La Patata

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APAT

Agenzia per la protezione dellambiente e per i servizi tecnici

Quaderno Botanico Agronomico LA PATATA

Con riferimento alle cultivar geneticamente modificate

Informazioni legali LAgenzia per la protezione dellambiente e per i servizi tecnici o le persone che agiscono per conto dellAgenzia stessa non sono responsabili per luso che pu essere fatto delle informazioni contenute in questo rapporto.

APAT - Agenzia per la protezione dellambiente e per i servizi tecnici Via Vitaliano Brancati, 48 - 00144 Roma www.apat.it

APAT, Miscellanea 2006

ISBN 88-448-0205-8

Riproduzione autorizzata citando la fonte

Elaborazione grafica Grafica di copertina: Franco Iozzoli, Apat Foto di copertina: Alessandro Savi, Apat

Coordinamento tipografico e distribuzione Olimpia Girolamo - Simonetta Turco APAT - Servizio Stampa ed Editoria Ufficio Pubblicazioni

Impaginazione e stampa I.G.E.R. srl - Viale C. T. Odescalchi, 67/A - 00147 Roma

Stampato su carta TCF

Finito di stampare ottobre 2006

AUTORI Dott. Alessandro Savi - Dipartimento Difesa della Natura Dott.ssa Valeria Giovannelli - Dipartimento Difesa della Natura Dott.ssa Valentina Rastelli - Dipartimento Difesa della Natura Dott. Giovanni Staiano - Dipartimento Difesa della Natura Si ringrazia il dott. Paolo Ranalli e la d.ssa Anna Moschella dellIstituto Sperimentale per le colture industriali del CRA per la revisione del testo

PRESENTAZIONE Le piante geneticamente modificate, coltivate ormai su larga scala in molte zone del pianeta, in Europa sono oggetto di approfondite valutazioni circa i potenziali impatti sugli ambienti agricoli e sulla biodiversit. In effetti, il corpus giuridicus della UE non ha eguali nel mondo. Ci allo scopo di assicurare la salvaguardia degli ecosistemi europei cos diversificati tra loro. In ottemperanza allarticolo 32 del D.lgs n. 224/2003 (che recepisce la Direttiva 2001/18/CE) lautorit nazionale competente in materia (il Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio) deve emanare un decreto con il quale sono, altres, stabiliti i criteri e le modalit relative allattivit di vigilanza. Ed in questottica che APAT si pone fornendo il primo di una serie di strumenti tecnico-scientifici, pratici e maneggevoli, che fungano da supporto agli operatori impegnati nei controlli ispettivi in pieno campo sia nel caso di piante rilasciate per scopi sperimentali e sia commerciali, permettendo il riconoscimento delle caratteristiche colturali e fitopatologiche della specie in oggetto. Naturale completamento del lavoro avrebbe dovuto essere la presentazione di procedure per lo svolgimento dell attivit ispettiva. Si preferito rimandare alle norme di imminente pubblicazione da parte dei Ministeri dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare e delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali le quali rappresenteranno lo standard nazionale cui attenersi. Per la sua importanza economica e per la sua vasta diffusione nella UE e nel mondo la prima specie oggetto di codesto manuale la patata. Oggetto di numerose sperimentazioni nella UE, al momento le autorizzazioni alla commercializzazione sono state concesse solo da paesi extraeuropei.

INTRODUZIONE La patata, coltivata attualmente in tutto il mondo dalle zone temperate a quelle subtropicali, rappresenta una fonte alimentare di primaria importanza. Essa una delle pi importanti colture nel mondo dopo frumento, mais e riso. Il prodotto destinato allalimentazione come tale (tubero) o allindustria di trasformazione. La coltivazione della patata occupa nel mondo una superficie di oltre 19 milioni di ettari, con una produzione complessiva di oltre 328 milioni di tonnellate di tuberi. I principali produttori mondiali sono: Cina (75 m.t.), Russia (37 m.t.), India (25 m.t.) e USA (oltre 20 m.t.) (fonte Banca Dati FAO, 2004). NellUnione Europea (25 Stati) la superficie destinata alla coltura di circa 2,3 milioni di ettari e la produzione di circa 67 milioni di tonnellate di tuberi (fonte Banca Dati FAO, 2004), che rappresentano il 20% della produzione mondiale complessiva. I principali produttori europei sono: Polonia (15 m.t.), Germania (13 m.t.) e Olanda (7,5 m.t.). In Italia la produzione annuale intorno a 2 milioni di tonnellate (fonte Banca Dati FAO, 2004), mentre il consumo annuale di circa 43 kg procapite, molto al di sotto della media europea, pari a 75 kg procapite (EUROSTAT, 2004). La produzione pataticola nel nostro Paese vede al primo posto la Campania, con oltre 3 milioni di quintali, seguita da Emilia Romagna (2,3 m.q.), Sicilia (2,3 m.q.), Abruzzo (1,6 m.q.), Calabria (1,6 m.q.), Puglia (1,45 m.q.) e Veneto (1,3 m.q.) (fonte Banca Dati ISTAT, 2004). In Italia rivestono un ruolo di primo piano la patata primaticcia (o novella) e la patata bisestile. La produzione di questa patata extrastagionale concentrata prevalentemente nelle regioni meridionali, con una superficie coltivata nel 2004 di oltre 20.000 ettari, (Sicilia 9.660 ha; Puglia 5.548 ha; Sardegna 1.530 ha, Campania 3.945 ha) (fonte Banca Dati ISTAT, 2004). La patata extrastagionale rappresenta la voce pi consistente dellexport italiano anche se ha mostrato negli ultimi anni un sensibile ribasso: nel 2004 stata esportata allestero per una quantit totale di circa 123 mila tonnellate e un valore di circa 40 milioni di euro (fonte Banca Dati DATIMA, 2004). La produzione di patata da industria rappresenta pi del 5% della produzione complessiva italiana (il dato - ISMEA, 2003 - si riferisce al prodotto che passa attraverso le Associazioni di produttori e non comprende quello conferito allindustria direttamente dai privati). Nellindustria della trasformazione della patata si distinguono tre principali settori: estrazione della fecola; produzione di alcool; trasformazione in prodotti alimentari. Attualmente nel nostro paese i primi due settori sono di scarso interesse; infatti, lItalia importa la totalit del suo fabbisogno in fecola, mentre, relativamente alla produzione di alcool, la distillazione incontra numerosi ostacoli di natura tecnicoeconomica. Diversamente, la trasformazione industriale della patata per alimentazione umana (chips e snack, stick, prodotti surgelati, etc.) rappresenta uno sbocco importante per la produzione pataticola nazionale.
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Il conferimento del prodotto allindustria avviene prevalentemente attraverso le Associazioni di produttori, che a loro volta fanno capo alle due Unioni Nazionali presenti in Italia: UNAPA (Unione Nazionale tra le Associazioni dei Produttori di Patate) e ITALPATATE. La trasformazione industriale regolamentata a livello nazionale dalla legge n. 88/1988, che concede un ruolo importante alle Unioni Nazionali delle Associazioni nello svolgimento degli accordi interprofessionali tra i produttori di materia prima e i trasformatori. In base a tali accordi lo stato eroga annualmente un contributo di circa 7 milioni di euro per le patate avviate alla trasformazione industriale e allammasso.

