Criminologia Generale
Criminologia Generale
Criminologia Generale
La funzione primaria della Criminologia clinica o applicata quella di integrare ed interfacciare le Scienze criminali, in particolare il Diritto penale, con le Scienze delluomo (mediche, psicologiche e sociologiche), offrendo al sistema giudiziario delle informazioni utili allapplicazione individualizzata e risocializzativa della pena. La Criminologia cerca infatti di spiegare i singoli comportamenti criminali, evidenziandone le motivazioni e le dinamiche, delineando la responsabilit dellautore dellazione delittuosa. In Italia la sua utilizzazione pratica elettivamente nellambito della giustizia penale dove fornisce informazioni sulle dinamiche psicologiche, psicopatologiche e sociologiche che sono alla base del comportamento criminale orientando cos lopera di applicazione della sanzione da parte della Magistratura. Il termine clinica mutuato dalla Scienza medica e si riferisce allinsieme degli interventi del criminologo (diagnostici, prognostici e terapeutici) che tendono a riconoscere, curare e prevenire i comportamenti illegali nel singolo individuo. La terapia, ovviamente, costituita dalla progettazione di un percorso di risocializzazione che utilizza gli strumenti offerti dal sistema giudiziario (maggiore o minore durata della pena, misure alternative alla detenzione, attivit educative intramurarie, affidamento al servizio sociale, semilibert eccetera). Lapplicazione della Criminologia clinica si estrinseca quindi soprattutto al momento dellesecuzione della pena e durante la detenzione, attraverso losservazione scientifica del condannato che viene utilizzata dalla magistratura di sorveglianza per lindividualizzazione delle modalit secondo le quali la pena dovr essere eseguita. Losservazione prende in considerazione le caratteristiche personologiche, situazionali, microsociali e di pericolosit del soggetto. Attraverso losservazione scientifica della personalit in prospettiva criminologica possibile acquisire informazioni sulla criminogenesi (caratteristiche individuali e sociali che hanno avuto peso nella scelta delittuosa) e sulla criminodinamica (meccanismi interiori ed esterni che hanno condotto al delitto). Il criminologo clinico, dopo lattivit di osservazione, svolge unattivit di predizione relativa alle prospettive future di recidiva e indica il percorso individualizzato di risocializ-zazione maggiormente efficace. Losservazione criminologica prende normalmente in considerazione i tratti di personalit del soggetto, le caratteristiche dellambiente sociale dove il soggetto inserito e il significato che psiche e ambiente hanno avuto nei confronti del comportamento delittuoso del singolo soggetto osservato. Abitualmente si articola in una fase diagnostica e in una fase prognostica. La fase diagnostica viene eseguita solitamente mediante il colloquio criminologico, la somministrazione di reattivi mentali (di efficienza intellettiva e di personalit), lo svolgimento di uninchiesta sociale (condotta dallassistente sociale) sullabituale ambiente di vita del soggetto, un esame comportamentale fatto dalleducatore dellistituto di pena (atteggiamento nei confronti della disciplina carceraria) e lanalisi di dati documentali (curriculum criminoso, sentenza di condanna, precedenti sentenze). La fase prognostica o predittiva rappresenta un momento di grande responsabilit etica e
morale per il criminologo poich pu generare due tipi di errore di valutazione: il falso positivo (quando si valuta il soggetto potenzialmente pericoloso ed invece non lo ) e il falso negativo (quando si valuta il soggetto non pericoloso ed invece esso si mostra recidivante). La valutazione prognostica del criminologo si basa normalmente su una valutazione complessiva basata sui risultati dellosservazione criminologica, sulla valutazione di parametri oggettivi (es: famiglia di origine disastrata, carriera criminosa, tossicodipendenza eccetera) e su indicazioni teoriche (statistiche) fornite da ricerche criminologiche pregresse. Lattivit di predizione equilibrata si basa quindi su un giudizio integrato fondato sia su parametri statistici che sulle caratteristiche individuali emerse dallosservazione. Lattivit del criminologo clinico Loggetto di studio del moderno Criminologo clinico appare cos assai diversificato, in ragione della grande complessit del comportamento umano (e quindi di quello criminale). Gli elementi che assumono rilevanza criminologica sono infatti: i fatti delittuosi: i crimini possono essere notevolmente diversi tra loro, sia per dinamiche attuative che per motivazioni. Lanalisi dei fatti delittuosi pu essere condotta in ottica quantitativa (es. attraverso studi statistici) o in ottica qualitativa (es. attraverso analisi di casi); gli autori del delitto: anche i criminali sono notevolmente differenti tra loro, sia per quanto riguarda il tipo di motivazione e sia per ci che attiene alla percezione del crimine, alla modalit di rappresentazione degli obiettivi desiderati e alla struttura di personalit. Tale analisi costituisce la base per valutazioni criminologiche in termini di responsabilit e di