Spinoza TIE Mignini
Spinoza TIE Mignini
Spinoza TIE Mignini
SULL'EMENDAZIONE DELL'INTELLETTO
e sulla via per dirigerlo nel modo migliore
alla vera conoscenza delle cose
Traduzione di Filippo Mignini
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AVVERTENZA
al Lettore!
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Q uesto esempio mostr a chiaramente ci che ho appena osservato. Infatti, con quella unione non intendiamo se non la sensazione
stessa, ossia l'e ffetto dal quale abb iamo con cluso una causa della
quale non intendiamo nulla .
h Tale conclusione, ben ch sia cert a, tuttavia non abb astanza si.
cura se non per quelli che pre stan o massima atten zione . Infatti , se
non porr anno la massima att enzione a s stessi, cadra nno subito in
errori, poich, concepen do le cose cos astrattamente, non invece
media nte la vera essenz a, subito vengono confusi dall'immagina.
zione. Infatti , quel che in s uno , gli uomini lo immaginan o molo
teplice44 e a quelle cose che concepiscono in modo astratto , separato e confu so imp ongono dei nomi che usano per significare alrre
cose pi familiari. Perci accad e che immagin ano queste cose allo
stesso mod o con cui sono soliri immaginare quelle alle quali imposero rali nomi la prima volta.
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[29] Il solo quarto modo comprende l'essenza adeguata della cosa e senza pericolo di errore; perci dovr
esserne fatto il massimo uso. Avremo dunque cura di
spiegare in che modo sia da usare, per intendere con tale conoscenza le cose ignote e perch questo avvenga il
pi rapidamente possibile.
[30] Avendo appreso quale conoscenza ci necessaria,
si deve esporre il metodo con il quale conosciamo, per
mezzo di essa, quel che da conoscere. Affinch ci avvenga, si deve anzitutto considerare che qui non si dar
una ricerca all'infinito, ossia: per trovare il metodo migliore per indagare la verit necessario" un secondo
metodo che indaghi il metodo di indagine della verit e,
per indagare il secondo metodo, necessario un terzo e
cos all'infinito. In tal modo non si perverrebbe mai alla
conoscenza del vero, anzi a nessuna conoscenza. Qui si
hainvece la stessa cosa che accade negli strumenti corporei, a proposito dei quali sarebbe possibile argomentare
allo stesso modo . Infatti, per battere il ferro necessario
il martello e per avere il martello necessario produrlo;
per questo c' bisogno di un altro martello e di altri strumenti, per avere i quali ci sar bisogno di altri strumenti
e cosall'infinito; ma in tal modo ci si sforzerebbe invano
di provare che gli uomini non hanno alcun potere di battere il ferro . [31] Invece, come gli uomini all'inizio poterono fare alcune cose molto facili con strumenti innati ,
anche se con fatica e imperfettamente e, costruite queste,
ne costruirono altre pi difficili con minor fatica e maggioreperfezione, cos, avanzando gradualmente da opere
semplicissime agli strumenti e dagli strumenti ad altre
opere e altri strumenti, giunsero al punto di compiere
tante opere e cos difficili con poca fatica . Allo stesso
modo anche l'intelletto, mediante la sua kforza innata , si
Qui tratter dell' esperienza alquanto pi prolissamente ed esaminer il metodo di procedere degli empirici e dei filosofi recenti.
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appronta degli strumenti intellett uali, con i quali acquissce altre forze pe r altre opere lintellettuali, e da queste
opere altri strumenti, ossia la capacit di indagare ulteriormente avanzando in modo graduale fino ad attingere
il culmine della sapienza .
[32] D 'altra parte, che l'intelletto si comporti cos
sar facile vederlo, purch si comprenda che cosa sia il
metodo per indagare la verit e quali siano quegli stru menti innati dei quali soltanto ha bisogno per costruire
da essi altri strumenti, affinch proceda ulteriormente.
E per mostrarlo procedo cos.
