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La donna che sussurrava ai bacherozzi
La donna che sussurrava ai bacherozzi
La donna che sussurrava ai bacherozzi
E-book74 pagine52 minuti

La donna che sussurrava ai bacherozzi

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Info su questo ebook

In una vecchia città apparentemente dal nulla arriva una nuova specie di scarafaggi dotati di subdoli poteri mentali. Una donna stabilisce con uno di loro una sorta di legame e in seguito anche un entomologo cialtrone e inaffidabile entra in contatto con gli animali, ma è solo il principio. Diventando sempre più potenti e intelligenti, gli insetti conquisteranno segretamente la città, mirando a espandersi, contrastati soltanto da un pugno di scalcinati mercanti, gente comune del tutto impreparata a una simile minaccia.
Ma da dove vengono davvero i piccoli mostri? Da un altro mondo? Un’altra dimensione? O forse la verità è più vicina di quanto si immagina?

Giovanni D’Anania ha quarantotto anni, napoletano d’origine e bolognese d’adozione. Ama la buona tavola e cucinare, la cultura e la comicità partenopee, ma anche le freddure e lo humour nero all’inglese, magari politicamente scorretto. Ama anche e soprattutto il genere horror e sci-fi.
Ha sempre scritto racconti, ma sono sempre rimasti nel cassetto. La donna che sussurrava ai bacherozzi è il suo primo romanzo.
 
LinguaItaliano
Data di uscita31 ago 2021
ISBN9788830649019
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    La donna che sussurrava ai bacherozzi - Giovanni D’Anania

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    Giovanni D’Anania

    La donna che sussurrava ai bacherozzi

    © 2021 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - [email protected]

    ISBN 978-88-306-4225-6

    I edizione agosto 2021

    Finito di stampare nel mese di agosto 2021

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    La donna che sussurrava

    ai bacherozzi

    Dedicato a Lionel Jubaud, grande chef, maestro di vita e buon amico, scomparso troppo presto, e a tutti quelli che l’hanno apprezzato.

    La calma è la virtù dei morti.

    Nella vita ci sono le cose vere e quelle supposte: se quelle vere le mettiamo da parte, le supposte dove le mettiamo?

    Totò, Peppino e… la dolce vita

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Prologo

    La città: non una in particolare e non una megalopoli, ma piuttosto una storicoantica; diciamo una città italiana, ed è qui che comincia la nostra storia: in particolare in un

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