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La miglior vita
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E-book260 pagine3 ore

La miglior vita

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Affacciarsi al futuro non significa profetare e neppure azzardare un’ipotesi. Contemplare i segni già oggi visibili e immaginare come la situazione possa evolversi, discernere, interpretando la realtà in atto per capire dove ci porta… sono tutte facoltà dell’Uomo, unico sulla terra a sopravvivere non in virtù delle proprie caratteristiche fisiche, ma dell’attitudine al cambiamento.
Dunque, non bisogna temere di restituire all’Uomo la libertà perché è proprio la sua libertà a salvarlo dalla rovina, sia individuale che collettiva. Al contrario, è proprio la limitazione della libertà a impedirgli di esercitare le sue prerogative, condannandolo al declino.
Il surreale intreccio narrativo vuole stimolare la riflessione sulla necessità per l’Uomo, di opporsi a qualsiasi tentativo di soffocare la libertà, anche a costo di rinunciare alle comodità appositamente allestite per addomesticarlo e di affrontare l’arroganza del potere, spesso violenta.
Dopo un lungo percorso nella modernità più sfrenata, vicende personali, famigliari e sociali s’intrecciano ai riflessi psicologici individuali, che da sempre ripetono la Storia dell’umanità.
Così, finalmente, l’Uomo torna sui suoi passi e scopre l’essenziale, la dimensione verticale contrapposta all’appiattimento, lo slancio ideale oltre lo sterile egoismo. Un modo nuovo di vivere nel giardino operoso dove si coltiva il bene comune, senza sottrarre gioia di vivere all’individuo. Un organismo sociale il cui motore non può più essere la competizione, ma piuttosto l’amicizia, per libera scelta: non eravamo obbligati a restare nell’Eden e neppure lo siamo adesso a rientrarci, come “avvenuto” nella Roma papalina dei Novissimi.
LinguaItaliano
Data di uscita17 mag 2017
ISBN9788826085272
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    La miglior vita - Marti Gruter

    GRUTER

    PREMESSA DELL'AUTORE

    Sinossi

    Affacciarsi al futuro non significa profetare e neppure azzardare un’ipotesi. Contemplare i segni già oggi visibili e immaginare come la situazione possa evolversi, discernere, interpretando la realtà in atto per capire dove ci porta… sono tutte facoltà dell’Uomo, unico sulla terra a sopravvivere non in virtù delle proprie caratteristiche fisiche, ma dell’attitudine al cambiamento.

    Dunque, non bisogna temere di restituire all'Uomo la libertà perché è proprio la sua libertà a salvarlo dalla rovina, sia individuale che collettiva. Al contrario, è proprio la limitazione della libertà a impedirgli di esercitare le sue prerogative, condannandolo al declino.

    Il surreale intreccio narrativo vuole stimolare la riflessione sulla necessità per l’Uomo, di opporsi a qualsiasi tentativo di soffocare la libertà, anche a costo di rinunciare alle comodità appositamente allestite per addomesticarlo e di affrontare l’arroganza del potere, spesso violenta.

    Dopo un lungo percorso nella modernità più sfrenata, vicende personali, famigliari e sociali s’intrecciano ai riflessi psicologici individuali, che da sempre ripetono la Storia dell’umanità.

    Così, finalmente, l’Uomo torna sui suoi passi e scopre l’essenziale, la dimensione verticale contrapposta all’appiattimento, lo slancio ideale oltre lo sterile egoismo. Un modo nuovo di vivere nel giardino operoso dove si coltiva il bene comune, senza sottrarre gioia di vivere all’individuo. Un organismo sociale il cui motore non può più essere la competizione, ma piuttosto l’amicizia, per libera scelta: non eravamo obbligati a restare nell’Eden e neppure lo siamo adesso a rientrarci, come avvenuto nella Roma papalina dei Novissimi.

