80 identikit digitali
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Anteprima del libro
80 identikit digitali - Carlo Mazzucchelli
9788867754052
Prefazione
di Luigi Pachì
Questo è un libro curioso, scorrevole e anche dilettevole per persone curiose, investigatrici e alla ricerca di risposte sul ruolo che la tecnologia ha assunto nel definire la loro identità individuale e sociale e la loro relazione con la realtà delle cose e delle persone. L’e-book è la continuazione di una ricerca abbozzata e pubblicata come appendice al libro dell’autore pubblicato con il titolo Nei labirinti della tecnologia. Nell'opera precedente la ricerca era servita a identificare alcune categorie da utilizzare per una classificazione, di autori, studiosi ed esperti che scrivono e si occupano di tecnologia, in raggruppamenti omogenei, per tipologia di pensiero, visione del mondo tecnologico e di atteggiamento nei confronti della tecnologia.
Il lavoro di classificazione, che nell'e-book precedente sembrava un semplice strumento metodologico e un divertimento intellettuale fatto di curiosità, di ricerca e di osservazione, ha preso la forma di un catalogo comprendente 80 identikit utilizzati per dare forma e per descrivere i numerosi 'profili tecnologici' emergenti nella nostra era tecnologicamente modificata e sempre meno umanamente autonoma. L'associazione di ogni singolo profilo a un identikit che lo identifica univocamente, è stata fatta analizzando la visione del mondo, l'empatia psicologica, i sentimenti, i comportamenti e le esperienze pratiche che accomunano tra loro gruppi o comunità di persone nei loro rapporti con la tecnologia dell'informazione.
La tecnologia non ha probabilmente (ancora) migliorato il mondo, ma ha sicuramente creato una miriade di nuovi comportamenti, di emozioni, di nuove ideologie e modi di pensare, di gusti e mode consumistiche che possono essere classificati e categorizzati in profili identitari dalle caratteristiche e proprietà comuni. Nella classificazione, applicata dall'autore, non ci sono solo le categorie storiche dei tecnofobi e dei tecnofili, dei tecnoutopisti e dei tecnocatastrofisti ma trovano spazio anche categorie più recenti, molte create ex-novo, usate per dare un'identità a forme emergenti di modi di pensare come quelle dei tecnocreativi o dei tecnoscettici e raccontare nuovi fenomeni come quelli dei tecnomusicisti o tecnoartisti.
Nel tentativo di classificare il mondo tecnologico e di identificare i numerosi fenomeni di recente comparsa o diffusione, l'autore è stato obbligato a inventare nuove parole e neologismi. Un approccio che si è rivelato proficuo e utile nel lavoro d'identificazione delle caratteristiche da associare a ogni tipologia o categoria. Termini di nuovo conio come tecnorapidi e tecnovigili sono serviti a evidenziare quanto siano cambiati i ruoli dei nativi digitali rispetto a quelli dei loro genitori immigrati digitali, ma soprattutto a identificare i nuovi bisogni emergenti e le numerose buone pratiche esercitate con l'obiettivo di creare nuove forme di dialogo e relazione.
Tecnoesibizionisti, tecnoentusiasti e tecnoeuforici sono neologismi utilizzati per descrivere in che modo si manifesta l'amore, spesso acritico e viscerale, per ogni forma di tecnologia. Tecnostupidi, tecnomaleducati e tecnoidioti sono neologismi usati per raccontare la trasformazione di entusiasmo, euforia ed esibizionismo tecnologico in stupidità, maleducazione e comportamenti poco consoni al vivere conviviale e civile di una civiltà umana tecnologicamente evoluta ma pur sempre basata sulla convivenza civile, la buona educazione e il rispetto degli altri. Tecnodeterministi, tecnoromantici, tecnoluddisti, tecnopagani, tecnolatrici, tecnognostici e tecnomessianici sono altri neologismi creati per descrivere fenomeni e filoni di pensiero emergenti che caratterizzano semplici comportamenti ideologici e religiosi ma anche sette, movimenti, comunità e gruppi, attivi socialmente per imporre la loro visione del mondo.
