Book by Claudio Monge
L'ospitalità è fondamentale alla vita spirituale. Non esprime solo delle azioni che possiamo fare... more L'ospitalità è fondamentale alla vita spirituale. Non esprime solo delle azioni che possiamo fare, delle cose che possiamo dare, ma è espressione di uno stato d'animo. Una generosità di spirito sta al centro dell'ospitalità umana, facendo dell'ospitalità la virtù che definisce l'umanità stessa (e l'inospitalità un tratto profondo di disumanità). Per Kant, l'ospitalità è un "diritto naturale" posseduto da tutti gli umani "in virtù dei loro diritti al possesso comune della superficie terrestre" 1. Egli considerava l'ospitalità come l'elemento determinante per riunire persone di culture diverse in un contesto politico. Kant distingueva anche tra il diritto all'ospitalità come diritto naturale, appartenendo a ciascuno di noi, dal diritto di un ospite concreto, che può rivendicare accoglienza solo per un tempo determinato. Con buona pace di Emmanuel Kant il tema dell'ospitalità, è stato piuttosto trascurato negli scritti sistematici della tradizione islamica. In essa la sua presenza è prioritariamente localizzabile nelle vaste risorse del pensiero e della pietà che parlano di carità, vicinanza e donazione come comando divino. Nondimeno, l'ospitalità nelle sue ricorrenze contemporanee è presente nella letteratura filosofica, mistica e in quella relativa agli adab 2. Sia il sunnismo che lo sciismo hanno le loro narra-1 Sono riflessioni che Immanuel Kant pubblica nel famoso opuscolo intitolato "Per la pace perpetua" (titolo originale Zum ewigen Frieden), edito nel 1795, l'edizione italiana presa in considerazione è quella per i tipi della BUR-Rizzoli, nella Collana "Classici del Pensiero", Milano, 2003). 2 Termine arabo («educazione, cultura») che designa la letteratura relativa alla morale e alle tradizioni della buona consuetudine che, già in epoca preislamica, aveva costituito il patrimonio avito di riferimento in campo sociale, religioso, giuridico, linguistico, filosofico e sapienziale, cui l'arabo doveva doverosamente ispirarsi, visto che la sua trascuratezza e l'allontanamento da esso violava gravemente l'onore che si doveva al proprio gruppo di appartenenza. Questo onore era uno dei pilastri della muruwwa, la somma cioè ANTO-VOLUME DALCORSO-Bib44.indd 49 18/04/21 15:25
La riflessione sull'ospitalità non può restare a un livello delle pratiche e della morale da una ... more La riflessione sull'ospitalità non può restare a un livello delle pratiche e della morale da una parte, o delle categorie del politico e del giuridico dall'altra. Così facendo, perderemmo completamente il carattere sacro di questa consuetudine ancestrale e dei temi ad essa connessi. C'è un livello alto, sublime ma nello stesso tempo quotidiano, dell'ospitalità che rappresenta un po' "il carattere ontologico di questa pratica": è la dimensione teologale del suo svolgersi. Soprattutto se guardiamo alle tre grandi religioni abramitiche (ma la considerazione potrebbe essere allargata anche ad altre religioni non monoteiste), possiamo constatare come esse siano, coscientemente o meno, una pratica teorica e simbolica dell'ospitalità del divino, nel senso del genitivo soggettivo e oggettivo, vale a dire secondo il doppio significato del termine "ospite": inteso come colui che dà ma anche come colui che riceve l'ospitalità. Troviamo qui, in modo particolare, una chiave interpretativa di tutta la storia veterotestamentaria: yhWh adotta Israele nell'ambito dell'elezione ma si fa anche accogliere dagli uomini, come nel famoso racconto dell'ospitalità alle Querce di Mamre, al capitolo 18 del libro della Genesi. Nella teologia neotestamentaria il carattere ontologico della pratica ospitale si arricchisce della dimensione trinitaria: in Cristo siamo invitati ad accogliere il Padre, mediante l'azione dello Spirito. In altre parole, l'ospitalità a livello dell'umano e avvolta nel mistero stesso dell'ospitalità intra-divina. Insomma, l'ospitalità, nella tradizione cristiana e non solo, rappresenta e, molto frequentemente, coinvolge il divino, permettendoci anche di dire qualcosa della sua stessa essenza. Questa constatazione, già avvalorata da una lunga tradizione letteraria
Groupe Théologie en dialogue ; hors-série n°2 , 2022
Les chrétiens et les musulmans partagent une même conviction de foi, celle que Dieu parle et leur... more Les chrétiens et les musulmans partagent une même conviction de foi, celle que Dieu parle et leur parle. Un Dieu qui entre en relation avec les hommes et la création tout entière venue à l’existence par Sa Parole. Ils n’ont certes pas la même conception de la Révélation, ils sont convaincus que Dieu leur parle de lui et d’eux-mêmes pour instaurer entre-eux et Lui une relation dialogique.
