Manifesto Della Poesia Haiku in Lingua Italiana

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Cascina Macondo Centro Nazionale per la Promozione della Lettura Creativa ad Alta Voce Borgata Madonna della Rovere,

4 - 10020 Riva Presso Chieri (TO) - Italia Tel. 011 / 94 68 397 - cell. 328 42 62 517 [email protected] - www.cascinamacondo.com

MANIFESTO DELLA POESIA HAIKU IN LINGUA ITALIANA


CASCINA MACONDO 2005 Il presente Manifesto della Poesia Haiku in Lingua Italiana riassume il pensiero e le concezioni di Cascina Macondo sullarte di scrivere Haiku. Altre esperienze e scuole potrebbero avere opinioni diverse. Affermiamo dunque che: 1) il componimento Haiku deve essere composto inderogabilmente da tre versi 2) il primo verso deve essere composto inderogabilmente da 5 sillabe

3) il secondo verso deve essere composto inderogabilmente da 7 sillabe 4) il terzo verso deve essere composto inderogabilmente da 5 sillabe

5) Concetto di verso iprmetro. Si dice iprmetro un verso che contiene una sillaba in pi rispetto a quelle che dovrebbe contenere. La regola classica dice che il primo verso di un Haiku deve contenere 5 sillabe. Un verso come il seguente: vedendo morire un verso di 6 sillabe: ve den do mo ri - re 1 2 3 4 5 6 Relativamente a come dovrebbe essere il primo verso di un Haiku (secondo la regola classica di 5 sillabe) questo verso risulta iprmetro. Ovvero con una sillaba in pi. 6) Concetto di verso ipmetro Si dice ipmetro un verso che contiene una sillaba in meno rispetto a quelle che dovrebbe contenere. La regola classica dice che il secondo verso di un Haiku deve contenere 7 sillabe. Un verso come il seguente: lontana la sera un verso di 6 sillabe lon ta na la se - ra 1 2 3 4 5 6 Relativamente a come dovrebbe essere il secondo verso di un Haiku (la regola classica dice 7 sillabe) questo verso risulta ipmetro. Ovvero con una sillaba in meno. 1

7) Per il conteggio delle sillabe distinguiamo un conteggio ortografico (numero reale delle sillabe) e un conteggio metrico (che tiene conto dei versi tronchi, dei versi sdruccioli, delle sinalefi interversali, della crasi, dello iato etc.). Riteniamo che nella composizione di Haiku lautore ha la libert di conteggiare a piacere le sillabe: con il criterio ortografico, o con quello metrico. Il criterio metrico quello che riteniamo si debba preferire. La possibilit di usare anche il criterio ortografico ci sembra opportuna per salvare Haiku bellissimi che a volte per una sola sillaba potrebbero non rientrare nello schema classico. 8) Allinterno del verso, l dove si forma una crasi, si pu conteggiare una sillaba in meno. Le sillabe possono essere conteggiate ortograficamente o metricamente (la lettura ad alta voce nei due casi darebbe al verso una scansione e un ritmo leggermente diverso). Per chiarire il concetto prendiamo il verso: lasciami andare Se conteggiamo le sillabe ortograficamente, esse sono 6: la scia mi an da re 1 2 3 4 5 6 Se le conteggiamo secondo le regole della metrica, formandosi una CRASI tra le sillabe mi^an (che diventano una sola) il verso risulta di 5 sillabe. la scia mi^an da re 1 2 3 4 5 9) Tutte le parole tronche che si trovano a fine verso possono considerarsi, metricamente, come composte da una sillaba in pi. La ragione del fenomeno risiede nellorigine latina delle parole italiane che contenevano un tempo una sillaba in pi (verit deriva da veritade, bont deriva da bontade). Ma unaltra ragione risiede nellintima natura fonetica della sillaba accentata. come se quella piccola esplosione di suono accentato lasciasse una sorta di spazio vuoto, una coda, uneco, un riverbero entro cui una sillaba atona (in realt assente) pu essere contenuta: ve-ri-t 3 sillabe con il conteggio ortografico ma 4 sillabe con il conteggio metrico (se la parola tronca si trova a fine verso) 4 sillabe con il conteggio ortografico ma 5 sillabe con il conteggio metrico (se la parola tronca si trova a fine verso)

