il nostro Benedetto, terzo Ministro provinciale della
Terra Santa
e
di
tutto
l'
Oriente (7),
e,
verosimilmente,
celebrato
Beneil
detto anno,
30
Erra
di Assisi,
il
ove certo dovette esser intervenuto in qualit di Prodotto Papini (8) quando con altri pone l'elezione di Bee,
nedetto nel preteso Capitolo generale de' 20 sett. 1220, Capitolo non mai esistito;
accorgersi,
si
senza
fu,
eletto
dopo
il
ritorno
di
Francesco
che vuol diro non prima del marzo del 1221, epoca dell'intronizzazione di detto Roberto (10). Ma non sappiamo a che proposito citi qui il Papini una Croil
naca anonima degli imperatori che dice conservata nella biblioteca Laurenziana di Firenze. Questa citazione, senza dubbio, riguarda le Gesta Imperatomm et Pontificum di frate
(1)
Leggendario francescano
(3 ediz.
Venezia 1722)
t.
Vili
p.
381 a di 31 agosto.
Tossgnano Hist. Seraph. fol 84, e i citati Bollandisti riproducouo una imagine del beato coli' iscrizione vera B. Benedicti Aretini effigie che ce lo mostra realmente di ett\
(2) II
avanzata.
(3)
n. 16, n. 3,
t.
t. t.
I p. 111.
I p. 248.
t.
(4)
(5) Cfr.
Anal. frane,
I p. 279,
II p. 9,
t.
Ili p. 9-10
dergli
un
frate
Marche governata fino al 1221 da Benedetto, troviamo succePaolo ricordato dal Celano: < Dominus Paulus minister copstitutus iu dieta
delle
(1 Celan.
I.
provincia
omnium fratrum
e.
28).
t. I
Chron. fr. Jord. in Anal. frane, di S. Francesco i. I p. 108. Storia (8) (9) Come provammo altrove (liibliot. a
(7) Cfr.
p. 4; e la
cit. p. 1-3.
p.
marzo
1221.
la cronologia di questi
due imperatori
latini.
136
Tomaso da Pavia, Ministro
dremo,
s
BIBLIOTECA
1258-79) della Toscana
il
provinciale
(e.
(1),
qnalo,
come
ve-
Benedetto, imperatore parla daino II (1239-61) e tace affatto le relazione di Benedetto con Roberto (1221-28) sotto il coi governo venne egli in Oriente. Qui puro da emendarsi il Waddingo, il quale erra nel nome del monarca, attribuendo a Pietro di Conrtenay (Imperatore e padre dogli im-
di
ma
relazioni
coli'
Bai-
a Balduino. Scrve
peratori Roberto e Balduino) quello che noi dobbiamo attribuire parte a Roberto e parte egli : In Graeciam statim navigavit Benedictus, deposito ministcriatu
provincae Marchiae, quem eousque laudablter gessit. Perquam benigne et umaniter receptns est a Petro (!) Altisiodoro Orientis imperatore, quo faveute et auxiliantc plura acccpt et aedificavit suis sodalibus habitacula, et Beligionem ita dilatavit, ut
coalnerit Provincia Fratrum, dieta
brevi
ampia
Romaniae. Miros
proventus,
sanctus
cum
sociis rei
spiritualis
.
mantc sequentibus
Il
signis
cita in
margine
Mariano
e
e.
15 % 20
doli'
(2).
imperatore Pietro,
ma
sotto
governo di suo
figlio
T imperatore Roberto ;
non prima
certa della elezione di Benedetto a Ministro d'Oriente, e data probabile del suo arrivo in
quelle regioni.
Lo storico Bclin parlando del governo di Roberto, ricorda l'arrivo in Oriente d Benedetto grande e santo religioso, il quale organizz la provincia Minoriiica facendola riconoscere dall'imperatore Roberto di Courthenay . Roberto (segue lo storico) non possedeva
ciato
le qualit de' suoi
alle
cure del
minacvide
il
vide tolta
la
Tossalonica, e
despota dell'Epiro
anche
di rifuggiars in
egli,
proclamato imperatore. Finalmente, disgust Achaia ove mori nel 1228. Non
soggiunge
il
ostante le colpo e
difetti
grandi di Roberto,
citato Bclin, fu
amato
nei
fr.
(1) Tomaso fii da Pavia, e non toscano come lo dicono gli editori della sua cronaca Di Monum. Germ. histor. t. XXII p. 483-528. Cfr. Salimbene Chron. p. 217-18. Tomaso parleremo in un articolo a parte.
(2)
Annales
t.
I p.
n. 33.
{Antsiodonum o Altisodorum), venne incoronato imperatore di O.poli a Roma da Papa Onorio III il 9 aprile 1217. Poco dopo incamminatosi per l'Oriente, cadde col legato del Papa
in
una imboscata
altri
tesagli
condo
suo
nel
da Teodoro Angelo Comueno, e mori prigioniero nel 1218, o semoriva sua moglie Jolanda reggente dell' impero. Boherto
fine
figlio,
lasciata la
Francia sulla
del 1220,
in
veniva incoronato a
S. Sofia
il
25 di
II,
altro figlio di
Pietro e di Jolanda, fanciullo allora di anni undici (secondo altri nel 1229 ne contava 16!) fu sotto la tutela de' baroni e del bailo Narjot de Toucy fino al 1231, avendo i baroni col
l'ottuagenario Giov. di Brienne alla reggenza dell'impero col che dal 1231 tenne sino alla morte avvenutagli il 23 marzo 1237, in et anni 89, assente allora il giovane Balduino ito in Francia e altrove in cerca di soccorsi contro i Greci. Ritornato Balduino II in Oriente, sconfisse i Greci nel 1240. Lo rive-
diamo
in Italia nel
1244 in cerca di
altri soccorsi.
Finalmente
il
Greci
furtivamente penetrano in Costantinopoli, e Balduino appena ebbe tempo di fuggire su Cfr. d' una barca al Negreponte e da li poi in Italia, ove mori verso la fine del 1273. Art de vri/, les dates (ed Paris 1770) p. 383-86. Belin Hiatoire de la Latinit de Cple.
t.
IX
p,
230
s.
Becuea
d. hist.
de
SECOLO xm.
sostenuto sino
stantinopoli,
il
137
a
Co-
all'ultimo
36
per procurargli
In mancanza
pi
precise e
pi
particolari indicazioni,
le tracco di
stanza per diradarlo dalle pretese tenebro in cui lo Togliono avvolto altri. Sotto il provincialato di Benedetto (nel 1228) la storia ci registra l'invio di duo Minoriti,
legati pontifici, al
Patriarca
di
Gregorio
IX aveva
Gerusalemme residente in Acri, cui presentarono fulminata la scomunica contro Federico II test arChiesa (2). Sotto
il
provincialato
di
Be-
Giacomo
da Bussano
il
Soldano di Damasco
i
grande Califa
in
di
le
stinate presso
poi (3).
Ma
modo
speciale,
gran parte
ebbe
Benedetto nelle trattative per l'unione della chiesa Greca colla Bomana, trattative gi iniziate da cinque suoi Minoriti della Terra Santa capitati a Nicea presso il patriarca Germano II, nel 1232 (4), e poi riprese nel 1234 coll'invio in Oriente di frate Aimone di Fa-
il
il
terrore
L'imperatore Giovanni, aveva vestita appena la porpora (1231), e gi si era reso il come un tempo de' saraceni, cos ora de' greci e bulgari che gli disputavano l'impero, e che da esso pi e pi volte furono assaliti e dispersi. Delle sue strepitose vittorie
le altre rester celebre, quella del
una tra
un numeroso
esercito di greci.
Un
1235, quando con un pugno di eroi, sgomin cenno di questa vittoria l'abbiamo in una delle lettere
IX
di
procurar sussidi
Non
nemici; e finch
finalmente
il
greci
il
di
ri-
cuperare la capitale.
(1) Histoire
Ma
qualche
de la latnit de Constantnople par M. A. Belin (2 ed. del P. Arsenio de Il Belin, console generale presso l'ambasciata francese p. 77-80. di C.poli, membro di varie accademie, scrisse quest' importante opera con molta diligenza; lascia per a desiderare molto riguardo le fonti da esso usate per la storia specialmente
Chatel, Paris, Picard 1894)
in Oriente, e spesso
altri. Il
non
P. Arsenio, ex Pref. Apostolico de' Cappuccini di C.poli, nel curare questa 2" edizione del Belin, con non -lodevole criterio mescol le sue abbondanti giunte col testo della prima edizione del Belin.
(2) Histoire
provincialato di Benedetto, nel 1230, noi vediamo installati definitivap. 370). mente i Minoriti nei territori de' Patriarcati di Antiochia e di Gerusalemme e, con tutta
sotto
il
RecueU dea
t.
II
probabilit, nella Citt santa ritornata in potere de' Crociati dal 1229 al 1240. Cfr. nostra Serie cronologica pref. p. XV-VI.
(3) Cfr.
(4)
(5)
Civezza Storia iVadding Annales an. 1233 n. 3-7 e 26. Civezza Storia cit. t. I e. 6. Wadding an. 1232 n. 34.
delle
Miss.
1.
1 p. 214-19.
Vedi
cum
pham
Praed.
n. 15 e seg.,
II p. 324-50.
1. 1 p.
et
Nym1233
Civezza Storia
cit. t. I e. 6.
frane,
t.
I p. 179.
138
della
BIBLIOTECA
morto rinnnzi al trono e
al
tempo prima
mondo, ricevendo
l'abito dallo
(1).
mani
del
Quanto tempo
il
dire che
Deus prolongasset
et
vitam
che vuol
ma
si
mondo
Bessa,
di Dio,
Lo
stesso
qualche tempo prima, volle ritirarsi dal ricava dalla testimonianza di Bernardo da
quale scrivo
Brienne
circa
ultimum
nell'
a Lui, entrando
vitae suae
saeculi vizi,
Angelo de' Minori. Neil' Ordine, non potendo per le sue indisposia gravami, ripeteva a Ges: Utinam ego, qui deliciose in pompa in vestihus pretiosis indtitus, modo in isto habitu eleemosynam cum sacco
vere
ad collum potendo, te pauperem et humilem, Dopo pochi giorni, una febbre terzana lo tolse
tori ce lo dicono
pauper
et
Comunemente
gli scrit-
morto
il
23 marzo
del
1237
viamo
Kaen,
di
infatti
il
come
impegnata dai precedenti imperatori ai Veneti e Genovesi; e Anselmo, a richiesta di Balduino allora a Parigi, bitediva in
Francia nel decembre dello stesso anno al re Luigi IX che la riscattava (4). Morto l'eroe Giovanni di Brienne, il suo corpo fu da Costantinopoli trasportato (non sappiamo quando) in Italia, e sepolto nella recente basilica di S. Francesco in Assisi, por
am in vita, e che ebbe al fianco quando sotto Damiata Gerusalemme guidava cento mila crocesignati. Sotto le volto di Giotto riposan dunque le ceneri del Brienne, in un modesto monumento, ma in un luogo degno di lui (5). Il P. Panfilo a ragione osserva che, se un tanto soggetto s'indusse a veesser vicino al suo Padre che egli
(1219) egli re di
la
Minore, ben quindi pu argomentarsi quanto grandi fossero il ministeriato di frate Benedetto (6).
Dopo
morte del Brienne, pare scomparsa quasi ogni traccia di Benedetto in Oriento; quanto tempo ancora egli vi sia rimasto, e quando dep. 81.
Salimbene
Chron. p. 15-17:
>. Abbiamo osservato pi sopra che i BollanGraeciac, scilicet disti antichi avcvan negata questa vestizione dei Brienne sugli effimeri dubbi del Raynaldi. (2) Bessa Ltber de iMudibua in Anal. frane, t. Ili p. 681 ; cfr. ibid. Chron. 24 Gen. p. 4-5. (3) Cos anche il contemporaneo Matteo Paris {CJiron. Maior. in Monvm. Gemi. Hist.
Recepit
eum
et induit Ministcr
t.
28
p. 137)
che di
lui scrive
<
mcmoriae
inclitus
rum nactus
Frethericum
tichi
il
magnum Alumaimorum imperatorem sibi inimicum procurasset Non dimenlettore che l' inglese monaco Matteo Paris era il pi cieco idolatra del quanto grande
II.
BoUand.
Ada
SS.
(ed. 2)
t.
Balduino
II in
una sua
lettera data nel giugno del 1247 imperii nostri anno octavo , ci d chiaramente il 1240 per anno primo del suo inalzamento all'impero, essendo egli rimasto assente da C.poli dal
1237 sino quasi agli ultimi del 1239. Cfr. Acta cit. p. 373 n. 443, e pp. 353, 357. Giovanni di Brienne, Balduino II, Venceslao re di Boemia, per(5) Belin op. cit. p. 81. fino Federico II e i cristiani di Marocco avevano contribuito alla costruzione della basilica
di S. Francesco, ove
(6)
il
Brienne
1.
1 p.
159.
I p.
459.
SECOLO
initivamcnto sia ritornato in
Itjili;i.
XIII.
l'39
La
di S.
traslazione del corpo del Urionno in Francesco in Assisi, son fatti, crediamo,
Italia, o la
ai
36
quali non
pot non prender parto attiva, anzi principale. Ini amico, con.sii,'liero, e snperioro dell' ex imperatore e frate elio nelle sue mani profess la regola Minoritica. Prevedendo ambo la prossima rovina del meschino impero latino d'Oriente, non avr chiesto il lirienno al suo padre Benedetto, o questi a lui suggerito, di far trasportjire il suo corpo in Assisi, presso
la
tomba
del
comun
Non avr
egli supplicato
caldamente
il
suo
Provinciale perch lo accompagnasse anche morto in quel hi terra benedetta, lungi dall'ira
le
ci pare improbabile, quantunque non ci sentiamo tanto inclinati pel probabilismo nella storia. Secondo un ms. del Papini, Benedetto nel 1237 avrebbe avuto per successore nel
provincialato di Oriente
Fr. Vitus de
un
il
b. frate
Vito da Cortona:
Cortona anno 1237 Minister provinciae Komaniac successor B. Benedicti de Aretio, ast non ad multos annos. In Etruriam reversus, cgit historicnm Florentiao
Lo
stesso asserisce
Post
il
Waddingo
graecorum
assegnarci
Vitus) Minister
scrittori
ad provinciam Komaniae
giungo
:
in
partibus
in
e nel
Sillabo
degli
ag-
scripsit
partibus Orientalibus, (Vitus) domum regressus propagatam fidem Vitam beatae Humilianae. Vixit anno 1250 (3) Lo Sbaralea ripeto col Pa post
.
pini (4) che frate Vito, ritornato in Italia, scrisse la vita della beata Umiliana, cui l'anno
dopo frate Ippolito da Firenze vi aggiunse i miracoli operati dalla beata (5). Concesso pure che a Benedetto nel provincialato sia succeduto frate Vito nel 1237, come asserisco il Papini, cui vogliamo di buon grado assentire (6), dovremmo perci dire che il Beato
abbia definitivamente lasciato l'Oriente dopo et di anni 47?
soli sedici
(1)
Papini al
n.
Ordinum
3955 QV Index Onomasticus Scriptorum imiversae Franciscanae FaS. Francisci, ab origine usque ad annum 1650, per fr. Nicolaum
in S. Conv. Assisti:
Monoscritto autografo nella Nazionale di Firenze segnato II. II. 181, in foglio, grosso volume di forse 800 ovv. 900 pagine, che contiene oltre quattro mila articoli biobibliografici
con giunte e correzioni agli Scriptores del Waddingo e Sbaralea. Un altro forse simile ms. Scriptoro) Ord. Min. dello stosso Papini tra i codd. della municipale di Assisi sotto il n. 85. (2) Ad an. 1211 n. 10, t. I p. 109.
(3)
Waddingo Syllahus
Frane,
emendare
nel 124H.
Sbaralea Snpplem. ad Scriptores p. 690. Per la fedelt della cronologia debbonsi qui il fr. Vito scritta la vita della b. Umiliana che e lo aver Sbaralea dicono Papini
La beuta mori
il
ai
scrisse la vita,
1)
b.
;
fr.
Vito
suo racconto:
et
ista de vita et
fidelitei'
Humilianae,
vidimus
tamen
et veraciter, scripsi-
mus
(Acta cit. p. 401 n. 62). Dunque frate Vito era ritornato dall'Oriente qualche tempo prima e scriveva nel maggio 1246. Anche il Terrinca (Theatrum Etrusco-Minor, p. 213 n, 149) sbaglia nell' anno, quando dice che fr. Vito florebat in Oriente an. 1250. Povera
cronologia
(6)
!....
Pi
fr.
Salimbene Chron.
140
BIBLIOTECA
da Provinciale, sia da missionario o snddito, il contemporaneo cronista frate ToPavia (che pi sotto citeremo) ci obbliga di protrarre alcuni anni ancora la dimora di Benedetto in Oriente, dorante cio l'impero di Baldaino II (1240-61); perch abbiamo che
sia
Ma
di
maso
a
lui
il
santo
uomo
in
sibi et
Benedetto dunque
meno durante i primi anni a governare non prima del 1240 corno si detto.
di
8.
vediamo ricadere in uu' altra questiono di cronologia, per sapere quando da quale imperatore il nostro Benedetto si ebbe il prezioso dono di tre spino della Corona del Redentore, dono che troviamo ricordato in un cod. della comunale di Todi,
illustrato
da Lorenzo Leonij
S.
(1).
sec.
XIY
segnato col n.
:
184, contiene
lo
Inventaria
Fortunati con la seguente intestazione In nomine domini amen. Anno octavo Kalendas aprilis, sancte memorie MCCLXXXVIII, tempore domini Nicolai
UH,
domintis frater Bentivenga episcoptts albanensis [Ord. Min.] viam universe carnis intravit, qui in ultima sua voluntate conventui sancii Fortunati legavit et donavit universa
suhscripta
etc.
Dopo V inventario
memoria:
delle cose
legate dal
card.
Bentivenga,
fratello
del
dixit,
quod
xcrat
sibi, quod quando fuit minister in Romania, Impcrafor qui tunc temporis erat t)idem, de corona Domini, quam ipse in manibus suis tttnc tenuerat, dedit sibi tres spinas
Romania secum duxit ad provinciam beati Francisci, quorum unam dedit frafribus de Tuderto, qui tunc morc^antur in loco de FontaneUis, et aliam dedit fratrius in loco beati Francisci, tertiam dedit fratribus de Nargia in loco Molgecti, quam dixit
qtias de
f-ater
Andreas
il
se vidisse in cristallo
predictam,
quam
positam. Fratres vero de Tuderto posuenmt spinam parva quae monstratur hominibus
.
Qui
tacque
il
nome
si
H citato
Leonij, coml'
imperatore Corona, e Benedetto non dopo il 1239 avrebbe avuta la preziosa reliquia dal mentovato imperatore. Ma il fatto sta che Balduino II, dal 1237 sino quasi a tutto il 1239, era assente da Costantinopoli in Francia e altrove, come ab-
comunale
s.
d Todi,
suppone
il
Balduino
possessore della
E quando
la sacra
ai
Veneziani e parte
Genovesi, pass dalle roani del veneto Nicol Quirino (25 dee. 1238) in quelle dei le-
gati francesi che la portarono in Parigi (10 ag. 1239), Balduino era ancora in Francia,
IX
di riscattare la
Benedetto dunque, in questo frattempo, non pot aver il dono delle tre spine dalle mani di Balduino; e quindi V Imperator qui tunc temporis erat ibidem, cio a Costantinopoli, deve intendersi il Brienne, e il dono fatto prima della morte di co-
(moneta
di
Pera?)
(2).
stui
(-{-
23 mar. 1237),
prima che
la
s.
Nicol de Castro (morto a Milano nel 1251 e il nobile veneziano Pantaleo Giustiniani de' FF. succeduto sepolto nella chiesa Minori) era nel 1253 (3). E poich gli affari d' Oriente volgevano sempre di malo in peggio, lui pure.
Al patriarca latino
di Costantinopoli
Comunale
di Todi. p. 62.
n. 354.
p. 213.
SECOLO xra.
come
pero ;
tecare
il
141
ma
i
sao predecessore, ebbe l'incarico di predicare la crociata in ainto del cadente imnon bastandogli le oblazioni de' fedeli, ottenne dal Papa rantoriz2azone d' ipobeni della sua chiesa. Venato quindi a Costantinopoli
il
36
si
vide talmente
ridotto
povert, che
pontefice Innocenzo
IV
diede l'incarico a
i
frate
Benedetto d'Arezzo
(dal
prelati e abbati di
Romania ad assegnargli
(1).
un'annua rendita
il
di
500 marche
d'
Pochi anni
Giustiniani, caduta la citt in potere dei greci nel luglio del 1261, fuggiva con dopo, Balduino II, lasciando qoal suo vicario patriarcale un tale fr. Antonio Minorit, che poi
vediamo confermato
in carica
da Urbano IV nel 31
di
ott.
1263
(2). Il Belin,
senza
indi-
Benedetto in Costantinopoli sino all'indicata caduta della citt in potere dei greci (3). La testimonianza di questo eh. scrittore potrebbe esser convalidata dalla citata autorit di fr. Tomaso da Pavia che ricorda Benedetto in Oriente
carci le prove, protrae la
dimora
abbiamo
visto
col
fin
sotto l'imperatore
ma
nulla possiamo
:
diro
di
preciso
quando Benedetto
da
lui evangelizzato
quando percorse
la Palestina,
la Siria, l'Armenia, la
mente
ritirossi
Mesopotamia, e quando l'estrema Assiria fino a Susa, ove sappiamo tomba di Daniele profeta da lui visitata; n sappiamo quando finalin Italia, ove lo vedremo apostolo e paciere nella sua citt natale di Arezzo.
fr. Tomaso da Celano, il biografo di S. Francesco, assai prima del 1247, compilava la breve leggenda del Santo in nove lezioni ad uso del Coro (4) e a preghiera di un fr. Benedetto, che credesi il nostro, questi forse era allora temporaneamente ritor-
Quando
il Celano a scriverla per lettera. che a ritoma di Benedetto sotto l'anno Waddingo parlare darcelo celebre allora in Italia e dimorante nel nuovo convento che
diedero
ai Minoriti g^ dal
1232 entro
il
ven. P. Angelo de
S.
Me-
quale oggi
si
conservano
le ceneri di
il
suo ritorno
Benedetto institni
il
pio
uso
Vergine col canto dell' antifona Angelus hcutus est Mariae (6), devozione che poi S. Bonaventura conferm e propag come vogliono alcuni (7), e la Chiesa generalizz pel mondo intero col noto triplice salato alla Vergine: Angelus Domini etc. Il citato Bodulflo vnole che qoesta pia devozione fosse instituita da Benedetto per liberare
il
convento infestato da
spiriti maligni.
anche dal suo biografo Nanni. Nel 1268 troviamo finalmente con certezza
e la
(1) Belin op. cit. p. 87. p. 83 dice di aver compilate le hiogrsAe de' Patriarchi latini di C.poli sui cenni somministratigli dall' Oriens Chrtianus t. Ili del Le Quien.
(2) Belin
ed Eubel
Le
3
Sbaralea BuUar.
t.
II p. 524.
p. 187.
Lemmens Vitae tre S. P. Frane, aaec. XIII p. 78. Papini Notizie sicure p. 239. Wadd. an. 1232 n. 42, t. II p. 308; e an. 1259 n. 9 t. IV p. 114. H Bollaa(5) dbta Pinio {Acta cit. p. 809, n. 7) per una svista pone nel 1232 il ritorno di Benedetto dall' Oriente e l'institozione della pia salntazione alla Vergine.
Cfir.
(6)
Wadd.
1.
e.
Rodulpbius
(7) Cfir.
Ckron.
24 Gen.
in Anal. frane,
lU
p.
329 e 351.
142
giorni prima
della celebro
BIBLIOTECA
battaglia (23
ag. 1268) che
decise la triste
sorte
toccata a
Corradino
figlio di
Minori da Arezzo erano arrivati in quella corte messaggeri di non sappiamo quali nuove per quel monarca. Nell'udienza ch'ebbero dal re, questi volle informarsi dello stato di
Benedetto, la cui fama disse di aver udita dalla bocca di Balduino II imperatore latino di Costantinopoli. Il fatto ci raccontato da fr. Tomaso da Pavia, che fa uno dei due suddetti
Minoriti, e Provinciale allora di Toscana e autore della cronaca
Imperaiorum
et
Bomcmooggi
esi-
rum Pontificum
piammo
il
gi
ricordata
dallo Sbaralea
come
di
XXI
Da
questo
codice
noi co-
Quarto die vel quinto antequam fieret bellum, duo fratres [Minores] pr negotio accessere ad Karolum, propositoque negotio coram rege per quemdam provincialem ordinis nostri, fratrem utique notum regi (3), rex ab eo quaesivit, nude socins essct.
quodam
At
sum. Et rex
ait ad
eum:
qui B.ti Francisci socius fuit? Et frater ait: Domine bene est, mihique imposuit ut ex parie sua vos salutarem, vohisque di-cerem de Beo confidcre, quia etsi magnum periculum vobis immineat. Deus tamen et auxilium dahit, et praebebit in fine
Quid
victoriam. Tunc rex ylaris factus nmis dixit ad fratrem: Dixit hoc, dixit hoc? Cumque ilio sic eum dixisse assereret, rex adiunxit: Cariar mihi est huius fratris Benedica promissio,
quam
si milits
fecit, quod ipse in Romania ipsi et sibi multa quae imperio predixit postea integre cvcnerunt (4) Imperatori Dopo aver visto Benedetto nel 1268 in sua patria Arezzo, cosi ora dobbiamo sorvolar
ben 9 anni per ritrovarlo nella stessa citt, quando cio al d 31 ottobre del 1277 il santo vecchio con fr. Bainero suo socio, in presenza di testimoni e del notaio stendevano
la nota testimonianza sulla veridicit della celebre indulgenza della Porzinncola. Il docu-
Francesco e famigliare intimo de' discepoli del Santo Ego frater Bcnedictus de Aretio, qui olim fui eum beato Francisco
quum ndhuc
recepit,
pater sanctissimus ad
suum Ordinem me
qui sociorum suorum socius fui et eum ipsis frequenter et in vita sancti patris nostri et post ipsius recessum de hoc mundo ad Patrem eum eisdem de secretis Ordinis frequenter collationem hbui, confiteor
me
frequenter audivisse a
quodam supradictorum
(1) (2)
Supplem. ad Scrip. Ord. Min. p. 56 n. 235. Ora questa cronaca la troviamo pubblicata col
nei
ttolo
Gesta Imperafontm
et
Romano-
rum Pontificum
Monum. Germ.
historica
(t.
XXII
e l'altro della Laurenziana di Firenze. L'editore attribu questa cronaca ad un frate Tomaso toccano, supponendolo tale per la sua lunga dimora in Toscana. Serie ragioni invece dovevano
persuadere
p. 217-18)
questo
fr.
il dotto critico ad attribnirla a frate Tomaso da Pavia lodato dal Salmbene {Ciron. come autore d'una cronaca e come Ministro provinciale mtdts annis in Tuscia. Di Tomaso parleremo in un articolo a parte; egli mori probabilmente verso il 1280.
(3) Qui il cromista Tomaso che nel 1267 aveva accompagnato re Carlo per la Toscana, senza dubbio allude a se stesso, ancor attuale (1268) provinciale Ministro della Toscana;
lui
dunque
(4)
fu
uno
le
veva conoscere
de' due Minoriti recatisi presso re Carlo, e lui mcgUo d'ogni altro dovirt del suo suddito frate Benedetto dimorante in Arezzo.
(in fol.
r.
col.
perfettamente col testo del cod. Parigino dei Monumenta citata (p. 522-23).
SECOLO xin.
sociorum beati Francisci qui vocabatur
veritatis el prohatissimae
fr.
143
Masseus de Marignano (1), qui fuit homo cum h. Francisco apud Perusium ante vitae, quod Honorii domini indulgcntiam.... etc. Haec eadem sur quum petivit praesentiam papae de Aretio (2), socius venerabilis Mariano de modo fr. confiteor ego Baynerius pradicto fr. Benedicti, me audivisse frequenter a supradicto fratre Masseo socio h. Francisci^
ipse fuit
36
Masseo ego fr. Baynerius amicus specialissimus fui Questa deposizione fa stesa dal notaio alla presenza de' testi ivi nominati apud cllam fratris Benedicti de Aretio.... et in anno Domini 1^7.... ultimo octohris.... et
cui fratri
. :
de mandato venerabilis fratris Benedicti et Fratris Baynerii (3) Dopo il 1277 non troviamo altra memoria di Benedetto sino all'anno della sua morte
.
E
del
il
lettore alle
memorie
del
mostruosi dragoni, non perci si sentir venire la pelle d'oca; meno poi inorridir all'aspetto di un'innocua nuvoletta, o tavola, angelo che sia che rap e condusse Benedetto al Paradiso terrestre. Egli da sacerti che, se s'imbatter in
Chron. 24 Generalium,
meno
poi distruggere
fatti ivi
In ultimo
ci
resta di manifestare
un nostro
ci
domandammo
spesso,
di fer
non procurano
memoria
di
un tanto uomo,
il
cui culto
BoUandisti
tomba posta in distinta cappella (4). Estender quindi e confermare il suo culto in tutto l'Ordine e specialmente in Arezzo e nell'Oriente, ecco il voto che facciamo vivissimo a chi pu e deve pi di noi alle virt di
santo, dall'aureola nelle sue imagini e dalla sua
un tanto apostolo
di
Ges
Cristo.
cit.
Vita et Miracula Beati Benedicti Sinigardi de Arretio ex A) Francisci Bedi Patricij Arretini . 57. (fai. 314 r).
Ms. Codice
Mirabilis semper Deus in Sanctis suis, mirabilis valde fuit in beato fratre Benedicto de Sinigardis, et ideo ego Nannes de Arretio scribere docrevi fidoliter illius vitam, et miracula ad laudem Dei, et Sancti Patris Francisci, et ad edificationem fidelium omnium utriusque sexus, qui Deum, et Sanctos eius puritate cordis, et in charitate venerantur.
(1)
Per aver
il
Waddingo
Gonzaga, si son volate fare delle lunghe questioni sull'autenticit del presente documento, quando ad evidenza doveva risultare l'errore de' due cronisti nella data, e porre la morte di Masseo alcuni anni prima della deposizione di Benedetto che ce Io d per trapassato. Se Masseo fosse vissuto sino al 1280, Benedetto non avrebbe deposto
come depose,
(2)
Se vero, come registra il Jacobilli ( Vite de Santi t. Ili p. 3-6), che il B. Rainero il 1258, dubiteremo assai dirlo stato compagno di Benedetto in Oriente,
come
p.
comunemente asseriscono
an. 1277.
nostri scrittori.
888 n. 47-56.
(4) Cfr.
XLIV
t.
e s^.
t.
II
Wadding. ad
cit. t.
Acta SS.
IV
aug. p. 808
s.
Cfr. ib.
satis
144
BIBLIOTECA
36
Beatas igitar frater Benedictns patrem habnit noblem, et possentem hominem SiniSinigardis (1) de antiqua et bellicosa civitate Arretii, matrem Lisabettam Petramalescam (2) qui amorem et timorem Dei a tenera infantia filio sno docoerunt; nnde postea annis crescens, dnm studiis grammaticalibas operam dabat, semper sancte Txit, et ter in hebdomada ieinnabat, egenis et panperibns largas pr sua aetate elemosinas dabat, unde dominus noster Jesus Christus, misericordiosis oculis respexit super illum unde ille (fol. 314 V. :) relictis patre et matre omnibusque ampliis divitiis, quibus domus sua ampliter affluebat, Sanctum Patrem nostrum (3) Franciscum humiliter oravit ut sacco fratrum suorom Tellet eum indnere, et in sanctam ordinem suam recipere, quod statim a pio et beato Patre obtinuit, et semper dignum filium tanti Patris se pracstitit; et illa die qua in sanctam ordinem receptus fuit, cum quidam homo obsessus a malignis spiritibus esset in ecclesia, demones ore illius hominis coeperunt magna voce exclamare: Veh nbisl Veli nohis, tempus veniet in quo magna bbrohria patiemur ab isto benedicto. Et vere tnnc patres mendacii vera locuti fuere nam beatus frater Benedictus multos ab immundis spiritibns torturatos in nomine Jesu Christi et signo sanctae >^ liberavit, et orationibas suis multis aegrotis sanitatem reddidit ; et martini desderium suo in corde fixum
gardum de
(1) Verso la met del secolo XIII era in Bologna, professore di medicina, nn Sinigardo nativo d'Arezzo, canonico di Faenza e poscia arciprete della metropolitana di Bologna, di cui pi altre notizie si hanno nel Sarti {de Prof. Bonon. 1. 460) citato dal Tiraboschi Stor. Un pronipote senza dubbio del nostro della leti. ital. t. IV par. I p. 292, ed, Ven. 1823.
Beato quel Gorello, o Gregorio di Ranieri di Iacopo Sinigardi di Arezzo, autore della Cronica in terza rima intorno ai fatti di Arezzo (1310-1384) che il Muratori pubblic negli Scriptorea
tutt'
tate,
t.
XV
col.
809-886 con noterelle del Benvoglienti. La famiglia Sinigardi o Sighinardi, il Muratori contro il Benvoglienti inter ceteras, quae in Aretina civi.
ac in regione portae Cruciferae praestabant, Atictor (Gorellus) ipae commemorai Il Benvoglienti evidentemente erra quando nella nota 66 distingue i Sighinardi dai Sinigardi e credette a chi gli disse, questi, non esser tanto antichi come i Sighinardi. (2) Della potente famiglia de' Tarlati di Pietramala che diede i natali alla madre del
nostro Benedetto (FaruUi Annali di Arezzo, Foligno 1717, p. 24). I Tarlati di Pietramala (detti Petramalnsi o di Petramalesco sangue) erano Signori di Pietramala^ di Toppole, di Monterchi, della Pieve, e Conti di Chiusi, di Caprese e di molti altri luoghi e castelli (Fa-
Guidone vescovo e podest di Arezzo (f 1329), e pi tardi Bettino o Ubertino vicario imperiale appartennero a questa nobile famiglia cotanto decantata dal citato Gorello Sinigardi nel poema storico che egli pone in bocca alla citt natale: Gentilezza di fuor or vo' che canti
rulli op. cit. p. 36).
casa degli Ubertin, e Petra Mala, e dirai vero senza far milanti.... (cap.
2).
Di
honoraro, a cui TuUian per origine dato, che fece poi il sangue tanto chiaro :
virt fece el
fin
me
Che per
Sazo quadrato
'1
che durer
che
Mondo lontana
Non
per fama, dico, bench muti stato: pur per lingua Lombarda, o Toscana
nominata Petra Mala, grande,
ma
spande;
E
t.
XV
altrove tu odirai di sua grandezza (cap. 3). sua grandezza decanta il poeta nei seguenti capitoli del suo poema (Muratori Script. col. 821 e seg.).
(3) Con questa espressione ripetuta pi sotto, il Nanni vuol forse dichiararsi appartenere anch' egli a Francesco come membro del terz' Ordine Minortico.
SECOLO xm.
145
semper habait, unde ire obtinuit ultramare obi prmns (1) factus fult Antiochiae Minister, ubi mntos paganos et Saracenos (fol. 315 r:) incredulos baptizavit, et in fidem Domini nostri lesu Christi recepit, et verbis, et operibus, et exemplo semper in via recta conservavit; unde in Oriente valde gloria Dei crescebat, et fama Benedicti servi sui; unde recepit etiam in sanctam Ordinem sancti Patris nostri Francisci Imperatorem Constantinopoltanum et Begem Jerusalem (2), et magnum Bellatorem, Egipti Soldaui servum, no-
36
mine Algazzellem, scerete baptizavit, qui postea Christianis multum utilis fuit. Et evenit in illis diebus quod qnaedam nobilis mulier Saracena haberet plagara quamdam maximam, et turpem in una ex mammillis, quam plagam medici curare non potuerunt, et beatus frater Benedictus facta ad Dominum oratione, solo signo sanctae i^ sanitatcm mnlieri restituit, et liberavit illam a plaga foedissma, unde et Illa et vir suus cum tribus fliis, et multis servis, et ancillis crediderunt in Christum lesum.
Evenit etiam
sancti
illis
diebus,
Patris Daniellis
Prophetae, et
propter longitudinem itineris machornm (sic) ire non posset in regionem Babiloniae ubi repositum est sepulcrum sancti Danielis (3), Dominus noster lesus Christus piissimis oculis servum suum Benedictum respexit, et consolatos fuit ; nam misit de coelo Angelum suum qui sub forma draconis magni flammas evomentis, super dorsum suum portavit illnm in regionem Babilonis, et in locum sepulcri; quod cum ille hnmilitor et devote aperuisset, propter devotionem cepit digitum ex manu dicti sancti Patris Daniellis, et secum tulit in Antiochiam, quo rediit super dorsum eiusdem Angeli sub forma draconis; eumdemque digitum postea ab ultramare tulit in liane patriam suam Arretii in qua adhuc magno miraculo incorruptus servatnr (4). Sed cum ob multa miracula quae quotidie Deus agebat in Oricntalibus regionibus manu servi sui Benedicti magnam fkmam, et gloriam adeptus esset, et quia valde humilis erat, et valde inimicus mundanae et secularis gloriae, quaerens solum honorem Dei, et semetipsum spernens (fol. 316 r:) et humilians, ideo visitatis omnibus Jerosolimae sanctis locis, fugiens ab ultramare in Italiam coepit redire; sed cum iam esset in medio maris, et tempestas saeva facta fuisset, et nulla esset amplius spes salutis, coeperunt omnes sar-
quod cum beatus frater Benedictus devotus valde esset cum valde desideraret visitare sepulcrum illius, et (fl. 315 v:J et propter latrones saracenos, et servos Mla-
(1) Vedi la nostra /Serie cronologica dei Superiori di T. S. sub. an. 1220, ov' provato che per breve tempo precedettero il nostro beato nel Provincialato di Sria i frati Elia da Cortona, e Luca. Pel quasi effimero provincialato di questi due, il nostro Benedetto qui
detto prnus,
(2)
questa Vita.
Cio Giovanni di Brienne, del quale abbiamo detto abbastanza nella prefazione di II Rodulfio {Histor. Seraph. Belig. Venet. 1586, fol. 261 v.) che ebbe o la
Nanni o qualche altra, ripete che Benedetto Imperatorem Constantinopolilegenda tanum Ioannem, regem Hierusalem, ad Ordinem b. Francisci recepit, et circumquaque iacentes populos continuis praedicationibus ad fidem christi convertit (3) Il sepolcro di Daniele c^gi ancora si mostra a Susa, citt che per un tempo fu capitale dell' Assiria o Mesopotamia, e situata pi lungi a Oriente di Babilonia, verso il max Persico. Gli arabi dan la preferenza alla testimonianza del loro AbuIfiEirag scrittore del
del
.
sec.
XIII che
BoUand.
(Cfr.
t.
lui. die
21 p, 123
s.).
(4) Bodulphius Histor. Seraph. Rlig. (fol. 261 v.) : Detulit quoque B. Benedictus digitum Danielis Prophetae, per quem Deus magnalia operatus est, operaturque in dies: unde
leguntur
illa
carmina:
Hic Syriae in patriam digitum Danielis ademit, In Patria tandem periit potiturus Olympo.
Il
Waddingo ha:
periit peOtwrus Olympum (t. IV p. 114). Il citato Bodulfio (fol. 84) Beato riporta questo distico che ricorda pure il dito di Daniele: Ut digitum Danielis et, Benedicte, dedisti,
pax
popttlo.
Tom.
I.
146
BIBLIOTECA
36
cinas proiicere in mare; quod cnm nihil prodesset, consilium fecerunt de mttenda sorte quisnam horainum in mare essot proiicicndus, et cum astutia nautarum cecidisset sors super beatum Benedictnm, ille nihil timens orationem ad Deum faciebat; et ecce, quando proiecerunt illnm, qnod in medio tnrbinis apparuit nubecula alba quae, magno tremore nautarum omnium vidcntium, per- aerem, longe a yisu illorura, portavit illum, portavitque in Paradisum terrestrem ubi sancti Patrcs Enoch et Elias in diem Judicii Tivunt et morantur; et ibi accepta ab illis benedictione et osculo pacis, visoque Paradiso delitiarum, denno nubecula in se recepit illum, et in portum in rogionibus Italiae portavit, oadem die qua illnc appulit navis illa, e qua in mare (fol. 316 v.) proiectus fuit; cumque nautae omnes, et aliqni navis homines vidissent illum, magna admiratione lachriraati fuere, et a beato Benedicto veniam petierunt, omnibusque narrabant tam magnum miracnlnm; quod cum evulgatun esset, magnus populus ex propinquis locis ad beatum Benedictum currebat, et Deus orationibns servi sui multa miracula faciebat. Sed beatus Benedictus ut mundanam gloriam fugeret locum illnm reliquit, et alio abiit, tandemquo in hanc civitatem Arretii se recepit, ubi quotidio omnes viam et verum cultum Domini lesu docebat, et prae-
cipue laborabat ut extingueret inimicitias, quae Inter potentes et Magnates civitatia crudeliter vigebant, et quotidie multa miracula faciebat, sanitatem multis nfirmis rcstituens,
pauperes in suis necessitatibus adiuvans quam corporaliter, tam spiritualiter, et praecipue a corporibus obsessis spiritum inimicum depellcns, multisque spiritu profetico (fol. 317 r :), quo a Domino donatns fuit, futura praenuncians; et huius veritatis multi testes esse possnnt, et praesertim frater Tomas de Pavia Minister in Tuscia (1), cui in re dubia optimum consilium dedit, et rei futnrae eventum praedixit. Arretinis etiam multa praedixit
Completorium
Angelus
locu-
tus est
diebus potenti ferocique viro Brandaliae (3) a masnada inimicorum suovulnera, et gravia illata essent, adeo ut nulla spes esset recuperandae
(1) Tomaso di Pavia, ricordato da noi pi sopra, a detta del Salimbene {Cliron. p. 217-18) multis annis Minister provincialis fuit in Tuscia ; e secondo il Terrinca {TJieatrum Etnisco-Minor, p. 31) fu. Provinciale da circa il 1260 sino al 1279 quando gli succedette fr. Fi
da Perugia. Secondo il Papini (Etruria Francescana p. 8 n. 7) Tomaso sarebbe stato Ministro gi prima del 1258. (2) Cum enim conventus Aretii vexaretur a spiri tibus immundis, B. Benedictus instilippo
ut cantaretur illa antipbona: Angelus locutus est Mariae dicens... Quam institutionem Cfr. confirmavit postea Divus Bonaventura Generali s > Rodulphius Hist. cit. fol. 261 v. Chron. 24 Gen. in Anal. frane, t. Ili p. 329 e 351. (3) Potente e nobile famglia Aretina. D lei, e de' Tarlati spigoliamo queste brevi notuit,
.
tizie dal
Toscani
1217, mille seicento Aretini, con infinito numero di di Terra Santa. Nell'assedio di Damiata [1219] Francesco di portarono all'acquisto Brandaglia di Bonnscgna Brandaglia, Paramusa di Chiaro, (e molti altri) nobili aretini fecero
citato
FaruUi:
L'anno
si
somma
(Farulli Annali di Arezzo p. 25-26). Questa nobile stirpe (l'antica e potente famiglia Brandaglia) venne di Germania in Italia con Ottone I imperatore, e si disse de' Guido Terni.... Guido Terno e Frangilasta furono capitani illustri della sua Repubblica Aretina T anno 1230. Brandaglia di Boninsegna fii nelle lettere molto versato. Questo procre otto figli Uguccone, Guerruccio, Segna, Gudotto, Betto, Bandino, Martino e
gloria di
>
:
Arezzo
contratto.... Dei quali Guerruccio, Segna, Gudotto, Bandino e Martino furono valorosi capitani, e quattro si vedono ritratti al vivo dal celebre pennello di Giorgio Vassar nella sala del gi sig. Francesco Brandagli nel suo palazzo a S. Pierino.... (La famiglia Brandagli era Guelfa) (ib. p. 51-52). L'anno 1221 segui in questa citt (di Arezzo)
Cecco,
come
prova da un
le nobili
famiglie Alber-
aiuto ai
Brandagli ecc. (p. 26). L' anno 1226 Tarlati signori di Pietramala infestati dalle armi de' Perugini
SECOLO
sanitatis, et
XIII.
147
iam iam Brandalia moriturns essnt cumque consanguinei vocassent in domum ot consolandam boatum Benedictum, tunc beatus Bene illi Brandalia, Brandalia, si (fol. 317 v :) Deo promittis parcere toto
; .
36
corde inimicis tais domusquo tuae, ego orabo Deum ut sanitatem tibi restituat Cumque ille iam morti proximus promisisset, statim oravit B. Benedictus ad Deum, et signatis Yulneribus signo sanctae ^, statim cgrotus coepit melioraro, et vulnera, octo ab illinc diebus, sana ot clausa facta fuere magna medicorum admiratione; et postea Brandalia magna in pace vixit cum inimicis suis et ex cordo illos amavit, ex quo magna edificatio successit
omnibus Arrotinis,
TJeatus Pater Benedictus meritorum plenus, post multa, et multa miracula, post austeram exemplaremque vitam exactam, post breveni morbum in quo die noctequo evangelium sibi legi voluit, sancte, et pie obdormivit in Domino lesu maxime dolore fratrum omnium Sanctae Ordinis Beati (fol. 318 r:) Patris Sancti Prancisci, et Arretinorum omnium, et sepultus fuit in medio ecclesiae ante altare maius (1).
Tandem
sui nt
non exeamns
Nannem
d.no.
de Arretio
Anno
in
quo mense
obdormivit in
Beatus Bonodictas
Ex Ghron.
XXIV
Gener. in
Ami.
frane,
t.
Ili p. 224:
Huius etiam Generalis tempore {Fr. Heliae 1232-39] frater Benedictus de Aretio, olim socius sancti Prancisci, habebatur insignis. De quo inter alia unum mirabile fertur
(p. 27)....
In questo tempo (e. 1254) Tarlati signori di Pietramala cacciarono di Arezzo 1 Bostoli famiglia potente e di gran seguito.... I Bostoii furono Gbibellini e sempre de' grandi, che non potevano godere l onori della Repubblica. Abitavano in Arezzo nel quartiere di
Porta Crucifera. Avevano un benefizio semplice detto lo spedale di S. Maria posto a Santo Agostino, nella propria Piazza insieme con l'antica e potente stirpe de Guidoterni oggi Brandagli conti Gesseri nel Volaterrano che vennero in Italia con Ottone primo imperatore...
ove governarono a loro piacere la citt, batterono monete e fecero guerra con l'insegne gentilizia in Casentino, e altri luoghi, come si vede nel salone di Francesco Brandagli dipinte da Giorgio di Vassari pittor famoso (ib. p. 35).... I Brandagli erano signori di Ranco -ecc.
dovette esser traslocato il suo corpo nella cappella che gli costru (1) li, pi tardi, Obiit B. Benedictus la famiglia, come ricavasi dal Rodulfio (op. cit. fol. 84 v.) Areti, tumulatus in aede D. Prancisci, in cappella extructa a familia Sinigardorum in honorem huius
:
Da
Sancti: caput custoditur in sacrario, in quadam capsula. De ipso autem leguntur ista carmina: Aretii Benedictus ego Sinigardia prole,
Vates, et sacra religione
Minor.
dedit, ipse tuli.
Nunc
vivo in coelis, patria et mea membra reservat, Inque meis aris thurea dona fero.
(2) Qui, come abbiamo osservato nella introduzione, l' inesperto amannenso del cod. Rediano prese per un 4 il numero 8, che nelle sue varie forme, specialmente se aperto di sotto, facilmente si confonde col num. 4; quindi nel codice originale del Nanni doveva leggersi
certamente la data 1282, non essendo possibile supporre altra data, o altro errore negli altri numeri. Erronea poi la data della morte del beato assegnatagli dal Rodulfio {Hist.
Seraph. Relig. fol. 84) obiit 2 kal. Sept. feria VI anno vero 1224 sia perch vi scorgiamo un evidente errore tipografico nel millesimo, corretto gi dal Waddingo (sub an. 1280
: ,
n. 2), sia
perch anche in detto anno il 31 agosto non cadeva di venerd, come giustamente osservarono i BoUandisti (p. 810 n. 10). La data quindi del Nanni la sola fin qui pi certa, cui si accosta il Waddingo quando dice morto Benedetto hoc anno, 1280, vel circiter.
:
148
BIBLIOTECA
36
quod
videlicet, dam mare transirot, tanta tempestas centra oius navom invaluit, ut omncs se posse mortcm evadere desperarent. Frater vero Boncdictns post orationcm dixit naatis Si vultis evadere, proiiciie me in mare, aliter tempestas haec non ccssabit Quod
: .
CUOI focissent, ipso super unara postom sedens ab oculis eorum avulsus est, et facta est tranquillit magna. Domino vero duce frater Benedictus per maximum maris tractum ad pedem cuiusdam montis altissimi sine laesione pervenit: ubi quondam iuvonem reperit facie venustis-
dixit sibi,
minum habitaculum
inveniret.
pulchcrrimum habitaculum et barba prolixa canitie venerandns. Qui videns fratrcm Benedictum intcrrogavit eum, quis erat et qnomodo illuc ascenderat. Ille vero se esso religiosum assoruit, et quao sibi contigerant narrans, se recipi amore Domini supplicavit. Ilio vero rospondit, quod ibi erat liortus deliciarum, unde exclusus fuerat primus homo, et quod nec ipso noe aliquis mortalium illuc poterat introduci. Dixit etiam se esse Heliam de quo legcrat in Scriptura. Cumque post modicum etiam alter senex, scilicot Henoch, advenisset, post multa quao de statu mortalium quaesiverunt, tandem multos habitus diversarum Eeligionum sibi ostendoruni dicentes, quod eligeret habitum Religionis, cnins erat professor; et cum fratrnm Minornm habitum elegisset, interrogaverunt, si veracitcr illa Religio erat iam instituta. Cumque ille institutam assoreret, et se esse membrnm eusdem fortiter affirmaret, statim senes manus ad coelum levantes, quia mundi finis appropinquabat, Dominum laudaverunt. Tandem dixerunt sibi, quod per viam qua venerat rediret, quia angelum haberet
directorem.
dit
Cumque ascendens superius pervenisset, vidit in cacumine solemne. Et pulsans ad ostium, apparuit quidam senex cuin
Cum
usque ad pedem montis, ubi supradictum iuvonem reperit dicentem sibi, ut postem illam ascenderet et ad socium suum sine mora rediret. Quod cum feciset, postis per longissimum maris spatium cum ipso veloci motn ad quendam portum finaliter pervenit, ubi socium SQum inveuiens post gandiosos amplexns Dominnm collandantcs ad propria redierunt .
0)
Ex
libro
(1):
fratre Benedieto de Aretio. In Aretio, iacot sanctus frater Boncdictns do Aretio, qui ad Ordinem fuit receptus a b. Francisco. Hic fuit Minister Antiochiae,
Locus Aretii De
Imperatorem Constantinopolitanum et Eegem lerusalem, et Regem Ioannom, ut dicetur, ad Ordinem nostrum recepit. Fuit hic dovotus sancto Danieli prophetae et cum affoctasset oius sepulchrum visitare, nec posset, tam ex viae prolixitate, quam custodia draconum existentium ad oius sepulchrum in Babilonia: die quadam sibi immenso dracone apparente, et eum infra caudam accipionte, in Babiloniam portavit ad s. Danielis sepulchrum. Cuius sepulchrum aperiens eius digitum accepit ex devotiono, et secum detulit; ac ab eodem dracono, modo praoet
;
fato accopto, in pristino loco illaesus est positus : et draco statim disparuit. linde angelus Domini fuit. Hic cum a partibus lerosolimitanis ad Italiam rediret, facta tempestate, in
mari sortibus missis, ut alter lonas missus et proiects in mare, statim a nubocula acceptus, ad paradisum deliciarum est portatus. Quem videntes Enoch et Helias, ab eo qnis esset petentes: cum se fratrem b. Francisci diceret, illi Francisci in mundum adventu
audito,
martini palmam ad
amplexantos et osculantos, per totum paradisum dnxerunt omnia ostendentes eidem. Et cum per tempus stetisset cum eis, dieta nubecnla, quao eum ibidem posuerat reaccipiendo in portum Italia ad quem applicare volobat posuit. Unde nautae qui eum proiecerant, in diete loco ipsum reperientes valdo sunt mirati. Hic spiritu prophetico claruit. Nam frairi Thomae de Papia existenti Ministro provinciae Tusciae secreta cuiusdam consilii quao nulli aperuerat, et de quibus dubitabat quam partem eligeret, fr. Benedictus omnia sibi revelavit, et quid tenondum praedixit. Hic multis miraculis claruit, et claret in loco praefato . Conform. , Ediz, 1510 fol. 64 r. (Ms. Prov. Alverniae) t. I fol. 99 r. 2
magnum gaudium habentes, magnum tripudium fecero, dicentes, Dominum porrecturos. Ipsnmquo fratrem Benedictum
se in
brevi per
(1) Riproduciamo qui il testo dal Cod. memb. della Provincia delle SS. Stimate, testo genuino e non punto interpolato di cui i nostri PP. di Quaracchi preparano uria critica edizione.
SECOLO xm.
2
coias
149
filia
fuit
ostenderet, in mando habuerat, apparente sibi b. Francisco, cui erat devotus, tribus vici bus, idest tribus noctibus successive cum corda, soleis, et habitu: et dicente quod voluntatis Dei erat ut in praedicto habitu moreretur: etsi prima nocte et secunda non sine laclirimis horruerit ad tantam deiectionera pertingere, tertia tamen vice, statim ut do nooto iippa-
et Imperator Constantinopolitaiwis fiiit fratcr Minor oxor Imperatoria Fridorici secondi. Hic dam rogasset Deuni quod sibi quomodo et qualiter mori deberet, consideratis triumphis et gloria, quos et
:
36
quam
ruit,
Komaniae Ministro, cum maxima devotione factns est frater Minor: et sic finaliter decossit. Et adeo in summa vixit humilitate ut ad Deum quasi conquaerendo dicerot, qu.ire non dodcrat sibi forti tudinem ut omnia humilitatis oflBcia cura aliis fra tribus ipso oxorccre vaConleret. Hic sepultus est Assisii, etsi super sepulturam in habitu regali sit sculptus Ediz. 1510 fol. 83 r. form. <9, Ms. t. I fol. 129 v. 2. 3 Custodia Aretina habet locum de Aretio: in quo beatus Franciscus focit niiraculum do expellendo daemones a civitate, et ipsam pacificando. In hoc loco iacct sinictus fr. Benedictus primus Minister Antiochiae, qui iraperatorem Constantinopolitanum et rogcm lerusjilem Ioannem ad Ordinem recepit. Hic suis claris miraculis multos et vita praedicando Ediz. 1510 fol. 122 v. illustravit. Conform. 11* Ms. t. I fol. 191 v. 1 Enoch et Sed sant ne alii gavisi de ortu beati Francisci ? Certe, 4 Helias. Hi ortum, missionem et nativitatem b. Francisci in mundum in esso gratiao et rcligionis agnoscentes, maxime gestiere gaudio. Ut enim in legenda habetur fratris Bcnc-
dicti de Aretio, sanctitate pracclari, qui a b. Francisco fuit habitu indutus, et minister Antiochiae: ipse frater Benedictus de partibus ultramarinis dum rediret ad Italiani, superveniente maris tempestate, pr alleviatione navis, sorte, ut alter lonas, missus est in maro. Quem angelus Domini suscipiens, ad paradisum duxit deliciarum. Ubi dum esset interro-
gatus ab Enoch et Helia cnius esset Ordinis, respondit quod b. Francisci. Dixeruntiiuc ergo Franciscus venit? Et eo respondente quod sic, maximum caeperunt gaudium facere et tripudium dicentes, quod tempus Antichristi in brevi esset, et ipsorum per martyriuiu ascensus ad coelum. Dictum fratrem cum laotitia ducentes por paradisum omnia osteiulcrunt e. Qui post morara susceptus ab angelo, in porta ante alios de sua navi est locatus Anchonae. Sic ergo Enoch vir sanctus, et Helias propheta praeclarus, unnsqnisque eornm Ediz. 1510 fol. 25 r. Francisco est laetatus . Conform. 3*, Ms. t. I fol. 39 v. 1.
:
1221
Pr.
Andreas de
civitate
Achon.
(parente di Baliano
I,
Siro
di
Sidone) vcrosimil-
37
mente
S.
vesti l'abito
dei Minori
in
Oriente,
quando
vi
fu frate
Elia
(1217),
(j\iando
Vitriaco
accompagn
nel
1221
in
Europa Baliano
Salimbene, quegli
che poi,
quando questi a Parma tenne al sacro fonte il bambino Minorit e cronista, ci conserv la memoria di questo nobile
ignoto suo confratello in religione. La memoria di un Minorit della citt di Acri fin dal 1221, convalida l'opinione ormai storica dell'esistenza col di un convento Minoritico
ma
le
contemporaneo all'origine della Provincia di Siria mura di Damiata, sia in Acri, conobbe di vista
il
di
il
I,
sia
sotto
S.
dovette
certamente
favorire
si
Aimo Domini MCCXXI, obiit beatus Dominicus, octavo idus augusti. Et ego fnitor Salimbene de Adam de civitate parmensi hoc eodem anno natns snm in mense octobris, VII. idus octobris, in festo sancti Dionysii et Donini. Et Domiiius Balianus de Sindone magnus baro ex Francia (1), qui vcnorat de ultramarinis partibus ad Imperatorem
(1)
Baliano
I,
sire di
Sidone
Saida
II dal quale si
ebbe
il
150
BIBLIOTECA
37
secniiduni, mo do sacro fonte levavit in Baptisterio parmensi, quod erat inxta sicut roftirebant milii mei. Sed et fratcr Andreas ultramariiios de civitato Aclion, ox ordine fratrum Minorum, qui erat cum praodicto domino et do familia sua et itiucris socius, qui vidit et rocordabatur, hoc idem dixit mihi . Salimbene Chron. p. 5-6.
Fridcricuii
domani mcam,
1222 Il compilatore delle Gesta Dei per fratres MiAntiochia. norcs in Terra Sancta ricorda in quest'anno la morte di due frati Minori confessori nella citt di Antiochia; che so per confessori il cronista inteso martiri, allora piuttosto dovremo credere la loro morte avvenuta nelle vicinanze di Antiochia, poich allora la citt era in potere dei Latini: 1222, Duo anonymi Confessores AntiocJiiae (1) notizia che non abbiamo riscontrata altrove, ma che possiamo crederla fondata, posta l'esistenza d'un convento Minoritico in quella citt verso il 1220-30, come abbiaino notato altrove, a p. 66-67.
;
c.
1222-33
De
b.
Peregrino de
domo
FaJleronis
(f
e.
38
II
b.
ricevuto
all'
Ordino
dal
Santo Patriarca
quando
Il
1222 predicava
in
Bologna. Quantunque lettorato, egli pass e mor circa il 1233 secondo l'Hueber (2).
VII
una
bella vita
(6).
abbiamo nel-
r Aureola Serafica
quanti seguirono il Bologna basati su
P. Leone, nel
Pisano
Il di
Waddingo,
1222 l'arrivo
di
Francesco in
un testo mendoso
di
Tomaso
arcidiacono
Spalato (7).
Non
sap-
storico di quei tempi vanta la saggezza e la profonda conoscenza sua in giurisprudenza. Baliano nel 1218, sotto le mura di Dainiata assediata, spos la nipote Margarita. A lui, nel nov. del 1219, il governatore di Damiata consegn la citt ed il castello. Nel 1221 (a detta
Salimbene die si dice nato li 9 ott. dello stesso anno) ritornava in Europa, recandosi da Federico II, senza dubbio per renderlo informato de' disastri subiti dai Crociati in Egitto, e totalmente sgombrato dai medesimi verso l'ottobre del 1221. Quattro anni dopo (1225) assistette all'incoronazione della regina Isabella, figlia di re Giov. di Brienne, accompagnandola a Brindisi sposa a Federico II. Alla morte di lei (1228) i baroni del regno Gerosolimitano elessero Baliano luogotenente e reggente del regno per Gonrado figlio di Federico. Alla venuta di Federico (1228) in Cipro, Baliano gli and incontro e si alle con lui contro
di
Giovanni
d' Ibelino principe d Beirut e suo zio. Inviato dall' Imperatore al Soldano per aver la consegna di Gerusalemme, fu quindi confermato reggente del regno latino con Garniero il Tedesco (1229). Lo stesso anno Baliano dovette marciare in aiuto di Gerusalemme,
cacciandovi
i Saraceni che trasgredivano i patti convenuti. Sua residenza era Acri. Pi tardi (1231) lo vediamo in accordo coi suoi parenti, e discorde con Federico che invano tent di spodestarlo dalla reggenza confcrmandovelo la fiducia de' magnati del regno. Vi-
veva ancora nel 1239 (Du Cange-Rey FamUles d'outre-mer (1) Civezza Cronaca delle Missioni, Anno 1892 p. 6.
(2)
(3)
p. 434-36).
Menologium
col 1712,
5 Sept.
n. 2.
Annales
Conform.
t.
I p. 335.
8, fol.
62 ed. 1513.
Il Boehmer archid. Spalatin. (in Monum. Germ. hist. t. 29 p. 580). come fin 1220 nel nel e non che a Francesco fu 1222, Bologna gi (Analekten p. 106) prova qui scrissero tutti gli storici indotti nell'errore dal Sigonio {Opera Omnia t. Ili col. 432)
(7) Cfr.
Thomae
che primo
lo
il
SECOLO xni.
piamo precisare quando
di
il
151
d e
sua morto.
b.
Pellegrino
si
rec in
Gerusalemme, n meno
al cap.
fol.
il
l'anno
38
Il
pi antico documento sulla vita del beato, d'onde attinsero tutti gli
storici,
inserito negli
Actus B. Franclscl
et
et
sociorum eius
t.
36
v.
dell' odiz. di
Sa-
batier
(in
CoUcction d'tudes
de documents
IV)
148
dolio
Spcculum
crediamo
Vitae B. Francisci et Sociorum eius ediz. Veneta del 1504, capitolo che
qui
Quomodo
s.
dum
prac-
Peregrinum
et
fratrem Bicerium.
adventum
irei S. Franciscus per mundum et Bononiam pervenisset, quum cognovisset, factus est concnrsus omnium ad S. Franciscum, ita quod vix poterat ire per terram. Oftines enim ipsum tanquam florem mundi et aiigelum
Domini cupiebant videro, ita quod ad plateam civittis cum poena maxima pervenit. Congregato igitur populo maximo hominum et mulierum et multorum scholarium, surgens S. Franciscus in medio, tam miranda et stupenda, dictante Spiritu Sancto, praedicavit, quod non homo, sed angelus videbatur. Nam videbantur illa verba eius caelestia quasi sagittae acutae potentis de arcu sapientiae divinae procedere, quae corda omnium tara valide penetrabant quod maximam multitudinem hominum et mulierum a statu peccati ad
poenitentiae lamenta convertit. Inter qnos erant ibi studentes de nobilioribus de Marchia Anconitana, scilicet Peregrinus qui erat de domo Fallaronis et Bicerius do Muccia. Isti inter alios per sacra verba
sancti patris tacti intrinsecus venerunt ad beatum Franciscum, dicentes se pcnitus velie mundum relinquere et fratrura ipsius habitum sumere. Sanctus antera Franciscus, ipsorum
fervorem considerans, cognovit per Spiritum Sanctum ipsos missos a Deo. Et insuper intellexit cui et quali convorsationi quilibet eorum se subderet. Unde cura gaudio recipiens eos dixit: Tu, Peregrine, teneas viam humilitatis; et tu, Biceri, servias frairibus. Et ita factum est. Nam frater Peregrinus nunqnam voluit osso ut clericus; sed sicut laicus mansit, cum esset benf> litteratus, et in decretalibus eruditus. Propter quam humilitatem pervenit ad maximam perfectionem virtutum et spocialiter ad gratiam compunctionis et h. Nam Christi amore succensus et desiderio martyrii inflamraatus amoris Domini N. J. perrexit Hierosolymam ad visitanda loca sacratissima Salvatoris, portans secum volumen evangelicum. Et cum legeret et loca sacra unde Deus et homo porroxerat, et eadem pedibus tangeret et oculis cernerct, se ibidem ad orandum Deum inclinabat et amplcxabatur
(
brachiis fidei ista loca sanctissima, et labiis osculabatur amoris, et lacrymis devotionis cuncta rigabat: ita quod cunctos cernentes ad devotionom maximam provocabat. Ordinante ero disposinone divina, reversus est in Italiam, et tanquam verus peregrinus mundi, et civis caelestis regni, suos nobiles consanguineos rarissime visitabat. Confortabat eos ad mundi contemptum; et sobrie loquons, ad divinum eos incitabat amorem; et expedito ac festinanter recedebat ab eis, dicens, quod Christus Jesus qui nobilitat animam non invc-
Do isto fratre Peregrino habuit dicere frater Bernardus, sanctissimi patris nostri Francisci primogenitus, unum verbum mirabile valde, scilicet, quod ipso frater Peregrinus orat unus de perfectioribus [fratribus] hujus mundi. Fuit siquidein peregrinus nam amor
:
Christi queul in corde suo semper habebat non permittebat eum in aliqua creatura quiescere, nec afifectum eius figero in aliquo temporali, sed semper ad patriam aspicere, et de virtuto in virtutem ascendere, donec in amatum transformaret amantom. Tandem plenus
virtutibus, ad Christum in pace quievit.
quem
cum multis
miraculis
ante
mortem
(1)
(1) Il
Del B. Bzzerio celebriamo la festa post mortem. mese quella del B. Pellegrino. Vedi Breviar. Seraph.
XIV, aggiunge:
il
mortem
et
26 di marzo, e
27 dello stesso
152
BIBLIOTECA
1228
Circolare di Geroldo Patriarca di Gterusalemme, colla quale cotutte le diocesi della Terra Santa la bolla papale ohe ordina la celebrazione della festa di S. Francesco ai 4 d'ottobre; data da Acri
mimica a
il
13
sett.
1228 {Ex
vammo
Questa circolare fu un vero gioiello per noi quando, senza punto sognarlo, la ritronell'antico BuUaro Ms. del S. Monte Sion, ancor oggi conservato nell' archiv. di
S. Salvatore in
Gerusalemme.
Il bollarlo
summos
per ordinem alphabeti. Fr. Cristoforo compil questo dubbio a Gerusalemme stessa, ove sappiamo che egli
poi non effettuato
di passarvi tutto
il
commentari senza
4 di
al
120 pagine) contiene anche una lettera dedicatoria colla quale fr. Cristoforo offre Emo. fr. Francesco da Piacenza (2) Custode di Terra Santa (1467-72) il lavoro che
lui
si
da
ebbe l'incarico
di
chivio di
Monte
compilare sulle bolle originali che allora esistevano nell'aroggi ancora un buon numero si conservano coli' auto-
grafo detto nell'attuale archivio di Gerusalemme. Tra le preziose reliquie in esso raccolto da fr. Cristoforo, trovammo anche questa circolare di Geroldo Patriarca di Gremsalemmo,
la cui importanza
ci
occupiamo
colle
deboli
nostre forze a ricostruire la storia d S. Francesco e de' suoi frati in Oriente, raccogliendo
documenti che comunque possono giovare ad illustrare una storia poco non isfnggir anche agli storici del Santo, specialmente per quel che riguarda il suo culto in Oriente e per la storia della sua festa
tutti quei dati e
in Europa.
zava
Gregorio IX, con pompa tutta straordinaria e con rito inusitato fino allora, canonizil suo grande amico Francesco in Assisi, il 16 luglio 1228; e tre giorni dopo (19 lu-
ingiungeva a tutte le chiese di celebrarne la festa ai 4 d'ottobre: statuentes, ut quarto nonas octobris, die videlicet, quo a carnis ergastuTo absolutus ad aetherea Begna pervenit, ab universali Ecclesia natalitia eius devote ac solemniter celebrentnr (3) E
glio),
.
il
Pontefice
emana
altre
speciali
phialae aureae, con le quali ripete l'ordine della celebrazione della festa del Santo indirizzandole ora ad una chiesa, ora ad un' altra, e finalmente a tutta la Chiesa ; si che oggi conosciamo almeno sette* identiche bolle, sotte volte ripubblicate e dirette a
diverse chiese e in
Ma,
Santo fosse
tempo notabilmente diverso (4). non bastava forse l'ordine espresso solennemente nella bolla Mira, perch il come tale venerato per tutta la Chiesa? Perch, e come spiegare l'emanazione
unicamente la stessa cosa? Sar un vecchio
(1)
Parleremo di
lui sotto
l'
anno 1468.
Cfr.
Wadding Annales ad
an. 1468 n. 4, e
80 n. 50; e ibidem pag. XXVII e p. 200, ove pubblicammo due documenti importanti estratti dal Bollano d fr. Cristoforo. (3) Buttar, frane, t. I p. 42 n. 25: Mira circa no.
(4)
fors' altre
emanate
Sbaralea
(Ball.
t.
I p.
49 nota
ma
che
ci
SECOLO
uso della Curia
gorio
XIII.
153
Romana
30
Curia papale di ripetere una o pi volte lo stesso ordine in modo pi esplicito in casi di speciale merito e interesse, quale senza dubbio era per essa e per la Chiesa universale il culto di un
IX
Santo veramente straordinario e provvidenziale; rimane per sempre un esempio curioso il caso nostro, ove vediamo sempre la stessa bolla Sicut phialae diretta prima alle solo
chiese di Francia (26 lugl.? 1228) e quasi
contemporaneamente
soli
ai Patriarcati dell'Oriente
arcivescovati
dell'Italia
supe-
altri
cedente e dopo pi di sette mesi dalla canonizzazione del Santo, vien diretta alla Chiesa
universale (21
copia emanata
e
febb. 1229).
bastato, vediamo
(ma non sappiamo a chi diretta) il 1 novembre 1229, tutte da Perugia (2); finalmente ripetuta dal Laterano il 6 maggio 1230 ai Vescovi del mondo intero come
non ne avessero avuta
notizia assai
se
La
prima colle identiche bolle emanate il 21 feb. 1229! non ragionevole spiegare per un capriccio del canle
celliere apostolico
ragio-
Del resto,
differenza
nello
di
so-
lenni bolle
di canonizzazione
difi&cilmente
si
troverebbe una
notabile
date,
Ma due altri potrebbero essere i motivi di quest'uso della cancelleria romana, cio: siccome la bolla di canonizzazione era in quei tempi spesso lunga, come quella che doveva
contenere un abbondante elogio delle virt o un cenno biografico del santo e per ci assai
pi costosa per tassa di cancelleria; sar quindi molto ragionevole di credere che invalse
l'uso di inviare alle chiese e ai richiedenti,
conciso e quindi
invece di quella,
altre bolle
secondarie,
pi
meno
costose,
elogio, la
Ed
ecco forse
di
il
perch tro-
di
quelle di ca-
nonizzazione. Altro motivo della differenza di date in queste bolle secondarie, specialmente
per quelle emanate o ripetute assai pi tardi, potrebbe anche essere stata qualche negli-
genza
di
pubblicare la cail
prestigio d'un
d'un clero non troppo esemplare; come appunto stimmate del Santo ebbero avversari non pochi. Una tarda quindi ripetizione
un richiamo
(1)
tefici
Benedetto
XIV
{De Servorum Dei bealificatione lib. I e. 36 14) nota che vari Ponemanarono altre lettere per promuovere il culto dei
Santi dirigendole ora alla chiesa universale, ora alle chiese private, ora a qualche Ordine religioso e a Prncipi. Cosi Alessandro III (1159-81) dopo la canonizzazione di S. Tomaso
Cantuariense e di S. Bernardo, cosi Celestino III e Onorio III, come Gregorio IX pei SS Francesco e Antonio, Innocenzo IV per S. Pietro Martire, e Giovanni XXII pei santi Lodovico di Tolosa e Tomaso di Aquino.
(2) Sappiamo che Gregorio IX dopo la canonizzazione di S. Francesco, fermossi a Perugia colla sua corte sin quasi la met di feb. del 1230, ritornando a Roma il 24 dello stesso mese. Cfir. Pagi Breviar. histor. t. II p. 152.
154
BIBLIOTECA
Del resto, senza escogitare tante supposizioni pi o meno probabili, ma che potrebcon vera sodisfaziono come,
dopo la canonizzazione di S. Francesco, l'Oriento fa forse nuova e l'ordino di celebrarne la festa. L'Egitto, la Siria
il
Santo
(1219-20) otto anni prima. Col, gi la regolare provincia di Terra Santa contava molti conventi e numerosi religiosi con a capo il b. Benedetto di Arezzo, discepolo del Santo: vivevan
col
molti principi,
militi,
con
re
Giovanni
di
Brienne (poi frate Minore), che conobbero Francesco sotto le mura di Damiata e in Acri: col molti erano del clero secolare e regolare della Siria che videro, conobbero o vestirono
le
lane del
Poverello,
il
di
4 di ottobre
del
1228
(data per noi memoranda) solennizzarono, con gioia e pompa che solo pu imaginarsi, la prima festa di S. Francesco in Oriente. Pei chiostri de' Minoriti di Acri, di Antiochia, di
Nicosia, di Costantinopoli e altrove,
figli
si
ud allora per la
prima
volta
V eco giuliva
de' suoi
che salutavano Francesco glorioso, Salve, sancte Pater, patriae lux! Un anno dopo ( pur da notarsi) nell'ottobre del 1229 la stessa eco risuon nelle basiliche di Gerusalemme, di Betlemme e di Nazaret, ove erano test ritornati padroni il clero e i cavalieri
di
Acri (1)
e da
quel
d fino
a tutt' oggi risuona da 677 anni dalla canonizzazione di dopo 686 anni da che il Santo fu apostolo in quelle terre
date di otto copie
testo
Ci
premesso,
il
daremo prima
l'indirizzo e lo
colle
della bolla
Sicut
o di
phialae, e poi
testo
gerosolimitano
del
Waddingo
La
prima
in ordine cronologico
VenerabiUbus fratribm Archiepiscopis et Episcopis per regnum Galliae constitutis, data da Perugia, anno sedando, ma erroneamente 7 id. iulii (9 luglio), perch il Santo non era ancora canonizzato quindi lo Sbaralea congettura dodiretta ai
vescovi di Francia:
versi correggere o in
dirizzo e testo
id.
1228. In-
Seraph. Belig.
La
che qui
kal.
aug. an.
accompagnata con
let-
tera circolare dal Patriarca Gerosolimitano Geroldo, datata da Acri idibus septembris, cio
ai
13
3.
La
anno 1228.
Ven. Fratribus Bavennaten.
dilectis
filiis
Mecio
diolanen. et
Januen. Archiepiscopis
eorum su/fraganeis, ac
aliis eccle-
Fe(1) Ritornati pel trattato conchiuso tra Federico II e il Soldano il 18 feb. 1229. derico era arrivato in Acri il 7 sett. 1228 e ai 15 nov. si port a Giaffa per pi facilmente
trattare coi messi del Soldano.
Lu pure trovossi
zazione di Francesco e presente alla prima festa del Santo (Cfr. Paris in Monum. Germ. hist. t. 28 p. 125). Poco dopo, due Minoriti venivano da Assisi apportatori di altre bolle
colle quali
il
(2) Col solo indirizzo in Sbaral. Bull. (3) Col solo indirizzo in Sbaral. ibid.
I p. I p.
44 45
n. 26. Cfr. p.
45 nota
b.
t.
n. 27.
SECOLO xra.
4.
155
Ordino do' DomoTedi,
La
l'
39
nicani
Dilectis film
La
et
et
quinta in ordine (che sarebbe otto mesi dopo la canonizzazione del Santo)
le chiese della
diretta
a tutte
piscopis
diaconis,
Episeopis, et dilectis
et
Ahbatihus, Prioribus
Praelatis,
et Arciipreshytcris,
Archi-
Diaconis,
aliis
ecclesiarum
ad quos
questo il testo datoci dal data Perusii nono hai. martii, an. 2, cio il 21 feb. 1229. Waddingo sotto l'an. 1229 al n. 1, che lo dice dall'originale dell'archivio Aracclitano e nel Kegesto Vaticano (2). Lo stesso tenore nello Sbaralea (t. I p. 49 n. 34) che ricorda
un
altro originale nell'archivio del S. Convento di Assisi.
litterae
istae pcrvencrinf:
6-7.
La
sesta
settima
sarebbero quelle
ricordate
dallo
Sbaralea
In
no-
Perusii
Vili
an. 2, anno nimirum 1229, die 22 februarii. Dedit et alias kalendis Novcmbris [1 nov.
1229]
(3).
8.
L'ottava, coli' indirizzo identico alla quinta, cio diretta agli Arcivescovi, Vescovi
ma
Maii
pontif. nostri
anno quarto,
con questa differenza, col datum cio Laterani 2 nonas ossia 6 maggio 1230, e col testo perfettamente identico
3 Ordinum
h.
54
Ora ecco
il
papali.
di
Il
nome
Geroldo
Lausanne
lectis filiis
hus Fratrihus Antiocheno et Hierosolymitano Patriarchis, Archicpiscopis, Episeopis et diAhbatihus, Prioribus, Archidiaconis, Decanis et aliis ecclesiarum praelatis in Antiocheni et Hierosolymitani Patriarchatuum provinciis constitutis, Salutom et Apostolicam Sicut phialae aureae quas vidit Joannes plenas odoramentorum, quae Benedictionem. sunt orationes Sanctorum in conspectu Altissimi, ad abolendam nostrorum criminum corruptelam, odorem suavitatis emittunt; ita saluti nostrae credimus plurimum expodire, si corum in terris celebrem habeamus memoriam, ipsorum merita sok'mniis(5) recolendo praeconiis, quorum in coelis spcramus interccssionibus assiduis adiuvari. Sane, cum de conversatone, vita et meritis Beati Francisci, institutoris et rectoris Ordinis Fratrum Minorum, (qui juxta consilium Salvatoris, contemptis transitoriis et tcrronis, juxta promissionem ojusdem (6), ad coelestia proemia feliciter et aoterna pervenit; Cnjus vita et forma praeclara, peccatorum depulsa caligine, ambulantes in regione umbrae mortis de vitiorum
(1) Riportato il semplice indirizzo dal verosimilmente pel prossimo Gap. Gen. che
Waddingo ad
i
t.
I p.
XVI.
Wadd.
(3) Bull.
t.
I.
p. 22.
Wadd. Wadd.
156
teitebris
BIBLIOTECA
ad poenitentiae viam vocans (1), quornm tam virorum qnam muliernm ad fidcra roborandam, et confutandam hereticam prayitatera vivit adhuc et vigot non modica multitodo), tam per Nos qnam per multos alos fide digiios, qni miracula, quao Deus per
ecclesiae
illius sancti
viri merita operatnr, plenius cognovernnt, certiores effecti; auditis etiam ejus yirtutibns et miraculorum insigniis, et qnod inter carnales spiritualiter, et Inter homincs
ctiam conversationem angelicam (2) habuisset; ipsnm (3), qui corporaliter dissolntns, cum Christo esse meruit in coelestibus, ne ipsius honori debito et gloriae detrahere quodammodo yideroraur si, glorificatum a Domino, permitteremus ulterius hnmana devotione privari, de fratrnm nostrornm Consilio et praelatornm omnium, qui tnnc temporis apud Sedcm Apostolicam consistebant, sanctorum catalogo duximns adscribendum. Cumque ejus lucerna sic arserit (4) liactenus in hoc mundo, quod per Dei gratiam jam non sub modio sed super candelabrum meruit collocari, universitatem vestram rogamns, monemus attentius, et hortamur (5) per apostolica scripta mandantes quatenus, devotonem fidelinm ad venerationom ipsius salubriter excitantcs, festivitatem ipsius (6) 4 Nonas Octobris annis singulis excolatis et pronuntietis constituto die specialiter excolendam (7), ut ejus procibus
Dominus exoratus, suam nobis gratiam tribuat (8) in praesenti et gloriam in futuro, Dat, Perusii, 2" Kal. Angusti [31 luglio] Pontificatus nostri anno 2 . Harumque auctoritate Universitati vestrae praecipiendo mandamus, quatenus mandatum apostolcum si-
pr
Septembris* [13
sept. 1228].
Due PP. Minori legati di Gregorio IX portano 1228-29 Oerusalemme in Acri la scomunica contro Federico n.
al Patriarca di
imbarcato
Federico II, senza prima riconciliarsi colla Chiesa e d'intesa col Soldano d'Egitto, erasi per l'Oriente a dispetto del divieto pontificio. Gregorio IX quando intese la
lui,
partenza di
l' Imperatore essendo giunto in Siria in dal ricevuto Tolemaide dal venne clero e dai patriarca Gerosolimitano, 1228) d'Oriento alcuni militari. I cristiani lo maestri ordini acclamarono per giorni degli gran qual liberatore e re di Gerusalemme; ma ben presto gli animi si cangiarono. Due frati
(7 sett.
Minori, mandati dal Pontefice, vennero ad annunziare ai fedeli, aver essi accolto un principe ribelle ai voleri della Chiesa e scomunicato.
tosto la dif&dcnza,
il
disprezzo e l'odio
coprirono
rieri
il
preteso salvatore de' cristiani d' Oriente che era venuto con un pugno di guerIni
il
per conquistare la Terra Santa, nessuno sapendo l'accordo secreto conchiuso tra Soldano (9).
.
primo che
ricordi questi
il
continuatore
francese
di
Gu-
(1)
Wadd.
Wadd. Wadd. Wadd. Wadd. Wadd. Wadd,
S. Fran.
nostro testo.
(4)
Cum
igitur
snU lucerna
sic arserit.
(5) (6)
(7)
et Sbar. rogamus,
monemus
et attentius
hortamur.
et Sbar. eius.
et Sbar. annis aingttUs solemniter cdebretis, et pronuncietis constituto die
si-
mUiter celebrandam.
(8)
Wadd.
(9)
SECOLO xra.
157
En tant come li empereres (1) estoit herberg a Ricordane (2), dui frere Menor vindrent a Acre de par l'Apostoile, qui aporterent letres au patriarche de Jerusalem (3). En quoi il manda que il feist denoncier l' empereor Fedric por escomeni et parjur, et
40
que il de/fcndist au Tempie et a l'Ospitai de Saint Johan et a celui des Alemans que il ne fussent en son comandement ne riens ne feissent por lui. Et tot ensi avint il (4).
Da una
lettera che
il
Cristianit,
ricaviamo
il
si
port a Giaffa
con pretesto di munirla contro i saraceni, ma in realt per trattare pi facilmente l' alleanza col Soldano Kamel, conchiusa il 18 febbraio 1229. Il 17 del seguente marzo entra Federico nella santa Citt; il giorno dopo (18 domenica), nel S. Sepolcro, si pone in
capo la corona
liti
di re di
Gerusalemme,
e l'indomani (19
sequenti (soggiunge
patriarca
Geroldo) fecit (imperator) extra civitatem (Achon) per civitatis, ac per speciales nuncios
ipse
personaliter
constitutus,
primo
nos manifestam
malitiam perpendentes, tam praelatos quam peregrinos duximus convocandos, eicommunicantes omnes illos, qui contra Ecclesiam vel Fratres Templi et alios terrae religiosos vel
peregrinos ipsi imperatori consilium
imperator, omnes introitus feclt diligentius custodiri, inhibens ne ad nos vel ad illos qui nobiscum essent victualia defrentes appropinquarent, ponens undique balistarios et sagittarios,
quibus nos et Fratres Templi ac peregrinos graviter mpugnabat. Et ut excogitafratres Fraedicatores ac quosdam Minores, qui in ramis palma-
rum
[8 apr. 1229] locis statutis convenerant ad praedicandum verbum Domini, per satellites suos rapi fecit de pulpitis et in terram prosterni, extrahi et quasi latrones per civitatem fustgari.... Videns igitur imperator maliciam suam non posse procedere usquequaque, moram in terra noluit trahere longiorem.... Et latenter feste apostol. Philippi et lacobi
[1
maii], per
salutato,
vicum secretum et portum galeam intrans, versus Cyprum festinavit, nemne Federico, loppem relinquens destitntam, nunqnam' utinam reditaros (5) .
residente in
Acri. Cfr.
di
22.
t.
33
e,
(in
ReeueU
79 (an. 1228) p. 40 ed. Genova 1771. cher (Storta Eccl. lib. 73 p. 541.
Storia
lib.
Sanato
Hist. Occid.
II p. 370).
(5)
11
hiat.
t.
continuatore di Guglielmo di Tiro registra che pi tardi, per ordine dell' Imperatore, uno de' Minori fu arso, un altro scorticato vivo (Cfr. Eecueil 1. cit. t. II p. 657). Ebbene questo mostro, che la settaria critica d'oggi giorno vuol divinizzare, fu per poco tempo ammansito
una
dalla fine politica di frate Elia Ministro generale de' Minori (1232-39), cui nel 1236 scriveva rispettosa lettera diretta fratri Heliae et univerais fratrihus, nella quale lamenta la
morte di
S. Elisabetta di Turngia, e ne racconta i prodigi (lui incredulo!), e conchiude pregandolo di scrivere per raccomandarlo alle preghiere de' frati di tutto l' Ordine, la vita dei quali egli chiama colonna immobile! (Winkelmann Acta Imperli inedita, Innsbruck 1880, 1. 1
158
BIBLIOTECA
40
senza curarsi del Soldano di Damasco (Naser Salalieddin Dand) da cui dipendeva la Siria, aveva conchiusa con Kamel un'effimera tregua di 10 anni con la cessione ai Crociati della citt di Gerusalemme (salve le moschee e il tempio di Omar), di Betlemme, di Nazaret e
di
C.
1230
PF. Minori in Grerusalemme: Legale e giuridico stabilimento FF. Minori in Gerusalemme e nel patriarcato Gerosolimitano: ossia nella Terra Santa propriamente detta.
de'
41
Questo articolo riguarda lo stabilimento de' frati Minori nei limiti della Terra Santa propriamente detta, nella antica Giudea e Galilea che nella Siria, soggetta ai Latini, li abbiamo visti gi stabiliti dal 1217 in regolare Provincia con a capo frate Elia primo
;
Minister Syriae * Lasciata da parto la poco fondata opinione degli scrittori Francescani che fan risalire a S. Francesco (1219) l'ingresso de' Minori nella citt di Gerusalemme e nel servigio
de'
Luoghi Santi, presentiamo soltanto alcuni dati certi che, crediamo, basteranno a darci dell' antichit do' Frati Minori in Gerusalemme e nei limiti del patriardella S. Citt, gi
Francescani, meravigliosamente prop^atisi in Oriente, si costituirono in regolare Provincia fin dal 1217, colla denominazione promiscua di Provincia Syriae, seu Terrae Sanctae, Ultramarinae sive Promissionis ; denominazione che chiaramente
si
i
Certo
che
lei
soggetta in
anco ne' paesi della Terra Santa propriamente detta, o Terra que' tempi ai Saraceni (1). Nel 1229, Federico II a danno
una tregua di 10 anni col Soldano d'Egitto Melek-el-Kamel (2), quale cedeva ai Cristiani le citt di Gentsalemme (salvo le moschee e il tempio d'Omar),
Bctlemtne, Nazaret con alcuni altri luoghi della Terra Santa (3). L' Imperatore, scomunicato da Gregorio IX e abbandonato dal clero, entrava nel marzo dello stesso anno nella
S.
Citt, e nel
di
Gerusalemme, ponendosi
colle
proprie mani la corona in capo. Gi dall' anno precedente (1228) due Frati
Minori eb-
bero l'incarico dal Pontefice di portare al Patriarca Gerosolimitano le lettere con cui veniva scomunicato l'Imperatore. Questi, poco dopo ritornato in Acri, sfoga furibondo l'ira sua contro i frati Predicatori e Minori, alcuni de' quali f' pubblicamente flagellare (4).
Dopo
il
tante crudelt, Federico s'imbarcava per l'Europa nel maggio del 1229.
i
Intanto,
approfittando
p. 299).
Ma
poi,
dopo
la
egli
Minori e
Do-
menicani, perch docili al Papa avverso alle sue tirannidi (Gr. Lempp Frre Elia p. 108 e 145). L'autore della Vita di Gregorio IX (ap. Raynald. ad an. 1239 n. 4) ricorda altri
frati
rum
condannati da Federico alle fiamme: Minores Fratres, quorum vitam ipsa paganoduritia veneratur, hic (Federicus) pagano durior flammarum acerbitati damnavit Un altro Minorit, bruciato a Lodi dai suoi sgherri, ricordato con lode in una lettera papale
.
t.
I p. 679).
precedente su fr. Elia an. 1217, n. 81. (2) quello stesso Soldano dal quale S. Francesco ebbe tutti sanno.
l'art,
Vedi
1'
(3)
il
ai re Enrico d'Inghilterra; e inserita dal Paris nella Ciron. sotto l'anno 1229.
(4)
n.
40.
SECOLO xra.
della tregaa conchiusa, erano rientrati in
dello storico contemporaneo,
169
(nel
Gernsalemme
il
41
Matteo Paris,
ritornato
clero e
regolari
furono rimessi
lui,
vero che n
al-
Minoriti nel generale ritorno dei contemporaneo espressamente ci nominano regolari in Gerusalemme. Ci per chiaramente ci si lascia comprendere da un breve di
tro scrittore
i
Gregorio
IX
(Si ordinis
Fratrum Minorum,
Antiocheno,
quanto
erano
al
Citt (2). Dal tenore anzi del documento Pontificio ristUta, a nostro credere, che
riti
di gi si
stabiliti s
Patriarcato
Gerosolimitano; e che
(1)
dini
1684
Hierusalem
ed. Paris 1840 t. Ili p. 415-416 ad an. 1229; ediz. Lenesprime: Ingressus est igitur, ut diximua, s. civitatem exercitus christianus, et Patriarcha cum episcopis sufifraganeis mundificavit
come
si
sanctaeque resurrectionis eiusdem, cum Jmperator, qui excommunicatus fiierat, intra urbis moenia moram fecit, nullus praelatorum missam celebrare praesumpsit... Deinde praelatis singulis, tam minoribus quam maioribus, ac viris religiosis, ecclesiis suis sibi restitutis
templum Domini
(!)
alis ccclesiis
sanctisque
Verum quamdiu
....
intenderunt una-
nimiter
peregrinis omnibus ad reaedificationcm civitatis... Non solum acta sunt haec in civitate S. Hierusalem, sed in omnibus civitatibus et castellis illius Terrae, quam D. N. J. Gh.
suis vestigiis consecravit... renis coelestia misceri .
(2) Il
cum
ter-
patriarca di Gerusalemme era il pi volte ricordato da noi Geraldo di Latisanne cfr. Revtie de VOrient-Latin t. I p. 22. E patriarca di Antiochia era Alberto de Rezato (1226-45 f ), ossia Alberto de Rohertis de Regio soprannominato Rizzato, lodato
(1225-39 f);
de' Minori dal cronista fr. Salimbene (Ciron. p. 64). Eletto nel 1226 (secondo 1228) al patriarcato di Antiochia, arrivava in Acri nel 1229 e nello stesso anno egli pure intervenne alla riconciliazione della basilica del S. Sepolcro in Gerusalemme. Come legato del Papa lo troviamo per molti anni in Oriente: nel 1229 in Gerusalemme; nel 1232-33
altri nel
come amico
in Cipro, Acri e Tiro; nel 1234 in Italia sin quasi al 1238, in oflScio di Legato Apostolico in Lombardia, nella Marca Trivigiana e Romandiola per gli affari dell'Oriente. Il 26 giugno del 1238 egli probabilmente ritornava in Oriente, poich una lettera di Gregorio IX,
lo autorizzava di avere sotto la sua giurisdizione patriarcale il Katholicon patriarca primate Armeno) e gli abbati col clero greco, armeno e georgiano. Nel 1241-44 era certamente in Oriente, dove di bel nuovo Innoc. IV (con lett. 18 lui. 1243)
et plenac legationis officium in AntiocJiena provincia et in ex-ereitu Christiana pr subsidio Terrae Sanctae committit. Dall'Oriente egli nel 1244 scriveva la nota lettera che c'informa dei massacri perpetrati dai feroci Corasmini in Gerusalemme, ricaduta in potere
il
93;
Du Cange-Rey
Ora,
il
Familles
746; e la Revue
p. 141-43).
Salimbene
narra che
stctit
cum patriarcha Antiocheno (qui fiiit de Rofratcr Henricus Pisanus qui fuit ex Ordine fratrum Mi-
norum, qui multa bona de praedicto patriarcha mihi et aliis fratribus referebat frequenter (C/iron. p. 64); e l'Eccleston ricorda nn altro Minorit inglese fr. Henricics de Durforde... hic diu patriarchae Antiocheno in legatione sua in Lombardia primo interpres et praedicator extitit, et post domini papae Gregorii IX poenitentiarius {Anal. frane. 1. 1 p. 230-31). E tanto basti per accertarci che nelle diocesi Antiochena e Gerosolimitana non potevano mancare i Minoriti, e specialmente a Gerusalemme, meta di tutti i cristiani di quei tempi;
del resto vano pur sarebbe il titolo stesso di Provincia Terrae Sanctae o Promissionis fondata gi dal 1217, se i Minoriti non si fossero realmente stabiliti nella Terra Santa
propriamente detta.
160
41
BIBLIOTECA
Pontefice a
il
le
Dal testo
intero, che
crediamo utile
di
riportare, intental
lettore
IX ad emanare un
documento:
Gregorius Episcopus Servus servorura Dei: Venerabilibus Pratribus Antiochensi, et Jerosolyraitano Patriarchis Apostolicao Sedis Legatis, ac universis Archiepiscopis, et Episcopis, et dilectis filiis Abbatibus, Prioribus, Praepositis, Decanis, Archidiaconis, et aliis Ecclesiarum Praelatis ad quos litterae istae porvenerint, salutem, et Apostolicam Benedictionem. Si Ordinis Fratrum Minorum Eeligionem attenditis, poteritis piene cognoscere,
quod temporalia bona non cupiunt, cum ex eoruni institutiono sufficientiam suam in paupertate posuerint, et eam praecipue sint professi sicque sibi favorem Vestrum, cum expedierit (1) eo facilius impenderitis, quo minus praesumitur, quod ipsi quaerant vel ambiant comraodum temporale. Quapropter Universitatem vestram raonemus, et hortamur attente, districte Vobis per Apostolica scripta praecipiendo mandantes (2), quatenus si aliquis fide;
ad opus ipsorum construere voluerint oratoria in Vestris parochiis, cum salutem quaerant animarum, et earum lucris intendant, favorem eis super hoc benevolum praebeatis, libere permittentes quibus permissum est a Proviiiciali Ministro, viros idoneos in Vestris parochiis proponere verbum Dei. Volumus tamen quod non percipiant decimas, primitias et oblationes, nec habeant ecclesiasticam sepulturam, nisi pr Fratribus Ordinis praedicti. Praeterea cum fueritis requisiti, coemeteria ad opus ipsorum ab Apostolica Sede sibi concessa, benedicere procuretis, nuUatenus compellentes eosdem in aliquam (3) interdicti, vel excommnnicationis sententiam promulgare sine mandato Sedis Apostolicae speciali: mandatum, et praeceptum Nostrum taliter impletnri, quod Beligionis comprobemini zelatores, et Nos Vobis magis reddatis inde favorabiles, et benignos, nec cogamur in eis in hac parte per alios providere. Datis Perusii, kalendis februarii Pontificatus Nostri anno tertio (= 1 Febbraio 1230).
lium, vel iidem
ipsi
testo
della presente
bolla papale lo
di
S. Salvatore
(Gerusalemme),
ca-
nonista che lo compil e comment per incarico ricevuto dal Custode di Terra Santa
cesco da Piacenza (1467-72). Il testo quale l'abbiamo nel Quaresmio scorretto e
Fransenso
il
malamente
Facciamo
voti che
Superiori della
le
T. S. curino
una
che
fedele e
si
misere edizioni
c.
1230-60
Pr. Giacomo Panizzari da Panna e renze Missionari in Oriente verso il 1230-50 (?).
pi tardi di qaest' epoca,
fr.
Diotisalvi
da
Fi-
42
Non
suddetti
crediamo^ debba
assegnarsi
il
missionariato
de'
due
stinti luoghi,
ma
ne parla in didarci una data della loro dimora precisa per incidenza e senza qualsiasi
dal solo cronista
Salimbene
che
in Oriente.
H
fa,
cu^no
in
primo grado
nell'Ordine, vivente o poco dopo la morte di S. Francesco; se nel regime della prelatura
come dice
(1) (2)
il
Salimbene,
uomo
In Sbaralea ci
eoepetierint *
Nel testo dello Sbaralea saltato questo comando districte Vobis per apostolica scripta praecipiendo mandantes* che non manca nel Quaresmio; quindi una omissione
:
del tipografo.
in aliqtiem , e ne verrebbe il senso pi ovio il resto della bolla quale Quaresmio (ed. 2 t. I p. 288) sgraziatamente deturpato. Onde la necessit per noi di aver un bollarlo della T. S. corretto e completo.
(3)
Sbaralea
si
ha
nel
SECOLO
anche registrarlo tra
i
XIII.
161
superiori di
mia
delle
42
un
tal Biotisalvi
come
lo dice
Salim-
magnus
(Chron.
accompagn
in Oriente
1
buit
filias
Pr.
Q-iacomo Panizzari.
(1)
et
Dominns Naimerius de
ea
filura
Panizariis
nxorem
filios
lia-
[dominam Karacosam]
habuit.
genuit ex
et
Quorum primus
frater lacohus
filius
Vtramarinus, pr eo quod
et
in
ultramarinis
consobrini mei,
ordine
fratrum Minoscivit
rnm
fuit valens
homo, sacerdos
Optime
arabicum,
homo
fuit,
obiit,
in loco
Pr.
il
Dopo
Salimbene scrive
Huius itaque
chiama: Deustesalvet de Florentia) multa opera novi, sicnt et comitis Guidonis, de quo multi multa referre consueverunt, quae, quia magis sunt trufatoria, quam aedificatoria, ideo non scribuntur a nobis. Verumtamen frater Deustesalvet ad ultramarinas
partes ivit
et
qui fuit
sanctus
homo
cum Archiepiscopo Eavennate, nomine Theodorico (2), honesta persona valde (Salimbene p. 40 sub an. 1233).
1232
Gesta quinque Fratrum Minorum (Terrae Sanotae) Patriarcha Q-iaecorum tunc Nicaeae degente.
di cinq e Minoriti della
oum Germano
II
Si tratta
Terra Santa,
quali dopo
aver subita
la carcere
43
Germano II
patriarca
i
greco, col quale intavolarono trattative per l'unione delle due Chiese. Il racconto e
spettivi documenti
si
hanno nel Waddingo (3) e negli altri storici la missione di fr. Aimone, di cui al n. 46.
queste relazioni passate tra
della Chiesa.
A questo
re-
proposito di
il
Germano
II e
ci
piace riportare
Allatio che
(1) Caracosa degli Olivieri era sorella dell'avolo di frate Salimbene, quindi il padre di Salimbene con frate Giacomo eran primi cugini, e questi con frate Salimbene cugino in secondo grado. Da questo ricaviamo che frate Giacomo era ben inoltrato negli anni quando Salimbene entrava nell'Ordine nel 1236, e forse era gi morto. Salimbene che lo ricorda sotto r an. 1229 ne fa parola per incidenza tessendo la genealogia de' propri antenati non
;
precisare
di frate
Superiore o Provinciale. (2) Teodorico tenne la sede di Ravenna dal sett. 1228 sino alla sua morte, avvenuta il 28 dee. 1249 (Eubel Hierarch. I. 436). L'Ughelli e Coleti {Italia Sacra t. II. 377-80) nulla
dicono del suo viaggio in Oriente. lodato da loro come < vir sane ingentium spirituuiii, ac pietate plenissimus. Hic S. Francisci alumnos in ecclesiam S. Mercurialis introduxit ad maiorem divini Numinis obsequium. A Bologna nel 1233 egli presiedette alla traslazione
ci
(id. ib.).
si
reca-
possibile trovare.
Annales
II p. 296-306,
I.
ad
t.
I e. 6.
Bibliot.
Tom.
11
162
lo dice
BIBLIOTECA
anonimo.
il
Il
stanza
fatto
come avvenne,
greco autore, sebbene acerrimo avversario dei Latini, racconta in soe, quel che pi preme, conferma l'autenticit della lettera
ai Minoriti pel
quanto sappiamo; il quale impudenza, la disse falsata dai cinque frati, e ut sub his confictis epistolis hilariori vultu a summo Pontifico et a Curia romana susciperentur, atque ex legatione et itinere suo laudes rcferrent (1)
il
dubbio
Sentiamo ora lo storico greco, nella fedele traduzione latina dataci dall'AUatio:
Papa, et qui cnm eo erant, propter omnimodam soparationem, qnam praescripsiraus sub Manuele Imperatore, conscientia perculsi, miserunt nonnuUos, tanquam exploratores, ex iis qui Pratrcs Minores nuncnpantur (2), sub Imperio loannis Vatatzae, quasi Hierosolymam progredcrontur factiquo obviam, sanctissimum Patriarcham dominum Germanum apud Nicaoain ab ipso Papa salvere jusserunt. Qnibus cum consernisset sermonem, Patriarcha de continua tyninnide, quam ab illis patiantur orthodoii christiani, nempe a Latinis, in iis urbibus ubi habitant, et potissimum de sanctis Patribus quos in Cypro insula martyrio do medio sustuierant: sermone ilio veluti turbati responderunt Papam, eosque qui apud illum praecollunt, haec iniquissimo animo ferre, affirmantes, si vellet Graccorum Ecclesia aliquos ad nos mittere, quidquid illi petiissent, pacis concordiaequo nomine libenter Papam concossurum. Nequo enim illi volebant ad nos mittere, ne vide fnissc factam
; :
rontur re ipsa seniet condemnasse, ideoque correctionem petere. Verumtamen cum illi in superbia propria ac pertinacia persisterent, fraudulenter miserant, ut nos illuderent, et primi nos ad illos mitteremus, et ansam praeberemus nos errori obnoxios, primos ad illos missionem procurasse, ut eorum epistola postea nos docuit. Patriarcha porro, dominus Gerraanus, libentissime haec ad Imperatorem retulit, et scriptis tum ab Imperatore, tum a Patriarcha litris amoris, demissionis, et couvenientiae plcnis, Legatos ad Papam miserunt. Patriarchae epistola haec est: domine salva iam, o domine, prospera iam, ac dirige... (3) .
1233
Fr.
di
Giacomo da Russano
Damasco
e al Oalifa di
dano
Quest'abbondante periodo dell'apostolato francescano in quasi tutto l'Oriente bellaCi piace ripeter mente esposto dal Waddingo (4), dal Civezza (5) e da altri storici (6). qui quello che altrove (7) abbiamo scritto in proposito. Gregorio IX, che per mezzo dei francescani di Terra Santa tanta premura si diede per l'unione de' Greci (vedi sotto l'an. 1233),
dei Georgiani e
d^li
Oudin Comment. Script, t. Ili col. 60. Legga ivi di grazia lo studioso lettore Oudia su Grermano IIj come un esempio non raro delle meschine ragioni che la vecchia e moderna critica settaria suole inventare qualora si tratta del Papato, della
(1)
Chiesa o degli Istituti r^olari. (2) H testo greco, che in volgare xdTcXov Ttv( J>( ipcaOirouf tQv Xtf 0|jLyti)y ^pc(icvoup(cav... &i S^Oey iiie^^oi eU 'lepooXujLa etc. Che i cinque Minoriti fingessero di recarsi a Gremsalemme etc. tutta finzione birba del greco scrittore che falsa cosi il tenore delle
:
stesse lettere
(3)
di-
(rermano.
llato De Eceletiae OcciderUalds atque Orientalis perpetua contensione Sulla citata lettera di Germano al Papa, (Colon. grip. 1648) lib. 2 e. 13 coL 693-96. vedi quello che notammo sotto l'articolo al 1234 p. 168, nota 1* e nota 4*.
Ex Leone
(4)
3-7, 26.
(5) Storia d.
(6)
(7)
Misnoni tip. 214-19. De Gnbemats Orbis Serapheu: De Serie enmdoffiea pref. p. XVIIrVlIL
missionib.
i,
I lib.
e. 8.
SECOLO xm.
fede
il
163
famoso Melek-el-Kamel l'amico
i
Soldano
di
Damasco Melok-el-Asceraf,
difficile
fratello del
44
di S. Francesco.
ben noto
ai
questa Saraceni e tollerato no' loro stati. Nella lettera papale CoelesUs alUtudo (13 febil
membri
d'
nn Ordine ormai
esorta ad
braio 1233)
Pontefice, istruendo
diletti
quel principe
figli
nella religione
cristiana,
lo
che andavano a lui appunto per la sua salvezza (1). Simili lettere (26 mag. 1233) e missionari francescani inviava al Soldano Califa di Bagdad, Mostanser Billah (2). Pi tardi vedremo (1246) il Soldano d' Egitto Medel ricordato Melek-el-Kamel cui predic Francesco), sotto il cui dominio lek-es-Saleh
accogliere con amore quei
suoi
(figlio
Soldano fa cenno di altre lettere papali ricevute assai prima, e che furono (dice) molto gradite ed aggiunge di aver accolto il messo pontifcio con affetto,
il
;
Il Waddingo, sotto Cavalieri crociati fattisi poi Minoriti. di Pietro d'Outremann {C.poli testimonianza sulla 42 II 360-62), p. (t. quest'anno Belgica 1. 4 e. ult.), riporta una lunga serie di belgi e francesi illustri, prima cavalieri dell' imp. Balduino I o suoi compagni nelle guerre d' Oriente, e in ultimo, sotto lo povere lane de'FF. Minori, finirono i loro giorni in vari conventi d'Europa.
1233
al n.
1234
Pr.
AymO
Graecis in causa
de Paversham Relatio disputationis habitae cimi fldei anno 1234 primo apud Nicaeam Bithyniae, postea
:
apud
Nympham
[Lydiae].
trascrisse
il
Prima d'ogni
ries
altro la
Waddingo
ex codice
ms. archivi
Vaticani
in-
45
habetur
quo antiquo charactere fol. 329 et sequentibus tota rei sepubblicandone in sommario la relazione, e per intero soltanto gli atti o
(4).
(1)
(2)
Bullar.
lo
t.
I p. 93.
(3) Minoriti Terosimiltnente furono gli ambasciatori tra Gregorio IX e il conio (in Asia Minore), de' quali si hanno queste memorie cosi compendiate
Soldano
d' I-
da Rohricht: < Anno IX ab anno III maii se Indict. VII. Soldanus Iconii, Gregorio 1234, Alatinus, scribit, indictionis (1230) usque hunc VII indictions annum, VI personas monachali habitu ad ipsum misisse, sed ex is II tantum rediisse et dubitandum esse, quin pontifez per dictos nuntios cpitolas et mandata acceperit. taque se nunc fdelem sunm ac christianum lohannem de Gabra ad Fridericum II imperatorem et ad pontificem destinare cum utroque viva voce Monum. Germ. Ep. I p. 518-519, coUoquuturum (Raynaldi, an. 1235 37-38; cfr. 40. n. 634, 1). Hanc epistolam quam Wilken (VI. 562, not. 25) falsam esse putavit, excerpsit bio-
graphns Gregorii IX (Muratori SS. Ili A. p. 580)... Anno 1235, mart. 20, Perusii: Gregorins IX Alatino Soldano Iconii rescribit, se eiusdem nimtium Ioannem de Gabra cum littcris laetanter acccpisse, ac cito nuntios directurum esse plenins responsuros (Raynald. an.l235 n. 40; cfr. et an. 1257 n. 55-72. Monum. Germ. cit. Epist. t. I p. 519-20 n, 634 III)*. Rohricht Begesta regni Hierosolymitani nnm. 1040 e 1061.
n.
ad an. 1233 n. e seg., t. II p. 319-50. Un altro Cod. Vat. Palatino 4 del sec. XV di foli. 207) contiene a foli. 66-96 la stessa relazione: Disputacio super Scismate Grecorum facta in cvitatc Nicea inter nunccios (sic) dni. pape missos ad Imperatorem et patriarcham grecorum ex parte una et inter eosdem Imperatorem et patriarcham ex altera anno dni. MCCXXXIII ; ine. Anno dni 1233 mense lan. Noafratres
(4) Annales
(cart. in
588
Hugo
et
164
BIBLIOTECA
del
45
cilii
Labb
e Coleti
(t.
XIII
i
col.
compendiata
dettero
negli
a che
dotti
ci
un
testo pi
integro e pi corrotto
(ma mutilo
in fine, corno
Navarca servato
Poich
nunzi
e,
il
Supplementum
II p. 995 (2).
Waddingo non fece che compendiare la parte storica dell' itinerario de' quattro senza avvedersene, tramand agli altri storici l'errore geografico d'una Nymphaea
convocato
il
noi ci
limiteremo
Il testo
Navareo
principia-:
trigesimo tertio [ossia 1234] (3), mense jafrater Hugo et fr. Petrus : de Ordi)ie Fratrum Minorum fr. Aymo et fr. lndulphus Nuntii Domini Papae missi ad imperatorem et patriarcham graecorum intravimus sub coena, dominica prima post octavam Epiphaniae [8 ian. 1234], bora quasi vespertina: sed antequam civitatem [Nicaenam] intraremus, plures nuncii imperatoris ab ipso transmissi nobis frequenter occurrernnt, ex parte dicti imperatoris nos salutantes, et laetitiam cordis eius de adventu nostro nobis notifi-
Anno domini
millesimo
ducentesimo
Pratrum Praedicatorum
cantes: sed et nuocii ipsius patriarchae plures nobis honorifice occurrerunt: et tandem ipsi canonici ecclesiae majoris nobis longe a civitate occurrentes cum gaudio suscperunt, et unanimiter omnes cum honore et reverentia in civitatem introduxerunt. Et cum pete-
duxcrunt nos ad aliam ecclcsiam, sanctos Patres, qui eidem concilio intcrfuorunt, in parietibus depictos. Deinde post multum civitatis circuitum ad hospitium, quod dominus imperator nobis honorifice praeparari fecerat, comitantibus clericis et nmltitudine populosa, deduxerunt. In quo hospitio quasi homines fatigati solita necessitatibus corporalibus praeparata invenimus. Secunda autem feria \9 ian^ proxima sequenti, vocavit nos dominus patriarcha, qui comparentes coram ipso et clero suo congregato, primum ipsum patriarcham ex parte don)ini Papae salutavimus, deinde ex parte nostra. Ennmeratis postmodum more nostro causis, et pr honoribus et beneficiis nobis ab ipso collatis gratiarum actionibus exhibitis, literus domini Papae eidem porreximus; qui receptis literis bullam osculatus est, et respiciens in clerum suum adjecit: ITirpos IlauXo?. Consequenter talem nobis fecit quaestionem: utrum essemus legati domini Papae, et honorem legatis debitum vellemus recipere? ad quam respondimus protestantes nos simplices nuncios esse, et honorem legatorum nolle recipere. Considerantes autem tantam cleri multitudinem, volentes vitare eorum astutias consuetas et fallacias, iterum cum protestatione diximus nos non ud concilium, sed ad ipsum patriarcham esse destinatos. Nobis autem renuentibus oblatum honorem, magnam reverentiam et honorem etiam minimo nuncio domni Papae exhibendum esse protestatus est. Dum autem plurima verba ex utraque parto proforrentur, in medio tandem valedicto ei, ad supradictum hospitinm nostrum honorifice a clero suo snmus reducti. Tortia autem feria \10 ian^ bora competenti et congrua, nuncios imperiales recepimus, ut coram dicto imperatore cmpareremus. Kobis igitur coram eo comparentibas, ut decebat, eum salutavimus, et exhibitis gratiarum actionibus pr beneficiis et honoribus nobis collatis, amicabiliter fnimus recepii et invento ibidem patriarcha cum clero suo, exposumus cansam adventus nostri et negotinm, addentes patriarcham literas recepisse ista plenius continentcs. Deinde proposita est quaestio de potestate nostra . [Baie le spiegazioni, i numi chiesero poi un oratorio per tenervi le funzioni durante la loro per-
orationis,
primum celebratum
ii)
t.
I p. 911-27.
famosa legazione con la relativa storia, vedasi in Rohrbacher Storia univ. della Chiesa lib. 73, e in Civezza Storia delle Missioni francete, t. I e. 6,
(2)
Lunghi
estratti di questa
e in
altri.
Echard osserva <8tylo novo 1234, come in realt risulta dalla cronologia mentutta la relazione; inoltre, le lettere papali, che i nunzi dovevano presentare al patriarca greco, portano la data del 17 maggio 1233.
(3) L'
sile di
SECOLO
XIII.
165
mancnza in Nicca, cui il patriarca sodisfece]. Et assignavit nobis ccclesiain satis aijtani juxta doinurn nostrani. Mane autem facto [feria quarta, 11 ian.], cnm in dieta ecclesia coleijrarenius divina, convenerunt latini Francigonac, Anglici, et diversao natones, ut divina audircnt mystoria
. .
.
45
Gioved, 12 gen.,
si
diede principio
:
alle
discussioni
copiosam multitudinem Ubrorum nunzi portavano seco i libri greci graccoruni, Per lo meno uno di loro doveva nobiscum de Constantinopoli dciulcramus
.
quam
cono con-
una disputa,
in littcratura graccorum,
B. Gyrilli de
patriarchi
IX
greci,
anathematismo,
durarono
sinodo
tanto,
i
tre altri
Jiunzi preso
.
. .
brata missa
lim.
congedo dall'imperatore e dal patriarca, scxta feria [^0 ian.], celeliccntia, reccssimus a Nicaea et vcnimus Constnntinopolettere del patriarca che li richiamava in Bitinia: ricevono Costantinopoli
et
assumpta
Circa medium vero martii, misit nobis patriarcha nuncium cum literis suis ngans, ut accederemus ad Lescharam quamdam Vatacii ibi enim promisit coadunare praelatos et patricios, et convocare concilium. Et quasi in memoria convontionis factai; intcr nos n:
in literis suis, quod illuc eramus venturi. Nos itaque admirantes mandato, rescripsimus quod super hoc admirati sumus quamplurimum, cum in hoc tempore suum expectavimus rosponsum, et modo dicit se post vocaturum praelatos ad concilium, et nos rogct ad suum concilium venire. Veruntamen ne labor noster fiat infructuosus, et quia charitas Dei compellit nos, usquo ad exitum martii iterum exi)ectabimus. Ipsum igitur quantum potuimus rogavimus, ut quam citius posset, faccrct quao factu-
esse
omnimodo supposuit
do
tali
martii rescripsit nobis dicons quod literas receperat, scd prae dolore cordis quia cor ejus tenor earum tristitia repleverat. Et quia Nicacae poterat nobis respondcre: quia propositio pacis, rcformatio, et fidci noad omncs universalitcr special, scd nunc crcdcbam cum illis unaquc vobiscum ista omnia tractare. Quod si ita recesseritis, vidcbitur nobis quod non venistis pr pace, sed ut tentaretis nos. Scripsit etiam Fratribus nostris (1) scilicct Frati Bcnedicto Ministro Romano [cio Eomaniae ossia Graeciac], et Fratri Jacobo de Russano (2), qui tnnc aderant Constantinopoli, ut nobis omnino suggererent, quod intendebat, promittens quod si veniremus ad concilium, cum magna laetitia rediremus ad Curiam. Insupcr et ab imperatore literas accepimus, qui petiit, ut modis omnibus accederemus ad eum apud Lescharam, quia navem paravorat pr nobis, et omnia necessaria ad transitum nostrum et nunciornm snorum, qnos destinaturus erat ad praesentiam Domini Papae. Praeterea terra Constantinopolis
poterat,
rus erat. In exitu vix cas audire sol US erat, nil strae discussio
omni praesidio. Dominus Joannrs (3) imperator pauper erat. Milite omnos recesserunt. Naves Venotorum, Pisanorum, Anconitarum, et aliarum nationum paratae fuorunt ad recedendum, et quacdam vero jam recesserant. Consideraiites
ergo terram desolatam timuimus periculum, quia in medio inimicorum terra
illa
sita est.
(1)
Da
il
due Minoriti; e poich la medesima abbonda di parole e testi in greco estratti dalle opere de' Padri Greci, egli dev'esser stato quegli che fra i quattro religiosi < cui Dominus deaerai gratiam in litteratura graecorum incepit graece Icgere nelle sedute. Chi dei due Minoriti sarebbe costui? Noi incliniamo per Aimone gi celebre dottore
zione
sia
.
.
.
uno
in vari luoghi;
(2)
1221 n.
(3)
Rodolfo suo compagno, lo si conosce appena di nome. Di ambedue questi Minoriti vedi altrove in questa nostra Biblioteca, sotto 36, e 1233 n. 44. Giovanni di Brienne in que' tempi in Costantinopoli.
gli
anni
166
BIBLIOTECA
rex
45 Arsamis{)
circnnidat
et Meridie: Suanucl (2) et ideo proposuinius tractare do treughis inter imperatorein Constantinopolitanmn et Vatacium usque ad annnm. His cansis compulsi, redire ad tcrrauj Vatacii fuit omnibus voluntas. Verumtamen ne talia nostra tantum attentare vido-
eam ub Occidente:
Sanctao Sophiae, praolatos terrae, noe non ot ipsum imporatorcm super hoc consnluimus negotio, qui omnos unanimiter id nobis consuluerunt. Igitur tertia Dominica in quadragesima, scilicet ultima Dominica marti [26 mar.] arripuirins iter versus Loschara, et post transitum maris, vcninius feria secunda [^27 mar.] in locum Chalongorum super maro situm (3) a quo loco duo paria literarum per diversos nuncios Nlcaeam ad patrarcham destinavimus, rogantcs ut acceleraret ad locum supradictum,
reniur volujitate, cjipitulum
:
literis suis
nunciam cum literis nostris ad imperatorcm, signiticantes ei advcntum nostrum. Itaqne Dominica Laetare JerusaUm [2 apr.] fuimus apud Litpadium (4) et reccdcntos ijido feria secunda [3 apr.] venimus Aia-^Epav (5) et quia locus ilio fuit assignatus nobis tam ab imperatore quara a patriarcha, fecimus ibidem nioram. Sed cum aununciatum fuerat imperatori do adventu nostro, fostinantcr misit ad nos nuntium suum, qui venit ad nos quinta feria [6 apr.] ad vesperam, deforens nobis litcras impcratoris
;
doprocatorias, ut
apud
Nympham
(6)
veniremus quia
ibi
(1) Il testo Vaticano, compendiato dal Waddingo ha Asano. Questi e Giovanni Asan II, principe de' Bulgari e aleato del Vatacio: ambi assediando Costantinopoli nel 1235 (ci che gi previdero i nostri Nunzi) furono due volte sconftti dal Brieune. Asan mori nel giugno
del 1243.
Cfr.
VArt de
(2) Correggi
Emanuel, come ha
:
Di lui a lungo gli storici greci Pachymcro, Niccta, ecc. Waddingo. Emanuele era figlio deli'imp. Giov. Vatacio.
Caloyorum. Non ci fu possibile precisare questa localit sita, (3) Testo Waddinghiano come pare, a oriente di Cizico o di Panormo, sulla riva meridionale della Propontidu o mar di Mannara; d'onde poi continuando la via verso il Sud s'incamminarono per Lopadiiim situata a occidente del vicino lago detto Abullonia.
(4) 11 testo del
Meglio Iiopadium, antica piazza forte, spesso ricordata dagli storici greci: Niceta Choniate
(Miglio P. G.
t.
Efrem cronografo
574, 637, 986; e
139, col. 358-50, 642, 987), Giorgio Acropolita {ibib. t. 140, col, 995, 1026), {iOid. t. 143, col. 1.56, 196, 270 e 279), Pachyraero {ibid. t. 143, col. 370,
t.
Quest'antica citt chiamata dai turchi Tjubat, Ulubat o Ulabat, oggi una meschina borgata del vilajet di Brusa in Bitinia, situata presso la estremit occidentale del lago detto Abullonia (Apollonia) e sui limiti occid. dell' antica Bitinia, bagnati dai
144, col 117) e
da
due fiumi Ehindacus e Macestus. Lopadion, dicono i geografi moderni, sorgeva sopra una collina ai cui piedi scorreva il Rhindacus. Le sue mura, che pii't non esistono, erano difese da torri rotonde, pentagono ed ulcune triangolari. Giovanni Coinncno vi aveva costruito un castello che pi non esiste. Fu occupata a vicenda dai greci e latini, e sotto l'imp. Andronico I fu saccheggiata dai turchi. Quivi presso, pi tardi, Amurat riport una grande vittoria sopra
il
* ut acccdcrcmus ad Lescharam quamdam Vatacii localit che (5) Pi sopra detto non troviamo ricordata da altri; verosimilmente la voce Aiuyjpa avr orgine da \i(T^/r^ luogo di convegno o di passatempo e quindi cosi forse fi denominata qualche villa dell' imperatore situata a una dieta dalla ricordata Lojyadium, e non lungi dal lago di Abullonia,
zantini
(6) Nella presente relazione detta costantemente Nynqha, localit che gli storici bidenominano Nuji^oiov o Nujicpatov Nymphaeum: nome che spesso troviamo dato a
vari luoghi dell' inipero greco e romano. Per quel che ci riguarda, notiamo che il Waddii^o {Annal. an. 1233 n. 12, t. II p. 327) e tutti gli altri annalisti della Chiesa dissero questa localit situata nella Bitinia e sulle rive del Ponte Eussino o Marner: Nymphneae ad Fon-
il
La
t.
VII
SECOLO xni.
certos ramoros de patriarcha Tel aliis praolats andireramns, respondimns
ei
167
quod super hoc rospondere non poteramus, priosquam nuntium patriarchao reciperomns. Sabbato seqnenti [8 apr.] vonit pater (1) cum literis ipsins, in quibns nobis significavit suum adventam, et sapplicavit ut praecederemus eum apad Nympham, et ipse expediret se et statim sequeretur nos. Profecti igitur a Aa/^epa Dominica in passiono [9 apr.'], quarta feria [i<2 apr.]
46
Nympham: ibi reperto imperatore, expectavimus adventum patriarchao, qui quinta [13 apr.] intravit Nympham circa horam yespertinam. Sexta feria [14 apr.], post prandium accessimus ad eum, rogantes quod quam cito possot expediret negotium nostrum . Secunda feria post Dorainicam palmarum [17 apr.] expectavimus ut mitteretur pr nobis ...
veniinns
feria
.
Lo
continuarono infruttuose e con poca urbanit vicendevole sino al gioved [4 mait] della se-
Il
guente settimana di Pasqua, separandosi a vicenda col saluto reciproco di vos estis liacrctici! venerd 5 mag. si congedarono dall' imperatore assai disgustato, e il giorno dopo presero Factum est autcm ut licentia accopta ab ipso imperatore, mano la via del ritorno.
Nympha,
nostras vcnimus
Dominica [7 maii] usque ad villam quae dicitur Calamus (2) . Cost ebbero a subire brutali vessazioni da parte d'un messo imperialo clie reclamava uno scritto dato loro dal
Patriarca, tanto da esser costretti di riprender la via pcdes e soli.
p. 185) ndica
varie Nymphaeae, e una situata in Bitinia sul Ponte Eassino, citando un vago testo di Ariano che la dice distante da Tyndaridc 15 stadii; ma e TTndaridc, chi la vuole in Bitinia e chi nella Colchide; si che la Nympliaca di Ariano non sappiamo dove trovarla. Non v' per dubbio che varie Nymphaeae eran bagnate dall'immenso Ponte Eussino, ma non troviamo precisa una localit di questo nome sulla spiaggia della Bitinia, meno poi negli storici pi recenti del basso impero. Ma in ogni caso, dobbiamo cercare la Nymphaea toccata dai nostri nunzi non in Bitinia, ma assai pi a mezzogiorno di essa, nella provincia cio di Lidia, tra Smime e Kassala, l ove oggi ancora sorge un villaggio dai greci detto
Nytnphi e dai turchi Nif. Quivi infatti, o li presso, gli storici bizantini ci mostrano una suntuosa reggia o villa regale de' Paleoioghi, ove eran soliti passar l' inverno in paut^Etou? 8[iou; To; Iv Nu{X(pauo, e ove anche sappiamo che il Vatacio mori. I fatti narratici come occorsi
a Nymphaea dai contemporanei Giorgio Acropolita (Migne P. G. t. 140, col. 1026, 1078, 1093, 1102, 1118-22, 1206), dal cronografo Efrem {ibid. t. 143, col. 288, 316,326, 327, 331), dal Pachymero (ibid. t. 143, col. 542, 563, 588, 934; e t. 144, col. 170, 17G, 197, 24349, 360-61, 370, 671), non possone attribuirsi che alla Nymphaea di Lidia, ricordata anche da
{ibid. t. 148, col. 177, 346). Del resto, il seguito dell' itinerario de' nunzi, loro ritorno per Calamo, e le molte giornate impiegate per arrivare a Nymphaea, e similmente per ritornare a Costantinopoli, provano a sufficienza non poterla indicare in Bi-
Niceforo Gregor
il
gran parte della quale era allora in potere ancora del Brienne imperante a C.poli. Un qualche monaco o prete greco. (2) Calamus borgo o villa non mentovata dai geografi, la troviamo ricordata appena da Giorgio Acropolita (Migne P. G. t. 140, col. 1026, 1215) e poi dal cronografo Efrcm (ibid. t. 143, col 287) che copi l' Acropolita. Dall'uno e dall'altro veniamo a comprendere che Calamo era nella provincia o territorio detto di Neoncaatron, entro i limiti della Lidia, e situata verosimilmente sui confini settentrionali della Lidia, poco lungi e a oriente di
tinia,
(1)
Pergamo. Calamo
v'impiegarono (Migne P. G. 1.
i
infatti era lungi da Nymphaea men di due giorni d cammino, quanto nunzi. Per la topografia di Neocastron, oltre i citati, cfr. Nceta Choniate Troviamo ancho 139, col. 492-94) e Pachymero (ibtd. t. 144, col. 231, 243).
del Bosforo (Gronovii Thesaur. gra^c. antiquit. VI. 3142). I nostri nunzi dunque, tennero la medesima via nel ri tomo, percorrendo la Lidfa e la Misia fino al mare d Czico, nella Pro-
pontide (da loro detto mare Constantinopolis), d'onde poi ritornarono a C.poli, e da
li
in Italia.
168
La
via da
dietas.
BIBLIOTECA
Calamo erat deserta De Dei antem gratia
et invia, et distabat
confisi,
a mari Constantiuopolis fere processimus viam nostram imperterriti..., )icc dcstitimiis ab incepto itinere. Transivimus ergo vel sex vel septem milliaria, sed mox subsccutus est dictus miles imperatoris. Et cum venisset ad nos, descendens de equo, huiiiiliavit se ante pedes nostros deprecans et exorans, ut ad casale, de quo veneramns, reverteremur, et sententiam latam faceret revocari, et quaecumque essent dieta vel facta contra nos, faceret emendari. Ex omni ergo nostrum voluntate, divertimus ad quoddam casale ibi propinquum, et remisimns Fratres pr libris; qui cura venissent ad casale, ubi
per sex
fuerant, accessit Chartophylax, et perscrutatus est onincs libros, et omjies sarcinas nostras, nec non et ipsos Fratres apprehendit, et seorsum duxit eos in cameram, et chordis laxatis tandem invcnit chartam, et accipiens eam dixit: hahco quod quacsivi.
libri diluissi
Interpretationcm tamcn
illius
E
fors'
sembra mutila.
Il
anco preparata la pubblicazione di tutti i documenti riguardanti questo trattative dello due Chiese, per inserirli nella sua Patrologia latina sotto il pontificato di Gregorio IX
effetto,
se-
Cardi-
responsione duplici (2) : Def/nitio apocrisariorum Pontificis, quod Spiritus Sanctus a Patre Filioque proGregorii
cum
IX
(4)
(1) Queste dite lettere di Germano, una al Papa e l'altra ai Cardinali, tramandateci prima dal Paris, furono poi riportate dagli Annalisti Kaynaldo (an. 1232 n. 46), Waddingo (an. cit. n. 34), Labb-Coleti {Cond, t. XIII. 1119) e da altri. L'Harduino (t. VII p. 1961)
fu il primo che ci diede anche il testo greco della prima, di quella cio diretta al Papa, che principia 'ti Kupie, oSoov o;^, ripubblicata poi dal Coleti nella citata edizione dei Con'.ilii del Labb. La versione latina che fin qui si usata di questa lettera al Papa, abbiamo
tramandataci dalla cronaca di Matteo Paris. Gi in essa il Waddingo primo vi aveva subodorate maligne interpolazioni e falsificazioni del birbo monaco inglese; e ci non ostante, lui con tutti i snmmentovati storici, preferirono il testo falsato del Paris ad un' altra versione genuina che il Waddingo conobbe ed us da un ms. Vaticano Letto e confrontato il testo g^eco datoci dall' Harduino, siamo rimasti pi che con(t.
pessima traduzione latina tramandataci dal Paris. Eppure, il a fianco del testo greco ebbe l' ingenuit di porci il testo falsato del Paris e ridarcelo Della seconda lettera di Germano, senza riserva alcuna nella collezione de' citati concilii diretta ai Cardinali, esaa pure tramandataci dal Paris, non conosciamo ancora un cod. che ne
vinti e delle falsificazioni e della
Coleti,
!
il testo greco; quindi tutta quella insolenza che in essa pure vi scorgiamo, non pu attribuirsi a Germano che chiedeva la pace, ma alla bile dell' impudente falsario. (2) Sono tutte e due dirette al patriarca Germano; una del 1232 (Wadd. n. 38) e l'abbiamo nel testo latino, e l'altra del 1233, in greco e latino, riportate dallo stesso Wadd. (an. 1233 n. 8). Dal Waddingo passarono poi nella citata raccolta dei Labb-Coleti, t. XIII col. 1127-30.
abbia conservato
(3) Dcfinitio
Apocrisariorum
= ""Opos
(t.
t5v
Wad-
dingo
Harduino
VII
p. 157-62),
Labb-Coleti
(t.
eotto citato Altero (in Xpovixv di Giorgio Frantgi) col titolo di "ExOeats t^? [jioXo-)c'ia? t^; maTEw; toSv Aarivtov etc. (Cfr. Fabricii-Harles Biblioth. graeca t. XI p. 167 n. oo). Un cod. della Bodleiana di Oxford (Codd. Laudiani n. 73 fol. 126 v.) porta il titolo di "Opo? t3v
<^patJ.voupltl)v
Dcfinitio
latina
del
Waddingo
difi'erenzia
(1 p.
Echard mancano le firme degli apocrisarii che si anno nel testo Waddinghiano. (4) La risposta di Germano publicata prima nel testo latino dal Waddingo col titolo Epistola seu jirofessio Patriarchae Nicaeni et universae Synodi Nimphae Graecorum, musa
alquanto con
quella
fatta dagli
apocrisarii
e
dell'
SECOLO xra.
3.
169
Itom
in
45
Hacc omnia
an.
.
post
Gregorii IX,
Patrologia Latina
ad
140
col.
601-602, ubi
opcribus Germani II
patriarchac
G.poleos]
pochi cenni
quattro apocrisarii.
Aimone
di
Faversham
1225,
e
ricevuto in
Francia dal
IX
uno
Come Custode
1233
di
Parigi intervenne
del
1230
in
Porziuncola. Noi
sotto
il
generalato di fra
o dotto,
la condotta di Elia, ebbe parte rilevante nel Cap. gen. in cai questi
In questo Capitolo egli fu fatto Provinciale d'Inghilterra, e dopo un anno, per la morte del generalo Alberto di Pisa, dovette ritornare in Italia al Cap. gen. (1 nov. 1240), ove
fu proclamato
fr.
Generale dell'Ordine.
Egli
si
di
punire
il
surricordato
Gregorio
di
Napoli che
lo
colui che
ingiustamente e facilmente
in
zelanti
religiosi.
Caduto
gravemente infermo
IV
tempo dopo rese l'anima al Signore, nel giugno 1244. biografia abbiamo nell'opera del P. Panfilo (2).
Di
lui
una
bella e compendiosa
1234 Crociata. Gregorio IX per nulla soddisfatto dello trattative conchiuse tra Federico II e Melek-El-Kamel, e vedendo approssimarsi il termine della detta tregua e prossima a ricadere nello mani no' Saraceni la Santa Citt, bandi in quest'anno una Crociata che, secondo il solito, fu predicata da' Francescani e Domenicani. Anno Domini 1234 . . Fratres Praedicatores et fratres Minoros, ad hoc ipsum officium a domino papa vocati, suao predicationis exhortationo multos de Francia barones, milites ac plebanos, clericos et laicos cruce signantes, in Terrao Sanctae subsidium transmittere paraverunt (3) Fra i Minoriti predicatori della Crociata si distinse (1235) con veri prodigi fr. Roggero de Lewes inglese, lodato dal suo contemporaneo Matteo Paris (4).
ad Ss. D. Gregorium IX (An. 1233 n. 23, t. II p. 340-50), fu poi ritrovata nel tosto greco da Frane. Carlo Altero e pubblicata in calce al suo Xpovtxv del greco Giorgio Frantgi (Vienna 1796 p. 139 s.): Tou yiioTiiTou rp[xavou Oarptp^ou K.Xewc, xat t^ av aro) tepa;
ouvoou
TcvTrjaii;
izfoc,
rriv
TotauTrjV fioXoYtav
xnopEuaE'ji)?
7:p?
to;
ut:'
xeivoi
ataXivra^
TOu y^o" nve4(i.aT0? (Fabricii-Harles Biblioth. t. XI Non prendiamo nota, perch addirittura son meschini 1 dubbi che l'Oudin propone p, 168). suir autenticit delle prime lettere che Germano II inviava nel 1232 per mezzo dei 5 frati
4>pE(j.voupiou? xai XoiTto?
TTEp'i TiTfi
Minori a Gregorio
(1)
Script, t. III col. 60). Vedi p. 162 n. 1, e p. 168 n. 1. Nimfea il Migne non poteva intender altro che la relazione latina degli apocrisarii quale la abbiamo pubblicata dall' Echard, seppure non abbia egli ritrovato simili atti redatti in greco dalla parte avversaria, dei quali per non conosciamo
IX (Oudin Comment.
Per
traccia.
(2)
il
Storta compend. di S. Frane. 1. 1 p. 579-85. Cfr. Eccleston (Anal. frane, t. I p. 228 s.) Chron. 24 Gen. (ib, t. Ili p. 246-55). Il Panfilo pone la morte di Aimone nella seconda
met
lo
del 124 iJ, congetturandola dalla visita fattagli dal Papa; dicon morto nel 1244.
(3) Bellovacens.
ma comunemente
t.
cronisti
hist.
XXIV
p. 161.
t.
Lo
stesso
21
e.
II p. 376.
Wadding 1235
n. 29-31.
Civczza Storia
t.
p. 193.
170
BIBLIOTECA
C.
alii
45
1235
Venernnt
in Angliani
pluros
fratros probissimi de Anglia oriundi, qni Parisias quos adhnc existens in habitu saecnlari ipso vidi . . .
tius csset et cantor
intraverant
[Ordincm Min.].
Vonit quoque frater Henricus de Bruforde [al. Burforde], qui cum adhuc novifratrum Parisius, centra tentationes, quas sustinuit, versus istos composuit:
in moditatione
Qui Minor
es noli ridere,
libi
quia soli
eie...
Hic postea pr magna hohestate sua qnatuor Ministrorum Genoralinm et quatuor Provincialium in Anglia socios specialis esse meruit. Hic etiam diu Patriarchae Antiocheno in legatione sua in Lombardia primo interpres et praedicator extitit, et post domini papae Gregorii IX poonitentiarius, custos quoque Yenetiarum, et custodis Londoniae quoque vicarius (1) .
di Barberia. Papa Gregorio IX in una sua lettera diretta maggio del 1235, gli raccomanda il suo messo dilectum filium Fratrem Joannem Ministrum Ordinis Minorum de Barbaria (2) Il D' Avezac congettura che questo frate Giovanni sia il famoso Pian Carpino che gi aveva avuto relazioni cogli arabi di Spagna ove nel 1230 venne fatto Provinciale, dopo il governo della Provincia Teutonica, e nel 1241 era ritornato in Germania alla direzione della La provincia Minoritica di Barberia qui la prima Provincia di Colonia (3). volta ricordata, n si ha pi memoria di essa (4).
al re di Tunisi, nel
: .
1235
Prov.
C.
1236
Fr. Bartolomeo
Romae
46
litae
Extat
Metropo-
Corcyrensis DisputaUones duae cum Fratribus Minoribus (quorum unus dicobatur Bartholomaeus) de Purgatorio, et pane fermentato habitae Constantinopoli indict. IX,
die
XIII
(t.
iunii Parasceve,
(in
giis) et
eum
secutus Gul. Cavus (ad an. 1136), sed anno 1236, vX recte
an. 1236 col. 110); cum anno 1136 nondum Ordo Minorum incepisset, nec eornm Institutor natus essct; nec co anno indictio IX, sed excurreret, diesque 13 iunii non Parasceve (seu Veneris), sed
dinus
col.
t.
ad
XIV
Sabbati dies esset (5) . Cosi lo Sbaralea che, senza badare ad altro,
kf
si
un pi grave
abbaglio.
il
quale
Trat-
tandosi di una pagina di storia francescana in Oriente, accennata soltanto da questi due,
autorevoli scrittori, noi
ci
ma
di schiarirne la fonte,
La
fonte
Tabbiamo
fra
ma
tutte le sue
Frate Enrico fu compagno al (1) Thom. de Eceleston (Anal. frane, t. I p. 230-31). patriarca Antiocheno Alberto (f 1246) in Lombardia entro gli anni 1234-88, quando questi si trovava col legato pontificio, come notammo altrove sub an. 1230 in nota 2, a p. 159.
(2)
Wadding Annal.
t.
II p. 408.
t.
ct.
(3) Becueil de
Voyages
IV
p. 476-78.
r. Elia, (4) Questa Provincia, fu senza dubbio una di quelle effimere create dal Generale Cfr. il nostro Regesto sopra a p. 102. e soppresse nel 1239. nota. (5) Supplem. ad Scriptorea p. 329; cfr. anche il suo Buttar, t. I p. 234 in
SECOLO xm.
la pi rara a rinvcniro, seguiremo
l' esempio dell' Oudin Diatriba de Gcorgiis\l). L'AUatio dunque riporta:
171
dalla
stesso, riproducendola
sua
46
Georgius (2)
CoRCYEENSis
metropolita,
sub
Priderico
et
Manuele Comneiio
im-
peratoribus
post etiam,
Romam
ab imperatore ad
conciliuni,
dum
ille
iiifirmitate Brundusii,
et dicacitate, et pertinacia, et
propugnando schsmati,
et
longo post natos homines improbissimus convenit. Ex Brundusio scripsit patriarcliao Antiocheno Simeoni: Baronius tom. 12 anno 1178. Hinc Georgius ab imperatore revocatur; primum, ut suae provideret ecclesiae, postmodum, ut synodo Constantinopolitanac a patriar-
cha indictao interesset. Scripsit plures epistolas ad diversos.... Lcgi ipso eiusdom nonnulla advorsus Latinos opuscula, inter ea praecipua dunt:
1 - 'Ap5(^Ti 7ar,[ji6iwaEa)V Tcp?
Or)[jLev
tKep
i\^tiT:T\-
xataxeifisvoi aaOevw? v
tt]
Ka(jo6Xwv Ttapi
o" Tiv?
evoti
su-
Tt
xaOapTi^ptov, v
ji^^rtco
ot
reXs'jTwvTEs
quendam ignem
iu quem,
v ^aYopeuaei,
pOiaavTE? ajtoxXauda-
aOat
ti
otxeia
7:p
:tXri[i.|X^(i.aTa
ri;?
Jiafoviat,
xpioeoc,
xat
dura confessi moriuntur, nec propria crimina deplorarunt, asportantur, et purgantur auto
finale
xaOaipovTot
reXeuTaia?
riXo?
nera ante
Taia?
xpioEio?* a{jLa
jcpotaTuvTEc
au[i[xa^ov
tou
TOtouTOu X^ou, xai tv v 0^1015 rpr,ypiov xv AiXo^ov xai 7) {J.EV TCEvJai; tou Aarivou, xaXeito
Zi
Gregorium cognomento Dialoguin. Interrogatio porro Latini, cui nomen erat lartholomaeus, haec fuit: Cupio avobis Graecis per-
ouTO?
BapOoXojiOio?,
toie
ti
rjV
Xttv {laOsTv a<p' [i5v xtSv rpatxtSv... 2 - Tou axou* oEXEpov auvxayiJia 7Cp\ 6Etas
diseere, etc.
Eiusdem
xoivwvias, Iv
o>
xai
r)
icSei^is j^Xis ex
xwv
Osiojv
Ypa^Gv, oxi fv^ujjLOs apxo; xij xxXr,aia uapEBOifi xa\ itl)(^pi jtap xJv inodxXuv Tcpoa^pEaOou o?
To3
ifioo FpTjyopiou
xovf
et communionc, in qua est ex ipsis sacris scripturis sincera dcmonstratio, panem fcrmuntatum ccclesiae traditum fuisse ab apostolis ad
AiaXfou
Zi
Ttf 'P([j.7i?
xriv
Tiepi
oblationem,
quemadmodum ad tempora
in
sancti
ec-
jcpocTEcpIpEXO
xxXr,a'ia* i^lv^ii
xai
romana
xai
7:i3s
avxEtjcEiv
ox 7i6ouXr,0rjoav
ol
Aaxivot,
XX xa\ [AaXXov
Ev^ufiov*
quomodo
illi
xai
oxi
pancm fermentatum
lau-
xou apxou, ov Xpioxs eocoxe xoi? jiaOrixai? v xw Seitivo), v x xou (leyaXou naXaxtou axEuopuXaxEio),
Tvaaa
:
Ttpspoat?
ipOTj
ex
jiiaou.
daruut; et quum illius panis, quem Christus in coena discipulis tradidt, particula in
palatii Scevophylacio inventa esset, oinnis contradicendi causa de medio sublata
magni
sit,
Principium
xai
X7( (Bta;
Kotvwvixv
jj-ev
^iov avOpwnoi;,
etc.
Leonis Allatii: Georgii Acropolitae Htstoria... aique Diatriba de Georgiis et eorum Lo stesso articolo riprodotto dall'Allatio nell'altra sua opera la Diatriba, ma pubblicata 3 anni prima): De eccUsiae. Occidentals aUpw (compilata dopo Orientalis perpetua consensione (Colon. Agrip. 1648) lib. 2 cap. 12 col. G62-64, ove dh un'al(1)
tra data al cod. greco, come vedremo. (2) Dal Fabricio soprannominato Cvpharas. p. 311, e t. XII p. 38 in nota.
Cfr.
Harles
t.
IX
172
Liber erat
ribas plonos,
fino libri
in bibliotliccii
BIBLIOTECA
Barberina satis
Neriteiio
aiitiqniis, lacerus,
male
coiniMigiiiatns, et erro-
cxsoriptus
a Ioanne
anno Donn'ni
1036,
ut ex male conllatis in
carminibus
olicitur,
T)
qnae sunt:
Tibi Ciiriste gratiac, qui dedisti Icgein ingrato Ioanni servo tuo, quein sanuin conserva et ab omui unimiperda libera tua facultate.
'Itovvou
-^apiaavTi v\i.Qy ITps oj^^ipiaTov 'IwavvTjv ov Xrpiv, 'l'yetav ov olazxz, xa\ Tiior,? [lXi6rjC
^Fuyo^Opoj puaaio
'l'^Ypi^r,
rf]
a^
i
T^"
BjvajiEt.
-/Eip;
j:apv
{JiSXiov v
Scriptus est lue liber marni Ioannis Neriteni, mi;iisis lunii die
ty
r)rjLpa
;:apa-
deeimo
tertio, l'ara-
oxeu^, opa
0',
Itei
si
Ab
bis
detrahas annos mandi 5508, qui remanent erunt 1086, Christo nato.
Cos l'AUatio
ntUa
citata Diatriba.
Ma
De
ccclc-
siae Occid. ctc., accortosi di aver riprodotta erroneamente la data del codice, la
cosi:
emenda
^^
Liber erat
male
VIMDCXLIV (1)
Christi;
Ab
bis
si
d- tralias
aiuios
VMDVIII,
annos, ut
MCXXXVI
quatuor antcquam
Manuel
imperaret
vivente adirne Goorgio exscriptus esse (codex) non immerito dici possit(2).
il
lo
corregge in parte,
e
ma
in
modo
assai superficiale
e quel clie
muove a nausea,
burbanzoso, quando lo diceche iwprudentir... et ubsurdc, f'allHury>. L'errore dell'AUatio sarebbe duplice; primieramente, perch l nella data del codice, invece
in
di C. 1136) doveva leggere ?(}'H-', cio l'anno Christo 1236, cui veramente corrisponde o l'indizione IX, e il 13 di greco 6744 e giugno cadeva in un venerd; laddove l'anno 1136 aveva l'indiz. XIV e il 13 di giugno cadeva
modo indegno
cyjj.8'
(=6644
di
sabbato. Contro queste ragioni dell' Oudin, nulla possiamo obiettare, percli vere
in-
confondendo
le
L'altro
errore
dell'AUatio
di
non
aver
badato al nome
di tpaToutvoupiwv
\.
Frati
di
un
data (1136): poich, n in quest'anno era arcivescovo di Corf il da lui ma molti anni dopo (e. 1176-88); n i Minoriti potevano ricordato, Giorgio aver una disputa con lui prima che Francesco li avesse istituiti (1209-10). Ragione indiscutibile
anche questa.
Quindi
l'
Oudin, contento
di
prudenza dell'AUatio,
resi: uno,
ma
in
modo poco
meno
critico,
ambo
nome
arcivescovi Corei-
entro gli
da esso contraddistiiito
soprannome
1230;
o questi
del (1) Qui nel testo di llatio spari la lettera C, ma evidentemente fu un' omissione darci l'anno tipografo; che dalla cifra greca e da quel che segue, chiaro che l'AUatio intese greco 6644 che corrisponde all'an. di Cristo 1136.
(2)
(3)
blioth.
Op. cit. De ecclesiae Occid. etc. col. 664. Vedi in Baronio Annales ad an. 1176-88.
Vedi anche
il
citato Harles
nella Bi-
Giorgraeca del Fabricio t. XII p. 38-40, ove riportato tutto l'art. dell'AUatio su nelle date, e si apl'Harles non sa le contraddizioni di e ove Corfii ; spiegarsi metrop. gio pella alla distinzione di due Giorgii fatta dall' Oudin.
SECOLO
tato nel
XIII.
173
1236
coi
FF. Minori,
senza che
appaghino. quanto pii assurda sia la critica dell' Oudin che non l'abbaglio dell' Allatio, basti prender nota che: sebbene, per le due suddette ragioni della data e de' Minori mentovati nel cod. greco, non possano veramente convenire al Giorgio seniore le indicate ope-
Ma
cui,
se
meno poi le si possano attribuire (come crede 1' Oudin) potremmo concedere una disputa con de' Minori perch a
le altre circostanze
al
lui
che
troviamo indicato
non pose mente l'Oudin: come p. es. la venuta di Giorgio in Italia, la sua lunga infermit nel monastero Casulano, le sue relazioni con Nettario (f 1181) abbate di quel monastero ecc.: circostanze tutte che competono non ad altri che al Giorgio seniore che infatti venne in Italia nell'ott. del
particolarit
1178
(1).
non potevano affatto convenire al suo Giorgio iuniore; non bad che la data del codice in questione non era la data propriamente dell'opera, ma la data della copia fatta dal Neriteno: e quindi, n per questa sola ragione, n perch ivi trov ricordati i Minoriti,
e attribuire
L'Oudin
inoltre
non bad che nella prima operetta de Purgatorio igne si trattava di una disputa che si dice avvenuta in monasterio Casulorum; e il monasteri greco di Casale sappiamo esser
in Calabria
(2), e
inteso l'Oudin, e
come
f'
credere
allo Sbaralea,
si
ambedue
ci
parlano di ambo
de
le
pane
fermentato. In ultimo, l'Oudin, che con tanta burbanza volle correggere l' Allatio, non bad che egli pure, in ogni caso e ciecamente, veniva ad attribuire le due suddette operette o
Giorgio iuniore, quando invece esse non appartengono a nessuno de' due sono opera d'un altro greco, calabrese, cio di Nicol d'Otranto (Nicolai Hydruntini) che fior sotto il pontificato d'Innocenzo III (1198-1216), e che sappiamo aver preso parte a varie discussioni teologiche in vari luoghi della Grecia, e in una, tenuta a
dispute al suo
Giorgii,
ma
C.poli, fu
d'Innocenzo III
(e.
1212).
dantemente degli
l'AUatio (3)
;
il
quale
ci
avverte inoltre
incuria
ad
f'el-
Le opere
lo stesso Allatio,
s
modum
in-
l'AUatio,
che
poche pagine
(1) Cfr.
(2)
e
Baronie, e
il
Abbatta ditssima
S. Nicolai
Sevestre Dictionnaire de Patrologie ed. Migne t. II col. 1001. de Casula Ordinis S. Basilii, clara quondam viris
ab Hydrunto
t.
distat..,
pientiae academa
blioth.
graeca
cit.
t.
IX
col. 54.
Vedi Fabricii-Harles Biblioth. cit. t. XI p. 288-89, 291 e 704. -- Bandini Catcdogus Codd. LaurenUanae graecorum t. I. p. 60. Oudin Comment. de Scriptoribus ad an. 1210, t. Ili col. 13-15: ove non fa che De eccleaieu Occid. atque Orient. perpetua l'AUatio copiare consensione lib. 2 e. 13 . 4 col. 703-5.
(3)
(4)
AUatias op,
cit.
lib.
e.
13 col. 706.
174
BIBLIOTECA
cif.
46
prima (pp.
avvedersene
din non
si
col.
arciv.
di
^ttov
emenda,
e la attribuisce al
accorto di questi
emenda
dcll'Allatio
suo vero autore, a Nicol Hydruntino (1). L'Ouche se si fosse accorto ne lo avrebbe
;
il
burbero
cri-
cit. t.
pagine dopo (ib. col. 110) al suo preteso Giorgio iuniore (2)1 Resta dunque chiaro, che l'operetta Kotvfovixv, o il secundus
d'altri
che
latino
Hjdrnntino, e che egli non ebbe che fare col legato card. Benedetto recatosi a C.poli verso
dell'
coi
il
Minoriti, se
clero
1212.
clie
Abbiamo
il
tratta de purgatorio, e che nel cod. Barberino principia 'Apyji Tn^rjjittaEw? ; il quale dialogo, dall'Allatio o da quelli che lo copiarono, fu invece attribuito a Giorgio arciv. Corcirese.
dir vero,
il
nostro criterio
si
forma mezzo
di dialogo,
modo
preferito dall'
basa semplicemente 1' perch il trattatello ha la Hydruntino; 2 perch lo troviamo nei codd. fra
l'
Allatio, molte
sue operette furono dagli amanuensi attribuite a Giorgio Corcirese. L'altro cod. greco della Laurcnziana (PI. V cod. 36) che quasi tutto, fuorch lo 3 ultimo carte, contiene varie
6v.-7v. un assai breve dialoghotto col Kspxupas Ttcpi zup? xaOapT7)piou opus Georgii mctropoUtac Corcyrac de igne purgatorio; dialoghetto che il Bandini (t. Ili p. 60 n. Ili) appena accenna, e dubita so attribuirlo a Giorgio o all'Hydruntino perch lo trova fra
operette deirHydruntino, acclude pure tra
i
fogli
mezzo
dell'
xaTaxEijuvoi
ol TeXeuTSvTEs etc...
Kt
TI? :^v
}j1v
izewjii TotJ
tCv TpouxiSv,
jcou
tavoTirtoc, xa\
righe di tosto,
dubbio
e secondo
Bandini
sarebbe copia del scc. XIII; ma potrebbe ben esser anche del secolo seguente. Del resto, non n^hiamo che Giorgio il seniore abbia scrtto nn qualche trattato de purgatorio, e fors'anco questo di cui parliamo; ma da tutte le ragioni su esposto non
lui,
n ad un Giorgio iuniore escogitato dall' Oudin su futili vero che, non avendo attualmente sotto
di
sino a roiSe
n?
^v, si
debbono all'amanuense
zeppo
d errori
come attesta
l'Allato; o all'amanuense
pure
attri-
giunta del
nome di Bartolomeo che pu ossero vera, per lo meno la nome Frati Minori che ivi arbitraria; giunta che poi pass anche nel cod.
brani datici dairAllatio col
(1) Cbe quest'opera sia dcII'Hydnmtno basti confrontare Cod. descrittoci dal Bandini op. ciL p. 61-62.
(2) L' Ondin f' cadere nella stessa contraddizione
il
Fabrcio e
l'
Harles ;
cfr.
BibUoUi.
cit
t.
Xn
p. 40, e
t.
XI
p. 288 e 704.
SECOLO xra.
175
Lanrenziano, come quegli che necessariamente dipende dal Barberino. Un Bartolomeo frate Minore che abbia disputato con Giorgio seniore un anacronismo e con Giorgio iuniore, una
:
46
Un
d
Bartolomeo Minorit
il
quale entro
di
fuori di fr.
Bartolomeo vesc.
coli' Hydruntino ? ma quando, e dove ?... XIII abbia disputato coi Greci non conosciamo, Grosseto o di fr. Bartolomeo da Siena, Ministro provinciale
Ma
disput egli
il
sec.
Terra Santa, ambo legati papali inviati con altri a Costantinopoli nel 1278, come vedremo. Sappiamo invece che l'Hydruntino disput a C.poli col card. Benedetto verso il 1212, quando test appena fondati, non avevano ancora principiato a solcare i mari. i FF. Minori,
Abbiamo
tradditorie supposizioni;
ma non
pur
di
perci
abbiamo negata la
possibilit dell'esistenza di
un
qualche
altro Giorgio,
infatti
arciv. di Corf,
met del
sec.
XIII.
Troviamo
un Giorgio
arcv. di
Germano
II,
a Nicca (122240 f). Il Bardane, ignoto all'Oudin come all'Allatio, al Fabrico, all'Harles e ad altri, ricordato, per quanto sappiamo, dal solo Le Quien; il quale, per l'opposto, ignora affatto e non fa parola di ambo i Giorgii mentovati dall'Oudin. E questo Giorgio
Bardane, a testimonianza del Le Quien, avrebbe avuto che fare con dei FF. Minori, poich Bardane li ricorda in una sua lettera o controrisposta, diretta al mentovato patriarca Germano.
il
il
1166,
Le Quien
Georgim.
In
il
Bardane:
C.politannm, eo nomine
metropoltae
Corcyrensis
ad Grermanum Patriarcham
secundum,
quum
invitassent, quos Georgius 4>paTEiitvou(>o>j dicit (1) . ancora nella Bodleiana di Oxford tra i codd. Barocc. n. 131, e tra
foli.
328-^1 contiene
jiTjxponoXiTOu
Tou ttixou
Kepxpa?
itphq
rv
naxpli()^rf^
KoivaTavTivounXeo);
xupv
rep|i.vv
ad dominum Ger-
manum
xouTw
-fri
patriarcham Constantinopolitanum , incipit npas^e opav xai XoXiiao), xal Attende coelttm et oquar, et audiat terra. Il cod. del sec. XIY e contiene
:
Germano II (2). Ma in proposito del contenuto in questo codice nulla possiamo dire, perch lontani da Oxford, e perch ignoriamo so la controrisposta del
varie opere del patriar.
Bardane
E
coir
o che
il
Bardane
altro.
un
amanuense del
baster aver constatata la superficialit critica dell' Oudin seguito dallo Sbaralea, e poniamo in dubbio un fatto troppo complicato e incorto, ma che un di potrebbe esser chiarito
come avvenimento
storico,
ma
dell'
Oudin.
