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E-book153 pagine1 ora

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Info su questo ebook

Nella metà degli anni 70, in Italia, fecero la loro comparsa le prime radio private. Se le radio fanno parte del nostro quotidiano, così come oggi le intendiamo, lo si deve anche all’opera di alcuni pionieri che, andando controcorrente, verso destinazioni ignote, e retti esclusivamente da una passione e da una intraprendenza senza limiti, vollero, a tutti i costi, vivere un sogno. 92 è la storia vera di chi riuscì a realizzare quel sogno.

LinguaItaliano
Data di uscita12 gen 2014
ISBN9781311318572
92
Autore

Cristiano De Liberato

Cristiano De Liberato,nasce a Milano nel 1960. Con un gruppo di amici, nel 1976, fonda una delle prime radio private milanesi. Nel 1981 inizia a lavorare come progettista elettronico.Nel 2006 scrive il suo primo racconto “Effetto Jenner”, in cui gli avvenimenti dell’11 settembre 2001 diventano lo spunto per un thriller spionistico.Nel 2008 realizza “L’incantesimo dell’ultima fata”: coinvolgendo vecchie conoscenze dell’esperienza radiofonica, ne ottiene anche la versione in audiolibro, recitata ed in musica.Il suo primo romanzo d'avventura è: “Il dado e la mappa di vetro”, pubblicato nel 2012 in formato cartaceo e in versione ebook (Booktrailer del romanzo disponibile sulla pagina Facebook dell'autore)."Ritratto di famiglia", è il thriller novità del 2013: visita www.ritrattodifamiglia.com per informazioni e visionare il trailer.Febbraio 2013: dopo un anno di lavoro è stato pubblicato il romanzo thriller “RDF | Ritratto di famiglia“. La novità più eclatante è, per la versione cartacea, la sinergia tra Cristiano e l’editore, Giorgio Tarantola, il quale ha creduto in lui, aiutandolo nella realizzazione editoriale del progetto. Da ciò due vantaggi: un prodotto qualitativamente ineccepibile e, cosa non meno importante, un sensibile abbattimento dei costi di realizzo, trasferendosi così al lettore in un vantaggio concreto. Anche per questo romanzo è stato prodotto un booktrailer, visibile sul blog dell'autore o sulle pagine espressamente dedicate a Ritratto di famiglia.Con “RDF | Ritratto di famiglia” inizia una sorta di trilogia caratterizzata dalla presenza dell’acronimo del titolo come elemento di distinzione tra i lavori.A febbraio 2014 viene pubblicato “92“, trasposizione cartacea della storia di RVB, Radio Villa Briantea, già presentata a puntate sul blog. La versione elettronica (eBook) di “92” è completamente gratuita.Nel 2016 verrà pubblicato il thriller “631 | sei occhi, tre prospettive, un posto vuoto“.In realtà il romanzo, che è il secondo volume della “trilogia degli acronimi“, è stato completato nel febbraio del 2015 ma, a causa di un inaspettato e assai gradito riscontro da parte di “qualcuno”, si è ritenuto doveroso posticiparne l’uscita. L’attesa, comunque, sta finalmente per terminare! Per le ultime notizie si può sfogliare il blog o collegarsi al sito web appositamente creato per 631: www.seitreuno.com###Cristiano De Liberato,nació en 1960 en Milán donde todavía vive y trabaja. En 1976 es uno de los fundadores de una de las primeras radio privadas de Milán. Efecto Jenner es su primera novela, escrita en 2006, donde la tragedia del 11 de septiembre fue la inspiración para un thriller de espionaje. En 2008 realiza L'incatesimo dell'ultima fata, fábula metropolitana fuertemente deseada y obtenida, también, en versión audio-libro.En 2012 pública su primera novela de aventura: Il dado e la mappa di vetro

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    Anteprima del libro

    92 - Cristiano De Liberato

    L'idea

    Erano i primi anni 70 e nei cinema si proiettava American Graffiti. Io ed un gruppo di amici selezionati lo avremo visto una decina di volte o più. In quel film c'è un personaggio Lupo solitario che è un DJ di una radio privata americana.

    Un giorno Maurizio B. arriva da noi e dice:

    «Uè, ma perché non la facciamo anche noi una radio?» Era il 1974. Noi lo guardammo come se ci avesse parlato in un idioma sconosciuto, alieno… sì, alieno, marziano!

