Papers by Adolfo E A Fattori
sulle storture prodotte dalle logiche di valutazione ispirate al digitale
https://www.academia.edu/31092637/Call_For_Papers_BLACK_LODGE._ANATOMIA_DI_TWIN_PEAKS
il conflitto fra la scuola e il digitale.
Guardare al futuro rivedendo il passato: la vecchia abitudine – ancora produttiva – del ricercato... more Guardare al futuro rivedendo il passato: la vecchia abitudine – ancora produttiva – del ricercatore sociale. Specie quando si possono solo rilevare tendenze, accenni, dettagli del mutamento, ma non si è certi di riuscire a prevedere la direzione, come capita la maggior parte delle volte. Così, anche la questione delle migrazioni come si pone attualmente può essere forse meglio compresa e descritta – e se ne possono im-maginare gli sviluppi – se si mettono a confronto i fenomeni che osserviamo oggi con quelli relativi alla stessa sfera che si sono verificati nel passato. In questo senso, credo che convenga riarticolare il tema, passando ad un livello di di-scussione più generale: piuttosto che ragionare sugli sviluppi attuali delle migrazioni, guardare all'intera dinamica dei rapporti fra Occidente – quello degli individui e delle società nate con la Modernità – e i popoli delle altre aree del pianeta, almeno da qual-che secolo a questa parte. Almeno dall'affermarsi del colonialismo come via maestra della diffusione del capitalismo nel mondo – e dell'immaginario della nostra epoca come una delle forme di rappresentazione di questo primato. Dell'immaginario scegliamo un settore, quello che forse meglio dichiara e nasconde le pulsioni profonde che si agitano dentro di noi: l'immaginario narrativo, in parti-colare quello cinematografico. In questo tentativo farò riferimento in particolare alle riflessioni sugli ultimi approdi degli studi post-coloniali condotti da Gaia Giuliani, ricercatrice bolognese proveniente dall'area di questi studi e dalle ricerche di gender, Assalto degli zombie nel film World War Z (2013).
Looking from Steinhof for Centaurus. Melancholy practices between two worlds. Melancholy – or nos... more Looking from Steinhof for Centaurus. Melancholy practices between two worlds. Melancholy – or nostalgia – is a tipical state of mind of Modernity, specially of the period that runs from XIX to XX century – and of this beginning of XXI. It is possible to speculate that it is connected with the particular uncertainty that Self perceives in periods of violent social change. We can find its presence in novels, in movies, today in tv-series, because all these forms of art are particularly suitable in dramatizing human condition.
… Il sistema educativo di Camiroi è inferiore al nostro… Alcuni degli edifici scolastici sono gro... more … Il sistema educativo di Camiroi è inferiore al nostro… Alcuni degli edifici scolastici sono grotteschi. Abbiamo espresso meraviglia su un particolare edificio che ci sembrava incredibilmente vistoso e pacchiano. -Che cosa pretendete da bambini di seconda?ci hanno risposto… -Volete dire che sono i bambini stessi a progettarli?... Una cosa del genere non sarebbe certo permessa sulla Terra. Robert A. Lafferty, Associazione genitori e insegnanti (1970) … un alto edificio un po' tetro e con innumerevoli finestre che sembrava un ospedale per malattie mentali e quindi era probabilmente il liceo. Stephen King, Il talismano (1983) -Sia creativo… Pensi ad altri modi in cui le regole possono essere aggirate. Aggiunga articoli, comma, eccezioni. Poi collaudi le simulazioni e veda qual è il loro grado di difficoltà. Vogliamo che qui ci sia una progressione calcolata. Vogliamo portare avanti il ragazzo. -Quando ha intenzione di farne un comandante? A otto anni? Orson Scott Card, Il gioco di Ender (1985)
Cronache Del Tempo Veloce, 2010
Il rapporto fra sfere del digitale e dell’educazione è fatto della relazione fra sviluppo di tutt... more Il rapporto fra sfere del digitale e dell’educazione è fatto della relazione fra sviluppo di tutto ciò che
intendiamo per “digitale” (le tecnologie basate sull’elettronica e il sistema binario: cibernetica,
informatica, virtuale…) e azione delle istituzioni dell’educazione “formale”: prima di tutto la scuola.
