Papers by Giuseppe Tabarelli
3 Don Bosco and Baden-Powell: the properly methodological moment
a Comparison between don Boscos and Baden-Powell education methods: the properly methodological m... more a Comparison between don Boscos and Baden-Powell education methods: the properly methodological moments
2-Don Bosco and Baden-Powell - two pedagogical methods compared

Alla fine di questa esposizione sulla biblioteca provo a fare un bilancio valutando questa esperi... more Alla fine di questa esposizione sulla biblioteca provo a fare un bilancio valutando questa esperienza in modo oggettivo, rilevandone anzitutto gli aspetti positivi, ma esprimendo anche alcune considerazioni o suggerimenti.
Per me stesso. Il compito di dirigere la biblioteca è stato per me un impegno interessante e positivo. Ho cercato di esplicare le mie capacità di manager sfruttando l'esperienza e la professionalità acquisita, ma devo ammettere di aver sperimentato anche i miei limiti personali e quelli imposti dalle circostanze.
Per i miei collaboratori. La mia riconoscenza soprattutto per quelli che hanno svolto il loro lavoro con pro-fessionalità, convinzione ed entusiasmo per raggiungere dei risultati positivi.
Per i miei successori. Esprimo il desiderio che il lavoro impostato possa proseguire continuando i progetti ideati e abbozzati da altri persone. La continuità in un progetto è garanzia di successo.
Per i superiori responsabili. Oserei suggerire ai superiori di non far prevalere sempre la propria autorità, e in casi di conflitto fidarsi di chi è competente e professionalmente preparato. I conflitti tra autorità e competenza possono provocare gravi danni alle persone e alle istituzioni.
A conclusione di tutte le considerazioni mi permetto di consigliare ai responsabili di trovare risposte adeguate a tradurre in realtà gli auspici e le prospettive emergenti dalla mia narrazione ed esperienza: La Biblioteca possa crescere e svilupparsi soprattutto in qualità e tecnologicamente in modo da essere apprezzata non solo per l'edificio, ma per la sua efficienza e il servizio che offre; La biblioteca torni a fiorire diventando effettivamente il centro delle informazioni per lo studio e la ricerca per tutti quelli cha la utilizzano, vicini e lontani; Sia tenuta in considerazione soprattutto la professionalità delle persone che vi lavorano: siano preparate, competenti, aperte al futuro e scelte dopo un periodo di prova, non inserite semplicemente per amicizia o raccomandazione; Stia attenta a camminare con i tempi, mantenendosi aggiornata sulle tendenze e i nuovi sviluppi per non restare indietro e diventare obsoleta; Le autorità (Rettore, Senato, Gran Cancelliere) facciano di tutto per promuovere, incoraggiare, sostenere e non per mortificare lo sviluppo della biblioteca; La biblioteca faccia conoscere e valorizzi i grandi tesori che possiede con mostre, esposizioni, convegni e mostre virtuali permanenti; Tenga presente la internazionalità degli utenti (studenti e docenti) e offra un servizio adeguato con libri in diverse lingue; per la scelta del personale si tenga presente anche la conoscenza di lingue; 17-A CONCLUSIONE

16 Progresso o involuzione
La quinta legge di biblioteconomia di Ranganathan afferma: La biblioteca è un organismo vivo che ... more La quinta legge di biblioteconomia di Ranganathan afferma: La biblioteca è un organismo vivo che cresce e si sviluppa. La biblioteca non può rimanere statica, riducendosi alla pura conservazione di un patrimonio culturale del passato, ma deve essere viva e dinamica, crescere, non solo in quantità, ma soprattutto in qualità di servizi, di attrezzature tecniche: crescono gli utenti che sempre numerosi più affollano la biblioteca, cresce il patrimonio librario e digitale adeguandosi alle leggi dell'aggiornamento e parimenti deve crescere in numero e in qualità anche il personale chiamato a rispondere alle moltiplicate richieste degli utenti. Una biblioteca è in continua crescita per quantità e varietà, quando è gestita nell'ottica di una costante progettazione 1 e sa rinnovare le sue strategie e i dispositivi tecnici utilizzati per l'erogazione dei servizi. Il concetto di crescita, quindi, non va letto solo come crescita quantitativa delle collezioni documentarie, che non potrà proseguire all'infinito, ma al potenziale informativo che una biblioteca dovrebbe essere capace di realizzare per fronteggiare le richieste dei suoi utenti. Ma anche quando sarà cessato l'aumento delle dimensioni fisiche, la biblioteca potrà considerarsi ancora in sviluppo nelle prospettive future, sia perché l'aggiornamento è crescita, sia perché può inserirsi in un sistema e collegarsi con altri centri di informazione. Il ricupero di informazioni e di documenti da altre biblioteche è reso possibile in misura sempre più intensa dai collegamenti elettronici, che consentono di attenuare lo sviluppo fisico a favore dello sviluppo dell'accesso alle informazioni e ai documenti contenuti in altri archivi e in altre biblioteche, tanto che uno dei criteri per valutare le dimensioni di una biblioteca è dato, secondo alcuni, non già dal numero dei volumi posseduti, ma dalla quantità degli accessi ad archivi esterni. Sentirsi dire antiquato, arretrato e sottosviluppato non piace a nessuno e nemmeno alla biblioteca. Nell'era informatica anche le biblioteche, una dopo l'altra, si sono affrettate a fare il passo dell'informatizzazione, passando da una gestione cartacea a quella del computer. La biblioteca automatizzata Anche la biblioteca dell'Università salesiana nel 1989/90, prima tra le biblioteche pontificie, ha fatto il primo salto di qualità prendendo con coraggio la decisione di introdurre l'automazione con l'uso del computer e un sistema informatico di gestione. Dalla Biblioteca tradizionale a gestione cartacea siamo passati alla biblioteca automatizzata o computerizzata. Sono cambiati i modi di catalogare e poco alla volta abbiamo sospeso anche la stampa delle schede, congelando lo schedario cartaceo. Per un certo tempo la ricerca doveva essere effettuata sia nello schedario che nel computer, dove si potevano trovare le immissioni più recenti. Affinché la biblioteca potesse ritenersi completamente automatizzata, bisognava inserire tutti i libri nel computer. La vera crescita della biblioteca si concentra ora con sforzo costante e insistente sulla immissione dati, non solo la catalogazione delle nuove acquisizioni, ma anche dei libri del pregresso non ancora entrati nel catalogo informatico. A questi, in un secondo momento, si sarebbero aggiunti i libri delle donazioni e dei fondi in lavorazione. Entro quanto tempo sarebbe stato possibile realizzarla? E in quale modo? Le modalità seguite le ho descritte nel capitolo 7 che presenta il progetto dell'automazione.

