Provincia di Pavia (Lombardia austriaca)
La provincia di Pavia era una provincia della Lombardia austriaca, esistita dal 1786 al 1791.
Provincia di Pavia | |||||
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Informazioni generali | |||||
Capoluogo | Pavia 20.000 abitanti (1791) | ||||
Dipendente da | Lombardia austriaca | ||||
Suddiviso in | 18 delegazioni | ||||
Amministrazione | |||||
Forma amministrativa | Provincia | ||||
Evoluzione storica | |||||
Inizio | 26 settembre 1786 | ||||
Causa | Riforme di Giuseppe II | ||||
Fine | 24 gennaio 1791 | ||||
Causa | Controriforma di Leopoldo II | ||||
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Cartografia | |||||
Capoluogo era la città di Pavia.
La provincia continuò poi anche dal 1791 al 1797, ma riproponendo pedissequamente il vecchio Principato di Pavia.
Storia
modificaLa provincia fu creata nel 1786 all'atto della suddivisione della Lombardia austriaca in 8 province[1], create nel clima delle riforme giuseppine.
La provincia comprendeva il territorio conosciuto dall'epoca medievale come Contado di Pavia, a sua volta largamente corrispondente al territorio diocesano. Ad esso era stato aggregato il Vicariato di Binasco ed alcune pievi storicamente milanesi.
La riforma, che andava a intaccare una situazione cristallizzata da secoli, fu tuttavia annullata dal nuovo imperatore Leopoldo II, fratello del precedente, nel 1791.[2]
Suddivisione amministrativa all'atto dell'istituzione (1786)
modificaLa provincia era suddivisa in 14 delegazioni, corrispondenti alle campagne in cui era diviso il vecchio Contado, più 4 ulteriori delegazioni, ossia le pievi in cui era diviso il territorio acquisito dal Milanese.
- Città di Pavia[3]
- delegazione I[4]
- Campagna Soprana
- Campagna Sottana
- delegazione VI[9]
- Belvedere con Cà Scarpona, Moncucco e Cassina Oltrona; Cà della Terra con Cà de' Levrieri; Cà de' Tedioli con Santa Croce e Pelizzera; Fossarmato con Bompiumazzo; Motta San Damiano con San Damiano; Prado; Vaccarizza con San Leonardo e Ospedaletto; Valle Salimbene con Cassina Taccona; Vimanone con Torre Bianca e Cassina Pescarona
- delegazione VII[10]
- delegazione VIII[11]
- delegazione IX[12]
- delegazione X[13]
- delegazione XI[14]
- delegazione VI[9]
- Parco Vecchio Pavese
- Parco Novo Pavese
- Vicariato di Settimo
- delegazione XIV[17]
- Vicariato di Binasco
- delegazione XV[18]
- Badile, Binasco, Bubbiano, Calvignasco, Campo Morto, Casarile, Casirate, Cassina Bianca, Cavagnera, Gnignano, Lacchiarella, Mandrino, Mandrugno, Mettone, Moirago, Moncucco, Pasturago, Ponte Longo, San Novo, San Pietro Cusico, Vairano, Vernate, Viano, Vidigulfo, Vigonzino, Villa Maggiore, Zavanasco, Zibido al Lambro, Zibido San Giacomo
- delegazione XV[18]
- Pieve di Corbetta[19]
- delegazione XVI
- Abbiategrasso, Albairate, Bareggio, Basiano, Bernate, Besate, Bestazzo, Boffalora, Bugo, Cassina Pobbia, Castellazzo de' Barzi, Cisliano, Corbetta, Coronate, Fallavecchia, Lugagnano, Maggenta, Marcallo, Menedrago, Mesero, Motta Visconti, Ossona, Ozero, Ravello, Robecco, San Pietro Bestazzo, Santo Stefano, San Vito, Sedriano, Ticinello, Vittuone
- delegazione XVI
- parte della Pieve di San Giuliano[20]
- delegazione XVII
- Pieve di Rosate[21]
- delegazione XVIII
Restaurazione del 1791
modificaL'imperatore Leopoldo II annullò la riforma il 24 gennaio 1791, sia a livello istituzionale che territoriale.[22] Le 4 pievi settentrionali tornarono alla provincia di Milano, riportando Pavia alle 14 delegazioni che le erano rimaste nel 1748. Le guerre napoleoniche ribaltarono tuttavia la situazione solo sei anni dopo creando il dipartimento del Ticino.
Note
modifica- ^ Editto 26 settembre 1786
- ^ La riforma fu tuttavia ripresa da Napoleone un lustro dopo.
- ^ Il capoluogo non faceva parte di nessuna delegazione, vedi Compartimento territoriale della Lombardia austriaca comandato da sua maestà imperiale, 1786]
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9500036/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9500037/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9500038/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9500039/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9500040/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9500041/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9500042/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9500043/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9500044/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9500045/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9500046/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9500047/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9500048/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9500049/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8012496/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8013702/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8013394/
- ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8013354/
- ^ 1791-1797
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su provincia di Pavia
Collegamenti esterni
modifica- Provincia di Pavia (1786-1791), su lombardiabeniculturali.it.
- Provincia di Pavia (1791-1797), su lombardiabeniculturali.it.