C.
1237
Fr.
Frate Bernardo,
prima
di
47
(1)
Le Quien
Oriens
ChrOamu
t.
Il p. 150.
I eoi. 224.
(2) Gr.
176
BIBLIOTECA
iiol fior degli anni si consacr al Signore tra le Clarisse di Parma, Salimbone ce la ricorda nel 1285 ancor vivente e badessa di quel monastero. Ber-
47
di
ove
nardo,
figlinola,
abbandon anch'
si
egli
il
mondo
e vest
cio,
l'
abito fran-
stabili
a Parma:
come prova
r Aff
(1),
il
S.
pone verso la
fine del
Bernardo in Terra Santa, ove santamente fin i suoi giorni nel 1285 pi che ottuagenario (2), Tanto per la cronologia; e cediamo la penna al Salimbene unico cronista che co no lasci memoria.
... Dominus Arpus de Beneceto, germanns frater praedicti domini Jacobini, cum domino Bernardo Bafulo ordinem fratrnra Minorum intravit, quasi tempore primitivo quo fratres Minores in Parma cognosci coeperunt. Erat autem dominus Bernardus Bafulus miles ditissimus et famosus et multnm nominatus in Parma, et erat homo magnifici cordis et probus, armatus et doctus ad bellum. Hic in principio sui ingressus in Ordinem, amoro
provocatus divino, mirabilem demonstravit fervorem, opere implendo apostolicum dictum. Dicitur enim Hebr. XIII: Exeamits cum Jesu extra portam improperium ejus portantes. Nam, ignorantibus fratribus, praecepit duobus hominibus suis, ut nnns sederet in equo, et
eum ad caudam ejusdem equi, et, verberando, per civitatem incederent, et via publica graderentur, clamando valenter: da/c latroni, date latroni! Cumque pervenissent ad porticum Sancti Petri, in qua milites ex more, causa deductionis, tempore otii seder soliti sunt, credentes eum vere esse latronem, qui pr maleficiis talibus vapularet, coeperunt et ipsi clamare: * date latroni, date latroni f* Tunc dominus Bernardus, elealius ligaret
ad eos e in veritate bene dixistis date latroni, quia huc usque cantra altissimum et contram animam mcam ut latro vixi; et ideo dignus sum talibus vcrberibus piedi Et, bis dictis, praecepit hominibus suis, ut usque extra portam talia operando perficerent iter suum. Cum antem cognovissent qui sedebant sub porticu quod dominus Bernardus Bafulus esset, ingemuerunt, et, compuncti corde, dixerunt: vere vidimus mirabilia hodie benedictus Deus qui hnmiliat et exaltat, et cui vult, miseretur, et qucm vult, indurat ... ... (Igitur de Domino Bernardo Bafulo sciendum est quod habuit unam filiam,
vata
facie, dixit
:
Dcum
quae dieta est domina Bernardina, sapiens et discreta, sancta et Deo devotii, quao in parmensi monasterio est abbatissa ordinis sanctae Clarae. Item sciendum est quod dominus Aegidius Bafulus, qui pater supradicti domini Bernardi fuit, quando Constantinopolitana civitas capta est a latinis, [13 apr. 1204] cum fortiter percussit in jEfladio percussorio portam, ut a fratre Gherardo Bangone (3) audivi, qui praesens erat et vidit. Et tunc
cognoverunt graeci quod completa erat
illa prophetia, quae sculpta erat in porta; siquidem Hultao prophetiae ibidem sculptae sunt, sive in porta, sive in portae columna, quae non cognoscuntur nisi cum fuerint jam completae). Dominus etiam Bernardus Bafulus, cum
esset frater Minor, et cum Imperatore parmenses in exercitu essent contra Mediolanum (4), cucurrit ad ignem, qui accensus erat in burgo sanctae Christinae, et stans cum socuri in
cacumine unius domus ardentis, projiciebat et dejiciebat hinc inde lignamina, no aliae domus comburerentur ab igne. Et videbatcr ab omnibus, et commendabatur ab eis, co quod prndenter et valenter fecisset et reputatum est ei ad justitiam a generatione in geuerationem usque in sempiternum, quia usque ad multos annos ista sua probitas ad me;
Parma (Parma
1793)
t.
Ili p. 106.
grafici
(3)
t.
I p. 276-79.
fr. Gerardo Rangone da Modena non da confondersi con l' altro fr. Gerardo Boccabadati sopranominato Moietta, di cui parleremo altrove, ambo lodati
Questo
de'
da Modena
dal Salimbene.
(4) Federico
Germ.
hiat.
t XXVIII
SECOLO xm.
moriam
177
est reducta. Post haec iyit ultra mare ad Terram Sanctam, et ibi laudabiliter terminavit vitam suam in Ordine beati Francisci, qui est Ordo fratrum Minorum; cujus anima per misericordiam Dei requiescat in pace, quia bene inchoavit, et bene finivit. Haec supradicta ideo posui, quia pr majori parte omnos, de quibus locutus sum, vidi et cognovi, et cito et in brevi de hac vita ad aliam pervenerunt Igitur si plura facta sunt in millesimo supraposito scilicet MCCLXXXV, digna relatu, memoriae non occurrunt. Haec supraposita bona fide descripsi, praevia ventate, prout oculis meis vidi. Explicit de isto millesimo, sequitur de venturo (Salimbene Chron. p. 364-66).
. . .
47
1237 ?
B.
fr.
vinciale di
Vito da Cortona discepolo di S. Francesco, Ministro Romania e di Terra Santa, nel 1237?
il
pro-
S. Patriarca Francesco in
di
Cortona riceveva
all'
Ordine
il
celebre
48
univa un cortonese
nome
ma
r altro sappiamo
disti sotto
il
se
non che
dopo
il
b.
Benedetto
che nel 1246, gi ritornato in Italia, scrisse la vita della beata Emiliana, edita dai Bollan-
19 maggio.
Di
lui
il
Waddingo
ci
d queste brevi
notizie
Alium etiam
sub humili
ilio
gionis species, et
summus
animarum
zelus
magnam
aptid
sanctum Magistrum peperere opinionem. Post Benedictnm de Aretio missus est Minister ad Provinciam Romaniae in partibus Graecorum. Eediit postmodum in Italiam, et meritis
multorum propagatae
fidei
Lo
stesso
An-
S.
Francisco in
coenobiolo
Bomanae
gatam fidem
tertii
in
partibus Orientalibus,
domum
Ord. 8. Francisci,
che * florbat
Italia.
quam in compendium politiori stylo redegit Raphael Volater1250(2). Lo stesso ha il Terrinca, il quale per erra dicendolo in Oriente an. 1250 (S)*, quando fr. Vito gi prima del 1246 era in
non sappiamo su
chjs
Il Papini,
il
provincialato
d'Oriente nel
Aretio, ast
[porr.
1237
Anno 1237
anno 1248
foetus
est
decimi
morte della
disti (5).
Ritornato che fu Vito dall'Oriente (non sappiamo in che anno), ^li subito dopo la b. Umiliana (19 maii 1246), ne scrisse la vita che si ha pubblicata dai Bollan-
In essa vita
b.
egli cosi
termina
il
suo racconto
et
ista de vita
et
morte
fideliter
sicut oculis
nostris
vidimus
nostris
audivimus..^
1246
(1)
Wadd. Annal.
tip.
109,
ad an. 1211
n. 10.
Min.
(4) Cosi
Theatrum Etrusco-Minor. (1682) p. 213 n. 149; cfir. bid. p. 167 n. 17. il Papini al num. 3955 della sua opera inedita Index ononuuticua Scriptorum
iuque ad
annum 1650,
vedemmo
1.
(II. II.
181).
Ada
BibUot.
Tom.
18
178
BIBLIOTECA
lo
48
come hanno
cod. stessa
Sbaralea (1) o
nis.
il
Papini (2).
La Nazionale
di
38
della
(Pluf.
ionio dictavit,
dexir., cod. 11) nn' altro ms. del sec. XIV, con questo inizio: InHumilianac de domo circulorum, quam legendaui fr. Vitus de Corqui fuit reccptus a h. Francisco et fuit Minister in provincia Romanie
.
27
1237 \
Giovanni
morto a C.poli
eco.
49
Neil' articolo consecrato alla vita del B. Benedetto di Arezzo (Vedi. an.
1221
n.
36)
del
di
Crociate, che
verso la
il
sacco francescano
professandone la
regola
nelle
mani
Benedetto provinciale allora di T. S. e dell'Oriente. Qui, anno della sua morte, aggiungiamo alcune memorie che lo riguardano, togliendole da contemporanei e da accreditati autori.
La
patiche tra
dello storico,
il Dodu che compendiamo) una dello pi simGerusalemme. La durezza del suo destino, attirando lo sguardo ridesta simpatia. Non possibile resistere al sentimento di rammarico o di
monarchi
di
ammirazione che in
tutti ridesta
alle pi
questo ardente apostolo del Ut guerra santa, cui la fordure prove, senza per menomare in lui quella dignit per-
Tipo
di perfetto cavaliere,
circostanze e g'
vi
grandezza che lo distinse. il Brienne possedeva le vere qualit che esigevano le tristi interessi del regno latino. Al valor militare, ereditario nella sua famiglia,
accopiava la prudenza e l' esperienza dell' et matura. L' aspetto marziale, la gagliarda sua forza, o l'alta statura eran cosa sorprendente pei cronisti di quel tempo. Giovane anil
cora, era
cento
mila
soldati dal-
pi
tardi,
salva
Costantinopoli
matrimonio
Brienne ebbe per prima moglie Maria di Montferrat, che dopo due anni appena di gli mor nel fiore dell' et. La seconda, Stefania figlia di Livone re d' Armenia, nel 1215, gli mori durante l'occupazione di Damiata (1220), affetta da crudele sposata
malattia.
La
IX
re
di
Leone.
Dando
detta
Iolanda)
per isposa
all'imperatore
il giorno dopo le padre di lei Il Brienne, punto nel pi vivo onoro di padre e di monarca, poteva forse vendicare tanto oltraggio ma da 9aggio, e uomo pratico qual era, abbandona il regno a Federico, nella certezza che una guerra civile avrebbe peggiorata la triste condizione delle
un protettore ed' un alleato. Ma Federico malnozze abbandona ed oltraggia la moglie, e spoglia del
regno
il
baroni latini di Costantinopoli, conoscendone trono del crollante impero di Bizanzio. Il vec-
monarca nell' accettare il poso d'un impero che doveva dispniire ai Greci e Bulgari, addossava una responsabilit capace a far titubare i pi risoluti. Ma il Brienne ignorava i calcoli delle animo interessato ed egoiste. Vestita appena la porpora imperiale, aschio
si
(1)
(2)
9.
SECOLO xm.
sali e disperse le
179
armato
de' barbari,
40
e onore (1).
Il Cronista Tolosano Paventino (f 1226) narrando la disastrosa battaglia sotto Damiata (29 agosto 1219), alla quale fu presente S. Francesco, narra come re Giovanni d'un colpo di daga tagli in duo un enorme gigante saraceno munito di triplice corazza paganus de stirpe gigantea... cum expugnaret nostros, non utebatur clypeo aut lancea,
manu
.
umbilicum omnibus
L'autore contemporaneo che scrisse la Vita S. Engelberti circa il 1230, edita dal (nei Fontes Ber. Germanicarum t. II. p. 301), cosi narra l' ingresso di Ee Giovanni a Colonia nel 1224:
Bhmer
Coloniam divertit. Ubi tam magnifice susceptus Hierosolymitanus" civitatis gloriam admirari non sufficeret. Quod dictum est de Salomone, qui regnavit in Hierusalem, quod reges terre desideraverunt videre faciem eius et audire sapientiam eius et obtulerunt ei munera etiam de ipso exponi potest. Cognita eius sapientia atque potentia, et quod potentior esset imperio, reges terre, Francie scilicet et Anglie, Dacie, Bohemie, et Hungarie, miserunt ei munera in auro et argento geramisque
^ohannes rex
.
est ut
tam
eius
quam
preciosis, eius adspectu et colloquio, vel pr amicitia comparanda, voi pr diversis causis et necessitatibus, uti desiderantes. Hec que a me in eius laude scripta sunt, qui legerit et illius gesta viderit, elicere poterit quod regina Saba Salomon! dixit: Prohavi, inquit,
quod media pars mihi nunciata non fuerit. Maior est rumor quem audivi (3. Reg. X. 7.); fama uominis eius nationes pervenerat, et timebant eum Sarraceni .
sapientia
et
tua
et
opera,
quam
Altre simili testimonianze storiche sulla bravura e bont di re Giovanni possono vedersi raccolte dal Rhricht nei
Altro contemporaneo
il
Testimonia minora de quinto bello sacro. Salimbene che consacr al Brienne una bella pagina del suo
Chronicon
qua Fridericus Imperator natus fuit. Et divulcuiusdam beccarli de civitate (Hesina) propterea quod domina Constantia Imperatrix multorum erat dierum et multum annosa, quando deaponsavit eam Imperator Henricus: nec filium, nec filiam, praeter istum, unquam dlcitur habuisse. Quapropter dictum fuit, quod accepit istum a patre, cum prius se gravidam simulasset, et supposuit sibi, ut ex se genitus crederetnr. Ad quod credendum inducunt nos
civitas, in
filius
tria.
scripsit de eo:
talia facere mulieres, ut pluries reperisse me recolo. Secundus Fridericus insperati et mirahilis
ortus. Tertium, quia Eex Johannes, qui fuit Eex Hierosolymitanus et socer Imperatoris, quadam die irato animo et fronte rugosa, in gallico suo appellavit Imperatorem beccarli filium, pr eo quod Guauterottum consanguineum suum volebat occidere (3) ; et quia cum
veneno non poterat, cum gladio debebat facere, quando cum Imperatore ad ludum schaccorum sederct; timebat enim Imperator, ne quando aliquo casu, regnum hierosolymitanum devolveretur ad istum. Quod Eegem lohannem non latuit. Qui ivit et accpit nepotem per
Gaston Dodu Histoire des mstitut. monarchiques de Jruaalem Paris 1894, pag. 150-53. Docum, di storia patria t. VI p. 704 (Firenze 1876). Cfr, Rdhrieht TetUm. minora Praef. p. 37 n. 4, p. 61 n. 1, e il testo del Tolosano a p. 241.
(1) (2)
(3) Gautier o Gualtero (terzo di tal nome o quarto) detto il grande, conte di Brienne e di Giaffa, e nipote di re Giovanni d Brienne. Vedi Du Cange-Rey Familles d'outre-mer era anche un altro motivo della discordia tra re Giovanni e Federico II. pp. 347, 500.
Questi aveva violata la nipote di re Giovanni, damigella della imperatrice Isabella sua Vedi Chron. Fr. Pipini Muratori t. IX col. 647-48.
figlia.
180
BIBLIOTECA
49
brachiam, qni cnm Imperatore ladcbat, et aniovit enm a lodo; et acritcr Impcratorein redarguit, dicendo in gallico suo: Fi de becer diabclc! Et timuit Ini pera tor, nec ausns fait dicere quicquam. Erat enim Eex lohannes magnus et grossus et loiigns statara, robustos et fortis et doctns ad praelium; ita at alter Karolus Pipini filius crederetnr. Et quando in bello cum clava ferrea prcutiebat bine inde, ita fagiebant saraceni a facie eius, sicut si vidissent diabolum, vel leonem paratura ad devorandos eos. Eevera non fuit tempore suo, uti dicebatur, milos in mundo melior eo. linde et de eo et de magistro Alexandro, qui erat melior clericus de mando et erat de Ordine fratrum Minorum, et legebat Parisius, facta fait ad laudem eorum quaedam cantio partim in gallico, partim in latino, quam maltotiens cantavi. Qaae sic inchoat; Avent tutt mantenent ... piz. Iste Eex lohannes, quando armabatur a suis iturus ad bellnm, tremebat sicut juncus in aqua. Cumque interrogaretur aliquando qua de causa sic tremeret, cum in bello centra hostes robustus et validus esset pugnator, respondebat, quod de corpore sibi curae non erat, sed timebat ne anima sua bene ordinata esset cnm Deo. Hoc est quod dicit Sapiens in Prov. 28 Beatus homo, qui semper est pavidus : qui vero mentis est durae, corruet in malum... Talis fuit Rex lohannes Ideo evenit ei, quod dixit Eccl. 33: Timenti Deum non occurrent mala; sed ir. tentatione Deus illum conservabit a malis. Eevera sic fuit. Factus est enim frater Minor; et toto tempore vitae suae perseverasset in ordine, si Deus prolongasset ei vitam. Eecepit enim eum, et induit minister Graeciae, scilicet frater Benedictus de Aretio, qui fait sanctus homo. Iste Eex lohannes fuit avus maternus Eegis Conradi filii Imperatoris Friderici. Alteram vero filiam Eegis lohannis habuit uxorem Balduinus Imperator constantinopolitanus, quo mortuo, Eex lohannes bajulus illius remansit Imperli pr parvulo suo nepote (1). Hic Eex lohannes quando ingrediebatur bellum et calefiebat pugnando, nuUus audebat ante faciem suam stare, sed divertebant ab eo videntes quod validus et fortis esset pugnator. Cai congruit quod de Inda Machabaeo legimus scriptum, I. Mach. Ili: Similis factus est leoni in operibus suis; et sicut catulus leonis rugiens in venatione sua (2)*.
:
cenni biografici su
cronisti
fr.
Benedetto di Arezzo (an. 1221 p. 131 n. BjBssa p. 680-81 e Y autore del Chron.
1, p.
137
s.), e
nostri
Bernardo da
degli
24 Gen.
p. 4-5,
ambo
nel
t.
lU
Anal.
Franciscana.
1238
Gregorius
PP. IX
Dilectis
filiis
nni-
yersis Fratribns Minoribus et Praedicatoribus, salutem et apostolicam benedictionem. Credentes, quod non minus in oculis Eedemptoris habeatur acceptum, infideles ad
fidem Divini verbi propositione convertere, quam armis Saracenorum perfidiam expugnare: vobis, qui in terra ultramarina (3), ad conversionem paganorum vel aliorum, verbo, sea sanctae laboratis conversatonis exemplo, illam concedimus veniam peccatorum, quae in eiusdera Terrae succursum venientibus in generali concilio (4) est concessa. Datum Laterani IV Nonas Martii Pontificatus nostri anno undecimo [4 mar. 1238] (5).
1238
Militiae
Minori in Aleppo
Gregorius
PP. IX
Dilectis
filiis
Fratribus
et aliis
Christianis in
(1)
La
figlia del
e.
si
41; la cronaca che forse pi d'ogni altra contemporanea ha copiose notizie sul Brienne). Osserviamo che qui il Salimbene sbaglia e confonde i fatti, facendo il Brienne tutore del figlio di Balduino II. Il Brienne invece fa tutore dello stesso Balduino II cui diede poi Maria sua figlia in isposa. Il Brienne mor nel 1237, e Balduino II molti anni
Chron. d'moul
dopo, verso la fine del 1273. (2) Salimbene Chron. p. 15-17.
(3)
Cio in Terra Santa, cosi detta per antonomasia, e come risulta dal tenore della
Lateranese IV an. 1215 sotto Inn.
t.
stessa lettera.
(4) Concilio (5)
III.
I p.
233
n. 249,
SECOLO
tis (1)
:
XIII.
181
Auctoritate vobis praesentium inet Apostolicam benedictionem. dolgemus, nt a fratte Manasserio (2) seu quolibet alio Ordinis fratrum Minorum vel eorum non habita copia, de commissis a sacerdotibns Jacobitis absolvi, et ab eia super his poenitentiam salutarem, ac Sacraraentum Eucharistiae recipere valeatis. Datum
:
Salutem
49
anno duodecimo
1238
commutare
[7 giugno
1238]
(3).
Pr. Pietro de Philistim era incaricato dal Pontefice pei negozii della
di
raccogliere
sussidii,
crocesignare
militi, e
1239 Pr. Riooardo da Intwort, celebre st'anno partito per la Terra Santa. L'Eccleston di applicuerunt primo fratres Minores in Angliam et 5 laici. Clerici foernnt isti primus fr. Agnellus narius . . provincialis Minister . Secandus fnit
. . . : . . .
voti (4),
predicatore, lo
lui
troviamo in que-
Pisanus
frater
Bichardus de Indetvurde
Intworth), natione anglicus, sacerdos et praedicator et aetate provectior, qui priextitit, qui citra montes populo praedicavit, et ordine et processu temporis, sub bonae memoriae fratre Ioanne Parente [Min. Gen. 1227-1232] missus est Minister
(=
mus
provincialis in Hiberniam: fuerat enim vicarius fratris Agnelli in Anglia, dum ilio ad capitulum generale proficisceretur, in quo facta est translatio reliquiarum S. Francisci et eximiae sanctitatis exempla praeclara praebuerat. Completo igitur \an. 1230], fideli et Deo accepto ministerio, absolutus in capitulo generali [15 maii 1239] a bonae memoriae fratre Alberto ab omni fratrum officio, zelo fidei succensus, profectus est in Syriam, et ibidem felici fine requievit (5)
.
Intanto la famosa tregua conchiusa tra Federico II (18 feb. 1229) e il soldano Kamel era scaduta ; e i Saraceni condotti dal soldano di Damasco Melek Ennaser Daud (nipote di Kamel cui predic S. Francesco) riprendono la S. Citt invano difesa dai pochi crociati che vi restavano di guardia (6), Il clero latino ripara in Acri.
1240
1240
l.
iter trans
mare
versila Ihenisalem
2. Itinerarium.
Terrae Sanctae.
Minorit Fr. Alberto Stadense nei suoi Annales
dal
Sono due
editi
Lappenberg
in
fol.)
nei
Momimenta Gcrmaniae
altro che
XVI (Hannoverae
1859,
pp. 271-379.
mezza
pagina
stica di
dell'
Historia ecclesia-
Adamo Bremense
e dal
280-389
Migne Patrol.
(f 1076) edita nei citati Mon. Grm. histor. tom. VII. pag, lai. tom. CXLVI pag. 451-620. Detto Iter non ha che
:
De Messin questa sola indicazione per 1' Oriente (Sicilia) ad Akkaron 14 diebus et totidem noctbas inter Orientem et Austrum, magis tamen ad Orientem .
(1)
della Siria,
Nel 1237 cento dieci Templari furono fatti prigionieri dai Saraceni presso Aleppo come si ha dal Chron. di Alberico riportato dal Raynaldo an. 1237 n. 83, e da
Matt. Paris Chron. an. 1237 p. 374 ed. Lond. 1684. (2) Fr. Manasserio non punto conosciuto dall' Annalista Waddingo, e dal tura lo Sbaralea esser egli qualche Minorit francese.
(3)
(4)
nome
conget-
Sbaralea BuUar.
t.
I p.
245
n.
266.
an. 1238 n. 16; Sbaralea Bullar. t. I p. 256. P. Ang. a S. Fran(5) Eccleston De adventu Min. in Anglia (Anal. frane, t. I. p. 218). cisco {Certamen Seraphicum Prov. Angliae ed. 2 p. 233) lo annovera fra gli scrittori dell'Ordine chiamandolo Fr. Richardum Kingsdorp seu Kinstrop e il Lelando Regiosylvanum.
Wadding
(6)
p. 89.
182
BIBLIOTECA
Segue quindi
60
Itinerarium Terrae Sanctae (p. 341-44) in forma di dialogo tra dna Firri interrogatore, e Tirri peregrino e narratore del suo itinerario. personaggi Questo itinerario, quasi identico, stato inserito dal Bellovacense nel suo Speculum historiale libr. XXXI cap. 59-65, ambo riproducendolo da una fonte per a noi ignota. L'editore
l'
fittizii:
Lappenberg (p. 340 n. 23) giustamente osserva che Albertus non cavit ab erroribus, quorum potiores correximus ex libris Eobinsonii (Palacstina, Neuere bibl. Forschungen in Palaest.), ex quibus optima ad explicandum eum materia petenda est. Albertum ipsum negandum est Terram Sanctaui vidisse; id quod vel maxime comprobatur summa eius in
distantiis
ab
11,
ilio
adhibitis
locorum adnotandis inconstantia et negligentia. Ita fit, ut ne de miliaribus quidem constet nobis: aliquoties ad miliare Francogallis vocatum petite lieue,
distantias vidotur esse mensus... Distantias
si
436 pedum
eorundem locorum
contuleris
in Brocardi
descriptione Terrae Sanctae (Canisii lect. antiq. IV. 17) Alberti unum Brocardi miliare aequare animadvertas .
cnm
si
bisce, fere
duo
1240
rese Minorit
come
il
a scrivere la cronaca. Visse probabilmenle sino al 1264. Alberto scrivendo la sua cronaca nel 1240, precedette di
Bellovacense che compilava negli anni 1244-50
riale, ove inser egli pure
il
alcu?i!
anni
il
Domenicano
histo-
libro
XXXI
dello suo
Speculum
un quasi simile itinerario a questo conservatoci da Alberto. A commodit degli studiosi abbiamo creduto utile ripubblicarlo in questa nostra raccolta, non essendo possibile a molti avere tra le mani la colossale raccolta de' Monumenta
Germaniae
historica.
De Akkaron
invenies
tumulum
;
boati
Iheroriimi.
monte Calvariae, ubi crncifixus est Dei filius vade et adora ad Sepulchrum Domini curro et adora in monte Syon, quia per hunc tramitem ascendit lesus Iherosolimam die palmarnm. In monte ilio lavit pedes disciCurre ad sinistram pulorum; ibi coenam fecit, ibi lohannes supra pectus eius recubuit. mentis Syon super agrum Achalderaach, secus viam, quae ducit Effrata, et vide montem Geon, ubi Salomon diadema recepit. Curre in accubitura mentis Olyveti, in quo est Bethania, et vade contra orientom trans Cedron iactu lapidis a Getsemani, quia ibi Salvator noster orando suda vi t. Vade etiam in vallcm losaphat, iuxta Iherusalem. Ibi currunt aquae
Reblata, ubi Rachel occubnit.
igitur et adora in
;
Vade
Miliario
a Bethlehem,
versus Iherusalem,
locus
est
ymmo tumulum
cursu subterraneo. Videro poteris ibi monumentum Absalonis, perpetuae Virginis, quae in monte Syon e mando migravit. Scio, quod omittere non vis, quin etiam vadas Emaus, quae dicitur Nicopolis, quae distat ab Iherusalem stadiis 15 (!), quia ibi discipuli in fractione panis Dominum cognoverunt. Vade ante portam Iherusalem, quae rospicit ad occasum, pr reverentia beati Stephani, qui ibi lapidatus est et in Syon sepultus inter Nichodemum, Gamalielem et Abibon. Deinde Constantinopolini translatus, ad ultiumm Romae iuxta beatuni Laurentium tumulatus. Curre, si vis, ad montem Modin: 6 miliario ab Iherusalem contra meridiem; 8 miliario a Modin in via, quae dncit loppen, sepulcrum beati Georgii in Lidda, quae et Diospolis. Miliario a Ramatha, tribus a Bethlehem oppidnm Tecua, unde Amos, ibi etiam seQuarto miliario ab Iherusalem contra austrum oppidnm Zachariae, in quo Maria pultus. salutavit Elizabeth. Ibi natus est loliannes, et beata Virgo eum excepit. Curre, curre, quod pene oblitus fueram, curre ad baptisterium, ad ieiuninm, et ad temptazionem Christi, curre 14 miliario ab Iherusalem usque Ihcricho, et cave, ne incldas in latrones. Etiam secundo lapide ab Iberico ad sinistram, desertum pete, quod Quarentena vocatur, in quo Dominus ieiunavit; et secundo miliario a Quarenteiia contra Galilaeam, aspico, mons excclsus, in
Syloe
silentio quasi
cnm
sK^oLo
quo
roi,'!
XI ri.
183
oninintn .sociilornin omiiui rogna nniiidi rcx oiiiiiis snporbiao deinonstravit ot avidivit: sathaiias. Sub (juarentona est rivulns fontis, qucin Helysous dfi amaro roddidit potabilom. U Iberico curro, o,t in lordano lavare. Haec omnia loca devotioneni tibi, si
.50
Vado
felix
fneris,
excitabunt.
Erspondlt Fini: Bene inichi Iberosolimitatinm iter et loca, in quibas steteront pedos Domini, descripsisti; describas etiam loca trani^marina aliqna, ut tni valeam per hoc reminisci <^i iiicipias ab Hebroii, scilicct loco, a quo omnes egressi sunuis. l'irri ait: Iiovera ab H*'bron omnes egressi sumus: quia Plasmator rerum, Adam patroni nostrum ibidem plasmavit. Ibi etiam quatuor reverendi patres, Adam, Abraham, Isaac et lacol) sunt sepnlti, ot eorum uxores quatuor Eva, Sara, Kebecca, Lya. Ilebron iuxta vallem est lacrimarum, ideo sic dictam, quia Adam filium suum in ea 100 annis luxit. In Ebron est ager, cti gleba rnbea est. Haec effoditur et comeditur, et pr medicina carissima emitur; effoditur, sed anno finito integra reperitur. Socundo miliario ab Ilebron est sepultura Lotth. Iuxta Hebron mons Mambre, ad cuius radicem est quercus, secus quam est Abraham din comraoratus, hoc testante Iheronimo. Usque ad tempora Theodosii imporatoris sinum suum dilatavit, ad adhuc videtur quamvis arida. Qui do ea secum aliqnid detulerit, equus eius non infundit. Decimo miliario ab Hebron est mare Mortoum. Supra lacum in accubitu ludaeae est Segor; in exitu Segor uxor Loth mutata in salis effigiem. Supra ripam maris mortui multum coligitur aluminis. Supra lacum in descensu Arabiae Carnaym est spelunca Moabitarum, in qua Balach aduxit Balaam. Idem mare ludaeam dividit et Arabiam. Arabia tempore filiorum Israel heremus erat. In Arabia est Helym, locus fontium Moysi et palmarum. In Arabia valls Moysi, in qua percussit bis silicem, dantem duoa rivulos, qui nunc totam irrgant patriam. In Arabia est mons Synai et mons Or, in quo sepultus est Aaron, et mons Abarym, in quo Moyses. In Arabia Mons regalis (1), quem Baldevinus, primus rex Francorum in Iherusalem, firmum fecit et subdidit christianis. Arabia iungitur Iduraaeae in confinibus Bostra. Idumaeae est terra cum Syria, caputque Syriae est Damaacus. Idumaeam et Phocniciam dividit Lybanus. In Phoenicia est Tirns, circa cuius fines Christas saepius ambulavit. In Tiro tunmlus Origenis. Ante Tirum L? pis marmoreus, super quem sedit lesus, nunc super se habens quandara theculiolam; 8 miliario a Tyro centra orientem supra mare est Sarepta Sydoniao. Ibi habltavit Helyas, ibii u suscita vit filium viduae, lonam scilicet. Sexto miliario a Saropta est Sydon, de qua Dido. 16 miliario a Sidonj civitas est Benthos, in qua Salvatoris ymago, a ludaeis crnciflxa, sanguinem produxit et aqum. Daraascus est in Syria. Hanc constroxit Eliecer, servus Abrahae, pater illius terrao Hns, ex qua lob. Secando miliario a Damasco locus est, in quo Saulo apparuit Dominus. Ad radicem Libani oriuntur Abana, Pharphar, fluvii Damasci. Montes Libani et plaiiicios Arthados transcurrit Abana, et magno mari immergitur in finibus illis, in quibus beatos Eustathios, uxore sua privatus et filiis desolatus. Pharphar per Syriam tendit in Antiochiam, labens secus muros eius, et 10 miliario ab Antiochia In portu Solin (2), scilicet portn santi Symeonis, mediterraneo mari se commendat. Ad radicem Libani est Caesarea Philippi. lor et Dan, fontes duo, de quibns lordanis conflcitur sub montibus Gelboc, in quo Christas baptizatus est, tertio lapide ab lericho. lor non longe a Caesarea Philippi lacum illius (3) facit ex se, et postea mare Galilaeae, sumcns initinm inter Betsaida et Capharnaum. Dan contra Galilaeam gentiura se obliquans, sub urbe Cedar secus medicabilia balnea spineti plana transiens, lor copulatur. lordanis fere ab ortu suo subterraneum ducit gurgitem usque in planitiem, Medan vocatam, quasi mcdius Dan. Labitur autem in mare Mortuum, et illud transiens cadit in maro Kubrum. 5 miliario a Bethsaida est Corozaim, et 5 a Corozaim Cedar, civitas opulenta. Capharnaum in dextro maris sita est. Secundo miliario a Capharnaum descensus montis, in quo Dominus docuit turbas et apostolos; ubi etleprosura curavit. Miliario a descensa ilio locus,
(1)
Mont royal
Portug Sudi.
o Sobal,
edificato
da Balduino
nel
1115, e
conquistato
dai
Sara-
(3)
Lacnm Merom.
184
BIBLIOTECA
50
quo pavit quinque milia hominnm, et idem locus Mensa vocatnr. Uli loco subiacet locus, quo Christus post resurrectionem discipulis apparuit, comedens cum eis; mare scilicet, quod Dominus sicco pede perambulavit, cum circa noctem Petro et Andreae apparuit piscantibus, et in quo Petro mergenti ait: Modicae fide!, quaro dubitasti? Ibi etiam alia vice discipulis periclitantibus mare quietnm reddidit. In sinistro capite montis concavo est Genesareth, lacus generans aurum. Miliario 2 a Genesareth Magdalum, oppidum Mariae. Haec autem regio Galilaea gentium. Secundo miliario a Magdalo est Tiberias, 5 a Tiberiade Betulia civitas, de qua ludith; 4 a Tiberiade contra meridiem est Dothaym, 12 lapide a Sebaste loseph fratres suos in pastura gregum reperit. Ibi etiam eum vendiderunt. Audi, ubi etiam ire debes, in Nazareth scilicet, quae distat 10 miliaria a Tiberiade. Haec enim est propria civitas Salvatoris, eo quod in ea nutritus sit. In Nazaret Labrus(l), fons ille exiguus, ex quo puor lesus aquam saepius hauriens matri ministravit. Secundo miliario a Nazareth Sephoris civitas, quae ducit Accaron. De qua Anna, mater Mariae, et Philippus et Nathanael. In illa (2) lesus aquam convertit in vinum. Miliario a Nazareth contra meridiem locus praecipitii ; quia inde volebant praecipitaro lesum. lesus autem transin
in
ens per
medium
illorum ibat.
Quarto miliario a Nazareth mons Tabor contra orientem. In descensu montis Tabor dicunt quidam Melchisedech obviasse Abrahae. Secundo miliario a Thabor Naym civitas. Supra Naym mons Endor, ad cuius radicem torrens Cyson.
Quinto miliario a
Naym
lezrahel civitas,
iniquissima. Inxta lezrahel campus Mageddo, in quo rex lozias a rege Samariae victus, occubuit, deinde in Syon sepultus. Miliario a lezrael mons Gelboe. Secundo miliario a Gelboo contra orientem Scythopolis civitas, supra cuius muros suspenderunt caput Sauli.
miliario a lezracl Geminum (3), oppidum illnd, a quo incipit Samaria. Decimo miliario a Gemino Sebaste, in qua sepultus fuit beatus lohannes baptista. Decollatus autem est trans lordanem iuxta lacum Asphaltidis in castello Macherunte, et
Uno
delatus a discipulis suis in Sebaston, ibique sepultus inter Heijsaeum et Abdyam, cuius corpus postea concremasse dicitur apostata lulianus, in ventum cineres iactitando. Sed
caput eius Alexandriae dclatum est, et postea Constantinopolim, ad ultimum in Galliam pago Pictavensi. Indicom vero detulit in vallem Maurianam Tecla virgo; et adhuc in magna veneratione custoditur in ci vitate Mauriana, ubi est sedes cathedralis. Quarto miliario a Sebaste Neapolis, quae et Sychem. Dimidio miliario a Sychem, ab Emor Dina filia lacob rapta est. In Sychepi relata fuerunt ossa loseph ex Egypto, et in Sychem iuxta fontem, leroboam vitulos aureos fabricavit. Inxta Sychem est praedium, quod dedit lacob Alio suo loseph. Ibi etiam fons lacob, super quem sedit Jesus, fatigatus ex itinere. Iuxta Sychem therebintus, sub qua abscondit lacob ydola.. Miliario a Sychem Luza civitas, ubi habitavit frequenter Abraham. Ibi etiam lacob dormiens scalam vidit et titnlum erexit. Et sicut supra dictum est, 20 miliario a Sychem habes Iherusalem. Engaddi est iuxta mare Mortuum. Octavo miliario a Nazareth Contra Carmelum, Kara mons, ad cuius radicem iuxta fontem Lamech occidit Cayn. Tertio miliario a monte Cajn, mons Carmeli, habitatio Heliae et Helisaei; 7 miliario a Nazareth contra orientem viculus Gergesa, in quo Salvator obsessum curavit et porcos in mare praecipitavit. 16 miliario a monte Carmeli contra meridiem, Caesarea metropolis Palaestinae, ex qua Cornelius, quem Petrus apostolus baptizatum ibidem episcopum consecravit. Iherusalem descripsimus, et circa Iherusalem loca plurima, in quibus steterunt pedes Domini. Transeamus ad alia. Ecce habos, o Firri, topographiam transmarinae regionis, et
forte ibis
Sepulchrum Domini aliquando visitare. Tunc cogita, quod dicitur: Coelum non animum mutant, qui trans mare currunt.
Vix aliquos vidi, ymmo nunquam, qui redierinl meliores, voi de transmarnis partibus, sanctorum liminibus. Firri ait: Unde est hoc propter Deum ? Et Tirri: Puto ex eo, quod debita devotione nec exeunt, nec redeunt. Deberent enim tali contritione proficisci, Et ita Firri et Tirri recesserunt ab invicem. quali essent de seculo migraturi.
vel de
(1)
(2)
sit,
hic
quaedam
periisse
consentaneum
(^Editor).
(3) lenin
SECOLO xra.
Si noti
185
che lo Stadense inser questo Itinerario tra gli anni 1151-1152 della sna Cronaca; quindi con certa probabilit possiamo dedurre che quella sia l'epoca odel viaggio
della compilazione di esso.
50
Gran parte
della
spesso citato dagli storici pei fatti avvenuti al suo tempo. Ci duole che egli Minorit, nulla
affatto parli n del
l'
egli
ci
dice
dell'
visitato
dal
S.
Pa-
Babilonem (1)
in Damiata coeperunt versus Charras {cio Cairo) et sed evontu miserabili sunt Nilo flumine circumducti. Et cum in
Soldanus crucem Domini nitro reddidit, christianos salvis rebus et corporibus Egiptum exire permisit, omnes captivos reddi iussit, ita ut tunc temporis captivorum 30 milia laxarentur. Praecepit etiam alimenta divitibus pr pretio vendi, vel gratis infirmis et pauperibus exhiberi (p. 357). Sotto r an. 1246 riporta
tenore della lettera che
pontificio.
il
il
ri-
sposta a quelle portategli dall' ambasciatore Annales t. XIII, ad an. 1246 n. 52 seg.
1240
Cristo in Qerusalenune
dei S. Sepolcro di
Ges
di mira che, perch non si prche ingenuamente divulgammo nella nostra Serie cronologica de' Superiori della Terra Santa, scritta e pubblicata a Grerusalemme nel 1898. Nella Prefazione di detta Serie (p. XVII) scrivevamo quanto
6i
paghi, correggere da
un
nostro
solenne
sproposito
segue
Da una memoria
nella
Magliabecchiana di Firenze,
si
ha che, nel 1240, otto figli di Saffedino, dei quindici che ne aveva, guardavano di comandamento del padre il S. Sepolcro, unitamente a quindici latini e dite frati Minori ; quello,
che era offerto e dato al S. Sepolcro dividevano fra loro e il Soldano. La rendita ammontava a ventimila saracenati E qui, secondo il nostro solito, citavamo un estratto del
.
il
XXXV
n.
recammo a
si
trattava, quale
prima volta vedemmo l' Italia e ci grave notizia e vedere di che cod. suo valore, e se realmente conteneva la notizia, o se qualche errore
Neil'
anno
istesso,
quando per
la
v'
si
La
cosa
e'
parlava
di
Gerusalemme gi dalla prima met del sec. Sepolcro venne finalmente sotto gli occhi; e non istentammo punto a
S. di
comprenderne
in
il
realmente
ora
contenuta
per
(1)
(2)
Mesr
sve Fosthat,
{Editor).
186
61
sec.
II cod.
BIBLIOTECA
dunque Magliabecchiano (che
il
XIV, ma che
met
del sec.
XV)
contiene una
italiana
del
Za
mare
col. 2)
et del
il
saldano
(fol.
37 r.-39
v.) .
Ed
in
racconto in questione, con questi precisi termini non virgolati di sephadino dordine del padre guardano el sepolcro con quindici latini
:
due
frati
mi-
dato al sepolcro ridavino [corrige dividono] infra loro, et danno che debbono al milia sarasingnore [Soldano]. Vale la rendita del sepolcro quello cenafi. Ora, questa Informatione sappiamo non esser altro che una misera e sproposi-
nori
ci eh' offerto e
XX
tata versione della troppo nota relazione che Innocenzo III (1198-1216) dicesi abbia chiesta
al patriarca latino di
le
quali pre-
parava
latina
pi
meno
ampia, abbreviata,
monca
ad Innocentium III de
viribus
Agarenorum (titolo pi comune), o di Relatio tripartita Agarenorum ; attribuita quando a qualche anonimo, quando
ad Aimaro monaco, e quando al Vitriaco o ad altri cronisti che la vollero inserita nei loro scritti. L'abbiamo quindi oltre che in molti codici (2), anche edita in varie raccolte
storiche,
come
in
Bongars
(3), in
in Riccardo di S.
Germano
(5),
al-
trove (6). Ora, in tutti questi testi, troviamo il brano pi o meno concorde coi vari coma il bravo dici, che in sostanza dicono quanto dice il testo italiano della Magliabecchlana
;
il
naso
un brutto
Francesco!
testo
latino, o che
abbia capito
il
il
Ed
ora, se potete,
Ma
perch
si
il
prme constatare,
cristiani
latini
la
presenza
di
cinque
(1)
Tra
le
stro Signore
l'
le seguenti:
Ordine
fol.
feria quinta in
54-56
v.
cena domini translata per frate Nastagio delIncomincia la vendetta la quale fecie Vespasiano
et Tito di Christo,
S. Croce.
imperadori di Roma. fol. 56v60: Incomincia la inventione della fol. 62-63: fol. 60-62: Incomincia la legge di Macometto quella de'Saracini.
Perch fu facta la festa d'ogni Sancti. 29 saec. XIII, fol. 171-75); quello del (2) Bicordiamo quello di Heidelberg (Salernitano 9. Museo Brittanico (Harleiano 108, alias 35. A. 9, saec. XIII, fol. 40-44) descritti nei Monum. Germ. hist. t. 31 p. 669-71; il Vaticano {Regin. 314 saec. XIII, fol. 106-6); ed altri pi recenti del sec. XV indicatici dal Bhricht (Biblioth. geogr. Palaest. 109), della quale epoca
anche
(3)
il
Laurenziano
da
noi visto.
1125 29, e ibidem in Vitriaco p. 1611. (4) Ediz. Lnard. II. 399-401, voi in ed. Lond. 1684 p. 146 sub an. 1193. ^5) In sno Chronic. ab an. 1189-1243, ove sotto l' an. 1214 inserisce la detta relazione.
dall'
t.
Ughelli
VII).
(in Italia
Sacra
III.
libro pubblicato (6) Vedi Monum. Germ. hist. t. 19 p. 336 37. L'abbiamo anche nel dai Martcn-Durand (in TJiesanr. nov. anecdot. t. III col. 269-81 cap. 1-19) quale erroneamente attribuirono e intitolarono : LtftT III historiae Orientalis lacobi de Vitriaco.
SECOLO
XIII.
187
61
nella custodia del S. Sepolcro d Cristo, col senza dnbbio lasciativi dai Soldani per facili-
tare ai Latini
circa
il
diminuire
il
ricco
introito di
20 mila saracenati
Il
testo pi antico e genuino della relazione inviata ad Innocenzo III, paro a noi sia
Germano
non ricorda n
percepivano
testi
i
n d
somma
di
doto
che no
inserite
negli altri
Ex
Riehardo a S. Germano
loc.
sup. cit:
an. 1193:
Octo
alli fili
Octo autem
filii
(Saphadini), de patris
ipsi
datur quiequid ad Sepulchrum ofFertur; et hoc dividunt inter se. Valet autem reditus
Duo
alii
fratres
eorum
vigiliti
milia saracenorum
conspectu dei sui Machometh, pr castitate quam habent, et totum quod datur ad pedes
eius, est
Alii
de
ipsis
minoribus
fratribus.
Mahumetum pr
Ex
Vitriaco in ed.
filii
Bongars p. 1611:
Ex
Cod. iMurentiano
filii
cit.,
fot.
85:
terras
Octo
Octo vero
Saphaldini qui
vivunt.
Duo
quibus duobus
fratribus quiequid datur vel offertur Sepulchro pervenit, et ipsi dividunt inter se aequaliter; et valet
non habent, de patris constitutione vivunt sic: duo ex ipsis custodiunt Sepulcrum Domini cum quinque latinis christianis, ad quos perveniunt omnia quae intrant, et ipsi divdunt inter
se.
illud
Quae
oblatio valet
XX
milia
saracenatos
bisantinis saracenorum
Duo
alii fratres
totum
ipsi (3).
Duo autem filii Saphaldini, de quibus nihil [= nullus] adhuc dominus est, sunt quotidie ante Mamethum et in castitate vivunt ei. Et
quidquid datur ad pedes eius, devenit ad manus eorum. Et valet iste redditus plus quam ta millia bizantium.
XXX
Saracenati (dice
il Mariti Viaggi t. VITI p. 289) erano monete d' oro, le quali nel avevano soltanto de' caratteri arabi; il valore d questi corrisponderebbfe nei tempi nostri (anno 1776) a circa lire rfeeci fiorentine. Dunque circa 200 mila lire; le quali calcolate col meschino valore delle lire d'oggi, lo storico non isbaglier se vorr agguagliare le 200 mila lire a circa un milione di lire odierne. (2) E Riccardo e Matteo Paris non ricordano qui i cinque latini nel S. Sepolcro men-
(1)
cosi: IXjo alii fratres minores (1. e. p. 271) termina sunt quotidie apud Machometum dominum suum pr castitate sua, et quiequid datur ad pedes eius, debet esse ipsis fratribus minoribus: valent eniin ipsi reditus plus quam trgnta
>
188
BIBLIOTECA
1241
62
Son tro
lettere che
il
commosse
Europa
Cronaca
di
di
Monum. Germ.
1129-31.
historica
XXVIII
p.
207-10;
e nell' ediz.
Wats,
London 1684
p.
Senza dar tanto peso alle congetture, vogliamo credere che questo
che
noto fra Giordano da Giano che dettava in Germania verso
fr.
Giordano vice
ministro di due grandi Provincie molto disgiunte tra loro, Boemia e Polonia, non sia altri
il
il
1262
la sua Cronaca.
Nella lettera cujusdam episcopi Ungariae ad episcopum Parisiensem scritta nel 1240 (in Matth. Paris Chron. od. Wats, Londra 1684 pag. 1128) si fa menzione di Minoriti uccisi dai Tartari dotti Mordani: per illos (Tartaros Mordanos) credo esse interfectos Praedicatores et Fratres Minores, et alios nuncios, quos miserat rex Ungariae ad explorandum .
C.
1241
nell'
63
Sopra
un tale frate Guglielmo che lo Sbaralea qualifica noli' indice come perugino (!?). A fr. Gugliemo, penitenziere apostolico, e pi volte legato papale, furono diretto numerose lettere tutte a pr di Terra Santa, raccolte nel tomo I del Bullario frandella Sede Apostolica, ora
compendiamo
collo Sbaralea:
(sic!)
pr imperio Constantino-
politano (pp. 179, 180-81), et dissidiura regis Franciae cura ecclesia Bellovacensi componere (p. 203); corniti Barri Ducis crucesignato pecuniam assignare (p. 218) et pecuniae pr subsidio T. S. collectae quantitatem indicare (p. 218): praedicare crucem pr succursu
T. S. (p. 220) aliasqne plurimas commissiones accepit, fere omnes Terrae Sanctae et imperii Constantinopolitani subsidium spectantes (pp. 227-28, 232, 235, 237, 240, 245, 254,
256
e 291).
IV
(p.
309~10);
Terram Sanctam
appena
filius
257). Tutti
questi documenti,
molte belle pagine dello zelo di fr. Guglielmo, che noi sospettiamo di origine francese (1). Dal continuatore francese di Guglielmo di Tiro, veniamo a sapere che fr. Guglielmo verso 1241 si trovava nell' esercito
suflBciente materia per istendere
di Siria
avoit en
l'
neancierz
apostolo, legaz en
parolles: Por de cest ost leurz cuerz; car bien sachiez certainnement que il Ics ont parduz par leur pechiez; car si grant gent comme il a ci de la Crestient deussient avoir povair d' aler par tout contro les mescreanz, se Diex preist leur afairez en gre . Aucunz des Crestienz
ost 1 frere Meneur, qui avoit a nom frere Guillaume, qui estoit pe1' ost cil dist plussourz foiz en la fin de ses sermonz ces Diou! bone gent, proiez Nostre Seigneur quo il rande as granz hommes
1'
;
meismes en
ove era (1) Dalle molte lettere papali risulta lu aver predicata la crociata in Francia, in tale Oriente. e vari anni poi per penitenziere apostolico, Ms. de Rothelin {Becueil des Hist. de Croia. (2) ConHn. de Guillaume de Tyr dite du Occid. II. p. 550-51); seguono sei strofe sul tenore dei discorsi di fr. Guglielmo.
SECOLO
XIII.
189
suo socio
Frate Guglielmo trovandosi ancora in Oriente noi 1243, aveva lasciato in Europa un e collaboratore per gli affari della Terra Santa, il Minorit frate Bberlo de
di
53
inviargli
da due
lettere
lettera,
papa Inn.
IV
de' 7
agosto e
non sappiamo
egli detto
nome che
avesse,
frate
Guglielmo
frater
Gaufredus
fel.
tentiarius
Frate Gautier e frate Pasquale de' Minori come testimonii in un accordo fra Boemondo IV principe di Antiochia, convenuti nel palazzo vescovile di Tripoli, il 18 nov. 1241, presenti numerosi altri religiosi di vari Ordini (2). I Minoriti dunque si stabilirono in Tripoli assai prima di detto anno, verosimilmente nei primordi della regolare provincia. Nel 1255 vi fu tenuto un Capitolo provinciale di Terra Santa (3). Nel 1274, occupava la sede vescovile di questa citt il famoso Frate Paolo Romano (4), che unitamente a S. Bonaventura presiedette, per ordine del Papa, il concilio di Lione (5). In un documento del 1282 ricordato un tale fr. Giacomo d' Antiochia guardiano de' frati Minori di Tripoli (6). Alcuni anni dopo (1289) Tripoli cadde in potere do' Saraceni, e i Minoriti tutti furono messi L' attuale convento e Chiesa datano dal 1582, quando i Missionari a morte (7). di Terra Santa vi si ristabilirono per assistere nello spirituale i mercanti europei e le vicine popolazioni Maronite (8). Cresciuta la popolazione cattolica, la S. Custodia principi nel 1864 a costruire una nuova chiesa pi ampia, la quale fu condotta a termine soltanto nel 1873 (9).
1241
Convento
di Tripoli
vengono
registrati
cesco,
e
DB. Gerardo Mecateo da Villamagna, del Terz'Ord. di S. Franmorto nel maggio. Sua vita e gesta in T. S. vedi in Bollando Acta SS. t. Ili VII mail. Breviar. Ord. Min. die 81 mali. P. Leone Aureola Serafica 31
1242
maggio.
1243
leatisi coi
Latini in
Ascalona
Gerusalemme
e
Crociati della
Siria a
latini Tiberiade,
danno del Soldano d'Egitto, cedono Gerusalemme coi suoi santuarii (10).
compenso
ai
Il Soldano d'Egitto, Melek-Essaleh-Ayub, chiama in orde de' Corasmini, le quali unitesi alle truppe del mamelucco Bibars, sconfiggono i tre alleati nelle pianure di Gaza (11). Caduta Gerusalemme in potere di questi, vi massacrano cinque mila cristiani, allagando di sangue cristiano il tempio del SS.
1244
Ooraemini
suo aiuto
le feroci
(1)
Sbaralea BuUar.
t.
I p. 309-10.
(2) Seb. Pauli Codice diplomatico del S. Milit. Ord. Gerosol. (Lucca 1733) 1. 1 p. 133 n. 118. Cfr. Analecta (3) Itnerar. di fr. Rubruquis; cfr. Pa.no Storia cit. voi. II. pag. 66. In un docum. del sec. XIII ricordata una chiesa de^ Frati frane. 1. 1 Appendix pag. 416.
Neues Archiv X. 237, ap. RShricht Minori, ed un' altra di S. Chiara nella citt d Tripoli. Syria Sacra {Zeitach. d. Devi. Palaest. Ver. tom. X. p. 317).
(4) Fratello di Lucia,
Lea FamiUes
(5)
d'
Principe di Antiochia.
Oriens CJiristianus
t.
Du Cange-Rey
1175.
Le Quien
III pag.
univ. delle Miss. Francescane Voi. Calahorra Chron. de Syria libr. VI. e. 6 p. 463; e. 36 p. 565. (9) Dagli Schematismi della Custodia. (10) H. Sauvare Chroniqtie de Moudjr-ed-Dyn p. 89-90.
(11)
II.
e. 8.
H. Sauvaire
op.
cit.
p. 90.
190
BIBLIOTECA
Sepolcro (1). Nelle citato memorie del tempo non troviamo indizio esplicito di Minoriti massacrati dalle orde Corasmino come asseriscono comunemente le nostre cronache o le memorie di Terra Santa. Dato per, come abbiamo visto, lo stabilimento fisso do' Minori in Gerusalemme e nelle vicinanze nel 1230, non abbiamo ragione di rigettare la tradizione francescana che forse un giorno verr confermata, come tante altre, da non
68
dubbi documenti.
1245
Fr.
Domenico d'Aragona
nell'
de' Minori,
nopoli e
Oriente
e
(2).
54
Con
lettere de'
10
21 marzo 1245
fr.
in Oriente, con ordini al Gran Maestro o Cavalieri Gerosolimitani di prestarsi nei bisogni
del legato, e ai patriarchi e vescovi di attenersi rigorosamente alle sue decisioni, I docu-
Frate Domenico si trattenne a Waddingo. 1247 come risulta dal seguente documento: Litera in qua Philippus de Tociato Bajulus Imperli Romaeorum, et Aegidius Quintus, Gubornatores civitatis Constantinopolitanao excusaverunt Fratrcm Dominicum Hispanum
(3), ignorati dal
Papam pr fide catholica transmissum, de ad et Nobilium ac Praelatorum dictae civitatis, mora, supplicationem Imperatricis longa ibidem facta. Datum Constantinopoli, anno ab Incarnatione Domini MCCXLVII. Mensis
Aprilis, dio
IV. questo
il
il
sunto di
dette
lettere
che
si
conservavano
nell'archivio
(4).
S.
Romanae Ecdesiae,
1245-48 Fr. Giovanni da Piancarpino. Note ed osservazioni per una nuova edizione critica della sua relazione sui Tari^ari segue il testo della sua Prima redazione estratta da tm Cod. Torinese inedito, ecc.
;
55
Dopo
il
Sig.
fu
il
sufficiente
apparato
si
cri-
presa la
un lavoro pi soddisfacente
ci
secondo
esigenze
della- critica e
capit di trovare
un testo
del Piancarpino in
nn
del
in
cod.
memb.
D'Avezac,
due
volte,
siamo
fatti
queste domande:
il
Piancarpino
'scrsse
de' Tartari,
non gi
diverse,
ma una
(che la prima) in
forma breve
relazioni,
ampia
e particolareggiata.
il
pervennero
celebre Minorit?
Dov'
il
testo
l'ha mai indicata. Il secondo poi testo, ossia la seconda compilazione, sappiamo esser conte*
nuta pi ampia e pi completa nel solo cod. Leyde-Petau, edito dal D'Avezac;
ella
il
Piancarpino?
ma
dessa,
Il
D'Avezac non
difficolt
si
fece queste
ri-
Roberto Patriar. di Gerusalemme in Salimbene Chron. p, 60 e Lond. 1684. di Avila dal 1263 {Bull. vescovo fr. Domenico Suarez Questi poi probabilmente (2) Eubel Die Dischfe num. 45 (Rom. QvarMsch. IV). II) morto nel 1272.
(1)
Vedi
(3)
BuUar.
t.
I p. 771-72.
t.
VI
col. 101.
SECOLO
guarda
la
XIII.
191
prima compilazione
del
In quanto poi alla seconda o maggiore comgenuino testo della prima compilazione. che essa non ci pervenuta nella sua integrit (per lo del crediamo Piancarpino, pilazione meno nella seconda parte del cod. Leydo-Petau), poich essa doveva contenere anche il
tenore delle lettere che
il
55
Kan
scrisse al
in
nessuno dei
le
abbiamo, e nel breve compendio dell'itinerario che il compagno del Piancarpino, fr. Benedetto di Polonia, dett a quelli di Colonia (1), e nel Chronicon di frate Salimbone che
le
grande
libro autografo che conteneva esso lettere con la grande Frater Johannes scripsit unum magnnm librum de factis
tattarorum
illum
ferre...
et
aliis
.legi,
mirbilihus
ut
pluries
mundi, secundum
quod
oculis
suis
vidit,
et
faciebat
re-
librnm
facta
tattarorum gravabutur
Ex
ilio
autem
memoratas (impeplus
si
ratoria).
in
litteris
ricopiate queste
Salimbene soggiunge:
.
Non
continebatur
al-
conosce cod.
cuno della relazione del Piancarpino che contenga dette lettere, le quali dovevano essere di certo in essa, poich ex ilio libro lo ricopi il Salimbene. Di pi ancora; chi ponderi
le particolarit
che
il
Salimbene
ci
mancano
narra del viaggio del Piancarpino (particolarit che nonch il duplice titolo del libro che ci d lo
stesso Salimbene: librum de factis tattarorum, et aliis mirabilibus mundi , (titolo questo che indica chiaramente che una parto del libro trattava anche de aliis mirabilibus mundi, parte che non si conosce affatto); perci indubbiamente si dir fondato il nostro sospetto, che
non possediamo il testo integro e genuino della relazione del Piancarpino, la quale per lo meno mancante di un lungo capitolo o di alquanti paragrafi ; uno de' quali doveva con tenore il testo delle lettere del Kan, ed altri paragrafi le varie notizie de aliis mirabilibus mundi. Il doppio titolo datoci dal Salimbene verrebbe confermato anche
cio: fin qui,
Cum ex mandato Piancarpino premise al libro de' Tartari, ove dice ad iremus Tartaros et nationes Sedis apostolicae ad alias Orientis... elegimus prius ad Tartaros proficisci. Il Piancarpino dunque ebbe l'intento di visitare anche altri popoli
il
dell'Oriente oltre
Tartari; e lungo
il
percorso
li
visit certo.
sembra implicitamente
dall' attuale
prometterci di
parlar di loro
in
un
sua relazione sappiamo che fu soltanto fino a Si/ra Orda presso Karakorun,
il
parto del suo libro naturalmente doveva trattare di quelli e limitarsi a qualche capitola
guardante le altre nazioni e le meraviglie dell'Oriente; ora questo capitolo o questa parto, a cui allude il Salimbene, manca nelle attuali relazioni che possediamo del Piancarpino.
Ma
memoria
biamo
il
il
brano che
il
Salimbene consacr
alla
del Piancarpino, e perch rest ignoto al D' Avczac, o perch in esso racconto ab-
il
gran Tartaro
scrisse
ad Innocenzo IV.
A)
Ex
Igitur anno Domini MCCXLVII, cum civitas mca Parma a Fridcrico Imperatore quondam essot obsessa, exivi de Parma et ivi Lngdnnnm, et familiaritor fui locntns cum domino Papa Innocentio quarto in camera sua. Post festum autem omnium Sanctorum [-3 nov.^ arripui iter, ut in Franciam irem. Cumqne pervonissera ad primum locum fra-
(1)
Vedi
l'art,
seguente su
fr.
Benedetto di Polonia.
192
BIBLIOTECA
qui post Lagdunom occurrit, cadcm die frater Johannes de Plano Carpi qui redibat a tartaris, quo miserat eum Papa Innocentius qnartus. Erat
iste familiaris
56 trnm Minorum,
pervenit
frater
illuc,
homo et spiritnalis et litteratas et magnus prolocator et aliquando fnerat provincialis rainister in ordine (1). Iste ostendit unam cappam ligneam, quara portabat, ut daret domino Papae; in qua cuppa erat, in fundo, cuiusdam pnlcherrimae rcginae imago, ut vidi oculis meis, non artificialiter, seu opere pictorio ibi depicta, sed ex virtute constellations ibi impressa.
Johannes
in multis expertus, et mihi et aliis fratribus
semper impressioncm illius imaginis habuisset... nobis, qnod pulcherrimam capellam portabat capellam, ut nobis exposuit, omnia pontificalia paramenta, quae ad Missam celebrandam diebus solemnibus necessario requiruntur. Item dixit nobis idem frater Johannes, quod multa fatgatione itineris et laboris, et multa inedia famis et frigoris et caloris ad maximum Dominum Tartarorum pervenit. Et quod lattari appellantur, non tartari. Et quod comedunt carnes equinas, et lac jumentinum bibunt. Et quod vidit ibi cum eis ex omni natione, quae sub coelo est, exceptis duabus. Et quod non potuit intrare ad magnum Dominum Tattarorum, nisi purpura esset indtus. Et -quod honorifice et curaliter et benigne fit receptus et tractatus ab eo. Et quod inquisivit, quot essent qui dominabantur in partibus occidentis. Et respondit quod duo Papa videlicet et Imperator, et ab istis duobus omnes alii habebant dominia. Iterum quaesivit quis istorum dnornm esset maior. Cumque frater Johannes dixisset quod Papa, protulit litteras Papae et dedit ei. Quas cum legi fecisset, dixit quod rescriberet Papae epistolas responsivas, et daret sibi; et factum est ita. Item frater Johannes scripsit unum magnum libvum de factis tattarorum et aliis mirabilibus mtmdi, secundum quod oculis suis vidit.
Et,
si
in
fiisset,
... Item idem frater Johannes dixit ad donandum domino Papae. Et appellabat
Et
faciebat illum librum legi, ut puries audivi et vidi, quotiens facta tattarorum gravabatur referre. Et ubi mirabantur, vel non intelligebant legentes, ipse exponebat et disserebat de singulis. Ex ilio autem libro nihil scribere volui, nisi epistolas superius memoratas, quia nec ad scribendum tempus habebam. Sunt autem epistolae illae hunc modum habentes:
Papam
Jnnocentium quartum
(2).
litteras certissimas
atque
vcras. Habito Consilio pr pace habenda nobiscum, tu, Papa, et omnes christiani nuntium nobis transmisisti, sicut ab ipso audivimus, et in tuis litteris habebatur. Igitur si pacem
tu. Papa, et omnes reges et poteiites pr pace dif&nienda ad modo postponatis, et tunc nostram audietis responsionem pariter atque voluntatem. Tuarnm continebat series litterarum quod debemus baptizari eteffici christiani.
me
venire nullo
Ad Ad
respondemus, quod hoc non intelligimus qualiter hoc facere debeamus. in tuis litteris habebatur, scilicet quod miraris de tanta occisione hominum, et maxime christianorum, et potissime polonoram, moravorum et hungarorum, tibi taliter respondemus, qnod etiam hoc non intelligimus. Yerumtamen ne hoc sub silentio omnimodo transire videamur, taliter tibi dicimus respondendum. Quia litterae Dei et praecepto Cuinis-Chan (3) et Chan non obedierunt, et magnum consilium habentes nuntios oc-
hoc
tibi breviter
aliud,
quod etiam
ciderunt. Propterea
et in
quod
si
Deus non
fecisset,
(1) Il Piancarpino fa Custode di Sassonia (1223-24), poi Ministro della stessa provincia (1228-30), indi Ministro in Spagna (1230-32), e di nuovo Ministro di Sassonia (1232-39). Cfr. Anal. frane, t. Ili p. 266 e gli autori citati ibidem in nota.
Dobbiamo, come abbiamo detto, al Salimbene, se oggi possediamo integro il testo Gran Kan. Il D'Avezac (nella prefazione al Piancarpino p. 198-99), e Rmusat (nelle Mmoiree de l'Acadmie dee Inscriptione t. VI p. 428), pubblicarono il testo di queste stesse lettere, ma monco in fine e in alcuni punti variante, quale ce lo tramand il Cod. Colbertino che contiene il compendio dell'itinerario dettato a Colonia da fr. Benedetto polacco, compagno del Piancarpino. Vedine il testo nel seguente
(2)
art. su r.
(3)
Benedetto di Polonia.
e pi sotto lessero gli editori d
Ossia Gingis-Chan; perci nel cod. Vaticano dev'esser scritto Cincis Chan, e non
Cuinis
come qui
Parma.
SECOLO
XIII.
193
solos vos cliristianos esse crcditis, et alios dcspicitis ; sed qnotnodo scire potestis. cui Dons suam gratiam conferro dignetor? Nos autem Deum adorando, in fortitudine Dei ab oriente
66
omncm terram ; et si haoc Dei fortitudo non esset, homincs quid facere potuissent? Vos autem si paconi suscipitis et vestras nobis vultis tradore fortitadines, tu, Papa, cum potentibus christians ad nio Tenire pr pace facienda nullo modo et tunc sciemus quod vultis pacem habcre nobiscum. Si vero Dei et nostris litdifferats teris non credideritis, et consilium non audieritis, ut ad nos voniatis, tunc pr certo sciemus quod guerram habere vultis nobiscum. Post hoc quid futurum sit, nos nesciraus ; solus Deus novit. Cuinis-Chan (1) primns Iraperator. Sccundus Thaday-Chan (2). Tertins TnjucliNon plus continebatur in littcris Domini Tattarorura missis ad Papam . Cban (3).
;
(p. 82-85).
Poi pi sotto, ritorna a parlarci dello stesso fr. Giovanni da Piancarpino de' barbari in Italia, continua:
dopo averci
... Quinto et ultimo (et utinam ultimo!) tattari venire disponunt, et Italiam occupare, prout retulit frater Johannes de Plano Carpi, qui cum magno Domino tattarorum familiaritcr fuit locutus. Et est Planum Carpi in perusino districtu. Et nota, quod tempore Papao Gregorii noni, primo insonuerunt rumores de tattaris. Secundo, Papa In* nocentius quartus fratrem lohannem de Plano Carpi misit ad eos. Tertio, Papa lohannes XXI iterum misit ad eos sex fratrs Minorcs, duos de provincia Bononiae, quorum unus erat lector, frater Antonius de Parma; alius discretus homo, scilicet frater loJumnes de
Sancta Agatha;
fratres lectores,
et totidora de provincia Marchiae anchonitanae, et totidem do Tuscia discretis. Lector Tusciao, qui ivit ad tattaros, fuit frater G-
fratris Arlotti, qui con venta vit Parisius, et factus est cathedralis magister. Ecvcrsi sunt itaque fratres Minores a tattaris valde sospites, et multa dicebant de eis, ut
audivi
auribus
meis
(4).
tattaris,
Lugdunum
venisset ad
Porro cum frater Johannes de Plano Carpi, rediens a Papam Innocentium quartum, et retulisset ei rumores de
tattaris et epistolas rep/aesentasset et dedisset donaria, quinqne fecit sibi Dominus Papa. Prmum fuit, quia curia iter eum vidit, et benigne et familiarter eum tractavit. Secnndnm
fuit,
quia tenuit
eum
(1)
(2)
Leggi: Gingis-Chan, legislatore e primo imperatore de' Tartari. Leggi: Chaday, o Koday o Okkoday-Kan, secondo imperatore (1227-41) e successore
di
: Kuyuk o Gujuk-Kan (terzo imperatore e figlio di Okkodaj-Kaf) autore della presente lettera, eletto imperatore nell' agosto del 1246, presente il Piancarpino. In vari testi erroneamente detto Cuyne per Cuyuc o Kuyuk. < vir (4) Fr. Gerardo religosQs et doctus , fratello germano del Generale fr. Arlotto
da Prato (1285-86), era stato studente a Pisa con fr. Salimbenei tra il 1241-46, e termin i suoi studi a Tolosa dopo il 1248 (Salimb. p. 139). Da Urbano IV, con lettere de' 22 lugl. 1264, fu spedito apocrisario con fr. Rainerio da Siena a Costantinopoli presso l' inip. Michele Paleologo (Wadd. an. 1264 n. 2; Sbaral. IL p. 564). Poi, nell'aprile 1278, con i frati Ant. da Parma, Giov. da S. Agata, Andr. da Firenze e Matt. d'Arezzo fa mandato ad Abaga re de' Tartari orientali, ed al Gran Kan imp. de' Tartari (Wadd. an. 1278, n. 8-10. Sbaral. III. p. 289-99). Premesso questo, osserviamo: frate Salimbene ricorda questa legazione presso i Tartari composta di sei frati, due per ogni provincia cio di Bologna, delle Marche e della Toscana tre cio lettori o maestri in teologia, con tre altri detti discreti;. e la dice inviata da Giov. XXI, il che sarebbe tra il 15 sett. 1276 e il 16mag. 1277, epoca
il
differenti
Missioni
Salimbene non erra nel nome del papa che li invi, fra i Tartari capitanate da fr. Gerardo: una
sotto
r altra
papa Giov. XXI, ricordata dal Salimbene con sei frati, e III, coi soli quattro compagni mentovati nelle snc*
18
BibUot.
Tom.
I.
194
BIBLIOTECA
66
Imperator ab eis expnlsus atque fngatns: nam semper tenebat sex fratres Minores secum quamdia vixit, ut vidi oculis meis. Tertiurn, quia commendavit oum Papa de labore suo et fidelitate : dixit ergo ei Papa henedicaris tu, fili, a Domino lesu Christo et a me Vicario sw, quia in te video impletum Salomonis verbum, quod in Proverbiis dicit, XXV etc. . Quartum fnit, quia dedit ei archiepiscopatuni Antivarensem, dicons, Matth. XXV etc. Quintum, quia itcrum fecit oum legatum ad Lodovicum Eegem Franciae dirigendo. Ad quid autem eum ad Eegem Franciae miscrit, frater lohanncs, CUOI inquirebatur ab eo, manifestare nolobat. Causa autem hnjus Icgationis creditur haec fuisse. Innocentius Papa Fridericum deposuerat ab Imperio, et parmenses rebellaverunt
fnit Victoria civitas (1), et
:
contra Imperinm, insuper et de civitate sua expulerant et opprobriose fugaverant, et Victoriam civitatem suam, quam juxta Parmam fecerat, omnino destruxerant, ita ut nullum penitus de ea remaneret vestigium. Et ideo ex omnibus istis injuriis impatientissimus erat factus, et, voluti si ursa raptis foetibns in saltu saeviat, totus inflammatus ad iram et in furorem conversus. Nam post fugam ivit Cremonam, et postea venit ad Torexellam, et circa Parmam versabatur et faciebat mala quae poterat, et, quae facoro non poterat, minabatur. Et multa mala fecit, antequam rodirct in Regnum, ut infra dicemus, et ut in alia posuimus chronica. Cognoscens igitur Papa quod Fridericus maxiraus persocutor esset Ecclesiae, et quod venenum libenter, si possot, effunderet, et de persona sua non modicura
timens, misit rogando Regcm Franciae, quod suum differret passagium, quonsque cognosceret quid de Friderico finaliter faceret Deus. Allegabat praeterea, quod in Italia multi
atque perversi et pestilentes homines versabantur, viri inopes et latrocinantes, et aere alieno oppressi, qui, congregati cum Friderico, eum quasi principem scquebantur, et bona ecclesiastica dissipabant. Quid plnra ? Papa laboravit incassum ; quia non potut avertere Regem a desiderio transfretandi, eo quod parati essent crucesiinfidelos, et pessimi
Nam
gnati, et omnes ad transfretandum impensae. Et misit dicendo, quod committerct Papa factum Priderici divino iudicio, quia Deus est qui gradientes in superbia potest humiliare. Igitur Lodovcus Rex Franciae, obstinato animo et irrevocabili proposito, ac mente prompta,
atque devota, disponebat penitus transfretare, et quam celerius posset Terrae Sanctae dare succursum (2). Cum igitur primo vidi fratrem lohannem de Plano Carpi, qui redibat a tattaris, sequenti die ivit Lugdunum ad Papam Innocentium, qui miserat eum. Ego vero arripui iter ut Franciam irem ... (p. 86-87). Et ecce frater Johannes de Plano Carpi redibat a Rege, ad quem miserat eum Papa. Et habebat librum quem de tattaris fecerat; et fratres legebant coram eo, et ipse interpretabatur, et exponebat quae videbantnr obscura et intellectu difficilia ad credendum. Et comedi cum fratre lohanne tam in domo fratrum Minorum, quam extra in abbatiis et solemnibus locis, non semel, ncque bis. Invitabatur enim libei ter et frequenter tam ad prandium, quam ad coenam, tum quia legatus Papae, tum quia ad Rogem Franciae missus, tum quia a tattaris venerat, tum etiam quia ex ordine fratrum Minorum erat, et sanctissimae vitae credebatur ab omnibus. Nam, cum fui Cluniaci, dixerunt mihi monachi clnniacenses : utinam semper iales legati mitterentur a Papa qualis fuit frater Johannes,
Nam
alii legati, si
{\) Il
t.
IX
col.
1. 1.
p.
200
e. 26.
Muratori Script.
(2)
quanto
di quella
tutti noto l'esito lacrimevole tanto d questa prima crociata (1250) in Egitto, seconda in Tunisi (1270), nella quale il Santo re lasci la vita sulla spiaggia
di Cartagine. Il Salimbene ci racconta come il primo disastro de' Crociati produsse in Francia grande ira contro i Francescani e Domenicani che vi avevano predicata la croce. La gente stolta che aveva dato ascolto alle turme de' pecorai francesi, che declamavano quod mare operi', l debebat ad regem Franciae ulciscendum, ora, bestemmiando Dio, se la pigliava coi
frati e diceva
Maometto pi potente
di Cristo
(p. 225).
uno savio
fa
Dio a pro-
pria immagine, e lo vorrebbe aiutatore dei suoi conati, complice delle sue passioni, e pronto rimuneratore d' ogni atto che dice di fare a gloria sua > . M. Tabarrini Studi di critica
storia (Firenze 1876) pag. 169.
SECOLO xm.
195
asportare, asportant. Frair vero lohannes, cum transivit per nos, nihil accipere voluit, pannum pr una tunica pr socio suo Et cognosce ta, qui legis, qnod menasterioni caniacense est nobilissimum monasterium monachornm nigrorum in Bnrgnnda ordinis sancti Benedicti. Et sunt ibi plures priores in clanstro. Et in praedicto loco tanta
nisi
.
56
domornm, qnod Papa cum cardinalibns et cnm tota cnria sna posset ibi hosImperator similiter et eodem tempore cnm sua, sine monachorum detrimento. Nec esset necesse propter hoc, quod aliquis monaehns de cella sua egrederetur, et incommodnm aliquod snstineret. Kota etiam, qnod ordo sancti Benedicti quantum ad monachos
est mnltitndo
pitari,
et
quam
in
Chron.
B)
p. 88-89).
Ex
il
vita Innocentii
Papae IV.
non
dispiaccia allo studioso di udire anche
il
Dopo
breve
storico
IV
< Ad Tartaros gentem amaram, nullius religionis et ritus, quae prae sui multitudine repleverat quasi universam faciem partium Orientis, missus est [ab Inn. IV] vir multae rel^onis frater lohannes de Planocarpino ordinis Minorum, Poenitentarius ipsins, post1 Aug. 1252 f]. modum Archepiscopus Antinacensis [corrige: Antibarensis 1248
Qui transiens per terram desertam, inviam et inaquosam et per diversarum viarum amfractus, in fame et siti, trigore et nuditate, ad illos post multos fere per annum labores graves et Tarios, duce Domino est deductus, alloquens eos postmodum per inierpretem, cum ignotae linguae ab habitabili nostra zona penitus habentur ; multo laboravit studio si quo modo reciperent verbum Dei et ad ovile fidei catholicae vocarentur. Hic solus ad ipsornm Regem pervenit, cum plurimi hoc teutassent, nec nnquam ipsum attingere potuissent, et propter ipsius dlstantiam, qui erat in ultima parte sui ezercitus constitutus, qui qnidem exercitus in longum nimium tendebatur. Destinavit quoque [Pontifex] ad infideles paganos, Soldanos videlicet Babiloniao et Iconiae, et alios quoque plures, nuntios speciales, viros religiosos ordinis Minorum et Praedicatorum, doctos in scientia verbi Dei, ut et ipsi abdicato infidelitatis errore venirent ad fidem et ad nottiam vertatis. Quod qnidem gavisi, honorantes plurimum nuntios memoratos, per quos omnes rescripserunt ipsi summo Pontifici, quamquam in snae infidelitatis velamine remansissent (1) .
Biportate queste due testimonianze di due storici che conobbero
ora alcuni cenni de' pochi codici che
del celebre ambasciatore, e in ultimo
si
il Piancarpino, diamo conoscano contenere pi o meno intera la relazione il
daremo tutto
trovammo
l'
Ma. Leyde-Petau. Ossia il ms. di Paolo Petan oggi nella biblioteca delUniversit di Leiden in Olanda (2). Sul margine inferiore del primo foglio porta l' im1*
(1)
IV a fr. Nicolao de Curbio in Miscellanea Balazii-Iansi t. I. p. 198. memorie contemporanee abbiamo: Post Concilium (Lugdunense an. 1245) Papa mittit nnncios Minores Fratres ad regem Tartarorum et alios nnncios ad Soldanum Egypti, hortans eam per epistolam ad paeem cnm Christians habendam > Annoi. S. PcuUaleon. in Mommi. Germ. hiat. t. XXII p. 540. E uno statato dell' Ordine Cisterciense prescriveva nel 1245 speciali preghiere ordinate dal Papa Pro Praedicatorbus et fraMbus Mlnorbas^ quos misit D. Papa ad partes remotissimas pr negotio fidei, scrbens pr ipsis eapitulo generali, dicantar semel VII psalmi a singnUs monachis, et septies Pater noster a singnlis con*, ersis per ordinem universum Martene-Durond Themttnts noma anecdotorum t. IV
Da
Vita Innoc.
altre
col.
1385
n. 12.
(2) Da un facsimile del Ms. riprodotto noli' edizione del D' Avezac, evidentemente s scorge l'antichit del cod. che certo della prima met del sec. XIV, seppur non sia dell' nUima
met del
sec.
XIII.
196
BIBLIOTECA
jilno parole Acad. Lugd. che D' Avezac prescelse questo cod.
66
pressione i questo
tutta ragiono
edizione,
il
ci
indicano
V antica sna
o
testo
provenienza. Con
della
per baso
dell'
principale
sua
rimandando
in
nota
testo genuino del Pctau, collo varianti degli altri codd. in nota, egli cred
ser-
virsene per fondamento e darci ricostruito un testo quasi tutto nuovo con
pi o
meno
questo
compendio
di
Vincenzo
di
Beanvais.
Modo
pubblicare
testi
Un
i
altro difetto del D' Avezac quello puro di non averci descritti neppnr
menomamente
della re-
meno
testo
pi
completo che
si
conosca
integrit
anche la
non
elio
Data r importanza
parti di cui
si
questo cod
e la
grande rarit
gli
dell' edizione
compone
sfiv/si
le interpolazioni
la relazione del Piancarpino o giunte del D' Avezac (1). Incipit hystoria
secondo
il
cod.
Lejde-Petau,
tartaros
Il
nppellamus*. Notiamo
distinto
;
nella
prima
(in D' Avezac p. 207-341); e nella seconda parte, contenuta nel nono o ultimo capitolo, il Piancarpino descrive il suo itinerario, gli avvenimenti
V udienza di Euyuk-Ean, e il suo ritorno (in D' Av. p. 341-377). Al Prologo, che in altri codd. detto epistola, precede una salutatio o direzione: Otnnibus fidelibus ad quos praesens scriptum pervenerit, fr. Johannes de Plano Carpini or. fr. Min. scdis aposi, nuncitis ad Tartaros et ad nationes alias Orientis, Bei graiiam
occorsigli,
N.
I.
C. victoriam trium-
prologus :
Cum
oerdnalium voluntatem,
in
&me,
siti,
(1) Relation de
Mongds cu
Tartarea
par
le
Carpm
de V ordre
deg frhres tnineura, legai du Saint- Sige Apoatolique, Nonce en Tartarie pendant tea annea 1245-1247 et Archevque d' Antivari. Premire dition complte publte d' aprs tea manuscrita
de Jjeyde, de Parta et de Ixmdrea et prcde <f une notice aur lea anciena voyagea en Tartarie en general, et aur celui de Jean du Pian Carpiti en particidier, par M. D' Avezac dea aoeita gogruphiqnea de Paria, de Londrea et de Franefort, de la aocit Aaiatique eie. Paris, Artlius- Bertrand, 1838 in 4" di pp. 392. Con una carta geografica dell' itinerario del Piancarpino. questa la prima edissione da noi citata, o piuttosto una edizione di pochi esemplari tirata a parte pour Hre diatribue aux amia de V avfatr (esemplare nella Nazionale di
Firenze), la quale, I' anno seguente 1839, nello stcssu formato e tipi fu inserita nella raccolta delle memorie della societ geogr&Rc& di Parigi Recueil de Voyagea t. IV pp. 400-779. Ambe
le
SECOLO
XIII.
197
perpetqa, iiobis mnltiplicitor eTeiierant: non tamon pcporcinius nobis ipsis nt voluntiitem
Dei,
55
et nt prufcorcnms in aliquu
Christianis vel saltem, scita veracitor voluntate et intentione ipsorum, posscinns illam patofacere Christianis, ne forte sobito irruentes inTeniront cos impraeparatos, siciit peccats
liominnm cxigentibas alia vico contigit, et facerent magnani stragom in pepalo Christiane. Unde qnaecumque pr vostra ntilitato vobis scribimns ad cantolam, tanto eecurius creder
dcbetis,
quanto nos cnncta vel ipsi ridimns ocnlis nostri, qni per annum et qnutuor menscs et amplins, per ipsos pariter et com ipsis, ac fuinins inter cos, vel audivinins a
Christianis qni snnt inter eos capti et, nt crcdimns, fde dignis.
pontifico
Mandatum mini a
sniiinio
habnimas at cnncta perscrutaremur, et videremns omnia diligenter; quod taui nos, quam frater Benedictns Polonas (1) einsdem Ordinis,'qui nostrae tribnlatienis fuit socins
et intorpres, focimns studiose. Sed
si
non debetis propter hoc nos appellare mendaces, qui vobis reforimns alia (2) quae ipsi vidimus, vel ab aliis pr certo audivinins, qnos esse credimus fido dignos. Imo est valde crudele ut homo propter bonum quod facit ab aliis infametur (3) .
partibns Ycstris nescinntnr,
Dopo
il
il
la
chiama
il
D'Avewic:
scribcre
Tartarornm,
qudeni
quarto de moribns, quinto do ipsorum imperio, sexio de bellis, septimo de terris quas eorum dominio snbiugarunt, odavo quomodo in bello occurratur eisdem, ultimo (4) do via quam fccimus et curia imperatoris et tostibns qui in terra Tartarornm nos invenernnt *
.
Segue quindi
il
abbiamo osservato,
si
divide in
contiene
primi otto capitoli, tratta della regione, Le rubriche do' capitoli sono:
usi,
costumi,
De
Cap. Cap.
Cap.
Cap. IV. De moribus bonis et malis, et consuetudini (bus) t cibis eorum. V. De principio impcrii tartarornm et principum eorum, et dominio imperatoris
et principum eius.
crndelitate captivorum
hiis qui se
Cap. VI. De bello et ordinatone acicrum et armis et astuciis et congregatione et [= in captivos], et oppugnatone munitionum, et perfidia eorum in
reddunt eisdem.
Cap. VII. Quomodo faciunt [cum] hominibus pacem, et de terrarum nominibus quas subjugaverunt, et de tyrannide quam exercent in hominibns suis, et de terris quae eis
restiterunt.
(1) Il
(2)
(3)
nome Polonua
Corrige Ula.
altri
manca
negli
(4) Quest'
dell' ultimo capitolo manca nel sommario degli altri codd., perch tutto questo capitolo che contiene la seeondn parte della relazione, contenuta, osservato, nel solo cod. Leyde-Petau.
198
BIBLIOTECA
Cap. Vili. Quomodo bello tartaris occarratur, et qood attondnnt [corr. quid inten-
66
astaciis in
capitolo contiene delle istruzioni ai cristiani per difendersi dai Tartari. Esso termina con
questa clausola, che troviamo soltanto nel cod. Leyde-Petau che descriviamo: Haec autem quao superius scripta sunt, nt illi qui viderunt et audierunt, tantum duximns referendum,
noverint astucias
non ut instrnamus discretos qui per exercitum [probabil. exercitium] pugnae, bellorum credimus onim quod multa meliora et utiliora cogitabunt et facient illi ad hoc qui pmdentes sunt et instmcti poterunt tamen per illa quae superius dieta sunt,
; ;
habere de
eis
La seconda parte
Leyde-Pctau, contiene
in questo cod.
:
et de
curia
invenerunt ibidem.
Esso principia con questi due capoversi; cio sommario: Dicto quomodo bello occurratur quam fecimus etc. e testo Cum iam proposuissemns, ut dictum est prins alias (2), ad Tartaros proficisci, ad r^em pervenimus Boemorum ...,
;
:
e termina: Sunt et testes mercatores de Gonstantinopoli... Michael Genuensis ...Petrus Paschami ali) plures fuerunt, sod eorum nomina nescimus Cui immediatamente segue
;
una compilazione anteriore e pi breve: questo epilogo importante, perch Bogamus cunctos qui legunt praedicta, ut nihil immutent nec apponant quia nos, omnia quae vidimus, vel audivimus ab aliis quos credebamns fide dignos, sicut Deus testis
ci
ricorda
est,
Sed quia
illi,
Campania (4), suprascriptam historiam libenter habebant, idcirco eam rescrpserunt antequaxn esset completa et etiam piane contraota, quia nondum tempus habueramus quietis, ut eam possemns compiere piene. Ideo nemo miretur quod in ista plura sint et melins correcta quam
sint in illa
;
Boemia
et perfecimus illa
quae nondum erant completa. Eocplicit hystria Mongolorum quos nos Tartaros appellamus * Descritto cosi il principale ms. di Leyde-Petau, notiamo anche i quattro seguenti codd.
2"
Ms.
il
Lord Lumley.
e la
XVI
:
(5).
Esso
di-
contiene
prologo
prima
parte, ossia
non
si
pende dal compendio del Bollovacenso, poich questo contiene molte cose che non
tro-
il
D' Avezac,
una frazione
della
relazione
(1) Gli altri quattro codd. del D' Avezac (Colbert, Lumley, Dupuy e Londinese) terminano prima, e senza questa clausola, con le parole: ...plura mala fecerunt eis quam alii * 11 cod. Colbert aggiunge: expliciunt gesta Tartarorum. (jui sunt eorum adversarii manifesti tradisce evidentemente la posteriorit d tempo in cui fu Questa pure (2) espressione
.
compilato quest' ultimo capo, o seconda parte del (3) Liegi nel Brabante.
(4)
(5)
libro.
Champagne
nel 1809.
I p.
ri-
stampata
SECOLO xni.
3"
ai foli.
199
di
198 principia
relaziono
il
del
Londra, sognato ms. reg. 13. A. del scc. XIV, in 4"; Piancarpino, che contiene la sola prima parte e
le
65
Ms.
sue varianti.
i
Dupuy
n.
686
Parigi
tra
mss. di
del
Giacomo
Dupuy. Questo ms. non contiene altro che fatta da Vincenzo di Beauvais.
5"
Piancarpino
Ms. Oolbert: della nazionale di Parigi, registrato nell'antico catalogo sotto num. 2477; ms. memb. del sec. XIV a due colonne; la relazione del Piancarpino termina come nei mss. Lumley, Dupuy e British Museum. Questo cod. ha il vantaggio sopra
il
relazione del
un anonimo contemporaneo
del Piancarpino, e h)
al
compagno
testo,
mutilo in
fine,
Kuyuk-Kan consegn
Piancarpino
in risposta
a quella invia-
da Innocenzo IV. Questa compendiosa relazione di fr. Benedetto la pubblic pel primo D'Avezac in appendice al Piancarpino col titolo fittizio De itinere fratrum Minorum
frater Benedictus
ad Tartaros, quae
Polonus riva voce retulit (p. 378-83) riproducendo Kuyuk-Kan a pag. 198-99 della dotta Prefazione (1). 6" Ood. Vinoentii Bellovacenss ossia del celebre Domenicano Vincenzo di Beauvais (f 1264) che fu il primo a compendiare la relazione del Piancarpino in oJ ca-
pitoli
Speculum
historiale edito
testo del
verso
lino e
Domenicani
fr.
Simone da
S.
compagni. La prima parte della relazione del Piancarpino compendiata da Vinaltri quindici capp. che sono i (i capp. 3-17), e la seconda in
i
il
V epilogo
compendio
menicani, pass
nella
1585
1595
sotto
il
servirono
successivamente
Itidolfi,
tutti
gli
S.
liaynaldi,
sino al
Il
Waddingo e i seguenti ripeterono il detto da loro sijio al testo datoci dal D'Avezac. D'Avezac indica anche i tre seguenti codd. da lui non potuti vedere:
7"
Ms.
Bennet College
Tartarorum,
di
Cambridge
Mongallorum
8"
sivc
coli' incipit
Omnibus
n. 181
contiene
le
relazioni
Eubruquis. Ms. Saint-Martin de Toumai Q. A 9 anche quattro Altri quattro Codici: Nella
9"
la
relazione
del
Pianciirpino.
i
questi
seguenti
in 4",
fol.
a-13b:
Ioaji
Incipit post
argumentum
rclationis
Omnibus
festi
qnam
86).
alii
I.
p.
La
stessa
biblioteca
ha un
(1)
Vedi
il
Benedetto di Polonia.
200
BIBLIOTECA
mcmb.
n.
55
altro cod.
362
del sec.
cit.
XIV,
t.
fol.
del nostro P.
p. 54). Altri duo Codd. sono registrati nei Mss. {Tahulae da Fanna con questi pochi cenni: 3, Hannover bibl. pabbl. cod. 623: Libellns historicos lohannis de Plano Carpini, qui missns est logatns ad Tartaros an. Dui.
rilibus Tartarornni
1.
est saec.
XVI.
4.
Beventer
in Olanda, cod.
839
saoc.
XV:
Ioannis
Versioni italiane
Oltre
vole
La prima volta comparve tradotta in italiano nel 1537 col titolo: Opera diletteda intendere nella qviale si contiene doi itinerari in Tartaria per alcuni frati dell'ordine mirare e di San Domenico cio frate Giovanni e frate Simone mandati dal
papa Innocentio
IV nella detta provincia di Scithia per ambasciatori. Stampata in ViAntonio de Nicolini da Sabio nell'anno MDXXXVII. G. di 17 ottobrio. negia per In picc. 8, d 56 fogli, con una incisione in legno sul frontespizio. Questa edizione itaRamusio Viaggi
ediz.
(Usiamo la 4*
245
V.,
in
50
capitoli
L. IV. 25)
del secolo
Ood. della Nazion. di Torino: latino n. MLXVI (segnato ora E. V. 8, alias memb. miscellaneo in 8' a due colonne, di foli. 102, scritto in nitidi caratteri
XIV,
e fors'anco dell'ultima
met
Noi
lo
studiammo nel
feb. dol
1899; ed ora fortunatamente veniamo a sapere dall'illustre bibliotecario Dr. Carlo Prati
che
il
cod.
1904,
ma
specie verso
di
margine
interno, e che
il
testo quasi
sempre
leggibile.
:
fol.
11 a-15 a Tar-
Liber de
factis
tarorum a quodam fratre Minore compositus qui longo tetnpore fuit inter eos. Da questa rubrica risulterebbe che il copista non conosceva l'autore, tacendone il nome e dicendolo
fra
Tartari
se per longo
sedici
de'
mesi
compilatori
del
catalogo
Mss.
mancava
un Minorit anonimo
:
a detta
loro,
da non confondersi
Non
est
Carpini,
Script, p. 221) qui Tartarorum historiam pariter scripsit, addita epistola quao incipit
Cum
ex mandato Sedis Apostolicae. (1). Ma il vero si che il cod. Torinese non contiene altro che un testo del nostro Piancarpino;
ste.se
e,
so
il
ogli
prima
si
vide co-
stretto di lasciar copia di essa in vari luoghi per dove pass. Egli
del hi
fatti
neW epilogo
prima:
Sed quia
t.
(1)
II p. 355).
certamente dopo il marzo e prima del novembre del 1247, come risulta anche da (2) un passo del nostro cod. Torinese (cfr. 1 dell' Appena, in nota) ove il Piancarpino dice che 1 Tartari /?i martto praeterito ae debiierunt mov^e contro l' Europa. (3) Come vedemmo nel racconto di Salimbcne, fr. Giov. fu trattenuto nella corte del
Papa
per tre mesi (dee. 1247-mar. 1248), ove senza dubbio ebbe tempo di stendere la asconda
compilazione.
SECOLO
fecioiQS, qui
XIII.
201
smit
in Polonia,
56
pieno contracta, quia nondum tcmpus habneramos quietis ut eam possemus compiere pieno. Ideo nerao mirotur quod in ista (cio nella seconda compilazione) plura sint et melins
correcta
qnam
sint in illa;
corre-
Piancarpino
ci
lasci
il
durante
il
viaggio di
i
ritorno, entro
marzo-novembre
a Lione cnlro
secondo
il
La
Torinese, che
fin
qui sa-
rebbe l'unico esemplare noto che la contenga, e sconosciuta al D' Avezac e ad altri. Dopo un serio confronto del cod. Torinese con tutti i cinque codd, usati dal D' Avezac, e non
ostante
le
due principali
di osso
codd.
Colbertino e
Leyde-Pctau, ab-
compreso compendio del Bollovacenso. Il cod. Torinese infatti ha tutti contrassegni d'un tosto di una classo o redazione ben distinta; il quale se pur si accorda o discorda vicendevolmente or con l'uno e or con l'altro de' codd. usati dal D' Avezac, in molti punti per si
il
i
da
scosta da tutti,
fra tutti
i
si
quelli. Arrogi,
che
suddetti codd.
nostro Torinese
il
libro
un
se-
Papa,
mancano
negli
Arrogi, cho se
si
il
vo-
di paragrafi di
i codd. della stessa^ e per di pi aggiungervi a capriccio che non esiste n in compendio n per esteso in nessuno do' codd. della detta seconda redazione. Ci non pertanto, non possiamo giurare sulla validit delle nostre deduzioni, basate forse per inconsiderazione su qualche erroneo supposto. Dato
dalla
comune
lezione di tutti
una
lettera del
Kan
per comunque il nostro giudizio, lasciamo la decisiva sentenza a chi intraprender una nuova e critica edizione del Piancarpino su pi codd. che non ebbe il D' Avezac. Se non
altro,
il
testo Torinese
relazione.
che
della celebre
qui pubblichiamo varr per dilucidare non poche varianti Premettiamo innanzi tutto un indice defl cod. Torinese; esso
contiene
a)
Una
Annis ab
Adam
dtiobus mil-
libus dcxl.
primo
annis
XXVII.
:
, col seguito di
una cronologia
e de' sovrani
Papi Innocenzo IV
avvenuta Anno Cliristi m.cc.xUii. indictione prima, sequcnti die post natalem Iohannis Baptistac; qui, dominica in vigilia Aposiohrum consecratus, regnum induit, et
in
eorumdem
festo
(fol.
1-10
a. 1).
Indicazione
autore della cronchetta presente in Anagni all'elezione di Inn. IV. Cfr. in Pagi Breviarium hist, t. II p. 166 (ed. 2.) le varie questioni sul giorno dell'elezione e consacrazione di Inn. IV.
l'
b) Segue nel cod. un trattatalo [De variis nationibus Terrae Sanctae]: 1 De Asisinis, 2 de Machumeto, 3 de Surianis, 4 de Armenis, 5 de Georgianis, 6 de Jacobinis, 7
gontibus ydola colentium
de Nostorianis, 8 de Maronitis, 9 do Moserabibus, 10 de quibusdam ludaeis, 11 de diversis (sic), 12 de Biduinis, 13 de Turchommanis, 14 de Pullanis (fol.
202
BIBLIOTECA
1-11
a. 2). Il
66 10 a.
scrisse in proposito
quale trattatollo non altro che un compendio alla lotter di quanto il Vitriaco nel libro primo della sua storia.
Libe' de factis
e) Vien poi
il
qui
hngo tempore
d)
(fol.
2-15
b. 2); cui
segue:
De
Saracenis
et ieiunio et aliis
moribus
ipso-
rum
f)
(fol.
16a-17a);
poi
una
e) [Descriptio Orbis] ossia un piccolo trattato geografico (fol. 17 a-18 b). Quaranta tre miracoli della B. Vergine : Incipiunt capitula in librum miracub.
lorum
gorii
Virginis
(fol.
(fol.
19-35);
papae
35-46).
g) In ultimo un commentario in Evangelium 8. Mattliaei, d' ignoto autore, che principia: Matthaeus, ut diximus, nativitatem Domini secundum carnem enarravit
(fol.
il
dei
codd. del
D'Avezac
Incipit liber
de faotis Tartharorum a quodam fratre Minore compositus, qui longo tempore fuit inter eos (fol. 11 a. 2):
[Cap.
I].
De
Unicus.
De
terra
eorum
etc.].
[Divisio libri:] Volentes facta describere tartarorum, hoc modo per capitula describemus Primo quidem de terra dicemus, II' de hominibus. III' de ritn, HIP de moribus, V" de ipsorum imperio, VI* de bellis. Terra ipsorum est in ea parte posita orientis, in qua oriens sicut credimus coniun:
gitur aquiloni. Hec in parte est aliqnantum nimium montuosa et in parte aliquantum campostris, sed fere tota est anuxta, glacea (1) et plurimum arenosa. In aliqua parte sant aliquo modice silve, alia vero est sine lignis omnno. Cibaria sua decoqunt, et sedent tam imperator quam principes et alii omnes ad ignem factum de boum stercoribus et equorum. Terra ctiam predicta non est in parte centesima fructuosa, ncc otiam Illa potest frnctum
cissima.
portare nisi aquis fluvialibus irrigctur, sed et rivi ibidem sunt paaci, flumina vero pauVerum ibidem ville non sunt nec alique civitates, excepta una que dicitur esse
satis bona.
Et
licet alias
infructuosa
sit,
quamvis
non
multum, tamen
competonter est
Acr est in tempora mirabiliter ordinatus. In media euim estate, quando calor in aliis partibus solet abnndare maximus, ibidem sunt tonitrua magna et fulgura, ex quibus plurimi homines occiduntur. Cadunt ctiam ibi eodem tempore magno nives. Ibi otiam sunt frigidissiraorum ventorum tam maxime tempestatos, quod cum labore aliqnando possunt homincs equitare. In oa etiam in hyeme Jiunquam pluit, sed in ostate sepe, et tam modicum, quod vix potest aliquaiido pulverem et radiccs gcrminum madidarc.
Grando etiam
ibi
sepe
maxima
cadit.
1.
De forma
[Cap.
n. De hominibus].
tartarorum
(fol.
11
b. 1):
Dicto de terra, dicendum est de hominibus. Et primo quidem formas describeraus perII' de ipsorum coniugio, III" do vcstibus, IIII" do habitaculis, V de rebus ipsorum. Forma porsonarum ab omnibus aliis hominibus est remota. Inter ocnlos eiiim et gcnas plusquam alii homines sunt lati. Gene etiam satis prominont a maxillis. Gracilos sunt generaliter in cingulo, exceptis quibusdam paucis. Pene omnes modiocris sunt stature. Barba fere omnibus minime crcscit, aliqni tamen in superiori labio et barba modicos liabent comes [sic pr crines] quos minime tondunt. Super vorticem capitis in modum clericorum habent
sonarum,
(1)
mista di ghiaja.
SECOLO xm.
203
coronas, et ab anre una nsqne ad aliam ad ]atitadinem triam digitoram geueralitcr ornnos radontur, que rasure corone predicte iungnntur. Super frontem etiam ad latitudinem duorum drgitorura similiter omnes raduntur. lUos autem capillos qui sunt inter coronam et
56
pretcxata (sic) rasuram crescere usque super clia sinunt, et ex utraque parte frontis tondendo plusquam in medio crines faciunt longos. Reliquos vero crines permittunt crescere, ut mulieres, de qnibus faciunt dnas cordas et ligant unamquamque post et ante(l). Pedes etiam modicos habent.
2.
De
coniugio ipsorum.
Uxores unusquisque habet quot potest tenere. Aliquis centum, aliquis Lta., aliquis X, aliquis plures et aliquis pauciores, et omnibus parentibus generaliter coniunguntur, excepta
matre, filia et sorore ex eadem matre. Sorores autem ex patre tamen et uxorem etiam patris ducere possunt post mortom patris. Uxorem etiam fratris alter frater iunior post mortem vel alius de parentela iunior tenotur ducere. Bcliquas mulieres omnes sine ulla differentia ducunt uxores, et cmunt valde pretiose a parentibus suis; post mortem maritorum de facili ad secunda coniugia non migrant, nisi quis velit suam novercam ducere in uxorem. 3.
De
Vestibus eorum.
Palliis, cappis, vel ca-
puciis vel pellibus non (fol. 11 >. 2 :) utuntur. Tunicas portant de bucharamo, purpura vel l)aldachino in liunc modum formatas. summo usque deorsum sunt fsse (2) et ante
latere vero sinistro ijna, et in dextro trbus ligaturis nectuntur. In pectus duplicantur. latore etiam sinistro usque ad brachale sunt scisse. Pellicea cuiuscumque sint generis in cumdom modum formantur. Mulieres que non sunt maritate habent unam tunicam valde amplam et usque ad terram, ante scissam. Super capud habent unum quid rotundum de viminibus vel corticc factum, quod in longum protenditnr ad unam ulnam, et in snmitate
desinit in
quadrum,
et
ab ymo usque ad
summum
in
amplitudinem semper
crescit, et in
sumitate habet unam virgulam longam et gracilem de auro vel de argento, seu di (sic) ligno, vel etiam pennam, et est assutum super unum pilleolum quod protenditur usque ad humeros, et tam pilleum quam instrumentum predictum est tectum de bucharamo seu de purpura vel de baldachino, sine quo instrumento coram hominibus nunquam vadunt, et por hoc ab aliis mulieribus cognoscuntur. Virgines autem et iuvenes mulieres cum magna difficultate a viris possunt discerni, quia per omnia vestiuntur ut viri. 4.
Stationes habent rotnndas in
libus factas.
possit
De
habitaculis eorum.
Supra
;
fumus
sunt operta super somarios deferuntur, quedam dissolvi non possunt, sed in curribus deferuntur, quia quocumque vadunt sive ad bellum sive alias semper illas deferunt secnm.
5.
modum tentorii preparatas, de virgis et baculis subiivero, in medio, rotnndas habent fenestras unde lumen ngreditur et exire, quia in medio faciunt semper ignem. Parietes autem et tecta filtro hostia etiam de filtro sunt facta. Quedam solvuntur subito et reparantur et
De Animalibus
et pecculio
ipsorum.
In animalibus sunt divites valde, scilicet in camelis, bobus, ovibus, capris. De equis et iumentis tantam multitudinem habent, quantam non credimus habere alium totum mun-
dum
1.
[Gap. III.
De
ritn].
De
ritu
eorum in ailtu
(fol.
12 a. 1) :
Dicto de hominibus supponendum est de ritu. De quo tractabmus in hunc modum: primo dicemus de cultu, IP de hiis que credunt esse peccata, 111 de ritu funeris.
Unum Deum
et credunt
credunt,
quem credunt
esse factorem
omnium
visibilium et invisibilinm
ipsum tam honorum quamquc penaruro in hoc mundo esse datorem, non tamen orationibus vel laudibus aut ritu aliquo ipsum colunt.
(1)
(2)
L^gi
204
BIBLIOTECA
66
Nchilomnas habent ydola qnedam de filtro ad ymaginom horainis facta, ot illa ponaiit ex ntraqao parto hostii stationis, et subtcr illa poiiant qnoddum do filtro in inodnin nborura factum, ot illa crednnt esso poccorom custodes, ac es beneficioni lactis et pnllornin
parare. Alia vero facinnt de pannis sericis ot illa ranltnm honoraiit. Quidam ponuiit illa in pulcro curro tecto, ante hostium stationis, et quicnmqno de ilio curru aliqnid furatur, sino lilla miserationo occiditur. Dnces, millenarii, centenarii yrcnm semper habent in medio sta-
vero ydolis offerant primum lac omnis pecoris ot inmonti et qnando primo bibore vel comoder incipiunt, offenint eorum ydolo quod est in curru in aliquo sciplio ot nsqno mane dimittnnt, et tunc auferunt de presentia eius et decoqont et manducant.
tionis. Prodictis
;
Solcm ot Innam ot ignem et aqnam venerantur et adorant, et torram cis ciborum mane potissime antcqnam comedant voi etiam bibant. Et quia de cultn Dei nullam legem observant, neminem cognnt suam fidem vel legcm negare.
;
2.
De
hiis
qm
Et icot de iastitia facionda voi peccato cavcndo nullam babcant legem, tamcn babont aliquas tradictiones quas dicont esse peccata, qnas confxerunt ipsi voi parcntes eorum. Unum est, figero cultollnm in ignem, vel etiam quocnmque modo tangere ignom cultoUo, vel cnm cnltello extrahero de caldario carnes, insta ignem incidere cum securi croduit enim quod auferri debeat capud igne. Item appodiare (1) se ad flgellum cum qno percutitnr equus. Ipsi enim calcaribas non utuntur. (fol. 12 a. 2:) item tangere fiagoUo sagittas. Item iuvones aves occidere vel accipere. Cum freno eqnum porcntore. Os cum osse alio frangere. Lac vel aliquem potnm vel cibum super terram fundere. In statione (2) mingere, sed si volontarie facit occiditur. Et multa alia habent hiis similia, quo longum essot enarrare. Sed homines occidere, aliorum torras invadere, res aliornm accipero, quocumqne iniusto modo, fornicarl, aliis hominibus ininriam facere, contra prohibitionos et Doi procepta, nullum peccatum est apud oos. De vita etiam et dampnationo perpetua nichii
:
scinnt. Credunt tamon quod post mortem in alio secalo vivant, greges multiplicent, comedant, bibant, et alia faciant quo in hoc secalo a viventibus hominibus fiunt.
5.
De
ritti
Quando aliquis eorum infirmatur ad mortem, ad capnd eius ponitur una basta, ot circa illam filtrnm volvitar magnum, et ex tunc nullus audet alicnos terminos stationum
intrare. Et quando incipit agonizare, quasi omries recednnt ab co, qoniani nullus de hiis qui morti eius assistunt potest ordam alicuius ducis vel imperatoris usquo ad novam la-
nationem intrare.
est, si est de minoribas sepellitnr ocnlte in campo nb placocrit autcm cnm statione sedendo in medio eius, et ponant mensam ante eam et alveolnm carnibas plenum et sciphum lactis iumenti. SepoUitur etiam cnm eo unum iumontnm cam palio et equus cum freno ot sella, et alium eqaam comedunt et corinm impiotar or. altius ponunt, ut habeat in alio mando statiostramine, et super duo [li^^^] ^^^ nem obi raoretnr, et iumentam de qao haboat lac, et possit sibi eqoos maltplicare et equis in quibus valeat equitare. Aurum et argentum sopelliunt eodem modo cum ipso. Curros in quo ducitnr frangitur et statio sua destruitur, nec nomon proprium eius usque ad
ois.
Sepellitnr
UH
tortiam generationem audot aliquis nominare. Alius est etiam modus sepelliendi qnosdam maiores. Vadnnt enim in campo occulte, et multa germina (fol. 12h.l:) removent cum radicibus et faciant foveam magnani, et in latore illius fovee &ciant aliam sub terra, et illum servum qucm habent dilectum ponant snb eo. Qui iacet tara dia sub ipso, qood incipit quasi agonizare. Dein extrahunt eam ut possit respirare, et sic faciant ter. Et si evadit, est postea libor et facit quidquid placuerit ei, ot est magnus in statione ac inter parentes illias. Mortuum autcm ponunt in
fovea, que est in latore facta, cum ois (3) qne superias dieta sunt. Denmm replent foveam qae est ante foveam suam, et ddsaper gramina ponant nt fuerant prias, adheo nt locus alterius non yaleat inveniri.
(1)
Appodiare
(2) Statio
(3) Cip
appoggiare.
rebus.
tenda, accampamento.
cum Mi
SECOLO xm.
In terra corani soni dao cimiteria.
205
Unum in qno sepellinntnr mperatores, daces, et Et ubicmnqao moriuntur, si congrue fiori potest, illnc deferuntur. Sopelltur antein cum eis aurain, et argentam oiultnm. Aliod est, in qao sepulti sunt illi qai in Hungaria interfccti faernnt, malti enim ibidem fcrnnt occisi.
nobjles eorum.
1.
55
[Gap. IV.
De morbas].
De
Dicto de rita, diccndam est de moribas. De qaibas tractabimns iste modo: primo diccmas de bonis, II" do malis, III" de cibis, IIII*' de consaetadinibus. Predicti hotnines, sea tartari sant magis obedientes dominis suis qnam aliqni homines qui sant in mando, sive secolares sire ctiam religiosi, et magis reverentnr eosdcm, nec
do
mentiantnr. Verbis ad invicem aat raro contendant, factis vero neqaaqnam. Bella, numquam intcr eos contingunt. Predones etiam et fres magnarum rerum non invoniuntur ibidem. Unde stationes et carrus eorum ubi habent thesaurum, sino scris aut vectibus firmantur. Si alique bestie perduntur, quicnmque invenerit eas, voi dimittit sic esse, vel ducit eas ad homines illos qui positi sunt ad hoc. Illi autem quorum sant bestie, apud eosdem eas rcquirunt et absque uUa difficultate psas recipiunt. Unus alterum satis honorat, et ad invicem satis sunt sibi familiares, et cibaria, quamvis sint apud eos panca, (fol. 12 b. 2:) satis inter so competenter comunicant illa. Satis etiam sunt safferentes. lindo cum ieiunant, uno die vel duobus non comedentes omnino, do facili non videntur impatientes, sed cantant et ludunt quasi comederint bene. In equitando multum sustinent, frigus etiam et calorem nimium patiuntur, nec sunt homines delicati. Invidi ad invicem non videntur. Inter eos quasi nolla placita sunt. NuUus alium spernit, sed iuvat et promovet quantum congrue potest. Mulieres eorum sunt caste, nec de impudcitia ipsarnm aliquid inter eos auditur. Yerba tamen quidam ex eis in vicio satis habent tnrpia. Seditionos inter se raro aut numquam habere videntur. Et quamvis multum inebrientur, in ebrietato tamen sua verbis vel factis numquam contendant.
facili
rixo,
vulnera, homicidia
2.
De malis moribus
eorum.
Descriptis eorum bonis moribas, de malis est supponendum. Superbissimi sunt aliis hominibns, despiciunt omnes, imo quasi pr nichilo reputant eos sive nobiles sint, [sive] ignobiles. Iracondi sunt etiam aliis hominibus multam et indignantis nature. Et etiam aliis hominibus sunt roendaces et fere nulla veritas invenitar [in] eis. In sumendo cibum et potum sant inmundi et in aliis factis suis. Quicquid volunt facere aliis hominibus mali, miro modo occultant ne sibi providere possint, vel contra eorum astutias remedium invenire. Ebrietas honorabilis est apud eos, et cum multum aliquis bibit, ibidem roicit, nec propter hoc dimittit quin iterum bibat. Valde sunt cupidi et avari. Exactores magis ad petendum, tenacissimi retentoros, et parcissimi donatores. Aliorum hominum occiso pr nichilo est inter eos; ut breviter dicam, omnes mali eorum mores propter prolixitatem (1)
in scripto
minime
redigi possunt.
3.
Cibi
De
cibis
ipsorum.
eorum sunt omnia quo mandi possunt. Comedunt enim canes, vnlpes, lupos, equos. Carnes etiam humanas in necessitate manducant. Unde quando pugnavorunt contra qaamdam civitatem (fol. 13 a. 1:) Lyycaorum (2), ubi moratur imporator ipsorum, quam obsederant tam diu, quod defecerant ipsis tartaris omnino expense, et non habebant quod manducarent omnino, tane accipiebatur de X hominibus unus ad manducandum. Aluviones que egrediuntur a iumentis cum pullis manducant. Immo vidimus etiam eos mures et pediculos manducare. Nam salibus et manutei^iis non utuntur. Panem non habent, nec oler, nec legumina, nec aliquid aliud nisi carnes, de quibus manducant tam paucas, quod alie nationos vix invoniri possent (sic). Yestes suas non lavant, nec lavari permittunt, et
maxime ab
ilio
tempore quo
toni-
trua iiicipiunt usque quo desinat illnd tempus. Lac iumentorum bibunt in maxima quantitate si habent. Bibunt etiam et bovinum et vaccinum et caprinum et etiam camelorum.
(1)
206
BIBLIOTECA
ccrTisiam, in editione (1) non habent, nisi ab aliis nationibas mittatar vel portetnr
66 Vinom,
4.
siye
De
legihus Tartarorum.
consaetndinem habent occidendi yiram et mnlierem qnos in adnlterio inLogem venerint manifeste. Similiter et virginem si fornicata faerit cnm aliqno, virum et mulierem
occidnnt. Si aliqnis inyenitor in preda vel in farto manifesto in terra potestatis eornm, sine ulla miseratione occiditar. Item si aliqnis eoram denndat conscilia (sic), maxime quando
Tolant ire ad bellnm, tantum (2) plaga e dantnr snpcr posteriora quanto malora dare bacnlo rasticns nnns potest. Inter filinm concabine et nxoris nulla est diFercntia, sed dat pater anicuiqne eornm qnod mlt. Etiam si est de genere dncum; ita est filius concubine sicut est filius uxoris legtime. Et quamvis unns tartarus, ut snperins dictnm est, habeat multas uxores, unaqueque per se statiOnem habet et familia; et cum una comedit, bibit et dormit nna die, et altera die cum altera, una tamen ex psis maior Inter alia(s) est, et frequentins cum illa qnam cum aliis conmoratnr. Et cnm tamen multe sint, inter se de facili numquam contendunt. Viri nichil operantur omnino, exceptis sagittis, et etiam aliquantulum de gregibus cnram habent; sed (fol. 13 a. 2:) venantur et se exercitum (3) ad sagittandum. Omnes enim a parvo usque ad magnum sagittari! sunt et boni; et statim pueri eorum quando sunt duorum vel trium annorum incipiunt equitare, equos regnnt et currus in es, et datur eis arcus secnndum suam etatem et instrnnntur ad sagittandum. Agiles enim sunt valde, nec non et audaces. Yirgiiies et mulieres equitant et cnrmnt in eqnis ut viri, vidimus etiam eas pharetras et arcus portare; et tam viri qnam mulieres din in equitando possnnt dnrare. Brcvissimas habent strepas. Equos valde custodinnt, mmo rerum omnium sunt maximi conservatores. Mulieres eornm omnia operantnr, pellicia, vestes, calceos, ocreas, et omnia opera que de corio fiunt. Cnrms etiam dncunt et reparant. Camelos onerant, et velocissime et strenue in omnibus operibns suis sunt. Femoralibns omnes utuntnr et alique sicut
cnm
viri sagittant.
1.
De
[Gap. V.
De ipsomm
imperio].
et principiis
Imperio Tartarorum
eorum.
Dicto de consnetudinibus, de ipsomm est imperio snbnectendum. Et primo quidem dicemus de ipsomm principio, postmodum de imperatoribus, dominio, et principum (sic). Notandum ergo quod quedam terra est in partibus orientis, de quH dictnm est supra, que Mongol nominatur. Hec terra quondam populos IlIIor habuit. Unns, yera mongal (4),
magni mongali vocabantur. Secundus, symongcU (5), idest aquatici mongali. Ipsi autem a quodam fiuvio qui currit per terr^n qui tartar nominatur. Tertius (6) appellabatur mechie (7), IlUns. mechut (8). Hii populi omnes unam formam pcrsonarum et unam linguam habebant, quamvis inter se per provincias et principes essent divisi. In terra yeramongal (9) fuit quidam qui vocabatnr Chingis (10). Iste incepit esso robustus venator coram domino. IMdicit enim homines furari, capere predam. Ibat ad alias terras, et qnoscumqne capere poterat et sibi associare, non dimittebat. Homines autem sue gentis ad se inclinavit, qui tamqnam dncem ipsum sequebantur ad omnia malefacta. Hic incipit pugnare cum isymongal sive tartaris, postquam homines agregaverat (fol. 13 b. 1:)
idest
so ipsos tartaros appellabant
(1)
In manducatione.
Il
D*Avezac:
et
medonem non
habent.
Corrige: HJxercitant.
(4)
(5)
Codd. in D'Avezac: Yka-Mongal; et sic passim. Codd. in D' Av.: Su- Mongal; et sic passim.
(9)
Codd. in D' Av.: Merkit, Merckat, Merckii, Merltitae; et sic passim. Codd. in D'Av.: Mecrit, Metrit, Moerit, Mechoit; et sic passim. Codd. in D'Av.: Yka-Mongal.
(10) Altri codd. Chingit e Cyngi; et sic passim; o Chmgia-ehan, Cytoan, e Cynffcan.
SECOLO xin.
207
sibi, et interfecit dncem eoruiii, et multo bello sibi omnes tartaros subingavit, et in snam servitntem redegit. Post hoc pugnavit cum mechitis, qui erant iuxta terram positi tartarorum, quos etiam bello sibi subiecit. Indo procedens pugnavit centra mechutos et illos devicit. Ipse Chingischam habait IlIIor filios (1), quorum unus, nomine Occodaycham (2), in terra hyarahyitorum (3) fuit positus imperator, ot edificavit quamdam ciTitatcm quani
66
Omul (4) appellavit ; prope quam ad mcridiem est quoddam desertum magnum in quo silvestres homines pr certo habitare dicuntur, qui nullo modo locuntur, nec in crnribus habent iuncturas, et si quando per se surgere volunt, sine adiutorio alioruni minime
possunt, Habent tamon tantam discretionem, quod faciunt filtria de lana camelorum quibns vestiuntur et etiam centra ventum ponunt (sic). Et si aliquando tartari vadunt ad eos et vulnerant eos sagittis, ponunt germina in ulnis (5) et fortiter fugiunt ante eos. Iste etiam Chingischam cum post multas victerias, aliquantnlura quievisset, suos exercitns divisit, et alium filium suum nomine Thosuch (6), quem etiam Cham appellabant, idest imperatorem, misit cum exercitu centra Cumanos (7), quos multo bello devicit. Qui postqnam deviccrat eos, in terram snam reversus est. Alium filium misit cum exercitu centra Indos, qnique minorem Indiam devicerunt. Hii
christianos ad
antem magni (8) saraceni quos ethiopos nominantur (sic). Hic antem exercitus centra pugnam, qui sunt in India malori, processiti. Hoc audiens rex terre illius, qui vulgo lohanes preshyter appellatur, venit centra, exercitu congregato. Et faciens yma-
gines
hominum cupreas, in solla posuit super equos, ponens ignem interins, et posuit hominem cum folle post ymaginem super equum, et cum ymaginibus talibns et equis taliter preparatis, venerunt contra predictos tartaros ad pugnandum. Et cum ad locnm prelii
pervenissent, istos equos
unum
(fol. 13 b. 2:) nescie quid super ignem qui erat in predicta ymagine, et com follibus fortiter sufiflaverunt. Unde factum est quod ex igne greco homines comburebantur
pesuerunt
et equi
et ex fumo aer est denigratus, et tunc super tartaros iacierunt sagittas ex quibns ; multi fnerunt vulnerati et intorfecti; et sic cum confusione eos de suis finibus eiecerunt; nec umquam audiviraus quod ultra ad ipsos redierunt. Cura autom per desertum redirent, in quamdam terram venerunt, (ut nobs in curia imperatoris per clericos Euthenos et alios qui diu fuerunt Inter ipsos, firmiter dicebatur) (10), in qua qnedam monstra ymaginem femineam habentia repererunt. Et cura interregassent eas per multes interpretes ubi essent viri illius terre, responderunt, quod illa terra quecumque femine nascebantur habebant formam humanam, masculi autem speciem habent caninam. Et dnm moram protraherent in terra predicta, canes in alia parte fluminis convenerunt in unum. Et dum esset hyemps
asperrima, se omnes preiecerunt in aquam, et post hoc inconturbati (11) in pulverem volvebantur, et ita palvis admixtus aqua, super eos congelabatur. Et dum sepe ita fecissent,
Nei codd. del D' Av.: questo periodo principia cosi: In terra autem praedictorum Kara-Kitaorum, Occoday-can filius Cliingis-can, postquam positus fiiit imperator, quondam ci(1)
vitatem aedificavit, quam Omyl appellavit... (2) In altri codd.: Occodai-cam, Occoday-can.
(3)
(4)
(5)
(6)
Codd. in D' Av.: Kara-Kitaorum, Kara-Lycaorum (= Rara-Kitai idest nigri Kitai). Codd. in D'Av.: Omyl, Cummyl, Chanyl, e Omsi. Cod. Leyde: gr amina in manvs; cod. Colbert: in vulnus. Nei codd. D' A vezac questo periodo cosi principia t Et cum aliquantulum quievisset,
:
Unum
:
de
filiis
quem etiam
etc.. .
lidem codd.:
Meglio forse nigri come nei codd. D' Avezac. Codd. D' Av. unum juxta alium.
:
Tutta questa testimonianza da noi chiusa in parentesi non si trova nei codd. del D' Avezac, fuorch nel cod. di Leyde-Pctau e nel nostro Torinese; da questo anche vien confermato il nostro giudizio che il cod. Torinese non dipende dal cod. Colbertiano, come non dipende da quello di Leyde.
(10)
come
208
BIBLIOTECA
56
glacies densata est super eos, et com magno impeto cnm tartaris convenorunt ad pngnam. At illi cnm sagittis eos sagittabant, ac si super lapides sagitassent retro sagitto redibant; alia etiam arma eorum in nullo ledere potorant eos. Canes vero iiisultum facientes in
ipsos,
immo
omnes
ita eiecerunt eos de finibus suis. potins raiserabilem habent, quia cum alicuius congregant(ur) et comedunt eum sicut nobis
dicebatur pr certo. Isti pilos in barba non habent, immo quoddam ferrum in manibus portant cnm quo barbara sera per depliant si torte (fol. 14 a. 1:) aliquis crinis crescit in illa. Multum etiam sunt dcformes. Inde exercitus ille in terram suam rcvertebatur. Chingischam etiam eo tempore quo ducens exercitum (2) ivit cnm expeditione contra
orientem per terram Lyergis (3), quos bello non vicit et ut nobis dicebatur ibidem, usquo ad montes Caspios pervenit. Montes autem illi sunt do lapide adamantino, unde eorum sagittas et arma ferrea ad se traxerunt. Homines vero inter ipsos montes conclusi, clamorem exercitus, ut creditur, audientes, montem frangere inceperunt. Et cum alio tempore post X annos revorterentur, montem invenerunt confractum. Et cum ad illos tartari adtemptassent ire, minime potuerunt; et viderunt quia fregerunt montem, sed nubes quedam erat posta ante ipsos ad quam accedere non poterant uUo modo, quia visum amittebant omnino, statim cum perveniebant ad illam. Illi autem ex adverso credentes quod tartari ad illos accedere formidarent, insultum contra eos fecerunt, sed statim cum pervcnerunt ad nubem procedere non potuerunt propter cansam superius pretaxatam. Sed antequani pervenirent ad montem predictos (sic), plusquam per mensem per vastam solitudinem transierunt. Inde proccdentes adhuc contra orientem, plusquam per alium mensem magnum desertum ivernnt, et pervenemnt ad qnamdara terram, ut nobis certissime dicebatur, ubi videbant vias tritas, sed nullom hominem poterant invenire. Tantum tandem quesierunt por terram, quod invenerunt unum hominem cum uxore sua, quos ante Chingischam addnxerunt. Et cum intorrogasset eos ubi essent homines terre illius, respondernnt quod in terra sub montibus habitarent. At Chingischam predictns, retonta uxore, misit virum illum mandans hominibos illis quod venirent ad mandatum ipsius. Ille autem vadens ad illos, narravit omnia quo Chingischam mandaverat eis. Qui respondentes dixerunt, quod tali dio venirent ad ipsum ad faciendum mandatum ipsius. Ipsi autem medio tempore congrcgavcrunt so per vias occnltas sub terra, et venerunt contra istos ad pugnam. Et irruentes (fol. 14 a. 2:) subito super eos, plurimos occiderunt. At Chingischam et sui videntes quod nichil proficeftnt, sed potius perderent homines suos, quia etiam solis ortum (4) sustinere non poterant: immo eo tempore quando oriebatur, oportebat eos ponore unam aurem ad terram et snporiorem obturare, ne terribilem sonum illum audirent: nec sic tamen cavere poterant quin propter hoc ex eis plurimi necarentur ; fugorunt, et terram exierunt predictam. Illos tamen, virum videlicet cum uxore sua, secum duxorunt, qui usque ad mortem in terra tartarorum fuerunt. Interrogati autem quare habitarent sub terra, dixerunt quod uno tempore anni com sol oritur tantus sonitus est, qnod homines nulla ratione potorant snbstinere, immo etiam tnnc percatiebant in organis et tympanis et in aliis instrumentis ut illnm
;
sonitnm non audirent. Inde autem in terram propriam reversns, ibidem leges moltas et statuta multiplicia fecit, qoe a tartaris inviolabiliter observantor, ex qoibus tantum duo dicemus. Unum est, quod qaicomquo in superbiam erectus, propria auctoritate, sine electione principom, esse volnerit imperator, sine nlla miseratone debet occidi. Unde, ante electioncm istius CdngiscMm (5), propter hoc unns de principbus, nepos ipsius Chingiscuim fnit occisus, volebat
(1) Qui r amanuense Torinese ha evidentemente saltato un perodo che si riferisce non ai cani-uomini de' quali si parl immediatamente sopra, ma agli abitanti della terra Burithabet. Et dura reverteretur exercitus ille videlicet Mongalorum, I codd. D' Avezac premettono
:
venit ad terram Burithabet [aZu; luritiobec, BuTufabeth], quoB bello vicerunt: qui sunt pagani.
Qui consuetudinem
etc.
come
sopra.
:
(3)
(4)
(5)
tempore quo diviait alias Codd. in D' Av.: Kergis, Gergis. In D' Avezac, senza varianti : solis soniium. Codd. in D' Av. : istius Cuyuc-can o Kayuchan, Cuynch.
D' Avezac
exercitus...
SECOLO xm.
209
enim sine electione regnare. lind statatnm est, qnod sibi subingare debent omne^m terram, nec cam aliqna gente pacem babere debeant, nisi sabdantnr es, qnonsqne veniat tempns i^terfectionis eornm. Debent etiam occidi nt vaticinatnm est eis ; et illi qai evadere potnemnt, ut dicant (sic), debent illam legem tenere qnam tenent illi qui es bello devincnnt. Statnit etiam qaod per millenarios, et centenarios, et decanos, et tenebras in Xcem millia (1) debeat eornm exercitns ordinari. Post hec ab ictu tonitmi est occisns^ peractis snis ordinationibas et dtatntis.
2.
56
De
imperatoribus Tartharorum
et
dominio.
Imperator autem Tartarorom habet mirabile domininm super omnes. Nullus enim audet in aliqna parte morar, nisi ipse assignet. Ipse autem assignat ubi maneant dncos. Duces vero assignant millenariis f/b2. i4&. i.';^ loca, millenarii centenariis, centenarii decanis. Insuper qnicquid precipitnr eis quocumqne tempore, quocumqne loco, sire ad bellum, sire ad mortem, sive ad vitam, sine nulla contradictione obediunt. Etiam si petit fliam
virginem voi sororem, sine conditione datnr ei. Immo singnlis annis, aut intermissis aliqnibus, yii^ines coUigit ex omnibus finib'us tartarorum, et si ipse Tult sibi retinere aliquas, retinet, alias dat suis hominibus sicut ei expedire yidetur. Et sciendum quod ita omnia in manu imperatoris [sunt], quod nemo audet dicere: hoc meum est, Tel illud; sed omnia sua snnt^ res, homines et iumenta. Et super hoc etiam nuper emanatum imperatoris statutum. Idem domininm per omnia habent duces super homines suos.
3.
filinm
De
Mortuo imperatore, ut superius dictum est, convenerunt duces et elegerunt Ocaday Chingischam predicti in imperatorem. Qui hinito conscilio (sic) principum suorum, divsit exercitus. Bati^ qui in IP gradu attinebat eidem, misit centra terram alti soldani (2), et centra terram Bissemor (3). Hii enim saraceni erant, sed cumaniter (4) loquebantur. Et cum intrasset terram eorum pugnavit cum eis et bello sibi eos subiecit. Inde post aliam yictoriam procedentes destruxerunt totam Busciam (5). De Buscia et Eomania processerunt duces VI (6). Unus, Orda nomine, fuit in Polonia. Centra Hungaros yero fuerunt Y, scilict, Batu, Hurui, Cadam, Sibam, Buygeth (7), et isti omnes VI pugnayerunt centra Hungaros et Pelenos. Ex quibus tartaris in Polonia et in Hungaria plures interfecti fnemnt. Et si non fngissent et viriliter restitissent Hungari, exiyissent tartari de finibus suis, quia hsbuerunt talem timerem quod omnes fhgere attemptabant sed Bati evaginato gladio, in &ciem restitit eis dicens Nolite figcre, quia si igeritis nullus evadet ; et si debemus meri meriamur omnes, quia ftiturum est ut Chingischam predixit (fol. 14 h. 2 :) quod Et sic animati sunt et remannterfici debeamus, et si nunc tempus est, sustineamus
;
:
serunt, et
Hungariam destruxerunt.
mordwmorwn
hulgariam magnam,
Godd. in D' Av.: tenehras, ideet decem mUia; il Ms. di Londra: et tenebra Ix. mUia. Codd. in D' Av. : Alti-Soldaid, altsoldani. (3) Codd. in D' Av.: Btserminorum, Bisserminarum. comanicum, commanit (er). (4) lidem (5) lidem: Ruadam, Ruchiam, Rusaiam. (6) Codd. in D' Av. dticea praedicU, e tacciono qui i nomi dei personaggi che seguono perch gi nominati al 2 del cap. Y de principibus tartarortan, paragrafo che manca nel
(2)
:
:
nostro cod. e che con tutta probabilit il Piancarpino aggiunse nella seconda compilazione del suo libro. Da qui pure risulterebbe che il cod. Torinese contiene la prima compilazione del Piancarpino non essistendo altri codd. di simile rdine e redazione qual il Torinese.
ma
(7) Tutti questi personaggi nei codd. del D' Av. sono mentovati non in questo luogo, < Haec sunt nomina ducum : Ordu, iste fuit in Polonia et in nel 2 del cap. cosi
Hungaria, Bati [alii codd. Bacu, Batu], Cadan[&l. Cathan, Cadon], ^yban, Burin [al. Hurin, Bureth], et Buigec [al. Buyget, Onjgat]; isti omnes fuerunt in Hungaria > (D' Avezac p. 271). (8) Cod. Londin.: Moydunanorum. (9) bylerosf I codd. in D' Av. hanno tutti BiUros, o BiUeros, o Byleros.
BibUot.
Tom.
I.
14
210
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65
xeniiit omnino. Inde procedentes ad aquilonem centra lyas-hyait (1), idest, ungariam magnam, 008 etiam destruxorunt, Inde egredientes iverunt plus etiam ad aqailonem et vene-
rant ad par(KStas (2) qui habent parvus stomachos et os parTnlnm, at nobis dicebatnr, nec mandncant sed decoqaant carnes, qaibus decoctis, ponont se saper ollam et famnm recipinnt, et de hoc solo reficinntor. Sed et si aliqnid mandacant, hoc valde modcnm est. Inde procedentes yenerant ad gamagedes (3). Hii antem homines, nt dicitnr, tantnm de Tenationibns vivant. Tabernacnla etiam et vestes habent tantnmmodo de pellibas bestiarnm. Inde nltra procedentes venenint ad qnamdam terram saper occeanam abi invenerant qaedam monstra, at nobis firmiter dicebatar, qae per omnia formam hamanam habebant, sed pedes desinebant in pedes bovinos, capad antem habebant hamanam, sed faciem per omnia habebant at canis, et sic per intervalla temporam latratam interponebant, tamen ad materiam (4) saam redibant, et sic intelligi poterant qae dicebant. Inde rediemnt in Camaniam et asqae nane qaidm ex eis morantur ibidem. Cyrpodam (5) vero eodem tempore misit Occodaycham cam exercitu ad merdiem contra Lyergis (6) qnos bello devicit. Hii aatem homines snnt pagani qai pilos in barba non habent; qaoram consaotado talis est, cam enim pater alicoias meritar, pr dolere quasi unam corrigiam in signum lamenti ab aure usque ad anrem de facie sua levant. Qaibus devictis, ad meridiem ivit contra arm&ios. Sed cum per deserta transirent, qaedam monstra invenerunt efSgiem humanam habentia, sed non nisi unum brachium cum manu in (fol. 15 a. 1:) medio pectoris et unum pedem habebant. Et duo sagittabant cum une archu, et isti ita fortiter currebant, quod equi investigare non poterant. Currebant autem saltando super illum unum pedem, et cum essent fessi taliter eundo, ibant super manum et pedem revol vendo se quasi rotam. Istos autem homines Ysidorus cydepos (7) appellavit. t cum essent sic fessi, iterum currebant secundum modum prorem.
1.
De
[Gap. VI.
bello
De
bello].
et ordinatione
:
Tartharorum
acierum.
Dicto de imperio, dicendum est de bello hoc modo primo de ordinatione acierum, tE" de armis, IIV de crudelitate quam faciunt de captivis. De ordinatione acierum hoc modo Chingischam ordinavit, videlicet X hominibus preponeretnr unus, et ille secundum nos appollatur decanus. Decem autem decanis preponeretur qui centenarius nominatar. Decem vero centenariis preponeretur unus qui millenarius appellatur. Decem vero millenariis preponeretur unus, et ille unus vocatur tenebre apud eos. Cuncto vero exercitui preponunt duces duo vcl tres, ita tamen quod habent rcspectum ad unum. Cum autem sunt in bello si de X hominibus fugit unus, vel duo, vel tres, vel etiam plurcs, omnes occiduntur. Et si omnes X fugiunt, nisi fugiant alii centum, omnes occidantur. Et ut breviter dicam, nisi omnes comuniter cedant, omnes qui fagiunt occiduntur. Item si unus de X, duo aut plures audacter accedant ad pugnanj, et X alii non sequuntur, etiam occiduntur. Et si unus de X vel plures capiuntur et alii sui socii non liberant eos, etiam occiduntur (8). Cum autem volunt ad pugnam accedere omnes acies ordinant. Et si debent pugnare, duces sive principes exercitus bellum non intrant, sed a lenge contra inimicorum excrcitum [stant], et iuxta se habent pueros in equis et mulieres, et equos, et faciunt aliquando ymagines hominum et ponunt super equos ut multitudo magna bellantium (sic) esse credatur contra faciem inimicorum.
:
(2)
Codd. in D' At.: Bascart, Baschart,'^ e Boaarto il cod. Leyde-Petau. Codd. in D'Av.: Parosailas; Leyde-Petau: Per-ossicas. (3) Codd. in D' Av. Samogedos, Samogedi, e Sagemodi. (4) Cod. Leyde-Petau: mentem; cod. Colbert: materiam; alii: naturam. (6) Codd. in D' Av. Chirpodan, Cirpodam, Cyrpodan.
(1)
:
(6)
Codd.
(7)
cod. di Leyde-Petau e
Cydepos erron. per oecypodes (wxunoBe? d Strabene). Oltre il nostro Torinese, il solo istos autem il testo di Vincenzo di Beauvais hanno questa frase
: .
Isidoms Cyclopedes appellavit inimiconim) nei codd. del D' Avezac (8) Tutto il periodo che segue (da Ciim autem posposto al 3 de astuciis in congressione al n. 4. (D' Avezac p. 297).
||
SECOLO XIIL
211
2.
De armis
eorum.
tres, ?el
66
Qimm boimm ad
Anna antem
(fol.
ista
2:) minns, et tres pharetras magnas plenas sagittis, et anam secorm, et funos ad machinas trahcndas. Divites antem habent gladios acntos in Qne ox nna tamen parte incidentos, et aliqnantnlnm cnryas et habent eqnnra armatnm et galeas et lanceas. Quidam etiam loricas habent de corio. Aliqni etiam habent lanceas, et in collo ferri lance habent nnnm tmcinnm com quo detrahnnt homines de sella si possant. Longitndo sagittarnm sua-
15
a.
est daoram pednm et unins palmi et dnoram digitorum ; ferramenta sagittarnm snnt accotissima et ex utraqne parte incidentia quasi gladins biceps, et semper portant limam iaxta pharetram ad acaendnm sagittas. Scntum habent de yiminibns Tel de virgnltis factam.
mm
3.
cqptivos.
Cam obsident castrnm aliqnod vel ciyitatem, blande eis locnnntnr et multa promittunt ad hoc ut se eorum roani bus tradant. Et si illi se eis reddiderint, dicunt: Exite, ut se* cundum morem nostrum tos numeremus Et cum illi ad eos exeuut, querunt qui sunt artifices inter eos et illos resorvant, alios antem, exceptis illis quos volunt habere pr servis, cum securi occidunt. Et si aliquibus parcunt, ut dictum est, nobilibus et honestis hominibus numquam parcunt. Et si forte aliquo casu contingente seryant aliquos nobiles, nec prece, nec pretio possunt ultra de captiytate exire. Imbelles (1) autem quoscumqne capiunt occidunt, nisi forte yelint aliquos conseryare ut habeant eos pr seryis. Occidendos antem dividunt per contenrios, ut cum bipenni nterficiantur ab eis; ipsi yero diyidunt post hoc per captiyos, et unicuque seryo ad interficiendum dant X aut plures, secundum
quod maioribus placet.
[Appendix yel Secunda Pars].
1.
De
intentione
eorum que
sii.
Sciendum preterea quod intenti tartarorum est subicere sibi totum mundum s possunt, Chingischam habent mandatum, sicut supra dictam est. Idcirco eorum imperator sic in litterts suis seribit fortitudo (2) omnium hominum imperator. Et in superscriptionem sigilli sui est hoc: Deus in (fol. 15b.l:) celo et Cliingischam (3) super terram: Dei fortitudo omnium hominum imperaioris sigillum. Et ideo cum nuUis hominibus faciunt pacem, ut dictum est, nisi forte so in eorum manibus tradant. Et quia, excepta christianitate, nulla terra est in orbe quam timeant (4), idcirco ad pugnam se preparant contra nos. linde noyerint nniyersi, quod nobs existentibus in tartarorum terra, in solempni curia, que iam ex pluribus annis indicta erat, fuimus, ubi elegerunt Cuyne (5) in imperatorem in presentia nostra qui in lingua eorum dicitur Cham. Qui praedictus imperator erexit cum omnibus principibus yexillum contra ecclesiam Dei et Bomanum imperium, ac contra omnia regna christianorum et popnlos occidentis. In predicta autem curia sunt bellatores et principes exercitus assignati. De decem hominibus mittunt tres cum familiis eorum de omni terra potestatis eorum (sic). Unus exercitus dicit intrare per Hungariam, secundus per Foloniam yenient pugnaturi continuo
et de hoc
;
XYUI
annis (6).
Tempus
in martio
preterito se
(1) In
(2)
D*Ay.: In
bellf.
Nei codd. D'Av.: Dei fortitudo omnium hominum imperator. (3) In tutti i codd. D' Avezac Detis in colo, et Ouyuo-oan super terram Dei
:
forti-
imperaioris sigillum. (4) Quattro codd. del D' Avezac hanno come il nostro timeant o timent, e non pertanto egli volle attenersi al slo cod. Leyde-Petau che scrive quam teneant; e per di pi vi frappone un non che non ci doveva entrare, e stravolge il senso componendo il testo cosi: nulla
est terra in orbe (5)
tudo.
Omnium hominum
quam ipsi non teneant Leggi Ouyuc facilmente storpiato dall' amanuense in Cuyne. Kuyuk o 6ujuk-kan fu terzo imperatore dei Tartari e quegli che ricevette il Piancarpino. (6) In D' Avezac: decem et oeto anni.
.
212
56
BIBLIOTECA
dobacruiit movoro de terra sua (1). Vciiiont antom in tribns vel aiinis IlIIor usqno in Cninaniau]. De Comania insultam faciciit in U-rras supcrias annotata. Ignoramas tanicn utrnm incontinenti post tortiam liycmem voniant rei ad tcmpus adirne oxpcctent nt mdias
Hoc omnia firma sont et vera, nisi Dominns aliqnod itnpodigratia faciat, sicnt fecit quando vencrunt in Hungariam et Poloniam. Debobant procedere pugnando XXX" annis, scd nterfectus fuit tunc imporator cornm vencno, et propter hoc quieverunt a proliis usque nunc. Sed modo quia positus est imporator do
Tcniro possint ac iinproviso.
mcntnm pr sua
noTO, iterum ad
pugnam
incipiuut so preparare.
2.
(2).
Sciendum est etiam quando ad flumina pervcniunt, hoc modo transeunt (fot. 15 b. 2:) illa, etiam si sunt magna. Maioros unum rotundum et love corium habent, in cnins snmitato per circnitum crebras faciunt ansas in quibus funem ponnnt et stringunt, ita quod in circuitu faciunt qucmdam vontrem quem rcplent vestibns et aliis rebus, et fortissime ad inyiccni comprimunt post hcc in medio ponunt sollas et alias res duriorcs. Ilomines etiam in medio scdent, et ligant ad candam equi navem liane taliter preparatam, et unum hominem qui equum rogat faciunt cum equo ante nataro ; voi habent aliqnando duos remos,
;
illis remigant ultra aqnam, et sic transeunt flumina. Equos pcliunt in aquam, et unus iuxta unum equum quem regit natat, et alii equi omnes illum secnntur, et sic transeunt aquas et flumina magna. Alii vero pauperiores unam bursam do corio bono consntam nnusquisque tcnetur habere in qnam bursam .vel in quo sacco vestes et oronos res sua$) imponuiit, et in summitate saccum fortissimo ligaut et snspendant ad caudam equi, et
et cuu)
est.
Ad Papam
Magno
epistola imporator is
Tartharorum.
Oham
qui muTtuni magnifce loqnebantnr, iiescio utrnm tu miseris vet cornm stnltitm fiicrit. Scd si vis panom tnum in paco comoder in terra tua et aquam tuam in pace biberc, occurras
onniibus qui ad te spectant, et preccdas nos super omnes qui volunt obodiro Quod si non fbcoris, vcniomus ad te, et quod indo contingat deus excclsns indicabit.
nobis
cum
mandato
dei excolsi.
qui termina
il
corno
abbiamo notato,
il
contenga questo sunto dolio lettere del Ean al Papa ; particolaritii questa tanto pi da notarsi, in quanto cho nessun codice fin qui noto dolla relazione d! Piancarpino porta seco
lettera alcuna del
Kan.
il tenore di questo brevi lettere del cod. Torinese con quelle pi dal o da fr. Benedetto, vi scorgono tra loro appena un' omtramandateci Siilimbeno lunghe al Papa e ai bra di somiglianza, e questa soltanto l nell'invito cho il superbo Kan monarchi di Europ di presentarsi a lui per ottener la pace, so volevano salvarsi dalle
Ma
chi confronti
&
quella che
(1)
sue minacce. Tuttavia, questo lettere non ponno ossero cho un molto breve compendio di il Salimbone ricopi dal libro del Piancarpino. Per, tanto il compendio di questo
:
taros
Cod. Lcyde-Petau n martio praeterito exfrcifvm invcninms indictum per tunnes Tarper qnos fransivimu^, ad terram litfgriar. Altri codd. in D'Av.: in martio anno domini 1247 se de terra una movebant; e il cod. Colbcrtino: anno praeterito g de terra ma movcL' espressione quindi propria sola del nostro eod. Torinese che parla nel senso imperdi cosa prossima ad cffettaarsi (in martio praeterito se debuerutU movere), tradisce chiaramente la priortil di sua redazione sopra gli altri codd. mentovati, e che questa prima
fetto
mnL
come
redazione
(2)
fii scritta entro il 1247 e dopo il mese di marzo. Tutto questo paragrafo nella seconda compilazione inserito al cap. VI, % Z. de astuiis in congressiotte al num. 2 (D* Avezac p. 294) E veramente il suo luogo nel nostro cod. Torinese sarebbe meglio altrove, ossia al cap. VI dopo il 3. de ertideUtafe eorum
erga
ca>tivos.
SECOLO
lettore ehc
il
XIII.
213
col
tosto Salmbcniano,
hanno
inoltro
molta somiglianza
tosto
di
un'altra
55
Domenicani Ascolino o compagni a papa Innoc. IV. Qncslc ci firono tramandato dal citato Vincenzo di Benvais (Spceul. histminlc Uh, 32) che rimescol, com si fi dotto, la relaziono dol Piancarpino con qnella del Domenicano Asci'lino,
Icttor che dicesi portata dai
si
dio
che ta non ricavi da Vicenzo se detto lettore contengano realmonto il tenore di quelita si credono (>ortate da Ascelino, o piuttosto siano an rimaneggiamento di quello altro
dol Piancarpino, o di
tsti della lettera del
ambedue. Checchi no
sia, si noti
che
il
Kan, uno in arabo e questo sconosciuto, e l'altro in Ialino (1)" Avo/ne cit. p. 360 cap. ultimo 2 n. 10), tal cl>e vana ogni congettura in proposito. Dol resto, ci preme proporro all' esame degli studiosi aiicho il testo dello lotter che si credono portato
Excmplwn liUranim
Jaiothnoi
ad Innocentium
IV
Sum. Pontifican.
Hoc
est
disposinone divina ipsius Cham transmissum l^aiothnoi verbnm. Papa, ita.scias: tni nuncii vonerunt, tuas literas attulerunt; tui nuncii maxima vorha dixerunt, nescimus ntrnni im'unzeris eis ita loqui, aut a semetipsis dixernnt. Et in litoris talitor scripsora.s: llomiues multos ocx:iditis, interimitis et perditi. Praeceptutn Dei stabile, et statutum eius, qui totiuit faciem orbis continet, sic est: Quicumque statutum audiorint, super propriam terram, a(|nam et patrimoninm sedeant, et ei, qui fiiciem totins orbis continet, virtutem tradant. Quicumque antom praec^ptnm et statutum ion audiorint, sed alitor focerint, illi deleantur, et i)ordantur. Nunc super hoc istnd statutum et praecoptnm ad vos transuiittimus: si vnltis super torram vestram, aquam et patrimonium sedere, oportct ut tu Papa ipso, in propria ])ersona, ad nos venias, et ad oum qui iciom totius orbis continet accedas ; et si tu praoceptnm Dei stabile, et illius, qui fiiciem totins terrae continet, non andioris, istud nos noscimus. Deus scit. Oportct ut anteqnam vonias nuncios praemitt.:is, et nobis signiSces si venies an non, si velis nobiscum componere, aut inimicus esse: et resionsiunem praecepti cito ad nos transniittc. Istud praecoptnm per manus Aybez et Siirgis misimus mense lulii,
1245
De itinere fratrum Minorum ad TarPolonus viva voce retulit. frater Benedictus quae tarea,
8.
una
a
corti
relaziono brovo d
sommaria che
frate Benedetto
compagno
56
personaggi quando dalla Tartaria passarono ambi per Colonia. Essa ci fu conservata ncir unico ms. di Parigi (Eegio 2477 olim Colbertino), e fu pubblicata per la prima volii dal D' Avezac in appendice alla relazione del Piancarpino, nell' ediz. a parte del 1 8<18, e
nel Tlccucil de
t.
IV
e,
p.
774-70. Donodotto schiarisce a meraviglia quel che strano, nella snaJbrove relaziono
al
troviamo
il
Kan
Papa,
elio
mancano
Piancarpino !
La relazione di Benedetto principia: Anno Domini millesimo ducentesimo quadragesimo quinto, fr. Johannes, do ordino Minorum fratrum, dictus de Plano Carpini, a Dojuino Papa missus est ad Tartaros cum alio fratrc (2), in Pascila exiens a Lugduno flalliao
I. e. Eodnlphns IIM. Sernph. Uelig. fol. 2% v. (2) Questi sarebbe fr. Stefano lormo ricordato dnl Cliron. 24 (ini. {Anni, frane, t. Ili p. 2r(>) come socio del l^iancarpino; il (lusilc, arrivato ai confini della Coinniiia, cadde infermo e dovette sospendere il viaggio, come wgiic a dirci fr. Benedetto. Tutti e tre son ri-
cordati dal flassberger, Anal. fraur. t. II p. 71. Altri eoinpagni Minoriti non sono mentovati ne da Bi!nodetto ni dal Piancarpino. Il Waddingo {Stn-iplorr/i p, 221) nomina pure fr. Ste-
fano
Boemo come
214
BIBLIOTECA
Papa
fnit; profectns in
56
nbi
Poloniam assnmpsit
in
Vretslavia
tercinm
fratrem einsdem
Polonnm genere, nt
ac interpres. Qui mediante Conrado dnce Polonornm, perveneront nsqne Kyoviam civitatem Rosciae, qnae nunc est sub aervitute Tartarorum. Qaorum civium doctores condnctum eis
dderant ad sex dietas nsqne ad primam cnstodiam Tartaromm circa principinm Comaniae. cains castodiae dncibns, cnm audissent eos esse nnntios Fapae, postnlatis et receptis ab
eis
mnneribns,
dicti
cnm
eqnis
et clientnlis,
nt eis mandabatnr, in
ipsornm Tar-
taromm
ad occidentem progrediebantnr, et apnd Coloniam, transito Beno, reversi snnt ad dominnm Papam apnd Lngdnnnm, litteras Imperatoris Tartaromm eidem repraesentantes, qnaram tenor per interpretationem factam talis est
:
ad secnndam cnstodiam....
Termina
antem
fratres
Segne nel cod. Colbertino il tenore incompleto delle lettere dell' imperatore Tartaro, che il D' Avezac trasporta nella prefazione a p. 198-99 dell' ediz. 1838. Koi le ridiamo
qui perch
ticolo
il lettore possa confrontarle col testo Salimbeniano riportato nel precedente ardove parliamo del Piancarpino.
ad Bominum Papam.
Dei fortitndo, Chingiscan (1), omnium hominnm imperator, magno Papae, litteras certissimas atqne veras. Consilio habito pr pace habenda nobiscnm, ta et canoti popoli christiani qni in occidente consistnnt, nobis per tnnm nnntinm transmisisti, qni sicnt ab ipso
andirimns, et nt in litteris tnis habebatur, pacem velletis habere nobiscnm. Igitar si pacem desideratis habere nobiscnm, tn papa, imperatore, reges omnes, cnnctiqne potentes civitatam et tcrramm roctores, ad me pr pace diffinienda nullo modo venire differatis, et nostram aodietis responsionem pariter et volnntatem. Tnaram continebat series litteramm, qnod deberemns baptizari et effici Christian! ad hoc tibi breviter respondemns qnod non Intelligimns qnaliter hoc lacere debearons. Ad id etiam qnod in tnis litteris habebator, qnod miraris de occisione hommnm et maxime christianornm ac potissime Hongarornm, Polonornm et Moraviomm, tibi breviter respondemns, qnod etiam hoc non intelligimns. Veruntamen, ne hoc snb silentio transire videamnr, taliter tibi dncimos respondendnm : qnia praecepto Dei et Chingiscan non obediernnt, et malnm consilinm habentes nnncios nostros occidemnt; qnare Dens eos deieri praecopit, ac manibns nostris tradnxit. Alioqnin nisi Dcns fecisset, homo homini quid &ccre potnisset? Sed tos habitatores occidentis, Donm adoratis, et solos vos christianos esse crodits et alios contemnitis; sed qnomodo scitis cui
:
gratiam snam conferre dignetnr? Nos Denm adoramns et in fortitudine ipsins ab oriento nsqne ad occidentem delebmus omnem terram. Qnod si homo fortitndo Dei non esset, ho> mines quid tacere potnissent?... Manca il resto.
Gli Annali di S. Pantaleone di Colonia, sconosciuti al D' Avezac, confermano
tino la relazione yerbale di frate Benedetto (che, secondo
noi,
appuncod.
l'
Eloctus rex (Wilhelmns comes HoUandiac) una cum legato Co1347, Oct. 3. loniam ingreditur... In electione hnius regis, fratres Minores, qui a Papa missi faerant ad Tartaros, rediemnt, reportantos epistolam, quam Kex Tartaromm Pape misit. Cuius epistole tenorem et totins procossum itineris, summo labore et periculis confecti, nnns eornndcm fratrnm Minorum, Benedictus nomine, Polonus genere, sicnt vidit et andivt, cuidam
prelato et quodam scholastico Coloniensi, hystoriarnm non cum transitnm per Coloniam iaceret, viva voce et diincido
(1) Il nome di Ckingisean qui una giunta erronea del cod. Colbertino, che il D' Avezac correggo surrogandovi il nome del vero mittente, l' imperatore Cnyrth-tan. Osserviamo per che nel testo Salim.beniano manca qui ahtto il nome dell'imperatore.
SECOLO
quem
XIII.
215
Tartarornm rctnlcrant, ipso
iidem fratrea de orta t rito, ceterisque circnmstantiis fratre oretcnns singala declarante, snnt adiecta (1) .
66
N il Waddingo, n lo Sbaralea, ne' altri nostri cronisti connobbero punto questa sommaria relazione di fr. Benedetto di Polonia. Il Papini In una sua opera ms. della Nazionale di Firenze (2), ricorda un Benedetto socio del Piancarpino, e lo suppone anche socio in
scribenda relatione histotica exhihiia Papae;
nedetto
il
ma
o piuttosto
il fr.
Stefano
Boemo
24 Gen.
(3),
ma
fr.
due furon realmente compagni del Piancarpino, confini dei Tartari. Peggio per erra il nostro Melissano
tutti e
quando riportando un errore di altri (che dissero il Piancarpino e fr. Benedetto telorum idims confossi, ad extremum gladio iugulati sunt, et in civitate Armaloch die 20 iunii
huius anni 1248 sepulti), distingue due
altri
dirli
tempo
1246
Fr. Lorenzo [da Orte] de' Minori, legato apostoUoo (1246) in Siria, Cipro, Armenia, Grecia, Iconio, ecc., poi vescovo (nel 1255) di Antivari.
fr.
il
Al mentoyato
Domenico
di
celebre frate
Aragona (n. 54), troviamo succeduto legato apostolico Lorenzo [da Otte] (5), inviato specialmente al patriarca
patriarca
il
57
pontefice loda
*
,
fr.
praeditum, ut evcllat
morum
il
circumspectum
Ti
e lo
munisce
di pieno facolt
expedire
In quella data
allo
stesso Lorenzo,
poute.ice cos si
esprime
legato trasmarino in
Ai nenia,
)rit
in Iconio, in
mandiamo, come angelo di pace, nostro Turchia, in Grecia e nel regno di Babii
tutti
cristiani
di
tali
regni,
ma
eziandio
sopra tutti
sopra
regno di Cipro, e Giacobiti, Maroniti e Nestoriani, affinch secondo la prudenza che ti concesse il
i
Gerusalemme
e del
Greci,
quale che
s
:
fosse
il
loro
gano vessati
e delle
violenza vennome, n consentir mai che con alcuna molestia ingiurie od offese che avessero mai patite dai Latini, domandare agli
(1)
t.
historica,
Scriptorum
XXII
(2)
Ms. autografo
uaqtte
ad an. 1650,
al
num. 630.