15-CONTINUITÀ nella conduzione della biblioteca
Faccio riferimento alla mia esperienza personale. Entrato per la prima volta a lavorare in biblio... more Faccio riferimento alla mia esperienza personale. Entrato per la prima volta a lavorare in biblioteca nel 1986, per un paio di anni ho osservato, ho imparato, ho cercato di capire la situazione continuando nel lavoro come era stato impostato dai miei predecessori. In seguito, mi sono specializzato acquistando competenza. Non fu così nel 1993 quando al mio posto fu nominato come prefetto un docente, rimanendo io in biblioteca con l'incarico di seguire la parte informatica. Il nuovo prefetto, senza alcuna preparazione specifica nel campo della biblioteconomia, ha incominciato a prendere decisioni sulla organizzazione del lavoro, a sistemare le cose secondo i suoi personali gusti: eliminazione di ambienti, spazi di lavoro (tavoli e scaffali), spostamenti di libri, ecc. Il personale (almeno quello salesiano) che da anni lavorava in Biblioteca avrebbe avuto il diritto di essere informato di questi cambiamenti e, se fosse stato consultato, probabilmente avrebbe anche saputo dare ragione del perché nel passato si erano fatte determinate scelte e se certe scelte odierne erano opportune. Comunque, ebbe perlomeno il buon senso di non intervenire nel campo propriamente biblioteconomico, non avendo in questo la necessaria competenza. Essendo io responsabile della gestione del programma Aleph all'interno di URBE, portavo avanti le applicazioni nella nostra biblioteca che agiva come progetto pilota, prima di proporle alle altre biblioteche. Quando il prefetto mi disse che "non per il fatto che Aleph lo prevede, noi siamo obbligati a farlo", capii che mi precludeva la via alla gestione e alla sperimentazione, impedendomi il progresso e allora decisi di dare le dimissioni e di ritirarmi… in Russia. Prima di andarmene, coscienziosamente preparai un nutrito dossier di consegne, nel quale avevo profuso tutte le mie conoscenze sulla biblioteca, specificando in modo dettagliato settore per settore la situazione: descrizione di come l'avevo trovato, ciò che era stato fatto e suggerimenti per la continuazione per completare il progetto. Quando mi sentii dire "Io non ho bisogno di consegne", rimasi senza parole e consegnai tutto il dossier al Gran Cancelliere. Questo documento rimane a testimonianza della storia della biblioteca del decennio 1986-1997. Ritornato dalla Russia nel 2008, venivo rinominato prefetto della biblioteca per un triennio con la probabilità di un prolungamento. L'inizio di un vero dramma avvenne nel 2012, quando un superiore maggiore venne improvvisamente a trovarmi per annunciarmi: "Il Rettore ti vuole cambiare". Seppi poi, da indiscrezioni, che al mio posto era stato previsto come prefetto una persona estranea alla biblioteca proveniente dal nord Italia con competenze principalmente nell'ambito della scuola. Il Rettor magnifico, presentandolo, disse dovergli affidare un ruolo equivalente a quello che finora aveva avuto come direttore e preside di una scuola. Nonostante la sua totale incompetenza, fu nominato subito prefetto della Biblioteca don Bosco dell'UPS. Lui stesso, presentandosi come nuovo prefetto al personale confermò la propria ignoranza in fatto di biblioteca e, agli esterrefatti presenti disse che avrebbe imparato da loro. Quando il Rettore lo annunciò nel Senato accademico, un docente chiese se egli avesse qualche esperienza nel campo. Rispondendo negativamente, il Rettore disse che si sarebbe formato. La richiesta fuori tempo di iscriverlo alla Scuola di biblioteconomia vaticana fu respinta, non solo per le circostanze e l'età, ma anche per il totale disinteresse alla materia dimostrato dal candidato. (Testimonianza diretta del card. Bibliotecario). Ciononostante, arrivata la nomina ufficiale, egli iniziò la sua funzione di prefetto. Io cercai di instradarlo presentandogli con abbondanti spiegazioni gli ambienti della biblioteca e i relativi problemi. Preparai poi il passaggio delle consegne, condividendo nel computer tutte Consegne rifiutate 2012. "Il Rettore ti vuole cambiare" Condivisione inutile 15-CONTINUITÀ Successioni

4 -PROBLEMA ECONOMICO
La biblioteca, come ogni altra istituzione complessa che voglia camminare al passo con i tempi, c... more La biblioteca, come ogni altra istituzione complessa che voglia camminare al passo con i tempi, crescere e svilupparsi, ha i suoi costi e soprattutto in questi tempi in cui si guarda molto al profitto, e meno alla cultura, viene ad avere, oltre a tanti altri problemi, anche quelli economici. "La biblioteca non produce (dicono alcuni), quindi non conviene investire nulla". Eppure, guardando all'università salesiana che ha potuto trovare i soldi per innalzare un nuovo edificio, costato miliardi, mi chiedo perché non siano stati previsti dei fondi per farla funzionare e per mantenerla? Perché non è stata creata una fondazione per sostenere la biblioteca? E dire che i salesiani si vantano di possedere il sistema preventivo! Ma, oltre che nell'educazione, non lo si può applicare anche in altri campi? Al mio rientro dalla Russia (2008) mi fu affidata la direzione di questo bell'edificio al quale ho cercato di dare un'anima facendolo funzionare in modo decente. E subito mi sono dovuto scontrare con i problemi economici. Ma come-mi sono detto-si è acquistato una macchina costosissima e non si hanno i soldi per la benzina per farla camminare? Una situazione assurda: ma che tipo di economia è questa? Già durante la costruzione era stato licenziato il personale prezioso ed esperto che la faceva funzionare anche se al minimo. E la mia prima preoccupazione, cercando di impostare una struttura funzionante, fu proprio quella di avere una équipe ben preparata di persone valide e affidabili. Tra i vari progetti programmati, ritenevo prioritario e urgente il completamento del catalogo, inserendo nel computer tutto il contenuto della biblioteca, incominciando dal pregresso, premessa indispensabile perché la ricerca globale funzionasse, essendo stato eliminato fisicamente lo schedario cartaceo. Non ricevendo dalla struttura nessuna appoggio per il mio progetto, mi sono rivolto ad una fondazione tedesca richiedendo quanto, secondo i miei calcoli, sarebbe stato necessario: 800.000 €. Me ne furono concessi 300.000 diluiti in tre anni. Meglio di niente, anche se poi il mio progetto per varie cause non poté essere completato. Considerazioni: Ogni esercizio che si rispetti fa i suoi bilanci preventivi e consuntivi calcolando le entrate e le uscite. Anche la biblioteca, come tutte le facoltà e gli istituti dell'università, presenta annualmente i propri bilanci. Ma in questi ultimi anni di crisi economica essi venivano a priori decurtati e ridotti per le scarse disponibilità finanziarie dell'Economato generale. Così si è giocato sempre più al ribasso, cercando di contenere il bilancio al massimo. Ma prima di prendere delle decisioni che possano danneggiare in modo irreparabile la biblioteca, occorre riflettere a fondo e con conoscenza di causa. Non devono essere perciò gli economi a "tagliare", ma i bibliotecari che sanno giudicare meglio quali debbano essere le precedenze e le esigenze, le necessità primarie ed essenziali da quelle secondarie. La biblioteca elargisce dei servizi che andrebbero valutati anche dal punto di vista finanziario. Questo del sostentamento della biblioteca sembra essere un problema mai affrontato seriamente: si è sempre atteso Problema del finanziamento

13-MEDIATECA E DIGITALIZZAZIONE
