Dalla Meditazione Orientale Al Channeling - Tarcisio Mezzetti

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DALLA MEDITAZIONE ORIENTALE AL CHANNELING

Prof. Tarcisio Mezzetti

1. Introduzione
C'è un testo assai famoso nel giro del New Age che si chiama "Le matin des
magiciens" (Il mattino dei maghi") in cui gli autori Louis Pauwels e Jacques
Bergier affermano quanto segue: "Credo che voi cadete nell'errore frequente
di coloro che limitano il mondo spirituale alle regioni del bene supremo.
Perfino gli esseri supremamente perversi fanno parte del mondo spirituale.
L'uomo ordinario di carne e di sensi, non sarà mai un grande santo... né un
grande peccatore. Noi siamo, per la maggior parte, semplicemente delle
creature contraddittorie e, in definitiva, trascurabili. Seguiamo il nostro
cammino nel fango d'ogni giorno senza capire il significato profondo delle
cose, perciò il bene ed il male in noi sono identici, occasionali, senza
importanza... I grandi, nel bene come nel male, sono coloro che lasciano
indietro le copie imperfette per andare verso gli originali perfetti. Per me, non
esiste alcun dubbio: i più grandi tra i santi non hanno mai fatto una "buona
azione" nel significato corrente del termine. D'altro canto, esistono degli
uomini che sono scesi al fondo degli abissi del male e che, in tutta la loro
vita, non hanno mai commesso ciò che voi chiamate una "cattiva azione" (L.
PAUWELS e J. BERGIER, "Le matin des magiciens", II parte, c, IV). Questo
brano sarebbe la miglior introduzione possibile per spiegare con un esempio
efficace il concetto corrente a proposito del peccato in questa nostra società
post-cristiana, per paragonarlo poi con quello autenticamente cristiano. Va
osservato tuttavia che le implicazioni religiose, psicologiche e perfino
biologiche descritte in questo brano dovrebbero essere sufficienti a mettere in
guardia il cristiano dal lasciarsi coinvolgere nelle pratiche magiche, di
qualsiasi tipo esse siano; vale a dire sia che queste riguardino il cercare di
fare il male a qualcuno (magia nera), sia che riguardino il cercare di guarire
se stessi o gli altri (magia bianca). Non vogliamo lanciarci in questa sede in
un attacco contro il mondo obliquo ed equivoco della parapsicologia, anche
se l'antropologia che si sforza di presentare è che tutti i fenomeni "magici", o
non spiegabili scientificamente, siano sempre riconducibili alla stessa origine:
in altre parole sono "naturali". La parapsicologia pretende quindi di cancellare
sia il "soprannaturale", che il "preter-naturale", ma davanti a questa pretesa
mi chiedo: che senso ha questo passo dal Vangelo di Giovanni? "Molti altri
segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in
questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il
Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome" (Gv 20,30-31).
Infatti, se tutto è "naturale", allora quei "segni" di cui parla Giovanni non
indicherebbero che Gesù era "il Cristo, il Figlio di Dio", ma che era solo un
uomo, un bravissimo "parapsicologo" che sapeva usare bene i suoi poteri
"umani", quindi, in ultima analisi, Gesù era un... truffatore. Ma il Cristianesimo
è una truffa? Il brano suddetto ci fa riflettere su quanto sia enorme I'ignoranza
della cultura post-cristiana su quanto riguarda il mondo spirituale, ma
un'ignoranza che si presenta tronfia e piena di presunzione. L'uomo odierno
sembra immerso nelle tenebre e incapace di discernere la realtà del mondo
spirituale che lo circonda. Quando vuol valutare una situazione, un fatto, o
una persona, ricorre a criteri confusi, spesso meschini, pieni di prosopopea,
come il brano che abbiamo letto prima, ma in ultima analisi assai
inconsistenti. Così quando cerca di applicare i concetti di bene e di male lo fa
immergendosi nel mare opaco e gelatinoso del relativismo morale, perciò la
sua capacità di giudizio rimane insufficiente, malgrado tutte le buone
intenzioni, e facilmente cade sotto la maledizione riportata dal profeta Isaia:

"Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene,

che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre,

che cambiano I'amaro in dolce e il dolce in amaro.

Guai a coloro che si credono sapienti e si reputano intelligenti" (Is 5,20-21).

Il Dr. Philippe Madre è un medico cristiano che ha studiato a lungo la


preghiera di guarigione interiore e quella fisica, nel suo libro "Mistero d'amore
e ministero di guarigione" scrive così:

