Books by Antonio Rimoldi
Studiare le monete coniate a Milano in nome di Carlo V d'Asburgo significa ripercorrere i movimen... more Studiare le monete coniate a Milano in nome di Carlo V d'Asburgo significa ripercorrere i movimenti artistici e gli avvenimenti storici europei della prima metà del XVI secolo. La presente monografia fornisce una visione completa ed innovativa dell'argomento, con ampie contestualizzazioni dei materiali ed un'inedita impostazione cronologica. Ogni emissione è minuziosamente descritta, tutte le tipologie e varietà sono illustrate con esemplari di qualità selezionata. Il tutto è accompagnato da un'imprescindibile base documentale, frutto di ricerche accuratamente effettuate presso archivi, musei e collezioni private. L'appassionato pertanto troverà nell'Opera oltre che un valido strumento di catalogazione anche tutte quelle nozioni necessarie per conoscere in profondità queste emissioni.
Papers by Antonio Rimoldi
Comunicazione - Bollettino della Società Numismatica Italiana, 2024
Comunicazione - Bollettino della Società Numismatica Italiana, 2023
NAC Quaderni Ticinesi, 51, 2022
All’interno della cospicua produzione monetale della zecca di Milano esiste una tipologia senza r... more All’interno della cospicua produzione monetale della zecca di Milano esiste una tipologia senza riferimenti con le emissioni del duca Gian Galeazzo Visconti: l’emissione reca sul diritto il busto del primo duca di Milano, mentre sul rovescio lo stesso personaggio è rappresentato a cavallo. Le anomalie sono rilevanti sia a livello tipologico e iconografico sia per quanto concerne il suo peso. Nota in più esemplari, tutti di ottima fattura, l’emissione fu senza dubbio il prodotto di una zecca che però non sembra trovare paralleli nella monetazione nota dei duchi di Milano e quindi si deve ritenere una medaglia monetiforme di carattere commemorativo.
Lo stile del ritratto del Visconti si presenta in forme rinascimentali. I caratteri gotici della legenda sono inoltre compatibili con quelli impiegati nel periodo sforzesco fino al 1474. In particolare la Z è identica a quella visibile sui grossoni emessi sotto Francesco Sforza a partire dal 1462. Dello stesso periodo datano alcuni ducati con raffigurazioni equestri nelle
quali è visibile una gualdrappa (la coperta posta sotto la sella), paragonabile a quella rappresentata nell’emissione qui discussa.
Gli autori propongono pertanto di datare la medaglia all’epoca delle prime emissioni sforzesche con ritratto. La sua produzione dovrebbe aver avuto lo scopo di legare l’epoca inaugurata da Francesco Sforza, restauratore del ducato di Milano, ai fasti del suo illustre predecessore Gian Galeazzo Visconti, primo duca della città lombarda.
Comunicazione - Bollettino della Società Numismatica Italiana, 2022
Le coniazioni milanesi a nome di Carlo V
d'Asburgo sono state spesso oggetto di
studi numisma... more Le coniazioni milanesi a nome di Carlo V
d'Asburgo sono state spesso oggetto di
studi numismatici, soprattutto relativi
alle simbologie classicheggianti delle
emissioni sul piede dello scudo d'argento e
all'operato dello Scultore Cesareo Leone Leoni
presso la zecca di Milano. Tutte le altre emissioni risultano spesso solamente descritte nei
testi di riferimento catalogico; non vi sono studi
specifici circa questioni di ordine cronologico,
innovazione iconografica e collocazione nel variegatissimo (e caotico!) panorama del circolante monetario milanese negli anni '30 e '40 del
XVI secolo. In questa sede tenteremo quindi di
gettare luce su queste emissioni meno note e
ancor meno comprese appieno nella loro logica
economica.
