Lenti
Lenti
Lenti
La lente ` e un sistema ottico costituito da un pezzo di materiale trasparente omogeneo (vetro, policarbonato, quarzo, uorite,...) limitato da due calotte sferiche (o, pi` u generalmente, da due superci non piane, e.g., cilindriche o gaussiane). A dierenza dei sistemi diottrici piani, essa pu` o formare immagini reali. Nel seguito, considereremo solo lenti sferiche.
Biconvessa
Piano convessa
Menisco convergente
Biconcava
Lenti convergenti
Lenti divergenti
Una lente sottile ` e denita come una lente il cui spessore ` e considerato piccolo rispetto alle distanze generalmente associate alle sue propriet` a ottiche (raggi di curvatura delle calotte, distanze focali, distanze degli oggetti e delle immagini). Dal punto di vista geometrico, la lente sottile ` e assimilata ad un piano.
G. Costabile
Asse
F r1
fuoco secondario
F
fuoco primario
Asse
r2
d f
d f
Asse
Asse F
r2 r1
Il fuoco primario F ` e un punto assiale tale che ogni raggio proveniente da esso o diretto in esso si propaga parallelamente allasse a seguito della rifrazione. Il fuoco secondario F ` e un punto assiale tale che ogni raggio propagantesi parallelamente allasse ` e diretto in esso o appare provenire da esso a seguito della rifrazione.
G. Costabile
s f T
S
f
T Asse
F F S A
M Asse y Q
A
ra gg io pr in c
ip a
le
s s
Nellapprossimazione parassiale il raggio passante per il centro della lente A ` e indeviato perch e attraversa superci parallele con piccolo angolo di incidenza. Applicando il principio di reversibilit` a, il ruolo delloggetto e dellimmagine si invertono. Come per il diottro sferico, M ed M sono coniugati, e cos` pure i piani per essi perpendicolari allasse.
G. Costabile
S x s f f s x
Sommando membro a membro e ponendo f = f , si ottiene nella forma gaussiana la formula dei punti coniugati: 1 1 1 + = s s f
G. Costabile
Moltiplicando membro a membro si ricava la forma newtoniana della formula dei punti coniugati: xx = f 2 Nella forma gaussiana le distanze sono misurate rispetto alla lente, in quella newtoniana esse sono misurate rispetto ai fuochi. La formula di Newton viene generalizzata semplicemente quando i mezzi ai lati della lente hanno indice di rifrazione diverso: xx = f f
G. Costabile
Forma newtoniana Lingrandimento lineare m nella forma newtoniana si ricava direttamente dalla proporzionalit` a fra i triangoli QM F ed F AS e fra i triangoli T AF ed F M Q : m y f x = = y x f
G. Costabile
Per applicare la formula, occorre tener presente le convenzioni adoperate: la propagazione dei raggi ` e da sinistra a destra le superci attraversate in questo verso sono considerate aventi raggio positivo se convesse raggio negativo se concave.
Per la dimostrazione, cfr. F.A. Jenkins, H.E. White, Fundamentals of Optics, McGraw-Hill, 1976, par. 4.9
G. Costabile a
G. Costabile
Sostituendo f dalla formula del costruttore di lenti, si ottiene la forma alternativa 1 1 P = (n 1) r1 r2 Il valore del potere ` e positivo per le lenti convergenti, negativo per le lenti divergenti. Es., P = 2 D ` e il potere diottrico di una lente divergente avente f = 50 cm. Le lenti per occhiali da vista sono fabbricate normalmente in passi di 0.25 diottrie. La supercie rivolta verso locchio ` e concava per consentire il movimento libero delle ciglia, pur tenendo la lente vicina allocchio.
G. Costabile
Lenti spesse
Se lo spessore di una lente d (distanza tra i vertici delle superci) non ` e trascurabile rispetto alle lunghezze caratteristiche (ed in particolare alla distanza focale), essa si dice spessa. In questa categoria si pu` o far rientrare, pi` u in generale, ogni sistema ottico centrato, considerandolo come tuttuno. Nel seguito questo ` e implicitamente assunto, anche se, per semplicit` a ci si riferisce ad una singola lente spessa. Si considerino due superci sferiche coassiali di raggio r1 ed r2 delimitanti un mezzo con indice n posto tra due mezzi aventi indice n ed n , rispettivamente, e sia M un punto immagine sullasse ottico posto nel mezzo 1 a distanza s1 dal primo vertice A1 . Riapplicando il procedimento gi` a adoperato in precedenza: si calcola la distanza s1 da A1 dellimmagine M formata dal primo diottro; rispetto al secondo diottro, si considera M come un oggetto posto a distanza s2 = s1 d dal secondo vertice A2 ; si calcola la distanza s2 dellimmagine M da A2 . Nellapprossimazione di raggi parassiali, M ed M sono punti coniugati. Le formule da adoperare (rispettando le convenzioni ) sono: n n n n + = s1 s1 r1
G. Costabile
n n n n + = s2 s2 r2
n F A1 H
n F
A2
A1
A2
La gura mostra il fuochi di una lente spessa. I piani passanti per le intersezioni dei prolungamenti dei raggi incidenti e dei raggi rifratti costituiscono il piano principale primario ed il piano principale secondario , e le loro intersezioni H ed H con lasse sono dette punti principali. I due piani principali sono piani coniugati e tra essi c` e corrispondenza punto a punto: I piani principali sono due piani con ingrandimento lineare unitario positivo. Le distanze focali sono misurate dai fuochi F ed F ai rispettivi punti principali H ed H (e non dai fuochi ai vertici A1 ed A2 ). Se n = n , allora f = f . Se n = n , allora n /n = f /f .
G. Costabile
A A
F M F H B s B s H
G. Costabile
Dalla geometria ` e possibile ricavare una serie di relazioni tra le distanze caratteristiche del sistema: n n n dn n = + = f f1 f2 f1 f2 f A1 F = f A2 F = +f 1 1 d f2 A1 H = f d f2 d f1
d f1
A2 H = f
G. Costabile
avendo pure individuato sperimentalmente la posizione dei fuochi primario e secondario, si ricava la posizione dei punti principali. o anche essere calcolata dalla formula HN = f (1 n/n ); La distanza HN pu` essa ` e utile per calcolare lingrandimento lineare: y s HN m= = y s + HN
a
G. Costabile
Aberrazioni
Cosa accade quando lapprossimazione parassiale non ` e suciente?
Aberrazione di sfericit
Crown
Flint
G. Costabile