"ln un mondo pieno d'ombre e perciò senza punti di riferimento sicuri


(I'intelligenza non illuminata può anche farci vedere il male per un bene)
I'uomo ha bisogno di una rivelazione. Rivelazione sulI'identità divina ma
anche sull'identità umana, che si realizza in Gesù Cristo. È lui il nostro
"criterio': il nostro "parapetto': la luce dentro la nostra oscurità. Ci fa sentire
I'ampiezza del mondo spirituale, ci abbraccia e con ognuno comunica,
liberamente... non misurando la nostra idea del bene e del male. Perciò
dobbiamo disinnescare certe teorie, frequenti in ambiente cristiano, che
poggiano eccessivamente su considerazioni morali striminzite o troppo facili,
e non abbastanza sulle esigenze della Rivelazione, la quale non interferisce
minimamente nel ruolo dell'intelligenza speculativa. Troppo spesso anche nel
Rinnovamento si confonde tra magia bianca (che pure ha guaritori) e carisma
di guarigione, posti sullo stesso piano perché ambedue recano un sollievo
talvolta innegabile. Ma quale errore credere che dietro un risultato giudicato
positivo vi sia sempre una causa "buona" (perfino divina)! Che dire poi della
fusione aberrante tra il carisma di profezia e diversi metodi di divinazione? A
questo punto s'ignora del tutto la distinzione tra grazia rivelata e
superstizione. Quanti cristiani - ci chiediamo allora - appellandosi ad un "dono
che viene da Dio" s'interessano (fino all'alienazione) a certe predizioni nelle
quali I'azione divina sottostante brilla per la sua assenza? Infine, la recente
comparsa nei costumi della cosiddetta telepatia. Facendo incontestabilmente
intervenire fattori parapsichici d'un certo sospetto e altre realtà ancor meno
raccomandabili, la telepatia contribuisce a snaturare tutto ciò che viene dal
carisma di discernimento (o di conoscenza immediata) in quanto incita a
sviluppare alcune facoltà metapsichiche che annulleranno totalmente il dono
gratuito della grazia come anche la disponibilità umana corrispondente.
Alcuni preti o direttori spirituali, con o senza ricorso ad oggetti materiali, si
esercitano in questo modo a far crescere in loro capacità parapsichiche per
leggere meglio nelI'anima dei loro fedeli o per entrare più perfettamente in
"comunione" con loro! Sono molte le contraffazioni delle grazie carismatiche
da portare ancora alla luce del giorno, e qui deve intervenire la teologia. Ma
anche per una pratica equilibrata dei carismi, nella Chiesa, è bene far
riferimento a sani principi teologici. Spesso ci sentiamo replicare: "Ma è stato
il parroco stesso a consigliarmi quel guaritore!, oppure: Un prete mi ha
invitato a consultare una veggente. Tentativi di giustificazione che in realtà
dimostrano in quale nebbia arrivino ad operare certi preti e molti laici.
Imperdonabile ignoranza che discredita I'esercizio autentico dei carismi ma
soprattutto le premure dell'amore di Dio verso tutti gli uomini" (P. MADRE:
"Mistero d'amore e ministero di guarigione", Ed. Ancora - Milano, p. 130-131).

2. Che cos'è la MT?


Bisogna dire subito che la "Meditazione Trascendentale" (MT), malgrado i
vari religiosi che cercano di trasformarla in "cristiana", è una tecnica mentale,
che, per certo, non ha niente a che vedere con la meditazione o l'orazione
cristiana. Quando la Meditazione Trascendentale viene presentata ai neofiti
si specifica che essa non è né una religione, né una filosofia, né un tipo di
"yoga" secondo il significato corrente di questa parola. Si spiega che si tratta
solo di ripetere mentalmente, senza forzare, una parola particolare, che si
chiama "mantra", una parola che è data personalmente a ciascun "meditante"
e che - si dice - non ha alcun significato razionale. L'alunno riceve il "mantra"
dopo che si è impegnato a non rivelarlo a chicchessia. La tecnica viene
insegnata in quattro giorni di sedute, ciascuna di circa due ore; il meditante
poi la praticherà a casa propria, in due meditazioni giornaliere di venti minuti
l'una, stando comodamente seduto e ad occhi chiusi. La Meditazione
Trascendentale viene diffusa da associazioni fondate dal Maharishi Mahesh
Yogi, un discepolo di Swami Brahamananda Sarasvati, che egli chiama
familiarmente "Guru Dev" (Divino Maestro). Il Maharishi racconta che il suo
maestro ha ripreso e rinnovato un'antica tradizione vedica del IX secolo.
Dopo la morte del maestro, il Maharishi si ritirò in solitudine tra le montagne
dell'Himalaya, per alcuni anni fino al 1958, quando si sentì spinto a scendere
per parlare al mondo di ciò che aveva ricevuto dal suo maestro e indicare agli
uomini la strada da percorrere (Sembrerebbe trattarsi di una via di salvezza.
Già a questo punto si intravedono seri pericoli per la vita spirituale del
cristiano).

3. Il fascino bugiardo della MT


La Meditazione Trascendentale viene presentata come la soluzione ideale
per tutti i mali del nostro tempo: si propone per migliorare la salute fisica e
psicologica, le relazioni interpersonali, i risultati scolastici e professionali,
nonché la diminuzione degli stati di tensione nervosa. A sostegno di queste
affermazioni vengono presentati perfino studi scientifici, che ne dovrebbero
provare l'efficacia. Molti vengono tentati e sedotti da prospettive affascinanti,
quando viene loro spiegato che la Meditazione Trascendentale è lo
strumento perfetto, per portare addirittura la pace nel mondo, sviluppando nel
maggior numero possibile d'individui un comportamento pacifico, dovuto ad
una mente limpida ed efficiente. Conseguentemente, gli antichi problemi
dell'umanità, dovuti ai comportamenti violenti o criminosi di uomini turbati nel
cuore e nella mente scomparirebbero... Per illustrare bene questa
straordinaria e folle pretesa e quanto sia sciocca la teoria sottostante, basta
leggere ciò che scriveva nel 1979 una rivista ufficiale dell'organizzazione
della Meditazione Trascendentale, che portava un titolo sorprendente e
baldanzoso:

"Raggiunta la pace mondiale".

