Papers by Roberto Graditi
Galleria. Rassegna quadrimestrale di cultura, di storia patria, di scienze letterarie e artistiche e dell'antichità siciliane, 2022
Lo studio dell’epistolario custodito presso la Biblioteca dell’Università di Bologna, che testimo... more Lo studio dell’epistolario custodito presso la Biblioteca dell’Università di Bologna, che testimonia la corrispondenza tra il botanico Ferdinando Bassi, Custode dell’Orto Botanico dell’Università emiliana e Prefetto del Giardino delle Piante esotiche, il gesuita palermitano Giuseppe Maria Gravina, Prefetto del Museo Salnitriano e della Libreria del Collegio Massimo di Palermo, il benedettino Salvatore Maria Di Blasi, fondatore del Museo dell’Abbazia di S. Martino delle Scale ed il francescano Fra’ Clemente (Gazzara) da Palermo, che si occupa dell’Orto Botanico del Convento annesso alla Chiesa di S. Antonino da Padova del capoluogo siciliano, offre l’occasione di evidenziare i forti rapporti esistenti tra il mondo scientifico bolognese e l’ambiente culturale palermitano soprattutto nel decennio 1750-1760. Si tratta di un importante momento di transizione che anticipa un cambiamento di rotta, in cui le teorie filosofico-scientifiche di Newton e di Leibniz incominciano a fare presa in Sicilia, portando ad un mutamento culturale tra il 1760 ed il 1780, che determina anche l’espulsione della Compagnia di Gesù nel 1767 dalla Sicilia.
Breve articolo dedicato alle"cineserie" importate dai gesuiti missionari nel XVIII secolo a Paler... more Breve articolo dedicato alle"cineserie" importate dai gesuiti missionari nel XVIII secolo a Palermo, custodite fra le Rarità che si trovavano all'interno del Museo Salnitriano nel Collegio Massimo. L'articolo, pubblicato in occasione della visita nel capoluogo siciliano del Presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping, analizza il dipinto del gesuita Girolamo Gravina morto in Cina nel XVII secolo, accenna alla distribuzione del materiale nei musei palermitani ed alla concezione filosofico-museale che ne giustificava la presenza nell'istituzione gesuitica.
Partendo da uno studio storico-archivistico della Contrada Ciachea e dei suoi tre bagli fortifica... more Partendo da uno studio storico-archivistico della Contrada Ciachea e dei suoi tre bagli fortificati (forse quattrocenteschi) nel territorio di Carini (Pa), è stato possibile ricostruire attraverso numerosi documenti inediti le vicende, gli intrecci e le relazioni, che abbracciano una pluralità di valenze di tipo sociale, economico e politico per un arco temporale di quasi mezzo millennio (1554-2016): la piccola storia della Ciachea modello della "grande storia" della Sicilia.
Notiziario Archeologico Soprintendenza Palermo, 2018
The article presents the results of a survey campaign carried out by the Soprintendenza in 2004, ... more The article presents the results of a survey campaign carried out by the Soprintendenza in 2004, in the area of the medieval castle of Geraci Siculo. The research, which was secondary of works carried by the Municipality for the arrangement of the area, was limited to the removal, in different parts of the building, of the ruins and collapses of the monument, and was useful as a preliminary work to define a first plan of the building, indispensable for the planning of desirable new excavations that could better clarify the construction events of one of the most important and rich in the history of Madonie buildings. An analytical report of the historical documentation collected on the castle is also here presented. Nel maggio del 2004 la Soprintendenza di Palermo ha effettuato una campagna di scavi nel castello dei Ventimiglia a Geraci Siculo: le indagini, sebbene di limitata estensione e di breve durata, hanno costituito il primo intervento archeologico, realizzato in questo monumento di grande interesse, nel contesto dell'architettura fortificata di età medievale del comprensorio delle Madonie. L'occasione della ricerca è stata propiziata dai lavori di restauro del Comune di Geraci, finalizzati ad un programma più generale di valorizzazione e di fruizione del parco archeologico dell'area del castello; il progetto originario, coordinato dal P.I.T. di Cefalù 3 , oltre a comprendere il consolidamento strutturale