(33] Lidea " vera (abbiamo certamente un'idea vera)
qualcosa di diverso dal suo ideato (infatti altro il cerchio,
altro l'idea del cerchio: l'idea del cerchio senza dubbio
non qualcosa che abbia una periferia e un centro come il
cerchio, n l'idea del corpo lo stesso corpo ); e poich
qualcosa di diverso dal suo ideato, sar anche per s qualcosa di intelligibile. Ossia, l'idea, rispetto alla sua essenza
formale , pu essere oggetto di un'altra essenza oggettiva
e, di nuovo , anche quest' altra essenza oggettiva sar, considerata in s stessa, qualcosa di reale e di intellgibile," e
cos indefinitamente. [34] Pietro, ad esempio, qualcosa
di reale; l'idea vera di Pietro l'essenza oggettiva di Pietra, in s stessa qualcosa di reale e di totalmente diverso
dallo stesso Pietro. Pertanto, poich l'idea di Pietro
qualcosa di reale, avente la sua essenza peculiare, sar ano
che qualcosa di'intelligibile, ossia 1'oggetto di un 'altra
idea, che avr in s oggettivamente tutto ci che l'idea di
Pietro ha formalmente ; e ancora, l'idea dell'idea di Pietro
ha pure di nuovo la sua essenza,'che pu anche essere og
getto di un'altra idea, e cos indefinitamente. Di questo
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J Qui sono chiamate opere: nella mia Filo sofia si spiegher che cosa
sono .
Nota che qui non solo cercher di mostrare ci che ho appena
detto, ma anche che ho proceduto finora rettamente e, insieme, altre cose molto necessarie da sapere.
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quando la mente rivolge l'attenzione, o riflette, alla conoscenza dell'ente perfettissimo. Insomma, quante pi
cose conosce, tanto meglio la mente intende sia le sue
forzesia l'ordine della natura. [40] D'altra parte, quanto
meglio intende le sue for ze, tanto pi facilmente pu dirigere s stessa e porre dinanzi a s delle regole; e quanto meglio intende l'ordine della natura, tanto pi facilmente pu trattenere s stessa da cose inutili. In ci
consiste l'intero metodo, come abbiamo detto.
[41] Aggiungi che l'idea si d oggettivamente nello
stesso modo con cui l'ideato si d realmente. Se dunque
sidesse in natura qualcosa che non ha alcun rapporto
con le altre cose, anche la sua essenza oggettiva.P la qualedovrebbe convenire totalmente con l'essenza formale,
non avrebbe neppure alcun Prapporto con le altre idee,
ossia non potremmo concludere nulla rispetto ad essa.
Al contrario, le cose che hanno un rapporto con le altre,
come sono tutte quelle che esistono in natura, sono oggetto di intellezione e anche le loro essenze oggettive
avrannolo stesso rapporto; ossia, da esse saranno dedottealtre idee che a loro volta avranno un rapporto con altree cos aumentano gli strumenti per avanzare ulteriormente. Ed quel che ci sforzavamo di dimostrare.
[42) Inoltre, da ci che abbiamo appena detto, ossia
che l'idea deve convenire totalmente con la sua essenza
formale, appare di nuovo chiaro che la nostra mente,
per rappresentare in modo completo l'esemplare" della
natura, deve trarre tutte le sue idee da quella che rappresenta l'origine e la fonte" di tutta la natura, perch la
stessasia anche fonte di tutte le altre idee .
[43) Qui forse qualcuno si meraviglier che noi , dopo
aver detto che un buon metodo quello che mostra in
che modo la mente debba essere diretta secondo la norp Avere rapporto
produrne altre .
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ma di un 'idea vera data , lo proviamo mediante un ragionamento: il che sembra mostrare che d non noto per "
s e, pertanto, si pu domandare se ragioniamo bene. Se :,'
ragioniamo bene, dobbiamo iniziare da un 'idea data e ;
poich iniziare da un 'idea data richiede una dimostrazione, dovremmo di nuovo provare il nostro ragionamento e di nuovo ancora quest'altro e cos all'infinito.