Il giornale riportava che vari gruppi di meditanti "avanzati", erano stati


mandati nelle nazioni in difficoltà e in guerra. Perciò, la presenza di questi
individui molto progrediti avrebbe prodotto:

"...una potente influenza di coerenza e d'ordine nell'ecologia mondiale",

e si affermava quindi, come se si trattasse di un dato reale e sicuro, già


storicamente avvenuto, che: "Governanti dell'era dell'illuminazione restaurano
la pace nelle cinque regioni più tormentate del globo. La pace spunta in
America centrale, nelI'Africa del Sud, nel Medio Oriente, in Iran e nel Sud-Est
asiatico" ("MT World Government News", gennaio 1979). Per sapere quanto
fosse vera la notizia basta aver letto i giornali degli ultimi venti anni per
rendersi conto che i "meditanti avanzati" inviati in quelle regioni forse hanno
sbagliato meditazione aumentando la sofferenza a quelle sfortunate
popolazioni. Bisognerebbe forse anche spiegare come mai con tanti
"meditanti" di qualità superiore, come il Maharishi, l'India, oggi si trovi sull'orlo
della guerra atomica con il Pakistan. Altre volte la spinta verso la pratica della
Meditazione Trascendentale viene da un desiderio di guarigione interiore e di
pace. In questo caso il neofito è tentato dal miraggio di una "esperienza
spirituale" in cui la sofferenza scomparirà per sempre. Ci si immagina
immersi nella felicità e con la coscienza che conoscerà un'espansione
illimitata e assoluta. Gl'istruttori non parlano mai di questo argomento nelle
conferenze introduttive, tuttavia molti dei presenti sanno già che si può
sperare di raggiungere questa straordinaria "realizzazione di sé" praticando
regolarmente la Meditazione Trascendentale.

4. L'iniziazione
Per cominciare la sua avventura il "meditante" deve sottoporsi ad una
cerimonia di "iniziazione", che in sanscrito si chiama "puja". Deve portare
come offerte un fazzoletto bianco, alcune rose (alle quali saranno tolte le
spine)e alcuni frutti (non acidi). La cerimonia si svolge con preghiere ed
invocazioni in sanscrito, i fiori, i frutti ed il fazzoletto vengono offerti a divinità
indù; il futuro "meditante" deve partecipare di persona, obbligatoriamente, a
questa cerimonia, altrimenti non può accedere alla Meditazione
Trascendentale. Su questo punto Maharishi è categorico. Il "puja" è un rituale
cultuale di azione di grazie, di offerta e di lode. Nel corso di questa cerimonia,
cantata in sanscrito, I'istruttore offre gli oggetti portati dal "meditante", oltre a
incenso, canfora bollente e la fiamma di una candela. Il rito è rivolto oltre che
a divinità indù, anche ai maestri defunti della tradizione vedica, e in
particolare al maestro di Maharishi (che è "divino"), e il cui ritratto si trova su
un tavolino addobbato ad altare e coperto da una tovaglia bianca. Alla fine si
fa l'invocazione d'iniziazione; l'istruttore si prostra davanti all'immagine di
Guru Dev e invita l'iniziato a fare altrettanto. Dopo questa adorazione,
I'istruttore comincia a mormorare il "mantra" destinato al nuovo "meditante",
che lo riceve nel segreto e non deve comunicarlo a nessuno. Dopo essere
stato iniziato alla corretta utilizzazione del "mantra", il "meditante" torna a
casa con uno dei fiori, uno dei frutti - che mangerà - e il fazzoletto bianco che
erano stati offerti nel corso della cerimonia. Nei tre giorni seguenti vengono
impartite al "meditante" le nozioni complete della tecnica, e l'ultimo giorno gli
vengono spiegate le possibilità spirituali che può sperare di ricevere dalla
Meditazione Trascendentale. Ma se il "puja" è un rituale cultuale di azione di
grazie, di offerta e di lode", cioè un atto di adorazione non rivolto al Dio vero,
può un cristiano celebrare il "puja", che non è altro che un'iniziazione indù e
che è strettamente ed obbligatoriamente connessa con la Meditazione
Trascendentale? La Scrittura ci dice: "lo sono il Signore, tuo Dio, che ti ho
fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei
di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel
cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la
terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore,
sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla
terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il
suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano I
miei comandi" (Es 20,2-6).

5. Il "mantra"
Cerchiamo di capire meglio cosa sia il "mantra". Al "meditante" si spiega che i
"mantra" sono dei semplici suoni che derivano dalla tradizione vedica, che
agiscono come "veicolo" della meditazione e che non hanno alcun significato.
Dopo un certo tempo di meditazione, il "meditante" può però domandare di
ricevere una "tecnica avanzata". Che cos'è? In realtà non si tratta di una
nuova tecnica, ma di addizioni progressive al suo primo "mantra". Quando poi
chiederà "tecniche avanzate": otterrà addizioni più totali. Chi capisce il
sanscrito, può scoprire il significato di queste "addizioni" che gettano una luce
inquietante sul "mantra" stesso. Infatti, queste addizioni successive finiscono
col formare una vera frase completa. Scrive Tony Brasil che è stato istruttore
di Meditazione Trascendentale prima di convertirsi a Cristo ed abbandonarla:
"Ecco un esempio della traduzione delle addizioni ("tecniche avanzate"),
aggiunte al "mantra" personale:

mantra originale: X

addizioni: sri

seguito: i piedi di loto di

seguito: mi prostro davanti

Questo fa in sanscrito una frase completa come: "Mi prostro davanti ai piedi
di loto di Sri X", della quale I'unica parola intraducibile in un primo tempo è il
"mantra" originale. Allora si è obbligati a domandarsi se il "mantra" stesso
non sia un qualche vivente davanti al quale ci si prostra in spirito nel corso di
questa meditazione che si fa due volte il giorno. Inoltre, nel 1974, ho potuto
ascoltare Charlie Lutes, presidente mondiale del "Movimento di rigenerazione
spirituale" il primo movimento di Meditazione Trascendentale (e che mantiene
sempre la sua presentazione meno scientifica della MT). Egli affermava che
ci sono difatti 108 "mantra': nomi di 108 divinità indù (alle quali si rende culto
in India). Altri studiosi cristiani hanno scoperto parallelamente che il "mantra"
è sempre il nome sanscrito di un dio indù. Gli indù credono che questi dei
siano in realtà degli spiriti potenti che possono avere influenza sulla vita degli
esseri umani. Diviene dunque chiaro che con I'uso del "mantra': il "meditante"
invoca e reinvoca una divinità pagana o un demone" (AA.VV. "Dalle sponde
del Gange alle rive del Giordano"; Ed. Ancora - Milano, p. 212-213,
Testimonianza di Tony Brazil).

6. Gli stati alterati di coscienza


Tony Brasil ci spiega molto bene questi stati alterati di coscienza, perché li ha
praticati personalmente e perché era un istruttore. Ascoltiamo la sua
testimonianza: (Ibid.; p. 213) "II Maharishi insegna che la corretta
utilizzazione del "mantra" ci permette di discendere fino alla sorgente stessa
del nostro pensiero: "Trascendente''... Abitualmente noi non abbiamo
I'esperienza di questo "Trascendente': ma semplicemente viviamo nei tre
primi stati di coscienza, quelli che tutti sperimentano: il sonno, il sogno, il
risveglio."

a. La Coscienza Pura (C. P.)

"Con la pratica regolare della Meditazione Trascendentale, spiega Maharishi,


noi ci apriamo a un quarto stato di coscienza che sarebbe questo
trascendente. In questo stato, che chiamiamo la "Coscienza Pura"(C.P.), il
"meditante" non dorme. Egli è vigile, senza pensieri, e il suo corpo e In
profondo riposo. Di fatto, I'esperienza di questo stato di C.P. è generalmente
rara. La ragione, spiega Maharishi, è che a livello del corpo, il sistema
nervoso avrebbe accumulato una quantità di stress e tensioni che non
possono essere dissolte o rilassate se non in un tempo di grande riposo.
Mentre il "meditante" discende verso la "sorgente del pensiero" (la Coscienza
Pura), il suo corpo riposato lascia andare delle tensioni che hanno una
risonanza sulla sua meditazione sotto la forma di pensieri. Non importa, dice
Maharishi, se non si sperimenta chiaramente la C.P., perché giorno per
giorno, grazie alla purificazione del sistema nervoso, si progredisce, e questo
stato di C.P. s'instaura con tutta dolcezza nei tre primi stati di coscienza."

b. Coscienza cosmica (C. C.)

"Ecco qual è, di fatto, I'obiettivo implicito della Meditazione Trascendentale:


portare I'esperienza della Coscienza Pura (C.P.) nei tre primi stati con la
pratica giornaliera della Meditazione Trascendentale. Una volta che tutte le
tensioni nel sistema nervoso fossero rilassate, niente ci impedirebbe di vivere
pienamente e per sempre quello che sarebbe un quinto stato, nuovo ma
normativo per I'uomo, secondo Maharishi: la Coscienza Cosmica (C.C.).
Qualunque cosa uno faccia, ovunque egli sia, si troverebbe continuamente
stabilito nella realizzazione della sua natura profonda, che è dice Maharishi -
il campo d'lntelligenza Pura, I'lncreato, I'llluminato, I'Assoluto, I'lnfinito. Noi
saremmo anche in una felicità eterna che nessuna sofferenza potrebbe
oscurare. Nemmeno la sofferenza fisica esisterebbe più per noi. Se qualcuno
ci pungesse con un ago, lo sentiremmo, ma non soffriremmo di questa
sensazione, perché saremmo eternamente e sperimentalmente - al livello
della nostra coscienza - "uno,, con la nostra natura infinita e nella felicità
celeste di questa illuminazione.

La Meditazione Trascendentale conduce poi ad altri stati alterati di coscienza


che Tony Brazil riporta come segue: (Ibid.; p. 215-216)
c. Coscienza di Dio (C.D.)

"Una volta raggiunta la Coscienza Cosmica, I'evoluzione non può continuare


che al livello di un affinamento delle percezioni di ciò che ci circonda: il resto
della creazione. Si percepisce sempre più la finezza, la bellezza, la
sottigliezza inerenti alle persone e agli oggetti creati, ma nascoste fino allora.
Questo aumenta la gioia già infinita che noi proviamo. Maharishi spiega che a
questo livello si incontra Dio: al livello più raffinato del creato prima
dell'Assoluto. Come per la tradizione vedica, I'Assoluto è impersonale, Dio si
trova precisamente tra I'Assoluto e il Relativo creato. È a questo punto,
grazie alla nostra coscienza affinata nella sua percezione di ciò che ci
circonda, che I'amore può svilupparsi per Dio e per tutta la creazione. Si ama
del tutto naturalmente ciò che si comincia a percepire come molto bello.
Questo sesto stato, chiamato Coscienza di Dio (C.D.) è dunque la tappa in
cui il cuore si dilata."