(3) < Dubium oritur an fuert (Bcned ictus Polonns) socius Ioannis, cnm in Chron. 24 Gen, noininctur Stephanus Boacmus : Ms. cit. Cfr. Civezza Storia (4) Vedi Melissano in addit. ad Wadding. an, 1248 n. 3, t. Ili p. 207.
di S. Filippo (l. 48-54), n il Yule, n altri parlarono con precisione storica del viaggio e dei compagni del Piancarpino. Alcuni gli dettero anche per compagno fr. Lorenzo d Portogallo!
t.
I. p.
457.
N<i
l'Amat
(5)
Confuso da alcuni
coli'
omonimo
fr.
ai
Tar-
suinmcntovnto sia da Orte, cittadina degli Stati Romani, Io si ricava da uu Breve diretto nel 1259 ad un suo nipote Andrea da Orte; cfr. ltdlar. t. II p. 335 n. 484. (G) Cio nelle })rovincic della vera Babilonia ossia Messopotamia, e non nell' Egitto detto
tari nel 1245.
Che
il
impropriamente Babilonia.
216
BIBLIOTECA
degna soddisfazione, comandando loro se n guardassero bene in avvenire, e i ove accadesse, raffrenare e pnnire merc delle censore ecclesiastiehe. Queste e simili
Lorenzo
vi si rec in tatti
di
67
offensori
ribelli,
presenza (dice
correva grande di prudenza e di santit (1). Frate Lorenzo, dopo aver disimparato il suo ministero, e dopo aver resa giustizia ai Greci di Cipro (e. 1250) con &r richiama
il
l'
Henron) la
&ma
mato
se
il
non sappiamo pi per quanto tempo siasi fertroviamo promosso alla sede arcivescovile di AntiSalimbene: < Fr. Laurentius, amicus et socius meus, similiter morabatur
lo
cum Papa
quem postea
fecit
b. Giov. di
Si ha che in quesV anno, uno de' molti del Soldaao. francescani di T. S., si ebbe l' incarico dal Soldano d' Egitto di portar sue lettere al Pontefice Innocenzo lY. In esse il Soldano accenna a lettere speditegli assai prima, e che gli furono molto gradite. Dice inoltre di aver ricevuto il messo pontificio
1246 Ambasciata
n. 4).
(verosimilmente francescano, e forse lo stesso latore della presente) con affetto, onore, divozione e riverenza (5).
1246 Il nobile Signora Raimondo Bagiacense, Pr, GKifirlielino Boi. presa la croce dalle mani de' Francescani di Borgogna, parte per la Terra Santa in compagnia di frate Ouglielmo Boi, suo confessore e consigliere e di un altro Minorit, concessigli da Innocenzo IV (6).
1247
da quest'
stinati
sioni in Georgia.
il
Gi vedemmo nel 1233 inaugurate le MiaArmeniarG^orsia. La prima missione che vanti 1' Ordine Minoritico in Armenia data anno (1247), ove per ordine del pi volte mentovato Pontefice Innocenzo IV
francescano frate Andrea (da Perugia?) con altri suoi confratelli, dede' Georgiani colla Chiesa Bomana. Le 1' unione degli Armeni e gesta di questo Minorit e de' suoi confratelli sono registate dai nostri storici (7). Koi qui solamente notiamo come i detti Missionari riuscissero felicemente di piegare il Caiolicon (8) e i suoi vescovi a riconoscere il primato di onore e giurisdizione del Bomano Pontefice su tutte le Chiese, come risulta dalle lettere del detto patriarca dirette ad Innocenzo per mezzo degli stessi francescani, ove questi son chiamati religiosi
vi si recava
a procurare
eccellenti, virtuosi in tutte le opere e meritevoli della stima di tutti gli uomini. Simili lettere ottenne frate Andrea anche dai vescovi Giacobiti e Nestorani, nelle
quali confessano la
(1) I
Santa Chiesa
Bomana
esser
madre
capo di
Storia ddle
documenti nello Sbaralea Buttar, t. I ; Wadd. t. IIL Mm. t. I p. 405-12, che lo dice di patria incerta. Vedi Waddingo 1247, e 1249 n. (2) Buttar, tip. 547.
de Chypre
fr.
p. 857, L' Eubel {Hierarchia t. I p. 92) lo confonde con (3) Cfr. Buttar, t. II p. 76 nota b. Lorenzo da Portogallo legato ai Tartari nel 12f e forse vescovo di Septa in Africa (cfr.
t. 1.
Buttar.
de'
n. 3).
Il
Waddingo pure
sospetta
l'
identit
n. 14).
(4)
Chron. p..227.
t.
il docom. nel Wadding, ArmoLe an. 1246, n. 5. Stadense, ad an. 1246. Diaz iMeema Hierotolymiiana n. XXX.' (6) Vedasi il Breve nello Sbaralea BvUar. tip. 497. Civezza Storia ecc. (7) Cfr. Waddingo an. 1247 n. 13 che non Io dice di Perugia.
(5)
Vedasi
e. 9.
Panfilo Storia
t.
IL
e.
14.
(8) Cosi
(9)
chiamasi il Patriarca d'Armenia. Vedi anche Fleury, Bohrbacher, e Baynald an. 1247.
SECOLO xm.
217
e.
1247 t
Pr. Enrico
da
Santa.
Tatto quanto
si
58
(1) captnm fuit navigiam mantnanornm apnd Borsellum, ad Gramignatiam.... Et apnd Lnxariam stetcraiit modiolanenscs, brixienscs, fcrrarienses, bononienses et veneti daobns mensibns. Erat enim valida guerra et intricata et periculosa. Nam respublica contra Ecclesiam cnm suis seqoacibns vivaciter insnrrexorat, et e converso. Et patriarcha Antiochenns obiit aipnd Lngdnnnm, qni fuit de Rohertis do Regio, et tempore magni tcrremotus erat episcopus Brixiensis... Item iste patriarciia parvao litteraturae fuit; sed recorapensabat hunc defectunU in aliis bonis, qnae facicbat... Porro cum patriarcha Antiocheno multis annis stetit frater Henrcns Fisanus, qui fiiit' ex Ordine fratrnm Minornm, qui multa bona de praedicto patriarclia mihi et aliis fratribus referebat frequenter (2). Iste frater Henricus Pisanus ftiit pulcher homo, modiocris tamon staturae, largus, curialis, liberals et alacer. Cam omnibus bene conversari sciebat, condoscendendo se moribus singulorum, fratrum suorum gratiam habcns et saecularinm, quod paucorum est. Item solemnis praedlcator et gratiosus clero et populo fuit. Item sciebat scribere, miniare, quod aliqui illuminare dicunt (pr eo quod ex minio liber illumiiiatur), notare cantus pulcherrimos et delectabiles invenire, tam modulatos, idest fractos, quain firmos. Solemnis cantor fuit. Habebat vocem grossam et sonoram, ita ut totum replorot ehorum. Quillam vero habebat subtilem, altissimam et acutam, dulcem, suavem et delectabilem snpra modum. Meus Custos fuit in Senensi custodia, et meus magister in canta, tempore Gregorii Papae noni (3)... Iste frater Henricus Pisaius fuit morigeratus homo, et Deo devotus et Beatae Yirgini et beatae Mariae MagdalQnae. (Nec mirum, quia ecclesia suae viciniae Fisis habebat vocabalum huins sanctae. In civitate etiam pisana b. Virgo vocabulum habebat matricis ecclesiae. In qua lui (4) a pisano archiepiscopo diaconus ordinatus). Multas cantilenas fecit frater Henricus et multas sequentias. Nam illam littoram Chrisic Box et Domine... fecit et cantum: Christe Deus Christe meus Item illam cantilonam fecit, litteram cum triplici cantu, s^Wicet: Miser homo, cogita facta Creatoris. Item cantum fecit in illa littera magstri Philipp! cancellarli parimihi de te cura. Et quia cum essot Custos, sonsis, scilicet: Homo, guam sit pura et in conventu Senensi in infirmitorio jaceret infirmns in lecto, et notare non posset, vo...
et alind postea
(1) Nello stesso anno 1247, il Salimbene erasi recato a Lione presso il Pontefice. Chron. p. 62. (2) Alberto de Rozato o Rizzato, da vescovo di Brescia fa promosso al patriarcato di Antiochia nel 1226. Come abbiamo gi notato sotto un articolo precedente (all' anno 1230
p.
159) Roberto fa in Oriente dal 1229 al 1233, indi in Italia negli anni 1234 38, e poi di nuovo in Oriente negli anni 1238-45. Ritornato' in Europa mori in Lione di Francia (22 luglio 1246) durante il concilio. (Gfr. Eubel Hierarca I p. 93 e la Revtie de V OrienUlAitin t. Vili p. 141-43). La lunga convivenza di fr. Enrico col patriarca Antiocheno dobbiamo porla verosimilmente prima del 1241, essendo che in quest' anno Enrico era Custode a Siena.
(3) Gr^orio IX govern 1227-1241. SalimbeiKt nacque nel 1221 {Chron. p. 5), vesti l'abito nel 1238 (p. 11) nel convento di Fano; qualche teinpo dopo, per timore del padre, che voleva rapirlo, con lettere di Fr. Elia Generale Ministro si port in Toscana, ove dimor otto anni :
duobus in civitate Lucensi, et duobus in Senensi, et IIII in Pisana (p, 17): e cosi abbiamo per epoca della sua dimora in Toscana gli anni 1238-46 ; e precisamente avremo gli anni 1240-41 per epoca della sua dimora nel convento di Siena, e del Custodiato di frate Enrico. Questo calcolo troviamo anche confermato dallo Sbaralea {Supplem. ad Scrip. Ord. Min. p. 339) che pone il nostro Enrico Custode a Siena nel 1241. (4) Cio tra il 1242-46 epoca della bus dimora a Pisa.
218
BIBLIOTECA
68
me et fui primus, qai, eo cantante, notavi illuni cantnm. Item in illa alia littera. qnac est cancellarii, siniiliter cantura fecit, scilicet: Crux de te volo conqueri.... Sane fr. Hcnricus Pisanus intimus raens amicns fnit, et talis vere, qualem describit Sapiens in Prov. XVIII: Vir ambiis ad societatem, magis amicus erit, quam frater. Nam et ipse fratrcm habebat in Ordine contemporaneom raihi, et ego fratrem contemporanenm sibi. Et longe plos me diligebat, nt dixi, quam germannm et proprinm fratrem. Hic factus fuit Ministor in Graecia, quae est provincia Romaniae (1), et mihi obedientialem litteram dedit, per quam possem, si mihi placeret, ire ad eum et esse de provincia sua, cum quocumque socio voluissem. Insuper ot promisit mihi Bibliam se daturum et alios libros multos. Sed non ivi, quia eodem anno, quo pervenit illuc, ultimum diem clausit. Obiit autem in quodam provinciali capitnlo celebrato Corinthi (2). In quo loco sepultus, requicvit in pace.
cavit
Prophetavit autem, sive futura praedixit, audientibus fratribus, qui in capitulo erant, dicens: libros decedentium fratrum, sed poterit esse, qnod usque ad breve tompus dividcntur et nostri. Bevera ita &ctum Aiit, quia in eodem capitulo fuerunt libri sui di-
nunc dividimns
visi
1247
59
all'
Di un Documento arabo a pr
Monte
in
Sion, nel
1247?
Gerusalemme
dell'
e'
imbattemmo
un curioso docudi
si
mento
giuridico, scritto in
egira
25 rab^el-aual
frate
Giacomo
gi in
Narsis
presta a
la-
(o
in
mancanza
Monte
Sion.
questo nome
Come
un altro nostro
voro
vogliamo ripetere i nostri dubbi, non sull' autenticit del docusulle date contenuto in esso, malamente trascritte dal notaio o dall'ufficiale
11
e che
si
riferiscono
ad anteriori
ricordato
un documento
dell' egira
504 che
e della
Gerusalemme
documento porta chiara la data de' 25 Bbi et aual dell' anno 645 (= 31 luglio 1247); di pi, vidimato da ben dieci Kadi o giudici, quattro de' quali vi apposero i loro sigilli, oltre i nomi di nove testi ufficiali.
Terra Santa
!
Ci non ostsinte
il
Il
un
tale
religiosi
de' religiosi
Giacomo
1",
il
3**,
come credi de' religiosi franchi che li precedett-cro da da Omar in poi. In esso documento sono ricordati i seguenti 2, il religioso Gregorio figlio religioso Giovanni figlio di Pietro
il
religioso
cesco
figlio di
l'omaso
convento
Andrea
il
figlio di
Gioacchino
figlio
di
4,
il
religioso
(:=.
Fran-
5",
//
religioso
Giacomo
Narsis
Narciso?)
6",
religioso Costantino
7",
Mcnkad
figlio di
convento.
(1) La Provincia d'Oriente, unica sino al 12<>.-), ebbe promiscuauiente le varie donominazioni di Provincia d' Oltremare, di liomania, di Grecia, d Sria, di Terra Santa o di AnPanfilo Storia Cfr. Serie cronolof/tea (lei Superiori di T. S. pp. XHI e n. 2. tiwiliia.
conip.
I.
4.56-57.
I.
100, 184.
(2) ]h\ quanto paro, 1' anno della morte anno Suliinbcne ne parla.
di fr.
Enrico wirobbe
1247, sotto
il
quale
SECOLO xm.
219
1248-64.
Pr.
Gilbertus Tomacensis:
della
e
60
Francia
noto dottore
arcid. di
Santo
re,
Tonrnai morto nel 1293. L' opera non ricordata punto dagli storiografi del o bibliografi della Palestina. L' Arturo ne prende nota dal Cousiii Guilbertus,
:
primne profcctionis
8. Ludovici
et 11 (2),
ad partes transmarinas, teste Consinio Waddingo e lo Sbaraloa (3) riportano 1' elenco
lib.
da loro detto
vir
genere nobilis, sed vita ac moribus nobilior . Nel 1255 Alessivndro IV gli inviava e chiedendone copia. Mor fr. Gilberto nel 1270
Fabricio a
Qnod eundem scripsisse Hodoeporicon pim memoriae Domini Ludovici, Regis Francorum, ad transmarinas partes, illud necdum lucem
proposito
del
vidit
quod sciam,
licet
Dominicis, Sanctis, Quadragesimale, Chronica atquo alia a Bunderio in indice notata, latere mss. Tornaci ad S. Martinum, partim Leodici ad S. lacobum et alibi (4). Nell'antico
archivio papale che
si
Minori
di
Assisi,
tra
un Libellus imperfectus de actibus et gestis b. Ludovici regis FraU' corum ultra mare (5). Noi sospettiamo che l' autore doli' Hodoeporicon abbia accompagnato
i
il
S. re Luigi
l'
IX.
Il
Hodoeporicon
di
medesimo
(6).
1249-61.
pagni
B. fr. Giovanni da Parma, Ministro Generale, coi suoi comDrudone francese, fir. Bonav. d' Iseo, fr. Gherardo Boccabadati da Modena, inviato Nunzio all' imp. Vatacio in Nicea, in compagnia dei due
ftr.
Minoriti greci
tr.
Salimbene e
fr.
Tomaso legati
dobbiamo
l'
dell'
di
nuovo
le
mentovati
61
Chiese nel concilio di Lione (1274). Notevole per la nostra storia Minoritica
il
Oriente
nome
frate
Salimbene, V
altro
lector Constantinopolitanns , e
ambo
Papa.
frate
Totnaso
il
Sebbene
Salimbene
e
ci
dica che
et
il
b. Giovianni
frati
Drudone
Bonaventura
(1)
La
mente la France
(2)
Chaire frangaise (Paris 1868) p. 459. Vedi specialfr. Gilberto di Felix Lajard nell' Histoire littraire de
XIX
(3) Scriptorea p.
(4) BilUotheca
Ili p. 169.
(5)
Litt. u.
Kirch.
t.
I p.
360.
France
220
61
BIBLIOTECA
, in sognito
modo
b.
omette
il
di dirci
fr.
se si sa che anche
celebre
Gerardo Boccabadati
ano tra
molti
compagni del
Giovanni in Oriente.
A)
Ex
Clironic. fratria
Salimbene :
approbavimus XL fratres, qui ad capitulum vencrant, pr hcdxmdo praedicationis officio; et dcdimus eis, et remisimtts cos, ut redeant ad loca sua, ne ex multitudinc fratrum domus capituU sii gravata. Qnibas gcnerals ministor rcspondit, qno<l insipienter et male fecerant, quia hoc non conceditur a ministris proviiicialibus et
anno Domini MCCXLYin, circa festam Pcntecostcs, sto post, ab Altisiodoro ad convontam Senonensem desccndi, quia provinciale fapitnlum administrationis Fraiiciae ibi celebrari dobobat, et domiiius Lodovicus Box Franciac illac erat vontnrus. Congregato itaqoe capitalo, ministor Fraiiciae cnm diffinitoribas ad fratrcm lohanncm deParma generalom ministrom, qui in illa domo erat, accessit, diccns ei Pater, nos
:
Igitnr
fxaminavimus
et
quam
de eis fecisiis,
jam
habco approhaiam; sed volo, qnod ovnnes rcvoccntur, et a me officium praedicationis habeant, secundum quod t regua continctur . Et factum fuit ita; et fucrunt postoa in loco capitali usque ad fiiiom (>jns. Plt quia Kex Fraiiciae de Parisius erat ogrossus, et ad Ciipitnlum veitiebat, cnm jam uppropinqnarot domni, egressi sunt omnes fratres Minorcs obyiam ci, ut honorifcc reciperetur ab eis. Et frater Rigaldus ex ordino Mnorum, macathedratus Parisins et Botomagen.sis archiepiscopus (1), indutus pontiticalibns paramentis, egressus est domnm, et ibat fostinanter ad Regom, qnaoreudo et dicendo: ubi est liex ubi est Eex? * Et ego sequebar eum: nm solus et attonitus ibat cum mitra in Pipite et bacnlo pastorali in manu. Moram onim contnixorat in praeparando so, ita qnod alii fratres jam orant egressi, et stiibant hinc inde per stratam, versis vultibus e
gist<?r
videro volentes. (Et miratus snm ultra modnm in mcmetipso, non semel, noqne bis, quod scnones galli usqiic adeo fuornnt potentes, qnod duce Brenno, Bomam ccpernnt; nnwc autem muliores eorum, pr majori parte pedisregione,
Regom ventnrnm
l(>gi
dieoiis: certe
seqnae esse videntur. Et, isi Kex Franciao per Pisas, vel ytcr Bononiam transitum fecisset, totus flos dominarnm de civitatibns nominatis obvius occnrreret. Tnnc recordatus sum, quod vera est gallicorum consuetudo: nani in Francia soinmmodo burgenscs in civitatibns habitant; milites vero et nobiles dominae morantur in villis et possessionibns sais). Erat autem Box subtilis et gracili.s, macilentus, convenientor et longus, habens vultum angolicum et faciem gratiosam. Et vcnicbiit ad H'clcsiam fratrum Minorum non in pompa regali, sed in habito peregrini, haliens capsellam et burdonem pert^rnationis ad colluni, qui optimo scapulas regias decorabat. Et voniebat non equcs, sed \)cic8. Et fratres sui germani, qui tres comites erant, quorum primns llbertus, ultimus Karoliis diceliatnr, qui fecit magna et laude dignissima, consimilis humilitate et liabitn, s(>(|uebantur. Nec cnrabiit Box de comitiva nobilium, sed magis de orationibus et suflfnigiis panporum. Kcvcra magis erat dicendns monachus, quantum ad devotionem cordis, quam quantum ad afina bellica miles. Ingrossus itaque occlesiam fratrum, devotissime factii genuflectiuno, cram altari oravit. Et cnm ogrederetnr ecdosiam, et adirne sapor ostiam stiirot, ernm jaxta eum. Et ecce oblatns est ei, et ex parte thesaurarii senononsis e<7clesiao repnicsentatns, magnns lucius vivas in aqua, in conca lignea de abiete, juam tnsci bigou'/am appellant, in qua lavantur et balneantnr infantes rum in <-nnabu]i.s tmtriuntnr. Siquidem c:irus et pretiosus piscia in Francia lucius repnt:itnr. Et rognitiatns est B(*x Uxm mittenti, quam exenium praesentiinti. Deinde dixit liox int'(>lligil>ili vo<'e, quod nnlins ingrciicretur domum Cifpitnli, nisi ossei miles, exceptis fnitribns, qnbus Uhiu volobiit. Cam autem essemns in aipitulo congregati. Bel coepit diccre fattji sua, n^oinmendando se et fratres suos et do-
minam r(^nam mntrom suam et tot.nn suani societ^item, et devotissime genuflect^udo, iK'tiit oraiiones et suffragia fratrum. Et ali(|ni fratres do Francia, qui erant juxtji ni, ex devotionc et piotate, quasi inconsolabilltor llebant. Post Begem vero, cardinalis romanae cnriae,
scilicet
fhcrat, et
cum Koge
trai|sfro>
(1)
Di qmto cclbru
MiaoritJi clic
accompagn
S. Luigi
IX
SECOLO xm.
221
61
tare debebat, cxorsns est loqui: et paucis rcrbis nos oxpedivit. Post istos dnos locntns est frater Johannes de Parma ^eiieralis ministor, coi ox oflcio incoinbcbat rosponsio, dicons :
Ecclosiasticus docet, XXXII : Loquere major nata, decet enim te primum verbum, diligenti scientia. llox nostor et domiuas et pater et boiiefactor, et qni coiigrogationis pauperam afifabilein se fecit, venit ad nos hamilitor et benigno. Et primo locatus est nobis,
.
sicnt entn decebat; nec petit a nobis karam et argontam, qnibas por Dei gratiam aerarla saa snfficientor abandant; sed postolat orationos et saffragia fratram, et pr tali nogotio, pr quo multipliciter commendandas videtnr. Quia rcvera, liane peregrinationom et crucis
signationem assampsit dominns Bei ad honorem Domini nostri lesa Christi, et ad dandam Terrae Sanctae snccarsom, et ad debellandam liostes et inimicos fdei et Crucis Christi, et ad honorem nnirersalis Ecclesiae, et totias fidei christianae, et pr salate animae saae, et omniam qni secam transfretare debebant. Qaapropter, qnia fait praecipaas Ordinis bonefactor et defensor, non solam Parisias, yerum etiani in toto Begno suo, et quia humiliter venit ad nos cum tam digna societate pr tali negotio ad suffragia Ordinis postnlanda, dignam et congraum est, ut rependamus ei aliqua beneficia. Et quia fratres de Francia promptiores sont ad negotium istud sascipiendum, et plus intendunt facerc, quam ego scirem mponere, ideo illis nullam lgem impono. Quia vero ego inchoavi Ordinem visitare, disposni in mente mea cuilibet sacerdoti pr Bege et pr tota sua societate qaatuor missas mponere unam de Sancto Spirita, aliam de Cruce, tertiam de beata Virgine, et quartaui de Trinitate. Et si contingat, quod filius Dei vocet eum de hoc mundo ad Patrem, adhnc per fjratros superaddantur majora. Et si non respondi sufficienter secundum desiderium suum, ipse Bex sit dominus praecipiendi ; quia ex parte nostra noti deest qui impleat, sed qui jubeat. Audiens haec Bex regratiatus est generali ministro, et in tantum acceptavit responsionem suam, quod voluit eam litteris generalis et sigillo confirmatam habere. Et factum fuit ita. Porro Illa die Bex fecit expensas et comedit cum fratribus. Et
:
comedimus
in refectorio.
et generalis minister, et nister Franciae, et custodes et diffinitores et discreti, et quotquot de corpore capituli erant, et fratres hospites, quos forenses nominamus. Cognoscens itaque generalis minister quod cum Bege erat nobilis et digna societas, scilicet tres comites, et romanae Ecclesiae legatus
et cardinalis, et
Et comcderunt ibi trcs fratres Begis, et cardinalis romanae curiae, frater Rigaldus archepiscopus Botomagcnsis, et provincialis mi-
quanquam invitaretnr, ut juxta Begem discumberet; sed magis voluit opere implere, quod Dominus docuit verbo et moistravit exemplo, scilicet curialitatem et humilitatem. Elegit igitur frater Johannes et discubuit in mensa humilium; sed nobilitata est ex praesentia sua, et multi, aedificati ex hoc, habuerunt bonum exemplum. Porro Illa die Bex implevit Scrpturam, quae dicit, Ecclosiasticus lUI: Congregationi pauperum affabilcm te facito. Habuimus igitur illa die, primo corasas, postea panem albissimum vinum quoque, ut magnifcentia rega dignum erat, abundans, et praecipuum ponebatar. Et juxta morem galli;
cornm, erant multi qui nolentes invitarent et cogerent ad bibendum. Postea habuimus fabks recentes cum lacte decoctas, pisces et cancros, pastillos anguillarum, risum cum lacte amigdularum et pulvore cynamomi; anguillas assats cam optimo salsamente; turtas et juncatas; et fructus necessarios habuimus abundanter atque decenter. Et omnia curialiter faerunt apposita et sedulo ministrata. Sequenti die Bex a^ressus est iter suum. Ego vero, finito capitulo, secutus sum Begem. Habebam enim obedientiam a generali ministro eundi in provinciam Provinciae ad morandum. Et facile fuit mihi ipsum Begem reperire, quia de strata publica declinabat frequenter, ut iret ad heremitoria fratrum Minorum et aliorum religiosorum hinc inde a dextris et a sinistris, ut se eorum orationibQs commendaret. Et hoc negotium semper exercuit quousque pervenit ad mare, et arripuit iter, vadens ad Terram Sanctam. Cum autem visitassem fratres de Altisiodoro, de quorum conventu fuerani, ivi
una
die Urgeliacum, quod est in Borgundia nobile castrum, in quo corpus Magdalenae credebatur tane esse. Et in crastinum erat dies dominica. Et summo mane Bex venit ad fratres ad suffragia fratrum poscenda. Et totam comitivam suam Bex dimisit in castro, a quo fratres valde parum distabant. Et duxit Bex secum solam modo tres fratres suos, et aliquos servientes, qui equornm essent custodes. Et, facta gonuflexione et reverentia coram altari, fratres rospictebant sedilia et ligna in quibus sederent. Bex vero sedit iji terra et in pulvere, ut vidi ocnlis roeis. Ecclesia enim illa pavimentata non erat. Et revocavit nos ad se, dicens : venite ad me, fratres mei dtUcissimi, et audite verba mea . Et fecfmus
222
Ol
BIBLIOTECA
circniam circa onm, in terra com eo sedendo; et fratres sai germani similiter. Et fecit recommondationom saam, et poposcit orationes et snffragia fratrom secnndum formam snperias jam descriptain. Et, post responsioneni sibi factam, egrcssns est ecclesiam, at iret vam snam. Et dictam est ei, qiiod Karolas ferventer orabat. Et Bcx gandebat, et patienter oxpectabat fratreni orantom, nec ascendebat eqatini. Et ali duo fratres comites forinsecns similiter expectabant com S^e. Et Karohis erat janior frater et comes Provinciae (babebat enim sororem reginae nxorem), et faciebat maltas genntlectiones ad altare, qnod erat in ala ecclesiae jnxta egressnm. Et ego videbam et Earolam ferventem orantem, et Kegem jnxta ostiam exterius patienter expectantem ; et mnltum fui aedificatns. Post baec Rex ivit yiam suam; et finitis negotiis suis, ad sibi praeparatam naviginm properavit. Ego vero
ivi
Lngdannm
et
adhnc inveni
ibi
cardtnalibns
... Papa etiam Inoocentins qnartns diligebat fratrem lohannem sicnt animam snam; quando ibat ad enm, recipiel)at enm ad oscalnm oris; et cogita vit eum facere cardinalem, sed, morte praeventns, non potnit. Vattatius (1) similiter, Imperator graecornm, andiens sanctitatem fratris lohannis de Parma, misit ad Papam Innocentium quartum
et,
rogando qnod mitteret ei fratrem lohannem generalem; quia sperabat, qnod per enm graeci redirent ad praecepta romsnae Ecclesiae. Cnmqne ibi esset frater Johannes, tantum dilexit enm Vattatim, qnod volnit sibi donaria multa dare, qnae frater Johannes omnia recusayit. Cam autcm vidisset Vattatius quod frater Johannes nihil accipere voluit, habuit indo bonnm exemplnm tamen multam thesanrum sibi lbenter dedisset. Tane rogavit eum, quod, amore sai, cum eqoitaret per Graeciam cum societate sua, portaret in mano quamdam scuriatam, quam dedit ei. Ille vero, putans esse flagellum ad rerberandam equum,
;
(idest: Teloci)
Cam igtur tale signum graeci viderent, quod erat imperiale, omnes coram fratre lohanne genuflectebant, sicnt fEiciant latini, quando Corpus Domini eleratur et demonstratur in missa et faciebant ei et societati suae Omnes expensas. Et sic reversos est frater Johannes ad Papam Innocentium, qui mserat eum (p. 133). Anno Domini MCCXLIX, cum abiiarem in convento lanaensi placuit fratri Nantelmo ministro meo ut irem ad generalem ministrnm pr negotiis provinciae lanuensis: et in festo b. Mathiae Apostoli [25 febr.] intravi mare et in qnatuor diebus perveni Areas Eramus enim in principio maioris quadragesimae ad locum fratris Hugonis quia Post prandium vero arripui iter ut irem ad generalem miquadragesima imminebat
: . .
. . .
nistrnm, quem post dies convenientes, Avignioni inveni, quia redibat ab Hispania, revocatus a papa Jnnocentio quarto, qui morabatur Lngduni, ut mitteret eum ad graecos, de qnibus erat spes, ut, mediante Vattacio, cum romana Ecclesia reconciliari deberent... Post haec ivi Lugdunum cum generali ministro, et, cum fiiimus Yiennac, invenirous nuntium Vattacii, quem miscrat ad Papam pr generali ministro. Eie erat ex Ordino fratram Minorum, et dicebatar frater Salmbene sicut et ego, ot erat graecns ex uno parente et latinus ex altero (2); et optime loqnebatur latinis verbis com clericam non baberet, optme etiam in vulgari noverat graecam et linguam latinam; quem generalis assumpsit et doxit Lagdunom. Cumque accessisset generalis ad Papam, suscepit enm Papa ad osca-
Inm
^parcat
tibi
Deus,
fili,
quia multum stetisti, quare non venisti et expensas dare non possum, ideo
(1) Imperatore Giovanni III Dacas detto Yatacio (1222-55 f) mori in et di 62 anni: Patriarca greco era Emmanuele (1243-55 f ), succeduto a Metodio. Lector Constantino(2) Di questo fr. Salmbene greco, come del seguente fr. Tomaso
>
s
il
progresso dell' Ordine Minoritco fra i Greci, ma che in oltre a Costantinopoli vi era lo studio con propri lettori o Maestri in teologia. Pi tardi, nel Concilio di Lione (1274), vedremo un altro Minorit greco tfr. Ioannes de Balastn de
Da
non
solo
Cotstantlnopoli
t. II.
Sbaralea BuUar.
III. p. 217).
SECOLO xm.
223
61
dimisisti?* Cni frater Johannes respondit: * pater, satis celeriter veni, visis Utteris vestris, utiles sed fratres per qtios transibam, mihi impedimcfito fuerunt Cui Papa dixit habemus rumores, scilicet quod gracci reconciliari velini cum romana Ecclesia; quapropter volo quod vadas ad eos cum bona societata fratrum Ordinis lui, et poter it esse quod, te mediante, aliquid boni Deus digndbitur operari: ex parte autem mea omneni gratiam quam volueris, habeas. Cui dixit frater Johannes: pater, non deest qui impleat, sed qui jubeat, nam paratus sum, et non sum turbatus, ut custodiam mandata tua. Cui Papa dixit: .benedicaris tu, fili, quia bona est responsio tua. Erat antom tane temporis Lngdani lector constantinopolitanus frater Thomas graecus ex ordine Minorum (1), qai sanctus homo erat, et graece et latine optiine loquebatnr. Hnnc genoralis assumpsit nt ad graecos dnceret secnm, nam ad hoc etiam venerat a Vattatio missns. Duxit enim secam fratrem Drudonem (2) ministrnm Bargandiae, qui erat nobilis homo,
. :
pulcher et litteratns et sanctus, nam magnus lector erat in theologia, et qualibet die fratribus praedicare volebat: duxit similiter secum fratrem Bonaventuram de Yseo (3), qui erat famosus homo et antiquus minister in diversis provinciis duxit et multos alios ydoneos fratres, quorum nomina ponere non expedit modo; et finita septimana paschali, a
:
Lugduno recessit (Salimb. Chron. p. 148-49). ... Undecimus [socius fratris Ioannis] (4)
frater
lector
in theologia, qui qualibet die de influentiis divinis fratribus praedicare volebat, ut auribus meis audivi, cum in Burgundia essem cum eo. Hic fuit nobilis homo et pulcher, et hone-
plusquam credi possit; nam ultra humanam aestimationcm miro Deo devotus. Hunc duxit secum frater Johannes de Parma, quando Papa Jnnocentius quartus boiiae memoriae misit euni ad gfaocos, ut oos reduceret ad unitatem fidei cum romana Ecclesia. Duodecimus socius fratris lohannis de Parma fuit frater Bonaventura de Jseo (5) quando frater lohannes ivit ad graecos missus a Papa. Fuit autem
stae et sanctissimae vitae
modo
fuit
(1)
(2)
cfr. ib. p.
n. 4).
t.
pp. 263, 269, 277), ove, sulla Pellegrino da Bologna, si ha che frate Bonav. da Iseo fu il vicario del Generale Crescenzio al Concilio di Lione nel 1245, e non il b. Giovanni da Parma, come scrisse il Salimbene {Chron. p. 60) seguito poi dal P. Panfilo (Storia I. 590) che suppose erronea
(3)
Di
vedi in
fr.
Sanctorum
testimonianza di
la testimonianza di
jf*.
Pellegrino.
Ma
anche
il
scrivendo 40 anni dopo, se non vogliamo supporre che tutti e due, Giovanni e Bonaventura, o simultaneamente o successivamente fossero intervenuti al Concilio come vicarii di Crescenzio.
Del
resto,
i
la
si
con-
fermano
dai due
privilegi del re d' Ungheria) data Lugduni 3 idus iulii anno terto, e controfirmata arcivescovi Minoriti Odone Rotomagense e Leone di Milano, e tra questi firma anche
frater Bonaventura vicarine Minisiri generalis fratrum Minorum. (Vedi Bongars Gesta Dei p. 1195, e Sabatier Opuscvles 1. 1 p. 134). Abbiamo inoltre la testimonianza del cronista fr. To-
Pavia (vedi l' art. sotto l' an. 1280) che fu compagno di Bonaventura nel detto Concilio. Salimbene a pag. 317-19 parla di altri dieci socii o compagni del b. Giovanni da Parma, ma osserva che non omnes supradictos socios simul habuit, et secum ducebat, sed successive, quia volebat Ordinem circuire et visitare Tra questi era anche fr. Andrea da Bologna, Ministro di Terra Santa, di cui parliamo altrove.
di
(4) Il
.
maso
(5) Oltre il celebre fr. Elia di Cortona che si occup (come abbiamo visto a p. 116-17) di cose di Alchimia, troviamo anche il nostro Bonav. da Iseo occupato in simili materie, come ci consta da due codd. che portano il nome *strano di Compostella. Di uno, che esisteva nella
biblioteca dei PP. Min. Conventuali di Pieve in Toscana, abbiamo un saggio nello Sbaralea {Supplem. ad Script, p. 177); e di un secondo cod. della Riccardiana di Firenze, segnato n. 119 (ms. cart. in fol. a due colonne della fine del sec. XIV, o dei primi del sec. XV)
diamo qui
le seguenti indicazioni. Si noti che, tanto Elia come Bonaventura visitarono l'Oriente; e dall' Oriente, senza dubhio, portarono gran parte della loro scienza esperimentale che tro-
224
61
frator
BIBLIOTECA
Bonaventura antiqaos tam in ordine, qoam in aetate, sapiens et indnstras et sahomo hoiiestac et sanctae vitae, et dilectns ab IciHno de Bomano; veratn-^
gacissimns, et
fbit
flins fuerit cninsdam tabernariae, ut dicebatar. Hic antiquus minister in ordine; nam in provincia Provinciae fnit minister, et in provincia Janncnsi minister, et in provincia Bononiae minister, et in Marchia trivisina minister: magnnm volnmon Scrmonnm fecit de festivitatibns et de tempore; laudabilem finem habuit,
(pag. 319).
il
Abbiamo
dopo
la
si
mise
in via
per
V Oriente
aprilis,
mmas
cio ai
di aprile.
Quindi erra
il
Chron.
XXIV
(id.
il
p. 159).
Salimbene non
ci dice
altro del
viaggio, n
meno
del risultato della missione di fr. Giovanni. L'Aff (2) ce lo t& giungere
l'
a Costantinopoli presso
ratore e
il
Imperatore e Patriarca Emanuele (3) senza accorgersi che Co-, 1204 25 iul. 1261), e che l'ImpePatriarca greco risiedevano in Nicea di Bitinia. L'itinerario di Giovanni
verosimilmente esser questo: dall'Italia a C.poli, e da II. a Nicomedia (Ismit) peV mare, e da Nicomedia a Nicea per terra. Quando poi vi giunse, quanto tempo precidovette
samen te
vi si ferm, e
fr.
si
ha
di
certo.
La
testimonianza
ci as-
autorevolissima di
La Compostdla di r. Bonaventura principia nel cod. Riccardiano iarao in questi codici. a fol. 142 v. 2 e In nomine Dni. amen. Incipit liber Compostille multorum ezperimentorum
:
existens in conventu fratrum S. Marie et in conventn loci Vinee [Convento ottenxUo dai FF. nel 1256]. Et est liber' medicinalis et alchimie, cnius capitula sunt multa, quorum tabula hec
est:
Vcnets.
[ficl per Rainerii Zeni, Doge, an. 1252-68 f ] ducis ProJiemium CompostiUe : Compostilla est liber compositus et inventus a fre. Bonaventura de Yseo ord. fratrum Minorum ex dictis multorum phiiosophorum qui delectati sunt in
fiit
scientiis secretis secretorum, experimentorum artis, operis auri et argenti, que apud nos vocatur alchimia.... Segue la divisione dell'opera in quattro libri coi respettivi capitoli. Il
Prohemium quarti operis (fol. 143) principia < Grandis gratia Dei est in homine... e termina Ego quidem fr. Bonaventura de Yseo ord. Minorum fui amicus domesticus et fami: ,
multa contulimus de
scientiis et
de
expcrimentis in cartis eccretorum, ut nigromante, alchimie etc. > . Al fol. 166 r. 1 : e Explicit liber Compostille fratrs Bonaventure de Yseo... Igitur lege, adverte et fatiga et proba reImmediatamente dopo (fol. 166 r. 2-177 r. 2) eeptas... Et sic est finis huius, ideo gratias .
segue un' altra simile opera attribuita a fr. Elia di Cortona : Incipit liber alchimicaXia quem fr. Helya edidit apud Fredericum imperatorem: Liber lumen luminum transactus de sarra-
ceno ac arabico in latinum a fratre Cypriano ac compositus in latinum a generali fratrum Minorum super alchimicis. Incipit liber, qui lumen luminum dicitur, ex librs medicorum et
experiments et phiiosophorum et disciptlnarum exercitarum ac expermentorum facilium nec non rerum electarum et scientiarum mirabilium quibus nobilis atque prudens medicus sen alchimista indiget habere noticiam... Explicit liber prmus alchimie. Incipit 2us de ere quomodo transmutetur in lunam (sic !). Dopo sei libri termina 50 partes iovis et convertet
eas ad se
(1)
(2)
etc.
Et
huius
II p.
libri,
ideo gratias
>
Anal. frane,
t.
73 n. 10.
anni 1244-55, e dalla storia aug. p. 158*.
(3) Manuele II Charitopulo, tenne il patriarcato entro sappiamo che egli non abboriva l'unione. Cfr. Acta SS. t.
gli
I
SECOLO xm.
sicura col Salimbenc, che
fr.
225
61
prima della
riporil
Pasqua
del
1251
il
Papa
s'
incammin per
l'
Italia. Ci piace
Salimbenc
B)
Ex
vita Innocentii
Papae IV:
Ad Graecos quoque et Baceium [= Vatacium} Imperatorem ipsorum misit ipso Dominus Papa virum religiosum fratrem lohannem de Parmeno generalem Ministruni or-
dinis Minoruiu, vitae maturitate praeclarum, Doctorem in tbeologia egrogium, dans ipsi socios et sequaces eiusdom Ordinis fratres, viros sapientia doctos pariter et maturos, ad rc'ducendum illos ad fidei certitudinom et Ecclesiae unitatem, ut fieret nnum ovile et unus
pastor; quibus illnc usque Deo volente deductus, ordinatis bine inde quaestionibus super quibnsdam casibus et eorum erroribus, quibus errabant et in sua pertinacia se tenobant, tam super processione Spiritus Sancti, quem cosserebant non a Pilio, sed solum a Patro procedere, quam de reverendo sacramento eucharistiae, quod dicebant debere confici, non
de azjmo sed potius fermentato, et quibusdam aliis suis ritibus et doctrinis, decdentes ipsi a suis opinionibus, cum non haberent eorum stabile fulcimentum, deventum est tjxndem et denuntiatnm quod ex eis super iis decidendis et parendo Ecclesiae Eomanae mandatis, solemnes nuntii ad sedem Apostolicam mitterent. Diebus vero (^sicj frater Johannes Minister et eius socii memorati apud Lugdunum ad praesentiam Summi Pontificis remea-
runt (1)
Dopo
il
Salimbene e
il
da Curbio, abbiamo
le
ci
il
Clareno
compagno
fr.
Gerardo da Modena:
0)
Ex
Missus
fr.
Angeli Clarcni:
summo
popula
[fr. Ioannes] ad Grecos septimo administrationis sue anno (2) ut legatns a Pontifice, in tanta ab Imperatore et Patriarcha religionis eorum et omni clero et est habitus reverentia et estjmatione sanctitatis vite et divine sapientie, ut non se
pntarent hominem quempiam prudentem et ernditum videre, sed unum de antiquis patribus et doctoribus, vel aliquem de Christi discipulis. Nempe omnis concordia et unitas, que prin\o cum papa Clemente [7F 1265-1268] et postea cum papa Gregorio [X" 1271-1276] tractata, et patenti confessione in concilio generali [Lugduni 127'i] ex parte Imperatoris et Grecorum ostensa et publicata est, initium et originem traxit a fratre lohanne et sociis. Cuius principalis sociua frater Girardtts (3), cum in foro Constantinopolitano po-
(1) Baluzii-Mansii
afutori, cfr.
Miscellanea
t.
1 p. 198.
Per la
f.
citati
1,
llb.
e. 3),
il
Tribul. in Archivf. Utter. undKircheng.X. II pp. 262-87), il Pisano (Conform. 8*), specialmente Waddingo {Annales an. 1249 n. 4-5, an. 1250 n. 2, e an. 1256 n. 38), lo Spondano (an. 1249
il
n. 17),
De
p. 181 n. 44, e p.
Gubernats {Orhis Seraph. de Miss. 1. 1 p. 260 n. 43), 193 n. 13-15), Du Cange (Hist lib. 5 e. 1, e
il
il
e. 4),
b. Criov. (2" ed. Quaraccbi 1900). che corrisponde al 1249, anno certo della sua missione in Oriente. Come vede il lettore, l'errore del Chron. 24 Gen. pi sopra citato (p. 224), che pone il viaggio del b. Giov. nel 1254, ha origine dall' errore del Clareno.
Iccta franciscana, e
Emo
P. Luig^ da
Parma
Vita del
>
,
(2) Corrige :
anno
(3)
questi
il
celebre
secolo,
fir.
Grerardo da
ci
Modena
il
come
assicura
parentibns natus, scilicet de Buccabadatis. Hic fdit de primitivis firatribus unus, non tamen de duodecim. Amicus et intimus fuit b. Francisci, et aliquando socios. Cnrialis homo fuit
valde, liberals et largus ; religiosns et honestus, et valde morigeratus, temperatus in verbis et in omnibus operibus suis. Parrae litteraturae fuit; magnus concionator, optmus et gratiosus praedicator.
Totum mondum
L
circuire volebat.
BibUot.
T<m.
226
61
BIBLIOTECA
pulo prodicarot, in colum suspiciens ad modicum snstitit ot lacrimis perfiisus ad populum conversus dixit: * Modo aquila capta est. Et seipsum explicans ad populum conversus denuo ait Modo rex Francie vir sanctus Ludowicus captus est. Orate Deum pr liberatione ipsius et salute omnium, qui cum co sunt Annotaverunt diem et horain ot ipsa eadom die et bora a saracenis captum [5 Apr. 1250], none sanctnm, regem Ludowicum fuisse roperierunt. Hoc ego semel, et seenndo et tertio audivi a venerabili et reverendo viro episcopo Bondunucie (1), qui tunc oius predicationi presens erat et diem et
: .
signavit et cum ceteris reperii. Hniic, cum misisset frater Johannes ad visitandos fratres provinciae Romanie, Venetomm navis portabat sub hoc pacto, quod ipsum poneret in portu Corono [presso More]. Cumque navis venisset ad conventionis locam, rogabat
horam
enm in loco prefato. Naute vero prospernm habentes tempus, proptor magnum damnum et periculum, se promissnm implere non posse frmabant. Quod vir Dei audiens, secessit ad modicum etoravit; statimquo miro modo audivit Deus orationom servi sui, et contrarinm ventura misit, quo coacti applicaverunt ad locum promissum, ac ponentes eum in scapha miserunt ad terram. Ips vero nautis, qui portaverant ipsum dixit: ledite quam cito, et patronis dicite navis, quod iter suum faciant, quia hie venfus naturalis non est, sed missus est a Beo, ut prelati mei ohedicntiam compleam . Qui -audientes verbum et maris aspicientes undas cognoverunt ita esse, et ancoras, quas proiecerant snbstolentes perrexerunt iter suum. Ipsi antera naute et dominus Raphael Natalis, cum ante locmn illum navigarerans, pr magno mieos frater Gerardus, quod iuxta promissnm ponerent
racnlo referebant, quod ibidem de ilio fratre contigerat. Similes sibi socios vir sanctus habcro studebat, ut exemplum sancte conversationis eorum ad bonnm fratres, qnos visitabat, posset adtrahere (2)
.
L' AIT,
il
Emo
P. Luigi di
fr.
ed altri, toccano appena e alla sfuggevole il ria credere che lo zelo apostolico di lui non dandoci Giovanni,
Parma
avesse sortito
il
mala
loro
amba-
sciatori furono spogliati per via dai masnadieri e perci costretti di ritornarsene in dietro.
vero che alcuni ambasciatori del Vatacio, circa quel tempo, spogliati e maltrattati
Sicilie,
si
ma
generalem ministrum... ut ad Ordinem me reciperet; et ezatidivit eum apud Prmam, anno Dni. 1288. Huius socius aliquando in itinere fai. Huic tempore illius devotionB praedictae
apnd Parmam tempore illius devotions, quod dictum fiiit AUluja, nel 1233] parmenses dominium Parmae dederunt, ut eorum esset Potestas, et conoordaret eos, qui guerras habebant, ad pacem. Et sic fecit... Cum fratre Gerardo fui infirmus apad Ferrariam infirmtate de qua mortuus est. Et veniens ipse Mutinam, circa annum novum, ultimum diem clausit. Sepultus est in ecclesia fratrum Minor um in sepulcro lapideo. Et multa miracula Deus per cum operari dignatus est... {Chron. p. 36-37. Cfr. anche il Chron. Parm. in
[ciot :
totaliter
Muratori
t.
IX
p. 766).
Il
Puteolano
Io ricorda tra
socii famigliari di S.
Francesco
Gre-
rardus de Mutina ibidem sepultus, vir multis fulsit miraculis. Hic fuit cum b. Francisco, cum praedicavit avibus (Misceli, frane, t. Vili p. 58). Gerardo nel 1230 era al Gap. Gren.
fr. Elia (Salimb. p. 412). Egli mori riportato brano di fr. Salimbene che dimor a Ferrara per sette anni 1250-57. Vari scrittori confusero il nostro Gerardo coli' altro fr. Gerardo Bangoni da Modena ricordato pure dal Salimbene (p. 31) e stato gi podest
XXIV
p. 859). Il
Civezza (Storia
:
d.
Miss.
t.
Gherardo Boccabadati
di Modena dell' Ord. de' ff. Minori, dissertazione dell' ab. Gir. Tiraboschi, edita per cura del dott. Luigi Maini, con addizioni relative specialmente al b. Ghe>
.
(1) Bodonitza presso le Termopili. (2) Clarenus Historia Tribulationum Ord. Min. in Archiv fUr
p. 268-69.
Litter.
und Kircheng. IL
SECOLO xm.
227
61
che altri ambasciatori, vivente ancora papa Inn, IV, arrivarono felicemente in Caria, presentando al Papa una serie di articoli, in parte approvati dal suo successore Alessandro rV(l).
Gli ambasciatori erano: gli arcivescovi di Cizico e di Sardi,
il
conte Angelo
Teofilatto
(2),
grande
con
;
fr.
Giovanni
poco dopo
le trattative
da esso intavolate
le quali
per trattative
restarono sospese per la morte di papa Inn. IV, del Vatacio e del patriarca Manuele II,
trapassati tutti e tre nello stesso
fr.
Giovanni riuscisse infruttuosa; anzi ad ossa dobbiamo, se non altro, quella serie di articoli che poi servirono di base alle susseguenti trattative continuato da Minoriti, sino al celebre
concilio di Lione (1274),
come vedremo
(3).
b.
Non appena
vanni
in
licenziato per la
ci
Oriente,
giunge in
stampa il presente articolo sulla missione del proposito una bolla di Innoc. IV fin qui inedita
Giotest
rinvenuta
dall' illustre
Hevue historique
quanto abbiamo detto pi sopra sul felice risultato delle trattative del suo ritorno a Lione accompagnato da apocrisari greci.
Giovanni, e del
Innocentius episcopus servus servorum Dei Venerabilibus fratribus Archiepiscopis et filiis nobilibus viris.. Magno Interpreti et.. Kalothito Legatis Grecorum ad sedem apostolicam accedentibus. Salutem et apostolicam benedictionem. Dilatatum est cor nostrum in Deo pre gaudio vehementi, audito quod prudens Grecia, novo superni sideris irradiata fulgore, gratanter accepit humilem pacis angelum dilectum filium fratrem lohannem Generalem ordinis Minorum Ministrum, sibi ab apostolica sede transmissum, et per ipsum salutaris verbi pulsata Consilio, in auditu auris concepit monita sanitatis de curanda veteris peste discidii, quo universalis ecclesiae unitatem orientalis discessio dampnabiliter secuit, per vos quos dignos tante legationis baiulos indicavit, deliberans nobiscum saluberrimum inire tractatum. si vobis, preducem divini ductus stellam sequentibus, subsequens vos oriens
episcopis ac dilectis
(1)
Vedasi
il
n. 38-39,
t.
IV
p. 37-40;
riportato o compen-
Gange
Le Beau
pero
(Contili, al Rolin,
Venez. 1826,
(3)
Abbiamo
membro
dell' Istituto di
b. Giovanni, scritto da Felix Lajard letto tra gli altri Francia, e inserito nella celebre Histoire littraire de la France (t.
XX
Perch il lettore vegga con quanta incredibile legerezza si ignori e profani la verit anche da accademici, noteremo soltanto quello che il Lajard dice sulla duplice missione il n'en resulta del b. Giov. in Oriente. Nella prima (1249), Giovanni non riusc a nulla
p. 23-38).
:
les
deux glises
(p. 30).
La seconda
demanda
la permission
de retourner chez
les Grecs, et
de s'employer encore,
consentit, prenant pour un courage admirable dans un octognaire, cet inutile et dangereux retour d'une activit trop longtemps interrompue. lean se mit en route et n'alia pas plus loin que Camerino... Si l'on consdre
la reonciliation
IV y
les
rentrer sous la domination de l'glise latine, il sera permis(?!) de penser qu'il ne prenat pas fort coeur l'extinction de leur schisme; et l'on comprender (!) comment, la fin de
ses jours,
dzio alle
dell'
dsirait vivement d'alter mourir au milieu d^etix (p. 31-34). Lasciamo il giuanime imparziali e oneste di dirci quanta onest e verit vi sa in questo criterio accademico Lajard. A noi piace constatare ogni tanto questo procedere di simili sentori,
il
!
perch si vegga con quanta lealt si scriva la storia, la quale, assolutamente per tutti, non dev'essere altro che la pura verit, sacra ad ogni anima onesta. (4) Tomo (Nov.-Decem. 1905) p. 815.
LXXXIX
228
61
BIBLIOTECA
ili domuui iiidividnutn sponso uiicc rcducatur, in quain cum primo creata in revelationem geiitium lux celestis illamiiiationis indiuit, ostcidciis in commnnioiie orthodoxe coUectionis ili Christuin inveiiiri pie adorandam intemerate fidci voritatem. si temporibus nostris
celitus infundatur hec giatia, quod inter lios fluctus, quibus agitatur iiisuperabilis beati Petri navicna, vetus rima scissure qne potissimum vidctur patere periculo fidei Christiane,
per providam rcintegrationein partiuin solidetur. Tunc quidom dorainus servorum suorum sorvuni in beata suavitatis pace dimitteret, cum nostri tantum yidere meruissent oculi sa-
sub uno pastore, sicut prideni, scissa in gregis dispendium dominici Hinc est quod adventum vcstrum leto excipimus apostolica congratulationis applausu, sperantes quod pacern dcsiderabilem ferent et referent pedes vestri, et supplici prece divine pietatis implorantes clomentiam, ut laborum vestrorum studia et pie intentionis vota, quibus sinceritatem ecclesie generalis ad robur integritatis catholice aifectamus, optato prosequatur eflfectu, protegens bonnui spinen pacis ecclesiastice quod in vobis qui congregat seminavit, ne qua zizania in necem futurorum proventnum dispergens, superseminet inimicus. Igitur properct in gaudio gressus vester, quia nos et fratres nostri vestram expectamus presontiam susci piondam favore condigno in visceribus lesu Christi, et tiiliilominus vobis venientibus providori de securo conductu in terris devotorum ecclesie per
Intai-e,
quod
videlicet
quas vos transire contigerit procuraraus, ut grata peregrinationis vestre profectio inoffenso ad destinatum calle pertingat. Datum Lugduni VI Idus Augusti [8 ag. 1250] pontificatus nostri anno octavo (1). Fr. Gioo. dunque era in quest'epoca gi ritornato daiV Oriente.
1249
loro tutto
Convento in Damiata.
e vi stabilisce
i
IX occupa Damiata,
Saraceni,
r occorevole pel cnlto e mantenimento (2). Sidata Damiata (apr. 1250) non si ha memoria della sorte toccata ai Minoriti e al loro convento.
Crociate.
Innocenzo IV, vedendo lo stato lacrimevole della Terra parti d' Europa per promuovere soccorsi a pr de' Crociati. Al re d' Inghilterra d licenza di condur seco de' francescani ad altri frati dello stesso Ordine, che si recavano a predicare nelle terre de' Saraceni, conferma le facolt e i privilegi loro pi volte concessi. Lettere parimenti scrive al suo nunzio in Inghilterra, frate Giovanni Anglico, a pr di Terra Santa, nonch al Provinciale francescano di Germania perch decida i Frigi e Norvegi di muovere in
Santa,
1250
manda
Da quest' anno daterebbe secondo alcuni l' insttuMissionari. famosa Societ de' Frati pellegrinanti per Ges Cristo in tutta la terra, composta di Francescani e Domenicani, sotto la direzione del Generale Francescano (4). Questa societ, nella quale si arruolavano anche arcivescovi e vescovi, dissemin pel mondo intero una falange senza numero di Missionari, al magnanimo ardire de' quali deve l' Europa del Medio Evo la &cile comunicazione co' molti popoli d' Oriente in que' tempi quasi sconosciuti. Le lettere d' Innocenzo IV, che noi ricorderemo pi sotto (1258), ne sarebbero prova (5).
1252.
della
zone
(1) Oltre questa, due altre bolle, osserva il Sabatier, concementi la missione del b. Giov. in Oriente, sfuggirono allo Sbaralea e agli altri storici della Chiesa. Vedi Potthast n. 13385 n. 4749 e seg.: Summi diapoaitione paatoria dei 28 e seg. e Berger Begistres cT Innocent. maggio 1249.
IV
(2)
Vedi
t.
il
Contin. di Guglielmo da Tiro nel Reeuetl dea Hiator. dea Oroiaadea: Hist.
Occid.
II p. 594.
Cfr. Begeato cronol. sopra a p. 103. I pp. 542, 546, 554, 559, 561.
t.
I. e.
XIV,
p. 468.
Panfilo Storia
t.
fondata questa Societ verso il 1252, il cui nome non comparisce nei documenti se non nei primi anni del sec. XIV; prima ancora del 1252 Domenicani e Francescani, spesso uniti) predicavano e le Crociate e percorrevano le stesse recon certe l^gi o statuti, n dpengioni infedeli, ma non perci formavano una Societ
Non vediamo
le ragioni d dir
degl'
SECOLO
XIII.
229
Pr. Willelmus de Rubruk itinerarium fratrie Willelmi de 1253-55 Rubnik de Ordine fratrum Minorum, anno gratiae m.cc.l.iii. ad partes
:
Orientales.
Edito da Frane. Michel o Tomaso Wrigt nel Bccueil de puhli
il
Voyages
tiV
et
de Mmoircs
62
par
la Soc: de
t.
IV
abbiamo parlato
in alcuni punti
1245). Questa
sfortunamonte
scorretta.
(1),
nostro
e
fr.
Guglielmo
nel
di
Rubrnquis o Ruysbroeck
il
del
Brabantc
nacque verso
il
1220;
quando
1253 intraprese
compagnia
di
fr.
viaggio
per
in
la
Tartaria egli
era
membro
della
Acri. Il 7
Bartolowco da Cremona
nome
Mar Nero
giungendo a Saldata (Sudak) il 21 dello stesso mese. Dopo un lungo tragitto trov Batti Kart che era sul Volga; e ai 27 decembre arrivava agli accampamenti dell' iuip. Mangu
Kan,
lasci
e con lui a
Caracoriim
il
il
1254.
Compinta
la
sua missione,
prendendo la via del Caucxiso, travers l'Armenia e celebr la festa di Natale (25 dee.) a Naxivan. Dall' Armenia poi scese al mare di Cilicia; il re d'Armenia (egli scrive) fecit me duci usque ad mare, ad portnm qui dicitur
di
di luglio; e
Caracorum
uax
Cprum,
et
Nicosie
deva, come si dice, dal Generale de' Minori. Il eh. P. Masetti 0. P. nei Monumenta et Antiquit. Ord. Pracd. (Komac t. I p. 457-66) inser un' appendice De Congregatione Pe'cgrinantimn propter Christnm de qua itirnfio habetur ttaec. et XV: Exercifatio hstoi'ica in
XIV
qua
il
primo tra
Domenicani a
trattarne ex professo, poich de hac Congregatione nemo hactenus data opera edissernit, tace affatto delia comunanza de' due Ordini, nella fondazione e direzione di questa Congre-
gazione.
La congregazione
de' frati
Domenicani Peregrinanti si componeva (egli dico) di read un Vicario gmerale, e la sua vera fondazione data,
non dai tempi del b. Umberto verso il 1252, come vorrebbero alcuni, ma propriamente nel 1312, con a capo il primo Vicario che fu Fr. Franco da Perugiat * Iste fuit primiis Vicarine generalis Societatis peregrinantium propt^r Cltrintum . (Nccrol. Ord. ihid. p. 460). Essa venne estinta verso il 1500. Societ, egli soggiunge, da non confondersi coi Domenicani di Terra Santa: < siquidem Terra Sancta fiierat in Provinciam erecta an. 1238. La Societ quindi de' FF. Pellegrinanti, con a capo un Vicario generale, era comune ai due Ordini, ma non perci tra loro unite, se non nello scopo della civilt e della fede. (1) Il nostro P, Stefano Schoutens 0. M., della Provincia Belgica, prova in un suo art. pubblicato nel BuU. de l'Acad. roy. Flamande t. XVI, che fr. Guglielmo di Ruysbroeck non era di origine francese come pretesero alcuni. Generalmente Io si crede nato a Ruhrouck nel nord del Brabante. Cfr. Hist. litt. de la France t. XIX p. 114-26. tudes franciscaines t. XIV p. 419.
ancora in potere
de' Latini
fr.
Guglielmo
457
n.
1.
ci
popolo in
(3)
S. Sofia,
lui
prima
di lasciare la citt.
t.
Di
I p.
Auax non pu esser altroch Bergeron ed altri la dicono Cura! r Ayas (= Ai'as Laizo Laiazo Lajacinm, 1' antica Aegae) citt allora florida j)el commercio dei Veneti e Genovesi coli' Armenia Minor^ oggi misero villaggio sulla spiaggia
(4) Cosi nel testo;
ha erroneamente
vestrttm.
230
BIBLIOTECA
mo
seenni versus
62
Antiochiam
;
(1),
fnimus
apostolorom Petri et Pauli. Inde veniinus Tripolini (2), obi fuit capitulum nostrum
Assumcione beate Virginis et diffinivit Minister quod logerem Achon, non permittens venire ad vos, preci piena ut scriberom vobis ea que vellem per latorem presentium. Ego autem non audens reniti contra obedienciam, feci prout potui et scivi, postnlans vonara
me
. .
si
Libenter viderem vos, quosdam amicos specialcs qnos non esset contrarium vestre majestati, vellem supplicare
me
venire ad
vos,
ad Torram Sanctam
reversurum
(pag. 393-94).
del suo viaggio si
Abbondanti sunti
hanno presso
tutti gli
storici
moderni sino al
Una
il
Giacomo da Iseo
(a p. 233), cui
di
il
re di
Armenia Aitone
durante
(e.
1238-70)
d
frate Guglielmo.
Eubruquis
esito
(dico
il
per
la
Tartaria
il
soggiorno
re
la
partenza
de' Crocesignati,
sua
missione
appo
potente
imperatore
i
de'
Mongoli
ma
qual
e la
viaggiatore
seppe
osservare con
sagacit la regione,
costumi, le leggi
de' Tartari,
sua rela-
zione pur
dessa
un monumento
prezioso, che
nemmeno
obbliare (5).
Da un documento francese (21 mar.) pubin Sidone. (Tabulae Ordinis Theutonici, Berolini 1869, pag. 82 n. 103) e compendiato come segue dall'illustre ROhricht, ricaviamo e l'esistenza d'un con Juliein, dovento Minoritico in Sidone e la sua posizione sita presso il mare minus de Saite, Petro d' Avalon, constabulario de Tabaria, et domino de Adelon, piateam in civitato Sidonis sitam concedit et sigillo confirmat, qn<ae littori adiacens versus austrum habet domain Theutonicorum, versus meridiem domum Fratrum Minorum, et extenditur versus occidontem usque ad litus maris, et versus orientem usquo ad viam, quae ducit ad mare et portransit demos ipsius Petri necnon dominae Margaritae, matris Jnliani, olim dominae Sidonis (6).
1253
Convento
1253
IV
Bagdad-Tartaria.
promuovere
richiesta del santo re Luigi IX, Innocenzo ai vescovati fra i Tartari e nella
Soldania di Bagdad religiosi Francescani e Domenicani, come quelli a' quali si deve la propagazione della fede cattolica tra quelle genti, e perci pi atti a dirigere quelle Sbaral. Bullar. t. I p. 651. Missioni.
(1) Ove la Provincia di T. S. aveva un convento, oltre quello sulla vicina Montagna Nera, come abbiamo visto altrove. Vedi a p. G5 s. (2) questa la prima volta clic incontriamo ricordato un convento a Trpoli; quindi
senza
dubbio,
del 1255.
la
sua
fondazione,
se
non
molti,
alcuni
anni
prima
I p.
429-457.
Storia camp. t. II p. 48-66. Vedi anche de la France t. XIX p. 114-26, ed altri. Storia delle Crociate
lib.
un
articolo d
M. Daunau in Histoire
il
(5)
XIV.
Un
interessante
studio
Fr. Guillaume de
Eubrouck, ainbassadeiir de S. Louis en Orient: rcit de son voyage, trad. de l'originai latin et annot par L. De Hacker, Paris 1877, in 8 di pp. 336. Vedi Pacquot Mmoires littr. dcs Pays-Bas t. I p. 213. Civezza Bill. San/rane. p. 503-505.
(6)
n. 1205.
SECOLO XIU.
281
1254
Documento
regno
tale del
di Cipro.
IV d
63
di decidere srl la
francescani di
Nicosia
e
ai
1'
ar-
mo-
documento
Innocentins servus servornm Dei, archidiacono Acconensi, salutem et Ex parte Venerabilis fratris nostri Archiepiscopi Nicosiensis apostolicam beiiodictionem. nobis est oblata querela, quod Minister et fratres Ordiiiis Fratrum Minorum Nicosiensis quemdam locum, in quo prius fnorant, relinquentcs, illuni (qui juxta ipsius Ordinis insti-
Bcscriptum de
euudcm Archiepiscopum tanquam loci diocesanum pervenire debuerat) quibusdam monachis Cisterciensis ordinis de facto, cum de jure nequiverint, vendiderunt: qui locum ipsum contra justiciam detinent occupatnm, in ipsius Archiepiscopi et ecclesie sue non modicum prejudicium ac gravamon; ideoque discretioni vostre per apostolica scripta mandamus, quatinus, vocatis qui fucrint vocandi, et anditis hinc indo propositis, quod canonicum fuerit, appellatione postposita, dccernatis, facientos, quod decrevoritis, por coiisuram
tuta ad
ecclesiastica
timore
m firmitor observari. Testes vero qui fuerint nominati, si se gratia, odio vel subtraxerint, censura simili, appellatione cessante, cog-atis veritati testimonium perhibere, non obstante si aliquibus a Sede Apostolica sit indultum quod excommunicjvri,
suspendi vel interdici non possint per litteras diete sedis non facientes plenam et expressam de indulto hujusmodi mentionem. Quod si non ambo hiis exequendis potueritis interesse, alter vestrum ea nichilominus exequatur. Datum Laterani, IV Kalendas Pebruarii, pon-
tificatus nostri
anno XI
(2).
1254
Romania -Grecia-.
soggetto ai Latini (Wad. an. cit. n. 17). Grecia. Wadd. an. cit, n. 17.
Minoriti creati inquisitori nell' impero greco 1255: Fr. Kainerio vescovo di Maine in
Frater 1254 Fr. AfiFOstino di Notyngham Vesc. di Laodicea. Augustinus, bonae memoriae fratris Willclmi de Notyngham gerraanus (3), primo domini Innocentii papae IV [1243-54] familiaris, postea cum nepote eiusdera domino patriarcha Antiocheno (4) in Syriara profectns [1254], postremo episcopus Laodiceae factus est (5).
Beaulieu, abbazia e monastero dei Cisterciesi situato entro la citt:\ di (1) Bellus loeus Nicosia (Mas Latrie in Archi'ves de VOrknt Latin t. II p, 234-35), da non confondersi coli' abbaza Bellapaise degli Agostiniani, situata sui monti di Cerinia nel vicino villaggio di Caaafani.
(2)
(3)
(4)
n. 68, ap. Mas Latrie Histoire de Chypre t. Ili p. 651. teologia nell' universtA. di Cambrige. Cfr. Anal. frane, t. I p. 209. de' Fleschi, genovese, nipote di Inn. IV e d Adriano V. Eletto pa-
Antiochia (ancor soggetta ai Crociati) e legato apost. dell'Oriente, arrivava in Acri ai 22 giug. o secondo altri ai 4 ott. 1254. Cosi abbiamo l'anno in cui lo accompagn il nostro fr. Agostino' Non sappiamo quanto tempo Opizio siasi fermato in Oriente; dal 1264 troviamo nella diocesi patriarcale un suo vicario di nome Bartolomeo, e lui in Italia, ove mori
triarca d nel 1292.
(5)
t.
Vili
p.
t.
Eccleston in Anal. frano, t. I p. 251. Nelle serie de' vescovi di Laodicea (Latachia in Fenicia) non apparisce il nostro Agostino nel sec. XIII. L'Eubel (Hierarchia I. 304) erroneamente lo pone circa il 1310 citando il Gams e la Si/ria Sacra; come pure il Rey e
Ex
II B. p. 446.
Du Cange (Familles p, 797) che Io registrano e. 1314 e 1334, sotto il quale anno (n. 27j ne parla il Waddingo. Agostino invece dovette precedere fr, Pietro da Sant' Ilario 0, P. che tenne quella sede negli anni 1264-72. Cfr. Eubcl cit.
il
232
BIBLIOTECA
C.
1255
Pr.
Giacomo da
64
Frate Giacomo da Iseo (di Lombardia presso il lago Iseo o Sabino, tra i confini di Brescia e Bergamo), lodato dal Celanese come vir in Ordine nostro satis celeber et fa-
Dal racconto di mosusi>, non par nominato dai tanti cronisti che vanta l'Ordine! fr. Tomaso da Celano, risulta che frate Giacomo entr giovanetto nell' Ordine, vivente il Santo Patriarca; e che poco prima del 1230 (anno della transazione del Santo e della
guarigione di similmente in
co lo
egli
fr.
officio di
Giacomo) questi curam animarum inter cos \Fratrcs\ suscepit veroMinistro provinciale in Toscana. Verso questo tempo il Salimbene
,
fr.
Giacomo neg
l'
governo
Francesco
in
Assisi
pieno
lo tardi, verso il 1248-50, sappiamo dallo stesso Salimbene che Giacomo crai Minister Bomanus quando il Generale b. Giovanni di Parma gli inviava a Boma quale Lettore il celebre frate Stefano inglese (3). Fuori delle surriferite notzie invano cercherebbonsi altre sulla vita di fr. Giac. da Iseo.
,
iam
inveterata infir-
Dobbiamo quindi ad un cod. della Vaticana se veniamo a sapere che questo molto celebre e famoso Minorit del sec. XIII fu ^ure missionario (e fors' anco superiore) nella
Provincia della Terra Santa. Frate Giacomo dunque, dopo aver governate due delle pi grandi Provincie dell'Ordine, venne in Siria qualche anno dopo la met del secolo XIII; e lo troviamo a Tripoli in colloquio con Aitone I re di Armenia che ebbe a lagnarsi seco Iril del poco tatto politico usato dal suo celebre confratello frate Guglielmo Buhruquis, il
quale credette convertire alla fede Cattolica l'imperatore de' Tartari minacciandogli le pene dell'inferno. Frate Guglielmo inviato dal santo re Luigi IX nel 1253 ai Tartari, ritornava
in Cipro nel
si
1255, e da
li
lo stesso
anno
si
Giacomo
da Iseo. La lagnanza del re Aitono I contro il Buhruquis ben seria, e non pu mettersi in dubbio, data l'intimit e alleanza che regnava tra lui e l'imperatore de' Tartari (5).
il
celebre
Minorit
d'
Iseo
(6).
(1)
Salimbene Chron.
anche
il
p.
(2) Cfr.
(3)
cit.
Salimb. Chron.
cit.
(4) Cfr,
Civczza Storia
I,
I e. 13.
Panfilo Storia
t.
II e. 2.
(5) Aitone
Hethum,
1'
1238-70), recatosi in persona alla corte dell' imp. Mangu Kan (1254-5.5) fu accolto onorevolmente; d'ondo ritorn nei suoi stati nel 1255 dopo aver conchiuso un'alleanza coi Tartari e persuaso il Gran Kan di farsi cristiano. Lo storico
Tacfur-Hatem, re di Armenia
Aitone monaco
{lliat.
suoi principali signori vennero battezzati da d'Armenia. Holau (Hulagu) fratello del gran
infedeli
Orien. e. 24-28) parente del re, asserisce clie in rt^alti il Tartaro coi un vescovo Armeno clic ora cancelliere del re
come
nel
1257-60.
Cfr.
Kan col re Aitone I sconfissero pi volte gli Du Cange-Rey Famillen d'ontremer p. 127-29. Cfr.
Tournebize Histoire polit. et relig. de V Armenie in Bevue de V Or. Citrt. an. 1904, p. 229-30. (6) Precisamente verso la met<\ del sec. XIII, e non dopo il 1268, un fr. lacobus ricordato come incola conventus Montanae Nigrae presso Antiochia, con frate Giovannino Cfr. supra n. 20 a p. 70, in Cliran. XXIV Gen. (11 de OUi>sf)'c fr. Kaincrio da Montt;puIciano.
SECOLO
XIII.
233
A)
Ex
Thoma
de Celano:
64
Frater lacobns de Yseo, vir in Ordine nostro satis celeber et fainosns, de seipso testimoninm dicens ad gloriam patris nostri [Si Francisci], pr aanitatis beneficio agit gratias sancto Dei. Hic, cura puer esset teneUiis in domo paterna, fracturam incurrit corporis valde gravem, defluentibns, quae snnt abdita corporis et qnae in archanis natura locaverat, ad loca non sua, cum dura molestia laesionis. Dolcbant pater et sui qui noverant causam, et cum saepo medicorum iuvamenta tontarent, in nullo proficerc videbantur. Coepit tandem iuvenis, divino afflatus spiritu, de salute animac cogitare, et Deum studiosa niente requirere, qui sanat contritos cordo et alligat contritionos ooruni. Itaquo Ordinem sancti Francisci devotus intravit, nulli tamen qua urgebatnr infirinitati'in d^texit. Veruni aliquantisper nioram in Ordine faciente, cum ad notitiam fratrum iuTeiiis pervanisset infirmitas, moti fratres voluerunt euui, licot dolentes, remittere ad parentes. Sed pneri constantia tanta fuit, ut coactionem vinceret importunani. Curam proinde habuerunt fratres de iflvene, donec gratia confortatus, et probis moribus redolcns boiiun virum, curam ani-
marum
cum corpus beati Francisci transferretnr ad locum, affuit tunc gaudiis cum moltitudine ceterornm. Et appropinquans tumbae,
inter eos snscepit, et laudabiliter regnlarem exercuit discipliuam. Factum est autem dictus frater translationis
in qua corpus qniesccb-it patris sanctissimi, pr iam inveterata intirmitato coepit orare diutius. Subito miro modo ad loca debita partibus revocjitis, sanatum se senticns, succinctorinm deposuit, et ex tunc ab omni dolore praeterito ponitns liber fuit(l).
B)
Ex
Cod.
Vatic. Ottob.:
Dixit frater lacobus de Iseo, se vidisse Tripoli in domo Fratrum regem Armeniae referentem, se sic audiisse a rege Tartarorum, culpante et non approbante modum. quem tennerat coram ipso frater GuUelmtis [Rubruqnis] flandricus lector. Cum enim missus a
littoris snis
ante illum
coepit ei suadcre fdem chrstianam, et dixit, quod tam ipsc tartarns morte perituri erant aeterna, et igne perpetuo damnandi. Respondit
quasi
admirans
soadero fdem christianam Nutrix, inquit, primo ut puer ducedincm senticns alliciatur ad sugendum; postea praebet ei mamillam: sic primo debueras plano et rationabiltor snadero nobis, qui videmur omnino ab liac doctrina alieni. Sed statim comminasti poenas aetornas Et dicebatur per regem illum Armeniae, quod ilio religiosus, qui aliter procossorat (2), habuit
do
eius, quem tenebat, voletis illi in OS pueri stillare incipit guttas lactis,
: .
modo
ilio
Tartarorum (3).
Gi esisteva in quest' anno, ove, come abdi Tripoli. 230), il Rubrnquis fu presente al Capitqlo provinciale. Oltre la chiesa e convento de' Minori, v' era anche un monastero e chiesa di 8. Chiara (4).
1255
Convento
biamo visto (a
p.
S.
- Cfr. anche (1) Celano Miracula b. Francisci in Anal. Boll. t. XVIH p. 152 n. 109. Bonav. Tregenda viaj. {miracula Vili. n. 2), ove riporta lo stesso fatto compendiando il. Celano, e pi chiaramente si esprime l ove dice: Cum corpus b. Francisci transferretuf ad locum [ad novam basilicam S. Fr. die. 25 maii 1280], ubi pretiosus sacrocum ossium
eins
nunc thesaurus
iam Patris sanctissimo corpori honorem debitum exhiberct. Et approqua ossa sacra ferant collocata, prae devotione spiritus sacruin tumulum complcxatus, subito, miro modo etc. >. (2) Cio quel vescovo Armeno che, secondo lo storico Atonc ricordato in una nota preil
Tartaro.
lat. saec.
XIV
n. 522, fol.
164
v.; et
Anal. frane,
t.
I.
(4) Neties
p. 317).
Archiv X. 237, ap. Rohricht Syria sacra {Zeif^chr. d. Denl. Palaest. Ver. t. X il convento di Tripoli in Sbaral. Jullar. t. Ili p. .*^27. -
Per
234
BIBLIOTECA
64
1256 Lo stabilimento dei frati Minori in Convento di Tiro o Sur. Tiro data certo assai prima della met del sec. XIII. Una lettera di Alessandro IV, datata il 1 marzo 1255, diretta al Ministro de' FF. Minori della citt di Tiro
in essa il Pontefice d l' incarico a lui e ad altri di esaminare certe questioni insorte tra alcuni personaggi della Siria. (Cfr. Sbaralea Bullar. an. cit.). Due altre lettere dello stosso Pontefice, date contemporaneamente 1' anno dopo, agli 11 di Luglio del 1256, e ambe dello stesso tenore Cum ad promerenda, conferiscono
(Loda NobisJ:
alcune indulgenze alle chiese de' Minori di Acri e di Tiro. Perch documento inedito, crediamo bene di qui inserirlo. Alexander Episcopus servus servorum Dei, dilectis filiis Ministro et fratribns ordinis fratrum Minorum Tirensium, salutem et apostolicam benedictionem. Cum ad promerenda sempiterna gaudia, sanctorum suffragia sint nobis plnrimum oportuna, loca sanctorum omnium pia sunt dovotione fideliuin veneranda; ot dum Dei honoramus amicos, ipsi nos amabiles Deo reddant, et illorum nobis quodammodo vendicantes patrocinium apud ipsum, quod marita nostra non obtinent, eorum mereamur intercessionibus obtinere. Cupientes igitur nt ecclesia vestra, in festivitatibus beatorum Francisci et Antonii confessorum, ac beatae Clarae Virginis, quae in ipsa ecclesia snnt praecipne ac solemnes, congruis honoribus frequententur, omnibus vere poenitentibus et confesss, qui eccle.siam ipsam annis singulis in eisdem festivitatibus, et usque ad ceto dies sequentes, devote ac venerabiliter visitarint, de omnipotentis Dei misericordia, et beatorum Petri et Pauli apostolorum eius auctoritate confisi, centnm dies do iniuncta sibi poenitentia misericorditer relaxamus. Datnm Anagniae quinto Idus Dall' antico Bollano Ms. del Sacro Monte Sion, Julii. Pontificatus nostri anno 2 Al fogl. poi 46 n. 35, dello stesso Ms., ripetuto questo identico fogl. 48 n. 38. Breve coli' indirizzo per: BilecUs filiis Ministro et fratrihus ordinis fratrum Minorum Acconensium, salutem etc. nt snpra.
1255
Convento
di Acri.
nella citt di Acri, il Magister (=-Ministr) Ordinis Minorum Acconensimn presente ad nn consiglio locale tenuto nella detta citt presenti tutti i capi religiosi (1).
Da un altro documento del 1256, si Hcava Custode in Acsri. Custode della Siria risiedeva nella citt di Acri. In esso documento, il Conte di Giaffa e di Ascalona, donando quattordici villaggi o casali agli Ospedalieri Gerosolimitani, sotto certe condizioni, vi si aggiunge che uno dei tre arbitri in questione, sar nominato dall'attuale Custode de' frati Minori di Acri. ... et celui qui sera au jor coustode des freres menors d' Acre i metra e tierz. L'accordo fu fatto e firmato a Giaffa contea di Giovanni d' Ibolino, li 2 febbr. 1256: Ce fu fait a laphe en r an de l' incarnation nostre Seignor Ihesu Christ mil deus cens cinquantesis, le segoni jor de fevrier (2)
che
il
.
1256
1256 In quest' anno i due Soldani di Damasco e di Egitto Tregue. firmano una tregua coi Latini di Siria, duratura anni 10, mesi 10, settimane 10, giorni 10 e oro 10; tregua del resto poco rispettata dai maomettani (3).
1257
Fr.
Lupo Dain.
(Vescovo
del
Marocco
1246-57).
Si
rec
in
pellegrinaggio ai Luoghi Santi della Palestina dopo di essersi liberato dal grave peso del vescovato nel 1257: Absolutas ab onere curao pastoralis, sacram perogrinationem olim tantopere concupitam cum Pontificis benedictione complevt; eaque per labores,
nei (1) Ms. della bibl. nazionale di Parigi (ms. lat. p. 9071 n. 12) citato dal Rhricht, Regesta Regni Hin-osolymitani n. 1226. Il Pauli (2) S<!b. Palili Codice Diplomatico Gerosolim. t. I p. 151-53, n, dipi. 128. {ihid.) erroneamente interpreta il Custode des freres Menors, per le Gardien actuel ecc.
Dal testamento
frati
di
un
Pauli ibid. t. I Minori di Acri 5 bizanti, nel 1264. (3) Rhricht in Archives de V Orient Latin t. II p. 370.
Tolemaide
(Acri), si
p. 264.
ha
SECOLO
et
XIII.
235
Redainptioiiis sanctissime visitatis, alex costis, aliudque os S. Matthiae Apostoli, caput nnins ex Sanctis Innocentibns, aliasquo Sanctornm rcliquias abiiide in Patriain reportans, in antiquo sui Ordinis Cateraiii
64
saraujjustano coiiventn debita cuin reverentia coUocavit (1) Il Papa permettendojjli l'andata in Tc^rra Santa, cos g-li parl: Andate pure, o fu/Uo, che noi ben volentieri accondiscendinmo alla vostra domanda, s che non lupo, ma agnello vi addimostriate. Quando Inn. IV comunic ai Cardinali la nomina di frate Lupo alla sede di Marocco usc in questo parole ben giusto che colui che da lupo facemmo
:
agnello, or di agnello lo
pranome, forse
di
il
so-
1257 Prima d questa data debbonsi registrare quei Martiri Martiri. francescani, de' quali fa menzione Alessandro IV in una sua lettera diretta al Ministro Provinciale di Siria e ai suoi religiosi. In essa dico, che i detti francescani, combattendo per la difesa della fede, furono uccisi pel nome di Cristo. Termina col concedere indulgenza plenaria a tutti que' francescani che vi dimoreranno per tutta la vita (4).
si
di
T. S.
Il Papa scrive (iul. 15) al Provinciale di RoCostantinopoli. Oriente e della Terra Santa) di procurare delle sovvenzioni al bisognoso patriarca latino di C.poli, Pantaleo Giustiniani (5).
1257
mania
(=
dell'
1258 Non iscorsero 40 anni da che il Serafico Patriarca Missioni. ebbe inaugurata la Missione d' Oriente, e i PP. Minori gi vi si dilatarono in modo meraviglioso, da non lasciar terra, a que' tempi conosciuta, ove non vi avessero predicato il Vangelo e propagata la civilt Cristiana. Notevole la bolla di Alessandro IV
diretta in quest' anno Ai diletti figli i Frati dell' Ordine de' Minori nelle terre de' Saraceni, Pagani, Greci, Bulgari, Cumani, Etiopi, Siri, Iberi, Alani, Gazar i.
Goti, Zici, Ruteni, Georgiani, Nubi, Nestoriani, Giacbiti, Armeni, Indi, Mosteliti, TJngheri dell' Ungheria Maggiore, de' Cristiani schiavi presso i Turchi, e di altri infedeli delle regioni d' Oriente, ossia di tutte le parti ove vadano .
Tartari,
Monumento
mento
raro,
se
de' Missionari
non unico, negli annali della storia, che dice assai dell' ardifrancescani e della meravigliosa propagazione del loro Ordine
1258 Nel 1258 il Soldano d' Egitto tra le preroVenezia e la T. S. gative concesse a Venezia, in vari trattati, prometteva inoltre: et adhnc faciemus habere curam de Cliristianis Surianis (7), qui sunt in nostra terra. Et faciemus eis servicium et honorem, et placitum, et amplius eriinus propo ipsos, et non eos derclinqucmus (8)
.
Le prime Costituzioni doir Ordine comOonstit. Narbonenses. pilate da S. Bonaventura e sancite nel Capitolo Gen. di Narbona, die 10 lun., ordinavano Providcatur etiam do lectoribus, predcatoribus, de mittcndis intor Saracenos et alios infideles; de mittendis de una provincia ad aliam ad manendum, de novis Provinciis capiendis et ministrationibns distinguendis et huiusmodi (0) .
:
1260
(1)
De
(2) Cfr.
d<^
Sbaralea Hnllar.
fide,
t.
Il
Waddingo
un. 1246,
il
cit.
De
Gubernatis.
3, in
t.
(3) Die.
(^4) (.5)
II p. 209:
Ex
relatu
Wadd.
digvm-inn.
II p. 229,
Sbaral. Bidlar.
Bidlar.
t.
II p. 2^5.
Suria o
Siria. II
Thomas
Fonte.s
t.
(120.'')-r)5)
p.
491.
p. 13G-7.
in
Archiv
t.
VI
236
BIBLIOTECA
C. 1260-70? Fr. Pellegrino di Bologna Provinciale in Grecia. Est autcm villa Polesni ubi frator Feregrinus ile Bononia habnit possessiones snas. Est antem fr. Peregrinos homo spiritualis et litteratus, qui nunquam bibit nisi aquam, et vinnm abliorret; et bis fuit Minister in Ordine fratrum Minornm, scilicet in Graccia
64
1260
Pr. Benedictus de
errores
2.
De
Alignano
66
1.
Cenni
biografici di
fr.
Benedetto.
Nessuno
sotto
seppero darci cenno alcuno della nascita e dei primi anni di Benedetto;
se di lui
ci
conserv nella
;
sua Cronaca pochi, ma importanti cenni. Egli lo chiama grafia benedictus et nomine , quel che pi importa, egli lo conobbe di persona quando nel 1247 si rec in Francia, e in. modo particolare quando nel 1248 dimor per qualche tempo pi a lungo nel convento di Marsiglia (3), ove
il
Ex quo in Provincia et in Massilia versatur stylns bendum fore qnod occurrit memoriae non tacendum. Nam
puer
in
festo
non ab re puto scriest quidam sancti Benedict, qui vocatns est Benedictus, qui etiam, postqnam ablactatus
in
Massilia natus
p.
si
335 sub anno 1285. Nel 1268 fr. Pellegrino mise la pace tra guerreggiavano accanitamente (ib. p. 252). Pellegrino nel 1305
una Cronaca (Cfr. Anat. frane, p. XI e 269, 287) di cui test il eh. Little trov un importante compendio pubblicato nel fuUettino critico di cose francescane, an. 1905, diretto dal Suttina. Se il Provincialato di fr. Pellegrino in Grecia datasse dopo il 1263, egli alscrisse
lora
non entrerebbe nella serie de' Superiori di Trra Santa da quell' anno divisa dalla Grecia. (2) Di Benedetto (ignoto al Waddingo e ai cronisti francescani) parlano gli autori della il Baluzio in Miscellanea Gallia Christiana nova (Paris 1715) t. I p. 651 s., t. VI p. 947.
565; e in ed. 2 Mansii (Lucae 1761) t. I p. 228-31, (ove abbiamo anonimo il-libro De. constrtictione castri Saphet, che noi col Petit-Radel attribuiremo
(Paris 1678 s)
t.
VI
p. 357,
al nostro
lettere che
Benedetto) e ibid. nel t. II p. 242-44 ove si hanno la prefazione del Baluzio e le Benedetto premise alla sua grande opera teologico-polemica. L'Oudin in Com-
mcnt. de Svrijto'iJms (ed. 1722, t. III col. 487-88) il quale per ripete e aggrava gli errori della citata Gallia Christiana, scrivendo che Benedetto fn unus ex primis alnmns Ord.
S. Francisci (ut creditur) olini ex primis sociis vel discipulis ! E segue poi dicendo che Benedetto, disgustato, e deposito episcopatu, ad Ordinem FF. Minorum reversus est, eoruin in panpertate divitias amplexatus, ut tradit antiquus Codex Ms. (!?). Id,
FF. Minorum, ac
circa an. 1262, poftmortem ut credimus Alexandri IV, cui carissimus erat, contigit. in suecessorem altero Benedicto de Alignano, quem fulsse ei et nomine et sanguine
Assumpto proximum
suspicor...
!!
il
Lo Sbaralea
DvUar.
t.
p 513
ove per erra asserendo che Benedetto anni 1263 factus est frater Minorit.
S.
Snpplem. ad Scriptores p. 122, episcopatu dimisso, paulo post niensem augustum Coll'Oudin la sbaglia anche il nostro P. Giov.
Antonio
(liibl.
di S. Francesco!
littcraire de la
universa franciscana t. I p. 201) che lo dice pure uno de' primi discepoli Il Peti Radei inseri una buona biografia Benedetto \\&\V Histoire
t.
a preferenza di tutti, abbiamo spigolata la Gallia Christiana novissima (Valence 1899) di Albans e Ohevalier, che in un docum. sulla diocesi di Marsiglia: i numr. 239-301 contengono voi. in fol. ci raccolsero tutti
XIX
p. 84-91.
Ma
note e documenti sul nostro Benedetto d'Alignan, dal 1229 i 1268, anno della sua morte. (3) Cfr. Salimbene Chron. pp. 25-26, 82-93; ma specialm. pp. 97, 124, 140-41, 146, 291.
SECOLO XIU.
237
foit li festo sancii Bcnedicti positus fait ad addiscendam ltteras; postquatu vero facius est grandinscolns et litteratns, in festo sancii Benedicii ordincm monachorum nig:roruni intravit; et, processu iemporis, in festo sancii Benedicti facius fuit sacrista; et postoa,
65
intervallo facto per plures annos, in festo sancii Benedicti, propter bonam vitam et bonos moi-es qnos habebai, monachi elegorunt ipsnm abbatem ; et ita, gradatim ascendendo, canonici massilienses in festo sancii Benedicti elegeruni eum in episcopum sunin, ubi se landabiliter habuit; postea in festo sancii Benedicii intravit ordinem beati Francisci, in quo humiliter et laudabiliicr decera annis vixit; et in festo sancii Benedicti uliimum diem
clansii; et sepnlius est in ecclesia fratrum Minorum de Massilia in archa lapidea, quem Deus niiraculis demonsiravii illustrem. Hic vere fuit vir viiae venerabilis, gratia bene-
dicius et nomine ... Benedicatur ialis episcopus, quia bene inchoavit, et bene finivit; et mnlios bonos libros liabuerunt fratres Minores de Massilia occasione ejus, quia potius voluit humillari cutn mitibus, qUam dividere spolia cum superbis. Prov. 16 (1).
Premesso il racconto del Salmbene, spigoliamo ora i pi importanti documenti che riguardano il nostro Benedetto, e che troviamo riportati specialmente nella citata Gallia Christiana novissima.
Benedetto, era semplice sacrista monasterii Villaemagnae, quando sulla fine del 1224 veniva eletto canonice et unanimiter abate del monastero benedettino di Notre-Dame de
la Grasse, abbazia
non permettevano a Benedetto di recarsi a Roma per la sua conferma, dava l'incarico al vescovo di Nmes (con lett. 3 gen. 1225) di confermare l'elezione di Benedetto, e come tale farlo riconoscere da tutti i monaci de' monasteri dialle ristrettezze dell' abbazia che
25
;
aprile del
Rieti, e ai
anno a
Perugia
e tutte le due volte alla presenza di Gregorio IX, dal quale ottenne la conferma
Senza dubbio, si fu in questo viaggio Benedetto nell'Umbria, che egli conobbe ed ammir r Ordine Minoritico cui egli allora, o un po' pi tardi, volle dare il nome. Se Benedetto ai 4 di luglio 1228 era con Gregorio IX a Perugia, diremo senza esitare che il pio benedi certi antichi privilegi del
monastero.
di
dimora
dettino, gi Minorit nel cuore, scese anch' egli con la Curia papale
da Perugia
in Assisi,
pompa
della
canonizzazione di S. Francesco, la
quale doveva celebrarsi pochi giorni dopo, cio il 16 dello stesso luglio. Da questo tempo dunque. Benedetto aveva dato il coore al prodigioso Francesco. Gregorio IX, che non poteva ignorare le grandi virt di Benedetto, non tard di
coglier subito
1'
si
morte
presentava di nominarlo alla sede vescovile di Mardel vescovo Pietro di Montlaur (f 29 ag. 1229).
Cos, appena un anno dopo il suo ritorno dall'Italia, e verso la fine del 1229, Benedetto montava sulla sede di S. Lazaro. E pochi mesi pi tardi (il 27 marzo 1230), notiamo il primo documento ove egli si prende il nome di frater, emanando gli statuti per la sua
chiesa
Nos
Gallia Christiana novissima n. 239, ove si ha il brano (1) Salimbene Chron. p. 320-21. del Salimbene estratto dall'originale Vaticano, cod. lat. 7260, fol. 440 v. (2) Le bolle del seguente pontefice Gregorio IX, concernenti Benedetto come abate, vedi in Potthast tra i nn. 8165-8238, e nella nuova ediz. dell' ^isi. de Languedoc t. e. 1666-67
(Chevalier).
(3)
nedictus
de'
28
christ. novissima cit. n. 246; cos pare al n. 247 (29 apr. 1230): *NosJr. Beal n. 253, 14 ag. 1234; al n. 254, 30 giug. 1235; nella lettera diretta al Papa mag. [1249] al n. 266; e cosi spesso altrove.
;
Gallia
238
BIBLIOTECA
65
in
K
quo
qui apriumo
Il
nna
parentesi.
ci
Minorit?
Sivlimbeno
dico:
Qnando e in qaal anno il nostro Benedetto si rese in feste S. Bcnedicti intravit Ordiiicni beati Francisci,
dcccm annis
vixit, et in festo S. Bencdicti
hiimilitcr ci laudahilitcr
.
ultimum diem
clausit
il
Secondo
il
21 marzo 1258,
;
Salimbone dunque, Benedetto sarebbe entrato nell' Ordine Minoritico sarebbe vissuto in esso anni cZ/ec/, nella condizione di semplice frate
:
huiniliter vixit
e sarebbe
il
morto
il
21 marzo 1268.
Il
Salimbene, quantunque
abbia
conosciuto di persona
tanto pi che egli scriveva di Benedetto per incidenza, e ben 40 anni dopo (e. il 1287). E primieramente, certo che Benedetto, entrando nell' Ordino, non lasci il vescovato cbo
ncg-li
ultimi
del
12G7
non
il
ma
1268, come si La dall'antico necrologio della cbiesa Marsigliese riportato dal Chevalier. Salimbene quindi pot errare anche negli anni dieci che gli d di vita fraiicescana. Benedetto, dandosi il nome di frater fin dal 27 marzo 1230, dobbiamo
agli
11
di
luglio del
stessa;
ma
intervallo di
la sua
rinunzia da
di
Marsiglia;
o,
suo epi-
1230, se
sarebbe
come sappiamo di un S. Lodovico di Tolosa; ma in ogni non vogliamo supporre on puro capriccio in Benedetto
criterio
il
prima
de'
27 marzo
egli
chiamarsi
cos
spesso frate, dandosi un soprannome non mai usato da abati o vescovi benedettini. Questo
il
Dans
sa vieillesse
(!)
sans cesser
engag dans l'Ordre de ces derniers rcligieux (mineurs), et il se noramait lui-mme frrc JBenoit (2) e prima del Petit, cos ne argu il Baluzio: In
d'tre vque,
s'tait
;
fnisse
Papa Innocentius IV
ea
celebrabat
Concilium ge-
charta
monasterii
Cluniacensis:
Ego
frater
Benedictus Dei permissione dictus Episcopus Massiliensis. Quo etiam modo scribit in epistola dedicatoria commentarli de summa Trinitate. Jam tnm ergo se addixerat instituto
ordinis S. Francisci, cui illum se addixisse reperi in veteri collectione miraculorum patra-
torum
Quando
nostro Benedetto sal sulla sede episcopale di Marsiglia, la citt era allora
governata in parte dai visconti del paese, e in parte dal vescovo e da alcuni del clero. Quasi contemporaneamente, uno di questi visconti si era fatto monaco nell'abbazia di
S. Vittore, ed aveva,
come visconte
il
monaci,
ma
quale,
non solo
protest
eccessi,
contro
le
i
ingiuste
pretese dell'abbazia,
ma
per
di
peggio
si
diede furibondo a
predando
il
beni
del
(1)
fu eletto
christ.
1267; e il suo successore 23 dee. 1267, avendo Benedetto rinunziato per la grave sua et. Cfr. Galla novissima cit. n, 303.
il
liti,
(2) Hist.
de la France
cit.
p. 85.
t. II p. 244; ivi stesso riporta il brano ex parla di Benedetto che dalla Terra Santa port in Marsiglia una particella della santa Croce Dnus. Benedictus quondam episcopus Massiliensis et nunc frater Minor, cum quoddam frustum Ugni verao crucis de ultramare asportasset, etc.
collectione
miracidorum ove
si
cod. lat. di Parigi n. 3555 (Colbert 4799) ha la variante postea frater Minor. Galla christ. novissima n. 293.
II
condam
episc. Marsiliensis et
SECOLO xm.
ridare la pace al suo popolo, facendo desistere
giurisdizione
in
civile
i
239
66
il
possesso
S.
il
missione episcopus et dominus Massiliae, nullam guerram habeamus cum dno. cernite Provinciae, nec cum civitate Arelatensi et eorum valitoribus, tamen propter abundantiorem
cautelam, pacem statuimus et firmamus nunc de novo, per nos et per ecclesiam nostram, et per praepositum, et per milites et homines nostros, et per civittem nostram episco-
palem
omnia castra
Quindi subito dopo (24 mag. 1230), detta nuovi statuti per la riforma spirituale e temporale della sua diocesi; siede arbitro, e detta la pace (2 ag. 1230) tra il conte di Provence e la Comune di Marsiglia distoglie il conte di Tolosa di
;
lodevole esempio di
Provence (giug. 1232); e lui stesso, arbitro delle paci, d il accettare l'arbitrato di altri a s inferiori per l' amor della pace cos
:
Bonfiglio abate di S. Vittore sedette arbitro (27 gen. 1233) tra Benedetto e
il
nobile Fel-
guerio di S. Cannato. Un nuovo dupplice accordo su certi diritti, e sul passaggio dei crociati, conchiuse (29 ag. 1235) col detto conte d Provence; e il medesimo conte, ancora
una
In
Benedetto rinova la
sett.
1235).
fra-
come
notiamo
fr.
trum Minorum,
canonici del
Michael
et fr.
W.
de Plazentia de ord.
Ebbene, quest'uomo di pace e di giustizia, aveva talmente inasprito alcuni malvagi suo clero, d quelli, come li chiam Gregorio IX, che laicos in sceleribus suis vincunt*, talch questi cum quibusdam suis complicibus, in armis et multis alis
modis (epscopum) afflixerunt hactenus, et affligunt propter qnod dictus episcopus a civitate Masslensi coactas est dintius exulare ! Ordina quindi Gregorio IX (27 nov. 1235) ai vescovi d Arles e d Carpentras, di restituire Benedetto alla sua chiesa e d frenare
:
qui,
dobbiamo sorvolare
quattro
anni
di
vescovato del
e nobili francesi,
nell' agosto del 1239, diretto per la Siria (3). diremo (dato pure il silenzio della storia), che il nostro Benedetto grande zelo addimostr per questa sesta crociata; e in prova ci basta di sas'
imbarcava a Marsiglia
Non creeremo
delle ipotesi se
(1) Hist.
(2)
cit. n.
liti,
de la France
t.
e. p.
84.
Gallia
christ.
11 mag. e 20 giugno 1277, troviamo presenti i seguenti Minoriti del convento di Marsiglia: e in praesentia et testimonio fratria Bertrandi de Socodorio, exatoH 307) fatta tra
conventus fratrum Minorum Massiliae, r. B(aymundi) Gaufridi, lectoris einsdem conventus, fr. Pondi Bigaudi, lectoris conventus fratrum Minorum de Aquis, fr. Bertrandi de Secureto
ordinis dictorum fratrum
p. 141, 143; e
il
Minorum > . Fr. Poncins quegli ricordato dal Salimbene Chron. Gaufridi quegli che negli anni 1289-95 fri Ministro Generale dell'Ordine. Gli Annales de (8) Vedi Michaud Storia delle Crociate, sesta crociata, an. 1229-40. T. S. (editi in Archives de l'Or. Latin, t. II B. p. 440) danno l' arrivo in Acri del re e com-
pagni al
1 sett. 1239.
240
BIBLIOTECA
crociati di Tibaldo; e con essi felicemente
in
65
approd
Acri al 1
di
sett. del
1239
(1).
Arrivato Benedetto in Oriente, non a dire qnanto egli abbia fatto di bene fra quei popoli e colla parola e cogli scritti. La principale sna cura, da quel tempo in poi, si fii
estirpazione
dell' eresia
che divideva
mase-
lefica setta
guito dall'
maomettana, nemica della civilt e della fede cristiana; ci lo si vedr in analisi che faremo del suo grande catechismo, che egli principi a scrivere
dell' Oriente, nel
in
1239
e termin
di
scrivere
parimenti in Oriente
volta.
Benedetto, ad uno zelo cos apostolico e ad una vast;i dottrina teologica, univa anche
e audace, e un vero genio militare. A lui la storia delle Crociate (ingiustamente obliato!) deve la ricostruzione della famosa fortezza di Safet (1240), uno de' baluardi del cristianesimo in Siria; e pi tardi tomba (1266) gloriosa d veri eroi
di
lui
veri
da
Tra questi vedremo pure alcuni Minoriti, confratelli di Benedetto, probabilmente ivi collocati come apstoli de' vicini popoli della Galilea (2). A lu
martiri.
dell'
Oriente (che fin qui lo ha pur ignorato) deve il noto da lui verso il 1260-61, e fin qui raramente,
il
ma
mai
nome
di Benedetto.
racconter le sue premure per la ricostruzione del castello, il suo viaggio e l'accoglienza che ebbe dal Soldano in Damasco, non che il suo secondo viaggio in Oriento ecc. ecc.
libro che
egli ci
medesimo
Quando
il
nostro Benedetto
poneva piede
Gerusalemme era
nuova
della
ancora in potere dei Latini; e qualche giorno dopo, dovette egli morte di Geraldo patriarca di Gerusalemme trapassato nella S. Citt
di Cristo (t 7 sett.
ricever la
e sepolto presso la
Tomba
Due mesi dopo (20 nov.), udiva Benedetto la ricaduta di Soldano di Earak (Melek Nasser-Daud, nipote di Kamel cui predic S. Francesco), proprio nel tempo che scadeva la tregua di 10 anni, conchiusa (18 feb. 1229) tra Federico II e il Soldano Earoel (4), e contemporaneamente alla scon1239)
(3).
Gerusalemme
in
potere
del
fitta toccata al
Duca
De
Intanto
di che
il
Bene-
due Soldani
di
Karak
Damasco
una tregua
dopo
re di
Navarra
di
veder conchiusa una tregua coi nemici, gli riusc facile la visita Terra Santa, e di Gerusalemme e perfino di veder Damasco, dopo
;
aver ottenuto un salvocondotto da quel Soldano. In queste sue escursioni egli aveva meditato una grande impresa. Dopo aver esplorata la Sria, la Galilea e Damasco, ritorn in Acri con l' intento risoluto di persuadere i Templari a ricostruire l' antica fortezza di
(1) Questa crociata fa per ordine di Gr^orio cani e Minoriti. Vedi pi sopra a p. 169. (2) Vedi pi sotto all' anno 1266.
(3)
IX
Du
rOrdrc du
(4)
p. 89.
(5)
(6)
Cfif. Couret Notice historique sur Gange- Rey FamUles d^outremer p. 728, Paiia 1905, p. 59 n. 4, e gli autori ivi citati. Cfr. Couret op. cit. p, 68 n. 8, p. 59 n. 5. Sanvaire Clironique de Moudjir-eddyn Cfr. sopra i nn. 40-41. Annales de T. S. in Arclve dt. t. II B. p. 440.
St. Spulcre,
Annalea de T. S.
loc. cit.
SECOLO xm.
Safet (1): e vi riasc! Agli 11 di dee. del 1240, con
nel
241
pompa militare e religiosa, Benedetto nome del Signore benediceva e gettava colle proprie mani la prima pietra nelle fondamenta della celebre fortezza et snper lapidem obtalit co pam argenteam deaoratam. pie:
65
nam
pecunia in snbsidinm operis snbseqnentis Il 8 apr. 1242 troviamo Benedetto gi ritornato in Marsiglia, e presente alla fondazione dell'abbazia detta del Monte Sion; e il 5 Dee. 1248 intervenuto al concilio di Ya.
lence (DrOme).
Luigi
IX
re di Francia,
il
col suo
esercito per
l'
Oriente,
seguire,
ma
clero, e questi lo
non
Una
lettera di Benedetto
scritta
il
28 maggio 1250,
mava
il
Pontefice Inn.
IV
di alcuni
quando
santo re era prigioniero dei saraceni! I buon vescovo erano test arrivate queste buone nuove da uno del suo clero rimasto probabilmente
vece dai 5 aprile dello stesso anno
in Damiata,
ma
La
Sanctissimo Patri ac Domino reverendissimo I. divina providentia Pontifici summo, frater Benedictus (2), Dei permissione dictus episcopus Marselliae, cnm snmma devotione reverentiam et obedientiam, pedum oscula beatorum. Sicut caver yolumns ne aures sanctitatis vestrae mendaciis aggravemus, sic cum laeta et certa, quae ad honorem Dei et Ecclosiae pertinent intelligimus, cum gaudio intimamtts.
Licet
autem frequentes rumores audivimus, quod ad exaltationem Christianitatis Castmm de Cadr redditum fuerit domrno regi Franciae divina gratia procurante; quod cum tamen per diversos diversimode dicebatnr, supersedmus scribere, donec certitudinem haberemas. Sed nocte praeterita praeceptor S. Ioannis Marselliae misit nobis litteras, in quibus continetur quod ante Purificationem, per octo dies, illustris rex Franciae, cum exercitu suo ad Castrum de Cadr venit (3), et fuit sibi traditum per quosdam saracenos qui insurrexerant contra Soldanum, et per Magistrum Hospitalis et alios Christianos qui ibi sola vi detenti fnerant. Dominus vero rex, Domino disponente, direxit quatnor acies. In prima fuit Comes Flandriae cum Templariis: in secunda Comes Britanniae et Comes S. Paul!:
in tertia ipse rex, et Comes Pictaviae, et Andegaviae, et Provinciae, et Dux et plures alii Barones: in quarta dominus Bobertus Comes Atthrebatensis
Bui^undiae, et Magistri Hospitalium et plures alii Barones (4). Duae vero aliae scalae Baronum et militum fnerant hinc inde ab utroque cornu. Et sic ordinato exercitu, in ortu solis congressi sunt: et a tertia nsque ad noctem duravit bellum, et fuit strages saracenorum innumerabilis, et Soldanus obfugit, et nesciebatur quo ierat. Ex parte vero Christianorum dicuntur esse mortui nsque ad mille Inter milites, baliatarios, et armigeros. Dominus autem Eex et sui fratres sani sunt, licet tamen Comes Attrebatensis in campo per diem et noctem iacuisset quasi mortuus. Cadrum et Babylonem habet dominus Eex(!). Et Alexandria, ut dicitur, est eis derelicta. Ergo, Pater sanctissime, benedicite Deum Coeli et coram omnilms vventibus confitemini UH, quia fecit nobiscum misericordiam suam (Toh. 12. 6), sub vostro regiSafet dal 1140 al 1189 fu in potere de' Templari, indi di Saladino che se ne impos-
(1)
sess dopo due anni di assedio: Corradino nel 1219 la fece smantellare. FamUles d'outre mer p. 26, 903. Fr. Llvn Guide fed. 4 t. Ili p. 176. (2) Nel ms. per errore si ha un H, invece dell' iniziale B.
Rey-Du Gange
(3)
Non
in Cairo,
Il
ma
in
Mansurah; ove
il
cadeva prigioniero.
5 apr. 1250, sconfitto l' esercito, il Santo re il buon vescovo delle voci che corre-
vano, sfortunatamente, non vere. (4) Dall' elenco di questi personaggi risulta che le nuove ricevute da Benedetto con lettere del preposto di S. Giov. di Marsiglia, devono datare dal febbr. 1250 e non prima;
il
del 1249.
conte di Poitiers qui ricordato, non giunse in Egitto in aiuto del fratello che nell'autunno Snlla cronologia di questa crociata vedi sopra a p. 103.
BiblM.
T<Hn.
I.
16
242
BIBLIOTECA
Christianitatem talter exaitando.
65 mine
Datnm
Arles
all' Isle-
1251).
di
Conchiude un trattato
d'
Anjou
Marsigliesi (Aix
26
lugl.
1252);
e Predi-
di obbligare
PP. Minori
dominio
d'
civile
della
superiore Marsiglia a Carlo d' Anjou, e per compenso ottiene alcuni feudi in diverse castella. Durante il suo vescovato, verso il 1257, s' introdusse nella sua diocesi un novello
B. F. Maria madre di
1274.
Cristo, confermato
da Clem. IV
1266
Il
Da un
istruzioni del
Il
di S.
Alessandro
de'
dirige la bolla
priore
Domenicani
FP. Minori
Mar-
modi
nedetto promulga questa bolla il 1 agosto dello stesso anno, e si decide anche di fare un secondo viaggio in Oriente. Prima di lasciare Marsiglia, stende una specie di testamento (27 ag. 1260) fondando alcuni annui legati pii, ove tra gli altri lasciti notiamo: ai Do-
menicani 20
soldi, ai
PP. Minori 20
sol., alle
monache
di S. Clara
10
Benedetto, dopo aver scritto questo testamento, subito dovette imbarcarsi per
l'
Oriente
perch
lo
vediamo giunto
ai
ott.
1260
in Siria.
Da
l,
mosse
Lo
vide, e
soddisfazione, senza che per allora neppur la minima ombra di triste presagio futuro ve^ nisse a turbargli il cuore in un opera da lui giudicata inespugnabile, ma che poi, sei anni
dopo, seppe esser stata tomba di molti eroi, suoi amici e suoi confratelli!
di parlar qui di questo tragico
Omettiamo
eroi,
poich
da
11
(1) Achery SpicUegium seu coUectio veterum acriptorum ed. 1* t. VII p. 225; ed 2" (Baluze-Martne, Paris 1723) t. Ili p. 628, ove ci danno la data erronea 1249. (2) Sbaralea Bullar. t. I p. 653; documento oroesBO dalla Gallia christ. novissima. Un altro docum. parimenti ignoto ai compilatori della cit. Gallia de' 27 apr. 1248 che riguarda
la fuga e carcere di
un
tale
Maestro di
fisica fr.
Banero {BuU.
cit. t.
I p. 512).
SECOLO xm.
243
La prima dirotta: Sanctissimo in Christo patri ac reverendissimo Domino Alexandre [IV: 1254-61] Dei providentia Pontifici sommo, frater Benedictus Dei permissione dictns episcopus Massiliae cum somma devotione, obedientia et reverentia, devota pednm oscola
beatorora.
fidei
66
Cum
citra et ultra
Dni. leso Christi fideles ac fidem catholicam munire flrmiter ac firmare contra fidei
cnm
soUicitudinem,
;
et
diligentiam
sanctae
sedis
apostolicae
prout nobis divina gratia inspiravit, studuimos exponere symbolom constitutum in universali Concilio Lateranensi a bonae meextirpati et extirpandi sint evidentios declarare
ideo,
moriae papa Innocontio tertio celebrato, qnod symbolum incipit: Firmiter credimus; in verbis singulis dicti symboli eliduntur, et quibus erronei innituntur contra fidem et Ecclesiam catholicam, et qualiter eis valeat responderi, et qualiter fides catholica,
qoam
tenet
in
fide
firmius roborantnr.
Quia
experti somos, iam est dio, qood sanctae paternitatis vestrae devotio ad hoc totis viribus
iiivigilat
ut fides D. N.
I.
C. et catholica Ecclesia
semper
proficiat, et errores
ac erronei
cantes ut
si
paternitatis vestrae pia et dulcis affectio indulgeat, corrigat, snppleat, et emendet, nosque
ac gregem nobis
mendatos
diretta
non porta data; ma dalla seguente risulterebbe averla egli Questa da Acri, alquanto prima della morte o della nuova della morte di Alessandro TV
.
commissum
lettera
fr.
titolare
Betlemme
Legato apostolico, il quale trovavasi allora in Oriente (1): Sanctae paternitati vestrae mittimus tractatum qoem composuimus super erroribus quos citra et tltta mare invenimus a fide catholica aberrantes et ab unitate Sedis apostolicae deviantes. Qoem
e
in
littera
ei
Minonvm,
in
et
archiepiscopos et
istis
Vos autm
genda, et faciatis copiam aliis transcribendi secundum quod viderilis expedire... Accon anno Dni. MCCLXI in festo S. Matthei [21 sett.] .
Datum
La
di
la data
Agen, destinato anche Legato apostolico in Oriente e amministratore di Acri: essa porta da Marsiglia ai 9 agosto 1263, e dalla quale veniamo a sapere che gi il nostro Benedetto era ritornato dall' Oriente. Benedetto gli spedisce copia del suo Trattato e gli
Firmiter credimus dice qood merito sanctitatis Testrae Dirina Providentia vos vocavit ad porgandam Terram Sanctam ab erroribus inndelium et a spurcitiis vitiornm quibus
:
existit,
fieri
glise de BethUm p. 38-40. era papa dunque gi morto, quando Benedetto indirazzava questa lettera al
Riant Histoire de V
vescovo Bftletnitano.
244
BIBLIOTECA
mnnas exignnm,
sed utile ad
65
offerimns
mpugnandnm
infdeles
et
ad
mnniendam
fideles
anctoritatibus, rationibus, et exemplis, con tra errores qoos invenimus citra et ultra
mare
a pnritate idei aberrantes. Hoc opus incepimus olim quando primo transfretavimus pr subsidio Terrae Sanctae [cio tra il 1239 e 1241]. Quod opus misimus Dno. papae Alexandre, sicut patet in littera praecedenti, et postea diriravimus ad diversas provincias et
dioceses et religfiones, et ad dirivandum dedimus ven. patri
Thomae Dei
gratia
episcopo
Bethlemitano Sedis apostolicae legato quando ultimo reversi faimus a partibus transmarinis.
Yos autem
Datum
MGCLXUI
de'
in t-
gilia S. Laurentii
La quarta
di Montpellier,
lettera,
ecc.
con un esemplare della sua opera, diretta al priore probabilmente in data della precedente (1).
Domenicani
dello stesso
Benedetto dunque era gi ritornato in Marsiglia nell' agosto del 1263 ; e il 24 ott. anno lo vediamo convocare un sinodo nella quale promulg una sentenza sulle
decime.
In un documento
(e.
1265?) troviamo registrati i nomi e la paga di sette H 17 luglio 1266 instituisce e regola l'officio
sua chiesa.
e ordina
riuovi
l'
statuti
per
il
questo fu probabilmente
dal
ultimo
episcopato.
Una
da Viterbo
il
cessore di Benedetto
suo vicario di
nome Raimondo
Nimes;
in essa dice
il
Pontefice:
Yen. frater noster Benedictus olim episcopus Massiliensis, longa supportatione pontificalis
sarcinae fatigatus, et ad
eam
languore quo
non
suam commissumque
sibi
domi-
elegit
humiUter
tentiara vel defectum, ipsius gregis aut ecclesiae posset profectibus quomodolbet deperire:
attente postulans cessionem eius a nobis recipi, sibiqne sic lasso quietis locum
quem sua
regimini ecclesiae indulgeri, cessionem sponte oblatam, propter multiplicis tamen supplicationis Da quel di il santo uomo, instantiam, duximus admittendam ; sicque provisione etc*.
volenti,
praemissa de causa,
Quam
grafia et nomine Benedictus, ottenne per pochi mesi un meritato riposo in questa terra,
fino al d
11 luglio 1268 giorno del suo eterno riposo, registrato nel Mortuologio ecclesiae
Biljliofirrafla di
Massiliensis (2).
2.
fr.
Benedetto.
Tra
opera di
fr.
principale e pi importante crediamo sia quello Il cod. della Nazionale di Parigi, tra i mas. latini
il
4224,
in 4* di
476
:
fogli,
scritto
in
due colonne a
caratteri
Tractatus fidei contra diversos ben leggibili. Ha per titolo titnlum in decretalibus. Nelle ultime De et summa catholica Trinitate errores, super fide
molto
quaranta pagine, v' dello stesso autore un' esposizione del Pater e dell' Ave Maria, e in calce, a fol. 476 v. la sententi^i lata in synodo super decimas [Massil. 24 oct. 1263] (3).
questo
il
(1)
(2)
cit. t. II. p.
242.
(3)
cit. p. 90,
SECOLO xra.
Il
245
il
66
cristiana, ossia
un trattato
per domande
e risposte,
metodo
prima parte
mistero
della
e
ma
premio e della pena ecc. argomenti brevi capitoli. La seconda parie divisa in ben 599
:
divisi
capitoli,
tratta dell'
umana natura
i
carnazione e redenzione: delle virt e prerogative della B. V. Maria, e de' diversi nomi e
figure sotto
quali essa
i
ci
enumerati e confutati
una lunga dissertazione, nella quale prova che la riparazione del genere umano fu assai pi ammirabile della sua creazione. tiSL terga parte, e ultima, tratta della Chieda e de' Sacramenti, suddividendo la materia in
Cristo; e Benedetto termina questa seconda parte con
capitoli.
l'
Ognuna
preceduta da un indica
modo minuto
e par-
maggior chiarezza del suo metodo particolare, metodo Sommisti e commentatori delle. Sentenze, e di cui non si
ha punto esempio o traccia nel trattato di Benedetto. Al seguito di questo trattato, l' autore stesso vi aggiunse un Compendio, molto curioso e istruttivo, di cui ecco la forma. Nel mezzo di 11 pagine del codice, trascrisse un
simbolo della dottrina cattolica, in ventun brevi colonne,
ma
in caratteri grandi
a destra
e sinistra d' ogni colonna, in caratteri minuti, egli indica contro quali errori diretta ogni
singola parola del simbolo quivi inserito. Ogni parola del simbolo ha sul margino viciao
principia
Contra
ilos
qui
ecc.,
oppongono alla dottrina espressa nel simbolo. Questi paragrafi Contra illos, sorpassano il numero di duecento, e il Compendio occupa undici pagine del manoscritto. Nel pream Nel Trattato precedente' noi abbiamo fatto cobolo di esso. Benedetto cosi si esprime
:
noscere gli errori che sono riprovati dal simbolo che segue
ed abbiamo riportate
si
le testi-
monianze e
le ragioni
nell'
errore
'sforzano
di
rimanervi.
confacenti a convincere
da parte nostra, noi abbiamo esposte autorit, ragioni ed esempi, che ci son parsi pi miscredenti e a consolidare i fedeli nella fede cattolica. Ma esso i
il
Trattato parve ad alcuni prolisso, perch, distratti in altre occupazioni, non hanno
per la lettura
:
tempo
poco se ne curano;
da noi
si
quel Trattato. Por tutte queste ragioni, e perch colla brevit contentar tutti, noi abbiamo compilato questo Compendio ove son notati possa
da ogni parola del simbolo, aggiungendovi le ragioni per la forza loro errori sono confutati, e fedeli conformati nella purit della
i
.
Pater noster
e dell'
si
Ave
Maria
in
ha per
ultimo la indicata Sentenfia super deeimas, pubblicata nelle citate Miscellanea del Baluzio e nella Gallia Christiana novissima.
(1) Nel modo dei catechismi moderni: e se non erriamo, r. Benedetto sarebbe il primo tra gli antichi scolastici che abbia usato il metodo de' catechismi moderni nell' insegnamento della dottrina cattolica, scostandosi cosi dal metodo degli scolastici del suo tempo.
246
BIBLIOTECA
66
Un
Roma,
il
bibl.
soc.
XIII,
le
in caratteri gotici a
due colonne,
Trattato principia al
fol.
2v.
Tractatus
summa
cretalibus.
Quoniam
fandamentum
termina al
fol.
359:
aliquem alium peccasse in aliquo de praedictis . librum per saecula sii benedictus (1).
scit
si
in rosso:
Qui
fecit
hunc
La seconda opera
hanno
cui
fol.
di fr. Benedetto,
che alcuni
libro
palestinologi
storici
delle
crociate
citato
come anonima,
V importante
De
sec.
XIV)
il
l'
Torino (segnato
DXCV A
III. 28) datoci dagli editori del catalogo della stessa biblioteca (3).
libro
dir vero,
De
anonimo
constructione castri Saphet non porta il nome di fr. Benedetto, anzi di lui ivi si parla in terza persona, e lo si appella
:
con lode Episcopus Marsiliae, re ac nomine Benedictus (4), parole che non converebbero forse sulla penna dell' umile vescovo, se non vogliamo supporle una giunta dell' amanuense. Del resto, il tenore di tutto il libro, in ispecie i dialoghi, il prologo e la conclusione, ci palesano non altri esserne
1'
per
o per certo fu lui l' inspiratore e dettatore di chi ; che non discute punto se sia o no opera di Benedetto, l' attrie a lui noi la attribuiremo puro, senza la minima esitazione. Gli
la
trovano
nel
medesimo
l'
stile e
ma
(5),
dotti scrittori
1'
era gi morto
certo scritta
mag. 1240
e che
opera
De
dal
Baluzio.
non curandoci
De
Quum sit nostrum frmum et salubre propositum in hiis que sunt ad honorem Dei semper intendere, ac in hiis jugiter immorari, et precipue in hiis que ad oxaltationem fidei et Ecclesie, et que (a) ad salutem animarum, que ad subsidium Terre Sancte, [que] ad de(a) Il testo
Baluziano:
et
etc.
(1) Troviamo citati anche i seguenti codd. Parigini che contengono non sappiamo se una parte sola degli scritti di Benedetto, ovvero tutto anche il Tractatus fidei: cod. Col-
bertino n. 1454 usato dal Baluzio, e cod. Colbertino n. 4799 (Parigino lat. n. 3555). 2* del Mansi in t. I p. 228-31. (2) In cit. Miscellanea t. VI p. 357-69; e nell' ediz. Cfr. Rohricbt (3) Codices mss. hibliothecae Taurinen. (Taurini 1749) t. II p. 152-58.
chiamava
in
una sua
lettera
cit. n.
Gerardo
di Frachet:
il
re et nomine Benedicto
..
.. grafia sopra a p. 3
.
nomine.
SECOLO xin.
fensionem fidelium,
247
qne ad offensionem infidelium cemimas pertinere (a), et pioptor hoc castrum Saphet spritualiter (b) et principaliter sit constractam qaaro et quando fieri incept, et qnaliter constractaiu faerit, proponmns declarare.
:
65
Quare
et
quando,
et
Qanm
igitnr ad sabsidinm Terre Sancte venisset raagnus exercitus Christianoruni, in (e), Comes Campanie, Dox Bargnndie, Comes Britanie, Comes Vioii-
Comes
Montisfortis,
Comes Baresis
(e) et
Comes Mariscononsis
(/'),
et
plures alii Comites et Barones, et in quo milites in apparata militari plus quam M.L. (g) numerati fuerant, preter alios quibus non erat apparatus sufficiens militaris, et Balistariorum et peditum, qui (h) innumerabilis multitudo, et venissent apud Joppen et Ascalonam, et deli-
berassent qualiter procedere deberent: quidam nobiles de suis viribus presumentes, et Templariorum, et Hospitalariorum et aliorum Religiosorum ac nobilium de terra, consilium contempnentes, de nocte ab oxercitu recesserunt; et quum non dederint (i) gloriam Deo cujus est Victoria, sed eam sibi visi sunt usurpare (h), vieti fuerunt ignominiose, et plures capti et mortui, et exercitus reversus est cum confusione maxima apud Joppen (1). Ubi ad rolefuit quod reedificaretur castrum Saphet, construero toti terre; et ut magister Templi opus inciperet, promisorunt quod darent ei ad subsidium construendi Vllm. (/) marcharum, et quod esset exercitus ibi per duos menses, ut securius et levius hedificarotur. Sed cum reversi fuissent in Sabulo Accon, obliti sunt promissorum, nec iverunt ad construendum, nec ad hoc feciendum aliquid contulerunt. Cum a facta (w) treuga cum Soldano Damasci Dominus
vandum
et
bonum opus
Kex et exercitus magnus repatriasset, Episcopus Marsilie, re ac nomine Benedictus, ivit ad Sanctam Mariam de Sardania (n) per peregrinationem (2), cum competenti ducatu dicti Soldani et cum mondato (o) Soldani per aliquot dies expectasset in Damasco, frequenter veniebant ad eum plures querentes ab eo si hedifficaretur Saphet. Et cum ipse reqnireret ab eis, quare cum tanta instantia inquirebant, respondebant quod hedificato castro dicto Saphet, Damasci portalia essent clausa. Cum ergo dictus Episcopus recessit a Damasco, consideravit diligenter terr? s usque Saphet; et non vidit munitionem aliquam preter Su;
(a) Bai.
guae ad confusionem
sit
et
Sajihet
specialitei'
constructum.
et
Forenciae.
(Ji)
destructionem
(e)
infit ^^lium credimut pertinere. (e) Bai.: in quo erant Rex Nvarrae... Bai. : Barensis. (/) Bai. : Masticonensis.
(6)
Bai.
() Bai.: de Sardinia.
(d) Bai.
{g) Bai.
(k) Bai.:
ecm
sibi
Cum autem
facta
(1) Il Duca di Bretagna, avendo recata la guerra sul territorio del Soldano di Damasco, era tornato in Acri con un ricco bottino. Tosto altri Crociati invidiosi del buon esito di
quella spedizione, concepirono il disegno di assalire Gaza. Partiti alla volta di quel paese, senza ordine e precauzione alcuna, vennero sorpresi e sconfitti dai saraceni. Il Duca di Borgogna che capitanava l'impresa, scapp dal disastro, e se ne venne in Acri a piangere la
baroni. Questo disastro, invece di riunire i vennero separatamente a patti cogli infedeli, e i Templari ed alcuni capi dell'esercito stipularono una tregua col Soldano di Damasco dal quale ottennero la restituzione de' luoghi santi (Michaud Storia delle crociate, lib. XII an. 1229-40). Questa tregua, ricordata anche dal nostro Benedetto, sussegui a quella di 10 anni conchiusa
crociati,
morte
accrebbe
le loro discordie;
da Federico
II e
il
sulla tregua del 1240. Cfr. Archives de V Or. Latin t. II B. p, 440. Giaffa, ove rono i suddetti crociati sconfitti, era in potere allora di Gualtiero di Brienne, il
ripara-
zio.
(di
Cange-Rey FamUles d'outre mer p. 347. Damasco) sete miglia da Oriente > Suriano Trat.
Du
Grande,
248
BIBLIOTECA
66 bobam
(a) qaam tonebat nepos dlcti Soldani. Et cum venisset apod Sapbet, invenit ibi accrvum magnum lapidum sine omni edificio, ubi centra fuerat castrnm nobile ac famosum (6) et ibi recepit eam cura magno gaudio frater Irumbardus de Caro (e) qui erat terre ibidem ca;
stoUanus; sed non habuerunt ubi caput reclinarent, nisi garbelarias quas portant servientcs fratrum, ubi faciunt lectos dominorum suorura. Cum igitur dictus Episcopns inquisiissot diligenter circumstantias et districtum dicti castri, et quare Saraceni hedificationem ejus tam formidarent: et invenisset quod si illud castrum fierct esset defensio et securitas, et quasi scutnm Christianornm usque Accon centra Saraccnos, et esset impugnati fortis ac formidabilis, et facilitas et opportunitas faciendi insultus et discursus in terra Saracenorum usque Daraascum, et propter hedificationem dicti castri amitteret Soldanus multam pecuniam et
magnum succursum
castri: amitteret
illorum
qui
essent
de
quoque in terra sua principalia casalia (f), et agriculturara et pascua, et alia consueta, quia non auderent terrara excolere propter metum dicti castri, unde (g) verteretur in heremum et solitudinem sua terra, et itcrum oporteret eum facere multas expensas et tenere multos stipendiarios pr defensione Damasci ot pr terris circum adiacentibus et breviter, invenit per famam comunem, quod non esset fortalitium uliquod in terra illa (h) unde possent Saraceni tantum dampnificari, et Christiani tam adjuvari, et Christianitas dilactari.
;
Cum hoc Consilia dictus Episcopus audivisset (i), venit Accon; et cum visitaret Magistrum Templi nomine Armanum (1), qui jacebat infirmus, quesivit ab eo idem Magister quid viderat et audierat apud Damascnm. Et Episcopus respondit id quod videbatur sibi magnifcentius, quod viderat et audierat in quanto timore ac tremore et querendi sollicitudine existerent Saraceni super hedificatione castri de Saphet. Et sic roferrendo predicta, cepit persuadere diligenter et instanter quod intenderent totis viribus et celeriter, dum tempus habebant treuge (k), ad illud hedificandum. Magister vero cum suspirio dixit: Domine Episcope, non est facilis hedificatio Saphet; nonne vos audivistis quod Rex Na varie (i), Dux Burgundie, Comites et Barones exercitus promisorunt quod venirent apud Saphet, ut securius et citins hedificaretur, et starent ibi per duos menses, et darent Vllm. marcharum, pr faciendo hedificio, et tamen unum denarium (w) pr hedificio non dimiserunt, et vos dicitis quod hedificemus sine subsidio (m) . Et tune Episcopns dixit: Magister conquiescatis in lecto vostro, et detis (o) voluntatem vestram bonam, et efficax verbum vestrum fratribus, et ego confido in Domino, quod plus facietis de lecto vestro, quam fccerit totus exercitus cum mnltitndine armatornm, et babundantia suarum divitiarum. Et cum instaret Episcopns, dixerunt majores
qui erant ibi:
dixistis
(a) Bai. :
Subebeam. Senza dubbio trattasi dell' antico castello detto Sebele, Sebebe o SuCaeuna montagna, a mezza lega dalla citt di Balnas, o Panca (Banias
sarea PhUippi), al di la del Giordano; castello ricordato appena dai milles cit. p. 247. Cfr. Archives de V Or. Latin t. II p. 379, 395. ibi asertiumiX) sine aedificatione, ubi quondam [\) fuerat castrum...
Du Gange
(6) (e)
Rey
in
Far
Raymundus de
Caro, qui erat tunc ibidem ca^tellanus ; personaggio ignoto ai Du Gange e Rey. (d) Bai.: succursum et servitium. (e) Bai.: erronee: de seto{) dicti castri. (/) Bai.: propria casalia. (^r) Bai.: et inde. (h) Bai.: quod noi esset castrum tam fortissimum in terra
illa...
Bai. Navarrae. (m) Bai. erronee non dimiserunt. (n) BaL: sine susidio aliquorum.
bant treugas.
{l)
()
Bai.:
Cum
haec
(le)
Bai.:
(!)
dum
habe-
et
tamen unde
ad
aedificium
(1)
plari,
e,
il
Armando, o Herman, o Harmaonns de Prigord gran Maestro dell'Ordine de' Temquale cadde prigioniero de' Gorasmiai nella celebre battaglia di Gaza (18 ott. 1244),
il
secondo
(lib.
33
e. 57),
mori in prigione.
Cfr. Du
mer p. 886, i quali sembra, abbiano ignorato il presente' libro De constntctione castri Saphet donde potevano ricavare tanta storia per la biografia di Armanno. Di lui cfr. anche gli Archives de V Orient Latin t. II B. p. 155; il quale non da confondersi con Hermann de Salza (ih. t. I p. 418, t II B. p. 166) gran Maestro dell' Ordine
Cange-Rey FamUles
Teutonico^ cbe nel 1219 combatt sotto Damiata.
Cfr.
Da Gange
Re^
SECOLO xm.
249
bebit consilium et respondebit vobis. Cum autom recessissct Episcopus a Magistro, vocavit 0S qui erant majores in Consilio, et persuasit eis id quod (a) dixerat Magistro, et placuit eis plurimum (6), et dixerunt ei, quod sequenti die venirct, et faceret tantum, quod Magistcr ponoret hoc in Consilio coram illis.
65
Qualiter Episcopus Marsilie persuasit Magistro Templi et ejus Consilio quod construerent castrum Saphet.
Sequenti vero die venit idem Episcopus ad Magistrum, et rogavit illum ut vocaret Consilium snmn, qnod volebat ei loqui aliqua sibi cara: et cum vonissent, dixit (e) Episcopus: Domini, ego intellexi quod Religio vestra fuit primo spiritualiter (d) instituta per sanctos milites qui se totaliter devoverunt ad tuitionem Christianorum et ad impugnationem Saracenorum; et quia in bis (e) se strenue ac fideliter habuerunt, Dominus exaltavit et dilatavit Religionem vestram apud Sedem Apostolicam (/"), et apnd Keges et Principes, et est coram Deo et hominibus vestra Eeligio hodie plurimum Celebris ac famosa: et quod factum fuit tunc per illos sanctos milites, mihi (g) videtur quod per vos sit siinilitor faciendnm. Quia cum essem apud Damascum, intellexi per plures, quia non est aliud (h) quod Saraceni tantum
hedificetur; quia hcdificato ilio castro, portale Damasci reputant vidimus et consideravimus circumstantias dirti loci, et est fama publica, quod non potest hedificari castrum vel fortalitium in terra ista, per quod possit ita defendi Christianitas, et Saracenorum infidelitas impugnari, sicut per castrum Saphet. Propter quod ego, ut amicus vester fdelis (l), attendens honorem Dei, sjilutem animarum, et promotionem Religionis vestre, rogo, consulo, et requiro, ut vos, tamquam Deo fideles ac devoti 'et strenui milites, respiciatis ad exempla illorum sanctorum priorum militum (l), qui Eeligionem" vestram instituerunt, et exemplo illorum priorum exponatis vos et ve^ra ad hedificationem castri de Saphet, per quod tanta impugnati infidelium (ni), et tanta defensio fidelium semper fiat. Ego autom non liabco pecuniara quam vobs ad hoc offoram sufficientem sed personam offcro ad faciendam ibi peregrinationem, si vultis hedificare si autem
timeant,
esse
clausum
et
nos
ipsi
do maceria, cum sit ibi murum in circuitu de siccis lapidibus, ad defensionem Christianorum, et ad impugnationem Saracenorum . Quo audito, dixit quasi ridendo Magister: Bene habet in corde quod fiat,(j)); et Episcopus subjunxit: habeatis et vos ad hoc
ibi
vadam
hedificare
cum
eis
bonum
mora,
consilium, et
eorum Consiltnm
dnm
ab eis. Doniiiins autem direxit quod dictum castrum rchedificarctur sino durabant treugc cum Soldano Damasci, qnod si differeretnr, possit (r) hcdifi-
Deus
sit
vobiscum
et concordaverunt unanimiter,
De
leticia
(s).
Qunm antem deliberatum fnisset quod hedificaretur Saphei;, leticia magna fuit in domo Templi, et in civitate Accon, et in populo Terre Sancte; et sine mora electa est militum servientinm, balistariorum et armatorum aliorum laudabilis comitiva, et saumagia multa (t) ad portandum arma et victualia et alia necessaria, et aperta sunt granaria et cellaria et thesauraria, et alie ofEcine ad faciendas expensas magnifice ac gaudenter; et missa est ibi multitudo operariorum, et clavorum cum instrumentis et impensis sibi necessariis et letata est terra in adventu eorum, et exultavit vera (m) Christianitas Terre Sancte. Idem vero Episcopus Marsilie ibi venit cum quibus potuit peregrinis, et posuit tentoria sua in parte ubi
;
(d) Bai.: principaliter. (g) Bai. modo Bai.: ego vester quod.
:
quod Episcopus
dixerat...
milites,
Bai.: dixit
illis.
quod non
(fc)
et
vester fidelis.
(m) Bai.
est aliquid.
e(!) et
apud Eeges.
:
(i) Bai.
quantum
(l)
:
Bai.
mine, hahetis
m
E
corde...
et
cum
eis
:
damacia, m7tfer
et
{q) Bai.
tunc.
tt
(r) Bai.
differretur,
(s)
:
(n) Bai.
:
ad
:
Quod gaudenter
marti multi.
magnifice ineeptum fuit Saphet, et a quo, et quando. cosi passim. (u) Bai.: erronee: naturam{).
{t)
Bai.
et
san-
250
BIBLIOTECA
66
Jadeorum et Meschida (a) Saracenorum, ut per hoc (b) aperte significaret quod castram Saphet hedificabatar ad depellendas (e) infidelitatcs infidelinm, et ad roborandam et defendendam fidem Domini Nostri Ihesa Chrsti. Ccm autem parata essent ea qne ad incipiendoru tam preclarnm opus pertinebant, post celebrationera Misse venit idem Episcopas, et facto brevi sermone ad devotionem assistentium provocandam, invocata Spiritus Sancti gratia, cum benedictione et solempnitato debita, posnit primarium (d) lapidem ad honorem Domini Jhesu Christi, et ad exaltationem fidei Christiane, et super lapidem obtulit cupam unam argenteam deauratam, plenam pecunia, in subsidium opcris subsequentis, anno Domini M.CC.XLIII. idibus (sic!) Decera bris (e).
fuerat Sinagoga
Qualiter inventus est putheus aque viventis (f) infra castrum Saphet.
Et cum esset ibi defectus aque, et cum mnltis sauraagiis, laboribus et expcnsis affereretur a remotiore (g), et Episcopus singulis diebus queroret fonticulos ad facienda barquilia ut aque coUigerentur (h), quidam Saracenus senex dixit dispensatori Episcopi si Dominns yester daret mihi tunicam, ego ostenderem sibi fontem aque viventis infra castrum . Qui
:
cum
turrium
ei locum ubi est modo putheus, super quem erant ruine murorum, et (A;) multi acervi lapidum, et cum quereretur ab eo iterum signum certum, dixit, quod in ore puthei invenirent ensem et capellum de ferro, et ita inventum est; et propter hoc ibi attentius et fortius laboratum est, donec aqua scaturiens optima inventa est, in magna habundantia toti castro. Mansit autem ibi dictus Episcopus, donec ei
castrum firmatnm
triavit, dedit dicto
fiiit,
ita
fidei
(l)
inimicos
et
cum
repasuas,
castro
tamquam
filiolo
karissimo prelecto
omnes equitaturas
et tentoria, et suppellectilia (nt), et data sibi benedictione, tradidit operis et operantium in custodiam et promotores (n) Domino Jhesu Christo, ad cujus honorem inceptum fuit, et ejus
nomini dedicatum.
De
Qnum autem idem Episcopus reversus fuisses ad subsidium Terre Sancte contra Tartaros, anno Domini M.CCLXIIII. non.(/) Octubris(p), et venisset ad visitandum Saphet, invenit quod ab uno passagio quo rediit Episcopus apud Marsiliam usque ad aliud passagium quo reversus [est] apud Saphet, per Dei gratiam et providentiam, et strenuitatem ac magnificentiam fratrum Sancte Domus Templi, dictnm castrum cum tanta industria, tanta mirificentia, et magnificentia est constructum, quod ejus exquisita et excellens constructio non solum ab
homine, sed facta a Dei omnipotentia potius videatur. Ad quod sciendum est, pleninsque (q) notandum, quod castrum Saphet situm est inter civitatem Accon et Damascum, quasi in medio in superioribus Galileo (r) in qiiodam promontorio circumcluso montibus et collibus et prerumptis precipitiis, et scopolis ac rupibus, et est propter viarum difficultates, arduitates a parte vero Damasci et angustias, ex magna parte quasi inaccessibile et inexpugnabile quasi pr vallo habet fluvium Jordanem et stagnum Genesareth, mare Galilee, ac mare Tybeartificiose vero sunt ibi intus (t) riadis, et hec sunt (s) pr fortalicio naturaliter a remotis et extra munitiones et hedificia admiranda. Que autem et qualia siiit ibi hedificia, que et
; ;
landas.
(d) Bai.
primum.
(b)
(e)
Bai*:
ad
debel-
(e)
editori del
Catalogo
Torinese, e dobbiamo attenerci alla lezione del testo Baluziano che ha invece: anno Domini MCCXL. tertio idus Decembris [11 dee. 1240]; poich troviamo Benedetto
il
testo
gi ritornato in Francia nell'aprile del 1242. Ig) Bai.: a remotis. ^ivae; e cosi passim. Bai.: et ob hoc. (fc) () Bai.: rupium.
Vedi sopra a
(h) Bai.:
p. 241.
et
(/) Bai.:
aquae
(ni)
{1}
(n) Bai.:
operantium custodiam
it
promotionem.
constructum, et quanta sint fortaliUa Octobris (4 ott. 1260) come lesse bene il Baluzio. Benedetto nell' agosto del 1263 era di gi ritornato in Francia dal suo secondo viaggio sciendum plenius. in Oriente. Vedi sopra a p. 242 s. (r) Bai. : qiMsi in medio (q) Bai.
(o)
BaL: In qua
castri.
brevitate tempori
:
tam magnifice
{p) Corrige
anno Dni.
MCCLX. IV Non.
Galileae.
(*)
Bai.
sunt
ei.
(t)
BaL
^dem
prope
inttis.
SECOLO
XIII.
251
quales, quot [et] quante mnnitiones et fortalicia in soffatis, que habont in profando rupis VII. canas, et sex in lato que in muris, qui (a) habent in altitudine XX. canas, et in latitudine in suramo canam et dimidiam, que in antemuralibus et scamis, que habent in altitudine X. canas, et in circuitu CCCLXXV., que in vivo sub terra profunde, inter antemuralia et fos;
65
CCCLXXV, canas; que in crotis, qui dicuntur que sunt super scamas et subtus antemuralibus (6), ubi possunt (e) esse balistarii cum magnis balistis, et defendere scamas, et alia propinqua et remota, et non possunt ab aliis exterius videri: ubi possunt esse secure sino aliis armaturis; que in interioribus et propugnaculis, ubi sunt VII. turres, quarum qualibet habet in altitudine XXII. (d) canas, in latitudine X., in spissitndine IL in summo; que in divorsis officinis ad omnes usus neccessarios, que, in balistarum et qnarelorum (e) et machinarum, et aliorum armorum mnltitudine, ac magnitudine et varietate artificialium, et cum quantis laboribus et sumptibns hec sunt facta, quante cotidiane custodie, quanta presidia armatorum ad custodiendum et desata,
cum
fortie coaperte,
fendendum, et adversarios impugnandum sint ibi necessaria continue, quot opcrarii diversornm operum, que ac quante expense sint in hiis cotidie faciendo, non est facile scriptura vel verbo plenarie explicare. Quia vero (f) tam preclara, tam oximia, tamque cxcellentia et necessaria opera ad honorem Dei, et ad exaltationem Christiani nominis, ad depressionem (^r) infidelium et ad hedificationem fidelium, hec sunt facta et etiam facienda, non convenit penitus sub silencio preteriri, sod saltem aliqua ad devotionem ot compassionem fidelium
provocandam expedit
recitari.
De sumptibus magnis
cotidie habitis
pr custodia
Ad honorem igitur Domini Nostri Jhesu Christi, et ad hostendendara devotam strenuitatem et immensam necessitatem sancte Keligionis militie Templi, et ad provocandam devotionem et compassionem, et ad accendendam caritatom Christianorum fidelium erga dictam Roligionem et dictum castrum, referiraus expensas quas fecit ibi in hedificiis Domus Templi. Nam sicut inquisivimus et inquiri fecimus diligenter a majoribus, et per majores Domus Templi (i), in primis duobns annis et dimidio, expendit Domus Templi in hedificando castro Saphet, preter reditns et obventiones dicti castri, undecies centum milia bisanciorom Saracenorum; et singulis sequentibus annis secundum magis et minus, XLm. bisanciorom Saracenorum in cotidianis expensis dantur victualia mille et septingentis personis et plus et tempore guere duobos milibus et ducentis. In stabilimento cotidiano castri sunt neces; ;
sarii
L. milites, et
XX., et sciavi CCCC. Et expenduntur ibi annuatim secundum magis et minus plusquam Xllm. (h) muli honerati inter ordeum et frumentum, preter alia victualia et stipendia que dantur stipendiariis et personis advonticiis, et preter equos, et equitatnras, et arma ot alia necessaria, quo non facile est
et armis, et balistarii
officiis
cum
equis
DCCC.
et
computare.
De
Saphet
(/).
Ad ostendendam vero excellentiam dicti castri, ne vidoatur inutile, onerosum et dispendiosum, et insufficiens tantum opus, vel ad habitandum inhabile, notandum quod castrum Saphet est amenitate aeris temperatum et sanum, ubertate viridariorum, vinearum, arborum et herbamm placidum ac jocundum, fecunditate ac diversitato fructuum locuplox et habundans, ubi crescunt et abundanter fructficant ficus, sicut malagranata et amigdala, et oliva: cui dedit Dominus de rore celi et de pinguedine terre benedictionem, et habun(a) Bai.: qxMe.
(6)
h,
Baluziano cosi:
in circuitu
crotis
(e)
quae habent
(!)
viginti
canna
CCCLXXV.
manca
(e)
quae durua
In Bai.
cannas.
[11)
quae immensibus {\) terra profunde in antemuralia et foasata cum fosaae coopertae quae super scamas et sub antemMralibus, etc. (!!). duodecim possimi, come anche nell' inciso che segue {d) In Bai.
Bai.:
caleriorum.
sit
(/) Bai.:
Bai.: Quantum
Templi.
expensis
constrnctum.
Quod
(i)
vero.
(g)
Bai.:
ad
||
offenaionem.
(fr)
In Bai. deest:
Nam
maiorea
Domus
{1}
Bai.:
De
252
BIBLIOTECA
66
dantiam framenti
vini et olei, legominom et olernm, et frnctanm electornm, lactis et mcllis copiam, et pascna nntrimentis animalium congruentia nemora, arbores et arbnsta pr faciendis furnis calcis, et pr coqaendis cibariis copiose, et lapidicinas optimas ibidem ad opera facienda, et irrigua fontnm ac magna barqnilia ad aqnanda animalia et ad piantata (a) irriganda, non solam extra castmm sed etiam intra castrum (b), nbi snnt aqne vive optime habnndantes (e) et plnres magne cisterne, secnndam qaod snnt necessarie cailibet officine. Sant et ibi XII. molendina de aqna extra castram, et infra plarima de animalibas et de vento,
:
Ne
snnt venationes diversarnm yenationnm, et piscationes diversoram pisciam copiose de flamine Jordanis, de mari Galiloe, de mari Genesareth, et de mari magno de diversis locis (e) afferri possunt salsi cotidie ac recentes. Inter alias antera excellentias qnas habet castrom Saphet, illnd est notabile, qnod per pancos potest defendi, et secnndam defensionem manitionam saaram (f) maltos potest colligere, nec potest nisi per maximam moltitadinera obsider, sed illam maltitadinem dia necessaria non babcre (g), qnia neqae aqaam neqne Yictnalia inreniret, nec multitado maxima posset ibi esse simal perpetue (h), et si divideretar per loca remota, non posset se inyicem adjayare.
De
utilitate castri, et
(i).
Quantum autem sit castrum utile ac necessarum toti terre Christianorum, et infidelibus quam nocivom, scire possant per experientiam, qui noverunt qaod ante hedificationem (k)
Coramni (t) et Turcomani faciebant insultns freqnentes usqno tcrram aliam Chistianorniii. Sed hedifcato castro Saphet, positura per [et] [est] repugnaculum' et obstaculum ne ad nocendum publice transire audeant a flumine Jordanis usque Accon, nisi esset maxima multitudo; et ab Accon usque Saphet yadunt secure honerati saumarii (m) et quadrige, et agriculture, et terre colonia libere ab omnibus exercetur (n). A flumine yero Jordanis usque Damascum remanet terra inculta et quasi yasta, propter raetum
dicti castri, Saraceni, Biduini,
Accon
castri Saphet. Unde fiunt grandes insultus, et depredationes et yastationes usque Damascum, et nbi &cte sunt plures miracnlose yictorie per fratres Templi contra fidei iniraicos, quas non esset facile recitare, quia inde posset fieri magnus liber. Illnd autem non est obraittendum
quia (o) ex parte Accon sub castro Saphet in forti loco est burgum siye villa magna, ubi est mercatura et populi multitado (p), et potest defendi a castro. Habet autem castrum Saphet sub dorainio et districto suo casalia que in gallico Ville dicuntur, plusquam CCLX. in quibus manet plusquam Xm. (g) hominnm, cum arcubus et sagitis, preter alios ex quibus haber potest multa pecunia Inter (r) castrum Saphet et alias Beligiones (s), et Barones ac milites, ad quos pertinent dieta casalia, de quibus parum aut nihil habebat (t) ante hedificationem Saphet. Nec haberent hodie nisi castrum esset hedificatam, quia omnia haberet Soldanus et alii Saraceni. Ula vero ntilitas non est obmittenda que supergreditur nnversas: quod modo
potest predicar libere, in omnibus predictis locis, fides Domini nostri Jhesu et destra! ac reprobar! publice !n sermonibus blasphemia Machometi, quod non
fieri
Christi,
poterat ante constructionem Saphet. Neque Saraceni ausi sunt ibi ptiblice (u) proclamare sicut ante &ciebant blasphemias Machoraeti contra fidera Domini nostri Jhesu Christi. Possant et modo(t;) visitar! loca famosa que sunt in districtu Saphet: ni cisterna Jos^h ubi fnit venditus a fratrbus suis, et civi^s Capharnaum que est in finibus Sabulon et NeptaUm, ab! habitavit et cepit predicare, et operatus est raulta rairacula principaliter (x)
(e) Bal.i abun(o) Bai.: plaUaria. (6) Bai. j. ed etiam infra. Ibi sunt aquae... danter. -^ {d) Bai.: Ne quid autem desit. (/) Bai.: (e) Bai.: locis unde pisces afferri... Bai.: sed Ula multitudo diu neceset sub defensione in mvmtionem suam multos... (ff)
(i) Bai.: De utilitate praedicti {h) Bai.: esse prope insimul. Bai.: CoBai.: noverunt quot et quantos contra aedificationem. castri Saphet. (l) (fc) romini. (n) Bai. erronee: et terrai coloni. Ab omnibus exaltetur (m) Bai.: sagmarii. (p) In Bai. erronee e con lacuna: mercatum (o) Meglio quod, come in Bai. Deus{V.l).
et...
instituta
(!).
ronee: regmes.
(q) Bai.:
(t)
BaL: habebant.
()
BaL:
m pubico. (v)
(r)
()
Bai. er-
(x)
BaL; pertonoMier.
SECOLO xm.
253
Dominns Jhesns Christus, et obi Petrus solvit tribntura de statere invento in ore piscis pr se et pr Domino Ihesu Christo: Mat. XVII; et ubi Matheus sedebat ad theloneura, de quo sumptus est ad Apostolatum. Item ibi prope in monte (a) versus Tyheriadem est locns ubi de quinque panibus ordeacis et dnobus piscibus saciavit Dominus Vm. hominum, de qnibus superfaerunt XII. cophani (6) fragmentorum. Et est ibi prope locus ubi post resurectioneni manifestavit se Jhesus discipuis suis, et comedi! cum eis, secundum quod legitnr
in "Evangelio feria IIII. post
66
Pascba, et
ille
mensa Domini,
ubi
est ecclesia, et peregrinatio solempnis. Item ibi prope juxta mare Tjberiadis est casale quod dicitur JBethsaida, ubi nati fuerunt Petrus et Andreas, Philippus et Jacopus minor, et ubi Chri'stus elegit ad Apostolatum Petrum et Andream, et duos filios Zebedei. Item
ibi
prope juxta mare Tyberiadis versus Tabariam est locus qui dicitar Magdalon, ubi
di-
citur nata fusse Magdalena. Loca etiam solempniora sunt Nazareth, Mons Tahor, Cana Galike, et alia plurima, propter constructionem castri Saphet possunt liberius et securius
Et propter hoc potest scir quantum minuitur et subtrahitur infidelibus Saracenis, quantum accrescit et additur Christianitati propter constructionem et stabilimentum castri Saphet, quod factum est ad amplificandum et debilitandum et reprimendum infdeles, et ad dilatandum, multiplicandum et confortandum fideles. Ad honorem Domini Nostri Jhesu
visitari.
et
Christi, et
(e).
1261
S.
Cernii biogrrafici.
di
Tripoli,
discendente
dalla
si
nobilissima
famiglia
romana
66
ha memoria
Di lui abbiamo raccolto queste poche notizie : Dal Conte Biccardo Duca di Sora (fratello di
papa Innocenzo
Conte
rono
i
di
Segni e proconsolo Eomano, che spos Filippa Galarda o Gagliarda. Questi fagenitori del nostro fr. Paolo vescovo di Tripoli, e di Lucia che and sposa nel 1235
V principe di Antiochia (1233-51). Il figlio di costoro, Boemondo VI, prinAntiochia e di Tripoli (1251-1275 mag. 11 f), vide cadere Antiochia in potere di Bibars (il 18 mag. 1268): e Boemondo VII (figlio di Boemondo VI) mori senza lasciare
a Boemondo
cipe di
posteri, nel
1287
(1).
il
e tenne questa troviamo partito per (2). Tripoli, come risulta da una lettera papale compendiata dal citato Eubel: Panlns (Ord. Min. episcop. Tripolitanus, sedit 11 oct. 1261) de comitibus Signiae,
ott.
1261,
1285
Nel 1263
lo
filins
proxima
consanguinitate
conjunctus
cum
(=
cui
1263 Mali 26
indulsit, ut
Boemundnm
(a) Bai.:
Item
tt in
et
() Bai.:
cophini pieni.
et
(e)
In
destituendum,
fideles,
(1) Cfif.
mer
Secondo alcuni Antiochia cadde il 16 maggio, aeconda 17, il 19 e 29 maggio! Cfr. Archives de l'Or. Latin t. II p. 391 n. 109. (2) Hierarchia cath. medii aevi t. I p. 526.
p. 205-210,
t.
IV
p. 399, 405-6.
Du Gange-Bey
FamUles
d' outre
altri
il
254
BIBLIOTECA
lite
pen-
neqoaqnam
vescovo
i
vitare deboret(l).
di
tutti
coloro, .che
commerciavano
o rice-
vevano
anche
astenersi dal commerciare coi Tartari vicinissimi ai suoi stati. Questi perci
S. Sede,
e pendente l'appello
fr.
Paolo ebbe
nel
licenza dal
Papa
vi
di
trattare e comunicare
de'
Nel 1274,
lo
troviamo
concilio di Lione,
a fianco
due
per
celebri Mi-
noriti
presiedeva
ordine
del
Papa
Dopo il concilio, fr. Paolo ritorn alla sua sede di Tripoli ove, non dal nipote Boemondo VI che mori li 11 maggio 1275, ma dal pronipote Boemondo VII, ebbe a soffrire
;
non poche contrariet per certi attriti politici, e per sua sede, circa il 1278, come saviamente congettur
vedendo forse che la
S.
fino
il
fu
costretto
(4).
ad
esulare
dalla
Eaynaldo
Boemondo VII,
(come
de'
pre-
di
prenderne
le
difese
in fatti le
una carta
fr.
dichiara
solenne-
mente
di
rimettere tutto
di S. Severino
le
Paolo
comuni
amici
Roggero
tato a
Conte
Marsico
e di Nicol
18
sett.
