Borrello (famiglia)

famiglia nobile italiana

La famiglia Borrello è stata una famiglia nobile italiana di origine franca[1].

Borrello
D'azzurro a tre bande d'oro col capo cucito d'azzurro caricato di tre gigli d'oro. Di rosso alla banda d'argento caricata di tre cornette di rosso.
StatoItalia (bandiera) Italia
Casata di derivazioneConti dei Marsi
Titoli
FondatoreBorrello Valva
Data di fondazioneX secolo
EtniaItaliana (originariamente franca)

La famiglia Borrello ebbe origine dalla famiglia Valva[2], a sua volta discendente da quella dei Berardi[3][4], noti come Conti dei Marsi, entrambe di origine franca. Il fondatore fu Borrello Valva (Burrellus de Balba), signore di Borrello, feudo che da lui prese il nome, i cui discendenti furono identificati nei documenti come "figli di Borrello" (Burrelli filii), mentre il suo territorio come "Terra di Borrello" (Terra Burrelli)[5] o "Terra Borellense" (Terra Burellensis)[6]. Tale territorio era posto tra l'Abruzzo meridionale ed il Molise settentrionale e comprendeva nell'XI secolo oltre 50 feudi; i due in cui risiedevano maggiormente erano Agnone e Pietrabbondante[7]. I loro domini corrispondevano ai territori che costituivano il fulcro dell'antico gastaldato longobardo di Bojano[8]. Con la mutata situazione politica dovuta all'affermazione dei Normanni, i Borrello seppero adattarsi ai cambiamenti. Con una mirata politica matrimoniale, un ramo della famiglia si insediò tra la Calabria e la Sicilia ed entrò nella ristretta cerchia di famiglie normanne, come gli Avenel, i Culchebret, i de Luci e i Mortain, vicine ai sovrani[9]. Difatti, un Roberto Borrello fu uno dei più fedeli collaboratori, insieme al normanno Giosberto de Luci, del gran conte Ruggero I di Sicilia. Successivamente, nel 1254, sotto l'imperatore Federico II di Svevia, un Guglielmo Borrello fu stratigoto di Messina e luogotenente del Regno di Sicilia[10]. Mentre nel 1431, sotto il re del Regno di Napoli Alfonso V d'Aragona, un Giovanni Borrello fu signore di Noto e capitano d'armi nella Val di Noto insieme al figlio Antonio[11][12]. Tra le altre, ha goduto di nobiltà anche a Benevento, Oliveto Citra e Palermo[3]. La casata risulta estinta.

Esistono tre varianti dello stemma della famiglia Borrello:

  • Stemma originario dei Borrello: D'azzurro a tre bande d'oro col capo cucito d'azzurro caricato di tre gigli d'oro;
  • Stemma dei Borrello dell'Abruzzo e del Molise: Di rosso alla banda d'argento caricata di tre cornette di rosso;
  • Stemma dei Borrello di Sicilia: D'azzurro, seminato di gigli d'oro, alla fascia del secondo abbassata sotto due chiavi dello stesso addossate e poste in palo.
 
Stemma dei Borrello di Sicilia

Membri principali

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Famiglie Agnone, Malanotte e Pietrabbondante

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La famiglia Borrello era conosciuta anche come famiglia Agnone (anticamente Anglone, talvolta preceduti dalla preposizione d'), Malanotte (talvolta preceduta dalla preposizione di) o Pietrabbondante (talvolta preceduta dalla preposizione di) per il possesso che avevano i membri che costituivano ciascuna di esse dei feudi di Agnone, Malanotte (la contemporanea Montebello sul Sangro) e Pietrabbondante. Le famiglie Agnone, Malanotte, Pietrabbondante e Borrello costituiscono quindi la stessa casata ed usano tutte lo stesso stemma o stemmi pressoché identici. Nel dettaglio:

