Books by Barbara Distefano
Novità 2021 della collana "Passaggi di dogana", il volume propone un itinerario di luoghi indeleb... more Novità 2021 della collana "Passaggi di dogana", il volume propone un itinerario di luoghi indelebili nella biografia di Sciascia, alternando l’analisi delle tracce che essi hanno lasciato nei testi dello scrittore al racconto di ciò che sono diventati oggi.
Una delle lezioni più durature di Leonardo Sciascia è quella di essersi impegnato in prima person... more Una delle lezioni più durature di Leonardo Sciascia è quella di essersi impegnato in prima persona, con le sue aguzze battute e con il suo esempio umano, nella riabilitazione del ruolo intellettuale e civile dell’insegnante agli occhi della società italiana. Maestro di scuola elementare dal 1949 al 1957, Sciascia non amerà mai essere definito “intellettuale”; al contrario, rivendicherà sempre il titolo di «maestro con la emme minuscola», e di fatto esordirà su scala nazionale scrivendo proprio della sua esperienza fra i banchi. A trent’anni dalla morte dell’autore, però, di questa parte della sua attività resistono solo lo stereotipo giornalistico del «maestro svogliato» e il pregiudizio accademico che vede nella didattica un marginale mezzo di sussistenza del letterato. Il volume li smonta entrambi risalendo ai documenti scolastici e invitandoci a rileggere i registri di classe del maestro Leonardo: un sismografo prezioso per misurare le profondità della quotidianità didattica sciasciana, ma anche il contenitore di un inedito avantesto delle Cronache scolastiche. Il libro recupera, inoltre, alcuni articoli pedagogici dispersi degli anni Cinquanta e la memoria di un’antologia per la scuola media realizzata dallo scrittore negli anni Ottanta.
Contributions to volumes / peer-reviewed articles by Barbara Distefano
This article examines the grotesque way in which Lucio Mastronardi represented both school and te... more This article examines the grotesque way in which Lucio Mastronardi represented both school and teachers in his most famous novel, Il maestro di Vigevano. It starts questioning whether pathologizing Mastronardi’s discourse might have been a strategy to reduce the power of his views. We therefore consider how Mastronardi’s reputation at the workplace was affected by the publication of his novel in 1962, the year of a key reform in the history of the Italian school system. In fact, the book was both a revolutionary text in the tradition of the school novel (the “Anti-Cuore”, according to Italo Calvino), and a symptom of an irreparable fracture between school and society in the framework of the economic boom. Overall, we argue that Mastronardi’s disturbing representation of the neo-capitalistic school world, together with his ferocious attacks to the excesses of pedagogy, might have contributed to the marginalization of a great author.
«Ama il tuo maestro, perché appartiene a quella grande famiglia di cinquantamila insegnanti eleme... more «Ama il tuo maestro, perché appartiene a quella grande famiglia di cinquantamila insegnanti elementari, sparsi per tutta Italia, i quali sono […] i lavoratori mal riconosciuti e mal ricompensati che preparano al nostro paese un popolo migliore del presente». 1 Il mittente di questa raccomandazione è un genitore, il destinatario della lettera si chiama Enrico Bottini, l'oggetto della predica dista più di un secolo dall'ormai consolidato conflitto insegnanti-genitori, dalla violenza nelle aule, dalle ricorrenti denigrazioni mediatiche dei professori e dalle varie lettere in difesa della professoressa; e su queste distanze e sui loro sintomi letterari si intende riflettere con quanto segue. Quella riportata fra virgolette è una delle tante apologie del lavoro dei docenti disseminate nel libro Cuore, l'ipotesto 2 che detta il discorso egemonico sui maestri e costruisce il modello di scuola nell'Italia postunitaria. Com'è noto, dallo scrittore di Oneglia si può far partire la storia del racconto di scuola in forma diaristica, genere rivitalizzato negli anni Ottanta proprio da Starnone e decisamente produttivo ai nostri giorni.