1278
(5).
de Lorgne gran Maestro degli OspeIntanto, fr. Paolo che si era por-
Roma, espose la gravit del caso a Nicol III, il quale mand in proposito severe Boemondo VII con data del 1 giugno 1279 (6). Da quest'epoca fino alla sua morte (1285), non sappiamo se fr. Paolo sia pi ritornato in Oriente; lo troviamo invece
lettere a
nella curia del Papa, e pi volte legato dalla S. Sede por seri
negozi
presso
principi
d'Europa, come presso Rodolfo d'Austria re de' Romani, con lettere de' 7 di giugno 1279 (7). La citt di Tripoli il 26 aprile 1288 (o meglio 1289 secondo Aitone) cadeva per sempre
in
mano
S.
1263
Pr.
Simone
tr.
d' Auvergne, e
compagni
tr.
Pietro de Moras,
fr.
Bonifacio d'Ivrea, nunzi di Urbano IV a Michele PaCiii segruono altri due niinzi tr. Gherardo leologo imp. di C.poli 1263. da Prato e fr. Bainerio da Siena nel 1264.
Pietro di Orest,
67
il
25
patriarca latino Pantaleo Giustiniani, ebbero appena tempo di mettersi in salvo e riparare
(1)
HiefUrchia
loc. cit.
Diplomatico
n. 11.
Wadd.
an.
cit.
Armi, frane,
t.
I p. 198, 536.
t.
II p. 85;
t.
HI
p. 353.
Sbarai. BuUar.
Ili index.
L' Eubel {Hierarck. cit. I. 526) cadde in una svista, attri(4) Annal. an. 1278 n. 81. buendo a Boemondo VI l'espulsione di fr. Paolo dalla sede di Tripoli; la lettera eh' ei cita di Nicol III (1 iurl. 1279) non poteva riguardare che Boemondo VII, figlio di Boem. VI morto nel 1275. (5) Vedi il docum. nel cit. Codice Diplom. del Paul. (6) Sono in Sbaral. Bidlar. t. Ili p. 394-96: Ad audientiam.
(7) Cfr. Sbaral. Bullar.
(8)
t.
Du Cange-Rey
op.
cit.
SECOLO xm.
in Italia (1). Il Ginstiniani,
255
C.poli, vi aveva lasciato suo vicario paconfermato pi tardi (31 ott. 1263) nella Antonio, stessa carica da Urbano IV, con divieto ai Superiori dell' Ordine di disturbarlo da un tale ufficio (2). Il Paleologo, che doveva ancor temere lo spodestato Balduino e l' ambizione del
prima
di fnggire
fr.
da
67
triarcale
un
tale Minorit di
nome
una certa
libert (3)
anzi
i
si
soliti voti di
Papa per placarlo, e disarun'unione delle due Chiese. Ebbe per l'impru-
impudenza, di scegliere per suoi legati due officiali gi stati sottosegretarii, e traBalduino II, uno detto Niceforizza e l'altro Alubarde o Aluvarde. Il primo cadde
probabilmente
vivo;
l'
nelle
mani
de' partigiani
di
Balduino, e
fu, dice
il
Pachymero, se dice
il
vero, scorticato
Alubarde
non
Paleologo invi tre altri suoi legati al Papa nel 1262; tra i quali notiamo un monaco di nome Massimo Alufardo, che forse sar lo stesso che l' Aluvarde suddetto,
pertanto,
il
Urbano risponde
mette r invio
di
L'anno seguente (1263), Urbano pot appena destinare i summentovati primi quattro nunzi Minoriti, presentatigli da S. Bonaventura. I quali, muniti con lettere datate dal 28 d luglio al 1 agosto 1263 (6), non sembra siano tosto arrivati a C.poli, poich entro il 1264
vediamo arrivato
in Italia Nicol vescovo di
l'
Cotrone in Calabria, nuovo legato del Paleoinvio dei nunzi del Papa, nel momento forse
IV
lunghe lettere Mediator Dei in data de' 22 giugno 1264, rimandandogli il vescovo Nicol in compagnia di due altri apocrsarii Minoriti, cio frate Gerardo da Prato (8) e frate Bainerio da Siena (9). In queste lettere il Papa suppone gi arrivati a
al Paleologo con
C.poli
conchiudere
tefice.
detti Nicol e
gi di ritorno, gli rimanda per due nuovi nunzi Minoriti, assai lodati dal pon-
de'
anno 1264;
due nunzi Gerardo e Bainerio per C.poli, Urbano IV mocui, pochi mesi dopo, succedeva Clemente IV (9 fdb.
1265-29
t.
II p.
524
n. 103.
Probabilmente crede
87
s.
lo
Antonio sia quello de Regio di cui in Bullar. t. Ili p. 195 n. 15. (3) Pachymero De Mich. Palaeol. 1. 2 ce. 32, 35 (Migne P. G. t.
(4)
Pachymero
qp. dt.
1.
e.
36.
(5) Cfip.
(6)
n. 1), non ricor(7) dano punto r arrivo a C.poli dei quattro nunzi Simone e compagni ; non erano quindi ancor
Sbarai, Bullar. t. II p. 449. Wadding an. 1262 n. 1-2. Sbaral. loe. cit. p. 486-96. Wadding an. 1263 n. 1-6. Le sue lettere portate da Nicol e pubblicate dal Waddingo (1264
arrivati a destinazione.
Quegli che pi tardi, nel 1278, fu con altri frati legato ai Tartari. Suoi cenni biocronologici vedi in Atml. frane, t. Ili p. 376 nota 2 ; e nella prefiz. al BrevUoqitium super
(8)
nerio creduto
Sbaral. Bullar. t. Il p. 564; e ibid. p. 567 not. d, fr. BaiPiccolomini di Siena, stato Ministro Provinciale della Ro-
mana
e della Toscana.
256
BIBLIOTECA
67
Alcuni fecero dire al Waddingo che i quattro primi nunzi, fr. Simone e compagni, penarono tre anni nella corte Bizantina, senza conchiuder nulla. Ma di questi pretesi tre anni di nunziatura non troviamo cenno alcuno n nel Waddingo n nei documenti noti;
invece tre anni dopo, cio nel 1267, vediamo riattivate
le
Eoma,
pontefice Clemente
il
IV
(1).
il
i
Papa
predetti
di
marzo
1267,
gli ricorda
i
4 nunzi,
fr.
Simone
in
Urbano,
quali (dice)
aliquandiu (2)
tua
compagni, inviatigli dal suo predecessore Curia commorati, cum non possent ad
in
quamdam
tecum,
ut dicitur, convenere scripturam, certos articnlos continentera. Magnitudini tuae bona fide spondentes, se apud dictara Sedem instituros, quantum esset in eis, ut scripturam huius-
il
Pontefice
lagnandosi
coli'
imperatore che
suoi
ambasciatori greci test arrivati, pretendevano (senza esser autorizzati da lettere imperiali e senza ragione) che la S. Sede confermasse la detta scrittura gi accettata con le debite
riserve dai suoi quattro nunzi. Indi egregiamente scolpa
i
nega
di volerla sancire.
4 nunzi?
1",
Il
testo
non
Io
ma
IV sappiamo
essa
che
pretendevano
dogma
e dell'unione in
un
concilio
da tenersi
Ohe
la professione di fede in
il
scrittura
contenuta non
era chiara,
ma
ambigua:
in fatti,
Nos quoque petitionem a praefatis tois Apocrisariis super ipsius scripturae, inspecto tenore, cum nonnulla, quae continentur in ea, nec accommoda, nec utilia, immo dispendiosa, et damnosa potius tanto et tali n^gotio [unionis] reputemus, de praedictorum fraeinsdem negotii qualitate pensata, non duximus admittendam; ad roborandam eamdem, pr te tuique imperii clero vel populo nullum, ut praemisimus, mandatum vel potestatem haberent, nec tu de petitione praemissa tnis aliquid litteris duxeris nserendum ; immo ab eadem scriptura, utpote
trum nostrornm
Consilio,
praesertim
cum
de cuius corroboratione iam elapso fere triennio non curasti, nec per nostros Apocrisarios, post superius nominatos novissime ad te missos (4), qui apud te moram diutius contraxerunt, nobis misisti aliquid verbo vel
scripto, recessisse
verisimiliter credi
.
quam
et alias
non
fnisset
Questa
posses,
quam-
petizione infatti
Licet in praefata scripUtra de convocatione Concila ageretur, et licet tu per tuas prfatas litteras Concilinm in terra tua convocar! petieris, Nos tamen nullo modo proponimus Concilium ad discussionem, seu defi-
Riguardo poi alla professione di fede, compresa nello In eis etenim quae sunt fide!, et veritatem
respicinnt, sine
e perci gli
potest, explicite
manda una
Papa
nel
periodico
romano
il
plicemente
Cio alqtianto tempo, e non gi per tre anni, come scrissero alcuni basandosi semsull' intervallo di tempo che vi corre tra il 1264-67.
(3) Cfr.
Sbaralea in Buttar,
i
t.
ITI p.
Da questo passo Gerardo da Prato e Rainerio da Siena su mentovati. risulta che i quattro primi nunzi Minoriti non si erano trovati insieme a C.poli con questi due; quelli quattro aliquandiu, e questi due diutius si trattennero in quella capitale.
(4) Cio
frati
SECOLO xm.
257
clero professata. In ultimo gli promette d'inviargli suoi nunzi che potranno illuminarlo;
e intanto attender gli apocrisari imperiali,
67
professione di fede,
dopo l' arrivo de' quali, e dopo abbracciata la potr ad caritatis vinculum rohorandum convocarsi un concilio ove
Paleoogo per rispondere alla S. Sede!
il
Ma
vedremo che
final-
mente
quanto chiedeva nelle sue lettere papa Clemente IV, inviando nel 1272 al suo successore Gregorio X il Minorit greco fr. Giovanni Parastron, quegli che
egli assenti a
fr.
felicemente con
Girolamo
d' Ascoli e
l'
accordo
ai
mentovati 4 nunzi,
il
fr.
Simone
altri,
e
li
il
Eohrbachcr ed
i
fecero la scrittura o petizione del Paleoogo. Anzi, con lo stesso criterio de' dotti accusatori,
cettata anche
potremmo aggiunger noi una pi grave accusa, e incolpare i nunzi una professione di fede greca, oscura ed equvoca Se non
!
di
aver
essi
ac-
che, in
mancanza
vago ogni giudizio in proposito ; e non possibile supporre che un S. Bonaventura abbia presentati al Papa per la nunziatura religiosi cotanto ingenui
del testo accettato dai nunzi,
da accontentarsi
di una formula di fede dubbia e non chiara. In quanto poi all' accusa in materia politica, cio di aver essi oltrepassato i limiti delle loro facolt, 1' accusa pi che vaga, e del tutto insussistente per chi abbia letta anche superficialmente la ricordata
lettera di
Clemente IV diretta
al Paleoogo; ove
il
Sublimitas,
quam
pure,
quam
di
Cotrone in
Papa
Ap^
poca probabilit se ne
vrebbe da ci
La cosa molto dubbia secondo l'Eobel (3); che che egli detto Mctgister, titolo comune ai maestri
IV
fr.
PF. Minori
in
Giovanni
(1) S detto che, dopo il ritomo da C.poli de' quattro nunzi francescani, Clemente IV avesse inviati col altri nunzi appartenenti all' Ordine de' Predicatori, i quali pure non avrebbero conchiuso nulla (Cfr. Civezza Storia deUe Missioni t. II p. 89). Vi sono infatti lettere
di
de'
et quoties,
date
il
a C.poli; questi per non Domenicani, partirono, per la ragione che gli apocrisari greci aspettati dal Papa mancarono di venire, e il legato dell' imperatore greco (fr. Giov. Parastron Minorit) si fece aspettare sino al 1272, al tempo di papa Gregorio X. Tanto risulta dalle lettere di questo pontefice, Qui misera^ tione (24 ott. 1272), dirette al Paleoogo, cui notifica aver Egli proclamato un concilio a
al quale chiede tre de' suoi religiosi per inviarli
infatti
per opera di altri nunzi francescani, come diremo a suo luogo. p. 116 nota a, e p. 187.
(2) Cfr.
larci della successiva
due Chiese
t.
Ili
(3)
anche Civezza. Storia di. 1 II e 2: ove per l'egregio Padre tralasci- di parnunziatura dei due Minoriti firati Gerardo e Rainerio. In Buttar, t. V p. 607 n. 42, e in Bom. Q^artal. IV p. 195 n. 39, ove per per ab-
ma
nella Hierarchia
medU
aevi
221, gli
d&
BiiM.
-> Tom.
17
258
BIBLIOTECA
mandamns
dilectnm filinm magistrum Kicolanm de Darachio Camerae nostrae
cle-
67
scripta
ricum, in latina et graeca lingua peritura, virom utique litteratum, providum et discretnm, ac in spiritnalbns et temporalibas circnmspectnm, eidem ecclesiae (Cotroncnsi) aactoritate
ipsias
ca-
(1) ,
La
ma
non abbiamo
Minorit.
Non
si
Nel 1264 lo
assai
lo-
vediamo arrivare da
dato da ambidne.
da Prato
e fr.
quindi rimandato a C.poli coi due ricordati nunzi Minoriti fr. Gerardo Bainero da Siena (2). Nei primi mesi del 1267 il Paleologo scrivendo
a Clemente IV per riattivare le trattative dell' unione, gli ricorda la missione di Nicol presso Alessandro IV suo predecessore, dal quale ebbe lettere per sanctissimum episcopum Cotronae dominum Nicolaum virum summa reverentia et aequitate praeditum, et propter
doctrinam prudentiamque celebratum (3) . Troviamo ricordato il vescovo Nicol nella storia del greco Pachymero, l ove ci ricorda che il Paleologo le pi volte usava per
magnam
suoi ambasciatori al
Papa
e eius generis
officii
hominum, quos
latini
praestanduin artificio blanditiarum ntebaiur. Horum interventu multus erat (Imperator) in obsecrando Pontifico Bomano ne sineret Carolum (Siciliae) exequi quae destinaverat . . . Imperator magis magisque attendebat paci Ecclesiae
ditionis,
maxime
si ecclesiastici
essent
adhibensque. Id quod observare licuit in episcopo quondam Crotonae, viro litteris divinis pererudito, et lingua iuxta ntraque diserto, qnem in patriarchae comitatu collocatum, eique
traderetur;
cuius
quam primum
gubenm-
Quod effcctnm band dubie fuisset, nisi sub haec ille deprehensus molir animo in nostrum damnum, in vesUiu quidem graeco perseverare permissus, amisit tamen imperatoris gratiam, et exul circa Heracleam Ponti misstts est. Interim, eo Ucet exulante, non bstahat ut ecclesia ilio uteretur ad quodcunque utilem
nescio quid inimico
[= Fratres]
excipiebat, et in
Ecclesiam mit-
tbat ad episcopos et patriarcham ; ex quorum participatione in sacris ritibus psalmodiae, ingressus adytorum et statioftum, ex participatione sacri panis, quem antidorum vocant (i),
et in aliis
ecclesiarum
omnibus, excepta sacra Synaxi (hanc enim non quaerebant), iam proximam Di Nicol non troviamo altre mepacem firmabat, praemunibatque (5) .
morie. Secondo
quelli
N. Festa, non improbabile che egli fosse stato uno del numero di che nel 1250 focevano la traversata da Durazzo a Brindisi per recarsi apocrisari
il
eh.
(1) Sbaral.
(2)
BtMar.
t.
I p. 766.
UglieIli-!oleti
Vedi
le lettere papali e
qadli
dd
Paleolc^o in
Bvllar.
(3}
(4)
cit.
semplice pane benedetto cui partecipano tatti present al s. sacrificio, e non le specie di pane eonsecrato. (5) Pacbym. De Mich. Palaeol. L 5 e 8 (Migne P. G. t. 143 coL 811-13). Tutto U
'Av-H&opov
retributo, cosi detto
il
Bessarine,
Anno lY
p. 48.
brano espresso qui in eoraivo, fa da noi alquanto ritoccato sul testo originale credendo esatta la versione del Possino.
grieco,
non
SECOLO xm.
presso Innocenzo
259
IV da
parte
dell' irap.
67
suocero di questo. In seguito Teodoro II, Duca Lascaris, indirizzava al vescovo di Cotrone il suo trattato Jrep'i Ix^opeuceu? tou f'iou rveup-axo?, il cui tono inflessbile deve aver contribuito a rendere infruttuose le pratiche di conciliazione durante
il
pontificato
di
Ales-
il
1263
tra
il
Nazaret.
l'
Neil' aprile di quest' anno, il Soldano Bibars accampato emiro Ala-eddin-Taibar contro Nazaret che la distrugge, basilica dell' Annunziazione. Similmente Bibars devasta il
i
il
1265 Cesarea e Arsuf. marzo. Cesarea, dopo 7 giorni di assedio, cade in potere di Bibars per capitolazione. L'arabo Abulfeda, dice che Bibars non mantenne le promesse, e fece massacrare i cristiani (3).
Il 26 di aprile la citt di Arsuf e il 29 la cittadella, dopo 40 giorni di assedio, cadono in potere di Bibars, che al solito abusa della capitolazione senza rispetto n alla vita n alla libert dei prigionieri (4).
US
In questo anno troviamo vescovo di Famagosta in Famagosta. Minorit frate Velasco, celebre nella storia della Chiesa per le sue molto legazioni presso quasi tutti i principi di Europa. Il 17 sett. 1267 egli fa traslaio alla sede di Idanha in Portogallo (5).
Cipro
il
1265
1266.
Pr. lacobus de Podio, Custode delia Custodia di Terra Santa in Siria, e suoi tre compagni martiri in Safet della Galilea.
fti
uno
Terra Santa.
Il feroce Bibars,
68
nuove truppe, partiva dal Cairo alli 8 di mag^o, traversando Gaza ai 10, e quindi sost alquanto a Gerusalemme. Un emiro col grosso delle truppe fu inviato contro
Tiro,
un
un
1 di giugno si
f'
vedere sotto le
mura
di Acri, e
poi ai
si
accamp
l'
Ai 7 di luglio
Soldano diede
d' oro ai
ordine per
primi 10
una
ma
il
risultato
fu umiliante, perch
furono respinti dagli assediati. L' assalto fu ripetuto il 13 e il 19 di luglio, ma con infelice successo. Molti de' suoi generali stanchi della difficile impresa, diedero appena segno di volersi riposare, e Bibars ne fece arrestare 40 ! ma f' loro presto grazia per rianimarli
all'
di soccorso,
impresa. Intanto, gli assediati vedendosi ogni giorno indeboliti senza alcuna speranza vennero a trattative di resa col Soldano. Questi loro promise di lasciarli li-
Bessarione
Anno V,
II p.
voi.
Vi
p. 531-32.
374; quivi l'erudito Rhrieht cade in una svista quando asserisce che secondo il Pisano [Conform. fol. 125) sarebbero periti in quest'anno a Nazaret 31 frati Minori! Il Pisano invece riporta questo numero di mrtiri come morti
Latin
t.
tempo in cui
(5) Cfr.
Wadding
an. 1267 n. 8.
Eubel Hierarch.
Sbaral. Buttar,
t.
II e III.
260
BIBLIOTECA
Le condi-
68
ma
non appena
Quest' atto sleale dell' infedele Soldano diversamente spiegato dai cronisti arabi. Il
Makrisi ne incolpa i cristiani, i quali, dice, mancarono primi alla parola nascondendo fra le loro vesti 1' oro e l' argento. Invece, Ibin-Ferat e Ibin-Abderrahim riferiscono che il
ma
altri
in
1266, secondo la testimonianza pi autorevole del ChroI miseri vinti, in numero di circa 3000, tra i quali 150 cavalieri (2). e 767 altri combattenti e quattro frati Minori, furono condotti sur una collina, e l,
di luglio
25
nicon Lemovicense
dopo la proferta di aver salva la vita se rinnegavano la fede, vennero tutti trucidati. H Sanuto e V Erphordiense dicono la strage compiuta al tramonto del sole, il Makrisi nella mattina dei 24 luglio (3).
Dei quattro Minoriti uccisi secondo
nati dall' Erphordiense e dal Sanuto
:
il
cio fr.
Chron. Lemovicense, due soltanto sono nomiGiacomo Custode de' frati Minori di Siria,
soprannominato dal Sanuto come originario de Podio (Puy nella Linguadoca?), e frate Geremia suo compagno, che vuoisi da Lecce (4). Ci premesso, ecco ora il racconto di
A)
Ex
Soldanus Babyloniae obsedit castrum Cephet, quod tenebant Templari!: et illud obtinuit in festo beati Christophori proditione cujasdam fratris sui natione Syrii, qui Leo vocabatur, et fuerat frater per triginta annos. Hujos proditi onis quidam Anglicus dicebatur esse particeps, quem obsessi interfecerunt. Iste maledictus Leo, qui Castellanus erat loci, non permittebat quod se defenderent christiani, quia minabatur eis pejora. Tandem maledictus Soldanus affidavit per juramentum obsessos et quod cnm armis et oneribus snis recederent securi, castro reddito de quibus, cum exissent, interfecit et decapitavit septies
:
MCCLXVI.
viginti fratres et decem Templi, ezceptis Hospitalariis, et septingentos et sexaginta septem viros bellatores et quatuor fratres Minores, exceptis mulieribus et parvulis. Qui omnes aestimati faerunt usque ad tria millia. Et maledictus Leo fidem nostram coram omnibus
qnam
Minoris abscissnm consnmmavit ancantabant, scilicet Saive Regina. Hac de causa Ludoricus
(1) Ci sorprende non poco che l' illustre palestnol<^ B. Bdbrcht (dal quale compoidiamo questi fatti), inclini quasi s^npre a prestar fede al suo preferito Makrisi, sia pure che questi venga contradetto da scrittori e arabi e cristiani si, che oggi da molti palestinologi s vuole a scapito della sincerit storica riabilitare la memoria di un Bibars come quella di un Federico II, e di -tanti altri, forse perch la loro forza e potenza, sia pur brutale, tanto ci affiuscinano 1' animo guerriero (2) Il Sanuto ed altri cronisti citati n^li Archwe II. 383, danno chi la data dei 24 o 22 giugno, e chi circa festum omnium Sanctorum 1 (3) Cfr. Rdhricht in Archive de V Orimi Latin t. II p. 381-84.
! !
(4)
Da
Lecce lo dice
il
t.
vinciale Ord.
n. 324) gli d il soprannome di Leve! Gen. (Anal. frane, t. III p. 416); il Glassberger (^Anal. cit.
Min.
Di
t.
II p.
31 ;
ma
il
questi parlano
il
II p. 79);
Wadding Annales
an. 1266 n. 8.
(5)
BecueU de
minora
in Auctore Petra dorai enudem loci abbate in Miscellanea Baluzii t. I p. 231. Hist. de la France t. XXI p. 773. Vedi anche il racconto del Minorit
l'
an. 1266, n.
60,
p. 264, e
il
P.
Lemmens Fragmenta
SECOLO xm.
261
Plus rei Franciae, omnes Barones regni qui habebant trecentas libras in redditibns, Parisins in Annunciatione beatae Virginia venire fecit, et ipsis praesentibus (ipse) et tres filii sui
cruces sumpserunt, et
68
Comes trebatensis, et Britanniae, et plnres Episcopi et Barones, quorum non erat numerus .
B)
alii
Archiepiscopi
et
Ex
Soldanus Babyloniae cepit quoque et perfodiens expugnavit castrum munitissimnm Templariorum, quod dicitur Saphet, in quo fratres cruciferos et alios christianos inventos duris Tincnlis constrinxit ad duo roilia et plures. Hos omnes Soldanus singillatim examinari jussit promissionem faciens publicam de vita eis danda, quicumque ex eis Christum Jesum et fidem Christi negaret, et Machometura secundum ritum Sarracenorum coleret. In illa tam periculosa ac valida tentatione fdelium duo fratres Minores, videi icet frater Jacobus custos fratrum et ejus socius frater Jeremias, sincerissimi servi Dei, zelo fidei accensi constantissime per medium captivorum discurrentes, singulariter universos et univcrsaliter singulos in fide katholica confortabant, ex quibus 8 timore mortis impulsi fidem negantes publice apostataverunt, ceteri omnes in confessione nominis Dei perseverantes pariter decollati sunt, Soldano jubente. Ultimo post omnes ipsi duo minores fratres jam nominati capitalem sententiam subeuntes gloriosum martyrium compleverunt .
0)
Ex Marini Sanuti
Soldanus obtento castro, post solis occasnm misit Admiratum snadens ut Saracenornm legem suscipiant; alfoquin gladio cuncti perirent. At universi duonim fratrum Minorum, qui aderant, monitia tota nocte confortati martyrium potius elegerunt, quam Christi negare fidem fiuebatque sanguis per montis declvum quasi aquae rivulns fuerunt autem ultra DC. Post hoc vero fratrem Jacobum de Podio et fratrem Jeremiam, quia ceteros in fide firmaverant, et priorem Templariorum excoriari fecerunt, deinde fustigar!, postremo ad locum ceterornm deducti capite caes sunt. Fecit autem Soldanus locum materia circumdari, quia
: ;
carneficina,
il
suoi emiri
le
ricchezze
una moltitudine
di prigionieri uomini,
donne
e fanciulli. Frattanto
venne da
una deputazione de' cristiani di Acri por chiedergli licenza di seppellire i loro morti. Bibars concesse loro udienza ma per il giorno dopo, senza dar loro intanto altra risposta; ma nella notte stessa il barbaro fece una incursione sul territorio di Acri uccidendo molti
cristiani.
Voi
siete
venuti
a cercar qui de' martiri voi ne troverete molti l in Acri noi ne abbiamo aggiunti molti l gin pi che voi non ne desideriate E ili di agosto Bibars si ritirava in Damasco (3).
.
1266-70
Erphordiense.
Edita
dall'
t.
XXIV 69
pp. 172-213.
Questo Minorit anonimo lasci un compendio di Cronaca dai primordi del Cristianeil 1266. Altri Minoriti, continuatori della stessa, vi aggiunsero alcuno notizie brevi sino al 1291. L'editore osserva che in detta Cronaca omnino plura (invenis)
simo sino circa
Di questo cronista vedi l' articolo (1) In Monum. Germaniae histor. t. XXIV p. 205. che segue ai num. 69. (2) In Gesta Dei per Franco ed. Bongars, t. II p. 222, iib. 5 par. 12 e. 18. (3) Anche questo barbaro procedere del pi feroce tra i Soldani ci riferito dagli storici
arabi editi dal Reinaud e citato dal Bhricht in Archives
cit. t. II p.
384 n. 83.
262
BIBLIOTECA
69
do extremis partibus terrarnm, praesertim de Terra Santa, qnae sive litteris sive narrata a Fratribus in diversis partibas constitutis auctor comperit . Diamo qui quei brani che interessano e illustrano tanti fatti della nostra storia di Terra Santa.
... Anno Dni. 1200 sub papa Innocentio III, et tempore Heiurici imperatoris cepit Accon Ordo fratrum Theutonice domus Hnius pape Innocentii III, pontificatus anno 10, anno vero ab incarn. Domini 1206, Franciscus ut sapiens architectus cepit penitenciam agere et, Dee misericorditer disponente, iniciavit Ordinem Fratrum Minorum, et tunc ipse prefatus papa, statim ut yidit et audivit sanctum Franciscum, divinitus inspiratus Ordinem approbavit, dans sancto Francisco mandatum ut predicaret verbum Dei, et suis sociis ac fratribus similiter dedit... Anno Dni. 1201 sub hoc papa civitas Constantinopolitana capta est, et spoliata a christianis plurimis diviciis et rebus ac multis sanctorum reliquiis, ut apparet in Venecia
in
. . .
et in Halberstat...
regina Hungarie, mater sancte Helizabeth, occisa est, et pueri promultitudine ; sed peregrinacio illa annichilata periit [11 Cod. B. 3-6^ C. qui aggiunge: per beatum Franciscum et sanctam Claram virgtnem cepit Ordo Pauperum Dominarum, yidelicet post sextum annum conversionis sancti Francisci. JJ 7 Cod. B. 2 qui pone : Eodem tempore Pratres in Marrochium missi per sanctum Franciscum, quinque ex eis inssu regis martirizati sunt, per quorum reliquias coutigerunt plnra miracula]...
Dni.
fecti
Anno
1213
cum
Anno Dni. 1215 beatus Dominicus . . iniciavit Ordinem fratrum Predica torum . . . Sequenti anno (1216) confirmatus est Ordo fratrum Predicatornm a papa Inn. ITE: Sequenti anno (1217) confirmatus est(!) Ordo Fratrum Minorum. Anno Dni. 1217, Inn. papa III in Perusio feliciter obiit et ibidem sepultus est ... Defuncto Inn. papa III, Honorius papa 187 ordinatur: sedt annis 11. Hic papa Honorius III vitam et regulam sancti Francisci confrmavit et in registro posuit. Hoc contigit ad salutem multarum animarum anno Dni. 1224 [Cod. B. 2 ha invece: Anno Dni. 1223 beatus Franciscus ab Honorio papa regulam accepit Ordinis fratrum Minorum bul.
latam et registratam]
ille servus Dei Franciscus contuens in aere Seraphim in cruce positum, ex tunc in palmis, latere et pedibus effigiem plagarum Christi tulit usque ad felicem exitum suum, multis tunc utrinsque sexus videntibus illa in eo Christi stigmata. Anno Dni. 1226 . . . Honorii pape anno 10, Friderici Imperatoris anno 7 imperii, ex quo perfectissime adhesit Christo anno 20, ipse b. Franciscus apud Asssium feliciter et sicut stella choruscans migravit ad Christum etatis sue anno 45. Igitur in statu perfectionis et sancte religionis 10 annos sub papa Inn. III et alios 10 annos sub papa Honorio III, Dei clementia favente perfecit. fait multa crucesignatorura turba congregata aput Brandeiz Anno Dni. 1227 (Brundusium), ut parit^r cum Friderico Imperatore in Terre Sancte subsidium transfretarent; set dolo Friderici imperatoris, ut fertur, interveniente, illud passagium impeditum
Anno
Dni.
1224 beatus
christianorum, que amplius quam 60 milia estimabatar,' dissilangravius Thuringio Ludevicus, paratus corde et corpore cum omnibus suis armatis transire mare in subsidium Terre Sancte, ibi aput Otrant (Otranto), ut fertur, veneno intoxicatns, obiit feliciter, et reductns sepultus est in Reinhersburnen. Hic papa Gregorius IX vocabatur Hugolinus. Iste papa, anno Dni. 1228, pontificatus vero sui anno 2, canonizavit sollempnissime beatum Franciscum in civitate Assisii. Postea idem venerabilis papa tres sanctos successive canonizavit, videlicet b. Dominicum Fr. JVIinorum, et b. Eli., et b. Antonium Ord. zabeth de Mrcburg, relictam videlicet illustrissimi principis Ludewici langravii Thuringie. Hic papa Gregorius IX Eomae celebravit sollempniter magnum generale capitulum Fratrum Minorum, in quo frater Albertus de Pisis electus fuit in aure ipsius Gregorii pape in generalem Ministrum eiusdem Ordinis fratrum Minorum et mox confirmatus ab ipso
fuit,
et
magna
Et
railicia illa
pata
fnit.
ille
illustris
papa anno Domini 1239, [Altri codd. erroneamente: 1229 e 1240]. Ipso eodem anno Gregorius excommunicavit Fridericum imperatorera, obicens ei multos, graves et enormes articulos Hic papa cum esset Cardinalis et episcopus Hostiensis fovit sanctum Franciscum a principio nascentis Ordinis sui, qaem ad modum gallina fovet puUos anos; ipse namque ab Honorio papa constitutas fuerat protector Ordinis novelli . . .
.
.
SECOLO xm.
Iste Gregorius
263
unum
IX duos Ordines
69
utrnmqne,
continentes
[Anno Domini 1245.1 ^ic (Innoc. papa IV) in concilio Lugdunense constituit, ut octava nativitatis beate virginia Marie ab omnibus clericis et religiosis annnatim sollempniter celebretnr. Tempore huius pape Ludevkus rei Francie cum Christiane cxercitu
centra consilium pape transfretavit [1248], et fagientibns barbaris a facie eius, cepit et in possessione pacifica habuit Damiatam. Postea in brevi bello ipse idem rex Francie a soldano Babilonie, id est a Pharaone rege- Egipti, captus est, et suus christianus exercitus totus dissipatus et occisus est. Bex autem Ludevicus pr redempcione sua dedit soldano ccntnm
milia marcarum argenti et civitatem Damiatam. Verum arma, tentoria, vasa equos electos, alimenta chritianorum Sarraceni in ilio prelio obtinuernnt. [Anno Domini 1254 sancta Clara virgo migravit ad Christum, postquam
preciosa,
fiierat in
pauperum dominarum 42 annis]. Anno Domini 1255 Alexander papa 194 ordinatur. Hic cardinalis Hostiensis episcopus vocabatur Keinaldus, pater et protector ordinis fratrum Minornm fuit, frequenter eos seenni
ordine
tenuit.
hic
fidelis et
Iste papa Ezelinum de Tervis, tortorem cbristianorum, interfectorem 60 fratrum Minorum et aliorum fidelium plurimorum, persecutorem sacre fidei katholice, pr heretico, et omnes fautores suos sentencialiter condempnaVit et cxcommanicavit Hostes sevissimi, oppressores crudelissimi omnium nacionum, Tartari, potentissime expngnavernnt partes orientales, videlicet regnum Indie, regnum Armenie, regnum Ninive, regnum de Baldach potentissimum, interfecto eorum papa kalifa, regnum de Halap, regnum lerosolimitanum, Anthiochiam et partes cbristianorum ultra mare, et fugatis tam christianis quam Sarracenis, lerusalem et Arabiam possiderunt. Porro soldanus Babilonie, qui est Pharao rex Egipti, resumptis utcumque viribus, cum exercitu barbarorum clam
.
irruit in castra
Tartarorum et multa ex eis milia interfecit. Soldanus Babilonie ideo dimansione in exitu Israel ex Egpto, scilicet Ethan, rex Pharao construxit civitatem munitam, quam appellavit Babiloniam novam. Anno Domini 1262 rex Tartarorum misit sollerapnes nuncios, circiter 24 nobiles Tartaros cum duobus fratribus ordinis Predicatorum (1), qui essent iiiterpretes linguarum, ad regem Francie Ludevicum, ut se et totnm regnum Francie dicioni subiccret Tartarorum; alioquin Franciam impugnaret tempore procedente. Quod Ludevicus rex, habito Consilio cum primoribus regni sui, constanter renuit; ipsos tamen nuncios honorifice Parisius tenuit et usque ad papam Alexandrum pacifice remisit Eodem anno papa Alexander .
.
.
defnnctns est
populi
crucem
. . . Urbanus papa IIII, congregata multitudine tara cleri quam et pontificibus, 14 kal. Decembris incepit predicare sollempniter in succursura Terre Sancte et fratribus Minoribus ac Predicatoribus per litteras
apostolicas datas Viterbii, stricte dedit in mandatis, eandem crucem constanter et diligcnter predicare per Dei ecclesiam cum larga indulgencia in subsidium Terre Sancte . Anno Domini 1265 . . . Soldanus Babilonie inpuguans christianos in Terra Sancta,
. .
cepit Azotum castrum firmissimum domus Hospitalis quod alio nomine vocatur Assur (2), in quo habitabant duo milia hominnm, quos omnes occidit, set fratres milites domus Hospitalis et domus Templi 180 captivos ac stricte vinculatos deduxit in Egiptura; copit eciam castrum et civitatem Cesaream; necnon et civitatem quo vocatur Cayphas idem Sarracenus soldanus violenter cepit et tenet. Albertus langravius Thuringio et marchio Otto de Brandinburg cum fili suo, Albertus eciam dux de Brnnsvic et multi alii in Prusciam peregrinando contra paganos cum signo crucis profecti sunt.
B 4, B 5, B 5 a, hanno invece Fratrum. Minorum . Su questa legazione tartara in Francia il Khricht (Archives de V Or. Latin t. I p. 650 n. 81) rimanda a Giov. Vtodurano ed. Wyss p. 22, e al Pistorius Compii, chronol. I, 744.
(1) I tre Codici
(2) Arsuf.
264
BIBLIOTECA
69
Confinuationes
Anno Domini 1266 Clemens papa missis litteris dedit in mandatis per regnam Alemanie fratribns Predicatoribus et Minoribus predicare crncem fideliter et instanter centra soldannm Babilonie, qui est Pharao Egipti, et centra Sarracenos altra mare, nt succurchristianornm, et in snbsidium Terre Sancte . . ordine fratrnm Minorum felici transita ex hoc secalo migrantes, videlicet frater Petrus, minister fratrum Minorum provincialis in Calabria, et frater Wilhelmus, confessor et presbyter in Tuderto, Domino declarante merita sanctitatis eorum, plurimi
rator
affliccioni
Dao de
et stupendis miraculis claruerunt, in tantum ut eciam 4 mortuos snscitarent. Archiepiscopns Knpertus in Magdeburg obiit, et per compromissionem alium concorditer elegerunt.
Itenim et iterum soldanus Babylonie, prophanus hostis Christi et ecclesie, venit in terminos cristianorum cum multitudine gravi, subiugavit sibi Terram Sanctam, quam Salvator noster proprio suo sanguine consecravit, videlicet lernsalem, Nazareth, Bethleem, Betlifage, Sepulchrum Domini, montem Syon, montem Oliveti, montem Thabor, Galileam totam et mare Tyberiadis cum omnibus civitatibus suis, lericho cum omnibus suburbanis, Cesaream Philippi, aliam quoque Cesaream Palestine et alia multa, quibus dominatur et possidet, constituens in eis capitaneos et custodes Sarracenos, loca sanctissima suis spurciciis prophanantes, ut heu! dici possit: Facta est lerusalem quasi polluta menstruis
quod
Inter eos. Cepit quoque et perfodiens expugnavit castrum munitissimum Templariorum, dicitar Saphct, in quo fratres cruciferos et alios christianos inventos duris vinculis
constrinxit ad duo milia et plures. Hos omnes soldanus singillatim examinari iussit, prmissionem faciens publicam de vita eis danda, quicumque ex eis Christum lesum et fidem Christi negaret et Machometum secnndum ritum Sarracenorum coleret. In illa tara periculosa ac valida tcmptacione fidelium duo fratres Minores (2), videlicet frater lacobus
custos fratrum et eius socius frater leremias (3), sincerissimi servi Dei, zelo fidei accensi, constantissime per medium captivorum discurrentes, singulariter universos et universaliter singulos in fide katholica coufortabant, ex quibus 8 timore mortis impulsi fidem negantes, publice apostataverunt, coteri omnes in confessione nominis Dei perseverantes, pariter decollati sunt, soldano iubente. Ultimo post omnes ipsi duo Minores fratres iam nominati capitalem sentenciam suboantes, gloriosum martyrium compleverunt.
populus adhuc possidet in Terra Sancta et tria Accon, Tyrus, Sydon, loppe, Beritus. Castra autem sunt hec: Castrum Peregrinum, Mons Fortis et Mons BelU-fortis. Clemens papa dedit generali ministro Ordinis fratrum Minorum fratri Bonaventure vacantem archiepiscopatum Eboracensem in Anglia, annuatim habentem in redditibus plus quam triginta milia marcarum, quem ipse vir virtutis et homo boni exempli ac doctor Parisiensis in theologia atque diviciarum contemptor accipere penitus recusavit. Anno Domini 1267 cruce signati sunt in snbsidium Terre Sancte Ludvicus rex Francie, rei Ajiglie, rex Arragonie, rex Navarrie, rex Sicilie, comes frater regis Francie et filli
civitates cristianus
Quinque tantum
castra.
forcia
Civitates
sunt
iste
viri bellatores
regis Francie, archiepiscopns Rotomagensis (4), alii comites et nobiles milites et cives ac malta milia .
. .
in provincia Syrie septem fratres Minores a Sarracenis, videlicet soldano Babilonie et satellitibus eius, pr fide Ka,tholica'occisi sunt. Qui postquam mar-
tyrium compleverunt, unus ex eis nomine Cunradus de Hallis (5) sacerdos decoUatus, in mare a perfidis est proiectus; et ecce duo clara luminaria, omnibus videntibus tam chriQueste ContinuaHones sono giunte di un altro Minorit anonimo, come giustamente
1'
(1)
osserva
(2)
editore.
Altra relazione sui nostri martiri di Safet vedi sotto l'anno 126B n. 68, ove son detti quattro i Minoriti martiri in Safet di Galilea.
(3) lacobus
p. 222) riportato
peregr. 8, cap. 8. (4) Il Minorit Odo Rigaldi, di cui parliamo altrove sotto l'an. 1270. P, Lemmens Fragmenta m (5) Cfr. Chron. 24 Gen. in Anal. frane, t. Ili p. 416.
il
cfr.
12. e.
7,
18 (Bongars
II.
nera: Catalogus
ss.
Fratrum.
p. 26.
Vedi
al n.
72.
SECOLO xm.
stianis
265
quam Sarraconis, stabant in fluctibus maris saper eam, videlicet unum luminare saper caput eius et aliud luminare super corpus eius quasi per triduum. Ascendentibus quoque procellis maris in altum, luminaria non videbantar, sed recedentibas procellis, iterum ab omnibus in littore existentibus vidfibantur. Quo miracolo territi Sarraceni, omnes fugierunt ab ilio loco, dicentes: Deus christianorum pugnat pr ipsis christianis Item [1268] soldanus Babilonie, scilicet Pharao rex Egipti, naci^ne Turcus, nomine Melchasar (1), sevissiraus hostis sancte katholice ecclesie, civitatem nlioohiam magnam et opulentam ac Christian populo plenam, bello expugnavit et cepit, spolians eam innumeris opibus, ac incendio vastavit; occidit quoque in ea plus quam centum milia et 30 milia hominum, et hoc maxime in odium Tartarorum, quia ipsa Antiochia subiocta fuit et tributaria Tartaris (2). Soldanus pnblice apostatanti bus et Christum negantibus multis milibus dedit vitam. Solempnes nuncii soldani predicte Babilonie, et solempnes nuncii regis Tartarorum missi ad principes christianos et maxime ad Ludvicum regem Francie, navigantes per mare Mediterraneum, convenerunt a casa in civitate lanuensi, et videntes se, pugnare ceperunt, pars contra partem, in platea civitatis, ut simul se occiderent, quia odium inveteratum et rancorem portant ad invicem Sarraceni et Tartari. Quod videntes cives lanuenses, ut decebat eos, lites interceperunt, pognas sedaverunt eorom. Denique prefati nuncii cum pervenissent ad regem Francie, Sarracenos nunccios soldani nec videre voluit nec audire, nunccios autem regis Tartarorum et Tartaros gloriose ac honorifice suscepit et procuravit, et legaciones ipsorum notabiliter et utiliter terminavit ipse illustris
.
60
noruzn
cum
multi militos in dissenteria mortui sunt, et plura milia peregrinorum submersi sunt in mari. Igitur ossa huius Ludvici regis et filii eius lohannis solempniter Parisius et honorifice sunt reducta et in sepulchro patrum suorum honorifice sunt sepulta in loco celebri. Iste Ludvicus rex Francie per omnia laudabilis scilicet in divino cultu, in iudiciis iustis, in operibus pietatis, in domibus religiosorum edificandis ac in plurimis karismatum donis precellens, cruce signatus cum Philippe et lohanne, filiis suis, in commemoracione sancti Pauli ad Aquas Mortuas aput Marsiliam ascendit mare, circiter cum 60 milibus armatorum, in subsidium Terre Sancte navigans. Qui mare non transivit, set febre mortuus est. Multi alii nobiles et barones de eiusdem regis exercitu in bello mortui sunt. Item inclita Thuringie lantgravia Margareta, filia Friderici imperatoris, feliciter obiit in Franckenfurt. In captura allecium plurimi sunt submersi, scilicet numero quasi mille viri et una navis portans allecium 40 lastones submersa est. Item rex Arragonie et rex Navarrie nocnon et rx Anglie Odevardus cruce signati cum suis exercitibus in subsidium Terre Sancte por mare cum rege Francie profecti sunt, set minime pervenerunt, et contra Sarracenos, hostes
ecclesie, nichil vel
parum utique
(1) (2)
I,
soprannominato Bendokdar.
non propriamente
tri-
copia
In Syria in exercitu Caroli etc. Vedi il Glassberger (in Anal. frane, t. II p. 82) che nostro cronista. Sui diritti di Carlo I d'Anjou re di Napoli sulla citt di Acri e sul regno gerosolimitano, vedi le prore che ne d il Rhricht in Archivea de l'Orient Latin t. I p. 641 n. 35. Re Carlo manteneva varie truppe nella citt di Acri, e un governatore
(3)
il
in sua vece.
266
BIBLIOTECA
69
Minornm, olim magister et doctor theologie Parege Francie cruce signatns in Terre Sancte subsidium navigayit, Frisones cruce signati, sicnt estimati sunt circiter 40 milia et amplius, tunc temporis cura suis propriis navibns profccti sunt in subsidium Terre Sancte. Magistri in theolologria et confessores et predcatores fratres Minores mvilti profecti simt cum praefatis regibus nobilibus ac eiercitibus christianis; plurimi sacerdotes, capellani
risius in kathedra,
edam cam
et alii clerici
necnon
.
. .
religiosi, set
precipue de fratribns Minoribus et Predicatoribus sunt ilio passagrio defiincti sunt viginti
fratres Minores
1267.
Pr.
Guglielmo Vesc.
di
il
clero
orientale.
70
Frate Guglielmo
de'
Urbano IV
(1). Di lui ci resta una convenzione fatta nel 1267 cogli Ospedalieri Gerosolimitani, ai quali cede lo decime delle entrate del castello Craco (2) sito
de'
9 apr. 1263
nella sua diocesi, per mille bisanti trpolitani (3), rilasciando quel di pi che gli competeva
a sussidio del detto castello. Di notevole in esso documento quel che segue relativamente
al clero orientale
Yolnmns
illos
etiajn,
atque concedimns, quod Yicarii, qui Grecis et alis nationbus a laconformes singulis, iuxta formam arbitrii, perficientur (praeficienktr?)
a nobis,
eornm
si ve
ecclesiis construendis
Romane, Magister et fratres pre-. prestare dicti {hospitalis S. Ioannis), per predictum arbitrium non teneantur ad aliud in hac parte, nisi quod illum, vel illos, in errore hujusmodi non manuteneant, vel defendant. Speramus tamen quod psi iuvabunt, dante Domino, ad hoc ut illi ad obedientiam veniant, sicut
expedit saluti eorum. In matrimoniis siquidem conjungendis, et levibus
oriuntur ex
eis,
volumus atque
concedimus, quod
Prior Craci,
ita
vel
quod
in aliis
formam
arbitrii
1267.
71
edito
1.
De
Questo trattato di frate Eogero vide pi volto la luce nel suo Opus Majus prima dal Jebb Londra 1733, e poi nella seconda edizione della stessa opera
(1) Sbaral.
p.
92
n. 1.
BuUar.
t.
II p.
ib.
528, 545-46.
Eabel Hierarch.
1.
(2) Ossia la celebre fortezza degli Ospedalieri detta Krak o chteau des Curdes, e oggi dagli arabi Kalaat-elHosn. Sulla storia di lei, caduta in potere di Bibars 30 mar. 1271, vedi E sulla sua struttura militare, con pianta e Archives de V Orient Latin t. II. p. 398 s.
disegni illustrata da G. Eey in tude sur les monumenta de V architecture militaire dee Croisa en Syrie (^Paris 1871) p. 39-67 e le piante IV- VII in fine del volume.
(3)
Il
moneta.
citato
Il
d' argento).
Bey (Jtude cit. p. 64) calcola i mille bisanti in oro per 10,500 fr. di nostra bisante saraceno di Siria, lungo i secoli XIII-IV valeva 10 dirhem (= dramme Cfr. Cornelio Desimoni in Archives dk V Orient Latin t. I p. 437 s.
I p. 183-84, dipi. n. 145.
(4)
Non
da confondersi
il
nostro Guglielmo
omonimo Domenicano
SECOLO xm.
267
71
curata dai Minori con note e un prologo galeato in difesa del Bacone, Venetiis 1750 in fol.; ove a pag. 153-65 si ha il trattato de situ T. S. Recentemente il Dr. John Henry
dell' Opus Majus, resasi ormai rarissima The Opus Majus of Boger Bacon, edited by J. H. Bridges, Oxford 1897, splendida odiz.
:
usiamo)
uso inglese, in due voi. in 8 di pp. CLXXXV-404 e 568. In questa edizione (che noi il trattato de situ T. S. fa parte della Geographia del Bacone che ivi nella
voi. I p.
286-376.
Come nota
lebre Minorit
il
ci
Khricht, Rogero scriveva questa geografia nel 1267 (1). In essa il celasci il pi esatto trattato di geografia contemporaneo che vanti il
e soddisfa
anche
compilare la sua
Geographia.
;
il
motivo e
lo scopo
nobile
che
si
ebbe
nel
Cognitio
locorum mundi
obviandum
infidelibus et Antichristo, et
Nam
tibus ut scirent complexiones locorum externorum, quatenus scirent eligere loca temperata
Nam valentissimi homines, aliquando ignorantes naturam locorum mundi, seipsos Christianorumque negotia peremerunt, eo quod loca nimis caida in temporibus calidis, aut nimis frigida in frigidis transierunt. Receperunt etiam pericula infinita,
eo quod nesciverunt quando intra verunt regiones fidelium, quando schismaticorum, quando Saracenorum, quando Tartarorum, quando tyrannorum, quando hominum pacificorum, quando
barbarorum, quando hominum rationabilium ... Et ideo, sive pr conversione infidelium proficiscatur, aut pr aliis Ecclesiae negoiiis, necesse est ut sciat ritus et conditiones omnium
nationum, quatenus proposito certo locum proprum petet; ne
in idololatras, vel si illos intendat, scismaticos invadat, vcl
si
velit
paganos
adire, cadat
pr scismaticis obedientes Romanae ecclesiae eligat, aut indifferentes utrique parti, cujusmodi sunt populi qui vocantur Aas (2); quatenus etiam Nestorianos desiderans Nicholaitas declinet; et sic multis gentibns
sectarum diversarum ne unam pr alia eligat oberrando. Quam plurimi enim a negotiis Christianorum maximis sunt frustrati, eo quod regionum distinctiones nesciverunt. Deinde
non modica necssitas sciendi loca mundi oritur ex hoc, quod oportet Ecclesiam optime sciro situm et conditiones decem tribuum ludaeorum, qui exibunt in diebus futuris (1. 301-2)
Quoniam
mundi pr philosophia
adhuc alium sermonem de hujusmodi locis componere et divisiones regionum evidentiores assignare; et sequar Plinium abundantius, quem omnes sancti et sapientes sequuti sunt. Ubi autem aliquod certum per alios auctores invenero
et theologia et Ecclesia Dei, volo
tam per
sanctos, ut
alios auctores,
non ne-
Se,
B^l. geogr. Palaest n. 135. Cfir. Ingram in Naturai hiet, revitio, Dublio 1858, V. (>. vuoisi, Rogero Bacone nel 1248 contava 34 anni d' et, egli sarebbe nato nel 1214. Piets e il Waddingo lo dicono morto gli 11 giugno 1284; altri nel 1292, e il Jebb nel 1294 data che sembra la pi probabile al Daunou in Hist. littr. de la France t. XX p. 233. (2) Popoli limitrofi agli Alani posti lungo il Don e il Caspio, t Deinde superius ad Orieutera sunt montes Alanorum et Aas, qui sunt Christiani, et recipiunt indiflferenter omnes Christianos tam Latinos quam Graecos, unde non sunt scbismatici, et pugnant cum Tartaris; et similiter Alani. Post eos ad orientem sunt Saraceni, qui vocantur Lelg, qui propter teirae
(1)
come
frtitudinem pugnant cum Tartaris > (Rog. Baco Opus Majus t. I. p. 3t3-4). Qui i Lelgi sarebbero forse 1 Lyergis ricordati sopra dal Piancarpino a p. 208, 210. I Ligyes del Caucaso?
268
71
gligam qnae necessaria sant assignare
BIBLIOTECA
...
Et
locornm pateat
via, qua procedam, non est per certificationem astronomiae, scilicet perlegenti. veras et latitudines locomm respectu coeli; quia nondum hbent eam per longitudines sed est ex auctoribus qui mandi regiones describunt secondum qnod quilibet Latini, snmpta
Haec aatem
potest loca
natalis
soli
edoceri.
Konnnnqnam
Nam
et
quae ex rumore magis quam per experientiam habnernnt Plinins minus bene dixit mare Caspinm oriri ex mari Oceano, et Ptolomeas
lmagesti de plano errayit de sita Britanniae majoris et minoris, sicnt manifestnm est cnilibet, et sic isti de aliis maltis, et caeteri aactores similiter. Propter quod recurram
ad
mundi pr magna parte peragrati sunt. Et maxime in regionibas qaem Dominas Eex Pranciae Lo-
do vicns misit ad Tartaros anno Domini 1253, qai perlustra vit regiones orientis et aqailonis et loca in medio mundi bis annexa, et scripsit haec praedicta illustri regi; quem librum
diligenter vidi, et
cum
cum
multis
aliis,
non che
di
arabo scrittore
Bubruquis e Piancarpino
cenno,
il
nostro Bacone
traccia
de' suoi
di
geografia del
contemporanei e degli antichi. Notiamo, per gli studiosi cartografi, che alla geografia di Bacone, vi era unita, una mappa o carta geografica da lu stesso delineata, come risulta dalle seguenti sue parole
:
Secundum
nam
(I.
300; cfr. etiam pp. 296-97). e da altri passi, che Bacone prepar una Mappa del mondo per illustrare questa parte dell' Opus Majus. Tuttavia nessuna traccia di questa
propter
summam
utilitatem locorum
il
evidente, dice
Bridges, da questo
Mappa
2.
di
H Baleo (1) nel lungo catalogo delle opere Opere geografiche del Bacone. Bacone (ne scrisse oltre ottanta) distingue due opere del medesimo sulla Terra Santa: De situ Palestnae liber unus. a)
b)
De
Lo
e)
Descriptiones loooram
et plura....
lib,
mundi
lib.
unus,
coli' incipit:
Ad
hoc antem
quod certius
d)
e)
1.
lib. 1.
Voyages en Asie
du B. fr. Odoric, Paris 1891, a p. LXXV, descrive un cod. della Ducale di Wolfenbttel n. 41 Weissernburg che contiene quest' opera: Bogerus Bacon, de regionibus adpapam
Ckmentem,
f)
De regibus mundi
ms. Cautabrigiae in
nei
ff.
91-120.
lib 1 (2).
(1)
(2) Il
Seriptores iUustr. majori Brytaniae CcUcdogtts Basileae 1559 p. 342. Waddingo e lo Sbaralea {Svpplem. p. 643) registrano anche un altro cod.
De
sita
il
Orbis
lib. 1,
Colico
SECOLO XUL
3.
il
269
71
Opere
edite del
Bacone.
eh. J. S.
1859, in
Brewer pubblic Fratris Bogeri Bacon opera quaedam hactenus inedita, Londra 8 gr. di pp. C-573, che contiene 1' Opus Tertium, V Opus Minus, nn Com-
pendium Philosophiae
e De nulUtate magiae. Il Sig. Bobert Stcele attualmente (1905) intraprende la pubblicazione delle opere inedite del Bacone, di cui usci il 1 fascicolo con la Metaphisica Fr. Bogeri, e il De viciis contractis in studio Theologiae, Londra Alex.
il
Humboldt
Rogero
&
Dopo
grandi missionari e viaggiatori francescani (i Piancarpino, Bubruk, e Corvino, Marignlli Odorico) conobbero scientificamente potersi andare alle Indie per vi?
d' occidente,
in frate Buggero soggiunge Bacone, uomo prodigioso per la variet delle sue conoscenze, per la vigoria del suo intelletto e r indirizzo de' suoi lavori alla riforma degli studi fisici e questi studi furono quelli che
si
;
Questi
cenni
trovano
determinarono la scoperta del Nuovo Mondo. Fra gli autori che consultava il Colombo, il pi a lui prediletto fa senza dubbio il Cardinale d'Ailly (Petrus de Alliaco); e sopra tutto pare che lo colpisse il capitolo ottavo del Cardinale che ha per titolo De quantitate
terrae hbitahilis; capitolo che inseri quasi per intero nella lettera
ai
monarchi
di
l'
Spagna
il
1498 dopo
il
verificai (dice
Cardinale
d' Ailly
lo
eh' ^l,
Opus Majus del francescano Buggero Bacone. Vero Imago Mundi la chiama scriptura expluribus
cita, si
auctoribus recollecta an. 1410; ma a' molti nomi di autori classici e di cosmografi arabi che guarda bene dall' aggiungere quello del celebre frate francescano . E l' Humboldt
il
lettore
confrontarli, e soggiunge
d' Ailly di
Il fatto ,
che
r opera
pi che cent' anni, e che, in quanto riguarda l'interiore dell'Asia e l'estremit orientale di quel continente, era
di cognizioni
molto pi ricca
Imago Mundi
(2) .
il
1268 Ai 7 di marzo d qaest' anno, Qiafib, e il Convento de' Minori. Soldano Bibars s' impossessa della citt e castello di Giaffa in meno di 12 ore. Dopo aver permesso agli abitanti di ritirarsi in Acri, egli ordina la distruzione della
il l^name e i marmi 4>er decorare l' interiore della moschea Daher, sita nel quartiere Hosainiah del Cairo (3). Cosi fin il gran convento e chiesa de'FF. Minori costruitivi dal re Luigi IX nel 1252. Vedi sotto qnest' anno, a p. 103 (4).
citt, riserbandosi
De regionibus mundi. Tutti questi sei libri geografici del Bacone sarebbero tante parti della sna Geographia contenuta nella quarta parte del suo Opus majus, come osserva il Jebb, e dopo di lui Victor le Clero in Histoire littraire de la France t. p. 247, ove
lib.
XX
bio-bibliografia del nostro Bacone. (1) Il Bridges poco fa pubblic anche un volume supplementare dell' Opus Majus (Londra, cenno biografico-crtico sulla vita, e alcuni pp. Xy-187) che non abbiamo visto ancora. brani delle varie opere di Bogero Bacone vedi in Monum. Cferm. histor. Scrlptor. t. XXVIII
si
ha un' abbondante
Un
p. 569-83.
(2) Hist.
(3) Archives de
t.
VII par.
Il p. 647-61.
270
"71
BIBLIOTECA
1268 Assediata da Bibars il 15 Caduta di Antiochia Martiri. maggio, cade in suo potere il di 18, spargendovi la desolazione e la morte. Gli otto mila nomini, donne e fanciulli riparati nella cittadella furono condotti prigioni, dando
1 due conventi che i francescani vi avevano, uno entro la citt, e 1' altro nelle vicinanze sulla famosa Montagna Nera. I religiosi che li abitavano ebbero, senza dubbio, quella sorte che tocc ad altri loro confratelli, o uccisi coi 17 mila cittadini, o menati in iscbiavit (2). Il patriarca latino e quattro frati Domenicani furono sgozzati avanti l' altare Secondo il Bzovio (4), qui in Antiochia, sarebbero maggiore della cattedrale (3). perite le Clarisse che per conservare la castit si deturparono il viso; fatto che il Vitodurano, il Waddingo, S. Antonino ed altri (come vedremo) riferiscono avvenuto nella caduta di Acri, 1291. L' Echard (5) negherebbe anche il fatto come avvenuto in Acri, per la ragione che prima dell' assedio le belle donne, i fanciulli e g' inutili Del resto, oltre il monastero di Clarisse perite nel massacro ripararono in Cipro di Acri, possiamo concedere con ragione anche 1' esistenza d' un altro monastero di Clarisse nella citt di Antiochia, quelle verosimilmente che professando la regola di S. Benedetto furono nel 1257 riformate dai Minoriti, ed ottennero poi indulgenze per le festivit de' santi Francesco, Antonio e Chiara (6).
la libert soltanto agli apostati (1). In questa triste circostanza furono devastati
1269
S.
Bonaventtira e la Crociata.
Neque
S.
Bonaventura Mi-
scgniter adlaboravit (ut exercitus in Orientem quantocius transferretur): nam coactis Assisii Comitiis, Keipublicae christianae discrimen consodalium precibus commendavit, deinde deputatis ad praedicandam crucem Ministris, omni sollicitudine satagebat ut per se suosque Christian! Principes et Dynastae in sacrum bellum coirent (7) Bibars, non ostante abbia conchiuso 1' anno precedente trattati di pace con quasi
tutti
i
norum Primicerius
H
1269.
23
di
principi cristiani di Siria, trov al solito maggio devast con incendi e massacri
1' i
guerra.
Fr.
Gonrado de Halls
Altri
72
p.
Abbiamo il racconto del loro martrio nella cronaca pi sopra riportata (sub an. 1269 264-65) del contemporaneo Minorit Erphordiense che li dice uccisi dalle orde del feroce Ambo questi Bibars nel 1269. Lo stesso in compeRdio ci racconta il Qlassberger (9).
Sauvaire t. II p. 391-92; cfr, ibid. la nota 111. Vedi specialm. Michand Chronique de Moudjireddyn p. 238. Wadding an. 1268 n. 2. Storia delle Crociate lib. XV, agli anni 1255-70, e ivi la lettera che Bibars scrsse dopo la
(1)
caduta di Antiochia al principe Boemondo VI. Givezza Storia delle Cfr. Wadding an. 1268 n. 2. (2) Vedi sopra a p. 65-70. La catena dell' AmAnus che si stende dal colle di Beylan sino a Ras el Miss. t. II e. 1. Khanzir, era chiamata la Montagna Nera coperta di grandi foreste e irrigata da molte sor-
genti. Su qaesta montana regione vi erano molti monasteri di monaci greci e latini; ai qtiali ultimi apparteneva quello detto di S. Giorgio spesso ricordato nei documenti del principato Cfr. G. Rey in Archives de l'Or. Latin t. II p. 332-33. di Antiochia.
(3)
(4)
Le Qaien
Oriens Chriat.
n. 68.
III.
1162.
Annoi. 1268
I.
(5) Servptores
(6)
423.
breve Lic^t is, 5 mar. 1257, in SbaraL Bvllar. t. Il p. 202. Cfr. Wadding an. cit. (7) Haroldns Annoi, an. 1269 n. 1. (8) Rohricht in Archives de V Or. Latin t. II p. 395-96.
Vedi
il
(9)
Anal. frane,
II. p. 82.
SECOLO xm.
cronisti registrano inoltre, che le stesse orde saracene
271
avevan catturati
e tolti
da nn con-
72
il
guardiano e dieci
religiosi,
ss.
temporaneamente
ai suddetti martiri
Il CatcUogus ne registrano
FF.
altri
diie:
Alii
quorum
1270.
Fr.
grafici.
i
Odone RigaJdi
di 8. Luigi
compagno
IX
(Rigaud), Arcivescovo Rotomagense (Bouen), nella seconda Crociata in Oriente cenni bio:
Fra
accompagnarono
il
IX
nella seconda
fr.
73
celebre
prelato Minorit
di lui, se
Odone Bigaldi,
del quale
non pochi
Waddingo
il
(2) e nel
Bullarium
(3) e
Supplementum
ad Scriptores
fu anche
il
ripubblic
Regestum Visitationum
si
perch
Odo
Odone Bigaud (Odo Bigaldm o Bigaldi) figlio di Pietro de Bigaud cavaliere, Matteo Paris, di origine francese e discendente di nobile
ignorasi ancora la data precisa e
i
famiglia;
ma
il
suoi studi
a Parigi sotto
il
il
acquist grande
si
e,
fu durante
un corso
dava a Bouen, che il capitolo della citt, lo elesse a arcivescovile. ne sede Checch sia, sappiamo dal Salimbene, che il santo re Luigi IX quella molto si adoper perch Odone vi fosse eletto (7), non ostante la viva opposizione dell' umile religioso che bramava condur la vita nel rigore e nella semplicit monacale. Fidi predicazioni che
egli
nalmente la sua renitenza fu vnta; e venne consacrato a Lione nel marzo del 1248 da Papa Innocenzo IV che col risiedeva, causa le persecuzioni d Federico II che spadro-
(1)
(2) (3)
Lemmens Catal. di. p. 26, Tomi II p. 419 n. 16; III Tomi I-III, vedi rispettivi
e Anal. frano,
p.
indici.
t.
160 n. 37; IV
p.
p.
n. 5.
(4) P. 568-69. Ma n lo Sbaralea, n il Waddingo n altri nostri Cronisti, per quanto sappiamo, ricordano il viaggio del Rigaldi in Oriente. (5) Coi tipi di Augusto Le Brument, Bouen 1852; un voi. in 4' di pp. VII-860, che abbraccia i soli anni 1248-69 dell' arcivescovato del Rigaldi, I' altra parte del Cod. essendo
smarrita.
Un' anteriore
XXI
p.
Rouen 1847
France
e 616-28, ove si ha un abbondante cenno biografico di fir. Odone. Il Salimbene (6) (p. 93) lo dice mag8ter cathedratus Partus, il che vuol dire che Odone, tenne cattedra nell' universit di Parigi dopo 1' Alense. Cfir. Chron. 24 Gen. [Anal.
t.
LXXIX
frane,
Celeber Odo Rigaldi Ord. si dice nato e. 1200-1205. ante electionem ad actu sedem Min, qui arcbiepiscopalem regebat in theologica facultate Ad Parisiis Deuifle Ord. Praed. Chartularium Unheriitatia Parieiensis tip. 305.
t.
Odone
(7)
il
t.
I p. 211 n. 4.
272
BIBLIOTECA
73
neggiava da barbaro in Italia. Il di di Pasqua Odone Eigaldi, 57 arciyescovo di Bonen, entrava solennemente nella sua metropoli succedendo a Odone Clment morto il 5 maggio 1247, col quale spesso venne confuso da alcuni scrittori (1).
Zelante qual era, subito egli intraprese la visita pastorale della sua estesa diocesi e
Normandia che gli apparteneva, mentre Luigi IX partiva per la sua prima 12 giugno 1248. Il 21 di aprile 1249, 1' arcivescovo interrompe il corso delle sue visite pastorali e s' imbarca a Wissant per l' Inghilterra, a fine di rivendicare da Enrico III certi beni appartenuti alla sua diocesi e che quel monarca aveva sequestrati.
del resto della
il
crociata
Il
7 di maggio lo vediamo ritornare in Francia e riprendere 23 settembre egli presiedette ai funerali di Gautioro vescovo
le
di
verso
la
fine
dell'
anno and a soggiornare a Lione presso Innocenzo IV. Quando Luigi IX cadeva (1250) prigioniero col suo esercito nella battaglia di Mansurah, il pio arcivescovo ordin pubbliche preci per la liberazione del santo re, come ordinavano le bolle papali. Nello stesso
anno
ei
attivit, e senza
Papa a Lione ove punto interrompere lo chiamavano gravi interessi del regno. Dopo la Pasqua del 1251 Innocenzo IV pot ritornare tranquillo in Italia, poich era morto il suo feroce persecutore Federico II. Odone, dopo aver tenuto un concilio provinciale a Rouen (1252), e dopo aver assistito ai funerali (29 nov.) della pia regina madre Bianca, regente del regno per Luigi assente, si vide costretto (1253) di prendere la via di Roma per rivedere il Papa e con lui aggiustare le serie difficolt insorte tra la giu-
non ritorn
in
Il Salimbene, non conosciuto dal Bonnin, ricorda l' arrivo di Odone in Mantova (16 mar. 1253), accompagnato da un equipaggio di 80 cavalcature e da numerosa comitiva. A questa pompa dovuta al suo grado, e secondo gli usi d quei tempi feudali, Odone univa una squisita carit coi poveri cui ogni giorno offriva in due vasi di argento di
venivano apposti
sulla
maggiori
insegn teologia
in quel convento de' frati; era ottimo disputatore ed oratore improvso: scrisse
sulle Sentenze (2), e fu
di
un'opera
Luigi re di Francia che s' impegn perch fosse promosso a quella sede arcivescovile. Egli am molto l' Ordine de' Predicatori come il suo de' Minori, ed ambo benefic. Era deforme di aspetto, ma grazioso nelle opere e nei costumi, poich
era uomo santo e a Dio devoto, e s bene fini la sua vita; cuius anima per misericordiam Dei requiescat in pace. Ebbe egli un fratello germano nell' Ordine, uomo bello e chierico distinto, che si chiamava frate Adamo le Bigalde; ed ambo vidi pi volte in diversi
luoghi (3) .
Odone tenne 1' arcivescovato Botomagense (Ronen) dal marzo 1248 fino morte 2 luglio 1275. Dal Ciaconio erroneamente posto tra i Cardinali nominati da Inn, IV (Eubel Hierarch. I. p. 7 nota 2), e lo confuse probabilmente col omonimo Card. Odone de Castro morto nel 1273, quegli stesso forse che ricordato dal Salimbene (Chron. 95, 133) come legato di Curia nell' esercito di S. Lodovico IX che s' imbarcava per 1' Oriente. (Cfr.
(1) Il aostro
alla sua
Sbaralea BuUar.
(2)
t.
I. p.
(3)
Sbaralea Supplementwm p. 568-69. Vedi r elenco di molte sue opere nel Waddingo. In calce del presente articolo riportiamo tutto il Salimbene Chron. p. 219-20.
SECOLO xm.
273
Dal Registro delle sue visito veniamo a sapere, che Odone si trattenne in Italia, fermandosi nello principali citt, fino all'agosto del 1254; nell'andata si ferm 4 giorni
in Assisi, e nel ritorno
di
73
da
Koma
pass tatto
il
mese
di
in
compagnia
papa Innocenzo* IV (1), il quale poco dopo moriva a Napoli succedendogli Alessandro IV.
il d 7 sett. 1254; e alli 30 da questo momento noi vediamo Y arcivescovo di Bouen entrare nelle relazioni pi intime col santo monarca e diventare il suo abituale consigliere negli affari pi grandi del regno. In questo stesso anno (7 dee.) il re lo in-
Ee Luigi
dello stesso
mese
Odone.
viava incontro al sovrano d'Inghilterra che veniva a Parigi; e il 6 di aprile dell'anno seguente Odone benediceva il matrimonio di Isabella, figlia di Luigi IX, sposata a Tibaldo
re di Navarra.
Ai 4 decembre del 1257, nel giardino de' re a Parigi, alla presenza de' due monarchi di Francia e d' Inghilterra e di un gran numero di Signori, Odone legge e pubblica n trattato di pace tra i due re, pel quale Enrico rinunziava a tutte le sue pretese
su la Normandia.
Luigi, figlio primogenito di Luigi IX, era morto (25 dee. 1259) in et appena 16 anni; e l'arcivescovo, allora in giro per la diocesi, apprese soltanto il 15 gennaio dell' anno seguente il luttuoso avvenimento che colpiva il santo monarca nei suoi
di
pi teneri affetti. Odone si mise subito in cammino per consolare il prncipe; ma va facendo egli stesso cadde infermo, e non pot raggiungere Q re che ai 26 gennaio a Pont-de-l' Arche.
Dai 4 ai 22 luglio del 1260, lo vediamo di nuovo in Inghilterra per af^r del regno, per r esecuzione cio del trattato recentemente firmato dai due sovrani. Per quasi tutto il febbraio del 1261, Odone dovette risiedere a Parigi ed occupare il seggio nel Parlamento.
Poi (6 lugl. 1262), a Clermont di Auvergne, celebra lo sposalizio di Filippo, figlio del re ed erede di Francia, con Isabella di Aragona; e ai 31 dello stesso mese va col re incontro
al
sovrano
d'
Nel 1267,
di giugno, assistette
alla
ceremonia che
si
fece
a Parigi, quando
il
nostro arcive-
conte di Dreux e
una
al-
isola
di
Notre-Dame. Prima
(25
sett.
dello stesso
di Luigi
1269) de' dieci che sappiamo da esso convocati e presieduti ; e nel nov. e dee. anno visita per congedarsi varie chiese, e poi parte con la seconda crociata
(2).
IX
ci fermeremo, e neppur compendieremo questa gloriosa, ma tragica crociata che cost la vita al Santo monarca e perch troppo nota, e perch nulla sappiamo di particolare che riguardi il nostro Odone, se non che egli pure e pi che altri dovette parte-
Noi non
(1)
i quali i due seguenti: Obiit eodem anno [1270] christianissimus Rex Frantcorum, Ludovicus, in peregrinatione ultra mare, et filius eius, nomine Johannes. Navigaverat cura ipso rege ultra mare cruce signatus domirut
Regesium Visitationum archiep. Rothom. p. 179-83. (2) In questo viaggio lo seguirono molti francescani tra
Rigaldus archiepiscopus Rothomagensis et doctor Parisiensis Ordinis Minorum, in subsidium Terrae Sanctae, et mtilt religiosi de Ordine Minorum et Praedlcatorum nter quos fuerunt frater lohannes de Prisco et fr. Walterus de Hoyo. Sed post mortem regis aliqui red;
ierunt
t.
II. p.
82.
Di
fr.
Bigaldi
cfr.
Chron.
24
Gen. ibid.
Bibliot.
Tom.
I.
18
274
BIBLIOTECA
un
intoro esercito, o restarno addolorato sino
il
73
all'
anima per
la
morte del sao amico e sovrano Luigi IX. Sappiamo che gi durante
arrivare in frica e presso le costo di
sul
mare uno
Filippo
lui
morto,
di
suo
campo
Car-
tagine primo consigliere di Pietro d' Alen^on, gi prescelto, in caso di regenza, luogotenente generale del regno di Francia.
ademp
Due anni
X affid il processo della canonizzazione di Luigi IX. Lo stesso Ponr anno tefice, dopo (1274), lo prescelse coli' altro Minorit frate Paolo vescovo di Tripoli, per compagno di S. Bonaventura cardinale, generale dell' Ordine, e vice-preside del concilio
(1).
il concilio ai 14 di luglio del 1274; e un anno dopo, ai 2 di luglio del 1275, lo seguiva il suo confratello Odone Bigaldi, che pieno di meriti presso Dio e gli uomini, moriva a Bouen, e veniva sepolto con degna pompa in quella cattedrale. Il suo corpo venne collocato a destra della cappella della Vergine, dietro
ecumenico di Lione
il
coro.
L' editore del Begestum Visitationum del nostro Odone, dopo aver fatte risaltare le aUa Chiesa e alla Francia da questo insigne Minorit, si duole meritamente, e non sa spiegarsi che la storia abbia quasi dimenticato in lui uno
virt e gl'insigni servigi resi
de' pi benemeriti prelati della Francia.
una pi completa
biografia di
Odone Rigaud,
Bonnin promise di darci a tempo pi propizio ma noi non sappiamo se il eh. editore abbia
potuto mantenere la promessa. Chiudiamo questi pochi cenni con una pagina della cronaca del citato Salimbene:
Parma [l^atus
Pontifics
in Lombardia],
curialis
homo,
humlis, benignus et liberalis, largas ezpensas fecit Mantuae fratri Rigaldo et toti familiae suae, cum transisset per eum 116-17 martii 1253} eando ad Curiam ; et misit ante eum senescalcum suum, volens sibi &cere expensas usque Bononiam: sed firater Bigaldus hoc non est passus, quia dixit quod de medietate reddituum suorum poterat splendide vivere
cum tota familia sua, et aliam medietatem habebat snperfluam. Et habebat equitaturas in ilio itinere et decentem familiam; et cum comedit Ferrariae [19 mar]. in civitate, tenuit secum ad comedendum quatuor fratres Minores, qui iverant ad visitandum
et decenter
LXXX
ipsum. Et habebat ante se super mensa duas magnas concas argenteas, in quibus pr pauperibus ponebantur cibaria ; et portabat dapifer semper duo fercula de quolibet ciborum genere secundum diversitates ciborum, et ponebat ante frntrem Rigaldum. Ille vero unum fercnlum retinebat sibi, de quo comedebat, aliud vero pr pauperibus refundebat in concas; et sic fitciebat de qnalibet apposi tione et di versi tate ciborum. Erat antem frater Bigaldus ex ordine fratrum Minorum et Botomagensis archiepiscopus, et unus de maioribus clericis de mnndo : magister cathedratus fnit Parisius [1241 ss.], et multis annis legit theologiam in domo fratrum: optimus disputator fuit et gratuitus sermocinator opus fecit super Sententias: amicus fhit B^is Franciae sancti Lodoici, qui etiam laboravit pr eo ut archiepiscopatnm Botomagensem haberet: ordinem fratrum Praedicatorum multum dilexit, sicnt et ordinem fratrum Minorum de quo erat, et fuit eorum benefactor; turpis erat in &cie, sed gratiosus in moribus et operibus snis: nam sanctus homo fuit et Deo devotus, et bene finivit vitam suam [2 ivi. 1275]; cuius anima per misericordiam Dei requiescat il pace. Fratrem germanum habuit in Ordine, pnlcrura hominem et magnnm clericum,
:
Adam
24 Gen.
le
BigaMe. mbos
t.
Salimbene Chron.
cit. p.
SECOLO xm.
275
1270
santo
Pr.
H P. Sigismondo {Biografia Serafica Giovanni dai Monti, religioso assai caro a Margherita regina di Navarra figliuola del
73
qualche volta confessore dello stesso re. Giovanni avrebbe accompagnato di Tunisi; e dopo la morte di lui, sarebbe stato inviato dal principe Filippo a portar la triste nuova in Francia. Fa distinto predicatore, e lasci opere predicabili.
C.
1270
Fr.
1270.
Andrea da Bologna,
o. il
di
governo verso
Terra Santa registrammo (p. 5-6) il 1270. I^li mor nel 1284 nella
segue
sulla vita di
74
Salimbeno ha quanto
... Secundus socius fratris lohannis de ParmA, quando Minister generalis erat [1247-57], fuit frater Andreas de Bononia, qui homo honestus et benignus et gratiosus et familiaris et religiosus et Deo devotus fuit. Hic fuit bonus dictator, et dictavit illas litteras, quas habuit sanctus Lodoycus, in capitulo senensi in primo passagio \_1348], quae multum placuerunt sibi ob liberalitatem et curialitatem fratris lohannis de Parma generalis Ministri. Item supradictus frater Andreas Ultramarinae provinciae fuit Minister, scilicet Terrae Sanctae, sive promissionis ( . . . Embescat igitur Fridericus secundus Imperator quondam, qui sive trufatorie, sive credendo verum dicere, insultando, Deo dicebat quod non viderat regnuin suum quod in Sicilia habebat et in Calabria et Apulia, quia non tantum commendassot promissionis terram). Igitur frater Andreas laudabUiter vitam suam terminavit in pace, cum in curia domini Papae poenitentiarius e8set(l).
1270
Pr.
di
Terra Santa
Parma
in quale
anno
e dove vestisse
T abito francescano
76
non
ci
dato saperlo.
convento di
S.
ordine de' superiori venne mandato in Francia in compagnia di frate Salimbene, dal quale solo abbiamo queste notizie.
cronista,
si
Dimor lungo Bologna e dopo essersi rimesso in salute da un' infermit sofferta, si port nella provincia di Terra Santa (ivit ad provinciam Ultramarinam), giusto nell' anno 1270 quando re Luigi IX si recava alla guerra di Tunisi. Tenne col la carica di Custode, forse
ritorn in provincia, chiamatovi dal suo Ministro fra Vitale (2).
;
1250
in
tempo
sino
il
1279, nel quale anno invece del Custode, si era recato a rappresentarlo nel Cavediamo di bel nuovo in Oriente per conforto
1279
al 82.
tandem (frater lohanninus de Ollis), et post multos annos ivit ad provinciam Ultramarinam, eo anno quo Rex Franciae transfretavit secundo, et Tnnisinm ivit [1270}: et fuit ibi custos, et pr custode ad generale capitulum venit, quod fuit Asisii
Convaluit
(1) Salimbene Chron. p. 317 sub an. 1284; a p. 323 dice che fr. Andrea era guardiano del conv. di Bologna quando viveva col un tale fr. Nicol da Montefeltro religioso di san-
tissima vita.
(2)
Salimbene Chron.
p. 127, 139.
276
BIBLIOTECA
75
colebratum [1279],
in quo frater Bonagratia &ctus fnit generalis Minister, et declaratio rogulao fratribns data. Et qnia christiani, qui apud Aegyptum a saracenis in vinculis tenebantur, luisorant ad Papam Nicolaum tcrtium [1277-80] ut amore Dei mitteret eis unum bonum et ydoneum sacerdotem, cum quo possent de peccatis suis fiducialiter confiteri, Papa hoc negotium commisit generali Ministro; et frater Bonagratia generalis Minister voluit quod iste iret ad christianos captivos. qui erant in Aegypto, in merito obedientiae salutaris, et in remissionem suorum omnium peccatorum. Ipse vero a generali obtinuit quod ad sequens generale capitulum [1282] posset venire, et postmodum de provincia Bononiae esse, sicut antiquitus fuerat: quae omnia laudabiliter facta sunt. Nam christiaiiis illis multa bona fecit, et fecit fieri: et unicornura vidit et vineam balsamitam, et do manna attulit in vase vitreo, et de aqua fontis sanctae Mariae, sine cujus irrigatione vinea balsomita fructificare non potest, et de lignis balsami secum portavit, et multa
talia nobis ignota, quae fratribus ostendebat; et referebat quo modo Saraceni habent in vinculis et faciunt eos fodere foveas castrorm suorum, et terrara cum cophinis asportare, et quod qualibet die non dantur nisi tres panes parvi cnilibet Christiane. Igitur, cum ce-
in
quo
iste
intorfuit, in reversione sua, in primo loco fratrum prope Argentinam ultimum diera clausit, et miraculis fulsit. Iste fuit frater lohanninus de OlUs de Parma, qui fnit de provincia Romaniae, sive Graeciae, et de provincia Bononiae et de provincia Terrae Sanctae (1);
meus fuit in Francia, in Burgundia, in provincia Provinciae, et in lanuensi conventu: bonus scriptor, l)onu3 cantor, bonus praedicator, honestus et bonus et utilis homo, cujus anima requiescat in pace. In conventu, in quo obiit, erat quidam frater Minor ex diuturna infirmitate incurabiliter infirmus, quantum ad medicos, qui totum se contulit ad rogandura Deum, ut amore istius fratris daret sibi integram sospitatera, et statim factum fuit: audivi hoc a fratre Paganino de Ferrarla, qui praesens erat (2). ... Et cum de morte egis (Ludovici IX) Minoriti in Tunisi nel 1270. christianorum exercitus turbaretur, et exercitus saracenorum exaltaretnr, Karolus Rex Siciliae, pr quo, adhuc vivens Rex Pranciae frater suus, venerat, cum magna militia advenit. Tandem Tunicium per mare et per terram oppugnare intendebant quod videntes saraceni, timore compulsi, pacta cum christianis inierunt. Inter quae dicuntur faisse praecipua, ut oranes christiani, captivi in ilio regno, liberi dimitterentur; et quod in monasteriis, ad
et socius
honorem
Christi nominis, in omnibus civitatibus regni illius constructis, fides Christi per fratres Minores et Praedicatores et per alios quoscumque libere praedicetnr; et volentes baptizari, libere baptizentur; et solutis expensis Regibus, quas ibi fecerant, Rex Tunicii Regi Siciliae tributarius est effectus. Plnra alia pacta fuorunt, quae hic longum fuisset ponere (3).
c.
127O-80
PY.
Bartholomaeus Anglicus:
scriptio Terrae
rabilis fratris
Orbis et deSanctae (in Tractatu de proprietatibus rerum veneBartholomaei Anglici Ord. Min. etc.).
G^ographia
76
Comunemente
Bartolomeo
fiorito nella
met
del secolo
XIV
circa
il
(1) Qui chiaramente il Salimbene distingue ormai la provincia di Grecia o di Romania da quella di Terra Santa, ambe dal 1217 sempre unite sotto un provinciale, sino al Capitolo generale Pisano del 1263, nel quale anno furono separate in due distinte provincie con riVedi Regesto cronol. sopra a p. 104. spettivi Ministri provinciali. (2) Salimb. Chron. p. 140-43. Di fr. Giovannino parla anche altrove, p. 127-28. Lo stesso abbiamo nella Cronaca di Giov, Villani lib. 7 (3) Salimb. Chron. p. 256. Feciono e. 38 pace per lo 'nfrascritto modo primo, che tutti i Cristiani eh' erano pre-
gioni in Tunisi o in tutto quello reame, fossono liberi, e che monisteri e chiese per gli Cristiani si p tessono edificare, e in quelle l'uficio sacro si potesse celebrare; e che per gli frati Minori e Predicatori e per altre persone ecclesiastiche si potesse liberamente predicare
il
Vangelo di Cristo;
il
liberamente
SECOLO xm.
277
Fabricio (1), dall' Ondin (2) e da cento altri sino al Chevalier (Reperioire) sogniti anche dal Rhricht (3) che lo registra tra i palestinologi circa il 1350! Eppnre, il dotto Sbaralea
76
aveva gi dimostrato che Bartolomeo visse nel sec. XIII, e che doveva aver scritto la sua opera entro gli anni 1260-1296 e non pi tardi. Ma e lo Sbaralea pure, con i mentovati
autori, cadde nell' altro errore confondendo
il
coli'
norit inglese sopranominato di Glanville, del nobile casato dei Conti di Norfolk,
sue opere nella met del sec. XIV (4). componeva le prime pagine del suo Chronicon nel 1283, ricorda in
le
Frate Salimbene,
fatti
1'
opera
di
Bartolomeo che
dice divisa in
XIX Ubellos:
XIX
magna
quorum naturam et propriotates frater Bartholomaeus Anglicns (5) ex Ordine Minorum in libro, quem De proprietatibus rerum fecit, sufficienter exposuit. Quem etiam
copia est,
tractatum in
libellos divisit.
il
Magnus
suo libro
clericus fuit, et
De
proprietatihtts
rerum,
in
un elenco
del
per la pubblica vendita (6). Non v' dunque nostro Bartolomeo fioriva nel sec. XIII, e che la sua opera era certo scritta
dall' Universit di Parigi
;
e probabilmente,
come congettura
sappiamo
1'
il
Felder, nella
le
met
poco
(7);
che
opera
De
eppure
sue
XV,
conta
circa
trenta edizioni in
latino,
francese,
inglese,
olandese e spagnolo,
un numero stragrande di codd. sparsi in tutte le biblioteche d' Europa. Bartolomeo aveva compilata una vera enciclopedia, che fu la prima nel medio evo, e nella quale tratta
oltre
di quasi tutto lo scibile del
ecc.,
dividendo le materie
col
nome
modo
da noi
visti,
il
pi dei
tutta
l'
opera
De
proprietatSms ;
il
altri codd.
meno (perch o
del
come
alcuni
cod. (sec.
XIV)
della
biblioteca
ventuno: * Scripsit de Proprietatibus rerum libros 21 (9) . L' edizione di Parigi del 1573 contiene in fatti due libri di pi, cio 21 : addito libro XX de rerum accidentibus, nnmeris, mensuris, ponderibus et sono, et libro de proprietatibus apum (10) : libri questi che van pure, crediamo, attribuiti a Bartolomeo, ma che o gli amanuensi o gli editori aggiunsero posteriormente ai dicianove che componevano la primitiva opera De proprietatibus.
t.
I p. 179.
Commmt.
Suppl. ad
PalaesUnae
Nel doppio
88 n. 206.
errore cadde anche
il
Cfr. P. Hilarn Felder Geseh. suo Certamen Seraph. Prov. Angliae (Qoaracchi 1885) p. 278-79. der WissenachfU. Studien im Framislcanerorden, Freiburg 1904, p. 248-53, ivi un dotto studio su
fr.
Bart. che con dispiacere conoscemmo troppo tardi, e quando il presente fogL era in macchina. (5) Salimb. Chron. p. 48. E cosi in tutti i codd. detto sempre Anglicug, e mai de GlanvUla.
(6) Denifle Ord. Pr. e Chatelain Chartularwm Univ. Paris, t. I p. 644. Jord. in Anal. frane. 1. 1. p. 17-18. (7) Fu lettore a Parigi, e poi (1231) in Sassonia. n. 5272 contme 20 libri: (8) Come pure un cod. della Palatina di Vienna del sec.
XV
De
rerrtm
naturaUum
propriet4iiS)us libri
eit.
XX..
(9)
P.
Angdus
in Certamen
p. 279.
278
BIBLIOTECA
Secondo
76
il
Brunet
(1), le
prima
non portino
s.
1.
l'
indicazione
Da
ci
typ.
et
(per
nov.
1482;
eodem
anno 1482
1483; Nurenbergae 1483; Argentinae 1485; altra 1488; Argentinae 1488; ibidem 1491; Nurenbergae 1492; Argentinae 1495;
s.
e molte altre nei susseguenti anni che possono vedersi nei bibliografi.
a.;
ibidem
le
1482, 1485
(contemporae
neamente due
pochi anni!
Mathieu Husz 12
Fu
l' altra per 1487, 1491 e 1500: cio sette edizioni nella sola Lione, entro si re Carlo V di Francia che nel 1372 diede ordine al suo cappellano fr. Giov.
anno, una
per Guil.
Boi
25
jan.,
Corbichon agostiniano di farne la traduzione in francese. Edie. in inglese: London senza data. Edis.' in olandese: sine loco nel 1479
in spagnolo: Tolosa 1494, e Toledo 1529. Bartolomeo consacr molti capitoli della sua enciclopedia alla storia, topografia ed etnografia deir Oriente in generale, e della Terra Santa in particolare, come vedr lo studioso dal
scg.
U8h.
Edz.
sommario.
siamo
d'
avviso che, una nuova ediz. critica della sua opera, illustrerebbe 1%
scienza medioevale a pari di quella del suo contemporaneo Vincenzo di Beauvais (f 1264). Usiamo il cod. del sec. XIV della biblioteca del Santo di Padova (Membr. Scaff. 18, n. 383).
Effrea
e.
De monte De 6: De monte Ebal. De monte Ermon. 8: De monte monte 12: De monte Ephraim. De monte Ethyopie. 10: De monte Ebron. 13: De monte Fasga. 14: De monte Fogor. 15: De monte Galaad. 17: De monte Gelboe. 16: De monte Gallazim (= Garizim). 18: De monte 20: De monte Hefron: 19: De Gaas. monte monGolgata (= luda septentronem, XX ab Elya ubi pregrandis qua 21: De monte montes nuncupatur ut losephus 23: De 24: monte Harmelo De monte Libano. promissionis.... (Carmelo). 25: De monte Moria: in eodem lacob angelorum ascen26: De monte Nebo. 27: De monte dentium ^e^ scalam visionem ridisse. 28: De monte iuita lemsalem, Hor. olivarum... copiam propter
Caucaso.
e.
Libro XIII, cap. 18: De lacu Tyberiadia. Libro XIV, cap. 3: De monte Ararath.
e.
7:
e.
e.
4:
e.
5:
e.
e.
9:
e.
Seyr.
e.
e.
e.
e.
e.
e.
e.
Calvariae).
e.
e.
ticulus in trib
in
miliario,
est villa
dicit
e.
Israel:
e.
totius terre
e.
loco creditnr
e.
dormivsse, et
e.
e.
Oliveto:
sic dictus
fluit
montcm
fiiit
ortus
quem Dominus
etiam captus fuit proximo in orto qui Gesseman dictus fuit. Ibi etiam, sed in pede montis, iuxta torrentem, fuerat quondam villnla dieta. Gethsemani... In hoc monte erat quidam
viculus nomine Bethphage, qui Sacerdotum erat, in cujus montis latere erat civitas Bethania
dieta,
e.
e.
In hoc monte Dominus ad celes ascendit. quo fuit civitas Marthae, Lazari et Marie. 30: De monte Oreb. e. 34: De monte Sephara. e. 35: De monte Segor.
. .
36: De monte Synay (non ricorda S. Caterina). e. 37: De monte Syon (non ricorda 38: il e. De monte Selmon. e. 39: De monte Sophyn. e. 40: De Cenacolo). est mona e. 41: De monte Seon. monte Saron. e. 42: De monte Semon:
de quo ps. XIII in quo est mons Sebaste, ubi reliquie Ioan. Baptiste requiescnnt .
(1)
(2}
Manuel de
Bibl.
X.
II col. 1619 s.
t.
Rqperiorium Bibliogr.
II p. 323
s.,
SECOLO xm.
e.
279
reddit coramendabilem
76
e.
David.
De Armenia. 6 De Aradia Aradin, qne mari mediterraneo non longe a Tyro. De Albania: Asie majoris a nascantur. De nnncnpata quod 9: De Achaya. 10: De Archadia. 12: De Amazonia 22: 32: De Capadocia. 33: De 34: De Babilonia 51: De Ethyopia. 53: De Egypto. 75: De De Cedar 109: De Ophyr. 112: De paradiso Tdnmea. 76: De e. 129: De Romania (Impero langbe non vocant Eomanides. 133: Usqae 162: De Qacsto De Samaria. 146: De
renda maxime
illa
ubi agitur de Orbe et Provinciis terrarum: ... Huic operi snnt insede qaibas S. Scriptnra sepias inrenitar lacere mentionem. Gap. 1: De Orbis divisione. e. 2: De Asya. e. 3: De Assiria. e. 4! De Arabia. e. 5:
Liber
XV,
e.
sive
est insula
sita
in
e.
7:
est provincia
colore popoli
eo
crine
e.
8:
Attica (Graecia).
e.
e.
e.
e.
(in Asia).
(prov. in Caldea).
ysmaelite).
e.
e.
Caldea.
e.
(ubi
e.
e.
e.
e.
ladea.
e.
e.
terrestri
C.poli):
e.
(tre
hodio Greci
e.
Syria.
Tripolitana.
ecc.
ecc.
codice di Padova,
col cap.
21 del
libro
XX.
Chronkon de
graphia
pilato a
sive descriptio
fr.
Bohricht ricorda un cod. compendio del sec. XY col seguente titolo: Geotam terrae quam mris ex libro de Proprietatibus rerum com(1).
1271
Pr.
nel
77
cod.
della
biblioteca
di Cristiania
nei
Monum.
histor. Norvegiae, Christiania, W. Prch frate Maurizio del tutto ignoto ai nostri
di lui ci
Archiv n" 29, e pubblicati da G. Storm Brogger 1880, a pag. 163-68 (2).
scrittori,
ci
quel che
il
conte Biant.
Andres Nikolasson et frre Maurice (1271). Un baron norvgien que nona avons dja vu figurer dans les ngociations d'Hkon et de Saint Louis, Andres Nikolasson, arme pour la Terre Sainte uno expdition dont le rcit, compose par son chapelain, frre
Maurice, du monastro des Franciscains de Bergen, et conserve par fragments dans un manuscrit authographe des Archives de No/vge, nous a dja fonmi des indications go-
graphiques importantes. Le baron Andres avait t l'nn des fvoris dn fon roi, qui Tavait employ dans plus d'une ambassade difficile ; c'tait en memo temps l'un des plus braves capitaines des armes norv%ennes. Ali de fort prs aux Arnunges-Bjarkey, les demiers
restes des puissants jarls
dlaiss
du Bomsdal, Andres,
et,
la
mort d'Hkon
le Vicux, s'tait
vu
l'eiemple de ses anctres, n'avait trouv prendre dans sa disgrce qu'un seni parti digne de son nom; il tait alle mourir o etait mort le vieux Skopti et o s'taient teinis tant d'antres grands noms norvgiens. H prit avec
lui frre
Maurice qui l'avait accompagno dans ses autres voyages et qui devait jouer plus
XLYIMX,
Ije
72, 357,
412; e
il
n. 139
280
BIBLIOTECA
Hs
partirent en 1271 de Seley, le jonr
77
Antoine (17 janvier); ils passreiit par le dtroit de Gibraltar, vinrent Carthagne, puis Marseille et enfin en Syrie en cOtoyant l'ile de Sardaigne. Andres monrot de la fivre en roate (1273); quant frre Manrice, il revint en Noryge o il mit au
de
S.
service
en cosse conciare
et,
sa longno exprience et les le9ons d' Andres. En 1281 il alla mariage du prince de Norvge, Erik, avec la Princesse Marguerite, au retour, crivit longuement le rcit de ses voyages et des ngociations dont il avait
du
roi
Magns VII
le
t charg (1)
Nella citata opera del Riant (p, 370) leggiamo che il pio vescovo di Linkoping, Enrico svedese, mori in Acri (f 1283, Enbel Hierarch. I. 319), e fa ivi sepolto nella chiesa dei
Minori.
Nella pricciavera di quest' anno, Bibars di nuovo Castel Blanc Tripoli: e conquista la fortezza di Safitha =r Blonkastel) difesa debolmente da 700 Templari, i quali dopo la capitolazione si ritirarono nelle terre dei cristiani. Nel marzo, prende nello stesso modo il castello
1271
i
Bibars
di
in Siria
devasta
dintorni
(=
Kurde^ nel maggio le fortezze d Akkar, firma una tregua di 10 anni col principe
e ai
altre. Bibars
di Tripoli,
Boemondo VI
(2).
1271-72
24
Pr.
Roberto di Tumliam
di
fr.
truppe
infiflesi
Eduardo
I in Oriente.
78
di
di
Eduardo,
figlio di re Enrico
giugno del 1268, in un sinodo convocato a Northampton, il principe d' Inghilterra, aveva fatto voto di recarsi in soccorso della
il
suo esempio. I
campagne per
un buon numero
di guerrieri.
Ai 29 di sett. 1270, Eduardo arrivato ad Aigues Mortes per congiungersi col s. re Luigi IX, come avevano convenuto, seppe che quegli era gi partito e accampato davanti a Tunisi. Ripreso il mare (4 ott.), in Sardegna ebbe la notizia della morte del santo re; e
finalmente
il
10 nov. sbarcava
quando gi
Da
per passarvi
l'
in-
Yemo
(3).
Una
una parte
delle
1271 pot riprendere la via per V Oriente, toccar Y isola di Cipro, e ai 9 di ma^o approdare in Acri. Dopo un mese intraprese le sue spedizioni contro i Per le altre sue gesta in Oriente saraceni, e marci sopra Lidda devastandone i dintorni.
rimandiamo
due
soli
troviamo memoria.
H primo
um.
t.
un
tale fr.
Guglielmo di Hidley
di cui
non
(1)
Riant op.
dL
p.
%7-8.
Beskrivehe, ed.
Mimch Y. 451,
II p. 397-401.
(3) C&. Arekivt de VOnenl Lati t. I p. 617 s. (4) Fra le navi genovesi nol^g^ate da Eduardo d'Inghilterra nel porto di Trapani (3 gen. 1271) per condurre le sue truppe in Siria, notiamo due chiamate Sanctus Franeeug, Are una Sanetu Anttotus Peire (= Pera, sobborgo dei senoresi di Costantinopoli).
t.
Il p. 407.
SECOLO xm.
si
281
come compagno
di
ha memoria nelle
Edoardo
Roberto
78
Il secondo, fr.
de
Turnham
(o
Tarneham), gi dottore
di teologia in
Londra, uomo
Eduardo a predicatore
del suo
esercito, co-
nosciuta eh' ebbe la potente eloquenza del Minorit. Egli sopra ogni aspettazione ademp
un
Di
fr.
Guardianus Lenniae
ineffabili fervore
Robertus de Tornam (al. Turnham), primo multos annos custos Cantabrigiae, postremo Linniae), postea per
:
Frater
impetrata licentia proficiscendi cum crucesignatis in Terram Sanctam, cum famam incomparabilcm tam saecularium quam fratrum in officio gravi acqnisivit, tantao nobilis suae salvationis in morte signa monstravit, ut de salute sua nullus fdelis ambigere debeat (2)
.
Un
tum
Frater
Londinensi, ubi Inter suos professor sacras Litteras docuit : vir pius, eruditus et
eloquens,
primis
tum vehemens
concionator.
filius,
exercitu profectus,
quamcumque partem dicendi vi flecterc posset Turnehamus ad hoc omnium aptissimus repertus est. Itaqne cum adeo strenue munus iniunctum praestitit, ut de se conceptam expecta-
tionem longe superaverit. Multa egragia scripta concinnasse dicitur(3). Intanto re Carlo di Sicilia cred bene di venire a trattative di pace con Bibars, e questi accett per divergere le sue forze contro i Tartari che lo minacciavano. La pace
quindi fu conchiusa a Cesarea di Palestina
il
22
aprile
di
10 anni,
di
Acri, piano con la via per Nazaret furon dichiarati esenti da ogni tributo e dipendenti dai Crociati. Eduardo solo non volle aver parte a questa tregua, per la sete che lo divorava di combattere il pi crudele tra i Soldani. Gli abitanti invece di
colle localit e paesi d'intorno e
10 mesi, 10 settimane, 10
giorni
10
ore.
Acri no gioirono, e
Santi. Molti
si
credettero
in
felici di si
pellegrini
massa
poter riprendere i sospesi pellegrinaggi ai Luoghi recarono allora in Nazaret e a Betlemme, ma pochi
ardirono arrivare sino a Gerusalemme, per tema di incorrere nelle censure ecclesiastiche che vietavano allora il pellegrinaggio al Sepolcro di Cristo per non arricchire i nemici del
nome
cristiano.
Eduardo, che
il
istigar-
zione del feroce Bibars, decise finalmente di ritornarsene in Inghilterra ove era richiamato.
fine del
Lasciato in Acri un corpo di truppe mantenute a sue spese, part per Trapani verso la 1272 e l ebbe la nuova della morte del re suo padre. Ai 5 di febbraio 1273
giunse a fioma; e ai 14 dello stesso mese, accompagnato dal re Carlo di Sicilia si port a Orvieto dal papa Gregorio X che conobbe da l^ato apostolico in Siria. Percorsa tutta
l'Italia e la Francia, giunse
a Londra il 18 agosto del 1274, e il giorno dopo ih coronato re da Boberto arcivescovo di Cantorbery. Eduardo mor il 7 luglio 1307 (4).
(1)
(2)
(ed. Qaaracchi 1885) (3) Fr. Angelo scriveva nel primo quarto del sec. XVII, e 1 prima ediz. del Cerfamm p. 240. usci a Donai nel 1649, e la 2* ibid. 1661, questa quasi sconosciuta.
In Arehivea de V Orimt Latin t. I p. 626 nota ^. Th. de Eccleston in Anal. frane, t." I p. %1; cfr. ib. p. 269. Fr. Angelas a S. Frane Certamen Seraph. Provudae Angliae
(4) Archives de
VOr, Latin
t.
I p. 625-29.
282
BIBLIOTECA
Donna Sancia, d'Arafirona in Gherusalemme. d' Aragona, recatasi in pellegrinaggio a Gcrosalcmmc nel 1272, col moriva nello spedale di S. Giovanni, dopo aver jper parecchi anni atteso a servire g' infermi e i poveri pellegrini (1).
una
delle
figlif>
78
1272
Donna Sanoia
di
re
Giacomo I
1272
70
tra Bibars da
Nel precedente articolo abbiamo accennato al trattato di pace, per 10 anni, conchiaso una parte, e il re Carlo di Sicilia coi Crociati di Siria dall'altra parte; e
cristiani ripresero
si
i
soliti
non qualche
anno prima), dobbiamo porre la emanazione dei Firmani o decreti dati dal Bibars in favore de'FF. Minori. Bibars I tenne il soldanato d'Egitto dal 1260-1277 anno della sua
morte. I Firmani da lui emanati a pr de'
interrzione confermati da tutti
i
frati,
furono
di poi
successivamente
senza
Che se per
di scoprire
ci
Bibars, perch o miseramente testimoni fuor d' ogni dubbio della rimangono per
firmani di
loro esistenza, quei jBrmani cio de' susseguenti Soldani d'Egitto del sec.
XY
quali con-
stantemente ricordano quelli emanati dai Soldani predecessori, e tra i quali precisamente il primo nella serie fra tutti i Soldani ricordato il famoso Bibars. Cosi, ad esempio, il
Soldano Barsabai-Asceraf, nel suo firmano emanato
lgiosi franchi
il
Be-
Carem...
si
danza delle nostre nobili beneficenze, proponendosi d ottenere dalla nobile nostra benevolenza che c'interessassimo di loro, essendo essi sotto la nostra nobile protezione, e l'alto
nostro governo; e che &cessimo di nuovo un secondo nobile firmano generale, da annettersi al
ligiosi
il
che
questi re-
rioso re
il
in mano nobili firmani dati loro dai Be predecessori, i quali sono: il vittoMelek-Saher-Bibars [1^60-77], il vittorioso re Melek-Mansur-Kalaun \1279-90], vittorioso re Melek-Naser-Muhammad [1293-94 e 1299-1341], il vittorioso re Melek-
hanno
Naser-Hasaan [1347-51 e 54-61] ed i suoi fratelli (3), l'illustrissimo re Melek-AscerafSoiaaban [1363-78], il martire vincitore Saher-Barkuk [1382-99], il vittorioso re MelekNaser-Faragi [1399-14U3], il forte re Melek-Muajed-Sceikh [1412-21] ed il suo vittorioso figlio el-MusafiGar [1421},
figlio il
il
vittorioso re
.
re virtuoso
Melek-Saleh [1421-22]
Melek-Saher-Tattar
ed
il
suo
(1) Cfr.
Michaud Storia
XV.
Il
Non
t
du
St.
Sondare
ostante le continue guerre, spesso, durante le tregue, i cristiani potevano recarsi in pellegrinaggio ai Luc^hi Santi. Cosi dopo la tr^ua conchiusa nel 1256, molti pellegrini si re-
carono in Gerusalemme,
II p. 370.
(2)
ma
Vedi
T. S. p.
(3) I fratelli di
furono :
Abubekr-Mansur
Oaciuk-Asceraf 1341-42, Ahmad-Na8eivSGeha1>-Eddin 1342, Ismail-Essalah 1342-44, Soiaaban-Kamel 1344-46, Melek-Hassi 134647, e Melek-Bssalah 1351-54.
1341,
SECOLO xra.
seggono
cio
:
283
il
nobile
il
70
... ecc. ecc. come nella nostra Serie Cronologica, ove nell' appendice riportammo
il
tatto
p.
167.
Lo
arabo e
stesso tenore, e la
il
medesima
un altro
firmano emanato
17 aprile 1472 dal Soldano Kaietbai-Mahmud che pu vedersi nel testo italiano nelV appendice della citata nostra Serie Cronologica a p. 173 e 178(1).
1272-74
Pr.
Girolamo
d' Ascoli
di Persiceto e
con Bonaventura
frati
Raimondo
di Berengario,
Bo-
Papa
all'
imp.
Si tratta della celebre legazione a C.poli che ebbe per effetto immediato la sospirata unione della Chiesa greca colla latina nel secondo concilio ecumenico di Lione; legazione guidata da fr. Girolamo Massio o Masci d'Ascoli, che fu poi Generale dell'Ordino (lugl. 1274-1279 mag.). Cardinale, e quindi Sommo Pontefice col nome di Nicol IV (15 feb. 1288-
80
1292 f) (2). Questa bella pagina di storia ecclesiastica troppo nota dagli atti del concilio e dagli ad essa nulla abbiamo da aggiungere, se non far riviver la memoria storici della Chiesa d' un' altro Minorit che fu compagno ai sunnominati, e che per avventura fu anche troppo
apr.
;
questi
il
seguente
fr.
Giov. Parastron.
gli
di r.
anni
1272-75
l'
Giovanni Parastron, Minorit greco di o.poii, legato delal Pap, interprete al concilio di Lione, ecc. (1272-76 f). greco Imp.
parte principale che ebbero
ci
i.
Pr.
La
81
due Chiese (3). Ma del principale campione di questa unione, che fu il Minorit vanni Parastron (detto da alcuni Balastri o Palastro, greco di nascita, cittadino
e dotto teologo) tu appena troverai ricordato
il
Gio-
d C.poli
!
nome
Waddingo ignorandone
il
cognome
(Parastron =
fr.
'Iwwjjv nd
poTpov e TCoptjrpwv in Pachym. infra citato) prima lo confuse con corvino {ann. 1272 n. 3 p. 345), e poi poche pagine dopo [ann.
ricorda
Giovanni
n.
Monteci
1274
il
5 p. 394)
in
un
fr.
pieno
concilio
simbolo
greco.
(1) Il
de'
soprannomi(1421-22), la
nati Soldani
stesso
ordine da
Bibars
(1260-77) sino al
Melek-Saleh
protrae poi continuandola sino ai suoi tempi, mentovando anche i firmani emanati dui segnenti tre suoi immediati predecessori cio : Asceraf-Barsabai (1422-38), Saher-G-iakmalk
(1438-53) e
(2)
filo, t.
Asceraf-Binal (1453-61). bel compendio della vita di fr. Girolamo d' Ascoli abbiamo nella Storia del P. PanII e. 1 p. 1-27. Altre fonti veggansi citate nel seguente art. su fr. Giov. Parastron.
Un
(3)
t. II capp. 2 e 5 e gli aut. ivi citati. Palmieri, nel Bessarme, rivista di studi Orientali, Anno voi. 8 fase. 53-54, e gli aut. greci e latini ivi citati : Demetrakopulos 'laropia to o^ioitTO( Hei^enrother H^tovre de VEgliae, Paris 1888, voL IV, ecc. Lipsia 1867.
Bvllar.
Panfilo Storta
Wadd.
t.
IV
an. 1272-74.
Sbaralea
Civezza Storia
284
81
BIBLIOTECA
La
margino della seconda edizione 389 in Annali IV Lo Sbaralea poi, che lo ricorda p. Waddinghiani (t. degli margine). col soprannome di Belastro (1), lo confonde con l'altro Minorit fr. Giovanni d'Ancona, creato arcivescovo di Cipro nel 1288, come vedremo sotto quest'anno. Nell'errore dello
Sbaralea cadde anche
corregge, poich al
il
ma
HierarcMa
(I.
il
382)
si
nome
arcivescovo di Cipro,
sopran-
nome
e,
di
Parasfron.
si
Il nostro
vescovile,
come
vedr, mori appena ritornato coi legati greci in Costantinopoli, cio nel 1275,
Dal greco Pachymero, storico contemporaneo, che pi sotto riportiamo, risulterebbe che Gregorio X gi da quando era in Siria (3) aveva inviato certi nunzi frati al Paleologo comunicandogli officiosamente la sua elezione al papato, e invitandolo in pari tempo a continuare le trattive con esso lui snll' unione della due Chiese. In
di
fatti,
Paleologo in data de' 24 ott. 1272) abbiamo che l'imperatore aveva inviato al Papa qual suo legato il nostro fr. Giovanni Parastron, il quale giunse cergi tamente in Italia dopo il 1 aprile 1272, data della proclamazione del iuturo concilio indetto
Gregorio (diretta
al
pel 1
maggio 1274 a Lione. In essa lettera cos si esprime il Papa all'imperatore: Super quo (Concilio) licet ab esordio indictionis huiusmodi, ad Magnificentiam tuam
Nuncios disposuerimus destinare, ipsorum tamen consulto suspendimus missionem a te super iis, quae felicis recordationis Clemens Papa praedecessor
litteras et
anxii expectantes, ut
noster novissime tuae celsitudini scripserat, Apocrisariis receptis aliquibns, nostros plenius
flius frater
mitteremus instructos. Nobis vero de tuorum Apocrisariorum expectatione sollicitis, dilectus Ioannes de Ordine Minorum a tua Serenitate transmissus, bonus de terra
longinqna nuncius supervenit, tuas nobis devotione plenas, et laetitiae causa non vacuas in qoibus gaudium de nostro quem sperabas ad tuas partes adventa ;
conceptum... exprmens, etc.. Parastron dunque era arrivato in Italia, nunzio dell' imperatore, nel o dopo
litteras repraesentans
l'
aprile
il
29
Papa,
fr.
1272 (data della lett. papale Dilectos filios), egli in compagnia Girolamo d'Ascoli e compagni, riprese la via per Costantinopoli.
ott.
Ora sentiamo come il greco Pachymero ci racconta la missione e lo zelo addimostrato da fr. Giovanni Parastron per la desiata unione. Daremo per maggior fedelt il barbaro testo greco del Pachymero con a fianco una nostra versione letterale, non essendoci piaciuta quella del Possine troppo libera e
ta
.
non sempre
e.
fedele.
*Oicc>K araOvTo;
Gh-egcriOf
Js^perator
paeem iractaaL
ToJ
et;
p^AOf
(1)
Trtntis
Tandem, Gr^orio qn erat in Syria, viro fama celeberrimo et antiquae Ecclepacis atque concordae aemalatore, in
siamm
BtMoT.
ra
aug dem Mmoritenorden in Bom. ^uirtalach. IV p. 239 n. 103 e nella eontnnazone del BvUaritaa t. Y p. 613 n. 104. Edoardo pri(3) Gr^orio fa eletto il 1 sett 1271, quando ancora si trovava in Acri con nel mogenito del re d'Inghilterra; ricevute le lettere della sua nomina, s'imbarc per l'Italia noT. dello stesso anno; al 1 gen. 1272 approda a Brindisi, ai 27 marzo consacrato a Boma; Cfr. Pagi Brtv. kitior. t. II p. 221 e seg. al 1 pr. indice il emulio pei 1 mag. dd 1274.
(2) Bischofe etc.
SECOLO xm.
5 t najcmxv
T^v
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285
81
7cpo3xXr6lvTO?
Ix
^tcojicc
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proficscenti, in
mentem
venit legatos
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PaatXa,
xa\ (ptXtxj? (lv t Jtpwra xsivov aartaaoBai, a^a 8 xat SrjlSoai ttiv xX^aiv, xa\ w; t^? S'PV
VTjs IxTOTttos
ad Imperatorem mittere (siquidem Gregorius audierat vota imperatoris ad praedecessorem Pontificem transmissa, quibus Ecclesiarum pacem monstrabat desiderare) et in primis eum
amieabiliter salutare, suam pariter electionem ad papatum, et dein ingens eius desiderium de concilianda Ecclesiarum pace notificare:
xiv ^oi-
XotTO TouTO xat PaaiXE?, ox av Iv aXXw yevla6ai xaXXtov rj arou ys ttiv JiaJCTCXTiv a^iav
voluerit pacem,
evaderei,
Tauia TOu
oajiivou,
qui tunc papalera dignitatem obtinebat. Cum talia Gregorius per Fratres [Mno-
T^v
^v w; (xv xparOv xax 8EtXiav tv KpouXov T^v elpi^vrjv ^rjTEt, w? ot^? Y^ JJ^^l ouCT)s {17)8' t5 vouv cppEiv IxEivrjv jct&TtOTE, ot 81 TCEpi tv FprjYpiov 8t' auro touto
8^ov
Tipo?
t t^;
Etp^^vrjs
xaXv xa\
tviv
tv 'ExxXrjatttv
fOvr)
Evtootv. Mr)8l
yp 8ixaiov
{Jir,8'
oXw? euXoYov,
manifcstum ftiit imperatorem quidem ob timorem Caroli regs pacem opta visse: qui si timor defuisset, profecto nec in mentem ei usquam haec cogitatio venisset; e con tra, qui circa Gregorium erant hoc unum optabant, bonum scilicet pacis et
res] (1) imperatori nuntiasset,
TOtauta
;c\
[jLixpoT tkji
Ecclesiarum unionem.
Non enim
iustum, et
nequaquam conveniens
potus, illa
ditur,
T0T5 a8eXpoTc;,
tj
ji^v Iv toij
t8iots
y^pt-
252J
ouTto 8ta^6pws
?j(^iv
quae in causa culpabilis deprehcnhaec causas amoveat, sic fratribus pavel secus si
TiEj^^OvEoOai
opxEiv yp
to? Ej^Opo?
cem praebendo;
unaquaeque in
TOu aTaupou, wv t tXos TiwXsta, xat ayanT)tv ajroj^ptvTO)? iplpovia; ovovia tou XptaTOiJ
itp; EXEivou; (laj^EaBat, otcou xa\
propriia officiis et privilegiis iure fuerit inventa, bis gaudeat, caveatque in dissidio persistere et implacabiliter invicem odisse: suf-
t vixSv Inai-
vetv xo\
t axoTu-^avEtv
(jtoT:^piov,
fpyw
Tifjv
jcpoOujiiov SEi^aoiv.
enim utrisque, qui amatissimum Christi portant, crucis oppugnare inimicos, ,quorum finis interitus, ubi et vincere glorioficit
nomen
bonum
ouv ::ps Xi^XXou? EyovTS? pa<jtjaIv tjVev Et; to Trpoto ttiv PadiXEs Zi izoXs :^v Ivxat tv 6wnaTptapj^rjv
jTOxXtVEtV
8e5[i.evo?,
gorius habebant; hic, consecrationem recepturus coopta via progrediebatur (2), imperator
liziyiiiy*
U7Cp)^[4EV0S
Xa\ vuElV
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O7tou8alj[j.vv
Etvai
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ttJs
tJJs etpi^vTj':
tv TtnTcav xa\
TiiOujjiias
xpsiTTOvo?.
consensum ad intentum carpere conabatur: Pontificem enim (aiebat) virura esse pacis et
desideri! praestantioris.
Mex' ou
izoXi 8c
Non multo
post,
wv eU ^v
'Iwvvrjs Ila-
Gregorio, legati inde Byzantium appulerunt, et legati isti Fratres [Minores] fuerunt; inter quos unus erat Ioannes Parastron dictus, ori-
(1) Il compilatore degli indici della storia del Pachymero (Migne P. G. 1. 144 col. 1410) erroneamente attribuisce qui il nome di Frerii ai frati dell' Ordine de' Predicatori. (2) Dal surriferito brano e da quel che segue, risulterebbe aver Gregorio inviata una prima missione a C.poli composta di frati Minori, gi da quando era in Siria.
(3) Era questi di nome Giuseppe I eletto il 28 dee. 1267 e deposto dall' imperatore Michele nel 1274 perch nemico dell' unione. Cfr. BoUand. Acta SS. t. I aug. p. 165*.
286
81
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BIBLIOTECA
8^
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tp:^vrj,
87J
gine Constantnopolitanas et in lingua graeca doctus, cai et zelas magnus inerat pr unione
Ecclesiarum, sicuti ipse loquendo demonstrabat, ita ut frequenter audiretnr sibi ipsi mor-
t^s
etpTJVT)?
6epitct-
wate
te xai
TioXXaxt?
t?}
xal
napaSaXXtov
tem subitam optare, dummodo quae pacib erant feliciter procederent; quod et revera postea evenit (1). Haec dicebat, et revera promoter erat pacis ardentiseimus; ita ut piries
IrconeuSe,
ri
xa6'
rifjias
Ix9ta^(tv, t<iT'
accedens Patriarcham et
Synodum im-
ore narpip^^^T,; XeiTOup^oiT], otv o (t^v SI aXX xo\ noTi6(jLevov ttiv xatXjrrpov,
lv(oTe xai
pense rogaret, et pacem hanc urgeret; usus vero nostros ita magni faciebat, ut cnm in*
Tos [UT* otou 5uXXo{Ji6vovT, Eiap^EaBat ri aSuTa, xat nop tv xuj^^vta ap^iEpa laTccfiEvov
ras (lUdTtxf auvavttYivwffxeiv ey^^ jAer iziam IvOouot-n^To;. Tot; ftlv ouv 7)(j.eTpoi5 outw xoxa\ eXa6S; npoaetppETO ' np; B' 'iTaXo; OKpopcov, xaXv Eivat xoi jtpaX? IXeyev fE(ii(rptico;
terdum Patriaroha sacrum faceret, ipse detecto capite, suis secum comitibus assnmptis, Sacrarium ingrederetur, stansque ibi coram
quocumque adstante praesule, mysticas cum eo preces decantabat maximo cum fervore. Ille quidem, ita erga nos et ritus nostros decore et pie se gerebat; ad Italos vero adstantes prospiciens, bonum et tutum esse, aiebat, ut amoto additamento in Symbolo, causa
scandali, ita fratribus sese reconciliarent. Ve-
Et?
axvSaXov
jrpoEi|iiv>]s,
TOt?
Et
S-
ouv, xo aro;
aTCoXo^ou^vou; Int
aOai,
wijT
tt]
TcpoaOVjxi)
xa\
tot?
EX
(v
Ttou
T, v^aii
IlaTpt
Tou t
nvEtJ(ia
rumtamen
[nostrs dicebat]
aequum
eU 0eou
(luoTi^pta napaxTTTOVTas.
'Exstvo?
a^ui
jxv
TauT* fXrfE
tw Su^SXio
menti in Symbolo inserti, ut idoneas acciperemus: ita quod, et illi qui dicunt ex Patre
FUio, et vos ex Palre per Filium Spiritnm Sanctum procedere, ambo convenitis et Dei
et
Ille haec dicebat, excnsabatque temerariam additionem
TXjjtrjjia, pl(j6u? wv xo\ npoSpyou (laXXov wav 01 SI TTjt t; t 7:pEa6Eu(jLEVov 6iXti>v vTEtv 'ExxXTiala; xaXv jjlIv IX^ov t^v stp^^vT^v Etvoi,
mysteria
ambo
attingits [aiebat].
xo
TtSs
YP 0^
Tou
>
Eip7)vpj(^ou
XpioTDu
(laSriTaTs,
kX^v
quam
Eivat Yp tv a^ipaXEia; xa\' ou^ &i Itu^v xivSuvov {liyav toT{ tou pOovJ toooouv ^iapTa-
vero Ecclesiae praelati, bonam esse pacem respondebant; et revera quare non? pacem
vouoi.
praesertim inter adeo conspicuas Ecclesias, quae capitum instar habentur ab ubivis ter-
rarum degentibus
pacis? Verum pax haec secura tutaque debet esse, nec utcumque Btabilienda; periculum magnum imminet illis qui a veritate aberrant.
Ka TOuTO
xat
atTiav
oy^
THi.iv
Oat, 0)5 ty^uv tou te xaivoTOjjiEiv a OSEt( KpTEpOV, xat TOU [AT) OXfitV (JLETaSXXElV aXX' avSpE? (lEyaXot KfltXtv 15 o xa\ jcpiv ^qfiEV
Et haec eadem nobis [aiebant] non recenter contigit fhisse proposita, quasi nos culpabiles essemus novitatis quam nemo prius
attentavit, et quasi pertinaces nolimus redire
Trjv
apETTjv
xa\ ao(po\
Trjv
^w'^aiv
jcEpi
totojv
XaXf,aavTt StTjv^OTjaav, xat S^av IxEivot; StaTTjoav. T SI xal 15 nXov ttjv Iptv IxTEtVEoOai
ad ea quae prius tenebamus; ast, viri etiam magni virtute et sapientia de bisce tractantes discreparunt, et famam sibi compara-
al
(1) Con questa espressione qvod et revera postea evenit, il Pachymero allude certamente reale compimento de' voti di frate Giovanni, avveratisi poco dopo: cio l'unione delle
infatti,
dal concilio di Lione, moriva a Costantinopoli l' anno dopo, nel 1275, cronista Glassberger che riporteremo pi sotto.
SECOLO xm.
Tou iiTp(ou
o5t' xEtvoi;
rjv
287
illi
volebant ut con-
81
j:Xeova^ou<nv jiaOI;
vaaii;. IlXfiv
pIpEtv
(j.Tv
aXXut xa\
7)|i.a
tcXeo-
to xai
ttiv
7cpoo0^xr,v Jtpo-
tentio ultra convenientes limitcs erumperet; nam, et ipsis aliorsum insoleutbus, insolentia
t6t' av jbip(xv
et
ti-^z
8tJ^ot{jLe0a,
SuaoeSeias
ita?
aatSEias,
llud,
gnorantia est et temeritas. Caeterum, quoad quod nos vobs additamentum Symboli
obiicimus, tunc profecto querela vestra locum haberet, et uste nobis ezprobraretur, si nos
yEiptorov , Sta ttjv rpoOEdiv l^paspfiEOa , ws xa\ fijMv aa6ovTii>v 8t ttiv npoaO^^XTjV (j.oi(o;
0[j.otiz.
'Eitet
Se
Trjv
Ini
[i.^
tC
2ju(i.6X({>
jtpo-
aS/jXTjv
{tTj5'
j:oTpe7t[i.0a,
w;
xaXv aXXcu; ov
ayaX? t ovoXov xaTr,af aXta(>ivoi$ IjceyxSv Ivts XYotEv Tou pOoti, jcou 5txaiov yEipEiv,
*){.iv
impietate ob additamentum hoc accusaremus; quia pari ratione nos etiam impietate argue-
p.7jo
TtpoTEivEiv t ojioia ; T15 yp 7)[ii>y tX7:tTC0TE ouTw; <)? X^Ei? {iEx npoa6i^X7i5
;
jioXOfEtV
KaXv
OUV Xol
(3\i\t.fpOV
TTlV ElpI^VTiV
remur ob aequalia dogmata additamento. Cum ergo additamentum in Symbolo repudiamus, quemadmodum in securo stantbus non licet aggredi rem non aliunde bonam nec omnino securam, etsi additamentum hoc intra fines
sistat veritatis, ubi quaeso iustitia est ut nobis talia proponantur? Quia enim nostrorum ausus est unquam, ita, ut asserfs, cum
Tovta
t>?
lToi[iot$
ouoi
Et
81 Tcap' lxelvot( t
Bonam
ergo et
pacem quam
soUicitas Ec-
ffveuiiartxv
voi?
ttfOstv
mipSoOot x
lirt
>
x^ xQRV0T0(Lia xou
clesiarum; ita etiam sapienter istam inculcare studeas apud Italos, curando scilicet ut
scandalum amoveant,
licet
illi
nos scandali
incusent; et tunc merito nos obiurgaTers [si pacem negaremus rei si causa scandali esse-
mns], et paratos nos invenes ut meruisse reprehendi. Quod si secus scandalum ab illis or-
tum duxit, necesse erit te, religiosum virum et pacis ministrum, satagere ut illos inducas novitatis errorem ex Symbolo auferre.
OGxto? fXeyov
etj^ov
!)
01 x5Js 'ExxXTjota^,
xoi
ouxtt
oi8lv
axouar|uvot
e*
PaotXi>s, et Tcpod-
Sic dicebant Ecclesiae proceres, et sic parati erant in nullo prorsus audre imperato-
Tctaaoi v
xoxon, xat
yg xx \tiyiaTa neiXet(l).
Nei seguenti capitoli del lib. V prosane lo storico greco a narrarci le serie difficolt superate dall' imperatore collo buone e colle brutte, per indurre il suo clero all' unione colla chiesa Eomana (lib. V ce. Finalmente furono prescelti i legati che l' im12-21). Elect ergo in legatos hi peratore inviava al concilio con ricchi doni pel potefice:
sunt:
Germanus
Theophanes; praeterea ex
senatoriis
Michaele Pcdaeologo lib. V cap. 11 (Migne P. G. t. 143 una seconda volta il nostro fr. Giovanni Parastron, l ove parla delle feroci persecuzioni che Andronico successore di Michele mosse contro gli unionisti: e ... Archidiaconis vero Meliteniotae et Metochitae, quod, legati ab im(1) Gregori
De
col. 821-26),
ricorda
peratore [Michaele] missi, celebranti Papae adstiterant, quanquam pari modo se Constantinopoli Ioannes Parastron et eius socii Frerii a Papa legati gesserant, sacrum facienti patriarchae tum losephi et ipsi assistentes, quo removerl orane a tali fecto crimen plerisque videbatnr; tamen eam ob causam, ut atrocissimi reis sceleris, perpetuam dignitatis amis-
sionem irrogarunt.
De
Andronico Palaeol.
lib.
I e. 6
(Migne P. G.
t.
144
col. 27).
288
BIBLIOTECA
Ecclesia
erant
simul conscenderant, altera regii vehebaniur exccpto magno logotheta. Extolerunt autem seciim malta et pretiosa snpellectilis sacrae dona, stolas, et aareas effigies, tam composita ex variis speciebns
aromatam
ingentis
pretii
clesiae
(lib.
endyten
e.
sive
tapetem
altaris,
rosei
coloris,
17).
Legati alieno JPartenza e naufragio dei legati Greci, e loro arrivo a Lione, ecc. navigare orsi tempore, sub initium videlicet martii 11274] nave conscensa, ad Maleam,
crebras
illic
eins
decade pervenerunt. Ibi quinta die maioris.hebdomadae 129 nar.(l)] sub vesperam naufragium miserabile fecere . . . {La nave che portava i legati civili e i doni pel Papa per
miseramente tra gli scagli, salvo uno solo della comitiva) . At episcopi cnm magno logotheta noctem totam cnm fincta mariqne omni naatarnm industria lactati, ac saepe in extremnm demersionis admoti discrimen, aegre snmma vi snb anroram Methonem tennernnt,
. .
elapsi praeter
omnem spem
qnievemnt diebus
forte
aliqnot, expec-
qno
Yemm
trstis
Unde
intellecto sibi
iam
solis
Bomam
Papam,
in-
legatione functi sua sunt, perhumaniter illos excipiente Papa, adeo ut eos honoraverit tiaris,
mitris et annulis quibus insignibus episcopos
omar mos
illic
obtinet.
Vere igitur et
Papa benevolentiae indiciis, transegerunt quae mandatis habebant. Tum extremo autnmno, mutuos ipsis adiunctos a Papa legatos Con(lib. V e. 21). Pachymero non ci dice se nella nave che conduceva il clero greco Criov. Parastron coi legati del Papa; questi probabilmente rimontavano
stantinopolim perduxerunt
vi fosse la
anche
fr.
nave papale
che
li
ci dice
se
simultaneamente da C.poli per l' Italia. Sappiamo per, che 1' anno avanti (poco prima dei 21 nov. del 1273, data d' una lett. del Papa al Paleologo Littcrarum series), V imperatore aveva rimandati, ed erano giunti a Lione, due dei compagni di fi-. Girolamo
d' Ascoli, cio
i
frati
Raimondo
fr.
buone
Girolamo d'Ascoli,
La
29 giugno,
cele-
Missarum solemnia
Symbolum cum
hoc
Sancti
ter
successive
canta verunt, ad
informati
per
in
n
pagnia
Pachymero
altri suoi
ci
ha detto
il
Papa
Eay-
(1)
t.
Come computa
Wadding
il
De
1'
142 p. 69-70.
(2)
loc. cit.
Anal. frane,
t.
II p. 86
Cfr.
De Rubeis
loc.
cit.
p.
70.
t.
II p. 86.
Wadd.
an. 1274 n. 6.
SECOLO xm.
naldo (1) non
date
ci
289
munito
di lettere papali
ricordano che
luglio).
il
81
Da una
il
nalisti,
di certo
che anche
nostro
greci
Cum in negotio, quod actum est apostoUcam henedictionernreductone Graecorum ad Ecclesiasticam unitatem, diu et utiliter laboraris,
salutem
circa illud utilis labor tuus: Tolumus, et praescntium tibi auctoritate
fr.
Minorum,
adhuc
sit
his diebns do
et
mandamus, quatenus
personaliter
eiusdem negotii
intendas [anno
1274
Dunque
dello stesso
fr.
autunno
poi ivi
lib.
anno 1274, come risulta dal Pachymero e dai documenti citati. Per quel che segu, pr e contro la fatta unione, rimandiamo il lettore al citato Pachymero 22
e seg.
V e.
Finalmente
l'
papali,
ab.
di
anche a C.poli 1' unione fa celebrata e proclamata in preMontecassino e fr. Giov. Parastron : Ejusdem porro
Chalcedonensi episcopo celebrante in
cum imperatore
epstola Apostoli,
tum
sectio illa ex
praesentibus (4)], legitur duplici lingua Actibus Apostolorum (Petri enim principis Aposto-
lorum agebatur festum, quod Ecclesia celebrat titulo Depositionis sacrorum vinculorum); sacrum quoque Evangelium pariter recitatum est graece et latine, et inde, loco proprio, Papae
mentio facta est a diacono: et Gregorius,
summus
menicus papa
fait
proclamatus (5)
ci
Pa-
rastron che lo colse a Costantinopoli nel 1275. Abbiamo visto che il greco Pachymero accenna la morte del Parastron come avvenuta poco dopo la desiderata unione, e secondo i voti del fervido Minorit che diceva di offrire in sacrifizio la sua vita a Dio, purch arrivasse a
vedere
1'
fratelli
con la Chiesa
Cattolica.
All' implicita
testimonianza del
Pachymero, diamo ora quella esplicita e chiara del nostro cronista Glassberger che ne Item, frater Johannes registra la morte con le seguenti notizie, sotto 1' anno 1275
:
quam
Lugdunensi interpres Imperatoris graecorum et praelatorum Graeciae, remissus ab eodem concilio cum graecis ad Graeciam, Constantinopoli feliciter migravit ad Dominum;
qui die obitus sui amplius
quam
fecit.
Unde
graeci in eius
vigiliis: Begetn Confessorum Dominum etc. et in Introitu Missae exsequiarum: Os iusti etc. et of&cium Confessorum cantaverunt; et pr eius canonizatione Imperator graecorum et praelati Graeciae instanter ad dominum Papam laborabant (6) Chi ha potuto
.
constatare la fedelt del compilatore e cronista Glassberger, vorr con noi esser persuaso aver egli attinte queste notizie sul Parastron da qualche autorevole cronista contempo-
di Lione.
Se mal non
ci
apponiamo,
il
(1)
Ad annum
1274.
t.
(2)
(3)
Ili p. 216.
(4) Twv nploSswv (7uva|jia tO PaotXei xeid*; napvTtov, frane obli.ita Abbiamo perci ritoccato anche questo brano del Possino sul testo
Pachyra. lib. V e. 22 in Migne P. G. t. 143 (6) Anal. frane, t. II p. 88; cfr. ibid. p. 86.
(6)
col. 853.
BibUot.
Tom. L
19
290
81
BIBLIOTECA
di fr.
Bernardo da Bessa o
di
fr.
Pellegrino
di
ambo
1273-74
4i
Gregorio
82
Nato il nostro Alberto dalla principesca famiglia de' Gonzaga di Mantova, avvers da giovinetto le delizio del mondo, e prese l' abito de' francescani sotto il generalato del Serafico S. Bonaventura. Sotto la scorta di un tanto maestro, Alberto progred talmente
sii)
nella piet e nella dottrina che atirasse gli sguardi del Pontefic* Gregorio X, il quale avendolo sperimentato adorno di senno politico nel disimpegno di pubblici negozi, lo spedi suo nunzio a Onglielmo marchese di Monferrato ed ai Visconti di Milano, onde tra le subalpine e lombarde provincie, sconvolte dalla
guerra, facesse
risuonare, in
nome
del
Vicario di
and
tanta
efficacia,
che
stabili.
Legato Imperatore greco per conchiudere il ben avviato affare della riunione della chiesa greca alla Latina. In queir arduo incarico il Gonzaga si maneggi con tanta destrezza e prudenza, che la riunione si compi nel concilio LioApostolico
Dopo
a Costantinopoli presso
l'
nese II, al quale anch' egli prese parte non per diritto che ne
che aveasi di
Pontefici
si
Ini.
Morto
avesse,
ma
di
Gregorio
meno
Gonzaga
modestissimo
tenne appartato nella divata oscurit del chiostro, sino a che Nicol IV, che da generale del nostr' Ordine ne avea conosciuto appieno lo zelo, la prudenza e la
dottrina,
nominollo
mani.
vescovo
d'
Ivrea
[nel
1389]
volle
consacrarlo
egli
stesso
colle
proprie
Alberto,
nel
dopo
aver
e
1321
governata la chiesa d' Ivrea mor fu sepolto nella chiesa da lui edificata in onore di S.
saggiamente
Francesco (1)
1273
Wadd.
Fr. Giov.
Batt. Zanni
a Gerusalemme.
In
questo anno
il
(2) pone la fondazione del Convento di Bagnacavallo ; ove alla consacrazione della chiesa, fatta il 26 decembre, intervenne gran moltitudine di popolo per venerare una sacra icone della Vergine portata da Gerusalemme dal P. G. B. Zanni di Ba-
gnacavallo.
Nel ricordato concilio di Lione, Gregorio X proclama Saraceni che occupavano Terra Santa. A ben trenta Provinciali, compreso quello di Siria, ingiunge con lunghissimo lettere la predicazione della detta crociata: e i rispettivi superiori a ci destinano un vero esercito di predicatori fran-
1274
Crociata.
i
la crociata contro
cescani (3).
storielle della Chiesa d' Ivrea del Can. Giov. Saroglia Vie. Gcn. Bassi nella sua opera Ms. Cronaca de' Francescani del Piemonte mio confratello P. Lett. Vinp, 19-20: ms, autografo del Bassi comunicatomi dal gentile Cfr. Wadding an. 1274 n. 25, t. IV p. 405. cenzo Vallare della Prov. di Torino.
(1)
Dalle Memorie
citate dal P.
d' Ivrea,
Non abbiamo trovato l'anno preciso della legaSbaralea Bullar. t. IV p. 74, del resto, egli dovette esser compagno o del principale fr. Alberto a Costantinopoli nunzio fr; Girolamo d' Ascoli, o dell' ab. di Montecassino sopra ricordato, a p. 289. (2) Annal. t. IV n. 18 p. 385.
Cfr.
90.
;
zione di
t.
III p. 223-26.
SECOLO xin.
291
1274-80
Fr. Pidentius de
Padua:
Sanotae S.mo ac B jno in Christo Patri ac Domino Domino Nicholao, Dei gratia S. Bom. ao univ. Ecclesiae summo Pontifici: Fidentixis (de Padua) Ord. Minorum minlmvis ad pedum oscula beatorum.
il
titolo quale co lo
il
il
cod.
membranaceo
latins
83
in 4, di
78
carte,
con
bellissime
Nei cataloghi
n. 7242,
di quella biblioteca lo
codd. fonds
membr.
de Padua, ord.
figuris (2)
.
XIV, che tra i foli. 85r-126r. contiene: Pidentius Min. Liber de recuperanda Terra Sancta ad Nicolaum papam, cum
scritto
nel
sec.
Non sappiamo
concilio di Lione
fr.
l'
gi nel
per la prossima crociata inculcata nel detto concilio, opera che frate Fidenzio compi e
present a papa Nicol III.
Non abbiamo
Antonio
di
Padova,
(3).
appena
dalle nostre
XIII
Un
spedito
dal
Doge VeEepub-
inflitto
alla
Che
il
Ci premesso, diamo la descrizione del cod. che ne diede il cit. P. Marcellino da Civezza. Pelicis recordationis Dominus Papa Gregorius Sancto Spiritu inflammatus, totis visceribus
liberationem
quam
Christus proprio sanguine conquisivit, mihi mandavit in Concilio Lugdunensi ut in scriptis ponerem qualiter Terra Sancta acquiri posset de manibus infdelium ; et qualiter acquisita
posset a Christifidelibus conservari.
Ego
sane, licet
Dominus
inspiravt ad
tavi .
Ed
eorum qui amore Salvatoris nostri sunt in maria quae pr parte ocuUs meis tndi et manibus attrala Terra Santa,
entrando
nell'
primo
fuit
gmtilium
Assiriorvm; quarto, Romanorum; quinto, diristianorum; sexto, Saracenorum; aggiungendo che da ultimo mf di nuovo Christianorum. Parlando della prima possessione che n' ebbero i cristiani, mostra per quali cause dipoi la
dispersorum; seomdo, ludeorvm;
perdessero; che furono
i
vizi
pagani, di cui
si
Saraceni,
suoi
ragiona a
lungo de
Machometo
seguaci, cio
instabilit.
Finalmente
II p. 140.
Sanfranc. p. 441 n. 480. VOrient Latin (Gnea 1882) p. 13. Archives de V Orient Latin Rohricht BibHoth. geogr. PUiest. p. 75, che dimentica per di registrare
fr.
Fidenzio nel
(3)
sec.
ciale
Wadding Annal. sub an. 1249. Arturo Mariyrol. die Ord. Min. p. 62. Lemmens Catal. S. Fratmm p. 17.
scrsse.
31 lan.
Eubel Provin-
Sigismondo da Venezra
Biografia Serafica p. 62 sotto 1' an. 1251. (4) Vedi Sbaral. Buttar, t. IH p. 563.
292
BIBLIOTECA
quia propheta non
83
(egli dice)
sum : scd
:
mezzi sono
praescientia. Quanto al primo, oporiet ut bellatores multi sint numero, periti prelio, fortcs
animo, sagaces ingenio. Poi decenter armati, bene ordinati, ad intncem dispositi. Il sagaces ingenio comprende castrorum fixio; castrorum moderatio; castrorum custoditio; inimicorum ea^loratio; in fugis cautio; continua unio; agendorum consideratio. Il bonitas
comprende caritas,
cui
il
le
qualit di
largitale copiosus,
diligentia sollicitus,
conversafione mansuetus, stbilitate firmus. Si debbono allestire due eserciti : uno por terra,
de loco gade hominibus de rectoribus : e cos di learum, glearum, galearum quello per terra. Quel che pu nuocere necessariorum defcctibilitas, hostis magnanimitas, adiuiorii longinquitas, iemporis morositas. Qui aggiunge
l'altro per mare; parlando dell'esercito di mare, ragiona con molta perizia
s'
abbia a disporre,
si
fa
ragionare de Terrae Sanctae conscrvatione, la quale richiede sufliciens militia, maris custodia, munitio firma, competens praesidentia, Immilis sapientia; e quindi passa a dire
della poca solidit dell' esercito del Sultano, essendo composto di rinnegati cristiani:
Bit
Cum
conchindc:
lam
attendai diligenter
An
dilectns
et vis
non exurget,
amoris nrget,
Qucm
Qui
me
tegat denudatnm,
me
se dabit,
Mecum semper
conregnabit.
est
qnod
il
lettori
v^^ono da
ce-
Il
lebre
sec.
XIV
ma
assai
pi estesa.
1276-77
Pr. Girolamo d'Ascoli, Ministro generale dell'Ordine (1274-79), fu egli rimandato legato a Ck>stantinopoli per la seconda volta nel 1276-77?
crtico.
Esame
84
Della legazione di fr. Girolamo a C.poli in compagnia de' frati Baimondo, Bonagrazia e Bonaventura, abbiamo gi trattato pi sopra, indicando semplicemente le fonti sotto l' anno
di particolare,
fr.
compagno
primo
e
il
Giovanni Parastron.
Ora
lo Sbaralea
il
di fr.
Girolamo
in Costantinopoli nel
i
frati
SECOLO xni.
Bomana, Angelo Ministro
poi (9 ott.
293
della Serafica e Gentile da Bettona, qaesV oltimo gi Inquisitore di Beggio in Calabria; missione, che a giudizio dello stesso arcivescovo 1279)
84
il breve pontificato di papa Giomorto 20 mag. 1277), cui vuole anche attribuite le lettere papali gi pubblicate per la prima volta dai Martne e Durand (1), i quali per le attribuiscono non a Giov. XXI, ma al suo predecessore Innocenzo V (2) che visse appena
vanni
XXI
(eletto 8
sett.
1276,
cinque mesi nel pontificato (21 gen.-22 giug. 1276 f). Ma innanzi tutto, crediamo utile di riassumere brevemente
questione.
il
Sono
Memoriale
editi dai
tripartito, ossia
le istruzioni e le
norme
di
1.
Martne
e Sbaralea,
all'
il
test effettuata unione nel per concilio di Lione (1274) sotto il suo predecessore Greg. X. Ora lo invita a rinforzare solecitamente detta unione nei modi che gli verranno suggeriti dai nunzi che gli invia che
la
gli
raccomanda
dilectum filium
gelum
S. Francisci
Hieronymum Generalem, Guidonem Bomanum, et AnProvinciarum Ministros, et Gentilem de Bectovio (3) Ordinis Minorum
Fratres, viros utique claros verae fidei claritate, voluntariae paupertatis humilitate conspicuos, hnmiles Christi pauperis scctatores, de ipso fratrum Consilio [cardinalium] delibera-
vimus praemittendos, qnatenus quae ad praemissam solidationem omni plenitudine adimplere >
. . .
petierint, studeas
cum
Nella seconda lettera allo stesso imp. Michele Pacis aemulus, che tutta politico, gli raccomanda di trovare i mezzi per far la pace coi Latini e col re Carlo di Sicilia pre ndente all'impero di Bizanzio, e di venir a tregua concesso loro;
2.
di
argomento
e perci
3.
tefice
li
ancora
gli inviava
suddetti nunzi.
ai prelati greci,
il
pon-
T armonia
vicendevole ecc.
4.
La quarta
lettera <
In commissi
procedere
vobis , contiene
nel
delicato
il
triplice
memoriale o istru-
modo
di
affare
loro affidato.
Nel primo
e
il
In commissi*,
di
f.
Inno-
poi quella
Grandis Affectus
ai^omento
(1)
il
quale
Sbaralea BuUar. t. Ili p. 267-74: Amplissima coUecto t. VII col. 246-57 n. 29 seg. ivi, a p. 274 nota e, crede provata una seconda legazione di fr. Girolamo dalle sus-
seguenti lettere papali di Nicol ITI; ma queste, se ricordano una missione al Paleologo, tacciono affatto il nome di Girolamo e compagni. Vedremo invece che Nicol III allude alla
vesc. di Ferentino e suoi compagni Domenicani, missione non ignota che la ricorda Snd. p. 271 nota a. (2) Il celebre Domenicano fir. Pietro di Tarantasia, quegli che col suo compianto amico S. Bonaventura cotanto si erano adoperati per l' unione delle due Chiese conchiusa in
missione di
ft.
Giacomo
Lione (1274). (8) Lo Sbaralea osaerva: 1^^ de Bettonio alias Yettonio, vulgo Bettona. {BnU. IIL 269).
294
BIBLIOTBCA
all'
l'
84
politico presentando
gerisce
imperatore
aemulus
r accordo
imperatore
ramento e propria firma la professione di fede, che gli esibiranno in iscritto, e che fu gi professata a Lione a nome dell' imperatore dal suo Logoteta. La stessa professione si chieda
clero
anche dal primogenito Andronico; e per mezzo loro, e tutto ci si faccia con prudenza e carit.
:
lo
stesso
facciano
col
Patriarca e
ma
e de' no-
biU
e che se
non
si
potr sperare da
lui
un solenne giuramento,
che ^li confermi la professione del suo Logoteta. pontefice prescrve altre simili norme da tenersi col clero su vari articoli espressi nel primo memoriale. Una seconda cedula
Licei ea
quae in Memoriali
tenere
suoi
nunzi,
suggerisce loro
sommo
.
ea quae poteritis
commoda
re-
Questo
il
Martne, o a Giov.
XXI come
Memoriale, ove
aveva
(destinata
una
lega-
successore Giov.
si
ma colto dalla morte, quella venne XXI (1). Anche un Ms. della Marciana
il
ha
il
Memoriale che
e che
Valeitinelli
papae
V ad Michaelem
questa pre-
Plaeologum
prova
il
pi seria, di
pontificaio di Inn. V, ce la
n.
somministrerebbe
si
l'
Ang. 1275 B.
loro
23
fol.
177) dove
spediscono
ha
che,
il
pontefice
al
fr.
nunzio,
Paleologo per
Lo Sbaralea invece, basandosi sui nomi de' Minoriti registrati nelle predette lettere, una testimonianza dubbia del Chron. 24 Generalium (che pi sotto riporteremo), non che sul vago accenno che Nicol III fe al Paleologo d' una legazione precedente, ame sur
mette senza
il
difficolt
di fr.
Girolamo
compagni
in C.poli,
ma
sotto
pontificato di Giovanni
cui
pure attribuisce
le lettere in questione.
La
(1) Cfr.
Pagi Brev.
histor. t. II p.
XXI
num.
6.
Il
dotto P. de Eubeis
(in Vita Georgii Cypriin Mgne P. G. t. 142 col. 73) cosi riassume questo periodo storico: Pro confirmatione unioais cum Latina Graecae Elcclesiae, legatos ad Michaelem impera-
torem, et Andronicnm, ac Ioannem patriarcbam anno 1276 designaverat Innocentius V. Adire dictus XXI, eodem anno 1276, electus die 15 sepConstantinopolim jussit eos Ioannes
XX
tembrs, denatusque
bris:
anno inseqiienti. Successt Nicolaus III, die 25 Novemquo sedente, Graeci legati pervenerunt cum litteris Michaelis et Andronici imperatorum, et Ioannis Becci patriarchae: quibus ratutn habebatar, qnidquid ab eis in n^oto
kal. iunii
XVII
t.
XV
e non del
XIV, ove
Valentinelli
malamente
II p. 129 (cod. n. 27, fol. 5-7); un ms. del lesse Generalem de Berchonio invece
di Geniilem de Bectovio.
(3) Cfir.
ArcMv.
ator. ital.
3,
25 p. 38.
SECOLO
XIII.
295
ragione per cui lo Sbaralea attribuisce queste lettere a papa Giov. XXI, perch pi tardi Nicol III in un suo memoriale (oct. 1278, Buttar. III. p. 355) cita appunto come lettera di Giov.
84
XXI
Inn. V.
Ma
anche
al
num.
tutte
Che cosa dunque dubbiamo dire, sia in proposito delle lettere, sia riguardo a questa di fr. Girolamo? Papa Innocenzo V aveva in fatti decisa, anzi destinata una legazione per Constantinopoli all' imp. Paleologo, come ce lo attestano unanimi
seconda missione
gli
storici della
d'
Chiesa (1); e
la missione
il
nostro
fr.
Gi-
rolamo
Carlo di
GenUle nominati
nelle suddette
lettere di Inn.
Sicilia,
V;
(il
ro
il congedo dei legati. In questo frattempo, quasi sulle preparative per la partenza di Girolamo, e non appena passato un mese, Inn. V moriva a Roma il 22 giugno 1276: siche
la missione
il
necessariamente rest interdetta. Gli succede intanto (12 lugl. 1276) Adriano V,
muore
15
l'
ai
18 agosto
1276, sale
chiesa de' Minori in Viterbo. Talch, n sotto di lui pot aver luogo la missione di
Gi-
il
sott.
al
pontificato
pagnia
un mese dopo
1'
elezione del
il
accompagnaPapa, cio de' 15 ott. 1276 (2). Girolamo 1276, n meno nel 1277 al suo ritorno dalla
Francia, n poco prima della morte di Giov. XXI (f 16 mag. 1277), come vorrebbe lo Sbaralea (Bull. Ili p. 270 nota 6); e ci per la semplice ragione che il Papa, invece di Girolamo e i detti compagni, aveva gi prescelti e spediti al Paleologo altri nunzi, due cio
i
quali
furono muniti precisamente con le identiche lettere che Inn. V aveva preparate per fr. Girolamo e compagni, e lasciato senza data. Al tenore identico di queste lettere, Giov. XXI
non
calce la data
il suo nome, quello de' nuovi nunzi Domenicani, e apporvi in da Viterbo 20 nov. 1276. Si confrontino per es. i due testi di quella che
principia
Grandis
Domenicani partirono in fatti, e ritornarono coi XXI (f 16 mag. 1277) in sede vacante (4);
missione,
che pi interessa, ritornarono dopo aver ottenuto pienamente lo scopo della loro come risulta dalle lettere del Paleologo che ci danno i due principali annalisti
(1) Cfr.
t.
il
Pagi e
il
de Rubeis sopra
citati.
Vedi anche
il
Raynaldo
cit. n.
Ili p. 401.
(2)
cit.,
e in
Raynaldo an.
47-48,
t.
Habet
t.
(3) Una in Sbarai Buttar, t. Ili p. 270, e 1' altra in Raynaldo Annoi, an. 1276 n. 45, Ili p. 409. (4) Cfr. Raynal. an. 1277 n. 21, 25, 27. Il nostro annalista dopo aver (5) Raynal. an. et loc. cit. Waddingo an. 1277 n. 3.
riportate le lettere de' due imperatori Michele e Andronico, suggiunge: < Ex his litters, Michaelis praesertiin, constat, praedictos nuntios (Ord. Praedicatorum) ab Innocentio littcras
accepsse, missos
tamen a Ioanne
non bad
il
era morto
296
BIBLIOTECA
due successive
fr.
84
H supporre dunque, come suppone lo Sbaralea (III p. 270 not. immediate missioni (prima quella de quattro Domenicani e poi quella
6),
e e
di
Girolamo
compagni) cosa inammissibile, anzi erronea. Non possibile concedere due distinte e successive missioni, munite con lettere verbalmente identiche e dirette ad una medesima persona, massime quando sappiamo di certo aver la prima missione ottenuto pieno effetto; e
meno
poi,
quando
si
sa che
Papa. Fr. Girolamo quindi, in ogni caso, non pot da Giov. conda volta al Paleologo.
XXI
esser
mandato una
se-
conda destinazione
Chron. 24 Gen., gi citato dallo Sbaralea, accenna come segue al fatto della sedi Girolamo per 1' Oriente, ma prudentemente pone in dubbio la sua
super aliquibus punctis, legatio
isti
definitiva partenza.
iterato,
ntrum tamen iverit, non inveni sed ob hoc imperonymo] imponitur ad Graeciam in misit non esso Padoae sed ibi snnm vicarium ditns, celebrato, potnit captnlo generali fratrcm Bonagratiam, qui sibi postea in generalata snccessit. Et eidem capitulo anno Dni.
1276
in Pentecoste [24 Maii] celebrato, misit [fr.
Generali
[fr.
Hie-
Hieronymus]
confirmatus (1) .
Nel Muratori (2) troviamo pubblicato da un Ms. del sec. XIY un antico catalogo o sommario dell' archivio della S. Sede. Il compilatore di esso catalogo, compendiando in un breve sommario le due solenni professioni di fede del Paledlogo, fatte nel 1274 e 1277, confuse nomi e &tti di queste due epoche ben distinte,
si da dirci erroneamente che fr. Girolamo coi compagni Baimondo, Bonagrazia e Bonaventura furono spediti a C.poli nel 1277 da papa Giov. XXI! Paleologo rinovando la professione di fedo nel 1277 alla presenza de' nunzi Domenicani, non fece altro che consegnare
altri abbagli
loro
il
1274
mense
aprilis, indict.
f'
catalogo non
C.poli nell'anno greco 6785, al che 1277. compilatore del detto V, perfettamente corrisponde e due che &tti di diverse. confondere nomi epoche dunque
al tenore delle
due professioni
di fede, identiche
ma
date in diverso tempo, pubblic sotto Y anno 1274 (n. 2) il testo greco e latino di quella 1277, dalla quale consonata ai nunzi Domenicani, e che porta la data greca 6785 Del il testo Waddinla clausola del salvo la soltanto resto, data, giuramento. soppresse
fr.
numenti
ecclesiastici (3), e
qua
Bajnaldo
(4).
il
22 giugno 1276, e che i nunzi Domenicani partirono con le lettere di Giov. XXI datate 20 nov. dello stesso anno, come abbiamo or ora detto. Del resto, dalle lettere de' due imperatori non risalta quel che asserisce il nostro annalista. Lo stesso asserisce anche il Glassberger (Anal. cit. (1) Anal. frane, t. Ili p. 357.
il
t.
II p. 89),
ma
VI
p. 102.
(3) Cfr. la collezione ConcUiorum tom. XXYIII p. 535 s. (4) Annoi. Eccles. an. 1274 n. 14; cfr. ib. an. 1267 n. 75, et an. 1277 n. 27.
latino del
il
nome
del Minorit
fr.
.
domma
StEoaf tjoe
IJTOt
SECOLO xni.
297
e.
1277
Quilelmus de S. Patusio l. vita S. Ludovici IX regia 2. Laudatio 9. Ludovici IX regis Prancoruin 3. Senno de vita S. Ludovici IX rega Franciae.
S.
Pr.
Tatte
tre sono opere del Minorit frate Guglielmo, ignoto agli scrittori dell'Ordine.
la pi copiosa vita che si abbia del
85
La prima, che
narono
vecchio
sotto
il
Santo
in
re,
scritta,
come gi indovitramandataci
nel
da un Minorit anonimo
latino,
ma
idioma gallico, fu da loro pubblicata negli Ada SS. 24 ang. t. V p. 571-672, titolo di Vita secunda, auctore anonymo rcginae Margaritae confessarlo, latine
reddita ex
Ms.
gallico, interprete
Ioanne
e
il
Stiltingo.