INDICE 1. ORIGINE E CENNI STORICI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2. INFORMAZIONI GENERALI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.1 Inquadramento sistematico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.2 Caratteristiche ecologiche ed esigenze climatiche . . . . . . . . . . . . 2.3 Caratteristiche morfoanatomiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.4 Strutture di propagazione e/o sopravvivenza . . . . . . . . . . . . . . . . 2.5 Riproduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.5.1 Riproduzione sessuale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.5.2 Riproduzione vegetativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3. SPECIE POTENZIALMENTE AFFINI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.1 Specie coltivate potenzialmente affini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.2 Specie selvatiche potenzialmente affini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4. TECNICHE AGRONOMICHE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.1 Cicli colturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.2 Tecniche colturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.2.1 Avvicendamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.2.2 Preparazione del terreno e concimazione . . . . . . . . . . . . . . . . 4.2.3 Scelte varietali e piantamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.2.4 Cure colturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.2.5 Raccolta e conservazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.2.6 Residui colturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5. AGENTI PATOGENI E PARASSITI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.1 Insetti fitofagi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.1.1 Dorifora (Leptinotarsa decemlineata Say) . . . . . . . . . . . . . . . . 5.1.2 Tignola (Phthorimaea operculella zell.). . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.1.3 Elateridi (Agriotes ssp.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.2 Nematodi fitofagi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.2.1 Nematode dorato della patata (Globodera rostochiensis Wollenweber) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.3 Patologie da crittogame . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.3.1 Peronospora (Phytophthora infestans-Mont. de Bary) . . . . . . 5.3.2 Rizottoniosi (Rhizoctonia Solani) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.3.3 Alternariosi (Alternaria Solani) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.4 Patologie da virus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.4.1 Virus dellaccartocciamento fogliare (PLRV) . . . . . . . . . . . . . 5.4.2 Virus del mosaico nervale (PVY) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.4.3 Virus del mosaico leggero (PVX) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.4.4 Virus del mosaico latente (PVA) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6. MIGLIORAMENTO GENETICO DELLA PATATA . . . . . . . . . . . . . . . 6.1 Biotecnologie applicate al miglioramento genetico della patata . 11 13 13 13 14 16 16 16 18 19 19 19 21 21 21 21 22 22 23 24 25 27 27 27 27 28 28 28 28 28 29 29 30 30 30 31 31 33 34
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7. RASSEGNA SULLO STATO DELLE SPERIMENTAZIONI E DELLA COMMERCIALIZZAZIONE A LIVELLO EUROPEO E MONDIALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . BIBLIOGRAFIA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . SITI INTERNET DI INTERESSE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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1. ORIGINE E CENNI STORICI Il centro di origine della patata situato nelle zone ad elevata altitudine del Sud America (Ande), che anche considerato il centro di diversit primario per i tuberi selvatici. Un secondo centro di diversit situato nel sud del Messico (Hawkes, 1990). Larea dove avvenuta la prima domesticazione della specie, circa 7.000 anni fa, identificata nella zona dellaltipiano tra Bolivia e Per, nella regione del lago Titicaca, dove si possono trovare forme diploidi1 selvatiche ed un elevata diversit di forme coltivate (Hoopes e Plaisted, 1987). Dal punto di vista geografico, larea di distribuzione delle specie selvatiche va dal sud degli Stati Uniti attraverso il Messico e lAmerica Centrale fino alle montagne Andine del sud America (Venezuela, Colombia, Ecuador, Per, Bolivia, Argentina e Cile Hawkes, 1990). La coltura stata introdotta in Europa nel tardo XVI secolo in seguito alla conquista del Per da parte degli Spagnoli e, dopo essersi diffusa largamente, alla fine del XVII secolo divenuta lalimento base degli Irlandesi e il prodotto principale della loro economia. La sua coltivazione continu a diffondersi in tutto il mondo durante le prime quattro decadi del XIX secolo. Nel 1845 la peronospora della patata, malattia causata dalloomicete Phytophthora infestans, distrusse le coltivazioni di patata nella stessa Irlanda causando un milione di morti (Clarkson, 1989) e lesodo di circa 1,5 milioni di abitanti al di fuori del paese (Alexopoulos et al., 1996). In Italia la coltura della patata fu reintrodotta dal Nord Europa durante i periodi di carestia seguiti alle guerre napoleoniche (Pignatti, 1982).

diploide: con corredo cromosomico caratterizzato dalla presenza nel nucleo cellulare, di cellule o organismi, di una coppia di cromosomi morfologicamente e funzionalmente simili per ciascuno degli n cromosomi presenti nella cellula. 11

2. INFORMAZIONI GENERALI 2.1 Inquadramento sistematico


Tabella 1. Inquadramento sistematico della patata (fonte dati Hawkes, 1990, elab. APAT)
Nome scientifico Famiglia Genere Sottogenere Sezione Sottosezione Serie Specie Subspecie Nome comune Solanum Tuberosum Solanaceae Solanum Potatoe Petota Potatoe (patate formanti tuberi) tuberosa tuberosum tuberosum Patata (in inglese potato)

La patata appartiene alla famiglia delle Solanaceae, diffusa in tutto il mondo ma concentrata prevalentemente nelle regioni tropicali dellAmerica Latina (Correll, 1962). Il genere Solanum, a cui appartengono oltre la patata altre colture di rilevante importanza come pomodoro, peperone, melanzana, tabacco e petunia, consiste di oltre 2000 specie (Burton, 1989). Allinterno del genere Solanum esistono diverse sottosezioni, tra cui c quella comprendente le patate formanti tuberi (Potatoe), di cui la patata coltivata la pi conosciuta (OECD, 1997). Per quanto riguarda la patata le specie coltivate sono 7 (delle quali S. tuberosum coltivata in tutto il mondo, mentre le altre sei unicamente nel Sud America) e 217 sono le specie selvatiche affini (Hawkes, 1990). Tale classificazione tassonomica varia per sensibilmente a seconda degli autori: per esempio, Sponeer e Hijmans (2001) elencano 199 specie selvatiche; in ogni caso la coltura presenta un numero elevato di specie selvatiche, rispetto alle altre maggiori colture. S. tuberosum diviso in due sottospecie: tuberosum e andigenum. Entrambe sono coltivate: la prima in Europa, nord America e nel sud del Cile (in cui era originariamente confinata), mentre la seconda diffusa dal Venezuela al nord dellArgentina (Hawkes, 1990). La maggiore differenza tra le due specie la reazione fotoperiodica: il S. tuberosum tuberosum in grado di tuberizzare anche in regime di giorni lunghi (16-18 ore di luce), mentre S. tuberosum andigenum esige giorni corti (12 ore di luce). La comune patata coltivata (S. tuberosum spp. tuberosum) una specie tetraploide (4n = 48); variet diploidi (2n = 24) si trovano soltanto in Cile (OECD, 1997). 2.2. Caratteristiche ecologiche ed esigenze climatiche La patata attualmente coltivata in tutto il mondo, in condizioni climatiche molto differenti: nelle regioni montagnose e in quelle temperate la semina primaverile e la raccolta autunnale; nelle zone pianeggianti tropicali e sub-tropicali la coltivazione avviene nella stagione pi fresca (Horton, 1990). Solanum tuberosum una
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specie erbacea perenne anche se coltivata come una specie annuale. Alla temperatura di 3C (foto 1) la pianta non sopravvive. Riguardo allesposizione alla luce, la coltura pu essere considerata una pianta a giorno neutro o breve. Per quanto riguarda lesigenza idrica, che rappresenta un elemento fondamentale per la coltura, la patata molto sensibile alle carenze, fattore che comporta un accorciamento del ciclo a danno della produzione sia da un punto di vista Foto 1 - Danno da gelo quantitativo (viene arrestata la tuberiz- Foto per gentile concessione dellIstituto Sperimentale per le Colture Industriali zazione) sia qualitativo. Per quello che concerne le caratteristiche pedologiche, i terreni ideali per la patata sono tendenzialmente sciolti, leggermente acidi, permeabili e profondi. Linizio della tuberizzazione avviene in tutti i rizomi nello stesso momento e termina con la morte della parte aerea. Linduzione della tuberizzazione dipende dal fotoperiodo e dalla temperatura: viene fortemente ridotta in condizioni di giorno lungo ed elevate temperature. Le condizioni ottimali di temperatura, in rapporto alle fasi vegetative della patata, sono cos schematizzate: germogliazione: +12-15C accrescimento: +12-15C tuberificazione: +14-18C fioritura: +20C maturazione tuberi: +18C 2.3 Caratteristiche morfoanatomiche La patata una pianta erbacea dicotiledone, alta da 30 a 90 cm (foto 2). Le parti verdi contengono solanina (un alcaloide tossico). Di seguito una breve descrizione delle principali caratteristiche morfoanatomiche della pianta: culmo, apparato fogliare e infiorescenze, apparato radicale e stoloni, frutti e semi, tuberi. Culmo costituito da uno o pi fusti ramificati, Foto 2 - Pianta di patata angolosi, fistolosi, con portamento eretto Foto per gentile concessione dellIstituto Sperimentale per le Colture Industriali o decombente2, di varia altezza e colore.

2 decombente:

che si piega verso il basso o in senso orizzontale.

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Apparato fogliare costituito da foglie pennate (imparipennate) con 7-13 segmenti ovato-lanceolati, acuminati. Infiorescenza Fiori riuniti in infiorescenze a cima; corolla da bianca a violetta ( = 20-30 mm), campanulata-rotata (tubo molto pi corto dei lobi o subnullo), antere gialle (foto 3). Parecchie cultivar di patata (S. tubero- Foto 3 - Infiorescenza sum spp. tuberosum) non arrivano a Archivio APAT-Autore Alessandro Savi fruttificare (allegagione) a causa della sterilit pollinica. Apparato radicale Comprende radici fascicolate che si originano dai nodi interrati del fusto e stoloni. Stoloni Sono steli sotterranei che hanno origine anchessi dai nodi interrati del fusto. Allestremit degli stoloni si forma il tubero in seguito ad un ingrossamento dovuto allaccumulo di amido nelle cellule della parte midollare del rizoma stesso. La tuberizzazione dei rizomi avviene in condizioni di oscurit; in condizioni di luminosit si formano invece degli steli eretti. Frutti e semi Il frutto, tossico e prodotto molto raramente, una bacca ( = 30-40 mm), di colore da verde a purpurea, a maturit avvolta dal calice solo alla base (foto 4). Il seme piccolo, piatto e reniforme. Peso medio del seme: 6x10-4 7x10-4 g (Tweddle et al., 2003). Da un punto di vista agronomico i semi veri e propri hanno poca importanza e vengono utilizzati principalmente per il miglioramento genetico (foto 5).