Il digitale ha investito la scuola sin dai primi anni Ottanta del XX secolo, con l’ingresso dei primi
personal computer, certo, ma, ancor di più, con la penetrazione di tecnologie di organizzazione del
rapporto fra docenti e alunni ispirati alle logiche della programmazione informatica: costruzione di
moduli operativi fondati su procedure fatte di somministrazione di informazioni/verifica dei
risultati/valutazione degli stessi. Tentativo lodevole di definizione di procedure che unificassero e
rendessero confrontabili pratiche e risultati, ma che finivano per ridurre la complessità del
processo educativo a elementi discreti. Di quel periodo – mentre ci si inoltrava nell’espansione a
macchia d’olio della sfera del digitale – rimane la dimensione più riduttiva e coattiva: procedure
digitalizzate per valutare gli alunni, rinunciando all’offerta di mondi possibili del Web, ignorando la
circostanza che ormai per larghe masse di giovanissimi – almeno nel mondo occidentale – il Web
è il proprio ambiente abitativo quotidiano, abdicando alla possibilità di insegnare a governarne le
modalità di esplorazione e abitazione. Illudendo gli utenti – famiglie, alunni – che l’ingresso nel
digitale si faccia con qualche lavagna interattiva e qualche tablet, e magari costruendo un “gruppo”
con gli alunni su un social network. E nascondendo che il vero digitale nella scuola agisce a livello
profondo, con “registri elettronici” e valutazioni standardizzate.
pubblicato su agoravox
http://www.agoravox.it/Narrare-la-Natura-Ecologia-ed.html
Il Novecento è stato un secolo in cui l’accelerazione dei processi di secolarizzazione e moderniz... more Il Novecento è stato un secolo in cui l’accelerazione dei processi di secolarizzazione e modernizzazione ha prodotto mutamenti straordinari in tutti i settori dell’agire sociale, dalla tecnologia alla produzione estetica, dalla ricerca scientifica alla vita quotidiana. Ed un secolo in cui alcuni eventi (l’Olocausto, la bomba atomica, lo sbarco sulla Luna, il crollo del muro di Berlino, l’attentato alle Twin Towers) hanno acquisito un peso simbolico tale da diventare nell’immaginario e nella riflessione critica punti di snodo determinanti, fondamentali, percepiti come vere pietre miliari attorno a cui si è aggrumato il mutamento sociale.
A qualche anno dal suo termine, si può cominciare a “guardare” al secolo passato con quella minima distanza critica necessaria alla riflessione sui fenomeni che lo hanno segnato.
Nel volume si propongono alcuni spunti di riflessione attorno al cinema, alla letteratura, ai nuovi media, alla vicenda del Soggetto della Modernità.
Oggi, come all’inizio del XX secolo, si sommano per i nati dopo la II guerra mondiale, due accele... more Oggi, come all’inizio del XX secolo, si sommano per i nati dopo la II guerra mondiale, due accelerazioni del tempo, quella sociale e quella personale, che si traducono in una compressione dello stesso, e quindi nel rischio di percepire una stasi assoluta, cieca.
Perso il senso del “vivere in prospettiva”, privi di direzione, percepiamo una crisi radicale, insanabile.
In precedenza, gli anni a cavallo fra XIX e XX secolo sono stati il periodo in cui il romanzo come forma elettiva della narrazione moderna del Sé ha raggiunto i suoi apici e si è avviato verso al sua dissoluzione.
Si può trovare nella narrativa contemporanea di lingua tedesca, nei romanzi della science fiction di Philip K. Dick e James G. Ballard, nella narrativa postmoderna di David Foster Wallace e in alcune pellicole la conferma dei possibili parallelismi, delle eventuali analogie nella percezione dell’identità e della sua relazione con la realtà sociale circostante fra i due periodi.
Da qui, forse, sembra di leggere gli indizi di un suo “reincanto” attraverso il ritorno del tutto laicizzato, “disincantato”, all’uso di categorie arcaiche, primordiali, come il caso, il destino, la necessità, ma rese impersonali, astratte, aliene.
Forze cieche, prive di intenzioni e di scopo – e per questo a maggior ragione incontrollabili, imprevedibili, fatali. Ma utili a imbastire una plausibile, forse rassicurante, “narrazione del Sé” che ridia “senso” a posteriori agli eventi.
Un'analisi dell'impatto del digitale sulla scuola italiana degli ultimi trent'anni.
Book Reviews by Adolfo E A Fattori
Il nuovo poliziesco italiano diventa un’occasione per ricostruire la memoria del passato, ribadit... more Il nuovo poliziesco italiano diventa un’occasione per ricostruire la memoria del passato, ribadita metalinguisticamente da alcuni degli studiosi ospitati nel
volume anche attraverso i confronti fra opere del passato e prodotti recenti, come fanno Yasmina Khamal (Jansen, Khamal, pp. 123-133) e Costantino Maeder (ivi, pp.