Ora,
dopo
diligenti
stadi
del
eh.
nome
come notano
non
che
una traduzione
ma
La
seconda,
Laudatio
ecc., fu
Savants, an. 1901 p. 231-36; e la terza, che un diffuso dato alla luce dal mentovato Delaborde (3).
Sermo
o panegirico, test
fu
Guglielmo da S. Patusio, fu per pi di 18 anni confessore della regina Margherita (1221-95) vedova del santo re Luigi IX, cio dal 1277 in poi; e nei 1314 fu uno degli esecutori testamentari della stessa regina. Fu famigliare e confessore anche di Bianca
figlinola de' suddetti, rimasta
egli compil nel
vedova
di
1302-1803
come
che
abbiamo
summentovata.
Il bollandista Stiltingo
(1) H. F. Delaborde, Vie de Saint Louis, par Guillaume de Saint-Patius, eonfeasew de la reine Marguerite, puMie d'aprs le mss. Paris, Picard 1899 in 8, pp. XXXII-166 (fii Ci parte della CoUection de textes pour aervir Vtude et P enseignement de l'histoire). piace riportare una breve recensione dell'opera che ne diede l stampa francese: cLetexte
la vie, les moeurs et a t moins consulte qn'il ne le mritait, parce que les sources qti'avait utilises l'auteur, les enqutes de cauonisation, taient considres comme perdnes, et, partant, le confiance inspire par cette oeuvre diminue. ujourd'hui des fragments de cette enqute ont te retrouvs et prouvent la fidlit de 1' auteur et le scrupule avec lequel il s'en est servi. En outre, par un examen plus approfondi du manuscrit et de judicieuses avec des textes comparaisons contemporains, M. Delaborde est parvenu retrouver le nom de r auteur. L'originai latin est perdu et a t traduit en fran^ais par deux auteurs. La premire partie seule est intressante pour l'histoire generale, et c'est la seule que M. De* laborde a reproduite, l'autre, contenant seuleme-nt le rcit des miracles oprs par saint Louis,
est
n'ofi&e
l'utilisation
d' dification. Un index fort omplet termine cette dition et permet complte d'un texte trs important pour l'tude d'un de nos plus grands rois. Cette dition tait d'autant plus importante que celle donne, dans le tome des Histo-
qu'un iutrt
XX
ne marquait pas un progrs sur celle done au XVIII* sicle par Caperonnier, et celle-ci ne pouvait presentar les avantag^ que les mthodes critiques modemes offrent auz lecteurs > . Catal. Picard. (2) Cfr. Analecta BoUand. t. XVII p. 258, t Leop. p. llj, t. XXI p. 224-25.
riens de France,
XX
Delisle in Journal des Savants, 1901 p. 228-39. (3) Une oeuvre nouveUe de Guill. de St. Pathus nella Siblioth. de
t.
l'
LXm
(1902) p. 261-88.
298
BIBLIOTECA
latino e la illustr noi suoi commentari, conchiuso:
niilii
85
la tradusse in
summa
13).
huius Vltac
auctoritas ahumle
videtur probata
{Acta SS.
cit.
p.
278
n.
Guglielmo
in
in
questa vita ricorda la fondazione del convento e della chiesa de' Minori
Palestina per opera del s. re che presenzi alla ricostruzione della citt e 15 aprile 1252, giorno del suo arrivo, sino ai 23 giugno 1253, giorno della sua partenza per Sidone. In questo frattempo il santo re: Fundavit ecclesiam, domuinquc
Giaffa
di
fratrum Minorum urbis lafensis tram mare : jussitque construi dcccm calices argenteos inauratos, vestesqtie, aliaque templi ornamenta ad deccm, quae ibidem, sunt, altaria instruenda. lussit etiam libros fieri ad cultum divinum, ac fratrum studia, instruxitquc
memoratam domum
lo
lectis,
i
Guglielmo, in tutti
prima parte della Vita, bellamente espone i fatti non per ordine cronologico,
ma
La
Qni per vogliamo riportare alcuni brani del Sermone originale di frate Guglielmo edito In nota indichiamo i
mare captus, mortem, juramentum de servando pactum quod cum Soldano habuerat exigerent, implicantes quod
n. 10. liane soliditatem constantie habuit beatns Lndovicus:
nam
ultra
dum
Christum negaret
et fidem, si centra veniret, horruit rex beatus et in vera fide firmns et stabilis respoiidit voce libera: sum hoc facturus; et cum furerent infideles, nani similem conditionem in jurando se servaturos pactum quod ad ouni Soldanus habuerat
Nunquam
tam cloricis quam laicis qui aderant quod secure illnd poterat dicere, cum pactum omnino servare proponeret, dixit beatus: Tantum horrco vcrbiim illud etiam sub conditine audire, quod nequaquam possem illud verbo exprimercy>. Mutu itaquo divino flexi, pepercerunt sibi Saraceni de hac conditine, constantiam
oxacti adjoccrant, dicentibus suis
(2).
admiraldas, qui Soldannm statim occiderat, ut diccbat, esset coram rege evaginato et sanguinolento ense, et ipse crnentatus sanguine, ensem vibrans ac si vellet cum co ferire, et diceret quod ipsum regem, si vellet, poterat occidere vel eum poterat liberare, et quod hoc faceret, si rex beatns Ludovicns eum railitem facero vellet: quod consulebant beato regi aliqui magni christiani assistentes ei, et beatus rex sicut constans respondit, quod nullo modo faceret militem aliqnem infidelem, sod si vellet fieri christianus, eum in Franciam duceret, multam terram sibi daret, et eum militem faceret; sed Saracenus noluit consentire (3). 11. 14. Cepit ab ineunte pneritia super afflictos panperes pia gestare viscera caritatis. Exomplum patet dum esset ultra mare, et multi paupores infirmi essent in exercitu, Rex sanctus timens periculnm quod iraminero poterat ex conflictibus qui fiebant inter Christianos et Saracenos, precepit cuidam de suis quod iret ad nave, que per flnmen venerant ascendendo, in qnibus erant victualia regis, et eas faceret evacuari et in flumine victualia projici, retentis solnm victualibns pr octo diebus, et faceret debiles et infirmos ascendere naves; quod ille adimplevit, et bene tisque ad mille infirmos et panperes in navibns sunt recepii (4).
11. Praetorea
cum
(1)
Ada
SS.
cit. p.
584
n.
48 par.
I e. 4; cfr. ib. p.
434
n. 714.
ivi
le
convento vedi
Giaffa nel
12G8
cadde
in potere del
terribile
fortificazioni
inalzate
da
Luigi IX, e allora senza dubbio spari e il convento e la chiesa dei Minori, che dovcvan esser grandiosi dal numero degli altari che contava la chiesa. Cfr. sopra a p. 269. (2) Cfr. AHa SS. Vita secunda, pars I e. 2 n. 20-21 pag. 577.
(3) Cfr.
(4) Cfr.
loc. cit. n.
cit.
par. I
e.
SECOLO xnr.
299
n. 15. Itetn, in tempore captionis sue, cam esset infinnus, sibi fiierat consnltam a mnltis qnod exercitnm dimitteret et per floraen in Acon (1) rediret, ut fecit Legatus, noluit compatiens exercitui; sed dixit quod ipse duxerat militiam suain secum et volebat eam reducere secum, vel capi seu mori cura eis. n. 16. Itera per aliud patet. Kege capto et pluribus christianis, audivit quod divites volebant se redimere pauperibus dimissis; hoc rex pius districte et sub maxima pena inhibuit, ne per hoc contingeret liberationem pauperum impediri, et promisit quod deliberationem suam sine aliorum non procuraret, et snam et aliornm redempturam ipse solus integre solveret de suo quod fecit quemadmodum dixit (2).
:
85
1277
r Ordine
Domenicani in T.
de'
Nel Capitolo celebrato a Bordeaux nel 1277, S. in Terra Santa Domenicani contava in Terra Santa tre soli conventi
:
1278-79
Pr.
di Grosseto,
fr.
pagni
fr.
Bartolomeo
Perugia e
al Paleologo.
fr.
Non
Girolamo
86
legazione presso
di
l'
imperatore o
di Grosseto,
e fr.
il
papa Nicol III vide il bisogno 1' unione delle due Chiese. Destin quindi un' altra clero, composta dai seguenti Minoriti ; fr. Bartolomeo
Amelia vescovo
fr.
di
Siria, fr.
Angelo da Orvieto: missione abbondantemente esposta negli annali del Raynaldo, Waddingo (4), nel bollano dello Sbaralea (5), e nella Storia del P. Marcellino da Civezza (6).
Alle fonti indicate, aggiungiamo
Filippo da Perugia,
qui soltanto
due decreti
inediti
di
re
Carlo I di
di
Ni-
Duca
fin
qui ignota
ai
ci
nostri
Annalisti
condotta da un Minorit di
di
et
Paleologi.
Scriptum
est magistris
portulanis
et
pr-
Volumus et fidelitati vestre districte precipiondo mandamus quatenus, Venerabilem patrem episcopum Crossetanum, fratres Bartholomeum de Senis ministrum Syrie, Philippum Perusinum et Angelum Urbeoetanum lectores ordinis Minorum, domini nostri summi pontificis nuutios, nec non nuncios seu apocrisarios Paleologi, cum ipsis domini pape nunciis procedentes vel ipsorum nuncios presentes lictpras deferentes, vasa pr ipsorum familiorura, equitaturiarum, samariorum et honorum eorum transitu necessaria, a quibnscumque illa locare volentibus permictatis condacere libere et sine pedagio vel iure aliquo exiture. Datura
Neapoli die
TIP
32
lanuarii [1279] .
r.).
(Napoli, Archiv.
1378
B.
n.
30
fol.
(1)
par.
I e.
Corrige: in Damiatam, come vuole il DeIaboI^de, e 7 n. 79 in Acta SS. cit. pag. 592.
come
in fatti
si
ha
nella
Vita
Acta SS.
cit.
p. I e. 7 n. 80 pag. 593.
t.
Qutif-Echard Biblioth.
I p. I.
An.
T.
cit. n. 2-7.
(5)
(6)
in
il
p. 348-61.
e.
T. II
senza dubbio
lib.
VI
e.
6 p. 271 s. A questa legazione composta di soli francescani, si riferisce lungo racconto che ci lasci il greco Pachymero nella Storia di Mich. Paleol. 14-18 (Migne P. G. t. 143 col. 914-926), e gli storici ne dovrebbero tener conto.
300
BIBLIOETCA
Pro
nunciis Despoti.
86
Scriptum
est
Fidolitati tue preclpiondo mandamas, qaatenus dictnm Magnici, fratrem lacobum ordiiiis Minorum et Nicholaum Andracopolnm, niilites, noncios Magnifici viri Domini Ne-
Comnini Dncis ad partes Eomanie transfretari volentes cum eorum fainiliis, qnataor equis ad arma, dnobns mnlis, nno soranno, necnon victoalibns ac annona ipsornm oqoorum ad eorum transitnm nessariis exinde, de qnoconqnc ponte Apulie voluerint [exire] libero permictentes, nullam eis in personis vel rebus molestiam inferatis, proviso quod pluros equos ad arma aliaque prohibita secnm aliquatenus non transducant, nihilque ferant vel transfcrant nostre contrarium maiestati, presentibus post menses duos minime valituris. Datum apnd Turrim [S. Erasmi] Vili" aprilis VIP Ind. [1279] . (Napoli, Archiv. di Stato, Kegistro di Carlo I, 1278 B. fol. 95 v.).
chofori despoti
r imbarco
de'
di fedelt, al
A
viamo
de'
Bartolomeo
di
Siena, Provinciale di
Piccolomini. Dopo
con
Papini che egli apparteneva alla nobilissima famiglia Senese Provincialato di Siria, e dopo aver lodevolmente compiuta la lesuoi confratelli, presso
e poi quella di
il
l'
gazione pontificia,
suddetti
ebbe la carica
facio
d'
Inquisitore (1284-7)
Provinciale
Vili
stimonianza del Nuti citato dal Papini (2). Qual uomo fosse il nostro Bartolomeo rilevasi dalle lettere di Nicol III al Paleologo, ove lodata la scienza e lo zelo per la fede cattolica di lui e dei suoi
Dell'altro
fr.
Bartol.
il
Benoffi:
Fr. Bartholomaeus de
Ameria Inquis tor in Provincia Romana, electus est Episcopus Crossetanus anno 1278. Postmodum delegatns Nuncius Apost. ad Imperatorem Orientis pr unione Ecclesiae Graecae cum Latina, dende de Intere Legatus ad Regem Angliae, demum Vicarius D. N. Papae
in
(12
1282
fr.
fr.
Filippo
Perugia,
e
si
ha che
il
22 apr. 1298),
mor circa
1307
Di
notizie.
1278 Gi dal nov. del 1276 erano arrivati Minoriti in Tartaxi. ambasciatori del re tartaro Abaga e del re di Armenia presso il Papa e presso i Sovrani d' Europa ; Nicol III, il 1 apr. 1278, destina suoi nunzi al Tartaro i Minoriti fr. Gerardo da Prato, fr. Antonio da Parma, fr. Giovanni da S. Agata, fr. Cfr. sopra a pag. 193 e la nota 4v Andrea da Firenze e fr. Matteo d' Arezzo (6).
de'
1278 I terribili Assassin della Sria erano il terrore G-li Assassin. Sovrani anche lontani. Ruggero di S. Severo, governatore di Acri a nome d Carlo I, faceva avvisato il suo re, che il terribile Bbars aveva inviato dodici individui degli
Archiv. 8tor.
il
ital.
an. 1878
t.
II p. 199.
il
Bonifacio Vili
nostro
fr.
Bar-
ma
vi rinunzia,
(3)
Papini Etruria Francescana p. 9. n. 15; p. 55 n. 4; e p 98 n. 8. De Inquisitoribus, Ms. Antoniano di Padova, Scaff. XXIII n. 698 fol. 51 Eubel Hierarch. 1. 258. Cfr. Sbaral. Script, p. 620, e Buttar, t. ITI p. 349 nota
v.
e.
Documenti
t.
in Sbaral. Buttar,
t.
Wadd.
an.
il fr.
1278.
Antonio
Civezza Storia
Il e. 5,
e.
7 p. 296-97, 303, e
e.
il
da Parma.
SECOLO xm.
301
Assassin, travestiti da frati Minori, sn d' una nave genovese, per attentare alla vita di lui e a quella di Filippo re di Francia per il che re Carlo ordin in tutti porti un' attiva sorveglianza (1).
: i
86
C.
1279
in
Pr.
Marco
di Montefeltro fonda
Convento
di Sebaste (Sivas)
Armenia.
87
nares,
etcum magna
In
Marco
Mi-
nistrorum, gratia
ei in
cum
Marco
di
unam Missam pr co. Ipse coepit aedificare loassignatus fuit fratribus commorantibus inter Tartaros (2) Montefeltro fu Ministro della Marca Anconitana, eletto nel 1270, secondo il
mortem
eius celebraret
demum
Fa compagno
da Parma
naventura:
e di S.
Bo-
La
fonda-
zione del convento di Sebaste ebbe luogo probabilmente entro gli anni
lato di frate Bonagrazia, e cio alcuni anni
1279-83
del genera-
dopo
il
provincialato di
fr.
Marco
nelle
Marche.
Frater Marchus de Montefeltro, honestus homo et sanctus, qui longo tempore vixit: et fiit socius fratris Crescentii et fratris Johannis de Parma et fratris Bonaventurae. Hic fuit de Mutino; quiescit in Urbino; miraculis coruscat Item frater Marchus fuit minister provincialis in Marchia Anchonitana, et laudabiliter se habuit ibi. Item bonus dictator fuit, et velox et intelligibilis ; et pr labore, quem sustinuit associando generales ministros et scribendo eis litteras, promeruit sibi, et in quodam generali capitulo obtinuit, quod quilibet sacerdos ordinis, post deccssum spum, diceret pr anima sua unam missam de mortuis. Obiit autem anno Domini MCOLXXXIIII. Hic fuit meus specialis amicus; et generalem ministrum fratrem Bonaventuram in tantum dilexit, quod, post mortem ejus, quando recordabatur magnae litteraturae ipsius et omnium gratiarura, quas habebat, ex quadam dulcedine erurapebat in lacrymas. Item quando frater Bonaventura generalis mi.
.
.
nister clero predicare debobat, ibat ad eum frater Marchus et sibi dicebat tu es quidam mercenarius, et alia vice, quando praedicasti nescivisti quod diceres; sed spero quod non facies modo . Hoc autem ideo frater Marchus dicebat, ut eum ad melius dicendum provocaret: et tamen frater Marchus omnes sermones fratris Bonaventurae scribebat et habere volebat. Gaudebat autem frater Bonaventura, quando frater Marchus ei dicebat convicia, propter quinque: primo, quia homo erat benignus et patiens; secundo, quia in hoc imitabatur beatum patrem Pranciscum; tertio, quia constabat sibi quod eum intime diligebat; quarto, quia habebat occasionem vitandi vanam gloriam ; quinto, quia habebat occasionem melius praevidendi. (Salimb. Cliron. p. 136; cfr. anche p. 139, 317 idid.).
:
1279
S.
Pr.
in
sia,
l'
Oriente, ecc.
indicare la data
e
Non possiamo
Oriento. Il
(1) Cfr.
precisa
della
prima missione
partito
del
Montecorvino in
plerisquc
1.
88
Waddingo,
Archivio
dopo
ital.
lu
altri, ce lo
dicono
eum
aliis
conso-
si.
V Or.
Latin.
ove
una quantit
famosa setta
degli Assassin di Siria. (2) Anal. frane, t. II p. 96. Sebaste, oggi Sivas nell'Asia Minore. Di questo convento non troviamo pii memoria nella met del sec. XIV.
(3)
p. 255.
Nel 1281
gli
succede
fr.
Ugolino di Montebello.
302
BIBLIOTECA
88
dalibus, sotto
il generalato di frate Bonagrazia (1279-83), e che d' allora Orientis regiones tmiversas ferme percurrerunt con risultati, senza alcun dubbio, meravigliosi per la scienza, per la fede e per la civilt cristiana (1). Circa dieci anni dopo, cio nel 1289, lo vediamo
in
Armenia, dalla Persia e dalle altre regioni d'Oriente; e l'anno stesso, compagnia di altri missionarii, ripartire per 1' Oriente in qualit di legato di Nicol IV, munito da esso di dieci e pi lettere che doveva presentare una ad Artone II. re di Ar-
menia, una ad
Argum Kan
ratore della Cina in Pekino, e le altre ad altri principi e magnati dell' Oriente (2).
de'
Pekino, e
contemporaneamente
fr.
Parigi),
Nicol
di
fr
fr.
fr.
Ulrico di Seyfriesdorf di Germania, fr. Peregrino di Castello e di Francia. L' Eubel sospetta che di tutti questi, il solo di Villanova Grugliemo
Guglielmo manc
una lettera
del
Papa
del 1
mag. 1308;
ma
et
queste lettere inculcano anzi a fr. Guglielmo di partire sine dilatione. Pi tardi assai : Nicolaus (1323), ebbe egli la sede di Sagena in Corsica, e poi quella di Trieste (4).
cum
fr.
nonnulli in episcopum suffr. sedis Cambaliensis assumptum esse dlcunt) in ingressu Indiae inferioris, in terra quadam crudelissima perierunt. Ceteri tres (AndreoiS, Gerardus et Pe-
regrinus) usque Cambalum pervenerunt, bque secundum mandatnm apostolicum, fratrl loanni de Montecorvino . munus consecrationis impenderunt palliumque assignarunt, et
. .
ab eo postmodum successive episcopi Zaytonenses, in eodem imperio Tartarorum, constituti 8unt. Primns episcopus Zaytonensis erat Gerardus, qui panlo post obiit; ei successit Peregrinus, quo an. 1323 mortuo,
Andreas huic ecclesiae praefectus est, cnius litteras an. 1326 ad guardianum conventus Perusini scriptas Waddingus Ann. Min. ad an. 1326 n. 2 exhibet (5) . Alla nuova della morte de' frati Nicol ed Ulrico, Clemente V (ai 19
feb.
destinandoli
essi
furono un
Tomaso,
fr.
Pietro da Firenze e
noto
fr.
Girolamo
e
poi
vescovo di
grande avversario
1247, perch egli contava anni 58
t.
Clarenitani (6).
il
Montecorvino?
nel
8 gen. 1305
an. 1289.
anno
egli
Wadding Annales ad
p.
in Sbaralea BvUar. t. IV p. 83-90; efr. ib. cit., e per ordine 17 e p. 394 n. 68. nn. 86, 87, e p. 615 n. 172. (3) O BantUt, o Bantra, o Bontra in Eubel Buttar, t In Waddingo (an. 1326 n. 2) Nieolaus de Banthera! che quegli che altrove detto fr. Nic.
Il ce. 9 e 10;
Panfilo Storia
II
e. 3.
326
n.
n. 8).
cfr. ibid n.
<
XXII U 28 feb.
1323
te,
qncm
. . .
Clem. papa
V ... ad praedicandam
in terra
i
Tartarorum verbum Domini deputavt. Se Guglielmo non si fosse mai recato fra Tartari, vana crediamo e inopportuna sarebbe l' allusione onorevole Che gli fa il Pontefice. Cfr. Civeaza (5) Eubel Btdlar. franoisc. t. V p. 38 n. 86; cfr. ibid. nn. 112, 176.
Storia
t.
Eubel BvUar. cit. p. 74 nota 7. Etole Arohiv t. I p. 528*29; Wadd. Annoi, nnibalis de Latera Supplem. BuUarU p. 160 nota 21. Civezza Storia cit. t. Ili loc. cit. e i ce. 9-10, e t. VI p. 22.
(6) Cfr.
t.
t.
HI p. 13. VI pasaim.
SECOLO
d'et.
XIII.
303
lo dice
Ma
della sua
88
colle
il
quali
eleggeva alla
.
sede di Pekino
in
altro Minorit di
nome
Montecorvino dudum
. .
diem clausit extremum (1) . partibus Il nostro fr. Giovanni MarignoUi di Firenze, che fu
illis
in
il
Montecorvino,
Summi etiam
magni
Kam
do
Cambalec], plus quam triginta millia, qui vocantur Alani et totum gubernant imperinm Orentis, sunt Christiani, re vel nomine, et dicunt se sclavos Papae, parati mori pr Franquis; sic enim vocant nos, non a Francia, sed a Franquia.
fra ter
Horum primus apostolus fuit Johannes dictus de morite Corvino, qui primo miles, judex et doctor Friderici imperatoris (!) post LXXII annos C'O Cactus frater Minor doctissimus et scientissimus
Angelo De Gubernatis,
il
quale
troppo sull'ignoranza geografica del MarignoUi, lascia passare senza punto notare doppio anacronismo da noi notato coi due ammirativi. Del resto, noi crediamo a quel che ci dice il MarignoUi sulla vita precedente del Montecorvino milite, giudice e dottore, perch era in grado di saperlo, ma il nome dell' imperatore e i 72 anni del Montecorvino
di farsi frate, sono due errori cos gravi che non possiamo attribuirli al contemporaneo MarignoUi, ma piuttosto o al codice o al copista del Dobner primo editore della cronaca del MarignoUi.
prima
ci
rimane ora
di dire
scritti
Lettera
intravi in
Cui manca
l'
indirizzo, e principia:
Ego
fr.
Domini
MCCXCI
et
Indiam
||
nec princeps in
mundo
possit acquari
Cham
in
in latitudine terrae, et
MCCCV
die
Vili
raensis lanuarii.
civitate
Cambaliech regni
(an.
Waddingo
1305
n. 13),
Raynaldi (an. 1305 n. 19-20, t. IV. 401), in De Gubernatis (Orbis Seraph. de Miss. t. I. 373-74), e tradotta in italiano nel Da Civezza {Storia delle Miss, t. III in
n.
a p. 135-38).
Tra
le notizie
importanti che in
essa
ci
d, dice
Ego
fr.
Ioannes
. .
recessi de
MCCXCI,
[nel
et intravi in Indiani, et
fui.
in contrada
Thomae Apostoli
centum personas
et sepultus in
eadem
ecclesia.
Et ego
ultorvus
Katag
\corr.
Magnus Cham
peregrinatione
. .
et ego suro
fui,
sino socio,
Katay] regnum Imperatoris Tartarorum, qui dicitur apud eum iam ante duos annos (3) Ego vero solus in hac annis undecim, donec venit ad me frater Arnoldus, Ale. . .
(1)
Eubel Bullar.
t.
Vedi in Civezza R. 1057. Tschagatai {Turkestan Buchara) ivi mori: cfr. ibid. t. Storia cit. t. ili p. 599-602 la relazione sulla morte e funerali del Montecorvino, lasciataci
dal Domenicano
n.
1037-43,
t.
VI
n.
89 nota
2.
Guglielmo Adami arciv. di Sultanieh che vi fu presente. MarignoUi estratto dall' ediz. del Dobner fu riprodotto dai Meinert, Kunstmann, Yale, poi dal prof. De Gubernatis Storia dei viaggiai, ital. p. 142-60, indi dal Civezza in Bibliogr. Sanfran. p. 372-83. Cfr. Domenichelli Vita b. Odorico p. 29. (3) Da questo passo risulta che fir. Nicol gli mori entro il 1292-93; e che il Montecorvino si stabili a Pekin.) dal 1302.
fr.
304
BIBLIOTECA
de provincia Coloniae, nane est annus secnndns(l). Parla della coiiTersione d'an re sei anni prima (donqae circa il 1299): qni erat de genero illustri
88 mannas
dictns fuit praeshyter Ioannes de India * ; il cos detto Prete Gianni che molti cronisti medioevali e recenti confnsero coi sovrani di Abissinia. Domanda de' con-
e dice
. . .
n deir Ordine sno. Ego iam senni snm enim annoram quinquaginta oeto. Didici competenter lingnam et litteram Tartaricam . . ., et iam transtnli in lingnam illam et litteram
totnm
Novum Testamentum
et
et
Psalterium, qnao
et
feci
scribi in
palcherrima littera
eomm,
et scribo et lego,
praedico in patenti
si
tractavi
cam
per totam terram cantaretar in dominio sno; et eo vivente, in ecclesia sna celebrabam Missam secandam ritnm latinnm, in littera et lingua illa legens tam verba Canonis,
Diretta
Revdo. in
et
NN.
Vicario
[et]
Generali
Ministro Ord.
et
FF. Minorum,
.
.
Vicario
Fratribus
Ordinis utriusque in
Monte Corvino
miae caritatis
Legatus
circa
et
Ordo
exi-
hyems. Baptizavi
(ih. n.
centom
in
italiano e a
qnibus est semper aestas, et nnmqnam || Cos mutila in fine in Waddingo personas La stessa in De Gubernatis (C^ftis cit. p. 374-75);
. .
.
tera
t. IH p. 141-48), il quale nota che questa letBohrbacher, e appena accennata dall' Henrion
e dal
HucI
Sebbene mutila, dal contenuto per risulta che questa lettera pure fu scritta nello stesso anno 1305, e poco dopo la festa di S. Francesco (4 ott.). In questa ricordate di aver scritta
un' altra lettera, nel gennaio dell' anno precedente (1304), diretta al P. Vicario della provincia di
Gazaria,
ma
non
si
conosce
il
tenore (2):
Nunc
autem
notifico vobis,
nostrum, qui fuit Fratribus provinciae Gazariae de statu et conditione mea, paucis verbis exaratas, in quibns
.
.
quod anno praeterito in principio lanuarii, per quemdam amicum misi litteras patri Vicario et ex sociis domini Kathan Chamis ., ego
litteris
rogavi
lexi
quod meae
litterae
ille
idem
postmodum de Sara
[=
sim, propter quod de factis et contentis in illis [litteris] cogitavi non fecere mentionem, nec iterato scribere ... In isto autem anno Domini MCCCV ego incepi alium locum novum
ostio Domini Chamis . Dominus Petrtcs de I/uco-longo, fidelis christianus et magnus mercator, qui fuit socus meus de Thaurisio, ipse emit terram pr loco quem dixi, et dedit mihi, pr amore Dei . . De India maiorem partem ego vidi, et quaesivi de aliis partibus Indiae; et esset magnus profectus praedicare eis fidom Christi, si Pratres venirent. Sed
coram
nam
parum habent,
et
propter
magnam
una
temperantiam
(1)
Arnoldo
1303.
Di
rela-
zione di questo Minorit tedesco parleremo sotto il 1310 di questa nostra Biblioteca. (2) Vedi Civezza Storia cit. t. Ili p. 143, che fu il primo, e forse il solo che not e la data e la mancanza di questa lettera, che il Piancarpino dice d aver scritta nel gen.
del 1304.
SECOLO xm.
perientes, et propterea artbns nostris sartornm
et
305
cordonom
et
artificiis
non indigent,
88
qnibns est
semper aestas et
si
nella
medesima
nnmqnam hyems (1). P. Domenichelli, assegna a questa lettera 1' anno 1306, perch fa cenno d' un' altra scritta 1' anno precedente che pel Ynle sarebbe
:
1305 (2). Ma il Tuie non bad, che il Montecorvino scriveva questa In isto autem anno Domini 1305 ego accepi seconda lettera precisamente nel 1305 alium locum etc. ; e che dalle particolarit cui ivi accenna il Montecorvino, non pu esser
quella degli 8 gennaio quella degli 8 gen. 1305,
il
ma
P. Marcellino da Civezza,
Lettera 3"
ci
un' altra scrtta nel gen. del 1304^ la quale, secondo noi e ancora ignota o smarrita.
Data da Cambalich
civitate regni Kathay an. 1306 in Barn. QidnDi questa non abbiamo che un breve sunto tramandatoci
e riportato dal
Waddingo (sub
an.
1307
n. 6, t.
VI
p. 91-92).
Questa lettera fu portata in Europa pregandolo d' inviar loro col dei Missionari (3). dal suo compagno il b. fr. Tomaso da Tolentino che nel 1307 giungeva in Francia presso
Clemente
Lettera 4"
per informarlo dello stato di quelle Missioni ecc. Ignota al Waddingo, allo Sbaralea e ad
Cfr.
Wadd.
loc. cjt.
il
Eunst-
mann
cod.
(4) e
il
foli.
del sec.
XY)
che ce la conserv
Domenicano
frate Menentillo
non
mai stato
in Oriente,
di trasmissione, traduttore e
compendia^
tore della presente lettera che egli pot avere dal messo del
Montecorvino e inviare al
suo confratello
fr.
(7).
apparir non solo compendiata, ma in alcuni punti mutila, e per di pi erronea nella data anno (sic), ove, senza dubbio all'amanuense
Dal testo
di Menentillo, essa ci
MCCX
A
noi
un C, per non
anno
invece
MCCXCII
MCCXCIII
secondo
MCCCXX,
secondo
altri (9).
sembrerebbe
pi ragionevole
assegnare a questa lettera 1' anno MCCCX, per esser cos pi vicini al codice e supporre in esso r omissione di una e non di pi lettere numeriche. Varrebbe anche per la nostra data notare, che questa lettera fu certo scritta, e spedita col messo, buon tempo dopo la
(1) Sui prodotti e
clima del paese, colle stesse quasi parole, parla anche nella qttarta
La vita e viaggi del B. Odorico (Prato 1881) p. 22 nota 3. Civezza qui per Etiopia intenderebbero Ceylan; il Kunstmann invece Cfr. Domenichelli Vita e viaggi del B. Odorico. p. 23. pensa a Socotra. (4) In Munchener gelehrte Anzeigen: 24 e 25 dee. 1855, p. 164 s.
(2) P. Teof.
Domenichelli
il
(3) L'
Huc
t.
VI
p. 309-314; cfr. la
Ord. Praed. t. I p. 541. (7) Questi fioriva nel 1314; fini di scrvere la
nel 1347.
nota
Summa
chard
Biblioth. cit.
t.
I p. 623.
(8) Secondo U prof. Angelo De Gubematia nella sua Storia dei viaggiatori italiani p. 96; e Domenichelli in op. cit. Vita e viaggi del B. Odorico p. 21-22. Non sappiamo la data che le assegna il cit. (9) In Civezza Storia cit. t. VI p. 314.
Kunstmann,
in ogni caso crediamo arbitraria quella che da lui riproduce T Amat Filippo i^Studi Bibliografici p. 79-80, ed. 2) cio U 22 dicemb. 1302, o 1303.
Bibliot.
ma
da
S.
Tom.
I.
20
306
BIBLIOTECA
di fr. Nicol
88
morte
da Pistoia (f 1292-93),
che fa
indirizzata
dal
Menentillo
a frate
Bartolomeo quando questi era gi celebre nel sao Ordine e in Italia, celebrit che per Ini data soltanto dalla prima decade del secolo XIV (e. il 1314), e non dal 1292 quando
forse era ancor giovanotto o
Predicatori
egli
Non
che sorgerebbe assegnando alla presente lettera la data del 1310. In questo caso dovremmo dire che il Montecorvino avesse lasciata
possiamo
una grave
difficolt
Pekino
l'
e ritornato nel
Mabar (=
Indostan, d'onde fu spedita la presente lettera; quando invece, dal 1293 in poi, lo vediamo stabilito a Pekino e non altrove. Ma data la misera condizione in cui ci pervenne
non siamo in grado di precisarne la data. Checch ne sa quindi della precisa data di questa lettera, noi ci siamo presi la pena d ricopiarla dal cod. Laurenziano per darla agli studiosi orientalisti nella sua integrit
il
il Menentillo, e speriamo di darla senza errori di stampa. Notiamo, punteggiatura ; o se v' alcuna, essa tutta a caprccio della penna del mediocre amanuense.
quale ce la tramand
v'
Allo in Xpo. frate Bartolomeo da santo CJionchordio suo per tutte le chose frate Menentillo de Spuleto, salute et sapiensia : perci che chonoscho che voi grande chura avete innisciensia et molto sapete, et voreste tutte le chose sapere, spesialmente quelle
elle
non
scrivo a voi
per uno
sapete, et voresti avere sapimento et chogniosciensia de tutte le chose, imperci ciert-e chose le quali aguale (sic) sono scritte delle parte dindia superiore frate Minore, lo quale fue chonpagnio di frate Nicholaio da Pistoia lo quale
moritte innindia superiore andando al Signiore de tutta lin^a: lo messo viddi et parlai chollui, in delle chui braccia lo detto frate Nicholaio moritte: e cho^ testifichava.
chondissione dellindia chos chome di sotto. Si dice innindia sempre chaldo, et non ve chaudo (sic) soperchio, et la rf^ione questa, perch qnne sono venti dogni tempo che temperano laria et lo chalore; la ragione perch non vi pu essere verno questa, perch ragione [regione] disposta sobto al adiacho, in del modo chessi dice d sotto, cio che lo sole quando in del principio della vergine, cio a d XXTTT T* daghosto, sichome io choU miei ochj viddi et estimai, &e radio perpedichulare sicch non fae ombra dalchuna parte, et simile fae in principio dellariete chentra la fine d marzo; et poi passando lo ariete passa in verso aquilone et fee ombra di verso lo merizo in fin che va (1) et torna a vergine : et simigliantemente passando lo segno della vergine poi fe ombra di verso aquilone, et per non pu essere tanto slonghamento di sole che vi sia freddo; et perci non vi sono due state, imperci, sichome detto 4i sopra, non ve frodo, ne verno.
et
La
Bella grandessa del die et della nocte, quanto pott cierchai per mzura et per estimo de segni: lo die est (sic) quando lo sole fae lo radio ritto sensa alchuna onbra in dell ditti due termini, lo die XV ore, et la notte Villi; quando vero lo sole in solstitio del chalcro cancro} lo die ae XIIII ore u pocho meno, et la notte X et poche pi, cio una quarta parte d'ora; quando vero lo sole est 'nsolstitio di chaprchorno, cio in del mese d dicenbre, lo die ae ore XI, la notte XIII, perci che [v'] lunghamento del
[=
sole alquanto magiore quando in chaprcorno, che quando in chaucro. Stella vero, la quale s dice tramontana, s di presso uvero sotto, che apena si pare ; per la qual chosa mi parve che se io fuss stato in luogho alto arei potuto vedere laltra
tramontana la quale posta in chontrario: molto ghuardai di vederla, et vidi pi segni che gli andavano intomo, per li quai li chonovi, et parvem chelli fiisseno vicini veramente, perch le fumusit vi sono chontinue chontra quelle parte sotane, per l chalori et per l venti : ella molto al di sotto, non meno potei ciertfichare, imperci che lindia grande regione et nnalchuno luogho era pi, et inalchuno meno: io ci oservai chome io
petti la region tanto dellindia saperiore che
s
dice
Maabar
(2) in
della
chontrada di
Santo Tomeo.
(1) Puntini nel codice.
(2)
Maabar
= Mabar,
a p. 308.
SECOLO xm.
307
Bella chondissone della terra dindia superiore. La chondissione della soprescritta le , chella [] terra assai, et bene avitata, et grande citt vi sono; chase anno miserabile, perci che sono fabricate cho loto sabuloso, et chomunemente clioperte di fronde. Dallori monti va pochi fiumi innalchuno luogho monti [= molti], et innalchuno pochi: fonti nulla, u molte poche: possi [= pozzi] monti: et la ragione , perch chomunamente vi si trova quin aqua a due, overo III passi, et meno quel aqua non bene buona da bere perch est alquanto molle et lassa lo ventre; et ano chomunemente pescine uvero vallette quasi chome fosse, innelle quali si raunano aque piovane, et quelle beno; animali ano poghi; chavalli non vi si trova, se non apo li re et grandi baroni: et molte poghe mosche vi sono, pulcie nulla; et albori che producieno frutto dogni tenpo, siche apo loro quelli medesimi arbori et derbe si trovano frutti perfetti in messo tempore. Simigliantemente de ogni tenpo si semina et rachoglie, et questo perch dognie tenpo chaldo et non freddo. Sono qune le spesie aromatiche in buono merchato, altre pi et altre meno, sechondo la diversit delle spesie: sonvi arbori che producieno sucharo, et altri
terra dindia chos
:
88
che producieno mele, et altri che producieno lucore che savore de vino, et di quello usano et benno gli abitatori di quelle chontrade: et queste tre chose sono di piccula valuta ; et vi larbore che fa pepe, et este nodoso et sottile sichome vite et molto sasimiglia alla vite, ecietto che [] pi sottile e trapiantasi. Lo zinsano sichome channa, e sichome radice di channa si chava et trapiantasi; le channe suoe sono alto sichome alberi, et ano ghovito [= gomito] uno et pi di grosessa intorno, rami sottili et spinosi et foglie minute. Lalbore del bersi albore sottile et alto et spinoso tutto sichome rubro: le foglie sono chome felcie ; le nocie dindia sono grosse chome poponi cholore anno verde sichome chochosse: li rami et le foglie loro sono chome rami et foglie di palmo; larbore del cinamomo mezanamente grosso et non molto alto et in ghambo et in buchia et in foglie simile [aZ^jalorio, et molto sasimiglia [aZZ'Jalorio del quale este grande chopia al isula apresso a Maabar (1). Delli omini da maravigliare, cio chontrafatti da gli altri, et delli animali, et del paradiso teresto, monto adimandai et cierchai alchuna chosa trovar none potti. Li buoi sono apo loro animali sagrati, et perci le loro charne non mangiano per reverensia, ma lo latte loro usano et lo loro servigio sichome lautre giente. Piovevi in cierti tempi.
: ;
dindia chotale. Li omini di quella regione sono idosensa lettera, et sensa libri: anno alfabeto chol quale scrivono suoi ragioni et orasioni uvero coniurasioni didoli, et non anno charta ma scriveno in foglie dalbori, le quai sono chome foglie di palme; et non anno chonosciensia dalchuno pechato. Case anno dellidoli, in dello quali sadorano quasi innogni ora, siche non si raunano per andare ad adorare innalchuna ora, ma chatuno va ad adorare quando li piacie, et
elli avitanti
La
latri et
jt
in quelli loro idoli di die et di nocte: frequentemente vi apan alchuno die da ghuardare non anno, n settimana, n mese. In anno una volta solamente si maritano; et morendo lo marito, quella femina pi non si marita; pechato charnale alloro non si reputa pechato, n di dirlo non si ver(sic)
di digiuni, feste,
ghogniano. In delle parti marine sono molti saracini, et nnovi grande forza. Infra terra pochi christiani; et giudei va molti pochi et di pocho valore contra li christiani: et quelli che anno nome di christianitade molto li perseghuitano. Li morti loro non sepeliscieno, ma rdenoli, et ad ardelli portano clion {strumenti et chon chanti, avegnia chelli parenti del morto innaltri luoghi grandi dolori et ranchori menano sichome lautra giente. Este lindia regione grande, et sonvi pi r^ni et pi linghue: sonovi li omini asai dimestichi et familiari et di poche parole et quasi chome omini di ville, et sono non apostutto neri, uvero ulivigni, et monto bene formati, chosi le femine chome li omini: vanno a piedi dischalsi et nudi, portando una tovaglia intorno alli membri verghognievoli li gharsoni e le fanciulle in fino a Vili anni nulla chosa portano, ma chosi restieno nudi, et vanno chome del ventre della madre stitteno. Barba non si radono ; molte volte lo die
;
308
BIBLIOTECA
88
lavano pane et vino non anno dell! nostri frutti che noi usiamo, pochi n niente anno usano in cibo chotidino riso et pocho latte, et mangiono balordamente sichome porci, cio chon tutta la mano nvero pngnio, sensa chuchiaio; in del mangiare paiono magiormente porci, che omini. La terra este monto sighura: scherani u robatori rade volte si trovano: pedagi molti vi si paghano: artifici va pochi, per che larte et lartificio pocho vi vagliene et piciulo luogho vanno; spade et choltella asai usano sichome noi: se veramente fanno battaglia, in piciulla ora se ne spacciano, avegniach loste sia grande inperci che nudi vanno alla battaglia chon sole spade et chon choltella: ae tra loro alchuni saracini soldanieri che
si
; ; ;
ma
portano archi.
La chondissione del mare dindia questo e in questo modo: che lo mare molto abondevole di pesci et peschavisi innalchuno luogho perle et pietre presiose: li porti vi sono molti radi, et mali ; et deste da sapere che questo este lo mare mezano, uvero ocheano, sie che da parte de merizo non si trova terra, se non isule et in quello mare sono molte isnle oltra dodici miglia, et molte di quelle sono abitate, et molte no: nvichavisi daisse(l) infine adormesse (2) et a quelle parte le quali si dicie che siano due miglia migliaia di migliaia (sic), intra scielocho \^=z scirocco^ et levante; de Minabar (3) a Maabar (4) chontra a tramontana ecc. migliaia; intra levante et ghrecho de Menahar a Gruigimencota (5)
:
ecc. migliaia: nvichavisi intra ghrecho et tramontana; lo residuo non veduto, Le piaggio del soprascritto mare sono in mare innalchuno luogho perci non ne dicho. e. migliaia e pi, unde vi si teme che non ficano li legni in terra, et no vi si pu navi-
altre
chare
li
senn una volta lanno; perch, dalla intrata daprile in fine alla fine dottobre, venti sono occidentali, siche ninno potr (sic) navichare in verso occidente; et per lo chontrario, cio dal mese dottobre infine al marso, da mezo magio infine a la fine de
luglio, sono
li venti si valorosi che le navi che in quello tenpo si trovano fuori delli porti, launque vanno, sono tenuti disperati, et se champano per ventura; unde in dallanno passato peritteno pi che nave Ix, et in questo anno, in luoghi omnino vicini, vii. Dellautre regioni non avemo novelle. Le loro nave sono molto fraile, distorte, senza ferro, e senza chalchatura, et sono chucite chon fan sichome vestimento ; unde se lo filo si ronpe innuno luogho, vaccio si rompe; unde ogni anno si rachonciano, una volta lo
meno,
et pi se volo navichare.
di larghessa
duno ghonito
(sic), in
Et anno pure uno timone, fraile e sottile chome una taula meso della poppa; et quando denno girare, chon grande
(1) Cosi
Ormisaa
esse)
>
Ma
nel codice: tdaisse. In Civezza. {Storia, ct. VI. 313): da Joaa fino ad veramente una citt o isola detta Isse, o non piuttosto un pronome (da
che
si
da
esse
isole fino
navigabile. Se poi Isse un isola, non paia strano se gli attribuiremo la cognizione della nota isola del Griappone lesso. Quaerendo dicimus. Ormuz nel golfo Persico. (2) Ormesse
ad Armuz
mare
(3)
dell'
Vita e viaggi del B. Odorico p. 307-13. (4) Maabar o Mabar, fu cosi detta dagli antichi viaggiatori la regione o costa di Coromandel, sul mare orientale dell' Indostan; Maabar fu detta Sinch la, Maliapur o Meliapur
Indostan.
Malabar
sul
mare occidentale
Cfr. P. Domenichelli
l'antica capitale del Coromandel, sulle cui rovine i Portoghesi fondarono S. Tomaso o S. una Tome, in memoria del santo Apostolo che vuoisi sepolto in cima d' un vicino monte.
lega di Maliapur sorge oggi vicina Madras, nuova capitale degli Inglesi. scrveva la presente lettera il Montecorvino.
(5)
Da
Maliapar dunque,
il P. Marcellino da Civezza (Storia ct. VI. 314); il prof. (Storia de' viaggiatori ital. p. 96) lesse invece: * Siu Simmoncota (\) l& cui posizione geografica (dice) ancora da determinarsi Guigi-mencota potrebbe essere la Melianeota, che tra lor vuol dir citt grande, la qual ha nove miglia di circuito, visitata
De Gubematis
Vedi il Conti nella cit. opera del De Gubematis (p. Ili e 174): ove questi osserva che neppur gli riusci di riscontrare la Melianeota del Conti, e dubita vi sia un errore d' amanuense.
dal Conti nel Malabar?
SECOLO xm.
pena girano:
309
et sello vento potente non puonno girare. Vela anno una et uno alboro, u di miserabile panno. Le funi sono di resti ; nchoro anno poghi, et non buoni marinai; unde molti pericholi vi chorrono, siche si dicie che, quelle nave che vanno sane et salve, Dio le ghoverna, et lumano artificio pocho vi vale.
88
in
Mbar
cittade
della
provincia
di
Sitia
dellindia
di
XX
dicienbre,
(sic!).
1280 f ?
(in
Fr.
Thomas de Papia:
Histor.
Monum. Germ.
Scriptores
t.
483-528,
editore
Ern. Ehreii-
feuchter, 1872).
di
nome Tomaso
(2),
89
toscano (natione crai tuscus), quando invece vi sono fondate ragioni per attribuirle a frate Tomaso da Pavia lodato dal Salim-
alcun
fondamento
lo disse di nazione
bene.
ci
La
il
semplice ragione che egli sia vissuto lunghi anni in Toscana e che della Toscana
dircelo toscano, o
aretino
di
come vornotizie su
rebbe
Winkelmann
Pavia, e a
sita,
ut audivi Papiae,
erant (Gesta
usquc sunt poa senioribus terrae, qui temporibus illis essem, consacra una bella pagina che non possiamo
fu anche in Oriente:
Huc
un Minorit che
... Dominus Phylippus archiepiscopus Bavennas (4) ... volens mori in terra sua, faciebat se portari in quodam lecto ligneo a viginti hominibus, decem et decem succedentibus sibi ; et cum fuit Imolae, voluit esse in loco fratrura Minorum, et ego tunc temporis
habtabam ibi; et totum refectorium concessimus sibi, et non fuit nobiscum nisi una die. Cum autem esset Pistoni, misit pr fratre Thoma de Papia, qui erat notus et amicns suus ab antiqnis diebus, et confessus est secum, et ordinavit bone cum eo de salute animae
suae
et
;
Thomas
et sic quievit in pace, sepultus in ecclesia fratrnm Minorum do Pistorio. Fuit frator de Papia sanctus homo et bonus et magnus clericus, et lector in theologia Parmao
:
et discretus, et vir boni et sani consilii: familiaris homo fuit, alacer, humilis atque benignus et Deo devotus, et praedicator gratiosus atque sollemnis: multis annis minister
Chronicam magnam
fecit
quia
multum abundabat
et erat pro-
Sermonum ;
fecit similiter
magnum
Detta pure Indo-Scizia da alcuni geografi antichi. Lo Sbaralea (Supplem. p. 56 n. 335), che fu.il primo a descriverci il cod. di S. Croce, oggi Laurenziano Chronicon Imperatorum et Roman. Pontificum, lo attribu ad un Minorit Il cod. Laurenziano PI. XXI, Cod. 5 n. 624, memb. di foli. 92, in due anonimo italiano colonne, diviso in Centuriae, e scritto da due mani verso la met del sec. XIV, non porta
(1)
(2)
nome
memb. lat. n. 6818, in grande formato, del sec. XIII, in una mano, contiene le 6reto entro i foli. 111-178, col nome dell'autore: CHRO THO, cio Chronicon Thomae, diviso l' argomento in capitoli o tesi. Consta, n l' uno n r altro esser autografo di Tomaso. L' editore Ehrenfeuchter, nel darci il testo delle Gosfu
d'autore. L'altro di Parigi,
di
soli codd. a lui noti, omise tutta quasi la parte antica che Tomaso verbalmente copi da autori troppo noti. Nel Potthast {BibltotJi. med. aevi t. II p. 1065 e 1066) troviamo registrati altri due codd. delle Gesta: Paris Nazion. sec. XIV n. 6815. 6, e Londra Mus. Brit. Karl, sec, XIV n. 3723 (-1266); 3775. 4.
su questi due
In Forschungen zur Deutsch. Geschichte IX p. 450. (Fontana) arcivescovo di Ravenna dal 1251 in poi, mori verso 1268; cfr. Eubel Hierarch. t. I p. 436.
(3)
(4) Filippo
il
luglio del
310
BIBLIOTECA
89
diffasum, quod pr sui magnitudine Bovem appellavit provinciam Tusciae ad bonos mores reduxit: multum fuit amicus meus, quia multis annis in conventu Ferrariensi habitavi cura eo (1): cuius anima per misericordiam Dei requiescat in pace, amen (2).
:
le
Nel 1245
lo
vediamo in Francia
Lione
Haec verissima
ministri
esse scio,
eram
vicarii generalis
orcUnis
Mino-
rum
(3),
sigillum apposuit et privilegia legi diligenter audivit (p. 492). Nel 1253, sappiamo da lui stesso che era in Romania, ossia in Grecia, o meglio a
qui
suum
quando
b.
Terrinca:
P. Thomas Papiensis
carica
hanc provinciam regehat circa an. 1260 (5) come abbiamo dal citato Salimbene, e forse sino
vincialato
il
e al
tenne
questa
multis annis
nel
1279 quando
in
di
gli succedette
pro-
1270
lo
troviamo quasi
sempre
Toscana.
Nel
battaglia
Monte Aperto
sappiamo combattuta fra i Ghibellini di Siena e i Guelfi di Firenze, nella parte anche Dante Alighieri. Nel 1267 Tomaso accompagnava re Carlo di
spedizione per la Toscana; fu per qualche
al ritorno nelle Puglie (p.
prese
nella
520
de'
e seg.).
tempo colla sua corte, e forse lo accompagn L'anno seguente (circa il 20 ag. 1268), pochi
si
uno
Arezzo
(7).
Tomaso
come
si
ha nella
vita
Nanni
Questo tutto
quanto sappiamo della vita del nostro cronista. Tomaso da Pavia compilava questa sua Cronaca nel 1278
(1) Salimbene [Chron. p. 90 e 159-60) dice di s che abit nel convento di Ferrara dagli ultimi del 1249 per sette anni continui, occupato a scrivere varie cronache. (2) Salimbene Chron. p. 217-18, ove parla di ambedue questi personaggi per incidenza. (3) Vicario in detto Concilio del generale frate Crescenzio, sappiamo ora di certo che
fu frate
Bonaventura d'Iseo;
cfr.
Sabatier Opuscvl-es t. I p. 119-20, e ibid. la giunta a p. 134. p. 1195, ove si ha per esteso una bolla papale che con-
ferma
Vedi sopra pag. 223 nota 3. Ministro generale. (4) Papini Etruria francescana (Siena 1797) p. 8 p. 92 n. 9, sub an. 1268.
(5) Terrinca
(6)
(7)
Cfr.
Wadding, Annalea
t.
IV
Theatrum Etrusco-Minoriticum,
cit. p. 31.
p. 31.
Terrinca Theatrum,
Da
36
(8) Vedi sopra al n. 36 p. 141-42. Vedi sopra a p. 148. (9) Conform. 8% fol. 56 r. ed. 1513 (10) E come egregiamente prova il eh. editore Ehrenfeucbter, fu compilata da Tomaso ormai vecchio nel 1278 e 79; anzi statuendum erit, eum uno quasi impetu eodemque tempore, certo ante obitum Caroli I Siciliae regis (f 1285), probabiliter ipso anno 1279 totam
SECOLO xm.
la Dalmazia. Peccato che in questa
311
Cronaca
Oriente, e sorvoli
egli non ci racconti nulla del suo viaggio in suo tempo in quello regioni. Il racconto che
Oriente, 6 tutta
roba
tolta
verbalmente
dall'opera
di
Guglielmo
di Tiro, e
et
un lungo
logna.
capitolo.
De Mahumet
quo tempore
et
quomodo ad dominium
d'
una chiesa
di
Bo-
Quando mor il nostro Tomaso? L' Ehrenfeuchter non avendolo identificato col frate Tomaso di Pavia celebrato dal Salimbene, nulla seppe dirci della vita di lui, e ben poche
notizie ricav dalla
il
Salimbene,
l'
fatti
anno
1250
(1), quivi
li
Pavia e
dice
per incidenza parla di Filippo arciv. di Eavenna e di frate Tomaso da ambo morti; abbiamo quindi un indizio certo che Tomaso nel giugno del
pi.
Da
ci
condi
ove
trattasi
1285
mano
posteriore.
Ora
ci
sia lecito
anche una pi
ampia
fecit, quia prolixus? Y&n^ Ta%om ci persuaderebbero che la cronaca quale l' abbiamo nei due suddetti codd. non sia quella a cui alluse il Salimbene, e quindi i detti codd. non conterrebbero che un compendio della Chronica magna, ossia una seconda
la disse
Chronicam magnani
muUum
abundabat
et erat
le ragioni sarebbero,
che
cio,
nessuno dei due codd. abbiamo l'autografo di Tomaso, e che ambo dipendono da uno stesso codice archetipo, come lo dice anche il dotto editore Ehrenfeuchter. Il cod. Laurenziano, che
in capitoli
vedemmo
tesi:
forma.
il cod. Parigino ridotto che evidentemente mostra due amanuensi o compilatori differenti nella Inoltre, Tomaso, come abbiamo notato, compilava queste Gesta quando era gi
il
anno prima
avvenuta verso
1280, poich
il
racconto non passa l'anno 1279; ora, stando al Salimbene, queste Gesta,
e pel
dirsi
tempo impiegato nel compilarle, e per la mole non grande dell'opera, non posson Chronica magna, n Tomaso poteva esser tacciato per queste Gesta come multum
et
abundabat
non superano certo il Chronicon del suo censore Salimbene. E tanto pi che Tomaso preavvisa nelle sue Gesta che brev^itatem ac proUxitatem devitare cupimus, eo quod brevitas nimia nubilum obscuritatis inducit et famem desideriumque sciendi non minuit,
e per prolissit,
sed incendit...; et ipsa proliiitas nimia, debito moderamine non frenata, fastidium
tibus saepe parit...
utilia,
logen-
Nos ergo
inter
paucum
et
nimium, via media incedontes, et dicemus superflua relinquemus. Nam nimia brevitate sunt
et
plurimum incurrerunt.
<
opus scripgisse
Parig.).
(p. 484).
Tomaso
il
quale
20
in /etto Helisabet
Parmae,
ista
;
Tomaso
sotto
l'
anno
p. 212: * agitar nunc annua 1284, in vigilia b. lohannis e quattro pagine dopo (p. 217) parla dell' arciv. Filippa e 1250.
312
BIBLIOTECA
89
Crediamo dunque a due compilazioni di Tomaso; 490). queste Gesta per noi non sarebbero che un' opera diversa o un compendio della sua Chronica magna ricordata dal Salimbene.
(p.
Un
brano
il
cod.
membranaceo
S. Antonii de
Urbe, del
secolo
XIV
(1) contiene
un lungo
;
Stefano compagno
di S.
Francesco
brano che
diamo
racconto
Tomaso
il
fogli
58 v.
2.
59
V. 2.,
pi sopra, sotto
34
a p.
1282 Fr. Matteo Vicario del Ministro provinciale di T. S,, Pr. Giacomo Antiochia guardiano del convento de'PF. Minori di IVipoli, e fr. Ugo Minorit vescovo di Gibelet in Sria, trovansi present in un processo tra i Tenplri e il principe di Antiochia (3).
d
< Item millesimo dall' Oriente. insonuerunt rumores. Dicunt enim veridici relatores, qui de supraposito (1284) ultramarinis partibus nuper venerunt, sclicet fratres Minores et Praedicatores, Inter Tartaros et Saracenos foro factam maximam novitatem. Ajunt enim qnod filius Begis tartarorum defuncti surrexit in praelinm centra patruum, qui regnabat, et adhaeserat saracenis, et occidit eum, et saracenorum multitudinem nimiam interfecit: insuper mandavit Soldano Babjloniae ut fngiat in Aegiptum: alioquin occidet eum, si eum
alii
1284
ad partes suas, ad quas intendit festinanter venire: proponit enim, ut dicitur, esse in sabbato sancto in Hierusalem, et, si viderit ignem descendentem de coelo, ut asserunt christiani, promittit se occisurum omnes agarenos quos
ceperit, cura veniret
poterit invenire.
Nam, antequam
iret
ceteris christianis, quibus adhaesit, fecit fieri monetam, et ex una parte sepulchrum, et ex alia litteras continentes: In nomine Patris et Filii et Spiritiis saneti; fecit etiam vexilla et arma crucis signaculo insigniri, et in Crucifixi nomine de sara-
stragem
fecit.
Sol-
danus Babyloniae
et gafeni sibi subjecti, qui festinabant in adjutorium tartarorum, recesserunt, velociter fugiendo, ne et ipsi male perirent eum inimicantibus christianis. Cfr. Tournebize Hist. polit. et reUg. del' ArExplicit (Salimb. Chron. p. 308).
menie
in
p.
370.
1286
90
probabilmente nel gran convento di Acri, come risulterebbe da un documento di quei Geleberto fu presente con altri Minoriti ad una convenzione conchiusa tra tempi (5).
(1) una miscela preziosa sulla vita di S. Francesco, e de' suoi compagni ecc., compilata su antiche memorie, ed tra i codd. S. Antonii de Urbe, in parte illustrato dal P. Lemmeng O. F. M. nei Documenta antiqua franeiscana III p. 72-73.
t. IV p. 92, an. 1258 n. 9. Latrie Hist. de Chypre t. Ili Vedi Mas (3) cronologica de' Superiori di T. S. num. 10.
(2)
Annales
p. 662-67, e p.
673 n.
1.
(4)
Come sappiamo,
una
la Provincia di
Terra Santa
si
di Siria e
rispettiva Custodia, e ambo dipendenti dal Ministro Provinciale di Terra Santa o di Sria. (5) Cfr. Bohricht Sgria sacra in ZeUschr. des Deuisch. Paiaest. Verein t. p. 22.
SECOLO xm.
313
Enrico II re d Cipro e di Gerosalemme e i militi del re di Francia. Nel documento redatto dalle due parti egli detto Gelbertus Custos Minorum (1)
.
OC
1286 f
Albertus Milioli 3^ Ord. S. Frane: - i. Liber de temporibiis et aetatibus ab an. 1-1286. Memoriale Potestatum civitatis Reglnae 1154-1286. Oontinuatio Begrina 1285-1290. G-esta obsidionis Damiatae 1218 mai. -1219 nov. 5. 2. Chronica Imperatonim Latinorum et Graeoorum, et Regum Longrobardorum et alianun nationTim, usque ad an. 1213.
:
Et additamenta varia.
Alberto Milioli, cronista ^n qui sconosciuto, e perch appartenente al terz^ Ordine nostro e perch abbondante compilatore di memorie sull'Oriente, merita alcuni cenni in
questa nostra biblioteca, cenni che riassumiamo dalla lunga e dotta prefazione che il eh. Holder-Egger premise alle suddette opere del Milioli, edite recentemente e quasi integra-
91
mente
t.
XXXI,
Monumenta Germaniae historica, Scriptorum 353-668 (Hannover et Lipsiae 1903). nacque verosimilmente non molto prima del 1220,
contemporaneamente a frate Salimbene (nato 1221), poi suo amico, suo confessore e suo maestro in religione e in istoria. Nel 1242 lo vediamo in officio di sacri palatiiniarius in Beggio d'Emilia sua patria. Per ordine del Podest di Beg^io, dal 1265 sino
quasi al 1273, egli raccolse ed ordin in bella forma oltre quattordici libri degli statuti
della citt, tutt'oggi conservati in quell'archivio di Stato. Alcuni anni
sciato forse
l'
officio di
patria.
Adami che
In questo frattempo egli conobbe il nostro ormai celebre frate Salimbene degli nel 1281 era venuto di &miglia nel convento di Beggio e dal quale si ebbe
e materiali pel lavoro.
eh. critico Alfredo
i
n
utilizz
Dove
il
cronicon di
li
Salimbene e
giudic lavoro di
un
Milioli in
et^axanzata
terz'
siasi fettto
mai MinoFrancesco,
ma
fosse
ascritto al
Ordine
di S.
l,
Minorit (p. 567-68), consta non essere cbe un brano della cronaca del Salimbene che egli abbondantemente ricopi nella sua. Checch ne sia, il pio e buon * Alberto lasciava
questa vita e l'amico Salimbene verso la fine del 1286, come dopo il 1287 egli non viveva pi.
si
congettura;
che
certo
della sua opera opus mirum et monstruosum come la dotto critico editore (p. 336); che, Alberto *stupendae simpUcitatis fuit, rudis,
Unguae
(1)
lati/noe
ignarus,
e quindi
*qualis auctor,
t.
tale
opus eius
(p.
338).
Cfr.
Mas
Ili p. 671.
tutta la nota che trovasi nella nostra Serie cronol. de' Superiori sotto
proposito di
(2) Il
Giacomo che
1290 come
di
bene di lasciare
mende e gi
(3)
Deo
(ibid. p.
servito Alberto.
314
Tanta semplicit per
fedele
e rozzezza
BIBLIOTECA
non
offese
punto
la
l'
compilatore,
alla
diligenza
del
quale
oggi
critica
come
dicesi
al
Salimbene,
particolare dobbiamo
il
si da schiarirci oggi non poco le conoscono e giudicano meglio. Ad Alberto in lungo periodo di anni 1-1167 contenuto nel racconto che
il
modo
si
la-
menta perduto della Cronaca Sicardo-Salimbeniana, come egregiamente prov Dove (2), e pienamente consente l' editore di Alberto (3).
quasi tutto
citato
A.
Salimbene, come viensi ora a sapere di certo, aveva rifuso nella sua cronaca grande il testo di Sicardo, specialmente la cronaca maggiore di lui, oggi desiderata;
e siccome per
maggior sfortuna,
il
rac-
conto di Salimbene sino al 1167, andarono anch'essi miseramente perduti, cos dobbiamo
ad Alberto
le reliquie di
torum
MilioU
margini del suo Liber de tempocon esso la massima compilando parte della sua Chronica Impera Edimus, dice l' Holder, Sicardi chronicam quae extat, sed libros Alberti fratris Salimbene adhibuimus ad illius textum restituendum (p. 76).
gli Orientalisti
dovran esser grati all'ingenuo compilatore Alberto, so non nuovi cimeli, uno leggendario e l'altro storico riguardanti r Oriente. Il primo la leggenda De vindicta passionis Jesu Christi facta super ludaeos ab imperatoribus Tito et Vespasiano in civitate Jerusalem, inserita da Alberto al cap. Ili del suo Liber de Temporibus (a p. 373-79), e che per forma o
altro per averci conservato due
Ma
anche
compilazione
differisce
dai
testi
noti
pubblicati
dal
Tischendorf (5).
La seconda
operetta, tutta
testo,
per la storia delle crociate, un nuovo a meglio dire una nuova compilazione delle famose Gesta obsidionis Damiatae
storica e di
somma importanza
1218-1219.
Delle
conoscono
fin
un
tantino, si
una
(1) Il testo della cronaca universale di Sicardo ricostruito dall' Holder- Egger deve senza al testo originale oggi perduto. Van Ortroy D'Analecta BoUandiana
p. 358.
XXII,
(2)
Doppelchronikon, p. 79-109.
il
quale anche ammette, di pi che, oltre- il cronicon Sicardo-Salimbeil testo puro di Sicardo datogli dal Salimbene.
(4) Il Muratori giudicando questa Chronica Imperatorum (che a noi piacerebbe chiamare Sicardo-Salmbene-Albertna) opera di Sicardo con giunte altrui, la pubblic nei Scriptores rerum italic. t. VII, col. 529-626 (d' onde pass poi nel Migne Patr. Lai. t. 213 col. 437-540)
ma
resect8 quae nativitatem Christi praecedunt, e codicibus biblioteca^ Vmdobonerm et Extenn , eoa non poche mende e mutilazioni. Poi {ib. t. Vili col. 1073-1174) pubblic come anoil
nimo anche
altri
credettero di
attribuire al Salimbene perch vi scorsero lunghi brani del suo Cbronicon, come il Balzani {Le Cronache italiane nel medio Evo, Milano Hoepli 1884 p. 249) e il dotto Tabarrini {Studi di critica storia p. 87), e prima di loro l' eruditissimo P. AflF Ord. Min.
Vedi (5) Evangelia apocryph ed. 2 (Lipsiac 1885) p. 471-86; e cfr. p. CXXXII s. un bel lavoro con un testo italiano, edito dal giovane Mich. 0. Tirrito sotto la direzione del eh. prof. Guido Mazzoni che lo pubblic nelle pregiate sue Esercitazioni sulla letteratura
religiosa in Italia nei sec.
XIII
XIV,
SECOLO xin.
con pi severa critica edite
dall'
315
dei citati
Monumenta Ger-
manae
historica.
1" Il
primo
testo ufficiale,
il
Card. Pelagio
si
meno fedelmente
com-
rimaneggiarono abbondanti ricavate da altre memorie. Consta che tutti e quattro ebbero
pilatori, che lo
con giunte pi o
meno
per
sott' occhio e
guida questo primo testo ufi&ciale oggi smarrito. 2" Il secondo testo, che l' Holder-Egger vuole sia compilazione di un autore svevo tedesco del secolo XIII (1), ha per titolo Liber Duelli christiani in ohsidione Damiatae
675-705 occupa le pagine a 699) l'autore fu certo presento all'assdio, o verosimilmente egli fu uno del clero tedesco; e senza dubbio ebbe sotf occhio il primo testo originale da lui rifatto in miglior forma latina e continuato sino ai fatti
exacti: mai.
fbr. (nei cit.
t.
1218-1220
M.
4
G. H.
31
p.
17 pp. 681
de'
2 febbraio 1220.
3 Il terzo testo, col
cit.
titolo
di
febr.
p. 674-704, occupa (in pagine a sinistra) d'un tale che si dice sacerdote Joannes de Tulbio (da Tolve di Potenza) che non si sa se fu autore o copista delle Gesta, e se "fu o non fu presente ai fatti; poich egli non fa che inserire nel suo,
M.
G.
H.
brani del
testo
primo
fatti,
ufficiale perduto,
mutandolo
corromil
pendo, omettendo
duelli, e
4'*
Egli segue 2 feb. 1220 (2). Il quarto testo, collo stesso titolo di Gesta obsidionis Damiatae
secondo testo,
Liber
suo racconto
il
mai. 1218-1219
al
nov. 5 (in
M.
G. E.
p.
463-503
attribuito
notaio
1012
il
i
fa, e
all' as-
quegli che colla sua solita vana verbosit aument, esager, corruppe e con
il
racconti
puro testo del primo autore italiano. Quindi non da credergli ciecamente l ove non concorda con gli altri compilatori o con altre fonti. Egli termina le sue Gesta
ai
5 nov. 1219,
il
il
il
ma
non vogliamo
testo Codagnelliano
critici
Albertino, congettura che non piacerebbe ai dotti cedenza di tempo al testo Codagnello.
" Il quinto testo intitolato pure
(in cit.
5,
M. G. H.
p.
462-502
Holder-Egger, tutta da nei esso inserito perch cap. 219-220 del suo
l'
come vuole
Lo
stesso giudica
il
t^.'KXWW,
ove a pp. 141-66 ci pubblica il Liber Duelli dallo stesso cod. di Heidelberg segnato Salem g. 29, ma con minor cura dell' Holder.
(2) Il testo del da Tolve fu pubblicato per la prima volta dal cit. Rohricht Quinti belli etc. (Genevae 1879) p. 117-40 dallo stesso cod. Harleiano n. 108 del Museo Britannico, ma da una copia non troppo fedele. (3) Huillard-Brholles Clironicon Placentinum (Paris 1856) Pref. p. XVH-XX, crede che queste Gesta furono aggiunte dal copista al cod. della Cronaca di Codagnello, e perci
316
01
BIBLIOTECA
Liber de temporibus, o pi precisamente nella seconda parte di questo Liber che ha per titolo Memoriale Potestatum civitatis Beginae ab an. 1154-1286, dandogli il luogo dopo l'anno 1219 di esso Memoriale (1) Secondo lo deduzioni pi o meno fondate dell' Holder.
Egger, Alberto avrebbe avuto tra le mani un altro testo sconosciuto e perduto, cio una seconda relazione originale che riassumeva in s oltre il testo della prima ufficiale molte
altre notizie assai, tutte serie e notevolissime e
degne di fede, perch confermateci da Olida dover facilmente credere a tutto il resto
Ora questa reperduta come la primu ufficiale), sarebbe stata da Alberto inettamente rimpastata e confusa col testo Codagnelliano, senza badar tanto all'ordino e serie de' fatti distinti. Utinam Albertus Milioli (conclude l'editore) hunc liautore, pure italiano, avrebbe compilato sotto Damiata.
(e
diremmo seconda
iellum deperditum scriptoris itali integrum descripsisset ! Sed grates ei agimus, quod auctor inscitus partes huius haud parvas satis fideliter, etsi negligenter, descriptas servaverit, et
quod magnas partes libelli Codagnelliani ex codice bono exscripserit, ex quo ut eius ope multa menda codicis nostri Parisini (Codagnelli) tollere potuimus cvenit, (p. 673). Il testo quindi di Alberto il ^i abbondante e pi minuto degli altri compicome quello che contiene
in
latori,
s e la
prima
relazione ufficiale
comune a
tutti, e
il
buona
parte della mentovata seconda relazione posseduta dal solo Alberto; e termina
col
racconto
Codagnello ai 5 nov. 1219 (2). In ultimo, senza pregiudicare al merito di Alberto, n contradire
il
Holder-Egger e di altri, ci sia lecito porre un quesito. poi certo che si debba tutta ad Alberto la compilazione di queste Gesta che egli inser, quasi fuor di luogo e scopo, nel suo Memoriale Potestatum civitatis Beginae? Il eh, Alfredo Dove (3), cui pienamente consente il dotto editore di Alberto (4), prov ad evidenza che Alberto non fece che raccogliere, copiare ed ordinare in
un corpo tutta
la parte del
Memoriale
dal
1154
sino al
1273, composta gi da altri cronisti di Reggio, e che lui non compose realmente che la sola parte contenuta tra gli anni 1273-1281. Ora le Gesta appunto entrano, e senza alcuna ragione, nel periodo del 1219, tra le memorie cio da Alberto raccolte, ma non da
esso composte. Quindi, siccome sappiamo che Alberto usufru del materiale datogli da frate
lui copi e se
fondamento possiamo avanzare una nostra idea ed attribuire al Salimbene almeno la paternit del testo della seconda compilazione, oggi perduta, e da Alberto usata e rimaneggiata col testo di Codagnello. Checch ne sia, per ora dobbiamo ad Alberto uno dei pi
preziosi
monumenti
(1)
Questo Memormle
colle unite
volta dal Muratori Script, rer. ital. t. Vili col. 1071-1180, sioni, e gudicoUe opera d'un Minorit.
(2) Dall' intimit
Gesta obs. Pamiatae furono pubblicate per la prima ma con molte mende ed omis-
che
vi tra
il
i
dubbio
il
due
testo Albertino e quello di Codagnello, fu indotto senza testi in uno e pubblicarli in Quinti belli sacri seri;
ptores minorcs p. 71-115, preferendo or l' uno or l' altro, e ponendo in nota le varianti che non piacque ad alcuni critici tra i quali l'Holder, e ben a ragione. (3) Op. cit. p. 68-85 ap. Holder-Egger M. G. H. p. 346.
(4) Praef. p.
modo
338 e 346. quanto abbiamo detto pi sopra, Alberto trascrisse nella sua opera tutta la parte del 1281-84 che nel ms. d Salimbene corrisponde ai foli. 420 438; cosi pure, giudica r Holder-Egger, son brani di Salimbene le vite di Niccol III e di Martino V che Alberto inser nei cap. 290, 298, e tanta altra parte che tratta dei Minori e dei fatti d'Oriente.
(5) Oltre
SECOLO xm.
317
1287
Pr.
Salimbene de Adaan
(1221-1200?):
prmum
*
Un volume
XIV-424
e-
(1).
In
attesa
djella
XIII) della cronica Salimbeniana promessaci dal eh. Holder-Egger pel 32" tomo de' Monumenta Germaniae historica, siamo costretti di servirci per ora della meschina e monca edizione del Fiaccadori, curata con mediocre cura dalla societ editrice de' Monumenta ad provincias Parmensem
autografo (lat. n.
sec.
7260
et
ricav l'abate
Placentinam pertnentia, contenta di pubblicare la meschina copia che dal cod. Vaticano Amati sotto la guida di Mons. Gaetano Marini. Gli editori giustamente si
Marini avesse riputato inutile trascrivere dal cod. Vaticano alcuni tratdei quali la cronaca ne porge intitolazioni valevoli a suscitare i nostri e desideri
il
;
lagnano che
tatelli,
il
a vieppi dichiarare lo spirito de' tempi intorno a cui la Cronaca stessa si aggira. Ci nulla meno, la Dio merc, tanto ne rimane da renderla uno stupendo monumento. Ma
questo veramente stupendo
citati
monumento
lo
giudicheranno
dotti
Monum. Germaniae
Per noi
il
dell'
sua vita e specialmente delle sue opere, che fino ad oggi tutte (salvo parte della sua Ma si domander: sepolte nell'oblio grande cronaca) sono disgraziatamente perdute! non fu egli mai in Oriente ? Egli non ce lo dice chiaramente, n sappiamo se nelle fu,
dovevano
e
certamente
solleticare
la
mente
no a qualche suo viaggio in quelle regioni, che sua irrequieta e desiosa di vedere, conoscere
prender nota di persone e cose da esso illustrate. Qualche tempo prima del 1247, quando aveva appena compiti i cinque lustri, frate Enrico da Pisa Ministro provinciale della Grecia e di Terra Santa, suo grande amico, gli aveva ottenuta 1' obbedienza di seguirlo
egli
in Oriente;
longe plus
ma morto lui, non vi and: Frater Henricus Pisanus intimus meus amicus... me dillgebat quam germanum et proprium fratrem. Hic factus Ministcr in
ne diede una versione italiana Cronaca di fra Salimbene Parmi-
giano... corredata di note e di un ampio indice per matei'ie (l'arma, lattei 1882, due voi. in 8" picc. di pp. XV-3-49 e 370). Infelice traduzione detta dal Nevati nel Giornale Storico della
lett.
ital. I
(1884) 409.
(2) Dopo aver compilato questo articolo sul Salimbene, il eh. Holder-Egger con animo squisitamente gentile regalava al nostro Collegio di Quaracchi le desiderate primizie del suo dotto lavoro, la prima parte cio della Cronaca Salimbeniana, test appena terminata ma
Il bel volume in 4 di pp. 1-360 contiene integri e senza lacune tutti primi 208a-359b fogli dell'originale Vaticano, cio sino a circa il 1250 iniziato, parte che neir ediz. del Fiaccadori corrisponderebbe alle pp. 1-176, oltre il liber de Praelafo che
il
vecchio editore volle rilegare in calce della sua ediz. a p. 401-14. L' Holder-Egger
ci
fe
sperare che la seconda parte del suo lavoro, di maggior mole, uscir nel venturo anno 1907. (3) Belle ed importanti pagine che noi sempre riproducemmo corredate di note, dispo-
nendole sotto
il
loro rispettivo
anno
in questa Biblioteca.
318
BIBLIOTECA
92
Graeda, quae est provincia Bomaniae, mihi ohedientialem Utteram dedit, per quam possem, si mihi piacerei, ire ad eum et esse de provincia sua, cum quocumque socio voluissem. Insuper et promisit mihi
ivi
Bibliam
illuc,
se
daturum
et alios
libros multos.
uUimum diem
Un
clausit.
Obiit
provinciali capitulo celebrato Corinthi, in quo loco sepultus requievit in pace {Chron.
p. 67).
N sappiamo
se pi tardi vi
si
rec.
sospetto ne
avremmo
cronaca, parlando della grotta di Santa Maria Maddalena da lui visitata presso Marsiglia
vi
ad modum
?
Come
egli
Guido
di
Questo per, nulla proverebbe in proposito. Nacque Salimbene in Parma il 9 di ottobre del 1221 da
di Cassio.
Suo padre, uomo di guerra, aveva preso la croce e militato in Oriente con Baldovino conte di Fiandra (1). La madre, donna umile e divota, mori monaca in S. Chiara di Parma (p. 22), come quasi tutti 1 suoi pi prossimi parenti i quali avevano abbracciato o il primo
il secondo Istituto francescano. Salimbene, quindicenne appena, fu ricevuto all' Ordine da frate Elia, vestendo V abito (4 feb. 1238) a Fano (p. 12). Passati vari anni nei conventi di Toscana (Lucca 1239-41, Siena 1241-43, Pisa 1243-47, Pistoia 1247), nel 1247 lo vediamo recarsi a Lione da Papa Innocenzo IV, che lo accolse molto amorevolmente, perch
parente (p. 25-6) nella quale occasione il Papa lo nomin anche vari favori e grazie. In Francia (1 nov. 1247-1249 apr.), predicatore, conferendogli Salimbene percorse e visit molti conventi do' nostri, e a Sens conobbe il celebre fra Gio;
il
era
stato
inviato
da
IV
(p. 83-88).
di
Ministro
il
generale
fr.
Giovanni da
Parma
celebrava
il
Santo
raccomandarsi alle preghiere de' frati 1' Oriente (p. 92-94). Nello stesso anno 1248, sceso a Genova, venne consacrato sacerdote (p. 144); e poi lo rivediamo di nuovo percorrere la Francia (p. 146), e di nuovo a Genova nel 1249 (p. 148). Nel giugno dello stesso anno,
coi suoi tre fratelli, per
1250
(p.
185-86),
testimone del-
attentato di Uberto Pallavicino che volle impossessarsi della citt dopo la morte di Fe-
i Ghibellini. In questa circostanza, quando altri nasconde van le cose Salimbene nascose i suoi libri abscondi libros meos Nello stesso anno pi preziose, 1250 (decembre?) pass a Ferrara, ove si ferm sette anni interi, intento a scrivere e
: .
comporre cronache e trattati. Di fatto, egli ci assicura che in detto anno compil la Cronaca che comincia Octavianus Caesar Augustus (p. 90, 159-60), e probabilmente ivi pure
compil
le altre
(p.
cessa la cronologia certa della vita del pi veridico e simpatico cronista che vanti
medio
ne sapremo pi tardi, lo dovremo alle diligenti cure del nuovo editore Holder-Egger, da cui ci aspettiamo abbondanti notizie fin qui sconosciute. 2. Salimbene, cultore, pi che altri mai tra i suoi contemporanei Bibliografia.
se pi
esimio della storia e della poesia popolare, scrisse molte opere, e tra queste ben quattro
(1)
fortis,
fretavit pr Terrae Sanctae auccursu tempore Balduini comitis Flandriae (e. 1204), passagio supra descripsi, et ego necdum natus eram > . Chron. Parm. p. 9.
de quo
SECOLO xin.
differenti
319
cronache oltre vari trattati, per lo pi storici essi pure, come vedrassi in qaesto
Chrbnlca maior
Chronica Sicardo-Salimbeniana
quanto prima vedremo ripubblicata con severa erudizione critica dal ricordato Questa, ultima forse per compilazione, la notiamo prima in ordine per Holder-Egger. il suo merito impareggiabile. Essa, dalla creazione del mondo continuava il racconto sino
che
1287; e il Salimbene nella prima parte (cos diremo noi quella parte che abbracciava gli anni di Cristo 1-1213) vi aveva inserita con sue giunte tutta la cronaca di Sicardo vescovo Cremonese; ma poich quasi tutta questa prima parte del cod. Vatic. di Salimbene (cio
al
i
il
racconto
degli
la
ma
fattoci dall'
Milioli,
poco conosciuta e di cui oggi soltanto possiamo dire di possedere un testo riHolder (1) che la ricostru su vari codd. e sul testo della cronaca di Alberto
il
3 Ord. S. Fr.,
Cronaca
di Salimbene, quella
1167 va
sino al 1287.
Ohrordca brevior
seu
de
xn
sceleribuB Priderioi
Imp., com'egli
della
in
pi luoghi la ricorda.
Sotto
citt
(dei Guelfi)
Gre-
gorius de Montelongo legatus, vir sapiens et in multis expertus, et Philippus Vicedominus civis Placentinus, homo strenuus et probus, tunc Parmae civitatis Potestas, sicut in alia
! p. 81,
. . .
MCCXLV. Item
Apuliam.... (Ed.
pi sotto:
Et multa mala
fecit
(Fridericus),
antequam
1'
rediret
in
Begnum, ut
211).
posuimus Chronica
anno 1250) soggiunge in parentesi: (Istis decem infortuniis Friderici Imperatoris quondam, possumus addere adhuc duo, ut duodenarium numerum habeamus primum, quia excommunicatus a Papa Gregorio
infortunii di Federico (sotto
:
nono
fait:
Siciliae ei
cum enim misisset eum Ecclesia ultra mare ad Tcrram Sanctam recuperandam, pacem cum Saracenis fecit sine Christianorum utilitate; insuper et nomen Machosua non erat;
metti fecit in tempio Domini publice de[can?]tari, sicut in alia Chronica posuimus, ubi
descrijpsimus
XII scelera
Nello stesso anno 1250, parlando delle Sfiiperstieioni di Federico ne enumera sette, e poi rimanda ad altra sua cronaca, che dev' essere questa stessa in cui parla de' XII scelera Friderici. Nunc de superstitionibus Friderici aliquid est dicendum... Prima...
Quarta... Porro alias superstitiones et curiositates et maledictiones et incredulitates et perversitates et abusiones habuit similiter Fridericus, de quibus aliquas in alia Chronica
(1)
(2)
Nei Monum. Germaniae historica t. XXXI p. 22-183. Vedasi al n. 91 1' articolo su Alberto Milioli 3 Ord. S. Fr.
320
BIBLIOTECA
02
posui; ut de homine, qnem vivnin inclndebat in vegete, donec ibi moreretur, volens per hoc demonstrare qnod anima totaliter deperirei Septima et ultima cariositas eins et sa. . .
qaia,
cnm qnadam
coelo, et ille
die interrogasset
quod visum
sib
respondisset
etc. .
Sotto
r anno
Alias pravitates Friderci Imperatoris quondam superius posui: similiter et in alia Chronica breviori diligenter eas descripsi sed non omnes; erant enim multae valde . (Ed. 1 p. 349),
-^ Di questa importante cronaca non abbiamo traccia alcuna e speriamo che l' Holder-Egger r abbia a rintracciare o indicare se mai altro cronista l' abbia rifusa nel proprio chronicon. 3 Obronioa brevis seu anni 1250. La chiameremo cos quella che egli dice di aver scritta nel convento di Ferrara Y anno 1250. Salimbene allora contava 29 anni
;
di et, ed essa
forse fu la
prima cronaca da
gustus crediamo d scorgerla nelle due cronache del surricordato Alberto Mloli il quale, specialmente nella Cronica Imperatorum, ricopi manoscritti avuti dal Salimbene (Vedi
l'art, su Ab. Milioli al n. 01, p. 313-16). Infatti
il
Milioli, col
cap. 1 principia * de nativUate Christi et de Odaviano fidelissimo ImpercUore {1) * , e ivi, e nella Chronica Imperatorum riassume la storia dei 27 re Longobardi, ultimo de' quali
Desiderio (2).
il
1247, di
scrittori e
commentatori,
Notandum, quod
interpretatio
sermonum
Uno modo
ut
dicantur interpretes, translatores, qui transferunt libros de una lingua in aliam, de qubus sufficienter posui sub Adriano Imperatore, pr eo quod Aquila primus interpres sub eo,
hoc
est, eo imperante, transtulit. De quibus require in Ua Chronica, quae sic inchoat: Octavianus Caesar Augustus etc., quam feci in conventu Ferrariensi eo anno, quo Lodovicus Rex Franciae a Saracenis in ultramarinis partibus captus fuit, scilicet anno Domini
MCCL,
usque ad Longobardorum Postmodnm calamum temperavi, cessavique scribere quantum ad Chronicam illam, quia ita eram pauper, quod defectum chartarum sive pergameni habebam. Et agitur nunc annus MCCLXXXIY. Non autem cessavi quantum ad plures alias Chrocuius Chronicae stylum, colligens ex diversis scriptis,
perduxi historiam.
secundum
meum
judicium,
feci,
sunt usitata, principio didicerunt. (Ed. 1 p. 90, ed. 2 p. 216-17). 4 Ohronioa quarta. Cosi battezziamo questa di cui Salimbene non
verumtamen non omnes, quia aliqua quae scribuntur mundus non totus posset ea removere a cordibns eorum, qui ita quod
ci
in
d cenno
altrove, se
Mirum
est autem,
quod abbas Ioachym de istis apostolis in scripturs suis nullam videtur &cere mentionem, sicut fecit de Ordine fratrum Minorum et fratmm Praedicatorum, quos in multis fignris Yeters Testamenti, antequam mundo apparerent, venturos esse praedixit: sicut in hoc
Chronica
feci,
et in alia, et in tertia et in quarta, nec non et in tractatu quem de Helyseo optime et pluries demonstravi . (Ed. 1* p. 123-24, ed. 2* p. 293).
(1)
Momm.
Germ. hist
t.
XXXI
p. 353, 371.
(2) Ibid. in
Libro de Temp. capp. 66-158, pp. 401-434; e in Cren. Imper. capp. 61-74,
pp. 614-623.
SECOLO xm.
5
321
e
Tractatus de Helyseo:
Ricordato
nel
precedente
brano,
Terosimilmente
02
trattava di Gioacchino abate, delle sue dottrine e de' saoi segnaci. In questo trattato avr
probabilmente consacrata qualche bella pagina sulla vita del b. Giovanni da Parma che ebbe non poche noie per certe sue simpatie verso le dottrine del celebre abate.
6*
Expositlo
firelistas.
Provinciae
commentaros abbatis loachim super quatuor EvanInlio] cnm essem cum fratre Hugone in provincia apnd castrum Areamm... accepi ab eo quod habebat de expositione abbatis
in
Anno
Dni.
1248 [mnse
ivi
in civitatem
socio
meo
[fratre
sitionem abbatis loachim pr generali Ministro fratre lohanne de Parma, qui simliter Se qui il Salimbene non maximus erat Ioachita. (Ed. 1* p. 124, ed. 2' p. 294). allude al molto che scrisse su Gioacchino nella stessa grande cronaca sotto l'anno 1248,
allora
commentarii
del
celebre
abate
un
libro
? Liber Taediorum. In supradicto millesimo (1259) habitabam in burgo Sahcti Domnini, et composn et scripsi alium librum Taediorum ad similitndinem Patecli . (Ed. 1* p. 238). Vuoisi opera in versi volgari, e con ragione (1).
8
il
che tenne
il
1271-76 ;
Ricorda questo trattato cos: Porro princeps Manfredus aliquas habuit bonitates, quas in Tractatu Papae Gregorii decimi descripsi sufficienter. (Ed. 1* p. 245).
9*
soggiunge
De quo
.
in alio
lX)co, si
perorabimns
1283
quando principiava a compilare la sua grande Cronaca; se poi l'abbia mantenuta non si sa. 10* De B. P. Francisco. Accennata che ebbe la conformit di Francesco stini In quibus autem (b. Pranciscus) fuerit similis matizzato con Ges Crocifisso, soggiunge
(Christo), qtia alibi scripsi, ideo hic taceo, quia ad alia dicenda festino . (Ed. 1* p. 75,
ed. 2* p. 195). di
Allude senza dubbio a qualche vita o a qualche trattato sulle conformit Francesco con Cristo, opera sfortunatamente fin qui sconosciuta! 11* liiber de Praelato, ossia Liber de Gneralibus Ministris Ordinis B.
Francisci.
Ambo titoli che ricaviamo dallo stesso Salimbene. Il Liber pubblicato mutilo dal cod. Vaticano in calce alla cronaca edita coi tipi del Fiaccadori (pp. 401-414): Incipit
Liber de Praelato
quem
Nel codice esso occupa i fogli 246c-278d; ed ora c' dato per intero nella prima parte dell' ediz. dell' Holder, a pp. 96-163. Esposto con grandi tratti il tempo del generalato
di frate Elia, la
sua vita,
il
bene e
il
male che
lo resero famoso,
Salimbene conchiude
di-
cendo
Et haec de
fuit
fui! loqui
cnm tempus
opportunum, et
histo-
Helyas qui
riae
unns ex
ideo
illis,
qui etiam
me
recepit ad Ordinem,
grandem matcriam
continebat,
me
(p.
i
413)
Il
di
modo
particolare di tutti
rfe
(1) In pi laoghi il Salimbene ricorda < magistram Gerardum Pateclum qui foct librum Taediis* (p. 21); e a pag. 402 riporta alcune strofe di versi volgari italiani estratti dal libro Taediorum Patecli. Salimbene dunque scrisse il suo libro Taediorum in versi ))upolari.
Bibliot.
Tom.
I.
21
322
BIBLIOTECA
si
02 Ma
di
se
eccettuano
le
abbondanti pagine che egli consacr nella sua cronaca al b. Giov. di appena due o tre altri Ministri generali, invano
altri dieci o undici Ministri
lui
nostro Salimbene.
dunque non
fu
fedele
sua
promessa, o
La
perdita o lo sperpero di questo e degli altri scritti Salimbeniani non possono non
la storia
genuina del medio evo e quella dell' Ordine Minoritico. Holder-Egger nella prefazione che premetter alla sua critica edizione del cod. Vaticano ci somministrer nuova luce e sulla vita e sulle opere scritte
Nutriamo
fiducia che
il
eh.
il
medio evo.
Minorit P. Aff, vir sane doctissimus et (zcutissimus, come lo chiama l' Holder (1), e che fu il primo a scrivere con cognizione di frate Salimbene e della sua cronaca (2), fu
anche
il
primo ad attribuirgli la cronaca intitolata Memoriale Potestaium Reginensium un anonimo Minorit. Al giudizio delcritici,
Aff
tra
quali
il
il
dotto
Tabarrini (4),
e
il
il
Memoriale
Chronicon
:
realmente in ambedue queste storie gli autori si scoprono per Minoriti scrivono come tefatti con una coincidenza di tempi, con la stessa opinione guelfa, con i medesimi giudizi sulle persone e cose, con lo stesso metodo nel citare la Scrittura, i versi di Merstimoni di
lino
;
dif-
ferenza neppur di
il
Queste e molte altre somiglianze indussero a credere che Salimbene avesse scritto anche il Memoriale per commissione forse dello stesso Comune
sillaba.
una
di Beggio, che lo
Ora
teneva in grande estimazione e gliene diede pubblica testimonianza (6). l' Holder-Egger, con vigorosa critica scopr e pubblic (7) le opere, o
meglio dire
snmmentovato Alberto
Milioli (del 3.
Ord.
lui
di
S.
almeno
Memoriale quale
si
ha oggi, senza
perci negare la paternit al Salimbene di molta parte del materiale usufroito dal Milioli
compilatore-copista.
noi, attribuire
anche un
antico testo delle famose Gesta bsidionis Damiatae, inserito dal Milioli pi o
meno
ge-
nuino tra
del Milioli,
capp. 219-220 del suo Memoriale Potestatum, come abbiamo notato sotto a p. S16.
l'art,
1287
1287]
in capitulo generali
Anno Domini M'CC'LXXX'IX* [corr. Oonstitutiones T. S. apud Montempossnlanum celebrato, mandat generalis miMatthaeus de Aquasparta] et capitulnm generale, quod nullns minister
ad provinciam Terrae Sanctae (8)
.
31 p. 339. ad avere un estratto della cronica Salimbeniana per mezzo di Mons. Gius. Reggi, e se ne servi nelle vite che scrisse di fr. Elia, del B, Giov. da Parma e nella Storia della citt di Parma e nelle Memorie degli scrittori e letterati Parmigiani ecc.
(1)
hist. t.
In
Monum. Germ.
(3) Scriptores
t.
Vili
col.
1073-1174.
(4) Studi di critica storica (Firenze 1876) p. 90-91. (5) Le cronache ital. del medio Evo descritte (Milano,
(6) Cosi
il
Hoepli 1884)
p, 249.
cit.
Tabarrini.
hist. t.
(7) In cit.
Momim. Germ.
31.
t.
VI
p. 58.
SECOLO xm.
323
1288
IV Argoni,
PP.
92
significat, se ipsins nuntios regi Episcopuin, Sabade Anfusis, et Ugiietum interpretem, benigne recepisse, et pluribus fidei dium, cristianae elogiis interjectis eum eXcitat, ut baptisionm et veram religionem accipiat(l).
Tartarorum
Thomam
Eodera anno, meiivse ac die, idem eumdem, qui confirmaverat se, s regnum Hierosolymitannm de manibus impiorum liberari contigerit, in civitate Hierosolymitana baptismi lavacro renasci desiderare, adhortatnr, nt ad baptismum promptus accedeinde et Tuctanen et Elegagem, reginas Tartiirornm, monet, ut augendae leret (2) religioni christianae studium impendant (3). Nicolaus IV Dionysio Episcopo Taurisiensi, qui so fidem caApr. 7 Romae, tholicam a fratribus Minoribus acceptam servare, epistolis confessus erat, gratulatur, eumque rogat, nt fidei forma praesentibus adjuncta populos imbuat (4). Eodem anno, mense ac die, idem Nic. IV Yaulaham (Episc. Nestorianus Ybalaha)
;
epscopum in partibus Oriontis constitutnm, qui litteras per Barsaumam Episcopum, Sabadinum, Thomam de Amfusis et Uguetum interpretem, nuntios Regis Tartarorum, praesentatas miserat, laudat, quod fratres Minores fidem catholicam praedicantes favore suo prosequatur, et ejusdem fidei formara raittens, monet, ut eam snbditis suis inculcet (5).
1288
Il
Passio
in
B.
fr.
dai
maomettani
Damata,
ci
omette dircelo da Spoleto, come dopo il lo denominarono tutti i susseguenti cronisti. Dal Waddingo questi appena ricordato, e gli assegna come anno del martirio la data del 1288 assegnatagli dal cit. Firmamentum (8).
L'
Francesco [da Spoleto], squartato in due Chron. 24 Gen. (6) che per compilatore del Firmamentum trium Ordinum (7)
fr.
93
Hueber
(9) lo
e lo fa morire in
Marchia,
Damiatae
gli
soprannome
di
nostro
altri cronisti
vanta
IV
8 8
p. 6-8 n. 5.
t.
t.
SbaraL
t.
t.
(5) Sbaral.
IV IV IV IV
p.
n. 6.
p.
n. 7.
Potthast
Rohricht Regesta
n. 1475.
Potthast
n. 22,632.
Potthast
Potthast
n. 22,633.
p. 9 n. 9.
p. 9 n. 10.
n. 22,643.
Potthast n. 22,644.
Altri
documenti si hanno in tutto il tomo IV del Bullar. francescano, in Waddingo ecc. Un sommario dal 1289-92 in Rohricht Regesta p. 387-94. Notiamo qui un interessante lavoro documentato edito dal Dr. G. B. Chabot nella Revue de V Orient Latin (voi. I-II)
simili
sulla
Mar
de' pi
du Patriarche Mar labalaha III e du moine Rahban Qaunia, traduit du Syriaque par J. B. Chabot {Revue citata, t. I pp. 567-610; t. II pp. 73-142, 235-304, 630-643). V' un'edizione tirata a parte in I voi. in -8 di 278 pagine, Parigi 1895, E. Lerou.x.
Importante lavoro per
(6) In Andl. frane, (7)
la storia delle Missioni francescane nell'Armenia, Persia e Caldea.
t.
III p. 418.
Parte I
Annales
fol.
Eodem anno
n.
(1288)
p. 188.
fr.
Franciscus de Spoleto
apud Egyptum
(8)
in civitate
t.
Damiata a saracenis
153 n. 5; e t. V an. 1288 martyrum in calce ad Scriptores Ord. Min. (9) Menologiwm die 12 aprilis.
I p.
36
Cfr.
eiusd.
catalogum
(10) Martyrologium sub die 5 lulii; cfr. ibid. die 1 lan. de (11) Elucidatio Terrae Sanctae lib. 8, peregr. 1. cap. 11.
b.
Frane. Sjmletano.
324
BIBLIOTECA
93
prima da
miata ne fecero due (che in due lo divisero anche i turchi!) indottivi in errore probabilmente fr. Marco da Lisbona (1), poi dal Tossignano (2), e poi anco dal Waddingo
fr.
propag 1' errore di fr. Marco o del Tossignano (3). Francesco Marchigiano o a Christo che sia, e morto in Damiata nella seconda met del secolo XIV non mentovato punto nelle memorie dei cronisti antichi; e quello
stesso, che senza avvedersene copi e
Un
che
si
1288?
Mart3n*ium B.
fr.
04
Frate Filippo (benedetto da S. Antonio di Padova nel seno della madre incinta) nacque il soggiorno del Santo in Francia (1224-26) e, secondo la profezia del grande Taumaturgo, mori in fatti martire della fede nella caduta di Gaza. La relazione del suo
durante
24 Gen.
(4).
Vedi
il
dopo
di lui
il
Waddingo
1'
Bol-
con
anno 1288 :
cum duobns
palmam perduiit
Ma
tutte
Azoto, oggi Asdud, Soldano Bibars nello stesso anno che Cesarea, cio nel 1265
antica piazza forte situata tra Giaffa e Ascalona, cadeva in potere del
(8),
Arsur
(=
Assur
= Arsuf,
come pure
la piazza di
e
l'antica
Apollonia) posta
da quel tempo fino ad oggi, restarono sempre in potere de'Soldani. Perci dunque, e per le altre circostanze che abbiamo nel cit. Chron. 24 Gen. sul martirio di fr. Filippo, e sul numero degli altri, prigionieri e martiri, che in sostanza combinano con
queste piazze,
il martirio di Filippo in Gaza si, ma nel 1265 e non per non confondersi viepi, notiamo la confusione che il nostro Minorit Erphordiense (sopra a p. 263) fa di Azoto con Arsur o Assur, come fossero una e me-
nel 1288.
desima
citt; se
scritto
Asiut invece
di
Assur.
c.
1288
Passio
Gonradi de Saxona
et fr.
Stephani Hungari.
06
24 Gen.
*in Iveria (Georgia) iuxta montes Caspios*. Il racconto il tempo del martirio sotto il generalato di fr.
5
e lib. 9
Parte II
lib.
e. 17,
e.
30.
Seraph. Religionia fol. 100 v. (3) Cfr. Annales ad an. 1369 n. 10, t. Vili p. 214. (4) Anal. frane, t. Ili p. 134-35 e p. 416-17.
(5)
An. 1231
n. 18, e an.
1288 n. 36.
3-.
Acta
SS. 13 jan. II
p. 729, et 7
mar. I
fol.
(8)
34v.; ed. Parigi 1512 fol. 30v. delle Crociate lib. XV. Raynaldi an. 1265 n. 40.
t.
Vedi
III
p.
258,
SECOLO xra.
Matteo
d'
325
sotto
1'
Acqnasparta (1287-89).
Il
Waddingo ne parla
I,
anno 1284
del
(1),
05
ma
il
il
martirio
1288
Fr. Stefano
Ungaro non
di Zaritzin,
da confondersi
al
coli'
omonimo martire
in civitate
Sarai
(= Zarew,
ralato di
p,
fr.
a Est
Nord
il
di
Astrakan sul Volga), ucciso sotto il genecui racconto abbiamo pure nel citato Chron. ib.
ed.
70
del P.
Lemmens
pp.
41
46
(3).
C.
1288
Passio
fr.
trolo et Antonii
n
negli
racconto lo
Ada
SS. 16 mar.
gli
(4)
in
Waddingo
fr.
(5)
in
Civezza (6)
attenerci
96
martirio
pi probabile di
al
assegna
tempo
del
generalato di
Matteo
d'
Acquasparta
(1287-89), e pi precisamente nel 1288 come ha l'accreditato laddove il Pisano (9) pone la loro morte tempore fratria
1314*.
I nostri
PP.
1314
il
martirio,
come risulterebbe
detto
mancandovi e
la
data
e la conclusione
da
S.
niana n. 9.
geografi
Arzingam,
citt
di
situata in
Armenia presso
Eufrate, cre-
Erzerum.
128&-96
Pr.
de' Minori,
Arcivescovo di
conte di
Mas
Latrie, scrsse
una breve
ma
dotta
9t
biografia di questo Minorit, quasi ignoto agli storici francescani, pubblicandola negli
Ar-
chives de
V Orient Latin, d' onde noi desumiamo questi pochi cenni. Frate Giovanni d' Ancona fu eletto Arcivescovo di Cipro dal Pontefice Nicol IV ai 20 d' ottobre del 1288. Poco sappiamo della vita di questo umile Minorit; per lodato
l'
assai dagli storici per la sua dottrina, modestia e disinteresse. Port, dice
illustre storico
(1)
Wadd.
an.
ct.
n. 2,
t.
p.
128:
:
li
Caspios
e nei
SyUabo martyrum
1512
fol.
30v.
ripete
I
in
dice morti in Ormeta (?) iuxta montes Ormeria seu Ormetia Sarebbe Urmia f
.
BoUandiati
(4)
(5)
anche Enbel Provinciale Ord. Anal. frane, t. Ili p. 412 15; cfr.
an. 1314 n. 9,
t.
{BHL. p Minorum p, 78
p. 597.
il
5 apr. 1282.
ib.
Ad
VI
t.
p. 224-26.
II
e.
8 p. 362-72.
ed.
Part I
fol.
Conform. 8%
Venet 1513
fol.
34.
III p. 12.
326
BIBLIOTECA
Ugo da Fagiano, senza
lui.
97
di
Cipro (1), sulla sede di Nicosia le virt del B. spirito intraprendente n le abbondanti risorse di
avere
n lo
del suo
felice
Giovanni, datosi ai
altri,
li
doveri
contento e
aprile del
Ma una
26
1291,
dovere certi pretendenti che abusavano della troppa bont dell' umile francescano (2). Mon ostante la sua povert, l'Arcivescovo Giovanni arma a proprie spese una galea e la conduce egli stesso in soccorso di S. Giovanni d' Acri assediata dal Soldano
in
d'
metteva
si
chiede al Pontefice Bonifacio Vili di esser alleggerito del grave peso della diocesi arcivescovile di Cipro; al cui desiderio, in
parte annuendo
il
venuta comune:
Dei
et
1289 t Sua vita, suo apostolato in Egitto B. fr. Oonrado d' Ascoli. Libia (recatovi;!! durante il generalato di fr. Girolamo d' Ascoli 1274-79), e sua morte in Ascoli ai 19 apr. 1289. Vedi le addenda del Waddingo in Annales an. Pisanus 1289 n. 27-31, t. V p. 212-15. Ada SS. t. II apr. p. 741-42. Conform. 8* iti Prov. Marchiae.
e
1289
l'
Pafo
Pr.
isola di Cipro
1289-98.
Eeg.
Roberto
Nic.
di
Pafo nel-
1289
Convento
di Tripoli.
Il
varie piazze agli Ospedalieri; e, dopo cadeva in suo potere anche la citt di Tripoli il 26 di aprile dell' anno 1289, come scrive il monaco armeno Aitone (6). La
uomini fa massacrata, i fanciulli e le donne condotti schiavi e la citt demolita (7). a dire che sorte sia toccata al convento che dai primordi della Provincia vi avevano i FF. Minori, che vuoisi distrutto, e religiosi massacrati o menati in ischia-
Non
vit (8).
Sotto r anno
1282 abbiamo
visto
un guardiano
di Tripoli
di
nome
fr.
Giacomo
di Antiochia.
1289 A proposito delle Clarisse di Tripoli, Clarisse martiri in Tripoli. che avrebbero subita la stessa sorte toccata a quelle di Acri (1291), e come quelle si avrebbero deturpato il volto, abbiamo una testimonianza del Chronicon di Lanercost che, non avendo potuto consultare, la raccogliamo da una nota del Rohricht: Le Chron. de Lanercost (Bannatine Club, p. 129) qui puise dans les rapports do l'vque Hugues de Byblos (= Gibelet), le quel vcut denx ans en Angleterre, donne le nom de l'abbesse Luceta, mais ajoute que celle-ci sauva d'une autre manire son innocence, en assurant a un des mirs qu'elle possdait un prservatif magique contro la mort violente, et en l' invitant en faire l'preuve sur elle, sur quoi elle subit
(1) Histoire des ArcJiev.
t.
Mas Latre
II p. 246-249.
(2)
Ibidem
t.
IV
p. 349.
p. 247,
ove citasi
Notiamo che
la detta bolla
Cartulaire de S. Sophie n. 92, e Docum. noiw. melange non riportata nel Bullarium dello Sbaralea.
Ili p. 1206.
t.
Mattei Sar-
Mas Latrie
p. 249.
Mas
Latrie Archiv.
cit. p.
p. 248.
Du Cange-Rey
Familles
(7)
(S")
ce. 20-2.
t.
Il e. 8.
p. 241.
lib.
II
La nostra
SECOLO
XIII.
327
la inort, Cette source contient aassi quclques renseignements sur la prise de Trpoli, et snr celle d'Acre (p. 128-30, 13940) (1).
07
C.
1289
Fr.
Guiscardo
de' Q-uiscardi di
p.
Cremona.
Lo Chevalier
133) e lo Sbaralea (Supplem. p. 704), ce lo danno come vf's:;ovo di Tripoli e. il 1288, e martire il 18 marzo 1291. Dal Waddiiigo non lo troviamo ricordato n negli Annali, n nel Syllabo scriptornm. Come vesc. e martire nella caduta di Tripoli lodato dal Kodulfio (Hist. Scraph. f. 267 V.). Lo Sbaral<'a per, citando vari autori che ne parlano, osserva che questi tutti caddero in errore per colpa di Anton. Campo (Hist. lib. 3): Omnes tamen a
(in Repertoire)
(Cremona sacra
Campo
nomine episcopatus,
dum
Tripolini, scribunt
pr Ptolomaide, siqnidem Tripolis an. 1289 capta est, non 1291; eiusque episcopns erat Bernardus non Gniscardus vero, come dice qui lo Sbaralea, che vescovo di Tripoli nel 1289 era un tal Bernardo che viveva ancora dopo la caduta di questa citt; ma la sbaglia pi gravemente quando invece suppone il nostro Guiscardo veDel resto, un Guiscardo Minorit che abbia scovo di Acri, e col ucciso noi 1291! occupata la sede episcopale sia di Tripoli sia di Acri, non punto conosciuto nello memorie del secolo XIII.
.
C.
1289
et
Pr. lacobus Minlster Provlnciae Syriae seu Terrae Sanctae, Paulus de Marchia Guardianus conventus PF. Minorum in civitate Acon seu Ptolomaidos.
S.
fr.
Per
lo
meno da
quest'
fr.
anno 1289
sin quasi al
1295
(2),
gs
Giacomo
i
ricordatoci
dal
Waddingo
(3),
cui
governo la
citt di Acri,
caduta
come vedremo.
co.si
1291
alla
detti zelanti, o
di
II
Armenia contro
frati
Tomaso
Clarp.no, compag Armenia (1290), inviativi con le debite lettere obbedienziali dal Ministro generale fr. Raimondo Gaufredi che li aveva liberati dalla dura carcere che subivano nelle Marche.
i
da Tolentino
in
seguaci del
come Missionri
Per questa ingiusta persecuzione, tre anni dopo (e. 1294) quei buoni religiosi dovettero abbandonare 1' Armenia e ritornarsene chi in Europa e chi riparare altrove. Fra i pi accaniti avversarli di questi zelanti, si distinsero frati della Custodia di
i
Siria, e
specialmente quelli della citt capitale Acri, ove allora era guardiano di quel confr.
vento un tale
chiae
Paolo
il
quando
fr.
circa
delle Marche, quegli appunto che era stato socius Ministri Mar1276 quei fervidi religiosi furono chiusi in dura carcere in uno
i
Marche. Costui, e
di scrivere al
religiosi di
Siria
i
avevano costretto
suddetti.
vinciale
Giacomo
re
Armeno
;
contro
La
il
Ministro pro-
citt di Acri
non
e le lettere dirette al
il
1290
e poco
prima
caduta di Acri
Con nostro vero t. II p. 392 nota 111. non aver potuto ancora trovare in Italia un esemplare del Chronicon di Lanercoat, opera di un Minorit di Oxford come veniamo ora a sapere dal P. Felder 0. M. Gap. (Gesch. der Wissenschaftl. Studiai ini Framiskanerorden p. 278). Nella Biiiotieca del Pottbast non lo troviamo rostrato perch forse di recente pubblicata. (2) Nel quale anno troviamo un altro Provinciale di nome fr. Nicol de Sali, come vedremo sotto il 1295. (3) Annale an. 1290 n. 10, t. V p. 236.
(1)
328
(1-18 mag. 1291). Chi
ci
BIBLIOTECA
vieter di credere che la Divina giustizia volle punire in qaella
anche
quali
con irreligioso accanimento perseguitarono religiosi buoni e solo colpevoli di esser venuti
nella vicina Armenia, inviativi dalla
somma
una
vita tutto
colpisce,
apostolica e secondo
il
innocente.
Melek-el-Asceraf allag
sangue cristiano le vie di Acri tra le migliaia di morti, la storia ci registra quattordici PF. Minori che preferirono la morte alla fuga prescelta dagli altri loro confratelli ritiratisi a tempo in Cipro. E tra i fuggiti, la storia registra appunto il P. Guardiano di AcriI
non
il
fr.
Paolo
delle
Marche Guardiano
si
di Acri,
il
fervido av-
versario del b.
Tomaso da
il
sent
forte
al
martirio,
come
14
altri, e f'
bene a
di
an-
perseguitato da
Tomaso da
Tolentino, sapeva dare coraggiosamente la vita per Ges Cristo nell' et sua di anni ses-
santa (1).
Ex
fntctilms
eorum
Tutta questa storia risulta dal racconto che esporremo qui appresso nei seguenti numeri.
1289
S.
le
Fr.
Giovanni O Aitone n,
Cenni biografici.
Date
diedero
il
sul
nostro re
Aitone
ci
Waddingo
storico
fran-
cescano della Terra Santa (alla quale appartenne la Cilicia) quasi rifare la storia di questo celebre frate e monarca sulle tracce di documenti pi recenti, quali non ebbero n il Wad-
noi,
meno
pi recenti studi,
(4), del palesti-
come
quelli del
Bey
Du Cange
(3), dell'
nologo B. Bdhricht (5), e segnatamente del dotto orientalista gesuita P. Fr. Tournebize prof. dell'Universit cattolica di Beirut in Siria (6), e qualche altra memoria che qua e
l
Pi che
tessere
una completa
fatti della
noi
ci
limiteremo ai
principali
sua vita che han qualche relazione colla storia dell'Ordine nostro in Oriente.
(1)
(2)
diosa
2*. Panfilo da Magliano Storia compenMiss, frane, t. II ce. 7, 9 e 14. (3) Bey e Du Cange Ijes FamiUes d'outre-mer: les roys d'Armenie, a p. 105-167. (4) Armeno- Veneto compendio storico, e documenti sulle relazioni degli Armeni coi Venet.
II e. 14.
Civezza Storia
delle
ziani,
Venezia 1893
tip.
armena
di S. Lazaro.
Reinhold Rohricht, i soci stadi sulle gaerre d'Oriente: Kudes sur les demiers temps du Royaume de Jrusalem: Les batailles de Hims (1281 et 1289); pubblicati negli Archives
(5)
de l'Orient Latin
t.-
1 p.
633-52
rArmenie
nella
Sevue de
l'Orient
a nostro
tolica.
giudizio,
il
lavoro
(1905): che , (1902) e terminata nell'Anno recente pi serio ed esatto che si abbia stili' Armenia cat-
SECOLO
Per chi ne volesse
di pi, ricorra agli autori
XIII.
329
citati
da noi
99
re di
Armenia (f 6
il
figliuole, gli
Ugo
solo
fatto
che
egli
confonde
questa figliola con Margarita di lei sorella che and (1286) sposa a Thoros III, fratello di Aitone (2). La storia del resto, e in ispecie l'antico libro delle genealogie delle famiglie reali di Armenia, non fan parola del suo matrimonio, n registrano alcun discendente di
Aitone,
il
il
Lo
et ebbe
storico
armeno recente
(il
A itone,
religiosi
dalla
(gi
sua tenera
sparsi
Francesco e
pe' suoi
il
per
l'Armenia (4)
nome
frate
Giovanni.
Nome
(aggiungiamo noi) che Aitone avr preso, senza dubbio, in memoria e per istima del suo amico e apostolo dell'Armenia, frate Giovanni da Montccorvino, che egli non appena montato sul trono di Armenia, inviava suo nunzio al papa francescano Nicol IV (5).
Aitone, ereditata la corona di suo padre, non volle
asseriscono tutti
i
mai cingersela
ritirarsi
in
fronte,
sia
come
per
dal
mondo,
altro motivo che ignoriamo. Umile, pio, e religioso paragonato dal Tournebize a Roberto
una grande prudenza politica e d'una attivit e coraggio suo regno era allora minacciato dai Tartari e Saraceni, che lo investivano da ogni lato. Il Soldano Kelaun esigeva un tributo, promessogli da Leone III, e le citt di Marasch e di Behesni. Aitone sper invano soccorsi da Filippo IV di Francia e dalla
il
non comuni.
il
re
Giacomo
di
Napoli e la Repubblica
sicch
di
Genova
di
commercio
del
ad Aitone
Papa, Ricorse egli quindi a Nicol IV; e sebpontefice ripet invano un appello alla crociata, egli predicatori Minoriti e Domenicani pot inviare in Oriente 2000
il
500
cavalieri (6).
Chi
il
Papa
(1)
207.
BuU. accad.
scien.
St Petershourg
Armn.
541-49.
Patcanian Ctal.
Revue
Ree.
I,
Semai
Letter.
Armen. (1829)
126-7.
(2) Cfr.
(3)
Du Cange-Rey
L'autore del libro Lignages cToufre-mer compilato e. il 1321, e citato dai Du Gange e Eey (Familles p. 166) cosi compendia il regno di itone II: Fuis la mort du roy Livon, He'ton son fis ot la seignorie et ne se vost coroner, eins vesti abit de Menours, et dona la seignorie a Thoros son frere; puis li toli et la dona a Semblat son autre frere et fu corone
dou royaurae d'Ermenie. Thoros esposa Marguerite, la fiUe dou roi Hugue de Chipre, et ot un fis, Livon... Le dessusdit Semblat fit tuer Thoros son frere, puis Hai'ton le fit prendre, et dona la seignorie h Constans, son frere puis fit il prendre Constans, et manda Semblat et Constans en Constantinople ; l morut Constans, et il dona la seignorie a Livon son neveu. qui fu fis de Thoros et de Marguerite (4) Vedi sopra a p. 216 l'inizio delle missioni in Armenia dal 1247.
;
.
Montecorvino vedi l'art, sotto l'anno 1279, n. 88. Vedi Wadding Annal. an. 1289 n. 19, e gli altri storici della Chiesa.
330
BIBLIOTECA
sovrani d'Europa, non ce lo dice la storia;
99
ma
in
facile supporre, e
il
non irragioneyolritornare
in
ricordato
fr.
giunto
test
(1289)
Europa, doveva
presto
Oriente munito
di
Armenia
Persia tar;
Abbiamo,
ma
scopo politico,
le
quali noi
non conosciamo.
IV consegn
al
e tutte
fr.
da
Rieti
il
14
Gio-
(1).
al
re Aitonc,
il
Papa
d;i
seco lui
fede
si
nuove
cattolica in
coli'
Armenia, rallegrandosi
alla fede della Chiesa
di
che
il
questa vita
amore
Romana. Loda
voriti
sua piet, e ne
lo
tutta
l'Armenia
fa-
per lo avanti.
Montecorvino
lettera
La seconda
diretta
Maria, sorella di
Leone III e moglie a Guido d'Ibelino. In essa si fa cenno del precedente apostolato del e dei suoi compagni in Armenia: Nuper ad Apostolatus Nostri praesentiam dilectus filius fr. Ioan. de Monte Corvino de Ordine Minorum lator praesentium, de
Montecorvino
Armeniae partibus rediens, ubi Christi prosecutns obsequia, et animarum salutem iuxta datam sibi a Domino gratiam exttit operatus, grata et accepta quampluriraum de tuis
laudabilibus actibns, piisque studiis Nobis referre curavit: inter cetera esprimendo, quod
ad observandam fidem catholicam, quam Romana tenet Ecclesia, et eius unionem stabilera prosequendam fervens dirigitur desiderium mentis tuae.... La loda, la incora^ia, la benedice, e le raccomanda Fratrem (Joannem) et eius socios supradictos ad partes redeuntes easdem, praefata prosecuturos obsequia: et alios etiam christianos in partibus degentes habendo benigne ac favorabiliter commendatos, dictisque Fra tri et Sociis tuum in hac parte praebendo auxilium opportunnm .... La terza, diretta a Thoros e agli altri fratelli del re, dello stesso tenore della precedente. La quarta, a Leone connestabile,
Armenia
a tutto
mente
Contemporaneapopolo Armeno, Montecorvino portava una lettera del Papa per Argun Kan (1284-91 f) imperatore tartaro della Persia, assai benevolo ai cristiani e alleato degli Armeni.
il
il
i suddetti compagni del Montecorvino, o se si vuole poco tempo un'altra schiera di FF. Minori partire per l'Armenia, ritroviamo dopo (entro 1290), chiesti dal re Aitone con lettere dirette al Ministro generale fr. Raimondo Gaufrcdi (2^.
1 prescelti furono in
fr.
numero
fr.
di sei,
di
secondo
il
Waddingo che
ci
nomina soltanto
il
famoso
Montelupone del distretto di Macerata, e nn fr. Pietro d'incerta patria. Dal Clareno per conosciamo anche i nomi degli altri tre, i quali furono:
Angelo Clareno,
Marco
59.
Sono in Sbaralea, in Waddingo, Raynaldi an. 1289. Beg. Nic. IVI IL ep. 50-53, Civezza Storia delle Miss. t. II e. 9. Tournebize toc. eit. an. 1905 p. 367. (2) Wadding Annal. an. 1290 n. 10: Destinando duxit (Generalis Minister) cum aliis trbus dusdem spiritns viri^, Angelo Clareno, Marco de Montelupone, et qaodam Petro ad
(1)
Cfr.
regein Armeniae,
(nstituti viros,
a quo paulo ante litteras accepit, qdibus rogabat, quosdam sibi mitti buina tum propter animae suae, et suoram solatium, tum ad instituendum populum
m".ltutn
delle
Misa.
SECOLO
il
XIII.
331
Pietro
b. fr.
Tomaso
di Tolentino,
fr.
Angelo parimenti
fr.
di
di
Tolentino, e
fr.
di
Mace-
anche aggiungere
Liberato
destinata
missione, ricevuti
dal buon re
Aitone
come
a&
si
pensava
rivolgersi per aiuto alla Cristianit, prescelse due de' test arrivatigli religiosi, cio il col nobile Gaufrido fr. Tomaso di Tolentino e fr. Marco di Montelupone, inviandoli
i
presentare al
vediamo nel Captolo generale di PaMinistro generale Gaufredi lettere da parte del re Aitone, nelle quali Europa,
e ai
li
25 maggio
lo si
quos tamquam angelos Con queste buone nuove, il Generale pot alquanto disarmare molti Padri capitolari che gli si mostrarono assai contrari per aver egli inviati quei zelanti in Se non che, Armenia, liberandoli cosi dalla carcere la quale avevano subita nelle Marche.
Dei venerahatur
le
i
misere gare che allora desolavano l'Ordine intero, avevano valicato anche frati della Siria o della Terra Santa, non si diedero pace fino a tanto che
il
mare:
non videro
Armenia
li
la quale
zelo di quelli
portasse la diantizelanti,
frati
dell'Oriente.
Per questo,
calmare
al
le
ire
degli
non cagionare
buon
re, la-
sciarono spontaneamente la Cilicia con rammarico del principe, do' baroni e del popolo ar-
meno,
tre anni
fruttuoso
apostalato
in
Armenia
(2).
dopo trascorsi
lo
le
soli
Anche
il
b.
Tomaso da
Tolentino
verosimilmente dovette abbandonare intanto l'Armenia, poich nel 1302 l'Italia passare in Grecia (Achaia) con 12 altri compagni destinati per
gl'infedeli d'Oriente (3),
troviamo dalmissioni
tra
Ma
egli ritorn in
vediamo nel
1307 ritornato
da Cambalek nel febbr. 1306), e portatore di buone novelle su quello missioni a papa Clemente V che tosto cre il Montecorvino primo arcivescovo di Pekino (4). Coi sette suffraganei che Clemente inviava in
Europa
latore di
una
il
b.
Tomaso, che
(5).
a Tana dell'India
tristi
il
9 apr. 1321
poi finalmente
torniamo
in
Armenia.
Pi che mai,
volgevano
le condizioni
Asceraf, figlio di Kelaun, dopo tre violenti assalti s'impossessava di Acri (maggio 1291);
e poi Tiro, Sidone, Beirut
cadevano
le
in suo
potere con
immane
truppe saracene penetrano sino all'Eufrate e investono Bomcla, fortezza difesa dall'eroico francese barone B.aimondo, zio materno del re Aitone.
(1)
Vedi pi sotto
l'art,
loc.
su
fr.
(2) Cfr.
(3)
(4)
(6)
cit.,
an. 1302 n. 8.
an. 1307 n. 6-11.
an. 1321 n. 1.
332
BIBLIOTECA
IV
il
99
Caduta
la piazza, la guaril
fanciulli,
con a capo
patriarca Ste-
Damasco (16
meni
si
il
Gregorio
l'Illuminatore (1).
Aitone, impossibilitato a resistere da solo alla crescente potenza saracena,
si
vide costretto
le piazze
il
pugnale
di
un emiro,
il
mamalucco Eetbogha
cred
i
usurpava
il
Mohammed. Ketbogha
braccio di S. Gregorio,
utile di
rifare
tolti
la pace col re di
Armenia, restituendogli
il
vasi
sacri
Eomcla
CatJwlicos Stefano
IV
era per
morto durante
la cattivit (2).
Il nostro Aitone,
fratello
immediatamente dopo la perdita di Behesni e di Marasch (1293), Thoros III fosse pi capace di Ini a difendere l'Armenia,
trono; e lu si ritir in
un convnto
anno stesso
l'abito
col
nome
fitta dall'
di Aiazzo, entro
golfo di Ales-
sandretta (3).
Comunemente
1293,
dette
il
tutti gli storici, compreso il nostro Waddingo (4), assegnano l' anno 1294 per l'ingresso di re Aitone nell'Ordine Minoritico, da quando cio egli cetrono al fratello Thoros: la quale epoca risulterebbe certa da quel che ci dice
:
H^ton del ricordato libro Lignages d'outre mer ove cosi si esprime de Menours, et dona la seignorie a Thoros son frere Ma una difficolt, in proposito di questa data, sarebbe la testimonianza (se non errata) del compilatore delle Continuationes Anglicae; il quale, ricordando l' arrivo a Cantorbery (6 giugno 1300)
r antico autore
vest Vbit
di
del re
questi
riferivano
esser
re
(5).
entrato
nell'Ordine
dei
r abito
(1)
(2)
Da
abito entro
il
Toumebize
394.
t.
Lo Schlumberger
I p.
671
s)
fano
1290, per aver abbracciata la fede della Chiesa latina a Sis, e per causa della gelosia d SteIV che gli succedette: e che quindi, per ordine del re Aitone, esiliato dall' Armenia, CostanTanto risulterebbe da quel che narra il continuatore di Samuele d' Ani tino ripar in Siria.
Toumebize
ramente cattolico ;
9 gen. 1288-7 gen, 1289); ma con pi savio osserva, che una tale condotta non pu attribuirsi ad Aitone sinceCostantino II invece fu deposto nel 1289 per accuse mossali da falsi
testimoni, e la sua deposizione fu tutta opera della gelosia come asserisce la Chronica di Caduta Romcla, secolare residenza de' CaSempad (Toumebize op. cit. an. 1905 p. 368). tholicos d'Armenia, in potere de' saraceni (1292), la sede dei patriarchi fi trasportata a Sis.
il
o Osimo.
Sis,
regno di Leone IV presiedette un concilio nella grande chiesa di concilio ^vorevole a Roma, e un secondo a Adana nel 1314 sotto il re Oscin
locc. citi.
Schlumberger e Toumebize
il
Il Desimoni pone p. 395; e l'Alishan op. supra cit. la sconfitta dei Veneti nel 1294. Cfr. Archives de l'Orient Latin t. I p. 435. Cfif. Alishan, Toumebize, (4) Annales an. 1294 n. 11-12. Cange-Rey locc. eitL
(3) Cosi
Toumebize
loc. cit.
Du
(5)
Vedi
le Continuationes
SECOLO xm.
marzo o aprile
Checch ne
del
333
le date),
(se
vogliamo conciliare
pot entrare
tello
in cui
conchiudeva la pace con Ketbogha, e nel mentre tutti i grandi del regno assistevano al matrimonio di sua sorella Isabella con Almerico conte di Tiro e fratello di
si
Enrico II re di Cipro
(1).
1295
si
rec in Persia a
i
Eitornato a
il
d'ottobre, Aitone trov due ambasciatori di Andronico II, che venivano a chiedergli
delle
una
figlio
dell'imperatore.
Aitone, dice
il
Tournebize,
Margherita sorella maggiore di Aitone, giunta a Costantinopoli, sposava Michele test asr sunto al trono da Andronico (2). I greci, dopo averla unta col sacro crisma, le cangiarono il nome in quello di Maria o Xene, che vuol dire straniera (3).
di
nuovo
il
come sempre
per muoverlo contro 1 saraceni (4). Nel decembre dello stesso anno lo vediamo gi arrivato a Costantinopoli, ove si era recato col fratello Thoros per visitare sua sorella Rita sposa all' Augusto, e senza dubbio per ottenere de' soccorsi contro
g' interessi de' cristiani e
i
ci
il
quale aggiunge
quali,
(1)
(2)
Tournebize Tournebize
loc. cit. p.
loc.
cit.
395.
p. 395-96.
(3) Vedi il Pachymero De Andron. Palaeol. lib. 3, ce. 5 e 6 (Migne P. G. t. 144, col. 222-27, e la cronologia del Possine ibid. p. 897) che a lungo parla delle brighe e viaggi dei
due ambasciatori per trovar una sposa a Michele, evitando di rivolgersi al Papa il quale non avrebbe certo permesso il matrimonio d' una cattolica, qual era Rita, con uno scismatico, se non con le dovute condizioni. Aitone, dice il Pachymero, esib tutte e due le sorelle Rita e Theophano, a scelta di Michele; e tutte e due partirono cogli ambasciatori greci. Ma Teophano, riunta pure dai greci e chiamata Theodora, prima di arrivare dal suo sposo
Griovanni
il Sebastocratore cui fu destinata, mori per via e fu sepolta a Tessalonica. Lo storico cattolico, in questo procedere di re Atone (cattolico e per giunta frate Minore !) trover a ragione qualche biasimo, se non vogliamo sospettare molte reticenze nello storico
greco, e supporre che Atone avr agito in proposito con tntte le cautele che richiedeva il caso; ovvero supporre, che se Aitone era veramente cattolico, non lo erano tali le sorelle.^
Lo
storico poi civile, inspirato alle moderne dottrine, trover nella condotta di Aitone l' interesse dello stato, la politica, o checch altro o^i s voglia escogitare dai troppo moderni
machiavellisti.
(4) Cfr. ArcJiives de
(5)
si
t.
144
col.
esprme sulla dimora del re: xat axou TotJ tppEpiou; 'iTaXo; BiT^ye ; che noi traduremmo
:
'Apiuvla^ tuj^vto?
Iv jiXsi, 04
Possno interpreta quippe cum Freriis italia vivens*j e in questo senso si esprime anche nelle sue note (Migne l. e. col. 814) dicendolo dimorante presso Minori d C.poli, dandoci anche la data dee. 1296 (ib. col. 899). E questi frerii o frati erano senza dubbio i frati Minori. Il Du Cange (in FamiUes d'outre
334
BIBLIOTECA
le
99
mura
i
della
lo
quando
Veneti nel
loro quartiere di C.poli facendone orribile macello, con indicibile disgusto del
buon re che
invano
si
Assentandosi dall'Armenia, Aitone aveva affidate suo fratello di nome Sembat. Questi, vinto
dall'
terzogenito
ambizione di regnare, riusc a usurparsi il trono col pretesto che A itone, avendo abdicato por farsi frate, non aveva pi diritto al regno; e cosi riusc a guadagnare alla sua causa i tre fratelli minori e il patriarca Gregorio VII
che lo consacr re nella capitale Sis. Aitone e Tboros, ritornati da Costantinopoli (1297), furono espulsi dal regno. Invano questi ricorsero ai loro antichi alleati: il re di Cipro
f'
somma
non poter contrariare Sembat che da lui ebbe l'investitura della Celicia e prese per moglie una principessa della famiglia di Gengiskan (1). Tuttavia Sembat, vedendo che i due esuli continuavano a rivendicare giusti loro diritti, li fece
di
subito
dopo, per suo ordine, Thoros fu strangolato, e Aitone ebbe bruciati gli occhi con un ferro
arroventato (2). Quest'atto barbaro di Sembat deve porsi non pi tardi del 1297. Sembat pure, vessato dalle continue incursioni de' Saraceni, si vide costretto di ricorrere a papa Bonifacio
VIII
ott.
e ai re di di
Francia e
d'
i
Papa
gli
risponde
(28
1298)
aver ricevuto
Mo-
narchi (3).
Ma
La
r animo
di sorprenderlo, catturarlo, e liberare Aitone. Ma volle per s la corona, se la cinse. Intanto Aitone, sia per grazia del Cielo (come vogliono gli storici Armeni), sia che il carnefice non gli abbia totalmente lesi gli occhi (come asserisce l'arabo Abulfeda), dopo alcuni
volta
il
trono.
Ma
vista. I magnati del regno vedendolo atto a rimprendere pregarono vivamente ed Aitone accett di salire per la terza Costantino non voleva sapere di cedeteli il posto; che anzi, liberato
il
dono della
lo
ne
prigione, ambo opposero una viva resistenza ad Aitone. Se non che Aitone, con un soccorso avuto dai militi Templari ed Ospedalieri, presto soggiog i due fratelli
Sembat dalla
esilio
di
Costantino,
di Sis,
arrivando
fin
sotto le
mura
commettendo
orribili
massacri, e conquistando
HamoQS, e Tell-Hamdoun
(la
Canamella
mala pena
riusci di
dogli
Hamous
una decina
1298).
Ma
saraceni
p. 133) interpreta invece questo passo in un senso vago supponendolo ospite della corte * Pachymres remarquant quHl demeuroit imperiale, ma vestito dell'abito dei frati Minori: de frre mineur c'est--dire avoit Vhabit dea frtres italiens, qu'il parmy
mer
(1)
Da Gange
Rey FamUles
cit. p.
Partzerpert
(=
una fortezza
sul
Taarns, sar un affluente dell' alto Pyramus (Djihan-Tchai) verso l' estremit settentrionale delia Cilicia, a una giornata di cammino e a Nord di Sis. Id. ib. p. 113 n. 2. Dn Cange-Rey op. cit. p. 134. (3) Cfr. Wadding an. 1298 n. 5.
(4)
Tournebize
Cfr.
Dn Cange-Rey
op.
cit.
p. 136.
SECOLO xm.
sentendo
1'
335
sul
trono,
abbandonarono
99
Da
Aitone e Cassan,
noti
cessarono
di
sgominare dappertutto
storici
feroce
nemico su cui
di
ripor-
campi
Emesa (Homs)
il 22-23 decembre 1299, attribuita dagli da Aitone, vestito del saio francescano.
il
16
Cassan, contiindo sulle truppe cristiane degli alleati Armeni e Crociati, lasciava Tauris ott. 1299. Dopo aver toccata Mardin e passato l'Eufrate, scende in Siria con 90 mila
s'
cavalieri,
impadronisce di Aleppo, e quindi accampa presso Salamieb. Intanto dall'Egitto il Soldano Melek-Naser-Mohammed colle truppe pi scelte, e non certo inferiori in numero come vorrebbero i cronisti arabi. La terribile zuffa ebbe luogo nelle
vicinanze di
dee), e il successo decisivo lo si attribuisce alle truppe crierano gettate sul nemico quando gi Cassan pensava alla ritirata. Aitone, coi suoi 10 mila cavalieri (3 mila secondo altri), ne uccise sei mila, perseguitando 11 Moulk nemico per dieci giorni, senza dargli tregua, fino alla citt di Doli (Dehliz
stiane che
si
Emesa (22-23
f'
come un gigante
riusc a
Ci che fin qui ho fatto, mi basta; poich son giunto fino a questo luogo e con forno indomabile. Nessuno dei miei antenati, nessuno de' cri-
stiani arrivato
mai
fin
il
nemico
Il
Soldano
mala pena a sfuggirlo e riparare in Egitto con soli 18 uomini, a detta dell'arabo Makrisi. Intanto Cassan entrava trionfalmente in Damasco il 2 gennaio del 1300, procla-
tutti
sara-
a raggiungerlo a Damasco,
sulla citt di
Damasco
le orribili
stragi che
in
Cilicia
ma
r emiro Kandjak no
alleati
lo distolse, cedendogli
Salahijah, Mizza
musulmani! Cosi in breve tempo gli avevano soggiogata quasi tutta la Siria; ma Cassan presto (4 feb. 1300) dovette ripartire per la Persia invasa da Baldo, dando ordine ai suoi luogotenenti di ridare la
e Daria, ove dicesi prese le sue vendette su dieci mila
Terra Santa
ai
Crociati.
In
fatti,
il
generale Mulay
scendeva per
Blbek e Gerusalemme sino a Gaza, dappertutto seminando stragi e rovine. Se non che lui pure, dopo il tradimento (29 apr.) di Kandjak, che si era rappattumato col Soldano Naser,
dovette presto ritornarsene in Persia.
di
nuovo
in Siria
ac-
ma
il
quali perci
il
non poterono
ef-
Giovanni
Le
Antiochia avevano combinato con re Aitone a Byblos (Gibelet). da Cassan al Soldano non essendo riuscite,
il
generale
fu
ma
presso
Damasco
completamente battuto (20-21 apr.); e in mezzo ai preparativi d' una quarta campagna Cassan sfortunatamente moriva il 15, ovv. il 17 maggio del 1304 (2). La nuova delle prime vittorie di Cassan si era difusa per l' Occidente come un lampo.
Fra
si
Tournebize loc. cit. p. 397-98. Rhricht I^s hataillcH de Hima (1281 e 1299) in Archives de V Orient iMtin 1. 1 p. 643-48. Il Kobler lo dice morto li 11 mag. 1305, rigettando come erronea la data 1304. Cfr. Bevue de l' Orient JMtin t. IX p. 243 n. 2;
(1)
(2)
336
BIBLIOTECA
ci
00
vece non fu che assai benevolo e alleato de' cristiani. Molti cronisti di quei tempi
tra-
si
che perfino
il
mani
di
re
Aitonc.
ma non
sembra voglia annoverare anche il fatto storico dell' ambasciata di due frati Minori che Cassan e gli alleati inviarono al Papa ed ai sovrani dell'Occidente (1). Ma il fatto sta che due frati Minori della Siria furono inviati dagli alleati a Papa Bonifecio Vili a Soma,
1
quali poi da
vrani.
si
nelle
recarono allo stesso scopo a Parigi e a Londra presso quelli soContinuationes Anglicae, i due frati Minori arrivavano a Canla
torbery ai 6 di giugno
1300 portando
nuova
1'
abito di S. Francesco et
hbitum Ordinis
1'
ottava
Gerusalemme, Chronique du royaume d' Armenie (3) riferisce 1300 sost per quindici giorni a Gerusalemme, ristabilendovi
ivi
il
e che
celebrarono
dell' Epifania del 1300, i cristiani erano solennemente la Pasqua (l apr.). La inoltre, che re Aitone nel gennaio del
il
culto
cristiano:
che
inoltre
da un diploma
da vari cronisti del tempo, si conciliano perfettamente con la cronologia e con le gesta di Cassan e degli alleati, i quali, per lo meno fino ai 29 di aprile del 1300 (epoca del tradimento di Kandjak), erano rimasti padroni della Siria e Palestina.
detto,
nel
1304,
gli
Eharbendeh (1304-17) nato da madre cristiana e battezzato col nome di I^icol da suo padre Argnn Ean che, come sappiamo, era assai benevolo ai cristiani. Ma Oldjaitu apostat
e
maomettano verso
pass al maomettismo, immitando cosi l'esempio di Cassan che per politica ai era fatto il 1296, senza per esser stato mai battezzato come asserirono alcuni
Da quest' epoca in poi l' infelice Armenia non poteva sperare pace n sicurezza dai tartari dichiaratisi maomettani; quindi essa era costretta di pagare un doppio tributo, ai tartari e ai saraceni, per vivere in una pace effimera che ad ogni micronisti occidentali.
infedeli.
i
suoi
i
500 mongoli,
incaricato gi da
Cassan a
di*
re
saraceni, spadroneggiava da despota sugli Armeni, Aitane specialmente, perch questi non volle mai permettergli
di
Sis.
la costruzione
D'altra parte,
il
preteso
alleato
protettore dell'Armenia, l'apostata Oldjaitu Ean, aveva gettata la maschera di protettore dei Cristiani, e obbligava colla spada e colle torture ad abiurare la fede numerosi popoli
cristiani della
i
dell'
poi,
il
mandare
il
1'
animo pi
forte
giare le sorti dell' afflitta patria col ridiscendere dal trono, abdic, e per la quarta volta lasci
il
governo
in favore di
figlio di
Thoros III e
di
(1)
(2)
I p. 660, ap.
RShricht
op.
cit.
t.
p.
649
n. 75.
SECOLO xm.
signano, giovane ancora non contando 19 anni d'et.
triarca Gregorio VII, era docile e intelligente, e
si
337
99
si
era ritirato nel convento dei francescani; e come lui fa un fervido e forse troppo zecolla chiesa Romana. Il giovane moil
una solenne
Forchetto
ambasciata a Clemente
prima,
diretta
il
ai
Minoriti
fr.
Filippo
di Savona, risponde
guardanti l'Armenia cui intendeva soccorrere; e nella seconda risponde al patriarca Gregorio VII, al re Leone e ai nobilibus viris fratri Ioanni ordinis Minorum guhernatori
terrae
Armenorum, Uxino
[Oscino] et
giandoli di attendere la
in denaro (1).
Il partito degli
Armeni
a testimonianza degli storici era la minoranza, Armena, e n volle mai sottoscrivere alle
riforme liturgiche sancite nel sinodo celebrato (marzo 1307) nella cattedrale di S. Sofia a
Sis.
Anzi, inaspriti vie pi, ricorsero perfino al tradimento, congiurando contro la vita del
e di Aitone. I traditori fecero ricorso al generale
mongolo Bilargu, che coi suoi accampava presso Anazarbe. Questi, come abbiamo detto, era di gi inasprito contro Aitone che gli aveva ricusato il permesso di costruire una moschea in Sis: e i con-
monarca
500
soldati
come nemici
e traditori de'
mon-
barbaro che
t:
della
Cilicia,
combin un infame
adimento contro
iffari
riguardanti
soli
il
due principi. Invitatili di recarsi ad Anazarbe per regno, Aitone e Leone nulla sospettando, vi si
i
quali
il
conne-
nell'accampamento
fanatico
maomettano sguain
l'esempio
Corano
i
e tutti
cidati
il
18 nov. 1308
e
(2).
s,
patria,
ma
il
sotto
le
mura
di
Anazarbe,
i
non
sul
campo
di battaglia contro
saraceni,
buon
re Aitone, dice
24
BuUarium
t.
p.
27 nn. 57-58.
Waddng Annales
an. 130G
Cfr. Du Cange-Rey FamUles p. 136-37, ove ab(2) Toumebze op. cit. p. 399-402. biamo nn altro motTO dell' odio di Bilargu contro Aitone, che non rolle cedergli il possesso della^citt di Anazarbe presso la quale accampava il barbaro: raccontasi inoltre che il massacro fu commesso nel momento che i principi Armeni interrenivano al banchetto preCfr. Nouvdle biographie ed. Didot, t. XXIV p. 594 alla v. parato loro dal Bilargu. HetJumn II. (3) Cfr. Chron. 24 Gen. in Anal. frane, t. Ili p. 462. Wadding sub an. 1306 n. 26,
ove rigett l'opinione vera del Pseudo-Odorico che disse uccido Aitone dal Bilargu. Panfilo Storia t. II p. 437-38. vezza Storia delle Miss. t. II p. 562-63.
Ci-
ddla
t. Ili p. 462 ove per in nota erroneamente confusa Sis la capitale lAmissium o con Sissium Cilicia, (Limassol) nota citt deli' isola di Cipro, ove pure i Biinoriti avevano un convento.
BOiM.
Tom.
28
338
BIBLIOTECA
Dopo
la
09
morte
di
ma
di
fu
vergognosamente refratello
di
Sis. Il
principe
Osano, quarto
Aitone,
marci in soccorso
di S. Sofia
Bilargu cacciandolo dalla Cilicia. Dopo ci Oscino fu consacrato re a Tarso nella cattedrale e il suo generoso fratello gemello, principe Alinach (perito poi nel ; Cydno
alla corte di Oldjaitu
il
politica
ci
restano
alcuni
versi
contengono
storico
delle importanti notizie sulla religione e sui costumi de' suoi tempi (2).
Lo
che
armeno P. L. Alishan, Mechitarista del monastero di Venezia, compendiando la un convento dei frati Minori con in dosso la grossa
:
tonaca, ora in mezzo ai suoi eserciti vestito sempre dell'abito monacale, aggiunge questa
interessante notizia
In
tal
secolo, si
Abbiamo
visto noi
pure
cella
di
Venezia,
un suo
l'
ritratto, in
una
v'erano prima, in grazia del custode di quel locale, che per un corto a rispetto quel Beato, non permise venisse abraso come lo furono gli altri, tenendo per tradizione che frate Giovanni Hethum avesse un tempo abitato quella cella. Di certo si
rimane
ha
che, per la
morte
fra
i
di
Hethum, per
la
sua
buoni costumi, fu
e che in pari
il
nostro
Ke annoverato
am
tempo era
Oscino, successore di Aitone, persuaso che la politica de' suoi predecessori era la sola che potesse salvare la fede del suo popolo e la libert della patria, continu sinceramente
le
con
le
buone non
il ri-
gli
riusciva di vincere
l'
gore dell'esilio e della carcere contro i pi malvagi che avevano gi cooperato e alla morte di Aitone e messa in pericola la patria. Nel 1316 egli f' convocare un concilio armeno i Adana, ove, lui presente, furono confermati i decreti gi sanciti dal concilio di
Sis celebrato nel
1307
(4).
Oscino mori
il
20
luglio 1320.
nella
come
risulta
da una lettera
di
Clemente
tefice scrive al
i
Ministro provinciale di
22 giugno del 1311. In essa il PonTerra Santa residente in Cipro (e da cui dipendevano
data
il
dell'Armenia Minore) ingiungendogli che sicut ex tenore petitionis dicti regis (Osini) accepimus, ipse sex ex fratribus tui Ordinis domestico ac familiariter secum confrati
. . .
mandamus, quatenus sex ex fratribus ipsis probos ad dictum regem, cum super hoc ab eo fueris requisitus, transmittere non postponas, secum familiariter moraturos . In un' altra lettera diretta al re Oscino (con la stessa data) il Papa gli notifica il tenore delle lettere dirette al Protinue cupiat retinero,
discretioni tuae
Tournebize op.
cit.
p. 401-2.
(2) Cfr.
(3)
NouveUe biographie cit. t. XXIV p. 594. Armeno- Veneto: Compendio storico e documenti
Armeni
cit.
coi Ve-
Du
FamiUes
p. 140.
Tournebize op.
cit.
in
Bevue
an. 1904
SECOLO xm.
sex ex fratribus Ord.
fr.
339
fratri
Armeniae,
faisse asseris
Minorum, pront alias clarae memoriae Hettoni ab apostolica Sede concessnm (!)
tuo, regi
99
Non potendo precisare la data C. Convento di Sia in Cilicia. della fondazione del convento Minoritico in Sis, capitale della Cilicia, ove abbiamo visto re Aitone II vestire l'abito francescano e ivi esser sepolto, lo notiamo sotto queanno come fondato gi alcuni anni prima, e probabilmente da fr. Giovanni di MonFin quasi tecorvino o da qualche suo confratello che lo precedette in Armenia. tutto il sec. XIV troviamo memoria di francescani in Sis. Nel 1346-48 troviamo evanst'
1289
gelizzare
Maria
il Minorit Vesc. di Gaeta fr. Antonio de Aribandis (2). Armenia, nel 1372 inviava a papa Gregorio XI e ai sovrani d'Europa un Minorit di nome fr. Giovanni arcivescovo di Sitia (= Sis, secondo il il
popolo armeno
di
Leone
re d'
Key), personaggio quasi ignoto agli storici francescani (3). Il convento francescano di Sis dovette perire nella rovina totale dell' infelice reame di Cilicia, caduto definitivamente in potere de' saraceni nel 1371-73 (e perci non registrato dal Pisano). I saraceni presero ed incendiarono Sis e condussero prigioniero in Cairo (e. 1375) l'infelice Leone V, ultimo re d'Armenia, il quale, dopo sei
anni di cattivit, riacquist la libert (4) per opera del Minorit fr. Giovanni Dardel della Provincia di Francia, suo confessore e famigliare durante la cattivit, e scrittore d'una pregiata Chronique d'Armenie (5) test edita dall'Accademia francese per cura del Xohler (6), e fin qui rimasta ignota ai bibliografi antichi.
1290
Fr. Paolino
da Milano
Tra
il
nome
di frate
Padovano, la nostra storia deve registrare Paolino da Milano eloquentissimo oratore, dal cui labbro fecondo pendi persone.
loo
La
fede, dice
s
il
grande, che popolo e grandi ricorreano a Paolino per ricomporre disordini, per riamicare rivali famiglie, onde merit dall' universale il titolo di frate paciero. Legato dell'Apostolica Sede nella Marca Trevigiana,
Bernardo Vescovo
di Tripoli, inviava
lui
16
bando della
non fu pieno
l'effetto cui
a prender le armi, ad elargir soccorsi, e ad avviarsi alla liberazione del S. Sepolcro. Mori il nostro Paolino nel 1323, e fu sepolto nella basilica del Santo a Padova, presso la porta del campanile. La sua tomba porta
cittadini
Non abbiamo, osserva l' Eubel, (1) Sbaralea-Eubel BuUarium t. V p. 76 nn. 181-82. diploma papale di questa concessione fatta ad Aitone; ma il Waddngo (ad an. 1290 n. 10) asserisce che Aitone ebbe per ordine di Nicol IV sei Minoriti, inviatigli dal Ministro Go nerale r. Raimondo Gaufredi, quelli che noi abbiamo menzionati pi sopra, cio i frati
il
Tomaso da Tolentino
(2) Cfr. Sbaral.
388, 423.
(3) tratti di
(4)
Du
fr.
e compagni. Supplem. ad Scriptorcs n. 552, e Sbaralea-Eubel Buttar, t VI p. 132, Cfr. Anal. frane, t. III p. 506. L' Eubel in Buttar, t. VI p. 467, sospetta si Cange-Eey Familles p. 149.
Du Cange-Rey
p. 151.
t.
V Orient Latin
II p. 1-15.
Nel RecueH dee histor. de Croisad.: Hist. Armen. t. II. (7) La BaaUica di S. Antonio di Padova, descritta ed illustrata dal P. Bernardo Gonzati Min. Gonv. con tavole, Padova 1853 in due grossi volumi in folio: voi. II p. 31-33 e
Docum.
146.
340
100
BIBLIOTECA
Gonzati nella citata sna opera; ne riportiamo
tre soli:
Federa
camm
Qnod
colnit
1290
101
Tradtio Crucis ad
.
lerosolymitanum!
Anno Domini mill. ce. nonagesimo, Septetnb. 1290. decimo kal. octobris, bora circa mediam tertiam. Noverint nniyersi praesens instrumentum
quod ego frater Fucho de Flasanis, guardianus Ord. frat. Minorum Massiliae, ad praedicandam crucem in snbsidum Terrae Sanctae a Sede Apostolica constitntus, de Consilio quorumdam fratrum dedi et tradidi crucem Hugoni de Fonte, not. Massiliae,
inspectnri,
MassU. 22
Ex
registro
praesenti
exhibitione,
njungendo
peregre volentibns proficisci, eidem auctoritate mihi a Sede Apostolica commissa districtius . . . aut quod idem . . . primo futuro generali passago in Terra Sancta debeat personaliter transfiretare vel saltem . . . juste mposui, subsidium de bonis a Deo sibi collatis
Actum
in ecclesia fratrum
vicarii
Minorum
Massiliae in praesentia et
fratris
.
Fonte sub
Massiliae,
Ugonis
. .
praedicti
Bt
Bainoardi *
t.
ms.
fr.
9074
fol.
lY;
edito dal
Kohler io
M-
langes de
V Orient Latin
Fr. Giov.
273).
fr.
1290
102
Samesio e
Pietro Bardulio.
il
regno
latino in Siria per le continue intestine discordie dei militi cristiani, tenta
un ultimo sforzo
raccogliendo milizie e sussidi : e invia intanto in Acri il Minorit fr. Pietro Bardtdio per Invia in pari tempo metter la pace tra i gi discordi Teutonici, Templari e Spedalieri. Minorit fr. il 1' altro Samesio Bollo di Francia Giov. al re Filippo per indurlo a soc-
Contemporaneamente scrive il Papa a Nicol patriarca geroso in ut in terris suae legationis Inqtiisitoree pravitatis baereticae, residente Acri, limitano,
correre la Terra Santa.
Sbaralea BuUar. t. lY p. 183, ove il Papa d facolt (1) Waddi&g an. 1290 n. 1-2. al Bardulio di condar seco quattro o sei altri confiratelli. Sul Samesio vedi ibi l' indice sotto Civesza Storia dee Mi, t. II e. 12. la voce Ioan. de Samesio.
SECOLO xra.
341
Pr. Angelo Olareno da OingoU, il B. Tomaso da Tolentino e 1290-93 compagni inviati missionari in Armenia eoe.
Abbiamo
volta per
l'
visto al n.
88
il
che
il
celebre
fr.
prima
103
Oriente, verso
lo
abbiamo visto
e Cina in qualit di nunzio papale con ispedali lettere per tntti qnei principi.
Anche
in
qaesta seconda missione fb egli accompagnato da alquanti suoi confratelli. Col Montecorvino, o poco dopo la sna partenza, il Ministro generale
fr.
Raimondo
Ganfredi (a richiesta di re Aitone II) inviava nel 1290 in Armenia un'altra schiera di Missionari composta di religiosi zelanti che il Ganfredi test aveva liberati dalla dora
carcere ove
li
avcvan rinchiusi
Marche per
cessivo zelo per la povert francescana. Questa schiera di Minoriti inviata per
si
b.
telnpone, 5" di
fi*.
Pietro di
l' Armenia Angelo da Cingoli, comunemente detto il Clareno, 2" del di un altro fr. Angelo da Tolentino, 4 di fr. Marco di MonMacerata, 6' di un altro fr. Pietro d' ignota patria, e 1" di
fr.
Liberato
di
per
non abbiamo
di-
stinta memoria.
La
anche
in
Marche (1274-90),
Grecia (1295-135), ecc., pi che dal risulter chiara racconto dello stesso Clareno (1) che ce lo lasci nella ormai &mo8a sua cronaca De septem Tribulaiionibus Ordinis da
frati di Siria, e poi in
e,
in
termini
a papa Giovanni XXII (2). Al testo critico edito dal P. Ehrle (3) noi non avremo che aggiungere alcune poche note di schiarimento e qualche piccola variante del cod. italiano di Slena (4), cod. non co-
1318
e diretta
Habuit qnidem et aliud principium tribulatio ista quinta in provincia Marchie. Tempore enim quo generale concilium a bone memorie sancto papa Gregorio X Lugduni celcbratum est [1374], quidam rumor insonuit in partibus Ytalie, quod summas pontifex decroverat in concilio, fratribus Minoribus et Predicatoribus ac ceteris mendicantibus proprium dare. Quod audientes fratres equo animo pr magna parte tollerabant. Aliqoi vero, sed pauci, moleste tulerunt valde quod dicebatur; et sui cordis conceptum celare non valentes, ymo nolentes (si cantingebat quod de tali materia in communi sermo moveretur), sui pectoris archana reserantes fratribus, qui propter obedientiam snmmi pontificis et concilii decreta servanda possessiones ac reditus se recepturos dicebant, contrarium se factnros respondebant; istis pr parte sna, et illis pr sua, auctoritates et rationes per modum dispntationis allegantibus. Ex tali igitur modo conferendi innotuit animorum di^sio et firmum utriusque partis deliberate electionis propositum.
Ex hoc, absoluto concilio, pars illa maior fratrum, qne possessiones et reditus recipere, melius et securius esse probabat, et assertionem pancorum dicebat esse erroneuro, in primo eorum capitnlo post concilium celebrato [e. 1274-S], postulavit de prefatis fratribus tanquara de scismaticis vel erroneam oppinionem tenentibus, inqnisitionem fieri, et si non resipisce(1)
Annalee
t.
ibid.
an. 1301 e seg. Vedi il Civezza Storia delle Miss, frane, (2) Vedi sopra al n. 14 le notizie su queste due fonti storiche.
t.
VI
an. 1289 n. 24, p. 211; an. 1290 n. 10, p. 235; an. 1294 n. 9, p. 324^ t. Il e. 14.
(3) (4)
In Arckiv
Da
II p. 301 e seg.