Foto 4 - Frutti Foto per gentile concessione dellIstituto Sperimentale per le Colture Industriali

Foto 5 - Semi Foto per gentile concessione dellIstituto Sperimentale per le Colture Industriali 15

Tuberi Rappresentano la parte terminale degli stoloni e sono costituiti da: una buccia o periderma che ha una funzione di protezione da uneccessiva perdita dacqua; il fellogeno3; il felloderma4 o tessuto parenchimatico. Nel tubero si distinguono: una parte basale che detta ombelico, che la parte di inserzione del tubero sul rizoma; una parte superiore detta testa. Le gemme della patata o occhi, che sono disposte a spirale, sono presenti in maggiore quantit nella testa. Di questo fattore si tiene conto quando si effettua il frazionamento della patata (per il piantamento), tagliandola in pi parti in senso longitudinale in modo da creare porzioni con un numero uguale di occhi. Il tubero contiene il 10-15% di amido, il 25% di proteine, l1,5% di zuccheri e 15 mg di vitamina C/100g (Vezzosi, 2001). 2.4 Strutture di propagazione e/o sopravvivenza I semi (TPS - true potato seed) e i tuberi (rimasti in campo dopo la raccolta), possono rappresentare delle strutture di sopravvivenza. In base ad alcuni studi i semi possono rimanere nel terreno senza perdere la loro capacit germinativa per almeno 7 anni (Lawson, 1983). I tuberi lasciati nel campo alla raccolta possono rimanere nel suolo e svilupparsi nella successiva coltivazione: vengono distrutti da un periodo di gelo di 25 ore a 2C oppure 5 ore a 10C (le specie di Solanum latino-americane possiedono una maggiore resistenza al gelo) (OECD, 1997). Il controllo delle piante nate da TPS e dai tuberi nei campi coltivati solitamente rappresenta un problema di breve durata, in quanto vengono controllate dalle normali pratiche agronomiche, per esempio con lutilizzo di erbicidi e evitando di coltivare la patata nello stesso appezzamento per un certo numero di anni. In ambiente naturale, fuori dai campi coltivati, le piante nate dai tuberi e da TPS non sopravvivono (Canadian Food Inspection Agency, 1996). 2.5 Riproduzione Le piante si possono ottenere da semi (riproduzione sessuale) oppure da tuberi (riproduzione vegetativa). Nel primo caso hanno un ciclo riproduttivo pi lungo rispetto a quelle ottenute per via asessuata. 2.5.1 Riproduzione sessuale Questo tipo di riproduzione utilizzata ai fini del miglioramento della coltura da un punto di vista della qualit agronomica e della resistenza agli insetti e/o alle malattie. Una pianta di patata produce (se arriva a fruttificare) circa 20 grammi di seme botanico. La produzione di TPS in ambiente naturale varia con le cultivar e le condizioni climatiche (Canadian Food Inspection Agency, 1996). Parecchie cultivar di patata (Solanum tuberosum spp. tuberosum) presentano una sterilit soprattutto maschile (Ross, 1986).
3 fellogeno: tipo di meristema di origine secondaria che, nei fusti e nelle radici, forma il sughero so4

stitutivo dellepidermide. felloderma: tessuto parenchimatico generato nel fusto e nelle radici dal fellogeno.

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Periodo di fioritura Solitamente inizia circa 50-60 giorni dopo lemergenza, quando la pianta ha emesso un certo numero di foglie (1419) e avviene in maniera graduale dal basso verso lalto protraendosi fino a due mesi (Casarini e Ranalli, 1996). Il periodo di fioritura, per la patata comune, va da giugno ad agosto a seconda della variet e dellambiente di coltivazione (foto 6).
Foto 6 Fioritura Foto per gentile concessione dellIstituto Caratteristiche del polline Sperimentale per le Colture Industriali Il colore giallo, pi o meno intenso, la forma sferica o ellissoidale (Casarini e Ranalli, 1996). Il polline della coltura resistente se mantenuto a temperature e umidit basse, mentre a temperatura e umidit ambiente perde la sua vitalit dopo un giorno (Plaisted, 1980).

Impollinazione essenzialmente entomofila, anche se i fiori della coltura non contengono nettare e quindi non sono particolarmente attrattivi per gli insetti impollinatori (Sanford e Hanneman, 1981). I bombi (Bombus spp.) sono i principali impollinatori della patata (Glendinning, 1976; McPartlan e Dale, 1994). Dispersione del polline Il grado di dispersione del polline varia indubbiamente con le cultivar, le condizioni climatiche durante la fioritura, la presenza e la frequenza di vettori impollinanti (Treu e Emberlin, 2000). Alcuni studi condotti in campo hanno rilevato la diffusione di polline transgenico ad una distanza di pochi metri dalla fonte (Tynan et al., 1990; McPartlan e Dale, 1994; Conner et al., 2004). In Europa la dispersione del polline di patata rappresenta comunque un problema non rilevante visto che i tuberi, che si propagano per via vegetativa, non sono interessati dallevento fecondativo. Potrebbe invece rappresentare un problema nei paesi meno sviluppati, dove vengono utilizzati i semi veri anzich i tuberi. Fecondazione E prevalente lautogama, mentre lallogama avviene molto raramente nelle condizioni di campo (dallo 0 al 20%) (Plaisted, 1980). Le variet tetraploidi sono autocompatibili (OECD, 1997). Conner e Dale (1996) riportano una percentuale di incrocio uguale a zero per una distanza di 20 m da una coltivazione di piante geneticamente modificate. Germinazione dei semi Le condizioni ambientali durante la conservazione dei semi influenzano fortemente la qualit del seme stesso: i semi conservati in condizioni di bassa umidit
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germinano pi rapidamente di quelli conservati in ambiente fortemente umido, ma soprattutto rimangono vitali per molto tempo (fino a due anni circa). Anche la temperatura un fattore che influenza fortemente la germinazione: i valori ottimali sono intorno ai 12-15C. I semi inoltre esprimono generalmente una dormienza da 4 a 6 mesi. In condizioni di buona umidit e temperatura ambiente di circa 20C le cultivar tetraploidi perdono la loro dormienza in circa 8 mesi (DAntonio e McHale, 1988; Pallais et al., 1990). In condizioni non normali per interrompere la dormienza si utilizza solitamente acido gibberellico. Disseminazione La disseminazione dipende dalle normali potenzialit della pianta. dovuta allattivit umana e a piccoli mammiferi (Hawkes, 1988). Tempo di generazione (da seme a seme) 1 anno. 2.5.2 Riproduzione vegetativa La patata pu moltiplicarsi vegetativamente attraverso i tuberi (o porzioni di essi), che si formano sotto il terreno dagli stoloni. I tuberi rappresentano il prodotto utile e il mezzo di propagazione della coltura. Ogni variet di patata una popolazione (geneticamente omogenea) costituita da individui tutti provenienti, per via vegetativa, da uno stesso tubero. Il ciclo delle piante che derivano dai tuberi-seme si compie mediamente in 100150 giorni.

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3. SPECIE POTENZIALMENTE AFFINI 3.1 Specie coltivate potenzialmente affini Le cultivar di S. tuberosum si possono incrociare con altre variet appartenenti alla stessa specie e, in teoria, ad altre specie appartenenti al genere Solanum (vedi pag 6). Esistono, per, forti barriere allibridazione dovute alla differente ploidia riscontrabile nel genere Solanum (OECD, 1997). 3.2 Specie selvatiche potenzialmente affini In Europa sono presenti specie selvatiche (non formanti tuberi) appartenenti al genere Solanum. Con alcune di queste (S. nigrum e S. dulcamara), che sono native (Stace, 1997) e diffuse ampiamente nel territorio europeo, sono stati effettuati esperimenti per verificare e valutare la potenzialit di ibridazione con la patata coltivata e leventualit di trasferimento del transgene. Da esperimenti condotti in campo (McPartlan e Dale, 1994) su piante GM tolleranti agli erbicidi stata valutata leventualit di un trasferimento del gene per la tolleranza agli erbicidi dalla specie GM alle due sopra riportate. Nei semi delle due specie selvatiche di Solanum raccolti non stata riscontrata in alcun caso la presenza del transgene. Inoltre attraverso esperimenti di laboratorio con tecniche di allevamento in vitro degli embrioni, dallincrocio tra patata GM e S. nigrum (utilizzata come specie ricevente polline) sono stati ottenuti ibridi, i quali per erano tutti sterili (Eijlander e Stiekema, 1994). Quindi, il problema dellibridazione tra la patata coltivata e queste specie selvatiche affini trascurabile, in quanto non avviene nelle normali condizioni di campo e, nelleventualit si verificasse, darebbe luogo a ibridi sterili. La patata pu dare ibridi fertili solamente con specie formanti tuberi (Canadian Food Inspection Agency, 1996) che, come ribadito pi volte, sono presenti solamente nellAmerica centro-meridionale.