287-303) mettendo a confronto Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia e Il giorno del lupo di Carlo Lucarelli, o Raffaella Petrilli citando Giorgio Scerbanenco nel suo intervento sullo statuto e il funzionamento della memoria.
I prodotti che ricadono nella categoria di “film noir”, da cui discendono i tech-noir di cui si o... more I prodotti che ricadono nella categoria di “film noir”, da cui discendono i tech-noir di cui si occuperà Emily E. Auger: si tratta principalmente di pellicole americane realizzate all’indomani della II guerra mondiale, ma che si ispirano a personaggi ed atmosfere pulp di prima della guerra;
l’ambientazione è urbana, piovosa, notturna, e il protagonista – in genere un eroe solitario, disincantato – si muove fra femmes fatales, allibratori, gangster, personaggi dell’alta società.
Uploads
Papers by Adolfo E A Fattori
http://www.officinasedici.org/2017/01/09/epifania-dellinquietudine-colpa-mistero-twin-peaks-adolfo-fattori/
intendiamo per “digitale” (le tecnologie basate sull’elettronica e il sistema binario: cibernetica,
informatica, virtuale…) e azione delle istituzioni dell’educazione “formale”: prima di tutto la scuola.
Il digitale ha investito la scuola sin dai primi anni Ottanta del XX secolo, con l’ingresso dei primi
personal computer, certo, ma, ancor di più, con la penetrazione di tecnologie di organizzazione del
rapporto fra docenti e alunni ispirati alle logiche della programmazione informatica: costruzione di
moduli operativi fondati su procedure fatte di somministrazione di informazioni/verifica dei
risultati/valutazione degli stessi. Tentativo lodevole di definizione di procedure che unificassero e
rendessero confrontabili pratiche e risultati, ma che finivano per ridurre la complessità del
processo educativo a elementi discreti. Di quel periodo – mentre ci si inoltrava nell’espansione a
macchia d’olio della sfera del digitale – rimane la dimensione più riduttiva e coattiva: procedure
digitalizzate per valutare gli alunni, rinunciando all’offerta di mondi possibili del Web, ignorando la
circostanza che ormai per larghe masse di giovanissimi – almeno nel mondo occidentale – il Web
è il proprio ambiente abitativo quotidiano, abdicando alla possibilità di insegnare a governarne le
modalità di esplorazione e abitazione. Illudendo gli utenti – famiglie, alunni – che l’ingresso nel
digitale si faccia con qualche lavagna interattiva e qualche tablet, e magari costruendo un “gruppo”
con gli alunni su un social network. E nascondendo che il vero digitale nella scuola agisce a livello
profondo, con “registri elettronici” e valutazioni standardizzate.
A qualche anno dal suo termine, si può cominciare a “guardare” al secolo passato con quella minima distanza critica necessaria alla riflessione sui fenomeni che lo hanno segnato.
Nel volume si propongono alcuni spunti di riflessione attorno al cinema, alla letteratura, ai nuovi media, alla vicenda del Soggetto della Modernità.
Perso il senso del “vivere in prospettiva”, privi di direzione, percepiamo una crisi radicale, insanabile.
In precedenza, gli anni a cavallo fra XIX e XX secolo sono stati il periodo in cui il romanzo come forma elettiva della narrazione moderna del Sé ha raggiunto i suoi apici e si è avviato verso al sua dissoluzione.
Si può trovare nella narrativa contemporanea di lingua tedesca, nei romanzi della science fiction di Philip K. Dick e James G. Ballard, nella narrativa postmoderna di David Foster Wallace e in alcune pellicole la conferma dei possibili parallelismi, delle eventuali analogie nella percezione dell’identità e della sua relazione con la realtà sociale circostante fra i due periodi.
Da qui, forse, sembra di leggere gli indizi di un suo “reincanto” attraverso il ritorno del tutto laicizzato, “disincantato”, all’uso di categorie arcaiche, primordiali, come il caso, il destino, la necessità, ma rese impersonali, astratte, aliene.
Forze cieche, prive di intenzioni e di scopo – e per questo a maggior ragione incontrollabili, imprevedibili, fatali. Ma utili a imbastire una plausibile, forse rassicurante, “narrazione del Sé” che ridia “senso” a posteriori agli eventi.
Book Reviews by Adolfo E A Fattori
volume anche attraverso i confronti fra opere del passato e prodotti recenti, come fanno Yasmina Khamal (Jansen, Khamal, pp. 123-133) e Costantino Maeder (ivi, pp.