Ripresa con decisione l'attività in biblioteca nel 2009 (dopo 12 anni di assenza), mi sono riaggi... more Ripresa con decisione l'attività in biblioteca nel 2009 (dopo 12 anni di assenza), mi sono riaggiornato con corsi di formazione, con la ripresa dei contatti con i miei colleghi di URBE, con la partecipazione attiva alle iniziative del mondo bibliotecario. Di fronte alla nuova biblioteca che ero stato chiamato a dirigere, ho espresso le mie aspirazioni per il futuro nell'articolo "La biblioteca che sogno" pubblicato sul Notiziario UPS, anno XXVII, n° 9, dicembre 2010. In questo articolo esponevo la necessità di dare un'anima al nuovo corpo (struttura fisica della biblioteca) nell'animazione interna e nello sviluppo dei possibili progetti rivolti a mettere in evidenza le non comuni ricchezze possedute dalla biblioteca, le sue enormi potenzialità, moltissime delle quali ancora da scoprire e da sviluppare. Accennavo alla prepotente spinta verso la digitalizzazione, verso i nuovi strumenti social, e verso la necessità di valorizzare il NBM (non book material) presente in grande quantità nella nostra biblioteca, ma finora sistematicamente accantonato. Auspicavo che, dopo il coraggioso avvio dell'automazione all'inizio degli anni '90, si partisse ora con nuovo slancio verso la digitalizzazione e verso il full text: attualmente non bastano più le indicazioni catalografiche dei libri, si vuole accedere direttamente al testo stesso, scaricabile, lavorabile e pronto per essere inserito nei propri elaborati. Come illustri studiosi affermano, se nei prossimi dieci anni non si prosegue per questa strada, le biblioteche potranno chiudere battenti: e allora a che cosa serve aver costruito un bell'edificio? Suddividerò questo capitolo in tre parti: • Biblioteca multimediale: progetto "Mediateca in Biblioteca" • La biblioteca digitalizzata • Passi concreti verso la digitalizzazione della biblioteca UPS 1) progetto "Mediateca in Biblioteca" La biblioteca oggi non è più vista come un magazzino di libri, ma è considerata come un centro di informazione e di documentazione. Oltre i libri, nella biblioteca dell'UPS ci sono anche tanti altri documenti finora mai presi in considerazione e resi accessibili agli utenti. Come mettere a disposizione tutte queste risorse della biblioteca? Come gestire i nuovi strumenti già presenti o che entrano sempre più in biblioteca? Ho pensato che si dovrebbe creare una sezione della biblioteca dedicata ai vari media, una mediateca appunto. Questi materiali, una volta integrati nella biblioteca ed eventualmente linkati con il relativo documento cartaceo (qualora esista), verrebbero resi ricercabili e il loro contenuto messo a disposizione di tutti. Alcuni materiali sono invero superati come uso e non più attuali, ma sono importanti come documentazione di un modo "storico" di insegnamento e di comunicazione. D'altra parte, anche i libri antichi costituiscono una parte importante di ogni biblioteca. La descrizione catalografica prevede anche il tipo di supporto del documento: (Libro, Rivista, NBM=non book material, CD, DVD, disco musicale, audiocassetta, videocassetta, Kit, poster, immagine, microfiche, gioco, ecc.), tutti termini che finora non appaiono nel catalogo, ma che potrebbero costituire una scelta restrittiva per delimitare la ricerca. La Biblioteca desidera includere nel catalogo generale tutti i tipi di materiale che essa possiede, sia recenti, arrivati come legati a libri e riviste, sia slegati ed esistenti in modo autonomo come oggetti a sé stanti (CD, DV, dischi, videocassette, ecc.). Con il progetto Non solo libri e periodici su carta Recupero di tutti i tipi di materiale

12-BIBLIOTECA E SOCIAL NETWORK
Orientate alla ricerca e alla didattica, tecnologicamente avanzate, volte verso l'innovazione e i... more Orientate alla ricerca e alla didattica, tecnologicamente avanzate, volte verso l'innovazione e il cambiamento, le biblioteche accademiche hanno esperimentato negli ultimi anni un curioso destino. La biblioteca digitale con la sua crescita esponenziale ha, da un lato, favorito l'utilizzo delle collezioni e dei servizi, dall'altro ha contribuito ad allontanare gli utenti dalle biblioteche fisiche: gli utenti delle biblioteche accademiche sono sempre più remoti, persi nel diluvio informativo della rete. Già nel 2009 un'indagine sponsorizzata dalla Ithaka S+R e condotta su più di 3.000 docenti aveva messo in luce che l'uso della biblioteca accademica è in calo. I docenti utilizzano massicciamente e-journals ed e-books, ma la scoperta delle risorse avviene sempre più raramente attraverso il catalogo e a mezzo della biblioteca. Per affrontare il problema della disintermediazione le biblioteche accademiche hanno adottato strategie multidirezionali: sviluppo dell'information literacy e realizzazione di corsi di formazione per gli utenti, collaborazione sempre più stretta con i docenti nelle loro attività di progettazione, ricerca e valutazione, servizi di sostegno all'e-learning, utilizzo massiccio dei vari strumenti di comunicazione offerti dalla rete, e tra questi, quelli del Web 2.0. Per rivitalizzare il rapporto con i propri utenti e attrarne di nuovi, per migliorare la comunicazione interna, a partire dal 2005 le biblioteche accademiche hanno sposato l'dea dei social software, adottando tutta la vasta gamma degli strumenti "social": wiki, blog, social reference tools, siti di social networking (Facebook, LinkedIn), piattaforme di microblogging (Twitter), siti di media sharing (YouTube) sono stati adottati in modo multiforme e creativo anche da parte delle biblioteche accademiche. I diversi strumenti sono stati usati per migliorare la comunicazione e il rapporto on gli utenti: gestire il reference, informare gli studenti su orari, eventi, novità, promuovere i servizi della biblioteca, valorizzare le collezioni ecc. Con il tempo lo strumento preferito e più consono alle esigenze comunicative della biblioteca accademica si è rivelato Facebook. Con ritardo rispetto alle esperienze nordamericane ed europee anche le biblioteche italiane e i sistemi bibliotecari di ateneo hanno deciso di investire tempo e risorse nella gestione di una pagina su Facebook. Le biblioteche accademiche non sono escluse da questa nuova visione sociale della biblioteca, anzi assumono nuove funzioni, allargano il loro raggio di azione al territorio e, in linea della triplice missione della università, escono dalla visione autoreferenziale del mondo accademico per cominciare a ricoprire un ruolo di tipo sociale e culturale. (Dalla relazione di Maria Cassella, Sistema bibliotecario di Ateneo, Università degli studi di Torino) EBSCO leader nell'innovazione tecnologica Quale posto occupa la biblioteca nell'università e nella ricerca? I bibliotecari si chiedono: quale ruolo svolge la biblioteca nei programmi di ricerca? Le bocce non sono ancora ferme e il futuro è soltanto delineato: occorre approfondire e Adozione del social software Ruolo della biblioteca

Collaborazione - rete URBE
Partendo dall'era dell'informazione in cui viviamo, il dr. Wieërs già nel 1991 constatava che uno... more Partendo dall'era dell'informazione in cui viviamo, il dr. Wieërs già nel 1991 constatava che uno sviluppo in atto estremamente rapido della tecnologia dell'informazione e della comunicazione o telematica avrebbe presto coinvolto anche il mondo delle biblioteche. Singolarmente esse non sarebbero mai riuscite ad elaborare la massa talmente voluminosa di informazioni se non nella condivisione delle collezioni con altre biblioteche (necessità della collaborazione e integrazione in rete). Nessuna biblioteca si sogna più di essere autosufficiente e di poter contenere tutto lo scibile necessario. L'automazione facilita ed esige lo scambio tra biblioteche e altre banche dati. Quando nel 1989 la biblioteca dell'UPS stava per introdurre l'automazione aveva chiara l'intenzione di proporre la stessa decisione anche alle altre biblioteche nella prospettiva di lavorare insieme. Sia per riguardo alla introduzione dell'automazione che per la costruzione di una nuova biblioteca all'UPS, i nostri benefattori olandesi ci hanno proposto di visitare una realizzazione significativa. Nel settembre 1991 alcuni rettori assieme a dei bibliotecari ebbero la possibilità di vedere concretamente la biblioteca dell'università cattolica di Tilburg con le sue moderne realizzazioni e l'integrazione con altre biblioteche e banche dati fuori della biblioteca tramite la rete informatica. Un ulteriore invito a vedere la biblioteca di Tilburg fu esteso nel 1993 a una quarantina di persone: rettori e bibliotecari (due per istituzione), viaggio aereo e permanenza per alcuni giorni tutto gratuito. La visita prolungata fu integrata da visite guidate, conferenze e dibattiti perché le idee penetrassero maggiormente. 