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4. TECNICHE AGRONOMICHE La coltivazione della patata, in Italia, basata essenzialmente sullutilizzo di variet selezionate in altri paesi che non si adattano perfettamente alle nostre condizioni pedoclimatiche e alle tipologie produttive pi richieste dal mercato (AA.VV., 2003). Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha quindi intrapreso nel 1997 unimportante iniziativa finanziando il progetto Miglioramento genetico della patata (tuttora in corso) che ha visto la collaborazione di vari gruppi di ricerca. Sono stati ottenuti risultati interessanti, rappresentati principalmente dalla costituzione di nuove variet con migliorate caratteristiche negli aspetti qualitativi, nelladattabilit agli ambienti mediterranei, nella destinazione dimpiego (mercato fresco, industria), nella tolleranza a stress abiotici e biotici (dorifora, tignola, marciumi fungini e batterici, nematodi, PVYntn). Dopo 5 anni di test sono stati iscritti al registro varietale 8 nuove cultivar italiane, che vanno ad occupare diversi segmenti di produzione (AA.VV., 2003). Attualmente sono iscritte al registro varietale nazionale oltre 110 variet di patata (fonte Banca Dati MiPAF, 2003). 4.1 Cicli colturali Periodo di piantamento: patata precoce patata comune patata bisestile Periodo di raccolta: patata precoce patata comune patata bisestile 4.2 Tecniche colturali 4.2.1 Avvicendamento Per evitare i problemi dovuti alle patologie (da nematodi e da funghi) si evita la successione della coltura o un ritorno troppo frequente nello stesso terreno. La patata una coltura da rinnovo che pu essere inserita in rotazioni con colture cerealicole e leguminose da prato. Essa costituisce per i cereali unottima pianta miglioratrice visto il suo potere rinettante5, la concimazione che riceve e i residui colturali che lascia (che sono facilmente mineralizzati). novembre-febbraio marzo-maggio agosto-settembre

febbraio-giugno giugno-settembre novembre-febbraio

5 rinettante:

capacit di ripulitura di un terreno dalle infestanti. 21

4.2.2 Preparazione del terreno e concimazione La patata richiede delle lavorazioni profonde necessarie per garantire le condizioni migliori per la tuberificazione. Se si esegue la semina meccanica successivamente il terreno pu essere livellato; se viene effettuata la semina a mano si pu effettuare una assolcatura. Contemporaneamente ai lavori preparatori viene eseguita la disinfestazione del terreno con prodotti insetticidi utili contro le larve di insetti terricoli (Elateridi) e la concimazione di fondo distribuendo fosforo, potassio e azoto. Lazoto viene distribuito in parte prima della semina (40-50%) sotto forma di urea o solfato ammonico e il resto in copertura, per evitare il prolungamento della fase vegetativa e il ritardo della produzione. La carenza di questo elemento determina una vegetazione stentata e la formazione di tuberi piccoli non commerciabili, mentre un eccesso forma dei tuberi qualitativamente inferiori con una minore quantit di amido. Le esigenze di azoto per la coltura aumentano durante la levata raggiungendo il valore massimo prima dellantesi. Il fabbisogno medio di azoto, fosforo e potassio per una resa di 100 q/ha rispettivamente il seguente: - N: 50 Kg/ha (circa); - P2O5: 25 kg/ha; - K2O: 75 kg/ha. 4.2.3 Scelte varietali e piantamento I parametri da tenere in considerazione nella scelta delle variet sono: il ciclo di coltivazione (precoce, normale, bisestile), la destinazione del prodotto (per il consumo diretto o per lindustria di trasformazione), lambiente pedoclimatico, le esigenze di mercato. La nota capacit di adattamento a varie condizioni climatiche della patata e il particolare contesto climatico riscontrabile in alcune zone dellItalia meridionale e insulare permettono di realizzare due cicli di coltivazione extrastagionali: uno vernino-primaverile e laltro estivo-autunnale. Dal primo si ottiene la produzione precoce, detta anche primaticcia o novella, realizzata tra marzo e giugno; dal ciclo estivo-autunnale si ottiene la produzione di secondo raccolto o bisestile, realizzata tra luglio e novembre-dicembre. Oltre a queste due c la produzione primaverile-estiva della patata comune, che pu essere commercializzata fresca subito dopo la raccolta o immagazzinata e conservata per essere immessa sul mercato in periodi successivi. Il periodo per il piantamento della patata comune solitamente marzo-aprile in pianura oppure aprile-maggio in montagna. Il periodo per la patata novella novembre-febbraio, mentre per la patata bisestile agosto-settembre. importante lutilizzo per la semina di tuberi-seme certificati, cio con garanzie di sanit e vigore germinativo fondamentali per la buona riuscita della coltura e con apposito cartellino rilasciato dallente certificatore. I tuberi per la semina vengono utilizzati interi o frazionati. In questo secondo caso, frequente nella coltura precoce visto lelevato costo del seme, il tubero viene sezionato longitudinalmente, in modo che ogni frazione presenti almeno 1-2 occhi (foto 7): questo processo viene effettuato qualche giorno prima del piantamento in modo che le superfici si suberifichino e si evitino cos marciumi.
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Una pratica di un certo interesse agronomico la pre-germogliazione (foto 8), che consente di abbreviare il ciclo colturale di 10-15 giorni ed effettuare un primo controllo sullidoneit del materiale scartando i tuberi con germogli anomali. Il quantitativo di tuberi che normalmente si impiega per il piantamento intorno alle 2 t/ha. La semina pu essere fatta a mano o con macchine pianta-tuberi automatiche. Le distanze che vengono in genere rispettate sono: - distanza tra le file: 75-90 cm; - distanza sulla fila: 30 cm; - profondit di semina: 5-8 cm.

Foto 7 - Tuberi tagliati pronti per la semina Foto per gentile concessione dellIstituto Sperimentale per le Colture Industriali

Foto 8 - Patata pregermogliata Foto per gentile concessione dellIstituto Sperimentale per le Colture Industriali

4.2.4 Cure colturali Sarchiatura6 Ha un ruolo di supporto alla lotta chimica contro le infestanti. Rincalzatura7 Viene effettuata varie volte durante il ciclo colturale. Facilita sia la radicazione della coltura sia la sua tuberificazione. Diserbo La coltura pu essere infestata da molte specie di malerbe, sia di fine inverno (Poligonacee, Crucifere), sia tardo-primaverili (Chenopodio, Amaranto, Solano, etc.). Lepoca di impiego dei principi attivi va dal trattamento in pre-semina fino a quello fondamentale di pre-emergenza, ed eventualmente al trattamento di postemergenza. I trattamenti di pre-semina, effettuati per favorire la pulizia del letto di semina, utilizzano prodotti come il glifosate (devitalizzante fogliare) o il glufosinateammonio (disseccante fogliare). Il trattamento pi importante per questa coltura rimane lintervento in pre-emergenza, eseguito subito dopo lultima rincalzatura. I
6 sarchiatura: consiste nello smuovere e rompere il terreno in superficie, sminuzzandone le zolle con sarchiatori o altri strumenti adatti, per ripulirlo dalle erbacce. 7 rincalzatura: accumulare terra attorno allo stelo di una pianta.

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prodotti che si utilizzano in questa fase sono ad azione residuale, attivi sullapparato radicale delle infestanti. Queste ultime, tra laltro, possono veicolare affezioni patologiche alla coltura: la Phytophtora infestans nel caso di alcune Solanacee mentre alcune specie di Amarantacee, Chenopodiacee e Crucifere ospitano virus che per mezzo di vettori tipo Afidi e Nematodi possono essere trasmessi alla pianta. Irrigazione La coltura necessita di apporti idrici costanti ed elevati. Le fasi fenologiche8 critiche sono situate tra la stolonizzazione e la tuberizzazione. I volumi di adacquamento9 sono dellordine di 250-350 m3, quando gli interventi avvengono con una certa frequenza. I sistemi pi usati per lirrigazione sono laspersione e linfiltrazione da solchi laterali. 4.2.5 Raccolta e conservazione Lepoca di raccolta varia ovviamente a seconda del tipo di prodotto. Nelle patate novelle viene determinata valutando la consistenza del periderma e le dimensioni dei tuberi. Le patate comuni vengono raccolte a completa maturazione e il primo parametro da considerare il contenuto di sostanza secca: per le patate destinate al mercato per il consumo fresco questo valore deve essere al 18%; per le patate destinate allindustria di trasformazione deve essere al 20%. Un presupposto importante per una buona raccolta anche il grado di umidit del terreno, che deve essere in tempera10 in modo da facilitare la raccolta dei tuberi ed evitare di raccogliere anche la terra. La raccolta pu essere preceduta dal disseccamento artificiale della chioma con lutilizzo di prodotti chimici: tale operazione nelle colture da seme riduce i pericoli di infezioni tardive da virus, mentre nelle colture destinate al consumo facilita la raccolta meccanica. La raccolta meccanica pu essere effettuata con lutilizzo di macchine scava-allineatrici (scavano i tuberi, li portano in superficie e li riuniscono in andane) (foto 9) o macchine scava-raccoglitrici (dotate di bunker di 25-50 quintali e di nastri-cernita per favorire la selezione del prodotto e leliminazione degli scarti). Una volta avvenuta la raccolta i tuberi sono trasportati in magazzino, sottoposti ad eventuale cernita e calibratura11. una pratica consolidata, dopo la raccol- Foto 9 - Scava allineatrici ta, sottoporre le patate ad un periodo di Foto per gentile concessione dellIstituto cicatrizzazione delle ferite ad una tempe- Sperimentale per le Colture Industriali ratura di 10-15C e umidit di 85-90%.
8 fenologico: relativo ai fenomeni periodici della vita di un organismo vegetale, connessi alle varia9 volume di adacquamento: quantitativo di acqua distribuito 10 tempera: tenore ottimale di umidit di un terreno. 11 divisione in varie classi di grandezza.