at-tua-li-t

10) Tutte le parole sdrcciole che si trovano a fine verso possono considerarsi, metricamente, come composte da una sillaba in meno. La ragione del fenomeno risiede nellorigine latina delle parole italiane che contenevano un tempo una sillaba in meno (clere deriva da cler). Ma unaltra ragione risiede nellintima natura fonetica di una sequenza di tre sillabe di cui la prima tonica e le altre due atone. come se le due sillabe atone, dopo la piccola esplosione di suono della tonica, si avvicinassero a tal punto da occupare lo stesso spazio temporale. p-ta-li 3 sillabe con il conteggio ortografico ma 2 sillabe con il conteggio metrico (solo se la parola sdrucciola si trova a fine verso) 2

pa-r-bo-la

4 sillabe con il conteggio ortografico ma 3 sillabe con il conteggio metrico (solo se la parola sdrucciola si trova a fine verso)

11) Anasinalefe (sinalefe interversale regressiva). La sillaba con cui inizia un verso iprmetro viene assorbita, formando crasi, dalla sillaba finale del verso precedente. In questo caso il verso che prima era iprmetro ora non lo pi. Mille cose la sera ancora da fare con il conteggio ortografico abbiamo: mil-le-co-se-la-se-ra an-co-ra-da-fa-re 7 sillabe 6 sillabe

Se fossero gli ultimi due versi di un Haiku sappiamo che quello di sette sillabe giusto, laltro invece, come vuole la regola, dovrebbe essere di 5 sillabe. Conteggiando le sillabe non ortograficamente, ma metricamente, abbiamo il fenomeno della anasinalefe per cui lultima sillaba della parola se-ra forma crasi con la sillaba iniziale del verso successivo, (an-co-ra), e a s lassimila, togliendola al conteggio dellultimo verso; che risulta cos rientrante nella regola. mil-le-co-se-la-se-ra ^an co-ra-da-fa-re 7 sillabe 5 sillabe

12) Episinalefe (sinalefe interversale progressiva) La sillaba finale di un verso iprmetro si fonde con la sillaba iniziale del verso successivo, e da questa si fa inglobare. Il verso che prima risultava iprmetro ora verr conteggiato con una sillaba in meno. Prendiamo questi versi di Tartamella: un canto qui mille farfalle piccole alzano al cielo un conteggio ortografico delle sillabe darebbe: un-can-to-qui mil-le-far-fal-le-pic-co-le al-za-no-al-cie-lo 4 sillabe 8 sillabe 6 sillabe

Non sarebbe quindi un Haiku classico. Ma se conteggiamo le sillabe metricamente abbiamo: un-can-to-qui 5 sillabe (la parola a fine verso tronca e si pu quindi conteggiare come avente una sillaba in pi) 8 sillabe 5 sillabe (in quanto per effetto di crasi le sillabe no ^ al si fondono in una sola)

mil-le-far-fal-le-pic-co-le al-za-no^al-cie-lo

Sembrerebbe ancora un Haiku non classico in quanto il secondo verso ha 8 sillabe. solo un apparenza. Per effetto della episinalefe infatti la sillaba finale le della parola sdrucciola del secondo verso pic-co-le va a fondersi con la sillaba iniziale al dellultimo verso (al-za-no) e da questa inglobata. come se fosse: mil-le-far-fal-le-pic-cole^al-za-no^al-cie-lo 7 sillabe 5 sillabe