1 Un tentativo di interessare i Bibliotecari e i Rettori delle Università pontificie al problema della informatizzazio-ne e della costituzione di una rete tra le biblioteche fu fatto dal 1982 al 1984. Sollecitati ad una presa di posi-zione, i Rettori rispondono ufficialmente ai Bibliotecari (il 24 mar 1984) inviando, come Comitato Rettori, una Lettera di apprezzamento e di incoraggiamento del seguente tenore: "I rettori esprimono la propria riconoscen-za ai Bibliotecari per il loro spirito di collaborazione e per il loro impegno a migliorare i servizi delle Biblioteche degli Atenei Romani. Consapevoli delle difficoltà, invitano i bibliotecari a continuare le loro riunioni nonostante le scarse possibilità finanziarie del momento presente". Ma i tempi non erano ancora maturi e il progetto rimase ancora in incubazione per quasi dieci anni. Furono anni intensi di faticoso lavoro per risolvere tutti i problemi, non solo tecnici e finanziari, ma anche di intesa e di coinvolgimento tra le varie istituzioni. Come protagonista, sono in grado più di ogni altro, di narrare la storia della realizzazione della rete URBE, attingendo direttamente dalla mia relazione tenuta alla solenne inaugurazione il 12 maggio 1994. L'automazione nelle biblioteche pontificie a Roma La solenne inaugurazione della Rete URBE, il 12 maggio 1994 fu tenuta al mattino presso la Università Salesiana per sottolineare il primato dell'UPS per l'inizio dell'automazione, e nel pomeriggio presso la Pontificia Università Gregoriana. D. Giuseppe Tabarelli, in qualità di Direttore esecutivo di URBE, tenne una relazione dal titolo "Rete URBE: Storia di una collaborazione e nascita di un progetto". 1 Dall'UPS parteciparono almeno 4 persone (il sottoscritto era a titolo di URBE) che fecero una riunione privata per riflettere e ricavare idee e spunti per la costruzione della nuova biblioteca. Da questa riunione venni inspiegabilmente escluso!!! Informazione e comunicazione Una visita istruttiva e significativa 11-LAVORARE IN COLLABORAZIONE: LA RETE URBE

10-PROGETTI E ASPETTATIVE
Rientrato dalla Russia a fine ottobre 2008, mi era stata affidata la direzione della Biblioteca p... more Rientrato dalla Russia a fine ottobre 2008, mi era stata affidata la direzione della Biblioteca per la seconda volta. Il mio servizio come prefetto doveva iniziare l'8 dicembre 2008. Il mio predecessore aveva chiesto di restare ancora per qualche mese e partì per l'Argentina, sua patria, il 15 febbraio 2009. In quei mesi avevo tentato di farmi dare le consegne della biblioteca che io conoscevo già abbastanza bene, avendovi lavorato dal 1986 fino al 1997, ma ero curioso di essere informato su quanto era successo nel periodo in cui io ero in Russia. Era stata costruito il nuovo edificio della Biblioteca. Quali erano i problemi, le difficoltà, i costi, i progetti? Percorsi in lungo e in largo la biblioteca per notare le cose anomale e ponevo molte domande per sapere quali decisioni erano state prese e con quali criteri. A spizzichi e bocconi il mio successore e poi predecessore rispondeva poco alla volta alle mie domande, anche se alla fine rimasi con molti interrogativi. Ero convinto di poter avere risposte dal suo computer rimasto nel suo ufficio, ma il giorno dopo la sua partenza, quando andai a prenderne visione, il computer era stato riformattato e non trovai nemmeno un documento. Per fortuna ero riuscito a ritrovare un classificatore con cartelle sospese con documenti riferentisi alla mia vecchia gestione di 12 anni prima; inoltre in vecchi dischetti con i programmi diventati obsoleti, recuperai molti documenti riferentisi alla mia precedente gestione. Nel volume sulla nuova biblioteca, dopo aver suggerito la consistenza dello staff di personale necessario come ideale per la gestione della biblioteca, il prefetto mio predecessore indicava anche 4 progetti da realizzarsi per il futuro della biblioteca: 1) continuare a introdurre l'automazione, 2) incentivare le risorse in formato elettronico, 3) valorizzare la sala con esposizioni bibliografiche e culturali; 4) completare le sale al terzo e quarto piano con le biblioteche particolari e i fondi speciali. Progetti che ho ritenuto validi e li ho ripresi cercando di realizzarli poco alla volta per quanto mi fosse stato possibile. Io stesso avevo in mente molti altri progetti, derivanti da attenta analisi, riflessioni, osservazioni, desideri di adeguamento alle potenzialità che vedevo insite in biblioteca. Ciò che qui presento è solamente un elenco commentato di alcune priorità, problemi, prospettive, programmate a lunga scadenza e sminuzzandole di anno in anno in progetti concreti. Nella relazione annuale sulla biblioteca evidenziavo ciò che era stato realizzato e riprendendo poi l'elenco, riportavo ciò che era previsto nei progetti generali e aggiornandolo con le nuove urgenze che emergevano. Con tre verbi riassumevo l'intento di questi progetti:-completare il contenuto della biblioteca, [schedare tutti i libri nel computer]-valorizzare le ricchezze in essa contenute, infine-sviluppare e ad applicare le nuove tecnologie per sentirsi all'altezza dei tempi. Vedendo il divario tra il notevole impegno finanziario investito per costruire la nuova biblioteca, e la carenza di fondi per mantenerla in vita, mi chiedevo con molta Passaggio di consegne Progetti, problemi, prospettive, desideri Domande fondamentali 10-PROGETTI E ASPETTATIVE

Ristrutturare e riorganizzare. Dalla vecchia alla nuova biblioteca
Se mi avessero concesso la parola all'inaugurazione del nuovo edificio, avrei detto che i muri e ... more Se mi avessero concesso la parola all'inaugurazione del nuovo edificio, avrei detto che i muri e i mattoni non erano ancora la biblioteca e che la cosa più importante della biblioteca doveva essere il servizio reso agli utenti, la finalità erano gli utenti, le persone, non i libri. Per me l'analisi della nuova struttura fu una grande delusione: non era la biblioteca che avevo sognato e mi ero raffigurato. Io volevo ora cercare di rimediare dando un'anima a questa struttura, renderla viva, attraente in modo che fosse di soddisfazione a chiunque veniva per attingere informazioni e sapere. Finora era stato fatto un lavoro materiale. La sistemazione dei libri nei nuovi ambienti (silo, sale di lettura, magazzino e seminari) era stata fatta dal mio predecessore probabilmente in fretta per riaprire quanto prima la biblioteca all'uso e con criteri che non mi convincevano. Ora ci si poteva ragionare con calma, studiando soluzioni più soddisfacenti e più logiche. Pensavo di avere avanti a me diversi anni a disposizione per risistemare tutto con criteri più razionali, ma mi illudevo: il progetto è stato interrotto dopo pochi anni senza prospettiva di poter continuare e concluderlo. Dopo aver constatato che ormai i libri di tutte le biblioteche erano stati raccolti sotto l'unico tetto, analizzando i settori della biblioteca, le relative sezioni delle Sale di lettura e le biblioteche particolari, mi veniva spontanea l'idea di procedere ad una razionalizzazione, per evitare inutili e disorientanti ripetizioni di tanti libri uguali in settori diversi. Con pazienza ho proceduto ad un confronto dei contenuti dei vari seminari: molti di essi contenevano identiche sezioni. Molti dei precedenti responsabili avevano abbandonato i propri seminari alla gestione della Biblioteca centrale. Era l'occasione buona per intervenire e decidere di razionalizzare, d'intesa ovviamente con i rispettivi responsabili: ciò avrebbe comportato l'eliminazione di alcuni seminari da tempo non più gestiti, e la ristrutturazione di altri, tenendo presente un progetto globale di integrazione e di armonizzazione con i settori della Biblioteca e le relative sezioni delle Sale di Lettura. Ero consapevole che ciò avrebbe comportato molto lavoro, ma alla fine tutto sarebbe risultato più ordinato. Motivi per una ristrutturazione dei seminari
1. I seminari ora non sono più inseriti fisicamente nell'ambiente specifico dell'Istituto e quindi perdono la finalità originaria (qui si trovava tutto quanto occorreva, senza dover andare in biblioteca):
2. I Seminari trasferiti nella BC è opportuno che vengano armonizzati e integrati con il contenuto della biblioteca e degli altri seminari e settori.
