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Il segreto del domatore: eLit
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E-book151 pagine2 ore

Il segreto del domatore: eLit

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Info su questo ebook

Una siringa con un potente sonnifero, macchie di sangue, la sparizione degli animali di Brak Brunston, un enigmatico domatore... Chi può essere l'autore del rapimento, e perché? Ashley Curry, funzionario della polizia di frontiera, vuole risolvere questo mistero, e non solo per motivi professionali. Ma le tracce si perdono in una vecchia fabbrica abbandonata... Tutto sembra perduto, finché Black, segretamente innamorato di una pantera rapita, non ci mette lo zampino...

Serie "Black Cat Mysteries" - Vol. 6

LinguaItaliano
Data di uscita27 feb 2015
ISBN9788858933978
Il segreto del domatore: eLit

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    Anteprima del libro

    Il segreto del domatore - Caroline Burnes

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Familiar Heart

    Harlequin Intrigue

    © 1997 Carolyn Haines

    Traduzione di Elisabetta Pietrobon

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 1998 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-397-8

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Chi le capisce, le donne? Voglio dire, sono un vero fusto, slanciato, attraente, faccio le fusa in modo da incantare chiunque, eppure la signorina poliziotta sta fissando quei leoni come se non avesse mai visto un felino. Solo ieri, quando Peter e io siamo arrivati all’aeroporto, lei era tutta una coccola, tutto un complimento per il famoso, fantastico Black, parole sue, e sbatteva le belle ciglia accarezzandomi con sguardo adorante. E adesso, guardala, neanche ventiquattro ore dopo, che si sdilinquisce per quei gattoni! Ah, il cuore della donna è davvero mutevole! E tutto perché quegli stupidi si fanno comandare a bacchetta da Mister Muscolo, il domatore. Trovo che stiano gettando discredito sul mondo animale. Per quanto mi riguarda, non vedo proprio perché dovrei compiacere qualcuno in cambio di una grattatina sotto il mento.

    Be’, magari per la dolce Eleanor potrei fare un’eccezione. Sì, e anche per quella simpatica frugoletta di Jordan. Ma le donne di casa Curry non sono con noi. Peter e io siamo venuti a San Antonio, senza le signore, per ammirare questo eccezionale talento norvegese. Comunque, a me sembra una vera follia tenere quei grossi felini in una sala d’albergo, fuori dalle gabbie. Se anche uno solo di quegli animali dovesse decidere che si annoia, succederebbe il finimondo. Fatti loro. Peter sa badare a se stesso, e Ashley mi ha appena messo da parte per dedicarsi a quel biondone sul palcoscenico.

    Ebbene sì, sono un gatto indipendente, orgoglioso, solitario. Anzi, dal momento che devo rispolverare il mio spagnolo, dovrei dire el gato. L’ha detto Ashley, che qui a San Antonio molta gente parla solo spagnolo. Come si dirà salmone in salsa rosa? Non vedo l’ora di andare in qualche ristorante per esercitarmi sul menù.

    E queste chi sono? Pantere! E vanno a sedersi ai piedi del biondone, per la gioia di un centinaio di ricchi, ben vestiti. Non credo ai miei occhi. Però sono davvero delle splendide creature. Se in gioventù mi avessero dato tutti i croccantini che avevo chiesto, forse anch’io sarei diventato così grande. Quella a sinistra è proprio il mio tipo. Zampe affusolate, mantello lucido, portamento regale. Sarà meglio che mi faccia vedere sotto il mio profilo migliore. Certo, pesa qualche chilo più di me, però è veramente sexy. Se mi sentisse la mia Clotilde, mi strozzerebbe...

    Ehi! Il biondone le ha fatto segno di venire da questa parte! Oh, accidenti... spero che quello scintillio nel suo sguardo non sia fame!

    «Black, non ho intenzione di tenerti in braccio, se continui a muoverti.» Ashley sollevò il gatto nero e lo depose sulla sedia accanto alla sua. «L’avevo detto al tuo padrone che non doveva portarti qui.»

    Peter teneva gli occhi fissi sul palcoscenico e le mani strette sui braccioli della sedia. «Zitta, Ashley. Voglio proprio sentire dove ha preso tutti quei felini. Li avrà sicuramente comprati da qualche cacciatore di frodo.»

    «Non saltare subito alle conclusioni.» Ashley adorava suo fratello, ma conosceva bene i suoi punti deboli. Se Peter aveva anche il minimo sospetto che un animale fosse maltrattato, era capace di fare il diavolo a quattro.

    Riportò lo sguardo sul domatore, notò il suo fisico asciutto e scattante. «Brak Brunston è famoso in tutto il mondo per la sua abilità con i felini. Dicono che non usi nessun tipo di costrizione, che comunichi con gli animali per mezzo della telepatia. Insomma, ha il tocco magico

    «Certo, e alla fine mette le ali e vola via» borbottò Peter senza curarsi di moderare la voce. Diverse persone si voltarono a guardarlo.

    Ashley gli diede una gomitata nel fianco, senza mai staccare gli occhi dal corpo scultoreo del domatore. Brak Brunston guardò dalla loro parte, posò lo sguardo su Ashley e lei ebbe un brivido... come se fosse stata toccata. Se il domatore possedeva poteri telepatici, era più che probabile che li mettesse a frutto non solo con i felini, ma anche con le donne.

    Brak Brunston aveva due leoni alla sua destra e due pantere alla sua sinistra. «Ayla, va’ da quella signora vestita di giallo.»

