Users can redistribute the work for non-commercial purposes, as long as it is passed along unchan... more Users can redistribute the work for non-commercial purposes, as long as it is passed along unchanged and in whole, as detailed in the Licence. Consiglio Nazionale delle Ricerche must be clearly credited as the owner of the original work. Any translation and adaptation of the original content requires the written authorisation of Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Abbiamo delineato una sommaria storia di come il culto delle
anime del Purgatorio sia stato prati... more Abbiamo delineato una sommaria storia di come il culto delle anime del Purgatorio sia stato praticato a Napoli nella Basilica di San Pietro ad Aram negli ultimi cinquecento anni. Abbiamo approfondito la ricerca sul culto nell'Ottocento e nel Novecento e formulato un’ipotesi documentata su quando e come è nato il rito dell’adozione delle capuzzelle nella Basilica; di come si sia diffuso in alcuni luoghi sacri della città, in particolare al cimitero delle Fontanelle, e sia oggi vissuto dalla religiosità e dalla cultura napoletana.
Abbiamo delineato una sommaria storia di come il culto delle
anime del Purgatorio sia stato prati... more Abbiamo delineato una sommaria storia di come il culto delle anime del Purgatorio sia stato praticato a Napoli nella Basilica di San Pietro ad Aram negli ultimi cinquecento anni. Abbiamo approfondito la ricerca sul culto nell'Ottocento e nel Novecento e formulato un’ipotesi documentata su quando e come è nato il rito dell’adozione delle capuzzelle nella Basilica; di come si sia diffuso in alcuni luoghi sacri della città, in particolare al cimitero delle Fontanelle, e sia oggi vissuto dalla religiosità e dalla cultura napoletana.
Guardando agli ultimi trent’anni, alcuni sostengono che a Napoli la storia ha sconfitto la politi... more Guardando agli ultimi trent’anni, alcuni sostengono che a Napoli la storia ha sconfitto la politica. Al di là delle dispute storiografiche, compito della politica è fare, non subire la storia. La politica è il luogo delle scelte. E delle scelte giuste. Cosa non facile. Per la sinistra significa riemergere dalle macerie del muro di Berlino e della socialdemocrazia; riprendere il cammino verso nuovi traguardi di libertà, di eguaglianza e di solidarietà. Il Pci italiano e il movimento comunista internazionale sono stati protagonisti di una stagione che va narrata perché, anche se ormai finita, ha raggiunto risultati che hanno fatto la storia. A Napoli si poteva fare di più. Ma la storia non si ferma e noi ci siamo dentro. Anche a Napoli guardare criticamente alla storia del Pci, alle vittorie e soprattutto agli errori, significa avere consapevolezza della propria identità per voler ripartire. L’iniziativa di «Infiniti Mondi» per questo centenario del Pci va in questa direzione: curare la memoria significa costruire il futuro. Se sappiamo da dove veniamo ci è più facile capire dove andare.
Questo secondo numero dei Quaderni dell’Archivio Storico di Pomigliano d’Arco è una raccolta di d... more Questo secondo numero dei Quaderni dell’Archivio Storico di Pomigliano d’Arco è una raccolta di documenti e volantini distribuiti agli ingressi e dentro l’Alfasud non dalle organizzazioni sindacali e politiche storiche, Cgil, Cisl, Uil, Pci, Psi, Pri, Dc, ma da organizzazioni appartenenti a quella galassia che emerse a ridosso dei fenomeni di contestazione politica e sociale esplosi alla fine degli anni 60 nelle fabbriche, nell’università e nelle scuole. L’epoca viene definita come la stagione dei movimenti. Nella vita sindacale delle fabbriche di Pomigliano, all’Aeritalia e all’Alfaromeo, i fermenti dei giovani, i bisogni di cambiamento e la battaglia politica si svilupparono essenzialmente nell’alveo del percorso di rinnovamento del sindacato. All’Alfasud fu diverso. Nasceva nella conurbazione napoletana, attraverso l’intervento pubblico, una grande fabbrica, tra le più grandi d’Italia. L’identità industriale, politica e culturale era tutta da costruire, così come la sua sindacalizzazione. Fu il laboratorio in cui molti vollero sperimentare. Fu il terreno su cui tutti vollero cimentarsi e su cui concentrarono molte energie.