un Haiku classico perfettamente valido. In questo Haiku, terminando il secondo verso con parola sdrucciola, sarebbe stato sufficiente ricordarsi che le parole sdrucciole a fine verso possono conteggiarsi con una sillaba in meno. LHaiku rientra nello schema classico anche senza supporre lepisinalefe. L episinalefe consente di spostare la sillaba al verso successiovo anche se la parola non sdrucciola. Se Tartamella avesse scritto mille piccole farfalle (parola finale piana) sarebbe stato possibile spostare la sillaba le della parola far-fal-le, al verso successivo. 13) Compensazione quel fenomeno metrico secondo cui la sillaba finale di un verso che termina con parola sdrucciola pu essere conteggiata come appartenente al verso successivo, anche se non forma crasi. Prendiamo questi versi: Dei fulmini fragili restano cirri di porpora e doro Dei-ful-mi-ni-fra-gi-li-re-sta-no cir-ri-di-por-po-ra^e-do-ro 10 sillabe 8 sillabe

Ma poich il primo verso termina con una parola sdrucciola la sua ultima sillaba pu essere conteggiata come appartenente al verso successivo. Come se fosse: Dei-ful-mi-ni-fra-gi-li-re-sta9 sillabe no- Cir-ri-di-por-po-ra^e-do-ro 9 sillabe La differenza tra episinalefe e compensazione minima: entrambi consentono la trasposizione di una sillaba al verso successivo, ma lepisinalefe pu agire anche in un verso che non termini con parola sdrucciola, a patto che il verso successivo inizi con vocale, dovendosi realizzare una crasi. La compensazione invece consente lo spostamento della sillaba solo se la parola finale del verso sdrucciola, anche se la sillaba iniziale del secondo verso non inizia per vocale. 14) Ecosillaba Le parole tronche, da un punto di vesta metrico, se si trovano a fine verso, possono essere considerate con una sillaba in pi. Es. egli mi port lontano lontano e-gli-mi-por-t lon-ta-no-lon-ta-no ma pu anche essere: e-gli-mi-por-t lon-ta-no-lon-ta-no 6 sillabe da un punto di vista metrico (in quanto la parola finale tronca) 6 sillabe da un punto di vista ortografico 4 5 sillabe da un punto di vista ortografico 6 sillabe da un punto di vista ortografico

ma pu anche essere: e-gli-mi-por-t (...)-lon-ta-no-lon-ta-no 5 sillabe da un punto di vista ortografico 7 sillabe da un punto di vista metrico (in quanto si considera la sillaba invisibile che segue la parola tronca come appartenente al verso successivo)

15) Consocrasi se un verso termina con una parola piana pu attrarre a s, da un punto di vista metrico e nel continuum parlato, la sillaba iniziale del verso successivo, (specie se questa un monosillabo aperto che termina per vocale: di, da, le, la, mi, te, ti, si, se, etc) come se la parola piana fosse una parola sdrucciola, togliendo quindi una sillaba al conteggio del verso successivo. Prendiamo il seguente haiku di Tartamella: schizzo improvviso di birra dalla lattina teste allindietro schiz-zo^im-prov-vi-so di-bir-ra-dal-la-lat-ti-na te-ste-al-lin-die-tro 5 sillabe con crasi. Il verso termina con parola piana 8 sillabe 5 sillabe

Non sarebbe un haiku regolare. Ma la sillaba della preposizione di allinizio del secondo verso si sposta al verso superiore e mettendosi in coda alla parola improvvso, che piana, la trasforma in parola sdrucciola, come se fosse improvvsodi. Quindi avremo: schiz-zo^im-prov-v-so-di bir-ra-dal-la-lat-ti-na te-ste-al-lin-die-tro 5 sillabe con crasi e consocrasi 7 sillabe 5 sillabe

