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Apologia di Socrate
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Apologia di Socrate
E-book53 pagine31 minuti

Apologia di Socrate

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Traduzione di Francesco Acri. L'Apologia di Socrate è un testo giovanile di Platone. Scritto tra il 399 e il 388 a.C., è la più credibile fonte di informazioni sul processo al vecchio filosofo ateniese. Il testo è uno scritto particolare, in quanto la narrazione non è in forma di dialogo tra due o più persone: sia Platone che Socrate, infatti, disdegnavano la scrittura sostenendo che la filosofia fosse un'arte prettamente orale.

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LinguaItaliano
EditoreE-text
Data di uscita1 mag 2012
ISBN9788897313236
Autore

Plato

"Every heart sings a song, incomplete, until another heart whispers back. Those who wish to sing always find a song. At the touch of a lover, everyone becomes a poet.""Wise men speak because they have something to say; fools because they have to say something.""We can easily forgive a child who is afraid of the dark; the real tragedy of life is when men are afraid of the light.""Only the dead have seen the end of war."Plato

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    Apologia di Socrate - Plato

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    QUESTO E-BOOK:

    TITOLO: Apologia di Socrate

    AUTORE: Plato

    TRADUTTORE: Acri, Francesco

    CURATORE: Carena, Carlo

    NOTE:

    CODICE ISBN E-BOOK: 9788897313236

    DIRITTI D'AUTORE: no

    LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet: http://www.liberliber.it/libri/licenze/.

    TRATTO DA: Platone : Dialoghi, nella versione di Francesco Acri. A cura di Carlo Carena. Edizione CDE spa - Milano, su licenza della Giulio Einaudi editore, Milano 1988.

    CODICE ISBN FONTE: informazione non disponibile

    1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 27 agosto 2003

    INDICE DI AFFIDABILITA': 1

      0: affidabilità bassa

      1: affidabilità media

      2: affidabilità buona

      3: affidabilità ottima

    DIGITALIZZAZIONE:

    Lorenzo Riccardi, [email protected]

    REVISIONE:

    Lorenzo Riccardi, [email protected]

    IMPAGINAZIONE:

    Roberta Barcaroli, [email protected]

    Alessandro Levati, [email protected]

    PUBBLICAZIONE:

    Alberto Barberi

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    L'apologia di Socrate

    I

    Quello che è avvenuto a voi, Ateniesi, in udire i miei accusatori, non so; ma io, per cagion loro, poco meno mi dimenticai di me stesso, cosí parlarono persuasivamente: benché, se ho a dire, essi non han detto nulla di vero. Ma delle molte loro menzogne ne ammirai massimamente una, questa: dissero che a voi bene conveniva guardarvi non foste tratti da me in inganno, perciò che sono terribile dicitore. Imperocché a non vergognarsi che tosto li avrei smentiti, mostrando in fatto non essere niente terribile dicitore, questa mi parve la lor maggiore impudenza: salvo che non chiamino terribile dicitore uno che dice il vero; ché, se intendono cosí, ben consentirei che sono oratore io: ma non a lor modo. Essi dunque han detto poco o nulla di vero, come io dico; ma da me voi udirete tutta la verità. Non, per Giove, orazioni ornate, come le loro, di frasi e parole belle; ma sí udirete cose dette senza niuno studio, con quelle parole che vengono, ma giuste, io credo; e niun di voi si aspetti altro da me. Perché non istarebbe bene, che io, o cittadini, venissi innanzi a voi come un giovinetto che modelli sue orazioni; io, a questa età. Anzi, o Ateniesi, di questo prego voi, e voi supplico, che se udite me con quelle parole difender me stesso con le quali son solito parlare e in mercato ai banchi, dove mi hanno udito molti di voi, e altrove, non vi maravigliate né facciate rumore. La cosa va cosí: io, la prima volta ora, vengo su in tribunale e ho settant'anni; onde alla dicitura di qui sono proprio

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