 
Stemma della famiglia Agnone
  • Famiglia Malanotte: ebbe origine da Aminadap, attestato nel 1089 nel Catalogus baronum insieme al figlio Odorisio[15][16][40][41]. La famiglia sopravvisse fino al XV secolo, quando Laura, ultima discendente, andò in sposa a Gabriele Mascambruno[42][43][44]. Lo stemma che usava era identico a quello originario dei Borrello, ovvero d'azzurro a tre bande d'oro col capo cucito d'azzurro caricato di tre gigli d'oro;
  • Famiglia Pietrabbondante: ebbe origine da Rainaldo, conte di Pietrabbondante e signore di Campolieto e Frosolone[14][15][16], vissuto presumibilmente nel XIII secolo, nonostante la contea di Pietrabbondante fosse posseduta dalla famiglia Borrello già dal 957[4][15]. Un altro membro noto della famiglia fu Randisio, venerato come santo dalla Chiesa cattolica[45]. Lo stemma che usava era identico a quello originario dei Borrello, ovvero d'azzurro a tre bande d'oro col capo cucito d'azzurro caricato di tre gigli d'oro.

Tra i feudi che costituivano la Terra di Borrello o Terra Borellense vi erano Agnone, Acquaviva d'Isernia, Belmonte del Sannio, Borrello, Campolieto, Cantalupo nel Sannio, Capracotta, Carpineto Sinello, Casalanguida, Castel del Giudice, Castiglione Messer Marino, Civitella Alfedena, Fallo, Forlì del Sannio, Frosolone, Lesina, Macchiagodena, Melizzano, Monte Sant'Angelo, Montebello sul Sangro, Monteferrante, Montenero di Bisaccia, Montenero Val Cocchiara, Morrone del Sannio, Pescasseroli, Pescopennataro, Pietrabbondante, Pietraferrazzana, Poggio Sannita, Ripa Teatina, Rosello, San Giorgio del Sannio, Scontrone, Strangolagalli e Vasto, di cui Agnone e Lesina possedute con titolo di conte[3][46].