Negli ultimi anni, quando accenno alla presenza degli universitari nella Cgil, vedo facce sorpres... more Negli ultimi anni, quando accenno alla presenza degli universitari nella Cgil, vedo facce sorprese che chiedono: “vuoi dire studenti universitari?” e quando rispondo: ”no, docenti universitari!” vedo nel volto dei miei interlocutori incredulità. Per ultimo l’onorevole Gianfranco Nappi, che mi aveva chiesto qualcosa sulla “memoria operaia” per la rivista “Infiniti mondi”, alla mia domanda se potevo inviargli uno scritto sull’organizzazione nella Cgil dei docenti universitari negli anni Settanta del Novecento, mi ha chiesto anch’egli, tra l’ironico e l’incredulo, “e chi erano gli iscritti”? Ho così deciso di fare una piccola pubblicazione che riportasse almeno i dati in mio possesso di quella storia sindacale che è uno dei tratti caratterizzanti la forza del mondo del lavoro napoletano negli anni Settanta del Novecento ed è anche la testimonianza della capacità del gruppo dirigente della Camera del Lavoro di allora, Nando Morra, Antonio Ferrante, Antonio Lombardi, Silvano Ridi e Carlo Cozzolino, di aprirsi al nuovo che le lotte nella scuola e nell’università della fine degli anni Sessanta avevano posto al sindacato napoletano.
La pubblicazione dell’Inventario è la tappa più importante del lavoro archivistico che abbiamo fa... more La pubblicazione dell’Inventario è la tappa più importante del lavoro archivistico che abbiamo fatto a Pomigliano d’Arco. Un percorso in cui abbiamo voluto indicare un obiettivo e praticare un metodo. L’obiettivo era avviare un’esperienza di raccolta e di archiviazione di documenti sulle grandi fabbriche metalmeccaniche dell’area; il metodo quello di coinvolgere in questa ricerca di documenti coloro che ne erano stati i protagonisti. Ci siamo mossi dopo aver constatato la povertà degli archivi della Fiom e della Camera del Lavoro di Napoli sulle fabbriche di Pomigliano e la mancanza di iniziative per farvi fronte
L’Archivio storico dell’Opera Pia Purgatorio ad Arco conserva una documentazione fondamentale per... more L’Archivio storico dell’Opera Pia Purgatorio ad Arco conserva una documentazione fondamentale per conoscere il culto del Purgatorio a Napoli. La ricerca che qui viene presentata dimostra che il cosiddetto “culto delle anime pezzentelle” è introdotto nell’ipogeo della chiesa nel 1946 con l’obiettivo di incrementare le entrate dell’Opera Pia, in difficoltà per la grave crisi del secondo dopoguerra. Questa scelta è fatta dopo un duro scontro nel Governo dell’Opera Pia tra Domenico Moscati, fratello di San Giuseppe Moscati e futuro sindaco di Napoli, e gli altri amministratori. Il prevalere della decisione di introdurre il culto avviene per l’intervento decisivo della Curia Arcivescovile Napoletana. Negli anni successivi si perde memoria di questi avvenimenti e il culto a Purgatorio ad Arco si trasforma in testimonianza di un’antica superstizione e di paganesimo in una zona popolare della città. L’episodio dell’introduzione del culto delle anime pezzentelle a Purgatorio ad Arco è un caso esemplare dell’invenzione della tradizione a Napoli e dimostra quanto sia fuorviante per l’identità napoletana la lettura di alcuni momenti della sua storia attraverso i paradigmi della religiosità popolare e della cultura meridiana.
Pubblicato nel 2012, è il primo lavoro di Rocco Civitelli sul cimitero napoletano delle Fontanell... more Pubblicato nel 2012, è il primo lavoro di Rocco Civitelli sul cimitero napoletano delle Fontanelle. Qui vengono poste le basi di una ricerca che ha cercato di rispondere in maniera documentata innanzitutto agli interrogativi più semplici: da chi, quando e perché è stato costruito questo singolare ossario? Poi a quelli più complessi: che cos’è il culto delle anime del Purgatorio e quali sono le specificità di quello praticato alle Fontanelle? Per arrivare a problematiche decisamente più ardue come la religiosità popolare, la pietà religiosa e la pietà popolare. Ricerche successive hanno arricchito e precisato alcuni aspetti della storia del cimitero, come il ruolo del Comune di Napoli e della Curia Arcivescovile napoletana o la presenza, a prima vista incomprensibile, di alcune bare della potente famiglia dei Carafa di Maddaloni. Ma è in questo lavoro che viene dimostrata l’inconsistenza del paradigma di una religiosità popolare autonoma o antagonista e si evidenzia la necessità di distinguere tra narrazione folcloristica o teatralizzata e narrazione storica e antropologica. Distinzione che la cultura napoletana, soprattutto in materia di religiosità, ignora.