Coscienza d'unità (C. U.) e Coscienza di Brahma

"lnfine si supera questo termine così bello e affascinante del Relativo, e la


percezione più fine della creazione cede il posto a una percezione divina
della natura assoluta dell'altro. Come per se stessi, si percepisce che le
persone e gli oggetti sono "uno" con I'lnfinito, con I'Assoluto, con il campo
d'lntelligenza Pura: è la Coscienza d'Unità (C.U.), il settimo stato. L'unità è
percepita in tutto come fondamentale e piu grande della dualità che non è più
che un'illusione, maya, il cui velo è divenuto trasparente. Dopo un certo
tempo, la percezione di questa unità cresce a tal punto che anche I'unità
della dualità sperimentata nella Coscienza d'Unità è oltrepassata per cedere
il posto all'unità intrinseca dell'essere comune e assoluto di tutta la creazione:
Brahma. Per I'indu, Brahma è la base o fondazione di ogni essere." Questa
descrizione può apparire stupenda, ma la realtà della vita dei meditanti ne è
assai lontana. Come può accadere una tale cosa? Semplice! Nessuno parla
mai dei livelli di coscienza ai quali è pervenuto. Racconta Tony Brazil: (Ibid.;
p.216) "Tutti i professori e i meditanti che ho conosciuto, anche gli anziani,
soffrivano ancora, anzi sempre di più. Maharishi lo spiega come normale, a
causa del processo di unstressing, o rilassamento delle tensioni, prima di
giungere alla Coscienza Cosmica. Per consolarci, parlavamo tra di noi delle
esperienze di un ragazzo che sarebbe stato Abraham Lincoln nella sua vita
precedente e che sarebbe ora giunto alla Coscienza d'Unità."

7. Lo "yoga" e la MT
Al "meditante" che si avvia alla Meditazione Trascendentale viene spiegato
che questa non è un tipo di "yoga", il quale richiederebbe le "asana", cioè
delle posizioni corporali precise, ma il Maharishi stesso, che è uno "yogin",
parlando agl'istruttori, definisce invece la Meditazione Trascendentale, in
modo forse un po' puerile, come il raja yoga", o "yoga regale" ('perché,
essendo facile,... conviene ai re!"). Dice Tony Brazil: (Ibid.; p. 214) "II termine
"yoga" vuol dire "unione" unione di sé con I'Assoluto. Questo campo infinito
d'lntelligenza Pura, I'Assoluto, che diviene la nostra dimora nella Coscienza
Cosmica, è impersonale per la tradizione vedica e non è Dio. Dunque, lo
scopo implicito dello 'yoga': di ogni sorta di 'yoga': anche dello "hata yoga"
('yoga" del corpo), che è praticato innocentemente da tante persone, è la
unione di sé con I'Assoluto: la Coscienza Cosmica. Questo stato è chiamato
il "nirvana" o "illuminazione del sé "da parte di una moltitudine di guru e di
yogin. È Maharishi che lo chiama più scientificamente la Coscienza
Cosmica."

8. MT e le reincarnazioni
Gli ultimi stati di coscienza si possono comprendere pienamente solo
tenendo conto delle credenze religiose dell'induismo e del vedantismo, che
sono la sorgente inseparabile anche se nascosta delI'insegnamento e della
tecnica della Meditazione Trascendentale. Questo bisogna che sia ben
spiegato a tutti i cristiani che si trovassero coinvolti nella Meditazione
Trascendentale. Dice Tony Brazil (Ibid.: p. 214-215). "Per la tradizione
vedica, I'anima è immortale, ma è sottoposta a un processo divino
d'evoluzione secondo regole della "Natura". Ogni persona è sotto la legge di
reincarnazioni successive fino a che I'anima non raggiungerà I'illuminazione
(C.C.), in cui essa sarà allora liberata dal gioco dell'evoluzione. Alla morte
corporale, I'anima - se sarà giunta a vivere al livello della coscienza la sua
natura di Assoluto si fonde come una goccia d'acqua nell'oceano ed "è",
eternamente. Questo gioco di evoluzioni e reincarnazioni può prendere dei
secoli, prima che la C.C. sia raggiunta. La Meditazione Trascendentale
sarebbe il "catalizzatore", per accelerare il processo di evoluzione, al fine di
raggiungere la Coscienza Cosmica in questa vita. Gl'istruttori dicono con
discrezione, che potrebbero occorrere da cinque a sette anni di pratica
regolare (o un tempo maggiore per le persone molto "stressate").