zioni stagionali (fioritura, dispersione del polline, fruttificazione, etc.). per ogni intervento irriguo.

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Successivamente i tuberi vengono avviati alla conservazione in appositi ambienti (celle frigo-magazzini), con diverse modalit a seconda della destinazione del prodotto. Da 1 ha di coltura in Italia mediamente si producono 250 quintali di tuberi. 4.2.6 Residui colturali La patata lascia residui colturali come foglie, bacche, tuberi marcescenti, radici etc. (500 Kg/ha) (Costantini, 1995). La presenza di residui colturali un argomento che suscita grande dibattito per quanto riguarda le Piante Geneticamente Modificate. Infatti, come previsto dalla Direttiva 2001/18/CE sullemissione deliberata nellambiente di organismi geneticamente modificati, ai fini della valutazione del rischio ambientale delle PGM vanno considerati anche gli effetti a livello biogeochimico (Allegato II, C.2), in particolare sul riciclaggio del carbonio e dellazoto, che possono verificarsi in seguito a cambiamenti nella decomposizione di sostanza organica nel suolo. Pertanto, particolarmente nella fase post-rilascio, dovrebbero essere adottate misure volte a ridurre il potenziale impatto sul suolo, in considerazione delle sue funzioni ecosistemiche e della diversit delle comunit biotiche che esso ospita. Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, di concerto con il Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare, prevede la stesura di protocolli tecnici operativi12 per la gestione del rischio relativo allemissione in campo aperto di piante geneticamente modificate a scopo di ricerca e sperimentazione (saranno contenuti in un apposito decreto di prossima emanazione). Nel protocollo tecnico relativo alla coltura della patata si prescrive che, al termine delle prove sperimentali, i residui vegetali siano raccolti ed inceneriti e che il suolo sia sottoposto a bromurazione, al fine di devitalizzare eventuali semi fuoriusciti dalle bacche. Nel caso della patata, leliminazione di radici e tuberi a fine coltura si presenta meno problematica rispetto ad altre colture, essendo previsto il loro dissotterramento a scopo di raccolta. Inoltre, la moltiplicazione di piante transgeniche attraverso tuberi e semi rimasti nel suolo pu essere controllata abbastanza agevolmente.

12 protocolli tecnici operativi: schede che individuano le caratteristiche della specie considerata, le mo-

dalit operative e le misure da adottare allatto dellemissione deliberata di OGM, volte alla tutela dellagrobiodiversit, dei sistemi agrari e della filiera agroalimentare, come da definizione nellart. 2, comma 1a, del D.M. 19 gennaio 2005. 25

5. AGENTI PATOGENI E PARASSITI 5.1 Insetti fitofagi 5.1.1 Dorifora (Leptinotarsa decemlineata Say) La Dorifora un coleottero, fitofago polifago, originario del Colorado (foto 10). Linsetto compie il suo ciclo su diverse Solanacee, sia spontanee che coltivate, ma il suo ospite principale la patata. Il ciclo biologico consiste mediamente in due generazioni, ma pu variare a seconda della temperatura e del fotoperiodo. In genere, la forma adulta sverna nel terreno a circa 20 cm di profondit, raggiunge le piante di patata in primavera e si accoppia, deponendo le uova sulla pagina inferiore della foglia (una femmina pu deporre pi di 2000 uova); in estate si giunge alla seconda generazione. I danni maggiori sono causati dalle larve, che si nutrono principalmente delle foglie. Per difendere la coltura dallattacco di questo insetto si pu fare ricorso a prodotti contenenti Bacillus thuringiensis, utilizzati anche in lotta biologica; a questi possono essere abbinati prodotti piretroidi efficaci anche contro le nottue, Foto 10 - Dorifora della patata Archivio APAT-Autore Alessandro Savi oppure prodotti chimici. 5.1.2 Tignola (Phthorimaea operculella zell.) Lepidottero di piccole dimensioni, uno dei principali fitofagi della patata. La tignola compie diverse generazioni allanno a seconda delle condizioni ambientali e pu avere come ospiti tutte le Solanacee, coltivate e spontanee. Linsetto compie le sue prime generazioni in campo per poi continuare nei magazzini di conservazione. La tignola sverna come larva nei tuberi infestati, come crisalide negli imballaggi o nei magazzini di conservazione. Gli adulti di primo volo compaiono in primavera, quando la temperatura media tra i 10 e i 13C, e depongono le uova preferenzialmente in prossimit degli occhi dei tuberi. Le larve dellinsetto danneggiano le foglie (dove scavano mine), gli steli e i tuberi (dove scavano gallerie nel parenchima amilifero, causando un deprezzamento commerciale del prodotto e favorendo lattacco da parte di altri patogeni). Le larve, raggiunta la maturit, escono allesterno e si incrisalidano per trasformarsi in adulti. La difesa nei confronti di questo insetto, in agricoltura convenzionale, viene attuata con lutilizzo di trappole a feromone, sia in campo che in magazzino. Un accorgimento che viene applicato nei magazzini mantenere la temperatura al di sotto dei 10C: in questo modo si limita lo sviluppo del patogeno. Altri interventi difensivi possono essere ad esempio: rotazioni colturali con specie diverse dalle Solanacee; sarchiature frequenti del terreno; asportazione o interramento dei tuberi sani ed eliminazione dei tuberi colpiti; disinfestazione dei depositi.
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5.1.3 Elateridi (Agriotes spp.) Coleotteri fitofagi, comprendenti varie specie del genere Agriotes, le cui larve vivono nel terreno e si nutrono dei tuberi, scavando gallerie fino al parenchima amilifero (con conseguente deprezzamento commerciale del prodotto). Le infestazioni si verificano in primavera e autunno, soprattutto nei suoli ricchi di sostanza organica e con un elevato livello di umidit. Le larve hanno uno sviluppo completo molto lungo, di circa quattro anni. Alcuni interventi agronomici di difesa sono: rotazioni colturali; lavorazioni superficiali, per mantenere il terreno asciutto nei periodi in cui c la nascita delle larve (sono molto sensibili e se il terreno non sufficientemente umido muoiono); lotta chimica tramite lutilizzo di geoinsetticidi microgranulari, localizzati lungo i solchi in bande di 10-12 cm sotto i tuberi-seme (per fare da barriera alla risalita delle larve). 5.2 Nematodi fitofagi 5.2.1 Nematode dorato della patata (Globodera rostochiensis Wollenweber) il nematode pi pericoloso per la patata, e colpisce anche altre Solanacee coltivate e spontanee. Forma delle cisti di colore biancastro o giallo sulle radici, che contengono diverse centinaia di uova, la cui vitalit si conserva anche per parecchi anni; si schiudono solo in presenza della pianta ospite, in seguito alla produzione di essudati da parte delle radici. Mediamente compie 1-2 generazioni allanno. In campo la presenza del nematode evidenziata da zone con accrescimento stentato; a livello di singola pianta, i sintomi sono rappresentati da foglie piccole e ingiallite, tuberi di piccole dimensioni, apparato radicale ridotto. La difesa nei confronti di questo nematode attuata sia con mezzi agronomici che chimici. Tra i primi possiamo ricordare: la sospensione della coltivazione della patata sullo stesso terreno per almeno 4-5 anni; linserimento nella rotazione di colture che non vengono attaccate dal nematode e che quindi ne riducono linfestazione nel terreno; lutilizzo di variet resistenti; limpiego di tuberi-seme sani. Nella lotta chimica si pu fare ricorso allimpiego di nematocidi, il cui utilizzo va comunque abbinato ai mezzi agronomici per avere una diminuzione dellinfestazione fino a livelli economicamente accettabili. 5.3 Patologie da crittogame 5.3.1 Peronospora (Phytophthora infestans-Mont. de Bary) La peronospora, tra le malattie crittogamiche, sicuramente la pi dannosa, ed una delle malattie pi gravi in assoluto. causata da un fungo ficomicete, che attacca tutti gli organi della pianta eccetto le radici. Il primo attacco avviene sulle foglie basali; successivamente la malattia viene trasferita ai tuberi tramite zoosporangi (caduti a terra dalle foglie o dalle
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parti aeree infette). I tuberi colpiti presentano lesioni leggermente depresse, di colore dal grigio-bluastro al bruno e di consistenza spugnosa, che si prestano allinsediamento di altri funghi e batteri e che provocano il disfacimento del tubero. Linfezione primaria prende avvio da eventuali tuberi infetti presenti nella coltura precedente, rimasti nel terreno. La diffusione della malattia in forma epidemica avviene con il ripetersi delle condizioni favorevoli al patogeno: elevata umidit relativa, repentini abbassamenti termici e successivi periodi caldo-umidi, temperature tra i 10C e i 25C. Gli interventi agronomici di difesa contro la peronospora sono ad esempio: la scelta di tuberi-seme sani, leliminazione dei tuberi infetti, il ricorso ad ampie rotazioni e a buone rincalzature per ridurre la probabilit di infezione. Oltre a ci sono necessari interventi di lotta chimica, che rivestono principalmente un carattere preventivo: il primo trattamento viene effettuato quando si presume che le condizioni ambientali siano favorevoli allinfezione, mentre le applicazioni successive vengono effettuate a calendario. 5.3.2 Rizottoniosi (Rhizoctonia Solani) Malattia provocata da un fungo polifago, che persiste sottoforma di sclerozi13 sulle parti sotterranee della pianta che rimangono nel terreno (soprattutto sui tuberi-seme foto 11). Attacca prevalentemente le parti ipogee; sopra il suolo, pu attaccare gli steli nelle parti basali, con un sintomo caratteristico noto come calzone bianco. Dai tuberi il patogeno si pu trasferire alle gemme e ai germogli (tacche brune, irregolari e depresse) e in alcuni casi (sopravvivenza dellorgano Foto 11 - Rizottoniosi infetto e clima piovoso) persino ai fusti Foto per gentile concessione dellIstituto Sperimentale per la Patologia Vegetale fuori terra. La prevenzione nei confronti della rizottoniosi si effettua tramite le seguenti pratiche agronomiche: impiego di tuberiseme sani; sospensione della coltura sullo stesso terreno per 4-5 anni e ricorso ad ampie rotazioni (per esempio con i cereali); impiego di tuberi pre-germogliati o di semine poco profonde, per accelerare lo sviluppo della pianta nelle prime fasi di accrescimento. 5.3.3 Alternariosi (Alternaria Solani) Malattia causata da un fungo che colpisce, oltre alla patata, anche altre Solanacee, sia spontanee che coltivate. diffusa soprattutto nei climi caldi. Il fungo danneggia soprattutto le foglie (con formazione di macchie necrotiche rotondeggianti), i fusti e i tuberi (macchie brune depresse). in grado di sopravvi13