All’inizio degli anni Ottanta del Novecento, Cgil Cisl Uil attuarono una riforma organizzativa di... more All’inizio degli anni Ottanta del Novecento, Cgil Cisl Uil attuarono una riforma organizzativa diretta a rafforzare la presenza sindacale sul territorio; nacquero così i comprensori sindacali. Rocco Civitelli, segretario della Camera del Lavoro di Pomigliano d’Arco dal 1980 al 1986, ripercorre, con documenti dell’Archivio Storico della Cgil Campania, la nascita, l’affermarsi e la fine di quella esperienza sindacale nella più importane realtà industriale del Mezzogiorno con l’Alfasud, l’Alfaromeo, L’Aeritalia, la Montefibre e tante altre medie e piccole fabbriche. L’iniziativa sindacale si sviluppò, con vittorie e sconfitte, su alcune grandi questioni: la politica industriale, iniziava in quegli anni quella ristrutturazione che avrebbe travolto la struttura industriale del Mezzogiorno; la lotta alla camorra, negli anni in cui in quel territorio c’era l’egemonia della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo; la lotta per il lavoro, in particolare per affermare, in un’epoca in cui dominava l’ideologia dei “disoccupati organizzati” un diverso modo di avviamento al lavoro, attraverso le liste di collocamento, per le qualifiche basse del pubblico impiego.
Come e dove far studiare i figli. Questa era la preoccupazione costante di quella borghesia merid... more Come e dove far studiare i figli. Questa era la preoccupazione costante di quella borghesia meridionale che fondava gran parte della sua collocazione sociale sull’esercizio delle professioni liberali, della magistratura e dell'insegnamento. L’autore parte dai suoi studi nel Convitto Nazionale Vittorio Emanuele di Napoli per tracciare il percorso di alcune generazioni di ragazzi dei paesi della Valle del Savuto in Calabria mandati a studiare nel napoletano. Il racconto si intreccia con gli eventi risorgimentali che vedono protagonista la borghesia calabrese e con la storia della cultura e dell’istruzione nel Mezzogiorno, caratterizzata dalla contemporanea presenza di una cultura di livello europeo e di un altissimo tasso di analfabetismo. Il lavoro, basato su documenti di archivi pubblici e privati, fa parte delle pubblicazioni del Convitto Nazionale finalizzate alla ricostruzione della storia dell’Istituzione.
1950. Un’inchiesta giornalistica racconta ciò che avviene al cimitero delle Fontanelle. Sono desc... more 1950. Un’inchiesta giornalistica racconta ciò che avviene al cimitero delle Fontanelle. Sono descritte scene di fanatismo e indicati i prezzi per l’acquisizione delle ossa a scopo di culto o di studio. Sono individuate le responsabilità del Comune e della Chiesa. Il Comune tace. Il giornale della Curia risponde con impaccio e assicura che disposizioni tassative saranno emanate a breve. Le disposizioni arriveranno diciotto anni dopo, nel 1968, dopo il Concilio Vaticano II. Sono anni in cui la società napoletana è ancora impegnata a «dimenticare la follia collettiva e turbinosa che ha sconvolto la coscienza di molti nell’immediato dopoguerra”. Nello stesso periodo un quotidiano pubblica “Il Purgatorio”, un racconto di Domenico Rea che non entra nel merito delle questioni affrontate dagli articoli, parla del ruolo della Chiesa povera verso la popolazione duramente colpita dai bombardamenti «Anche i preti erano scomparsi». Era rimasto «Solo don Giuseppe, un prete a sé, un escluso, un punito, un confinato».
La ricerca, effettuata su documenti dell’Archivio di Stato di Napoli e della Società Napoletana d... more La ricerca, effettuata su documenti dell’Archivio di Stato di Napoli e della Società Napoletana di Storia Patria, chiarisce come e quando la bara di Filippo Carafa conte di Cerreto dei duchi di Maddaloni fu portata dalla cappella Carafa, nella chiesa dei Sette Dolori, al cimitero delle Fontanelle, uno dei luoghi del culto popolare napoletano cd. delle anime pezzentelle. Sono altresì illustrati gli eventi che portarono al trasferimento al Cimitero delle Fontanelle di tutti i resti umani sepolti nell’ipogeo della Chiesa di San Giuseppe Maggiore, dove aveva sede una delle più ricche e potenti arciconfraternite napoletane. Si dimostra come le ossa oggi esposte al cimitero delle Fontanelle siano appartenute ad esponenti di tutti i ceti sociali napoletani, non solo ai più poveri. Si propone pertanto una più corretta esegesi del termine “anime pezzentelle”: anime non di poveri in vita, bensì di peccatori, che nell’aldilà invocano preghiere per lasciare il Purgatorio.