    La miglior vita - I

    Mario era entrato in Servizi Integrati di Collocamento Sociale quasi trent’anni prima. Lo zio materno, alto funzionario del sindacato, aveva messo una buona parola ma anche senza quell'aiuto non sarebbe stato difficile farsi assumere. Equilatera, come si chiamava allora, era oggetto di ogni genere di sabotaggio e il magro stipendio non compensava certo il rischio quotidiano di aggressioni, lettere esplosive e persino infestazioni. Indimenticabile quella delle pulci, allevate non si sa come e racchiuse in una serie di buste indirizzate ai vari uffici. Erano gli anni della Grande Crisi, poco prima del Trattato Unico Terrestre di Jew York.

    La Raccomandazione Prima del Trattato Unico Terrestre, aveva architettato la vita umana su due livelli. Il primo, denominato Sistema Unico di Coesione Sociale, consisteva in una fascia protetta dove ogni utente poteva beneficiare di un percorso standard, dall'inseminazione all'incenerimento.

    Il secondo, cosiddetto Iper Circuito, rimaneva aperto a chi possedesse le risorse intellettuali ed economiche per assumersi il rischio di partecipare alla competizione tra capitali liberi, grandi imprese e professioni in ogni campo dello scibile umano. Nell’Iper Circuito restavano in vigore tutte le iniziative economico finanziarie, in regime di concorrenza e di libero mercato. In altre parole, tutto ciò che era in auge prima della grande crisi, poteva ripartire sulla base del principio universale secondo cui, tutto è consentito tranne ciò che è espressamente non raccomandabile. Unico ineludibile vincolo, la tassazione dei patrimoni, delle transazioni e dei profitti, finalizzata allo stabile finanziamento della cosiddetta Fascia Standard, a livello mondiale. Il sistema, soprannominato Sex Sex Sex per ricordare le aliquote fisse ed immutabili dei tre ordini di prelievo, garantiva un gettito enorme, amministrato sobriamente ed efficacemente dagli Iper Gestori del Trattato.

    L’imposizione non era solo monetaria ma riguardava anche beni e servizi che gli Iper Operatori Industriali erano tenuti a fornire gratuitamente alla Fascia Standard, secondo le politiche di approvvigionamento fissate dagli Iper Gestori. Tutto era predisposto accuratamente affinché le vicende economico finanziarie del pianeta non potessero mai più incidere sugli equilibri della vita quotidiana di chi stava nella Fascia Standard. Finalmente, l’umanità poteva soddisfare l’innata propensione all’oligarchia, senza per questo vessare le masse. Mentre per accaparrare il meglio, nell’Iper Circuito ci si scornava spensieratamente, la gente ordinaria avrebbe pascolato tranquilla, al riparo da pericolose velleità ed aspirazioni.

    Il nuovo alloggio di Mario distava solo pochi isolati dalla sede settoriale del SICS e come se non bastasse, il tragitto era tutto all'aperto. Niente sotterranei, niente metropolitane e code soffocanti. Mario poteva passeggiare tra i palazzi del centro e addirittura attraversare il parco, i cui cancelli si aprivano al suo passaggio, alle otto in punto.

    Nessuno in ufficio credeva alla casualità di un’assegnazione così favorevole. Ma i dati sensibili degli scoppiati, espr essione scherzosa che alludeva alla prassi di Risoluzione dell’Accoppiamento, non avevano alcuna influenza sulle elaborazioni del Software Anagrafico Standard. Mario lo sapeva bene, perché aveva lavorato per anni nel NADA, la Nuova Anagrafe Distrettuale Avanzata.

    Comunque, non avrebbe mai dimenticato il giorno in cui Piera aveva cliccato l’invio della rituale comunicazione telematica di scioglimento.