del complesso monumentale, in modo da prevenire eventuali rischi di crollo, considerava anche l'opportunità di asportare la cotica erbosa lungo tutta l'area interessata. Di conseguenza gran parte dell'intervento, ad eccezione dello svuotamento delle due cisterne, si concentrava sulla pulizia e sulla lettura stratigrafica delle creste murarie, in modo da comprendere e verificare, per quanto possibile, non solo la planimetria della dimora dei Ventimiglia, ma anche le successive superfetazioni. A causa dell'esiguità del tempo a disposizione, infatti, si è preferito subordinare il lavoro alla realizzazione del rilievo archeologico delle strutture, che man mano emergevano dalla pulizia superficiale del deposito sub-agricolo. Tutto ciò ha consentito di produrre il primo rilievo archeologico in scala 1:100 di gran parte degli ambienti, orbitanti intorno alla corte interna del complesso monumentale e della cinta di fortificazione più interna che li difendeva. È stato, inoltre, possibile comprendere nel rilievo un breve tratto del secondo muro di fortificazione più esterno e un torrione quadrangolare. Il lavoro sino ad ora realizzato, quindi, deve essere considerato come un momento preliminare, che ha permesso di avere una chiara visione generale delle strutture affioranti dell'intero complesso e allo stesso tempo come propedeutico allo svolgimento di future campagne di scavo. L'assenza di sondaggi archeologici in fondazione, pertanto, non consente di formulare delle precise indicazioni cronologiche relative alle strutture e ai corpi di fabbrica, le cui sequenze temporali sono attualmente affidate alla lettura della stratigrafia muraria ed all'uso di fonti storiche. Posto circa 120 km a S/E da Palermo, 37 km a S dal mare e 50 km a S/E da Cefalù, il Castello dei Ventimiglia si colloca ad una quota di oltre 1100 m. s.l.m. nel punto più alto del rilievo basaltico, su cui si estende e si sviluppa l'attuale paese di Geraci Siculo (fig. 1). In un'ottima posizione strategica il maniero controllava sia
The complex of Roccella, consisting of the ruins of the medieval castle, of the tower of Ventimig... more The complex of Roccella, consisting of the ruins of the medieval castle, of the tower of Ventimiglia and of the underlying village, constitutes in the coastal territory of the Gulf of Termini Imerese the precious testimony of an articulated system of architectures which had, over the centuries, different functions. From the strategic control of the coast, to the defense and even to the agro/pastoral management of the territory, the functions that concentrated in this small monumental complex are different, including the presence of a coastal loading place, point of arrival and boarding of resources from inland. The first investigations allowed, at the moment, to highlight the environments and spaces of the so-called "medieval village", still fully vital, with its water mill and environments for the processing of agricultural products, at the end of the 19 th century.
Il Museo Salnitriano: un'anomala Wunderkammer, realizzata all'interno del Collegio Massimo dei Ge... more Il Museo Salnitriano: un'anomala Wunderkammer, realizzata all'interno del Collegio Massimo dei Gesuiti di Palermo dal Padre Ignazio Salnitro nel 1730. L'articolo pone l'attenzione su quale potesse essere "l'idea" originaria sottintesa nella primitiva sistemazione didattico-museale del più antico museo palermitano. Analogie e differenze con il più antico Museo Kircheriano di Roma. In Appendice, inoltre, viene inserita la trascrizione con un breve regesto di alcuni documenti d'archivio inediti relativi all'argomento trattato.
Breve saggio relativo alla storia del Museo Salnitriano: il più antico istituto museale della cit... more Breve saggio relativo alla storia del Museo Salnitriano: il più antico istituto museale della città di Palermo. Il museo viene fondato dai Gesuiti nel 1730 presso il Collegio Massimo attuale Biblioteca Regionale del capoluogo siciliano. All'interno del saggio si ripercorre la storia del museo, che è stato in un certo senso l'archetipo degli attuali musei cittadini. Un'anomala Wunderkammer che includeva nelle sue raccolte oggetti di varia natura, sottintendendo un' "idea" museale all'avanguardia per quegli anni.
