Books by Francesco Barone
Questo libro descrive una storia di rilevanti conseguenze: frequenti invasioni che causarono il c... more Questo libro descrive una storia di rilevanti conseguenze: frequenti invasioni che causarono il crollo e la ristrutturazione di frontiere secolari tra il continente africano e quello europeo; l’ascesa di stati, leggi e sistemi di governo inediti; lo scambio di credenze religiose tra Islām e Cristianità; la trasformazione di arti, cultura, scienza e sapere; mutamenti capitali nelle forze motrici sociali ed economiche del Mediterraneo centrale. Ma in particolare questo è uno studio su individui e potere.
hJ Siracusa e dalle settecentesche mirabilia delsontuosobarocco diNoto, Ragusa,Modica o Caltagiro... more hJ Siracusa e dalle settecentesche mirabilia delsontuosobarocco diNoto, Ragusa,Modica o Caltagirone,la fase medievale dei luoghi e dei monumenti di Sicilia ha per lungo tempo scontato un'esistenza umbratile, strappando a turisti e viaggiatori interessati alle antichità delf isola sguardi frettolosi eperplessi. Certo, non mancheranno quanti ricorderanno a gran voce i rinomati monumenti normanni di Palermo e Monreale o 1o svevo castello Ursino di Catania: ma che altro? Solo un rassegnato silenzio,aggravato da un nugolo di incertezze inmerito ai protagonisti,alle strutture sociali, economiche e istituzionali, alle correnti artistiche e culturali. Esplorare città,borghi e architetture di Sicilia con occhio consapevelmente rivolto a1le testimonianze di età medielale equivale dunque ad assaporare la scoperta d'una Sicilia"altrd'. UN MEDIOEVO ORIGINALE Un microcosmo di misconosciut a ricchezza e originalità, maturato nei confini di un insularità netta,geometrica, ma felicemente porosa e pulsante, lungo la faglia mediterranea di collisione culturale e geopolitica fra 0ccidente e 0riente,Nord e Sud. Sulla scia di siffatti spunti,la nostra guida sgrana una mappa di itinerari poco consueta nel suo genere, raggruppando una rosa di locaiità e monumenti di interesse medievale tali da abbracciare il mosaico di esperienze storiche e culturali che una terra dotata di sfaccettature subregionali come poche altre -le"cento Sicilie", con acume evocate da Gesualdo Bufalinoè andata tessendo fra iì XII e il XV secolo. La genesi del Medioevo siciliano non esordisce con la mcclesima cronologia e gli stessi londarncnti istituzionali comtrn i al resto d'Europa. Nella fcrtilc c grande isola al centro del Mediterranco nun cbbc anz.itutto luogo alcuno stanziamento stabile e protratto ne1 tempo di popolazioni germaniche, a differenza del pur vicino Mezzogiorno continentale, largamente condizionato dalla componente longobarda. Bisanzio e 1'lslam furono i due grandi universi politici, economici e culturali che inglobarono la Sicilia fra ilVI e l'XI secolo. Sottoposla alla diretta amm jnistrazione di Costantinopoli dal 535, dall'827 al106l l'isola siciliana costituirà un appendice Particolare dei preziosi mosaici che decorano il Palazzo Reale di Pa1ermo. frontaliera dell'Islam maghrebino (1a conquista, lanciata dagli emiri Aghlabidi, mosse infatti daile sponde dell'attuale Tunisia), da cui migrarono massicciamente Arabi, Berberi e Iranici che, diffondendo moschee,scuole coraniche e circoli sufi, ne fecero terra ditenace radicamento della fede e della cultura islamica,permettendo nel contempo ai sudditi cristiani dimantenere il proprio credo, in grazia d i u n apposito statuto giuridico. Solo a partire dalXII secolo con il consol idamento della conquista normanna e 1a straordinaria esperienza del Regno di Sicilia *, f isolava progressivamente agganciandosi al1'0ccidente romanzo e cattolico: adesso il primato spetta a cavalieri e combattenti transalpini e deÌl'Italia settentrionaÌe,amonacibenedettini di cultura normannae bretone,a liberi contadini giunti dalla Calabria per dissodare nuove [erre,a mercanti genovesi,pisani e veneziani checol lavore dei regnantiacquisiscono posizioni di monopolio nel com mercio dei cereali,ment re i Musulmani rimasti nelf isola, spogliati delie armi e generalmente INTRODUZIONE LE CENTO SICILIE [Jn itinerario avvincente e inconsueto alla scoperta di una regione dalle infinite sfaccettature e ricchezze. Dalle testimonianze artistiche e storiche di epoca normanna a quelle del Quattrocento aragonese. Un grande sfarzo car atter izzal abito tradizionale degliAlbanesi di Sicilia, qui approdati alla fine del XV secolo. ridotti allo stato divillani (rustici subalterni), sopportano la pressione diun risoluto progetto di acculturazione forzata, anche quando abbiano conservato posizioni sociali più elevate. Un ruolo di spicco giocherà in particolare la componente lombarda, rappresentata da elementi feudali o cittadini e borghesi dell'Italia centro-settentrionale, giunl i in Sicilia al seguito delle aristocrazie guerriere o su accoglienza dei sovrani: piemontesi, liguri, lombardi, emiliani, toscani, che a ondate si stabiliscono nell'isola ancora fi no ai primi del Quattrocento, insediandosi nellecittà ma ancorpiir neicentri minori, iborghi muratientro cuiesprimono una tradizione di orgoglioselibertà civili e sociali, grazie alJa loro condizione di artigiani, mercanti, allevatori o piccoli imprenditori agricoli. Una compagine che ha lasciato traccia duratura di sé negli idiomi cosiddetti ' gallo-italici", di matrice marcatamente padana e tutt'oggi invoga presso una manciata di paesi disseminati fra 1'altopiano interno dell'Ennese e1'area montagnosa dei Nebrodi, da Piazza Armerina a San Fratello. lnforme dirette o larvate,il processo dilatinizzazione della Sicilia si svolse in ogni caso grazie allaposizione diforza dei nuovi dominatori, culminando in episodi violenti come il massacro dei Musulmani delVal di Noto da parte deilombardi nel I 161,o lalunga guerradi sterminio che l'imperatore Federico II condusse contro le comunità ribelli
Papers by Francesco Barone
Il contributo riesamina alcuni importanti aspetti della vicenda di Enrico, figlio del marchese ... more Il contributo riesamina alcuni importanti aspetti della vicenda di Enrico, figlio del marchese Manfredi (m. 1079) del ramo aleramico 'anselmiano' egemone nel quadrante ligure occidentale gravitante su Savona e in lembi di Piemonte meridionale compresi fra Tanaro e Belbo. Si discutono in particolare tempi e modi del suo radicamento nella Sicilia post-islamica, dove, legatosi di parentela con gli Altavilla, assurse a signore e grande proprietario laico nella metà orientale dell’isola. Di speciale interesse l’assunzione dei predicati di ‘comes’ e di ‘marchio’: quest'ultimo (vero 'unicum' nella Sicilia di XII secolo) inteso da chi scrive non soltanto come amplificatore di prestigio, ma altresì a supporto simbolico di probabili responsabilità di disciplinamento e coordinamento di contingenti di immigrati ‘lombardi’ attirati in fertili plaghe collinari della Sicilia centro-meridionale a prevalente popolazione indigena musulmana.
The paper rethinks some key aspects of the story of Enrico, son of the Marquis Manfredi (d. 1079) of the 'Anselmian' Aleramic branch which was hegemonic in the western Ligurian area gravitating towards Savona and in strips of southern Piedmont between the river courses of the Tanaro and the Belbo. In particular, the focus is on the times and ways of Enrico's insertion into post-Islamic Sicily, where, having intermarried with the Altavilla family, he acquired important noble and patrimonial positions in the eastern half of the island. Particular attention is paid to the assumption of the predicates of 'comes' and 'marchio', interpreting the latter (without equal in 12th century Sicily) not only as a further amplifier of prestige but also as a symbolic reinforcement of the probable tasks of disciplining and coordinating the groups of 'Lombard' immigrants settled in areas of central-southern Sicily dotted with a predominantly indigenous Muslim population.
in 'Mediae Aetatis Vestigia Terrae Paternionis. Convegno di Studi Medievali' a cura di B. Cavallaro, M. Chisari, A. Mirenna, Lussografica, Caltanissetta 2022, pp. 65-73
in 'Lingua e storia a Caltagirone', a cura di S. Menza, Centro di studi filologici e linguistici siciliani, Palermo 2021, pp. 33-68.