287-303) mettendo a confronto Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia e Il giorno del lupo di Carlo Lucarelli, o Raffaella Petrilli citando Giorgio Scerbanenco nel suo intervento sullo statuto e il funzionamento della memoria.
l’ambientazione è urbana, piovosa, notturna, e il protagonista – in genere un eroe solitario, disincantato – si muove fra femmes fatales, allibratori, gangster, personaggi dell’alta società.
http://www.officinasedici.org/2017/01/09/epifania-dellinquietudine-colpa-mistero-twin-peaks-adolfo-fattori/
intendiamo per “digitale” (le tecnologie basate sull’elettronica e il sistema binario: cibernetica,
informatica, virtuale…) e azione delle istituzioni dell’educazione “formale”: prima di tutto la scuola.
Il digitale ha investito la scuola sin dai primi anni Ottanta del XX secolo, con l’ingresso dei primi
personal computer, certo, ma, ancor di più, con la penetrazione di tecnologie di organizzazione del
rapporto fra docenti e alunni ispirati alle logiche della programmazione informatica: costruzione di
moduli operativi fondati su procedure fatte di somministrazione di informazioni/verifica dei
risultati/valutazione degli stessi. Tentativo lodevole di definizione di procedure che unificassero e
rendessero confrontabili pratiche e risultati, ma che finivano per ridurre la complessità del
processo educativo a elementi discreti. Di quel periodo – mentre ci si inoltrava nell’espansione a
macchia d’olio della sfera del digitale – rimane la dimensione più riduttiva e coattiva: procedure
digitalizzate per valutare gli alunni, rinunciando all’offerta di mondi possibili del Web, ignorando la
circostanza che ormai per larghe masse di giovanissimi – almeno nel mondo occidentale – il Web
è il proprio ambiente abitativo quotidiano, abdicando alla possibilità di insegnare a governarne le
modalità di esplorazione e abitazione. Illudendo gli utenti – famiglie, alunni – che l’ingresso nel
digitale si faccia con qualche lavagna interattiva e qualche tablet, e magari costruendo un “gruppo”
con gli alunni su un social network. E nascondendo che il vero digitale nella scuola agisce a livello
profondo, con “registri elettronici” e valutazioni standardizzate.
A qualche anno dal suo termine, si può cominciare a “guardare” al secolo passato con quella minima distanza critica necessaria alla riflessione sui fenomeni che lo hanno segnato.
Nel volume si propongono alcuni spunti di riflessione attorno al cinema, alla letteratura, ai nuovi media, alla vicenda del Soggetto della Modernità.
Perso il senso del “vivere in prospettiva”, privi di direzione, percepiamo una crisi radicale, insanabile.
In precedenza, gli anni a cavallo fra XIX e XX secolo sono stati il periodo in cui il romanzo come forma elettiva della narrazione moderna del Sé ha raggiunto i suoi apici e si è avviato verso al sua dissoluzione.
Si può trovare nella narrativa contemporanea di lingua tedesca, nei romanzi della science fiction di Philip K. Dick e James G. Ballard, nella narrativa postmoderna di David Foster Wallace e in alcune pellicole la conferma dei possibili parallelismi, delle eventuali analogie nella percezione dell’identità e della sua relazione con la realtà sociale circostante fra i due periodi.
Da qui, forse, sembra di leggere gli indizi di un suo “reincanto” attraverso il ritorno del tutto laicizzato, “disincantato”, all’uso di categorie arcaiche, primordiali, come il caso, il destino, la necessità, ma rese impersonali, astratte, aliene.
Forze cieche, prive di intenzioni e di scopo – e per questo a maggior ragione incontrollabili, imprevedibili, fatali. Ma utili a imbastire una plausibile, forse rassicurante, “narrazione del Sé” che ridia “senso” a posteriori agli eventi.
volume anche attraverso i confronti fra opere del passato e prodotti recenti, come fanno Yasmina Khamal (Jansen, Khamal, pp. 123-133) e Costantino Maeder (ivi, pp.
287-303) mettendo a confronto Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia e Il giorno del lupo di Carlo Lucarelli, o Raffaella Petrilli citando Giorgio Scerbanenco nel suo intervento sullo statuto e il funzionamento della memoria.
l’ambientazione è urbana, piovosa, notturna, e il protagonista – in genere un eroe solitario, disincantato – si muove fra femmes fatales, allibratori, gangster, personaggi dell’alta società.