Lhaiku risulta ora regolare con 5, 7, 5 sillabe. La consocrasi simile alla anasinalefe. La differenza che lanasinalefe sposta la sillaba iniziale del verso al verso precedente formando una crasi tra le vocali. La consocrasi sposta la sillaba iniziale di un verso al verso precedente anche se non c incrocio di vocali, ma in virt del fatto che la parola piana della fine del verso precedente si comporta come se fosse sdrucciola. In sostanza la consocrasi fenomeno inverso della compensazione. 16) bilocazione Laggettivo mio composto da due sillabe: mi-o. La regola ortografica della lingua italiana dice che lincontro di una vocale molle (molli sono le vocali i - u) con una vocale dura (dure sono le vocali a - e - o) produce uno iato (sillabe distinte) se la vocale molle tonica. Infatti laccento tonico nellaggettivo mio cade sulla . Se invece laccento tonico cade sulla vocale dura si produce un dittongo (le due vocali restano unite formando una sola sillaba) come nella parola bi-lo-go. Ma nel continuum parlato, per esempio nella sequenza miopadre laccento tonico subisce un leggero spostamento. E come se dicessimo: mipadre che leggermente diverso da mopadre. Un verso di questo tipo possiamo quindi considerarlo indifferentemente composto da 3 sillabe, o da 4 sillabe. Il pronome lui composto da due sillabe: l-i. La regola grammaticale italiana dice che lincontro di due vocali molli (i u) produce uno iato (sillabe distinte) se la prima vocale tonica. Laggettivo flido composto da tre sillabe: fl-i-do. Se invece le due vocali molli sono entrambe atone si produce un dittongo. Il nome Luisella composto da tre sillabe: Lui-sl-la. Nel continuum parlato il confine molto labile. Il passato remoto del 5

verbo essere: fui, preso singolarmente, conta due sillabe fu-i. Ma se dico fuipreso la sequenza come se rientrasse nello schema della parola Lui-sel-la, e pu essere considerata come contenente tre sillabe. Il pronome io contiene due sillabe -o. Ma la sequenza io dico pu considerarsi anche un trisillabo: i-di-co anzich quadrisillabo: -o-di-co. Ci che cambia nel recitativo e nel continuum parlato una leggera differenza del ritmo. 17) Anacrusi Nella metrica lanacrusi consente di escludere dal conteggio sillabico una o due sillabe aritmiche iniziali di un verso. Avviene quando le sillabe successive del verso si organizzano in una cadenza ritmica precisa (trocheo, giambo, dttilo, molsso etc.). In questo caso non si conteggiano una o due sillabe iniziali del verso. Questo verso per esempio: Il sole risplende e i suoi raggi damore ti parlano un verso di 18 sillabe, se contiamo ortograficamente. Ilsolerisplende-e-i-suoi-rag-gi-damore-tiparla-no 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Se contiamo invece metricamente, considerando la crasi che si forma tra de^e^i, si tratta di un verso di 16 sillabe. Ilsolerisplende^e^i-suoi-rag-gi-damore-tiparla-no 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Le sillabe scendono a 15, se teniamo conto che il verso termina con parola sdrucciola. Ilsolerisplende^e^i-suoi-rag-gi-damore-tiparla-(no) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 (16)

Dal punto di vista del continuum parlato ( o meglio, cantato e recitato) le sillabe si organizzano secondo sequenze di dttili (gruppi di tre sillabe con accento sulla prima sillaba (parole sdrucciole): (Il) sleri splndeeisuoi rggida mreti prlano Le sillabe per potersi organizzare in queste sequenze hanno bisogno della esclusione della sillaba iniziale costituita dallarticolo Il. In questo caso, per effetto dellanacrusi, quella sillaba iniziale non viene conteggiata. Il verso risulta allora di 14 sillabe. Riteniamo che nella composizione di Haiku, anche se raramente e in casi particolari, si possa considerare praticabile luso dellanacrusi. 18) Nomi propri NellHaiku accettiamo un verso che supera le sillabe canoniche solo se contiene un nome proprio di persona, di cosa, di animale la cui menzione risulta davvero indispensabile. 19) Un Haiku deve essere autonomo. Nel senso che il significato deve capirsi dai tre versi. Praticamente dunque non ha bisogno di un titolo. Molti scrivono Haiku il cui significato ci perviene solo se ne leggiamo il titolo. unoperazione che non condividiamo. Cascina Macondo afferma il principio che lHaiku NON DEVE AVERE TITOLO. Riteniamo che lHaiku debba essere un poema 6