342
103
BIBLIOTECA
fieri. Facta igitur de prefatis fratribns inquivoloerunt fratres, recognovernnt cnlpam snam, et, cum papa fratribus proprinm non dedisset, otiosnm et snperfluum iudicaverunt pr talis questionis suppositione cum suis superioribns litigare. lUi vero tres fratres, videlicet Traymundus (1) et Tliomas de Tolentino et Petrus de Macerata sae assertionis partem auctoritatibas et rationibus, et ex eo qnod ecclesia et snmmus pontifex tanquam rem non solum inconvenientem, sed ut dampnosam et in apostasiam dcducentem, et nec sub potentia cadentem, ac per hoc nec possibileni, nunquam esset facturus, audacter defendebant. Et sub-
cumbebant fratres quantumcumqne sapientes cum eis disputando, et vim positionis eorura aut non poterant, vel nesciebant dissolvere; ex quo amplins turbati, ut scismaticos abscissis
habitibus, segregatos a fratribus, in
quibusdam heremitoriis recluserunt. ad suum capitulum vocavernnt: et cum tribus debus verborum concertatio durasset, nec valerent fratres eorum rationes veraciter confutare, quidam sapiens frater nomine Beniamin, qui prudentia, sanctitate et antiquitate Fili, ceteros excedebat, vocavit ad se fratrem Petrum de Macerata et scerete dixit ei non est bonum hanc resistentiam verborum cum fratribus istis facere. Dicas, cum te voRevoluto anno
[e.
caverint, quod huius questionis solutionem meo iudicio et conscientie derelinquis, et qnod tu credis de ea et tenere vis illud quod ego teneo et sentio, quia mea conscientia non
discordat a vestra .
determinata
latuit.
in hiis et illis
Et tali modo post tres annos \c. 1274-77] eorum penitentie, questio illa Sed conscientie discordantes, et studia diversa, et desideria compugnantia, remanserunt. lUi enim ordinis statura et robur et permanentiam in hedifica-
tione locorum in mediis civitatibus et castris, in atrationo populorum, in procnratioile sepulturarum et receptione testamentorum et quorumcumque legatorum, in multiplicatrone librorum et scolarium et scolarum et studio scientiarum et impetratione privilegiorum et
ceteris similibus; illi vero sentiebant oppositum de predictis omnibus, et ex toto corde et mente et viribus omnibus, conscientie Fundatoris et puntati doctrine eius inherebant (2). Et in tantum infra non multa annorum curicula multiplicati sunt, quod fratres alii timere ceperunt, ne ad eorum conscientiam et vitam sectandam raaior pars fratrum couverteretur,
et exinde
eorum
ad
non valerent.
Super huius modi humani seu pharysaici timoris impulsu a spiritu agitante et cribrante status ecclesie (3), quando permittitur, et horainum corda, ipsis Deo permittente immissi, secrete conveniunt quinque ministri ; et habito smul tractatn ex communi deliberatone concordant, quod nullnm erat ef&cax remedium, nisi processus de facto contra principales huiusmodi fratres facere, et punire eos ad terrorem omnium absque omni inquisitionis examine,
tores.
tanquam scismaticos
Quid plura, quod impie tractavenint, in sequenti eorum provinciali capitulo scelcstius prosecnntur, et conculcato omni humani ac divini iuris ordine dififiniunt, determinant et sententiant, quod fratres Tramundus et Thomas de ToUentino, qui nunc in Tana Indie cum sociis palmam martyrii adeptus feliciter transivit ad Christum (4), et Peirus de Ma-
cerata et quidam alii, nulla eorum culpa detccta seu particulariter assignata in sententie eorura litteris, velud heretici et ordinis destructores carceri manciparentur perpetuo, privati
confessione, sacramentis ecclesiae, librorura oranium usu et eciam breviari!, et in fine eccle(1) Cosi
costantemeute
il
cod. Laurenziano;
il
cod. S. Isid.
ha Tran^mundtw,
il
Riccar-
.diano
Tramondo,
Cod. Sen.
ma
fol.
il
(2)
cod. Senese scrive sempre Raimondo. 88 v.: s' acostavano alla coscientia delloro dUecto
*^
oscuro
il
Il
nostro
cod. Sen.
88 v. pi
queste colali cose per impulso di timore humano, et per farisaico, et per sugetione et comotione del maligno spirito il quale, qtiando premesso [corr. permesso] da Dio, vaglia ovvero crivella gli stati della Chiesa, et tempesta gli cuorj delli huominj: vennono cinque
:
chiaro
Sopra
mastri
(sic)
in Tana (vicina a Bombay) il 9 apr. 1321; Clareno dunque compilava questo suo racconto nello stesso anno, o al pi tardi un anno dopo.
(4) Il b.
il
SECOLO xnL
siastica sepultura
343
statnentes et per obedientiam iniungentes illis fratribus, qui eisdem de extrema necessitate naturalis sustentationis servirent, ut cnm ipsis nullatenus loquereiitur, sed mane et sero carcerem et compedes cum diligentia viderent, ne forte suo conatu vel
;
cuiusquam fratria auxilio fugerc valerent Interea afflictorum pauperum patre benigne et misericorditer disponente, desccndente generali ministro (1), eligitur [an. 1289] frater Raymundus Gaufridie provincia Provincie in generaem, vir manswctus et pins et omnium bonorum amator. Qui pluribus provinciis ordlnis visitatis, ad visitandnm Marchio provinciam studioso pervenit, ubi ut moris est, eorum provinciali capitulo congregato, post multa que correxerat, examinare et inquirere cepit, cuius
alterius
erroris vel secte superstitione vel pravitate corrupti fuissent fratres illi talis sententie severitate dampnati. Legebat enim sententiam, sed criminis cuiusquam vel heresis maculam seu culpam specificari in sententia non inveniebat. Tandem a ministro et diffinitoribus capitnli ac cnstodibus audivit, quod prefati fratres nullius alterius criminis rei fuissent inventi, nisi quia multum excedebant in zelo et observantia paupertatis. Quibus ipse re-
spondit.' Utinam oranes nos ac totus ordo talis criminis noxa teneretur. Tnnc statim mandavit omnes de carceribus trahi, et ad se vocatos benigne suscepit et affabiliter locutus, ad veram patientiam et perseverantiam in sancte voluntatis proposito eiortatus est, et oranem consolationem, quam ab eo postulavernnt, ipsis liberaliter pr suarum animarum salute concessit. Et quando vir Deo devotns baro Ayeton (2) Armeniorum rex, per suos
nuntios et litteras speciales postulaverat a prefato generali ministro, sibi dirigi seu mitti fratres sancte conversationis et vite, quorum sermonibus et exemplo tam ipse quam ceteri principales regni sui et clerus ac populus posset informari; fratres, quos de carceribus
traxerat, videlicet Angelum et Thomam de Tollentino nunc martirem, et fratrem Marcum de Monte Luponis, et fratres Petrum de Macerata et Pctrum alterum (3) misit ad eum, votis
(1)
non decedente;
il
il
il
Generale Matteo
d'
Acquasparta
eletto
il
fu creato Cardinale
nel generalato
(2)
15 mag. 1288 5 mori ai 29 ott. 1302. Il 29 mag. 1289 gli succedette Cfr. Anal. frane, t. Ili p. 406 nota 4, e p. 419 n. 2*. Gaufredi.
il preced. num. 99. Qui il Clareno, autore della presente Chron. de septem Tributai., cred bene di non esprimere chiaramente il suo nome; e il fir. Angelo nominato pel primo, potrebbe essere o il suo confratello omonimo fr. Angelo da Tolentino ricordato pure nella sua Littera exlui cusatoria. Come si vede, il Clareno nell'uno e nell'altro suo scritto sconvolge l'ordine de' nomi de' suoi compagni, e ove nella Lettera tace il nome de' due Pietri, ricorda invece fr. Liberato. Ci piace riportare anche un brano della mentovata lettera, la quale servir a schiarirci e
Aitone
(3)
il racconto che alcuni anni dopo ampli nella cronaca: Frater Raymundus generalis Minister ... fratres Thomam et Angelum de Tolentino, fratrem Marchum et fratrem Liberatum et me [fr. Angelum de Clarino] ad regem Armenie misit cum sua obedientia et licentia speciali, quam neque hereticis neque apostatis concess'sset. Qui rex de nostra conversatione et vita edificatus, quantas prefato ministro generali gratias retulerit, pr eo quod tales ad eum fratres direxerat, et quantis nos laudibus extu-
confrontare
lert
apud eum
in capitulo generali Parisius congregatis claruit. Et predicte materia [gaudii] et toto ordini ad gloriam et ^avorem.
ipsi
generali
fuerunt
Cum igitur rex prefatus et principes et religiosi de nostra conversatione gauderent et edificarcntur in tantum, quod ipse rex deliberaverat in Dei obsequio, regno relieto, vivere et mori nobiscum, tanta fratres Ssrre contra nos turbatione et ira commoti sunt, ut Mi-
nister,
cum consensu, et potius impulsu fratrum, qui nomen et vitam nostram audire non poterant, litteras difiamatorias ex parte sua et omnium fratrum regi et omnibus baronibus misenint, quod a nobis tanquam ab apostatis et ab Ordine separatis et olim ab Ordine pr
scismaticis et hereticis carceratis, sibi et suo regno
Tunc
fratrum
litteris
eum
sapientibus
litteris
fiiror
fratrum satisfactione placatus dilexit nos plus postea quam fratrum semper magis accendebatur. Unde nos ista sentientes, vale
344
BIBLIOTECA
ipsins regis de predictis fratribus se piene satisfacere indubitanter existimans. Nec deceptus in parte illa extitit generalis minister, sed regi plus quam crediderat, satisfecit et baronibns eins et religiosis et clero. non homines communes, sed vere Christi et aposto-
Nam
ipsis et recepisse fatebantnr. Qaantas vero, post tempora, rex ipse per snos nnncios et litteras speciales gratiarum actiones generali ministro pr tantomm et taliom fratrum ad enm missione retalit, et qnantis laudnm preconiis ipsos extulerit,
[25 maj. 1292] patenter claruit, ubi pread confutandam murmurationem suscitandam ex causa missionis fratrum adversus ministrum in capitulo a qnibusdam emulis verit tis. Erant enim duo magni barones et alii solempnes viri missi ad regem Francie et Anglie, gallicam lingwam perfecte scientes, qui maiora bona de illis fratribus referebant, quam littore condicte littore presentate sunt et lecte
omnibus
tinerent (1). Ex quibus ora murmurautium obstructa, siluerunt, et minister gaudio repletus exultavit, divine providentie dispositionem admiratus, quomodo scilicet in tali punto nuncii et littere concurrissent, ex quibus, non solum excusatus est coram omnibus, sed etiam sancte et optime fecisse comprobatus, rege namque et baronibus et clero cum religiosis de mo-
eorum ac bone conversationis eorum fama pervenit. Qui pr gaudio, quod habere debuissent, tanta furoris et ire turbatione commoti sunt, et precipue fratres conventus Acoue, ubi guardianus erat quidam frater Paulus (2), qui fuerat socius ministri Marchio, quando sententia illa impiissima data faerat, ut minister provincialis
impulsus a fratribus litteras diffamatorias ex parte sua et fratrum omnium Terre Sancte regi et baronibus scriberet, quod ab illis fratribus, quos susceperant et sanctos predicabant pariter et credebant, cum summa vigilantia et cautela caverent tamquam ab hominibus
fiicimus regi et in Italiam venimus, et transeuntes infirmi per
modo potnimus impetrare, in aliquo loco recipi, quousque Es hac igitur tali fratrum pertinaci displicentia possemns nos generali ministro presentare et sui generalis inobedientia, ipsi fratri Ramundo generali ministro placuit, quod ad summum pontificem bone memorie Celestinum possemus accedere, et ab ipso pr nostrarum animarum salute et sociorum remedium postulare. Unde de sua obedientia ad dominum Celestinum ivimus,
a
r.
nullo
. . .
et exposuimns
eidem domino in Aquila esistenti [1294] nostras conditiones . . Cum enim audissent fratres, quod dominus Celestinus nos a sua obedientia et a suo Ordine absolverat, statlm manu armata venerunt nos capere, Dei timore et summi pontificia reverentia et man.
dato contempto. Quare ipso [Pontifice] renuntiante [13 dee. 1294], visum fuit fratri Liberato, quod pr nostra salute et fratrum pace ad loca remota iremus, ubi absque omnium hominum
tumultu et scandalo Domino libere serviremus. Igitur transfretato mari [e. 1295] in quadam insala domino famulantes, post duos annos [e. 1297] ad aures fratrum de nobis fama pervenit. Qui statm cum episcopis et baronibus illius regionis more suo nos turbare conati
sunt . . . Yidentes vero quod episcopi et principes voluerunt nos missas coram omni populo cantare... et populo fidem catholicam, quam tenebamus confiteri et coram omnibus predicare,
penitus sustinere non potuemnt, sed turbati, et plus solito con tra nos amare furentes, adierunt dominum papam Bonifatium, primo dicentes, quomodo quidam Ordinis apostate ad
Achaye provinciam venerunt, qui a domino Celestino se talem modum vivendi, modum [et] licentiam ostendebant tribus prelatis Quorum fallaciis tantus homo deceptus, litteras
. . . . . .
post receptas a dominis executoribus litteras, uno anno contra voluntatem domnorum terre, qui dicebant se a dominis episcopis habere, quod nos
illius
Provincie commisit
. . .
Unde
etiam Patracensi frequentius . Coacti igitur recessimus et cum nulla nobis pateret via, qua possemus mare transire..., intravimus terram Sevastatorem que magis propinqua illi insule, in qua Domino serviebamus, erat...>. Per Sevastatorem, intende nelle terre del /Sevcwtofcra;
tore Costantino
cit.
t.
et
Tessaliae.
I p. 524
t.
II p. 313.
(1)
(2)
n.
98.
SECOLO xin.
perversis et ab ordine segregatis et pr scismatcis et hereticis quondam carceri perpetuo mancipatis. Tane rex habito Consilio cnm sapientibas snis
345
dampnatis
super
et
103
litteris
sibi missis, vocari fecit ad se fratres, et voluit primo videre obedientias eorum et litteras generalis, quibus visis dedit eis litteras diflfamatorias sibi a ministro et fratribus Sirie raissas. Quas cum legissent, simpliciter ordinem rei geste narraverunt ci. Qui satisfactione
dilectione unitus est eis. Furor enim fratrnm commuiiium erat contra eos, quamvis minister, visis et auditis fratribus duobus(l), qui ad eum implacabilis pr litteris, quas miserat, accesserunt, culpam snam recognoverit, et verbo et opere se ipsis promiserit et exibuerit favorabilem in fnturura. Verum fratres alii conceptum furorem semper augebant. Nam cum frater Petrus de Macerata ivisset in Oipnrm, et a ministro in conventu Nicosie benigne et caritative fnisset receptus, et mandaverit ei minister in
eorum
audita, ampliori
quadam die solempni fratribus et regi et ceteris, qui aderant, predicare; cum idem ad Baffensem locum ivisset, guardianus et quidam fratres cum ec, contempto ministri sensu et mandato, detinuerunt eum tanquam excommunicatnm, licet in mensam eum rociperent,
Sencientes igitur, ipsum intrare presertim ad misse ofificium non sinebant. mora eorum cum rege semper araaricabantur magis, vale facientes regi et satisfacientes pr eo, quod recessum eorum nimis moleste portabat, divisi sunt ab invicem alii ad generalem rainistrum, alii ad suas provincias redierunt [e. 1394]. Fratres vero Petrus de Macerata et socius eius, transeuntes per Marchiam Anchonitanam debiles corin ecclesia
quod
fratres Sirie de
porc et infirmi, nullo modo impetrare potuerunt a fratre Monaldo, vicario ministri Marchio, in aliquo loco illius Provincie remanere, donec se generali ministro presentare valerent. Interea fratre Petro de Morone ad pontificatum assumpto (2), placuit generali ministro
et omnibus principalioribus fratribus, in quibus Christus et eius spiritns inhabitare firmiter credebatur, et presertim fratri Corrado de Offida, Petro de Monticulo, Jacobo Tuderto (3), Thome de Trivio, Corrado de Spoleto et reliquis, qui ad puram regule observantiam aspirabant, quod ad summum pontifcem frater Petrus de Macerata et socius eius accederent, eo quod familiarem eum ante papatnm habuissent, et ipse de eorum bona voluntate piene
confideret
et postularent
ab eo pr se
regula
ipsis et alis fratribus volentibus et amantibus reet licentiam observandi promissa, absque molestiis et impefideli et
pura observatione, qnam sanctus Franciscus mandaverat, spontanee declinabant. Ipse enim antiquorum fratrum notitiam habuerat et omnis paupertatis, humilitatis et perfectionis ewangelice erat sincerus et ferventissimus amator
et observator, et omnem verum Christi servum et perfectionis amatorem sincere diligebat et venerabatur affectu. Qui audiens ab eis eorum conditiones, propositum, afiQictiones, affectum et votum, acceptavit in eis ea, que ferventer amabat et in semetipso piene servabat.
Et laudavit propositum
(1)
et suscepit
votum
il
et
mandavit eisdem,
fr.
fratri
Liberato (4) et
socio,
Cio
fr.
Pietro da Macerata e
suo socio
linee pi sotto
come
il
papa
(2) Celestino
fin
V, eletto
quasi il 20 di ottobre; e rinunzia a Napoli cede Bonif. Vili ai 14 dee 1294-1303 ott. Il f.
5 luglio 1294, consacrato in Aquila il 29 agosto, ivi si ferm il 13 dee. dello stesso anno 1294. Gli suc-
Cfr. Pagi Brev. hist. t. II p. 279-83, ed. 2>. (3) Questi verosimilmente il celebre poeta fr. lacopone da Todi, come sospetta anche r Ehrle. Il cod. di Siena li chiama : e h. Currado da Offida, fr. Pietro da Montecchio,
fr. Tommaso da Trievi, et fr. Currado da Spuleto fol. 92 r. beato o santo Liberato di Lauro (di cui celebriamo la festa il 30 ott., vedi Breviar. Seraph.) non da confondersi con questo fr. Liberato comunemente detto da Macerata, missionario in Oriente e seguace del Clareno, come li confusero il Gonzaga (par. 2 conv. 25
fr.
Jachomo da Todi,
(4) Il
Marchiae), il Papini (cfr. Anal. frane, t. III p. 413 n. 4), peggio poi l'Arturo (Martyrol. die 26 aug.), il P. Sigismondo (^Biografia Serafica p. 101) e tanti altri che si copiarono a vicenda. Il vero beato fr. Liberato, di cui celebriamo l'ufficio, non fu in Oriente, e fiori
nella
prima met del sec. XIII; l'altro fu compagno del Clareno in Oriente e mori nella Cfr. Acta SS. t. V aug. p. 840-45, ove i Bollandisti pongono prima decade del sec. XIV. la festa del B. Liberato de Lauro ai 26 Del ag. laddove noi nel Breviario ai 30 ott.
346
103
BIBLIOTECA
et testamentum fideliter et sincere servare stnderent, et niterentur snperaddere etiam, si valerent. Et dixit eis, quod ipse talem paupertatem seni per amaverat et servare cnm snis fratribus firmiter proposuerat, sed ex mandato pape et concilii fuerat coactns, si volebat fratres multiplicare, recipere proprinin. Et
Liheratum ab omni fratrnm obedientia et socium eios, et dedit fratri Liberato plenam auctoritatem absolvendi semel alios fratres a pena et a culpa, et precepit et fratribus ei, quod haberet curam de omnibus volentibus talem vitam facere et servare mandavit, quod fratri Liberato obedirent sicut persone sue et quod propter pacem et honorem fratrum Minorum et ordinis non vocent se fratres Minores, sed fratres snos et pauabsolvit fratrem
; ;
dinali,
peres heremitas, et recommendavit eos domino NeapoUoni (1) sancte romane ecclesie carpr eo quod esset piarum cansarum, ut ipse eis dixit, spontaneus et liberalis
promotor. Post hec andientes fratres, quod summus pontifej prefatos fratres a sua obedientia et ordine absolvisset, statim explorato loco, ubi prefati fratres morabantur, stipendio conducunt catervam hominum mundanorura et scienter summi pontificis reverentia et mandato contempto, procul pulso divini timoris, amoris et honoris respectu, manu armata, adhuc papa existente in Aquila, eos capere temptaverunt. Quare domino Celestino renuntiante papatui [13 dee. 1294], visum fuit eis conveniens et utile ire, et furori fratrum cedere, et pr sua malori pace et salute ad loca remota et deserta secedere, ubi absque hominum tumultu et scandalo et libere domino servire valerent. Capitur interea dominus Celestinus in quadam terra, que dicitur Hestia, a Standard (2) et domino patriarcha (3) et aliis pluribus ad montem sancti Angeli ducitur; ad quem fratres Minores instanter postulant habere ingressum. Qui cum introducti fuissent ad eum, omnis modestie et raanswetudinis obliti, tot maledicta, tot improperia, tot blasphemias in eum proferre ceperunt, quod turbatus dominus patriarcha, qui presens erat, statim mandavit eis inde recedere, et foras absque mora expelli. Quibus expulsis, interrogavit eum dominus patriarcha: Quid fratribus Minoribus fecisti, quod tanto in te furiunt odio. Cui ipse respondit, responsioni eius astante fratre Nicolao, nunc Salone (4) archiepiscopo, qui responsionem in curia frequenter coram cardinalibus et aliis viris magnis me audiente recitavit: Ego numquam fratribus iniuriam vel eorum ordini feci, sed taraquam filiis honorem et gratiam; set pr eo quod me diligere deberent, dotrahunt mihi et gratis odiunt et iniuste maledicunt. Fuerant enim in ordine quidam sancti fratres, quorum con versa tionem et vitam, ante multa tempora, certa experientia noveram, quibus posse perfecte servare regulam suam secundura intentionem et precepta patris eorum sub nostra obediencia et sine fratrum Minorum nomine concessimus, sicut ego vellem fratribus meis fieri, quando simile desiderium haberent et ad perfectionem simlem consurgere vera-
citer aspirarent
resto,
a noi non tocca di sciorre le molte contraddizioni scritte in proposito su questi due Minoriti; notiamo soltanto, esser certa l'esistenza e la santit e il culto del cosi detto B. Liberato de Lauro; ma si chiamava poi egli veramente Liberato? Il curioso si che, un B.
Liberato de Lauro non punto conosciuto dalle memorie del sec. XIII, n dal Pisano, n dai Cataloghi dei santi religiosi editi dall' Eubel e dal Lemmens! e per la prima volta una mano posteriore fu che aggiunse il nome di Liberato sul margine d' un cod. del Chron. 24
loe. cit.)
r.
ove
si
cod. di Siena
fol.
93
triarca et
da molti
re Carlo II.
che si chiama Vestia, da stendardo, dal paera il governatore della Capitanata sotto Standardo Guglielmo Veatia vulgo Vieste o ViesH nel distretto di Cfr. Ehrle op. cit. IL 310.
Siena
fol.
93
r.
altri.
Foggia.
(3)
stino stesso.
(4)
titolare di
Non Salona
di Dalmazia,
il
ma
Il
cit.
Ehrle.
cod. di Siena
(l); il
Riccard.: di Nonsolena.
SECOLO xin.
Denique succedente fratre lohanne de Morr (1)
fridi,
.
.
347
in
officio
fratris
Beymundi Gau. . .
accusatus est ei fr. Chunradus de Offida in multis et gravibns, ... in primis, quod Hic [fr. Conexitnm de ordine ad meius regalam observandam landabat et consolebat radus] procuravit cuoi fratre Jacobo de Monte et Thoma de Tollentino habere licen.
ciam a fratre Johanne cum duodecim sociis snis, quos sibi eligere vellent et ydoneos iudicarent, ire ad infideles, ita dumtaxat, quod frater Jacobus de Monte, qui erat vir mirabilis puritatis et sanctitatis, esset vicarius ipsius fratris Johannis generalis ministri in
partibus Orientis. Audiverant eiiim prefati fratres tribulationes varias et perplexas, qnas sustinebant fratres illi, qui ad partes Achaye et Tesalie transiverant tempore abrenunciationis domini Celestini. Intendebant enim eos secum ad partes infidelium ducere et simut cnm illis in omni puritate iuxta gratiam, quam eis prestaret altissimus, regulam observare, et tali modo a perplexitatibus talium vexationum ipsos eruere et societatis eorum speciali solatio et auxilio roborari inter illas, ad quas ibant, infidelium nationes. Tribulatio vero et perplexitas, quam patiebantur frater Liberatus et socii eius, et a qua frater Jacobus et Thomas et socii laborabant ex vera caritate eos eripere, ista erat
nam
frater
transfretavit
cum
Cum
rt^mansit
(3).,
enira in
quadam parva
insula
cum suo
non modica in Domino fruerntur, sanctitatis eorum, Christi vero servorum maxima impugnatrix, ad multos pervenit. Audientes autem fratres Minores, qui in illis rcgionibus morabantur, modum conversationis
sociis bien)iio (4) stetisset et quiete spirituali
Liberatus cum
fama
et
famam a mercatoribus
et nautis et
ab
illis,
aliquando veniebant, quasi sanctitatis nomen sibi furto vel rapina sublatum perdidissent, dolere ceperunt, nec curant rei voritatem explorare, sed ad refrigerium parvulorum, quos necat invidia, de suo corde mendacia fingnnt et apod episcopos et barones illins regionis diffamatoriis accusationibus, affirmando eos de socta Manicheorum esse, corrodnnt. Ideo, inquiont, carnes non comedunt nec vinnm bibunt, et longe ab hominibus habitant, quia missas audire renuunt, nec credunt sacramentum altaris, nec papam esse papam, nec ecclesiam esse ecclesiam. Et talia similia multa, sicut omnium malorum peior et funestior eos docebat invidia. Audientes autem episcopi et principes fratrum sermones et diffamationes, quamvis eorum vorbis non crederent, formidare ceperumt, et certificari de eis volentes, caute viros intelligentes ad insulam semel et secundo miserunt, qui et moram contraherent
et omnia, que ab eis fiebant, cum summa diligentia explorarent. Qui vidontes, quomodo missas devote et reverenter cantantes, raemoriam pr summo pontifice et pr ecclesia in suis missis cotidie faciebant, et quomodo horas canonicas solicite et actonte dicebant, cognoverunt ex invidia procedere et suspicionibus falsis ea, que de ipsis fratribus predicabant. Et redeuntes ad suos dominos reflFerebant, que viderant, laudum commendationibus eorum mores et conversationem efficaciter extollentes. Quocirca voluerunt principes et episcopi, quod missas publice coram clero et populo cantarent ad purgationem eis imposite infamie, et quod fidem catholicam populo predicarent. Et mandaverunt eis episcopi, qui secum eos prandere faciebant, quod vinum biberent et carnes et de omnibus, que eis apponebantur, comederent. Et cum eorum obodientiam reverenter implcssent, tunc ratiohem, qaare hoc eis preceperant, retulerunt. Turbati fratres ex hiis, que facta fuerant, unde gaudium et letitiam, inde tristitiam, amaritudinem et furorem implacabilem assumpserunt, et indagata veritate conditionis eorum, determinant summi pontificis adire presentiam et tantis et talibus apud enm eos diffamare querelis et inculpare criminibus, ut vel spontaneo s aut invitus cogator, tanqoam contra hereticos, adverus eos proferre sententiam. Habebant tunc fratres dominum Johannem de Morr sancte romane ecclesie cardinalem, qoi eorum
(1) Griovann Mincio da Morovalle, generale dell' Ordine negli an. 1296-1304; creato cardinale 15 dee. 1302, mori in Avignone 1312. Da Card, continu a reggere l' Ordine sino all' elezione del suo successore. Anal. frane, t. Ili p. 432, 453. (2) Fr. Taddeo, che verr nominato pi sotto.
(3) Quest' isola doveva certamente esser nel golfo di Corinto ; e come egregiamente congettura r Ehrle, forse l' isoletta Trixonia la- quale si trova presso la spiaggia della baronia di Sola o Salona (= Amphissa), allora soggetta domino Thomae de Sola
.
(4)
il
1301-3.
348
BIBLIOTECA
mtnister generalis extiterat, spontanenm proinotorem omnium, qne petebant. Qno avente sammi pontifcis presentiam adeant et coram eo primo proponant, ^comodo quidam ordinis nostri apostate ad Achaye provinciam venerunt, qui propter singularem modum vivendi, quem tenent, vitam austeram, quam dncunt, et licentiam domini Celestini hoc aciendi, qnam iam ostenderunt et habere se dicunt, tanta principes et omnem clerum ad se devotione traxerunt, quod nullam de ipsis iustiiiam lacere vel rationem habere valemus. Qnibns
(1), sicut qui tunc aderant viri digni fide, retu* Sinite eos servire Deo, quia ipsi faciunt melius, qnam vos faciatis Tunc ipsi ad refugium precogitati et asweti mendaci recurrentes, et tanto viro falsitates coram ponere
lerunt
heretici et scismatici sunt hii, quos vestra sanctitas nobis prefert, et in tota terra illa predicant et disseminant, quod vos non estis papa, et quod auctoritas non est in ecclesia, et plura similia, que mentera eius perturbare valerent. Quorum fallaciis deceptus, eorum perverse petitioni assensum prebnit, iubens fieri
litteras
dominum Petrum patriarcham Constantinopolitanum (2) et duos arcbiepiscopos Ateniensem et Fatracensem. Patriarcha moram tunc contrahente Venetiis, duobns archiepiscopis, quorum cnilibet de per se plenam exsecutionis potestatem
eorum
videlicet
predictos fratres puniendi papales littere committebant, a fratribns presentantur. Tbanus autem, qui erat vir eruditus, visis litteris et emissis fratribns dixit: Non puto, quod tam iniuste littere mandaverint diebus nostris de curia romana . Et captata opportunitate cum
domino Thoma de Sola, cuius illa insula erat, in qua fratres illi morabantur, locutus est, et eadem replicans verba cum ipso de illius littere iniustitia, rogavit eum, quod illos de insula expelleret et quod tenorem litterarum pape fratr Xi&erato et sociis notificare nullo modo diferret. Quod ut andierunt, se eidem domino Tetano semel et secundo stnduerunt presentare; sed ipse couscentia ductus, avertebat ab eis faciem, et per snos familiares secrete interdicebat eis, ut ante conspectum suum numqnam comparere presnmerent. Et iterum cum domino Sole loquens mandavit ei sub pena excommunicationis, quod eos de terra sua,
citius posset, eiiceret. Patraeensis vero archiepiscopus, qui erat domini pape consanguineus, conscius de modo impetrationis litterarum, nullo modo eas recipere volmt, sed propter illarum litterarum impetrationem magnam displicentiam de fratribus, qui eas tali modo procuraverant, concepii Quid plura, coguntur recedere de terra dominii latinorum tempore famis, quo divites opprimebantur penuria, et nichil habentes peregrinantur, et {ad Grecos] (3), qui eos ut hereticos devitabant, accedunt. Ubi contracta mora iam duomm ferme annomm in laboribus multis, in multa penuria et erumpna, dominus patriarcha a Venetiis rediit Nigropontem. Quem mox fratres adeuntes, ut breviter me expediam, excommanicari semel et secundo, quos expulerant, faciunt. Legnntur excommunicationis illius littere ex mandato domini patriarche, ubique publice excommunicantur cum sonitn campanarum, et ip tratres ut procuratores bine inde ipsam patriarche sententam publicando discnrmnt. Sed divino iudicio quanto amplius sue voluntatis contra absentes impetum ostendebant, tanto maiorem displicentiam dominorum et omnium, qui discretionem habebant aliquam, incurrebant. Ex qua re coacti snnt, post prefatos eorum conatus impios et processus, rogare fratres, de quibus iam superius mentio facta est, fratrem scilicet Jacobum de Monte
quomodo
et socios, qui iam Tebas et Nigropontum pervenerant, pr pace laborare fratrum illius Provincie et accedere ad illos, quos post eiectiouem excommunicari fecerant a domino pa-
triarcha
pavendo,
(1)
alli
Dato
il
11 ott. 1303, dobbiamo porre questo fatto con quel che segue accaduto entro la met del 1303.
(2) Pietro tenne il titolo patriarcale dal 1286, sino alla morte ehe vuoisi avvenuta il 23 dee. 1301, poco dopo il suo ritorno dall'Italia in Grecia. Gli snoeedette il 7 feb. 1302 un tale Leonardo. Arciv. Ateniese era forse fr. Stephanus Mangiatems Ord. Praed. reChi fosse poi il vese. di Tebe e ehi l' arciv. di Patrasso, gistrato dall' Eu bel e. il 1300.
se Giov.
asserirlo.
da
S.
Vito
de'
altri,
non
facile
(3) Cosi
r Ehrle che supplisce eoi eod. Riccardiano, identico in questo eoi nostro Senese.
SECOLO xm.
non mnltis
349
et tractare cnm eis, quorum interpositis diebna fiierat de hac vita snbtractus se habere notitiam fatebantnr, et modum aliqnem invenire unitatis et concordie, per quem
103
consopirentur scandala clero et secularibus ex eorum persecutione exhibita, ut hedificarentur ex eorum prudentia et caritate, qua mediante, et bona pie procurata et scandala tam leviter sedata fuissent. Venerunt ad partes fratrum fratres Jacobus et socii (1) ad eos, quos videre iam diu desideraverunt, et tanquam si angelus de celo venisset, sanctus ille iam senex cum sua societate suscipitur. Gaudent in mensa et hospitio paupertatis, et socios eiusdem propositi se invenisse letabantur, et nuntios ad dominum Johannem de Murro, qui vice generalis tunc [1303-4] ordinem de summi pontificis auctoritate regebat, cum litteris sui
yicarii, videlicet fratris Jacohi, et
cum litteris ministri et fratrum Provincie Romanie deprecatoriis et predictorum fratrum <;eleriter mittunt. Quibus omnes unanimiter supplicabant sue paternitati, quatenus dignaretur concedere, quod frater Jacobus posset secnm fratrem Liberatum et socios sub sua obedientia ad partes infidelium de sua auctoritate et beneplacito ducere,
dificatio
cum de
in
tali
concessione pax
magna
populo et in clero et ordinis utilitas sequeretur. Ad quod faciendum nec litteris sibi missis, nec fratris Chuntadi (2) et fratris Thadei socii sui, quem ipse dominus Johannes super omnes fere mundi homines diligebat, potuit precum instantia inclinari ; sed misit litteras suo vicario contrarium continentes. Frater vero Thadeus suggerebat suis litteris, quod tantum bonum propter domini cardinalis deliberationem nullo modo dimitteretur. Ommisso igitur fratris Thadei Consilio, visura est fratri Liberato et sociis, domini pape adire presen tiara, et obedientiam ecclesie et summi pontificis omnibus facto et verbis ostendere, et corporum et animarnm bene&ctis Deo curara committere et sub specie discretionis fugara a facie persequentium nequaquam deinceps pr remedio assumere,
non modica
b. Giovanni.
dei sooi undici compagni, preme anche riportare quel tanto che lo stesso Clareno narra Venerunt de partibus romanis fratres Minores, nella sua ricordata Epiatola eaxusatoria:
ad
infideles
suis, et
de
suis privilegiis papalibus missi; Vicarius videlicet Orientis cum XI sociis volnntate provincialis Ministri et omnium fratrum illius provincie [cio Romaniae,
cum
Graeciae] rogati transierunt per nos, et steterunt nobiscum sex mensibus. Ipse vero frater Jacobus de Monte, Vicarius in partibus Orientis, pr nobis pie cogitans, cum audisset a fratribus omnia, que contra nos fuerant perpetrata, condoiuit fratribus..., et certificavit fratres
fide et moribns, et veniens ad nos, ad cautelam absolvit nos auctoritate papalium prvl^orum, que habebat, hoc posse &cere de omnibus extra romane ecclesie iursdictionem in terrs infidelium commorantibns, licet nuUius excommunicationis nos crederet vinculo innodatos. Ipsis vero a nobis recedentibus, ststim misimus duos fratres ad dominum papam
de nostra
Bonifatium cum
litteris nostris
et alios duos, quos fratres capi et detineri fecerunt, ne se prefato domino possent presentare. Tunc fr. Liberatua secretum assumpsit iter et venit usque Perusium ad dominum b. m.
sunm adventum... prefatus pontifex migravit [7 jid. 1304] ad Dominum. Qnare impeditus, coram eo facta sua et sociorum exponere non valuit. Ellecto vero domino papa Clemente [13 jun. 1305], assumpto secum fratre Paulo pr socio, viam ad Curiam arripuit, et in itinere infirmalus est: et duohus annis infirmus languit, in tertio vero
Benedictum, sed festine post
ad Deum vocatus obiit [1307], Ego vero uno anno piene laboravi, antequam possem fratrum reditum procurare. Omnibus vero fratribus iam premissis, ultimus omnium redi [e. ept. 1305], et inveni quod fr. lAberatua a fratre Thoma de Adversa inquisitore heretiet ipse
eorum fnerat vocatus cum omnibus sociis, quos in illis partibus habebat; presentavit se ei, et examioatus ab eo de fide catholica et pluribus diebus detentns, inventus est ab eo fideKssimus cum omnibus suis sociis christianus... Epiat. excuaat. fr. Angeli Careni ed. Ehrle
.
in Archiv dt.
(2)
t.
I p.
529-31,
fr.
1806.
il
12 dee.
Ili p. 253 n. a.
350
103
BIBLIOTECA
qui tronchiamo
il
risentimento ed esagerazione)
in Italia e altrove, con
racconto del Clareno, che lo protrae narrandoci (non senza qualche le susseguenti persecuzioni che lui e i suoi ehbero a subire
dell'
immenso detrimento
Ordine.
rimandiamo
VII
il
lettore ai capp.
fr.
quali
si
novera
il
b.
Tomaso da Tolentino;
1291
Martiri
104
S.
Giovanni
il
di
Acri, o Tolemaide,
ultimo baluardo
del
cadeva
di
sangue cristiano
il
(1).
Tutti
meno fedelmente
avevano
il
principale
convento della
dice
il
fr.
pagno,
Giacomo Custode della Siria e fr. Geremia suo com1266 alla caduta di Saffed (4) come egli stesso
not sotto
noriti
citato
anno
al n. 8
(t.
IV
p.
262-63).
ben 53
numero
al
di religiosi e re-
Tra
in autori antichi, e
staremo quindi
(e.
racconto
de' se-
questi
il
pi recente
1369)
il
Chron. 24 Gen.
che cosi
si
esprme:
(1) Melek-el-Mansur-Kalann, di
20
cavalli
IGO" pedoni,
Soldano d'Egitto, entr nella Terra Santa con un'armata soggiogando Tripoli e Laodicea (1289); nei primi di
maggio 1291 le sue truppe, condotte dal suo figlio Melek-el-Asceraf (che succedette a lui morto il 10 nov. 1290), assediarono e presero Acri il 18 di maggio. Aeri era allora governata da ben diciasette giurisdizioni o capi differenti, sempre fra loro discordi, senza unit
governo e senza mezzi di difesa. Alla caduta di Acri, caddero successivamente Tiro, Beirut, Sidone (Sajette), Tortosa ed altre, per Io pi abbandonate dai militi e cittaCfr. Du Cange-Rey FamiUes d'outre mer p. 46 dini latini che si rifugiarono in Cipro.
di
e passim.
(2)
e. 6.
Wadd. Annales ad
Civezza Storia
an. 1291 n. 1.
Quarestaio
il
Elueidatio T. S.
lib.
7,
peregr. 8,
e 27, ed altri.
Prima di questi,
delle
Missioni
t.
II e. 12.
si
lib,
ce.
26
cosi
espresse
Firmam. trium
Ordinum, ed. Venet. 1513 fol. 32 r: e Anno dom. MCCXCII (sic) XIIII kal. junii, civitas fuit capta per saracenos, occsis et captis in ea plus qnam triginta millibus christinonim, in qua omnes fratres conventus Minorum et sorores monasterii S. Giare crudeliter
Achon
in SyUabo martyr. p. 230 ed. 2. l'Hueber {Menologium 17 Maii n. 1) che per accordare questa conerra (4) Peggio poi fusione, confonde Acri e Saffed come fossero una e medesima citt!
Wadding
SECOLO xm.
Anno MCCXCI. XIIII kalendas
vel captis ibidem plus quam vitatis Tripolitanae anno secundo.
351
XXX
luni civitas Accon fait capta per Saracenos, occisis millibus Christianorum ntriusque sexus, a captione ciCum antem in Accon tane esset solemne nionasterium
104
et Abbatissa
captionem
civitatis
audisset et
intrasse
Saracenos,
castitatis zelo virilis efifecta, omnes sorores suas ad capitnlnm celeriter advocavit, et praevia informatione salubri, ne ab infidelibns deluderentur, oranes ad martyrium animavit. Et ait:
Filiae meae et sorores, contemnamus vitam istara miseram, ut immaculato corde et corpore fories in fide sponso nostro Domino lesu Christo nos valeamus ofiferre et pretio propri! sanguinis vitam interminabilem comparemus. Quod me igitur facere videritis, hoc omnes Tunc virilis mulier, arrepto gladiolo, nasum proprium mutilavit, ( t fluente sanfaciatis guine totam faciem cruentavit. Animantur sorores omnes ad simile fidei et castitatis amore, et facies suas diversimode vulnerantes et cruore virgineo tingentes, aspectum horribilem intuentibus praebuerunt. Quid plura? Intrant Saraceni monasterium evaginatis gladiis christianum sanguinem sitientes. Occurrunt eis sacrae virgines intrepide non vultus decorem, sed horrorem canibus illis femelicis oflferentes. Qui videntes eas primo stupent, deinde Fratres etiam conventus eiusdem- civitatis horrentes omnes gladiis crudeliter occiderunt.
.
fuerunt
modo
simili trucidati.
Anteriore al Chron.
24 Gen.
il
racconto di
fr.
Giovanni
di
nuava
il
suo Chronicon fino al 1348; esso scrive quel che udiva raccontare nel suo tempo:
Anno Dni. 1291 [corr. 12891 Saraceni Tripolim destruxerunt. Item sub Nicolao IV Saraceni coeperunt [1291] Acheron Accon Acri) qualiter antem coeperunt, prout
(=
adhuc recenti mihi innotuit, quanto succinctius et realius poter, delineabo {Dopo due lunghe colonne segue) Cum vero barbari urbera ceperunt, paucis pepercerunt, nam fere omnes deprehensos in ore gladii peremerunt, multos etiam in captivitatem redegerunt, qui adhuc hodierna dio cum suis posteris eorum servitiis sunt astricti, in magna tamen reverentia retinentur. Numerus autem Christicolarum in civitate deprehensorum et occisorum famatur extitisse 70 railia; paganorum vero multo plures propter pestilentiam inter eos exortam propter causam praedictam perierunt. Praeterea in captiid
.
. .
fama frequenti
quod est miserabile dictu, pagani mulieres fideles formosas sibi placcntes cum ad monasterium S. Clarae venissent et Moniales ibidem Domino servientes violare vellent, abbatissa cum magna precura instantia ab ipsis vix impetravit, ut dimissa eis castitatis sanctimonia post hymnum et canticum Domino persolutum ab eis capita earum reciperent. Cum ergo antiphonam Salve regina devote percantassent, flexis poplitibus, porrectis cervicibus Martyrum palmam capitis obtruncatione mernernnt. Vastata est itaque civitas, et heu penitus desolata. Chron. Vitodur. in Eccard Corpus hist. meda aevi t. I col. 1761-63.
vitate civitatis,
temeraverunt
et
Strano
ancora,
ci
sembra che
soltanto
il
il
il
parlino
del martirio
morte
de'
FP.
Minori!
questi.
fratelli,
Ora
perfino
cit. ci
Chron. 24 Gen.
1'
per
gode
sbriga con un rigo appena sulla morte di animo di saper qualche cosa di pi su questi nostri con-
un cod. del
s.
Convento
di Assisi scritto
da un Minorit contemporaneo
quanto segue:
24
gen. 1899),
... Quatuordecim fratres Minores de Ordine S. Francisci : Guardiano cnm aliis fratribus recedentibus de civitate [Acon] ante excidium, et in Ciprum navigantibus cum multis aliis clericis, religosis et laicis, timentes ne fraglitate sua vincerentur in martriis rocipiendis a saracenis; et sicut ad
negandum
fidem, sacrificia
Christi,
timore
poenamm
et
t.
II p. 106.
foli,
diversarum ystoriarum
compilato da un Minorit
1335, sotto
352
104
BIBLIOTECA
dixit debilibus
tormentis, inclinarent non nihil, elegerunt potins ad aliam fagere civtatem, sicut Salvator adhuc discipulis, et in terra pacis regem pacificnm Christum venerar! et
XIIII fratres, constantes in fide, pr Christi nomine et confessione verae fidei, dura immobiles permanerent, intra suam ecclesiam et locnm, a saracenis martirizati fuernnt, et a Christo in gloriam adsumti et adinncti sanctis martiribas. ...
colere. Ipsi vero praedicti
di
questi
quattordici martiri, veggasi la pianta di essa citt in Sanuto, riportata anche dal nostro
fr.
Lavinio (1).
Il
Domenicano
fr.
e di Acri
forma
di sup-
pliche e di lamenti, nelle quali piange inconsolabile la rovina del regno cristiano di Siria (2).
In esse troviamo una particolarit che non riscontrammo in altri cronisti: il martirio cio di alcuni frati Minori, i quali, nell' ultimo momento, rifugiatisi nel convento de' Domenicani situato sul mare, morirono uniti con loro per la fede di Cristo.
Nei suoi famigliari lamenti a Dio, che aveva inviati invano tanti apostoli per estirpare la legge brutale di Maometto, ricorda anche l' apostolato di S. Francesco, e dice
:
ille
perfectus et verae paupertatis amator Franciscus, animo invasit bestiam Machometum versus
partes orientales, dum petilt etiam a successore Machometi Soldano Babiloniae poni cum Saracenis vel solus in igne ardenti, ut evacuaret, nec tamen bestiam evacuavit... Taceo de nostris principibus saecularibus . (p. 268). Ego soUicitus quaero ab illis, qui redunt de captione Accon, et nuUum invenio qui dicat mihi aliquem fratrum Praedicatorum remansisse ad vitam. Sed etiam soUicitior circumspiciens Inter captivos, si forte aliquos ex meis fratribus Praedicatoribus invenerim, et nullum invenio. Invenio tamen tunicas et parament, libros etiam et breviaria inter Saracenos . . Tunc a redeuntibus de excidio mihi oblata est tunica lancea vel gladio perforata, quae etiam modico cruore rosea est. Et tunc eiulans et plorans dixi : < tunica fratrum meorum est, tunica ordinis mei est! Redemi eam modico pretio. beate Dominice, fratres
. . .
ad praedicandam
beate Franfidem, et ecce libros multos et scripta fidei invenio, et fratres non invenio !.. cisce, cui ab infantia mea et usque nunc fui devotus, o verus paupertatis amator, ad te
clamito et fiebiliter ingemisco : tu zelo fidei et devotionis accensus odisti (3) Soldanum Babiloniae, a quo petiisti poni cum Saracenis in igne vel etiam solus, ut perfidiam Machometi destrueres. Tunc quidem voluisti, sed non potuisti! Et nunc quando factus es ita
quando tantum crescunt geniitus omnium animarum? occiduntur qui nolunt negare fidem, et alii multi saeculares coguntur verberibus et suppliciis multis negare fidem. Sitis simul tu et beatus Dominicus ante summum ludicem pr vestro cetu pauperum ; sitis simul et tenete nos, et stemus simul . . Virgines sanctae, Deo devotissimae, quae de saecnlo et diabolo simul, in sexu fragili triumphastis, et corpora vostra templum Deo sanctae virginitatis et puritatis consecrastis, ad vos ejulans clamito pr tyrannide Machometi celeriter destruenda I . . Nonne videtis virgines et sanctimoniales, quae fuerunt olim sodales vestrae, quomodo circumducuntnr per
potens in curia
coeli, silere poteris,
Nam
fratres tui
mundum?..
(p. 278-79).
Nella quarta epistola ad vener. patriarcham lerosolimitanum [fratrem Nicolaum Ord. Praed.] et ad fratres Praedicafores qui fuerunt oceisi in Accon, scrive:
Quantus mihi
semetipso de
facili
fderit dolor et tristitia cordis in captione cognoscere potest; experti estis simlia.
Accon
quilibet
vestrum ex
Orientis, usque
(V)
usque ad profnndas partes non solam nova sed etiam spolia christia-
Nam
In Chude-Indicateur de la T. 8. ed.
4, t. Ili p. 286.
t.
II B. p.
258%.
(3)
SECOLO xm.
norum venernnt. Et cum
353
104
libri et paramenta venderentur, parvoli et mulieres circumducerentur publico per civitatem ad ignominiam christianorom, et etiam, ut carius venderentur, sanctimoniales et virgines Deo dicatae mitterentur eaxenia regibus et barcnibus Saracenorum, ego dolens et tristis quaerebam sollicite, si aiquos ex fratribus meis viderem, ut si possem aliquein ex eis redimere vel eis aliqua ministrare; et mirabar quamplurimum,
quia inveniebam paramenta, tunicas, libros et breviaria et non invenicbam fratres ... Et postea obtulernnt mihi foccarii Saracenorum, qui reyertebantur de captione Accon, tunicam valde pulcram gladio vel lancea perforatam, quae etiam modico sanguine rosea erat; nescio cuius vestrum fuit haec tunica, et redemi eam. Et postea dixerunt mihi quod nullus frater praedicator ad vitam remanserat. Intellexi enim, quod vos occidcrunt Saraceni, ne essetis aliis capti vis ad Mei firmamentum. Gaudete igitur fratres in Domino, iterum dico gaudete! Gaudete quia pr fide occisi estis! Et eo quidem poteratis fugere, poteratis de civitate exire, quia iuxta mare erat noster conventus (1); sed voluistis in civitate remanere, ut essetis aliis ad fidei firmamentum Vere namque vos reputo sanctos et martyres Dei ; fuistis enim omnes missi a nostris maioribus in Accon cum merito obedientiae, occisi estis pr bono obedientiae: remansistis quidem, ut essetis aliis ad fidei firmamentum. Omnibus
. . .
etiam constat scientibus consnetudinem Saracenorum, quod Saraceni valde libenter pepermortem et dedissent donarla, si voluissetis negare fidem Christi et effici Saraceni... Gaude igitur, pater pauperum, frater Nicolae, patriarcha Jerosolimitane! Gaudete fratres, qui cum eo ivistis! Gaude et tu magne pater sancte Dominice! Gaudeat et ordo fratrum Praedicatorum, qui tale enxenium mittit ad caelum, unum talem Patriarcham cum triginta fratribus simui et semel . . Felix illa processio a qua nec fratres Minores fuerunt exclusi! Audivi enim, quod circa horam mortis aliqui, nescio qui, ex charissimis nostris fratribus Minoribus, in domo nostra se recluserunt vobiscum, et etiam vobiscum pariter sunt occisi. Gaudete fratres in Doniiiio semper! Ego tamen tristis et merens incedo, quia inter tristes et miseros, remansi miser Heu mihi, quia natus sum videre contritionem populi mei Ubi est Tripolis, ubi est Accon, ubi sunt ecclesiae christianorum, quae ibi erant; ubi reliqniae sanctorum, ubi religiosi et religiosae quae Dominum laudabant, quasi astra matutina! Ubi est multitudo populi christiani, qui ibi erant! Certe religiosi et bellicosi occisi sunt, pueri reservati, ut efficiantur Saraceni, et feminae matronae, sanctimoniales et virgines datae sunt Saracenis concubinae et sclavae, ut ex eis Saracenorum populus augeatur. Vos autem de vobis dicite mihi fratres, qua bora fuistis occisi, et quid dixistis, quando venerunt super vos inimici fidei christianae? Audivi enim, quod feria sexta, hora tertia, occisi fuistis. Audivi enim quod de mane celebrastis et comraunicastis omnes, et convenit ad vos magna multitudo virorum et mulierum et parvulorum. Audivi a religiosa domina et fide digna, quae capta fuit a Saracenis, et praescns erat quando fuistis occisi, quod quando intraverunt ad vos Saraceni, vos altis vocibus canebatis Veni creator Spiritus... Dum igitur sic cantaretis, occiderunt vos; et postea non sunt audita nova de vobis. Dicite mihi fratres, de quo cantastis missas? puto, quod de Domina nostra, vel de Cruce. Salve sancta Parens, salve mater Ecclesia, quae tot et tales filios peperisti cum tanto gemitu et tanto dolore! Tristitia vestra versa est in gaudum.
cissent vobis
!
.
. .
(p.
289-92).
1291 Gli schematismi e le memorie recenti della Convento di Beirut. Terra Santa pongono sotto quest' anno anche la perdita d' un, antico primo convento e chiesa di Beirut che fan risalire per fondazione alla prima met del secolo XIII (2).
1291 Caduta Acri, cadde in potere do' SaConvento di Scdda o Sidone, raceni anche Sidone (3), ove dai primordi della provincia Minoritica v' era un convento
(1) Vedi la pianta della citt di Acri del Scmuto e del Liber de passagiis edita dal Rey ne\Y ttide sur la topographie de la vUle d'Acre (in Mm. de la Socit dee antiq. XXXIX, pi. VI) e in Jomard Monum. de la Gogr. pi. 5; indicatici dal cit. Rohricht ioc. cit. p. 289.
Nelle
(2)
dette piante indicato anche il convento de'FP. Minori. de' vari conventi di Beirut vedi la nostra citata Serie oro-
nologica p. 216-17.
(3)
Du Cange-Rey
Fanllea
cit. p.
438.
BibUot.
Tom.
l.
88
354
104
e chiesa (1).
BIBLIOTECA
Nnlla sappiamo della sorte toccata
ai
frati
che vi
erano,
ma
facile
1291 CJonvento di Tiro. Contemporaneamente alla caduta di Acri, cadeva anche Tiro in potere dei Saraceni (19 mag.), abbandonata dai cristiaiii che si rifugiarono in Cipro e in Europa (3). Qui pure ignoriamo la sorte toccata all' antico convento e ai Minoriti che lo abitavano (Vedi pi sopra sotto V anno 1255, a p. 234).
1291
Vivaldi,
d'
due
frati
Minori che,
coi capitani
dallo stretto di Gibilterra intrapresero (1291) il viaggio lungo la costa Africa e passarono il Capo di Buona Speranza, inoltrandosi fino alle coste dell' Abissinia e Nubia, ove una delle navi naufrag, e della seconda non si ebbero altre nuove (4).
1291
De Statu, vita, et Pr. Guglielmo da Ohieri (o da Oherso?): conversatione Beligiosonuu illarum partium (Persiae et Tartariae) tam Ordinis Minonun, quam aliorvun Ordinum quonuncumque.
106
col
Frate Guglielmo avrebbe scritta questa relazione, come risulta da una lettera di NiIV Ad partes Tartaric<is, data al suo nunzio fr. Cruglklmo e al suo compagno fr.
Rieti)
il
di
si
preparavano
Per-
Ma
da notarsi che
principi
della
Tartaria
sua morte non era ancor giunta in Italia ; qnindi i missione col suo successore Cassati Kan, egualmente benevolo e amico de' cristiani.
7 marzo 1291 (6), e la notizia della due Minoriti dovettero trattare la loro
La
missione di questi due nunzi ebbe un duplice fine: quello della propagazione del
Vangelo nella Tartaria, e 1' altro per far divergere le forze dei Tartari contro il comun nemico che poco fa aveva occupato Acri e tutta la Siria cristiana, e minacciava l' Armenia e la Persia. Molte sono le lettere che riguardano questa missione, (7) e da esse veniamo
a sapere che
i due Minoriti dovevano passare per Costantinopoli, percorrere l' Asia minore, l'Armenia, la Persia, la Caldea ed altre regioni ancora: e di tutte queste regioni, vuole inoltre volumus ... de statu Religiosorum in il Pontefice una particolareggiata relazione scritta
:
einsdem morantium partibus certitudinem plenam habere; discretioni vestrae per apostolica scripta mandamus, quatenus cum in partibus fueritis supradctis, de statu. vitae, et con(1) Da un docnm. del sec. XIII in Strehlke TabuUie Ordinis theutonici (Berlin. 1869, p. 82) p. 317. ap. Rohricht Syria Sacra in Zeitsehrift dea deutscken Palaeat. Vereins t. (2) Per la storia recente di questo convento vedi la nostra Serie cronologica p. 216.
(3)
Du Cange-Rey
cit.
Familles
cit. p.
501.
Per
convento di Tiro
vedi la
Monum. Germ.
114-17.
Missioni
rico
VI
e.
3 p. 79-81;
p. 26-28.
cfr. ibid. p.
Domenichelli
hiat. t.
da Pordenone
(5)
cit.
t.
Cfr. eiusd. BuUar. t. IV p. 284. Sbaralea Supplem. ad Scriptores p. 319. (6) Archives de l' Orient Latin t. II B. p. 262 n. 28. Civezza Storia Cfr. Wadd. an. 1291 n. 4. (7) In BuUario cit. t IV p. 276-85. De Gubernatis Orbis Seraph. de Missionibus t. II e. 13 p. 516-27, e gli autori ivi eitati.
I p. 370-71.
La
i
del re tartaro
(n.
Cassan
missione dei frati Guglielmo e Matteo ebbe per risultato l'alleanza coi re di Cipro e di Armenia, i quali, come vedremo al 1299-1300
109)
sconfissero
Saraceni e
si
Cfr.
Michaud Storia
resero padroni di Gerusalemme e della Terra Santa, delle Crociate lib. XVI.
ma
SECOLO xm.
versatione Eeligiosorum ipsorum tara vestri,
355
105
per indagationem sollemnem (1), sed alias diligenter, caute et soUicite indagare cnretis plenius veritatem ; et quod inveneritis in hac parte, Nobis per vestras litteras, seriem continentes praesentinm, fideliter intimetis, illnd nihilominns Nobis,
tigerit redire praesentiam, oretenns relatnri .
Il Waddingo, lo Sbaralea, e tutti gli storici italiani, scrivono che fr. Guglielmo oriundo da Chieri di Piemonte, basati senza dubbio sulle lettere papali che lo dicono de
cam vos ad
nostrani con-
C^erio
il
P. Fabianich (2),
di
il
Glinbich (3)
ed
di
Cherso
Cassione dell'isola
il
il
Gliubich, che
corso
nelle
filo-
Guglielmo
prime
IV
in Oriente, lo dice,
non
solo
rimpatriato
si
con soddisfazione
di
tutti,
ma
il
occup in cose statistiche di quelle regioni, e che di questo suo lavoro oggi nulla
mane.
ri-
So
il
Gliubich e
Fabianich, od
altri,
delle
sole
come vogliamo
credere, specialmente pel morie pi chiare che non le sole lettere papali, allora frate Guglielmo dovremo dirlo certamente Dalmata.
un personaggio con un altro. Se poi, Fabianich, ebbero gli scrittori Dalmati altre me-
1291-92
duta
di Acri,
i
contro
All' infausta notizia della caNicol rv e la Terra Santa. ne pianse acerbamente Nicol IV. Di bel nuovo egli proclama la crociata Saraceni incaricandovi a predicarla i Minoriti e i Domenicani. Scrive a tal
uopo a
di
tutti i Principi cattolici, all'Imperatore di Costantinopoli, ai re d'Armenia, Georgia, e al Kan de' Tartari della Persia, che, come dicemmo, i Minoriti Gruglielmo da Chieri e Matteo da Chieti, Legati del Papa, indussero, pii tardi, alla conquista
di
Gerusalemme
rendeva
l'
e della Siria.
il primo Pontefice francescano, in mezzo a questi magnanimi anima a Dio il Venerd Santo, ai 4 d' aprile del 1292 (4).
1292 Ne' Memoralia facta Armenia sottoposta alla Prov. di T. S. in capitulo generali Parisius celebrato an. dom. MCC. nonagesimo secundo, si ha Item dififinit generalis minister cum capitulo universo, quod regnum minoris Armeniae et Fratres ibidem commorantes, subsint ministro et provinciae Terrae Sanctae, ita tamen, quod locus de Salbaste Sebaste) quem frater Marchus dudum aedi:
(=
remanere debeat Fratribus commorantibus inter Tartaros, sive in PerSul convento di Sebaste conside, quibus dictus locus est amplius opportunus (5) . struito da fr. Marco, vedi sopra al n. 87.
ficare inceperat,
1292 -Sept. 10 Nioosia di Cipro. Atto notarile della vendita d' una casa fatta all'Arcivescovo di Nicosia e di un'altra venduta ai frati Minori della
stessa citt.
cundo,
In nomine Domini, Amen. Anno, eiusdem millesimo ducentesmo nonagesimo seindict. V. die 10 mensis Septembris. Noverint universi ... quod ... dominus
(1) Cio
ombra
(2) (3)
ai popoli e sovrani
(4)
non per indagazione o visita solenne, ofEciale e pubblica; e ci per non dar non cristiani che se ne potevano adombrare. Memorie storico letterarie d alcuni conventi di Dalmazia, Venez. 1845, p. 70-71. Dizionario biografico degli uomini illustri della Dalmazia, Vienna 1856, p. 175. Vedi Wadding an. 1291-2. Civezza Storia cit. t. II e. 14. Raynaldi an. cit.
Panfilo Storia
t.
Die
dllesten
VI
p. (>4.
356
105
BIBLIOTECA
vendidit . Gerardns de Antiochia, canonicus Nicosiensis rev. patri domino fratri lohanni de Ord. Minorum (1), Dei gratia, Nicosiensi Archiepiscopo, ementi et recipienti, pr parte et nomine et ad opus ecclesie sne predicte, quandam domum snam, positam in Nicosia, cnm omnibus juribus et pcrtinentiis snis, ... pr bisancns albis de Cipro duobus millibus et octingentis, quos bisancios duo millia et octingentos idem dominus Gerardns venditor recepit et habuit ab eodem domino Archiepiscopo et judice
. ,
.
Christophoro, yconorao vel actore Ordinis fratrum Minorum in Nicosia, solvente pr parte et nomine dicti domini Archiepiscopi et ecclesie sue pr dictis fratribus Minoribus et ecclesia eorum, de precio bisanciornm alborum de Cipro quatuor millium, quod dictus dominus Archiepiscopus habuit et recepit a Conventn fratrum Minorum de Nicosia, de venditione cujusdam domus sue, quam vendidit fratribus Minoribus
supra
solutis
dictis,
manu mei
secundum quod apparet per quoddam publicum instrumentum confectum De quibus bisanciis duobus millibus et octingentis sibi a predictis personis, nomine venditionis ejusdem, pr parte predicti Archienotarii infrascripti.
piscopi et ecclesie memorate, de pretio predictorum bisanciornm quatuor millium redacto, ex venditione diete domus quam dictus Archiepiscopus et Capitulum ejus vendiderunt dictis fratribus Minoribus, ut superius dictum est, dictus dominus Gerardns
contentum et pacatum se vocavit. Renuncians etc. .. Et ad majorem cautelam dictorum fratrum, predicta venditio et omnia et singula supradicta celebrata fuerunt secundum assisias et consuetudines regni Cipri, coram vicecomite et juratis civitatis Nicosiensis, ad hoc speciallter tanquam curia convocatis.
se bene solutum,
.
In cujus
rei
testimonium
etc.
Actum
c.
1294
Di
in
= Usi
Gerusalemme, presso
la
106
Sotto l'anno 1230 al h. 41 (p. 158-60) abbiamo date le prove della fissa dimora de'FF. Minori in Gerusalemme e nella Terra Santa propriamente detta. A convalidare il gi detto, riportiamo anche la testimonianza del pellegrino Domenicano fr. Ricoldo da
Monte
il
1294
e che ci ricorda
l'
esistenza di
un
Di
fr.
Hngue
(3)
ma
pi accreditati sono
il
testo
latino pi abbondante (4), e il testo italiano pi compendioso edito da un suo confratello fr. Vincenzo Fineschi (5), il quale a proposito della notabile diversit dei due testi, osserva: Sarei di parere che due in effetto fossero gli Itinerarii di fr. Eiccoldo, l' uno scritto pi
estesamente in latino, e
l'
18).
testo ital. stato riprodotto dal cod. Ms. della Laurenziana di Firenze, Plut.
della libreria Gaddiana.
si
89
predicamo molto morti dai Saraceni (p. 42) E ivi si l' altare in quel luogo, nel quale partor la nostra Donna, celebramo, e predicamo; e poi che fu detta la messa ci comunicamo, e tutto il p
l'
temendo fortemente
d'Ancona, di cui vedi sopra al n. 97. Venezia Ms. Cartolare di S. Sofia n. 52, ap. Mas Latrie Hist. de Chypre III. 675. (3) Cfr. Rohricht Biblioth. geogr. Palaest. p. 61. 105-41. (4) Edito dal Laurent in Qtiatuor peregr. Lipsiae 1864 p. 100-41; e ibid. 1873 p.
(1) Fr. Giov. (2)
nel
XIII
1721).
scritto (5) Itinerario ai paesi orientali di fr. Siecoldo da Monte di Croce Domenicano, Ordine. stesso sacerdote dello ora in luce da Viiicemo dato Fineschi, secolo, fra
8.
Miscellanei
SECOLO xra.
polo (p. 52)... Allato della Chiesa
357
Girolamo tramut
trovammo nn
il
106
luogo dove dormiva S. Pagala (p. 54), Percorrendo la via Crucis, e arrivato alla stazione del Cirineo, dice: E ivi appresso si un luogo di Religiosi, ohe fu dei Frati Minori (p. 62) . Nlla basilica del S. Sepolcro di G.
C,
vi
Dal testo latino riportiamo soltanto quel brano che lungo la via Crucis,
alla stazione del Cirineo
ci
conduce
Inde intravimus
in
luminaribus et
magna
reverentia custodiunt.
sepulchrum pulcherrimum Virginis, quod Sarraceni cum multis Et ibi cantantes et celebrantes et populum
campum,
ubi
fuit
lapidatus
beatus
Stephanus, et ascendentes per viam, per quam ciocerunt eum extra civitatem cum lapidibus, intravimus in Jherusalem per portam sabbatorum, et invenimus ecclesiam sancte Anne, matris Domine. Ibi ostenderunt locum, ubi afBrmaverunt vere, quod fuit nata beata
Virgo. Et
ibi
domum Eerodis
et prope
domnm
stetit
JPilati, ubi
vdimus populus
in
platea
ante palacium,
cum
exivit
ad eos Pilatus.
Ascendentes autem per viam indirecte, ubi ascendit Christus, baiulans sbi crucem, invenimus locum, uhi dixit: Filie Jherusalem, nolite fiere super mei Ibi ostendnnt locum tramorticioni^ Domine nostre, cum sequeretur flium portantem crucem. Et ibi iuxta viam ostendnnt domum in memorialem locum. Ibi ostenduut locum,
cum cruce et fessus quievit panlnlum. Inde per transversum est via, que venit ad civitatem ubi occurrerunt Symoni cirenensi venienti do villa, ut tolleret crucem Jhesu. Ibi iuxta est loous, qui fuit Fratrum Minorum.
ubi substitit Christus
Ascendentes autem per viam indirecte, ubi ascendit Christus, invenimus locum, ubi
dicunt,
re-
surrectionis mortni .
C.
1295
8.
QflIvanilS de
Levante
lanuensis, ex
3.
Ord. Min.
Liber
sanoti
passctgil
Ohristioolaruni
contra
Saracenos, pr
recuperatione
130, del sec. XIV, oggi nella Nazionale di Parigi, tra i Mlanges pour servir a l'hisfoire de l'Orient
questo raro codice dandoci alcuni brani
di
io7
Latin
et des
Croisades
esso.
Galvano fu medico
esso ei si dice
:
Sanctissimo
Vili, cui pi tardi dedic uno dei suoi trattati. In Pontifici . . Galvanus de Levanto lanuensis, olim medicus
.
corporum
solo nomine,
lesu, osculum
ante
pedes . Questa e
loecher (AUg. Gelehrten Lexikon II. 2400) a crederlo entrato nella carriera ecclesiastica, il che non persuade al dotto Kohler. Il certo
postume di Galvano spirano un'aura religiosa e mistica, e quasi tutto sono dedicate a personaggi Minoriti, forse suoi maestri in religione, seppur non possiamo
(1) Fascic.
I.
(Paris,
358
107
BIBLIOTECA
Nel Liber doctrinae agni immaculati Ih. Christi ...ad reverendnm magisirum suum, fratrem Benedictum de Alba, Ord. FF. Minornm , Ergo bone lesti Christe, agnus immaculatus, te fa questa sablime preghiera a Cristo
:
me qnod
jam
totns
Parigi, fol.
28 r).
Un'
(Ms.
lat. n.
3181 Nazion.
ad fratrem
altra operetta
Milonem
Ordints B. Francisci.
Un
Liber de amando
terzo libro,
Deum
dedicata
super tyriacam
medicorum
Fratrtim Minornm.
Un
, dedic
ad
fratrem Philipponuni
Ordinis
Andream Panzannum
Ordinis fratrum
Minorum
Un
Marie
ad fratrem
quinto, finalmente,
*Ars
navi-
Terra Santa residente in Cipro: ad fratrem Nicholaum de Sali, Ordinis fratrum Minornm, reverendum Ministrum in provncia Terre Sancte ultra maris. In questo Trattato il Galvano cos parla al de Sali: Nolite
ergo, reverende minister,
periculis
sepius a Cypro in Italiam, solicitudine pia, hanc Artem propter spernat qui pr nobis dignatus est spemi .
me
il
Domenico era
dall'
trattato
di
Gal-
vano: lUustribus heroidibns Albaniae, dominis Bardo Matarango, Mauro duci, Allexio corniti, Demetrio Olfano, Demetrio Scurra, corniti lohanni, filio Zacharie Scurre, lohanni
militi, Mchael
Cacchoraga et omnibus
aliis
baronibus de
fidei
bono ad
S.
Somanam
medicus corDei
vivi, et
porum
solo nomine,
filii
Eomane
dice
che fa in-
Domenico che
gli
ripeteva
Disce, o
medice
a medico qui de celo descendit nt sanaret egrotos, ne differas trattati scritti verso il 1300 sono nel cod. 3181 della Naz. di Parigi). questi
questa
. (Tutti
un'altra pagina sconosciuta della storia dell'apostolato francescano in Albania. Checch ne sa della condizione o civile o religiosa di Galvano, il fin qui detto basta
a persuaderci dell' intimit e famigliarit sua coli' Ordine Minoritico, e nessuno vorr biasimarci se lo diremo almeno ascritto al terz' Ordine francescano, ad esempio de' suoi grandi contemporanei.
ricavata da
n
un
Convento
Ge-
reale di Torino:
.
phisichi,
di
anno,
ma
il
XIV.
ha esso poca o nulla 1295 anno del non noi. Scritto pi tardi) come lo qualche prima (certo per importanza dimostra il citato Kohler, Galvano lo diresse al re di Francia Filippo il Bello, su cui fon-
sul
A (1874)
dir
il
X.
388-453.
vero,
davasi allora ogni speranza per la ricuperazione della Terra Santa. Egli divide
il
suo libro in
due part; la prima parte piuttosto un trattato morale e militare poi principi: in primo agii de regimine principum, atropologice educto de ludo scachorum, in 58 capitoli. La
SECOLO xra.
359
107
seconda parte tratta de persuasione neophyta christicoUs ad passagium sanctum, in 16 capitoli, ma dei quali soli 6 pervennero a noi, essendo il cod. n. 669 mutilo in fine, per cui
dobbiamo lamentare
importante del
libro,
non che un
Mappa
come
Qualiter hec mappa regni lerosolimitani adiungiiur huic operi. L'antico inventario della biblioteca papale di Avignone, compilato
cos
mi
1295, ricorda
un esemplare
di
Mappa
di
rubeis, in
sionis in
10
quo tractatur de ludo scaccorum, et est ibidem designata tota terra promisquodam panno . E un altro catalogo del 1311, della stessa biblioteca, descrivo
codice:
stesso
...et est
cum
eo
lerosolimitani
designata
sive
piet in
cum
I. p. 9.
ap.
cit.
Fu mai
Galvano
in
Il liber sancti
pascol
sue
si
relazioni
S.
residente
in
se
vuole
quella
Galvanus
. .
assicurano a sufficienza di aver egli percorsa la Terra Santa prima di perorarne la causa. Cos anche il nostro Galvano fu uno di quelli che precedettero con
ci
simili progetti
il
1295-mar. 10 Bonifacio Vili scrive Minoriti nella Corte di Cipro. Ministro provinciale di Terra Santa (residente in Nicosia) notificandogli che ha concesso al re Enrico II di Cipro, facultatem assumendi duos ex Fratribus tui Ordinis, quos idem rex maluerit: eosque ad sua obsequia retinendi, quorum in iis quae Dei sunt, solatio p 'rfruatur (2). Re Enrico, come vedremo, prima di morire vest
al
C.
1296
S.
Di questo Provinciale
di Bonifacio
si
ha memoria
negli Annali o
storie del-
108
da Levanto modico
egli
Vili
Ad
alcuni
fr.
di
questi
dedic
varie
Nicol
de Sali.
Ars
navi-
gativa spiritualis. Galvani lanuensis de Levanto ...ad fratrem Nicholaum de Sali, ordinis fratrum Minorum, reverendum Ministrum in provintia Terre Sancte ultra maris.
11
Galvano rivolgendosi a
fr.
mare
mediterraneum incertum periculis navigando transfretans sepius a Cypro in Italiam, solicitudine pia, hanc artem [navigativam] propter me spernere, si vos non spernat qui pr nobs dignatus est sperni Il nostro Nicol dunque, solicitudine pia, spesso dovette da
.
sia per affari riguardanti i Religiosi di quelle parti, anche per affari del Regno di Cipro o delle Crociate, incombenze queste spesso affidate da quei Monarchi ai Francescani del regno e specialmente ai loro Provinciali che re;
sia
golarmente
prendevano
part^e
o come
testi,
o come
consiglieri o giudici
nei
pi
gravi
(1)
cetto Biograf. medica Ligure (1844) p. 10. Marini Degli archiatri pontifici I. 60-64.
217. Per Fabricias BM. IV. 272. Ginstiniani Scrittori TAguri part. prima 261,
p.
tned. et inf.
latin.
citati dal
Kohler.
t.
(2)
Sbaralea BuOar.
IV
p. 335.
Raynald Annoi,
eccl.
360
108
affari
BIBLIOTECA
dello
stato.
Non
pochi
esempii ce ne d Io
storico
di
Cipro,
il
conte
di
Mas
Latrie (1).
fr.
l'anno 1300,
Kohler
(2).
1299
Cassan Kan imp. tartaro della Pereda e i suoi alleati il re di Due FF. Minori Cipro e di Armenia, riconquistano la Terra Santa. loro ambasciatori sx>editi in Europa.
S.
109
di storia,
sufficientemente
nota,
lo
A
fr.
il
non resta che notare, come 1' alleanza di questi monarchi si Guglielmo e fr. Matteo inviati per ci da Nicol IV, come abbiamo gi notato sotto 1291, al n. 106. Alla parte che ebbero i Minoriti in questa crociata, dobbiamo aggiunnoi
gere le particolarit che troviamo nei seguenti due cronisti del tempo, ignorate dai nostri da altri scrittori. Sui trionfi de' tre alleati, esagerati dalle prime notizie giunte in Europa, vedasi il nostro articolo sopra a pag. 335-36.
e trascurate
A)
Continuationes Anglicae
FF. Minorum:
est conquisita,
debebatur, per reges Tartarorum (4), Armenie (5) et Cjpri (6). Rex autem Armenie fuit tunc frater Minor, habitum Ordinis portans contra Soldanum in preliis. Quem captum idem rex carcerali custodie mancipavit (!). Kex vero Cypri est constitutus rex lerusalem per magnum Casanum principem Tartarorum, qui totam illam terram libere concessit populo christiano. Ipse vero sibi retinuit Babiloniam et Egyptum (!). Qui etiam, cnm aliis regibus, misit duos Fratres Minores ad dominum papam ad petendum populum pr terr occupanda. Quos et papa misit ad reges Francie et Anglie. Diati autem fratres erant de Siria. Qui anno Domini 1300 in crastino sancte Trinitatis (7) venerunt Cantebrigiam versus regem Anglie una cum aliis, dieta nunciantes. Quo etiam tempore, ut retulerunt, supradictus rex Armenie iam portaverat illorum habitum per 14 menses (8). Set proh dolor! peccatis christianorum exigentibus, quorum nonnuUos Lais desidia, aios vero Augusti lascivia, quosdam etiam mutuis preliis ac cedibus intentos serpentis astucia domi retinuit, ne Terram Sanctam iam conquisitam ad inhabitandum peterent, ipsa rursus a Sarracenis recuperata est et occupata, anno videlicet Domini 1301 (9)
.
Chypre tom. II 157, 178, 199; tom. III 281, 662-67, 671, 673 n. 1 ecc. Revue de Quest. historiques tomo 43, p. 525-41. Cfir. La nostra Serie cronologica dei Superiori di T. S. num. 10, 11, 12, 13, 17, 19, 21, 24. (2) Nelle Mlanges pour servir l' histoire de VOrient Latin et dea Croisades. Fascic. I Cfr. pi sopra sotto l' anno e. 1295 (n. 107) l' articolo p. 221-23 (Paris, E. Leroux 1900).
(1) Histoire de
Idem
nella
il
suo trattato
Pro
il
t.
13.
Panfilo
I p.
Storia comp.
t.
II p. 378.
Calahorra Chron.
643
s.
Cfr. Ci-
mentovato.
gi vestito dell'abito Minoritico. (6) Enrico II, egli pure vesti l'abito Minoritico poco prima della morte. (7) Cio il 6 di giagno 1300.
(5)
II,
Aitone
(8)
il
Mon. Germ.
Script.
XXIV
SECOLO xra.
B)
361
Annales Frisacenses:
'evicit
100
Soldanum, multa strage commissa, et Terra Sancta tradita est in potestatem Christianorum. Item rex Tartarorum attinens parentela sanguinis regi Armenie christiano, habuit talem revelationom a Deo, videlicet quod Christus in figura vnlnerum apparuit ei dicens: Vide sic me plagatum pr hnmano genere; vindica ergo me de iniraicis meis Sarracenis. Et secundum hunc modum,
crucis in suo vexillo.
tertio sibi apparens, preccpit ei, ut se vendicaret de iniraicis suis. Qui fecit fieri Item alia causa movit eum ad vindictam. Pater enim suus
signum
moriens
precepit ei, ut contra Sarracenos prepararet se ad pugnam. Item audvit, quod prophetatura erat a prophetis Machometi, quod in isto centesimo deberet cessare fides sua. Snpradictis
motus Tartarus preparavit se ad bellum, occidit raultos de Sarracenis, vicit Soldanum, qui vix anfogit ad loca Babilonie. Deyicit Tartarus idem Damascum et omnia oppida Terre Sancte, et civitates obtentas christianis tradidit, et inde processit versus Egyptum et Babiloniam, et totam Egiptum obtinuit (!), et habitatores quos reperit occidit. Item rex Cipri fere cum omnibus suis subditis et religiosis bellici ad Terram Sanctam tunc processerunt, et fratres nostri [Prciedicatores] et alii Religiosi super Sepulchro Domini tunc celebraverunt. Item Hospitalariis et Templariis reddita sunt omnia castra sua et possessiones, transeuntes mare. Et dominus Papa Bonifacins VIII fecit multum solempnem processionera ad regratiandum Deo de beneficiis et magnaliis prestitis Terre Sancte (1) .
igitur causis
Sec.
Xm
Pr. Ioannes
Garan Guallensis
snior:
De
origine, proeius.
erressu, et fine
HO
1551
in 8*
citati
Sbaralea e
Waddlngo,
il
lettore
bibliografia e varie
notizie
su
questo dotto
Arbor
i
vitae.
Noi
primo tra
e le
favolo
compagno
di tanti suoi
truppe
inglesi.
Sec.
xm.
dell'
B.
Raimondo Lullo
di Majorica
f).
deli' a.
bibliografici.
Pi che compilare una nuova biografia di questo celebre nomo ormai troppo noto, e ma anche troppo bistrattato da certi accademici che superficialmente
111
a pochi cenni cronologici della sua vita, in questo punto molto complicata e incerta ; e, in preferenza, lo studieremo nelle principali opere che egli scrisse molte per la rigenerazione dell'Oriente, fine santo che lo preoccup per tutta la
(1)
histofica, Script, t.
XXIV
p. 67.
Uh altro
cronista contemporaneo cosi compendia l'avvenimento: Anno 1300, circa ociavam Epiphanie [lan. 13] rex Grecie (!), rex Armenie, et rex Cypri cum adiutorio regis Tartarorum expugnavernnt Sepulchmm Domini, quod fuit in potstate Soldani regis 58 annis, et restitutum
est christianis.
(2)
Hermannus
Altahensis- in
Monum. Germ.
Cfr.
histor. Script,
t.
XXIV
p. 56.
t.
IV
Script, p. 143-44 e gli An(ed. 1899) col. 418, ove cita il Teret II. 271-79.
VTadding SyUab.
362
111
BIBLIOTECA
vita. Altri gi ce lo illustrarono
sua lunga
da
tutti
come
il
padre
del
altri,
come primus
philosophiae reformafor, Jorger Descartes; elogi questi che non garbarono punto ad alcuni storici e accademici francesi, i quali perci forse invelenirono contro la memoria del Lullo chiamandolo avventuriere e mentecatto...!
Come ognun
ipso h.
soli
sa,
la
prima
e pi antica
fonte
biografica
del
Lullo la
Vita che
il
Vita ab
anonimo
coaevo scripta,
Raymundo adhuc superstite, ex veteri ms. Majoricensi; la quale ci pervenne in quattro capitoli, e va soltanto sino all'epoca del concilio di Vienna (1311) senza dirci
La
stessa Vita
(ma
in al-
un altro
(3).
cod., fu riprodotta
da Ivone
che
egli
cita
Vita Ms.
Baymundi,
quando ricorda
Vita apud
l'
coaevus,
in ejus
me Ms.
(4)
crediamo
ma
la
Waddinghiana pi ampia
il
e integra, e
ce la dettero
il
Waddingo,
e riporta gli
chiama
ma
Baymundi. Biassn-
mendo
cos le
poi
gestis
eius per
i dotti lavori del gesuita Sollerio e del nostro Waddingo, per la parte specialmente biografica del Lullo, poco o nulla avremo da attingere da' pi recenti scrittori ma, per la parte della bibliografia Lulliana, non v' crediamo fin qui altro lavoro che
Dopo
pot finirlo;
l'
il quale, colto dalla morte (2 giug. 1881), non che poi, riveduto e completato, fu dato alla luce dai socii accademici delIstituto di Francia (6). Di questo lavoro (che contro l' uso de' socii accademici, non porta
ma
breve elenco degli scritti apocrifi, e la biografia del Lullo (pp. 1-67), a non che, parte rigore, sapremmo a chi de' quattro accademici attribuire, se ad Ern. Bonan, a B. Haurau, a 6. Paris o a L. Delisle, i quali firmarono la prefazione del volume. Ma
volume, eccettuato
il
Haurau,
revisore,
l'
e dalla pre-
fazione ove
r Haurau
Acta SS.
si
il
editore e
il
(1) In (2)
t.
Come
al e. 2 n. 16, in
jun. die 30, pp. 633-736 (ediz. Antuerpiae 1709). Acta SS. ed. cit. p. 664.
(3) Salzinger B. Bdymundi Ltdli Doctoris illuminati et martyris Opera omnia, Mogtmtiae 1721-42 ; raccolta incompleta che contiene sole 48 opere (delle 260 certe) del Lullo in 8 volumi iu folio, cosi numerati: I-VI e IX-X; del VII e Vili non si ha traccia alcuna, e si
congettura o che dopo pubblicati fiirono soppressi, o mai pubblicati ci che pi (4) Annal an, 1287 n. 2, t, p. 157.
ci
persuade.
{S>)
n. 7,
t.
VI
p. 232.
Il
eh. P. Bhl 0. P.
M.
dubbi sulla coevit e recente sul Lullo (in tudes frane, t. p. 342) espone alcuni tenui antichit della Vita edita dal Sollerio e dallo Salzinger, e erede scorgervi qualche anacronismo e qualche inesattezza che a noi sembrano pi apparenti che reali^
(6) Neil' flwtoirc littraire
XV
t.
XXIX
pp. 1-386;
SECOLO
XIII.
363
111
continuatore del lavoro lasciato incompleto dal def. Littr (1). L' Haaraa inoltre avr avuti
dal Littr anche gli appunti della parte biografica, da esso poi rimaneggiata al suo gusto,
senza badar tanto alle stonanti contraddizioni che da un capo all'altro v' tra
il
criterio
che diresse \& biografia e il criterio pi savio del Littr autore della parte bibliografica. Il Littr, il quale, a dir vero, studi, percorse e analizz con molta diligenza quasi tutte le
opere del Lullo: e che ovunque
cercatezza
tutti
i
ti
nota e
ti
fa risaltare fin
anco con
il
troppa
bello o
visibile riil
Iati
;
pi deboli
buono o
il
appena accennandolo
me-
suoi scritti
moderazione sua nelle discussioni cogli fa risaltare il suo zelo instancabile per la causa non
de' popoli
ma
tutti; in
una
un ain'mo sommamente
intera:
rettitudine
sempre
fin
inspirato
all'amor
di
Dio
dell'umanit
d'animo, diciamo,
Cosi
il
al Lullo
e,
da nessuno de' suoi pi disprezzanti critici. sebbene si dimostri alquanto severo, non lascia per
il
di esser
Lullo.
Ma
non
cos
il
pilatore della parte biografica. Questi, toccando gli elogi e meriti letterari che non pu misco-
noscere al Lullo,
di
il
grande apo-
Accennando
ai
Lullo, in vari
tempi,
r e(i/<ore evidentemente
si
Dopo aver
filo-
grande Leibnitz, mostrasi sorpreso che il Brucker abbia assegnato al Lullo il primo posto nella sua grande storia della filosofia del Einascimento, chiamandolo primus philosophiae reformator; e vie pi scandalizzato dell' ardimento del conte Jorger, che os proil Lullo al francese Descartes (ardimento imperdonabile!), egli si conforta nel trovare un'attenuante a tanti *elogi insensati* nel duro giudizio che del Lullo fece il Bacone che lo qualific ciarlatano scioperato! N contento di questo giudizio del Bacone, l'anonimo compi-
ferire
il
l'
aggravarne
Bacone
il
plus de justesse ... . (E sentiamo sonaggio, soggiungendo l' Haurau fa dire all' Haurau con pi che che non il Bacone!): Cfecoureur quel precisione
dit avec encore
M Haurau
un altro per-
hallucin ne pcut pas tre compie parmi les philosoconserve plusieurs de ses criis o, non content de maudire phes scolastigues les gens qui ne pensaient pas comme lui, il appelait sur leurs ttes les foudres de
d'aventures,
ce fSematique, cet
...
On a
et le glaive de l'autor ite sculire. Qu'on le comprenne bien, ces gens qu'il vouait en sa fureiir aux flammes vengercsses, c'etaient de modestes thomistes, qu'il de-
Vglise
non^ait
comme
sectateurs d'Averros^
lui les indices
p.
elles taient
pour
La modestie, la riserve, la prudence, l'indignaient de quelque complicit scerete. Cos qui, naW Histoire
;
littraire (t.
l'
XXIX
Istituto francese,
dieci
mulava
t.
63) sotto la veste anonima, il Sigr. Barthleray Haurau socio delcompiacque di riportare quello stesso giudizio che egli sol Lullo foranni prima nella sua Histoire de la Philosophie scolastique (Paris 1872,
si
II p. 296)! Compatiamo tutto questo nell' Haurau filosofo del 1872, quando probabilmente non avr letto il Lullo che nelle recensioni degli antilullisti e perdoniamo questo
:
dall'
aver
filosofi
tedeschi preferito
il
Lullo
(1)
il recente biografo del Lullo Marius Andr {Le b. Raym. ancora, attribuiscono semplicemente all' Haurau il lavoro del Littr!
364
BIBLIOTECA
IH
al Descartes;
ma
non possiamo comprendere come molti anni dopo, Ini minata e coscienziosa recensione di tutte
storico e
le
membro
opere Lnlliane
fatta dal sno confratello Littr, abbia ripetuto qnel giudizio con tanta leggerezza e seriet,
senza darne almeno una prova che lo giustifichi alquanto presso gli onesti e imparziali! fatto caso alcuno di questo falso e indecente giudizio che l'Haurau
espresse nella sua Hisi. de la philosophie, conoscendone e lo spirito e le idee che lo guiallora, e com'egli stravolga e mutili le dottrine filosofiche altrui nel senzo razio-
nalistico (1);
rit, e in
ma
storica ve-
sentimmo
Sentenziare con tanta leggerezza, venga pure la sentenza dal pi alto degl'Istituti e
sia
pur quello
depresso.
non pu che menomarne vie pi il prestigio ormai abbastanza Dsormais (soggiunge l'Haurau) c'esi vers les oeuvres en langue limousine de B. Lulle que se toumera Vatiention des criiiques, puisque seiiles(!!) ces oeuvres
degl' Immortali,
peuvent prtendre au
de Baimond.
titre
L
lui
En
philosophie,
de
rsurrection ;
mais, dans
Vhistoire de la poesie romane, sa place deviendra chaque jour plu$ insigne, et a valeur
de son talent sera de plus en plus apprecie (2) . Sicch, per l' Haurau, la massima e da nessuno fin qui messe in delle LuUiane scrtte in o tradotte latino, certe, parte opere
dubbio come
le alchimstiche,
l'
Per
Lullo soltanto benemerito per la letteratura patria, ma come filosofo egli non risorger pi ; laddove tutti gli storici imparziali danno e daranno al Lullo un posto distinto tra i grandi filosofi del medio evo, e a lui il principale merito di aver precipitato l'Averroe
lui
il
si
aveva inalzato
in
Francia
di
aver
coi tutti
precedettero :
oltre
il
Ma per ora basti aver constatato con quanta leggerezza l'Haurau bistratti la storia e la filosofa del medio evo, cosa per la quale il
come critico e storico troppo superficiale. Se non che, curandoci punto de' criteri erronei e ingiusti dell' Haurau, ci conforta di constatare che ormai tutti i dotti convengono unanimi a render giustizia alle virt e ai
meriti insigni del Lullo, bistrattato soltanto
e con pregiudizi d setta.
da
quelli che lo
studiarono superficialmente
Non
dovessimo
ttoli
dell'enorme
letteratura, specialmente
recente, scritta
per lo pi in
indicazioni
che
ne diede
il
Le B. Bay-
mond Lulle :
tudes hihliographiques (4). Servendoci del lavoro sul Lullo pubblicato dall' Istituto francese nella citata Histoire
littraire, distingueremo bene quello che s deve al Littr o all' Haurau citandoli nominatamente; e ci per non confonderli come fecero altri che attribuirono or all'ano or all'altro
(1) Cfr.
De Wnlf
t. I p.
132.
Congrs
Bruxelles
XY
philosophie scolasOque Compie rendue an. 1894 (Bruxelles. 1895) p. 262. p. 328-45.
du 3*
SECOLO xin.
1,
365
tutti
i
Cenni hiografici-cronologicL
di
D' accordo
IH
nato a Palma
Majorica verso
il
1235 da
gona Giacomo I, che nel 1229 toglieva ai Sarac-eni bile dama, visse egli una vita tutto mondana, sino
egli stesso
et sua di anni
30 completi, come
2 de Contemplatione (ed. Custurer, p. 200); e da qui abNelbiamo l'anno approssimativo della sua conversione che deve porsi circa il 1266. l'anno nono dalla sua conversione, quindi nel 1274, lo vediamo abbandonare affatto il
racconta nel
lib.
mondo, dopo aver appreso sufficientemente il latino, e forse meglio l' arabo, idioma che apprese da un suo servo arabo e che era la lingua ancor comune in tutta Majorica. Raimondo
si
era deciso di abbandonare il mondo dopo aver udita una predica che un certo vescovo tenne nel d della festa di S. Francesco nella chiesa de' Prati Minori in Majorica, e da
si
quel di egli
propose
d'
Cristo.
Da
quest'
anno
dobbiamo
come
l'
Haurau od
altri
memoria
gi
il
met
quali
ge-
neralis e
V Ars demonstrativa ;
le
e che
il
esaminare
sue opere da un frate Minore che vi scorse molta filosofia e sana dottrina
biografo
cattolica. L'antico
soggiunge:
(e.
fin.
1275) impetravit
in
Raymundus a
unum monasterium
construi
suo
regno,
et
institui,
qui
ibidem discerent linguam arabicam pr converteudis infidelibus, ut superius dictum est et expressum quibus, nec non ot alis succedentibus aliis, in eodem Monasterio, perpetuo
;
praedictis
fioroni
possessionibus
(1).
ad eorum necessaria ministrarentur singulis annis quingenti poco tempo dopo, una lettera di papa Giovanni XXI, data da Viterbo il
17 ott 1276
e diretta al re
Giacomo I
figlio del re
del collegio ove tredici religiosi dell' Ordine de' Minori possano apprendere la lingua araba,
una
localit detta
Baya
nella
parrocchia 8. Bartholo-
maei, vallis de
(2)*. Tale fu l'origine di questo coU^io o seminario della S. Trinit di Miramar, ove Raimondo ebbe sotto la sua direzione 13 frati Minori ai quali insela lingua
Massa
gnava
si
aggregato con la professione dei Qui r Haurau suppone che qualcuno avesse asserito che il Lullo abbracci il prim' Ordine Minoritico, quando invece appartenne al terz' Ordine della penitenza.
non sembra
siasi
anni (1276-86)' la
dimora
del
Lullo
in
il
Miramar;
e,
in ques
periodo di tempo,
i
congettura aver
MajoLullo
arabo, e nominatamente
datici dall'
due trattati Alchindi e Teliph comche noi non conosciamo altrimenti che
Haurau
(4).
Acta SS. cit. p. 663, e. 2 n. 13. Raym. e. 2, in Salzinger t. I p. 4. vera data di questa lettera 17 ott. 1276 ci data dallo Stapper Papst lohan. XXI citato dal P. Bihl in ludes francisc. cit. p. 340; nel Waddingo, Annoi, t. V p. 436 in Regesto, porta la data del 16 nov. (16 kal. dee.).
(1)
Vita B.
(2)
La
(3)
(4) L'
Haurau in Haurau
op. cit. p. 12. dice: < il crivit en arabe, en particulier les traits Alchindi et Teliph,
Non abbiamo
titoli
366
111
BIBLIOTECA
Nulla sappiamo della vita del Lullo durante questo decennio (1276-86) che ere-, passato da lai nel collegio di Miraniar; e precisamente dal 1286 soltanto, principia la sua vita tutto apostolica, e i suoi incessanti viaggi intrapresi per una causa tutta
desi
1'
Oriente
alla
fede di
Ges
il
Cristo.
Sembra che
prese
il
collegio di
Miramar desse
l'
ottimi
risultati; e perci
Lullo
intra-
da Onorio IV
la fondazione di simili
Ma
morto
il
3 apr. 1287
(1), e quindi
giunto a Roma, trov che papa Onorio IV era onde trovare l protettori della
sua causa.
Parigi
il
Lullo
si
f'
ritorno
a Montpellier.
il
lo accolse
devotus
ab
commendatizia diretta
Ministri
provinciali
(3).
In essa
d' Italia di
Lullo in tutti
venti, e di procurargli
nello stesso
mezzi perch egli possa insegnare la sua Arte ai religiosi. E il cit. Pasqual che il Lullo scrivesse l' operetta
con-
che senza data e col titolo di (^aestiones (triginta duae) guas quaesivit Minor (4). Ignoriamo il senso di queste 32 questioni ; e il Littr, contro
quidam
il
frater
solito,
suo
ci
rimanda
ai codici!
Lullo per la seconda volta riscendere in Italia e arrivare a Genova nel 1291, ove come dice l'antico biografo, moram faciens non multara, librum
il
Da
Montpellier vediamo
Romanam Curiam
gressus
mundnm, pr
diversis linguis,
ut supra dicitur, addiscendis. Sed ibi tunc, propter impediraenta Curiae, jparum circa suum intenium profciens, deliberato Consilio progressus venit ad Januam, ut inde transfretaret in terram Saracenorura, ad experiendum utrum ipse saltem solus in aliquo posset proficere
apud
sibi
ipsos, conferendo
cum
datam a Deo,
filli
sapientibus eorum, sic manifestando eisdem, secundum Ariem Dei incarnationem, nec non divinarum Personarum in summa uni-
quam
psi
Saraceni
caeci,
nos
opera alcuna del Lullo: e crediamo sian piuttosto due delle opere ove il Lullo confati i due e non Teliph. filosofi, l'arabo Alkindi (f 873), e l' arabo-spagnolo Ibin Thophal (f 1185) di lingue orientali (1) Onorio IV, che aveva gi ordinata la fondazione di un collegio
a Parigi, non ignorava certo con quanto zelo il Lullo dirigeva quello di Miramar, e lo avrebbe Cfr. Wadd. an. 1287 n. 1. assecondato senza dubbio nel suo nobile apostolato. Cfr. Littr Hist. littr. cit. p. 329. (2) In Vindiciae Lvllianae t. I p* 329. e e ne dA, il sunto cosi Rayrnundas (3; Il Waddingo ebbe copia di questa lettera, Lullus obtinuit hoc anno (1290) litteras commendatitias a Raymundo Gaufrid Generali Ministro datas apud Montempcsulanum VII kal. Novembris (26 oct.), ut benigne reciperetur a
Fratribus, quibus
ait,
aliquando faisse optimum benefactorem, hortaturqne Mnistros RoFratribus, qui voluerint, eius
manum, Apulnm,
an.
cit. n,
et Siculum, ut permittant
eis loco
Artem
audire,
cominodo et idoneo
18.
Annal.
Ms. inedito, conservato nel cod. di Parigi, lat. n. 15450 (f. 410 s.) e nei codd. di n. 10563 (16 fol.), n. 10582 (ff. 97-130), e n. 10652 (ff. 208-41) il quale ultimo ha per titolo Quaestiones B. Lullo per quencam Minoritam proposUae et ab ipso solutae secundum
(4)
Monaco
Artem generalem
et
inventivam.
SECOLO xm.
christanos
certezza d'
(el.
367
111
Abbiamo dunque dal riportato brano la tres Deos assernnt colere (1). un secondo viaggio del Lullo a Eoma, presso il pontefice francescano Nicol IV 22 feb. 1288-4 apr. 1292 f), viaggio ammesso anche dal Waddingo (2), e poi dai recenti
Depping (4), Kunstmann
(5) e Delaville (6) che gli
il
assegnano
il
1288,
(8) che
Magnoca vallo
giudizio dell'
Heyd
1288 Acri ed
ancora in potere dei cristiani. Questa semplice ragione, come ognun vede, non pu persuadere alcuno; quindi non v' che il solo anno 1288 che dobbiamo assolutamente cangiare
nel 1291, epoca
in
Genova
e a
Eoma,
quando gi Acri
e le altre citt latine della Siria erano tutte cadute in potere de' Saraceni.
il
altri,
IV
Ars magna, un
il
modo
e nel
tempo
di sei anni,
cadrebbe in rovina.
Non possiamo
credere che
il
particolarit, e quindi
A
e
l
Genova,
il
obblig di differire
il
suo
venne
il
pensiero di abbracciare uno de' due Ordini religiosi, o quello de' Predicatori
del Lullo
i
l'altro dei
si
sent tutto
inclinato
verso
quest'ultimo,
perch
frati
sperava per mezzo di essi diano de' Minori di Genova, e gli chiese di esser ammesso all'Ordine; ma questi che ne lo avrebbe accontentato pi tardi e prima della sua morte (9)!
Domenicani, avevan accolto con amore la sua Arie, e farla fruttificare a gloria di Dio. Si present quindi al guargli rispose
Primo viaggio in Tunisi 1291. Ristabilitosi in salute, il Lullo verso la fine del 1291 part per Tunisi. Quel che ivi abbia operato, lo si ha nella Vita citata (10). Espulso dai Saraceni, Io troviamo il 15 seti. 1292, sulla nave nel porto di Tunisi, principiare il suo libro intitolato Tabula generalis, che poi termin il 13 gen. 1293 (11) dopo il suo approdo
a Napoli. Quivi
si
all'
elezione di
papa Celestino
siinum per
quali notiamo la Petitio ad Coelee che riporteremo per esteso. Il Lullo non pot nulla
(1) (2)
Vita
cit.
e.
n. 15. 2.
Revue dea deux mondes XXIV. 520 (an. 1840). du commerce entre le Levant et l'Europe t. I p. 151 (Paris
1830).
La
Sanxido p. 721 in op. infra cit. France en Orient au XIV' sicle t. I p. 27.
il
M.
Marin Sanudo
Haurau
si
vecchio p. 44 n. 3.
t.
(8) Histoire
du commerce du Levant
Hiat.
littr.
(9)
landiano, e lo
(10)
Questo lungo brano della Vita manca nel testo Bolha invece nel testo del Salzinger. Cfr. Wadding an. 1287 n. 2.
p.
15
s.
I p. 269-70.
Capp. 2
e 3,
Acta SS.
cit.
p. 664-65.
il
computo che
il
Lullo nsava
nelle date: Incepta fuit haec scientia in porta Tunicii, in medio meiuis septembris anno incamationis Domni MCCXCII, et fuit finita in eodem anno praedicto in octavis Epiphaniae,
in civitate Neapoli. Il Lullo
p.
dunque computava
1'
Cfr.
21 in nota, e p. 345.
368
111
ottenere da Celestino V,
BIBLIOTECA
quale rinunzi al papato ai 13 dee. 1294, e il giorno dopo gli il Lullo la corte papale a Roma (1295), e ivi present a Bonifacio una simile petizione per la fondazione di collegi orientali e per la conil
versione
di
degl'infedeli;
lasciar
Roma, ove
(o cita l'an.
ferm
per circa
il
due anni.
Waddingo
generale
di giugno del 1296, poco prima Qui l'Haurau (p. 23) fa dire al Lullo da Roma fece una gita ad Assisi ove il
il
23
fr.
un Ordine
Papa
masero deluse
Ma
e questa volta
pure (conchiude
egli)
ri-
Ma
n altrove! Sappiamo per dal Lullo stesso, che egli e del suo apostolato, contava gi ote visite ai sommi Pontefici, tre interventi in tre Capitoli generali de' frati Minori, senza calcolare i viaggi che intraprese presso quasi tutti
ha
Durante il suo soggiorno a Roma, nel 1295, magnati della Cristianit (1). Lullo scrisse uno dei suoi pi celebrati poemi in volgare El JDesconort, cio la desolazione, d' onde ricaviamo che il collegio da esso fondato a Miramar era degenerato (2).
i
principi e
il
Da Roma
presso
il
il
poi
si
rec a Montpellier
un abboccamento
indi
s'
di quei Saraceni, e ve lo
vediamo ritornare (1299) in Majorica per darsi alla conversione troviamo a scrivere altre opere ancora sino al principio del 1300. Secondo viaggio per l'Oriente 1300-1302. E ora siamo al secondo viaggio intradati dal verso V Dai che Lullo Oriente. abbis?mo, questo viaggio ebbe luogo nei preso
li
Da
io
Emesa (22-23
Armenia.
Kan
il
da Aitone II r
di
dee.
1299) vinta
anche
in
sui Sa-
come vedremo,
egli si rec
biografo scrive:
talibus insudaret laboribus, ut
Factum
est ergo,
dum Raymundns
nova discurrerent,
videlicet,
totum suo dominio ambiret; quod cum audisset etiam Raymundus, inventa navi parata, transfretavit usque Oyprum, ibique reperit, nova illa penitus esse falsa (3). Videns ergo
se frustratum esse ab intentione, qua venerai, coepit viam aliam perscrutar!, qua posset tempus a Deo sibi praestitum non in otio sed magis in opere Deo accepto Accessit itaque Raymundns ad Rogem Cypri, affectu proximoque proficuo consumere
Raymundus,
. . .
multo supplicans
quatenus quosdam infideles atque schismaticos, videlicet, Jacohinos, Nestorinos, Momminas (4) coarct&ret ad suam praedicationem nec non dispntationem veei,
Acta SS. cit. p. (577 n. 15; cfr. ib. p. 732 n. 8. Haurau Eist. littr. cit. p. 23 e 29. (3) Cassan veramente sconfisse nella battaglia di Emesa (1299 dee.) i Saraceni, e s' mpa dreni di Aleppo, di Damasco e di Gerusalemme, nella quale, se crediamo allo storico Aitone, ritornarono i Crociati alleati di Cassan; Cassan per presto dovette ritornare in Persia, e Cfr. Michaud cosi le sne efimere conquiste ricaddero poco dopo in potere de' Saraceni. Vedi pi sopra a p. 835. Storia delle Crociate lib. XVI.
(1) (2) Cfr.
(4) Momminas non novi (nota il bollandista SoUerio), puto legendum Maronitaa, orthodoxos quidem, sed Europaeis tunc suspectos E veramente in quei tempi Cipro ospitava molte migliaia di Maroniti, ma non abbiamo memoria che fossero sospetti alla Chiesa cat.
Momminea. verosimilmente,
i credenti).
SECOLO xin.
nire:
369
111
cum hoc etiam supplicavit, qnod facto eo, quod ibi posset, ad aedificatonem praedictornm Eex Cypri vellet enm raittere ad Soldanum, qni saraceims est, atqne ad regem Aegypti et Syriae, nt eos sancta fide catholica informaret, Rex autem de iis omnibus
non caravit. Tunc Eaymnndns confidens
operati; sed
in
ilio,
qui dat
illos
verbnm evangelizantibas
virtnte
viriliter
coepit
cum
tandem praedicationibus
non modica
grayatus est. Duo autem illi serviebant, clericus scilicet et famulus, qui non ponentes Deum ante conspectum suum, cogitaverunt viri Dei bona scelerosis manibus extorquere; et dum se cognosceret per illos toxicatum, Eaymundus eos a suo servitio mansueto corde
fugavit. Perveniens
in civitate de
Famagustam
ejus, quousque recnperasset pristinam sanitatem. Post haec autem Eaymundus transfretans Gonuam, quam plures edidit ibi libros(l). Il citato biografo, come vede il lettore, parla soltanto dell'arrivo del Lullo in Cipro,
e del desiderio
siasi
Limisson, stans in
domo
il
Lullo
Ma
il
Sino al decembre del 1301 troviamo il punto mentovati dal detto biografo. Lullo ancora in Famagosta di Cipro (2) occupato a scrivere. Ma nel gennaio del 1302, lo troviamo arrivato nella celebre citt e porto commerciale di Alleas (= Ayas, Layas,
memoria
di altri
el-Ayas, Lajazzo, l'antica Aegae) situata sulla spiaggia sinistra del golfo di Alessandretta, nell'Armenia minore, o piuttosto nella Cilicia(3). Quivi il Lullo compil una specie di catechismo sulle verit della fede", intitolato Lil>er de iis quae homo de Beo debet credere, finito
stile
di
scrivere
Monaco
(4),
si
Il
Armenia, come
3), ove dice di essersi recato ve'sus Cyprum in Arv.ieniam; sed quia istae terrae omnibus non sunt sanae, ut scio, quia fui...{h)', e lo vedremo anche a Rodi e nell'Egitto, quantunque questi tre viaggi e paesi (Armenia, Eodi ed Egitto) non siano punto mentovati dall'antico biografo e siano senza
Be fme
2 par.
ragione negati dai pi recenti. Giovanni Segui canonico Majoricense, riportato dal Waddingo,'dice che il Lullo bis utramque Armeniam, totas Aegypti, Sirice et Palaestinae
regiones, semel
Oypri, Boemiae
et Angliae
Acta SS. cit. e. 3 n. 25-26. B. Ray. LuUi Opera omnia: Vita t. I cap. 5 p. 8-9. 1 il Li6er Palma de natura scrisse due Qui 1470) che ha l'explicit: (2) (ed. opere: egli Finivt Baymundus istum librum in Cypro, in civitate Famaguatae, mense decembris, anno 1301. 2 la Rhetorica nova (tre volle ina; essa a Strastburgo 1598, 1617 e 1651, e una
(1)
volta a Parigi 1634) con l'explicit: Istum tractatum compilavit magister Baymundus Caialanus, secundum vulgarem stylum, in insula Cypri, in monasterio S. Joannis Chrysostomi,
anno Domini 1801, in mense septemris; sed ejusdem Dni. anno 1308, fuit in latinum tranalatus in Janna, gloriosa Italiae civitate (Cfr. Littr p. 251). Il monastero del Crisostomo tutt' oggi sui monti TI p.ovTi Tou XpuooaTnou, abltato da monaci greci ospiti del Lullo, sorge della provincia di Cirinia, presso Buffavento, non lungi dall' antico monastero latino di Bellapaise, sul versante
(3)
Nord
p.
cit.
dell' isola.
4.
229 nota
p. 646 n. 68.
Hist.
UtUr. p. 35 e 312.
Salzinger
t.
I in
SS.
Ice.
cit 84
Tom. L
370
111
risios abiisse, sexes
BIBLIOTECA
Bomam, omnia Hispaniae regna, non semel lustrasse, aliqnoties NeaGennam et Majoricam appnlisse (1). E sebbene il Wad-
dingo con altri ponga in dubbio il viaggio del Lullo in Egitto, e l'Haurau quello di Armenia, a noi invece sembra doverli ammettere senza tante vaghe difficolt. Il Lullo ci
dice che fu in
Armenia,
suoi
Armenia non poteva intendere soltanto la citt di Lajazeo come teste oculare, e ci di chi crociata come in e conobbe progetti persona luoghi e i popoli Nella sua grandiosa opera Liber contemplationis Dei, che il Lullo scrie per
i
di
recarsi a versare le
anni 40 (quindi circa il 1275), egli chiede a Dio la grazia di finirla d' un vivo desiderio di morire per la tua gloria, e di sue lagrime e il suo sangue in Terra Santa, ove Tu hai versato il
minato,
tuo sangue e le tue lagrime misericordiose. Fino a tanto che questo libro non sar ter* io non potr recarmi nella terra de' Saraceni per lodare il tuo nome glorioso (2).
il
Lullo non poteva mancare a cos fervide promesse del suo cuore.
fino al
di
pi,
sic-
come
mente
Xunstmann
avremo
difficolt
ci
sapeva dell'approdo del Lullo a Rodi, noi perci non di dirlo arrivato anche fino a CTostantinopoli, citt di cui egli ripetuta*
nulla
si
parla come uno dei luoghi strategici nei suoi progetti di crociata.
n
tutto
il
Sollerio
dall'Armenia
ci fo
ritornare
il
1302, e
da
Nell'ottobre dello
partito per Genova dove lo troviamo nel 1303 scrivere altre opere (3). stesso anno lo vediamo gi giunto a Montpellier ove scrisse la Dispwli
nel feb.
1304
nuovo
mente V, cui fece presentare dal re d'Aragona il Da Lione ritornato in Majorica, il Lullo transSecondo viaggio in Africa 1306. fretavit ad quamdam terrara Saracenorum, quae vocatur Bucria ove tanto oper, disput, quanto si ha nella vita antica al cap. 4. Egli part per l'Africa nel 1306; e da 11 espulso,
lo
lo
in
Avignone presso
Papa
(nella
met
del
1309)
monarchi, Filippo
lY
il
Bello.
amorevolmente
tionem
il
Troviamo in &tti che Filippo accolse patontali (de' 2 ag. 1310) lo raccomandava
ad confirmationem et xalta-
et catholicum reputamus, et
ab omnibus
orthodoxae
benevolus impendatur, quem gratum habebimus et acceptum (5) . Nel gen. del 1311, il Lullo termin a Parigi il Liber de naiali pueri Jesu, dedicandolo e presentandolo in persona al re Filippo per indurlo alla conquista della Terra Santa; libro eguale nell'intento a quello
&vor
De
Wadding Annoi, an. 1315 n. 8. Vedi l'analisi in Littr p. 230, e (3) Acta SS. cit p. 646 n. 69. (4) Cfr. Acta SS. cit. p. 647 n. 71.
(1)
(2)
il
testo in Salzinger
t IX
p. 301.
Parinen.
t.
Il n. 684.
SECOLO xin.
371
La prossima celebrazione del Concilio generale di Vienna (16 ott. 1311 6 mag. 1312) non poteva lasciare indifferente il nostro Lnllo, non ostante che fin a quel tempo sia rimasto deluso nelle sne speranze. Ecco come si esprime in proposito l'antico biografo:
Scieiis
111
Kaymundus
lebrandnm apnd ciritatem Yiennensem anno Dni 1311, in Ealendis Octobris, proposnit ire ad dictnm Concilinm, ut tria ibidem impetraret ad reparationem fidei orthodoxae. Primum
qnidem, ut locns constrneretor
safficiens, in
qno
viri devoti
et
intllectn
vgentes
charitate
scirent
ponedoctrinam
evangelicam praedicare. Secundum vero, nt de cnnctis Beligiosis Militibas christianis fieret unns Ordo, qni pltra mare contra Saracenos, nsqne ad recnperationem Terrae Sanctae, bella continua retineront. Teriium autem, ut contra opiniones Averrois, qui in multis perversor extitit, dominus
catholicos,
Papa
celeriter ordinaret
non intendentes ad
nionibus et eas tenentibus, qnae obvire videntur Yeritati et Sapientiae increatae, Filio Dei Patris. Et de hoc compilavit Baymnndus qaemdam libellnm, qui intitulatur Liber
iste
et
profundissimae
Trinitatis
centum viginti et tres (1) libros et Librornm autem suorum utilitatem volens omnibus esse commnnem, multos in
illnd novisset (2). Divulgati
quidem sunt
libri
sui
per universum, sed in tribus locis fecit eos praecipue congregari; videlicet in
monasterio
Parisis, et apud qnemdam nobilem civitatis Jannae, et etiam apud quemdam nobilem civitatis Majoricarum (Vita e. 4 nn. 35-37). Il Lullo dunque, lasciata Parigi nell'ottobre del 1311, s'incammin alla volta di Vienna, ove present al Concilio
un'altra petizione
in
forma
di
dieci
ordini
o decreti
approvazione della Chiesa pel felice successo de' suoi progetti, e che Inoi riporteremo pi sotto. Questa volta il Lullo non oper invano, e vide in parte coronati i suoi conati. Vide egli, e pubblicamente ne gio, decretata la fondazione di cinque
collegi per le lingue orientali, e in parte effettuata
anche
l'
che
assegnati
proposito dei
collegi riportiamo
e dal Concilio:
Hoc sacro approbante Concilio, scholas in snbscriptarum linguarum generibns, ubicunque Bomanam curiam residere contigerit, necnon in Parisiensi, Oxoniensi, Bononiensi et Salamantino studiis, providimus erigendas, statuentes ut in quolibet locorum ipsorum
arbicae et chaldaieae
linguarum notitiam, duo videlicet uniuscuinsque linguae periti, qui scholas regant inib, et libros de linguis ipsis in latinum fideliter transferentes, alios linguas ipsas sollicite doceant,
ut instructi et edocti
sufficienter in linguis
fu
Una variante, riportata dall' Haarau op. cit. p. 46, dice invece molti libri. Anche Carlo Bovillo (1511) in Vita Raym. e. 11 narra che quando il Lullo nel 1291 a Genova e artem stiam inventivam ibidem m arabicum transtulit prima d' imbarcarsi
(1)
(2)
per Tunisi.
(3)
Vedi Wadding an. 1312 n. 8, t. VI p. 199. Il Concilio proclam anche una crociata, assonandole le decime per un sessennio. Cfr. Hiat. littr, de la France t. XXVI
p.
524.
(4)
t.
Itm. p. 673.
372
111
BIBLIOTECA
Detti collegi di lingne orientali continuarono infatti a snsistere; che, Tari anni dopo
di
Pail
caldeo (1).
insegnavano
l'
ebraico,
il
greco,
l'
arabo e
Cos dunque,
il
passo
le
qui, a un tratto, l'antico biografo ammutolisce! Terzo viaggio in Africa 1314, e sua morte 1315. Raimondo lasci Vienna con r animo soddisfatto e pieno di belle speranze, come egli stesso ci manifesta nel libro De par-
lingue orientali.
cattedre
per le
scritto al suo ritorno in Majorica nel luglio del troviamo ancora a Majorica (2) occupato in iscrivere (Littr p. 327). E poi, senza saperlo d' onde partito, e se per mare o per terra, lo troviamo nelr agosto comporre opere a Messina (Littr p. 369), e ivi pure nell'ottobre dello stesso anno 1313, e ivi ancora nel ma^io dell'anno seguente 1314 (Ada SS. p. 649 n. 80-81);
ticipatione
1312.
Nel
Christianorum
feb^ del
et
Sarraeenorum,
lo
1313
senza poter dire di certo se per tutto questo tempo il Lullo siasi fermato soltanto in Messe abbia intrapreso altri viaggi, come congeturano altri. I biografi recenti non sina,
sanno decidere se
l'Haurau
(p.
il
Lullo part
questa
volta
da
vorrebbe
673 n. 16). L'Andr, ce lo dice partito per Messina nel maggio di un'anno dopo soggiorno, da Messina ce lo fa ritornare a Palma; e da l, il 14 agosto 1314 giorno di marted lo dice imbarcato per Bugiar e cita una nota 4' un con(Act. SS. p. 649 n. 81, p.
del 1313, e
temporaneo
(3). Pochi giorni dopo, il Lullo giunto che fu in Bugia, si port a Tunisi, ove per qualche mese predic di nascosto a' Saraceni, celato sotto il costume del paese. Ma ricercato, si rifugi in Bugia quivi per scoperto, venne trascinato ai tribunali, percosso a
;
morte, e lapidato dal popolo che lo lasci per morto. Raccolto semivivo da mercanti Genovesi, fu imbarcato e diretto per Majorica, ove poco
prima
di
approdare
rese
l'anima
a Dio
S.
il
Francesco de' Minori nella citt sua nativa di Palma (4). 2. Delle 313 opere esaminate Bibliografia Lulliana.
dal
Littr,
sappiamo
entro
edite
i
48
81 altre in vari
libri pubblicati
secoli
XV-XVII;
di averci
i
restano quindi inedite altre 131 opere certe del Lullo, senza far caso
il
delle
suo nome.
Littr
non
pretende
indicarci
dato l'elenco di tutte le opere del Lullo; che lui si limit soltanto a codici posseduti dalla Nazionale di Parigi, di Monaco di Baviera (che ne pos-
narsi tanti altri codd. in quasi tutte le biblioteche della restante Europa.
Noi qui
ci
limitiamo
all' analisi di
il
modo
ri-
potremo
cavare qualche particolarit interessante i dommi, le credenze e gli usi orientali, in ispecie maomettani. Noteremo anche quelle che sappiamo aver il Lullo compilate in arabo. E il Nullam lettore vedr con quanta ragione ed esatezza il SoUerio scrisse queste parole
:
reliquit,
(1) Denifle
(2)
1.
e.
n. 857.
Ove il 26 aprile 1313 dat il suo testamento recentemente pubblicato. Andr Le B. Raym. Utile, 2 ed. p. 206. (3) Andr op. cit. p. 208. (4) Andr op. cit. p. 210-11.
Cr.
M.
SECOLO xm.
tartaros, judaeos, saracenos, schismaticos, graecos, nestorianos, jacobitas,
373
Avrroem eiusque
insectatus
est,
IH
verbis
et
.
scriptis
ut
circa an.
Ars Veritatis Inventiva, arabico versa ab ipso Rasnnundo lanuae, Tanto ricavasi dalla sua vita antica da Parigi Ad Montem rediit 1291.
Pessulannm (1289), ubi de novo legit et fecit etiam librum, vocans eumdem Artem veritaiis inventivam Quibus omnibus in Monte Pessulano rite expletis, iter arripiens venit Januam
.
. .
(1291); ubi
moram
Arabicum
dell' ediz.
(2) .
faciens
Il
testo latino
non multam, praedictum librum Artis mvew^/yae transtulit in 1' abbiamo in un' ediz. di Valenza 1515, e nel tomo V
Liber de quinque Sapientibus seu Disputatio quinque hominum SaEdita, insieme all' altra Disputatio Lulli et Hopientum: absoluta Neapoli 1294.
2)
sommaria
in
Littr p. 176-83.
In
:
ssa, disputano
un
1'
latino,
La presenza
come
di costui,
genera nella
questi
droni di paesi cristiani e della Terra Santa ove Ges fu crocifisso pei peccati del mondo;
e
una
ad altre regioni, e
i
il
da temere che
facile; e se si effettuer
non
i
Saraceni soggioghino ancJie i Greci ; nel qual caso sar E qui, se non vogliamo dir Raimondo un vero profeta facile la disfatta de' Latini. inspirato, chiunque conosca la storia ce lo dir una mente preveggente e un fine politico.
Senza
dilungarci
pi
che
tanto,
il
Lullo
in quest'
eterodossi.
al
suo
quest' opera
del Lullo va congiunta nei Mss. e nelle edizioni la seguente Petitio a Celestino V.
Mi
p.
il
et Raymundi (pr conversione Infldelium) ad Coelestinum Oardinales directa Neapoli an. 1294. Questa Petitio, che il Littr (op. cit. 107) giudica come notevole, perch forse la prima ove il Lullo espone pubblicamente
3)
Petitio
suo progetto della conversione degli eretici e infedeli colla fondazione di collegi per lo
studio delle lingue orientali, merita che noi la riportiamo nell'originale e per esteso:
Petitio
Cum
Deus
principaliter creaverit hominem, ut homo ipsum recolat, intelligat, amet, honoret, et ipsi serviat, et cum sint tot infideles euntes ad ignem perdurabilem, qui illum non recolunt,
nec cognoscunt, nec amant, et hoc quamprimum hic mundus fuit creatus usque ad hoc tempus, in quo sumus: et etiam cum sint tot, quod credo, quod pr uno Christiano sint centum vel plures qui non sunt Christiani, multum esset conveniens, quod vos supreme sancte Epiacope Coelestine Quinte, qui per Sanctum Spiri tum estis electi in papam, et Domini honorati et discreti Oardinales aperiretis thesaurum S. Ecclesiae ad procurandam, quomodo illi, qui sunt in errore et Deum non cognoscunt nec amant, venirent ad lumen
sequerentur finem, propter quem sunt creati. sanctae Ecclesiae consideramus duobus modis, scilcet thesaurum spiritualem et thesaurum corporalem. Thesaurus spirituaiis fest, quod sancti homines religiosi et seculares, qui ad honorandum nostrum Dominum Deum desiderarent sustinere mortem, et qui sacra doctrina sunt illuminati, addiscerent diversa linguagia, qui irent praedicare Evangelia per totnm mnndum; et quod vos sancte Pater, et vos Domini Cardinales assiveritatis, et
Hunc thesaurum
(1)
Acta SS.
Vita
cit. p.
732
n. 4.
(2)
cit. e.
n. 14:
Acta SS.
cit. p.
663.
374
111
BIBLIOTECA
gnaretis nnnm Dominum Cardinalem, qni tractaret hoc negotinm, et qnod tales faceret qnaeri per omnes terras Christianoram, qni baie sanctae praedicationi essent convenientes et yellent esse, et qnod illis monstrarentur omnia lingnagia mnndi, et qnod de illis fierent
stndia in terris Christianornm et Tartarorum, et qnod ille Dominns Cardinalis, qni officinm haboret, faceret missionem stndiomm et stndentium, et hoc continno, usqno totns mnndns esset Christianornm (1).
hoc
dnm
as-
Tbesanrns corporalis
est,
et vos
Domini Cardinales
signaretis somper decimam Ecclesiae, 6t qnod feret Decretnm ad conqnirendnm terras infidelinm, et Sauctam Terram nltramarinam, et hoc per vim armornm; et de hac decima daretnr missio Domino Cardinali, qni tractaret stndia, et residnnm daretnr alteri Domino Cardinali, qni faceret missiones gnerris, et hoc continno, nsqne dnm totns mnndns esset
Christianornm. Conreniret etiam, qnod Ecclesia recnperaret Schismaticos, et illos sibi nniret, qnos potest recuperare cnm dispntatione monstrando veritatem, et qnod illi sint in errore, et latini in veritate; qnia cnm illis melins possent destrui Saraceni, et haberi participatio et amicitia cnm Tartaris.
Etiam esset conveniens, qnod Ecclesia faceret snnm posse ad conqnirendnm Tartaros per dispntationem ; qnae conqnisitio esset facilis, qnia non habent legem, et qnia permittant in illorum terra praedicari fidem Christi, et etiam qnicnnque vult, potest esse Christianns absqne timore dominii: et ista ordinatio est mnltnni necessaria, qnia si Tartari facinnt legem sicnt fecit Mahomet, vel Saraceni vel Judaei poternnt illos convertero ad illornm legem et tota Christianitas erit in magno pericnlo. Si vos sancte Pater et Domini Cardinales mitteretis ad Reges Saracenorum, nt vobis mitterent sapientes, qnibns monstraretis hoc qnod nos de Deo credimns, et illis faceretis placitnm, et illi intelligerent nostras rationes, forte consentirent illis, vel dnbitarent in saa fide ; qnia non pntant, qnod nos credamns hoc qnod credimns de Trinitate et Incarnatione, et qnando redirent in snas terras, dicerent hoc qnod intellexissent de nobis; et posset esse, qnod illi, qni hoc andirent ab illis, consentirent nostris rationibns, ant dnbitarent in sna
modns sic procedendi cnm illis posset esse mnltnm ntilis. Hic idem modns posset tneri cnm Schismaticis, et esset conveniens, qnod illis dicerentnr tam fortes rationes et tam necessariae, cnm qnibns vincerentnr omnes illornm objectiones et positiones,
crednlitate: et hic
et
qnod
istis
illi non possent solvere nostras objectiones nec destrnere nostras positiones: et rationibns ita necessariis est mnltnm bene munita sancta Ecclesia. Ego Raymundus
Lullus indignns, aestimo me mnltas tales [rationes] habere secnndnm aliqnem novnm modnra, qnem Deus mihi dedit ad vincendum omnes illos, qni contra Fidem Catholicam
aliqnid volnnt probare vel improbare. Considerate sancte Pater et vos Domini Cardinales, qnod estis in magna via ad traetandnm pr honore Dei, qni vos tantum honoravit, et vos fecit Vicarios mnndi, et qnod per snpradictnm tractatnm potest evenire magnum bonnm; et si negotinm est longum,
illnd est
bonnm
et amabile
boMum, qnod inde potest seqni: et considerate, qnomodo homines hnjns mnndi propter bona temporalia snstinent magnas defatigationes et labores, in qnibus snnt multi in pericnlo, sicnt Eeges, qui snstinent magna bella, et Anxexini (2), qni scienter se tradnnt morti, nt saos parentes possint eripere de servitnte, in qua snnt: et etiam placeat vobis considerare, qnod Christiani perdent snas terras et audaciam, quam solebant habere contra Saracenos et considerate, qnod pnblica ntilitas parum ametnr, et qnod omnes clament contra
;
Clericos
quare esset
magna
bonnm
exemplnm de
hominem,
et
Deo placnerit, considerate, ntrnm Deus velit ntrnm lesns Christus dederit exemplnm, et Apostoli et
(1) Ecco qui espresso in chiari termini un progetto, che crediamo tutto nuovo e del Lullo, della fondazione oio d' un ministero ecclesiastico che noi oggi vediamo nella S. Coufr.
de
propaganda Fide. E pi
(2)
sotto propone anche un Cardinale a Ministro d guerra. Allude alla nota setta de' feroci Asasin della Siria, da noi ricordati pi sopra a
SECOLO xin.
375
velit
Martyres, ad asseqnendnm illam finem qnare sant: et qnis dicet, qaod Dens non semper amari per suum polam? [corr. populum]. Maltas alias rationes possein dicere, sed timeo niminm loqni, et si nimiam loqnor, supplico et peto veniam, ut mihi remittatur; et ponendo ista, quae peto, in ordine, peto veniam a vobis sanate Pater et a vobls Dominis Cardinalibus, ut vobis placeat me indignum primum mittere ad Saracenos ad honorandum inter illos nostrum Dominum Deum. Data est haec petitio in civitate Neapolitana sancto Patri Coelestino Quinto, et honoratis Dominis Cardinalibus Anno MCCXCIV (1).
4)
IH
Petitio Ra3nnundi pr conversione infldelitun et pr recuperatione Terrae Sanctae [ad Bonifacium Vm, Romae 1205-6]. Inedita, e principia: Advertat sanctitas Veslra, sanctissime pater, ed nei Mss. n. 15450 (a fol. 543), n. 16116,
n.
17827
(a fol.
111-14)
di quella di
97) della Nazion. di Parigi; e nei Mss. n. 10565, e n. 10576 (a Monaco in Baviera.
fol.
Dopo
la rinunzia di
papa
Celestino,
il
Lullo, trovandosi a
Boma,
si affrett
di rino-
vare le sue suppliche a papa Bonifacio Vili, cui diretta questa Petitio che nel senso G' infedeli, egli scrive al Papa, quasi simile a quella precedente data a Celestino V.
dunque devono persuadersi che loro precipuo interesse di convertir quelli a Ges Cristo. Per prepararsi a questa conversione
i
cristiani
questi
quod in diversis locis ad hoc aptis per terras christianorum, oc in quibusdam locis insiste etiam Tartarorum, fiant studia idiomatum diversorum, in quibus viri sacra doctrina competenter imbuti, tara religiosi quam saecnlares, qui cultum divinum per orbem terrarum
:
idiomata
se
diversa
Dei
evangelio
utiliter
transferre .
addiscere, et ad
eorum
Consiglia
inoltre
una
seliti
gode piena libert di culto, insiste che col si mandino de' Missionari, ove tanti profanno i giudei e i saraceni. Simili petizioni rinov il Lullo al Papa nella vigilia di
(23 Raymundi Ad Begem FranLulli epistolae tres [an. 1298-99] Ad quemdam amicum suum. IIP Ad Universitatem Parisiensem, quibus
:
S. Giov. Batt.
giugno 1296);
ma
5)
1*
corum.
II*
hortatur ad fundanda Collegia ubi linguae orientales arabica, tartarica et graeca doceantur.
di Parigi
Dette lettere sono pubblicate dai Martne-Durand (3) e la terza diretta all' Universit pur riprodotta dal P. Denifle (4), il quale nota coU'Haurau (p. 31, 33) che
;
Raimondo
scrisse dette lettere entro gli anni 1298-99, quando per la seconda volta fermossi a Parigi, laddove il Martne le crede scritte nel 1300, data non probabile. Nella terza che la pi lunga, e diretta ai presidi e rettori dell' Universit, il Lullo inculca lo studio delle lingue araba, tartara e greca e ut nos linguas adversariorum Dei
et
et
docendo
6)
Liber de
et
populum Beo
hebraioe, latine
t.
vemacule].
il
[scriptus
il
primo
arabioe, dein
versione
II delle
Opera omnia;
testo
arao
come pure
la
(1)
(2) Hist.
Opera omnia B. Bay. TjuIU tom. II, in fine libri De quinque aapiefUHnu pag. 50-51. littr. cit. p. 22 e 341. Acta SS. p. 646 n. 65-66.
(3) Theaaur.
novm
anecdot.
t.
1 col. 1315-19.
t.
II par. I p. 83-84.
376
111
BIBLIOTECA
Da
Nazionale di
Parigi,
signori
Michel
Keinaud ne estrassero
Livre de la
loi
quarta parte, pubblicandola nel 1831 in nn volume in 8 col titolo au Sarrasins. In calce del trattato vi si legge Finez est le livre Du
:
Bex par
Vaide duquel
il
est
commenciez
et
finez,
par
il est
ebrieu .
Da
da Raimondo stesso
egli
questa nota risalta (come osserva il Littr) che 1' opera fa prima composta in arabo, lingua da lui ben conosciuta, e nella quale sappiamo aver
compilato varie altre opere di controversia. Il ricordato Keinaud fa osservare che le argomentazioni teologiche che il Lullo pone in bocca al Saraceno, sono di un uomo che
il
metodo
di
n
ceni
;
tema
e la
la conversione de' pagani o increduli, ma in ispecie degli Ebrei e de' Saraforma della discussione qui pure il dialogo. Fra i tre savi delle rispettive sette
il
entra primo
latino o
il
Avend'
io
conversato con
g' infedeli, e
uomo
povero,
il
peccatore colpevole, vilipeso dai mondani, e che mi considero perfino indegno di porre
titolo di
io
mi
sforzo di trovare
un nuovo
infiniti, e
felicit
senza fine.
l'
Esposta bellamente
l'
immortalit delfinisce
anima,
il
Entra
il
pagano
V incredulo, che
il
che in
sostanza
non discordano
fra gli ebrei.
fi
coi
dorami cristiani, salvo che sulla venuta del Messia, e sul dogma della domma, ai tempi del Lullo, correvano tre diverse credenze
Importa riferirle: 1 Alcuni non credevano punto alla risurrezione del corpo; tenevano che la sola anima sopravvivesse o in paradiso o nell' inferno. 2 Altri ammettevano la risurrezione alla fine del mondo; e dopo questa risurrezione regnerebbe nel
la pace e la sola religione giudaica
:
mondo
gli
ma
i
ma
bero, e allora
le
anime loro
acquisterebbero
gloria
del
paradiso. 3* Secondo
i
dopo la risurrezione
pena,
ma
perdono.
malvagi subirebbero una questa temporanea, salvo alcuni pochi tra questi, indegni affatto di ottener mai Ma, checch ne sia della risurrezione, che al savio ebreo disserente poco o
buoni possederebbero la gloria eterna, e
;
e,
al Saraceno che
ne
ebrei, cotanto desideriamo di ricuperare la nostra libert e di veder arrivare finalmente il Messia, che quasi disprezziamo
Noi
ci
e alle quali
tributi . Poi
ostacolo che impedisce agli ebrei di occuparsi troppo della vita fuil
Talmud; scienza che richiede lungo e minuto studio, e che cammino della vita presente per ottenere abbondanti beni di
questo mondo.
E dopo Dopo r ebreo, entra il cristiano che espone e prova per ordine il suo credo. questi, r ex-incrednlo o il pagano domanda la parola pel Saraceno o maomettano, cui gentilmente conceduta. Il zelante maomettano espone la sua fede in dodici articoli: l'V'
OH
solo Dio; 3* creatore; 3
Maometto
SECOLO xin.
da Dio; 5
il
1'
377
111
profeta di Dio
angelo di Dio domander all' uomo morto e sepolto nella tomba, se Maometto 6' tutto mortale fuorch Dio ; 7 la risurrezione ; 8 Maometto sar
;
esaudito nel d del giudizio; 9" e render lui pure conto a Dio nel di del giudizio; IO"
meriti e le colpe saranno pesate; 11
paradiso o
all'
inferno.
si
mettano con quella precisione che egli ricav, senza dubbio, e dai libri arabi e dalla bocca del popolo e dei dottori maomettani. I suoi biografi e gli orientalisti notano la fedelt delle
tradizioni
tronde,
il
maomettismo
in iscritto,
in pubblico e in privato,
guaci di Maometto.
Or' ecco
si dice
un saggio
angelo
di
che
che
1'
Dio domander
all'
nomo morto
1'
no
al profeta
momento
ri-
mander r anima
corpo,
anima
v'
gi presente, non
nel
ma
tra
terrogante.
cielo un'
i
il
corpo e
il
sudario
Prima
acqua bianca, e cosi cresceranno e cresceranno come volatili ad ogni genere di creatura che per natura ha vita.
cielo
nomini, le bestie,
Un
l'
i popoli risorgeranno e scuoteranno la terra dalle loro chiome. ardore del sole sar eccessivo ; e i popoli pel gran caldo giace-
terra, essa
gli
ai
piedi,
per
l'affanno avran la lingua fuori della bocca; e questo giorno sembrer loro lungo mill'anni.
un solluogo; ed
elleno
soffriranno
enormemente per
;
r inonder
poich alcuni saran allagati nel sudore sino alle calcagna, altri sino alle gialtri sino agli occhi,
d'
ognuno. In questo accorderanno tutti per ricorrere al padre Adamo ond' egli preghi Iddio di liberarli da cotanta angoscia, ed ottenga che ai giusti doni il paradiso e ai malvagi l' inferno. Adamo per, non osa porsi intercessore, conscio della sua
acqua
s'
li rimanda a No. Ma Ko si dichiara indegno di presena Dio, perch nel d del diluvio avea egli abbandonato il suo popolo alla furia delle acque. Da No ricorrono ad Abramo ; ma il santo patriarca si ricusa, sovvenendosi di aver
tarsi
ma
che
g' idoli si
la prima, quando disse a suo padre di non aver egli frantumati g' idoli, scavezzarono da s stessi; e la seconda, quando cedette la propria moglie,
Abramo d
quindi loro
il
Ma Mos
e
non meno
1'
un uomo,
aveva dato
ordine di uccidere gli adoratori del vitello d' oro. Egli quindi
si
indirizza a
Ges
ma
Gres
le
nazioni lo ado-
rarono e credettero in
metto, in cotesto
come
in
un Dio supremo,
li
modo
non
Mcwmetto ! s' udir pel cielo, echegggiante e e ti concesso : le orazioni ma sar giorno per far suppliche ; chiedi, tue petieioni saranno esaudite * Allora Maometto domander a Dio che i popoli rendan
questo il
378
111
BIBLIOTECA
Similmente,
le bestie e gli uccelli
il
Ma
Perch
e perch
(domanda qui
(risponde il Saraceno) i peccatori desidereranno di esser annientati come le bestie, e s' adireranno e soffriranno per dover sopravvivere. Del resto, questo giudizio che subiranno gli uomini e le bestie, giudizio che al pagano sembra interminabile, non richieder pi tempo
di quello che si richiede per cuocer
lo descrive
:
il
e amici
su ogni genere di argomento sulle opere fatte nel secolo, sulla gloria e beni posseduti ecc. Dire ed ascoltare simili cose, sar una dolce consolazione per ognuno. Nel paradiso vi saran de' fiumi di acqua, di vino, di latte, di butirro e d' olio alberi carichi di frutta,
;
belle
si
e vergini
(Domcellas pulcherrimas
virgines) le quali
Dopo
&nno una
eglino la in-
Maometto parl in modo figurato alle nazioni prive d' intelligenza e di pudicizia e per attrarle cos all' amor di Dio, dipinse in tal fatta il paradiso e dicono che l' uomo nel paradiso non manger, n avr
tendono questa
felicit
moralmente
hanno una
de' filosofi
;
indigeni
li
e
te>
quali
e quindi noi
niamo come
eretici: essi
caddero in simili eresie studiando la logica e le scienze della et naturas); ed perci che si decretato fra noi di non tener
(Edito in Opera
Qui
e
di
7)
omnia
t. II).
come
Eaimondo
preferisce la
forma
di dialogo.
Un
greco
un
nome
domma
Nel mentre
il
fiori
quelli discutono,
si
s.
battesimo,
era recato
un greco
si
un
Boma,
nella speranza
questo viaggio
fu che egli
s'
un
La
merito) clero greco (ei dice) non ne tanto questo raziocinio che esce dalla bocca del greco: onorato ne tanto potente come il clero latino; per conseguenza, quando imo de' greci entra nel chiericato, egli ha maggior merito avanti a Dio che non il latino. Or, chi
Di notevole per
troviamo
ha maggior merito, pi
il
si
latini
:
Saraceno che risponde in sostanza al greco cos neir errore. Qui Se quel che tu dici vero, allora gli ebrei, che subiscono la schiavit tra i Cristiani e Saraceni, avrebbero in proporzione maggior merito e sarebbero nella verit: e s pariLullo fe entrare
una
p.
lo stesso de'
Hossaimiti e degli
chi
eretici che
il
subiscono
tormenti per
e finisce
dei
due
abbia
la
verit
(Littr
100-3).
8)
Liber Tartari
t.
(Edito in
e
et COoristiani seu Liber super psalmum Quioumque. Varii Mss.: 1 a Parigi, 4 a Monaco, 3 a Venezia, IV della Opera omnia).
lo
uno a
S.
Sollerio
(Ada
SS.
p.
709) che
SECOLO xm.
suppose un libro de tartaro o dell' inferno. Lo Sbaralea (Suppl. p. 629), che gli d il Tractattis de conversione et baptismo cuiusdam Tartari, lo dice esistere in S. Isidoro
libro super
379
titolo
cmw
solo.
sywolum Quicumque
quando
di
due
titoli
libro
Un
di
una
da un ebreo,
a convertirlo; anzi il Tartaro lo confonde. Va poi da un dottore Saraceno, che neppur lo soddisfa con le sue favole. Il Saraceno cerc di convertirlo anche con questa ragione (che oggi pure udiamo dalla bocca de' maomettani) Senti, o Tartaro, la nostra
questi
non
riesce
pi
bel linguaggio;
non v'
nel
mondo
intero
una
simile
belt
di
che prova die la nostra legge vien da Dio: imperocch, tutti gli uomini uniti insieme, non riuscirebbero ne a trovare n a dettare opera pi bella di questa .
dicitura;
il
Il
Tartaro
lo saluta, e
ma non
dotto.
pio
eremita espone con semplicit al Tartaro gli articoli della fede cristiana; e questi ne resta stupito, ammirato, tanto gli parvero belli! Ma il Tartaro vuole delle spiegazioni e delle
ragioni; e l'eremita, che per filosofia aveva la fede,
sicuro, che la cosa cos; ma delle ragioni non te scoraggito, e si dispone a ritornare al suo paese. Ma
si
le
l'
contenta
di rispondergli:
</o
t'
as-
r eremita celebrante
puerile gli
la
s.
dell' elevazione, il
ingenuit
verbo.
Ma
Messa,
il
sant'
uomo
gli dice
riostro
il saerifigio del corpo di La tua corpo di Cristo, quello che tu hai veduto nelle mie mani. legge mi aveva molto sorpreso (risponde il Tartaro) ma oggi mi sorprende all' eccesso, poich tu mi dici che quel pane che hai mangiato, com' io f ho veduto, un Dio e
degli altri,
quando celebriamo
uomo! Evidentemente, che la tua fede vai nulla! Disingannati (gli grida l' eremita) la mia fede vera! n r' altra fede vera fuor della cattolica; ma io non te ne so dare le ragioni. Va a trovare Blanquerano, che egli ti dar le ragioni che tu domandi *
.
Blanquerano, che faceva penitenza de' suoi peccati l in un deserto vicino, stava resimbolo Quicumque vult salvus esse, quando il Tartaro venne a trocitando il salmo
varlo. Blanquerano (alias Raimondo), udite le
domande
del
Tartaro, esclama: *
cotanto,
Ahim!
a
amin Dio
da
recarsi
predicarlo per l'universo tutto, e annunziare alle genti la verit ! Intanto Blanquerano
d a leggere al Tartaro il simbolo Quicumque. E letto che l'ebbe, il Tartaro dice al sant'uomo cos: Tutto ci ch'io trovo qui son cose suppositizie, e paionmi impossibili ;
querano
mi proverai esser vera questa tua fede, io mi far cristiano . Blanmette all'opera santa; e col sistema logico, esposto nella sua Arte generale, spiega e prova al Tartaro le bellezze e sublimit della sua fede, e lo converte. Dopo questa conquista, vera o imaginaria che sia, il nostro Raimondo fa fare nn
che se tu quindi
si
Papa
e gli dica
Il
Roma, perch col riceva il battesimo dalle mani del a voce quel che sente l'animo suo vinto dall'amore d'un Dio umanato. Tartaro arriva a Roma, e il Papa lo accetta amorevolmente, e lo battezza. Inter-
chiamarmi Largo (Largus) Terminata la cerimonia, il Papa gli domanda il motivo di un tal nome. Largo risponde: e Santo Padre, V avarizia accresce ognor pi le sue forze nel mondo, ed io mi son proposto di affrontarla con tutte le mie forze. Di pi : Dio fu s largo di s con V uomo, che, a colui die si sforza di amarlo teneramente, fattosi uomo egli stesso, mor per noi.
rogato che
volesse imporsi, risponde
:
nome
Io vo'
si
deciso di
380
111
BIBLIOTECA
e
mi san proposto
.
di
votarmi
alla
morte, per
amor
di
me
fece altrettanto
Dopo
si
alcnni giorni,
indirizz al Papa una petizione o supplica, nella qoale gli fanno nna falsa idea della religione cristiana; ma che se loro e se venissero a sapere quel che veramente noi crediamo, molti
Largo
si
abbandonerebbero
Ges
il
Cristo.
Lo supplica quindi
di far
ha per
vult salvus esse. E aggiunge Di pi, io son pronto di recarmi press Vi prego di destinare Vostre lettere per il loro re; io sar il Vostro fedele messaggero, e V avvocato della verit della fede La petizione accettata e quando si sta per emanare le lettere pel re Tartaro, Largo insiste che il nome di Ges Cristo
Quicumque
Tartari, e
sia scritto in
loro scritti
il
nome
di
Maometto, che fu
il
eternamente
il
per predicare ai suoi fratelli la fede cattolica. egli del Papa esprime il suo vivo desiderio che il Santo Padre inviasse molti di simili apostoli per tutta quanta la terra, che ne risulterebbe un gran bene alla Chiesa di Dio e la conversione degl'infedeli.
desiderio che
il
il
nome
, e
sar
Un
altro, che
non condivideva
le idee del
il
Papa
eleggesse
nn principe potente
si
il
infedeli,
al
loro
totale
a che nessuno vi
resti
che
opponga
sterminio,
Quale
di
mondo proposta
9)
cos la questione,
l'
ne lascia la soluzione al Papa, dal quale l' attender il Dio uno e trino (Littr p. 144-48).
notevole
Liber de Trinitate et Inoamatone in arabico et latino (inedito). Istum librum transttUit in vulgari Raymundus de incipit di questo libro
:
libro
in
quem
libro,
come alcuni
e si
altri,
prima
A
n.
un
cod. di
10)
di
Disputatio
Monaco
ha
il
fldelis et infldelis
321).
t.
(Edito in
IV Opera omnia).
Raimondo
di
si
Il libro
il
prende
titolo
egli
a quei
savii,
nelle
i
Espone
quindi un
un
in otto articoli o questioni tutta la fede cristiana, e scioglie le obiezioni che gli
versario.
L' opera stata scritta dal Lullo dopo uno de' suoi viaggi in Oriente (quindi
dopo il 1291, primo suo viaggio in Tunisi), poich ivi dice ai professori dell'. Universit : Vi piaccia sentire le false argomentazioni che gl'infedli sogliono obiettarci contro; io, che per lungo tempo questionai con loro, ne riporter alcune per utilit in questo
mio
a
libro
Il Littr
(p.
148-52)
lo analizza alquanto,
ma
si
filosofia cristiana
per provare
agi' incredali
11)
Disputatio
Operetta te
l'
esistenza d'
un
Dio.
omnia).
adei et intelleotue [contra Saracenos]. (Edita in t. IV Opera Inminata da Raimondo a Montpellier nell' ottobre del 1303.
SECOLO xm.
sisie,
381
111
come in tatto le sue simili opere, sulla conversione specialmente dei Saraceni, che vuole convinti se non convertiti per la forza della ragione. Racconta, e il fatto vero, che un certo principe Saraceno, abile filosofo, disputava un giorno con un cristiano; e
questi gli prov assai bene la falsit della fede maomettana. Allora
il
principe lo invit
perch voleva farsi cristiano con tutto il suo popolo. Ma il cristiano gli rispose, che la sublimit della sua fede non poteva provarsi con ragioni umane. Alla quale risposta, il principe gli disse: Tu m'hai fatto male assai!
le verit della fede cristiana,
a provargli
e d'ora non son pi n saraceno, n cristiano! Ci detto, cacci oltraggiosamente il cristiano dai suoi stati. In questo libro il Lullo lamenta la perdita di tanti popoli che giaciono nelle tenebre dell'errore maomettano; ricorda i Greci, Giacchiti, Nestoriani, Valachi e Russi, ma stra-
Io ero saraceno,
piange sulla Terra Santa in potere degl' infedeli, e lamenta sono fondati i Collegi per lo studio delle lingue straniere ; e poi conche scriver un libro in proposito, quale presenter al Papa, ai Cardinali, ai maestri chiude,
ziati
in
ad
altre,
perch
suoi
progetti vengano
12)
Liber ad probanduzn aliquos articulos Fidei per syllogisticas rationes ad fidem cogi Quoniam
Inedito.
Principia:
infideles
:
S. Scripturae et
sanctorum auctoritates
48), n.
Termina
Est autem
n.
iste
1304).
Dom. 1303
(nuovo
(ff.
151-57), n. 10594
281-301).
(f.
15385; Monaco
10497
Il Littr (p.
326)
com-
Liber de convenientia Fidei et intelleotus in obieoto [pr conversione (Edito IV Opera omnia). In Infldelium] in Montepessulano 1304.
13)
in
t.
altri
termini,
ma
il
cio di provare
accordo che
umana
da esso compilato
libro
Disputatio
fidei,
quale non potendo provare la credibilit della fede cristiana, fu dal principe maomettano cacciato dai suoi stati; qui per aggiunge, che il cristiano era
un
religioso, e che
il
suoi confratelli.
In
Miramons :
assai, de' tre imperatori Tartari : del Gran Kan della Cina (1), di Carbenda imperatore della Persia (2), e di Cotay sovrano del Nord (3). Carbenda gi si era fatto maomettano; e se gli
(1)
(2)
Timur detto Ching-Tsong (1294-1307 f) succeduto a Kublay Kan morto nel 1294. Carbenda, da Abulfeda detto Khorbanda, e dai Persiani Gayathoddin Khodabandeh,
Kan
Oldjaitu, fratello e successore di Casaan Kan (f 1304). Egli, dai suo padre Abaka fu fatto battezzare, e persever cristiano fino alla morte d sua madre cristiana. Dichiaratosi poi maomettano, perseguit duramente i cristiani. Molti posero in dubbio il suo
il
Kan
Umk
battesimo, n vollero prestar fede allo storico Aitone armeno (e. 45) e ai cronisti del medio evo; oggi per ne abbiamo una prova di pi in certe monete di Abaka, di Caasan e di
Oldjaitu, coniate colla croce e coi tre
Cfr.
Journal Atiatique
mai-juin 1896, e altri autoix ap. Tournebze Hist. polii, et reUg. de V Armenie in Remte de V Orient Chrten an. 1905 p. 370, e p. 374 in nota. Vedi sopra al n. 99 p. 336 s.
(3) Cotay, certamente l'imperatore
(cfr.
Lazari / viaggi di
M. P<^
e.
43 e
p. 420)
nome che
ma
pi corno-
382
altri
BIBLIOTECA
dae
lo imiteranno, che
si
;
Baimondo
nd sar della Cristianit? Alla presenza di questi pericoli, il sao possibile per
mostrer a dito qne' cai aveva
poteva propagare
cattolici,
il
iscongiararli
egli
invano pregato,
e
scongiarato, e provato
mezzi come
si
il
Lullo, se
non
ai
monarchi
ai
Bonifacio Vili
Eaeplicit:
L' opuscolo compilato pi probabilmente a Montpellier 1304, sebbene data marzo 1308. portino 168-70). lber de Fine, hoc De ezpugnatione Terrae Sanotae. Incipit: 14) Dividitur malo statu Com mundus permanserit. Finivit Baymnndus de habeant timorem,
fu
quali o
non
la
di
(Littr p.
est
in
diu
in
tres
Distnctiones.
et
sic
S.
Spiritu
sicut
dixi.
Librum de Fine
in
et
honorem
S.
Spiritns
mense
aprilis
1.
Anno MCGCV.
p.
LuUi,
Opera omnia
non
13
n. 103.
appena poche
co-
noscere alcun esemplare ms. nella Nazionale d Parigi, e cita soltanto il cod. di Monaco n. 10543, che secondo il catalogo di quella biblioteca, occuperebbe i foli. 127-49 del detto
cod. scritto nel sec.
XV.
il
Kunstmann
il
Magnoca vallo
questa,
(1);
ma
lo dice per
Mogam
il
edizione
nei pi
comuni
bibliografi.
Erra per
Lullo
ci
lo Sbaralea dicendoci
quando invece
a Giacomo II
Aragona,
il
test eletto e
ambo
con-
Pasqual ne diede un breve cenno (3), e prima di lui il Waddingo ne mdic il vero in quo, laborum suorum declarata intentione, ostendit (Lullus) guibus mediis et viis modis, Hierosolymitanum iter et bellum confici posset (4) Ma, tra i reIl
centi scrittori,
il
primo
il
il
citato
ricordato cod. di
Monaco
Demente conosciuto dagli storici col nome di Tokhtagu o Togtagu Kan il quale regn sino al 1313 sulla Tartaria settentrionale (Kapeiak Kipjak), detta anche Tartaria occidentale. I suoi domini si estendevano dai confini dlia Russia lungo il Nord del Mar Nero, del Caspio, ecc. fino alla Mongolia o Tartaria orientale. Tokhtagu mori e fa sepolto a Sarai capitale de' Kan del Eapciat, fondata nel 1266 da Barka Kan sulle rive dell' Actuba affluente del
Sarai fii distrutta da Tamerlano [nel 1394] e le sue rovine servirono nel sec. XVII Volga, a fortificare la vicina Astrakan sul Caspio (Cfr. Desboroug Cooley Hiaioire gn. dea Voyage, A Tokhtagu succedette il suo figlio, il famoso Uabeh ed. firanc. di Parigi 1840, 1. 1 p. 312).
Kan
1813-42 f) qu^li che ebbe tante relazioni coi Papi e Missionari, e che fii il primo ad abbracciare e introdurre il maometismo nei suoi stati. Cfir. Storia univeraale aci'itta da
(e.
una compagnia di
sez. 1
Parte moderna. Voi. V lib. 5, e. 1 ; voL VI lib. 10 Amsterdam 1773-74 s.). (1) Kunstmann Studien iiber Maria Sanudo (in Abhandl. der hiat. Claaae der Wiaaenack. VII, III p. 721-24) ap. Arturo Magnocavallo Marin Sanudo U Vecchio e il auo progetto di
letterati Ingleai.
passim
(ediz. ital. di
Crociata,
(2)
(3)
Bergamo
1901, p. 45.
I p. 248.
t.
LuUianae
t.
VI
p. 230.
SECOLO xra.
n.
383
111
10543, per illustrare l'opera e il progetto del celebre Marin Sanuto il vecchio (1). Il sunto del Konstmann servi poi egregiamente al dotto Delaville Le Konlx (2), al ricordato
prof. Magnocavallo, e
a quanti
fr.
altri si
Fidenzio di Padova e
occuparono recentemente dei progetti di crociate Baimondo Lullo, e dal Marin Sanato e
da Pierre du Bois.
abbiamo dato,
colla specifica
De
eoipugnatione
Terrae Sanctae,
quello datogli dallo stesso Lullo che cosi lo ricorda nel suo libro De dsputatione Baymundi et Homerii Saraceni: In Monte Pessnlano Kegi Aragoniae [Giacomo II] praesentavi librum a
me compositnm De Fine, hoc est de Ea^ugnatione Terrae Sanctae; quem me praesente, ad Bomanum Pontificem mittens, regna sua et seipsum
citato Magnocavallo.
Nel
ci
serviamo del
sunto che ne d
il
trattato
De
fme,
il
Lullo offre
affidare
:
definiti-
vamente
la potenza
il
comando
della crociata
ad uno
il
capo di una considerevole flotta, indispensabile per are osservare il divieto pontificio di commerciare col nemico, e per danneggiargli il commercio. 2*) Il principe dovrebbe prima invadere l' Andalusia per terra e per mare, indi dirigere V armata verso l' Africa (4), e
pi precisamente a Tunisi. 3*) Da 11 sar facile la conquista dell' Egitto e della Terra Santa. 4) Sconsiglia la conquista dell' isola e que Baycet (5) appellatur que est prope Alexandriam situata , poich deviando, la via verrebbe ad esser nimis longa. 5") Docoli' Egitto, e pene deve sorvegliare il mare: habeat gravissime per chi non la osservasse. G**) L'ammiraglio che unam navem valde magnam, et galleas quattuor, et capiat nnam insulam que vocatur Rodiis,
manda
bonus portus sicut vidi (6) et aliam etiam que dicitur esse Mauta(7). Due anni dopo (1307) Rodi era occupata dai Cavalieri ! Pi tardi (1309), vedremo il Lullo nel suo Liber de acquisitione T. S. ripetere le idee esposte in questo De fine, ma colla giunta della
in
qua
est
Disputatio Raymtindi Lulli et Homerii Saraceni, primo habita Inter 15) eoB in \irbe Bugriae sermone arabico 1306J postea translata in latinum ab Edito con eodem Lidio, Pisis in monasterio S. Dominici anno 1308
[an.
(8).
altri
l'
Egitto.
Gofredum 1510,
e poi nel
t.