sclerozio: forma di conservazione del fungo, rappresentata dalle croste nere, cio placche nere o bruno-scure presenti nella parte superiore del tubero. 29

vere durante linverno, sotto forma di conidi o clamidospore, nei tuberi e nei residui della precedente coltura e si diffonde attraverso lacqua di pioggia o di irrigazione. La lotta agronomica contro questo patogeno si effettua ricorrendo ad ampie rotazioni (in modo da ridurre notevolmente la sua presenza nel suolo), alla distruzione dei residui colturali infetti e allimpiego di tuberi-seme sani. I trattamenti chimici prevedono lutilizzo di prodotti antiperonosporici, efficaci anche contro lalternariosi. 5.4 Patologie da virus I sintomi delle malattie da virus sono: un tipico accartocciamento fogliare; uno sviluppo minore della pianta; un portamento eretto; una produzione pi bassa, a causa di tuberi di taglia pi piccola e di peso inferiore. La trasmissione dei virus avviene tramite afidi e nematodi. La difesa da queste malattie si basa essenzialmente sullutilizzo di tuberi-seme sani, sul ricorso a tecniche per il risanamento del materiale infetto, come ad esempio la termoterapia, oppure utilizzando variet resistenti. 5.4.1 Virus dellaccartocciamento fogliare (PLRV) uno dei virus della coltura pi diffusi e dannosi. In natura il PLRV infetta solo questa specie. Da un punto di vista sintomatologico si distinguono un accartocciamento primario e un accartocciamento secondario. Nel primo caso il virus trasmesso da afidi e si manifesta con un caratteristico ripiegamento delle foglie verso lalto (foglie a doccia), che in seguito assumono una consistenza spessa. Nel secondo caso il virus trasmesso precocemente attraverso tuberi gi infetti e si manifesta con uno sviluppo stentato dei germogli e laccartocciamento fogliare. La diagnosi della malattia pu essere effettuata con lutilizzo del metodo ELISA14. 5.4.2 Virus del mosaico nervale (PVY) Virosi piuttosto diffusa e grave. La sua trasmissione avviene attraverso gli afidi o il contatto con piante malate o residui infetti rimasti nel suolo. I sintomi pi frequenti si presentano sulle foglie e sono costituiti da mosaici, bollosit, arricciamenti, necrosi delle nervature. Notevoli anche i danni ai tuberi (foto 12). un virus non molto persistente e caratterizzato da vari ceppi, classificati in tre gruppi (Yo, Yn,Yc ) con virulenza Foto 12 - PVY differente.

Foto per gentile concessione dellIstituto Sperimentale per la Patologia Vegetale

14 ELISA (enzyme linked immunosorbent assay): un rapido test immunoenzimatico che coinvolge un enzima e anche un anticorpo o un antigene. usato per individuare sostanze che hanno propriet antigeniche, in special modo proteine: alcune di queste includono ormoni, antigeni batterici e anticorpi.

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5.4.3 Virus del mosaico leggero (PVX) un virus che infetta, oltre alla patata, anche altre Solanacee, sia spontanee che coltivate. Sulla patata provoca sintomi lievi o assenti, che diventano pi gravi se associati ad altri virus. Ad esempio, linfezione contemporanea di PVX e PVY provoca unalterazione nota come mosaico rugoso e caratterizzata da mosaicature apicali, nanismo, rugosit della lamina, etc.. Analogamente, linfezione contemporanea di PVX e PVA (virus del mosaico latente) provoca larricciamento, caratterizzato da bollosit internervali, rugosit delle lamine, mosaico, etc.. La sua trasmissione avviene per contatto con piante malate o residui infetti rimasti nel suolo. La difesa contro questo virus rappresentata dallutilizzo di materiale sano, dalleliminazione dei possibili ospiti secondari del virus (altre Solanacee e specie infestanti), da rotazioni colturali ampie. 5.4.4 Virus del mosaico latente (PVA) Virus abbastanza frequente in Italia, anche se meno diffuso del PVX. Oltre alla patata infetta anche altre Solanacee. Spesso linfezione avviene senza che si manifestino sintomi evidenti; se presenti, per, i sintomi sono visibili sulle foglie (mosaico, ondulazione dei margini). La trasmissione avviene in modo non persistente tramite afidi e contatto con materiale infetto. Anche in questo caso, per difendere la coltura dalla malattia, consigliabile luso di tuberi-seme sani oppure di variet resistenti (se esistono).