Users can redistribute the work for non-commercial purposes, as long as it is passed along unchan... more Users can redistribute the work for non-commercial purposes, as long as it is passed along unchanged and in whole, as detailed in the Licence. Consiglio Nazionale delle Ricerche must be clearly credited as the owner of the original work. Any translation and adaptation of the original content requires the written authorisation of Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Abbiamo delineato una sommaria storia di come il culto delle
anime del Purgatorio sia stato prati... more Abbiamo delineato una sommaria storia di come il culto delle anime del Purgatorio sia stato praticato a Napoli nella Basilica di San Pietro ad Aram negli ultimi cinquecento anni. Abbiamo approfondito la ricerca sul culto nell'Ottocento e nel Novecento e formulato un’ipotesi documentata su quando e come è nato il rito dell’adozione delle capuzzelle nella Basilica; di come si sia diffuso in alcuni luoghi sacri della città, in particolare al cimitero delle Fontanelle, e sia oggi vissuto dalla religiosità e dalla cultura napoletana.
Abbiamo delineato una sommaria storia di come il culto delle
anime del Purgatorio sia stato prati... more Abbiamo delineato una sommaria storia di come il culto delle anime del Purgatorio sia stato praticato a Napoli nella Basilica di San Pietro ad Aram negli ultimi cinquecento anni. Abbiamo approfondito la ricerca sul culto nell'Ottocento e nel Novecento e formulato un’ipotesi documentata su quando e come è nato il rito dell’adozione delle capuzzelle nella Basilica; di come si sia diffuso in alcuni luoghi sacri della città, in particolare al cimitero delle Fontanelle, e sia oggi vissuto dalla religiosità e dalla cultura napoletana.
Guardando agli ultimi trent’anni, alcuni sostengono che a Napoli la storia ha sconfitto la politi... more Guardando agli ultimi trent’anni, alcuni sostengono che a Napoli la storia ha sconfitto la politica. Al di là delle dispute storiografiche, compito della politica è fare, non subire la storia. La politica è il luogo delle scelte. E delle scelte giuste. Cosa non facile. Per la sinistra significa riemergere dalle macerie del muro di Berlino e della socialdemocrazia; riprendere il cammino verso nuovi traguardi di libertà, di eguaglianza e di solidarietà. Il Pci italiano e il movimento comunista internazionale sono stati protagonisti di una stagione che va narrata perché, anche se ormai finita, ha raggiunto risultati che hanno fatto la storia. A Napoli si poteva fare di più. Ma la storia non si ferma e noi ci siamo dentro. Anche a Napoli guardare criticamente alla storia del Pci, alle vittorie e soprattutto agli errori, significa avere consapevolezza della propria identità per voler ripartire. L’iniziativa di «Infiniti Mondi» per questo centenario del Pci va in questa direzione: curare la memoria significa costruire il futuro. Se sappiamo da dove veniamo ci è più facile capire dove andare.
Questo secondo numero dei Quaderni dell’Archivio Storico di Pomigliano d’Arco è una raccolta di d... more Questo secondo numero dei Quaderni dell’Archivio Storico di Pomigliano d’Arco è una raccolta di documenti e volantini distribuiti agli ingressi e dentro l’Alfasud non dalle organizzazioni sindacali e politiche storiche, Cgil, Cisl, Uil, Pci, Psi, Pri, Dc, ma da organizzazioni appartenenti a quella galassia che emerse a ridosso dei fenomeni di contestazione politica e sociale esplosi alla fine degli anni 60 nelle fabbriche, nell’università e nelle scuole. L’epoca viene definita come la stagione dei movimenti. Nella vita sindacale delle fabbriche di Pomigliano, all’Aeritalia e all’Alfaromeo, i fermenti dei giovani, i bisogni di cambiamento e la battaglia politica si svilupparono essenzialmente nell’alveo del percorso di rinnovamento del sindacato. All’Alfasud fu diverso. Nasceva nella conurbazione napoletana, attraverso l’intervento pubblico, una grande fabbrica, tra le più grandi d’Italia. L’identità industriale, politica e culturale era tutta da costruire, così come la sua sindacalizzazione. Fu il laboratorio in cui molti vollero sperimentare. Fu il terreno su cui tutti vollero cimentarsi e su cui concentrarono molte energie.