Analizzare la dimensione della corporeità nell’opera di Vitaliano Brancati significa rendersi con... more Analizzare la dimensione della corporeità nell’opera di Vitaliano Brancati significa rendersi conto che non si tratta di “un tema", ma piuttosto, di una pista ermeneutica che ci consegna una lettura di questa presunta “scrittura dell’eros” estremamente distante dalla vulgata del gallismo e della satira di costume. Dimensione che esplode violentemente nella produzione del secondo dopoguerra, dando vita a narrazioni che brulicano di corpi stravolti, esplosi o mutilati, che formano un teatro della crudeltà dagli esiti fantastici e perturbanti.
Il contributo documenta l’ipotesi che la corporeità costituisca la colonna vertebrale della narrativa di Brancati anche prima degli anni Cinquanta, a cominciare dagli dal romanzo Gli anni perduti. A tal fine, si isolano i temi della fragilità e della debolezza dei corpi, che segnano tanto la scrittura, quanto la biografia di Brancati: giovane riformato al servizio di leva per via della sua gracilità e professore antisportivo, che rifiuta di accompagnare gli alunni alle parate, pur rimanendo ingabbiato in un sistema di istruzione che insegna la forza, la virilità e l’energia.
Una fragilità dal valore ideologico, quindi, che sbatte in faccia al lettore la violenza dei conflitti bellici del Novecento, ma anche la miseria inevitabile della condizione umana, assumendo un significato che è, insieme, storico ed esistenziale.
Nel 1886, trent’anni dopo l’antiguida storico-geografica Un romanzo in vapore, Carlo Lorenzini po... more Nel 1886, trent’anni dopo l’antiguida storico-geografica Un romanzo in vapore, Carlo Lorenzini porta a compimento il terzo volume, dedicato al Meridione, del Viaggio per l’Italia di Giannettino: caso singolare di letteratura odeporica ottocentesca (a metà fra il libro di lettura, il manuale di alfabetizzazione geografica e la moderna guida turistica), che viene adottato nelle scuole dell’Italia postunitaria, sebbene non piaccia al Ministero dell’Istruzione. Parallela all’emergere della questione meridionale, l’attività dell’autore di Pinocchio è emblematica del ruolo che, non solo la letteratura, ma anche la geografia svolge nella costruzione dell’identità nazionale, nella promozione di una cultura italiana moderna, nonché nella connotazione del paesaggio della patria. Il contributo verte sulle pagine dedicate alla Sicilia e disegna una mappa dei luoghi toccati da Giannettino, rintracciando i punti in cui il filtro ideologico risorgimentale e l’ottica centralistica della neonata nazione li riconfigurano o li trasfigurano.
Se gli studi teorici di Eco hanno contribuito a liberare la critica letteraria dalla testolatria,... more Se gli studi teorici di Eco hanno contribuito a liberare la critica letteraria dalla testolatria, dagli appunti liceali al Cimitero di Praga, la pratica del disegno e l’inventio di immagini si segnalano come atti che precedono la sua scrittura. Summa narrativa di nozioni espresse nel quadro degli studi semiotici e caso di neorealismo postmoderno, La misteriosa fiamma della regina Loana è un iconotesto che rientra nella tassonomia delle «forme miste» individuate da Cometa. Un caso di scrittura intermediale che si segnala anche per la coincidenza di citazioni e illustrazioni: quelle contenute
nel romanzo sono, infatti (con un’unica eccezione), riproduzioni di immagini preesistenti, che nel seno di una fitta trama intertestuale disegnano l’archivio di una generazione. La comunicazione analizza le illustrazioni legate alla memoria scolastica del protagonista, soffermandosi sul vuoto testuale creato dalla calligrafia dei quaderni di Giambattista Bodoni.
La frequentazione dell’universo delle arti figurative da parte di Leonardo Sciascia è un aspetto ... more La frequentazione dell’universo delle arti figurative da parte di Leonardo Sciascia è un aspetto per certi versi trascurato dalla critica. Oltre alla presenza continua di citazioni pittoriche nei romanzi, l’interesse dello scrittore siciliano nei confronti del linguaggio figurativo è segnalato da un ampio e variegato corpus di scritti d’arte, di cui solo una minima parte è stata riproposta nelle raccolte curate dall’autore. La Galleria n.1 di "Arabeschi" (Rivista di studi su letteratura e visualità) mostra, attraverso l’allestimento di un percorso alfabetico virtuale, il fecondo e complesso dialogo fra alcune pagine sciasciane, per lo più poco note, e le immagini a cui esse rimandano.