[44] Ma a ci rispondo che se uno, indagando la natura,
procedesse per un qualche fato cos , ossia acquisendo
nell' ordine dovuto altre idee secondo la norma di un'idea vera data, non qdubiterebbe mai della sua verit,
poich la verit, come abbiamo mostrato, manifesta s
stessa, e tutte le cose giungerebbero a lui persino in modo spontaneo. Ma poich questo non accade mai o raramente, fui costretto a disporre quelle cose in modo tale
da poter acquisire, con disegno premeditato, quel che
non possiamo per fato e, al tempo stesso, perch apparisse che per dimostrare la verit e il buon ragionamento
non abbiamo bisogno di nessuno strumento se non della
stessa verit e del buon ragionamento. Infatti ho comprovato e mi sforzo ancora di provare il buon ragionamento ragionando bene. Aggiungi che gli uomini, anche
in tal modo, si abituano alle loro meditazioni interiori.
[45] Invece, le ragioni per cui accade raramente che
nell 'indagine della natura questa venga investigata nell'ordine dovuto, sono: per i pregiudizi, le cui cause spiegheremo in seguito nella nostra filosofia; inoltre, perch
si richiede un a grande e accurata distinzione, come rnostreremo in seguito , e questo molto faticoso ; infine,
per la condizione delle cose umane, che, come stato
gi mostrato, sommamente mutevole. Ci sono anche
altre ragioni che non indaghiamo.
[46] Se qualcuno , per caso , domandasse perch io
mostri" sub ito, prima di ogni altra cosa, le verit della
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Quando in seguito parleremo della fnzione che concerne le essenze, apparir chiaramen te che la finzione non elabora o non presenta
maialla mente qualcosa di nuovo , ma che si richiamano soltanto alla memoria quelle cose che sono nel cervello o nell'immaginazione,
e che la mente presta attenzione a tutte simultaneamente in modo
confuso. Ad esempio, si richiamano alla memoria la parola e l'albero
e quando la mente considera confusamente, senza distinzione, ritiene che l'albero p arli. La stessa cosa si intende dell'intelligenza, soprattutto, come abbiamo detto, quando viene concepita in modo
tanto generale quanto l'ente. Infatti allora si applica facilmente a tutte le cose che ricorrono insieme nella memoria. E questo assai degno di nota .
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Trattato sull'emendazionedell'intelletto
parole. Ma , come abbiamo detto, qu anto meno gli uomini conoscono la natura, tant o pi facilmente possono
fingere molte cose: che gli alberi parlino , gli uomin i si
trasformino imp rovvisamente in pietre e in fonti, che
appaiano fantasmi negli specchi, che il nulla diventi
qualcosa, persino che gli di si trasformino in bestie e in
uomini, e infinite altre cose dello stesso genere ."
[59] Forse qualcuno penser che la finzion e, e non
l'intellezione, costituisca il limite della finzione; ossia,
dopo che ho finto qualcos a e, per un a certa libert, ho
voluto affermare che esso esiste in natura cos, questo
implica che in seguito non possiamo pensarlo in altro
modo. Ad esempio , dopo aver finto (per parlare con essi) quest a determinata natura del corpo ed essermi voluto persuade re, grazie alla mia libert, che essa esiste realmente , non pi poss ibil e fingere, ad esempio, un a
mosca infinit a e, dopo aver finto l' essenza dell'anima,
non posso conc epirla qua d rata ecc.67 [60] Ma questo
deve essere esaminato . Anzitutto o negano o concedono
che noi possiamo intendere qualcosa. Se lo concedono,
quello stesso che dicono della finzione dovr essere necessariamente detto anche dell'intellezione. Se invece lo
negano, vediamo noi , che sappiamo di sapere qualcosa ,
che cosa dicono. Questo dicono : che l'anima pu sentire
e percepire in molti modi non s stessa n le cose che
esistono , ma soltanto le cose che non sono n in essa n
in alcun luogo ; cio, che l'anima pu, con la sola sua forza, creare sensazioni o idee che non hanno per oggetto
le cose; sicch la considerano, in parte; come Dio . Inol tre dicono che noi , o la nostra anim a, abbiamo (o ha )
una tale libert da limitare noi stessi o s stessa, anzi la
sua stessa libert. Infatti, dopo aver finto qu alcosa e
avergli dato l'assenso, non pu pens arlo o fingerlo in altro modo e da quella finzione anche costretta a pensare in modo tale che non ci si opponga a quella prima
finzione. Sicch, a questo proposito, sono anche costret-
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Trattato sull'emendazionedell'intelletto
Trattato sull'emendazionedell'intelletto
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essanon siano dedotte tutte le altre idee , la precipitazione nel fingere poco a poco svanir .
