Come d'improvviso
Di Moira Sola
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Info su questo ebook
I personaggi si muovono in punta di piedi attorno al personaggio principale, la donna, quella che deve affrontare la prova più difficile.
E lei, che sembra guardare la vita dall’esterno, come se fosse in una grande bolla, nella malattia riscopre la vita.
La genesi del libro è stata particolare, quasi inconsapevole. È come se la storia avesse preso forma da sola.
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Anteprima del libro
Come d'improvviso - Moira Sola
MOIRA SOLA
COME
D’IMPROVVISO
Proprietà letteraria riservata
by Pellegrini Editore - Cosenza - Italy
ISBN: 978-88-6822-553-7
Via Camposano, 41 (ex Via De Rada) - 87100 Cosenza
Tel. (0984) 795065 - Fax (0984) 792672
Sito internet: www.pellegrinieditore.com - www.pellegrinieditore.it
E-mail: [email protected]
I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.
A Raffaele e Cecilia,
che mi hanno dato
la spinta emotiva
e la forza di andare avanti
anche quando non ne avevo voglia.
Ai miei fratelli, che non si sono mai arresi.
A mia mamma e a mio papà,
che mi hanno insegnato a mirare in alto.
A Mimma, che ha pianto insieme a me
e che non mi ha mai abbandonato
nei percorsi più ardui della mia vita.
Non ti auguro un dono qualsiasi,
Ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo Fare e per il tuo Pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo non per affrettarti e correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
Ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per toccare le stelle
E tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo,
tempo per la vita.
(E. Michler)
Dedico la mia opera a tutti quelli che hanno deciso di volermi stare accanto, ma soprattutto alla molteplicità delle persone che ogni giorno si ammalano e che pensano di non avere la forza necessaria per poter andare avanti. La dedico alle mamme costrette a subire la malattia dei propri figli, dalle quali io stessa ho imparato tanto. Dalla dolcezza dei loro occhi, stanchi, ma luminosi, ho appreso ad avere fiducia nella vita, anche quando ti ha giocato troppi tiri mancini e con una tale furia da impedirti il respiro!
Ringrazio il mio editore per la sua onestà intellettuale, perché ha creduto in me e ha riacceso quel barlume di speranza che sembravo aver perso; perché grazie a lui ho compreso che nella vita tutto può cambiare e che l’esperienza più tragica può tramutarsi in opportunità se si è pronti a coglierne le sfumature. Ringrazio sua figlia Marta per i suoi sorrisi, la sua dolcezza e la disponibilità ad ascoltare.
Dico grazie ad Agata, mia suocera, che non esita a dimostrare a suo modo l’affetto che a me la lega. Le dico grazie come mamma, a nome di quel figlio che ancora oggi di lei ha bisogno e alla quale si appoggia quando pensa di non farcela; la ringrazio come nonna per l’amore oltremisura nei confronti di una nipote che per lei stravede.
Ringrazio Bruno, mio suocero, per i suoi silenzi e la sua infinita pazienza.
Le mie zie Rosalba, Pina, Bruna, per aver alleviato il peso di una mancanza: quella di mia mamma.
Zia Maria, per il suo attaccamento alla vita.
Alba e Vincenzo, per avermi spronata ad osare.
Ernesto, per le nostre lunghe chiacchierate notturne. Carlotta, Caterina e Angelo per i loro ci manchi
e per i bagni in piscina con Cecilia.
Marta e Pina, perché ci capiamo e sosteniamo anche se lontane e perché la loro casa è stata il mio rifugio ai tempi dell’Università.
Raffaela, perché l’ho vista crescere e perché so che mi vuol bene.
Bruno e Carlo, prematuramente scomparsi. Del primo sento l’odore dei suoi dipinti; del secondo, invece, il calore dei suoi sorrisi.
Zio Angelo, perché mi lascia credere che io sia la sua prediletta ed io me ne compiaccio.
L’albero di pesco in fiore di Patrizia, perché nel momento in cui esso germogliava, le foglie dell’albero della mia vita stavano per cadere e mi ha aiutato rivedere la primavera che era in me, ma stentava a sbocciare perché aveva bisogno di tempo per rifiorire.
Ancora una volta sento il bisogno di ringraziare i medici, gli infermieri, gli operatori, i tecnici, i volontari del Pierantoni di Forlì e dell’IRST di Meldola per la loro immensa professionalità, per l’umiltà, per la passione con cui ogni giorno si dedicano ai loro pazienti. Non li cito singolarmente perché temo di dimenticarne qualcuno.
La dottoressa Marrazzo, per gli scambi di opinione.
Gli amici, perché il loro tifo è stato di gran lunga più assordante di quello dei sostenitori di una squadra di calcio in una finale di champions league. Vorrei potervi ringraziare uno a uno, ma se avrete la voglia di leggermi fino in fondo, sono sicura che ognuno di voi si riconoscerà nelle