3. La presenza contemporanea di identiche tematiche presenti in diversi seminari è fonte di doppioni.
4. Le tematiche, non strettamente attinenti al tema del seminario, sono presenti in modo incompleto, sporadico e insufficiente, mentre esse si possono trovare in modo più abbondante e completo nel settore specifico (vedi Storia della Chiesa, Liturgia, Bibbia, Pastorale, sociologia, psicologia ecc.).
5. Molte volte le opere presenti nella sezione sono incomplete, mentre potrebbero essere completate o integrate con altre opere incomplete altrove, riunendo i volumi sparsi.
6. Eliminando le sezioni non pertinenti, i libri possono venir trasferiti nei settori specifici (se ci sono), oppure, in caso di presenza esorbitante (troppe copie), messi a disposizione tra i doppioni.

Progetto di una nuova biblioteca
Costruire un nuovo edificio nella storia di una biblioteca, penso capiti di rado. Nel corso di Bi... more Costruire un nuovo edificio nella storia di una biblioteca, penso capiti di rado. Nel corso di Biblioteconomia vaticana, ricordo che fu trattato o accennato anche questo argomento. Chi prende una decisione di questo genere deve pensare che una nuova costruzione dovrebbe essere anzitutto motivata, secondo pensata a lungo e terzo progettata su principi che non siano solamente quelli di venire incontro ad una mancanza di spazio. Dopo che l'Ateneo divenne Università, anche la biblioteca crebbe di volume e presto incominciò a risentire la strettezza dei propri ambienti. Nel 1984 fu accolta la richiesta di una sistemazione più comoda e l'iniziativa della biblioteca fu inserita tra le opere programmate in vista del centenario della morte di s. Giovanni Bosco (1888-1988). L'ambiente dove era prima collocata la biblioteca era un ambiente modesto, al piano terra dell'edificio della sociologia, con un atrio dove erano collocate le fotocopiatrici, l'accoglienza e lo schedario generale. Entrando nel salone si trovavano a destra gli scaffali con i libri della Sala di lettura e, separate da una parete a vetri, a sinistra, i tavoli dove gli utenti potevano studiare. Il deposito dei libri si estendeva nei sotterranei (suddiviso in tre grandi ambienti) che si estendevano sotto tutti gli edifici fino al palazzo della teologia e filosofia: il primo, molto basso, sotto la sala di lettura, il secondo, grandissimo, per tutta la lunghezza dell'edificio di scienze dell'educazione, e il terzo, suddiviso in varie stanze, sotto il palazzo che ospitava la teologia e la filosofia. Sapevo che esisteva una commissione per la nuova biblioteca, ma nel periodo in cui io fui impegnato in biblioteca (1986-1997) non ebbi mai occasione di parteciparvi. Si proponevano varie ipotesi: costruire sopra, di fianco. Prevalse la scelta di una costruzione completamente nuova e la progettazione architettonica fu affidata allo Studio Valle di Roma. Mentre l'approvazione del progetto, presentato nel marzo del 1989 presso l'ufficio competente del Comune di Roma, subiva ritardi burocratici, avevo proposto di avviare il processo di informatizzazione che avrebbe imposto anche un ripensamento dell'assetto tradizionale della biblioteca. Non mi fu possibile influenzare in nessun modo la costruzione del nuovo edificio. Lo studio era in mano agli architetti e… agli economi, non ai bibliotecari. Prevedendo questa situazione e desiderando frenarla, ricordo di aver lasciato una accorata lettera al Superiore, all'Economo generale e ai responsabili della commissione 1 , supplicandoli di "consultare" perlomeno dei bibliotecari esperti. Suggerivo: il dr. Leo Wieërs che aveva ideato e costruito la biblioteca di Tilburg e il dr. Ivan Rebernik della Biblioteca Vaticana che insegnava alla scuola "istituzioni bibliotecarie". Non mi risulta che queste due persone siano poi state consultate. Il bibliotecario dell'UPS pro tempore, non aveva le competenze necessarie, essendo in fondo un docente incaricato della biblioteca. Le mie preoccupazioni venivano espresse anche nell'ultimo documento del dossier consegne: "Situazione della biblioteca dell'UPS", scritto-si badi bene-nel 1996. Da questo momento non ebbi più notizie dei lavori fino al giorno della inaugurazione ufficiale nel 2006. Nella foto mentre sto illustrando il progetto della nuova biblioteca ad un incontro di bibliotecari di URBE.

