Le vie del peccato
Di Ugo Ojetti
()
Info su questo ebook
Le vie del peccato, l’opera di Ojetti che oggi riproponiamo all’attenzione dei nostri lettori, pubblicata a Milano nel 1902, è una raccolta di sedici racconti che ruotano attorno al controverso tema del tradimento amoroso, sedici storie volte a catalogare e indagare i diversi modi di tradire (e di essere traditi). Ma soprattutto sedici storie squisitamente e semplicemente umane, al di là del moralismo borghese e dei pregiudizi che caratterizzavano l’Italia di inizio Novecento.
«Del resto si sa mai perché si ama? Le vie del peccato sono tante, mi diceva molti anni fa un confessore gesuita, ma novantanove volte su cento si pecca d’amore, non per amore. La vendetta, il dispetto, la curiosità, il danaro, la noia, la paura della solitudine o della vecchiaia e qualche rarissima volta anche la passione... Ecco la verità vera».
Con introduzione di Nicola Bizzi.
Correlato a Le vie del peccato
Ebook correlati
La lanterna di Diogene Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl diavolo nella mia libreria Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMastr'Impicca (Favola) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNovelle (Illustrate) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl soldato poggio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVortice Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl piacere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSull'oceano - e in Appendice: DAGLI APPENNINI ALLE ANDE Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'Illusione (Romanzo) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe tre voci de “La Voce”Papini – Prezzolini – Soffici Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome l'onda... Novelle Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome si seducono le Donne e si tradiscono gli uomini Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Benefattore e altre novelle Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa novellaja fiorentina e milanese (Fiabe e novelline stenografate dal dettato popolare) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa maestrina degli operai Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Re delle bambole (Racconto) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSemiramide: Racconto babilonese Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa vendetta paterna (Romanzo) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn filologo al Parnaso. Gianfranco Contini e la poesia di Eugenio Montale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSpasimo (Romanzo) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Piacere della Vendetta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI racconti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFausto Bragia e altre novelle Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa gabbia del gorilla - Ezra Pound speaking Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa messa di nozze & Un sogno & La bella morte Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniProfili d'autore. I grandi narratori del Novecento. Un invito alla lettura. Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGiacomo Leopardi. Saggio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCosì... per ridere: include Biografia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniEh! la vita.... Novelle Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniErmanno Raeli (Romanzo) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Narrativa generale per voi
La coscienza di Zeno Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La luna e i falò Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni1984 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa vendetta delle Muse Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniChi cerca trova Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl maestro e Margherita Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I fratelli Karamazov Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl libro dell'inquietudine Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Io sono due Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFaust Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutti i racconti, le poesie e «Gordon Pym» Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Corso pratico di memoria - Metodologie di studio e apprendimento pratico - Illustrato Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCuore di tenebra e altri racconti d'avventura Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Le 120 giornate di Sodoma Valutazione: 3 su 5 stelle3/5I romanzi maledetti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Divina Commedia: edizione annotata Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Justine ovvero Le disgrazie della virtù Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Confessioni di uno psicopatico Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Tutte le fiabe Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I magnifici 7 capolavori della letteratura erotica Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutti i romanzi e i racconti Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Vita Nuova Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Il Dio dei nostri padri: Il grande romanzo della Bibbia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa signora delle camelie Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Il nome della rosa di Umberto Eco (Analisi del libro): Analisi completa e sintesi dettagliata del lavoro Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniYouthless. Fiori di strada Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTradizioni di famiglia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa casa sull'abisso Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Il Piccolo Principe Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Al Paradiso delle Signore Valutazione: 4 su 5 stelle4/5
Recensioni su Le vie del peccato
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Le vie del peccato - Ugo Ojetti
SIMBOLI & MITI
UGO OJETTI
LE VIE DEL PECCATO
LOGO EDIZIONI AURORA BOREALEEdizioni Aurora Boreale
Titolo: Le vie del peccato
Autore: Ugo Ojetti
Collana: Simboli & Miti
Con introduzione di Nicola Bizzi
Editing a cura di Nicola Bizzi
ISBN versione e-book: 979-12-5504-617-2
Immagine di copertina: William Adolphe Bouguereau, Nymphs and Satyr, 1873
(Williamstown, Clark Art Institute)
LOGO EDIZIONI AURORA BOREALEEdizioni Aurora Boreale
© 2024 Edizioni Aurora Boreale
Via del Fiordaliso 14 - 59100 Prato - Italia
www.auroraboreale-edizioni.com
INTRODUZIONE DELL’EDITORE
Ugo Ojetti, nato a Roma il 15 Luglio 1871, scrittore, giornalista e critico d’arte, è stato uno dei più interessanti protagonisti della cultura italiana della prima metà del Novecento.