Negli ultimi anni, quando accenno alla presenza degli universitari nella Cgil, vedo facce sorpres... more Negli ultimi anni, quando accenno alla presenza degli universitari nella Cgil, vedo facce sorprese che chiedono: “vuoi dire studenti universitari?” e quando rispondo: ”no, docenti universitari!” vedo nel volto dei miei interlocutori incredulità. Per ultimo l’onorevole Gianfranco Nappi, che mi aveva chiesto qualcosa sulla “memoria operaia” per la rivista “Infiniti mondi”, alla mia domanda se potevo inviargli uno scritto sull’organizzazione nella Cgil dei docenti universitari negli anni Settanta del Novecento, mi ha chiesto anch’egli, tra l’ironico e l’incredulo, “e chi erano gli iscritti”? Ho così deciso di fare una piccola pubblicazione che riportasse almeno i dati in mio possesso di quella storia sindacale che è uno dei tratti caratterizzanti la forza del mondo del lavoro napoletano negli anni Settanta del Novecento ed è anche la testimonianza della capacità del gruppo dirigente della Camera del Lavoro di allora, Nando Morra, Antonio Ferrante, Antonio Lombardi, Silvano Ridi e Carlo Cozzolino, di aprirsi al nuovo che le lotte nella scuola e nell’università della fine degli anni Sessanta avevano posto al sindacato napoletano.
La pubblicazione dell’Inventario è la tappa più importante del lavoro archivistico che abbiamo fa... more La pubblicazione dell’Inventario è la tappa più importante del lavoro archivistico che abbiamo fatto a Pomigliano d’Arco. Un percorso in cui abbiamo voluto indicare un obiettivo e praticare un metodo. L’obiettivo era avviare un’esperienza di raccolta e di archiviazione di documenti sulle grandi fabbriche metalmeccaniche dell’area; il metodo quello di coinvolgere in questa ricerca di documenti coloro che ne erano stati i protagonisti. Ci siamo mossi dopo aver constatato la povertà degli archivi della Fiom e della Camera del Lavoro di Napoli sulle fabbriche di Pomigliano e la mancanza di iniziative per farvi fronte
L’Archivio storico dell’Opera Pia Purgatorio ad Arco conserva una documentazione fondamentale per... more L’Archivio storico dell’Opera Pia Purgatorio ad Arco conserva una documentazione fondamentale per conoscere il culto del Purgatorio a Napoli. La ricerca che qui viene presentata dimostra che il cosiddetto “culto delle anime pezzentelle” è introdotto nell’ipogeo della chiesa nel 1946 con l’obiettivo di incrementare le entrate dell’Opera Pia, in difficoltà per la grave crisi del secondo dopoguerra. Questa scelta è fatta dopo un duro scontro nel Governo dell’Opera Pia tra Domenico Moscati, fratello di San Giuseppe Moscati e futuro sindaco di Napoli, e gli altri amministratori. Il prevalere della decisione di introdurre il culto avviene per l’intervento decisivo della Curia Arcivescovile Napoletana. Negli anni successivi si perde memoria di questi avvenimenti e il culto a Purgatorio ad Arco si trasforma in testimonianza di un’antica superstizione e di paganesimo in una zona popolare della città. L’episodio dell’introduzione del culto delle anime pezzentelle a Purgatorio ad Arco è un caso esemplare dell’invenzione della tradizione a Napoli e dimostra quanto sia fuorviante per l’identità napoletana la lettura di alcuni momenti della sua storia attraverso i paradigmi della religiosità popolare e della cultura meridiana.
Pubblicato nel 2012, è il primo lavoro di Rocco Civitelli sul cimitero napoletano delle Fontanell... more Pubblicato nel 2012, è il primo lavoro di Rocco Civitelli sul cimitero napoletano delle Fontanelle. Qui vengono poste le basi di una ricerca che ha cercato di rispondere in maniera documentata innanzitutto agli interrogativi più semplici: da chi, quando e perché è stato costruito questo singolare ossario? Poi a quelli più complessi: che cos’è il culto delle anime del Purgatorio e quali sono le specificità di quello praticato alle Fontanelle? Per arrivare a problematiche decisamente più ardue come la religiosità popolare, la pietà religiosa e la pietà popolare. Ricerche successive hanno arricchito e precisato alcuni aspetti della storia del cimitero, come il ruolo del Comune di Napoli e della Curia Arcivescovile napoletana o la presenza, a prima vista incomprensibile, di alcune bare della potente famiglia dei Carafa di Maddaloni. Ma è in questo lavoro che viene dimostrata l’inconsistenza del paradigma di una religiosità popolare autonoma o antagonista e si evidenzia la necessità di distinguere tra narrazione folcloristica o teatralizzata e narrazione storica e antropologica. Distinzione che la cultura napoletana, soprattutto in materia di religiosità, ignora.