compiuto, il cui significato, la cui bellezza, la cui comprensione deve trasparire solo dai tre versi che lo compongono. Solo per motivi puramente pratici, gestionali e di classificazione, i partecipanti alle edizioni del Concorso Internazionale Haiku di Cascina Macondo inviano i loro componimenti con un titolo che sar composto semplicemente dal PRIMO VERSO DELLHAIKU STESSO. 20) LHaiku non una definizione 21) Non un insegnamento morale 22) Non un pensiero filosofico 23) Non una immagine astratta 24) Non un gioco di parole 25) Non un gioco di rime 26) Non un aforisma 27) Non una massima 28) Non una sentenza 29) Non un proverbio 30) 31) 32) 33) Non un pensiero Non unidea Scopo dellHaiku non quello di stupire con metafore bizzarre o ardite. Un Haiku tanto pi bello quanto pi semplice e pulito. Intendendo per pulito anche il fatto di non avere particelle grammaticali al fondo dei singoli versi (articoli, preposizioni, congiunzioni) LHaiku concentrazione LHaiku un vero e proprio poema racchiuso in 17 sillabe LHaiku un poema lirico LHaiku pura concretezza LHaiku una poesia di cose di fatti. nuda realt, semplice realt LHaiku non un mezzo, ma il fine. Non fa parte del poema, il poema

34) 35) 36) 37) 38) 39)

40) LHaiku fotografa nella sua semplicit ed essenzialit un particolare, realmente vissuto, visto, osservato, della nostra vita, della natura, di una esperienza 41) Il poeta Basho, per farci comprendere che cosa lHaiku dice: LHaiku semplicemente ci che sta succedendo in questo luogo, in questo momento. Non dimentichiamo che lHaiku una poesia strettamente in relazione con la meditazione Zen. La percezione, il lampo di illuminazione dello Zen si riflettono sullHaiku.

42) Ribaltamento Resta naturalmente inteso che lHaiku deve contenere un ribaltamento semantico. Il primo verso introduce una situazione, i due versi successivi contengono il ribaltamento semantico; oppure i primi due versi annunciano una situazione e lultimo verso contiene il 7

ribaltamento semantico. Terza possibilit che il ribaltamento sia a catena, ovvero che si manifesti in crescendo (o decrescendo) lungo i tre versi, risultanto ciascuno di essi un ribaltamento dellaltro. 43) KIGO Le regole classiche della poesia Haiku impongono che allinterno delle 17 sillabe vi sia inserita una informazione che faccia riferimento a una stagione. Pu essere un frutto, una festa, una ricorrenza, un qualcosa che ricordi, evochi, si riferisca a una stagione (castagna, grano, papavero, farfalla, lucciola, neve, carnevale, melograno in fiore, foglie cadute). La scelta di Cascina Macondo che non necessario introdurre il Kigo. Condividiamo per il pensiero di Basho, (dilatandone lapplicazione) quando dice che un Haiku coglie nella sua essenza ci che semplicemente accade qui e ora. Gli elementi importanti sono dunque per noi il qui e ora. Dunque un luogo e un tempo. Devono essere contenute entrambe queste informazioni. Sono infatti queste due informazioni, precise e circostanziate, di luogo e di tempo, che vestono lHaiku di concretezza. Probabilmente anche il Kigo aveva in origine questa finalit, ma la sua rigida applicazione, riferita solo alle stagioni, rischia di incatenare lHaiku. 44) PICCOLO KIGO Abbiamo visto che Kigo vuol dire stagione. NellHaiklu classico il Kigo obbligatorio. Abbiamo anche visto che la regola del Kigo mira a ricordare al poeta che il suo componimento deve riferirsi ad una realt concreta, al qui e ora. Il Kigo circolare. Le stagioni infatti si susseguono ricominciando sempre da capo allinfinito. Esse contengono lidea del sabi, del wabi, dellhaware, dello yugen. Le stagioni contengono una idea lirica. Cascina Macondo chiama semplicemente PICCOLO KIGO un qualcosa che si riferisce al giorno. Intravediamo infatti una plausibile somiglianza tra lo scorrere dei giorni e lo scorrere delle stagioni. Anche i giorni, nelle loro singole parti, si susseguono e ricominciano sempre da capo, allinfinito, con moto circolare, come le stagioni appunto. Ma la loro durata pi effimera (aurora, alba, mattino, mezzogiorno, pomeriggio, tramonto, imbrunire, sera, notte, aurora, alba). Nellinsegnamento di Basho (lHaiku coglie nella sua essenza ci che semplicemente accade qui e ora) ci sembrato di capire che ci che veramente importante appunto il qui e ora. Il PICCOLO KIGO un concetto che riteniamo ammissibile e non stravolge gli insegnamenti di Basho. Un Haiku per noi dunque valido anche se non contiene il Kigo. Ma deve contenere il piccolo kigo, (riferimento temporale a una parte del giorno) e contemporaneamente un riferimento a un luogo concreto. Un Haiku come il seguente di Gabriele Saccavino: Notte infame: nel frigo solo leco dun uovo sodo. Secondo il criterio classico non considerato un Haiku, in quanto non contiene la stagione. Secondo le nostre riflessioni, e la nostra scelta, un perfetto Haiku. Contiene il qui (frigo=luogo concreto) e contiene lora (il piccolo kigo, riferimento ad unora, ad una parte del giorno=la notte) 45) LHaiku in origine era un componimento che parlava della natura. Era canonico luso del Kigo. Noi accettiamo il fatto che lHaiku possa trattare qualsiasi argomento lirico, purch vengano menzionati un luogo e un tempo.