Secondo le regole di Ranganathan, ogni biblioteca è un organismo vivo che cresce. L'arricchimento... more Secondo le regole di Ranganathan, ogni biblioteca è un organismo vivo che cresce. L'arricchimento del patrimonio della biblioteca avviene grosso modo in due diversi modalità: con le acquisizioni e le donazioni. Esaminiamo ora con attenzione queste due strade riferendoci soprattutto alla Biblioteca don Bosco. Acquisizioni Ogni biblioteca che intenda essere aggiornata, deve acquistare libri nuovi di proprio interesse prima che scompaiano dal mercato. Il commercio librario infatti ha vita breve. Le editrici mandano al macero i libri invenduti dopo pochi anni. L'acquisto di libri da parte della biblioteca mira all'aggiornamento del proprio patrimonio. Cito l'art.2 del Regolamento della Biblioteca centrale: "Servizio acquisti". Annualmente la BC disporrà di un bilancio proprio che consenta di far fronte alle spese per il funzionamento e l'acquisto libri e riviste di interesse generale. Quindi la BC provvede solamente ai libri e alle riviste di interesse generale: Enciclopedie, dizionari, opere generali e periodici di interesse generale, non specifico. Art. 3 recita: Tutte le Facoltà provvederanno ad un organico aggiornamento dei settori della BC corrispondenti al loro campo di ricerca. Queste le norme che prevedevano anche di fare capo al Servizio acquisti che, dopo i necessari controlli, dovevano trasmettere tutti gli ordini di acquisto alla Libreria dell'UPS. Questa ultima norma fu da me contestata perché, dall'analisi degli sconti, dei tempi di consegna e di altri dati, avevo progettato di rivedere tutta la situazione, avvalendomi della competenza specifica nel campo editoriale e librario acquistata in 16 anni di permanenza e di lavoro nella editrice LDC. Dopo aver osservato tutti i procedimenti, mi proponevo di razionalizzare e riorganizzare il settore delle acquisizioni. Reclamavo:-maggiore autonomia decisionale alla biblioteca per l'acquisto di opere di reference, sussidi, vocabolari linguistici, opere di informazione e tutti quei settori non specifici delle facoltà (i bibliotecari, a continuo contatto dei libri, vedono meglio le necessità e sentono le richieste degli utenti);-libertà e l'autorità di poter prendere l'iniziativa di completare collane, opere in più volumi, ecc. senza dover ricorrere alla burocratica pratica di dover chiedere e ottenere autorizzazioni;-evitare lungaggini con il passaggio dalla libreria-editrice LAS (duplicazione di operazioni, sconti troppo bassi, passaggi di foglietti da una parte all'altra che in media allungavano di almeno 2 settimane il tempo, prima di poter spedire l'ordine);-possibilità di rivolgersi direttamente alle editrici o a dei grossisti che fornivano sconti maggiori di quelli praticati dalla LAS, facendo risparmiare notevolmente la Biblioteca. Dopo la chiusura della libreria dell'UPS, questa prassi divenne normale. Riorganizzare e razionalizzare. Regolamenti: acquisizioni 05-ACQUISIZIONI E DONAZIONI

16 Oltre la Biblioteca Centrale si svilupparono poco alla volta in modo autonomo delle modeste bi... more 16 Oltre la Biblioteca Centrale si svilupparono poco alla volta in modo autonomo delle modeste biblioteche organizzate dagli Istituti o dalle Facoltà nelle quali si raccoglievano i libri specifici inerenti agli studi della facoltà. Per esempio, il Pontificium Institutum Altioris Latinitatis, affidato da Giovanni XXIII all'Ateneo, fin dal 1966 si era fornito di biblioteca propria. Mentre i settori della biblioteca, nel corso della storia, erano stati definiti dai bibliotecari e gestiti con criteri uniformi, le biblioteche dei seminari, dislocate nelle sedi delle singole Facoltà o presso i rispettivi Istituti, si erano sviluppate in proprio con diversi criteri. Volevano essere delle biblioteche specializzate con raccolte tematiche specifiche, esclusivamente accessibili a docenti e studenti della Facoltà. Lo scopo era la comodità di avere in loco i libri specifici della facoltà, senza dover andare nella BC. Essendo autonome si erano create classificazioni e suddivisioni ad hoc, probabilmente senza concordarle con la direzione della BC. Dopo l'introduzione dell'automazione (1989), anche queste piccole biblioteche chiedevano di poter usufruire di questo nuovo servizio. Il prefetto don Giuseppe Tabarelli, volendo conoscere meglio la situazione aveva preparato un questionario che fu distribuito alle biblioteche di seminario. Il rilevamento di questi dati fu la base per la discussione nella storica riunione dei responsabili convocata il 1. dicembre 1989. Risultò una situazione molto differenziata e un quadro molto eterogeneo e problematico. Alcune biblioteche (Catechetica, Didattica), agendo per conto proprio, avevano immessi i propri libri nel computer (PC) creandosi improvvisati sistemi di catalogazione in differenti sistemi informatici (DB-IV e Pro-Cyte), non facilmente recuperabili. Si trattava di passare dalla gestione cartacea all'automazione (uso del computer) e all'integrazione con il programma informatico in uso nella biblioteca. Alcuni seminari rinunciarono alla gestione autonoma e furono trasferiti subito nella biblioteca centrale e sistemati nei magazzini, altri continuarono ad essere gestiti in modo autonomo finché, con l'inaugurazione del nuovo edificio della biblioteca, fu deciso di trasferirli tutti sotto lo stesso tetto, ricevendo un proprio numero di settore sullo stile adottato nella BC. Solo nel 2012 si decise di riunirli quasi tutti al terzo piano. Riportiamo un prospetto riassuntivo di queste biblioteche particolari:
47.Fondo Gambaro (storia della pedagogia)
48.Teologia in contesto (abolito→13)
49.Missionologia e Missioni sales. (abolito→22, 18)
50.Centro studi Don Bosco
51.Liturgia e Pastorale (abolito→15 o 13)
52.Teologia Dogmatica
53.Teologia morale (abolito, assorbito in SL-4)
54.Spiritualità
55.Ateismo e Marxismo
56.Scienze Religiose
57.Scienze sociali e politiche
58.Pastorale giovanile (creato nuovo)
61.Teoria e storia dell'Educazione
62.Catechetica
63.Didattica
64.Psicologia dell'educazione (abolito)
65.Ist. di Sociologia
67.Metodologia Pedagogica
68.Storia del Diritto Canonico
69.Diritto Canonico Vigente
70.Latinitas (Biblioteca)
Biblioteche particolari: Storia, struttura e classificazione 04-BIBLIOTECHE PARTICOLARI (SEMINARI)

Del passato non c'è molto da dire, perché non ci sono memorie storiche. Riassumo quanto avevo già... more Del passato non c'è molto da dire, perché non ci sono memorie storiche. Riassumo quanto avevo già presentato nella "Guida alla Biblioteca" (2014) posta sul sito biblioteca.unisal.it, notizie del resto già contenute in massima parte nel fascicolo ciclostilato dal titolo "Le biblioteche dell'Università Pontificia Salesiana" (senza indicazioni di data, presumibilmente del 1984) contenente quattro sezioni eterogenee:
1.Il servizio delle Biblioteche dell'UPS
2.La Biblioteca Centrale (BC) [storia, settori, catalogo, Sala di Lettura ecc.]
3.Norme per gli utenti della BC [accesso, consultazione, prestito e servizio fotocopie]
4.Le Biblioteche particolari nell'UPS [numerazione e descrizione suddivisi per facoltà]
Un altro fascicolo ciclostilato, che porta la data del 24 maggio 1984, viene presentato il "Regolamento della Biblioteca Centrale", regolamento che il sottoscritto ha tentato di rifare e aggiornare nel 1993, dopo l'introduzione dell'automazione.
Del primo periodo storico non siamo riusciti a reperire l'elenco dei bibliotecari o meglio degli incaricati della biblioteca. Di sicuro sappiamo che dall'inizio degli anni '40, quando la biblioteca fu messa al servizio delle prime facoltà universitarie, il bibliotecario fu don Sylvester Taliga, sacerdote slovacco che diresse la biblioteca per almeno 25 anni fino alla sua morte (1969). Ecco l'elenco degli altri direttori della biblioteca:
1970-1971 D. Prospero Stella (docente)
1971-1978 D. Giuseppe Benotto (bibliotecario)
1979-1980 D. Achille Triacca (docente)
1981-1985 D. Mario Simoncelli (docente)
1986-1988 D. Kasimierz Szczerba (pro-prefetto)
1988-1993 D. Giuseppe Tabarelli (bibliotecario che introdusse l’automazione)
1993-2008 D. Juan Picca (docente che seguì i lavori della nuova biblioteca)
2008-2012 D. Giuseppe Tabarelli (secondo bibliotecario nella nuova biblioteca)
2012-2016 D. Paolo Zuccato
2016- dr. Marcello Sardelli (diplomato in biblioteconomia)
Si vede dai nomi che si tratta in genere di persone di buona volontà o docenti, non a tempo pieno, che seguivano la biblioteca senza una vera competenza specifica. I primi bibliotecari con diploma professionale conseguito alla Scuola Vaticana di biblioteconomia sono stati negli anni 80: d. Agostino Nolli, D. Kasimierz Szczerba, D. Mieczislaw Wozniak, D. Juan Olivares, D. Grzegorsz Wieczorek, D. Jozef Kutarña e poi anche qualcuno degli impiegati. Il sottoscritto da prefetto, assumeva solamente persone qualificate.
Accanto al prefetto lavorarono in biblioteca per alcuni anni diversi confratelli salesiani con mansioni specifiche o generiche. Ricordiamo senza pretese di completezza: D. Joze Zver, d. Antonio Papès, d. Agostino Nolli (periodici), sig. Cristoforo Catalanotto, D. Kasimierz Szczerba, D. Mieczislaw Wozniak, D. Juan Olivares, D. Vincent Vaz, D. Grzegorsz Wieczorek, D. Jozef Kutarña, Thomas, D. Devadoss Sagayaraj, sig. Valentino Persico.