All’inizio degli anni Ottanta del Novecento, Cgil Cisl Uil attuarono una riforma organizzativa di... more All’inizio degli anni Ottanta del Novecento, Cgil Cisl Uil attuarono una riforma organizzativa diretta a rafforzare la presenza sindacale sul territorio; nacquero così i comprensori sindacali. Rocco Civitelli, segretario della Camera del Lavoro di Pomigliano d’Arco dal 1980 al 1986, ripercorre, con documenti dell’Archivio Storico della Cgil Campania, la nascita, l’affermarsi e la fine di quella esperienza sindacale nella più importane realtà industriale del Mezzogiorno con l’Alfasud, l’Alfaromeo, L’Aeritalia, la Montefibre e tante altre medie e piccole fabbriche. L’iniziativa sindacale si sviluppò, con vittorie e sconfitte, su alcune grandi questioni: la politica industriale, iniziava in quegli anni quella ristrutturazione che avrebbe travolto la struttura industriale del Mezzogiorno; la lotta alla camorra, negli anni in cui in quel territorio c’era l’egemonia della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo; la lotta per il lavoro, in particolare per affermare, in un’epoca in cui dominava l’ideologia dei “disoccupati organizzati” un diverso modo di avviamento al lavoro, attraverso le liste di collocamento, per le qualifiche basse del pubblico impiego.
Come e dove far studiare i figli. Questa era la preoccupazione costante di quella borghesia merid... more Come e dove far studiare i figli. Questa era la preoccupazione costante di quella borghesia meridionale che fondava gran parte della sua collocazione sociale sull’esercizio delle professioni liberali, della magistratura e dell'insegnamento. L’autore parte dai suoi studi nel Convitto Nazionale Vittorio Emanuele di Napoli per tracciare il percorso di alcune generazioni di ragazzi dei paesi della Valle del Savuto in Calabria mandati a studiare nel napoletano. Il racconto si intreccia con gli eventi risorgimentali che vedono protagonista la borghesia calabrese e con la storia della cultura e dell’istruzione nel Mezzogiorno, caratterizzata dalla contemporanea presenza di una cultura di livello europeo e di un altissimo tasso di analfabetismo. Il lavoro, basato su documenti di archivi pubblici e privati, fa parte delle pubblicazioni del Convitto Nazionale finalizzate alla ricostruzione della storia dell’Istituzione.
1950. Un’inchiesta giornalistica racconta ciò che avviene al cimitero delle Fontanelle. Sono desc... more 1950. Un’inchiesta giornalistica racconta ciò che avviene al cimitero delle Fontanelle. Sono descritte scene di fanatismo e indicati i prezzi per l’acquisizione delle ossa a scopo di culto o di studio. Sono individuate le responsabilità del Comune e della Chiesa. Il Comune tace. Il giornale della Curia risponde con impaccio e assicura che disposizioni tassative saranno emanate a breve. Le disposizioni arriveranno diciotto anni dopo, nel 1968, dopo il Concilio Vaticano II. Sono anni in cui la società napoletana è ancora impegnata a «dimenticare la follia collettiva e turbinosa che ha sconvolto la coscienza di molti nell’immediato dopoguerra”. Nello stesso periodo un quotidiano pubblica “Il Purgatorio”, un racconto di Domenico Rea che non entra nel merito delle questioni affrontate dagli articoli, parla del ruolo della Chiesa povera verso la popolazione duramente colpita dai bombardamenti «Anche i preti erano scomparsi». Era rimasto «Solo don Giuseppe, un prete a sé, un escluso, un punito, un confinato».
La ricerca, effettuata su documenti dell’Archivio di Stato di Napoli e della Società Napoletana d... more La ricerca, effettuata su documenti dell’Archivio di Stato di Napoli e della Società Napoletana di Storia Patria, chiarisce come e quando la bara di Filippo Carafa conte di Cerreto dei duchi di Maddaloni fu portata dalla cappella Carafa, nella chiesa dei Sette Dolori, al cimitero delle Fontanelle, uno dei luoghi del culto popolare napoletano cd. delle anime pezzentelle. Sono altresì illustrati gli eventi che portarono al trasferimento al Cimitero delle Fontanelle di tutti i resti umani sepolti nell’ipogeo della Chiesa di San Giuseppe Maggiore, dove aveva sede una delle più ricche e potenti arciconfraternite napoletane. Si dimostra come le ossa oggi esposte al cimitero delle Fontanelle siano appartenute ad esponenti di tutti i ceti sociali napoletani, non solo ai più poveri. Si propone pertanto una più corretta esegesi del termine “anime pezzentelle”: anime non di poveri in vita, bensì di peccatori, che nell’aldilà invocano preghiere per lasciare il Purgatorio.