    Dopo qualche tempo fece scalpore la prima trasmissione di Radio Milano International. Ovviamente Maurizio B. tornò alla carica ma, in quei tempi le radio erano ancora come dire… illegali. Radio pirata.

    Facemmo notare questa particolarità ma lui non si scompose minimamente:

    «Celeremo ogni cosa. Gli studi li facciamo qui a casa mia. Il trasmettitore lo costruisco io e l'antenna la nasconderò in una pianta… una yucca dovrebbe andare bene.»

    Le cose andarono poi diversamente ma di quell'idea e di come nacque ci resta la battuta memorabile dell'antenna nascosta nella yucca.

    Nei primi mesi del 1976 costituimmo il gruppo che avrebbe dato vita alla radio, la nostra, che è bene specificarlo ulteriormente, sarebbe nata in un limbo d'illegalità. Tutto si sarebbe retto su una tolleranza più o meno concessa. Nulla ci fece desistere. Nemmeno le notizie che di tanto in tanto riportavano di qualche stazione che, già operante, succedeva venisse chiusa, sequestrata e poco dopo riaperta per merito di qualche avvocato sognatore. In sostanza quelli erano i tempi dei 45 giri, delle dediche e dei carabinieri.

    Nei primi giorni di un caldo giugno del 1976 abbiamo tappezzato la nostra zona (Precotto*) con cartelloni fatti a mano su cui compariva un curioso numero con un font simile a quello delle magliette dei giocatori di football americano.

    Quel numero era:

    Freshman_92_500_Blu

    Curiosità:

    quello era il periodo di elezioni politiche, pertanto noi, sprovveduti dell'affissione abusiva, non sapendo come incollare i nostri manifesti, chiedemmo ad alcuni attivisti politici, (che nelle ore notturne popolavano, indaffarati e circospetti, le vicinanze dei muri della città), qual era il prodotto da utilizzarsi. Scoprimmo così che il migliore, secondo loro, era un semplice composto di farina e acqua. E avevano ragione.

    (*): Precotto è una caratteristica zona della città di Milano; a questo nome, inoltre, è associata una delle fermate della linea 1 della Metropolitana Milanese.

    La nascita

    Il gruppo che costituì la radio era composto da sei persone: Tony Z., Edmondo P., Maurizio e Franco C., Fabrizio e Cristiano DL. Alcune di queste figure avevano, chissà come, saputo dell'idea: il fondare una radio in zona Precotto era diventata notizia e perciò si erano unite a quelli che l'avevano pensata e sognata inizialmente. Maurizio e Franco C. per esempio provenivano da un’emittente all'epoca molto famosa, Radio Uno Lombardia (R1L).

    La sede legale della nostra radio fu posta nell'abitazione di Edmondo P., che all'epoca viveva in via Martin Lutero, 7.

    Se ricordo bene, fu Tony Z. che fece costruire un trasmettitore da un suo conoscente, il nostro primo trasmettitore FM. Potenza 10 Watt, frequenza di trasmissione 91.900 Mhz (nel materiale propagandistico però i megacicli spesso venivano arrotondati a 92 Mhz). La frequenza di 91.9 fu scelta perché prima di tutto nella nostra zona risultava libera e poi perché era quasi all'inizio della scala FM e si pensava che i radioascoltatori scandagliassero con più facilità quella zona della banda. Non ricordo che tipo di antenna fu la prima montata sul tetto del palazzo di nove piani (dove rimase piantata, se pur con le ovvie migliorie tecniche, per tutta la vita della radio), né la marca del mixer che però sono certo disponeva di cinque canali. Acquistammo due giradischi Lemco, un registratore a cassette Audiola e un microfono. Ognuno di noi saccheggiò casa propria, portando via i dischi di cui disponeva e lasciando così il proprio stereo orfano e inutile. Sulle copertine dei dischi avevamo aggiunto i nomi dei legittimi proprietari. Tutto era pronto.

    La notte prima del grande giorno, il nostro D-Day, tornammo presso i muri su cui avevamo incollato i manifesti con la cifra 92 e vi attaccammo sopra un altro manifesto con la scritta: FM. Ecco completata la fase misteriosa e incuriosente della faccenda: FM 92.

    In una bella giornata soleggiata di giugno del 1976, verso le ore 17, fu acceso il trasmettitore.

    Radio Villa Briantea era nata!