L'e-book presenta diversi piani di lettura. Può essere usato per una rapida consultazione dell'indice e per una lettura veloce degli identikit percepiti come più consoni al proprio profilo tecnologico. Può essere usato come una specie di catalogo, in parte visionario e immaginario, di brevi monografie tecnologiche, ognuna delle quali descritta con narrazioni ricche di curiosità, spunti, riflessioni, riferimenti letterari, cinematografici, ideologici o semplicemente comportamentali e sociali. Può essere infine letto come un'esercitazione intellettuale finalizzata a fornire una visione generale della società tecnologica attuale e dei numerosi cambiamenti che sta favorendo, tutti riscontrabili negli 80 identikit che compongono l'e-book e ben rappresentati dalle loro specificità e personalità.
Premessa
La crisi economica di questi anni ha ridefinito in modo sostanziale il consumatore medio italiano trasformandolo sempre più in risparmiatore, pianificatore, essere tecnologico e devoto alla famiglia. Questa la fotografia che emerge da una rilevazione Nielsen della prima metà del 2014 finalizzata a restituire il nuovo modello emergente di italiano, in conformità a scenari evolutivi legati ai comportamenti e agli stili di vita. Le componenti fondamentali del nuovo identikit del consumatore medio sono quelle tecnologiche (82% del campione) e quella digitale (trasformazione digitale dei gesti comuni e di attività). Grazie alla tecnologia le nuove generazioni di consumatori (nativi digitali, generazione Y, Z, Milllennial) sono diventate più esigenti, preparate, informate, consapevoli e, soprattutto, multicanale. Le generazioni di immigrati digitali hanno imparato a fare i conti con la tecnologia e oggi la usano diffusamente come strumento di informazione e conoscenza e la sperimentano negli ambiti più diversi alla ricerca di nuove opportunità. Sia le prime sia le seconde hanno appreso a relazionarsi con la tecnologia nella sua fase di evoluzione attuale, hanno elaborato una loro visione tecnologica del mondo e dato forma a un loro identikit tecnologico con il quale raccontarsi, identificarsi ed essere percepiti.
Gli identikit di cui parlo nel mio libro sono in parte collegati all'identità digitale e alle molteplici personalità con cui si abita la rete, ma dipendono prevalentemente dalla visione del mondo di ogni persona in merito al ruolo assunto dalla tecnologia nel plasmare e modificare la sua personalità, identità e percezione del se'. La visione tecnologica del mondo dipende dal livello di istruzione, dalla diversità culturale e di cittadinanza, dalla classe di reddito, dalla maggiore o minore propensione all’innovazione e al nuovo, dall'atteggiamento positivo o negativo verso il 'progresso' ma in primo luogo dalla pratica esperienziale vissuta da ogni individuo nell'uso della tecnologia e dalle molteplici identità assunte nel farlo.
Pratiche personali, personalità, comportamenti, abitudini, modi di pensare e identità digitali online, sono tutti elementi che contribuiscono a dare forma a identikit diversi. L'identità digitale è costruita "dall’insieme di dati che online descrivono in modo univoco una persona, fornendo le informazioni utili alla sua identificazione e alla costruzione di un identikit individuale" (definizione di Wikipedia). Online, ogni persona può disporre di identità digitali multiple che, tutte insieme, ne definiscono la sua realtà individuale e sociale. L’identità digitale online, risultato della sommatoria di identità soggettive diverse e spesso riflettenti le molte facce di ogni personalità e identità reali, è diventata anche uno dei problemi critici di Internet e del cyberspazio. Una vecchia massima recita da tempo che, in Internet nessuno può sapere se il suo interlocutore è un cane. E non può neppure sapere se è un robot, un avatar o un algoritmo. Non può saperlo perché in rete non esiste alcun modo definitivo per determinare in modo preciso l’identità di una persona anche se può essere più facile associare a ogni identità un suo identikit. Ci possono essere attributi e caratteristiche specifiche, associabili all’identità digitale di ogni persona, ma sia i primi sia le seconde possono sempre essere facilmente e rapidamente cambiati, mascherati, dissimulati e sostituiti.