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anime del Purgatorio sia stato praticato a Napoli nella Basilica
di San Pietro ad Aram negli ultimi cinquecento anni.
Abbiamo approfondito la ricerca sul culto nell'Ottocento e nel
Novecento e formulato un’ipotesi documentata su quando e
come è nato il rito dell’adozione delle capuzzelle nella Basilica;
di come si sia diffuso in alcuni luoghi sacri della città, in
particolare al cimitero delle Fontanelle, e sia oggi vissuto dalla
religiosità e dalla cultura napoletana.
anime del Purgatorio sia stato praticato a Napoli nella Basilica
di San Pietro ad Aram negli ultimi cinquecento anni.
Abbiamo approfondito la ricerca sul culto nell'Ottocento e nel
Novecento e formulato un’ipotesi documentata su quando e
come è nato il rito dell’adozione delle capuzzelle nella Basilica;
di come si sia diffuso in alcuni luoghi sacri della città, in
particolare al cimitero delle Fontanelle, e sia oggi vissuto dalla
religiosità e dalla cultura napoletana.
Al di là delle dispute storiografiche, compito della politica è fare, non subire la storia. La politica è il luogo delle scelte. E delle scelte giuste. Cosa non facile. Per la sinistra significa riemergere dalle macerie del muro di Berlino e della socialdemocrazia; riprendere il cammino verso nuovi traguardi di libertà, di eguaglianza e di solidarietà.
Il Pci italiano e il movimento comunista internazionale sono stati protagonisti di una stagione che va narrata perché, anche se ormai finita, ha raggiunto risultati che hanno fatto la storia.
A Napoli si poteva fare di più. Ma la storia non si ferma e noi ci siamo dentro. Anche a Napoli guardare criticamente alla storia del Pci, alle vittorie e soprattutto agli errori, significa avere consapevolezza della propria identità per voler ripartire.
L’iniziativa di «Infiniti Mondi» per questo centenario del Pci va in questa direzione: curare la memoria significa costruire il futuro. Se sappiamo da dove veniamo ci è più facile capire dove andare.
Nella vita sindacale delle fabbriche di Pomigliano, all’Aeritalia e all’Alfaromeo, i fermenti dei giovani, i bisogni di cambiamento e la battaglia politica si svilupparono essenzialmente nell’alveo del percorso di rinnovamento del sindacato.
All’Alfasud fu diverso.
Nasceva nella conurbazione napoletana, attraverso l’intervento pubblico, una grande fabbrica, tra le più grandi d’Italia. L’identità industriale, politica e culturale era tutta da costruire, così come la sua sindacalizzazione.
Fu il laboratorio in cui molti vollero sperimentare. Fu il terreno su cui tutti vollero cimentarsi e su cui concentrarono molte energie.
Per ultimo l’onorevole Gianfranco Nappi, che mi aveva chiesto qualcosa sulla “memoria operaia” per la rivista “Infiniti mondi”, alla mia domanda se potevo inviargli uno scritto sull’organizzazione nella Cgil dei docenti universitari negli anni Settanta del Novecento, mi ha chiesto anch’egli, tra l’ironico e l’incredulo, “e chi erano gli iscritti”?
Ho così deciso di fare una piccola pubblicazione che riportasse almeno i dati in mio possesso di quella storia sindacale che è uno dei tratti caratterizzanti la forza del mondo del lavoro napoletano negli anni Settanta del Novecento ed è anche la testimonianza della capacità del gruppo dirigente della Camera del Lavoro di allora, Nando Morra, Antonio Ferrante, Antonio Lombardi, Silvano Ridi e Carlo Cozzolino, di aprirsi al nuovo che le lotte nella scuola e nell’università della fine degli anni Sessanta avevano posto al sindacato napoletano.
Ricerche successive hanno arricchito e precisato alcuni aspetti della storia del cimitero, come il ruolo del Comune di Napoli e della Curia Arcivescovile napoletana o la presenza, a prima vista incomprensibile, di alcune bare della potente famiglia dei Carafa di Maddaloni. Ma è in questo lavoro che viene dimostrata l’inconsistenza del paradigma di una religiosità popolare autonoma o antagonista e si evidenzia la necessità di distinguere tra narrazione folcloristica o teatralizzata e narrazione storica e antropologica. Distinzione che la cultura napoletana, soprattutto in materia di religiosità, ignora.