  1. ^ Angelo Ferrari, Feudi prenormanni dei Borrello tra Abruzzo e Molise, Trento, Editrice UNI Service, 2007, p. 2.
  2. ^ Benedetto Croce, Storia del Regno di Napoli, Milano, Adelphi, 1992, p. 385.
  3. ^ a b c Berardo Candida Gonzaga, vol. 1, p. 129.
  4. ^ a b c Biagio Aldimari, p. 231.
  5. ^ Ernesto Giammarco, Toponomastica abruzzese e molisana, vol. 6 del Dizionario abruzzese e molisano, Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1990, p. 41.
  6. ^ AA.VV., Città e paesi d'Italia, vol. 6, Novara, 1968, p. 330.
  7. ^ Ludovico Antonio Muratori, Borrello, in Annali degli Abruzzi, vol. 6, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1971.
  8. ^ Umberto Russo e Edoardo Tiboni, L'Abruzzo nel Medioevo, Pescara, EDIARS, 2003, p. 201.
  9. ^ (DE) Karl Schellhass, Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, vol. 88, Walter De Gruyter, 2009, p. 8.
  10. ^ a b c d e Berardo Candida Gonzaga, vol. 1, p. 130.
  11. ^ Biagio Aldimari, p. 234.
  12. ^ Vincenzo Palizzolo Gravina, Il blasone in Sicilia, ossia Raccolta araldica, Palermo, Visconti & Huber, 1875, passim.
  13. ^ Giovanni Vincenzo Ciarlanti, p. 46 e 48.
  14. ^ a b c d e f g h i j Biagio Aldimari, p. 232.
  15. ^ a b c d e f Ferrante della Marra, p. 40.
  16. ^ a b c d e f Giovanni Vincenzo Ciarlanti, p. 68.
  17. ^ a b Ferrante della Marra, p. 419.
  18. ^ a b Giovanni Vincenzo Ciarlanti, p. 196.
  19. ^ a b c d Biagio Aldimari, p. 233.
  20. ^ Ferrante della Marra, p. 146.
  21. ^ Ferrante della Marra, p. 39.
  22. ^ Giovanni Vincenzo Ciarlanti, p. 67.
  23. ^ Filadelfo Mugnos, Historia della avgvstissima famiglia Colonna, Venezia, 1658, pp. 251-252.
  24. ^ Ferrante della Marra, p. 251.
  25. ^ Carlo De Lellis e Domenico Confuorto, Discorsi postumi del signor Carlo De Lellis di alcvne poche nobili famiglie, con l'annotationi in esse, e supplimento di altri discorsi genealogici di famiglie nobili della città, e Regno di Napoli, del dottor signor Domenico Conforto, Napoli, 1701, p. 170.
  26. ^ a b Giovanni Vincenzo Ciarlanti, p. 121.
  27. ^ Ferrante della Marra, p. 156.
  28. ^ a b Ferrante della Marra, p. 45.
  29. ^ Ferrante della Marra, pp. 359-360.
  30. ^ Giovanni Vincenzo Ciarlanti, p. 94, 99, 100 e 124.
  31. ^ a b c Ferrante della Marra, p. 46.
  32. ^ a b Giovanni Vincenzo Ciarlanti, pp. 111-112.
  33. ^ a b Giuseppe Campanile, Notizie di nobiltà, Napoli, 1672, p. 57.
  34. ^ Giovanni Vincenzo Ciarlanti, p. 110, 123 e 127.
  35. ^ a b c Filiberto Campanile, pp. 10-11.
  36. ^ a b c Giovanni Vincenzo Ciarlanti, pp. 134-135.
  37. ^ Filiberto Campanile, p. 20.
  38. ^ Filiberto Campanile, Dell'armi, overo insegne dei nobili, Napoli, 1680, p. 239.
  39. ^ Angelo Maria da Bologna, Araldo nel quale si vedono delineate e colorite le armi de' potentati e sovrani d'Europa, delle più conspicue d'Italia, varie di Francia, e Spagna con moltissime di famiglie ordinarie d'alcune città, arme di molte comunità e di molte religioni, M.S., Modena, Biblioteca Estense, passim.
  40. ^ Biagio Aldimari, pp. 232-233.
  41. ^ Montebello sul Sangro: la storia, su digilander.libero.it.
  42. ^ Ferrante della Marra, p. 215.
  43. ^ Francesco Passaco, Memorie della famiglia Mascambrvna, Napoli, 1695, p. 18.
  44. ^ Vincenzo Donnorso, Memorie istoriche della fedelissima, ed antica città di Sorrento, Napoli, 1740, p. 157.
  45. ^ Antonino Di Iorio, San Randisio Borrello da Pietrabbondante. Un inedito del XVIII secolo: "De burrellorum gente" di Pietro Pollidori, Roma, 1992, passim.
  46. ^ Giovanni Vincenzo Ciarlanti, pp. 68-69.

Bibliografia

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  • Biagio Aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie nobili, così napoletane, come forastiere, Napoli, 1691, ISBN non esistente.
  • Filiberto Campanile, L'historia dell'illvstrissima famiglia Di Sangro, Napoli, 1625, ISBN non esistente.
  • Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, vol. 1 e 6, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1875, ISBN non esistente.
  • Giovanni Vincenzo Ciarlanti, Memorie istoriche del Sannio chiamato oggi principato Ultra, contado di Molise, e parte di Terra di Lavoro, provincie del Regno di Napoli, vol. 4, Campobasso, 1823, ISBN non esistente.
  • Vincenzo Maria Coronelli, Biblioteca universale sacro-profana, antico-moderna, vol. 6, Venezia, 1706, ISBN non esistente.
  • Benedetto Croce, Montenerodomo: storia di un comune e di due famiglie, Bari, Laterza, 1919, ISBN non esistente.
  • Ferrante della Marra, Discorsi delle famiglie estinte, forastiere, o non comprese ne' Seggi di Napoli, imparentate colla Casa della Marra, Napoli, 1641, ISBN non esistente.
  • Filadelfo Mugnos, Teatro genologico delle famiglie nobili titolate fevdatarie ed antiche nobili del fidelissimo Regno di Sicilia viventi ed estinte, vol. 1, Palermo, 1647, ISBN non esistente.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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