[63] Poich un'idea finta non pu essere chiara e distinta, ma soltanto confusa - ogni confusione procede
da questo, che la mente conosce solo in parte una cosa
intera o composta da molte cose e non distingue il noto
dall'ignoto; inoltre, che si rivolge simultaneamente, senza alcuna distinzione, alle molte cose che sono contenute in ciascuna cosa - , (64] da ci segue , in primo luogo,
che se l'idea concerne una qualche realt semplicissima,
non potr essere se non chiara e distinta; infatti, quella
cosa dovr farsi conoscere non in parte ma tutta, oppure
nulla di essa. Segue in secondo luogo che se una cosa,
composta da molte, viene divisa dal pensiero in parti
tutte semplicissime, e si fa attenzione a .ciascuna separatamente, allora svanir ogni confusione. In terzo luogo
segue che la finzione non pu essere semplice, ma deriva dalla composizione di diverse idee confuse, che sono
di diverse cose e azioni esistenti nella natura, o meglio ,
deriva dall'attenzione, bsimultaneamente priva di assenso, a tali diverse idee. Infatti, se fosse semplice, sarebbe
chiara e distinta e, per conseguenza, vera; se risultasse
dalla composizione di idee distinte, anche la composizione di queste sarebbe chiara e distinta, e perci vera.
Ad esempio, dopo aver conosciuto la natura dd cerchio
e anche quella dd quadrato, non posso comporre le due
e fare un cerchio quadrato o un'anima quadrata e cose
simili.
[65] Concludiamo di nuovo brevemente e vediamo
come non si debba temere affatto che la finzione venga
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confusa con le idee vere. Infatti , quanto alla prima finzione di cui abbiamo parlato in precedenza, quando
cio la cosa concepita chiaramente, vediamo che se l'esistenza della cosa concepita chiaramente per s una
verit eterna , non pot remo fingere nulla rispetto a essa.
Ma se l'esisten za della cosa concepita non una verit
eterna , bisogna cercare di comporre l'esistenza della cosa con la sua essenza e simultaneamente fare atten zione
all'ordine della natura. Quanto alla seconda finzione,
che abbiamo detto essere attenzione simultaneamente
priva di assenso a diverse idee confuse di diverse cose e
azioni esistenti nella natura, abbiamo anche visto che
una cosa semplicissima non pu essere oggetto di finzione ma di intellezione, cos come una cosa composta,
purch si faccia attenzione alle parti semplicissime da
cui compos ta. Abbiamo visto, anzi, che non possiamo
fingere, a partire da esse, nessuna azione che non sia vera, perch siamo costretti, simultaneamente, a osservare
come e perch tale cosa avvenga.
[66] Inteso questo in tal mod o, passiamo ora all'esame dell'idea falsa, per vedere a quali oggetti si riferisca e
come possiamo guardarci dal cadere in false percezioni.
Ambedue queste cose non saranno per noi difficili, dopo l'indagine dell'idea finta. Infatti tra le stesse non c'
altra differenza se non che l'idea falsa suppone l'assenso,
ossia (come abbiamo gi notato) suppone che, mentre si
offrono all'errante delle rappresentazioni, non si offra
nessuna causa dalla quale possa dedurre, come colui che
finge, che esse non nascono da cose che sono fuori di
lui; e questo non quasi nient'altro che sognare a occhi
aperti o mentre vegliamo. Perci l'idea falsa si rivolge o
(per dir meglio) si riferisce all'esisten za di una cosa la
cui essenza sia conosciuta , oppure si riferisce all'essenza
nello stesso modo dell'idea finta.