Sul tema dell’identità digitale online molto si è scritto e molto si continuerà a scrivere, anche in futuro. È argomento interessante oltre che intrigante perché tutto all’interno della riflessione intellettuale e culturale sulla metamorfosi verso quella che Raymond Kurzweil chiama la singolarità. Un cambiamento già in essere nella vita ‘considerata reale’ ma anche nelle numerose vite virtuali e parallele che ognuno di noi si trova a sperimentare e a coltivare online. Molte di queste identità riflettono i mutamenti avvenuti nella mente e nei comportamenti delle persone, nei loro stili di vita e nelle loro azioni come conseguenza di rapporti sempre più stretti con la tecnologia e i suoi prodotti. Si tratta di modi di pensare e di comportamenti non omogenei e diversi in base a come ogni persona si pone di fronte alle nuove tecnologie e reagisce alla loro crescente diffusione e pervasività.
La posizione che ognuno di noi assume nei confronti della tecnologia e il modo con cui la utilizziamo finisce per fare emergere identikit diversi che permettono di comprendere il ruolo della tecnologia nella vita delle persone e le reazioni da esso determinate. Sono identikit spesso generati da semplici pratiche di utilizzo dei prodotti tecnologici o da filosofie di vita e da pensieri più profondi sul mondo e sulla sua evoluzione futura. A volte sconfinano in ambiti di tipo etico e religioso e in altri sono semplici etichette utilizzate per descrivere dei comportamenti e degli stili di vita.
A questi identikit e alla loro descrizione è dedicato questo e-book!
Per farlo ho dovuto definire una tassonomia (utile per creare a posteriori delle possibili relazioni ad albero tra le categorie identificate), creare nuovi neologismi e procedere a una classificazione con la quale categorizzare le varie entità del dominio di conoscenza preso in esame, quello della relazione con la tecnologia, all'interno di opportuni contenitori di conoscenze o categorie per procedere poi alla loro descrizione. Nel procedere nella classificazione ho cercato di servirmi di alcuni criteri e di regole oggettive e razionali ma anche di percezioni e di 'letture' fenomenologiche personali. Tranne alcune eccezioni, non ho potuto avvalermi di procedimenti classificatori standard e ho cercato di non farmi condizionare da posizioni ideologiche e 'bias' personali. La forma data a ogni identikit è dipesa, in molti casi, dall'individuazione, per ogni entità presa in considerazione, di differenze di rilievo tra le entità stesse e di specificità loro proprie emerse come caratterizzanti.
Il criterio utilizzato per la classificazione è la relazione intrattenuta con la tecnologia. Una relazione che finisce per determinare e caratterizzare modi di pensare e di essere (mindstyles), comportamenti e orientamenti di consumo, abitudini, atteggiamenti e stili di vita e che si riassume spesso in atteggiamenti, con sempre coscienti e consapevoli, che esprimono una maggiore o minore empatia (tecnofilia) con la tecnologia e i suoi prodotti o una reazione opposta di rigetto e rifiuto (tecnofobia). La relazione non è più solo legata al consumo e alla tecnologia in sé ma tiene in considerazione gli effetti prodotti sulla percezione e sull’utilizzo del tempo, dello spazio e del corpo. Ne derivano nuovi feedback, riflessioni e comportamenti che finiscono a loro volta (feedback e contro-feedback) per influenzare il consumo, le tecnologie, gli stili di vita, le mode, la percezione del sé e la sfera relazionale e sociale, nella vita reale come in quella online.
Prendendo a prestito da Jung (Psychologische Typen, anno di pubblicazione 1921), la categorizzazione dei tipi psicologici, riconducibili nell'opera del maestro della psicanalisi ai caratteri dell’introverso e dell’estroverso, in questo e-book suggerisco l’esistenza di numerosi ‘tipi tecnologici’, tutti riconducibili alle categorie dei tecnofili e dei tecnofobi. Ognuna di queste categorie, declinabili in modi diversi, presenta sensazioni, percezioni, intuizioni, riflessioni, opinioni e comportamenti diversi che ne caratterizzano la personalità e permettono una classificazione empirica dei vari tipi tecnologici presi in considerazione ed emersi dal lavoro di ricerca compiuto. Ogni atteggiamento tecnofiliaco o tecnofobico fa emergere tratti della personalità e della soggettività della persona, riflette i suoi pensieri così come le paure, i timori, le percezioni ed esprime le motivazioni che la guidano nelle sue scelte o fughe tecnologiche.