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6. MIGLIORAMENTO GENETICO DELLA PATATA Per il miglioramento genetico delle variet di patata si ricorre allutilizzo di specie selvatiche del genere Solanum, nelle quali possibile trovare caratteri di interesse agronomico e fonti di resistenza a stress abiotici e biotici. La patata rappresenta uno degli esempi pi efficienti di uso delle specie selvatiche per il miglioramento genetico: circa l80% delle cultivar europee e il 35% di quelle americane hanno nel loro pedigree le specie selvatiche. Un problema legato allutilizzo di queste specie il loro corredo cromosomico, che nella maggior parte dei casi diploide (2n=2x=24), mentre la patata coltivata (S. tuberosum spp. tuberosum) tetraploide (2n=4x=48). Dal punto di vista genetico, la patata coltivata presenta quindi uneredit molto complessa (tetrasomica), che rende il lavoro di miglioramento molto lento, complicato anche dalla presenza di fenomeni di autoincompatibilit, sterilit, mancanza di fioritura o allegagione15. Le tecniche tradizionali, essenzialmente basate sul breeding (miglioramento) a livello tetraploide, richiedono popolazioni di partenza molto numerose e tempi di ottenimento delle cultivar piuttosto lunghi. Le tecniche pi moderne si basano sul breeding a livello diploide, tramite lutilizzo di aploidi (n=2x=24), e presentano una maggiore efficienza in quanto permettono di lavorare con popolazioni pi ridotte e consentono una facile ibridazione con le specie selvatiche diploidi. Le linee ottenute per mezzo del breeding a livello diploide possono poi essere ricondotte allo stato tetraploide tramite raddoppiamento cromosomico mitotico, mediante luso della colchicina oppure tramite coltura in vitro di tessuti (Sonnino, 1992). Le metodologie pi innovative si basano sullutilizzo di tecniche di biologia cellulare e molecolare come libridazione somatica e lingegneria genetica. Libridazione somatica consiste nella fusione di protoplasti di due specie diverse e nella conseguente rigenerazione in vitro di ibridi somatici. Questa tecnica utilizzata sia a livello interspecifico che intraspecifico; nel primo caso permette di superare le barriere sessuali tra specie di Solanum e di unire genomi nucleari senza segregazione meiotica; nel secondo caso la tecnica utilizzata per superare le barriere di incompatibilit fra aploidi di S. tuberosum ed alcune specie selvatiche diploidi. Le tecniche di biologia molecolare (ingegneria genetica) permettono di inserire nel genoma della patata un carattere desiderato (resistenza ad insetti, virus, stress idrici, freddo), codificato da uno o pi geni che possono anche non appartenere al genere Solanum o addirittura al regno vegetale. I transgeni, per potersi esprimere nelle piante trasformate, sono dotati di: un promotore, posto a monte del gene, costituito da una sequenza di DNA che funziona come un interruttore e regola lattivit trascrizionale; un terminatore, posto a valle del gene, che ne segnala la fine ad uno specifico complesso enzimatico. Sono presenti inoltre sequenze geniche necessarie per selezionare le cellule vegetali trasformate (geni marker) da quelle non trasformate: nella maggior parte delle piante attualmente in sperimentazione si tratta di geni che conferiscono resistenza ad un antibiotico e sono costituiti anchessi da un promotore ed un terminatore. I metodi di trasformazione variano a seconda delle caratteristiche della specie vegetale. Nella coltura della patata le tecniche utilizzate sono essenzialmente due: il metodo dellAgrobacterium tumefaciens e quello biolistico (Ercolano et al., 2003).

15 allegagione:

stadio iniziale della formazione del frutto. 33

Metodo dellAgrobacterium tumefaciens: sfrutta le caratteristiche di tale batterio del suolo che ha sviluppato un sistema naturale di ingegnerizzazione delle cellule. In natura lAgrobacterium stimola nelle piante unelevata proliferazione cellulare, detta tumore, dovuta alla presenza, allinterno del batterio, del plasmide Ti (tumor inducing) che si inserisce nel genoma della cellula della pianta. Nelle tecniche di trasformazione vengono utilizzati, ovviamente, plasmidi privati dellinformazione che causa la formazione del tumore. Il plasmide quindi utilizzato come vettore di trasferimento di geni estranei in una cellula ospite. Questo metodo il pi utilizzato per la trasformazione di patate e lottenimento di piante geneticamente modificate. Metodo Biolistico: tale metodo attualmente il pi utilizzato nella trasformazione delle monocotiledoni. Piccole microsfere di oro o tungsteno ( di circa 1 m) vengono ricoperte con il DNA esogeno e sparate ad alta velocit sui campioni da trasformare. Le cellule situate nella traiettoria di tiro vengono uccise, ma nelle zone adiacenti penetrano senza provocare danni. Il metodo presenta il vantaggio di trasformare cellule vegetali integre (colture di cellule embrionali, foglie e semi) (APAT, 2004). 6.1 Biotecnologie applicate al miglioramento genetico della patata Le applicazioni pi rilevanti nel campo dellingegneria genetica applicata alla patata riguardano linduzione della resistenza ad insetti e a malattie (causate da virus, funghi, etc.) e le modificazioni inerenti le caratteristiche composizionali (qualit dellamido del tubero per scopi industriali, metabolismo dei carboidrati, etc.). Recentemente sono stati pubblicati studi su patate transgeniche da utilizzare come biofabbriche per la produzione di sostanze utili a scopi farmaceutici e salutistici. Le prime cultivar ingegnerizzate per la difesa contro la dorifora della patata (e autorizzate al commercio) risalgono al 1995 e sono state sviluppate dalla Monsanto: lobiettivo era quello di ridurre i costi di produzione e luso eccessivo di pesticidi. Successivamente sono state prodotte cultivar per la resistenza al virus dellaccartocciamento fogliare e al virus Y. Patata Bt resistente alla dorifora Questa pianta stata sviluppata introducendo il gene cryIIIA, isolato dal batterio del suolo Bacillus thuringiensis (spp. Tenebrionis), mediante trasformazione con il metodo dellAgrobacterium tumefaciens. Il gene cryIIIA produce una -endotossina omonima, che agisce in maniera selettiva legandosi a siti specifici sullepitelio intestinale degli insetti suscettibili, provocandone la morte per paralisi. La cryIIIA esplica la sua attivit insetticida quando viene mangiata dalle larve di insetti coleotteri, in questo caso la Dorifora della Patata (Leptinotarsa decemlineata). Patata Bt resistente alla dorifora e al virus Y (PVY) Le linee di patata transgeniche sono state ottenute (partendo dalle variet convenzionali Shepody e Russet Burbank) attraverso due eventi di trasformazione separati, mediati dallAgrobacterium tumefaciens, nei quali il DNA da trasferire (TDNA) conteneva i geni codificanti per la -endotossina cryIIIA proveniente da Bacillus thuringiensis (spp. Tenebrionis) e per la proteina di rivestimento di un ceppo ordinario di PVY.

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Patata Bt resistente alla dorifora e al virus dellaccartocciamento fogliare (PLRV) La cultivar Russet Burbank stata ingegnerizzata attraverso lintroduzione del gene codificante per la -endotossina cryIIIA e di sequenze geniche (1 proteasi e 1 elicasi) provenienti dal virus PLRV, conferenti resistenza allinfezione stessa. Il meccanismo di resistenza allinfezione, il cui processo non stato chiarito completamente, chiamato resistenza mediata dalla replicasi e pu comportare il silenziamento della traduzione del gene virale. Le modificazioni riguardanti le caratteristiche composizionali, in particolare relative alla qualit dellamido, rappresentano una parte rilevante per quanto concerne lUnione Europea (soprattutto a livello sperimentale) e non solo. Qui di seguito si riporta una breve descrizione della notifica C/SE/96/3501 svedese, riguardante una variet commerciale trasformata tramite Agrobacterium tumefaciens, di cui stata richiesta lautorizzazione alla commercializzazione (vedi cap.7). Patata con contenuto di amido modificato Nel costrutto genico stato inserito il gene gbss (orientato in senso inverso rispetto al suo promotore), la cui trascrizione porta alla produzione di tuberi di patata con un contenuto di amido modificato (amilopectine 98% - amilosio 2%) rispetto alla normale variet isogenica (amilopectine 85% - amilosio 15%). Nel costrutto genico, per selezionare le cellule batteriche trasformate, stato inserito anche il gene nptII, che conferisce resistenza alla kanamicina e pi in generale agli antibiotici aminoglicosidici. Lamido, una delle pi importanti materie prime nelle piante, utilizzato sia come alimento che per applicazioni industriali. Nella patata costituito per circa il 2030% da amilosio e per il 70-80% da amilopectina. Il rapporto tra le due frazioni ha grande influenza sulle propriet chimico-fisiche dellamido stesso. Molto del lavoro per modificare la qualit dellamido stato condotto sulle patate; attraverso lingegneria genetica possibile incrementare il livello dellamilopectina (lamido estratto dalla patata con valori di amilosio bassi pi adatto ai processi di lavorazione industriale), intervenendo sull enzima responsabile della sintesi dellamilosio (GBSS), ottenendo patate con una percentuale pi bassa o senza amilosio. Vi sono anche applicazioni, riguardanti sempre la qualit, rivolte allottenimento di piante con alti livelli di amilosio. Patate transgeniche come biofabbriche per la produzione di proteine ricombinanti Unapplicazione interessante la trasformazione di patate transgeniche per la produzione di quantit relativamente alte di proteine sintetiche, con un omologia superiore al 90% (Scheller et al., 2001) a quelle che in natura sono prodotte dalle ghiandole specializzate di una specie di ragno (Nephila clavipes). In natura queste proteine non vengono prodotte dai ragni in quantit rilevanti, mentre le piante si prestano ottimamente ad una elevata e stabile produzione di proteine funzionali. Questo tipo di proteine caratterizzato da una notevole resistenza (comparabile al kevlar) unita ad unelevata elasticit che la rendono interessante per scopi medici ed industriali (vedi snif16 B/DE/04/160 e B/DE/02/146).
16 snif (summary notification information format): sintesi della richiesta di autorizzazione (notifica)

per il rilascio deliberato nellambiente di OGM, in base a quanto previsto dalla Dir. 2001/18/CE. 35