IV
delle
Opera
(1) Vedi la nota precedente. Dal Delaville Le Roulx ricaviamo esistere anche un' ediz. a parte dello studio del Kunstmann, cosi citato Studien iiber Marino Sanudo den Aelteren, Miinchen 1855; da noi non potuta vedere ancora! (2) La France en Orient au XIV aicle, Paris 1885-86, due voi. in 8. (3) Brano in Acta SS. cit. p. 677 n. 16. (4) Il capitano dell' esercito, conquistata l' Andalusia, e ad maiorem Barbariam poterit
:
ultra ire...usque Tunicium, sicut dixi,... et tunc posset cum Saracenis facere guerram planam, et sic bellator rex posset ad sanctam terram Jerusalem devenire, et totum regnum
EgTpti adquirere
(6)
ad Alessandria, situata sul Delta del Nilo che perci fa detta isola. Lullo anche a Rodi, particolarit non notata dai suoi biografi. Il Magnocavallo non ci dice quale isola sia questa (7) Magnocavallo op. ciL p. 44-46. Manta, che noi crediamo sia Malta importantissima per la sua posizione strategica.
(5) Rosetta, vicina
Fa dunque
il
Il
(8) Titolo dagli Acta SS. cit. p. 703 n. 228, e dal Wadd. Scriptores p. 205, ed. 2. Littr (p. 158) lo dice scritto in Pisa nel monastero di S. Domnino, e uelV aprile del 1308.
384
111
BIBLIOTECA
La disputa ebbe realmente luogo tra un certo dottore maomettano omnia del Salzinger. di nome Homer e il Lullo allora in carcere (1306) a Bugia dell' Africa (1). Ivi egli stesso
racconta come fu maltrattato e chiuso in carcere per aver in pubblica piazza predicata la fede cristiana, com'ebbe la disputa con Homer, la confutazione che stese in lingua araba
delle ragioni di questo,
il
suo
eslio, il
naufragio e
l'
Papa
e ai cardinali
perch vedessero le ragioni che sogliono portare i maomettani in conferma della loro fede. Questo in sostanza il fine del libro, ov' egli passo passo confuta le stolidezze maomettane.
1)
Un
serio
lamento
di
Lullo
por la defezione di
dalla
rinegano la fede e si fanno saraceni ; cos, per un saraceno che si fa cristiano, vi sono dieci cristiani che si fanno saraceni. E noi ne abbiamo (dice) l'esperienza nel regno d'Egitto,
ove dicesi che la terza parte delle milizie del Soldano eran prima
imperatori dei Tartari.
cristiani.
Vi
sono tre
terra
principale si chiama
il
Gran Kan,
e questi
possiede la
non
si
fuorch
raceni
si
lui.
sa-
son
propagano
sino
la loro
fede. Il terzo
suoi
dominii
all'India:
egli si
di
chiama Carbenda
lui e tutti
suoi soldati
si
son
il
fatti saraceni, e ci al
tempo
contro
cristiani. Dicesi,
;
Carbenda e il Soldano marcerebbero presto ; poich che non sono trascorsi pi di settantanni da che i Tartari vennero
dai monti
non
eppure questi tre imperatori posseggono dei terrii.^i pi estesi del doppio che monarchi cristiani e saraceni. Dicesi inoltre, che i Nestoriani-e i Giacobiti, che odiano
cominciano a predicare e a convertire pericolo che sovrasta a tutta quanta
suo triplice progetto: 1*
i
i latini,
Tartari .
la
2) Per iscongiurare
il
un
cosi
grave
Cristianit,
Lullo
inculca
nuova-
mente
quattro o cinque conventi, ove de' religiosi e secolari, dotti e votati di morire per Iddio, possano ammaestrarsi nelle lingue degV infedeli, e indi recarsi per tutto il mondo a predicarvi il Vangelo. 2' Di tutti
il
La
fondazione perpetua di
un Ordine
solo dandogli
(1) Il
e.
4 n.
Lnllo in Buga di Africa < stetit per dimidium anni carceratus ibidem >. (Vita Africano [circa gen. 1307], arriva lo stesso anno a Pisa,
<
Communitatem
civitatis
Christi servitinm incitare, proposuit eorum Consilio, bonam fore, ut in eodem constituerentor ordine Milites cbristiani, ad hoc scilicet ordinati, ut propter recuperandam Terram Sanctam, continuum praelium ezhiberent perfidis Saracenis. Cuius grato eloquio, gratoque monito con-
descendentes, litteras summo Pontifici et Cardinalibus super huiusmodi salutari negotio conscripserunt. His vero litteris impetratis in civitate Pisana [1307], lanuam iter arripuit: consmiles litteras impetravi t. Ubi [1308] ad eum devotae matronae atqne viduae plurimae
concurrentes, aliique civitatis einsdem nobiles, promiserunt ei trigriuta millia in auxlium Terrae Sanctae. {Vita e. 4 n. 32, 34). Cio l'India; e da questo passo vediamo che il nostro Lullo aveva
(2)
florenorum
il
SEC50L0 xin.
385
senza
invader tosto la
Siria.
Ili
3 Il
Papa
cardinali assegnino per la Crociata, fino alla conquista della Terra Santa,
ha cedute
ai re cristiani
ma
che
mondane:
e ci
un gran male.
E Baimondo
conchiude:
lar-
Et
mundus posset
redirc in
bonum statum, ut
gius locuti
quem supra diximus de Fine, et quem praesentayjmus regi et statim illum misit ad dominum Papam [Clem. V], qui II]; ipse Aragoniae [lacobo
in libro,
sumus
in Monte Pessuano, me praesente, obtulit totum suum regnum, suam personam, suam militiam et thesaurum, ad pugnandum contra Sarracenos, omni tempore, quo placeret domino Papae et dominis Cardinalibus. Ego sum de hoc certissimus,
Ms.
inedito.
Incipit:
Ad
In
questo
son
citati:
alius
Liber Gentilis,
si
Et
in
sentatus
Domino Papae Clementi V, che quello del 1305 de Fine; Disputatio Raymundi Christiani et Homar Saraceni). ExpUcit: nam confiteor, me non scienter erravisse etam praealiquo erravi, peto veniam Clementi V. Finitus est in Monte Pessuano in mense Martio anno MCCCIX. Ine la
;
:
Cosi
il
Catalogus librorum B.
Altri Mss. noti sono: premesso all'Opera omnia (Mognntiao 1721) tom. I p. 6 n. 1. n. di Monaco sec. che del otto foli, codice. Due codd. del sec. 10565, XVII, quello occupa XIV nella Nazion. di Parigi, lat. n. 15450 (al fol. 544) e n. 17827 (al fol. 342), citati dal
Raym.
Lutti
Un
Joanne {Bibl.
et Mi-
HI. 51):
noritarum; incipit: Ad acquirendum. Vidi in bibliotheca Hispalensis Ecclesiae. Ecco in sostanza il contenuto di questo importante libro, cos compendiatoci dal Littr, e che meriterebbe di esser pubblicato I cristiani, per le molte navi che hanno, sono pi
:
potenti in
Saraceni; la guerra
dunque che
si
si
soprattutto marittima.
sbarchino
sulle
coste
non tarder
di
sottomettersi.
questo piano, che egli espone nella prima parte del libro, aggiunge che sar bene, in Nella seconda pari tempo, di fare un attacco in Occidente occupando Granada e Ceuta.
parte del libro, tratta della conversione de' saraceni, giudei, eretici, greci scismatici e tartari: cosa al
suo zelo &cilissima, purch si usino i mezzi da lui suggeriti le mille volte. principalmente, la fondazione di almeno tre collegi, a Boma, a Parigi e a Toledo, ove i missionari Nella terza parte il Lullo cerca di prima imparino le lingue orientali. confutare le ragioni che uomini senza fede e senza zelo propagano ingannando i principi,
ai quali
fisin
ci
n. 70, et p. 702 n. 203. -- Littr op. cit. p. 152-58, ove e logica del saraceno Homar. Quest' ultimo passo latino del Lullo, punto oscuro, stravolto nel senso dal Littr (p. 155), che perci non seppe spiegarsi chi sia costui che ha offerto e il regno e la vita al Papa per combattere i Saraceni. Nel-
(1) Cfip.
Acta SS.
cit. p.
647
r altra operetta lAber clerieorum scritta dal Lullo a Pisa, magg. 1308, nel convento di S. Domenico (Littr p. 255: San-Donnino!), e inviata all'Universit di Parigi, egli ripete e inculca gli stesai tre progetti. Impresso a Parigi nel 1499.
Smiot.
Tom.
I.
26
386
111
BIBLIOTECA
17)
Supplioatio
s.
(Edito
in
t.
IV Opera omnia).
mi propongo
In questo
Lullo dice
:
libro, scritto
il
Io
conosco
ri-
di ritornare
da loro per
Oppure approvate
e retin-
io
possa con
i
maggior sicurt
della
40
sillogismi
domm
Trinit e
Non potuti comprendere da una mente maomettana. sappiamo che cosa gli abbiano risposto g' interpellati. Liber Natalia, seu De natali pueri parvtili Christi Jesu (= Tractatus 18) Edito con aliri tre libri (De laudibus B. Virginis, de reouperanda Terra Sanota).
dommi non mai
Clericus
Baymundi
chand (per Goidonem Mercatorem) ediz. oggi rarissima. H Littr (p. 237-40, Qfr. ib. una differenza nella citata del Guiot, svolge il suo notabile edizione p. 41-42) scorgendovi
studio sul prezioso e unico cod. posseduto dalla Nazionale di Parigi che
e,
il
folio,
lat n. 3323,
e
secondo
il
l'autografo
che
il
Lullo
stesso
ci
dedic
Littr,
present a
Filippo
Bello.
fa
il
non v'
ra-
cod.
memb.
in 4 di
ff.
2, che veramente il primo, vi si legge: Deus, cum tua grada ncipit pueri parvuli Christi Jesu. Segue una miniatura finissima: il re Filippo sul suo trono riceve dalle mani dell'autore l'omaggio del volume. L'autore, ornato d'una
Nel
fol.
liber natalis
da un mantello nero decorato sulla spalla sinistra con una ad magnificum regem Franciae. Glorio-
graiia
finisce
Puer nobis datus parvulus, quem invenire cupimus... E Francorwm regi. con questa curiosa chiusa lAber ^te fuit in nocte Natalis conc^tus, et fuit facius et finiius Parisius ad honorem Dei, mense januarii, annodecimo [= nuovo stile: gen. 1311] incarnatioms D. N. J. C. Haec est visio quam ego Baymundus
:
W CCC
ad
et
Barba
non
est diu,
quam
scribere volui
utilitatem christiani
populi et ad honorem nati pueri J. C. qui regnai Non v' dubbio (soggiunge il Littr) che Deus.
il ms. della Nazionale di Parigi sia l'esemplare stesso che il Lullo offri al re. La bellezza della miniatura, la cura che il miniatore vi mise nel disegnare con perfezione la gran barba bianca dell' autore, la finezza della
cum Patre
una
visione,
il
il ms. in complesso ce lo conferma (1). Lullo tesse un dialogo fra le pi elette virt, personifii
meriti di
Ges Cristo
ecc.
Quindi
(1) Nel catal<^o della Bibl. di Monaco che possiede un enorme numero di mss. del Lullo, non troviamo registrato questo de Natali. Il Salzioger ci descrive un altro cod. cosi e Liber de Natali parvuli Pueri Jesu. Incipit: Da, Domine, in te credentibus affectum. Continet
:
saecuia saecuiorum.
Fecit Raymundus
cum Patre
hunc librum
et Sp. Sancto est aequalis honor et gloria in Parisiis, et complevit illum in nocte
MCCCX >
Catal.
- Cr. IaiIU ne\Y Opera omnia, Moguntiae 172;', tom. I p. 16 n. 143. Wadding Scriptores Ord. Min. (ed. 1806 p. 203). Sbaralea Supplem. p. 628. Acta SS. oit. p. 700 n. 131.
Ubrorum B. Bay.
RShricht {Bibl. geogr. Palaest. p. 75) confuse il cod. Parigino 3323, eon due altri della stessa biblioteca che contengono l' altro libro De acquiaUione T. S., gi sopra descritto.
Il
SECOLO xm.
alle stesse
387
noti
progetti, facendole
al
dame pone
tre
parlare
111
re in
di
nome
bambino
1")
La
di Parigi,
taliter,
l^ere
vel audire, quia mnltos errores turpissimos continent centra fidem, et,
pluribus
et
diversis, et
est
turpe et dedecus dicere christianis quod fides est magis improbabilis quam probabilis vel apparens, quod dicunt et asserunt Averroym haereticum imitantes . 2") Espone il ripetuto progetto della fondazione dei collegi per le lingue orientali ; e 3") la fusione de' varii Ordini
militari in
uno per
(p.
Santa
(1).
si
L'Haurau
42), notando
il
limita
frappantes ressemblances che egli vi scorge tra dal nel libro De natali e quelle identiche esposte dal francese idee Lullo espresse queste Pietro Du Bois nel suo De recuperatione Terrae Sanctae presentato allo stesso re Filippo
nel 1306.
poich
il
re,
il
che
prima
il
Lullo segui
le idee del
Du
Bois,
quale
di collegi
L'Haurau quindi ci rimanda allo studio e confronto che ne fece il Renan nel t. XXVI Histoire lUtr. de la France. Ma senza ricorrere al Renan, l' Haurau poteva citare s
stesso (pp. 11, 13-23, 107) e ricordarsi che l'idea de' collegi e la fusione degli Ordini militari
era un' idea se non del tutto nuova, certo propugnata e propagata dallo spagnolo Lullo, per
lo
meno
trent' anni
i
prima che
il
francese
Du
fr. Fidenzio di Padova (e. 1280), di Carlo II 1291), del gran maestro de' Templari Giacomo de Molay (e. 1306), del monaco Aitone (1307) e di Marin Sanuto (1309), son tutti posteriori ai tre progetti del Lullo che datano per lo meno dal 1275, epoca della fondazione del collegio arabo di Miramar. Anche
altri.
Tutti
di Sicilia (e.
da Luigi IX e discussa
le
poi dal Concilio di Lione nel 1274, essa non ebbe allora tanta influenza n tanti patrocinatori, quanti n'ebbe
dopo
il
sue
poi al
diato,
sia gi stato varii anni prima discusso e inculcato dal Lullo. In quanto non comprendiamo come il suo libro sia stato con tanta preferenza stunon contenendo esso che una meschina ripetizione delle idee Lulliane e per giunta,
non
Du
Bois,
manca
getti.
in lui quel carattere militare-strategico che troviamo esposto in tutti gli altri pro-
L'avvocato e legista del re Filippo, in questo solo si distingue dagli altri, nell'intento cio di lusingare l'amor proprio del suo monarca, cui propone: 1) un nuovo ordina-
mento
contro
corruzione
del
clero; 2) che
beni
ecclesiastici siano
i
principi
;
quali sperperavano
il
opposto di quel che suggeriva il Lullo denaro che la Chiesa aveva concesso loro per le
:
giusto
all'
crociate (2)
e 3), pi
da cortigiano che da
politico, consiglia al
il
(1) Contro la proposta della fusione de' vari Ordini militari in uno, sorse con uno scritto gran Maestro de' Templari Giacomo di Molaj che non poteva non iscorgervi le mire malil
vagie di Filippo
cit. t.
XXVII
t.
p. 381-91).
Bello che agognava alle grandi ricchezze del Tempio (Cfr. Histoire littr. Sappiamo poi come il Bello riusci nell' intento facendo condannare
al
rogo r infelice de Molay con altri suoi commilitoni. C&. Hergenrdther Storia univ. della
Chiesa
(2)
p. 18-21.
il
3* progetto a p. 385.
388
111
BIBLIOTECA
in
un principato nell'Oriente
non
si
il
Lungo
il
il
Lullo
principal-
mente
sino
questo,
ma
nell' attivit,
all'
Ma
une grande ardeur cantre Vincrdulit inspirent son zle (di Raimondo), tandis que pour Du Bois la croisade n'est qu'un prtexte: la grandeur du roi de France est son but unique (p. 42) proprio com' oggi, le but unique di tanti
scrive:
Mais une
vraie
foi,
19)
un
cieco
amor
Disputatio clerici et
le
si
Baymundi
altri libri
da Guiot
in 4").
(Edito con
da Eaichierico
jnondo mentre
un
tizia autobiografica:
Homo
;
fui in
dives,
mundanus
procurare, et
sanctam fidem
didici,
Ecclesiae rectores ad
bonum publicum,
in
et christianos Principes
in
si
Dominus
Petitio
Baymundi
in Ck>ncilio irenerali
Sanctam
10565
et
mor pr
fide Ohristi.
Inedita.
ad acqoirendam Terram
abbiamo dato dal
cod.
Il titolo lo
Monaco, che ne possiede un altro nel n. 10580, col titolo Petitio in Coneilio generali ad cquirendam Terram Sanctam (3). Altri due codd. nella Nazion. di Parigi lat. n. 15450 (a fol. 543) e n. 17827 (a fol. 354). Questa Petitio, non pi
della biblioteca di
lunga
di
sei o otto
pagine, contiene
;
le
Ordinationes quas
Baymundus
intendit praesen-
e sebbene
non portino
Lullo nel 1311 al Concilio di Vienna in Francia. Esse sono in forma di tanti
decreti
schemi di decreti, perch il Concilio li esamini, modifichi e pubblichi come creder pi espediente. Dal sunto che ne d il Littr (p. 340) ne vediamo l'importanza, e quali e
quanti erano
i
1") Il
Roma, Parigi
di
i
e Toledo. 2")
uno
cui
venga ordinato
occupare Costantinopoli
Or-
Papa
si
una parte
beni di tutti
l' insegnamento di ogni filosofia contraria alla teologia cristiana. 7") Proibire di usurai poter fare qualsiasi testamento. 8*) Sostituir la forma sillogistica alla deagli
6") Proibire
clamazione oratoria de' predicatori, e predicare cosi ai giudei e Saraceni, i quali vogliono piuttosto intendere che credere. 9") e 10") Obbligare i professori di diritto e di medicina di insegnare queste due scienze secondo il metodo raccomandato dal Lullo nei due suoi libri
Ars Juris
Ars Medicinae.
Delaville La France en Orient Magnocavallo cit. e. 2. (2) Wadding Annalea sub an. 12^3 n. 3, tom. V p. 317. (3) Cfir. CataZ. Codd. latin, bibl. regiae Monaceneia t. II par. I.
(1) Cfr.
p.
49 b.
SECOLO xm.
21)
an.
B89
Majoricis
e
jalii
n.
De participatione Christianorum et Sarracenonim mense Mss. Nazion. 17829 a Monaco 1312. 464) 10594. 10495, Baymundiis veniens de Concilio generali
:
111
Inedito.
di Parigi n.
(a fol.
e n.
Il
libro principia
..
una concernente l' insegnamento In esso il Lullo applaude a due decisioni del Concilio delle lingue orientali, e 1' altra che ingiunge ai cavalieri di S. Giovanni di proseguire la guerra contro i Saraceni, guerra trascurata per tanto tempo dai Templari. Fa quindi un
:
invito a Federico re di Sicilia perch concerti col potente re di Tunisi ferenza, nella quale dottori d'
la cattolica per certo
ambe
le
343).
l'
Ai
fin qui
compendiati
analisi
anche
di molti
argomento
dommatico contro
gl'infedeli, sara-
i seguenti : che vuoisi compilato dal Lullo a Mont2* Il libro o poema in volpellier nel 1283 e tradotto dallo stesso in latino e arabo. cent Noms de Deu: dei cento nomi di Dio, contro il Corano, scritto e presengare
ed
eretici, ecc.,
ma
ricordiamo soltanto
edito,
1" Il suo
Eh
tato al
Papa a Boma
3" Il
Liber de articulis
fidei
sacrosanctae et
a Montpellier marz. 1303, inedito. h" Il Liber de demonstratione per aequiparantiam scritto a Montpellier nel marzo del 1304, edito. 6* Il Liber de quaestione valde alta et profunda, scritto a Parigi
nifacio Vili, edito.
e presentato
a Papa Bo-
4"
Liber de Consilio
7"
bona,
Liber per quem poterit cognosci quae lex sii magis 1312 (n. stile: 1313), contro i maomettani e
contro Averroe e gli Averroisti.
una quantit
di simili libri
in cod. n.
10564, e n.
b) 10575.
a) De
et
Monaco,
cui
fide catholica
contra Sarracenos,
palam Sarracenis
Mahometi,
in
De
lege
Sarracenorum
in cod. n.
n.
Dando termine
Haurau
al presente articolo,
mentovato
il
tutto,
certamente
(1) E dallo stesso illustrato nelle sue pregiate Notices et extraits de qtielqiies Mss. latins de la Biblioth. Nationcde, Paris (1890-93, in 6 tomi in 8) in t. IV p. 290-94. (2) Citando (in Notices cit. II. 16) VArs inventiva veritatis del Lnllo: Combien (esclama)
il
serait prcieux
s'il
tenait ce
si
Raymond
que promet le titre! Mais il n'y a que dee gars comme haut qu'ils vont enseigner l'art de trouver la vrit . E
poche pagine dopo {ib. II. 242): il est nanmoins prouv qn'l ne
n'avait pas l'esprit trs satn, s'est jamais occup d'alchimie. Il a mme assez dnrement qaalifi ct art tnbreux et frivole. C'est pourqnoi sans doute les alchimistes ont mis son compte an moins quatre-vingt-un libelles de leur fabrique. S'ils Vont faM vraiment pour se
Il est
Constant que
Raymond
venger de lui {e qni spicca la mentalit feconda d' un savio critico !], c'est une vengeance doni le guces a longtemps dure*. Poi ancora {ib. in t. IV 290-94), e precisameote l ove ci
la scoperta
deli'
ce Catalan bizarre ef
390
111
BIBLIOTECA
La naora opera Lalliana
inedita
ha per
il
titolo
gentis desolatae,
nale di Parigi.
Andrea Dandolo
celebre
battaglia
1298) combattuta presso Curzola in Dalmazia e vinta dagli emuli Genovesi guidati da Lamba Doria ove, come si sa, combatteva sulle navi venete anche il celebre viaggiatore Marco Polo test ritornato dall'Oriente, cui la brutta sorte dov alnavale (8
sett.
;
Genova
il
suo
e l'altro
popolo delle
di
Veneti oppressi da cotanta calamit, com' anche da altro infelice colpito qualunque qualsiasi avversa fortuna, che egli chiama non sorte, ma giustizia e provvida misericordia del Cielo. Il Lullo esordisce cosi:
In quodam prato juxta Parisius (1), Raymundus quemdam Venetum invenit, qui Petrus nomine vocabatur, qui fiondo et suspirando quasdam litteras legebat quas sibi quidam frater suus, Januae incarceratus, transmittebat in quibns litteris continebatur qno;
et
et
multos
in
carcere
magna fuit desolatione, quoniam magnum dolorem damno quae Veneti passi sunt qui Fortunam maledixit,
;
quae
ita fuerat
Cum Baymundus
irati et desolati
cum quibus
ho-
mines
maledixit ... *.
In risposta a Pietro che aveva imprecato alla fortuna, segue il Lullo a parlare a i cristiani sfortunati o perseguitati, cercando di convincerli che non v', n vi pu essere una sorte cieca, o caso, o fortuna avversa, ma si un Essere giusto e sapientissimo
tutti
il
tutto.
alle
costellazioni
ci
del
cielo
una
bene o
il
male che
altri
che
l'
ma
infatigable
voyageur ^ Quindi, riassunto brevemente il cod. Lulliano, con con gaiezza frivola poco degna d' uno storico serio, conchiude
cosi:
cVoil ben Raymond Lull, avec ses opinions particulires, sa vanite naive et son style barbare qu'aucun faussaire n'a jamais su bien imiter. Mais ici, da moins, qu'on le remarqne, son discours est cclui d'un sage, mme quand il s'esprme de manire fairc 80up9onner qu'il est un peu fou. Or trop souvent, dans ses crits de toute sorte, thologi-
ques ou philosophiqucs, la forme et le fond se ressemblent. Ce qui ne l'a pas empch d'avoir de nombreux et passionns partisans. Ne les a-t-il pas eus, dirait un pessimiste, cause de
cela?
Certi
sulle
sal,
da commedia,
ma non
meno
il
merito di mostrarci
Per
poi,
l'
suo confratello Paul Meyer (nel Necrolog. all'Haurau XXXII p. XIII) ebbe a condannarlo come troppo severo in
molti suoi giudizi ingiusti jusqii' l'injustice, come quando I' Haurau bistrattato la memoria dell' altro celebre Minorit fr. Rogero Bacone.
di genio
troppo leggermente
si,
che
gli
uomini
ottobre
grande non andavano a genio dell' Haurau. (1) Dal suo Arbor philosophiae amori sappiamo che del 1298 a Parigi.
il
Lullo
si
trovava gi
dall'
SECOLO xm.
in ogni caso, scorgere l'intervento
391
in
tatti
gli
avvenimenti
di
ili
questo
mondo? Ebbene,
s;
ma
Dio giusto e misericordioso. Dimostrata tutta questa verit, il Lullo rivolgesi a consolare il suo interlocutore. I Veneti (gli dice), si certamente, furono vinti e crudel-
ma
mente
a'
trattati
dai
vincitori
Genovesi;
ma non
molto che
Veneti e
Pisani tolsero
Genovesi la citt di Acri infliggendo loro i pi umilianti oltraggi: demolirono la loro torre, e le pietre trasportarono in trionfo a Pisa e a Venezia. Non vedremo qui forse la
si
vendica degli
orgogliosi
devastatori
ci
resto,
ac-
bisogna pur
finire,
subirle,
ma
abbino a
la
persuadendoci in pari tempo, poter noi stossi contribuire assai a megliorare ci affligge. Ora, nel caso presente, che dovrebbero mai fare i
Veneziani, se per loro interesse volessero prestar ascolto ai consigli che loro inviasse uno
straniero ?
Debbon
essi (risponde
il
boccarsi coi Genovesi per conchiuder con esso loro la pace ecc. locutore e amico del Lullo,
di prestarsi pel
si
In
breve. Pietro,
l'
inter-
persuade Pietro
bene della patria e di adoprarsi a ridarle la pace coi Genovesi. Il Lullo quindi di recarsi per questo nobile fine a Genova, dandogli i seguenti suggerimenti :
Multum
placuit
Baymundo quando
vidit
quod per
illa
Et dixit Petro haec verba: Petre, in Janna est quidam nobilis homo, qui est valde bonus et discretus, qui est multum amicus meus, et vocatur dominus Percevallus Spindola; est etiam de nobilioribus hominibus et de nobiliori genere qui sit Januae, et est amator boni,
procedit.
et sibi
illis
malum
displicet, qi i
minime
ibis
fuit in captione
enm et ipsnm rogabs propter Deum suam bonitatem, et propter meum amorem, quod dil'gat bonum Venetorum et odiat malum eorum, cum ita sit quod bonnm amari debeat et malum odiri, et quod ipse te juvet ad consolandum Venetos cum hoc libro et cum aliis libris quos habet de me, qui boni sunt ad consohabet pietatem. Unde tu
cum hoc
libro
ad
ei quod ipse se intromittat quantum potest ad tractandnm et faciendnm pacem inter Januenses et Venetos, qnoniam circa aliud non posset melius laborare quod melius foret ad honorem Januae. Et ipse est potcns in civitate Januensi et est homo discretus
propter quod poterit et sciet paccm tractare et ipsam ad fincm ducere cum Dei adjutoro. < Petrus a Baymundo lbrum accepit, et dixit quod ipse iret Jannam cum libro ad prae-
fatum Percevallum Spindolam. Qui promisit Baymundo quod totum posse snum et vitam suam poneret ad faciendum pacem inter Januenses et Venetos, quoniam non posset scire
aliud negotium circa quod melius posset laborare, et
dere.
snum terapus
et
Deum
laudavit
benedixit
qui
bonum propositum
rctulit et
ad tractandnm
.
pacem generalem Venetorum et Januensium et ad consolandnm et rsrtandum Venetos Si sa che un anno dopo (nel 1299), Venezia fa costretta a firmare la pace con Genova
e
a riscattare
prigionieri.
questo
felice risultato.
cosi
il
parte
anche in
e Factus est iste tractatns, qui est ad consolationem Venetorum, anno incarnationis dominicae 1298, ... mensis decembris, Parisins, ad gloriam et honorem Domini Dei nostri;
et iste tractatus
non tantom est bonus ad consolandum Venetos, imo bonus ad consolandnm suam damnum aut amicoram saorum. Explicit
392
111
Questi
il
BIBLIOTECA
Lullo qoale
ci
da
certi
accade-
La
han per
uomo
pnra verit e non quello della propria bandiera, vedranno sempre nel LuIIq un ingegnosissimo, nn sommo ingegno (1), il qoale nella sua vita, nei saoi stadi, nei
on
Sec.
Xn-Xin.
Rituale
et
Ordiuarium Oanonloorum
S. Sepulchri Jero-
solymitani.
112
e la
Prezioso e forse unico cod. di questo genere; conta fogli 272, alcuni scritti nel sec. XII,
massima parte
XUI;
e si
tre
chiavi
ci
diede
sotto
(2),
titolo di
Un
Rituel
et
sicle).
pitale di questo
monumento
fin
Notiamo
soltanto, che
un
i
identico
meno
francescani di
Gerusalemme lungo
P.
secoli
XV
XVI,
ma
specialmente ai
tempi del
Boni&cio da agusa
XVI), il quale senza dubbio sa questo Rituale compil il suo libro De perenni cultu Terrae Sanctae. H Suriano ricorda due volte questo rituale che egli chiama Ordinario
officio
:
divino della predicta chiesa (del monte Calvario) , libro che egli ha letto (3) 1' Ordinario de lo officio divino, che se faceva in questa chiesa el Sabato Sancto, circa V bora de terza omni anno, visibilmente descendeva el foco dal cielo,
de lo
Come ho
lect ne
sopra el S. Sepolchro, et accendeva tute le lampade, similiter lo cerio paschale (4) . Il P. Antonio de Aranda, che si trovava in Gerusalemme nel 1530, ricorda esso pure questo
Ordinario
Llamavase est yglesia S. Maria de Monte Syon en tempo de Christianos un libro que era Ordinario de las cerimonias y officio divino,
:
por donde se regia en aquel tiempo la yglesia latina, que en estas partes estava. El qual aqui en este santo Sepulchro. E digo esto, porque del com de autor cierto diremos adelante algunas cosas (5) .
Sec. XTTT
Cipro-Francescana. Memorie spetteuitl la storia de' Franoesoani di Terra Santa in Cipro, dal sec. Xm in poi.
S.
di
113
fondazione dai primordi della Provincia di Terra Santa. Ora aggiungiamo qui, ne pereant,
(1)
(2)
(4* eJiiz.
Firenze 1905)
t.
IV
p.
410 e 493.
Tom. Viri
TraU.
cit.
(3) Trattato di
(4)
Terra Santa
ed.
pag. 30.
ci dice
il
Cfr.
Milano 1900 pag. 28. Revue de V Or. Lat. Vili. pag. 420-22, ove
Sariano sul preteso fboco santo. bene ricordare come Gregorio IX con bolla dei 9 marzo 1238, interdisse qaella cerimonia che &7eva nulla di prodigioso (Raynaldi, Annate an. 1238 n. 33. e Bev. cit. p. 420).
si
descrJTe
(5)
etc. ed!^.
SECOLO
Xffl.
393
FF. Minori
in
memorie pi antiche
dei
o in particolare la fonte
113
e pregiata
si
sua Choro-
grafia
e
e storia di
Non potendo
avere
vuole pi perfetto
dallo
e
impresso nel 1580) ci serviamo del testo italiano edito alcuni anni prima (1573) stesso autore. Stefano scriveva dal 1567 al 1570 come risulta alle carte 56 v.
vina di
91 della sua Chorografia. Alle e. 91-123 egli v'inser una doppia relazione sulla roCipro scritta dal suo confratello cipriotto P. Angelo Calepio che gliela inviava
nel 1572.
data facolt alle monache Cisterciesi < apud Nicosiam, Inter domum fratrum Praedicatorum et domum fratrum Minorum, monialium Cisterciensis Ordinis consti-
An. 1244.
tuere abbatiam .
1250
di Cipro.
e.
Frate Lorenzo de' Minori, penitenziere e legato del Papa, pacifica i greci Vedi il nostro art. su fr, Lorenzo sotto Mas Latrie Hist. cit. I. 357.
Mas
an.
1246
1254.
al n.
67.
Feb. 25.
Scrive
Inn. IV:
Priori
fratrum Minorum in Suria (Syria), et mandat ut, absente Sedis apostolicae Legato, psi Sbaral. cognoscant et decernant super electione Archiepiscopi Graecorum Cypri.
Bull.
III. 651.
I.
706.
Mas
Latrie Hist.
n.
231.
patria, religioso di molta virt, che
d'
dai
Pontefici
enne
usato pi volte qual Legato ed ambasciadore presso quasi tutte le corti di Europa,
in quest'
anno
di
Clemente
n. 8.
IV venne
861.
si
fa
dou Menistre de
freres
Menores en la Terre Sainte, son compaignon fr. Jacque d'Ana Triple ecc. i quali col Minorit fr. Ugo, vescovo di
;
Mas
Latrie Hist.
cit.
HI. 662-67.
Questo
fr.
Matteo
verosimilmente qu^li che pi tardi (1286) vediamo vescovo di Famagosta, sino al 1291, cui morto succede (5 sett.) Bernardo 0. S. B. Eubel Hierarch. I. 254.
1283.
Ai
3 nov. morte
Amadi Storia
di
Boemondo
figlio
di
Ugo
III;
di Cipro
fol.
VI
n. 157.
Mas
1286.
Famagosta con
frate
Tempio, accompagna re Enrico II in Acri (giugno) che lo invia suo messo al Poilechien governatore di Acri e luogotenente di re Carlo di Napoli per intimargli la resa del castello reale e del
governo della
in
citt.
Mas
fr.
1.
478.
et
Geiebertus Custos
Minorum
quamplnres
eorumdem Ordinum...
vi
il
Accon
i
re di Cipro e di
fr.
Gerusalemme
furono presenti all'accordo stabilito tra Enrico II militi del re di Francia. Presente anche il suddetto
suo sigillo : e Big. fr. Mathei de Ord. Min. Dei grafia Faappose . Mas Latrie Hist. cit. HI. 671, 673 n. 1. magustani episcopi 1288-95. Fr. Giovanni d'Ancona 0. Min. Arcivescovo latno dell'isola di Cipro.
Matteo che
07
p. 325.
394
113
1289-98.
Cathol.
I.
BIBLIOTECA
Il
vescovo di Pafos
in
Cipro.
Eubel
Hierar.
1291.
si
407.
rifugia in Cipro.
1291.
e
il
Marzo
frati,
durante
l'
9. Nicol
IV
30 giugno altre indulgenze ai frati Minori della stessa 1292. Una casa venduta ai FF. Minori in Nicosia.
1293-4 e.
1295.
due 1295 Nicol de Vedi sopra 108 359. n B. Raimondo 1300 1300. Lugl. 27. Nicol
corte
frati
e.
Liberato in Cipro. Enrico II re di Cipro chiede ed ottiene da Boni&cio Vili Minori. Baynald Annales an. 1295 n. 48.
fr.
Sbaral.
p.
p.
di
aver seco in
Fr.
Sali,
n.
p.
s.
Lullo in Cipro.
di
meum
Vedi sopra a p. 368-69. Si me Bajnaldo, genovese, lascia nel testamento ad ecclesiam fratrum Minorum sepelliri Famagustae
:
et
exequiis
funers
mei
quaginta.
Item pr missis canendis per annum medium, bissantios quinArchives de VOrient Latin t. Il B. p. 99; simile testamento a pr della
di fr. Ste&no, cui passo passo schiariremo con parentesi Chorografia et breve Historia universale dell'Isola de Cipro, principiando al tempo di No per in sino al 1572, per il B. P. Lettore Fr. In Boognsi, per Alessandro Steffano Lusignano di Cipro dell' Ordine de Predicatori. Benacci 1573, con licenza de' Superiori. In 8' di fogli 123.
Ora veniamo
alle
memorie
L'anno 1217 dopo il Concilio [Lateranese, sotto Innoceneo III], li Principi Christiani mandarono le lor genti, et tutti insieme si ritrovarono in Acon over Ptolomaida... Era anchora l'Arcivescovo primo Latino d Cipro, et
1.
altri molti
. .
l'
esercito se
inviomo
Ordini
verso Damiata di Egitto ...In questo esercito erano molti Beligiosi detti nuovi
Domenicani,
2.
di
In
et
cit.
fol.
51
r).
Nores in
conobbe fra
Neapoleos in greco, che in latino vuol dire Citt Nova; et LiznasBOl. 3. questa fu fatta citt dipoi che il Be de Inghilterra Biccardo destrusse la citt di Amathus: et fu adimandata Nemesia, perch prima era et r hanno edificata i primi Be Lusignani
:
Nioosla capitale dell'isola v'era un monastero di Clarisse: La monaca Santa Chiara, visse anni 120, e fu una delle persone che il Lusignano quelle che vissero oltre i 100 anni (fol. 5 v.). (1).
un bosco;
dipoi fu
al presente ...
Furono
fiibricate
molte chiese
del
cathedrale
Latina,
erano la
il
chiesa
dei
Cavalieri
dell'
Hospitale di S. Giovanni,
monastero la regina Eleonora d'Aragona moglie di Pietro il grande, lai nel 1368 donna Giovanna l'Aleman incinta dal re Pietro. Qoesti faceva chiudere assente, ritornato dall' Italia ne la Uber (M acheras Ckroniqtte de Chypre p. 129-31 e. 136). Ivi stesso,
(1) In questo
a Santa Chiara
si
talit di re Pietro
per eludere la brurifugi Maria di Gibelet vedova di Guido de che la voleva per forza maritare ad un sarto (tb. p. 148).
Vemy
SECOLO xm.
Monaci Greci
et Latini.
395
113
Ma
qnesta citt al tempo del Be Giano [nel 1424 e nel 1426] (1), Greche et Latine, dal Soldano del Cairo, orer dal
la destrutione dei Sarraceni cos miserabilmente,
Fu
edificata
dopo
come
al
per la negligentia di
vede
il
luogo, ove
li
erano
le
predette
4.
Famagrosta.
li
Mendicanti
di
Nicosia tirano
di
afi&tti
Arsinoe.
:
Questa la citt
Famagosta
ornata poi di chiese Latine e Greche, et dei Monasteri dei quattro [Ordini Religiosi] Mendicanti, ben poveri et miserissimi (f. 11 v.) e ci al suo tempo; cio qualche anno prima che se ne impossessasse il Turco.
La
citt bella,
5.
d'
Nicosia. Lefcosia
Ha
in greco,
da Levco
Ordini Mendicanti sopra mentovati, fra i quali i questa citt arrivavano a 250, e forse 300. Questa citt era grande, circondava 3 leghe, che sono miglia nove. Vero che non era tutta piena; imperocch haveva delli giardini
assai, et
in
del primo Re Tolomeo Tra questi sono li quattro Francescani. Le chiese che erano in
figliuolo
riti.
i
grandi
ma
gi nel
1567
l'
ha
ridotta
3 porte come prima aveva; et gitt per terra le due parti della citt intorno, intorno, lasciandovi la terza di mezzo: onde furono gittate per terra moltissime case, et chiese d' ogni sorta 80, et ridussero la citt in questa forma che
lega, cio in
una
3 miglia,
et lass
(Nel foglio seguente pone la pianta della citt poligona, come anchora un altro Monasterio Latino, che prima
et dipoi li bello, salvo
habitavano
li
Monaci
di S.
Bernardo,
non accade
eh' io stia
Or-
dine [dell'Ordine di San Bernardo] et duoi dei Greci... Gittorno anchora molte altre chiese
Latine, et belle; et
il
Monastero
di S.
abbandonato. In
Anna, che era prima habitato dalle Monache di somma fanno in tutto 80 chiese d'ogni setta e
stella
Religione: et l'hanno ridotta [la citt] cosi rotonda, come la vedete qui sotto con ondici
baluardi [Segtte
6.
To-plroi disegno [= T
un
a forma di
TCupYi] (2).
clero Latino
con undici raggi per baluardi] (fol. 15). aveva non pochi casali o paesi
Casali ecclesiastici, perch assegnati pel mantenimento loro e delle loro chiese. I Mendicanti ne avevano anche essi, e i Francescani il casale Topiroi:
di loro dominio, detti
di
li
Carmini Co-
S. Oiovaimi di Monforte.
di
illustri,
Hospitale
Agostino
(fol.
19
li
r.)
alla
veduto che non potevano far altro, perch cosi piaceva quelli fra Alemanni et Francesi, ma tatti Baroni e Signori,
si sparsero per li Casali a fare vita santa: tengono tatti in grandissima devotione contra li loro
li
et
homini
Onde
li
Greci
li
santi moderni,
(1) Stefano erra dicendo distrutta Limassol circa V anno 1400. La prima volta (26 sett. 1424), e poi una seconda volta (lugl. 1426) i Saraceni d'Egitto guidati da Takriver Mohammed devastarono la citt di Limassol, vinsero e presero prigioniero il re Giano, deva>
stando in parte anche la capitale Nicosia. Paris 1882, p. 366 e 378 seg.
Cfr.
(2) Il paesetto to Piroji nel distretto di Citrea, anticamente detto Pvrok. Gfr. Latre L'Ile de Chypre (Paris 1879) p. 191 n. 14.
Mai
396
113
di quelli Santi
BIBLIOTECA
Baroni fa
il il
roscial di Cipro; e
tello,
Chiesa dei frati dei Zoccoli [== francescani Osserranti], Filippo di Monforte era suo frail quale era Conte di Eoccas, et Ammiraglio di Cipro (fol. 27 v.)
8.
Oler e Monaci
31).
latini in Cipro.
le
Propriamente
S.
1212
in
(fol.
Ma
li Latini
Monaci e
compagnia di altri; et erano di S. Bernardo, 1226 in circa erano venuti in Cipro li Frati di
li
...
andarono ancora
Francescani
(2), et
li
Augustiniani
li
Ee
. .
nel
sopra
detto
tempo
Li Predicatori chiamarono la sua Provincia di Terra Santa, li altri: et quantunque era presa Hierusalem
[Ordini]
Mendicanti have-
(1)
Il
Di
S. Giov. di
Monfort appena
s fii
(t.
V mai.
p. 270.
ed
1).
greco Macheras, cronista della prima met del sec. XV, lo ricorda fra i santi stranieri In primo sepolti neir isola luogo S. Giovanni di Monfort sepolto a Beaulieu (Belloloco) di Nicosia, signore francese, il quale fa grandi prodigi agli infermi e febbricitanti {Chron. de
:
S. Giovanni di Monfort maresciallo di Cipro, Signore di Tiro (figlio delia seChypre p. 20). conda moglie di Filippo di Monfort) spos Margherita sorella di Ugo III re di Cipro. Senza lasciar discendenti mori nel 1283 in gran concetto di santit, e venne sepolto nella chiesa de Notre-Dame-des-Champs de Nicossie, che poi pei molti miracoli del santo fa denominata S. Giovarmi di Monfort (Rey-Du Gange FamiUes d'outremer p. 310, ove lo dice morto verso il 1300 citando Stefano di Lusignano ma a p. 501 lo dice morto nel 1283. Cfr. ib. p. 476). Greffin Affagart che visit Nicosia nel 1534 ricorda due conventi francescani, uno dentro la citt e 1' altro * hors la ville, nomm S. Jehan de Montfort, auquel repose le corps d'un ve-
nerarle plerin, en son vivant conte de Monfort, par racles en ce lieu (Greffin Belai, de T. S. p. 243).
.
le
qul
dell' Ordine, notiamo anche le seguenti memorie. Cristoforo Terra Santa, scriveva da Cipro (il 3 sett. 1556) al conte Ugo de' Monfort le sventure del suo pellegrinaggio, e come anche i religiosi della Custodia di Gerusalemme i quali abitano il convento di S. Giovanni di Monfort in Cipro furono fatti schiari. la un'altra lettera diretta da Nicosia (3 dee. 1556) allo stesso conte Ugo, Cristoforo gli ricorda il convento di S. Giovanni di Monfort, che anticamente si chiamava di S. Maria del Castello, e che ora si denomina di S. Giovanni il quale vi attira molti devoti; sog-gunge che il convento appartiene come succursale ai francescani di Gerusalemme, ma che assai povero, e che ^li Cristoforo fu iri accolto infermo da quei frati e assai ben trattato spera che il conte, uno de' discendenti del santo di Monfort, verr in aiuto di quelli poveri religiosi. Una lettera degli 11 sett. 1556 del guardiano di questo convento diretta al conte
Zom
Ugo
lo prega di soccorerli in considerazione del suo santo antenato. Il conte risponde da Ratisbona ai 22 feb. 1557, e promette tra l' altro una limosina a pr del convento. (Cfr. Rohricht Deutsche PUgerreisen ed. 1900 p. 230-32). (2) Secondo lo storico di Cipro (Mas latrie Hist. de Chypre tip. 189) Francescani
i Domenicani vedova di Ugo
stabilirono in Cipro sotto la r^genza della regina Alice de Champagne (morto nel 1218); la quale rimaritatasi a Boemondo Y principe di Antiochia nel 1223, si ritir in Siria affidando la r^genza del regno a Giovanni e Filippo d' Ibelino, i quali poi coronarono re Enrico I, fanciullo ancora di 7 anni, nel 12% (Cfr. Bej-Du Gange FamSles d'outremer p. 57-60). Quindi con fondamento ci attenam{> alla tradizione francescana che risalire all'arrivo di S. Francesco in Oriente (1219) l'ingresso de' Minori
si
&
il
SECOLO xm.
vano Monasterii vano nelle
assai, conganti in
397
quelli di Cipro. Li
Domenicani have-
113
citt e terre di
Hierusalem 18,
ma
in
n'
ha-
veva 4: in Nicosia, Pamagosta, Limiss et Paffo (1). Li Carmini havevano tre monasteri et uno loghetto: in Nicosia, Pamagosta, et Limiss, et fori di Limiss, una lega, verso il Casal Apolemidia, eravi anche un loghotto (fol. 31-33).
9.
detto
il
n Convento o Abbadia
li
S.
Bernardo.
III,
Monasterio
r Abbadia bianca
Mamalucchi,
tutti
li
li
Dlapasis (2). Tutti questi Keligiosi sopranominati, per le guerre dei tempo del Eo Giano [1426], quali minarono tutte le chiese et violarono
si
Monasterii,
di
partirono dall'Isola.
si
Et medesimamente,
l'
al
tempo
monaci
li
San Bernardo
partirono, et
Abbadia
fu fatta
Commenda,
monasterio
francescani Osservanti), datogli da vivere; et de gli altri anchora. posero A' giorni nostri non erano [in Cipro] Monache Latine se non a S. Theodoro monache di S. Bernardo; quali poco innanzi furono totalmente destrutte: et fu restaurato quello di
Zoccolanti
(=
nostra
Donna di Sur dell'Ordine di S. Benedetto. Eimasero anchora due de' Prancescani Monache in Nicosia Santa Chiara, et poco di fuori della citt la Cava di S. Francesco. Altre Monache Latine nell' isola non rimasero dei Monaci nessuno n anche
[cio delle]
:
li
Crosacchieri. Li Premostratesi
si
Li Mendicanti restorno in
et
:
Nicosia, et in
Pamagosta
massime a Pamagosta:
non
vi
mara-
perch era
tempi abbruciarono libri et privilegii tutta la nobilt, furono alquanto ristaurati (fol. 33 r.).
l'
ma
in Nicosia,
Si noti che
Abbadia
di S.
Bernardo, ceduta
ai francescani di Nicosia,
venne distrutta
e fortificare la capitale,
come
si
ha pi sopra
^ 5
il
10.
( 9) ove
Il
n Monastero la Cava.
,
di Nicosia.
Lusignajio ricorda questo Monastero delle Clarisse, altrove ha pure quanto segue
fabbric
vi
Ee Giacomo [1382-98 f padre del Ee Giano] a Nicosia a Cava, che fu minato affatto, et non presso delle Monache di San Francesco (fol. 59 v.) (4)
.
un
altro
rimase se non
(1)
Alcuni cenni sulla storia di questi conventi veggansi nella nostra (Serie cronologica tempo completeremo con pi abbondanti e pi esatte notizie.
le grandiosi rovine di questo monastero da noi visitato; il vilBellapaisi (belle pays, o belle abbaye). (3) Giacomo II, figlio bastardo del re Giovanni II che lo ebbe dalla greca druda Maria di Patrasso. Giacomo col favore de' Veneti e degli Egiziani occup il trono verso il 1460; nel 1471
(2)
nome
si spos a Caterina Cornato, e mori li 6 luglio 1473, nell' et di 30 anni, lasciando incinta la Cornara del figlio Giacomo III che le mori poco dopo (f 1474). Cfr. Rey-Du Gange Fa-
miUea
alla
p.
94-100.
che fu re Giacomo I quegli che edific il palazzo reale avr invece riparato; che un palazzo gi esisteva sotto Enrico II detto il Buono, il quale ivi mori il 31 marzo 1324, come pure ivi mori anche Ugo IV 10 ott. 1359. Gli storici (Macheras p. 29-39; Rey-Du Gange Familles cit. p. 71-72) indicano per la
(4) Stefano erra forse dicendo
Cava,
egli lo
dove morirono questi re non col nome di Cava, ma col nome di palazzo o capaese situato a sud-ovest e a poca distanza da Nicosia. Ora il palazzo e monastero della Cava che secondo il Mas Latrie (Hist. de Chypre t. Ili p. 77 n. 6) doveva esistere e au sud-ouvest de la ville (Nicosia) du cot de la porte de Paphos , o
localit
stello Strovilon,
398
113
di
BIBLIOTECA
11.
S.
Francesco
il
di Nicosia(l).
Essendo
venuto Giovanni
figliolo del
Be
Ke
don la
figliuola (Car-
lotta)
moglie
...
Il
dal
Ciambellano prepotente]
Carlotta mori in Italia, et fu portata in Assisi, et sepolta nella 60-61). chiesa de' Frati Minori Conventuali * (fol. 74) (2).
e
La Regina
>
colla
Strovtlos,
235
n. 7). Filippo
de Maseriis cancel-
Vili) e il Loredano (lib. VI p. 339; trad. frane. I. 374-75) citati dal Du Gange, rifiFeriscono che re Ugo IV, abdicando [nel 1358] in favore di suo figlio Pietro, si ritir e mori neY Abbazia che egli aveva fondata tiel Castel-Strovilon.
di
e.
E questo
Il Macheras ricorda una localit la Cava nella spiaggia d Cernes (p. 283, 350), ed un' altra Cava cosi detta una porta ed una fortezza d Famagosta (p. 343-44 cfr. 202, 216) che non han che fare colla Cava presso Nicosia. Nel 1413, Nicol da Este, ritornando colla no-
monastero, secondo ogni probabilit, dev' esser quello stesso detto della Cava, abitato tempo di Stefano Lusignano, cio fin quasi alla conquista turca (1570).
sua comitiva dal pellegrinaggio di Gerusalemme, sostava alquanto in Cipro, accolto onorevolmente dal buon re Giano, che lo invit alla Cava. Questa Cava si un palazzo con un giardino, di cui pii bella cosa non si pu vedere, copioso di bellissime fontane; e
bile
fra le altre
una ve
n'
alto,
quanto
et in questo giardino fa molti frutti d' ogni maniera bellissimi. andarono pi avanti, et intrarono nel cortile della detta casa; e li s spogli il re in giuppone con alcuni gentiluomini, e gittorno el palo di ferro, dove el re vnse per frza d
sono
li
braccio
In questo Viaggio a Gerusalemme di Nicol da Este p. 133, ed. Torino 1861). il B. Pietro Tomaso Carmelitano e Legato Pontificio
prima della sua santa morte, < postridie Natalis Domini (1365) nudis pedibus coenosa processit platea ad celebrem Ecclesiam S. Mariae de Cana [corr. Cava'\ sacrum facturus Pontificium . (Vita et res gestae B. Petri Thomae auctore Lxca Waddingo,
Nella citata opera del Waddingo abbiamo che alla morte del pag. 53, Lugdun 1637). detto Santo (1366 octavo Idus lan.) orationem habuit fiinebrem Fr. Ioannes Larmeson (altri Carmeson) Sacr, Theol. Celebris Doctor Ordinis Miuorum (pag. 64), col attuale Pro-
dingo:
vinciale di Terra Santa in Cipro (Cr. Serie cronologica i'V. Ioannes Faventinus Minorit, Praefectus, sive
viri (Petri
descripsit,
num. 24). Dice inoltre il WadGuardianus Paphensis, qui Sancii angina, aut faucium nflammatione ferme
praefocatus
{ibid.
sanct viri
pag. 65).
Note sur une nouveile dcouverte de monuments gothiques Nicosie de Chypre; tratta della recente scoperta delie rovine dell' antica chiesa di S. Francesco nella caEnlart e inserita nel bollettino dell' Acad. pitale di Cipro. La relazione fatta dal sig. des Inscript. et B. Ijcttres. Comptes rendus des sances de l'an. 1901 (22 feb.) p. 160-63. Nicol de Marthono che visit Nicosia nel 1394 parla di questo convento dicendolo assai
(1) Cfr.
ove
ad
loca sancta in
Sevue
Elena e vedova di Giovanni di Portogallo, fu proclamorte del suo padre Giano (f 26 lugl. 1458). Sposatasi a Luigi di Savoia, dovette cedere il regno all'usurpatore Giacomo il bastardo (e. 1460) e ritirarsi in Italia ove mori nel 1487. Il Du Cange (Familles p. 98) la dice morta a Roma e sepolta a
S. Pietro.
SECOLO xra.
Il re
399
ebbe mai
figliuoli:
(fol.
Henrico (1285-1324)
fii
mandato,
ma non
et
ha vendo
re-
113
56
r.) (1).
Il
il
valoroso, ricordatosi
il
Re Pietro
Cipro in Ales-
sandria (1365) et altri luoghi; gli parse hormai tempo di fare la sua vendetta; et mand in Cipro un esercito alla sproveduta... Li Mamalucchi destrussero tutta la citt de Limiss
insino
ali!
fondamenti
dipoi
mandorno parte
di
Puffo, et la destf ussero ... (fol. 59v-60). In qnest' epoca triste per l' Isola, dobbiamo porre la destruzione de' conventi che la
nostra Provincia di Terra Santa aveva in queste due citt (Cfr. pi sopra Pafo e Limassol.
13.
il
3 e 8)
di
Varia.
anni 82
84).
(fol.
&nno
in tutto
. . .
Li Veneziani hanno regnato (in Cipro) dal 1489 insino al 1570, Nel 1492 fu un terremoto grande, che ruin il Domo Latino
di Nicosia
Quest'
[il
anno
25
di
il
crudelissimo Tiranno
et si disse
50 mila guasta-
tori, e
10 mila cavalli
(foL 90).
li
In Nicosia Tutti
et quasi tutti
li
pochi fatti schiavi. H Bever. Guardian de Hierusalem di Zoocholanti, schiavo [condotto] a Scio, fu liberato (2). Il Bever. Comissario de S. Francesco, Maestro Andrea Tacito, si dice esser morto (fol. 112).
Preti, et Frati sono ammazzati, et
ma
con questo
122).
Sec. XTTT.
rum etc. B)
E. V. 8.
bibl.
Anonym
Minortae(?):
A) De Scuraceois et
Ex
Cod.
memb.
lat. n.
Univ. Taurin.
Abbiamo
XIV,
XIII)
nell' articolo
114
consacrato al nostro
non privi d' importanza, data la loro rispettabile antichit. Il Pache ci descrissero tutto il cod. nel catal. Codices Mss. bibliotJiecae Taurin. compagni, t. II alla breve descrizione del mondo, che segue immediatanon badarono p. 359), (1749,
cod. sono questi due trattati
sini e
mente e
il
n sappiamo se
altri geografi
ne abbiano
perci
li
preso nota.
d'interesse, e
Il
Enrico li detto il Buono, incoronato il 24 giug. 1285, tenne il regno, fra molte vicende, sino alla morte avvenutagli il gioved 31 marzo 1324 nel villaggio e villa reale di StrovUos, d'onde il venerd 9 aprile il suo corpo trasportato in Nicosia, venne sepolto, non come erroneamente asserisce il greco Macheras nella chiesa di S. Domenico, ma
tristi
nella chiesa de' FF. Minori dedicata a S. Francesco, e presso l' altare. Il Du Gange- Rey FamUles d'outre-mer p. 66-70, il Mas-Latrie Hiat. de Chypre t. II e III, e Leonzio Macheras Chronique de Chypre, Paris 1882, p. 29-39, hanno le pi belle pagine sulla vita di questo pio monarca e l^islatore dell'isola.
(2)
questi
il
il
400
114
BIBLIOTECA
babilmente non un compendio dipendente da qualche relazione maggiore, ma un'operetta originate diretta dall' autore a persona che preventivamente ne lo preg, come risulterebbe dai nn. 9 e 12. Non stenteremo a crederla operetta di qualche missionario Minorit o Domenicano.
TI
il
titolo di
Brevis descriptio
Orbis,
un
curioso e non
meno importante
geografia
medioevale, compilazione
probabil-
qualche cattedratico, se male non abbiamo letto quelle parole che troviamo nel secondo capoverso del num. I. genesi
mente
di
loquere ut in
A)
rbtis
1.
De Saxacenis
(fol.
ipsonim
16
a. 1.
antequam orent, ut perfectam mundiciam habeant, verenda sua, manus, brachia, faciem, os, nares, aures, occulos, capillos, decentissime, et ad ultimum pedes lavant. Hoc facto publica voce preconiantur, unum confitentes Deum, qui nullum vel similem habet
equalem, einsque Mahomet prophetam. 2. De Ieiunio. In anno quoque integrum mensem ieiunant. leiunantes autem, nocturno tempore comedunt, tempore diurno abstinent, ita ut ab ea diei bora qua nigrum ab albo distinguere possunt per visum filnm, usque ad occasum nemo comedere, bibere, ant nxoris commixtione se presnmat fcdare. Post solis autem occasum donec ad sequentis diei crepuscnlum, semper libet eis cibo et potu, propriis uxoribns uti. Si tamen aut infirmitate fuerit pregravatns, aut quamdiu erit in via, aut languoris aut itineris duraverit tempus, conceditur eis quibuscumque voluerint et vesci et simul uti, sed tamen ut quod
vel
Saraceni
mo-
egritudinis vel vie necessitate minus implebit (1) postea emendat quando licuerit. 3. De domo in qua adorant. Semel autem per singulos annos causa solius recognitionis precipiuntur omnes ire ad Dei domum que est in becha (2) videndum, et ibi
indnti circuire, et lapides, prout lex precipit, per femora retro lacere, pr lapidando diabolo. Hanc autem domum dicunt Adam, cum de paradiso exulasset a domino, extruxisse, et omnibus fliis eius, donec Abraham advenit, locum orationis fuisse. Abraham autem fidelis Dei servus eam roboravit et instauravit et in ea domino vota vovit, et sacrificia obtulit, filioque suo Tsmaeli nomine post mortem reliquit, eiqne et omnibus filis eius per multa annorum curricula, donec Mahometus natns est, orandi domus pennansit; quo nato Deus eamdem sibi cunctisque suis generationibus hereditariam ut ipsi perbibent promisit; adversarios preterea Dei et eorura Prophete predar!, captivare, interficere, et omnibus modis persequi; atque dein dictum censura persolverint. 4. De esu carnium. Absoluta -est etiam eis omnis caro, preter porci camem et sanguinem, nec non morticinum, ad vescendum. Bespuunt etiam quicquid in alicuius rei (sic) non fuerit Dei nomine consecratnm. 5. De numero ua^orum. Licet preter id eis eodem tempore quatuor legittimas habere nxores, et qualibet repudiata alam semper accipere, ita tamen ut quaternarium
adorare,
media
scilicet
numerum numquam
quamlibet
6.
7.
transeant.
De
repudio earum.
In
ei
repudiare, et
eamdem rursns
erit.
quot volunt. Empticias vero atque captivas Sed et eamdem vendendi denuoque emendi liberam potestatem habebit. Sic tamen, ut postquam semel gravidam fecerit, neqnaquam se
QtMd
Conceditur insuper eis de propria coQuod licet eis consanguineas ducere. gnatione habere uxores, ut sanguinis proles accrescat, et fortius Inter eos amicitie vincnlum
vigeat. 9.
De
iudiciis
eorum.
De
qualia esse
apud hebreos,
possessbnibus repetendis indicia talia sunt apud eos, : ut petitor testibns comprobet, et negator iunisi
valde
ydoneas, probatasque
personas
Mecha.
SECOLO xni.
10.
401
In quibnsdam etiam aliis moQuod in quibusdam servant legem Mot/si. sayce legis inorem custodinnt: ut, qai hominis sanguinem fuderit, eadem pena plectatur. Et quisquts in adulterio deprehensns foerit, cnm adultera pariter lapidetur. 11. Qui autem cura qualibet alia fuerit Quomodo apud eos peccata punlantur. fornicatus LXXXta. flagellis subiaccbit. Furibus autem talis indicta est pena ut prima et
114
secunda vice
LXXX
et qui-
cumque
cuilibet
membrum
mina. sunt proposita, ut si A vino semper abstiuere iubentur, quia 12. Qtcod a vino debent bstinere. fomes et seminrium est omnis peccati. Hec sunt precipua legis mandata, quia longum est morari in singnls. Promittit itaque Deus et Machometo suo 13. De paradiso guem expectant.
abstulerit, digno pretio redimet. Hec universa precepta nimis larga qnodlibet faciendi esset licentia, fieret tocius gentis
adeo
prophete, et credentibos, legisque eius mandata complentibus paradisum, idest, hortum deliciarura [quemj per totum fluentibus aquis irrigavit. In quo sedes habebunt perpetuas, proteget eos arborum umbra, nec frigore affligentur, nec a calore ; omnium fructnum, omnium ciborum vescentur generibus ; quicquid appetitus cuique suggerit, coram se confestim invefideli
niet.
rum
accubabunt in deliciis, et angeli pincernavasis aureis deambulabunt, in aureis lac, in argenteis vinum Comedite et bibite in omni letitia, et quod promisit, ecce comofferentes, et dicentes pletum est lunguntur virginibus, quas nec humanus, nec diabolicus violavit contactus, iacincti coraliique splendore forma prestantioribus. Hec bona dabuntur credentbus.
Sericis induentur vestibus omnicoloribus,
cum
Non credentibus vero Deo et Machometho 14. Quod credunt esse infernum. prophete eius, erit infernalis pena sine fine. Quantiscumque autem peccatis quisque obligatns fuerit, et in die raortis sue Deo et Machometho crediderit, in die iudicii, Machometo interveniente, salvus erit.
Machometus utroque parente orbatus, 15. De Machometo et eius educatore. sub avunculi sui Mameth patrocinio puericie annos agebat. Ydolorum tunc temporis cultus cum universa gente arabum inseviens, quemadmodum in Alcoranio suo testatur dicens, Deum sibi dixisse Orfanus faisti, et te suscepi in errore, et te diii pauperem et locupletavi Post aliquantulu ai vero annorum spatium, mercenarius apud nobilissimam quamdam dominam Cadigiam, i brevi ita domine sue anmum obtinuit, ut iure coniugii rebus omnibus et rerum pariter lonatrce potiretur. Cuius operibus (1) de pauperrimo ditissimus effectus, in tantam prorup.t mentis superbiam, quod regnum arabum sibi sperandum polliceretur nisi timeret suos contribnlos, qui eum pr rege non tenent, cum sibi et equales
: .
fuissent et maiores.
eius. Viam tamen excogitans qua rei efifici potuisset, voluit prophetam confingere, ea videlicet facetia eloquentie quam apud diversas nationes, dnm negociationi desudaret ingenii susceperat lenitate ; et hoc etiam quod arabum tunc temporis maior pars milites erant atqne agricole, et ipsi fere omnes ydolatre, preter quosdam qui legi Moysi, secundum Samaritanos tenebant heretice, et alios christanos qui Nestoriani erant et Jacobite. 17. De Jacobitis et unde venerunt. Jacobite autem sunt heretici a quodam Jacobo dicti, circumcisionem predicantes, Christumque non Deum, sed hominem tantum iustum de Spiritu Sancto conceptum, ac de Virgiue natum, non crucifixum tamen, neque mortunm
16.
De simulatione
se
credentes.
18. Fuit etiam eo tempore in r^oue Antiochie archidiaconns quidam amicus Machomethi, et hic Jacobita, unde ad concilium vocatus est et dampnatus. Cuius dampnationis pudore contristatus, de regione aufugt et ad Machometum devenit. Huios igitur innixus Consilio Machometus quod cogitabat, et per se tamen implere non poter t, ad effectum perdnxit. Fuerunt quoque indei ex illis arabie quos diximus hereticis: Abdias, Achatbala, Abath-dieri. Et hii quidem Machometo se adhibnerunt, et ad conplendum stnlticiam eius auxlinm prebuerunt, et hii tres legem Machometi, quisque secundum suam heresim con-
temperaveruut, et talia ei ex parte Dei dare monstraverunt, que et heretici indei et herequi erant in Arabia, veracem crediderunt; qui omnes sponte credere nolnerint, vi tamen et gladii timore crediderunt.
tici christani,
(1)
OpOms,
BibUoi.
Tom.
402
114
B)
I.
BIBLIOTECA
quia semper movetur, cuius figura assimilatur ovo, quod testa ambitur, testa albugine, albumen vitello, vitellum gutta pinguis inclusum tenet. Sic mundns undique celo circumdatur, celo porus ether ut albumen, ethere turbidus aer ut vitellum, aer terra ut pinguis gutta. Item: VI diebus operatus est Deus, et in VII' quievit; loquere ut in genesi (sic?).
dicitnr
18
b.].
quibus Constant omnia; qui in aerem, aer in aquam, aqua in terram convertitur et e contra, hec IIII elementa propriis qualitatibus se invicem tenent, et discordem suam naturam concordi federe vicissim commiscent. Nam terra arida et frigida frigide aque convertitur; aqua frigida et humida huraido aeri convertitur; aer humidus et ca-
modum
Dum
lidus calido igni convertitur; ignis calidus aride trre convertitur. Deputantur ergo terre gradientia, atque natantia, aeri volatilia, et igni radiantia. Est ergo terra sperica vel rotnnda, millibus stadiorum misuratur, quod duodecies unde orbis est dieta, cuius circuitus
CLXXX
computatur. Huius centrum in medio, scilicet Iherusaem, sicut punctus est centrum in medio circuii equaliter locatus, qne nullis fulcris, sed sola divina potentia
mille miniarla et
lij
Non
zonis, idest circulis distinguitur, quorum duo sunt inhabitabiles algore, tertius ardore, a quo sol numquam recedit, et ad illos duos numquam accedit. Mcdii duo habitabiles sunt, bine ardore, inde algore temperati. Ex hiis circulis V, primus est septentrionus, secundus solstitialis, tertius equinoctialis, quartus vernalis, quintus australis.
Hec quinque
a nobis habitatur. Unde zona que a nobis habitatur, in tres partes est Asia, secunda Europa, ab occidente usque ad septentrionem, [tertia] Affrica a meridie usque ad occidentem. II. Asia, a regina eiusdem nominis est dieta. Cuius Asie prima regio est paradisus, locus amenus, invadibilis hominibus, quia igneo muro usque ad celum est cinctns, et est in Oriente. In hoc est lignum vite. In hoc fons oritur, qui in IIII flumina dividitur. Primus est Fhyson, qui et Ganges dicitur hic in India exit de quodam monte, et in mare intrat. Secundus est Gyon, qui et Nilus dicitur, qui Ethyopiam circuit, in Egyptum descendit, fecundans totam terram Egypti, et mare, iuxta AUoMindriam per VII hostia ingreditur. Tertius et quartus scilicet, Tygris et Euphrates, in Armenia exeunt et in mare intrant. Post paradisum sunt loca multa deserta, propter diversa serpentum et ferarum animalia. Postea est India, que duas habet estates in anno et duas hyemes, et omni tempore viret. Ibi etiam sunt montes aurei, sed propter gri/fes et dracones adire non possunt.
Sed solus
solstitialis
dividitur,
quarum una
quem
et
et
Magog,
gentes ferocissimas, humanis carnibus, et crudis bestiis utentes. Hec India habet XLIIII regiones diversos homines continentes. Ibi sunt in quibusdam montibus, duorum cubitorum homines contra gruas pugnantes. Hii tertio anno pariunt, et VIII' senescunt; apud istos crescit piper colore albo, sed denigratur igne et fumo qui ft ibi cum colligitur ut fugiant Itera in alio loco sunt homines qui macrobii dicuntur XII cuserpentes qui ibi sunt. bitorum, qui bellant contra griffes, qui habent corda (1) leonum, alas et ungula aquilarum. Item sunt ibi homines qui non possunt mori sed cum multnm senuerint, a filiis mactantur, sed illud bonum [credunt], mac(tare) parentes et mactatos comedunt, et qui hoc ibi non faceret impius iudicaretur. Item sunt ibi alii qui pisces crudos comedunt, et salsum mare bibunt. Item sunt ibi malieres que parinnt canes pneros, et cum senescunt nigrescunt, et diu vivunt. Item sunt ibi quidam monoculi, qui uno tantum fui ti pede auram carsu vincnnt, et
terram positi (fol. 17h,l:) umbram sibi pianta pedis erecta faciunt. Item sunt ibi quidam absque capite habentes in humeris occulos, et pr naso et ore duo foramina habent in pectore, setas habeut ut bestie. Item sunt quidam iuxta fontem Ganges, qui solo odore vivunt cuinsdam pomi, et quocumque vadunt, poma illa secum portant, moruntur enim si parvnm odorem trahunt. Item sunt ibi serpentes tam vasti ut cerros devorent.
in
Confronti il lettore la presente descrizione dell'Asia, con la (1) Piuttosto corpora. relazione del Minorit Piancarpino riportata sopra, sotto l'an. 1245-48 al n. 56.
SECOLO xm.
403
114
Item est ibi bestia que faciem habet hominis, corpus leonis, caudara scorpionis, vocem serpentis, velocior cursu qnam avis volata. Item sunt ibi boves tricornes, pedes eqni habentes. Item est ibi monoceros caius corpus eqni, caper cui pedes elephantis, cauda suis. Habent unum cornum in fronte accutissimum. Diros habent mugitus, et omne qnod obstat
cornu transverberant. Captus potest perimi, sed non domarL Item Gange fluvio sunt anguille tricennarum pedum longe. Item ibi est quidam vermis instar cancri bina habens brachia, VI cubitoram longa, quibus elephantes corripiuntur, et nndis merguntur. Item Indicum mare gignit testndines ita magnas, ut de earum testis capacia hosptcia sibi faciant homines. Item habent magnetem lapidem qui ferrum rapit et adamantem, qui non nisi hyrcino
sanguino frangitur.
Item ab Indo flumine usque ad Tygrim est Parf^ta XXXIII bs. regionibus distincta. Item a Tigri usque ad Euphratem est Mesopoiamia. Ibi est civitas Ninive itinere trium diernm, a Nino rege constructa. Ibi est Babilonia a civitate Babilone nominata, quam Menibrot gygas fundavit. Cuius muri latitndo L cubitorum, altitudo CC, ambitus cJTitatis
stadiorum, C portis ereis firmata, per cuius medium fluit Euphrates. Item ibi fuit turris Babel. Ibi est Chaldea in qua primum inventa fiiit astronomia. Ibi est Arabia; in hac thns coUigitur. Ibi est mons Synay, qui etiam Oreb dicitur, in quo lex data est Moysi. Ab Euphrate usque ad mare mediterraneum est Syria, a Syro rege sic dieta, in qua est Damasciis, a Damasco Abrahe servo dieta et constructa. Ibi est Antiochia, ab Antiocho rege dieta, olim Bblata vocata. Est in ea Fenicia regio a fince aye dieta, que tantum in ea invenitur. Ibi est Tyrus et Sydon, Mons Libantts ad cuius radices oritur Jordanis fluTins. Ibi est Palestina, que nune Ascalon vocatur. Ibi est ludea, a luda filo lacob dieta.
Ibi est Ibi est Jerusalem, Galilea, in
GCCCLXXX
quam Sem
filius
Neo Salem
vocavit.
Ibi est Pentapolis regio a V civitatibus dieta, in qua foit olim Sodoma, et Gomorra In hac est Mare mortuum. Hee predicte r^iones, ab oriente incipientes, recta linea ad mediterraneum mare extenduntur, quibus usque austrum Egyptus coniungitur, in qua sunt XXIUI gentes. Hec Nilo irrigatur. Centum millibus villarum oruatur. Numquam nube obscuratur. Nulla pluvia
etc.
irrigatur, sed Nilo fecundatur. Hanc sequitur Albania, cui coniungitur Armenia, in qua est mons Ararat, in quo archa Noe a diluvio remansit, cuius usque hodie ligna videntur.
Huie connectitur Capadochia, in qua eque a vento coneipiunt, sed fetus illi triennio vivunt. Hanc sequitur Asia minor. In qua est Ephesus, ubi quiescit Ioannes Evangelista. Ibi est
Bitinia, Nichomedia, Gallacia, Frigia, Licia, Pisidia, Pamphilia. Europa, ab Europe rege est dieta, que ab occidente usque ad septentrionem extenditur. In qua hee sunt provincie : Alania, Dacia, Gothia, Germania, a germinando populos dieta, in qua est Svevia, a monte Svevo dieta, etiam Alamania dieta a lacu Ale-
m.
manno. In hac Banubius oritur, et LX precipnis lluviis augetur et in VII hostia ut Nilus pontcum mare ingreditur. In hac est etiam Bagvaria (1), Franconia, Turingia, Saxonia. Postea est Dania et Norgvea. Deinde, versus orientem, Panonia, Hungaria, et Tracia. Postea hee Consfantinopolim habet, a Constantino constrnetam. A mediterraneo mari est Grecia, a Greco rege dieta. In qua est mons Olympus, qui excedit nubes. In hac pst abesten (2) lapis qui semel aceensus extingui non potest.
Ab
Boma, Romulo
con-
stroeta, formam habens leonis, quia sicut leo ceteris bestiis preest et dominatur, sic psa ceteris civitatibus. Brundttsium habet formam cervi, Cartago bovis. Troia equi. Et in Ytalia Tuschia, a Thurc et sacrificiis dieta, Campania, Apulia, est et. Umbria dieta qnod imbribus
tempore
diluvi guperfhit. Et Longobardia, a longis barbis dieta, Venecia, a Veneto rege prins dieta, Galia a candore populi dieta, quia cala (3) grece lac dicitur. Hee a monte
(1) (2)
Bavaria.
(3)
404
114
BIBLIOTECA
Jovis surgit, et versus aquilonem britanicnm occeanum incidit. Hec Francia a Franche rege dieta est. Inde est Yspania ab Yspano rege dieta, qne prins Yhernia ab Ybero flumine dieebatur. Postea est Briiania, Anglia, Ybernia, Tieatos. Coius terra quovis portata serpentes perimit.
nnmqnam dcponont
[folia];
et
in
sex mensibns estivis est eontinnns dies, et spi hybernis continna nox.
Ultra has
qnibas versus
aquilonem est mare congelatum, et frigus perpetuum. IV. Affrica, ab Affer uno ex posteria Abrahe dieta. Hec in oriente Indi flumnia surgit, et per meridiem vergens per occidentem tendit, Huins prima provincia est Libia. Inde est Numidia, in qua regnavit lugurta. In qua
est civitas
Ypone, ubi beatus Augustinus fnit episcopus, Ethyopia ab Ethyope dieta, unde fuit regina Saba. Ulic est etiam fons tam frigidus diebus ut non bibatur, tam fervidus noctibus ut non tangatur. Ubi habitant TroIllic est
godile qui sunt adeo veloces ut feras cursu capiant. Sardinia est insala a Sardine rege dieta, Hrculis filio, in qua nec serpens, nec lupus gignitur. In ea est soUfuga animai ut aranea morsu homines perimens. In ea est barba
similis apiasiro, que comedentes intus contrahit, et quasi ridentes interimit. In bac sant fontes calidi, infirmis medelam, fnribus cecitatem ferentes. Infernus ideo dicitur quia inferius sub terra; est autem locus igne et sulphure horridus, inferius dilatatus, et superius angustatus. ie laeus vel terra mortis dicitur, quia
descendentes veraciter moriuntur. Dicitur stagnum, quia ut lapis in stagno, anime merguntnr. Dicitur terra tenebrosa, quia fumo et fetoris nebnla obscurator. Dicitur terra oblivionis, quia illorum Deus obliviscitur, qui ibi sunt, sic (ut) ipsi obliti fucrunt Deum. Dicitur tartarus a tremore et horrore, quia ibi &st lietns et strider dentium. Dicitur Gehenna, et terra ignis; Gehenna enim terra dicitur. Dicitur etiam Stix
illuc
sic in ipso
anime
qued grece sonat tristiciam. Flegeton est flumen infernalis, fetore et ardere borri bilis. V. Nota: Philosophi dicunt a terra usque ad lunam cxxv stadiorum, qued sunt A luna asque ad mercurium vTidccc.xx miliaria. Inde ad Venerera xv.Dc.ixv miliaria. totidem. Inde ad solem xxiii. ccxjc. xxxvu miliaria. A sole ad Martem xv\dc.xivi miliaria. Inde ad lovem vldccc.xii miliaria. Inde ad Satnmum totidem. Inde ad firmamentum xxm. ecce, xxxvi miliaria. Sunt itaque a terra usque ad celum a et tK et ooc.L.rxxYi miliaria.
sic
in
SECOLO xm.
405
Sec.
xm.
De Via
116
et alis locs.
Questo itinerario trovammo nel codice miscellaneo, cartaceo in 4', della biblioteca Capitolare di Verona, segnato cod. CCCXVII, a foli. 19 v.- 26 v. Nella prima pagina del codice si legge la presente nota autografa Questo presente libretto di me Felice Feli:
nota che
f'
credere al Tobler
1458, e
di
ci
persuademmo
al contrario dell'
composto verso i primi del secolo XIII, e come tale di ben maggior importanza che non sembr al citato Tobler. Questo itinerario, o meglio guida del pellegrino in Terra Santa, merita di vedere la luce nel presente nostro lavoro e ringraziamo
;
vivamente l'egregio vice Bibliotecario della capitolare D. Antonio Spagnolo che gentilmente
volle egli stesso trarcene copia fedele. I Palestinografi lo confrontino con altri simili codd.
un
Neuman
et
De
de Sancto Sepulchro
de lope in lerusalem ire voluerit ortum solis semper teneat. Extra portam civitatis sancte, fuit lapidatus Stephanus. In civitate est sanctum Sepulchrum. In choro est medium mundi. Ubi Nicodemus et Joseph ab Arimathia posuerunt corpus Icsu. Ad oxitum cliori ad sinistram parteui est mons Calvarie, ubi fuit Dominus
Si quis
crucifixus: ibique fecit Ahraam sacrificium Deo. Subtus est Golgotha, ubi sanguis Christi saxum perforavit et cecidit super caput Adam. Ketro locum Calvarie est columna, in qua Dominus fuit ligatus et flagollatus. luxta V" (sic?) per descensus XL graduum est locus, ubi sca. crux fuit inventa ab
Helena.
Ad
est
sca.
introitnm
sci.
crux que
dicti
fuit
Sepulchri per descensus XL graduum est ecclesia grecorum ubi inventa (3), et yraago beato Virginis que locuta fuit beate Marie
sci.
Egyptiace. Foras
Kyriaci, et
ibi
corpus.
ecclesia,
Ante .'ntroitum sci. Sepulchri contra meridiem est domus sci. Ioannis (4). Et iuxta est raonasterium sanctarum monialium de Tyro (5), et ibi circa est
ubi beata Virgo Maria, et cetere Marie dilacerabant capillos suos in passione Christi. Ab ilio loco erga montem, quantum potcst arcus bis jacere, est Templum Domini in
quo est magnus lapis et supra lapidem erat arca Domiin', in qua erat virga Aaron et tabula testamenti, et sex candelabra aurea et urna in qua erat manna. Ad sinistrum lapidi s apparet vestigium lacob, ibi fuit oblatus rex regum de Virgine natus manibus iusti Symeonis. Ad dexteram apparuit angelus Domini Zacharie; sub lapide est quedam spelonca, ibi fuit confessio sacerdotum, el ibi est sancta sanctorum, et ibi dimisit Deus peccata mulieri
deprehense in adulterio. Porta que respicit contra orientem dicitur speciosa, et alia que respicit ad aquilonem Vidi aquam cgndicntcm dicitur porta paradisi, et est fons paradisi de quo dicit propheta de tempio.
:
9.
S.
Giovanni Battista.
(5) D queste monache parla il citato Theodoricus cap. 13. Notiamo che l' autore del nostro itinerario usa il presente per indicarci 1' attuale presenza di Suore nell' indicato mo-
nastero.
406
116
BIBLIOTECA
Per oxitum illutn circa murum est prohaiica piscina, ubi angelus Domini descendit secundum tempus et movebatur aqua. Coram ianna illa templi que respicit contra meridiem est templum Salomonis. Et in angulo civitatis super murum est talneum Christi et pila, ibique fuit sepulchrnm sei. Simeonis insti (1). Inter templum et portas aureas fuerunt arbores de quibus accipiebant ramos palmarum et iactabant in via quando Deus transibat in ramis palmarum. Et ex inde capitur via qne ducit ad sanctam Annam, ubi est s?epulchrnm eius. Et ibi est alia piscina. Iterum ad templam porta illa que respicit ad orientem dicitur lerusalem. Et iuxta portam paradisi et lerusalem ubi Saraceni adorant (2). Fuerat olim ara in qua
Ahraam
fecit sacrificium de filio suo, ibique interfectus fuit Zacharias, filius Barachie. Extra portam que dicitur lerusalem fuit quedam capella de qua fuit precipitatus lacob frater Domini. Et per descensus super gradus apparent vestigia asine Domini. Et inferias sunt porte auree. luxta turrim David est quedam capella grecorum ubi sunt reliquie sci. lohannis Chrysostom et beati Demitrii martyris. Exinde capitur via ad montem Syon. In monte Syon est ecclesia devastata, ubi migravit beata Virgo Maria a seculo et
exinde fuit ducta in losaphat per manus angelorum. Coram illa ecclesia magna est capella fuit legatus et flagellatus et ad mortem iudicatus. Et hec fuit domus Caypie pretorium. Super ecclesiam magnam est capella sti. Spirifus ubi ascendit super Apostolos in die pentecostem, et ibi supra est quodam altare in quo cenavit Dominus cum
discipulis suis.
Et inferius est locus ubi lavit pedes Dominus discipulis suis, Petro ultimo. Sub monte Syon est capella que olim vocabatur Galilea, ubi Deus apparuit Symoni
et mulieribus post resurrectionem. Sub monte Syon ex alio latere natatoria Siloe, ubi illnmnavit Et ibi dicitur fuisse sepultus Ysaias propheta.
Et sapra Siloe
qui emptus
est
Acheldemack locus
et sepultura peregrinornm.
sanguins
argenteis quem appreciaverunt a filiis Israel. Sub portis aureis in valle losaphat est torrens Cedron, et ibi coUegit David propheta V lapides de quibus interfecit Goliam gigantem. Ibi iuxta est losaphat locus et sepulchrum beate virginis Marie. Et exinde assumpsit eam Dominus noster Yesus Christos. Et ibique iuxta est Gethsemani locus ubi captus fuit Deus a ludeis et apparent digiti eius in
XXX*
muro.
est iactus lapidis, est locus ubi orabat
Et exinde quantum
patrem
et factas est
sudor
eius scut gutte sanguinis. Ibi prope in valle est locus in et inde dicitur vallis losaphat.
quo
fuit positus
rex
losaphat
mons
Dominus
in calura, et
pedis eius sinistri ibi iuxta est capella grecorum ubi est corpus beate Pelagie virginis. postea iuxta st capella ubi Dominus fecit Pater noster.
A. monte Oli veti usque Bethphage distat miliarium dimidium-, locus est unde misit Dominus Petrum et lohanuem ut ducerent sibi asinam. A monte Oliveti usque Bethaniam distat unum miliarium, ubi (Christus) snscitavit
Lazarum et Ab ilio
VI
lines (3)
diebns, et ubi temptatus est Sabtus est locus Ahrae et ibi prope est lerico. Inde usque ad lordanem distant duo liues ubi Dominus fuit baptizatus a audita est vox Patris.
Dommus XL*
lohanne
et
diete, ubi
est.
De lerusalem distat I leuga ad scm. Helyam contra meridieui. Et ibi prope est floridus (4). Et ibi circa, prope viam, est sepulchrum Rachelis uxoris lacob. Exinde ab uno
(1) Cfr.
(2)
il
questa espressione potremmo ricavare che 1' autore scriveva molti anni prima del definitivo ritorno de' Saraceni in Gerusalemme (e. 1240). (3) Nel cod. liues, liuces e leayes promiscuamente.
(4) Floridus
Da
campus.
SECOLO
XIII.
407
115
miliario est Beihlcem ubi Deus fuit iiatus. Contra nativitatem est Presepe Domini, ubi Magi ab oriente vencruiit adorare Domnum. Ad exitum chori a dextris est puteus ubi stella cecidit.
sub claustro sunt Innocentes et sepulchrum sancti Hieronymi presbiteri. Bethleem usque ad locum Pastorum distat I miliarium, ubi angelus Domini apparuit pastoribus in nativitate eius, nocte illa Gloria in excelsis Beo cantantes. A Bethleem usque in Ebron ad scm. Abraam distant V' liues, ubi finxit Deus Adam, ot ibi est corpus eius. Et corpora sanctorum patriarcarum scilicet Abraam Isaac et lacob ibique sunt. Ostendit se Deus Abrae in trinitate ad radicem Mambre. De lerusalem ad castellum Emaus sunt liues ubi ostendit se Deus discipulis suis
siiiistrum
Ad
ut peregrinus. De lerusalem usque ad scm. Crucem distat I iniliarinm contra occidentem, ibique crevit arbor unde fuit facta sancta crux. De lerusalem ad Samariam que vocatur NeapoUs distant X liucos, ibi est puteus lacoh, ibique locutus est Deus cum muliere samaritana. Et exinde usque Sebastiana, duo railiaria ubi fuit decolatus beatus Johannes baptista. Inde usque ad montani Thabor contra aquilonem distant X leuges, ubi transfiguratus est Deus coram discipulis suis. Ibi prope est mons Hermon ubi suscita?it Deus filium mulieris viduae. Contra orientem est mare Galilee ubi saciavit Dominus V* millia hominum.
A monte Thabor usque Nazareth distant tres Jeuges ubi obumbravt Deus corpus beate Marie Virginis. Ibique salutavit eam angelus. Nazareth usque Cana Galilee distant tres leuges ubi fuit natns beatus lacb filius Zebedei.
Terra lerosolimitana in centro mundi est posita, ex maiori parte montuosa, ubere gleba fertilis. Cui ab oriente adiacet Arabia, ab occidente mare magnum, a septentrione Siria et mare Cyprum. Hec ab antiquis retro temporibus commnnis fuit patria nationum que ad loca sancta tollenda illuc de quibuslibet partibus convenerunt sicut in actibus apostolofum legitur et in missione Spiritus Sancti. Amen.
Be
Medi
etc. (1).
iste gentes versantur in ea, et habent oratoria et domicilia. Christianorun vero varie sunt gentes in varias scolas divise. Quarum prime sunt Franchi qui Latini verius appellantnr, homines bellicosi, armis exerciti, nudi capite et
soli intei" gentes ills omnes barbam radunt et dicuntur omnes Latini, quia latina littera utuntur et Romane Ecclesie sunt subditi. Isti pure catholici sunt. Alii sunt Greci ab Ecclesia Romana divisi, homi.nes astuti, armis parum exerciti,
Nunc autem
pillos longos portantes, errantes in fide et iuris articulis, precipue in co qnod dicunt Spiritnm Sanctum non a Patre et Filio, sed a Patre solo procedere, et solummodo fermen-
tatum
sacrificant, et multis aliis errant, propriam habent litteram. Alii sunt Suryani armis inufiles, ex maiori parte barbam non
et
habent.
Inter Lati-
medii, ubique tributarli, fortes in fide et sacramentis per omnia concordantes, litteram habent saracenicam in temporalibus, et spiritualibus grccam. Alii sunt Arinenici armis aliquibus exerciti, et grecis in multis discordantes, ieiunantcs
norum
Grecorum cultura
omni tempore nativitatem Christi, suam XL", in die apparitioiiis nativitatis(2) Christi celobrantes, et multa alia contra ecclesiastica instituta facientos. Hii propriam habent litteram ; Inter Armenos et Grecos odium implacabile. Armeni nuper Romane ecclesie obedire promisein
rant
dum
(1)
rex
sedis legato
coronam accepit(3).
nerario
questo articolo De diversitate gentis si scorge che il compilatore di questo iti servito della Historia Hierosolymitana del De Vitry come tutti i com(} 1240) pilatori di simili itinerari durante i secoli XIII-XV, eccettuati quelli che scrissero de visu.
s
Da
(3)
Re Leone
II di
Epiphaniae nativitatem Christi celebrantea. Armenia, detto il grande, fu coronato da Conrado arcivescovo di
Magonza, indi consacrato dal patriarca Gregorio nel 1198; si uni col suo clero e popolo Chiesa Romana sotto Innocenzo III dal quale nel 1199 ebbe il titolo e la dignit regale. Cfr. Hurter Storia d' Inn. 111%. I p. 319. Du Cange-Rey X//amittc d'oM^re-ier p. 120-21.
alla
Abbiamo dunque l'epoca in cui fu compilato questo itinerario; il compilatore ricordando questa unione come nuper avvenuta, necessariamente scriveva nei primi anni del secolo XIII.
408
115
Alii
BIBLIOTECA
snnt Georgiani, scm. Georgium 'Solepipni pompa colentes, armis plurimum exeret comam iu- immensura nutrientes, gestantes unius digiti pilos istornm tam laici qnam clerici coronas habent ad instar clericornm, sed clerici habent rotundas, laici qaadratas, fermentatnin sacrificant et in omnibus grecos imitantes, propriam habent litteram. Alii snnt lacobini siye lacobite, a qnodam lacobo vana heresi damnati, pessime credentes, chaldeam habent litteram. Alii sani Nestoriani in fide heretici, dicentes beatam Mariam tantam hominis matrem fuisse; et in mnltis aliis errantes, litteram habent chaldeam. Latini et in varias gentes dividuntur, scilicet Alemannos, Eispanos, Gallos, Italicos,
citi,
barbam
et
italicis snnt in terra israelitana tres populi ipsi terre plarimum efficaces, Pisani, lanuenses et Veneti, navali exercitio perdocti, in aquis invicti, et in omni bello exerciti, mercimoniornm ingeniis sagaccs, a cnnctis tribatis et redditibns liberi, exempti
De qaibns
scilicet
ab omni
tamen
invidi, et discordes,
qnod
Sec.
116
Xm.
Ambrosiana
Verona
di
De Via
L'ambrosiano, scritto scorrettamente su membrana, stato compilato, crediamo, dopo la met del secolo XIII.
(fai. 116r.) Si quis voluerit ire ab Acon ad montem Carmelum snnt leugue Vili ubi fuit beatus Elias propheta. De Carmelo ad Cesaream sunt leugue Vili, ibi dicitur esse tabula Domini et quatuor file Sci. Filippi et locus centurionis Corneli.
sci. lacobi Appli. beatus Stephanus, extra civitatem, et ideo vocata est civitas illa prima (sic) porta Yerusalem, porta sci. Stephani. Intret et perquirat loca sca. per ordinem. Primo S^aulcrum Xpi. et in coro medium mundi, deinde ad exitum chori ad sinistram est mons Calvarie, ubi fuit Dominus cmcifixus. Et subtus in Golgotha ubi sangnis Domini saxum perforavit et cecidit super capud Adam. Coram Golgotha iacent omnes reges lerusalem. Retro tumbam magni altaris est columna, ubi Dominus fuit ligatus et flagellatns (1). luxta ibi per descensum XL gradunm est locus, ubi beata Ehlena invenit veram crucem. Et adexteram (sic) exitus Chori est career
Et de Cesarea usque lopem sunt leugue XII, De lope usque Terusalem sunt leugue XII; ibi
Domini et catena. In introitu sci. Sepulcri per descensum XL graduum est capella grecorum, ubi est ymago beate Marie virginis, que ymagofnit locuta Marie Egiptiace et convertit eam. Ibique est etiam illa vera crux que nunc (sic) ftiit inventa XXI die intrante madio, et per exitum illum est scs. caratonus (=: Cariton?). Ad introitum sci. Sepulcri contra meridiem est domus hospitalis sci. Ioannis pauperum. Ibi iuxta est monasterinm sci. lohannis monialiu'm de Tiro. luxta illam ecclesiam est ecclesia Sco. Marie de Latina (fol. 116 v:) ubi Virgo Maria et alie Marie dilaceraverunt capillos suos, quando Christus mortuus fuit in cruce. Inxta portam Sepulcri ad introitum ad latus dextrum est quedam capella parva, ubi beata Virgo Maria fuit quando Christus stando in cruce dixit: Mulier ecce filius ttius, et lohani ecce mafer ttia. A Sepulcro usque ad Templum Domini per duas arcatas in quo sunt XII porte sed IIII.
:
sunt magne. Intus in saxo est saxus sacratns, super [qnem] fuit oblatus Xps. rex regum de (sic) lacob et ibi vidit lacob scalare tangentem celum, et in eam ibique fecit Abraam sacrifcium de flio suo. Subtus est locus qui dicitur Sancta Sanctorum. Ibi scripsit Dominus digito suo in terram. Ibique dimisit peccata muleri deVirgino natns, ibique apparent passis
prehense in adulterio. Ad dexteram apparuit angelus Domini Zacharie prophete. Porta illa que est iuxta occidentem dicitur porta speciosa. Et illa que est contra aqnilonem porta AcMxxt paradisi, de qua locutus propheta dicens: Vidi (Miuaim egredientem
(1)
La
colonna detta degli improperU posta anche oggi nel luogo indicato.
SECOLO xra.
409
116
de tempio a latere dextro. Per exitam illam circa claostrum templi est pro&afica piscina, ubi angelus Domini doscendebat secnndom tempns in piscinam. Et ibi est matcr Marie
Virginis et sepulcrum eius. Et alia porta templi centra orientem dicitur Yerusalem. Et per exitnm illius porte, super gradus apparent passus asine Domini. Subtus aliquantulum sunt porte auree per quas
angulo civitatis ibi prope est pila et balneum Salvatoris. luxta turrim David est quedam capella Grecorum ubi sunt reliquie beati lohannis aurei et sci. Demetrii et beati Martini. Ibi iuxta est quedam ecclesia Erminorum ubi fnit beatus lacohus apostolus Zebedei
dccollatus.
Xps. intravit lerusalem (fol. 117 r:) equitando asinam. Centra portam meridiei templi est templnm Salomonis. Et in
Et exinde capit viam montis Sion. magna montis Sion migravit a seculo beata Virgo Maria. Et ibi ante est quedam capella in qua fuit Dominus iudicatus et flagellatus, et spinis coronatus, et hec fuit domus Cayphe et pretorium. Super ecclesiam raagnam montis Sion est capella sci. Spiritus ubi ascendit super apostolos in die Pentecosten. Desuper vero est quoddam altare ubi est tabula Domini super quam cenavit cum discipulis suis. Et subtus est locus et pila ubi Dominus lavit pedes discipulorum. Et ubi intrayit Dominus Yhs. ianuis clausis et dixit pax
In ecclesia
vobis.
est
quedam
ubi
Sub monte Sion sub civitate, est natatoria Siloe. Ibi vidit cecus a nativitate quem Dominus illuminavit. Ibique fuit sepultus Ysaya propheta. Super Siloe est Alchedemach sepultura peregrinorum, ager sanguinis usque in odiernum
diem. Ibi collegit David quinque lapides cum quibus interfecit Goliam. (fol. 117 v:) Iuxta ibi losaphat locus, et Sepulcrum beate Virginis Marie et ibi assumta est in celum. Iuxta ibi est Tesemani ubi Dominus fdit captus a iudeis, ibique apparent digiti Do-
mini
in
muro.
iactus
est lapidis est ecclesia sci. et factus est sudor eius sicut gutte
Salvatoris
sanguinis
in
qua
ipse
decurrentis in
terram. In valle vero losaphat fuit positus rex losaphat. Super montem illum est mons Oliveti ubi ascendit Dominus in celum et aduc apparent passus eius. Iuxta ibi est quedam capella grecorum, ubi iacet corpus beate Pelagie virginis. Et post aliam capellam ubi fecit dominus Pater noster. Ab ilio loco usque Bethaniameai miliarium "l* Ibi susci tavit Dominus Lazarura quatriduanum, et dimisit peccata Marie Magdalene in domo Sancii (1) Simonis leprosi. Et ab inde usque ad Quarantenam sunt leugue 'VI' ubi Dominus ieiunavit -XL- diebus et -XL' noctibus et fuit tentatus a diabolo. Subter est locus qui dicitur ortus Abrae et
iuxta est locus qui dicitur lerico. De lerico usque ad flumen lordanis sunt due leugue, ibi fuit Christus baptizatus a lohanne et audita est vox Patris.
ibi
flumine lordanis usque ad montem Sinai sunt diete 'Vili' ibi Dominus dedit legem ibi iacet corpus beate virginis Catheline. (fol. 118 r:) De lerusalem usque ad som. Eliam centra meridiem est leugua ] et ibi iuxta est campus floridus, et circa viam est sepulcrum Rachlis uxoris laceb. Ab ilio lece usque Betlehem est miliarium -l* ibi fuit Dominus natus de virgine Maria. Et centra nativitatem est Presepe Demini, ubi magi venerunt adorare eum. Ab exitu cori adexteram (sic) est putens in quo cecidit stella quam viderunt magi. sinistra sunt Innocentes. Et sub claustro est sepulcrum beati Teronimi. Et exinde usque ad locum pastorum est leugua ! ubi angelus Domini dixit: Gloria in excelsis Beo.
Moysi et
(1)
La
410
116
BIBLIOTECA
Do Betlcem
ad scm. Abraham sunt leuguo -VI" Ibi fecit Dominus Adam et centum annis filiurn suum Abcl. Ibique iacent corpora sanctorum Patriarcharmn Abraham, Ysahac et lacob. De lerusalem ad scm. Crucem est niiliariura ! Ibi crevit arbor unde crux facta fuit. De lerusalem usque ad castrum Emaum sont lengue "Iir (1). Ibi apparuit Dominus disciusqiio
plavit
[=
ploravit]
Do lerusalem usque Samariam que vocatur Neapolis sunt leugue 'XII* Ibi est puteus lacob, super quem locutus est Dominus mulieri Samaritane. Et exinde usque Sebastem sunt leugue -II- Ibi fuit decollatus beatus lohannes Baptista. Ab (fol. 118 v:) inde ad montem Tabor sunt leugue -XII* Ibi transfiguratus fuit Dominus coram
discipulis suis.
Deinde ad Nazaret sunt leugue -III- ubi angelus Gabriel annuntiavit beate Marie quod esset conceptura filium Dei de Spiritu Sancto. De Nazaret ad Zaphoriam (2) est miliarium "l* Ibi fuit nata beata Maria. Deinde ad Cana Galilee sunt leugue 'III- Ibi Dominus fecit de aqua vinum. De Zaffora ad Cafarnaum sunt leugue -III* Ibi fuit natus scs. lacobus Apostolus
Zebedei.
Sec.
117
Xm-XIV.
esistiti
Crociate e alla
i
Avignone, ed ora
sappiam dove. Chi non ignora l' apostolato francescano per le Crociate e ^er la Terra Santa durante i secoli XIII e XIV, facilmente converr nella nostra opinione, che gran parte
iion
di
questi codici siano dovuti allo zelo de' Minoriti precipui predicatori delle guerre
sante.
d. G.:
Ecavammo questo
Historia Bibliothecae
elenco
dall'opera
del
dottissimo P. Francesco
Ehrle d. C.
Bonifatianae tum Avenionensis, Tomus I. Romao 1890. sfortunatamente Vaticanis typis Opera troppo rara nelle biblioteche d'Italia! E noi siamo grati per tanto alla gentilezza del Emo. Can. Umberto Fraccassini che ci esib
Romanorum tum
r esemplare
1.
della biblioteca del Seminario di Perugia. Predicationes Crucis cantra Saracenos; de bona nota in cartis edinis, et in-
ad salutem
et ni.,
cum duobus
clausoriis
anni 1311 Bibliothecae Bonifatianae) (3). 2. Incipit liber de regimine Christicolarum Galvagni de Levanto Gianuensis (4^) ad faciendam Passagium super Saracenos, scriptum de bona littera et bene illuminatum
in cartis edinis,
qui incipit in secundo folio: propter veri gratiam, et fnit ante capitula
cum
eo
lerosolimitani desi-
panno de bucarano, suto cum diete libro et totum est in tabulis cohorubeo et dilaniato cum IIII" clausoriis, et in qualibct tabula sunt V bulle de coris pertis
(Ex
ree. Bibl. Bonif. etc.) (5).
3.
st'
Dello
stesso
Galvano medico,
la Biblioteca
Bonifaciana
(6).
altro libro:
(1) Cosi (2)
De
chiaramente nel codice. Zaphoriam, cosi e non altrimenti potrebbe leggersi questo termine ritoccato e corretto dallo stesso amanuense. Pi sotto detta Zafora o Zaffora. (3) Ehrle BM. Rom. Ponti/, cit. p. 64 n. 253. (4) Di Galvano di Levanto vedi il nostro articolo sotto 1' anno 1295. (5) Ehrle op. cit. p. 90 n. 547.
(6)
Ehrle op.
cit. l. e.
SECOLO xm.
4.
411
rubris
rubri-
117
caram
primi
et de rubro:
folii
folii:
esse.
(Ex recensione librorum Palatii Biblioth. Avenion. anni 1369) (1). 5. Liber convocationis ad Passagium, de litera curiali, coopertus
qui incipit in secando folio: assumerei, et finit in penultimo folio: pooius.
della ricordata Bibl. Papale di Avignone.
Gi
l'
corio
viridi,
codice
p.
320)
lo
suppone contenesse
invito alla
3847
Crociata.
6. Liber de Conditionibus Terre Sancte, coopertus samlto rubeo, qui incipit in secundo Mo: Incipit, et in penultimo folio: cor (della cit. bibl. Avenion.) (2). 7. Liber parvus de Terra Sancta, coopertus veluto rubeo, qui incipit in secundo consilium (3). folio sulit, et finit in penultimo folio
: :
in
liber
Predicanone
folio:
ignoranciam.
incipit
9.
Tres-saint pere,
10.
folio:
incipit in secundo
factum, et finit in penultimo folio: iUuc. 11. Item parvMs liber dictus Decretorum (directorium?) ad Passagium, coopertus corio rubeo, qui incipit in secundo folio: tercium, et finit in penultimo folio: apud. Codici
in
Liber de Conditionibus Terre Sancte, volumine per CLXXX. Item etiam: Liber de condicionibus Terre volumine per CLXXXI. Item Liber de Terra Sancta, volumine per CLXXXII. Item ausus Saldano quod nullus volumine per CCXL. Item Quidam contra Saracenos, de Scismate Grecorum, mine per CCLXV. Item Liber de Passagio Terre Sancte domino loliannipape coopertus de 18. Item quidam Liber convocativus ad Passagium Terre, consilium dominorum Gardinalium super coopertus de Item Epistola Baldrici Dolencie de Passagio conquestu modico volumine, cooperto de lerusalem, Item Flos ystoriarum coopertus de secundo de penultimo: 21. Item De mirabilibus modica forma pertus de pergamene. 22. Item De mirabilibus urbis Constantlnopolitane, modica forma,
12.
in
signato
13.
Sancte, in
signato
14.
in
signato
15.
Libllus,
sit
transfretare in terras
subiectas,
signato
16.
libllus
in
volu-
signato
17.
directus,
rubeo.
et
hoc,
viridi.
19.
archiepiscopi
(!)
et
civitatis
in
rubeo.
20.
liber intitulatus
terre
Orientis,
ter.
viridi,
incipit in
terre Orientis, in
coo-
liber
in
coo-
folio:
masam,
et finit in penultimo:
manu
et.
cit.
p.
p.
317
n. 392.
cit.
343 345
n. 731.
n. 750.
cit.
cit.
p. p.
412
117
23.
BIBLIOTECA
secando
folio in
ultimi codici,
Passagio Terre Sanctc, coopertos de sirico, incipit in rubro: 7n nomiti domini, et finit in penultimo: adalapo. Tutti questi dal n. 8 al 23, esistevano parimenti nella ricordata Bibl. papale d' Avignone
XI
circa l'anno
1375
(1).
Sec.
118
Xm.
In calce
di
il
secolo XIH.
della
abbondantemente
1217-20.
Siria.
correggendo in molti punti quella da noi edita nel 1898 (2). Fr. Elia di Assisi, detto da Cortona, primo Ministro provinciale
di
Vedi
il
num. 31.
Pr.
1220.
Luca
di Pugrlia, succeduto a
il
fr.
Elia
num. 35.
nelle
e.
et
B. Pr. Benedetto di Arezzo, terzo Ministro, detto Romaniae Minister , ossia della Siria, della Terra Vedi
il
memorie
An-
di tutto l'Oriente.
num. 36.
anno 1237 Minister provinciae Romaniae, sucnon ad multos annos. Vedi sopra il num. 48. Pannizzari di Parma; o Provinciale o Custode in
1237.
Pr. Vito
da Cortona,
1240
Siria,
Pr.
Giacomo
come possiamo ragionevolmente dedurre da quanto ci narra il Salimbene. sopra il num. 42. 1247. Pr. Enrico da Pisa, Minister Romaniae*. Vedi num. 68.
1254.
Vedi
Pr.
di Siria:
feb.
1254,
1257.
diresse
il
Pr. N. N. anonimo,
IV
in
per Terra Santa. Vedi Bullarium infra, e sopra a pag. 235. 1266. B. Pr. Giacomo di Puy, Custos Syriae e protomartire tra riori della T. S. Vedi num. 68.
1269.
breve
Ex
la
fede
Supe-
B. Pr.
il
Conrado de
Hallis.
Custode?
religiosi sub
1270. 1270.
Pr. Pr.
Pr.
Andrea
GKovannino de
di Bologna, Minister Terrae Sanctae . Vedi num. 74. Ollis di Parma, Custode di T. S. sino al 1279.
era Ministro della Siria in quest' anno, quando
Bartolomeo da Siena,
Matteo,
num. 86.
Vedi num. 90.
S.
1282. 1286.
1290.
nister
.
Geleberto, Custode
Giacomo,
Provinciale
T.
fr.
1295
di T. S. residente in Nicosia di
Cipro;
num. 108.
(1)
Ehrie cit pp. .500-557, numeri 680-90, 741, 766, 1428-30, 1625-26, 1629-31. Rmi. Superiori di Terra Santa... con dtie appendici di Firmani
arabi
inediti, e
ecc.
Gerusalemme
tip.
del
Convento di
S. Sal-
SECOLO xin.
413
Sec.
Xni.
119
Presentiamo questo sommario cronologico delle principali lettere apostoliche che riguardano specialmente l'apostolato francescano nella Terra Santa, durante l'epoca delle
Crociate e
le
grandi missioni
dell'
ci
Oriente entro
il
secolo XIII.
le
Non pretendiamo
abbiamo
di averle
saranno
1'
sfuggite, e molte
omesse, come
ad
apostolato francescano nel Marocco, e accennate appena missioni presso i Tartari. Da questo arido prospetto, vedr
de'
il
La massima parte di queste lettere papali trover lo studioso nel Bullarium dello Sbaralea e nel Begestum del Waddingo, e alcune poche ne' supplementi del Da Latera e del Melissano, e una modesta raccolta nel Quaresmio (Elucidatio Terrae Sanctae) e nel
Bullarium peculiare T. Cam. Apost., un voi. in
a suo luogo le fonti.
S. ex
4".
Di alcune
Gregorio IX.
(Eletto
Roma 1227
f Boma 22
ag. 1241).
1228,
luglio 31.
dell'
IX annunzia
ai Patriarchi,
Vescovi e clero
della festa.
1230,
fobbr. 1.
si
ordina ai
Patriarchi
di
Gerusalemme,
Oriente,
di favorire e
permettere
francescani
la
fondazione
di
conventi
il
ed
Cfr. sopra
n.
41.
Misrac-
p.
158.
1233,
febbr. 15.
di
si
comandano
francescani.
marzo 24.
aprile 8.
Arhimarum salutem,
ai francescani
che
aprile
Cum messis multa ad con 11. Cum Giaraccomanda omnis, Georgia, quale como da Knssano 162. compagni. sopra a Animarum salutem, ad che maggio recavano Pro che recavano maggio Christiana^, Saraceni ed Cum messis multn maggio Saraceni ed Cum juxta testimonium, Patriarca greco maggio due domenicani guardo l'unione sopra a 163 portata
sit,
degli
infedeli
e Saraceni,
privilegi.
sit
al re di
nella
gli
fr.
e suoi
Cfr.
p.
6.
altri
religiosi
si
17.
gelo fdei
privilegi ai francescani
si
tra
infedeli.
17.
sit,
infedeli.
18.
al
di
Costantinopoli, ri-
delle
Chiese,
s.
dai
francescani e
snoi
Legati.
Cfr.
p.
414
119
BIBLIOTECA
maggio 26.
alla fede a
novera. 6.
mezzo Pium
Bagdad
e di Marocco,
per indurli
sandum proposiium,
ai francescani
di Francia, lo invita
a soccorrere
la Terra Santa.
Ut Israelem
Dilecto
Pe-
decem. 30.
tivo.
filio fr.
Willelmo,
ai prelati di
Un'altra
al vescovo
Mutinense (1236,
16
gen.).
7.
1236, aprile
Cum
JRainerio,
Cttm messis,
Pro
eeo Christicmae.
7 Marz.
an.
e
Annalium
1237
ove
ai Minoriti
bene spesso
usavan
le
armi contro
g' infedeli
mu-
marzo 17.
9.
sull'
argomento
delle pre2).
maggio
le
Cum
Non
ma^o
ma^io
elemosine a pr di Terra Santa ecc. 13. Bachel suum videns, allo stesso
fr,
27.
Santa.
ottobre 6.
Cum Cum
^
sii
homo
tibi nostris,
perch
fr.
Guglielmo raccolga
le
elemosine di Francia
a beneficio
novem, 27,
elemosine
Santa.
de' Crociati,
Non
al
indigne sib, a fr. higlielmo, affinch dia parte delle dette Conte di Monteforte prossimo a muovere in soccorso di Terra
zelo
si
febbr. 6.
Pro
che
ChristiauM Fidei
i
(simile
a quella
de'
17 magg. 1233)
il
ai francescani
recavano tra
ordine a
Cum
dilecttts,
fr.
Guglielmo
di sussidiare
conte di
Bar
le
>
febbr. 6.
febbr.
Due
Guglielmo a pr
del
4.
Terra Santa
e tra gl'infedeli.
aprile 9.
>
aprile 13.
aprile
Licet a riguardanti Guglielmo, per Pro Christianae Fidei, Saraceni vano Pagani, concede 21 Praesentium vescovo Cenomanense Mans)
sicut,
fr.
cose
la Terra Santa.
elo
ripetuta,
ai
francescani
che
si
reca-
varie facolt.
(le
tibi,
al
di ricevere certe
limosine di Terra Santa, non ostante la proibizione di frate Guglielmo Penitenziere Apostolico.
SECOLO xin.
415
119
giugno 7.
Auctoritate vbis praesentium, ai Templari e Cristiani prigionieri in sacramenti da frate Manasserio o da qualunque altro
i
giugno 26.
settem. 3.
d fr.
risposta a
fr.
Guglielmo
Terra Santa.
coli'
assenso
Guglielmo
5.
novem.
di
Cum
il
Terra Santa
novem. 26.
decem. 2.
legati a beneficio della prossima Crociata. a fr, Guglielmo di soccorrere colle limosina ordina Venerabilis, Vescovo di Nivers, che crociato partiva per l'Oriente.
limosino e
Cum
fr.
Guglielmo a pr
del
Signore di Beaulieu.
sicut accepimus, allo stesso, di dispensare alcuni che erano ima partire crociati per T. S. possibilitati -^ 7. Sedes Apostolica, diretta a tutti i Provinciali francescani, onde pubaprile 1239, blichino tutte le domeniche la scomunica fulminata contro Federico II, il quale
Cum
per soprappi era ostacolo alla conquista di Terra Santa, Cum hora undecima, famosissimo Breve diretto a tutti i francegiugno 11. scani che si recavano nelle terre de' Saraceni, Pagani, Greci, Bulgari, Curaani ecc.,
1240,
aprile 10.
delle
limosine Cum
di
altri,
per
l'
impiego
e de' lasciti
a pr
di
Terra Santa.
nobilis
-vir,
al pi volte
mentovato
fr.
Guglielma
di redimere
il
aprile 30.
Montforte caduto
Terra Santa.
da
lui
da frate Guglielmo
(in questo
stode di Navarro).
aprile 30.
aprile 30.
t,
I p.
300
n. 23.
n. 30.
300
Innocenzo IV.
(El.
Anagni 1243
28;
f Napoli 7
dee. 1254).
1243, settem.
1244, ottobre
tra
ottobre 4.
1245,
*
Per tuas a Pro Christianae Saraceni ed Animarum Cum Marzo Domenico suo Legato Cum marzo
17.
4.
frate
Roberto de
Collivil, di
destinare
il
re-
si
recavano
ad
altri
in Oriente fr.
d'Aragona.
suo delegato
21.
fr.
Domenico Aragona.
t.
marzo 21.
I pp. 771-772).
la
Cum
le pi solenni, amplifica
prece-
dente di Gregorio IX (1239, 11 giug.) con grandi privilegi ai francescani dimoranti tra venti e pi nazioni infedeli e scismatiche d'Oriente. marzo 25. Cum simus, ai Patriarchi, Arcivescovi, Vescovi e clero di ben tre-
dici
all'unione
colla Chiesa
Romana.
416
Ilo
BIBLIOTECA
Nimis iniqiM, colla qnale si riprendono seyeramente i Prelati di agosto 18. molte regioni, nonch quelli dell' Imp. Costantinopolitano, di Gernsalemme, di
Cipro, di Antiochia ecc., che ardivano opprimere e gravare
parti (Cf. Sbaralea, Bull.
i
francescani di quelle
I p. 372, 374, nn. 15, 16). De Supremis, al Patriarca greco di Antiochia e suoi snfifraganei, onde 1246, agosto 6. ricevano ed adempiano i moniti del Legato Apostolico frate Lorenzo. Simili let-
t.
tere al Patriarca
CatoUcon
di
Armenia,
e al
(Cfr. Sbaralea,
I p. 421-22). 24. Inter alia, diretta a frate Lorenzo Legato e Penitenziere Apostolico in 1247, aprile affinch non costringa il Patriarca Gerosolimitano di ristitnire certe somme. Oriente, Bull.
t.
giugno 4.
e
il
Satis
Patriarca Gerosolimitano. Dalla lettera risulta eh' egli era Legato Apostolico
giugno 5. Quia corporali, allo stesso Legato, onde difenda od oppressi da' Latini.
agosto 3.
greci
aggravati
Censuram, comanda
a'
suo
Legato
fr.
fr.
Lorenzo contro
agosto 7.
greci (1).
luxta desiderium,
i
istruzioni al suo
Legato
Romana.
insultatori
de' greci, e
casi
avviso.
accompagnare
in T. S.
il
Tui compagno francescano Gaufrido de Bero 1248, Templari 30. Cum ordina a Ugone da Turenna assegnare alcune Conte Tolosano che moveva che per compagnia 1250, non dispensa Pro che per ed quest'anno movevano per Dilatatum > a Lione Paleologo l^ati agosto 227-28. Giovanni da Parma. Ignota sopra a Cupientes tuam, conferma l'assono dato Vescovo Wigomiense Giovanni AngUeo. suo Nunzio Cum Giov. Vescovo suo Nunzio Terra per Anglico, Germania perch novem. 29. Cum ad praesens, Norv^ a muoversi suo L^fato 20. AtMefa ChrisH, a Luigi IX, 1263,
febbr. 16.
e di prendersi per
un
altro confratello.
qualitate, licenza al
Grerosolimitani.
frate
aprile
dilectus,
di
limosino al
al soccorso di T. S.
aprile 30.
partiva
T. S. in
di alcuni francescani,
quali
il
Pontefice
dall' obbligo d
cavalcare.
luglio 15,
in
que' francescani
altri infedeli.
8.
est, ai
del
condotti
dal Grenerale
p.
b. fr.
ai nostri storici.
Cfr.
settem. 17.
al
crocesignato dal
d'Inghilterra frate
ottobre 18.
sicut al
fr.
Santa.
al Provinciale di
decida
Frgi
in soccorso di T. S.
febbr.
richiesta di S.
i
scrive al
in
Bagdad,
Questo zelante Minorit richiam dall' mente espulso. C Sbaralea Bull. tip. 547.
(1)
esilio
V areivescovo greco
di Cipro ingiasta-
SECOLO xm.
1254, gennaio 29.
*
febbr.
417
119
Ex parte VenerabUs, Ignota 25. Gerentes Venerbiles, esaminare dell'Arcivescovo a marzo 11. Gerentes de
cosia di Cipro.
l'elezione
ai nostri scrittori.
63
di
p.
231.
delegato
al Ministro Provinciale
Siria
ad
greco di Cipro.
tuae,
i
frate
di
raccogliere le elemosine e
luglio 3.
regno Germanico.
Owm
Spagna, riguardo
Alessandro IV.
(El.
Napoli 1254
20 ;
Viterbo
25 mag. 1261).
con
1256, marzo
altri
1.
luglio
di
Gulielmo Conte
fr.
Pembrocz,
francescano
Pietro
Quia in aliquibus,
(cit.
al
Guardiano
di Parigi riguardo
Crociati e la
Terra Santa
1256,
loglio 11.
Annal. Min.
n. 2).
Cum ad
promerenda,
colle quali si
solennit de' SS, Frane. Ant. e Chiara) ai frati Min. di Acri e di Tiro.
antico del Varisio in Arch. T. S. pag.
1257, marzo
6.
Licet
Ex
46
48.
is,
alle
per
le
festivit
Frana
jco, S.
Antonio e
S. Chiara.
marzo 29.
quale concede indulgenza recano 'n quelle parti e vi dimoreranno tutta la Cfr. vita. In questo Breye ricorda il Pontefice alcuni martiri Minoriti di T. S.
relatu, al Provinciale di Siria, colla
si
sopra a p. 235.
*
luglio 15.
Necessitatibus, al Provinciale
alle indigenze del Patriarca
francescano
di
Bomana
(=
e Siria)
onde soccorra
1258,
aprile 19.
Cum
si
hora jam
ai
fran-
cescani che
scismatiche d'Oriente.
Urbano
(El. Viterbo
11.
IV.
seU.; e
1261
ag. 29,
coi-on.
f Perugia 2
quale
oit.
1264).
colla
elemosine
per la Terra Santa; concede 100 gior. d'indulg. a chi interviene alle loro preCfr. Potthast diche. (SeWArch. de' Frari a Venezia; IV Terra Santa n. 1.
n. 18310).
instanter, al Provinciale
di
per mezzo
lo stesso
comando
al Generale di tutto
l'
Or-
dine francescano.
est
&re
predicare ai suoi
il
BibUot.
Tom. L
418
119
BIBLIOTECA
maggio 29.
cesi ecc.
Volentes
i
omnes
Crucesignatos, al
(Veneto) che
gingno 5 giugno
9.
non siano chiamati in gindizio se non nella propria diodei Frari citato n. 3). (Archiv. ai Volentes, predicatori delle Crociate dona delle indulgenze plenarie.
Crociati
Vohimus
i
et
gliere tutti
Cfr. Potthast, n. 18353). (Archiv. de' Frari cit. n. 4. 17. Volentes labores concede ai predicatori delle crociate le investros, giugno dulgenze del concilio Generale a chi soccorre Terra Santa. (Archiv. cit. n. 5).
Cum
Cum
di Costantinopoli.
super, raccomanda al
Prov.
della
Marca Trivigiana
cit. n.
la
Cum praedicationem Crucis, concede facolt al detto Provinciale, per questa volta soltanto, di assolvere dalla scomunica contratta per aver posto le mani addosso ai Religiosi, di dispensare sopra le irregolarit ecc., con deporre per a pr di Terra Santa ci che spenderebbero per andare a Boma. (Archiv. cit. n. 7).
Frari
6).
luglio 13.
Cum
i
Terra Sancta,
Marca Trivigiana
di
pub-
blicare che
(Archiv.
mense?
cit.
Cfr. Potthast n.
18381).
Tantae
voti per
r unione
due Chiese.
al
Testimonium, ordina
francescano
fr.
Bertoldo
di
predicare
la
Crociata per la T. S.
marzo 29.
Cum
negotium,
Crociata ordina
l'
osservanza
Inter primas, promozione sede vescovDe AnteGuglielmo radense 28. Personam, all'Arcivescovo Tiro dispense a pr domenicani Cum Nos a Luigi IX per limosino premuta giugno 13. ed per Cum dikctum, nomina Giovanni de Cancia Nunziatura giugno 18.
aprile 9.
di frate
alla
aprile
certe
facolt
de' francescani e
di quelle parti.
universis,
altri
la
di certe
la Crociata.
di frate
alla
d'Inghilterra,
coli' incarico
di curare
anche
n^zi
di
Bull
II. p.
luglio 28.
472
n. 67-68
al
501
n. 90).
sull'
Imperialis,
Paleologo
agosto 26.
ottobre
altre lettere in
BuU.
U p. 486-96 e p. 499
n. 87,
frate
Guglielmo Vescovo
di Tortosa in Fe-
n. 88).
fr.
Venerbili,
Antonio
inier,
Guglielmo vescovo
di Tortosa in Siria.
p.
545
n. 131, p.
648
il
n. 132, p.
549
n.
135;
t.
n. 6).
Etsi ad universas, or^na a tutto 1264, gennaio 26. vamente curare i sussidi a pr di Terra Santa.
(Cfr.
Anal. frane,
t.
Il p. 77).
SECOLO xm.
419
Clemente IV.
(El.
"
Parma
Terra Santa.
i
5, coron.
15;
giagno
Ex 22. Circa
Romaniae
maestro
fr.
fr.
Alberto da
tutelam a
la
guerra contro
Sara-
1268,
luglio
Cum Simone Auvergne, Nunzio 254 67. sopra (= Impero Expansis, comandando Francia, Terra Santa. Soldano d'Egitto che devastava contro francescano In per molte LeGonfectione, agosto Inn. avute Urbano, Dopo due anni sede promosso Faraagosta 17 In Idanha dispensatione 1267). Spagna (Breve am30. Ad liberationem, Portogallo che raccolgano a pr Terra Santa. data 30. Ad liberationem, medesimi, quattro sempre per in Ghristo nosier Eex Port*gaUiae, medesimi 30. Gum
giugno 24.
tibns
luglio ...
ceni di Marocco.
triginta, ricordato
d'
in par-
di C.poli).
Cfr.
p.
n.
ai Ministri Provinciali di
il
di
predi-
care la Crociata
la
25.
il
frate
Velasco, celebre
gazioni
Aless.
destinato
alla
sede
Vescovile di
in Cipro.
viene
alla
di
in
sett.
luglio
ai francescani di
ministrino
legati
di
luglio
altre
colla stessa
dirette ai
T. S.
chariss.
fl.
ai
(El.
Viterbo
1271
sett. 1,
cons. e
f Arezzo 10
gen. 1276).
Dirae persecutionis, a frate Oddone Eigaldi Arcivescovo Rotomagenso 1272, marzo 4. a proposito di Terra Santa.
ottobre 24.
molte altre
dello
stesso
fr.
anno
Gi-
In Oddone, Terra tratterranno Lione ove specialmente negozi Bevotioni, esime decime per 1274, Latera Supplem. Bull. 204). Si mentes Fidelium, lunghissima, novem.
1273,
aprile 13.
di
litteris, al
rolamo d'Ascoli
compagni. (Bull.
detto
s
fr.
Ili p. 185-220).
Santa.
la
settem. 29.
le Clarisse
dalle
p.
13.
ad
altri
predicarvi la Crociata
(1).
novem. 13.
t.
IH
p.
223-226)
La
Marca Trivigiana
IV
n. 9.
Crociata
(Archiv. de'Frari
Cfr. Potthast n.
20959).
Giovanni XXI.
(El. Viterbo
1276
sett.
8, coron.
20 ;
Laudanda tuorum,
al re
Erroneamente dal P. Palomes M. Conv. {Dei frati Minori e delle loro denominazioni 7579, ed. 2= p. 110-14) attribuita a Gregorio IX! La bolla data da Lioie ove non fu mai questo pontefice, ma si Gregorio X.
(1)
ed. 1 p.
420
119
1277, gennaio 30.
labria
BIBLIOTECA
ir.
Marco
proposito
per
Terra
Santa,
rinnovando
t.
ordini
febbr. 22.
Ili p. 256-57,
spettanti
sussidii
attri-
Le
Bull. Ili
267-74,
sore Innocenzo V.
Vedi
sopra al n. 84).
(M.
1278,
Viterbo
aprile 1.
cons. e coron.
-j-
Aetemi
t.
III p. 289-99.
luglio 23.
Tripoli, fr.
Querelam gravem, in favore del perseguitato francescano Vescovo di Paolo de Comitibus. Nel quale documento si fa menzione di un con-
sett.-ottob.
(Siria), che,
a detta degli
t.
IH
p.
327 nota
b. Cfr.
Kohr. Be-
Molte lettere per i Nunzi francescani destinati al Paleologo imp. l' unione delle due Chiese. (Sbar. Bull. t. TU p. 345,
Inter caetera, raccomanda al B. Benvenuto Vescovo
le cose di
348-61).
novem. 13.
T. S.
Cum
nonnulU,
al
e depositate elemosine di T. S.
lettore Pontificio.
Custode francescano di Assisi perch le raccolte vengano rimesse al suddetto B. Benvenuto col-
giugno 1.
Ad audientiam, reprme l'ardire del Principe Antiocheno Boemondo, che perseguitava il summentovato Vescovo di Tripoli fr. Paolo de Comitibus suo
consanguineo.
7.
giugno
Ut in commissis,
giugno 13.
settem. 20.
ed altri princpi.
di
collette per T. S.
Cum Olim
inter, al
te
a.
fr.
Paolo
Martino IV.
(El. Viterbo
1281
23 mar.;
-J-
Ex parte, guardiano Cameracense (Camhrai) Belgio 1281, novem. 13. limosino per cato Terrae Sanctae, ordina consegnare decime per T. a 1282, novem. Monaldo da Anatolia Portogallo. Monaldo mentovato novem. 11. Bla Portogallo credimus, T. ed ad decime assegnare per da Monaldo. T. decime 21. Cum de pectmia, 1285,
sulle
T. S.
11.
di
le
S.
frate
S.
in
te
al
fr.
spedito al
raccogliere
alcuni le
di
S.
febbr.
sulle
di
S. ricevute
fr.
SECOLO xra.
421
(El.
2, cons. e coron.
119
mag.;
e
f Roma 3
di
apr. 1287).
un' inchiesta
incarica
francescani di
Francia
fare
di T. S.
Provin-
Francescani
di
T.
li
S.,
quale elogiando altamente Y umile e povera vita biasima severamente l' indegna condotta del Vescovo che
Nicol IV.
(El.
Roma 1288
22;
f Roma 4
apr. 1292).
si
Tartara, da
Argun Kan
Sponso
Jabalaha, Barsauma,
da Dio-
ottobre 20.
t.
IV
p. 6-10). di
Coelesti,
nomina
Cipro
il
fran:
famoso Balastri
Bull.
1289,
febbr. 1.
IV
p. 44). in
Cetsitudinem, al re di Cipro
favore
del
detto
Arcivescovo
fran-
cescano
del
fr.
lo
Ad fovendum
e
20
ott.
luglio 7-13.
Altre
p.
in Caldea
a Dio-
luglio 14.
luglio 14.
l'
luglio 14.
luglio
luglio 15.
settem. 17.
Altre a Cubilay Gran Kan suo Caydon. IV (Bull. 85-86). Gerentes in Armenia (Aitone ringraziandolo sue Chiesa Bomana che porta Nuper ad Apostolatus, regina d'Armenia; ed 14. Laetati sunms, Armenia Leone, Connestabile ad ancora. comandandogli Altra ad Argun Kan raccomanda Minori (Bull. IV. Benigno Minorit Giovanni Arcivescovo Cipro
lettere
IV
p. 83-84).
della Cina, al
nipote
t.
terris, al re di
II)
del-
affetto
alla
trre.
di
Missionari francescani; e
lettera
altri
della
Persia,
cui
frati
ecc.
89).
Ubi, facolt al
fr.
di
di scegliersi
un confessore
a
1'
altra
Quia praesenti
Marocco.
di
poter
protestare.
decem. 11.
quelle dei
1290, Gennaio
5.
Assumpti, 9 15
e
fr.
del
(Cfr.
anche
feb. del
1290
IV
p.
133-34.
febbr. 21.
Ad extirpandam,
Volentes
del
T. S. e di
altri,
institnisca
nel-
agosto 23.
audum,
i
Marche
ad
altri,
Crociati.
422
Ilo
BIBLIOTECA
settem. 1.
ciata,
ai francescani di
di
predicare la
t.
Cro-
Siria.
(Sbaraloa
lY
p.
326.
n.
13).
ottobre 15.
il
rimandando loro
promettendo agli stessi tutto SQO appoggio e ainto. ottobre 23. Qum te ad partes Ultramar inas, al francescano fr. Pietro Bardulio, destinato dallo stesso Pontetice in T. S., d facolt di condor seco quattro o sei
il
decem. 5.
cescano
i
fr.
Giovanni de Samesio
Gerentes cordi, al re di Francia Filippo IV, cai avea spedito il fran(poi Vescovo Redonense), raccomanda caldamente
soccorsi per T. S.
Quattro giorni
l'
dopo (9
T. S.
nuovamente
afiFare di
16 dee. Rogavimus, ricordato il Samesio. Cfr. infra p. 429 n. 126. Vitae perennis, indulgenze alla chiesa delle francescane di Nicosia 1201, marzo 9.
neir isola d Cipro.
marzo 13.
tractatus, al re d' Inghilterra Eduardo IV, presso cui agivano a pr di T. S. il francescano Vescovo frate Bartolomeo, e il sno confratello, frate Giovanni de Bekingherim Legato del le presso il Pontefice. (Vedi anche la let-
Post
dee.)
nuovo
in
un' altra
del
Cum ipsa 15 Kal. Apr. (Melissano Ann. Supplem. Vitae perennis, indulgenze giugno 30. Terrae Sanctae, agosto
aprile 18.
al Provinciale d'Inghilterra
a pr
di
Terra Santa.
1291).
ai
estese anche
francescani
di
Nicosia
nell'isola di Cipro.
1.
Umbrie, afBnch
coi
agosto 1.
delle
Marche (Sbaralea t. IV p. 327. n. 52. p. 328. n. 71). Terrae Sanctae miserbilem statum: varie lettere agosto 1. Provinciale della Dalmazia colle quali lo esorta a predicare
fra'
Terrae
al
Ministro
Crociata
la
presa la croce, ed erano ritornati in patria, il dovere di riprendere le armi e di mettersi sotto i proprii vesilli; lo sollecita soprattutto a prestar assistenza a coloro che nel pas-
Dalmati,
ai
nuovi
stanze.
copiose
indulgenze sopra
in simili circo:
Il conv.
I
pi antico iti Dalmazia, Prato 1882 pag. 64; e il testo intero nel 420-25 dell' altra sua opera Storia de' Frati Minori in Dalmazia
1863, voi. due).
t.
pag.
ecc.
Zara
agosto 13.
dall'
Dirae amaritudinis, a pr della T. S. alle Potest Genovesi, portata Arcivescovo francescano frate Gentile personaggio di grande influenza e loro assai gradito, e che tanto si afFacend per T. S.
si
agosto 13.
Cum hora undecima, ripetuta anche quest'anno pe' francescani che recavano in Missione presso oltre ventidue nazioni d'Oriente: muniti nuova-
mente di grandi facolt e privilegi. Molte letttere papali sulla missione in Oriente presso agosto 13-23. date ai frati Gulielmo e Matteo. (In Sbaral. Bull, t IV p. 276-85).
Tartari
SECOLO xm.
423
119
agosto 23.
i
Praecurrentis famae, ad Argum, imp. de' Tartari di Persia, cui spedisce dae francescani, annunziandogli la perdita di Acri e di Tiro. Lo sollecita a battezzarsi, onde pi facilmente Iddio gli conceda il riacquisto di Gerusalemme.
detti
In
fine gli
raccomanda
francescani e
Molte
altre
mezzo
do' Minori,
veggansi nel Bull. t. IV a p. 325-28. Exhibita, a certi Fiorentini, di versare date somme al agosto 26. francescano di Firenze a pr di T. S. De tuae circumspecUonis, al Minorit fr. Gentile arciv. ottobre 1.
destinato ai
1292, gennaio
Guardiano
di
Reggio
di T. S.
Ecclesia, al re Filipo
IV
di Francia,
raccomanda
due
Marco da
M. Lupone),
prega
di soccorrerlo.
Bonificio
(El.
Vm.
gen.
Napoli 1294
Roma 23
1295;
f Roma 11
oU. 1303).
1296,
febbr. 5.
Si miserationis Divinae, lettera spedita col Minorit frate Leonardo, suo Legato, a Giacomo re di Aragona, nella quale lo invita a recarsi a Roma per crearlo capitano generale dell' armata contro i Saraceni pel ricupero d Terra
Santa.
Mandamus,
quello
altri, affinch
osservi
eh' Egli
decise,
curino
Re
Templari
all'
di
Cipro.
aprile 28.
Alemanno da Balnooregio
di Siria
arcive-
giugno 20.
golari, ai
ad
altri
re-
quali
statuti
raccomandandone l'esecuzione a
pr di
Terra Santa.
Dilectus
loda
filius, al
Guardiano
di
En quod expectaamus,
ed
all' arciv.
incoraggia
lo
zelo
donne
genovesi
pr
di
In Concilio, allo stesso, concedendo delle indulgenze per que'che si agosto 9. recheranno in soccorso di Terra Santa, nonch a quelli che prestaron altri
aiuti.
agosto 9.
Receptis
litteris,
ai
Nobili
di
Genova che
gli
Filippo da Savona francescano, coi quali si congratula per a benefizio di T. S. a che vieppi li incoraggia.
agosto 9.
agosto 9.
dame
di
Genova, hi magnanimit e
loda
lo zelo
od
in-
coraggia.
agosto 10. Qui fecit salutem, al Provinciale francescano di Genova, che ciati Genovesi aggreghi alcuni de' suoi francescani corno cai)pollani. agosto 10.
ai cro-
predicare la crociata, e
<><><X><><C><>(><>><<><><(><><><>>^^
Addenda al secolo
xiii
1219
eoo.
Giunta
alla
nota 1* della p.
120
nove
dell'
II
Domni pr tempore
resta una parte indice-sommario (Cod. Vat. Eeg. Christ. 547), ha egli pure usato un Ms. interpolato del Vitriaco, l ove parlando di S. Francesco sotto Daraiata si disaprova che frati giovani
legis, scritto
XIV
miate
et ante,
Quinquagesimus tertius articulus [agit] de quibusdam gests post captionem Dahabet quatuor conclusiones f 1% de divisione spoliornm (Damiatae)... Domilerusalem
... 2*
de bollo
precedente
captionem, in
quo
perierunt mille de nostris ... 3* de assaltbus nostris sepe frustratis ... 4" de oratione
expostulat [episcopu? Acconensis in sui^ litteris] pr exercitu christiano et vinca
qnam
Domini
ubi
Sabaoth reparand!\ et
fide
qiiomodo sanctus Franoiscus Sarracenis intrepidus predicavit, ot laudat Ordinem in hoc quod tenet statum ecclesie primitive,
Il 54"^
non profecerit
illis,
ixnperfecti discurrunt bini, qui plus deberent perflci regularibus disciplinis (2) .
articulua del citato Ms, conteneva de hiis
qt*e
ehristiams post
la corru-
captionem Damiate: ove riproducevasi la nota lettera del Vitriaco che descrive
zione dell' esercito cristiano padrone di Damiata, e
fos.sata
come
nostri crociati
infra litas et
unum
tros
manentes, et propter paucitatem egredi et congredi non audontes, a Soldano cCd dietam cum exercitu nobis insidiante, per flagitiosos christianos exploratores ab eo
exeuntes capiebant redimcndos, voi decollabant, Soldano capita
conductos, darapna plurima sunt porpessi, specialter per illos qui, insidiis latitantes, nossingulariter incauto
sibi
... (3)
il
ne sarebbe secondo il Kohler {Revue de VOrient Latin t. p. 553) Grerosolimit.no patriarca (1329-42) Pietro de la Palud, di cui vedi Quctif-chard Script.
t.
Ora. Praed.
605, 608.
302.
Ibidem op.
cit. p.
t.
I p. 301-2.
t.
L' originale testo di questa lettera del Vitriaco puossi veVili p. 373.
SECOLO
XIII
Addenda.
425
e.
1241-45?
Fr.
fra
popoli Tartari
e Saraceni.
Di questo sconosciuto Missionario fra Tartari e Saraceni, un antico catalogo di santi In eadem provincia [Aragoniae, iacet] beatus fr. Becontiene questa breve notizia
:
121
frati
et Saracenos
questi, senza dubbio, quegli ricordato nel Bialogus del Ministro generale Crescenzio e Fuit in Hispaniae partibus frater quidam, nomine Benincasa, nascritto circa il 1245
:
dobbiamo
dire che
il
primo indizio dei Tartari in Europa, data, come dice bene il Salimbene tempore Papae Gregorii noni, primo insonuerunt rumores de Tartaris (vedi sopra a pag. 193); quindi, il nostro Benincasa, se non fu in Oriente prima del Piancarpino, possiamo dirlo
1245 ?
missionario fra
il
1241
(Cfr.
il
n.
62).
1247
Convento francescano
di
in
Tebe
di Grecia.
che
Prima
detta di
il
conv. di Tebe
al
1263). convento dal miracolo operatovi pei meriti di -S. Francesco sopra una donna cieca nella chiesa dei frati di Tebe. Apud Thbas in Romania mulier caeca, vigiliam S. Francisci
Romania (unita
122
in
pane tantum
in S.
et
2. Il Celano compil il suo trattato de miraculis per ordine del Ministro generale b. Giovanni da Parma entro il 1247-57, o da ci quindi deduciamo l'epoca piL remota che si abbia dell'origine di questo convento.
Idem
aqua ieiunans, ad ecclesiam Fratrum summo mane festivitatis a viro il dono della vista. Celano Tractatus de miraculis e. XIV.
1270
Fr.
di Luigi
IX
in Africa.
Giunta
fr.
a p. 275.
Alle brevi notizie desunte dal P. Sigismondo
ivi
citato,
123
(de Montibus) Minorit francese, confessore d' una delle figliuole IX, d'Isabella regina di Navarra. Intimo e confidente del santo monarca, fu
Giov. de
Mons
di S. Luigi
pi
volte
morente Luigi IX. Pochi giorni dopo, ai 12 di settembre, Filippo lU Francia in compagnia di Guglielmo di Chartres e Goffredo di la triste notizia della morte del santo re e per domandare preghiere Beaulieu, per portare in suffragio di queir anima generosa. Giovanni de Mons, ritornato in Francia, lo troviamo
momenti
il
lo inviava dall'Africa in
1272
si
sa
della
sua vita.
Si
conoscono
quattro sue prediche conservateci nel ms. dcUa Nazionale di Parigi segnato 16, 481 sotto i nn. 14, 126, 187 e 198 (3).
(1) P. (2) P.
Lemmens Catalog. ss. fratrum Minorum 43. Lemmens Dialogus de vitis ss. FF. Minorum
littr.
p. 116.
Ord. Min.
S.
p. 443.
de la France
XXVI p. aug. t. V p.
t.
413.
Ludov. IX.
426
BIBLIOTECA
Addenda.
1274-80
Pr. Fidentius
tae etc.
de Padua
83.
Giunta al
n.
124
fr.
nostro
il
Ora siamo
il
in
grado
di riportare qui
per intero
l'
analisi
abbondante e
giu-
dizio che
ne d
libro di fr
di-
vergenza notabile. H Delaville dice l'opera di Fidenzio presentata a Nicol IV (1288-92 f), ci che sembra a noi non risultare n dal codice n da altra testimonianza e perci l' ab;
f).
A cot des vues de Charles II Idi Napoli} se placent celles d'un frre Mineur, Fidence de Padotte. De tous les avis dont s'entoura Nicolas IV, c'est assurment lo plus dvelopp et le plus minutieusement motiv. On sait le rle que l'ordre des Frres Miueurs joua en Terre Sainte au XIII* siede ; on connat l'ardeur qu'il dploya dans sa propagande pour convertir les infidles; on con90t ds lors l'autorit que revtait l'opinion d'un des frres de cette observance. Le mmoire dont nous nous proposons de rsumer les principaux traits avait t domande Fidence de Padoue par Grgoire X au concile de Lyon (1274), et c'est pour rpondre au dsir du pape qu'il fut compose. Des circonstances que nous ignorons retardrent l'achvement de l'ouvrage jusqu'au pontificat de Nicolas IV et jusqu'aui demires annes de la domination latine en Syrie (2). Le mmoire du frre franciscain se divise en denx parties ; la premire est consacre l'histoire de la Terre Sainte, la seconde aux moyens de la reconqurir. Cette dernre seule nous interesse ; il n'en tait pas de mme l'poqne o l'ouvrage fut crit ; l'Occident connaissait si mal les &its qui s'taient accomplis en Orient depuis deux sicles, qu'un rcit digne de foi des vnements, une description des peuples qui habitaient la Syrie, des dtails sur les mceurs des Sarrasins et sur celles des Chrtiens de Palestine, taient non seulement fort bien ac<;ueillis des contemporains, mais encore absolument indispensables l'intelligence des vues de l'auteur. Le caractre de cette partie de l'ceuvre de Fidence est plus moral qu'historique ; les faits y figurent moins pour l' instruction du lecteur que pour son dification les mceurs des vainqueurs et des vaincus sont dcrites avec grand soin, et l'enseignement moral qui en dcoule ne manque jamais d'tre mis en
relief.
Co caractre subsiste dans le commencement de la seconde partie parmi les consoils gnraux donns aux chrtiens pour rentrer en possession de la Syrie, l'exercice des vertus morales (charit, chastet, humilit, pit, sobrit, etc.) occupo la premire place. A cte de la pratique do ces vertus, aussi ncessaires au chef qu'aux soldats, l'auteur veut que la discipline, la position donner au camp, les dispositions de dfense, les roconnaissances et un armcmont appropri l'ennemi que les Chrtiens auront combattre, soient l'objet
;
des soins les plus attentifs. En prsence d'adversaires aussi redoutables et aussi nombreux que les Sarrasins, aucune prcaution n'est superflue. Ceux-ci pouvent mettre en ligne quarante mille cavaliers. L'arme chrtienne, pour ne pas leur tre infrieure, se composera dono de trente mille on au moins de vingt mille chovaux, sans compter une infanterie
considrable.
Aprs ces considrations prliminaires, l'auteur ontre dans le dtail dn pian de campagne qu'il propose; cot do l'arme dont il a reclame la forraation, il demando la constitution d'une flotte, dont l'efiTectif sera de cinquante ou, au minimum, de trente galres.
(1)
La France
en Orient au
XIV^
f.
sicle,
Ms. latin
n. 7247,
85-126.
Il
Delaville soggiunge
Nous ne savons
il
SECOLO
XIII
Addenda.
427
et il lui assigne dans les opratons militaires un rle prpondrant. Elle aura comme ports d'attach les mouillages trs srs de la cte d'Asie: Ghypre, Acre, l'ile de Tortose et Ehodes. Grce sa prsence, la marine peu dveloppe des Musulmans deviendra inuce sera pour les Chrtiens de Terre tile la nier sera purge des pirates qui l'infestaient Sainte une doubl crainte de moins, et en mme temps les Sarrasins de Syrie ne recevront plus les secours que l'Egypte leur envoyait par mer. Au point de vue commercial, l'uti; ;
lit
en arrtant
les
importations
d'Occident, on empchera non seulement la perception par le soudan des droits dont les marchandises taient frappes leur entre en Egypte, droits valus cinquante mille
par an, mais encore l'arrive de denres dont les Musulmans ont besoin, parce que leur pays ne les leur fournit pas. Comme consquence de la suppression du commerce curopen, les droits d'exportation ne seront plus per9us, au grand prjudice du trsor du
florins
soudan Ics produits gyptiens n'auropt plus de dbouchs ce sera la ruine de l'Egypte. Nous avons dj signal l'apparition, aux dernires annes du XIH' sicle, des ides conomiques dans la question des croisades; e' est un facteur nouveau, dont l'Occident commence comprendre la force et dont il prconise l'emploi. Fidence, le premier, se fit l'interprete de ce sentiment en rclamant le blocus commercial de l'Egypte. Les avantages que la flotte pourra rendre, au cours des oprations militaires, n'chappent pas la clairvoyance de l'auteur du mmoire. Les ctes ennemies sont faciles dvaster et ruiner; en cas de perii, les croiss, trop vivement presss sur terre, trouveront un refage sur les vaisseaux, et, considration capitale, la prsence de la flotte aux bouches du Nil empchera le soudan, dans la crainte d'un dbarquement, de dgarnir l'Egypte et immobiliscra une partie de son arme. Le centre de la puissance musulmane tait alors sur le Nil, tandis que la Syrie n'tait dfendue que par des garnisons relativement faibles; empcher l'Egypte de secourir la Syrie menace, tait donc une manceuvre stratgique des
; ;
plus heureuses.
Si la flotte doit jouer un rle important, celui de l'arme n'est pas moins considrable, et la route que cette dernire devra suivre mrite la plus srieuse attention. Prendra-telle la voie de terre par Constantinople, le Bosphore et l'Asie Mineure? S'embarquera-tolle Venise ou Gnes destination de la Syrie, ou bien, mettant en pratiquo un sy-
stme mixte, traversera-t-elle l'Adriatique de Brindisi Durazzo sur des vaisseaux de tran sport, pour gagner ensuite Constantinople par terre? L'auteur carte de suite la premire route; si elle facilite le transport des chevaux, elle necessiter le consentement de tous les souverains dont l'arme traverser les tats, et une discipline rigoureuse, difl&cile obtenir d'une grande masse d'hommes habitus tout piller sur leur passaga. La troisime voie offre les mmes inconvnients, mais un moindre degr; quant la seconde, c'est assurment la meilleure, et elle n'a contre elle que la difficult de runir assez d& btiments pour embarquer une arme considrable. Le principe de la route maritime une fois admis, il reste dterminer le lieu de debarquement; cette question avait donne lieu, parmi les contemporains de l'auteur, dos opnions trs diffrentes on comprend que sur un dveloppement de plus de cent quatrevingis lieues de ctes, depuis la petite Armenie jusqu'aux bouches du Nil, on ait pu proposer plnsieurs points stratgiques. Fidence de Padoue les tudie successivement, discute les avantages et les inconvnients de chacun d'eux avant de donnei son avis personnel. L'Egypte est la clef de la puissance musulmane une victoire des chrtiens sur le Nil
; ;
porterait aux Sarrasins un coup mortel, et la prise de l'ile de Rasd (1) aEamerait tout le pays dont elle est le grenier. Mais faut-il tenter un dbarquement quand la prsence de la flotte snfi&t paralyser les efforts des Egyptiens, courir les hasards d'un ravitailIcment difficile, d'un climat malsain, et attaquer un peuple plus redoutable chez lui qu'il
ne
le
les Tartares?
doue
serait en Syrie, une aussi grande distance des seoours promis par l'Armonie et Acre tait encore au pouvoir des chrtiens au moment o Fidence de Pacomposa son trait, et cette circonstance pouvait fEiciliter un dbarquement sur ce
point. Mais cette considration, importante s'il s'tait agi d'un simple renfort conduire en Terre Sainte, tombait d'elle-mme, puisque les Latins devaient lever un arme assez
(1)
all'
= Ressid)
formata da un
ramo
del Nilo.
428
124
forte
BIBLIOTECA
Addenda.
ponr n'avoir pas craindre que l'ennemi ies empcht de prendre terre. Tripoli avait de nombreux partisans on vantait la scarit de son port, la richesse et la salobrit da pays, l'appui qu'on pourrait tronver anprs des popnlations catholiques qui occupaient Ies enyirons de la ville, et Ies avantages pour vaincre le soudan d'une position resserre entre la mer et le Liban, ne pefmettant pas l'ennemi de dvelopper facilement de grandes forces. Ces raisons, bonnes en elles-mmes, taient-elles suffisantes pour dbarquer Tripoli une arme ayant pour objectif non seulement la conqute du littoral, mais celle de l'intrieur du pays et de Jrusalem ? Dans ce cas, Ies objections mises l'occasion de l'Egypte et d'Acre ne se reproduisaient-elles pas pour Tripoli? A l'ile de Tortose Ies chrtiens taient assurs de trouver un bon port, trs spacieux, voisin de la terre ferme, prs d'une vaste plaine propice au campement des troupes, dans un pays en grande partie chrtien; mais ces avantages taient compenss par de srieuses difficults; il devenait difficile l'arme de gagner l'intrieur; le voisinage de Margat et du Crac, anciennes forteresses des Hospitaliers, tombes anx mains des Sarrasins, tait un^ obstacle aux monveraents des croiss. La position des ports de Soudin (1) et des Pals (2), prs de VAlas en Armenie, au contraire, ne prsentait pas Ies mmes inconvnients il n'y avait reprochcr au premier qu'une profondeur de bassin insuflfisante aux gros vaisseaux, au second, que la chaleur du climat et le manque d'eau dans Ies villes du littoral. Fidence se dtermine pour ces deux points. Les gros navires se dirigeront vers le port des Fals, les petits vers Soudin. Cette dispersion des forces chrtiennes, dplorable en principe, n'aura pas ici les inconvnients ordinaires. Les deux ports sont situs sur le golfo d'Alexandrette, en face l'un de l'autre, le port des Pals sur la rive armnienne, Soudin sur le littoral d'Antioche deux routes, l'une par terre, l'autre plus courte par le golfe (30 milles), mettent en communication facile le port des Pals avec la Montagne Noire, objectif des croiss. Celle-ci, qui s'levait non loin de Soudin, tait un chanon de l'Amas, courant du nord-est au sud-ouest, elio n'tait spare de la mer que par une plaine, et s'tendait du col de Beylan au Eaz el Kanzir. Elle tait converte de forts et arrose de sources abondantes; de nombreuses abbayes y taient tablies. C'est au pied de co massif bois que l'arme chrtienne devait se concentrer, prte entrer en Armenie ou marcher sur Antioche selon les circonstances. Mais toutes les prfrences de Fidence de Padoue sont ponr Antioche; c'est une position saine, le climat est tempere, la ville est belle, riche, bien arrose, elle n'a pas redouter la proximit des Sarrasins qui ne la dfendront pas; elle est cependant facile fortifer, et les croiss ne manqueront pas de s'y tablir solidement. L, ils pourront attendre sans crainte l'arrive des renforts des Tartares et des Gorgiens, prendre l'offensive quand Ies forces coalises seront runies, marcher jusqu' l'Euphrate, et, maitres du fleuve, descendre au sud par Alep et Damas jusqu' Jmsalem, tandis que les Musulmans d'Egypte seront tenus en respect par la
; ; ;
flotte.
Tel est, dans ses grandes lignes, le pian de Fidence de Padoue; le mmoire se termine par quelques conseils sur les moyens de conserver les Lieux Saints, si la croisade rnssit: entretenir'ane rme permanente, de force sufifisante, en Palestine, garder la mer avec une flotte d'environ dix galres, fortifer les falaises du littoral Jaffa, la Montjoie (3) qui commande Jrusalem, et sur quelques autres points, donner aux Chrtiens de
Syrie
milit.
et respect, et leur prcher la pratique de la sagesse et de l'hudiacuter les all^ations de l'auteur et la justesse de ses vues, il nous est permis de porter un jugement sur l'oauvre du frre mineur de Padoue, et d'y reconnatre
un chef autoris
Sans
l'exprience d'un homme qui a longteraps vcn dans le Levant, et qui, la connaissance des leux et des choses, joint un grand dsr d'instruire l'Occident de la vritable sitnation de la Palestine, et de donner au souverain pontife, avec la plus exacte impartialit, le
Soldimim, por tue S. Simeonis, Seleucia. Cfr. Rey in Archives de l'Or. Latin II 333. Cfr. Partus Palorum, sul golfo di Alessandretta a 10 miglia dal porto di Atos. Archives cit. I 436.
(1)
(2)
(3)
d'
Mont Gards
la santa Citt
Mons Gaudii
la
de' Crociati;
onde
appare
Giaffa.
SECOLO
XIII
Addenda.
429
1284
Pr.
Antonius de Armenia
et
fr.
Aldobrandus de Florentia.
125
Hi recepernnt martyrinm pr Christo in Persia . Cos in un veccliio elenco di martiri, Anal. frane, t. I p. 258. Son ricordati dal Pisano come martiri della Vicaria Orientis : In Salmaslra (1) Persidis, glorioso martirio martirizatus est fr. Antonius, qui de sua morte prophetavit, et multis miraculis post mortem claruit. In praefata Vicaria est
in
passus
fr.
cod. Alvernae
p.
Aldobrandinus de Ammonatis de Florentia pr fide Christi. Confor. Vili* t. I fol. 125 v. 1. Son registrati dal Waddingo (in Syllab. martyr. ed. 2
229)
come morti
i
sotto l'anno
fr.
1284
(in
Annoi,
t.
p.
128
abbaglio unisce
martiri
Conrado
e fr.
38),
mn
il
poi
lo
stesso
Annalista
cit.
t.
ebbe a
e.
Cfr.
anche
Civezza Storia
II
7 e
che seguirono
il
Waddingo.
(de Samois).
1290
Fr.
Giovanni Samesio
Giunta
al n.
102.
Altre notizie
p.
Franee
S.
t.
XXV 126
458-60. Di
lui
ha un sunto
di
il
1273 nella
Cappella
di Parigi, alla presenza del re, sulle sacre reliquie del Redentore. Il
pour ce qui regarde l'histoire des reliquies transfres des rives de l'Orient en la santeChapelle de Paris, des renseignements qui ne sont peut-trc pas ailleurs (oi).cit.). Fr. Giov. de Samois fu poi vescovo di Lisieux ecc. Di lui vedi anche l'indice degli
t.
in vita S.
Ludov. IX.
1290-93
Il
scritte.
Giunta
al n.
103,
p.
341 s.
Clareno conosceva
latorem prcsentium
quia ipsam cnm latinum et eius copia non habetur, habeatis soUicitudinem cnstodiendi eam, ita quod non perdatur, sed iterum veniat ad manus meas, quia sunt aliqni servi Dei in his partibus qui ipsius copiam habere desiderant (2)
.
il greco. All'abbate Ruberto da Mileto scrivo: Mittit Vobis per Franciscus de Falirone, qui fuit Neapoli, rcgulam S. Basilii. Et multo labore et contra meam voluntatem de greco ut scivi transtuli in
127
Tradusse anche 1) Granimaticam grccam 2) Ioannem Climacum 3) Dialoguni carii et 4) librum (unum) b. Ioan. Chrisostomi (3).
h.
Ma-
La Bodleiana
di
XIV
con lettore
iniziali co-
La
da frate Agnolo
Ordine
Minori, e dal latino in volgare da un altro frate anonimo. Volgarizzamento del miglior secolo della toscana favella e ricco di belle voci e vaghe maniere d dire di cui i
nostri Vocabolarii, dice
(1)
il
Salmastra
Salmasa
Salmasti
Salmasd
Sdmas, Y antica
Salmas.<nis, nel-
r Armenia Persiana, nella provincia di Aderbeigian, l'antica Media, all'Ovest del lago d'Urmiah. Da non confondersi con Samastro Amastris, sulla spiaggia di FaHagonia. (2) Archiv. I 554,
(4)
de'
Codd.
ital. drfla
430
BIBLIOTECA
Addenda.