Le tipologie tecnologiche che ho individuato e cercato di descrivere sono sempre condizionate da casualità contestuali e ambientali, dalla curiosità personale, così come dalla mia personale appartenenza a una o più delle tipologie descritte. Impossibile chiamarsi fuori o ritenersi indipendenti. La difficoltà nell’individuazione di ogni singola tipologia di identità (identikit) tecnologica va di pari passo con quella di autonomia di valutazione e giudizio. Tecnofilia e tecnofobia classificano un modo di essere nei confronti della tecnologia, un modo di pensare e di reagire, una scelta comportamentale e stili di vita con essa coerenti, una visione del mondo e una filosofia esistenziale, una cultura e una scelta di vita.
La differenza tra i tipi psicologici dell’introverso e dell’estroverso di Jung si basa sulla particolare attenzione che il primo rivolge a ciò che è aperto e il secondo a ciò che è chiuso. Quella tra tecnofilo e tecnofobo esprime la disponibilità del primo ad aprirsi e al confronto aperto con la tecnologia e la fuga del secondo per paura degli effetti negativi e dei pericoli associati alla tecnologia. Il tecnofilo è portato a pensare che tutto ciò che è nuovo sia anche buono e meritevole di attenzione. Il tecnofobo manifesta incertezza, diffidenza e paura nei confronti dell’innovazione, non perché sia un conservatore ma perché teme di poter essere sopraffatto da un potere, quello tecnologico, di cui percepisce la perdita di controllo e la difficoltà di conoscenza. Entrambi gli atteggiamenti sono giustificabili, comprensibili e praticabili. La scelta di quale atteggiamento adottare dipende dalle esperienze che ognuno fa nell’uso della tecnologia, dai benefici e vantaggi che ne ricava, dalle conoscenze che ne ha e dalla consapevolezza sulla sua bontà evolutiva futura.
L’appartenenza all’una o all’altra tipologia di identikit tecnologici non è sempre percepita o consapevole. L’evoluzione attuale della tecnologia e la sua crescente influenza sulla vita personale, individuale e professionale delle persone, suggeriscono la necessità di sapersi collocare e individuarsi in una delle due tipologie prese in considerazione. Sapersi percepire in modo adeguato permette di collocarsi nella categoria giusta per il modo in cui riflette azioni e comportamenti tra loro coerenti o permette di differenziarsi da altre categorie e identikit. Le due categorie del tecnofilo e del tecnofobo sono tra loro contrapposte ma la realtà non è descrivibile sempre per opposti. Così come tra il bianco e il nero prevalgono sempre le gradazioni di grigio, anche negli atteggiamenti delle persone nei confronti della tecnologia possono emergere gradazioni di colore diverso che si esprimono in tecnoscetticismo e in molte altre sfumature arcobaleno. Sentire di appartenere a una singola categoria rende la vita più semplice, la mescolanza e l’incertezza di appartenenza fanno sentire meno liberi e un po’ confusi. Meglio comunque la mescolanza e il meticciamento alla semplice esperienza inconscia che porta a semplici comportamenti di imitazione e ripetizione di gesti e pensieri di altri. Si può essere tecnofilo o tecnofobo e vivere la propria identità in modo libero, consapevole e liberatorio. La verità non sta esclusivamente in nessuna delle due categorie ma si manifesta ogni qualvolta la persona è consapevole della sua identità tecnologica ed è coerente nei comportamenti con la sua visione del mondo tecnologico con cui è abituato a confrontarsi.
Scorrendo le varie categorie da me create mi auguro che il lettore possa trovare utili informazioni per riflettere su come e quanto la tecnologia stia contribuendo all'emergere di nuove 'identità' e 'personalità' e dando forma a uno o più identikit tecnologici personali.
Sono certo che nessun lettore si identificherà con uno solo degli 80 identikit proposti. Il nostro rapporto con la tecnologia non è lineare ma sempre contraddittorio e fatto di amore e odio. La tecnologia, nella sua fase di evoluzione attuale come strumento ma anche come attività umana, ci ha incatenato e incantato. Tali rimarremo sia quando la amiamo sia quando cerchiamo di negarne il potere pervasivo.
Conoscere meglio, anche attraverso il riuconoscimento e l'assunzione di un identikit, in quale relazione ci si ponga con la tecnologia e la sua essenza misteriosa e densa di conseguenze, può essere un primo passo per una maggiore consapevolezza per scelte personali capaci di determinare scenari futuri e destini individuali.