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Papers by Giuseppe Tabarelli
Per me stesso. Il compito di dirigere la biblioteca è stato per me un impegno interessante e positivo. Ho cercato di esplicare le mie capacità di manager sfruttando l'esperienza e la professionalità acquisita, ma devo ammettere di aver sperimentato anche i miei limiti personali e quelli imposti dalle circostanze.
Per i miei collaboratori. La mia riconoscenza soprattutto per quelli che hanno svolto il loro lavoro con pro-fessionalità, convinzione ed entusiasmo per raggiungere dei risultati positivi.
Per i miei successori. Esprimo il desiderio che il lavoro impostato possa proseguire continuando i progetti ideati e abbozzati da altri persone. La continuità in un progetto è garanzia di successo.
Per i superiori responsabili. Oserei suggerire ai superiori di non far prevalere sempre la propria autorità, e in casi di conflitto fidarsi di chi è competente e professionalmente preparato. I conflitti tra autorità e competenza possono provocare gravi danni alle persone e alle istituzioni.
A conclusione di tutte le considerazioni mi permetto di consigliare ai responsabili di trovare risposte adeguate a tradurre in realtà gli auspici e le prospettive emergenti dalla mia narrazione ed esperienza: La Biblioteca possa crescere e svilupparsi soprattutto in qualità e tecnologicamente in modo da essere apprezzata non solo per l'edificio, ma per la sua efficienza e il servizio che offre; La biblioteca torni a fiorire diventando effettivamente il centro delle informazioni per lo studio e la ricerca per tutti quelli cha la utilizzano, vicini e lontani; Sia tenuta in considerazione soprattutto la professionalità delle persone che vi lavorano: siano preparate, competenti, aperte al futuro e scelte dopo un periodo di prova, non inserite semplicemente per amicizia o raccomandazione; Stia attenta a camminare con i tempi, mantenendosi aggiornata sulle tendenze e i nuovi sviluppi per non restare indietro e diventare obsoleta; Le autorità (Rettore, Senato, Gran Cancelliere) facciano di tutto per promuovere, incoraggiare, sostenere e non per mortificare lo sviluppo della biblioteca; La biblioteca faccia conoscere e valorizzi i grandi tesori che possiede con mostre, esposizioni, convegni e mostre virtuali permanenti; Tenga presente la internazionalità degli utenti (studenti e docenti) e offra un servizio adeguato con libri in diverse lingue; per la scelta del personale si tenga presente anche la conoscenza di lingue; 17-A CONCLUSIONE
1. I seminari ora non sono più inseriti fisicamente nell'ambiente specifico dell'Istituto e quindi perdono la finalità originaria (qui si trovava tutto quanto occorreva, senza dover andare in biblioteca):
2. I Seminari trasferiti nella BC è opportuno che vengano armonizzati e integrati con il contenuto della biblioteca e degli altri seminari e settori.
3. La presenza contemporanea di identiche tematiche presenti in diversi seminari è fonte di doppioni.
4. Le tematiche, non strettamente attinenti al tema del seminario, sono presenti in modo incompleto, sporadico e insufficiente, mentre esse si possono trovare in modo più abbondante e completo nel settore specifico (vedi Storia della Chiesa, Liturgia, Bibbia, Pastorale, sociologia, psicologia ecc.).
5. Molte volte le opere presenti nella sezione sono incomplete, mentre potrebbero essere completate o integrate con altre opere incomplete altrove, riunendo i volumi sparsi.
6. Eliminando le sezioni non pertinenti, i libri possono venir trasferiti nei settori specifici (se ci sono), oppure, in caso di presenza esorbitante (troppe copie), messi a disposizione tra i doppioni.
47.Fondo Gambaro (storia della pedagogia)
48.Teologia in contesto (abolito→13)
49.Missionologia e Missioni sales. (abolito→22, 18)
50.Centro studi Don Bosco
51.Liturgia e Pastorale (abolito→15 o 13)
52.Teologia Dogmatica
53.Teologia morale (abolito, assorbito in SL-4)
54.Spiritualità
55.Ateismo e Marxismo
56.Scienze Religiose
57.Scienze sociali e politiche
58.Pastorale giovanile (creato nuovo)
61.Teoria e storia dell'Educazione
62.Catechetica
63.Didattica
64.Psicologia dell'educazione (abolito)
65.Ist. di Sociologia
67.Metodologia Pedagogica
68.Storia del Diritto Canonico
69.Diritto Canonico Vigente
70.Latinitas (Biblioteca)
Biblioteche particolari: Storia, struttura e classificazione 04-BIBLIOTECHE PARTICOLARI (SEMINARI)
1.Il servizio delle Biblioteche dell'UPS
2.La Biblioteca Centrale (BC) [storia, settori, catalogo, Sala di Lettura ecc.]
3.Norme per gli utenti della BC [accesso, consultazione, prestito e servizio fotocopie]
4.Le Biblioteche particolari nell'UPS [numerazione e descrizione suddivisi per facoltà]
Un altro fascicolo ciclostilato, che porta la data del 24 maggio 1984, viene presentato il "Regolamento della Biblioteca Centrale", regolamento che il sottoscritto ha tentato di rifare e aggiornare nel 1993, dopo l'introduzione dell'automazione.
Del primo periodo storico non siamo riusciti a reperire l'elenco dei bibliotecari o meglio degli incaricati della biblioteca. Di sicuro sappiamo che dall'inizio degli anni '40, quando la biblioteca fu messa al servizio delle prime facoltà universitarie, il bibliotecario fu don Sylvester Taliga, sacerdote slovacco che diresse la biblioteca per almeno 25 anni fino alla sua morte (1969). Ecco l'elenco degli altri direttori della biblioteca:
1970-1971 D. Prospero Stella (docente)
1971-1978 D. Giuseppe Benotto (bibliotecario)
1979-1980 D. Achille Triacca (docente)
1981-1985 D. Mario Simoncelli (docente)
1986-1988 D. Kasimierz Szczerba (pro-prefetto)
1988-1993 D. Giuseppe Tabarelli (bibliotecario che introdusse l’automazione)
1993-2008 D. Juan Picca (docente che seguì i lavori della nuova biblioteca)
2008-2012 D. Giuseppe Tabarelli (secondo bibliotecario nella nuova biblioteca)
2012-2016 D. Paolo Zuccato
2016- dr. Marcello Sardelli (diplomato in biblioteconomia)
Si vede dai nomi che si tratta in genere di persone di buona volontà o docenti, non a tempo pieno, che seguivano la biblioteca senza una vera competenza specifica. I primi bibliotecari con diploma professionale conseguito alla Scuola Vaticana di biblioteconomia sono stati negli anni 80: d. Agostino Nolli, D. Kasimierz Szczerba, D. Mieczislaw Wozniak, D. Juan Olivares, D. Grzegorsz Wieczorek, D. Jozef Kutarña e poi anche qualcuno degli impiegati. Il sottoscritto da prefetto, assumeva solamente persone qualificate.
Accanto al prefetto lavorarono in biblioteca per alcuni anni diversi confratelli salesiani con mansioni specifiche o generiche. Ricordiamo senza pretese di completezza: D. Joze Zver, d. Antonio Papès, d. Agostino Nolli (periodici), sig. Cristoforo Catalanotto, D. Kasimierz Szczerba, D. Mieczislaw Wozniak, D. Juan Olivares, D. Vincent Vaz, D. Grzegorsz Wieczorek, D. Jozef Kutarña, Thomas, D. Devadoss Sagayaraj, sig. Valentino Persico.
