Osate la Savate. La nobles art de combat
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Anteprima del libro
Osate la Savate. La nobles art de combat - Stefano Gennaccari
Gennaccari
UN PO’ DI STORIA
Breve cenno sugli sport da combattimento occidentali.
GLI SPORT DA COMBATTIMENTO OCCIDENTALI
In occidente, secondo quanto attestato negli scritti di Omero e di Plinio nel XIII secolo a.c. apparvero quelli che possiamo definire progenitori degli sport da combattimento occidentali, ai quali anche la Savate ha attinto, il Pankration e il Cesto.
Sport fatto di colpi di pugni e calci in cui erano permesse proiezioni e leve classiche della lotta. (Antesignane della moderna pratica delle MMA -Mixed Martial Arts- Arti marziali miste in cui si usa quasi tutto, a seconda delle regole dettate dalle varie organizzazioni).
Queste arti fecero il loro ingresso nelle Olimpiadi del 648 a.c., che consistevano all’inizio nei cinque esercizi del Pentathlon (corsa, salto, lancio del disco, lancio del giavellotto e lotta).
Nei secoli si perfezionarono e diffusero altri metodi di sport o di difesa che vennero inglobati successivamente nelle preparazioni belliche dei soldati.
Più recentemente, la descrizione di altre forme di combattimento che prevedono con l’uso dei piedi si trovano negli scritti di A. Cougnet, Pugilato e lotta libera per la difesa personale del 1898:
il gambetto, il croc en jamb dei francesi, è di origine gallese, infatti proviene dalla Cornovaglia, e perciò detto Cornish-Hugh; così invece, i montanari del Devonshire praticano i Kick, calci diretti alle sole gambe con l’intenzione di abbattere l’avversario, ma può dar luogo a fratture del perone e della stessa tibia. Però, a parte queste specialità gallesi e scozzesi, che menziono, perché essendosi propagate e venendo praticate tra i bretoni , serve a spiegare l’evoluzione della Boxe in Francia diventata mista con la Savate….
Addirittura in Sardegna nei secoli scorsi, veniva praticato un duello che il Generale La Marmora (Voyages en Sardaigne) descriveva come un combattimento a calci, comunissimo tra i montanari Sardi meridionali
….i calciatori, calzati di borzaghinos si appoggiano – posti di fronte – con caduna mano alla spalla dei loro due testimoni, e cominciano ad avventarsi calciando, fino ad essere stanchi. Cessano soltanto quando uno dei due è ferito gravemente
.
Sembra che da questo duello rusticano sia nata la Savate Ligure, a savata
, ovviamente influenzata molto anche dalla vicina Francia.
Si può quindi affermare che la Savate è uno sport prettamente mediterraneo.
"Amico: una sfida, braccia in avanti, da uomo a uomo.
Polluce: coi pugni, o anche coi calci…
Amico: con tutta la forza che hai."
Teocrito
SAVATE, LE ORIGINI
Sui primi divulgatori della Savate (circa metà del 1700) si sa ben poco.
Il merito della sua divulgazione, dalla fine del XVIII° secolo alla metà del XIX va al parigino Michel Casseux (detto Pisseau
), nato nel 1794, che studiò alcune discipline di combattimento e lotta praticate in Europa, tra cui un sistema di combattimento originario della Gran Bretagna (Devonschire e Cornovaglia, come prima descritto) ormai scomparso, che consisteva nel tirare calci diretti alle sole gambe con lo scopo di abbattere l’avversario, e semplificandone alcune parti per facilitarne l’apprendimento.
Pisseau, prendendo inoltre le mosse da due metodi di difesa personale in uso a quel tempo in Francia e cioè lo chausson
, praticato al sud e principalmente dai militari, grazie al contributo di marinai che, di ritorno dall’Oriente, erano rimasti affascinati dalle tecniche di piedi delle Arti Marziali (in francese il termine savate
significa infatti ciabatta
e questo nome si riferisce alle ciabatte che i marinai francesi indossavano abitualmente all’epoca della sua nascita) nel quale si usavano esclusivamente i colpi di piede, e la savate
in uso al nord, nella quale ai colpi di piede si aggiungevano i colpi portati con le mani a schiaffo, tipici del nord della Francia riuscì a fondere insieme il meglio di questi sistemi e nel 1820 formò un'accademia che chiamò art de le savate
.
Nonostante il successo ottenuto grazie alla creazione di questa disciplina, Pisseau morì in miseria, e la sua opera continuò grazie ad un suo allievo che si distinse rispetto agli altri: Charles Lecour.
Nunc, si cui virtus animusque in pectore praesens, adsit et evinctis attollat bracchia palmis.