R. Graditi - S. Vassallo, Il sito fortificato medievale del Castellaccio di Campofiorito, in C. Ampolo (a cura di), Sicilia Occidentale. Studi, rassegne, ricerche. Atti VII Giornate Internazionali area elima e Sicilia Occidentale, (Erice, 12-15 Ottobre 2009), Pisa, 2012, pp. 113-120, figg. 203-224.
R. Graditi - P. Lo Cascio, Torre Ciachea, in F. Maurici, A. Fresina, F. Militello (a cura di), Le torri nei paesaggi costieri siciliani (secoli XIII-XIX), Centro Regionale per l'Inventario, la Catalogazione e la Documentazione, Palermo, 2008, vol. II, pp. 185-191. L'articolo tratta della Torre Ciachea: una delle tante torri di guardia, che presidiavano le cost... more L'articolo tratta della Torre Ciachea: una delle tante torri di guardia, che presidiavano le coste della Sicilia. La struttura è ubicata presso la cittadina di Carini (Palermo) nel Val di Mazara. Le fonti storiche più antiche attualmente in nostro possesso e relative al monumento risalgono al XVI secolo. Per mezzo della documentazione archivistica viene ricostruita tutta la storia dell'edificio, i successivi passaggi di proprietà ed i diversi enfiteuti. Insieme al materiale archivistico inedito, inoltre, è stata pubblicata una pianta del XVI sec., che ben descrive il territorio circostante, considerando il valore dei terreni, le diverse proprietà e le costruzioni.
Nell'articolo vengono ricostruiti i momenti salienti della vicenda, che ha consentito il trasferi... more Nell'articolo vengono ricostruiti i momenti salienti della vicenda, che ha consentito il trasferimento della collezione etrusca dalla città di Chiusi a Palermo subito dopo l'Unità d'Italia, attraverso le ricerche storico-archivistiche effettuate nei vari archivi storici della penisola italiana.
Inventario analitico dell'archivio storico comunale di Roccamena (Palermo).
Inventario analitico dell'archivio storico comunale di Sambuca di Sicilia (Agrigento).
Books by Roberto Graditi
This volume consists of a series of archaeological scientific articles by colleagues who have had... more This volume consists of a series of archaeological scientific articles by colleagues who have had the opportunity to share their work with Stefano Vassallo, being able, in this way, to appreciate the professional and, even more, human qualities with which he has carried out his work in his more than thirty-year career.
L'avvio di una ricerca: risultati e prospettive e' ormai noto da tempo, grazie all'intensificarsi... more L'avvio di una ricerca: risultati e prospettive e' ormai noto da tempo, grazie all'intensificarsi delle ricerche e alla rinnovata attenzione delle istituzioni verso i territori dell'entroterra, come la storia del popolamento della zona interna della Sicilia, in età antica, si caratterizzi per una straordinaria continuità di occupazione e per una particolare vivacità di apporti e relazioni. il territorio di Campofiorito, tuttavia -compreso tra quelli vicini di Corleone e bisacquino, caratterizzati entrambi da importanti emergenze archeologiche riferibili soprattutto ad età protostorica e arcaica, tra cui spiccano gli insediamenti indigeni arroccati sulla montagna Vecchia e sul monte triona -era ancora poco noto in letteratura per quanto riguarda la presenza di eventuali testimonianze archeologiche, pur trovandosi all'interno del bacino idrografico del fiume belice, un'unità geografico-morfologica, intensivamente abitata nell'antichità, che connota in maniera significativa l'intero comprensorio, segnato, verso est, dalla barriera dei monti Sicani. le nuove indagini condotte dalla Soprintendenza di palermo e dal Comune di Campofiorito sul monte Castellaccio aggiungono, dunque, nuova e rilevante evidenza alla già nota e importante documentazione che attesta la diffusa occupazione di quelle zone a partire dalla preistoria e -spesso senza soluzione di continuità -fino al periodo medievale, aprendo nuovi orizzonti per una conoscenza del territorio fondata, oltre che sulla lettura di documenti e fonti d'archivio, anche