    Il processo si era avviato automaticamente e Mario aveva ricevuto la notifica durante la Sosta Culturale Standard delle 13. Il jingle aveva interrotto la seduta di Yoga, sollevando il disappunto dei partecipanti e un isterico rimbrotto del Maestro. Tanto per cambiare, si era dimenticato di silenziare il Connettore. Rivestendosi in fretta, era uscito dalla sala umidiccia, impregnata di sudore e deodorante standard. L’idea che la sua partecipazione non sarebbe stata registrata e che pertanto non avrebbe accumulato i crediti, lo aveva appena sfiorato. Avrebbe continuato la pausa al bar, rimuginando la situazione e i ricordi che disordinati gli affollavano la mente.

    Da quando i figli si erano sparpagliati nel Distretto, la convivenza s’era fatta sempre più difficile. Mario aveva la netta sensazione che Piera, semplicemente, si annoiasse. Erano coetanei e quando da ragazzi si erano innamorati, il mondo era tutto diverso. Sognavano insieme i progetti più arditi e parlavano di tutto, scherzavano e ridevano.

    Era come se fossero una cosa sola. Mario esibiva il suo desiderio con naturalezza e decisione, e Piera si lasciava andare ogni volta, condiscendente, generosa. Ma le loro strade si erano da tempo divise. La monotonia del lavoro, le opprimenti condizioni economiche, gli spazi sempre più angusti, le amicizie superficiali, le ansie per le difficoltà dei figli… tutto contribuiva a soffocare il loro rapporto. Mancava la libertà, almeno un poco di libertà! E quel detto popolare del secolo scorso: amor senza baruffa, fa la muffa… non è affatto vero, protestava Mario tra sé. Oggigiorno, casomai, è esattamente il contrario!

    Ma come si fa a non bisticciare quando tutto intorno ti urta e ti mortifica? Si finisce per forza col tormentare chi ti sta accanto, ogni benedetto giorno che Dio mette in terra!

    Mario sorseggiò il caffè standard, seduto sullo sgabello alto contro la mensola a fianco del grande schermo. Ora, era solo… e con chi altri se la sarebbe presa?

    La musica batteva un ritmo pesante e la testa gli ronzava per il livello dei bassi che la sua labirintite tollerava a stento. Era l’ora del Notiziario, ancora qualche istante e l’avrebbero sfumata, finalmente.

    La sigla sincopata e roboante del Notiziario, lasciò lo schermo alla speaker patinata che aveva iniziato a scorrere il menù delle news. La sua voce gracchiante era peggio della musica di prima:

    "Carissimi utenti, ben trovati sul Notiziario Standard delle 13,30… e subito per voi, la combinazione vincente di Entra nell’Iper Circuito! 15, 25, 53, 66, 58, 81… l’Iper Joker di oggi è 6! Congratulazioni e auguri al fortunato vincitore… se c’è!

    Stacco con sigla…

    Sabato notte la diretta dal Cerchio Azzurro… milioni di utenti attesi per la visione del Fratello Blu! Collegamenti e interviste, prima e dopo il tradizionale rito della Pace Terrestre nella solennità della Visitazione…

    Stacco con sigla…

    Il Centro Statistico ha diramato stanotte i dati mensili dei consumi… in leggera flessione gli alcolici e in calo anche le sigarette!

    Stacco con sigla…

    Sfornata di Ottimi dagli istituti FUC! Speranze per l’accesso di nuovi ricercatori nelle Iper Accademie!

    Stacco con sigla…

    Stroncato un traffico per baratto di alcolici nella periferia sud! Coinvolti insospettabili tecnici SICS nella sezione periferica ovest… nostra intervista al vice capo sezione della Divisione Unica di Coordinamento Sociale…

    Stacco con sigla…

    Stasera in anteprima da Hollywood, riprende la fortunata serie Idioti allo sbaraglio… interviste e dibattiti con la partecipazione dei più amati artisti del buon umore…

    Stacco con sigla…

    In coda, la consueta rubrica Vediamoli all’Opera… oggi, le nostre telecamere vi accompagneranno nel Centro Servizi di Trasporto Sotterraneo…"

    Mario finì il caffè e piuttosto di ascoltare le news, decise di anticipare la numero tre ed entrò nella saletta fumatori. Le pareti erano trasparenti per cui si poteva vedere lo schermo da lontano e da un altoparlante in fondo, vicino all’uscita di sicurezza, la voce sembrava meno stridula.