Categorie e terminologie usate
L'era tecnologica dell'informazione ha fatto emergere forze dirompenti potenti che hanno demolito paradigmi e modelli precedenti e dato origine a un’ondata di cambiamenti mai visti prima nella storia della civiltà umana. Il cambiamento ha interessato sia contenuti sia il ritmo con il quale è avvenuto ed è dipeso dalla capacità della tecnologia di accelerare il tempo e azzerare lo spazio, generando effetti collaterali, a livello economico e sociale, culturale e politico, psicologico e cognitivo.
La potenza e la 'velocità di fuga' (Mark Dery) della tecnologia moderna hanno generato entusiasmi e nuova fiducia illuminista nel progresso ma anche nuovi timori, paure, insicurezze e dato forma a nuove vulnerabilità. Entusiasmi e timori interessano tutti gli ambiti nei quali la tecnologia sta producendo i suoi effetti rivoluzionari come la bio-tecnologia, la genetica, la neuroscienza, l'esplorazione dello spazio, la fisica e la nanotecnologia. Hanno determinato nuovi comportamenti e punti di vista contrastanti sulla tecnologia e la sua promessa di progresso. Hanno caratterizzato il dibattito intellettuale e scientifico degli ultimi trent'anni tra cosiddetti apocalittici e integrati (definizioni di Umberto Eco). Hanno infine caratterizzato l'emergere di nuove tendenze e mode che hanno coinvolto miliardi di persone nella loro veste di consumatori (consumAttori nella terminologia di Giampaolo Fabris), di utenti e di cittadini del mondo attuale, diventato sempre più digitale, tecnologico, virtuale e mobile.
Il labirinto della tecnologia che ne è derivato non è popolato soltanto da apocalittici profeti di sventure tecnologiche prossime venture, da integrati e apologeti, da tecnofili e tecnofobi. Tra gli uni e gli altri si muove una popolazione varia e multietnica, composta di persone semplici e normali, da intellettuali e studiosi con personalità multiple e tante gradazioni di grigio. Tecnofilia e tecnofobia sono sentimenti diffusi in modo trasversale che interessano tutte le generazioni, dai Baby Boomers all'ultima Generazione Z dei Nativi Digitali, tutte coinvolte in modo diverso ma con comportamenti tra loro simili. L'analisi di questi comportamenti e delle nuove abitudini evidenzia l'emergere di forme di consumo diverse ma soprattutto di nuovi modelli di pensiero, di valori, di rapporto con se stessi e con lo spazio (realtà) esterno. L'analisi favorisce la riflessione e la comprensione di comportamenti mentali, tecnologicamente modificati che definiscono i contesti di vita personale e professionale nei quali maturano valutazioni, visioni, decisioni e percezioni del mondo.
La riflessione sulla tecnologia e le valutazioni individuali sul rapporto con essa sono condizionate dal conformismo di massa, caratteristica dell'era post-moderna in molti ambiti di vita anche non tecnologica, che ha caratterizzato la relazione con la tecnologia. Un conformismo che ha portato a una sottovalutazione degli effetti collaterali e a un'accettazione passiva e poco consapevole dei vincoli imposti dalla tecnologia, dei suoi canoni estetici ed etici, delle sue pretese di progresso e innovazione e della sua ambizione al controllo.
La percezione che la tecnologia abbia raggiunto livelli di evoluzione potenzialmente pericolosi ha alimentato la nascita di numerose posizioni critiche, prima nel mondo intellettuale e culturale e poi anche nelle persone normali. Tra coloro, che vedono nella tecnologia l’arma letale capace di favorire la fine del mondo e trasformare in peggio la vita delle persone e coloro che si spendono ogni giorno nell’apologia della tecnologia perché portatrice di libertà, democrazia e socialità, ci sono semplici critici, gli scettici, i cinici e gli ottimisti, i pessimisti e i maniaci e molti altri.
A queste posizioni intermedie e ibride, tipiche della nostra era tecnologica è dedicato questo e-book. A ognuna di esse è stata associata una descrizione e fornita un’identità (personalità), con l'obiettivo di permettere a chi legge di identificarsi con uno o più profili e di approfondire la conoscenza di comportamenti e sensazioni, di cogliere le differenze che li distingue da altri o le similarità, di sentirsi a proprio agio con le proprie idee e opinioni e di strutturare le proprie idee per dare loro forza e capacità realizzatrice, anche quando contrastano con il conformismo dilagante e la psicologia della folla.