46 QUATTRO STATI DANIMO FONDAMENTALI La lettura, o meglio, la comprensione di un Haiku consente lo svelamento di uno stato danimo. LHaiku stesso ne permeato. Lo stato danimo si trasmette al lettore che si ritrova immerso in esso come in un liquido amniotico. Quattro sono gli stati danimo principali che si ritrovano nellHaiku. Possono essere presenti contemporaneamente, o singolarmente. Le sfumature sono molteplici, il confine fra uno e laltro spesso impercettibile. 47 SABI - IL SILENZIO: il sentimento di grande solitudine, di grande quiete, pace, illimitata calma; il sentimento del distacco, del non possesso. Ma non c tristezza in esso, solo contemplazione, solitudine, cos grande e avvolgente da avere la sensazione che la cosa contemplata e il contemplatore siano la stessa cosa. Il ladro ha lasciato la luna nella finestra (Rykan) 48) WABI LINATTESO, IL RISVEGLIO DELLATTENZIONE: quello stato danimo prodotto da un qualcosa che si profila alla nostra coscienza allimprovviso. lelemento che ci sveglia dalla tristezza, dal grigiore, dai momenti in cui sembra che la vita non abbia nessun senso. Ecco, nel momento in cui questa depressione ci invade, nel momento in cui questa grande malinconia ci assale, nel momento in cui nulla ha significato e tutto appare banale e triste e assurdamente lontano ecco profilarsi un qualcosa di inaspettato che si fa guardare con spiccata intensit. Desta la nostra attenzione. E noi lo riconosciamo nella sua interezza e universalit. Quel piccolo evento allora si fa grande e luminoso improvvisamente ai nostri occhi. Ci riporta alla vita. Sotto i miei passi solo il frusco si sente di foglie secche. (Hisajo) 49) AWARE LA NOSTALGIA, LA TRANSITORIET: un Haiku pu essere permeato dal sentimento aware. Il sentimento della nostalgia, del rimpianto, del tempo che passa, della caducit delle cose, dellinutile affannarsi degli uomini, del dileguarsi del mondo, dello svanire. Ma non c sofferenza; non il sentimento della perdita irreparabile. C invece la comprensione di questa caducit, la consapevolezza matura di appartenere ad essa semplicemente. Luniverso risiede nel dettaglio, nel particolare, nellevento minuto. Percepire la cosa minuta, apparentemente insignificante, come contenitore delluniverso stesso. Ununica cosa. La voce del fagiano. Quanta nostalgia per mio padre e mia madre. (Basho) Se ne va la primavera, tremando, nellerbe dei campi. (Issa) 9

