Il Cantamagagne. L'anti-Struwwelpeter
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Anteprima del libro
Il Cantamagagne. L'anti-Struwwelpeter - Commissione Magagne
MAGAGNE
IL CANTAMAGAGNE
L’ANTI-STRUWWELPETER
Ai nostri genitori
Che ci hanno tenuti per mano
E così insegnato a tenderla
Agli altri
Introduzione
Le vere funzioni delle filastrocche
Accuratissime indagini storiche, che ci hanno condotti anche alla consultazione degli archivi del Vaticano, ci fanno supporre che le filastrocche siano sempre esistite. Ma un manuale di filastrocche della CM, questo no: è una novità assoluta. E infatti, né le più scrupolose ricerche nei più reconditi meandri delle più segrete stanze vaticane, né le notizie provenienti dai Servizi Segreti dei più importanti Paesi, ne recano traccia. Forse è semplicemente perché invece di indagare su un manuale
, avremmo dovuto orientarci sulla ricerca di un anti-manuale
. In ogni caso, eccoci a voi, care lettrici e cari lettori, con un nuovo (in-)dispensabile assaggio del nostro più (in-)utile sapere.
Lo ammettiamo: per una volta abbandoniamo (ma, vedrete, non del tutto) i più noti panni di indagatori e acerrimi nemici giurati delle magagne, volendo invece goderci in vostra compagnia gli aspetti positivi del mondo dell’infanzia. Per questo, nelle prossime pagine vi offriremo delle piccole e speriamo divertenti poesie che fotografano alcuni momenti dei primi anni di vita dell’essere umano. Abbiamo scelto i momenti buoni (e quelli meno buoni abbiamo cercato di renderli tali), tentando di catturarli
sia dal punto di vista dei più piccoli, a volte tanto piccoli da dover noi donare loro la parola, provando a descrivere i loro possibili e probabili pensieri, sia dal punto di vista dei grandi, ossia dei genitori.
E anche qui ce la siamo presa proprio comoda, diremmo quasi di lusso: infatti abbiamo dato voce a genitori sereni (o a quelli a cui basta poco, come poco è una filastrocca, per riconquistare almeno un minimo di serenità). Lasciamo ad altri l’universo delle difficoltà educative e relazionali della prima infanzia: il mondo è già talmente pieno di tate, dottori e professoroni, che non avremmo comunque (almeno per ora…) niente di nuovo da dire in quel più doloroso e a volte persino drammatico ambito[1].
In ogni caso, di nuovo e come sempre, speriamo di strappare a lettrici e lettori un sorriso e regalare loro qualche momento divertente. Ma prima di dare il via alla nostra opera, qualche parola sulle filastrocche la vorremmo proprio spendere.
Secondo la CM le filastrocche sono fatte per essere lette ai bambini dai loro genitori o, comunque, da chi vuole loro bene. Ma intendiamoci: non nel senso di voler bene ai bambini in generale, perché così sarebbe troppo facile, scontato e demagogico; ma di volerne proprio a quella bambina e a quel bambino cui si vanno leggendo le filastrocche. Se non c’è un simile legame, la lettura è inutile.
Proprio per questo abbiamo sottotitolato il nostro Cantamagagne con l’improponibile dicitura: L’anti-struwwelpeter
, ossia: l’anti Pierino il porcospino
. Immaginiamo che se non tutti, quasi tutti conoscano la storica filastrocca risalente al XIX secolo e che inizia così: Oh che schifo quel bambino, è Pierino il porcospino…
. In ogni caso, cari lettrici e lettori, vi basta inserire in un qualsiasi motore di ricerca di internet le parole "Pierino il porcospino" per trovare con facilità testo e disegni annessi. Ragion per cui ci risparmiamo la fatica di trascriverne l’intero testo (anche per non intercorrere in scomode magagne su diritti d’autore…).