9. La MT è incompatibile con il Vangelo


Dopo quanto è stato detto è ancora possibile per un cristiano qualche terreno
comune con la Meditazione Trascendentale? Si vede subito che non c'è
alcuno spazio per un Dio Salvatore e Redentore. La Salvezza è la tecnica
stessa, che ci permette di arrivare alla Coscienza Cosmica dove non c'è più
sofferenza. Lo stesso Brazil ricorda il grande disprezzo del Maharishi per
Cristo: (Ibid.: p. 216-217) "È la tradizione vedica che deve ricevere la
devozione e non il Cristo. Cristo non ha detto niente di nuovo che Buddha
non abbia detto; Buddha non ha detto niente di nuovo che Krishna non abbia
detto. Se Cristo ha veramente sofferto, allora non può essere [il Salvatore]...
Dov'è la salvezza se la gente soffre? Cristo non ha tolto il karma di tutto il
popolo... I tempi sono cambiati, la sofferenza non è più necessaria. La
guarigione nel nome di Cristo sa di potere medianico. Se il tale [un istruttore]
guarisce nel nome di Cristo, egli ha fallito la sua vita. Se la coscienza,
Coscienza Cosmica, Coscienza di Dio, Coscienza d'Unità, non sono
abbastanza per voi, tornate a Cristo, Ià dove I'umanità soffre. L'invocazione di
Dio o di Cristo non ha senso... La religione non sopravvivrà davanti alla
Meditazione Trascendentale Con la Meditazione Trascendentale ogni
religione troverà la sua pienezza. Senza la Meditazione Trascendentale tutto
non è che miraggio... Con la Meditazione Trascendentale si trova il vero
significato della Bibbia. Senza la Meditazione Trascendentale la Bibbia non
offre niente ".

Maharishi parla spesso dell'amore, ma spiega che questo non sarà e


possibile fino a che la nostra coscienza non si sarà dilatata alle dimensioni
dell'Assoluto. "L'amore é la Coscienza Pura che proviene da un rilassamento
degli stress e dal riposo profondo" (Ibid.: p.217 _ 30. nov. 1975). La pratica
della Meditazione Trascendentale ci porta per forza di cose a uno sguardo
sempre più egocentrico. L'amore profondo che esige un reale sacrificio di sé
è quasi inesistente. Domandarsi perdono, confessare le propone colpe sono
cose che non trovano posto nella Meditazione Trascendentale, che cerca la
purificazione del sistema nervoso mediante il rilassamento dagli stress e dalle
tensioni. Ora, Gesù ci ha insegnato che il problema non sta lì: "Ciò che esce
dall'uomo, questo sì contamina I'uomo. Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore
degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adulteri,
cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia,
stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e
contaminano l'uomo" (Mc 7,20-23).

La Meditazione Trascendentale dice, insomma:

"Rilassate le tensioni e potrete amare".

Gesù dice:

"Purificate prima l'interno della coppa e del piatto e tutto per voi sarà puro".

È Gesù stesso poi che viene a purificarci ed a donarci il suo Spirito ed il suo
amore infinito, che è poi quello di Dio. Dice, infatti, san Paolo: "La speranza
poi non delude, perché lamore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per
mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" (Rm 5,5). Nella Meditazione
Trascendentale non c'è posto nemmeno per la misericordia, poiché Dio non è
una persona che prende un interesse appassionato per le sue creature. Dio è
il "Tutto", Dio è "Energia". È ben noto, infatti, che né una batteria, né una
centrale nucleare possono brillare per amore. Nella Meditazione
Trascendentale non c'è posto nemmeno per la sofferenza. La norma da
raggiungere per il "meditante" è la Coscienza Cosmica, stato nel quale non
c'è sofferenza. Mentre per il cristiano la felicità è la beatitudine di Dio, la vera
felicità, secondo Maharishi, può esistere solo nell'assenza di sofferenza. Lo
scopo della Meditazione Trascendentale è quindi di liberarci della sofferenza
a livello puramente naturale, il più presto possibile, perché essa non serve a
niente. Nell'amore di Dio la sofferenza è invece una specie di passaggio
obbligato; Dio stesso è voluto entrare e passare attraverso la sofferenza, e lo
ha fatto per amore: "Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio
unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna"
(Gv 3,16). Ora, Cristo è venuto per salvarci dal peccato e dalla morte con la
sua sofferenza liberamente accettata per amore. Egli che è "la Via, la Verità e
la Vita" ci dice: "Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv 14,6).
La prospettiva sulla sofferenza è uno dei punti sui quali fa leva più
pericolosamente la seduzione della Meditazione Trascendentale; essa
propone una beatitudine puramente naturale, alla portata dell'uomo, con
l'eliminazione della sofferenza. Non c'è più bisogno di sforzo, l'ascesi e la
lotta sono superate. In verità non c'è nemmeno bisogno della grazia: tutto ciò
che serve è la Meditazione Trascendentale. Il vero rischio è di abituare il
"meditante" a fuggire la sofferenza anticipando per così dire naturalmente ciò
che egli spera di raggiungere, dunque a fuggire una importante parte del
reale e a vivere in un mondo immaginario, chiuso su se stesso. Le
conseguenze sono molto gravi. Queste tecniche di meditazione orientali, non
possono essere considerate semplici esercizi di rilassamento, neutri e
facilmente cristianizzabili, perché hanno una prospettiva esplicitamente
spirituale i cui obiettivi non si possono ignorare. Sono presentate come fattori
d'equilibrio, di armonia, ma oltre ciò, sono in realtà strane sapienze che
offrono un nuovo stato di coscienza, una scoperta dell'"Io" immortale, fino a
far balenare una "immortalità" entro questo mondo. In pratica, si presentano
come una salvezza mediante la quale ci si appropria del divino attraverso
l'autocontrollo. Una esperienza spirituale ottenuta come prodotto di una
tecnica, sottintende la ricerca di una autonomia spirituale radicalmente
contraria alla Redenzione, ottenuta da Dio, per amore ed accolta con umiltà.
Si favorisce invece un volontarismo pelagiano e orgoglioso. La miscela di
queste tecniche con la preghiera cristiana, messa in atto purtroppo, anche da
parte di religiosi, rischia di falsare la preghiera facendola apparire intatta, ma
in realtà svuotandola della relazione personale con Gesù e sostituendola con
una fusione cosmico con la "Divinità". Santa Teresa d'Avila si opponeva
accanitamente alle ricerche del vuoto mentale, già in voga nel suo tempo,
perché essa vi vedeva tre gravi pericoli per la salute spirituale dell'anima:
a. un disconoscimento dello psichismo umano, che accede allo spirituale solo
attraverso il sensibile;

b. una negazione della gratuità dei doni di orazione, che in nessun caso
possono essere provocati;

c. e soprattutto uno svuotamento della relazione personale con il Verbo


Incarnato, che anche i più alti stati mistici non possono misconoscere.