Ora, se qualcuno possiede bravura e pronto coraggio, si presenti e sollevi le braccia con pugni fasciati.
Virgilio, Eneide
libro V
Lecour si rese subito conto che la Savate così concepita, pur rimanendo un ottimo metodo di difesa personale, risultava ancora incompleta per via dell'uso limitato che si faceva delle braccia, in realtà poco producente agli effetti del combattimento.
Si recò quindi in Inghilterra dove stava fiorendo il boxing
, la futura boxe inglese, ed apprese dal maestro Swift l'arte del pugno. Ritornato in Francia integrò la disciplina francese con quanto aveva appreso in Inghilterra creando così la Boxe Francese
. Infatti, ancora oggi, nella tecnica pugilistica della Savate risulta netta l’influenza del pugilato inglese. Hubert Lecour, invece, fratello di Charles, fece della Boxe Francese un'arte raffinata e fu protagonista, insieme con il fratello, di memorabili esibizioni nei più famosi caffé concerto di Parigi.
la Savate si diffuse soprattutto nell’aristocrazia francese, raffinando le tecniche e donando eleganza al combattimento.
Alexandre Dumas padre parla cosi nel suo libro Filles, Lorettes ed Courtisanes
di Charles Lecour: Charles Lecour cominciò a studiare la Savate, e, giunto ad acquistarvi una certa qual superiorità, da scolaro divenne maestro, benchè egli convenisse – cosa molto rara tra i professori – essere la Savate, quale insegnava, un’arte molto incompleta.
Fu cosi che si fuse la boxe inglese con l’uso delle gambe e dei piedi al modo parigino e marsigliese che consideravano le mani solo come armi difensive.
Lord Henry Seymour, erede di una favolosa fortuna, aveva trasformato in sala d’armi un intero piano del suo hotel (ex Demidoff) per potersi dedicare alla Savate.
Anche il grande musicista Gioacchino Rossini, tra gli altri, era allievo di Leboucher, che fu uno dei Maestri più importanti del XIX secolo in Francia.
E' noto un trattato di difesa del viaggiatore
che Leboucher stesso impartiva ai forestieri in sole tre lezioni.
In seguito altri personaggi contribuirono in modo importante allo sviluppo della boxe francese: Louis Vigneron nacque a Parigi nel 1827 e fu il più forte atleta dell'epoca, imbattibile nei combattimenti sportivi e ancor più nelle risse di strada. Riuscì a battere anche atleti famosi in altri sports quali il lottatore Michel Arpin, denominato il terribile savoiardo
e il boxeur Dikson
Joseph Charlemont, nato nel 1839, probabile allievo di Vigneron e Lecour, fu un tireur eccezionale. Divenne in seguito un grande maestro e creò nuove combinazioni di colpi di piede sulle basi di un allenamento atletico più intenso e più consono alla nuova tecnica.
La sua scuola sfornò atleti formidabili fra i quali suo figlio Charles. Egli fu il più celebre e rinomato tireur di boxe francese di tutti i tempi.
Sono celebri le sue vittorie ai giochi di Londra della Regina Vittoria nel 1887 e quella a Parigi nel 1893 sul boxeur Jerry Driscol.
Charles Charlemont fu anche un ottimo maestro e dalla sua scuola uscirono molti validi atleti fra i quali si distinse Pierre Barozzi, detto Baruzy.
Barozzi era un nobile di origine italiana, grande atleta che per undici volte fu campione assoluto in Francia. Ebbe il merito di tenere in vita la boxe francese quando la stessa rischiò di sparire a seguito dei disastri delle due sciagurate guerre mondiali nelle quali perirono i migliori maestri.
Conte Pierre Barozzi
Una nuova spinta venne dalla presentazione della Savate come sport dimostrativo alle Olimpiadi di Parigi nel 1924, e dall'organizzazione, nel 1937, del primo campionato di Francia. Questi eventi però non riuscirono a rilanciare la disciplina e l'avvento della seconda guerra mondiale interruppe forzatamente l'opera di diffusione di questa pratica sportiva. Alla fine della guerra, il conte Pierre Barozzi divenne presidente della commissione di Boxe Francese.
Attualmente la Boxe Francese savate è largamente conosciuta e praticata, sia a livello dilettantistico che professionistico, anche al di fuori della Francia.
Esiste un’unica Federazione Internazionale di Savate, presente in tutti i continenti, la FISav, Federazione Internazionale di Savate.