[67] Quella che si riferisce all'esistenza viene corretta
nello stesso modo della finzione. Infatti, se la natura del-
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la cosa conosciuta suppone l'esistenza necessaria, impossibile che sbagliamo rispetto all'esistenza di quella
cosa. Invece , se 1'esistenza della cosa non una verit
eterna, come la sua essenza, ma la sua necessit o impossibilit di esistere dipendono da cause esterne, allora vale esattamente il discorso fatto per la finzione, perch si
corregge allo stesso modo.
[68] Per quanto concerne la second a, che si riferisce
alle essenze o anche alle azioni, tali percezioni necessariamente sono semp re confuse, composte da diverse
percezioni confuse di cose esistenti nella natura, come
quando gli uomini sono persuasi che nei boschi , nelle
immagini, negli animali e nelle altre cose siano presenti
delle divinit; che si diano dei corpi dalla cui sola composizione derivi l'intelletto ; che dei cadaveri ragionino,
camminino, parlino ; che Dio sia abbindolato e cose simili. Ma le idee, che sono chiare e distinte , non possono
essere mai false. Infatti, le idee delle cose che sono concepite chiaramente e distintame nte sono o semplicissime o composte da idee semplicissime, cio dedotte da
idee sempl icissime. Che invece un 'idea semplicissima
non possa esser falsa, ciascuno pot r vederlo, purch
sappia che cosa sia il vero , ossia l'intelletto, e insieme
che cosa sia il falso.
[69] Infatti, per quanto concerne ci che costituisce
la forma del vero, certo che il pensiero vero si distingue dal falso non tanto per denominazione estrinseca,
ma sopr attutto intrinseca. Se un artefice ha concepito
con ordine una qualche ope ra, anche se tale ope ra non
mai esistita o non esister mai, tuttavia il suo pensiero
vero e il pensiero lo stesso, sia che l'opera esista sia che
non esista. Al contr ario, se qualcuno dice che Pietro, ad
esempio, esiste, e tuttavia non sa che Pietro esiste, quel
pensiero, rispetto a lui, falso o, se preferisci, non vero, anche se Pietro esiste davvero. E tale enunciato, Pie-
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[78] Nell 'anima, dunque, non si d alcun dubbio a causa della cosa stessa di cui si dubita; ossia, se nell'anima c'
una sola idea , sia essa vera o falsa, non si dar dubbio" e
neppure certezza, ma soltanto una tale sensazione; infatti,
in s [l'idea] non altro che tale sensazione. TI dubbio si
dar invece a causa di un 'altr a idea, la quale non cos
chiara e distinta da poterne dedurre qualcosa di certo rispetto alla cosa di cui si dubita; cio, l'idea che ci getta nel
dubbio non chiara e distinta. Ad esempio, se qualcuno
non ha mai riflettuto sulla fallacia dei sensi, o a causa dell'esperienza o comunque sia, non dubiter mai se il sole sia . i
maggiore o minore di come appare; perci, molto spesso i
contadini si meravigliano qu ando sentono dire che il sole
molto pi grande del globo terrestre. Invece il dubbio nasce briflettendo sulla fallacia dei sensi; e se qualcuno, dopo
aver dubitato , ha acquisito una ver a conoscenza dei sensi e
di come le cose vengano rappresentate a distanza mediano
te i loro strumenti, allora il dubbio scompare di nuovo.
[79] Da ci segue che possiamo dubitare delle idee vere
in quanto esista forse qualche Dio ingannatore che ci trae
in fallo anche nelle cose massimamente certe , solo fino a
quando non abbiamo un 'idea chiara e distinta di Dio ,78
cio solo se, con siderando la conoscenza che abbiamo dell'origine di tutte le cose, non troviamo nulla che ci insegni
che Dio non ingannatore, con la medesima conoscenza
con cui , cons iderando la natura del triangolo, troviamo
che i suoi tre angoli sono uguali a due retti; ma se abbiamo
una tale conoscenza di Dio, quale abbiamo del triangolo, '
allora ogni dubbio tolto. E come possiamo pervenire a
tale conoscenza del triangolo , bench non sappiamo con
certezza se un qualche sommo Ingannatore" ci tragga in
fallo, allo stesso modo possiamo anche giungere a una tale
conoscenza di Dio , bench non sappiamo con certezza se
Ossia , sa che i sensi talvolt a si ingannano; ma questo lo sa confusamente soltanto, perch ignor a in che modo i sensi sbaglino.