7. RASSEGNA SULLO STATO DELLE SPERIMENTAZIONI E DELLA COMMERCIALIZZAZIONE A LIVELLO EUROPEO E MONDIALE La Direttiva n. 2001/18/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 12 marzo 2001 (recepita in Italia con il D.lgs 224/2003), regola lemissione deliberata nellambiente di Organismi Geneticamente Modificati sia per scopi sperimentali (parte B) sia per limmissione in commercio (parte C) e ha contemporaneamente abrogato la Direttiva n. 90/220/CEE. Nellambito dellUnione Europea sono stati effettuati, dal 1991 fino al 20/01/2005, 233 rilasci sperimentali di patate geneticamente modificate, di cui circa il 50% in Germania e Olanda. In Italia sono stati effettuati 7 rilasci sperimentali, di cui 5 sono variet con espressione del gene Bt (azienda notificante Metapontum Agrobios), 1 con contenuto di amido modificato (Saka-ragis Pflanzenzucht GbR), 1 con sintesi di fruttani modificata e resistente a stress idrico (Istituto per lAgrometereologia e lAnalisi Ambientale applicata allAgricoltura) (fonte dati JRC). Nella tabella 2 sono elencate le richieste di autorizzazione al rilascio deliberato nellambiente, presentate ai sensi della sopra citata direttiva, entrata in vigore il 17/04/2001. A livello mondiale, la superficie interessata dalle coltivazioni di patata biotech a scopo commerciale era inferiore, nel 2001, ai 100.000 ettari (James, 2001). Per quanto concerne le autorizzazioni commerciali di patate geneticamente modificate, nellUnione Europea attualmente presente una sola notifica (C/SE/96/3501), presentata dallAmilogene HB allAutorit competente svedese (ai sensi della direttiva 2001/18/CE) e concernente la richiesta per la coltivazione e limmissione sul mercato europeo di piante di patata geneticamente modificate per la produzione di amido con un maggior contenuto di amilopectine destinato ad uso industriale. La notifica, dopo la pubblicazione sul sito del JRC (Joint Research Center) della relazione di valutazione dellAutorit Competente svedese, ancora al vaglio della Commissione Europea. Le autorizzazioni commerciali a livello mondiale (la UE non ha concesso finora nessuna autorizzazione) appartenengono tutte alla multinazionale Monsanto (tabella 3).

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Tabella 2. Elenco rilasci sperimentali di patata GM nellUE ai sensi della Dir. 2001/18/CE (fonte dei dati JRC - febbraio 2005, elab. APAT)
Codice notifica Variet o linea modificata Oggetto della sperimentazione

B/SE/05/450 Svezia B/DE/04/162 Germania

Impala Non indicata

Patate con una maggiore resistenza alla Phytophthora infestans Patate con metabolismo dellamido modificato (incremento del contenuto di amilopectina) Valutazione delle patate transgeniche come bioreattori per la produzione di proteine ricombinanti (spider silk protein) in condizioni di campo Modificazione della densit degli stomi: effetti conseguenti sulla coltivazione e sulla produzione nellambiente agrario di patate geneticamente modificate Effetto dellattivit dellapirasi sulla produzione di tuberi in patate transgeniche Patate con metabolismo dellamido modificato (incremento del contenuto di amilosio e miglioramento della biosintesi dellamido) Patate con metabolismo dellamido modificato (incremento del contenuto di amilosio) Patate con metabolismo dellamido modificato (incremento del contenuto di amilopectina) Patate con metabolismo dellamido modificato (incremento del contenuto di amilopectina) Patate con metabolismo dellamido modificato (incremento del contenuto di amilosio) Patate con metabolismo dellamido modificato (incremento del contenuto di amilopectina e amilosio) Patate con metabolismo dellamido modificato (incremento del contenuto di amilopectina) Effetto del gene per la Leghemoglobina sul metabolismo dei carboidrati nelle patate transgeniche Patate con metabolismo dellamido modificato (incremento del contenuto di amilosio) Patate con metabolismo dellamido modificato (incremento del contenuto di amilopectina) Patate con metabolismo dellamido modificato (incremento del contenuto di amilopectina) Patate transgeniche resistenti ai batteri patogeni Ralstonia solanacearum e Erwinia spp.

B/DE/04/160 Germania

Albatros

B/DE/04/159 Germania

Dsire

B/DE/04/157 Germania

Dsire

B/SE/04/7945 Svezia

P763, P800, P817

B/SE/04/7944 Svezia B/SE/04/7943 Svezia B/SE/04/7942 Svezia B/SE/04/1101 Svezia B/DE/03/154 Germania B/DE/03/153 Germania B/DE/03/150 Germania B/NL/03/11 Olanda B/NL/03/10 Olanda B/NL/03/09 Olanda B/ES/03/34 Spagna B/SE/03/1946 Svezia

P763 P800 P107 P763 e P800 Seresta, Kuras, Dinamo Prevalent Dsire Dinamo Seresta, Kuras Prevalent Dsire

P107, P708, P86, AM99- Patate con metabolismo dellamido modificato 2003 (linea gm) (incremento del contenuto di amilosio) Solara Patate transgeniche utilizzate come bioreattori per la sintesi di proteine ricombinanti (spider silk protein) in condizioni di campo Patate con metabolismo modificato dei carboidrati e tolleranza al glufosinato Patate con metabolismo modificato del contenuto di zuccheri e amido

B/DE/02/146 Germania

B/DE/02/142 Germania

Aveka, Festien

B/GB/02/R04/12 Regno Hermes e Prairie Unito

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Tabella 3. Autorizzazioni commerciali a livello mondiale (fonte dati OECD)


Gene inserito Variet ingegnerizzate Eventi di trasformazione Tipo di autorizzazioni, paese e anno

1) cryIIIa 2) nptII

1) Atlantic 2)Superior

ATBT04-6, ATBT04-27, ATBT04-30, ATBT04-31, ATBT04-36, SPBT02-5, SPBT02-7

Rilascio nellambiente USA 96; Canada 1997 Alimentazione umana USA (1996); Canada (1996); Giappone (1997); Australia e Nuova Zelanda (2001) Alimentazione animale USA (1996); Canada (1997)

3)Russet Burbank

BT6, BT10, BT12, BT16, Rilascio nellambiente BT17, BT18, BT23 USA (1995); Canada (1995) Alimentazione umana USA(1995); Canada (1995); Giappone (1996); Australia e Nuova Zelanda (2001) per Bt6 Alimentazione animale USA (1995); Canada (1996) RBMT15-101, SEMT15-02, SEMT15-15 Rilascio nellambiente Usa (1999); Canada (1999) Alimentazione umana USA (FDA 1998, EPA 1995, 1997); Canada (1999); Australia e Nuova Zelanda (2001); Giappone (2003 per RBMT15-101 e SEMT15-15, 2003 per SEMT15-02); Messico (2001) Alimentazione animale USA (FDA 1998, EPA 1995, 1997); Canada (1999) Rilascio nellambiente Usa (1998); Canada (1999) Alimentazione umana USA (1998); Canada (1999); Australia e Nuova Zelanda (2001); Giappone (2001); Messico (2001) Alimentazione animale USA (1998); Canada (1999) Rilascio nellambiente Canada (1999); USA (2000) Alimentazione umana USA (1998); Canada (1999); Australia e Nuova Zelanda (2001); Giappone (2001); Messico (2001) Alimentazione animale USA (1998); Canada (1999)

1) cryIIIa 1) Shepody 2) gene codifi- 2)Russet Burbank cante per le proteine di rivestimento del virus Y (PVY) 3)nptII

1) cryIIIa 2) ORF 1 e 2 della replicasi del virus dellaccartocciamento fogliare (PLRV) 3) nptII

Russet Burbank

RBMT21-129, RBMT21-350

RBMT22-082

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PRINCIPALI SITI INTERNET DI RIFERIMENTO Agenzia per la Protezione dellAmbiente e per i Servizi Tecnici http://www.apat.gov.it/ European Food Safety Authority http://www.efsa.eu.int/ Food and Agriculture Organization of the United Nations Banca Dati http://faostat.fao.org/ International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications http://www.isaaa.org/ Istituto Nazionale di Statistica Banca Dati su Agricoltura e Zootecnia http://www.istat.it/agricoltura/datiagri/ Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare http://www.ismea.it/ ITALPATATE http://www.ouverture.it/italpatate/ Joint Research Centre Biotechnology & GMOs http://gmoinfo.jrc.it/ Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare http://www.minambiente.it/ Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Banca Dati http://www.politicheagricole.it/mipaf/banchedati Organisation for Economic Co-Operation and Development http://www.oecd.org/ Sistema Informativo Statistiche Agricole (DATIMA) http://213.213.94.39/datima/kcalwj03.asp Unione Nazionale tra le associazioni dei produttori di patate http://www.unapa.it/

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