FRASI CELEBRI SULLA SAVATE
La Boxe Française est une science profonde qui exige beaucoup de sang-froid, de calcul, d'agilité, de force. C'est le plus beau développement de la vigueur humaine, une lutte sans autres armes que ses armes naturelles où l'on ne peut être pris au dépourvu.
–
Théophile Gautier(scrittore, poeta , giornalista e critico letterario francese)
Théophile Gautier
Monsieur Charles Lecour a réduit en art cette escrime de truands, cette boxe de la cour des miracles… Avec cet art, plus de surprise nocturne ; on peut oublier sa canne, ses pistolets de poche, mais l'on n'oublie jamais ses jambes ni ses bras …
Théophile Gautier
La Boxe Française est fille d'une longue patience et d'une longue étude. Quand on connaît tout, il fait inventer. Et quand on a inventé, il faut encore apprendre.
- Georges Carpentier(Pugile e attore francese)
Si vince con la testa e con le gambe, i pugni hanno un’importanza secondaria
–
Georges Carpentier
Il n'y a d'autre voie vers la solidarité sociale que le respect de la dignité humaine. La boxe française fait partie de ces sports dont les qualités éducatives sont exceptionnelles et concourent de ce fait à l'épanouissement de la personne humaine comme à son respect.
- Conte Pierre de Baruzy (Aristocratico Francese di origini Italiane)
Conte Pierre de Baruzy
La Boxe Française a cette vertu : on y apprend la vie. Utilement et joyeusement.
- Bernard Plasait(Uomo politico Francese).
Il poeta Giacomo Leopardi nel suo Zibaldone scriveva:
In Inghilterra vi sono da qualche tempo scuole di pugilato (boxing), e vi vanno ad apprendere l’arte non già solo quelli che hanno intenzione di fare il mestiere di boxer per guadagno, ma galantuomini d’ogni condizione in gran numero, per servirsene nell’uso della vita, la quale in quel paese offre assai spesso l’occasione di adoperare le pugna; e per difendersi dalle pugna degli altri
– Giacomo Leopardi – Zibaldone
LA SAVATE IN ITALIA
In Italia, come del resto nel mondo, erano diffusi diversi metodi di combattimento, più per difesa personale che non per competizione.
Nel 1869 fu pubblicato, a Milano, un Trattato di Box Libera, ossia difesa personale
(esatto: box scritto senza la e
!) di Luigi Carmine, Maestro di Sciabola, Bastone e Ginnastica, nonché Istruttore di Stato Maggiore, capostipite italiano per quanto riguarda la boxe francese. Si può affermare che il suo trattato può considerarsi il primo di Savate e difesa personale edito in Italia.
In realtà, si trattava sostanzialmente di una traduzione del precedente scritto di Louis Leboucher pubblicato a Parigi nel 1844.
Si legge, in una pubblicazione del 1969, di Giuseppe Signori, storico dello sport Italiano: I campioni di Milano, gli uomini forti
, edito dal comune di Milano:…..il pugilato è una pianta cresciuta per tempo e subito bene a Milano, nel 1908 il Marchese Monticelli vi fondò la prima sezione di Boxe all’inglese per distinguerla dalla boxe francaise apparsa nelle palestre verso il 1824, sotto il nome de savate. Nel pugilato inglese si usano soltanto i pugni, nella savate anche i piedi
….
La Savate in Italia si diffuse principalmente in Liguria ed in Lombardia.
In Liguria le due società storiche furono la Andrea Doria e la Mameli che hanno divulgato la Savate fin dai primi anni del ‘900. Il Maestro Lazzaro Delfino, della Andrea Doria, si distinse sia come Maestro che per etica sportiva e signorilità nei comportamenti.
Dedicò tutta la vita all’educazione sportiva e morale dei suoi allievi, ed a lui si deve la continuazione e sopravvivenza della scherma di bastone e della savate ligure, insieme al Maestro Arrigo Manusardi di Milano, padre di Italo, che fondò il Club Difesa e Sport a Milano, negli anni ’50, e negli ani 60 a Pavia.
Negli anni 60 per merito dei Maestri Giorgio Messina di Genova e il M° Italo Manusardi di Milano, (ma Laudense di nascita, entrambi Guanti d’Oro, la massima onoreficienza riconosciuta nella Savate, rilasciata soprattutto per la dedizione di tutta una vita a questo sport e per gli scritti dedicati alla nostra arte che vi consiglio di leggere), la Savate italiana conosce un nuovo periodo di sviluppo.
Giorgio Messina nei primi anni ’60 assume la direzione tecnica della Mameli Savate, e promuove maggiori rapporti con i francesi.
La dedizione e la passione per questa disciplina lo portano ad ottenere importanti riconoscimenti tra