su freschi e nuovi dati archeologici, acquisiti grazie a ricerche regolari condotte in sinergia di intenti tra istituzioni -Soprintendenza e Comune -ugualmente mosse dal convergente interesse per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione delle proprie risorse. e' tra l'altro di tutta evidenza come un approccio metodologico fondato su solidi presupposti scientifici sia alla base dei notevoli risultati ottenuti in un'unica, seppur consistente, campagna di scavi che ha riportato alla luce resti significativi non solo dell' occupazione di età medievale ma anche di un ben più antico insediamento risalente almeno al Vii-Vi sec.a.C. una ricerca, quindi, che si prospetta ricca di stimoli e che offre autentiche e reali possibilità di valorizzazione di un sito, il monte Castellaccio, da considerarsi come vera e propria risorsa da salvaguardare nella sua integrità e all'interno del suo naturale contesto paesaggistico, un valore collettivo attraverso cui sottolineare, esaltandolo, il forte legame della comunità con la lunga storia che caratterizza la nostra isola. ed è proprio nella ricerca del giusto equilibrio tra conservazione e fruizione -al di là della scelta di valorizzazione fondata su un criterio di "restituzione" diffusa -che il compito del nostro istituto si rivela particolarmente delicato e complesso, necessitando della collaborazione delle comunità locali, in questo caso attenti interlocutori e partecipi protagonisti di un processo che, attivando autentici sentimenti di rispetto e interesse per il proprio patrimonio storico e culturale, crea quella dimensione partecipativa necessaria ad assicurare forme corrette e compatibili di valorizzazione.
Breve guida storico-documentale del Museo delle tradizioni storiche, culturali ed agricole. All'i... more Breve guida storico-documentale del Museo delle tradizioni storiche, culturali ed agricole. All'interno della pubblicazione vengono indicate le tecniche di lavorazione, la produzione, le diverse qualità di vino e le attività economiche, che si svolgevano all'interno della cantina borbonica. La struttura è stata realizzata a Partinico (Palermo) agli inizi dell'Ottocento da Ferdinando I delle Due Sicilie.
Uploads
Papers by Roberto Graditi
Books by Roberto Graditi
Il museo Salnitriano, istituto culturale creato nel 1730, grazie alla volontà di personaggi quali Ignazio Salnitro, Melchiorre Spitaleri etc., presso l’ex Collegio Massimo dei Gesuiti di Palermo, nasce per volontà dei suoi ideatori sull’esempio del più antico e famoso museo gesuitico di Roma: il Kircheriano. Le ricerche di varia natura hanno permesso di comprendere come ciò che apparentemente appariva una normale Kunst und Wunderkammer, simile ad altre più antiche esistenti in Italia ed in Europa, in realtà custodiva intrinsecamente una forte valenza didattico-scientifica. La funzione sussidiaria all’insegnamento delle discipline scientifico-umanistiche, praticato presso il Collegio dei Nobili dei Gesuiti di Palermo, rivela con estrema chiarezza la ricchezza concettuale e la straordinaria modernità di una tale istituzione.
Di fondamentale importanza, inoltre, risulta l’aver individuato la presenza del materiale, originariamente appartenuto al museo gesuitico, custodito all’interno delle più importanti istituzioni culturali cittadine quali il Museo Archeologico Regionale “A. Salinas”; la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis; il Museo Paleontologico "Gaetano Giorgio Gemmellaro"; il Museo Etnografico siciliano "Giuseppe Pitrè"; il Museo di Zoologia dell’Università degli Studi; la collezione di arte araba del Castello della Zisa; la Biblioteca Comunale; la Biblioteca Regionale; la Facoltà di Medicina. L’individuazione, infine, dell’esatta ubicazione del museo nel corso della propria esistenza all’interno dell’ex Collegio Massimo dei Gesuiti e l’originaria disposizione del materiale offrono la possibilità di ricostruire secondo un criterio filologico corretto la primitiva idea del museo.