Convento e Santuario di San Sosio
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLazio
LocalitàPonte della Volpe (Falvaterra)
Indirizzovia San Sosio Martire
ReligioneCristiano Cattolica
TitolareSossio di Miseno
OrdinePassionisti
DiocesiFrosinone-Veroli-Ferentino
FondatoreSan Paolo della Croce
Inizio costruzione1751
Completamento1802

Storia

Descrizione

Il complesso architettonico è costituito da una costruzione a corte con struttura in muratura che si sviluppa intorno ad un chiostro con pianta pressoché quadrata con un braccio di fabbrica esterno che si sviluppa sul lato est. L’intero complesso si articola su dei livelli di cui due seminterrati. Sul lato nord, annessa al convento, si trova la chiesa di San Sosio.

La chiesa

Si accede alla chiesa da una grande scala in pietra eretta nel 1857 su progetto dell’ingegnere De Focatiis. All’ingresso si trova un piccolo nartece che, tramite tre aperture, permette l’accesso nell’aula; sopra il nartece è collocato l’organo. La chiesa è ad aula unica con coro quadrato leggermente rialzato, l’area presbiteriale è separata dalla navata da una balaustra in marmo datata 1821.

La chiesa, a pianta ovale, ha una sola navata con cappelle laterali e altare centrale, presenta decorazioni barocche e costituisce un vero gioiello di architettura con il suo soffitto quattrocentesco a cassettoni dipinti in oro ed azzurro. La copertura è a volta a botte, al centro della volta vi è un dipinto raffigurante San Sosio portato in cielo da angeli.

Su ciascuna delle pareti laterali vi è un altare; l’intero invaso è rivestito da lastre di marmo di diversa tipologia. Agli angoli dell’aula, leggermente convessi, vi sono quattro dipinti di Ettore Ballerini, realizzati nel 1903, che riproducono episodi della vita del santo eponimo.

Sull’altare principale si può ammirare la statua di San Sosio, mentre nelle cappelle laterali sono custodite altre tele che raffigurano la vita del martire napoletano. Si tratta delle uniche raffigurazioni del santo fuori dalla Campania, regione che ne conserva le spoglie, precisamente a Frattamaggiore nella Basilica di San Sossio Levita e Martire.

Gli interni

L’ingresso al complesso conventuale è situato sul lato est: da esso, attraverso una scala interna, si accede al primo piano dove si trovano tutti i servizi e le attività ludiche quali cucina, refettorio, biblioteca e museo situati nel braccio esterno. Al secondo e al terzo piano sono collocate le stanze, con annessi servizi igienici, utilizzate in parte per la residenza dei Padri Passionisti ed in parte per l’ospitalità di frequentatori.

Oltre alle camere, al piano secondo, adiacente alla chiesa, con affaccio diretto sulla stessa, si trova il coro, che ha mantenuto le originali caratteristiche architettoniche, con gli scranni in legno e, nella volta, un riquadro in cui è raffigurata la colomba dello Spirito Santo tra angeli e cherubini.

Nei locali adibiti durante la seconda guerra mondiale a comando nazista vi è un corridoio in cui si trovano dei dipinti eseguiti da un soldato tedesco: una raffigurazione è dedicata al motto “In vino veritas” con due soldati a mo’ di Lanzichenecchi colti nell’atto di alzare i calici ricolmi di vino rosso. Nell’altro grande dipinto si staglia contro il profilo turrito di un castello un cavaliere con ampio pennacchio su un cavallo bardato. Ancora al vino è dedicato un terzo pannello, con una iscrizione in tedesco.

Nel braccio esterno si trova una sala convegni ed una sala ludica; nei due piani seminterrati si trovano dei locali deposito ed una cantina che anticamente era utilizzata come stalla.

Il parco

Annessa al complesso architettonico si trova un’ampia area verde di circa sette ettari che in origine veniva quasi interamente coltivata e costituiva un vero e proprio sostentamento per la vita del convento, oggi rimangono solo un vigneto ed un piccolo orto coltivati ancora dai Padri Passionisti.

Oltre al complesso del convento, sul lato sud dell’area, si trova una struttura in muratura su due piani, oggi in abbandono ed in passato utilizzata come foresteria, una struttura sempre in muratura con stalla, al piano terra e fienile al piano primo, anch’essa oggi in disuso, ed un piccolo corpo di fabbrica, sempre in muratura, in passato adibito a pollaio.

Nel giardino sono presenti manufatti lapidei di diversa cronologia, tra i quali la parte inferiore di una statua marmorea di togato con capsa di età romana, che tuttavia è stata portata da San Giovanni Incarico in tempi relativamente recenti, nella seconda metà del XX secolo; l’ara funeraria in calcare di Claudia Flora, presente sul posto almeno dal XVIII secolo e un cippo che indicava il confine tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli, ossia il cippo confinario n. 133, con incisa la data del 1847, in origine collocato nella vicina località Rava del Vallone. Inoltre, presso le strutture del convento furono documentati da Pasquale Cayro dei manufatti lapidei antichi iscritti, tuttora non reperibili, ma in parte forse ricoperti da intonaco o murature successive.

Realizzato invece per il secondo centenario della morte di San Paolo della Croce (1694-1894) è un monumento coronato da un crocifisso, anch’esso nel giardino. Nel parco, un po’ discosta, è presente anche una cappella in laterizio, abbastanza capiente e dotata di altare in marmo bianco e grigio, la cui cripta funge da cimitero conventuale.

Note

Bibliografia

  • Armando Amati, Cenni storici su Falvaterra, Roma, 1945.
  • Pasquale Cayro, Dissertazione istorica in cui dimostransi li primi Popoli d’Italia, non che l’esistenza, antichità, e sito della Città un tempo Lirio chiamata, quindi Fregelli. Ed altresì sue Notizie Storiche, Napoli, Nella Stamperia di Antonio Paci, 1795.
  • (FR) Pierre Toubert, Les structures du Latium médiéval, Roma, École française di Roma, 1973, ISBN 978-2728311293.
  • Sofia Boesch Gajano, Letizia Pani Ermini e Gioacchino Giammaria (a cura di), Falvaterra. San Sosio, in La provincia di Frosinone, I Santi patroni del Lazio, vol. II, tomo I, Roma, Società romana di storia patria, 2005, pp. 279-185.
  • Sofia Boesch Gajano, Maria Teresa Caciorgna, Vincenzo Fiocchi Nicolai e Francesco Scorza Barcellona (a cura di), Falvaterra. San Sosio Martire, in Lazio, Santuari d'Italia, Roma, De Luca Editori d'Arte, 2010, pp. 134-135, ISBN 978-88-8016-984-0.

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