consapevolezza; lambiente e la reazione sociale: tutti gli individui tendono ad adattarsi allambiente sociale con cui interagiscono attraverso delle modificazioni percettive e comportamentali, alcune lente e progressive, altre maggiormente veloci e radicali. Le sollecitazioni che provocano il processo adattivo originate dallesterno entrano in interazione simbolica con il mondo interno dellindividuo. Per il criminologo di primaria importanza acquisire le tecniche di analisi del contesto ambientale, per ottenere informazioni utili da correlare a quelle tratte dallo studio dellindividuo; la vittima: gli studi di Vittimologia, cercano di rispondere ad una serie di interrogativi riguardo il tipo di interazioni che si sviluppano tra autore e vittima nel fatto delittuoso, particolari situazioni che rendono certe persone pi vulnerabili ed esposte al rischio, il ruolo giocato dalla vittima nel favorire la commissione del reato, i danni fisici, psicologici, economici e sociali derivanti dal reato; la devianza (le manifestazioni non conformi, ma che non violano alcuna norma penale): il concetto di devianza utilizzato in questa sede relativo ad una generica deviazione dalla norma sociale (comunemente condivisa) e quindi apparentemente fuori dal campo di azione criminologico1. La criminologia si interessa per allo studio della devianza per
il parziale sovrapporsi spesso di devianza e criminalit e perch essa comunque costituisce talvolta un terreno germinativo per i crimini. La Scienza Criminologica La Criminologia utilizza numerosi quadri teorici e metodologici delle Scienze umane. infatti una Scienza multidisciplinare che non possiede un proprio metodo di ricerca, ma tende ad integrare tra loro le conoscenze confluenti da molteplici discipline, tra cui: la Sociologia, la Psicologia, la Medicina e il Diritto. Loperatore criminologicico ha quindi necessit di acquisire dimestichezza con strumenti e concettualizzazioni provenienti anche da settori scientifici distanti dal suo percorso formativo iniziale. La Criminologia non per semplicemente il frutto della costruzione di un sapere integrato, ma ha una sua autonomia scientifica, prendendo in esame alcune dinamiche specifiche non considerate dalle altre Scienze. I suoi paradigmi attuali sono il risultato di un lento processo di costruzione che ha visto il lavoro di molti studiosi nel corso della storia. Il suo bagaglio teorico e metodologico quindi cumulativo essendo le sue teorie costruite sovente in derivazione luna dallaltra nellambito di una paziente opera di correzione, modifica e conferma delle concettualizzazioni precedenti. Come ogni altra Scienza, la Criminologia ha quindi esigenza di sistematicit e di controllabilit delle sue ricerche per garantire dignit scientifica al suo operare. Attualmente convivono nel mondo scuole criminologiche che presentano paradigmi teorici anche molto distanti tra loro. La prevalenza di esse sembra per attestata su approcci di tipo multifattoriale, che individuano lorigine del crimine in una serie concomitante di variabili psicologiche, sociali, psicopatologiche, neurofisiologiche e genetiche. (*) per approfondire le funzioni della Criminologia: Gianluigi Ponti, Compendio di Criminologia, Raffaello Cortina Editore Le applicazioni della Criminologia La Criminologia, oltre che nelle perizie e nelle consulenze in fase processuale e di applicazione della pena, costituisce un importante strumento operativo in numerosi altri contesti, alcuni maggiormente accademici e finalizzati allo sviluppo delle conoscenze, altri pi operativi, direttamente utilizzabili in campo sociale ed istituzionale. I principali ambiti applicativi per la Scienza criminologica possono essere:
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ricerche accademiche non direttamente finalizzate, normalmente svolte da Universit e Istituti privati; ricerche accademiche finalizzate ad orientare la politica criminale (es. studio delle correlazioni tra aggressivit ed alcool); ricerche accademiche finalizzate alla pi efficace prevenzione del crimine (es. studio dei gruppi di tifosi per prevenire la violenza negli stadi); ricerche e consulenze finalizzate alla pi efficace repressione del crimine (es. studio del comportamento dei serial killer per cercare di individuare il colpevole
progettazione e attuazione di tecniche di prevenzione del crimine in ambito territoriale o nellambito delle organizzazioni (es. in aziende); attivit di educatori scolastici e assistenti di comunit nel trattamento di soggetti con precedenti penali; attivit medica di base e di Psicologia clinica nel trattamento di pazienti che hanno commesso crimini; sviluppo ed applicazione di tecniche investigative.
Appare quindi evidente, come non solo coloro che abitualmente svolgono perizie per conto dei Tribunali o che lavorano negli istituti penitenziari possano trovarsi di fronte ad un comportamento criminale. Molti operatori, appartenenti a categorie professionali diverse, sono spesso chiamati a fornire uninterpretazione e una valutazione su un soggetto che ha commesso un crimine. testo tratto da Strano M., Manuale di Criminologia Clinica, See Edizioni, Firenze, 2003