    - Ciao, Gloria…

    La ragazza dai lunghi capelli neri gli aveva lanciato un cenno di saluto, mantenendo gli occhi sporgenti a mezz’asta e la testa reclinata. A dispetto di quell’ostentata indifferenza, accavallò le gambe snelle, sistemandosi la gonna, troppo corta. Un corpo sinuoso e attraente, ma il viso era cupo, regolare, insignificante. Mario accese in fretta la numero tre perché l’odore di tabacco rancido in quello stanzino gli avrebbe tolto la voglia di fumare, se solo avesse aspettato ancora un po’. Decise di fare lo spiritoso:

    - Questa gabbia infernale… secondo me, l’hanno inventata apposta per farti sentire un coglione!

    - Parla per te, Mario… - rispose brusca.

    - Beh, devi ammettere che entrando qui, vien voglia di smettere…

    - Non ci penso nemmeno… sono stressata!

    - E perché mai? Apri il tuo cuore, confidati con me…

    La sigaretta della ragazza era quasi al limite, osservò Mario avvertendo una sottile apprensione. Lei si guardò la sigaretta esausta tra le dita sottili dalle unghie laccate di viola. Poi, socchiuse le palpebre cariche di ombretto lilla e concesse un largo, inatteso sorriso:

    - Non vedi, che vita di merda…

    Mario indugiò su quelle labbra pronunciate, probabilmente naturali, e su quel sorriso… un improvviso lampo di luce, subito spento dall’ultimo, prolungato sbuffo di fumo.

    - Ti sbagli, cara… devi solo sviluppare le tue risorse interiori e trovare qualcuno con cui condividerle.

    Entrarono due del reparto Grafica & Sogni e l’incantesimo si ruppe:

    - Ciao, Mario… stammi bene e vedi di scollarti quell’aria da scoppiato a corto di sesso che hai stampato in fronte: è micidiale!

    Colpito e affondato. Aveva ragione, la ragazza. Troppo bella, troppo giovane… troppi sogni! Mario si concentrò sulla sigaretta, constatando ancora una volta che tenendola con la sinistra, puntualmente qualcosa gli andava storto. Uscendo dal recinto, s’impose di reagire e consolarsi, pensando che prima o poi, anche Gloria avrebbe toccato il fondo.

    Mario aveva iniziato come tecnico informatico, ma da tempo aveva perso lo smalto. I continui cambiamenti imposti dalle Iper Tecnologie e le Procedure Innovative Standard, lo avevano scoraggiato: non stava più al passo. Quando si era liberato un posto nel dipartimento Flussi Standard, aveva fatto il diavolo a quattro per occuparlo. L’esperienza e quella sua strana dote di non fidarsi delle apparenze, gli avevano consentito di ottenerlo superando severi test motivazionali. Si trattava di analizzare gli utilizzi nell’intero Settore Centrale della città, scovando abusi e baratti.

    Tutti gli utenti iscritti nella Fascia Standard erano impiegati dei Servizi Integrati di Collocamento Sociale. Lo stipendio del SICS era costituito dal libero utilizzo di una Bonus Card, ricaricata ogni mese, semplicemente inserendola nel connettore. Sui bancali dei magazzini della Catena Standard, erano esposti i Prodotti di Necessità Standard, tutti contrassegnati da un’inconfondibile etichetta biancorossa e completamente gratuiti.