Con l’obiettivo di rompere le schiere militanti di tecnofili e tecnofobi, frequentemente impegnate in nulla più che un chiacchiericcio di sfida su posizioni contrapposte spesso ideologiche e consumistiche, e prima che il mondo vada a rotoli per colpa della tecnologia o si realizzi il paradiso tecnologico in terra, ho voluto provare a definire una classificazione di comportamenti e visioni che caratterizzano il modo con cui ci relazioniamo con la tecnologia e i suoi prodotti.
L'esercizio è andato oltre ogni aspettativa e ha permesso di costruire 80 profili con cui sono stati raccontati gli identikit di coloro che amano spassionatamente la tecnologia e di coloro che la odiano paventando apocalissi e disastri prossimi venturi ma anche di quanti hanno maturato visioni intermedie, ibride, convergenti, scettiche, romantiche, religiose e spirituali, filosofiche, critiche, realiste e critiche.
80 Identikit tecnologici
Tecnoagnostici
Il termine agnosticismo (dal greco antic ἀ– (a-), senza
, e γνῶσις (gnōsis), sapere
, conoscenza
) indica genericamente 'un atteggiamento concettuale con cui si sospende il HYPERLINK http://it.wikipedia.org/wiki/Giudizio_%28filosofia%29
\o Giudizio (filosofia)
giudizio rispetto a un problema, poiché non se ne ha, o non se ne può avere, sufficiente conoscenza' (cit. da Wikipedia). L'agnostico tecnologico è sostenitore di un agnosticismo che dalla divinità si allarga ad altre sfere del dominio umano come la tecnologia, per sostenere una posizione di equidistanza e neutralità rispetto alle tecnologie da utilizzare, sospendendo qualsiasi forma di giudizio. È un atteggiamento che afferma laicamente e metodologicamente di non possedere una risposta, sostiene la non conoscibilità degli effetti finali nell'applicazione di un prodotto tecnologico e si esime dall'esprimersi in modo certo su qualsiasi risultato ottenuto. Un atteggiamento completamente diverso da quello del tecnodeterminista che guarda alla tecnologia nella sua capacità di trasformazione causale della realtà e di dare forma a nuovi ecosistemi sociali, economici, politici e culturali.
Con questo tipo di approccio filosofico e comportamentale, i tecnoagnistici non sono emotivamente coinvolti in tecnologie o marchi specifici ma preferiscono condurre in proprio e in autonomia di pensiero le loro ricerche, sia prima di un acquisto sia dopo, in modo da sviluppare una valutazione capace di orientare le loro scelte. La ricerca di neutralità nel giudizio, la resistenza al potere evocativo e mediatico di una marca, la costante comparazione tra l'esistente e il nuovo, li porta a evitare di finire in vicoli ciechi e a mantenere la mente aperta nella valutazione delle innovazioni tecnologiche e dei nuovi prodotti. Il tecnoentusiasta si lascia immediatamente incantare dal nuovo iPhone 6 di Apple (wow, fantastico, devo averlo), il tecnoagnistico guarda con curiosità al nuovo prodotto e, anche se lo ritiene 'fantastico' sospende momentaneamente il suo giudizio per una valutazione più tranquilla e ragionata nel tempo.
In un mondo dominato dalla tecnologia, essere agnostici significa innanzitutto porsi degli interrogativi e diventare sensibili alle risposte che a essi si possono dare. Molte domande da porsi sembrano ovvie ma quasi mai praticate, come ad esempio per quale motivo è necessario migrare dopo un anno da un modello di iPhone 5 a uno di iPhone 6 o da uno schermo televisivo super HD a uno oled e 4D. Mentre la maggioranza dei consumatori tende a non porsi domande e a procedere, a volte di impulso o in modo compulsivo, all'acquisto di nuovi prodotti, il tecnoagnostico si interroga innanzitutto a quali bisogni e problemi il nuovo prodotto tecnologico è in grado di fornire una soluzione e, subito dopo, se quest'ultima offra benefici e vantaggi concreti nella situazione corrente. La terza domanda è sui potenziali effetti collaterali che potrebbero andare a inficiare e limitare i benefici acquisiti con l'uso di nuove tecnologie.
Consapevoli di un'evoluzione tecnologica che tende alla singolarità e al transumanesimo,