Ma cosa c’entra il porcospino con noi? Niente, proprio niente: altrimenti che anti Struwwelpeter sarebbe? Ci spieghiamo: se quella era una filastrocca che segnalava apertamente qualche fatto spiacevole (legato all’igiene personale) dei bambini dicendo loro in sostanza: Finché rimarrete così farete schifo, dunque vedete di migliorare, altrimenti tutti penseranno male di voi
, le nostre hanno tutt’altro obiettivo, ossia trasmettere le cose buone dei bambini ai genitori e …ai bambini stessi: ecco perché secondo noi le filastrocche vanno lette ai bambini: proprio per dar loro un buon messaggio.
Ma allora, che senso ha scrivere anche delle poesie che descrivano il punto di vista dei genitori sulle questioni della primissima e prima infanzia? Beh, la CM ha individuato almeno tre buoni motivi: il primo è che pensiamo che ai bambini possa fare piacere sentire e sapere cosa pensa il buon genitore di loro e di una particolare cosa che li riguarda (o li ha riguardati o li riguarderà). Il secondo motivo parrebbe meno diretto ma è probabilmente anche più profondo: ogni genitore è stato bambino e dunque può leggere a se stesso le filastrocche per dialogare con il bambino che è stato e che si porta dentro. E meno male che è così: se non conservassimo in noi la nostra infanzia non potemmo capire quella altrui! Terzo motivo: far arrivare le pagine di questo anti-manuale a un numero dignitoso per la pubblicazione.
Naturalmente la CM dice tutte queste cose perché non solo nel corso di svariati anni ha fatto infinite ricerche e osservazioni rispettando tutti i crismi della scienza moderna, ma anche perché si è avvalsa della consulenza di alcuni grandi esperti del settore che poi, vergognandosi di aver collaborato con una Commissione chiamata Commissione Magagne
hanno preferito restare nell’ombra per evitare negative ripercussioni sulla loro immagine professionale. Ma a noi va bene così: questa non è che una magagna come tante. E aggiungiamo: siamo comunque riconoscenti a tutti questi esperti e in anonimo li ringraziamo pubblicamente.
Un appunto va fatto relativamente a una magagna che la lingua italiana non agilmente consente di superare o evitare. Ossia il fatto che molte parole hanno una finale diversa a seconda che le si usi al maschile o al femminile: bambino/bambina, bimbo/bimba e via di questo passo. Voi potete immaginare le infinite discussioni avvenute nel corso di lunghissime notti spese in riunioni CM per decidere come risolvere questa magagna linguistica che non avevamo inizialmente previsto. Alla fine abbiamo deciso di contattare il Ministero delle Pari Opportunità il quale naturalmente, pur ammettendo la da noi segnalata magagna linguistica, si è ben guardato dal darci una mano ritenendo di scarsa o nulla rilevanza nazionale il nostro progetto.
E altrettanto naturalmente questo non ci ha impedito di approdare in totale autonomia e piena soddisfazione a un’indiscutibilmente felice soluzione delle magagna. Così, come potrete vedere scorrendo le pagine di questo anti-manuale, puro distillato di vera sapienza pedagogica CM, troverete o poesie neutre (ossia che come tali vanno bene per bimbe e bimbi) oppure poesie doppie, ossia con una versione al femminile e una al maschile. Ma a questo punto ecco che le notti CM si sono arricchite di un nuovo dilemma: in caso di poesia doppia, che fare: inserire prima quella dedicata alle bambine o ai bambini?
Ed eccoci nuovamente a contattare il Ministero delle Pari Opportunità che naturalmente, questa volta, ci ha proposto una soluzione (come avrebbe potuto defilarsi due volte su due?), la quale, altrettanto naturalmente, non ci ha soddisfatti. Infatti la proposta ministeriale è stata: Giocatevela a testa o croce: più pari opportunità di così…
. Subito abbiamo chiesto: Cosa dobbiamo giocarci a testa o croce: la successione bimba/bimbo o bimbo/bimba per ciascun singolo caso o una sola volta per tutto il testo?
Risposta: "Nessuna delle due opzioni: giocatevi a testa o croce se non pubblicare il libro o tenervelo solo per voi!".
Grazie! Questa è la comprensione ministeriale per una Commissione che altro non vuole, come già ha dimostrato in occasione di altri indispensabili anti-manuali, che il bene di tutti.
Ragion per cui ce la siamo cavata,