    Ciò malgrado, non è che la pubblicità non esistesse, anzi, era martellante e continua sugli schermi, sui connettori, sui pannelli luminosi e sull’Unica Voce, free press distribuito dappertutto. Solo lo scopo era diverso. Invece di promuovere un marchio a scapito di un altro, mostrandolo come preferibile da qualche punto di vista, si trattava di orientare il consumo dei Prodotti di Necessità Standard, in funzione delle politiche di approvvigionamento corrente. Oppure, si doveva promuovere una fiction con determinati contenuti o un evento sportivo, per evitare che passasse inosservato. Tant’è che l’organismo di gestione della pubblicità sui media, rispondeva direttamente alla Direzione Strategica del FUC, l’energico istituto di Formazione Unica Continua.

    Comunque sia, l’acquisto di beni e servizi era limitato a determinate quantità nell’arco del mese e non si poteva sforare. Per esempio, un tubetto di dentifricio non poteva essere registrato più di una volta al mese e lo stesso, più o meno, per il dolcificante, il riso e i detersivi. Gli alloggi erano attrezzati con elettrodomestici standard, programmati per una certa intensità di utilizzo. Il consumo di luce, riscaldamento, acqua e l’accesso a internet erano illimitati e gratuiti, ma se l’utente sforava il PSP, cioè il suo Parametro Standard Personale, l’erogazione veniva semplicemente sospesa per riprendere il mese successivo, daccapo.

    Il Sistema in sé era in grado di prevenire qualsiasi tipo di spreco ma l’analisi accurata dei flussi era comunque necessaria, per mantenere il controllo delle tendenze e quindi, intervenire sulle politiche di approvvigionamento, anche modificando i parametri standard, sia personali che collettivi.

    Tuttavia, Mario non si occupava esattamente di questo. Lo stipendio SICS prevedeva voci aggiuntive, i cosiddetti SPS, cioè i bonus di Superfluo Personale Standard. Erano ticket per il gioco d’azzardo, combinazioni della lotteria " Entra nell’Iper Circuito!", farmaci, viaggi guidati, partecipazione ad eventi culturali o sportivi oltre a sigarette, alcolici, libri e riviste. Queste figure retributive erano per lo più assegnate dai supervisori, come riconoscimento di un soddisfacente stato di servizio, previa autorizzazione delle autorità sanitarie.

    In occasione del ventesimo anniversario del Trattato di Jew York e solo in via sperimentale, la Volontà Unica Democratica aveva emesso l’Aggiornamento numero sei, che alla sezione quarta del secondo capitolo, paragrafo due, raccomandava a certe condizioni, un libero scambio di questo tipo di buoni. L’intento era infatti di favorire un’auto compensazione che spontaneamente, rimediasse alle inevitabili diseguaglianze di mentalità e propensione tra gli utenti. Inoltre, non si voleva che l’utente standard perdesse col tempo la naturale propensione ad una libera fruizione del mercato, mantenendo un latente desiderio di uscire dalla Fascia Standard per accedere all’Iper Circuito, sempre bisognoso di nuovi player. Il disdicevole accumulo dei Bonus era impossibile perché tutti avevano una data di scadenza, oltre la quale, semplicemente sparivano dal tracciato. Restava il problema dell’accumulo fisico, per esempio di alcolici o sigarette.

    Il tipico abuso che Mario doveva prevenire e nel caso, individuare e denunciare, era quello socialmente riprovevole e pericoloso, di procurarsi beni e servizi aggiuntivi non regolamentati, in contropartita di prodotti standard accumulati illecitamente o addirittura, degli stessi buoni d’acquisto elettronici. Questa odiosa pratica poteva mettere a rischio l’intero Sistema, inoculandovi germi di istinti primitivi che avrebbero potuto corrompere le fondamenta etico sociali su cui il Trattato Unico Terrestre aveva ricostruito la società mondiale, dopo la Grande Crisi.