Saec. XTTT.
l'
B.
Raimondo
361
s.
Lullo, Apostolo
deli'
Oriente ecc.
Giunta
al-
articolo n. Ili, p.
128
II
noto viaggiatore barone Adolfo E. Nordens-Kiold, professore di geologia e minerail nostro Eaimondo Lullo
anche
di
il
quale
si
Mappamondi
sino al secolo
XVI.
questa opinione del dotto danese, contradicono i geografi italiani Marinelli, Fiorini e Bertelli (Cfr. Rivista geografica italiana Ann. VII (1900) p. 90-92).
Abbiamo biasimata
mosse sulla vita
l'
qui, in conferma di quanto abbiamo asserito contro l'Haurau, non dispiaccia al lettore di udire il giudizio che ci d sul Lullo il dotto orientalista Delaville Le Eoulx nella sua pregiata opera La France en Orient au XIV* sicle e. 2 p. 27-32:
grande Apostolo.
Eaymond LuU est un philosophe Lull voulait soumettre les infidles et les schiPersonne n'et une eiistence plus remplie, plus feconde smatiques en les convertissant en aventures que cet aptre de la vrit ... Il se mentre dialecticien si consomm qu'il
.
. . .
. .
charme
ses adversaires
. .
la sua vita
l'
viaggi
la
perseveranza instancabile
:
compimento
efforts, cependant, poursuivis avec tant d'opinitret, ne devaient pas rester les vues de Lull s'imposrent peu peu l'attention publique; en 1312, le constriles; cile de Vienne les consacra, en ordonnant qu' Kome, et dans les universits de Paris,
Des
par une bulle le dcret du concile, et proclama qu'un des principaux soncis des chrtiens devait tre la conversion des infidles et des idoltres ; et qu' l'exemple du Christ, qui avait voulu donner ses aptres la connaissance des langues
le
terre, l'glise devait s'efforcer d'apprendre au plus langage des infidles pour propager parmi ces derniers
dogmes
il
sacrs.
Raymond
il
l'obtint
au moment o, dj
dans la tombe. Mais toujours prt la lutte, il voulut profiter des derniers jours qui lui restaient vivre, et les employa former partout des discitrois ans aprs, malgr son ge avance, ples, les animer de sa science et de son zle
vieux,
allait descendre
;
impaticnt d'appliquer les resultata obtenus, il s'embarqua de nouveau pour l'Afrique, et recommenpa Bougie, avec les Mahomtans, les confrences et les disputes qu'il avait
jadis failli payer de sa vie. Cette fois les docteurs se montrrent plus intolrants
;
le
peuple,
ameut par eux, maltraita et chassa le missionnaire que des marchands chrctiens eurent peine drober la fureur des Arabes. Mais l'preuve avait t trop forte pour le vieillard;
il
mourut sur
serat injnste,
le
vaisseau
qui
le
ramenait
Palma,
roartyr de
son
zle
et
de sa
foi.
autre ide de
Raymond
cte de l'tude des langues orientales, de passer sons silence une Lull, celle de runir en un seul corps les trois ordres religieux
et des Teutoniques,
du Tempie, de l'Hpital
dont
la
ne fot pas
le
premier rclamer
SECOLO xni
cetto mesnre,
si
Addenda.
il
431
eut l'honnenr de l'assola
128
premiers conqute de l'Egypte, et snrtout l'interdiction absolue de commerce entre ce pays et l'Occident. Dans un de ses traits il demandait qu'on attaqut par terre et par mer l'Andalousie, et qu'aprs la conqute de ce royaume, l'arme chrtienne Yictorieuse s'empart de
Ceuta en Afrique, et de
de ce point
elle
l, s'avanpant vers l'est le long de la cte, pousst jusqu' Tunis ; pouvait soumettre son choix la Terre Sainte ou l'Egypte. L'arme devait obir un roi choisi par les princes croiss; l'escadre, compose d'un gros vaissean et
avait
mission
d'enlever Khodes et
confi-
Excommunication,
Com-
l'isole-
ment commercial de l'Egypte ne tarderont pas ruiner absolument la puissance du soudan. un autre ouvrage, Lull insiste de nouveau sur son projet; il
dveloppe et le complte tandis que d'un cot un corps d'arme, s'emparant en Afrique de Ceuta, du Maroc, de Tunis, de Bougie et de Tlemcen, atteindra les frontires de l'Egypte, un autre corps conquerra Constantinople et Syrie, et gagnera par l'Arabie les bords
;
du
sorte
menacs de deux
l'ide
tt.
cts.
Lull, cette
fois,
il
semble
proc-
abandonner ou du moins relguer l'arrire-plan cupait avec tant d'insistance quelques annes plus
de la croisire dont
se
d'autres
que
catholique par
pam
confiance et d'un enthousiasme peut-tre trop nafs, personne ne pouvait contester l'utilit
de l'union des ordres militaires, qui devait former, pour ainsi dire, en Orient, une croisade
l'epoque
vues de Lull sur l'Egypte taient nouvelles pour l'hsitation avec laquelle elles taient formules, l'absence de sens pratique, l'ardeur en quelque sorte chevaleresque qui les avaient inspires. S'il est
permanente; on
;
vrai que le visionnaire disparaissait, c'tait pour rester chevalier et gentilhomme, non pour
missionnaire,
Eaymond Lull nous apparat ainsi avec un doubl caraveut conqurir l'Orient par la foi; mais chevalier en mme temps que ne veut pas que celui-ci s'abaisse devant celui-l; il met l'un et l'autre
lui,
sur le
mme
rang; pour
l'idal
d'une
socit
fortement
constitue
est
l'accord
do
prtre et de
l'homme de guerre.
Fine
del Secolo
XIII
e del
Tomo
I.
-*e-&Sy-if
- INDEX CHRONOLOGICUS
CUO'
Dedica e Prefazione.
pag.
viis.
Testimonia Historica
et Aegypti, ordine chronologico
illustrata
A)
1)
Ex lacobi de Vitriaco: Ex Epistola data lanuae an. 1216. Ex Historia Orientali ete. Epistola ad Lotharingios [e. fejbr. 1220]. e. 1227-29: Bmoul-Bemard: Chronique d'Ernoul et de Bernard 2)
2-10
le
Trsorier etc
10-13
1229-31: racles: L'Estoire de Eraclea empereur 5) 1229 e 1247: Pr. Thomae de Celano: S. Francisci Assisiensis secunda etc Vita prima 1229-30: Vita versificata: Vita S. Francisci 6) Gregorio Nono dicata et* 1232-35: Fr. JuUani de Spira: Vita S. Francisci .... 7)
4)
e.
13-14
14
14-21
et
e.
versificata
et
21-29
8)
e.
29-30
e.
1250-60:
Anonymi
ignoto, saec.
9)
10)
11)
XIII
1260-63
composita S. Bonaventui*ae
SerapJiici
e.
Francisci
36-37
.
ad partes
Fr. Jordani
et
37-40
Chro40-41
nique de France
B)
13)
e.
Testimonia saecuU
XIV.
bio-
La
:
41-51
Tri-
e.
1323
15)
16)
Minorum
.
51-57
1322: Maxxi asami.: Secreta fidelium Crucis 1322-28: Actua B. Francisci et Sociorum eius (ed. Sabatier).
I.
57-60
60-64
BiblM.
Tom.
28
434
Index
Ohronologicus.
e. 1340: Pr. Pavdini Veneti: Vita B. Francisci ex Polycro17) nicon eiusdem (ed. Faloci) pag. 1346: Anonymi: Chronicon de Lanercost 18)
64
64-65
1374: Anonymi: Epitome beUorum sacrorum 20) 1374: Ohronica XXIV Gen. Ordinis Minorum. 21) 1383 Joannes de Ypra Chronicon S. Berimi 22) 1386: Pr. Bartholom. de Pisis: Opus de ConfrmitcUe
19)
:
:
65
65-70
71
. .
71-76
0)
Testimonia saec.
XV.
Libro
delle vite de'
23)
24) 26)
e.
1480: Pr.
Mariano da Pirenze:
Sancii
77-80
FraH Minori
Leg'genda Martyrum MarocMi. 1508: Pr. Nic. Glassberger. Chronica Ord. Min
1480:
80 80
D)
Testimonia minora
nel
s.
seu,
legendaria.
Leggenda popolare:
81-82
82-84
dei fatti principali della vita e del
Regesto Chronologico
viaggio di
Damiata
ecc
86-104
Biblioteca Bio-bibliograflca.
1215-19.
et postea
Tanetnm
1217 S.
105
Francesco (1221-27),
terzo Ministro
generale
dell'
Ordine
(1232-39)
106
1217-20.
1219 s.
1237)
del
b.
fr.
117
Pietro
Cenni
critici
sulla vita
Oatani
secondo
discepolo
(1209) e primo Vicario di S. Francesco (e. 1212-17); primo Generale dell' Ordine dopo la rinunzia del Santo (1217-21), e suo compagno in Oriente
1220.
(1219-20)
Ff' SteEino da
119
Nami,
Oriente
126
Eomania
(e di
Terra Santa)
128
1221
S.
cisci
1221.
129
Pr Andreas de
1222.
civitate
Achon
149
frati
Antiocliia:
Due
Minori confessori
e.
160
visitavit
1222-33 C.
De
b.
Peregrino
de domo Falleronis (f
1233?) qui
loca Hierosolymitana
1228*
a tutte
Terra Santa la bolla papale che ordina la celebrazione della festa di S. Francesco ai 4 d'ottobre; data da Acri il 13 sett. 1228.
162
Index
Chronologicus.
IX portano
al Patriarca di Ge-
435
12E8-29.
legati di Gregorio
rusalemme
1230c.
pag.
156
Legale
Parma
(?)
FF.
158
da Firenze Mis-
fr.
DiotlsalTi
1230-50
160
1232.
1233.
di
Nunzi Georgia.
i
al
Soldano
.
Damasco
e al Califa di
1233.
Bagdad:
Saraceni.
162
Minoriti
163
1234.
Fr.
Aymo
de Faversham
in causa fidei
apud
Nympham
1235 e.
Crociata predicata Francescani. 1235c. Fr. Henricus de Burforde La Provincia Barberia ..........
1234.
1235.
di
i
[Lydia]
169 170
...
. .
1237 C.
1237?
Parma
in Terra Santa
1237-1285 f
175
B.
fr.
di
Romania
177
1237
{-.
Giovanni da Brienne, re di Gerusalemme, imperatore di Costantinoultimo frate Minore, morto a C.poli ecc
1238.
poli, e in
178
180
Minori
in Terra Santa
in
1240.
2.
Fr.
Minori Aleppo Fr. Pietro de Philistim Fr. Riccardo da Intwort, Albertus Stadensiss Iter trans
*
181
1239.
celebre predicatore
1.
mare
versus
.... Iherusalem
S.
in
1241.
C.
Gerusalemme: un errata-corrige
Fratris lordani, Viceministri fratrum
185
Minorum Boemiae
et Polemiae:
Epistolae de incursione
Tartaromm
1241
in regiones fidelium.
.....
.
188
1241.
1242.
1243. 1244.
Convento
Il B.
189
Gerusalemme Corasmini
Latini in
436
1245.
Index
Ohro&ologicus.
e
nell'Oriente
1245-48.
pag.
190
naova
sua
segne
il
testo
della
prima
redlizione estratta
1245 S.
De
itinere
fratrum Minorum ad
retulit
Tariaros,
1246.
213
Fr. Lorenzo [da Orte] de' Minori, legato apostolico (1246) in Siria, Cipro,
1247 C.'i'
1247.
1
ecc.,
1255)
di Antivar
...
215
216
di Grecia e di
Fr.
Fr.
&moo
Terra Santa
217 218
248-54.
Fr.
GilbertoB
Tomaoenais
Eodoeporieon primae
Syriam
i
profectionis
Sanati Ludovici
GaUorum
regis in
219
saoi
1249-51.
B.
fi-.
compagni
in Oriente
1249.
1260.
1862.
Convento Missionari
Crociate
in
Damiata.
228
1253-55.
Fr. Willelmus
de Bubnxk: Itinerarium
m.cc..iii.
1254.
Convento Bagdad
ad partes Orienkdes
229
in Sidone
230
in
e Tartaria.
Nicosia,
capitale
281
1864.
Bomania-Grecia
di
Fr. Agostino
...
1255 C.
232
233
1266.
di Tripoli di Tifo o
di Acri
Sor
234
Tregue tra Cromati Saraceni Dain 1867. Fr. Martiri francescani Costantinopoli MsaoA per l'Oriente T. 8 Venezia e 1868. Narbonenses.
e
Custode in Acri
LiQK)
...
>
in Siria
235
1868.
tutto
la
1860.
Constit.
Index Ohronologicus.
di
437
in Grecia,
260-70C.?
1260.
Fj*'
Benediotna
2.
rores
Bologna Provinciale
pag.
er-
236
i.
De
1261
S.
Cenni biografici
253
1263 S.
IV a
fr.
Michele
Cai seguono altri due nunzi Paleologo imp. di C.poli 1263. da Prato e fr. Bainero da Siena nel 1264
1268.
1266.
Gerardo
254
259
1266.
e suoi tre
1266-70.
compagni martiri
J^r.
Minorit Erphordiensis
phordiense
261
1267.
clero orientale
266
De
il
Caduta
Giaffa, e
Convento
Minori
Martiri
269
1269.
di Antiochia
270
S.
Bonaventura
e la Crociata
1269.
Altri undici
1270.
pagno
Luigi
IX
1270 C.
1270.
1270.
275
1270
1270-80.
Pr. Bartholomaeus
Anglicua:
Geographia Orbis
et
descriptio
Terrae Sanctae
276
1271.
Itineraritm
e
fr.
in
Terram Sanctam
279
Bibars Dnna
in Siria
280
Guglielmo di Hidley colle truppe
in-
1271-72.
Il
Pr. Boberto di
Tumham
Sanoia
glesi d
Eduardo I
1272.
in Oriente
d'
1272.
Aragona
in
Gerusalemme
282
1272-74.
frati
Baimondo
di
Berengario, Bonadel
di
.
Mugello, nunzi
Papa
all'
imp.
283
dell
.
.
1272-75.
Imp.
. .
(1272-75 f)
438
1273-74.
Index
Chronologicus.
di Gregorio
a Mi-
1274.
pag.
290
1274-80.
1276-77.
Liber
291
Ministro generale
Ordine (1274-79),
fu egli
Esame
1277c.
292
T. S
Vita 8. Ludovici
IX
i
regis etc.
297
Domenicani
in
299
suoi
1278-79.
compagni
.
nunzi di Nicol
1278.
IH
al Paleologo
Minoriti in Tartaria
Gli Assassin
il
300
1279 e.
1279s.
e
Armenia
Fr. Giovanni da Monteoorvino Missionario in Armenia,
:
301
Cina
primo Arcivescovo
di Pekino.
Sue
Persia,
India
.
1280
[?
Fr.
Tbomas de Papia:
1282. 1284,
Gesta Imperatorum
Pontificum
309 312
1286.
1286 f.
Alberto Milioli
civitatis
Ord. S. Frane, e
le
Potestatum
Beginae.
sue Cronache:
Memoriale
ecc.
. . .
G-esta obsidionis
Damiatae
313
1287.
Fr. Salimbene de
Adam
le altre
sue
opere
1287.
1288.
317
T.
322
in Persia e
Armenia
ci vi tate
323
.
1288?
1288.
Passio B.
Damiatae Aegypt
Podio
Martyrium B.
Philippi de Amioio
seu
de
[=
Le Pny]
in
1288
C.
1265 f]
fr.
324
Passio
fr.
Corradi de Saxonia et
Stephani Hungari
Passio
fr.
325
1288-95.
Ff
Giovanni d'Ancona
dell'
d' Ascoli
de'
1289 f.
1289.
1289 o.
326
Pafo.
Fr.
di Tripoli
Fr.
di
327
- - Index Olironologicus.
Provinciae Syriae
439
fr.
1289 e.
Fr. lacobits
Minister
1289 s.
frate
Minoro
ecc.
Cenni
biografici
328
1289.
Convento
di Sis in Cilicia
339
1290.
...
.
Fr.
340
.
Pietro Bardulio.
1290.
Missioni in Africa-Marocco
il
1290-93.
341
Minori Martiri con
1291.
Caduta
di Acri
Tolemaide.
Quattordici PF.
350
353
1291.
di Beirut
354
1291.
...
et
De
Statu, vita,
et
con-
1292.
1292.
Armenia Nicosia
partium (Persiae
Terra Santa.
Tartariae)
...
. . .
Uicol
IV
e la
355
.
Cipro
1294 C.
del Cirineo
= Usi
Santuarii ecc
356
1295c.
Ord.
1295.
357
1295 C.
12998.
Oassan Kan
359
........
il
suoi alleati,
re di
loro
Cipro
amba-
in
Sec.
Xin.
fine
Europa
origine, progressu,
et
360
Mhumetis,
B.
bliografici
361
delbi-
Baimondo LuUo
Ord.
et
Sec. Sec.
XU-Xni.
Xnis.
di
Eituale
Ordinarum Canoncorum
S.
Sepulchri Jorosolymitani.
392
Oipro-Prancescana
Memorie
sec.
XTT
440
Sec. XIII.
Index
Ohronologicus.
et
Anonimi Minoritae(?):
A) De Saracenis
de ritu ipsorum
, .
eie.
,.
399
Anonimi
De
locis
et
de Sancto Se-
puhhro,
et aliis
405
408
.
Sec. XIII-XIV.
Sec. XIII.
et
410 412
413
Bnllarium
secolo
XIII
Addenda
1219.
al secolo XTTT.
ecc.
ad Lotharingios
Giunta
popoli
alla nota 1
della p. 7
424
Missionario
fra
i
1241-45?
Tartari
Sa-
raceni
425
1247.
p.
1270.
compagno
di Luigi
IX
in Africa.
Giunta a
275
1274-80.
etc.
Giunta al n.
83
Aldobrandus de Plorentia
426
1284.
1290.
....
.
429
Sameo
(de Samois).
doli'
Giunta
al
n.
102
al n.
.
1290-93.
Sec. XIII.
all'arti-
colo n.
430
><::><><:2>>c>o<z>oci>oc>>c^<><:>>c::<xz^
Il
- INDEX ANALYTICUS
<-
Nota.
/ numeri ordinari
indicano la pagina,
Frati Minori in Acri, loro convento fondato prima del 1221, studio generale
della Provincia, ecc. 149, 154, 229-30, 234, fr. 312, 327 s., 344, 350 s., 394, 417, 422 fr. Egidio in Acri 105 Guglielmo Ila-
Aaron ubi sepultus 183. Aas populi asiatici 2B7. Abaka Kan, imp. baga
cristiani
381
ff.
Min.
d'
Acri
relazioni coi
ff.
Min. 300.
fatti flagellare da Federico II imp. 157. Convento de' Domenicani ecc. 299.
Abarym mons 183. Abate della Montagna Nera con naci abbraccia la r^ola di V. Montagna Nera.
Abath-dieri eretico 400.
S.
suoi moFr. 74
se-
Abbadia Bianca in Cipro 397. Abbai de Yillari 8. Abdiag eret. 400. Abibon (S.) 182.
Abssinia 304.
v. Bellapaise.
Adam
Adana
(fr.) le
Rigalde 274,
cit.
338.
Abraam lucus M. Galvani 408 con i patriarchi in Hebron 410 braae 409 v. Ara.
Aegae
v.
Ayas.
Ortus
sepolto
Aegidns Qointas, govern. di C.poli 190. Aethiopia 277, 279, 305. Africa 383, 4024 evangelizzata dai ff. Min. e pi volte dal Lullo (v.) 340, 354
Aeoon (Acon, Achon) 264, 408 v. Acri. Aebaia prov. greca 136, 344-47 s. Aebatbala eret. 400. Aoheldemaoh prope Irslm. 182, 406, 409. V. Acri. Ackon V. ^criAcon Acri (S. Griov. d' ) stor. in genere 6, 58, 156 s., n. 40-1 passim, 260, 261, 281 assediata dai Saraceni, soccorsa da fr. Giov. d' Ancona arciv. di Cipro 326 cade in potere de' Saraceni, e martirio di 14 ff. Min. e delle Clarisse 350-53, n. 104.
369 s., 372 s. v. Marocco. (fr.) da Pisa 181. Agostiniani in Cipro 394 s.
Agnello
ganus) 268. Aimone (fr.) di Faversham (Ministro Generale) cenni biogr. cron. 39, 100, 102, 161, 169 sua missione con i compagni in Ncea e probabile autore C.poli 137, 163 s. n. 45
442
n Index
421
AnaJj^icus.
Alessio
Aitone I d' Armenia, critica la politica religiosa di fr. Gugl. Rubruquis 230, 232-33.
sue relaseguaci di fr. Ang. Clareno 3418. con i ff. Min. della Siria 327 s. con fr. Giov. da M. Corvino 302 s. recatosi a C.poli e ospite de' flF. Min. 333-34
II
Stratigopulo, gener. greco, C.poli ai Latini 254 s. Alfonso III d' Aragona 329.
riprende
zioni con
IX
re di
Leone
178.
Alfragano scritt. arab. 268. Algazelle ministro sarac, del Sold. d' Eg. convertito dal b. Bened. d'Arezzo 145.
Alice di
alleato con
Cassan
s.
Kan
conquista la
Champagne
ved. di
Ugo
I di
Cipro
Ar-
396.
Alikain 89.
menia,
V.
Ayas.
del
Kamel
presso
Almacbas
evangelizz. dai
flF.
Al-muminin (i credenti maomettani) .368. Al-TacfuT-Hatem nome arabo de' re .4tfoic (v)
d'Armenia 232.
i ff.
Alania 403.
Alatino Sold. d'Iconio e
Min. 163.
Albania del Caucaso 279, 336, 403. dell' Europa, e suoi popoli e principi evangelizzati dai ff. Min. 358 s.
Alberto
Papa
255.
duca
(fr.)
di Brunsvic 263.
de'
Gonzaga, nunzio a C.poli e vese. d' Ivrea 290, n, 82. Milioli (del 3 rd.) scrittore e amico
di
fr.
Amazonia 279. Ambrosius (fr.) Ord. Cist. curatore delle Clarisse 128.
(fr.)
>
Salimbene 313 s. n. 91, 319-20, 322. di Parma, pr T. S. 419. (fr.) di Pisa, Min. Genie 102, 169, 181,
262.
>
182.
tru-
de Rezato o de Robcrtis de Regio, sue relapatr. Antiocheno 21, 159, 170 zioni coi ff. Min. 217, (fr.) Stadense, cronista, ci conserv due itinerari di T. S. 181 s. u. 60. (fr.) Teutonicus O. Pr, amico di fr.
Ancona 132.
Anconetani a C.poli 165. Andegaviae comes in Egitto 241.
Andrea
(fr.)
di
Achon (Acri)
149-50, n.
37.
(fr.)
Boiav. d'Iseo
(v.)
224.
India 302.
(fr.)
Alcbindi
arab. 365-66.
223, 275 n.
(fr.)
di T. S.
(fr.)
429.
>
M. Sion
fr.
Nikolasson e
(fr.) (fr.) (fr.)
Monasaerio
conquistata
(r.)
in aiuto
fr. Maurizio (v.) 279-80. Panzanni 358. da Perugia in Cina 302. da Perugia? in Armenia e Geor-
Alessandretta 229.
gia 216.
Alessandro III
di di
.
>
IV papa
Tiro
(fr.)
234
ff.
ff.
Min. Min.
(fr.) maestro Tacito, de' Min. Conv. superiore del conv, di S. Fr. in Nicosia di Cipro 399.
Terra Santa.
di Ales, lodato 180, 271.
(fr.)
(fr.) magister, de Tuderto 140. Andronico Paleologo imp. di C.poli 294 s. cognato di Aitone II re d' Armenia 333 s.
n.
99
passim.
n
Angelo
n.
>
Index
s.
Analyticus.
443
Armenia, mart. in Persia 429.
(fr.)
103
(fr.)
(fr.)
(fr.) d'
(fr.)
341 s.
Oren.
331
s.,
(fr.)
imp, Brienne
(v.)
(fr.) da Milano e comp. mart. in Arzenga 325 n. 96. (fr.) da Parma, Miss, fra i Tartari
138.
193, 300.
(fr.) (fr.)
n.
86.
Kincon, inviato francese a C.poli 84. nome d' una nave geno-
al
Papa
227.
ivi
ff.
Min. 170
Apolia 403.
v. In-
260 s.
Anna
Gerusalemme 357 monastero di Benedettine in Nicosia di Cipro 395. Anselmo (fr.) o Ascellino 0. Pr. in Persia 199.
chiesa
Aragoniae rex 265. Aradia (Aradin) insula prope Tyrum 279. Ararat mons 403. Aretini nobili, all' assedio di Damiata 146-47. Arezzo conv. de'ff. Min. ivi 141 S. Fr. ri-
De Kaen,
138.
reggente
v.
dell'
imp. di C.poli
ceve all'Ord.
Argentina
cit. in
il
b.
Bened. 135.
276,
Antarados 266
Germania
Tortosa.
'AvTiSwpov 258. Antiochia 183, 263, 403 ivi un abate coi suoi monaci si rendono flF. Min. 7-8
Min. di varie Prov. in Antioch. 69 Conv. de' ff. Min. entro la citt e un alff.
Argon Ean imp. tart. della Persia, 302 s., 323, sue relaz. col Montccorvino 421, 423 e con altri ff. Min. 354 s. n. 106. (v.) 330 Arlotto (fr.) da Prato, Min. Genie 104, 193. Armanas (Armandus-Herman) raagister Tem-
pli 248.
Montagna Nera
20
visione al
(v.)
65-67
guardiano della
69 Antioch. visitata dal b, Bened. d' Arezzo 145 convento visitato da fr. Gugl. Btibruquis e dal Min. Provinciale 230 sede quondam del Provinciale di T. S. 67, 133-34.
M. Nera
Armeni 201, 210, 407 evangelizz. dai ff. Min. 235 V. Armenia, Aitone II. Armenia 232, 263, 402, 403 percorsa dal dal Lullo 369 s. Rubruquis 229 evangelizzata dai ff. Min. 215, 116 s., 301 n. 87 e 88, 325 n. 06, 328 s. n. 00, 421 soggetta alla Provincia Minorit. di invasa dai Saraceni ecc. 329 s. T. S. 355
ff. confessori ivi trapassati 150. suore Benedettine riformate dai ff. Min. 417 Antiochia cade in potere di Bibars I che rovina i due conv. Minoritici
due
'
v. Boemondo. (Principi di) 253 s. v. Patriarchi. (Patriarchi di) 21 Antisiodonam Altisiodorum (Auxerre) 136. Antolino (fr.) di Castiglione pred. della Crociata 339.
Arnanges Bjarkey 279, Aipas de Beneceto 176. Arsanas (Assano) re Bulgaro minaccia C.poli
166.
Arsinoe
v.
Famagosta.
Antonio (S.) di
da
Dr.
>
fr.
Lempp
(v.)
v. Armr. Arsuf 159, 263 Arsur (Apollonia) in Palestina 324. Artbados 183.
vita scrittane
bistrattato dal
il
menia 325.
Asbesten lapis 403. Asoalona di Palestina 182, 247, 324, 403 sconfitta de' Crociati in Asc. 240.
Ascelino (fr.) 0. Pr. 213.
S.
Ant. e
mart.
fr.
Filippo
(fr.)
324.
in-
viato in
Armenia
(v.)
339.
444
Asdud
V. Azoto.
Index
Analyticus.
Bantia, Bantra, Banthera in Ital. 302. Baraka Kan 382.
Asphaltis lago 184. Assassin orda e setta araba della Siria 374 alcuni travestiti da ff. Minori per atten-
Barbarla maior 383 v. Barberia. Barbaro (fr.) d' Assisi, discepolo e comp. di S. Fr. in Cipro e in Oriente ecc. 15, 18
e nota 1, 19, 50-51, 77.
Barberia 385
provincia
dell'
Ordine fondata
da
fr.
mar Caspio
325, 382.
Aaax
(1')
del
Rubruquis
229
v.
Ayas.
Barri Ducis comes pr T. S. 188. Barsaama vesc. Caldeo 323, 421. Bartolomeo (r.) vesc. ingl. pr T. S. 422. (fr.) Anglico e la sua opera Deproprietatibus, confuso coli' omon. di GlanviUe
276-79 n. 76.
>
all'
(fr.)
d'
Amelia,
vesc.
di Grosseto
Austria (d')
Duca Leopoldo
assedio di Da-
v.
Rodolfo.
>
compp. nunzi a C.poli 175, 299s. n. 86. (fr.) di Cremona, comp. del Rubruquis
fra
i
>
(fr.) d'
-Greci 170s. n.
46.
Ayas citt maritt. della Cilicia(Alleas,Laiazzo, Layas) 229, 369, 428. Aybex ministro trtaro 213. v. Aitone IL Ayeton 343 ivi martirio di ff. Min. -324. Azoto 263
(fr.)
(fr.)
zio
da S. Concordi 0. Pr. 305-6. da Siena, Min. Prov. di T. S. nuncon altri a C.poli 175, 299s.
Bascart (Basar tos) popoli asiat. 210. Basilica di S. Fr. in Assisi, inalzata da
Elia 113,
B
Babel 403.
Babilonia di
115,
ivi
116
fr.
Bastia (Insula
Mesopotam.
Batn Ean
Romana) presso
v.
Bacu Kan.
(Fosthat-Mesr) d' Egitto 185, 215, 241. Baca (Batu o Bati) Ean de' tartari sul Volga 209 visitato dal Rubruquis.
Beaufort 240. Beaolien (abbazia Cisterc. di) suburbio di Niindi convento de'ff. cosia in Cipro 231
Bafo
V.
Pafo.
>
Min. 396.
(Signore di) in Francia 415. (Goffredo di) 425. Begen (conv. Min. in) 279. Behesni cit. dell'Armenia 329. Bela re d'Ungaria 265. v. Parastron. Belastro
Bagdad frequentata da ff. Min. Missionari e nunzi presso quel Soldano 113, 137, 163,
230.
Bellapaise abbazia Agostiniana e villa in Ceindi convento rinia di Cipro 231, 369
de'ff.
Minori 397.
>
r.
Elia, e per-
103,
115,
136-42,
Conte di Fiandra in T.
S. 318.
Ballano d'Ibelino 10. I, Sire di Sidone, conobbe S. Fr. sotto Damiate 149-50. Baliaas cit. 248. Balneam Christi 406, 409.
Bibars L Benedettini presso Antiochia sulla Montagna detti Nera si rendono ff. Min. 66, 68 suore Benedettine monaci nigri 195 in Antiochia 417. Benedetto (fr.) d'Alba 358.
Bendokdar
v.
Banias
(fr.) d'Alignan, veacov. di Marsiglia suo dupplice viaggio in Siria, costruisce la fortezza di Safet (v.), cenni biobibliogr.
v.
Panca.
ecc. 236s. n.
65.
Index Analyticus.
280, 324
(v.)
445
d'Arezzo, discep. di.S. Pr., 3" Prov. di T. S. e dell' Oriente cenni bion. 29, 99, 129 n. 36, grafici 21, 67, 86s. visita Ge154, 177, 178 n. 49, 180
(B.
fr.)
:
da
flF.
Minori 300-1.
145 percorre con fr. gran parte dell'Oriente 141 lodato Aimone e compp, a C.poli 165 da Carlo I di Napoli e da Bttlduino II suo culto comprodi C.poli 142, 310 vato ecc. 143. del Piancarpino (fr.) di Polonia, socio i tartari, sua relazione ecc. 191(y.) fra
rusalemme e
la
T.
S.
Bidaini arabi nomadi 201, 252. Bilarga gener. tartaro assassina Aitone re di Armenia 336-38.
II (,y.)
Bisante
saraceno,
moneta 266
usata in
46,
403.
III di Cipro, sepolto
Boemondo
figlio di
i ff.
Ugo
56.
(Card.) leg. apost, a C.poli 173, 174. Beniamino (fr.) 342. Benincasa (fr.) da Todi, fra i tartari 425. Bentivenga (Card.) legato 140. (Card.) Matteo 140. Benvenuto (B. fr.) vesc. a pr di T. S. 420. Berardo (S. fr.) e compp. martiri di Marocco
Min. di Nicosia 393. IV, principe di Antiochia 189. V, princ. di Antiochia 189, 253 s.; 396. VI, princ. di Antiochia 253 s, 270, 280. VII, princ. di Antiochia 253 s. Bohemia 179, 198, 201.
presso
Bolla della canonizz. e festa d S. Fr. spedita
Bolle
Oriente 152 n. 39. date pei Min. di T. S. 413-23 n. 119. Bologna collegio di lingue orientali ivi 371 s.
alle chiese d'
(elenco
delle)
Bonafortnna
Bonagrtfsia
(fr.)
(fr.)
Bernardina Bfulo, Clarissa a Parma 176. Bernardo yglerio, ab. di M. Cassino 289. S. Min. in (S.) abbazia, indi conv. de'
da
Cipro 397.
>
(fr.)
Bftilo
da Parma
in T. S. 175
n.
47.
(fr.)
da Quintavalle,
1* discep. di S. Fr.
47, 60, 85, 86, 102, 112, 121, 151. Vesc. di Tripoli 339.
(fr.)
Bonaventura (S.) Minist. Genie 48, 103, 189, neir unione delle due Chiese 264, 301 255, 274, 290, 293s. promuove le Crociate 270 precisa il numero delle Prov. dell' Ord. 102, 104. (fr.) da Iseo e comp. in Oriente 219 s. nel Concilio di Lione (1245) n. 61, 223 sue opere mss., alchimista? 223, 310
Beitrandas
(fr.)
(fr.)
223-24.
(fr.)
239.
Beih&ia 182, 278, 406, 409. BeiUeliem 158, 182, 254, 264, 2&1, (Presepio
356) 407, 409. Bethpliage 264, 278, 406.
di,
Bondunicia (Bodonitza) in Grecia 225. Bonfiglio ab. di S. Vittore 239. Bonifacio VIII papa e i P. Min. zelanti
344s., 348s.
423
60,
Bevaniom ubi
friit
S. Fr. 128.
Beylan 270, 428. Bibais I (Melek-Zaher-Bibars) Soldano d'Egitto e della Siria, concede Firmarli (v.) ai S.
L.LuUo 368, 375s., 382. (fr.) d'Ivrea nunzio a C.poli 2548. Bonusbaio (Bonbarone) cognome di fr. Elia 107. Bonus Romeus v. Borromeo. Borgogna (Duca di) in T. S. 239-40.
BoiTomeo
(fr.)
48.
Minori della T.
6.
62,
282s. n.
79
prende Antiochia, e rovina de' due conv. Minoritici 68, 104, 270 conquista Safet
n.
68
Brienne (Giov. di) re di Gerusalemme, sue gesta sotto Damata 85s. n. 29 Imperatore di C.poli, e in ultimo fr. Min.: cenni
145,
148-50,
446
Brindisi 105.
Index Analyticus.
Brtannia maj. et minor 268, 404. Britanniae comes in Or. 239-41, 247, 261.
Britti castello 107.
an. 1219, secondo in ord. 37, 38, 67, 91-2, 109, 123, 124.
an. 1221, terzo in ord., detto delle Stuoie 40, 97-9, 111,
117, 123, 124, 135. an. 1223, quarto in ord. (e
Bachara prov. siat. 303. Bugia cit. d' frica evangelizz. dal Lullo 370,
372, 384.
an. 1227, 100, 112. an. 1280, 100, 112, 113, 169,
226.
Baigec (Buyget, Ouygat) duce tartaro 209. Bulgari contro C.poli 137, 178s. evangelizzati dai flF. Min. 235.
an. 1232, 100, 113. an. 1239, 102, 169, 262. an. 1240, 102, 169. an. 1260, 31, 103, 235. an. 1263, 31, 104. an. 1266, 31.
an. 1276, 296. an. 1279, 275-76, 301. an. 1282, 276.
Bulgaria magna 209. Bareth duce tartaro 209. Burgundiae dux 241, 247.
Burithabet (Burutabeth, Burithobe^ 208. Byblos (Gibelet) 326. Byleri (Htseri) popoli asiat. 209.
Cadan (Cadam, Cathan, Cadon) duce Cadiga moglie di Maometto 400. Cadr (castrum de) 241.
tart. 209.
1399, 72, 73. Capp. Gen. quattro di numero convocati e celebrati da S. Pr. 88 Capitoli non gene-
Cadrum 241.
Caesarea Philipp! 183 264. Palaest. 103, 184, 259, 263, 264, 281, 324, 408.
e 1216, 86-7 item del 1220 Cap. particolare, celebrato dai due Vicarii di S. Pr. 96 preteso Cap. Gen.
rali del
1212
del 1220,
2,
Ciliciae 334.
Cagliana casale dei Carmeliti in Cipro 395. Cairo minacciata dai Crociati 78.
impropriam. 96-98 Cap. Gen. di Parigi 220 Capp. Generali lungo il sec. XIII,
n.
i
29
passim.
Provincia
Bagdad manda
Caprese 144.
Caracorum sede di
Mangu Kan,
visitata dal
miata
Calogorum
Calvariae
63, 92.
v.
Rubrvquis 229.
Caibenia Kan imp. della Persia 381-2
Oldjaitu. Cardinale d' Ostia
Chalongorum.
182, 405, 408.
v.
mons
dell'
Ord. Min.
baliensis 302.
Campania (Champagne) 198, 201, 403. Campaniae comes 247. Cana Galilaeae 184, 253, 407, 410.
Canamella
v.
TeU-Hamdun.
sue mire per l'unione delle due Chiese 294, 299 in Africa 280-81 in Toscana 310 suoi e truppe in Siria 265, 393 sua stima pel b.
su C.poli 255
s.
diritti
Gapharnaum in
finib.
Zbulon et Nephtalim
183, 252, 410. Capitoli Generali mentovati nel presente voi. : an. 1217, primo in ordine 38,
67, 87-8, 107, 120, 123, 124,
Pipino 180.
135.
n
Carmelitani in Cipro 394 Carmelo monte 184, 408. Carnaym Arabi ae 183.
s.
Index
Analyiiieus.
447
Chiara (S.) di Nicosia in Cipro, monast. di Clarisse 394, 397 v. S. aara. Cliieri cit. del Piemonte 355.
Chiesa Greca e Latina, unione curata dai ff. Minori 113, 137 v. Minori e la Ch.
Caspio
Cassai!
mare 268
monte 402
greca
popoli del
da Parma
Chingis-Kan Ching-Tsong
Chiusi 144.
Casp. 267. alKan imp. tart. della Persia 384 leato de' cristiani contro i Saraceni, sue conquiste 383 s. n. 99, 354 s. n. 105, sue relaz, coi ff. 360 s. n. 109, 368 s. Min. 3548. sua morte 335. Castel Blanc in Siria 280. Castello Kurde preso da Bibars 280. v. StrovUon. Castel-Strovilon Castram Peregrinorum 58, 264. Casnloram monasterium, in Calabria 173. v. fr. Pietro Caiani. Catani
Aimone di Faversham
ecc.
Giov.
Kan.
v.
Timur.
Christophorus index in
Cilioia
Cypro
356.
(Armenia) 331 n. 99 passim percorsa dal Rubruquis 229 aggregata alla Prov. Minoritica di T. S. 328 s.
Cina (Gran Kan) ricordato dal Lullo 381 384 V. Timur evangelizzata dai
Min, 301 s. n.
corvino.
Cipi
Scifi,
88
s.,
ff.
v.
famiglia
Umbra
Catholioos d'
Armenia, patriarca armeno e i ff. Minori 215, 216, 332 s. visitato dal RuCaucaso (popoli del) 267
Cipriano
(fir.)
bruquis 229. Cava localit di Cerines in Cipro 398 porta e forte di Famagosta 398 Cava di S.
suo arcv. greco 417 danvi riparano neggiata dal terrem. 399 i visitata fuggiaschi di Acri 351-52 dal Lullo ospite nel monast. gr. di S. Giov.
Crisostomo '368-69
visitata
da
da
fr.
Barbaro e compp.
18-19, 51
V.
Ordini militari.
Caydon nipote di Kublay Kan 421. Cayphae domus et praetorium 406, 409.
Cedar 183. Cedron torrens 182, 278, 406.
Celestino III
V
344s.,
60,
il
Lullo
fr.
Celest.
vastata dagli Egiziani 395 s. cade in potere de' Turchi 399. Cipro francescana: notizie storiche sui vari conventi e personaggi Minoriti 215, 229, 231 n. 63, 325-26, 345, 355-56, 359v. Cava Clarisse 60, 392 s. n. 113, S. Giov. di Manforte Famagosta lmassol Nicosia Pafo fr. Giov. di Milano fr. Velasco ecc.
S. Fr., de-
367-86, 373 s.
Celle di Cortona, residenza di
Cenacolo
ff.
(S.)
del
tolto ai
Cireneo (Luogo del) in Irslm. 357. v. Cerinia. Cirinia prov. di Cipro 369. Cisteroiesi in Cipro 231.
Min. 84.
Cerini prov. di Cipro 231, 397. Cesario (fr.) da Spira, discep. di S. Fr. e con lui in Oriente: cenni stor. 15, 37-38, 40, 99-100, 109, 117 s. n. 32.
Acri
Antiochia
Clarisse
THpoli.
Ceata 431.
Ceylan 307.
Cliaday Chairo
venuti in ArClarenitani (frati zelanti) 302 menia 341 s. n. 103, osteggiati dai ff. Min. della Siria 327 s.
v.
Okkoday Kan.
v. Cairo.
Chaldea 403.
Chalongorum ignota localit sul mare della Propontide 166. Chanyl 207.
Chariton
(S.) in
guidate bello spirito Cisterciese 128 CI. in Marsiglia 242 in in Antiochia 270 martirizz. in Acri e TrpoU 233, 326, 350-53 n. 104 in Cipro
da
fr.
Irslm. 408.
Aimone
Cherso isola di
del
Papa
168.
Chiesa Gr. 256 s. sue bolle pei ff. Min. di T. S. 419. V papa 302, 337 Clem. e l' Armenia 338 Clem. e il Lullo 370, 371 s., 386.
la
v.
S. Clara.
448
Golinas
del clero di Acri
n
(fr.)
Index Analyticus.
Corradino
si
rende Mino-
rit 7-8.
Collegi di lingue orientali
progettati o fatti fondare dal Lullo 365 s., 368, 373-75, 381, 384 nella Curia Romana, Parigi, Ox-
ford,
v.
Miramar.
Colonia 214
v. Itali.
Colonna (Card. Giov.) amico e protettore di S. Fr. 87 legato in Oriente 78. Colomna Flagellationis 405.
(Melek-Moadden-Elssa) fratello di e Soldano di Damasco 82 prende e devasta Gerusalemme 59, 89 vessa i conobbe S. Fr. negli pellegrini 101 proaccampamenti di Damiata 94 babile munisse S. Fr. con un suo rescritto 96 sue gesta militari 89-96 sua morte 17, 100 confuso dal cronista fr. Pipino col Soldano Kamel 11, 13. figlio di Federico II, sconfitto 310. Corrado (fr.) d' Ascoli Miss, in Egitto e Libia
Kamel
326.
(fr.)
de Hallis e
sei
compp. mart. in
Commenda 397.
Comneno (Giov. imp.) 166. (Emanuel, imp.) 171, 172. secondo Compnto dell' anno medioevale 125 il Lullo 367. Concilio: Lateranese IV (1215): 86, 180, 243 Lionese (1245): 102, 195, 223, 310 Lionese (1274) e i fif. Min. per 1' unione delle due Chiese 219, 227, 242, 274, 283-90 n. 80-81, 341 Viennese (1311-12) e il Lullo 371 s., 388. Congregazione (S.) de Prop. Fide, gi proget-
>
Siria 264-65, 270s. n. 72. (fr.) da Offida 48, 60, 345, 347, 349. (fr.) mart. in Persia 429.
(fr.)
di Sassonia,
mart.
in
Greorgia
324-25.
Corvino
II,
(fr.)
Conrado
di Giovanni procuratore de' Min. M. Sion 218. Costantinopoli 182, 403 presa dai Latini Patriarchi 175, 176, 190 n. 54, 262 latini: Matteo 129, Pantal. Giustiniani ritoma in potere 103, Pietro 348
del
de' frati
V.
II,
179
de' Greci
254s.
europei 198.
>
v.
v.*
v.
Cipro (Beaidieu, Bellapaise, Cava, Famagosta, Giov. di Monfort, Limassol, Niv. Costantiv. Corinto eosia, Pa/o) v. Gerusalemme V. Damiata nopoli v. Moni. v. Giaffa 356-57 n. 106 v. Saida (v. Sidone) 353 v. Nera v. Tebe v. Sis Sebaste 301 n. 87
v.
Goramini
Corano
v.
Maomettana
credenza.
francescana: Minoriti a C.poli stabiliti dal 1220 in poi: 97, 109, 128-29 n. varie 35 Convento di studi 222 gesta de' Min. a C.poli 154, 165 s., 188, 190 n. 64, 235, 2548. n. 67, 283-90 n. 81, 3334, 415-16 b. Bened. d; Arezzo a C.poli 135 n. 36 re Aitane II fr. Aimone ospite de'ff. Min. 3333. v. fr e compp. nunzi a C.poli 165 Antonio vicar. patriarc. v. fr. Bar^ v. fr. Bartolom tolom. da Grosseto v. fr. Gerardo Boccaba da Siena v dati V. fr. Criov. da Parma v. RuMinoriti e la Chiesa greca v. v. fr. Salimbene greco bruquis fr. Tomaso greco v. Patriarchi gr.
fin
Como
preteso dono del Soldano mei a S. Fr. 81 n. 26. CoTomandel prov. dell'India 306, 308.
d' avorio,
Ka-
I^^
nell'Ordine Mino
(S.) di Spine, trasportata da C.poli a tre sante Spine doParigi 138, 140 nate al b. Benedetto d'Arezzo 140. Corone porto della Morea 226.
Corona
leggi per la Prov. di T. S. e 235, 322. v. Toctai. Cotay Kan 381s., 384
V Oriente
Gorosan 183.
Oraci Craeo piazza forte in Siria 266, 428 v. Krak. prior vel cappellanus 266
n
Crescenzio
(fr.)
Index
Analyticus.
Dandolo (Andr.) ammir. Veneto 390.
449
223,
n.
310
da
Jesi,
Cresc. e la
Dania 403.
Daniele (S. Prof.) suo sepolcro in Susa visitato dal b. Bened. d'Arezzo 132-33. 145, 148.
13 passim.
Croce
chiesa e mo(S.) chiesa di Acri 7-8 nastero greco presso Gerus. 405, 407, 410. Crociate predicate dai flf. Min. 169, 228, 290 predicate dai Minori e Domenicani
(Ss.
frati)
rocco 112.
103, 242.
V.
Domenicani
e ff.
Du
Boia 387 s.
(v.).
LuUo
fr.
Minori. 384-88
Dante Alighieri 310. Danubio 403. Davide (S. Prof.): torre 89, 409
tesa
tomba
sotto
il
di
Fidemio
DeUiz 335.
Delapasis
da Padova
Crociati
v. Bellapaisi.
accompagnati dai ff. Minori in Oriente loro gesta sotto Damiata 266, 394
898.
S.
l'
occupano Damiata presente Pr. 95 sconfitti sgombrano Egitto 99 rientrano in Gerusalemme (1229) 159
vinti dai Saraceni 247 ecc.
ritico
Djihan-Tchai
(il
Pyramus) 334.
Tauris e
i
Dionisio vesc. di
Diospolis 182. Diotisalvi (fir.)
ff.
Min
323, 421.
n.
Dirliem
42.
XIII 85 n. 29. T. S. 412 n. 118. delle bolle date pei ff. Min. di T. V. Computo. 413 n. Ilo
lungo
il
sec.
de' Superiori di
Doli (Dehliz S.
Crosacohieri
monaci in Cipro 397. v. Kvlay o Cabilay Kan della Cina 421 Kubilay Kan. Comana lingua 209. Camani e ff. Min. 235. v. Conania. Cnmania 212 Caphara (Giorgio) meti >p. di Corf 171, 175.
Domenicani loro Provincia e conventi in T. S. in Acri 157, 352-3 229, 299, 396 s. in Bagdad presso i Tartari 103, 263 352-3 in Persia 199 -- in Cipro 394,
396 s.
in Antiochia
270
in relaz.
colla Chiesa greca 257, 293, 295-6. ^ i ff- Minori: associati nella predica-
zione delle crociate 103, 243, 263-4, 280, Domenicani e la festa di S. 329, 355 Fr. 153, 155 Domen. e Minori sotto
Damiata 93
228-29, 276 presso i Tartari 188 ritornati dall' Orien. 312 in legazione
Missionari
in
Oriente
v.
Kuyuc Kan.
a Nicea presso i Greci 113 uccisi nella caduta di Acri 352-53. Domenico (S.) 262 s' incontra con S. Fr. 86-88. (fr.) Albanese, Mission. in Albania 358.
(fr.) d' Aragona, nunzio papale in C.poli e neU' Orien. 103, 190 n. 64, 215, 415. (fr.) Suarez, vesc. d'Avila 190. Dominainm monasteria v. Clarisse. Don (p<^oli del) 267.
>
Doria
Dothaym 184.
Dragoni animali 402. Drudo (fr.) Minister Burgundi ae in Oriente 219 s. 223 n. 61.
passim.
DamasoQS caput Syriae 183, 403 il suo Soldano e i Crociati 247 conquistata dai tartari 335 FP. Min. spediti nunzi al
Sold. di
Damasco
Damiata presa e perduta dai Crociati: visitata da S. Pr. ecc. 6, 59, passim n. 1-23, 85, 89 n. 20, 149-50 presa e perduta da S. Luigi IX 263, 29 S. Luigi IX vi fonda un conv. pei ff. Min. 103, 228 ff. Min. ivi martiri 323 n. 03.
Ebron 182, 407 v. Hebron. Ecbatane 145. Eden V. Paradiso terrestre. Eduardo princ. d' Inghilterra, in Siria accompagnato da ff. Minori 280 n. 76. 284, 422.
BibM.
Tom.
I,
89
450
Effrata 182, 278.
II
Index
Anal3rticus.
333, 359, 360 s., 393, 397, 399. III, re d'Inghilterra 158, 272, 280 g. (fr.) di Burforde in T. S. 159, 170.
(fr ) da Pisa, Provinciale di Romania e T. S. cenni stor.: 21-22, 139, 159, 217 n. 68, 317-18.
gidio (b.
discep. di S. Fr.: cenni biogr. visita la T. S., Acri, 47, 52, 60, 85 Gerusalemme^ indi Missionario a Tunisi
fr.)
Egitto 402 percorso dal Lullo 3698. Missionari Minoriti ivi 275-76, 326. Elegsge regina tartara 323.
vesc. di
Mi-
Ephesus 403.
Epifanio (S.) villaggio in Cipro 397. Epiro 136.
Epistola imp. tartarorum ad Inn.
di
Pietro
I di
Cipro 394. (fr.) mart. in Oriente, vivente S. Fr. 15, 19-20 e not. 3. Elia (tr.) d'Assisi detto da Cortona: cenni biografici 19, 20, 22, 34, 86 s. n. 29, 106 s. n. 31, 149, 217, 321-2 primo Ministro Prov. di T. S. vi si reca con altri comveste pagni 38, 40, 87-8, 93, 107 s. 135 fr. Cesario in Siria 109 ritorna con S. Fr. in Italia 40, 99, 111 fatto Vie. fatto Min. Genie dell'Ordine 77, 99 Genie 113 promuove le Missioni estere 113-14 moltiplica le Provincie nell'Ordine 102, 170 suoi scandali e tirannide 39 not. 2, 114, 118-9 deposto dal Generalato; scomunicato parte per rOrient ambasc. di Feder. II 102, 115 ingegnere militare di Feder. II in Sifu alchimista; e Codd. di cilia 116 alchimia che van col suo nome 116-17, 223-24 muore pentito e riconciliato
Ertzinga
IV
192-93 s.
v.
Arzenga.
v.
visitata da fF. Min. 235. Ethyopia 402, 404 Euphrates 133, 402-3. Europa 402-4. Ezelinus de Tervis uccide 60 . Minori 263.
Arzenga.
Famagosta 395
399.
de'ff. Min. 259, 394, conventi latini 395 visitata dal Lullo 369 in potere de'Turchi
ivi
convento
altri
Federico II imp.: 176, 179-80, 191, 194, 259, sue relazioni con fr. 265, 271-2, 275
149 col Sasue gesta per la T. S. 101, 149, 150, 154, 156 n. 40, 181, 240,
Elia 157
col Brienne
limbene 319-20
262 s.
103, 115-16.
Re
di Sicilia e
il
Lullo 389.
Canossa, Messinese alchimista, confuso con fr. Elia da Cortona 117. Elisabeth et Zachariae oppidum in ludaea 182.
>
Felice Feliciano
amanuense 405.
Fenicia 403.
Ungheria
157,
Petramalesca, madre del b. Bened. d'Arezzo 144. Emad-ed-Din emiro ribelle al Kamel 89-90. castelEmaas quae dicitur Ncopolis 182 castrum 410. lum 407 Emesa (Homs) battaglia vinta dai Crociati e tartari sui saraceni 368 s. Emmannele (imp. gr.) 162.
Filippa Gagliarda 253. Filippo III, di Francia 265, 273, 301, 425. IV, a Bello, di Francia 329, 358 e il progetto di Crociata del Lullo 370 s.,
386 s.
Lungo, di Francia 388. de Amicio seu Podio (Puy) mart. in Azoto 324 n. 94.
V,
il
(b. fr.)
(figl.
di Vatace) 166.
(fr.)
Charitopulo, Patriar. C.politano gr. e sue relaz. coi nunzi Minoriti 224, 227. Smor 184.
II,
C.poli 299 n.
(fr.)
(fr.)
423
n Index
Analyticus.
all'
451
d'
Ibelno 396.
di di
nell' isola
Cipro 396. Firmani o bolle regie, de' sovrani dell' Egitto ed ai e Siria, dati a S. Fr. 61-63, 75
69.
Ordine 7, 8, 149 suo viaggio a Getentato rusalemme 50-2, 56-7, 74,96-7 la pretesa da una saracena 75-76, 79 il conversione del Soldano 76 preteso dono di un corno d' avorio datogli dal Soldano 81 n. 26 dopo e. 20 mesi di soggiorno in Oriente, Francesco con al-
Flegeton 404. Floridus campus 460. Fontanelle conv. dei S. Min. 140.
Forensis vel Forenciae
cuni de' suoi ritorna in Italia 75, 97-8, 111 predica a Bologna, e quando 46-7, S. Fr. venerato da Solimano 52, 151
II 84.
Francesco
v.
FF.
(S.)
d'Assisi,
Minori:
cenni di sua vita, e dell' Ordine Mlnoritico 262 n. 69 Regesto cronol. della sua vita e viaggio in Oriente 85-104 n. 29 in Arezzo 144 a Bevanio 128 suoi viaggi ed assenze dall' Italia 122
viaggio in Oriente: Cipro, Siria, Egitto 1-80 tenta dal 1212 viaggio in Oriente, arriva in Ancona 86 e approda in Dalmazia 15, 86 seda una tempesta 24, 31 tenta nel 1213-14
il
suo vivere col b. Stefano da Narni in un abbazia conforta 127 n. 34 un monaco 127-8 stimmate, morte, sua festa cecanonizzazione ecc. 100 lebrata in Oriente fin dal 1228 ott. 152 n. 89 Testimonia historica del sue
(S.) chiesa e conv. de'fif. Min. in Nicosia di Cipro 398-9. (S ) nave genovese 280. (fr.) da Falerone 429. in Or. 229. (fr.) da Perugia 0. Pr. Petriolo e compp. mart. in (fr.) da
Arzenga 325 n. 96. (fr.) da Piacenza, Custode di T. S. 152. (fr.) da Spoleto, martire in Damiata 823 n. 93. (fr.) di Tomaso, in M. Sion 218.
I,
re di
Francia 84.
-
V.
Angli
Genovesi
ed altre nazioni.
fin
(religiosi) nel
16,
il
2 viaggio per recarsi al Marocco, e visita la Francia e Spagna 16, 21, 26, 30,
il
silia.
compagni
tocca Syrie pergit 16, 21, 68, 91-92 Ancona, Candia, Cipro e Acri 51, 75, 77, 92-93 ; ad partes Syriae tranafretavit 32-3, 75 Syriam deam^dana 15: in Siria e in Acri con fr. Elia 78, 95-6, in Antiochia 68, 78, 96 110-11 nella Montagna Nera riceve all' Ord. un intero monastero di monaci 68, 76, 78, 96
ad par-
Francigenae in Nicea di Bitinia 165. Franconia 403. Frangipani (Giov.) inviato francese a C.poli 84. Frati della B. V. in Francia 242.
Frati Minori
v.
Minori.
$paxe{ievopioi
$pax{jiivoijpeoi
(= Frati
Minori) 174.
.
4>paxo[xivoupM>t
^pajxevoupiot
^p[XVOUptOl
>
in Egitto e in
fitta
Damiata con
nato 17, 26-7, 78, 93-95 predice la sconde' Crociati 17, 31, 35, 94 traversa il Nilo in barca 22, 27 si pre-
fr.
Illumi-
^pipici
Frerii
Fncho
(fr.)
fratello
11, 93-94
registra
vi si
ben trattato e rispettato dal Soldano, disputa coi maomettani 9-14, 28-9, 36: itque reditque frequens ad Soldanum 29
assiste
95-96
munito
alla
conquista di
d'
Damiata
un
rescritto sovrano
Galilea, cappella in Syon G. gentium 183 mare 250, 406, 409 252 devastata sotto i Crociati 240
per percorrere e stabilirsi in Oriente 22, suo ritorno in Siria 29, 51-2, 61-3^ 75 riceve vari personaggi 14, 95-7, 110
e occupata
Gallaeia 403.
452
Gidlia 403.
n Index
Anlyticus.
Gergis (v. Kergis) 208, 210,
Tedesco 150.
(fir.)
Germani e la T. S. 228. Germania 403. Germano II, Patr. C.politano, e le sue relazioni coi ff. Min. per l' unione 137, 161 n. 43,
168, 169, 175, 287. Geroldo di Lausanne, Patr. lat. di
al
Ganfredus
Gaufrido
189.
Papa
Gautier
3318.
in Tripoli 189.
comunica alle chiese d'O100, 155-60 riente la canonizzaz. e festa di S. Fr. 152
n.
Gerusalemme
(fr.)
30
muore a Gerusalemme,
se-
v. Oldjaitu. Gayathoddin Khodabendeh 381 Crociati ivi sconfitti 189, Gaza 259, 335
240 (A pag. 324 linea 11 e 24, nominata per ishaglio Gaza, invece di Azoto). Gazar i e i S. Min. 235. vicarius fratrum Gazariae 304. Gazarla 304 Gehenna 404.
Gernsalemme
tadino
tellata dal
visitata dai pellegrini 281 ridata ai Crociati 240 in potere de' Sa-
sman Corv.
occupata momen-
taneamente da Cassan
335-36.
e i frati
Kan
e da Aitone
Glboe
mons
183.
Gelebertns
(fr.)
Custode dei
ff.
Min. in Acri
Gengis Kan
Minori: visitata dal b. Egidio Francesco v. S. Fran. b. fr. Pellegrino di Fallerone 150 n. 38 dal b. Bened. d' Arezzo 145, 148 stabilimento de'if. Min. nella S. Citt e di un nel suo patriarcato 158 n. 41 convento de'ff. Min. in Gerusal. presso la stazione del Cirineo 356 n. 106.
105 dal
da
S.
pro 368 8.
215, 235.
in Ciflf.
Min.
Giacomo (fr.) nunzio al Despota Comneno 300. Cristiano di Gerusalemme reclama dai F. Min. un terreno 218. I, d'Aragona fonda il coU^io arabo a Miramar pei ff. Min. 365 s. II, d'Aragona e il Lullo 383, 385.
I,
Georgiani 201, 235, 408. v. Giorgio. Georgins (S.) in Lidda 182. Gerardo (fr.) Albuini in Cina 302.
re di Cipro 397.
II, re di
Cipro
(il
Bastardo) 393-98.
Re
di Napoli 329.
> >
Boccabadati da Modena e compp. in Oriente 176, 219, 220 n. 61 predica a S. Sofia di C.poli 225-26. di Frachct 246.
(fr.)
(fr.) d'Antiochia, guard. di Tripoli 189 312, 326, 393. (fr.) da Iseo in Siria 230, 232 s n. 64.
(fr.)
da Massa
47-8, 60.
De
387
s.
(fr.)
fr.
Elia 115.
>
Mecateo da Villamagna, in Terra Santa 189. (fr.) Odone, Min. Genie 325. (fr.) da Prato, apocrisario a C.poli 193,
(b.
da Monte con 11 compagni in Oriente 347, 348-50. (fr.) di Narciso, superiore de' frati del M. Sion (?) 218.
(fr.)
254-59
>
(fr )
(fr.)
(fr.)
da Osimo
47.
Missionario fra
tartari 300.
Panizzari da
Parma
in Oriente
Rangone da Modena 176, 226. Geremia (fr.) d Lecce mart. in Safet 104,
260-61, 264. Gergesa vicnlus 184.
160-61 n. 42.
(fr.)
da Puy
T.
S. e
264, 360.
(fr.)
Index AnaJyticus.
453
con
altri
n.
compp. in Georgia 113, 137, 162 n. 44. (fr.) da Sarzuela Min. Genie 84. (fr.) Provinciale di Terra Santa 3273. 08.
V.
inviato nunzio con IX 220 s. Oriente per l'unione delle due Chiese 219 n. 61 partenza, itinerario e ritorno in Italia coi legati greci del
S.
Luigi
altri in
lacohus e lacobo. fortificata da S. Luigi IX, Giaffa 154, 324 che VI costruisce chiesa e conv. pei flP. cade in potere di Min. 103, 234, 298 Bibars che la rovina col convento de' S. Min. 104, 269. Gianfranoesoo (fr.) d'Arzignano Vicentino, Cust. di T. S. prigioniero de' Turchi riscattato
Capella 40.
di T. S. 398. de Clavaxio ve^c. Sitiense nell' isola di Creta 339. (Card.) Colonna Ieg. pap. a C.poli
Carmeson Prov.
399.
Sambiense a pr
Egidio 47.
di Pafo 398.
socio del b.
fr.
da Faenza guard.
Tornacensis (Tournai) e il suo Hodoeporicon S. Ludovici regia 219 n. 60. Gingia Kan, 192s., 206 s., 211 s., 214.
117,
di Francia, figlio di Luigi IX 265, 273. de Gabra, ambasc. del Sold. d' Iconio
al
Papa
(S.) di
282.
d' Ibelino,
188
n.
52
Celesi-
234
303.
(fr.)
i
ff.
conte di Giaffa e i ff. Min. principe di Beirut 150, 396. de' MarignoUi di Firenze, in Cina
Mi-
Altro metrop. di Corfiji 171 s. n. 46. Re Indiano, convertito dal Montecorvino 304. Giovanna Aleman in Cipro 394. Giovanni XXI papa e i Tartari 193 con la Chiesa gr. 294 s. sue lettere pei flf. Min. di T. S. 419 s. fa esamiXXII papa, 52, 153, 341 nare ai ff. Min. r opera del Sanuto 58 favorisce i collegi arabi 372. Re di Gerusal. e imp. di C.poli v.
(fr.) da Montecorvino, Mission. in Armenia, Persia, India, Cina ecc.. e sue lettere dall'Oriente 301 n. 88, 329-30,
in
Monti (de Mons) in Or. 275, 425. Mincio da Morovalle, Genie e Card. Genie
84.
Brenne.
* >
>
re di Cipro 397. da S. Agata fra i Tartari 193, 300. (fr.) d'Ancona, arciv. di Cipro 284, 325 n. 07, 356, 393, 421.
II,
(fr.)
Parastron, Minorit greco di C.poli suo zelo per l'unione delle Chiese, sua morte e culto presso i greci ecc. 222, 257, 283-90 n. 81.
(fr.)
(fr.)
di T. S. 420.
(fr.)
(fr.)
>
la sua dupplice
d'Armenia 328
n.
00
v. Ai-
tone
>
IL
relazione sui tartari ecc. 117, 170, 190 s. n. 66, 213 s,, 402. (fr.) di Pietro in M. Sion 218.
di Portogallo, principe, sposo di Carlotta di Cipro 398.
(fr.)
d'Aversa Prov. di Calabria 257. Baussa, arciv. d'Aries 242. (fr.) Barberiae Minister (1235) 102.
(fr.)
di Bekingherim, ieg. ingl. al Papa per la T. S. 422. (b. fr.) Buralli da Parma, Min. Genie:
(fr.)
Sebastocratore 333.
arciv. di Sitia 339.
(fr.)
(fr.)
cenni biograt 48-9, 65, 103, 232, 318, 321, 416 tenta convertire fr. Elia 115 si reca in Francia e sue reiasioni con
della
Verna
60.
(fr.)
Battista
Zanni a Gerusalemme
290.
454
Index
Analyticus.
Grifes animali 402.
Praepositus eccl. SS. Apostol. C.politunac, promette di farsi Minorit 129. V. Ioannes.
Giovannino
(fr.) de Ollis, in Oriente 232, 321 Cust. di T. S. e Mission. in Egitto 2757G u. 76.
Grnes animali 402. Gnaltero conte di Brienne 59. nipote di re Giov. di Brienne 179.
Guaterotto 179.
Girolamo
Betlem v. Hieronymtis. (Card.) della Rovere 73. d' Ascoli, Min. Genie 104 nun(fir.)
(S.)
in
Guglielmo
(fr.)
eserciti di Siria
compagnia d' altri in Oriente per l'unione delle due Chiese; e del preteso
zio in
292
n.
84
Adami 0.
V.
Nicol IV.
^
303.
vesc. di
(fr.)
(fr.)
da Chieri
Giudei e le loro credenze ai tempi del Lullo 376. Giunipero (fr.) 47.
tartari 354-55 n.
di Chartres 425.
fr.
Elia 115.
March, di Monferrato 290. Conte d' Olanda in Or. 89, 214. (fr.) di Hidley con le truppe inglesi in Siria 280 n. 78. (fr.) da Melitona 271. (fr.) Ro in T. S. 216, 416.
(fr.)
Rubruquis o
di
Rubruk
tflan-
Gothia 403.
Goti e
i
drcus lector
Min. 235.
Rubruquis
in Tar-
232-33
V.
Rubruquis.
in Fenicia
Granada 384.
Greci 222, 403,
407
loro clero secondo Lullo 3783. in lotta col Brienne e Balduino minacciati dai Sa136, 137, 178s. Minori raceni 373 loro relazini coi 235: Minori Chiesa gr. fr. Giov. fr. Giov. Parastron Buralli da Parma
279
II,
il
il
ff.
salemme 406,
(fr.)
vesc. di Tortosa
266
n.
70, 418
Dome-
Guido de
Adam, padre
Conte
d Giaffa 335.
V. ff.
e la
V.
v.
v.
C.poli.
Min. Graeciae 67, 215. Gregorio IX papa: 153, 158, 193, 262 s., sue con relaz. coi ff. Min. 160, 162, 237 s. concede a S. Fr. la Chiesa gr. n. 45 canonizza S. un Card. Protettore 40 ordina al Celanese di scrFr. 152 verne la vita 15 pone la prima pietra scomunica per la basilica d' Assisi 112 sue lettere fr. Elia e Feder. II 114 sua pei ff. Min. in Oriente 413 s.
Grecia (in) Minister
ff.
Guidone vesc. e podest d' Arezzo 144. 292 s. (fr.) Min. Prov. Romano Gugimencota cit. dell' India 308.
Gujuk
v.
Guilbertus
Kuyuk v. Gilbertus.
de'
Kau.
Guiscardo
(fr.)
H
H4kon re di Norvegia e
Halap
(v. Alejipo), citt
morte 102.
Crociata 426s. X, papa: 251, 321 l'unioue delle Chiese 257, 284-90 n. 81 sue lettere pei ff. Min. di T. S. 419. Catholicos d' Armenia 337, 407. 218. (fr.) di Giacomo, in M. Sion
Hamous piazza
in
Hebron sepulcra Ebron. Helena (S.) in Jrslm. 408 passim. v. Bkoch. Helias (S.) 406, 409
fr.
Maurizio 279-80.
Armonia 334.
v.
in Italia (fr.) di Napoli vicar. di S. Fr. era nipote di papa Greg. IX 169 91
Helisaeus 183.
Heniicns
eecl.
U
Heremitorium quoddam in Gallia 221.
Index
Minorum
Aiial3rticus.
455
128
ff.
discep. e comp. di S, Fr. in Oriente e alla presenza del Soldano 17, 32-36, 74,
75, 77,
Hermann de Salza, Gran Maestro Teutonico 248 V. Armanus. Hermon mona 407.
93
una
Herodis
domus
357.
nel 1266: 32, 33 not. 3. Imelda di Cassio, madre di fr. Salimbene 318.
India 304,
in
n.
regnum 263
che
n;
major et
Hieronymi
e la descrizione
88
evangelizzata
Minori
Girolamo.
235, 301
s.
88.
Holau
V.
in
disputa
Homs
V.
Emesa.
2G0s.
Hossaimiti setta
T.
S.
181
sotto
Damiata 93
ff.
maomettana 378.
Min.
V. Anglia, Anglici. Innocenti (SS.) martiri 407, 409. Innocenzo III, papa: 253, 262
I-J
labalaha Patriar. Caldeo e
Jacob, frater
i
flF.
IV, papa: 153, 159, 16*), 188, 190, 216. data della 227-8, 231, 238, 263, 271 s. sua elez. 102, 201 a Lione in Francia
Dni
40G.
vcstigium
con la Chiesa gr. 259, 294 s. col Soldano Tartari 191-93 coi ft". Minori 194 d'Egitto 216 scomunica fr. Elia 114 sue lettere pei ff. Min. di T. S. 415 s. Inquisitori, Minoriti in Siria, liomanin e Gre222, 318
coi
da Todi (fr. lacoponc?) 345. I&cobus (fr.) de Camerino, Miss, in Persia e revisore dell' opera del Sanuto 58.
lacobo
(fr.)
Romana
v.
lastia.
(fr.)
ff.
Iberi e
Ioachim abbas 320, 321. Ioannes (S. Ev.) eccl. 182, 405.
giani, Iveria.
oppidum 182
(le
Ibn-bderrahim st. arabo 2G0. Ibn-Ferat st. arabo 260. Iconio (nel soldanato d') i ff. Minori 163, 213 s.
ejus hospitalo in Irslm. 408. (S. Chrys.) in Irslm. 406, 409, de Cameraco, socio del Vitry 7.
(S. lapt.)
Idomea 183.
lenin 184.
lerico (lericho)
leTUsalem:
porta 406
403
v.
Gerusalemme.
308.
de Dinanto, socio del Vitry 7. (fr.) Garan Guallensis e la sua opcni Mauimeto 361. (iiiag.) de Nivella, amico del Vitrj' 6. Nicholuti orafo di Siena 81. v. Ginv. da (fr.) de Plano Carpi
Giappone
IHuminatas (fr.) Vose. d'Assisi, gi segr. di fr. Elia 34. (fr.) Picenus 33. (fr.) Reatinus vel ab Arce (da liicti).
Prcsbyter {Prete Gianni) in India 207. V. Giovanni. Ioanninus (fr.) in Antiochia 70.
456
Index Analyticus.
Khorbanda (v. Oldjaitu) 381, Kitaorum civitas Tartar. 205.
V. Okkoday Kan. Koday Krak castello de' Curdi 266, 280.
loppe (V. Giaffa): 182, 247, 264, 405, 408. lor et Dan 183.
lorianus
lordanis flumen 183, 250, 252, 403, 409. (fr.) Yiceminister Bohemiae et Po-
sepulchrum B.
Kublay Kubilay Kan, imp. della Cina e Montecorvino 302 n. 88, 381. Kaide (v. Krak) preso da Bibars 280.
il
V.
ab Arimathia 405. da Firenze 139. Irambardas de Caro (= Raym. de Caro) castellanus Saphet 248. Isabella d'Aragona 273. > d'Armenia 333. regina di Navarra 273, 425.
Ippolito (fr.)
>
>
Eatloksciah gener. tartaro 335. Kuyuk Kan, imp. tartaro 193s., 207 s., 211, 214. Kyeaoinm {Kitaorum) tartarorum civitas 205. Eyovia in Russia 214. Kyriaci (S.) eccl. 405.
v.
Ayaa.
di Cipro. (o Jolanda) figlia di re Giov. di Brienne e sposa a Feder. II 150, 178, 179.
figlia di
Ugo
in Oriente 408
Veneti, ecc.
r.
Franchi, Genova,
in Gerusalemme sotto saraceno 185 n. 51, 189, 282. Lanrentias (S.) 182. Lorenzo.
407-8
v.
Landolfo o Radulfo, Patr. Gerosolim. 346. Laodioea (Latachia): vesc. Minorit 231. v. Laodioea. Latachia in Oriente Latini, coloni in Nicea 165
il
dominio
labino (monast. de) in Celesiria 66. v. Giudei, Indaea, ludaei 201,. 403
Lanms
(S.)
406.
S.
Lef^ende (Le) di
Fr. e
il
ivi
ff.
Minori
K
Kadi giudice maomettano 218. v. Krak. Kalaat-el-Hosn
muore
>
104.
Kalifa 263.
Kalothtns leg. del Yatacro al
Kamel
Papa
e i
227.
v.
Kan
>
(i) de'
Tartari
Melek-el-Kamd. v. Minori
v. Tartari. Piancarpino (il Grande) sue lettere a Inn. IV 192-93. Kandjak emiro 335. Kansa-el-Oary Sold. d' Egitto concede firmani v. Soldani. v. Firmani ai S. Min. 61
V.
Tartari
(fr.) arciv. di Milano nel concilio di Lione (1245) 223. Castellano di Safet, traditore 260 s. II, re d' Armenia e la Chiesa Catt. 407. III, re d'Armenia 329, 330 n. 00. lY, re d'Armenia 329 n. 00.
V.
Livone.
villa
Lesekara
e residenza
del
Yatacio in
Kapciak o Kipjak (Tartaria Nord) 382. Kara mons 164. Kara-Kitaoium (Kara Kitai) 207. Soldano di K. 189. Karak 240
Libaans
mons
(fr.)
183, 403.
Liberato (b.
col
KarakoTum 191. . Cassan Kan. Kassan Katan Chamis 304. v. Cina. Katay 303
precedente) 331 s., 341 passim. Libia 404 Misson. ivi 326.
n.
103
Licia 403.
Kateriaa
T.
(S.)
in
M. Sjnai
406.
Armenia
Armeni 159
Lidda 182.
Lidia 167. Ligyes (Ijclgif) popoli asiat. 267. Limassol (Limissium, Ldmisaon, Limiaso)
di Cipro: 337,
s.
Kelaan
v.
Gfregorio.
v.
Melek-Mansur-Kelatm.
Sergia {Gergis) 208, 210. Ketboga Sold. d' Egitto 332, 333.
369, 399
Luigi
IX
103
cit.
vi
approda
il
Lullo 369.
n
>
Index
de-
AnaJytious.
Macrobi homines
457
XII cubitorum
402.
Convento
de'ff.
Minori 394-95
vastato dagli Egiziani 395, 399. Lingua araba, studiata da'ff. Minori 365
V.
Madras 308.
Magdalon, Magdalum 184, 253. Mageddo campus 184.
Miramar.
Collegi di lingue orientali in Europa v. Baivi. promossi dal Lullo
371 s.
Lullo.
Lithostr&ton in
Livone re
Lodovico
d'
(S.)
Min.
vesc. di
v.
Lvgi.
Lopadiam
AojiSiov
cit.
Ijopadium.
in
Lorenzo
(fr.)
Cipro
(fr.)
Oriente,
Mambre 407.
Ardi
leg. apost. in Siria, menia, Cipro, Grecia, ecc. indi vesc Antivari 215 n. 57.
(fr.) di Portogallo 215, 216.
da Orte
Manasserio
(fr.)
Subruquis 229
Manna
orientale 276.
occu-
v.
Lopadium.
Puglia,
Luca
(fr.)
di
Prov. di T.
S. 97,
pata da S. Luigi IX 103, 241. Maomettani loro rispetto per S. Fr. e suoi
frati 9-10
36. 135.
Lullo
Luoeta badessa Clarissa di Tripoli, mart. 326. Lucia sorella di fr. Paolo Bomano, moglie di Boemondo d'Antiochia 189, 253. Lucido (fr.) 47. Ludovicus Comes Thuringiae 262.
376-78.
Maometto
legisl. arabo: sua vita ecc. 58, 187, 201, 261, 291, 311, 374, 400 n. 114. Mappe geografiche: delineate dai ff. Min.: da
V.
(S.)
Luigi.
Luigi
IX, re di Francia: cenni 226, 260-61, sue gesta in Oriente 264, 265, 425 297-99 n. 86 nella prima Crociata, accompagnato da molti flF. Min. 103, 219, fonda pei ff. Min. i 220-22, 241, 263 conventi di Giaffa e Damiata 103 sue relaz. col Piancarpino 194 riscatta la seconda CroS. Corona di spine 138 ciata in Tunisi e sua morte 265, 272-74. 280s. di Savoia 398.
da Galvano di Rog. Bacone 268 da fr. Fidenzio di PaLevante 359 dal Lullo 430. dova 292 Marascb in Armenia 329 s. Marchia Anconitana 151, 345.
fr.
Marco
(fr.)
di Montefeltro, fonda
il
convento
di Sebaste in
Armen. 301
n.
87, 355.
> >
Lullo
V.
v. Lopadium. Lupaidium Lupo (fr.) Dain, vesc. del Marocco, pellegrino a Gerusalemme 234-35. Luza cit. 184.
Raimondo
Lullo.
(fr.) d Montelupone in Oriente 330 s., 341 s. n. 103 passim inviato al re di Francia 423. (fr.) di Motino o Montino 47. (fr.) Vesc. Cassanense in Calabria a pr di T. S. 420. Polo Veneto, nelle carceri di Genova
390.
Mardin cit. 335. Mare C.polis (Propontide) 167, 168. Cypri 407. Galilaeae 407.
>
Indicum 403.
M
Maabar (Minibar) 306-8. Habai 308-9.
Macestus flum. 166.
Magnum
Mortuum Oceanum
252, 407.
183, 184, 403. 258. 183.
g.
Persicum 145,
Kubrum
Margarita ved. di
>
Loigi
IX 297 s.
ff.
Min. 275.
265.
29
458
n
d'Armenia 329.
de'Lusignano 336-37.
Index
Analjrticus.
(fr.)
312, 393.
(fr.) vesc.
domina Sidonis
sorella di
230.
I
(fr.)
di
moglie di Ballano
150.
Ugo
III di
Cipro 396.
Patriarca
(fr.)
Margat (forte di) 428. eius Maria (SS. Virgo): ubi nata 410 fons in Aegypto 276 ejus sepulchrum
gi rettore della chiesa di H. Croce in Acri e disccp. di S. Fr. 7-8. de Roquite 340.
182.
in geli
408
ri tico
(Chiese) S. Mar. Latina in Icrusalem S. Maria del Castello, conv. MinoV. S. Maria degli AnCipro 396 Porziuncola.
Mauritania (Africa), visitata tre volte dal Lullo 369 s. Maurizio (fr.) e il suo itinerario in Oriente
(S.)
279 n. 77. Maurus presb. Cotronae 258. v. Malta. Manta Mecha (la Mecca): 58, 71, 400.
Mechie 206.
Mechut 206.
Brienne II
Mecrit (Metrit, Mechoit, Meorit) 206.
di re Giovanni
di
180.
Medam
planitics 183.
di Gibelet 394.
Media 429.
ved. di Leone
di
178.
d'Armenia 339.
moglie
del
Monferrato,
Brienne
di Patrasso 397.
-el-Asceraf, sold. d'Egitto, prende Acri resto della Siria latina 328, 331-32, 350 n. 104.
il
Lupo.
Maroniti (del Libano) 189, 201 zati dai fiF. Minori 215.
:
evangeliz-
>
-l-Kamel (l'amico di
S.
campato
11, 83,
in difesa di
Damiata
v.
MassUia.
T.
S. 420.
V, papa, 316.
priore del
Tempio
393.
in Siria
235
v.
della Porziuncola 60, 143. conv. de' frati Minori Massiiia 236s. 241
237, 239.
Massimo Alufardo leg. del Paleologo al Papa 255 V. Alubardt. Matteo (S. apost.) ubi sedebat ad teloni nm 253. (fr.) d' Acquasparta, Min. Genie e Card.
acco89 s. n. 29 passim 163 glienza e bont usata a S. Frane. 36-37, concede un rescritto 61-63, 81 n. 26 al Santo e ai suoi frati 61-63 (v. Firmani) di un preteso suo dono a S. Fr. 81 n. 26 muore non battezzato 101-2 sua buona indole 185 sue relazioni con Federico II 157, 158 v. Kamd. -el-Mansur-Kalaiin, invade la Siria, conprende Tripoli ecc. 326, 329, 350 cede firmani ai ff. Minori 282. -el-Moaddem, soldano di Damasco, frav. Corradino. tello di Kamel 110 -Na^er-Dand, soldano di Karak e di
ai Cro-
da Chieti
presso
n.
i
(e
non da
Rieti)
in
-Nasei'-Mohammed-, concede fi'mani ai Minori 282 sconfitto da Cassan e dal re Aitone II 332, 335 s. -Saleh-Ayub, invia un frate Minore
ff.
Oriente
zioni
Tartari ed altre na
al
Papa 163
riprende Gerusalemme
ff.
354
105, 360.
189-90.
(fr.)
Sanuto 58.
Index
Analyticus.
.
459
-Naser-Hassan: -Ababecr-Mansur:
-Cueiulc-Asceraf:
>
Burgundiae 223.
Calabriae 257, 264.
-Ahmad-Naser:
-Ismail-Essaleh:
-Sciaahan-Kamel:
-Harjgi: -Essaleh:
-
Z V
00
00
Gcrmaniae 228,
416.
>
Graeciae 67, 108, 138, 218, 236. lanuensis 223, 224, 236, 423. Hiberniae 181.
llispaniae 192.
-Nascr-Faraf/i: -Muajcd-Sceikh:
-El- Musa far:
^ Cd
.2
Marchiae 135, 136, 193, 344, 421, 422. Marchiae Trivisanae 224, 417-9.
Provinciae 224, 276.
-Salwr-Tantar :
-Saleh:
Romanae
Romaniae
'
-Asceraf-Barsabai:
-Saher-Gakmak:
-Ascp'af-Fnal:
Seraphicae 293, 302. Syriae (detta anche Promissionis, Terrae Sanctne, Uliramarnae) 108, 154, 158,
229-30, 231-2, 234-5, 238, 275, 276,
300,
3278., 344, 358-60, 393, 398,417-9,421,423.
Menentillo
(fr.)
da Spoleto 0. Pr.
305-6.
Menkad
di Giuseppe,
utcrpr. de'fF.
del
M.
Sion 218.
Tusciae 136, 142, 146, 148, 193, 232, 255, 300, 309-12, 421. Umbriae 422.
Vedi: Provincia, Provinciali.
Domini
253.
Meschida (Moschea) saracen. in Suphet 250. Mesi dell'anno: ebraici, egiziaci e greci 404.
percorsa dal
263
b.
Bencd.
da Federico
convocava
(fr.)
in
figlio
un fr. Min. popolo al suon di tromba 82. a pr delle Crociate: predicano le crociate 84, 339 n. 100, 340 n. 101, 412nel Belgio, Danimarca, Francia, 23 Portogallo e Svezia lavorano a pr di
alla Corte di Napoli 142
il
iinp.
sposa una so
T.
S. 419-21.
rella di
Aitone II 333.
Paleologo imp. greco e l' unione delle v. Paleologo. Genovese, mere, a C.poli 198. Milano visitata dal Vitry 5 chiesa e cony. dc'ff. Min. 140.
in Oriente: sparsi per ogni dove 7-8, 215 n. 67, 413-23 stimati e beneficati
dai Saraceni 35
354
Milioli
V.
Alberto.
Milon
(fr.)
358.
in Cipro 215, 025-26, 128-29, 190 C.poli 64, 103 per r unione della Chiesa Greca
99, 338
355, 359
Africa (v.) 273, 156 s., 350 n. 104 V. Aleppo in Antiochia (v.) n. 20 in Armenia (v.) 2158., 216, 322, 329 n.
in
in
Acri
(v.)
n.
(v.)
in
(v.)
(v.) 129, 161 n. 43, 170 n. 46, 219 n.61, 222, 254 n. 67, 283-90 nn. 80-81, 290 n. 82, 292 n. 84, 299 n. 86, in Grecia
Angliac 169, 422. Antiochiae 67, 78, 108, 133, 134, 145,
148, 149.
215 s.
(v.)
v.
137
Giorgio AirOie
v.
Bardane
ecc.
in Nicea Minori in
Egitto (v.) legati al Soldano 195, ivi Missionari 275, ambasciatori del Soldano al in Georgia (v.) Papa 216 (v. Damiata)
460
Index
AnaJyticus.
>
216 in Gerusalernme (v.) 158 n. 41, nel in Iconio (v.) 215 185 n. 51 Libano (v.) presso i Maroniti (y.) 215 ^in Pernia (v.) 323, in Marocco (v.) in Siria 180-81, 343 s', 417; 329 n. 99 colle truppe de' Crociati 188-89, 266, 280 Min. martiri in Siria 264-65, 271, 360 n. 104; morti in Siria 266, fatti schiavi in Tartaria (v.) 188, 193 not. ivi 265 in Tunisi 4, 262 nota 1*, 300, 356 s. V. Tripoli. 275-76
^
>
Regalis (Eoyal, Sobal) 183. Scopulus ( SxkeXo?) 66. Sebaste (S. Ioan. Bapt.) 278.
Semnon
278.
conv. de'fif. Min. 218. Syon 278 Synay 278. Tabor 253, 279. Montagna Ammirabile (@au(j.aaTv opo;) presso
Minori e Domenicani, quando stabiliti in C^MTO (v.) 394, 396 predicano le crociate 194 perseguitati da Feder. II v. 157 Missionari in Oriente 196
Nera (t Maupov opo?), presso Antiochia, convento abitato dai ff. Minori 65 n. 20, 76, 78 not. 2, 104, 232, 270, 428.
Monteaperto (battaglia di) 310. Monteoassino (i' ab. di) nunzio a C.poli col Min.
r.
Parastron
Crociate.
Monteoorvino
(v.)
289.
v. fr.
Giov. da
M.
Miramai e
collegio arabo ivi fondato dal Lullo pei S. Min. 365-66, 387, 419.
il
Miramollno (vel Miramomelino: arabo: Emirel-mumetiin) principe del Marocco 16, 21,
30, 33, 86.
v.
Mon9
Fortis e Monfort.
Montpellier 365 passim. Moriani tartari 188.
Miiamons principe di Tunisi, disputa sulla fede con monaci latini 381 12-13.
Hisia (Mysia) 166, 167. Missionari e Missioni Minoritiche presso 23 le prime missioni popoli esteri 235
inviate pel
fr.
mondo 38
per tutto
promosse da
EUa
(v.)
1'
Oriate 101
Moydonanomm
terra 209.
Minori. Moabitarom spelonca 183. Hodin mons 182. Mohamei-ben-Nater il M-amoUno rocco 86.
V.
(v.)
di
MaNaim
184, 269.
N
Nanne di Arezzo scrittore della legenda del b. Bened. d'Arezzo 129s. 147.
Nantelmo
(fr.)
Monaldo
maomettana 368. d'Ancona e compp. martiri in rznga 325 n. 96. (fr.) da S. Anatolia inviato in Porto(fr.)
Marche
344s.
Monfort (Montfort), presa da Bibars 259, 280 Conti di M. 395-968., 415.
Nargia 140. Naijot de Toucy, barone di C.poli 136. Naser, Califa di Bagdad manda truppe a Da-
miata 92.
186. Nastagio (fr.) scrittore del sec. Navariae (rex) 247-48, 266. Naxivan in Armen. visitata dal Bubruquis 229.
Moogal Mongol, Mongoli 206 Monoceros animale 403. Monocali homines 402. MoBS Belli-fortis 264.
Fortis 264.
XV
v.
Ta.rtari.
Naym
v.
Naim.
Najaretb 158, 184, 263, 264, 281, 403, 407, 410 presa e devastata da Bibars 29. Neapolis (Naplusa) 184, 407, 410. > vedi Limassol in Cipro.
Neotarins abbas
Casulorum 171.
lo vis 404.
Mambre
183.
Negroponte 136, 348. Neooastron prov. dell'Asia Min. 167. Neo-Salem (Irslm.) 403.
v.
Montagna Nera.
Nestoriani in Oriente 201, 216, 267, 384, 400, in Cipro 368 408 evangelizzati dai
ff.
v.
labalaha.
- Index Analyticus.
Norvegi e la T. 8. 228, 416
461
Nicea (in Bitinia): sede del Part. gr. di C.poli: vi si recano nunzi S. Min. 113, 137, 161
n.
45.
legato
del
Niceforizza
Paleologo
300.
al
Papa
255.
Nioeforo
Comneno Duca
(S.)
guidati in T* S. (v.) 279-80 n. 77. Notre-Dame-des Cliamps Chiesa de' ff. Min. in Nieosia di Cipro 396, detta pure S. Criov. di Monfort o S. Maria del Castello (v.). rex Nub. 58 Nabia 71 evangelizzata dai ff. Min. 235.
da
fr.
Maurizio
Nichodemus
Nicolo
III,
182, 405.
papa
Tartari 193
299 n. 86 T. S. 420.
e i 140, 254, 276, 316 e la Chiesa greca 293 s, sue lettere pei ff. Min. d
IX
265.
Aimone
V,
(v.)
IV, papa (v. fr. Girol. d' Ascoli): 2d0y 325 e i Tartari 323, e il Lullo 367 360 e l'Armenia 3293. per la T. S. sue lettere pei flf. e Crociate 355, 426 Min. di T. S. 421 s.
NujAflpaTov
166-67
Nympha.
(fr.)
di
>
>
si
(fr.) Eigaldi (Rigaud) arciv. di Rouen, reca in Oriente con S. Luigi IX ecc., cenni biogr. 220-21, 223, 264-66, 271 n. 73, 419.
>
Di Methone 173.
(fr.)
di Montefeltro 275.
Odoardo re d'Inghilt. in Siria 265. Okkoday Kan imp. Tart. 193 s., 207, 210.
Oldjaita
D'Otranto 173.
(fr.)
tart.
della
352-53.
(fr.)
Persia, apostata e persecutore de' Cri' stiani 336 n. 09 passim, 381 s., 384
Pekino 303.
V.
Carbenda.
Mon-
>
ff.
dei
Onorio III papa: 5, 68, 86, 136, 153, 262 eletto a Perugia presente S. Fr. cui mu-
nisce
>
lettere
uomo
IV, papa, fonda collegi per le lingue sue lettere pei ff. Min. di T. S. 421.
e curiale del
Nicomedia 403.
Papa
6.
Min. 154, 229, 231 (residenza del Provinciale di T. S. 345) 355, 356, 393, 394, 395 (ivi sepolti vari reali di Cipro 398-99) 422 mona-
325-26
Or mons 183. Orda vel Ordu, duce tartaro in Polonia 209. Ordine (de'ff. Min.) cenni storici, suU' oriarcv. d Nicosa
convento
de'fll
di Manforte
de'
394 v. S. Giov. conv. de' Domenicani ed altri religiosi 299 Nicosia in potere
stero delle Clarisse
{Clarisae)
262
60.
:
Oreb 403.
Oriente
Turchi 399
prima missione
(1217) 38
de'
ff.
Min. in Oriente
v.
Cipro.
Nif r ant.
Nympha
v.
Nymphaeum
Nilo fiume, detto Gion 6, 402, 403 sato da S. Fr. in barca 22, 27.
traver-
(v.).
Oriente fin dal 1228, n. 30. Ormesse (Ormuz) 308. Ormetia (Ormeria? Urmia?) iuxta
mon tea
Nimfea
Ninive
Caspios 325.
Oaoino fratello
di
Nympia.
re
Aitone II d'Armenia
371
332
n.
00
passim, 338.
in aiuto
dell'
Ar-
menia 334.
462
Ospizio de' Fieschi, Patr. d'
n
nori 231.
Index
i
flf.
Analsrticus.
Pasquale
in Tripoli 189.
Antiochia e
Mi-
(fr.)
Pastorum
Pateclo Gerardo 321. Pater noster, locus 409 cappella 406. Patracensis cpisc. 344 s. 348 s. Patriarchae (SS.) ubi sepulti 183 v. Ehron.
frati
Min. 415-16, Alessandrino ffreco 165. Antiocheno latino: 66, J37, 155, 159, 170, 217, 231 (v. Alberto, Opizo, Pietro,
Simeone) greco: 165, 171, 215, 416. C.politano lat. 140 (v. fr. Antonio, Nicol, Pantaleo) greco: 164, 222, 224 (v.
Paflagonia 428. Pafo (cit. di Cipro): conv. de'flF. Min. devastato dagli Egizi 345, 398, 399 porta di Nicosia 397 rese, di Pafo fr. Ro-
berto 326, 394. Pagella di Crociato 340 n. 101. Palaestina 369, 403.
Paleologo (Mich. imp.) e
Emanuele, Germano II Metodio). Gerosolimitano lat. 6, 129, 137, 155-60, 190, 340, 346, 352-3: (v. Gc-oldo, Guglielmo, Landulfo, Roberto, Rodolfo, Nicol 0. Pr.) greco: 215. Maronita e i fF. Min. 215.
unione delle Chiese Min. 193, 254 s., 284-90 84, 299 n. 86, 416$.
1'
>
Pekino e
Pelagia
ff.
Min. 301
h.
88, 303.
Palma
Oliveti 406, 409. Pelagio (Card.) leg. in Or. all' assedio di Da(S.)
in
M.
Palorum portus, nel golfo d' Alessandrctta 428. Pamphilia 403. Panaretas protovestiario dell' imp. gr. 287. Panea (v. Banias Caesarea Phl.) 248. Panonia 403. Panormo 166.
si
oppone
alla
Pellegrini e pellegrinaggi in Terra Santa ininterrotti sotto il dominio de' Saraceni 101,
282.
Pellegrino (fr.) da Bologna, Prov. in Grecia e Cronista dell'Ordine 223, 236. (b. fr.) de' Falleroni in Terra Santa 99,
150-51 n. 38.
.
Paola
Paolo
(S.)
(fr.)
romana
in
Betlem 357.
s.,
(fr.)
344 s.
o Paolino da Milano pred. della Crociata 339 n. lOO. (fr.) Romano de' Conti di Segni, vesc. di Tripoli: cenni stor. 189, 253 n. 66, 420.
(fr.) I,
Saraceni 27 passim
145.
(fr.)
(fr")
dell'
(fr.)
Paradisi porta in Irslm. 405, 406, 408. Paradiso terrestre 130, 148, 149, 279, 402 visitato dal b. Bened. d' Arezzo 146
V.
dal
Enoch.
maomettano 401
Piancarpino.
descrittoci Piccolomini
LuUo
377-78.
s.
convento
Pari.) da Siena 300. in Or. 241. Pietro (S. Ap.) ubi solvt telonium 253. (S.) martire 153. (Card.) vesc. d'Albano in Or. log. 6. II, ab. Cisterc. vesc. d' Ivrea, e Patr.
(fr.
Pictaviae
comes
Antiocheno 66.
devasta
Alessan-
il
Lullo 367.
n
>
(fr.) d'
Index
Analyticus.
463
341
s,
n.
103.
^fr.)
0. Pr. 164.
numero
(fr.)
(fr.) Catani, discepolo e primo Vicario primo Generale dell'Ordine di S. Frane, suo comp. in Oriente: cenni biograf. critici: 39-40, 77, 85 n. 29, 92, 97, 109,
110-11
lat. di
Costantino-
Provincialato d'Oriente che abbracciava la Siria e tutto l' imp. d' Oriente 108, 158, 218, poi suddiviso in due Provincie di Romania e di Siria o Terra Santa (v. Ministri Provinciali). Provinciali e Custodi di T. S. lungo il sec. XIII 412 n. 118. Provincialis Minister Nicosiensis 231. fratrum Tirensium et Acconcnsimn 234. Vedi Ministri Prov.
(fr.)
Cina 302.
n.
Di Luco-Longo, mere, in Tauris 304. (fr.) di Macerata in Oriente 331 s., 341 s. 103. (fr.) da Monticulo 345. (fr.) de Moras, nunzio a C.poli 254 s.
(fr.) Giov. Olivi 49. Paschami, mere, a C.poli 198. (fr.) de Philistim, lavora per la Terra
Qansu
Qelaun
v. Kansu. v. Kelaun.
Quaiantenae desertum 182, 406, 409. Quitaorum (Kitaorum) civit. tartaror. 205.
(B. fr.) Tomaso, Carmelit. in Cipro 398. Veneto, amico consolato dal Lullo 391. Pieve paese 144.
Pio
VII Papa
150.
Pisani in Oriente
Pisidia 403.
a C.poli 165
il
Polechien govern. di Acri 393. Polonia 198, 201, 209, 211, 212, 214.
Poncius
(fr.)
Min. Genie 104, 327, 342 invia Mission. in Armenia 343 s. favorisce il Lullo 366. (B.) Lullo di Majorica, cenni bio-cronologici, e bibliografici 361-92 n. 111,430-31.
239.
Di Nimes, vesc.
di Marsiglia 244.
Genova
1'
Armenia
Rainerio (fr.) o Reinerio, di Borgo S. Sepolcro, comp. del b. Bened. d'Arezzo 130.
(fr.)
di Pavia, vesc. di
Maina
in
Gre-
cia, 8, 231.
l'
Capitoli generali
ivi
celebrati 38
v.
si
(fr.) di Mariano d'Arezzo, teste delIndulg. della Porziuncola 143. (fr.) ex priore di S, Michele di Acri,
Gap. gener.
Praesepe Dni. I. Ch. 407. Premostratesi in Cipro 397. Presbyter Ioann. de India 304
fr. Minore 7-8. da Montepulciano (M. Politiano) nel conv. della Montagna Nera di An(fr.)
rende
v.
Prete
Gianni.
Prete Gianni dell'India 304, 384. Probatica piscina in Irslm. 406, 409.
Propontide (Marmar) 166. Protettore dell' Ord. Min. 40.
maestro di
fisica 242.
(fr.) de'
Piccolomini di Siena,
nunzio
464
Ramatha
Rangone Raoul
182.
v. fr.
n Index
Analyticus.
Rufiao
(fr.)
60.
Gerardo Rangone.
V.
Rodolfo.
Raphael Natalia, cap. di nave veneta 226. Ras-el-Hansii 270, 428. Rasid {Rosetta) sul Nilo, 383, 427. Raveana (in) ohiesa di S. Mercuriale data ai
F.
Ruggero di S. Severo, govern. di Acri 300. Rupertus arcbiep. Magdeburg 264. Russi e Russia 209, 212, 214, 381. Rustioiano di Pisa 390. Ruteni in curia imp. Tartar. 207 evangelizzati dai ff. Min. 235.
Ruysbxoeok
v.
Rubruquis
fr. Gugl.
passim, 88, 99, 124. v. Rainerto. Reinhesburaen 262. Reliquie varie della T. S. nel S. Conv. d' Assisi 81 n. 26. Rliindacas flum. 166. Rioardo Duca di Sora 253.
n.
29
Sabadius nunzio di
Sabbatino
(fr.)
Argun Kan
al
Papa
323.
d'Assisi,
comp. di
(fr.)
(fr.)
in
T.
S. 181.
espugnata dal Soldano Corradino 96 fatta ricostruire da fr. Bened. d' Auriconquistata da gnano 240 s. 246-53 ivi vari martiri ff. Bibars 104, 264 Minori 104, 259 n. 68, 264. Saffedino Sold. d'Egitto 185 n. 61. Sofitha fortezza presa da Bibars 280.
Luigi
IX 220 s.
S.
Sagetta Saida
v.
Sidone.
V.
Sidone.
>
189, 415.
>
Di Courtenay imp. lat. di C.poli 1^, 136. Patr. lat. di Gerusalemme 190.
(fr.)
v. Sebaste.
Pafo in Cipro 326, 394. (fr.) di Turnham con le truppe ingl. in T. 8. 280 n. 78. . Alberto de Robertis (de) de Begio 217
>
vesc. di
Salimbene
(fr.)
degli
Adami
di
Parma, cronista:
cenni biogr. 101, 149, 191 s., 217, 317 n. 92. (fr.) di C.poli, Minorit greco, nunzio dell' Imp. gr. al Papa ecc. ; cenni biograf.
n. 61.
zione
saraceni 369,
Raoul, Patr.
lat.
Austria. di Qerusal.
Salmastro
ff.
6.
(fr.) di Reims e compp. nunzi a Nicea 113, 164 s. Rogero (fr.) Bacone, e le sue opere sulla T. S. 266 n. 71, 390. Romania (Grecia) 300, 310. Romaniae Minister Provinoialis 22, 67, 129
>
Salve Regina, antif. 260, 351. Samaria 407, 410. Samastro 429.
Remela cit. forte dell' Armenia 331, 332 s. Romsdal 279. Rosette cit. sul Nilo 383, 437. Rubmqais, o Rubruk (fr.) Guglielmo di Rujsbroeck, cenni del suo itiner. fra i Tarcitato e conotari ecc. 229 n. 6S scinto personalmente da fr. Rog. Bacone.
106.
V. Safet.
Saraeenati
187.
Saraceni (arabi maomettani): loro stima per S. Fr. e i suoi frati 35 alcuni battezz. dal
b.
V.
Guglielmo.
v.
Maomettani.
n Index
Sarai (v.Zarcto)capit. del Kapciak 304, 325, 382.
Analyticus.
Sinagoga ludaeor. in Saphet 250. Sinibalda rocca 33.
Sinigardi nob. fam. del
b.
465
Sardania o Sardanaia
(S.
Maria
di)
presso
Damasco
247.
Bened. d'Arezzo
14346.
Siri e i
ff.
Minori 235.
369 s.
Sis cap. dell' Armeno-Cilicia: 332 n.99 passim, ivi un convento dei ff. Min. 337, 339. 338
ff.
e.
Provinciale de'
v. Limasaol.
Saolns
Soifl
(S. Paul. p.) ubi Ch. ei apparoit 183. Sayoia (Luigi di) 398.
n.
87.
mons
183.
r.
quando
Dalmazia.
SeytliopoUt 184. Sebaste (Sivas) : iri n. 87, 855.
>
Sodoma 403.
Sofia (S.) cattedrale di C.poli 136, 166,
222
un eonv.
dei
ff.
Min. 301
Sola
332 s.
V. Salona.
mons: 278.
(Samariae) 184, 410.
Sebastia 407.
Sebasiokratore (Giovanni) princ. gr. 333.
>
Soldaia (Sudak) 229. Soldani d'Egitto: 189, 264 loro relazioni coi ff. Minori 185, 195, 216 concedono Firmani (v.) ai ff. Min. di T. S. 282 n.
dell' chaia
Segor 183. Selim I imp. turco 62. Selmas 429. Sembat o Sempad, fratello di re Aitone IL
d'Armen. 329
Sephoris 184.
Sepolero (SS. di N.
l'
n.
99
)
passim.
Irslm. 159, 182, 264,
Kamd Ketboga Corradino S. Francesco. Soldano d'Iconio, morto battezzato 61. v. Soudin. Soldinnm Solifoga animai 404. Solimano II il Grande e sua stima per. S. Fr. 84 n. 28.
79
V.
Melck
in
Saraceni 185 n 51
prezzo
latini al-
d'
ingresso 83.
(B. V. Mariae) 357
(SS.
Soadin (Soldinum) 428. Sovrani d'Europa crocesignati 264. Spagnoli in Or. sotto Damiata 17, 93, 100. Speciosa porta Irslm. 408.
Spelanoa in
v. losaphat.
4 Patriar.) in Ebron 407, 410 V. Hebron, Serri della B. V. in Francia 241. Siban (o Syban) duce tartaro 209. riSidone {Saida o Sagetta) 149, 230, 259 conv. parata da S. Luigi IX 103, 298 de'ff. Min. 230 v. Sydon.
Sigbinardi
Tempio Dni.
in Irslm. 405.
Spinola Nicol,
o Lullo 391.
(fr.)
del
Signacolnm
Siloe
Sinigardi. . Firmani.
v.
Genova a pr
di T. S. 337, 423.
Spira (da)
Conrado.
Stefania d'Armenia, 2" moglie del Briennc 178. Stefano (S. prot.) ubi lapidatus 182, 357, 405.
(fr.)
V.
Syloe.
d'
Boemo, in Comania
fra
tartari
Alessandretta
213, 215.
(S.)
Cireneo, in Irslm. 357. (S.) sepulcrum 406. (S.) StiUta 66. Patr. gr. d'Antiochia 171.
(fr.)
Inglese, lettore a
Koma
232.
(fr.)
Simone
Auvergne e compp. nunzi al Paleologo 254 n. en, 418-19. (fr.) da S. Quintino 0. Pr. in Persia
d'
(fr.)
si
in Italia 39,
9G-97,
190, 200.
BtbUot.
Tom.
I.
466
Stix 404.
Strovilon (la
n Index
Cava?)
villa reale in
Analyticus.
Tebaldo V, conte di Sciampagna e re di Navarra in T. S. 239-40, 273. Tebe in Grecia: un conv. Minor. 348, 425.
Cipro 397,
398, 399.
Tecua 182. Tell-Hamdun (Canamella) 332, 334. milites 157, Templi Magister 247 s., 248 s. 260s., 371 s., in Egitto 241, in Armenia
Sariani
in
protetti
da
Venezia 235.
Sasa 145. Svevia 403.
Tenebre cosi detti regimenti tartari 209, 210. Teodorico arciv. di Ravenna e ff. Min. in Oriente 161.
Teodoro
(S.)
395, 397.
v.
Sidone.
>
(Angelo)
Comneno
136.
Synai mons 182, 183, 264, 403, 406, 409. Syon eccl. 406. Syra-Orda presso Earakorum 191. fratres Minores Syriae 343 s. Syria 403
Terra Santa prov. Minoritica unita a quella di Romania (v.) fino al 1263: 22 v.
mons
184,
Tessaloniea 136.
Syon 409.
gener.
egiz.
Teatoniens
devasta
Cipro 393. Tamerlano distrugge Sarai 382. Tampnis fortezza in Egitto 59. Tana cit. in India 331, 342. lanis forte in Egitto 95. Tarlsti di Petramala, nob. famiglia 144, 146.
Tartari (o Tattari) 192, 250,
v. Tabor. Thabor Thaneos in Egitto 6. Thauris {Tauri8, Tahris) in Persia : 303, 304,
323.
268
quando comparvero
minacciano i Saraceni 312 lettera conquistano la Siria 360 s. del gran Kan al Papa 212-14 Tartari
Thaarisiom v. TMurit. Theatos 404. Theodora v. Theophano. Tlieophanes ep. Nicenus 287. Theophano sorella di Aitone II 333.
Thopha'il filos.
99
passim.
Tiberias 184.
Rtiruquia versione tartara carpino del N. Testam. e del Salterio fatta dal Montecorvino 304 MiPersia occid. e orien. 381-82 MisTaztaria sioni Min. in Tartar. 323 Tardi Persia 323 Taniis Thaurit.
v.
ff.
convertiti al Cristianesimo 232, 378-80 coniano monete con emblemi cristiani 312 si convertono al Maomettismo 373 s., 381-82, 384 loro usi, costumi e politica secondo il Piancarpino (v ) 202 s. evangelizzati dai S. Minori 190 n. 56, 235 v. Montecorvino Pian-
Min. 234, 417, 418 nialium Tyri in Irslm. 405, 408. Tlemeen 431.
Toethai
Toctai
(il
270, 403
V.
Toctai.
tart. del
Kan, imp.
Nord
381-82, 384
S.
nori.
sett.
Tokhtagu o Togtagu Kan). Todi conv. de' ff. Min. e reliquia della rona di Spine 140.
:
Co-
de' S.
t.
tari.
Tomaso
(S.)
cit.
y.
in India 303 n.
88, 306.
Il
(fr.) (fr.)
Index
Analyticus.
Ugo
.
I,
4^7
Betlem 243. de Anfusis, nunzio di Argun Kan 323. (S.) d'Aquino 0. Pr. 153. (S.) di Cantuaria 153. in Germania 117. (fr.) da Celano (fr.) vesc. in Cina 302. (fr.) greco, lettore a C.pol 219 n, 61,
222, 223.
(fr.)
IV, re di Cipro 397-98. da Fagiano arciv. di Cipro 326. (fr.) vesc. di Gibelet in Siria 312, 326,
393.
Ugolino (Card.) e S. Fr. 87, 88, 112 Clarisse 128 fr. Elia 1068.
>
80.
Armenia,
e le
creato
60.
di Montebello 301.
da Tolentino, Miss,
in
Ugone
>
(fr.)
(fr.)
francese 222.
di Marsiglia 340. di Turenna 416.
mart. in Tana d' India 305, 3278., 331 s., 341 s. n. 103 pass., 350, 423. (fr.) da Trievi 345. To-Piioi casale in Cipro de'ff. Min. 395.
Cina
ecc., e
(fr.)
Kan
323.
di Seyfriesdorf, in
Cina 302.
Umbria 403.
V. Tocta
Kan.
Umiliana
(b.)
139, 177.
Tracia 403.
Trunnndns
(fr.
Ramundus) 342.
Tregue tra Crociati e Saraceni in Siria 234. convento de'fif. Min. Tiifoli di Siria 280 monast. di 189, 230, 232-3, 312, 420 conv. de' Domenicani 299 Clarisse 233 caduta e rovina dei conventi e martiri
254, 326
*
Ungheria maggiore 235 privilegi de' re 223 Ungheri e ff. Min. 235. Unicornium 276. Unione delle due Chiese v. ff. Min. e la v. Lullo 375. Chiesa gr. Urbano IV papa: 255, 258, 266 e la Chiesa sue lettere pei ff. Min, gr. 193, 254 s. di T. S. 417 s.
(rese, di) e
i ff.
Urmah (lago d') 429. Uruk cristiana sultana tartara 381. v. Oscino. Uxino 337
Tuotane regina tartara 323. Tunisi 383 visitata ed evangelizzata dal b. Egidio 105, dal Lullo 367 s., 372, e da altri ff. Min. 114, 275-76.
TnreU
turchi
occupano
Valachi 381. Vatace o Vatacio (Giov. III Ducas) imp. gr. tenta 1' unione delle due 166, 222, 259 Chiese 163 n. 45, 219 n. 61 riceve fr. Elia ambasc. di Feder. II, 115 chiede nunzio il b. fr. Giov. di Parma (v.) 222.
v. Iconio.
419
Turkestan 303.
Tyberias 253 Tygris 402-3.
Boemia
mare 250.
in Oriento 391 Veneti (e Vene2:ia) 403 in Ayas 229 in C.poli 138, 1G5, 334
138.
Tyndaride Tyrus
cit.
167.
v.
Tiro.
pro
'iof)
di
Curzola
re
u
Ubertino vicar. imp. 144. Uberto Pallavicino 318.
390 s.
Venezia (conv. S. Giobbe): un'imagine di Aitone II in veste di ff. Min. 33<S,
468
Viestia
n Index
(Vieste o Vesti) presso Foggia 346. S. Minori lodati dall'Humboldt
Analjrticus.
Yiaggiaiori 269.
Vicarii di S. Fr.
in
Italia
alla sua
meria 333.
partenza per l'Oriente 39, 91, 110. Vicaria Vicarias fratrum Gazariae 304 Orientis 429 Vicaria Tunisi o Maroc-
chi 20.
Tabalalia
v.
lahalaha.
Tberia 404.
Tbernia 404.
V.
mato
il
Sold.
Kamel da
fir.
Mariano
cro>
nista 77-79.
Visconti di Milano 290.
Vitale
(fr.)
Vito
(fr.)
di T, S. e dell' Oriente
139, 177 n. 48. Vivaldi (Ugolino) 354.
Voisello (fr.)
Zacchariae
(S.)
oppidura 182
locus in Tem-
Vratislavia 214.
w
W.
de Plazentia, in Aix 239. "Walterus (fr.) de Hoyo in Or. 273.
(fr.)
Zaritzin 325.
Minori: 39 not. 2*
del Clareno 46
segnaci
v. Clarenitani.
Wilhelmus Willelmus
Wilbertus
v.
Gilbertus.
(fr.)
Zoccolanti
soprannome
de'
ff.
Minori
Osser-
V.
Guglielmo.
vanti 395.
<><><(><><0'<><><(><><><X><>><><><><>><^^
NI
Abnlfeda stor. arabo 89. Academ. dee Inscr. et B. Lettres 398. v. BalnziiAchery (d'): Spicilegium 242 Martne. Acta SS. (Bollandi et Soc.) 1-3, 29, 80, 85, nn. 20, 36 passim, 285 Emendata
pass., 120 e passim. Analecta BoUandiana 15 n. 7, 37, 49, 60 n. V. Van Ortroy. 16, pass., 314 Analecta franciscana X. I, II, III: 3, 18, 19,
131, 141
29, 32, 33, 38-40, 60, 65, n. 29 et passim Emendata 337 not. 4*.
Andr Marius Le B. Raym. Indie 363 s., 372. Angelo (fr.) Clareno 0. F. M. Chron. de septem
: :
Suyskens. Actus B. Francisci et Seciorum (ed. SabatJer): 41 n. 13 passim, 87, 151 cenni critici 60 n. 16 passim. Adami Bremensis: Hist. eccl. in M.G.H. 181. Aff (P. Iren.) 0. P. M. 53 Vita di fr. EUa
Minocchi 41 n. 13 passim
excusatoria 343, 349 n.
reno.
103
:
Epistola Clar.
s.
n.
31 passim.
224)
322 322
Storia
(P.)
Parma
226 (emend.
della citt di
Parma
176,
Memor.
degli scrittori
Parmigiani
eoe.
Certamen Se(fr.) a S. Fr. 0. F. M. raph. Prov. Angliae (ebbe tre ediz.) 181, 281 emendato 277. v. Lucio. Anguissola Annales Brixien. Cremon. Bergom. in M. G. H.
Angelus
Agostino
98.
Aitone
(il
monaco Armeno)
:
381, 387.
Frisacenses ibid. 361. S. Pantal. Cloniae ib. 196, 214. Annales de Terre Sainte (ed. R. Rohricht in
.
novissima
Archives de l' Orient Latin) 239, 240. Annibalis (P.) a Latera O. F. M. Supplem.
:
Albericus Trium Poptium 85. Albertus Milioli (3* Ord ff. Min.): Liber de Gesta obsidionis DaTemporibus etc. miatae in M.G.H. 313s. n. 91 passim. Albertus (fr.) Stadensis 0. F. M.: Annal. a condito orbe 18 s. n. 60 pass. v. Sta-
BuU. 302.
Anonyme Prisonnier: Ckroniqtte 40 n. 12. Anonymus (fr.) saec. XIII: Vita S. Frane.
30 n. 8. Antica cron. Perugina cit. dal Bonazzi 85. Aranda (P.) Antonio: Verdadera informacion
ecc. 392.
densis.
Alishan (P.) Leone, Mechitar.: Armeno- Veneto 328 s., 338. Amadi Storia di Cipro Ms. ap. Mas Latrie 393.
:
Amat da
Archiv fwr Liti, und Kircheng. 43 n. 13 pasV. Ebrle. sim Archives de V Orient Latin 231, 259, 260 s., v. Mas Latrie 301, 325 s., 428 et pass.
Bhrieht.
470
Archivio Stor. Italiano 294, 300, 301. Archivio del S. Conv. d'Assisi 227. de'PP. Min. Conv. di C.poU 129. > de' f. Min. del Monte Sion in Grerusa-
lemme
>
di
8.
Padova 300.
n.
86.
Berger: Regist.
Roma
52.
de'Frari di Venezia 417 s. Arisio: Cremona sacra, emend. 327. Arnaldus (fr.) de Serano O. F. M. cronista, creduto autore del Chron. 24 Gen. 65.
Benvoglienti, scrittore 144. d' Innoc. IV, 228. Bemardus (fr.) de Bessa 0. F. M.: Liber de laudibus S. Fr. (in AncUeeL frane, t. Ili)
29, 72, 120, 138, 180,
290
11
suo libro
Art de
monco o mutilo 130 nota 4'. Bemardus Guido (in Muratori) 86. Bemardus Thesaurarius: Historia etc 11 n. 3
Arturus (P.) a Monasterio 0. F. M. Martyrol. emend. 323, 345. francisc. 219, 291 Atti, della Soc. Ligure di Storia Patria 358. Aazoguidi (P.) 0. P. M. Conv. cit. 103.
passim.
Bessa v. fr. Bemardus. Bessrione (II): pubblicazione periodica di studi Orientali diretta da Mons. Niccol Marini: 129, 256, 259, 283.
BiMioth. de
B
Backer (De): Fr. Guillaume de Stibrouck
230.
etc.
Balei: Scriptores Brytanniae 268. Baluzii- Mansi Miscellanea sacra ed. 2' 194, 195, 225, 238.
:
Le B. Raym.
LuUe:
366.
ttides
Balzani
Boehmer
(H.): Analekten zur Geschichte des Fr. von Assisi 4, 5, 7, 8, 37, 52, 85 n. 29
314, 322.
pass.
Bandini: Catal. Codd. Bibl. Laurentianae 173. Baronius (Card.): Annales eccl. 171, 172 s. BarthoU (fr.) Francisci: Traci, de indulg.
Portiunc. (ed. Sabatier) 120.
pel primo corregge il grave errore cronologico del Sigonio e degli altri
sulla venuta di S. Frane, in
Bologna
98.
179.
v.
Acta SS.
Bartholom. (fr.) Anglicns (non a Glanville) 0. F. M.: Liber de proprietatibus rerum etc. Edizz. e Mss. 276-79 n. 76. > (fr.) Anglicus a Glanville 277. V. Pisauus. (fr.) a Pisis
Bonaventura
Basnage
Card.: Opera omnia (ed. Quaracchi) 31, 235 Legenda major et minor. S. Fr. 17, 22, 30 n. 19 pass., 36, 53, 54 perch detta leggenda tutotxx lodato 50 citato dal Mariano 79
(S.)
v.
Canisius.
da Dante
34.
Bassi (P.)
Beau
(Le): Stor. del Basso impero 227. Belin (A.): Hist. de la laUnit de C.ple. 84, seconda ediz. del P. Ar136 s., 255
29
passim.
nota
l*.
Bonghi (Rog.) rie. 37. Boni (P.) Min. Conv. 73. Bonifacius (P.) Stephani de Ragusio O. F.
temporum
De
Conformitates
Conform. (1620) del Pisano 73-74. Benedictus XIV De servorum Dei beati/. 153. Benedictns (fr.) de Alignano 0. F. M. : ie eonstruetione castri Saphet etc. 236-53 n. 65. Benedictus (fr.; Polonus: De itinere ad Tartaro etc, relax,
Bonnin: Regestum Visitationum archiepiscopi Rothomag. 271 n. 73 pass. Bovillo (Carlo): Vita Raym. LuUi 371 s. Brevi descriptio Orbi ex cod. ms. 399, 402-4. Brewer: Fr. Rog. Bacon Opera quaedam 269.
Bridges The Opus Maju of. Rog. Bacon 2678. Bmnet: Manuel de Bibl. 278. BvUarium M. S. Monti Syon in Irdm 160, 234 T. fr. Cristoforo da Vareae.
:
.
ignota al Waddingo,
m Index Auctorum
BuUarium peculiare Terrae Sanctae 413
saecuU
et
Oodicum.
(fr.
471
Clareno
XIII
413-23 n. 110.
della
BuUettino critico di cose francescane diretto dal prof. Suttina 236. Bzovius (P.) 0. Pr.: Annales: emend. 270.
Angelo. Codagnello: Chron. Placent. 3158., Gesta obsidionis Damiatae 85 n. 20 pass. 315 16. Codici di varie Biblioteche citati o studiati
nel presente volume: Assisi del S. Conv. 19, 139, 351. Barletta 392.
Regola di eoccusatoria 52
v. fr.
Calahorra (P. Giov. da) 0. F. M.: Chronica de Syria 189, 32<j, 350, 360. Canisius-Basnage: Lection. antiq. 65, 182. Cantarelli (Carlo): Cron. difr. Salimbene (tradotta in ital.) 317. Carlino (fr.) de' Grimaldi, e sua relaz. sui martiri
14
di
Arzenga 325.
cit.
dal
V.
.
116.
Celano
(fr.
Vita
pass.,
Tom. prima
da),
et
primo biografo di
etc.
152
secunda
nn.
pass.
53,
Heidelberg 186.
Londra Museo
s.
Ceperano (il da) rie. 50. Chabot (I. B.): Histoire du Patr. balaha III 323.
Charrire: Negociations 84.
>
Mar
la-
de' March.
Chavin de Melan: Vita di S. Fr. 37. Chevalier (Ulysse): Reprtoire; emend. 277,
327, 329
V.
Chronicae ab
initio
Ms. 54.
S. Bertini 70.
v.
Pipino,
20, 86
v.
Oxford 20, 175, 429. Padova, Bibl. del Santo 277-79. Parigi, Nazion. 10 s. n. 2, 13-15, 142, 164, 234, 238, 244-46, 272, 291 n. 83, 309 s., 352, 357 s., 425, 426 s. S. Antonii: Roma, A lessandrina : 246 Barberina: 172 63, 123, 126-28, 312 S. Isidori: 43, 52, 57, 342 s. Jhigi: 70 Vaticana 64, 163, 186, 317 Cappon.
41-42 n. Reg. Chr. 8. Siena Conv. Osserv. 44, 53, 118-19, 341 s. Todi 41 n, 13, 140. Torino Nazion. 190 n. 66, 200 s., 246, 399 n. 114. Venezia Nazion. 231, 294, 393.
Anal.
au-
Chronicon Lemovicense 260. Chronicon pseudo-Odorici 305 337. Chronicon de septem Tribulat. Ordinis Min.: nn. 13-14 pass., cenni 54 s. v. fr. Anv. Cronaca. gelo Clareno
Verna
(arch. del
Monte)
in
Toscana:
Dardel)
Chronique du Royaume d'Armenie 336. Civezza (P. Marcellino) e Domenichelli (P. Teof.) 0. F.M.: La leggenda de' Tre Compagni 21, 22, 32, 50 n. 13 pass., 85 n. 20 loro giudizio sul Pisano 71 Le Missioni francescane, 150: emend. 185 . Domenichelli. Civezza (P. Marcellino) 0. F. M.: Storia universale delle Missioni francescane, cit.
Vienna (Austr.) Palast. 68, 277. Codici vari della lettera di S. Fr. a fr. Pietro Caiani 123-24. > di Alchimia attribuiti a fr. Elia di
Cortona 116-17. del b. Raim. Lullo a Monaco, Parigi v. Lullo. e Venezia 366-92 di fr. Rog. Bacone 268 s.
eW itiierario
pino 190 s.
n.
di
fr.
Giov. da Piancar-
passim in tutta l'opera Bibliografia Sanfrancescana 291-92 BrevUoquium fr. Gerardi de Prato 255,
il
Tesoriere
2.
472
IH
di
fr.
Index Auctomm
Diaz
et Oodicum.
(P.) 0. F.
Bartolom. Anglico 277-79. argomento sulle Crociate e itinerarii in T. S. 410 n. U7. V. Labb. Coleti Collecton di' tudea et de Docum. sur l'hist. relig. et littr. du Moyen-ge, (diretta dal v. Sabatier. Sabatier) 106
Lucerna Hierosolymitana
zelatore della povert ecc.
di yario
216.
Disputatione fra
Ms. 54.
Dobner, editore del Margnolli 303. Doctrina et amaestramenti della patientia Ms.54. Documenti di storia Patria 179. Domenichelli (P. Teof.) 0. F. M.: Vita e viaggi
del b. Odorico 3038.
Compagni
Tre): Leone, Angelo e Rufino, loro scritti 15, 32, 45 n. 13 passim. V. Leg. 3 sociorum. Compie rendite du 3 Congr. acientif. intemat. Bruxelles 364. v, Conformitates B. Fr. emendate 105 Pisanus. Continuatones Anglicae FF. Minorum in
(i
Du Cange-Rey FamUles
:
M.G.H.
aem
n.
29
pass.,
Continuatori di Guglielmo di Tiro 62, 188-89. Constnictione (De) castri Saphet, con varianti al testo Baluziano emendato 236, 245-53. Cordier Les Voyages en Asie du B. fr. Odo:
Eccleston
(fr.) Tbomas 0. F. M. (in 1. 1 Anal. scriveva e. 1262: 104. frane.)'. 39, 87 Echard v. Quetif-Echard.
rie 268.
duard
Les Lgendes du St. Spulcre 82. Cox: Calai. Codd. Bodleianae 175. Cristofani (prof. Ant.): Storia d^ Assisi 34, 138 Vita versificata 21 n. 6. Cristoforo (fr.) da Varese 0. F. M.: Buttar. Terrai Sanata^ etc., Ms. autogr. 152, 160. Cronaca dei ff. Min. dal 1334 sino al 1505; Ms. ital. sconosciuto 54.
histor.
sur
V Ordre du
St.
(P.) d'Alen^on Min. Capp. 22 Spicilegium franeiscanwm, emend. 120-21. Efrem, cronogr. greco 166.
Ehrenfeuchter in M.G.H. 309 s. Ehrle (P.) Franz S. L: varia franciscana in Arehiv frir Littr. und Kircheng. 43, 45, 51 n. 14 pass., 219, 322, 341 s. n. 103 Hist Bibl. Aven. 359, 410 s. pass., 355 Enrico (fr.) da Pisa 0. F. M., supposto autore
della
Cronaca
14
pass.
Epitoma beUorum saerorum 65 s. racles, o Estoire d'raeles 14 n. 4 pass. Eronoul et Bernard Chronique etc. 10 n. 2 pass. tudes franeiscaines, periodico de'BR. PP.
:
lean Dardel. Daunau (M.) un art. su fr. Gugl. Bubmqus in Hist. littr. de la Fr. 230. D'Avezae: Relation de Mongols etc. 196 n.
v. fr.
34.
Capp. 229, 364. Eubel (P. Conr.) Min. Conv.: Provinciale Hierar Ord. Min. 130, 131, 260, 325 ehia 3, 34, 87 (emend. 216, 231, 254) Buttar, Bischfe, emend. 257, 284 francise. continuano 302 et passim.
55
passim.
Delaborde (Fr. H.): Vie de St. Louis etc. 297 s. Delaville Le Roulx: La France en Orient 367 s., 383, 426 s., 430-31. Delcluze: JRaym. Lulle in Bevue des deux
iZ conv.
Dalmazia
in Dalmastia 422
terarie 355.
e Storia de'ff.
pHi Min.
let-
Meniorie storico
Mondes
367.
Delisle (Leop.) in Journal des Savants 297. Demetrakopulos 'laropia xou (j^tajJLaxo? 283. Denifle-Chatelain: Chartul. Univ. Parisien.
:
46
inf.
latin. 359.
271
et
s.,
:
370, 371.
entre le
Levant
Faloci (Mons.) PuHgnan, fondatore della Misceli, franeescana (v.): 64, 81 ingiustam. emend. e severo contro il Pisano 74
Desboroug Cooley:
382.
Voyages
criticato 41 s., 130 n. 36 pass. FaruUi: Annali d' Arezzo 144. Fedele (P.) da Fauna 0. F. M.: Catal. Ms.
de'
Descriptio terrae
Agarenorum 1868,
m Index Auctorum
Felder (P.) Hilario M. Capp.: Geachichte der WisaenscTiafU. Studien im Framiskanerorden 277, 327. Felix Lajard in Ht littr. de la Fr. 219, 227. Fidentiua (fr.) de Padua O. F. M. Liber recuperationis Terrae Sanetae 291 n. 83, 426-28 n. 124. Fieschi (P.) Vino. 0. Pr.: Itiner. ai paesi Orientali di fr. Eicoldo 356-57. Fioretti (Leggenda di S. Fr.) 41 n. 13 posa.
:
et
Oodicum.
(sic)
473
54 (per Giov. da
Giovanni da Celano
Ceperano). Giovanni Focas,
Giovanni (fr.) da Piancarpino 0. F. M.: Itiner. ad Tartaros etc. 190 s. n. 66, 229. Giovanni de Tulbio (da Tolve): Gesta obsidionis Damiatae 315 s. Girolamo (fr.) Luti da Siena 0. F. M., ignoto
cronista del sec.
Giuliano
XV
54.
V. lulianus.
V.
Actus.
b.
Frane. 155,
Flaminio
(P.)
a Latera 0. F. M. 52.
Giustiniani: Scrittori Liguri 359. v. fr. Nicol. Glassbergr Gliubicb Dizion. biogr. della Dalmazia 355. Golubovicb (P.) Girolamo 0. F. M.: Serie cro-
Fleury: Stor. eccl. 157, 304. Forget: Les phUosopies arabe et la philosophie scolastique 364. Francesco (b. fr.) da Fabiano, e la sna Oronaca cit. dal Wadd. 123 not. 5*. Frantgi Giorgio Xpovixv edito da Frane. Carlo Altero 169. Fratini (P.) Min. Cony. : Storia della basilica
di Assisi 81.
nologica de' Superiori di T. S. 62, 65, 84, emendata 104, 185 n. 399 e passim. Trattato di T. S. difr. Frane. Su61 riano 78, 247, 392.
(P.) 0. F. M.: Seraph. Belig. Hist. emend. 345. Gonzati (P.) Bem. Min. Conv.: La basilica di S. Antonio 339.
Gonzaga
Gronovius Thesaur. graec. antiquit. 167. Guasti Cesarea La Basilica di S. Maria degli
:
,
GaUia
> >
Christiana:
Christiana nova:
Angeli 125.
Gubematis
Gubematis
Guglielmo
357
n.
107, 410s.
:
tori ital.
Gaston Dodo
Geremia
que de IrsUn. 10, 178s. n. 40. (P.) Min. Gonv. editore e mutilatore
delle ConformU del Pisano: criticato 73. Gesta Dei per Francos (ed. Bongars) 85 n. 20 pass., 186 s., 261. Gesta Dei per Fratres Minores n Terra Sancta 150. Gesta Crucigerorum Bhenanorvm (ed. Bdbricht)
-
continuatori, nn. 2, 3, 4, 32, 66. Guilelmus (fr.) a S. Patusio 0. F. M.: Vita S. Ludovici IX etc. 297 s. n. 86.
Guizot,
cit. 11.
H
Hain: Repertorium BibUogr. 278. Haklujt: The Principal navigations 198.
Harduinus, cit. 168. Haroldus (P.) 0. F. M.: Min. 77. 270.
Cbfjp.
94.
Gesta obsidionis Damiatae (qnattro redazioni differenti ed. Holder-Egger in M.G.H.) testi del 64, 85 n. 20 pass., 314-16 Muratori e del Rohricht 17. Giacinto (P.) da Cantalnpo 0. F. M.: Cenni
Annal. Ord.
Hauran
Giacomo
biografici ecc. 176. (fr.) Oddi di Perugia O. F. tore della Francescana Ms. 18.
M. au-
(Bartfa.), continuatore ed editore del lavoro del Littr (v.) sul b. Baim. Lullo edito in Hist. littr. de la Fr. 362-92 Hist. de la PhUos. scolastique n. Ili Notices et extraits de quelques Mss. 363
Gilbertus (fr.) Tomacensis O.F.M.: Hodoeporicon S. Ludovici regis, Ms. 219 s. n. 60.
Giordano
(fr.)
87 n. 20 pass., 188 n. emend. 38 not. 1". Giorgio Acropolita cron. gr. 166 s. Giorgio Frantgi cron. gr. 168.
n. 11 pass., 29,
62
bistratta inlaUns 389 emend. 368 degnamente la memoria e la mente del Lullo 362 s., 389. Heinemann, edit. di Tom. da Spalato 98.
Henrion,
cit.
304.
Giornale
HermannuB AltabensiB
in
M.G.H.
861.
474
Heyd:
Hist.
ni
Index
Auctorum
et
Oodicum.
Histoire Uttraire de la
du commerce du Levant 3678. France 229, 236 s., 269, 3628. n. Ili, 387, 390, 429 e passim.
Komorovo (fr. Ioan. de) 0, F. M.: Memor. Ord. Minorum 127. Kunstmann: Studien iiber M. Sanudo 305,
367, 382, 383.
Holder-Egger, edit. delle Gesta obsid. Damtatae in M.G.H. 85 s. n. 29 pass. suo giudizio sulla presenza del Sold. Corradino nell' assedio di Damiata 90-91 editore delle cronache del MUioli (v.), del SaUmene (v ) 313s. n. 91, 3178. n. 92. Horoy: Honor. Ili opera 88.
Labb-Colet
Huc,
cit.
305.
Langlois: Reg. Nic. IV 326, 330. Laurent: Peregrinationes quatuor 356. Lazari : / viaggi di M. Polo 381.
Hueber
127
Lecoy de la Marche: La chaire frangaise 219. citata Legenda Antiqua 41 s. n. 13 pass. dal Pisano 74 dal Wadd. come fonte
Diplom. 93, 115, 315. Hurter (P.) S. I: Nomenclator 361. Hurter (Dr.) Storia d'Inn. Ili 87, 407.
I-J
lacobilli:
Legenda 3 Sodorum
V.
Bollandisti) 15, 41 n.
13
pass., 87,
120
Compagni
(i
Tre).
Vite
de'
SS.
BB. dell'Umbria
127, 143.
lacobus de Guisa: Armai. Hannoniae 106. lacobus de Vitry v. Vitriacus. lacobus T. Giacomo. Ibn-Abderrahim, stor. arab. 260.
Legenda 7 Tributationum n. 18 pass. Legendae Quatuor citate dal Clareno 53. v. Actus. Legenda v. Fioretti. Legenda v. Speculum Perfectionis. Legenda Legenda S. Fr. versificata (ed. Cristofani)
21
n. 6.
Ibn-Ferat, stor. arab. 260. lean (fr.) Dardel 0. F. M., autore della C^ro-
differenti
nique d' Armenie 339. lebb: Opus Majus of Bog. Bacon 266 n. 71. leiler (P.) Ign. 0. F. M. in Kirchenlexikon 361. Informatione (La) che volle Papa Inn. Ili dall'Oriente, vari Mss. 1868. Ioannes, auctor legendae S. Fr. 53. Ioan. (fr.) a S. Ant. 0. F. M. : Biblioth. univ.
compilazioni del Nanni, Pisano e del Chron. 24 Gen. 127, 129 n. 36 pass., 149.
Leggenda antica
(vers. ital. e
compilazione Cla-
Leggenda Capponiana
Leggenda Umbra
Legg. antica.
emendata 236. franciscana 325, 385 Ioan. (fr.) de WinterthurO.F. M.:Gferonca351. Ioan. de Ypra :C%ron. S. Berlini 71.
lonville, biografo di S. Luigi
Leggenda di Gerusalemme 82
n, 27. v. Madd aloni. Leggenda del Poverello Lemmens (P.) Leonardns 0. F. M.: Doeum.
IX, 103.
lordanus
V.
(fr.)
52
antiqua 19, 32, 49, 72 Fragmenta 20, 260 Vitae Tres 21, n 8, 141. Le Mounier (ab.): Vita di S. Fr.: emend. 17
net. 4, 93.
Gord. da Giano, t. Giordano. lordanus Iter maritimum versus IrsUn. 181. Iter trans mare 181. Itinerarium fr. Willelmi de Rubruc 229. Itinerarium Sanctorum Locorum 408-10 n. 116. Itinerarium Terrae Sanctae 181-84. lulianus (fr.) de Spira O. F. M. biogr. di S. Fr. 7, 30.
Lempp
(Dr.): Fr.
passim
46
pass.
etc.
170
De
eccl.
Occid.
atque
Leone (P.) O. F. M. Aureola Serafica 150, 189. Leone (b. fr.) socio di S. Fr.: suoi scritti menv. Comtovati 42 8. n. 13 pass., 52, 121
Tre). LeQuien (P.) O. Pr.: OriensChristanus7b,S26. Liber duelli christiani in obsid. Damiatae 85
(i
pagni
Kirchenlexikon (Wetzer und Welte) 3, 361. Kobler: Mlanges de V Orient Latin 340, 3578.,
360
e Tari lavori
nella Bevite de
V Or.
n. 29 pass., 315 s. lAber defaetis Tartarorum etc. Ms. 2028. n.65. Liber memoriaUs diversarum Ystoriarum Ms,
iMt. 385.
d'Assisi 351-52.
m Index Auctonim
Libri de Passagiis
varii 410-12.
et
et
Oodicum.
475
M
Macheras Leonzio, stor. gr. Chronique de Chypre 394-97, 399. Maddaloni (Duca di): La leggenda del Poverello d' Assisi 84 n. 28. Magnocarallo: Marin Sanudo U vecchio ecc. 367 s, 382.
:
Livin (fr) de Hamme 0. F. M.: Guide-Indicateur de la T. S. 4 ediz. 62, 241, 324, 352. Lignages d'outre-mer 3298. Little (Dr.): Chron. fr. Pellegrini de Bononia
20, 236.
Littr (v. Haarau) ; euo studio bio-bibliografico sul B. Raim. Lullo in Hist. Uttr. de
Fr. 362 s. n. IH pass. Lorenzo Leonij: Catal. della Comunale di Todi 140.
la
Malan (Chevin
Liice e
Amore
(period.
francescano di Fi-
Mandach:
Mansi
St. Ant. de
renze) 41.
Manoscritti
Lucio (P.) Anguissola Min. Conv., coedit. al Succhio delle Conformit del Pisano 73. Luigi (P.) da Fabriano 0. F. M. Cenni della Prov. Picena 301.
:
Padue
etc. 73.
v. Codici.
V. Baluzii.
Parma
0. F. M.:
Vita
del B. Giov. da Parma 225, 226. Lullo (B. Raim.) 3. Ord. Min. : sue opere Pro conversione infidelium analizzate nel presente volume: 1. Ars Veritatis arabice versa ab
ipso
2.
Baym>
p.
373
v. Civezza. Marcellino (P.) da Civezza Marco (fr.) da Lisbona 0. F. M.: Cronache 72 emend. 324. Mariano (fr.) da Firenze 0. F. M. cronista, cit. 18, 19, 54 suo Libro delle Vite il solo de' SS. ff. Min. Ms. ined. 77 autore che ricordi l' approdo di S. Fr. in emendato 66, 74, 77. Candia 77 Marignolli (fr.) Giov. 0. F. M.: suo itiner. Orientale edito dal Dobner 303.
Marin Sanuto
Marini
:
3. Petitio
4. Petitio
Epistolae tres. Lier de gentili et tr-Oms sa pientius (arabice etc). 7. Lib. de Sp. Sto. cantra Graecos. 378 8. Lib. Tartari et Christiani. 9. Lib. de Trin. et Incam. (ara-
5.
6.
v. Sanuto. Archiatri pontificii 359. Mariti: Viaggi 187. Martne-Durand Thesaur. nov. anecdot.
:
375 (emend. 186) Ampliss. v. Baluzii. collectio 11, 293 Martinire (La): Grand DicUonn. 166. Masetti (P.) O. Pr.: Monumenta Ord. Praed.
71, 195,
3,
229,
bico
etc.).
380
Mas
10. Disputatio fidelis et infidelis. 11. Disput. fidei et intellectus. 12. Lib.
13. Lff>. de convenientia
intellectus.
17, n.
85 n.
20
312
14. Lib. de
tione T. S.
16. IHsput.
Fine seu
De
eaeptigna-
382
Bay.
et
Homerii Sa-
raceni (arabice) 383 16. Lib. de acquisitione T. S. 885 17. Supplicano S. Theologiae prfessoribus. 18. Lib.
Matte! Sardinia Sacra 326. (fr.) 0. F. M. amanuense del Cod. latino Laurenzi ano di fr. Angelo Clareno 53. Matteo Paris: Chron. major. 101, 115, 186 autore sospetto e fifilso 138, 168. Mauritius (fr.) 0. F. M.: lUner. T. S. 279-80
Matteo
386
NataUs sen
tract.
de
re-
cuper. T. S.
19. Disput. clerici et
tastici
n. 77. Mazzara (P.) 0. F. M.: Leggendario francescano (3* ediz. Veneta accresciuta dal P. Pier Antonio da Venezia) 127, 135.
Bay. phan388
Mazzatinti
Inventarii delle
bibl. d'
ItaUa 117.
Mazzoni
20. Petitio
ad cusquirendam
21.
De
participatione Christiano-
Melissano (P. da), continuatore del Wadd. 215. Mmoires de V Aead. de Bruxelles 4.
rum
cuni
et
Saracen.
Venetorum, ed
al-
389
22. Consolatio
altri.
890
322.
476
Meyer Paul,
m Index Auctorum
in Hist. litter. de la
et
Codicum.
Fr. crtica
del
Orient Latin (varie pubblicazioni della Societ francese dell') 62 v. Archives e lievuc
Michaud: Storia
de l'Or. Lat.
Oriente Serafico (periodico francescano di Assisi) 82, 85 n. 29 pass. Oudin: Commentar. Scriptorum 162 emendato e criticato 170 n. 46, 277, 236.
Rossi) 4, 85 n. 29 pass., 230, 324, 368. Michel Reinaud, edit. del Livre de la loi au Sarra^ins (opera del Lullo) 376. Migne Patr. Gr. e Patr. Lat. 66 n. 46 passim, 315,
Minocchi (Don) Salv. Leggenda antica ecc. 41 n. 13 pass., 61 criticato 438., 46, 51. Minorit Erphordiensis: Chronica Minor. 102, 261 n. 69 emend. 324. Miscellanea francescana (edit. Mona. Faloci)
Pachymero,
Palaeol.
De
Michele
Monumenta Germaniae Bistoriea 85 n. 29 passim, 102, 261 s 269, 309, n. 89, 313
91, 317 n. 92, 324, 354. Monumenta Portugalliae Histortca 80. Mortara: Catal. dei Codd. ital. della Bodn.
284 90 n. 81, 299 De Andronico 333. Pacquot: Mmoire littr. des Pays-Bas 230. Pagi (P.) Min. Conv.: Breviar. historicum
87, 153.
leiana 429.
Palmieri (P.) 0. S. A., orientalista, in Bessarione 129, 283. Palomes (P.) Min. Conv.: Storia di S. Fr., dei FF. Minori e loro denominazioni 37
Moudjir-ed-Dyn, cronista arabo: Qironiqtie V. Sauvaire. 189 Muratori: Script, rer. ital. 11, 13, 17, 82, 85, n. 29 pass, (emend. 314, 322) Anti-
N
Nanni o Nannes de
Aretio, autore della Vita o leg. B. Benedicti 129 n. 36 emend. la data della morte del beato 147.
emend. 19, 223. (fr.) Veneto O. F. M. vesc. di Pozzuoli, cronista e revisore del Sanuto 58, 64 n. 17, 121-22 Polychronieon 64 s. Papini (P.) Min. Conv.: 1 Storia di S Fr. 2 Notizie sicure 3 Etruria francescana 4 Index onomastieus Ms.: 21, 71, 86
Paolino
n.
29
Nastagio (fr.) 0. F. M scrittore del sec. XV 1 86. Naturai hist. review (Dublin) 267. Neues Archiv 189.
:
310
pass., emendato
104, 125, la, 139, 215, 346. Pasini: Codices Mss. bibliothecae Taurin. 399
Niceforo Choniat*^, stor. bizantino 166, 167, Nieeforo Gregora, stor. bizantino 167. Nicol (fr.) de Curbio 0. P. M.: Vita Inn. IV 195, 225.
Nicol da Este Viaggio a Gerusalemme 398. Nicol (fr.) Glassberger 0. F. M. Chronica in Anal. frane, (t. II) 29, 80, 88 e n. 29 pass. Nicol de Martbono: Liber pei'egrinat. ad
: :
emend. 200. Pasqual: Vindiciae Lullianae 366, 382. Patrem (P.) Leone 0. F. M. e sua cronologia sulla vita, di S. Fr. 85 n. 29 passim. Patrologia Graeca (ed. Migne) 66 e n. 46 pass.
Pellegrino (fr.) da Bologna 0. F. M., compendio d' una sua Cron. smarrita 130 not. 4, 290. Petit Radei in Hist. littr. de la Fr. 236 s.
Loca Sancta 398. Nordenskiold (il Barone) e il Lullo 430. Nouvelle Biographie 337, 338. Novati (prof.) in Giornale storico 317
Misceli, frane. 21.
Pierre Pietro
in
Du
d'
Bois:
163.
De
recuperatione T. S. 387.
C.polis Belgica citata dal
Outremann
Wadd.
Pinius (P.) Bollandista, emend. 131, 141. Pipino (fr.) Fran. 0. Pr. cronista, emend. 11
e n.
Pisano
Oldoini, Aihenaeum lgusticum 359. Oliveri Scholastici Histor. Damiatina 85 s.
:
passim. Bartolom. 0. F. M. autore dell'Opti de Conformitate: cenni criticobiogr. 71 n. 22 scriveva il 2.f'utt e. il 1379:
(fr.)
71 not. 2"
dell'
n.
Opera
pass., dilettevole
29
90 s., 101.
.
200.
(ediz.
Qaaracchi)
abbiamo tre sole edizioni Quaracchi 72 difeso dall'ipercritica 131 citato 20, 50, 63, 68, 748., 71
8.,
m Index Auctonun
Folychronicon fr. Paulini Veneti 64 s.
Paolino.
et
Codicum.
477
Croiss 266
v.
Possinus (P.) S. I., editore e traduttore del greco Pacliymero: emend. 258, 284-90. ^otiiiaLiX: Biblioth. medii nevi 3, 14, 88, 228,
309, 327.
varia in Revue de V Or. Latin 66 e passim. Riant (conte), fondatore della societ francese de r Orient Latin (v), editore degli
Quaracchi
(i
PP. Minori
d) presso
Firenze:
Archives de V Or. Lat. (v.) ecc. sua fr. Lavinio 62 Les Scandinaves en Terre Sainte 279-80 Hist. de V gl. de Bethlem 243. Riccardo da S. Germ. Chron. 82, 186 s. Ricoldus (fr.) a M. Crucis 0. Pr.: Itineralettera a
editori degli Analecta franciscana (v.) e di altre opere storiche, ecc. 30, 31, 32,
La loro prossima ediz. critica delle Conformit del Pisano 71, 72, 148. Quaresmius (P.) Frane. 0. F. M.: Elucidatio emend. 323. Terrae Sanctae 67 Qutif-chard (PP.) O. Pr. Scriptores Ord.
40
rium T. S. 352-53, 346-57. Rinaldi (P.) Min. Conv.: Vitae duae S. Fr,
32, 120.
Rituale
Praed.
etc.
87,
424
editori
della Relatio
disputationis
137
cum
graecis
apud Nicaeam
Robinson: Palaestina 182. Rodulphius fP.) a Tossignano Min. Conv. Histor. Seraph. 135, 145 emend. 324,
emend. 305.
327.
Rogerius
(fr.)
situ T. S. etc.
Radei
V. Petit.
Rohrbacher: Stor. univ. della Chiesa 157, 304. Rohricht (Reinold) Syria Sacra (in Z. D. P.
V.) 231, 233, 312, 354.
Ragusa
Rainerio
Cfr.
Ramusio: Viaggi e Navigazioni 200. Raynaldi: Annales 254, 392 emend, 131, 296. Razzoli (P.) Roberto 0. F. M. scrittore e fon-
Palaestinae 267 (emend. 277, 386) Retugesta regni lerosolimitani liH, 230 des sur les dern. temps du Roy. de Irslm. 328 n 90 pass, (emend. 259-60) Studien 91 Deutsche Pilgerreisen 396 Testim. minora de quinto bello sacro 80.
Biblioth. geogr.
e passim.
Amore 44, 53, 77, 119. Recieil dea Histor. des Croisades 10 e nn. 2,
datore del periodico L/uce e
passim, 85 n. 29 pass. Becueil des Hist. de la France 70, 260. Becueil de Voyages et de Mmoires par la Soc. de ^ogr. 229.
Rotuli di
fr.
e passim.
Rubeis
Vita
Georgii Cyprii
294.
Rubruquis
ad partes
Reineck: Eistoria Orientalis 199. Relatio disputationis cum graecis Nicaeae (an. 1234) habitae etc. 137, 163 n. 45.
Remusat (Abel)
in
Renan
de la Fr. 387.
Sabatier (Paul): Vie de S. Fr. Tractatus fr. Fr. Bartholi Speculum Perfectionis Actus B. Fran. Collection d' tudes etc. 24, 8, 15, 18-9, 22, 32, 37, 39, 51
n.
Revue historique (di Parigi) 227. Revue d' hist. eccles. (Louvain) 51. Revue de V Orient ChrUen 232, 312, 328 s. Revue de V Orient Latin (tomi I-X) 155, 159, 231, 323, 392, 424 e passim. Revue de Quest. Tstoriques 360. Rej (E. G.): Les Colonies franques de Syrie 67 tude awr la topographie de la ville d'Acre 353 tude sur les monvm.
14 pass. 53, 85 n. 29 pass., 106, 111, 120 criticato rivendica il Pisano 72 o emend. 46, 61, 97, 98, 122. Salimbene (fr.) O, F. M. il suo Chronicon (ed Parma) 21, 22, 82, 85 n. 29 pass. emend. 180, 192-93, 223 317 n. 92
ediz. 2. dell'
Holder-Egger 317, 319-23 altre sue opere perdute 319-23 sue relazioni col cronista Alb. Milioli 313 n. 01.
478
UE
Index Auctorum
et
Oodicum.
Salznger : B. Raym. Lulli opera omnia 362 s. n. Ili pass. Santarelli (Mons. fin.) Gianmaria 0. F. M. autore dell'opera La Tradizione francescana e il Corpo e Cuore di S. Fr. ecc. 73.
Strom: Monum.
hist.
Norvegiae 279.
Studi storici, periodico Torinese 103. Suriano (P.) Frane. 0. F. M. Trattato di T.S. e
dell'
Sanuto {^ATn): Secr. fidl. Crucis ed. Bongars 57 n. 16, 68, 85 n. 29 passim, 383, 387
V. Marin. Saracenis (De) et de ritu ipsorum Ms. 399-401. Memorie star, dtta chiesa Saroglia Gior. d'Ivrea 290. Sauvaire (H.): Chronique de Moudjir-ed-Dyn
:
Suttina edit. del Bullett. di cose francese. 236. Suyskens (P.) S. I. BoUandista, autore della
Vita S.
8,
80
emend.
120-22.
Bvllarium frandscanum 8, 34, 60, 63, 86 n. 29 passim. emenSupplem. ad scriptores 22 dato 52, 139, 1708. n. 46, 188, 236, 277, 284, 292 n. 84, 327, 379 giunte al suo
:
Tabarrini: Studi di critica storia 194, 314, 322. Tabvlae Codd. Palatinae Vindohon. 199. Tafel und Thomas: Fontes rerum Austriaca-
rum
235.
Buttar. 227-28, 231 n. 63, 234, 236, 326. Schematismi della Custodia di T. S. 189. Schlumberger in Archives de l'Or. Lat. 332. Sebastiano Pauli : Codice diplomatico 189, 234,
264.
Teobaldi (P.) Min. Conv. cit. 87. Terrinca (P. da) 0. F. M.: Theatrum Etrus. MinoriL 127, 310 emend. 139, 177.
Thode,
cit.
Thomas
dal
v.
Lempp. Tomaso.
113.
Sevestre: Dictionn. de Patrologie 173. Sicardo da Cremona e la sua Cronica edita dall' Holder-Egger 314 n. 91. Sigismondo (P.) da Venezia 0. F. IkL Bio-
Tiraboschi: Storia d. Ietterai, ital. 144. Tischendorf: Evangel. apocrypha 314. Tobler Titus: Bibliographia geogr. Palaestinae 405 Theodorici liettus de Locis Sanctis 405 s.
Tocco
Tolosano Paventino, cronista 179. Tomaso (fr.) da Celano 0. F. M. primo biografo di S. Fr. n.
e passim.
.
Simonsfeld
Sollerins
cit. 57.
Tomaso (fr.) da Pavia O. F. M. Gesta Imper. et PonHf ecc. 127, 135, 142, 146, 148,
Vita B.
(P.)
BoUandista:
Baym.
309-12 n. 89.
Tomaso
Dalmata,
emend. 378-79.
Spader (Mons.) 0. F. M. scrittore cit. 125. Speculum seu Firmam^rUum Ord. Min. 324
conobbe S. Fr. 98, 150. Tournebize (P.) S. I. Histoire de V Armenie 232, 312, 328
:
V.
Firmamentum.
4, 15,
Tres Sodi
pass.,
99
v.
Leg. 3 sociorum.
u
Ubertino
(fr.)
et Scior. (ed.
1504)
Vitae 225.
(fr.) Albertus 0. F. M.: Chronica 85 V. Albertus. Steele Bobert Metaphisicajr. Bog. Bacon ete.
Stadensis
UghelliCoIeti: Italia Sacra 34, 66. Ugolino (fr.) 0. F. M. citato da fr. Mariano come autore degli Acttis b. Fr. 80.
269.
Umbria Serafica
18.
Stephani (fr.) Bonifacius a Ragusio 0. F. M.: De perenni cultu T. S. 392. Stefano (fr.) de'Lusignano 0. Pr.: Chorografia e Bistorta di Cipro ecc. 93, 329, 393 s. Stefano (P.) Schoutens 0. F. M.: Fr. Ruyshroeck in Bull. Acad. Flamande 229. Stilting (P.) Ioan. S. I. BoUandista: Vita S. Ludov. IX in Acta SS. 297. Storia universale scritta da una compa-
Van Ortroy
(P.) S.
I.
314
n. 7, 49,
vers.
ital.
382.
Via eundi de lope in lerslm. Ms. 405 n. tl6. Fr. Bog. Bacon in Hist. littr. de la Fr. 269. Villani Giov.: Cronaca 276.
UE
Vincenzo
(fr.)
Jndex
Auctorum
et
Oodicmn.
479
Historiale 182, 199 n. 56 pass., 278. Vindicta Titi et Vespasiani in lerslm. 314. Vita h. fr. Aegidii in Chron. 24 Gen. 121.
tyrvm Ord. Min. 17-20, 32-33, 43, 63, 66-68, 82, 85 n. 20 pass.. 152, 168 e pass, in tutta l'opera emendato 2, 61, 66,
97, 98, 101, 104, 105, 122, 136, 276, 283-84, Vita 324, 328 n. 99, 337, 350, 429
129 n. 36.
v. Cristofani. Vita S, Franciaci versificata VUa di S. Frane, e suoi compagni (testo um-
Patri Thomae 398. Wetzer und Welter Kirchenlexikon 3, 361. Winkelm'ann: Acta Imperli inedita 157. cfr.
b.
bro)
lini
309.
y.
Leggenda umbra.
fr.
Wrigt e Michel:
Paa229.
de Bubruk
Veneti 64.
Wulf (De)
n.
111 passim. Vito (fr.) da Cortona 0. F, M. autore della vita B. HumUianae 139, 177 n. 48. Vitriaco o de VLtry (lacob. de): Historia
Orientai, et Occidentalis
Vita B.
vale 364.
Epistolae
29
etc.
2-10 n.
1, 66, 78-79,
85
n.
pass., 424.
w
Wadding (fr.) Luca 0. F. M.: Annales FF. Minorum SyUabus Scriptorum et Mar312, 354.
Zeitschrift
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Zeitsckrifi des Deutsch. Palaest.
Vereins 66,
4. 7.
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