    La pantera più grande lasciò il palcoscenico e scese tra le file degli spettatori, scatenando qualche strillo tra le donne presenti.

    «Non vi farà del male» disse il domatore. «È affettuosa come un gatto domestico.»

    «Se quella pantera è affettuosa come il mio gatto, temo che siamo tutti nei guai» disse Peter a voce alta. Il tono della battuta era leggero, ma conteneva una velata sfumatura critica che non sfuggì al domatore.

    Brunston concentrò lo sguardo su Peter. «Lei non crede alle mia capacità di domatore?»

    «Non penso che sia giusto usare gli animali selvaggi per dare spettacolo.»

    Brak avanzò fino al bordo del palcoscenico, senza mostrarsi minimamente turbato dalla critica. «Lei è il dottor Peter Curry, il veterinario, vero?»

    «Esatto.» Peter si alzò in piedi.

    «Ayla, va’ da lui.»

    La pantera si allontanò dalla signora vestita di giallo e con regale lentezza andò ad accucciarsi ai piedi di Peter. Per un attimo guardò Black, come per prendere atto della presenza del cugino di taglia più piccola, poi si voltò verso il palcoscenico.

    «La madre di Ayla è stata comprata da una ricca signora che pensava di farne il suo giocattolino, la trattava male, non le dava da mangiare, la faceva partorire per poi vendere i cuccioli. Un giorno, poco dopo la nascita di Ayla, la madre si ribellò e uccise la padrona. Le autorità decisero che le pantere dovevano morire. Sono riuscito a salvare Ayla prendendola con me.»

    Mentre il domatore parlava, l’intero uditorio era ammutolito. Soltanto i felini davano evidenti segni di nervosismo, forse perché percepivano meglio degli uomini l’indignazione che animava il racconto di Brunston. Black non volle essere da meno e agitò la coda.

    «È una storia triste» ribatté Peter del tutto indifferente. «È la stessa triste storia a cui si aggrappano tutti i proprietari di animali selvaggi.»

    A quelle parole, invece di arrabbiarsi, il domatore si rivolse alla belva e sorrise. «Ayla, dagli un bacio.»

    La grossa pantera leccò la mano di Peter, poi si rimise seduta. Fra gli spettatori si levò un mormorio stupito.

    Il domatore aspettò che il brusio fosse cessato. «L’argomento è troppo scottante per liquidarlo qui, in due battute. Sarò lieto di continuare la discussione alla fine dell’esibizione.» Si rivolse alla pantera. «Vieni, Ayla.» L’animale si mosse silenzioso tra le sedie in direzione del palcoscenico.

    «Miao!»

    Tutte le teste si voltarono verso Peter, in tempo per vedere il gatto nero che balzava giù dalla sedia e andava all’inseguimento della pantera.

    «Black!» Peter tentò di agguantarlo, ma non ci riuscì. Tutti ridevano.

    Ashley andò in aiuto del fratello. «Appena ti prendo, ti metto su un aereo e ti rispedisco a Washington!»

    Ashley prese un’altra coppa di champagne e si allontanò verso il cuore della festa, lasciando Peter e Brak immersi in una vivace discussione. Dopo i primi dieci minuti, in cui si era tenuta pronta a intervenire per separare i due contendenti, aveva valutato che l’educazione di entrambi era sufficiente a impedire che venissero alle mani.

    Il rinfresco, in onore del domatore venuto dalla Norvegia, era sponsorizzato dallo zoo cittadino e rappresentava un vero e proprio evento mondano, una di quelle occasioni in cui i ricchi non possono mancare e le donne sfoggiano vestiti che costano una fortuna. Ashley sorprese più di qualche ragazza intenta a ronzare intorno a Brak, qualche altra che gli faceva gli occhi dolci, le più spudorate lo invitavano a cena, o peggio. Lui sorrideva, stringeva mani, ma poi tornava a tuffarsi nella conversazione con Peter.

    Ashley prese un tramezzino da un vassoio e lo addentò. Stava ancora passando in rassegna gli abiti delle signore quando, in mezzo a tante gambe fasciate nelle calze di nylon, intravide una macchia nera che correva allegramente per la sala.

    «Maledizione!» Peter le aveva assicurato che Black era chiuso in una solida gabbia e invece...

    Si gettò all’inseguimento di quella coda nera che svaniva tra le gambe degli ospiti. Il gatto si dirigeva a colpo sicuro verso le cucine. «Black!» lo chiamò sottovoce. «Black, brutta bestiaccia... aspetta che ti metta le mani addosso!»

    Stava per agguantarlo quando il felino sgusciò in cucina. Ashley si fermò, vacillò sui tacchi alti e stava quasi per cadere, quando una mano amica la sostenne prendendole il braccio.

    «Grazie» disse, ancora senza fiato. «Questo maledetto gatto...» Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi azzurri di Brak. «Grazie, signor Brunston.»

    «Si direbbe che il vostro gatto sia dotato di grande carattere.»

    «Oh, certo. Ha anche l’appetito di un elefante e crede di essere una specie di playboy felino.» Ashley sbuffò. «Questa mattina, per colazione, voleva solo gamberetti. Peter ed Eleanor l’hanno rovinato. Hanno fatto di lui un mostro.»

    Un lampo divertito attraversò quegli occhi azzurri. «Glieli ha dati, i gamberetti?»

    «Per forza. Non c’era altro modo per farlo tacere.»

    Lui scoppiò a ridere. «Allora credo che faremmo meglio

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