    Curiosità:

    il nome scelto per la radio fu Radio Villa Briantea. Perché? Be’, ricordate Maurizio B., quello della yucca? Bene, lui viveva in una avveniristica e moderna zona di Precotto, un condominio con campo da tennis, piscina e altre amenità e lì, per mezzo di un amico, Mario P., e che all'epoca era il portiere di uno dei palazzi del condominio siamo riusciti a ottenere dall'impresa costruttrice un localino posto al nono piano, in pratica sul tetto, del palazzo gestito da lui. Questo localino, un metro e mezzo per tre in cui vi erano gli sfiati dell'impianto di riscaldamento, per diversi mesi fu il nostro studio di trasmissione. L'impresa non volle affitti. Unica imposizione, chiamare la radio come il condominio, perciò radio Villa Briantea.

    Altra curiosità:

    nel nostro primo adesivo compare un cane e il motto un boom di simpatia. Questo adesivo è stato pensato e disegnato da Miranda M. l'allora fidanzata di Tony. Il cane, un Bob Tail, è stato scelto perché… già perché? Non ne sono sicuro ma credo che una motivazione valida possa essere quella che all'epoca Miranda avesse proprio quel simpatico cagnolino cagnolone.

    Questo adesivo fu croce e delizia per noi di RVB. Delizia, perché pur nella sua semplicità piaceva e andò letteralmente a ruba. Croce, per via della lingua rossa del cane: se quella lingua fosse stata bianca o nera l'adesivo avrebbe avuto un costo di stampa più economico, essendo costituito da un colore solo, invece per quella lingua… mannaggia, veniva considerato multicolore e quindi con ben altri prezzi di stampa. Vabbè, comunque era bello e adesso… be’ potete giudicare voi, no?

    Bob

    L'adesivo BOB, il primo di RVB

    Commenti dal blog:

    Miranda scrive:

    22 agosto 2013 alle 14:02

    Eccomi. Sono io che ho disegnato l’adesivo di RVB ed allora ero la ragazza (fidanzata era troppo impegnativo!) di Toni Z. Il cane era un Bobtail (Meliossa) perché era il cane che mi aveva regalato Toni. Quindi tutte info corrette.

    Cris scrive:

    23 agosto 2013 alle 15:09

    Miranda, ti sono grato per le conferme e… ben tornata tra noi!

    Dopo le 10:00

    …e chi mai aveva parlato davanti a un microfono? Be’, qualcuno tra di noi c'era ma, per la maggior parte, eravamo digiuni. Ciò che sapevamo… anzi, ciò che credevamo di sapere, l'avevamo imparato ascoltando le altre radio, quelle nate prima della nostra, magari solo da qualche mese, ma comunque già in pista. E allora via con le dediche, con i successi del momento, e con le ragazze.

    Adesso il Festivalbar, eravamo noi! E per tutto l'anno.

    In quell'estate del ‘76 le trasmissioni iniziavano intorno alle dieci del mattino e finivano a mezzanotte. Il trasmettitore restava però sempre acceso. Se aveste scandagliato la frequenza 91.9 dopo mezzanotte avreste sentito… nulla. Un bel segnale pulito di silenzio, che per gli addetti ai lavori o per altri pionieri dell'etere significava: frequenza occupata, cercatevene un'altra.

    Dovevano trascorrere altri mesi prima che avessimo la disponibilità finanziaria per comprarci una curiosa apparecchiatura che era in grado di gestire in automatico una ventina di cassette Stereo 8. Tale marchingegno alternando l'ascolto delle cassette, saltando da una canzone all'altra, ci avrebbe consentito di mantenere una presenza musicale anche nelle ore più profonde della notte, e cosa importantissima, senza la presenza di nessuno di noi.

    Non disponevamo di sala di registrazione… credo che tra di voi la domanda venga spontanea: per farci che? Ma per registrare gli spot pubblicitari, che la giovin radio raggranellava tra i commercianti della zona.

    Quindi, dicevo, non disponevamo della sala di registrazione, perciò sfruttavamo le ore antecedenti l'inizio delle trasmissioni per creare gli spot e quant'altro servisse alla radio. Visto che il trasmettitore era sempre acceso, per impedire che le nostre registrazioni fossero diffuse per tutta Milano era sufficiente tenere spento l'amplificatore che collegava l'uscita del mixer con l'ingresso del trasmettitore. Appunto. Capitava così che maldestramente

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