    A Mario piaceva quel tipo di lavoro e ne andava fiero. Partire da un indizio, magari insignificante, ma solo in apparenza, scoprire le malefatte della gente, intervenire applicando lui stesso una specie di romantica giustizia fai da te… per ricorrere alla denuncia, solo nei casi più efferati. Grazie a papà, che di Simenon possedeva tutta la raccolta, ogni tanto si sentiva una specie di Ispettore Maigret. Quando era morto, quasi vent’anni prima, invece di buttare i volumi in discarica insieme al resto, Mario li aveva conservati e un po’ alla volta, letti, quasi tutti.

    Ripensandoci ora, non poteva escludere che la nuova mansione avesse ultimamente rincuorato Mario, al punto che l’evidente soddisfazione e l’autostima, potevano aver scavato un ulteriore solco di incomprensione e incomunicabilità con Piera, rimasta prigioniera delle proprie insanabili frustrazioni. Anche lei avrebbe avuto bisogno di qualche gratificazione dal di fuori, ora che i figli avevano la loro vita e che le ripetitive, forse pedanti, attenzioni del marito sapevano di vecchio se non addirittura, di irritante egoismo.

    Lo Scioglimento Standard era gestito ed omologato da un’apposita sezione del dipartimento Anagrafe, dove Gloria lavorava. Nella Fascia Standard, non esistevano conflitti e quindi, neppure Giudici e Tribunali. L’Accoppiamento non implicava questioni economiche da dirimere perché le carriere erano equiparate e nessun utente standard possedeva alcunché, a parte gli effetti personali.

    La determinazione partiva da uno dei coniugi, unilateralmente, sia per la costituzione della coppia che per il suo scioglimento. La notifica concludeva il processo che in pratica consisteva nel fornire tutti i dati sensibili degli accoppiati, il loro orientamento sessuale, la posizione previdenziale, il certificato storico dei flussi salariali, la posizione sanitaria ed il profilo psicologico.

    Ovviamente, in fase di costituzione il partner notificato aveva ventiquattro ore di tempo per negare il consenso e nel giro di pochi giorni, i coniugi o gli ex, ricevevano le nuove assegnazioni e le certificazioni anagrafiche previdenziali aggiornate.

    In caso di Scioglimento, cliccando l’apposito flag, si poteva specificare la disponibilità ad incontrare nuovi partner e allora, il profilo entrava nella banca dati del concorso " Trova il partner ideale!" che tra l’altro, offriva alcuni benefit niente male. Quando capitava, sempre più raramente, che vi fossero figli conviventi, era previsto un passaggio in più: l’udienza presso il Centro Assistenza Psicologica che normalmente assegnava i figli all’istituto periferico di Formazione Unica Continua, dove risultavano già registrati.

    L’idea fondamentale, anche questa riportata nelle premesse al protocollo di Jew York, Terzo Auspicio, quinto capoverso, era che non si potesse abbandonare gli utenti standard alle prese con decisioni così difficili e rovinose. L’inarrestabile declino delle aggregazioni sociali minime, le cosiddette famiglie di un tempo, aveva determinato l’opportunità di un graduale passaggio dei meccanismi decisionali a livelli più elevati, dove istituzioni organizzate e dotate di risorse intellettuali ed economiche adeguate, fossero predisposte ad intervenire, sempre per il superiore bene collettivo. Del resto, rifletteva Mario, bisogna ammettere che se un utente arriva al punto di cliccare la comunicazione telematica di scioglimento, è perfettamente inutile preoccuparsi delle reazioni e delle conseguenze psicologico sentimentali del partner ripudiato: molto meglio provvedere senz’altro all’immediato riassetto civile dei due, fornendo allo scopo tutta l’assistenza necessaria.

    Uno degli inconvenienti del Sistema, prontamente individuato dagli Iper Gestori del Trattato, era causato dalla difficoltosa permeabilità dei due macro settori. Avendo una scarsa propensione a riprodursi e malgrado tendessero a perpetrarsi investendo parecchio nel progresso

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