Comunicazione - Bollettino della Società Numismatica Italiana, 2021
Studiando la monetazione milanese emessa dal momento dalla presa diretta di potere asburgico sull... more Studiando la monetazione milanese emessa dal momento dalla presa diretta di potere asburgico sulla città fino al dominio di Filippo V di Borbone, l'appassionato si trova presto di fronte ad una moltitudine di varietà di conio più o meno significative. Col presente articolo abbiamo voluto contribuire alla conoscenza di alcune di queste varianti, fino ad ora mai pubblicate.
Comunicazione - Bollettino della Società Numismatica Italiana, 2020
Estratto COMUNICAZIONE | ANNO 2020 | N. 76 3
Presentiamo all'attenzione di studiosi e collezionisti di monete di Milano una interessante varie... more Presentiamo all'attenzione di studiosi e collezionisti di monete di Milano una interessante varietà per la monetazione di Carlo II di Spagna.
Tra le opere più riuscite e celebrate di Leone Leoni in qualità di incisore di monete e medaglie ... more Tra le opere più riuscite e celebrate di Leone Leoni in qualità di incisore di monete e medaglie figurano certamente i grandi moduli celebrativi della vittoria imperiale a Mühlberg (24 aprile 1547), rappresentanti al rovescio il tema della titanomachia. La prima opera in ordine cronologico è una splendida medaglia 1 di 72 mm di diametro ( , che elabora al rovescio il tema dalla titanomachia così come era stato proposto da Perino del Vaga nel suo affresco "La Caduta dei Giganti" ).
Nel 1972 Giuseppe Nascia pubblicò un articolo 1 che andava a presentare due filippi di Carlo II c... more Nel 1972 Giuseppe Nascia pubblicò un articolo 1 che andava a presentare due filippi di Carlo II con varietà inedite. Entrambe le monete riportano la data 1676 2 e, mentre la prima presenta una varietà nella legenda del diritto, la seconda presenta al rovescio una composizione invertita dello scudetto con le armi del Ducato di Milano. Mentre le varietà di legenda (comprese le correzioni) sono abbastanza usuali nella monetazione milanese di epoca spagnola, le varietà riguardanti le composizioni araldiche sono certamente meno frequenti. Nel caso qui esaminato risulta addirittura invertita la gerarchia araldica tra l'aquila imperiale ed il biscione visconteo, mettendo quest'ultimo elemento nel I quarto dello stemma e quindi in una posizione di preminenza. Questa varietà araldica è stata fino ad oggi evidenziata solo per il Filippo datato 1676, siamo quindi rimasti piuttosto sorpresi quando abbiamo individuato la medesima composizione anomala in un nominale differente. La prima moneta con varietà inedita qui presentata è un Mezzo Filippo datato anch'esso 1676 3 , conservato presso una collezione privata. Nonostante la conservazione non sia elevata risultano ben evidenti gli elementi araldici invertiti nello scudetto del Ducato di Milano. 1 NASCIA 1972. 2 CRIPPA 1990, p. 362, n. 3.
Comunicazione - Bollettino della Società Numismatica Italiana, 2019
Studio delle modifiche effettuate, a cavallo di una riforma del valore della moneta argentea, sul... more Studio delle modifiche effettuate, a cavallo di una riforma del valore della moneta argentea, sul conio di diritto per un mezzo scudo di Filippo II d'Asburgo.
Comunicazione - Bollettino della Società Numismatica Italiana, 2018
Estratto COMUNICAZIONE | ANNO 2018 | N. 72 3
Presentazione di un esemplare di denaro da 20 soldi di Filippo II che permette di evidenziare alc... more Presentazione di un esemplare di denaro da 20 soldi di Filippo II che permette di evidenziare alcune significative varietà di conio non descritte in letteratura.