Compì gli studi presso il collegio dei Gesuiti di S. Ignazio a Roma, e nel Luglio 1892 si laureò in Giurisprudenza alla Sapienza con il massimo dei voti e la lode. Personalità di vastissima cultura e ottimo conoscitore delle lingue Inglese e Francese, pensò inizialmente di dedicarsi alla carriera diplomatica, iniziando a pubblicare, nel 1892, scritti di argomento storico-giuridico nella Rassegna Nazionale. Si realizzò invece professionalmente nel giornalismo politico, dopo aver dato alle stampe la sua prima raccolta di versi, Paesaggi (Roma, 1892), ispirata alla campagna umbra dove soggiornava presso la famiglia della madre. Nel 1894 strinse rapporti con il quotidiano nazionalista La Tribuna, per il quale scrisse, dagli scavi di Luxor in Egitto, i suoi primi servizi da inviato estero. Fu successivamente incaricato dal Corriere della Sera di coprire dagli Stati Uniti le vicende della guerra ispano-americana. La collaborazione con il Corriere non si sarebbe più interrotta fino alla sua morte.
Tra il 1901 e il 1902 fu inviato a Parigi per il Giornale d'Italia; dal 1904 al 1909 collaborò a L'Illustrazione Italiana, per la quale tenne una rubrica intitolata Accanto alla vita
, che poi rinominò I capricci del Conte Ottavio
(Conte Ottavio
era lo pseudonimo con cui firmava i suoi pezzi sul settimanale).
Parallelamente alla sua attività giornalistica, Ojetti non trascurò quella letteraria. L’anno successivo, guardando al modello giornalistico di Ferdinando Martini, iniziò a collaborare con la Nuova Rassegna di Luigi Lodi e con il Fanfulla della Domenica.
Nel 1895 diventò immediatamente famoso con il suo primo libro, Alla scoperta dei letterati, opera che raccoglieva una serie di ritratti di scrittori celebri dell'epoca – da Giosuè Carducci a Antonio Fogazzaro, da Giovanni Verga a Cesare Cantù, da Matilde Serao a Gabriele D’annunzio – redatti in forma di interviste, un genere all'epoca ancora in stato embrionale. Scritto con uno stile posto a metà strada fra la critica letteraria ed il reportage, il testo fu considerato un momento di analisi profonda del movimento letterario dell'epoca. L'anno seguente il tema della rinascita letteraria fu riproposto da Ojetti a Venezia in una conferenza intitolata L'avvenire della letteratura in Italia
, che suscitò un vasto numero di commenti in tutto il Paese. Il giovane Ojetti abbracciava una posizione apparentemente idealistica e cosmopolita, ostile a interventi di patriottismo culturale o all’imitazione pedissequa di modelli di successo, di fatto ‘tainiana’ nel postulare la derivazione delle condizioni di una letteratura nazionale dal complesso dei valori condivisi da un popolo a un dato livello di civiltà. Una nuova letteratura nazionale, che Ojetti auspicava, avrebbe potuto svilupparsi solo nel momento in cui se ne fossero determinate le condizioni, ossia con l’affermazione di un nuovo idealismo innestato nella tradizione. In questo senso, un esercizio ideologicamente motivato della professione di giornalista e pubblicista veniva a essere strumento della battaglia culturale dei ‘nati dopo il 1870’ contro il vecchio establishment risorgimentale.
Altre sue importanti opere di quel tempo furono Senza Dio (Milano, 1894), un volume di racconti di ispirazione verista, L’onesta viltà (Roma, 1897), Il vecchio (Milano, 1898), Il gioco dell’amore (ibid., 1899), Le vie del peccato (ibid., 1902), Il cavallo di Troia (ibid., 1904), la raccolta di racconti Mimì e la gloria (ibid., 1908), Donne, uomini e burattini (ibid., 1912) e L’amore e suo figlio (ibid., 1913).
In campo teatrale, oltre a traduzioni – sua la versione italiana di Oltre il potere nostro di Bjørnstjerne Bjørnson (Milano, 1895), e La toga rossa di Eugène Brieux (ibid., 1900) – fu attento a segnalare e recensire le opere di Henrik Ibsen, di cui era appassionato ammiratore. Scrisse l’atto unico Un garofano (1905), in seguito messo in scena da Ettore Petrolini, e, in collaborazione con Renato Simoni, la commedia Il matrimonio di Casanova (Milano, 1910).
La pratica della letteratura – con un’ispirazione che seguì via via i modelli carducciani, dannunziani, tolstoiani e francesi – costituì comunque per Ojetti un campo di sperimentazione, eclettico ma non dilettantesco, per una lingua elevata e variata capace di innovare la tradizione del giornalismo ‘romano’, letterario ed elitario, ampliandone la fruizione e destinandola a un più vasto pubblico.