Per oltre vent’anni Leonardo Sciascia ha introdotto e curato preziosi libri fotografici in cui è ... more Per oltre vent’anni Leonardo Sciascia ha introdotto e curato preziosi libri fotografici in cui è contenuta una delle più profonde e penetranti riflessioni dedicate alla fotografia nel secolo scorso. Strutturato come un alfabeto, il libro indaga questa produzione raccogliendo e analizzando le parole chiave, i temi, le immagini, i nomi di fotografi e scrittori che costellano i volumi illustrati dagli scatti di Giuseppe Leone, Melo Minnella, Mario Pecoraino, Ferdinando Scianna, Enzo Sellerio e altri artisti.
Per il presente volume, esito di un percorso cominciato con l'organizzazione di una mostra omonima, ho curato le voci "Feste religiose in "Sicilia", "Ore di Spagna", "Il Sale della terra", "Sedici fotografie dall'archivio di Enzo Sellerio", "I Siciliani" e "Spagna".
Leonardo Sciascia by Barbara Distefano
Spanish, Film and Visual studies by Barbara Distefano
Basilio Martín Patino, one of the most important Spanish film directors, died last August. As a m... more Basilio Martín Patino, one of the most important Spanish film directors, died last August. As a matter of fact, his movies tell us about fifty years of Iberian history. In particular, Francisco Franco's dictatorship condemned him to invisibility, but could not deprive him of international awards. However, Patino's non-mainstream works tend to be invisible also in the democratic Spain. This essay outlines the career of a director that was constantly mixing documentary and fiction, until he chose the mockumentary genre. Then the intermediality of Patino's works is pointed out, not only looking at his videoinstallations, but also considering the dialogue between cinema, literature, theatre and photography, which play an essential role in his films.
Laboratorio su cinema e guerra di Spagna tenuto nell'ambito del corso organizzato dall'Archivio N... more Laboratorio su cinema e guerra di Spagna tenuto nell'ambito del corso organizzato dall'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino. Rassegna della produzione di cinegiornali repubblicani e nazionalisti, riflessione sulle possibilità di un impiego didattico di Sierra de Teruel di Andrè Malraux e Land and Freedom di Ken Loach.
Table of contents of my MPhil thesis. In process of editing, ANCR Torino-Filmoteca de Castilla.
Quattrocento anni fa moriva a Madrid l'autore del Don Chisciotte, ma <<la Sicilia è il luogo in c... more Quattrocento anni fa moriva a Madrid l'autore del Don Chisciotte, ma <<la Sicilia è il luogo in cui Cervantes si dibatte fra la vita e la morte>>. Non tutti sanno che ci restò quasi un anno, a Messina, ricoverato nell'allora "Ospedale grande". Lo sa bene José Manuel Navia, uno dei fotografi spagnoli più quotati nel suo Paese, attualmente in mostra all'Instituto Cervantes di Madrid.
Sul numero 15 della rivista "Incontri. La Sicilia e l'altrove", il risultato della nostra conversazione e i suoi scatti siciliani sulle orme di Cervantes.
Italian L2 by Barbara Distefano
Intervista a tre ricercatrici dell'Accademia della Crusca pubblicata su "Meridionews" il 15 febbr... more Intervista a tre ricercatrici dell'Accademia della Crusca pubblicata su "Meridionews" il 15 febbraio 2015 e proposta come materiale autentico nell'ultimo testo di italiano per stranieri realizzato dalla casa editrice spagnola.
Book reviews by Barbara Distefano
Negli anni dell'accumulo digitale, ci sono libri che puntano su un potere della letteratura: quel... more Negli anni dell'accumulo digitale, ci sono libri che puntano su un potere della letteratura: quello di riassegnare valore agli scarti, agli oggetti abbandonati, ai detriti e alle cose non più funzionali.