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cheimpedisce all'intelletto di riflettere su s stesso. Inpaziente.v [87] Da ci appare anche evidente quanto fafatti, non distinguendo tra immaginazione e intellezione,
cilmente possono cadere in grandi errori quelli che non
riteniamo che le cose che immaginiamo pi facilmente
hanno distinto accuratamente tra immaginazione e intelsiano per noi pi chiare e pensiamo di intendere quel
lezione. In questi errori, ad esempio: che l'estensione
che immaginiamo soltanto . Di conseguenza, anteponiadebba essere in un luogo; che debba essere finita; che le
mo le cose che sono da posporre e in tal modo si sovversue parti si distinguano reahnente l'una dall'altra; che sia
te il vero ordine del progresso conoscitivo n si conclude
il primo e unico fondamento di tutte le cose; che in un
legittimamente alcunch.
tempo occupi uno spazio maggiore che in un altro e mol[91] ' O ra, per giungere infine alla seconda parte di
te altre cose simili, le quali tutt e si oppongono completaquesto metodo, proporr dapprima il nostro scopo in
mente alla verit, come mostreremo a suo luogo.
[88] Inoltre, poich le parole sono parte dell'immagiquesto metodo e quindi i mezzi per raggiungerlo. Lo
scopo, dunque, di avere idee chiare e distinte, tali cio
nazione, ossia, poich fingiamo molti concetti a seconda
chesiano prodotte dalla pura mente e non da movimendi come le parole si compongono senza ordine nella meti fortuiti del corpo . Quindi, affinch tutte le idee siano
moria secondo una qualche disposizione del corpo , non
ricondotte a una sola, cercheremo di concatenarle e orsi deve dubitare che anche le parole, come l'immagina.
zione , possano essere causa di molti e gravi errori, se non ~. dinarle in modo tale che la nostra mente , per quanto le
possibile, rappresenti oggettivamente la formalit della
ci guardiamo bene da esse. [89] Aggiungi che [le parole]
natura, rispett o alla totalit e rispetto alle sue parti.
sono costituite secondo il gusto e la comp rensione del
[92] Quanto al primo pun to, come abbiamo gi detvolgo, sicch non sono se non segni delle cose, a seconda
to, per conseguire il nostro fine ultimo si richiede che la
di come queste sono nell'immaginazione, non invece di
cosa sia concepita o mediante la sua essenza soltanto o
come sono nell 'intelletto. Questo appare chiaramente
mediante la sua causa prossima ." O ssia, se la cosa in
dal fatto che a tutte quelle cose che sono soltanto nell'ins 0 , come si dice comunemente, causa di s, allora dotelletto, e non nell 'immaginazione , imposero dei nomi
vr essere intesa mediante la sua sola essenza. Se invece
spesso negativi (come incorporeo, infinito ecc.); e anche
la cosa non in s, ma richiede una causa per esistere,
dal fatto che esprimono in modo negativo e contrario
alloradeve essere intesa mediante la sua causa pros sima.
molte cose che in verit sono affermative (come increato,
Infatti fconoscere l'effetto non altro , in verit, che acindipendente, infinito, immortale ecc. ), poich certaquisire un a pi perfetta conoscenza della causa.
mente immaginiamo i loro contrari molto pi facilmente:
per questo si presentarono ai primi uomini precedendo
le altre e dacquisirono nom i positivi.
e La regola principale di questa parte, come segue d alla prima, di
[90] Evitiamo poi un 'altra grave causa di confusione,
d Affermiamo
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Trattato sull'emendazionedell'intelletto
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Infatti, quanto pi un'idea determinata, tanto pi dstinta e dunque pi chiara. Perci dobbiamo cercare soprattutto la conoscenza delle cose particolari."