In quel medesimo torno di tempo deve situarsi anche la breve fase di impegno politico: nel 1895 collaborò alla fondazione del periodico socialista La giovane Umbria; l’anno successivo si candidò senza successo con i Socialisti alle elezioni amministrative di Spoleto e collaborò con L’Avanti! diretto da Enrico Ferri. Ojetti Professava un socialismo di tendenza laico-riformista, bissolatiana, considerandolo un ‘idealismo’ capace di animare le giovani generazioni. Ipotizzata ma non attestata la sua affiliazione alla Massoneria negli stessi anni.
Nel 1905 si sposò con Fernanda Gobba e prese domicilio a Firenze; dal matrimonio tre anni dopo nacque la figlia Paola. Dal 1914 abiterà stabilmente nella vicina Fiesole. Trovò invece nella villa paterna di Santa Marinella, soprannominata Il Dado
, il luogo ideale in cui riposarsi, trascorrere le sue vacanze e scrivere le sue opere.
La sua posizione in campo artistico e architettonico si indirizzò verso una difesa decisa dei caratteri della tradizione italiana, nel cui ambito dovevano essere calati e attentamente commisurati gli interventi di modernizzazione. In quest’ottica si pronunciò in opposizione ai piani regolatori che prevedessero interventi troppo radicali di trasformazione urbana, e in favore di provvedimenti selettivi di ‘diradamento’ miranti alla conservazione delle antiche strutture urbane. Fu vicino alle posizioni di Corrado Ricci, della cui candidatura a direttore generale delle Antichità e Belle Arti fu sostenitore (1906). Nello stesso anno affrontò ancora questioni urbanistiche come membro della giuria al primo concorso nazionale per la sistemazione della Fiera di Bergamo. Fu peraltro sempre attento alle realizzazioni ‘civili’ dell’arte applicata, decorativa e industriale, di cui apprezzava gli aspetti di modernità – per esempio nel settore dei trasporti – senza mai accedere a posizioni formali di tipo modernista. In questa prospettiva seguì l’Esposizione del Sempione del 1906, raccogliendo poi le recensioni nel volume L’arte nell’esposizione di Milano (Milano, 1906).
Partecipò come volontario alla Prima Guerra Mondiale. All'inizio del conflitto ricevette l'incarico specifico di proteggere dai bombardamenti aerei le opere d'arte di Venezia. Nel Marzo 1918 fu nominato Regio Commissario per la propaganda sul nemico. In tale veste, tra i tanti incarichi, ricevette quello di scrivere il testo del volantino, stampato in 350.000 copie, in Italiano e in Tedesco, che fu lanciato il 9 Agosto, dai cieli di Vienna, dalla squadriglia comandata da Gabriele D'Annunzio.
Congedato con il grado di Capitano di complemento, dopo la fine del conflitto proseguì l’attività per la tutela dei monumenti e tenne sotto osservazione per qualche tempo la situazione delle terre redente, ma non condivise (e probabilmente non comprese) l’entusiasmo e la determinazione di D’annunzio per l’impresa fiumana. Tornò presto infatti a occuparsi di mostre di pittura e riprese anche le corrispondenze di costume, con la rubrica delle «Confidenze» nell’Illustrazione italiana (poi riunite nel volume Confidenze di pazzi e savi sui tempi che corrono, Milano 1921).
Nel 1920 fondò una sua rivista d'arte, Dedalo, edita fino al 1933, dalle cui pagine si occupò di Storia dell'Arte antica e moderna. Dall'impostazione della rivista dimostrò una sensibilità e un modo di accostarsi all'arte e di divulgarla diversi dai canoni del tempo. La rivista diventò subito occasione d'incontro tra critici, intellettuali, artisti come Bernard Berenson, Matteo Marangoni, Piero Jahier, Antonio Maraini, Ranuccio Bianchi Bandinelli, Pietro Toesca, Lionello Venturi e Roberto Longhi. L'idea di base della rivista era che l'opera d'arte avesse valore di testimonianza visibile della storia e delle civiltà più di ogni altra fonte.
Nel 1921 avviò una nuova rubrica sul Corriere della Sera utilizzando lo pseudonimo Tantalo
; rubrica che tenne ininterrottamente fino al 1939.
Sul finire degli anni ‘20 inaugurò una nuova rivista, Pegaso. Lanciò poi la rivista letteraria Pan, fondata sulle ceneri della precedente esperienza fiorentina. Tra il 1925 e il 1926 collaborò anche a La Fiera Letteraria.