The paper discusses phenomena of continuity and inheritance in the Near East at the time of the U... more The paper discusses phenomena of continuity and inheritance in the Near East at the time of the Umayyad Caliphate (661-750), which had moved the political center of Islamic rule from Ḥiğāz to Šām (Greater Syria). The creation of an immense empire did not happen in a vacuum. The setting up of a fiscal state apparatus, based on the prevailing taxation of an overwhelming majority of non-Muslim subjects, took place by continuing with many aspects of the Roman and Sasanid administrative systems. At the same time the caliphal institution reshaped itself as patrimonial (in the Weberian sense) and dynastic, along the lines of the Roman-Byzantine and Iranian imperialities, with an emerging rhetoric of ‘Muhammadian’ legitimacy. The new Islamic empire therefore reworked - with its own dose of originality – elements of more ancient political traditions, within what Neuwirth adequately defined the ‘epistemic space of late antiquity’.
Sito CERM (Centro Europeo di Ricerche Medievali), sez. Rivista, 2020 - https://www.cerm-ts.org/misericordia-martirio-e-contagio-realta-percezioni-e-interpretazioni-della-peste-nellislam-medievale-secc-vii-xiv/], 2020
Siamo molto lieti di pubblicare un saggio del nostro socio Francesco Barone sulle epidemie di pes... more Siamo molto lieti di pubblicare un saggio del nostro socio Francesco Barone sulle epidemie di peste nell’islām medievale, dalla prima ondata, che fu contemporanea allo svolgimento iniziale della religione islamica e delle conquiste arabe, al tardo medioevo, quando le pestilenze nei paesi musulmani furono parallele della più famosa pestilenza dell’Europa medievale. Attraverso le fonti arabe e con l’appoggio di una storiografia recente molto puntualmente aggiornata, Barone delinea gli intrecci fra la conoscenza medica, dettata dall’esperienza diretta di molti sapienti arabi e dall’eredità classica di medici e poeti, e le interpretazioni e le valutazioni religiose dell’età medievale. Dunque il contrappunto fra l’idea della volontà divina come determinante primaria della malattia in una divina volontà di punizione dei peccati, integrata peraltro da una valenza di misericordia della quale Barone sottolinea l’importanza e la peculiarità, e gli sviluppi di pensiero per così dire secondari sulla natura del contagio e sulle modalità con le quali le persone potevano difendersi ed evitare la morte. Morte che da alcuni autori islamici venne considerata alla stregua di un martirio e dunque pegno di ricompensa divina, allo stesso modo della morte nel ğihād. Ricordiamo al proposito che Francesco Barone è autore tra le altre cose dell’illuminante saggio 'Parole di violenza o parole violentate? Nuclei semantici e variazioni storiche del lemma arabo ‘ğihād’', in 'Violenza delle parole, parole della violenza. Percorsi storico-linguistici', a cura di R. Barcellona, T. Sardella, Milano, 2019 (Eterotopie, 586), pp. 171-187. Nel contesto di una lucida revisione di alcune opinioni correnti sulla civiltà islamica, tra cui l’idea di una passiva accettazione dell’epidemia e dell’assenza di positive reazioni, Barone illustra la diversità delle posizioni degli scrittori, la battaglia di alcuni contro i “negazionisti” del contagio e le articolate pratiche e rimedi proposti nel mondo islamico, nonché la lucidità di taluni, come il grandissimo storico e sociologo ante litteram Ibn Ḫaldūn (1332-1406), il quale vide all’origine delle grandi epidemie il sovraccarico demografico e la conseguente “corruzione dell’atmosfera proveniente da una popolazione sovrabbondante”, non senza identificare nella grande pestilenza del Trecento l’avvio della fase finale delle grandi formazioni statali musulmane. Questo saggio di Francesco Barone offre dunque, oltre ad alcune suggestioni attualizzanti e all’opportunità di una riflessione sulle epidemie come fatto costante e fondamentale nell’evoluzione di ogni società, anche l’occasione per una conoscenza della civiltà islamica che fa spesso crudelmente difetto nella nostra cultura.