Per me stesso. Il compito di dirigere la biblioteca è stato per me un impegno interessante e positivo. Ho cercato di esplicare le mie capacità di manager sfruttando l'esperienza e la professionalità acquisita, ma devo ammettere di aver sperimentato anche i miei limiti personali e quelli imposti dalle circostanze.
Per i miei collaboratori. La mia riconoscenza soprattutto per quelli che hanno svolto il loro lavoro con pro-fessionalità, convinzione ed entusiasmo per raggiungere dei risultati positivi.
Per i miei successori. Esprimo il desiderio che il lavoro impostato possa proseguire continuando i progetti ideati e abbozzati da altri persone. La continuità in un progetto è garanzia di successo.
Per i superiori responsabili. Oserei suggerire ai superiori di non far prevalere sempre la propria autorità, e in casi di conflitto fidarsi di chi è competente e professionalmente preparato. I conflitti tra autorità e competenza possono provocare gravi danni alle persone e alle istituzioni.
A conclusione di tutte le considerazioni mi permetto di consigliare ai responsabili di trovare risposte adeguate a tradurre in realtà gli auspici e le prospettive emergenti dalla mia narrazione ed esperienza: La Biblioteca possa crescere e svilupparsi soprattutto in qualità e tecnologicamente in modo da essere apprezzata non solo per l'edificio, ma per la sua efficienza e il servizio che offre; La biblioteca torni a fiorire diventando effettivamente il centro delle informazioni per lo studio e la ricerca per tutti quelli cha la utilizzano, vicini e lontani; Sia tenuta in considerazione soprattutto la professionalità delle persone che vi lavorano: siano preparate, competenti, aperte al futuro e scelte dopo un periodo di prova, non inserite semplicemente per amicizia o raccomandazione; Stia attenta a camminare con i tempi, mantenendosi aggiornata sulle tendenze e i nuovi sviluppi per non restare indietro e diventare obsoleta; Le autorità (Rettore, Senato, Gran Cancelliere) facciano di tutto per promuovere, incoraggiare, sostenere e non per mortificare lo sviluppo della biblioteca; La biblioteca faccia conoscere e valorizzi i grandi tesori che possiede con mostre, esposizioni, convegni e mostre virtuali permanenti; Tenga presente la internazionalità degli utenti (studenti e docenti) e offra un servizio adeguato con libri in diverse lingue; per la scelta del personale si tenga presente anche la conoscenza di lingue; 17-A CONCLUSIONE
1. I seminari ora non sono più inseriti fisicamente nell'ambiente specifico dell'Istituto e quindi perdono la finalità originaria (qui si trovava tutto quanto occorreva, senza dover andare in biblioteca):
2. I Seminari trasferiti nella BC è opportuno che vengano armonizzati e integrati con il contenuto della biblioteca e degli altri seminari e settori.
3. La presenza contemporanea di identiche tematiche presenti in diversi seminari è fonte di doppioni.
4. Le tematiche, non strettamente attinenti al tema del seminario, sono presenti in modo incompleto, sporadico e insufficiente, mentre esse si possono trovare in modo più abbondante e completo nel settore specifico (vedi Storia della Chiesa, Liturgia, Bibbia, Pastorale, sociologia, psicologia ecc.).
5. Molte volte le opere presenti nella sezione sono incomplete, mentre potrebbero essere completate o integrate con altre opere incomplete altrove, riunendo i volumi sparsi.
6. Eliminando le sezioni non pertinenti, i libri possono venir trasferiti nei settori specifici (se ci sono), oppure, in caso di presenza esorbitante (troppe copie), messi a disposizione tra i doppioni.
47.Fondo Gambaro (storia della pedagogia)
48.Teologia in contesto (abolito→13)
49.Missionologia e Missioni sales. (abolito→22, 18)
50.Centro studi Don Bosco
51.Liturgia e Pastorale (abolito→15 o 13)
52.Teologia Dogmatica
53.Teologia morale (abolito, assorbito in SL-4)
54.Spiritualità
55.Ateismo e Marxismo
56.Scienze Religiose
57.Scienze sociali e politiche
58.Pastorale giovanile (creato nuovo)
61.Teoria e storia dell'Educazione
62.Catechetica
63.Didattica
64.Psicologia dell'educazione (abolito)
65.Ist. di Sociologia
67.Metodologia Pedagogica
68.Storia del Diritto Canonico
69.Diritto Canonico Vigente
70.Latinitas (Biblioteca)
Biblioteche particolari: Storia, struttura e classificazione 04-BIBLIOTECHE PARTICOLARI (SEMINARI)
1.Il servizio delle Biblioteche dell'UPS
2.La Biblioteca Centrale (BC) [storia, settori, catalogo, Sala di Lettura ecc.]
3.Norme per gli utenti della BC [accesso, consultazione, prestito e servizio fotocopie]
4.Le Biblioteche particolari nell'UPS [numerazione e descrizione suddivisi per facoltà]
Un altro fascicolo ciclostilato, che porta la data del 24 maggio 1984, viene presentato il "Regolamento della Biblioteca Centrale", regolamento che il sottoscritto ha tentato di rifare e aggiornare nel 1993, dopo l'introduzione dell'automazione.
Del primo periodo storico non siamo riusciti a reperire l'elenco dei bibliotecari o meglio degli incaricati della biblioteca. Di sicuro sappiamo che dall'inizio degli anni '40, quando la biblioteca fu messa al servizio delle prime facoltà universitarie, il bibliotecario fu don Sylvester Taliga, sacerdote slovacco che diresse la biblioteca per almeno 25 anni fino alla sua morte (1969). Ecco l'elenco degli altri direttori della biblioteca:
1970-1971 D. Prospero Stella (docente)
1971-1978 D. Giuseppe Benotto (bibliotecario)
1979-1980 D. Achille Triacca (docente)
1981-1985 D. Mario Simoncelli (docente)
1986-1988 D. Kasimierz Szczerba (pro-prefetto)
1988-1993 D. Giuseppe Tabarelli (bibliotecario che introdusse l’automazione)
1993-2008 D. Juan Picca (docente che seguì i lavori della nuova biblioteca)
2008-2012 D. Giuseppe Tabarelli (secondo bibliotecario nella nuova biblioteca)
2012-2016 D. Paolo Zuccato
2016- dr. Marcello Sardelli (diplomato in biblioteconomia)
Si vede dai nomi che si tratta in genere di persone di buona volontà o docenti, non a tempo pieno, che seguivano la biblioteca senza una vera competenza specifica. I primi bibliotecari con diploma professionale conseguito alla Scuola Vaticana di biblioteconomia sono stati negli anni 80: d. Agostino Nolli, D. Kasimierz Szczerba, D. Mieczislaw Wozniak, D. Juan Olivares, D. Grzegorsz Wieczorek, D. Jozef Kutarña e poi anche qualcuno degli impiegati. Il sottoscritto da prefetto, assumeva solamente persone qualificate.
Accanto al prefetto lavorarono in biblioteca per alcuni anni diversi confratelli salesiani con mansioni specifiche o generiche. Ricordiamo senza pretese di completezza: D. Joze Zver, d. Antonio Papès, d. Agostino Nolli (periodici), sig. Cristoforo Catalanotto, D. Kasimierz Szczerba, D. Mieczislaw Wozniak, D. Juan Olivares, D. Vincent Vaz, D. Grzegorsz Wieczorek, D. Jozef Kutarña, Thomas, D. Devadoss Sagayaraj, sig. Valentino Persico.