Su Lo Specchio di Carta recensisco i cassetti stipati di Elvira Seminara e rifletto sul ruolo degli armadi nell'immaginario e in letteratura.
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Books by Barbara Distefano
Contributions to volumes / peer-reviewed articles by Barbara Distefano
Il contributo documenta l’ipotesi che la corporeità costituisca la colonna vertebrale della narrativa di Brancati anche prima degli anni Cinquanta, a cominciare dagli dal romanzo Gli anni perduti. A tal fine, si isolano i temi della fragilità e della debolezza dei corpi, che segnano tanto la scrittura, quanto la biografia di Brancati: giovane riformato al servizio di leva per via della sua gracilità e professore antisportivo, che rifiuta di accompagnare gli alunni alle parate, pur rimanendo ingabbiato in un sistema di istruzione che insegna la forza, la virilità e l’energia.
Una fragilità dal valore ideologico, quindi, che sbatte in faccia al lettore la violenza dei conflitti bellici del Novecento, ma anche la miseria inevitabile della condizione umana, assumendo un significato che è, insieme, storico ed esistenziale.
nel romanzo sono, infatti (con un’unica eccezione), riproduzioni di immagini preesistenti, che nel seno di una fitta trama intertestuale disegnano l’archivio di una generazione. La comunicazione analizza le illustrazioni legate alla memoria scolastica del protagonista, soffermandosi sul vuoto testuale creato dalla calligrafia dei quaderni di Giambattista Bodoni.
Per il presente volume, esito di un percorso cominciato con l'organizzazione di una mostra omonima, ho curato le voci "Feste religiose in "Sicilia", "Ore di Spagna", "Il Sale della terra", "Sedici fotografie dall'archivio di Enzo Sellerio", "I Siciliani" e "Spagna".
Leonardo Sciascia by Barbara Distefano
Spanish, Film and Visual studies by Barbara Distefano
Sul numero 15 della rivista "Incontri. La Sicilia e l'altrove", il risultato della nostra conversazione e i suoi scatti siciliani sulle orme di Cervantes.
Italian L2 by Barbara Distefano
Book reviews by Barbara Distefano
Su Lo Specchio di Carta recensisco i cassetti stipati di Elvira Seminara e rifletto sul ruolo degli armadi nell'immaginario e in letteratura.
Il contributo documenta l’ipotesi che la corporeità costituisca la colonna vertebrale della narrativa di Brancati anche prima degli anni Cinquanta, a cominciare dagli dal romanzo Gli anni perduti. A tal fine, si isolano i temi della fragilità e della debolezza dei corpi, che segnano tanto la scrittura, quanto la biografia di Brancati: giovane riformato al servizio di leva per via della sua gracilità e professore antisportivo, che rifiuta di accompagnare gli alunni alle parate, pur rimanendo ingabbiato in un sistema di istruzione che insegna la forza, la virilità e l’energia.
Una fragilità dal valore ideologico, quindi, che sbatte in faccia al lettore la violenza dei conflitti bellici del Novecento, ma anche la miseria inevitabile della condizione umana, assumendo un significato che è, insieme, storico ed esistenziale.
nel romanzo sono, infatti (con un’unica eccezione), riproduzioni di immagini preesistenti, che nel seno di una fitta trama intertestuale disegnano l’archivio di una generazione. La comunicazione analizza le illustrazioni legate alla memoria scolastica del protagonista, soffermandosi sul vuoto testuale creato dalla calligrafia dei quaderni di Giambattista Bodoni.
Per il presente volume, esito di un percorso cominciato con l'organizzazione di una mostra omonima, ho curato le voci "Feste religiose in "Sicilia", "Ore di Spagna", "Il Sale della terra", "Sedici fotografie dall'archivio di Enzo Sellerio", "I Siciliani" e "Spagna".
Sul numero 15 della rivista "Incontri. La Sicilia e l'altrove", il risultato della nostra conversazione e i suoi scatti siciliani sulle orme di Cervantes.
Su Lo Specchio di Carta recensisco i cassetti stipati di Elvira Seminara e rifletto sul ruolo degli armadi nell'immaginario e in letteratura.