Convenzionalmente chiamato “cinquina”, in realtà il nominale romano deve essere valutato come qua... more Convenzionalmente chiamato “cinquina”, in realtà il nominale romano deve essere valutato come quattrino e in questi termini la moneta, prima notizia certa, è menzionata nel Libro di mercatantie Pseudo-Chiarini (c. 1380). L’appellativo di “cinquina” è segnalato in alcune fonti scritte relative al Patrimonio di San Pietro in Tuscia, area in cui, durante la seconda metà del XIV secolo, la moneta dominante è il denaro paparino, verosimilmente nei tipi emessi dalla zecca di Montefiascone come documentato dal Ripostiglio di Fontana antica. Le scritture notarili attestano che il quattrino senatoriale riveste un ruolo di riferimento nell’economia della Tuscia romana; è computato a moneta paparina e la proporzione fra questa e il denaro provisino del Senato è di cinque a quattro. All’interno del Corpus sono censiti come denari ma, come ormai ampiamente provato, classificazione e inquadramento cronologico sono inconsistenti e da rielaborare.
Un’annosa e dibattuta questione numismatica ancora aperta e di problematica soluzione.
da Panorama Numismatico del gennaio 2016
Conference Presentations by Antonio Rimoldi
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Papers by Antonio Rimoldi
Lo stile del ritratto del Visconti si presenta in forme rinascimentali. I caratteri gotici della legenda sono inoltre compatibili con quelli impiegati nel periodo sforzesco fino al 1474. In particolare la Z è identica a quella visibile sui grossoni emessi sotto Francesco Sforza a partire dal 1462. Dello stesso periodo datano alcuni ducati con raffigurazioni equestri nelle
quali è visibile una gualdrappa (la coperta posta sotto la sella), paragonabile a quella rappresentata nell’emissione qui discussa.
Gli autori propongono pertanto di datare la medaglia all’epoca delle prime emissioni sforzesche con ritratto. La sua produzione dovrebbe aver avuto lo scopo di legare l’epoca inaugurata da Francesco Sforza, restauratore del ducato di Milano, ai fasti del suo illustre predecessore Gian Galeazzo Visconti, primo duca della città lombarda.
d'Asburgo sono state spesso oggetto di
studi numismatici, soprattutto relativi
alle simbologie classicheggianti delle
emissioni sul piede dello scudo d'argento e
all'operato dello Scultore Cesareo Leone Leoni
presso la zecca di Milano. Tutte le altre emissioni risultano spesso solamente descritte nei
testi di riferimento catalogico; non vi sono studi
specifici circa questioni di ordine cronologico,
innovazione iconografica e collocazione nel variegatissimo (e caotico!) panorama del circolante monetario milanese negli anni '30 e '40 del
XVI secolo. In questa sede tenteremo quindi di
gettare luce su queste emissioni meno note e
ancor meno comprese appieno nella loro logica
economica.
Conference Presentations by Antonio Rimoldi
Lo stile del ritratto del Visconti si presenta in forme rinascimentali. I caratteri gotici della legenda sono inoltre compatibili con quelli impiegati nel periodo sforzesco fino al 1474. In particolare la Z è identica a quella visibile sui grossoni emessi sotto Francesco Sforza a partire dal 1462. Dello stesso periodo datano alcuni ducati con raffigurazioni equestri nelle
quali è visibile una gualdrappa (la coperta posta sotto la sella), paragonabile a quella rappresentata nell’emissione qui discussa.
Gli autori propongono pertanto di datare la medaglia all’epoca delle prime emissioni sforzesche con ritratto. La sua produzione dovrebbe aver avuto lo scopo di legare l’epoca inaugurata da Francesco Sforza, restauratore del ducato di Milano, ai fasti del suo illustre predecessore Gian Galeazzo Visconti, primo duca della città lombarda.
d'Asburgo sono state spesso oggetto di
studi numismatici, soprattutto relativi
alle simbologie classicheggianti delle
emissioni sul piede dello scudo d'argento e
all'operato dello Scultore Cesareo Leone Leoni
presso la zecca di Milano. Tutte le altre emissioni risultano spesso solamente descritte nei
testi di riferimento catalogico; non vi sono studi
specifici circa questioni di ordine cronologico,
innovazione iconografica e collocazione nel variegatissimo (e caotico!) panorama del circolante monetario milanese negli anni '30 e '40 del
XVI secolo. In questa sede tenteremo quindi di
gettare luce su queste emissioni meno note e
ancor meno comprese appieno nella loro logica
economica.