Verso la fine del 1925, in seguito all’estromissione del direttore e comproprietario del Corriere della Sera Luigi Albertini, Ojetti venne chiamato a dirigere il prestigioso quotidiano, che si allineò politicamente alla linea del Governo Mussolini. Firmatario, nello stesso anno, del Manifesto degli intellettuali fascisti, fu nominato Accademico d'Italia cinque anni dopo, nel 1930.
In quegli anni collaborò anche con il cinema: nel 1939 firmò l'adattamento per la prima edizione sonora del capolavoro manzoniano I promessi sposi, che costituì la base della sceneggiatura per il film del 1941 di Mario Camerini.
Dalla fine degli anni Trenta la sua produzione letteraria subì una certa flessione. Dopo l’uscita del profilo Italo Balbo (Verona, 1941) e l’anno seguente del pamphlet L’arte ha da essere italiana?, nel 1942 fece parte della commissione per la Mostra della Civiltà Italiana, già colpito tuttavia dai primi sintomi di una lunga malattia che gli avrebbe sottratto progressivamente la lucidità intellettuale.
Nel 1943, dopo l’8 Settembre, venne nominato vicepresidente dell’Accademia d’Italia, aderendo poi alla Repubblica Sociale Italiana. Una scelta, questa, che gli sarebbe in seguito costata la radiazione dall’albo dei giornalisti.
Ugo Ojetti si spense a Fiesole, nella villa Il Salviatino, alla base della collina di Maiano, il 1° Gennaio del 1946.
Le vie del peccato, l’opera di Ojetti che oggi riproponiamo all’attenzione dei nostri lettori, pubblicata a Milano nel 1902, è una raccolta di sedici racconti che ruotano attorno al controverso tema del tradimento amoroso, sedici storie volte a catalogare e indagare i diversi modi di tradire (e di essere traditi). Ma soprattutto sedici storie squisitamente e semplicemente umane, al di là del moralismo borghese e dei pregiudizi che caratterizzavano l’Italia di inizio Novecento.
Nicola Bizzi
Firenze, 24 Aprile 2024.
Immagine che contiene interno, libreria, persona, arredo Descrizione generata automaticamenteUgo Ojetti nel suo studio, in un ritratto di Oscar Ghiglia
Immagine che contiene vestiti, persona, aria aperta, cielo Descrizione generata automaticamenteUgo Ojetti a Firenze nel 1907
SULL’OCEANO, SOTTO LA LUNA
A W. Steed
— Gl’Italiani sono troppo scettici. Non so perché le nostre amiche, quando ci imbarchiamo per l’Europa, ci ripetano con tanta ostinazione che voi italiani siete pericolosi perché siete troppo appassionati.
Questa definizione era data con molta flemma sul ponte del Kaiser Wilhelm a non so più che grado di latitudine e di longitudine, una sera del settembre scorso, da una piccola americana che aveva freddo e che sdraiata su la lunga sedia di vimini, fasciata da una coperta gialletta soppannata di turchino, col cappuccio della cappa sui capelli biondi, con le braccia conserte sotto la cappa chiusa, parlava fissando la luna. Aveva una voce calda e lenta, appena appena nasale, con certi punteggiamenti d’energia su le prime sillabe delle parole sdrucciole che compensavano l’immobilità delle mani e degli occhi. Io però conoscevo bene le sue mani e i suoi occhi perché glieli avevo già baciati qualche volta nell’ozio dei quattro giorni d’oceano, dopo aver salpato dallo scalo di Oboken. Le mani erano piccole ed esangui, gli occhi erano grandi e cilestri. E le labbra? Le labbra erano esili e rosee, e, a vederle, crudeli.
— È stupido l’amore con gli scettici. Non si riesce a farli soffrire.
La luna faceva un gran tremare su la quieta acqua infinita e nel cielo spegneva quasi tutte le stelle.
— Ma quanti italiani avete conosciuti, per sentenziare così? — domandai io con prudenza.
— Quanti bastano, — mi rispose la bionda, invisibile immobile sibillina.
Anch’io fissai la luna e le lanciai contro ritmicamente il fumo della mia sigaretta perché anche questo gioco d’illusione piace all’uomo — di velar le bellezze con un poco di fumo per goderle meglio quando tornano chiare.
Fritz, il deck-stewart, passò presso la fila delle sedie lunghe delle quali molte erano già vuote, a mostrarci un pesce volante preso dagli emigranti sotto il castello di prua, sventrato, impagliato e inchiodato a pinne aperte sopra una tavoletta bianca. Miss Ellyn non si mosse. Lo stewart chiuse le lampadine elettriche, una sì, una no. Nella sala del pianoforte qualcuno — forse la figliola minore della messicana coi capelli tinti — tormentava la Serenata di Schubert.
Poco dopo la luna toccò la linea dell’orizzonte. La via d’argento si spalancò a ventaglio. Per cinque minuti fu tutto un fremere di