Paolo Cammarosano
in 'Violenza delle parole, parole della violenza. Percorsi storico-linguistici', a cura di R. Bar... more in 'Violenza delle parole, parole della violenza. Percorsi storico-linguistici', a cura di R. Barcellona e T. Sardella, Mimesis, Milano 2019, pp. 171-187
in ‘Le vie della comunicazione nel medioevo. Livelli, soggetti e spazi d’intervento nei cambiamenti sociali e politici’, CERM - École française de Rome, Trieste-Roma 2019, pp. 271-329
The article focuses shortly the attention on the exegesis of graphic symbolism of the Arabic scri... more The article focuses shortly the attention on the exegesis of graphic symbolism of the Arabic script in a series of medieval Sufi works (among which it has been emphasized the contribution of Muḥyī al-Dīn Ibn al-‘Arabī), showing the peculiar metaphysical and cosmological status of the so-called “Science of Letters” whose doctrinal coherence unwinds unchanged across a wide temporal and spatial scale of intellectual expression of Islamic spirituality.
Il profumo nella metafisica e nella santità cristiana e islamica * 1. La tradizione cristiana «Il... more Il profumo nella metafisica e nella santità cristiana e islamica * 1. La tradizione cristiana «Il santo è il fiore fragrante di Dio sulla terra: i sinceri ne respirano il profumo, che penetra fino ai loro cuori e ispira loro il desiderio del Signore». Al-Sha'rāni (m. 1565), al-Tabaqāt al-kubrā «Poiché dunque entrambi, cioè l'odore e lo Spirito, sono in un certo senso vapori, e il simile si nutre del simile, non c'è nulla di strano nel fatto che lo Spirito e l'uomo spirituale traggano alimento soprattutto dagli odori». Marsilio Ficino (m. 1499), De vita, II, 18
Islām in Sicilia nel XII e XIII secolo: ortoprassi, scienze religiose e tasawwuf.
Book Reviews by Francesco Barone
Recensione a 'Empires and Communities in the Post-Roman and Islamic World, c. 400-1000 CE', ed. by Walter Pohl, Rutger Kramer, New York, Oxford University Press, 2021, pp. 464, in «Occidente/Oriente. Rivista internazionale di studi tardoantichi», 4 (2023), pp. 240-244
Talks by Francesco Barone
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Papers by Francesco Barone
The paper rethinks some key aspects of the story of Enrico, son of the Marquis Manfredi (d. 1079) of the 'Anselmian' Aleramic branch which was hegemonic in the western Ligurian area gravitating towards Savona and in strips of southern Piedmont between the river courses of the Tanaro and the Belbo. In particular, the focus is on the times and ways of Enrico's insertion into post-Islamic Sicily, where, having intermarried with the Altavilla family, he acquired important noble and patrimonial positions in the eastern half of the island. Particular attention is paid to the assumption of the predicates of 'comes' and 'marchio', interpreting the latter (without equal in 12th century Sicily) not only as a further amplifier of prestige but also as a symbolic reinforcement of the probable tasks of disciplining and coordinating the groups of 'Lombard' immigrants settled in areas of central-southern Sicily dotted with a predominantly indigenous Muslim population.
Paolo Cammarosano
Book Reviews by Francesco Barone
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The paper rethinks some key aspects of the story of Enrico, son of the Marquis Manfredi (d. 1079) of the 'Anselmian' Aleramic branch which was hegemonic in the western Ligurian area gravitating towards Savona and in strips of southern Piedmont between the river courses of the Tanaro and the Belbo. In particular, the focus is on the times and ways of Enrico's insertion into post-Islamic Sicily, where, having intermarried with the Altavilla family, he acquired important noble and patrimonial positions in the eastern half of the island. Particular attention is paid to the assumption of the predicates of 'comes' and 'marchio', interpreting the latter (without equal in 12th century Sicily) not only as a further amplifier of prestige but also as a symbolic reinforcement of the probable tasks of disciplining and coordinating the groups of 'Lombard' immigrants settled in areas of central-southern Sicily dotted with a predominantly indigenous Muslim population.
Paolo Cammarosano