Il lavoro, basato su documenti di archivi pubblici e privati, fa parte delle pubblicazioni del Convitto Nazionale finalizzate alla ricostruzione della storia dell’Istituzione.
anime del Purgatorio sia stato praticato a Napoli nella Basilica
di San Pietro ad Aram negli ultimi cinquecento anni.
Abbiamo approfondito la ricerca sul culto nell'Ottocento e nel
Novecento e formulato un’ipotesi documentata su quando e
come è nato il rito dell’adozione delle capuzzelle nella Basilica;
di come si sia diffuso in alcuni luoghi sacri della città, in
particolare al cimitero delle Fontanelle, e sia oggi vissuto dalla
religiosità e dalla cultura napoletana.
anime del Purgatorio sia stato praticato a Napoli nella Basilica
di San Pietro ad Aram negli ultimi cinquecento anni.
Abbiamo approfondito la ricerca sul culto nell'Ottocento e nel
Novecento e formulato un’ipotesi documentata su quando e
come è nato il rito dell’adozione delle capuzzelle nella Basilica;
di come si sia diffuso in alcuni luoghi sacri della città, in
particolare al cimitero delle Fontanelle, e sia oggi vissuto dalla
religiosità e dalla cultura napoletana.
Al di là delle dispute storiografiche, compito della politica è fare, non subire la storia. La politica è il luogo delle scelte. E delle scelte giuste. Cosa non facile. Per la sinistra significa riemergere dalle macerie del muro di Berlino e della socialdemocrazia; riprendere il cammino verso nuovi traguardi di libertà, di eguaglianza e di solidarietà.
Il Pci italiano e il movimento comunista internazionale sono stati protagonisti di una stagione che va narrata perché, anche se ormai finita, ha raggiunto risultati che hanno fatto la storia.
A Napoli si poteva fare di più. Ma la storia non si ferma e noi ci siamo dentro. Anche a Napoli guardare criticamente alla storia del Pci, alle vittorie e soprattutto agli errori, significa avere consapevolezza della propria identità per voler ripartire.
L’iniziativa di «Infiniti Mondi» per questo centenario del Pci va in questa direzione: curare la memoria significa costruire il futuro. Se sappiamo da dove veniamo ci è più facile capire dove andare.
Nella vita sindacale delle fabbriche di Pomigliano, all’Aeritalia e all’Alfaromeo, i fermenti dei giovani, i bisogni di cambiamento e la battaglia politica si svilupparono essenzialmente nell’alveo del percorso di rinnovamento del sindacato.
All’Alfasud fu diverso.
Nasceva nella conurbazione napoletana, attraverso l’intervento pubblico, una grande fabbrica, tra le più grandi d’Italia. L’identità industriale, politica e culturale era tutta da costruire, così come la sua sindacalizzazione.
Fu il laboratorio in cui molti vollero sperimentare. Fu il terreno su cui tutti vollero cimentarsi e su cui concentrarono molte energie.
Per ultimo l’onorevole Gianfranco Nappi, che mi aveva chiesto qualcosa sulla “memoria operaia” per la rivista “Infiniti mondi”, alla mia domanda se potevo inviargli uno scritto sull’organizzazione nella Cgil dei docenti universitari negli anni Settanta del Novecento, mi ha chiesto anch’egli, tra l’ironico e l’incredulo, “e chi erano gli iscritti”?
Ho così deciso di fare una piccola pubblicazione che riportasse almeno i dati in mio possesso di quella storia sindacale che è uno dei tratti caratterizzanti la forza del mondo del lavoro napoletano negli anni Settanta del Novecento ed è anche la testimonianza della capacità del gruppo dirigente della Camera del Lavoro di allora, Nando Morra, Antonio Ferrante, Antonio Lombardi, Silvano Ridi e Carlo Cozzolino, di aprirsi al nuovo che le lotte nella scuola e nell’università della fine degli anni Sessanta avevano posto al sindacato napoletano.
Ricerche successive hanno arricchito e precisato alcuni aspetti della storia del cimitero, come il ruolo del Comune di Napoli e della Curia Arcivescovile napoletana o la presenza, a prima vista incomprensibile, di alcune bare della potente famiglia dei Carafa di Maddaloni. Ma è in questo lavoro che viene dimostrata l’inconsistenza del paradigma di una religiosità popolare autonoma o antagonista e si evidenzia la necessità di distinguere tra narrazione folcloristica o teatralizzata e narrazione storica e antropologica. Distinzione che la cultura napoletana, soprattutto in materia di religiosità, ignora.
Il lavoro, basato su documenti di archivi pubblici e privati, fa parte delle pubblicazioni del Convitto Nazionale finalizzate alla ricostruzione della storia dell’Istituzione.