[99] Invece, in vista dell' ordine e affinch tutte le
nostre percezioni siano ordinate e unite , si richiede che
indaghiamo, quanto prima possibile - e la ragione lo
esige - , se esista e qual natura abbia un qualche ente che
sia causa di tutte le cose, affinch la sua essenza oggettiva sia anche causa di tutte le nostre idee. Allora la nostra mente , come abbiamo detto, riprodurr in massimo
grado la natura, perch avr oggettivamente l'essenza,
l'ordine e l'unione di essa. Da questo possiamo vedere
che per noi anzitutto necessario dedurre tutte le nostre idee sempre da cose fisiche , ossia da enti reali,
avanzando , per quanto possibile, secondo la serie delle cause, da un ente reale a un altro ente reale e, certamente , in modo tale da non passare a cose astratte e universali, sia per non concludere da esse qualcosa di reale
sia per non dedurle da qualcosa di reale: ambedue questi procedimenti interrompono il vero progresso dell'intelletto.
[100] Ma si deve osservare che qui, per serie delle
cause e degli enti reali non intendo la serie delle cose
singole mutevoli, ma soltanto la serie di quelle fisse ed
eterne." Sarebbe infatti impossibile alla debolezza umana comprendere la serie delle cose singole mutevoli, sia
a causa della loro moltitudine, che supera ogni numero,
sia a causa delle infinite circostanze [che agiscono] in
un a sola e iden tica cosa, ciascuna delle quali pu essere
causa che questa esista o non esista, dal momento che la
loro esistenza non ha alcun nesso con la loro essenza, ossia (come abbiamo gi detto) non un a verit eterna.
[101] D 'altra parte non c' neppure bisogno che intendiamo la loro serie, giacch le essenze delle cose singole
mutevoli non si devono ricavare dalla loro serie o dall'ordine dell' esistenza , poich questo non ci offre nul-
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stituita e ci divenga nota la sua intima natura, come mostrer a suo luogo. 92
[104] Qui, per tornare all'intento, mi sforzer solranto di presentare ci che appare necessario per poter
giungere alla conoscenza delle cose eterne e formare le
loro definizioni alle condizioni sopra date. Affinch
questo avvenga si deve ricordare ci che abbiamo detto
sopra, ossia che la mente, quando occupata in qualche
pensiero per ponderarlo e dedurne in buon ordine quel
che deve esserne legittimamente dedotto, se esso sar
falso ne sveler la falsit, se invece sar vero, allora pro.
seguir felicemente a dedurne cose vere senza alcuna in.
terruzione. Questo, dico, si richiede per il nostro scopo.
Infatti, i nostri pensieri non possono essere determinati
a partire da nessun altro'" fondamento. [105] Pertanto,
se vogliamo investigare la realt che prima di tutte,
necessario che si dia un qualche fondamento che diriga
a quel punto i nostri pensieri, Quindi, poich il metodo
la stessa conoscenza riflessiva, questo fondamento, che
deve dirigere i nostri pensieri, non pu essere se non la
conoscenza di ci che costituisce la forma della verit e
la conoscenza dell'intelletto, delle sue propriet e delle
sue forze, Acquisita infatti tale conoscenza, avremo un
fondamento dal quale dedurre i nostri pensieri e la via
attraverso la quale l'intelletto, per quanto consente la
sua capacit, potr giungere alla conoscenza delle cose
eterne, tenuto conto, certamente, delle sue forze .
[106] Ma se appartiene alla natura del pensiero foro
mare idee vere, come stato mostrato nella prima parte,
qui si deve ora cercare che cosa intendiamo per forze e
potenza dell'intelletto. Poich in verit la parte principale del nostro metodo di intendere nel modo migliore
le forze dell'intelletto e la sua natura, siamo necessaria.
mente costretti (per ci che ho esposto in questa seconda parte del metodo) a dedurle dalla stessa definizione
del pensiero e dell'intelletto. [107] Ma fin qui non ab.
67
pp. 35 sgg.
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Il resto manca.98
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