Per fuggire forse alla spersonalizzazione della nostra società, ci si precipita in


un abisso interiore, dove non rimane più la possibilità di una relazione
personale con un Dio che sia Qualcuno. Sia che si tratti del Samadhi'
(Samadhi = termine sanscrito che nella meditazione yoga, indica quella
condizione di coscienza in cui si verifica un'assoluta coincidenza tra pensiero
ed oggetto del pensiero, pertanto un'unione mistica del soggetto con
l'Assoluto. Questo concetto è pure caro anche ai buddisti e ai maestri zen: la
coincidenza di soggetto e oggetto della meditazione trova il suo coronamento
nell'esperienza del "vuoto"), o del Nirvana (Nirvana = termine sanscrito che
nell'induismo significa "cessazione" ed esprime la condizione di liberazione,
dell'estinzione dell'anima individuale nell'oceano cosmico del Brahma. Nel
buddismo rappresenta lo scopo finale perseguito da tutte le dottrine, dopo
aver raggiunto I'illuminazione mediante la liberazione da tutte le illusioni e da
tutti i desideri. È una condizione della coscienza liberata dal dolore e
pervenuta ad una quiete totale. Nel nirvana non si estingue l'Io, ma I'illusione
che esista veramente l'Io. In realtà questo "paradiso" è una disperazione), o
del Satori (Satori = termine giapponese che denomina, presso i buddisti zen,
la condizione dell'illuminazione = Nirvana), I'illuminazione avviene a prezzo
della "bambola di sale che si scioglie nell'oceano". Dove non c'è più
distinzione non è più possibile l'amore. Allora, se la salute dell'uomo consiste
nella capacità di amare, non ci si stupisce più che tali concezioni sbocchino in
veri dissolvimenti psichici.

10. La MT è dannosa per il "meditante"


Questo atteggiamento di rifiuto della sofferenza e di ricerca di tecniche per
annullarla porta, alla fine, a una vera distruzione dell'uomo, come si è potuto
osservare in molti casi di "meditanti avanzati". Si rischia naturalmente di
sviluppare I'orgoglio dell'uomo, perché egli cerca con le sue sole forze di
giungere agli stati di coscienza più elevati. La Meditazione Trascendentale è
forse la più ingenua, ma nello stesso tempo la più pericolosa di queste
tecniche, per le sue parvenze scientifiche che nascondono il suo carattere
religioso. Non bisogna temere in questo caso, anche a costo di urtare un
gran numero di persone, a parlare di legami contratti con il mondo
demoniaco. Oltre ai pericoli d'ordine spirituale che la pratica della
Meditazione Trascendentale comporta, bisogna rendersi conto anche delle
conseguenze fisiche e psicosomatiche. Tra le prime si ritrovano
ingrossamento del cuore, a causa del rallentamento della funzione
respiratoria, invecchiamento precoce, problemi circolatori dovuti all'aumento
del calibro delle vene, stazione in piedi dolorosa e difficoltà di
deambulazione. Le seconde sono terribili anche perché in un primo tempo la
Meditazione Trascendentale sembra dare frutti positivi. All'inizio, infatti, si
incontra una specie di pacificazione e di rilassamento della persona. Il solo
fatto di riservarsi due volte al giorno venti minuti di silenzio produce un effetto
positivo. Il dottor Herbert Benson, cardiologo alla Facoltà di Medicina di
Harvard, ha dimostrato però che questi cambiamenti al livello del cuore, della
tensione arteriosa, della resistenza della pelle, potevano anche essere
ottenuti con tecniche diverse. Egli ha fatto delle esperienze con dei "mantra"
non appartenenti alla Meditazione Trascendentale, per esempio con la
semplice parola inglese "one" ("uno" in italiano). Altri studiosi hanno ottenuto i
medesimi effetti con la respirazione ritmica, in posizione distesa sul suolo per
la durata di venti minuti, o con l'orazione cristiana (AA.VV; "Dalle sponde del
Gange alle rive del Giordano", p. 219). Ciò che sconvolge sono le
perturbazioni psichiche. Scrive il Dr Madre: (Ibid.; P· 196-197) "Certuni,
effettivamente, rammentano come segni precursori I'apparizione improvvisa e
inattesa di pensieri fuori posto; perversi, morbosi, o perfino osceni, e questo
senza rapporto diretto con la circostanza vissuta in quel momento. II loro
nascere imprevedibile genera allora sorpresa e ansietà. II problema diviene
ancora più cruciale quando si presenta in ambiente religioso, principalmente
quando la persona è aggredita da un tale sintomo parossistico nel corso
dell'orazione o della celebrazione eucaristica. Noi crediamo, in questo
contesto, che il fenomeno debba essere assolutamente distinto dalla
semplice tentazione... Invece non c'è dubbio che I'acquisizione del quarto
stato di coscienza, tanto valutato dalla meditazione orientale non è senza
incidenza negativa sulla vigilanza cerebrale. In certi casi produrrebbe anche
un'irruzione di immagini pulsionali che I'individuo non riesce bene a
dominare... In questa patologia si ritrova spesso un altro sintomo psichico. Si
tratta di angoscia. Salvo eccezioni non di un'angoscia parossistica, violenta e
Irragionevole, ma piuttosto di uno stato latente, di apparizione ritardata e
progressiva. E' un angoscia sottile, profonda, senza un rapporto diretto con la
vita emozionale, ma corrispondente ad un isolamento relazionale
crescente..." Un gran numero di adepti della Meditazione Trascendentale,
passata la soglia di 5-6 anni di pratica, si suicidano, o si ritrovano in un
ospedale psichiatrico. Le testimonianze di coloro che ne sono usciti fanno
rabbrividire (PHILIPPE MADRE; "Mais délivre-nous du mal", Pneumathéque,
p. 103 ss). In molti casi si manifestano esperienze strane. Liliana Fleurian
racconta: (LILIAN FLEURIAN; "Tychique", n" 8) "Nel corso di questi esercizi,
ho fatto diverse esperienze psichiche che mi sono sembrate esaltanti. II
professore mi spiegò che si trattava di cose del tutto desiderabili, e ben note
agli yogins: apertura dei chakras, viaggi astrali, ecc... Oggi ho la convinzione
che siano della stessa natura delle estasi procurate dalle droghe (LSD) e non
meno distruttrici di queste"