50) YUGEN IL MISTERO, LINAFFERRABILE: il sentimento del mistero, della bellezza indecifrabile che avvolge le cose, anche le pi piccole, lenergia del mondo che palpita ovunque, la meraviglia, lo stupore, lo splendore delle cose, la sensazione delluniversale, della magia e complessit della vita. un po come il Grande Spirito, il Wakan-Tanka (Grande Mistero) degli Indiani dAmerica, presente in ogni cosa. Fra le erbe un fiore bianco sboccia. Ignoto il suo nome. (Shiki) 51) Il poeta Basho diceva: Chi in tutta la propria vita riesce a scrivere cinque buoni Haiku pu considerarsi uno scrittore di Haiku. Se riesce a scriverne dieci un maestro di Haiku. un pensiero-iperbole, ma ne condividiamo la sostanza. Diffidiamo di coloro che scrivono migliaia di Haiku. 52) LHaiku coglie ci che assopito, ci che coperto da un velo, ci che avvolto dalla nebbia, dalla quotidianit, dalla banalit, dalla ripetizione, e lo risveglia. 53) Per cogliere lessenza dellHaiku, e per poter cominciare a scriverne di belli, occorre essere capaci di realizzare uno svuotamento mentale. Abbandonarsi, spogliarsi dei pensieri, delle idee, dei preconcetti. Saper guardare le cose per quello che realmente sono. (sonomama la parola giapponese per indicare questo concetto). Se non ci sono sovrastrutture mentali e ideologiche, se c fluidit e semplicit, se siamo in uno stato di grazia (che dallo svuotamento mentale deriva), se siamo davvero in ascolto solo allora riusciamo a vedere le cose nella loro essenza. Questo stato di grazia produce intorno a noi un grande silenzio. Il vuoto mentale e fisico si dilatano. In quel vuoto e in quel silenzio straordinario la percezione profonda della realt si staglia con tutta la sua nitidezza, producendo quella esplosione di luce che il fine ultimo dellHaiku. Nel momento in cui lHaiku viene compreso un intero poema si riversa su di noi. In quel preciso momento ci sentiamo permeati da una grande lucidit e una grande consapevolezza. Un grande senso di compassione ci avvolge. 54) Anche la lettura ad alta voce dellHaiku riteniamo debba essere fatta col tentativo di creare le stesse condizioni di vuoto mentale e fisico. Silenzio rituale, scansione, lentezza, per facilitare, consentire, raggiungere, attraverso lHaiku, quella esplosione di luce 55) Riteniamo che avvicinarsi a questo tipo di componimento, impegnarsi a comprenderlo, capirne profondamente la struttura, il valore, lapproccio mentale che occorre avere per comporne di veramente belli, significa affrontare una sfida, cimentarsi in un gran lavoro di autodisciplina. Soprattutto una palestra straordinaria per apprendere a separare lessenziale dal superficiale, la concretezza dallinutile e dal superfluo. Raggiungere la semplicit ed esplicitare la sostanza di una esperienza ci che caratterizza un Haiku. un valore non solo letterario. Per questo proponiamo ogni anno un Concorso Internazionale di Haiku. Per questo invitiamo chiunque a cimentarsi in questo genere letterario. Per questo lo insegniamo nelle scuole, ai bambini e agli adolescenti. Per questo programmiamo iniziative per diffonderlo. Pietro Tartamella 10

Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono (Matsuo Basho - 1644/1694)

Agrippino Musso - Anna Maria Verrastro Annette Seimer - Antonella Filippi Antonio Ruggiero - Enrico Mario Lazzarin Fabrizio Virgili - Franco Pariante Gianni Borraccino - Giuseppe Risso Gulli Pepe - Marco Morello Michele Bertolotto - Paolo Luino Pietro Tartamella - Reno Rascionato Roberto Martinez - Silvia Sanlorenzo Ugo Benvenuto - Umberto Cordier Wanda Scrima

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