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Saggio sopra la necessità di scrivere nella propria lingua
Saggio sopra la necessità di scrivere nella propria lingua
Saggio sopra la necessità di scrivere nella propria lingua
E-book48 pagine26 minuti

Saggio sopra la necessità di scrivere nella propria lingua

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Il breve Saggio sopra la necessità di scrivere nella propria lingua, scritto nel 1750 in Prussia dall’erudito e libero muratore veneziano Francesco Algarotti, genio polisemico e cosmopolita del XVIII° secolo – che si collega strettamente al suo Saggio sopra la lingua francese, risalente al medesimo anno –, si ispira al principio del filosofo John Locke secondo il quale una lingua risponda al “genio”, cioè alla formazione storica dei popoli, e al concetto che i grandi scrittori possano arricchire una lingua nata povera, ma che solo l’uso corrente debba essere considerato «il vero padron delle lingue», e che di quest’uso si rende ragione solo chi per nativa consuetudine ha fatto veramente propria una lingua in tutte le sue molteplici espressioni.
Con saggio introduttivo di Nicola Bizzi.
LinguaItaliano
Data di uscita13 mag 2022
ISBN9791255040033
Saggio sopra la necessità di scrivere nella propria lingua

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    Anteprima del libro

    Saggio sopra la necessità di scrivere nella propria lingua - Francesco Algarotti

    SIMBOLI & MITI

    FRANCESCO ALGAROTTI

    SAGGIO SOPRA

    LA NECESSITÀ DI SCRIVERE NELLA PROPRIA LINGUA

    LOGO EDIZIONI AURORA BOREALE

    Edizioni Aurora Boreale

    Titolo: Saggio sopra la necessità di scrivere nella propria lingua

    Autore: Francesco Algarotti

    Collana: Simboli & Miti

    Con saggio introduttivo di Nicola Bizzi

    Editing e illustrazioni a cura di Nicola Bizzi

    ISBN versione e-book: 979-12-5504-003-3

    In copertina: Gabriël Metsu: Uomo che scrive una lettera, 1665

    (Dublin, National Gallery)

    LOGO EDIZIONI AURORA BOREALE

    Edizioni Aurora Boreale

    © 2022 Edizioni Aurora Boreale

    Via del Fiordaliso 14 - 59100 Prato - Italia

    [email protected]

    www.auroraboreale-edizioni.com

    FRANCESCO ALGAROTTI, UN COSMOPOLITA ARISTOTELE VENEZIANO

    di Nicola Bizzi

    Il Conte Francesco Algarotti, poliedrica figura di scrittore, poeta, filosofo, scienziato, diplomatico e consigliere di Re e di potenti, viaggiatore, cosmopolita e poliglotta, collezionista e mercante d’arte e Libero Muratore, soprannominato l’Artistotele veneziano, è stato indubbiamente uno dei personaggi più straordinari del XVIII° secolo. Spirito squisitamente illuminista, animato da grande curiosità intellettuale e dotato di una straordinaria erudizione – i suoi interessi spaziavano dalla Filosofia alla Musica, dalla Storia all’Architettura, dalla Fisica alle Lettere e alle Arti pittoriche – ebbe legami di amicizia e intensi scambi epistolari con le personalità più grandi della sua epoca: Voltaire, Jean-Baptiste Boyer d’Argens, Joseph Smith, Pierre Louis Moreau de Maupertuis, Julien Offray de La Mettrie, Lord Chesterfield, Thomas Gray, George Lyttelton, Thomas Hollis, Pietro Metastasio, Bernardo Tanucci, Papa Benedetto XIV°, Heinrich von Brühl e Federico II° di Prussia.

    Nacque a Venezia l’11 Dicembre 1712 da una famiglia di ricchi mercanti. Il padre Rocco Algarotti e la madre Maria Merati gli diedero due sorelle e due fratelli, uno dei quali morì in giovane età.

    All’età di tredici anni Francesco fu inviato dal padre a Roma a studiare al Collegio Nazareno, un’esperienza che però durò meno di due anni. Tornato a Venezia, venne affidato dalla famiglia alla guida di Carlo Lodoli, padre francescano, architetto e grandissimo erudito, presso il quale si formò intellettualmente, apprendendo

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