11. Dalla MT al "Channeling"


E' questo un argomento che bisogna approfondire molto, perché è pieno di
sorprese. Navigando su Internet si scoprono tanti articoli che parlano di
questo. Cito da uno di questi dal titolo "Channeling, Methodfor SelfDiscovery
and Healing": (LORI E. TOSTADO; [email protected] 5 Mar 1955) "Molti in
questo tempo cercano ciò che chiamano la verità. Essi cercano in questa
arena la guida di esseri "superiori" in altre dimensioni. Bene, sorpresa, tu sei
uno di questi esseri. Ognuno ha un "lo" Superiore, che esiste
simultaneamente in questa dimensione così come nelle altre... Tu sei sempre
in contatto con il tuo "lo" Superiore, ma tutto diventa più chiaro quando poni la
tua attenzione nel portare Spirito nella tua vita. Così il concetto di channeling
è veramente un concetto semplice: portare dentro Spirito (non
necessariamente il tuo) e lasciare che comunichi o con te o attraverso di te.
Poiché il tuo "lo" Superiore non è limitato dal tempo o dallo spazio, tu puoi
avere accesso alla completezza del tuo intero essere, cioè i tuoi te stessi
passati, presenti e futuri, così come a tutti i suoi aspetti. II tuo Spirito è in
realtà più grande e molto più vasto di quanto non possa immaginare, perché
tu sei qui sul piano fisico, imparando tutto sulle limitazioni, e non hai lo
sguardo a volo d'uccello che il tuo "lo" multidimensionale ha...Vai in un posto
quieto, dove non sarai disturbato e dove puoi sedere comodamente con i
piedi poggiati sul pavimento e gli occhi chiusi... Fai dei profondi respiri,
rilassati. Immagina la tua coscienza che sprofonda nella terra, mentre tu
respiri lentamente e profondamente, poi la tua coscienza si ferma in qualche
punto dentro la terra, dove tu trovi un certo minerale dove ti senti attratto.
Guarda il minerale che comincia a luccicare, diventa brillante con luce
colorata, del colore che ti pare. Ora tu vedi la luce che diventa un raggio, ora
si muove all'insu, su, fino a che entra sotto il tuo piede destro. Diventa ora
cosciente del tuo piede destro...." Così la persona viene condotta a vedere il
raggio di luce che dopo essere passato dalla parte destra del proprio corpo
esce con il respiro, rientra nella parte sinistra del corpo e torna, come un
raggio di ritorno, nella terra nel punto da cui era partito. Ora le energie di
questi raggi cominciano a riempirlo di vita e di energia di guarigione. Poi una
terza corda di energia, di un altro colore, viene su dalla terra, entra nel suo
corpo e va a rivitalizzare i suoi chakras, che brillano di nuovi colori e ruotano.
Le energie negative se ne vanno. I chakras adesso mandano energia in tutto
il corpo, che diventa luminoso ed impermeabile all'attacco delle energie
negative.... Che bello! Ora bisogna che la persona entri nel suo "Santuario"
dove incontrerà il suo "lo" Superiore. A questo punto lo scrivente esclama
estatico:
"Qui I'energia è meravigliosa!"

Poi la persona ritorna nel piano fisico insieme al suo "Io" Superiore, pone le
domande che vuole e riporta il suo "lo" Superiore nel "Santuario", alla
"fontana magica". Essa può tornare Iì ogni volta che lo vorrà. Per essere
guarita e per "crescere", basta fidarsi dello Spirito... Il tutto finisce con la
frase: "Pace a te".

Il credente non ha bisogno di tutto questo, perché naturalmente ha


conosciuto colui di cui Giovanni il Battista disse:

"Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!" (Gv 1,29),

e non ha bisogno di falsi Spiriti, perché ha capito bene come è fatto l'amore di
Dio:

"Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché
chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16).

Grazie, Signore Gesù!

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