Paris - Bayard, 2019
L’hospitalité, relue à partir de l’expérience spirituelle de Mgr Claverie et Christian de Chergé,... more L’hospitalité, relue à partir de l’expérience spirituelle de Mgr Claverie et Christian de Chergé, martyrs d’Algérie
Dans la société algérienne des années 1990, marquée par des relations conflictuelles, l’expérience spirituelle de Mgr Pierre Claverie, évêque d’Oran, et de Christian de Chergé, moine cistercien de Tibhirine, place l’hospitalité comme un devoir inconditionnel. L’hospitalité qu’ils ont pratiquée témoigne d’une compassion comprise comme la passion pour toutes les rencontres, qui ne fera jamais l’économie du mal et de l’échec: dialogue islamo-chrétien, différences culturelles, sens de la liberté.
L’hospitalité devient alors un geste subversif qui permet la relation juste, brisant toute velléité identitaire.
Nerbini, 2019
La frontiera dell'accoglienza rappresenta un ambito cruciale su cui impostare prospettive di impe... more La frontiera dell'accoglienza rappresenta un ambito cruciale su cui impostare prospettive di impegno e di prassi per il futuro. I saggi presentati in questo volume costituiscono l'esito di un lavoro di ricerca promosso dal Centro Espaces 'Giorgio La Pira' per contribuire al percorso di riflessione in atto nelle Chiese del Mediterraneo e nel quadro del momento storico, carico di preoccupazioni e di incertezze. Convinti che lo spazio Mediterraneo nonostante i drammi umani e i conflitti che lo attraversano costituisca un laboratorio unico di incontro tra religioni e culture, non solo in un tempo storico ormai passato ma al cuore della complessità del presente, ci siamo riproposti di ripercorrerne sinteticamente le principali emergenze sociali e culturali che esigono di essere affrontate con lungimiranza e con una visione progettuale, a partire dai poveri e da coloro che sono privati dei diritti fondamentali.
This book aims to found hospitality as a primary notion that, by internal necessity, opens up to ... more This book aims to found hospitality as a primary notion that, by internal necessity, opens up to theological issues. We would therefore wish to ascertain in this paper, on the light of the meeting at Mamre (Gen 18) that hospitality always represents and implies the divine, in non-Christian religious traditions too. There is always somehow a god who is received, or a « mysterious Other » sent by God. After exploring the value of hospitality on the background of myths, symbols, literary motifs (in both profane and sacred literature and arts) and a certain mental framework which constitutes, more or less directly, the common heritage of the Near East integrated in the sacred books of the three monotheistic religions, we follow the exegetical history of Gen 18 and a comparative view of the interpretation of the theophany at Mamre in the three Abrahamic religions. Based on this enquiry and extrapolating hospitality as a category, we would like to open new research directions for some delicate subjects in the contemporary theological reflection.
Résumé:
La recherche vise à fonder l’hospitalité comme notion première ouvrant, par une exigence intrinsèque, à un discours théologique. Sur les traces du récit de la Rencontre de Mambré (Genèse 18) nous essayons de montrer comment l’hospitalité représente et engage toujours le divin et cela également dans d’autres traditions religieuses que le christianisme. Dans chaque cas, il s’agirait toujours d’un dieu qui est reçu ou d’un « mystérieux Autre », envoyé par Dieu. Après avoir exploré la valeur de l’hospitalité en analysant l’arrière-fond des mythes, des symboles, des motifs (dans la production littéraire et artistique profane aussi bien que sacrée) et d’un certain univers mental qui constitue, plus ou moins directement, l’héritage proche oriental commun et intégré dans les textes sacrés des trois monothéismes, nous reviendrons à l'histoire de l’exégèse de Genèse18 et à un regard comparatif sur l’interprétation de la théophanie de Mambré dans les trois religions abrahamiques. En s’appuyant sur cette analyse et déclinant la notion et les rituels de l’hospitalité, nous voudrions ouvrir de nouvelles perspectives de recherche concernant certains sujets sensibles dans la réflexion théologique contemporaine.
Lo statuto dell’arte sacra è assai complesso e, per quanto riguarda in particolare l’arte pittori... more Lo statuto dell’arte sacra è assai complesso e, per quanto riguarda in particolare l’arte pittorica, il confronto è diventato molto aspro sulla questione di una rappresentabilità o meno del divino. Il sospetto nei confronti della rappresentazione porta, a certe epoche, ad una vera e propria frattura nel rapporto tra arte e fede, fratture proprie a tutte le grandi religioni. A maggior ragione nel contesto pluralistico in cui viviamo, si impone una analisi delle varie sensibilità culturali e religiose, come retroterra della questione della rappresentazione del sacro.
Milano. Ed. Terrasanta, 2013
Attraverso l’esperienza e la vocazione di Taizé, ho avuto la fortuna di vivere, con altri giovani... more Attraverso l’esperienza e la vocazione di Taizé, ho avuto la fortuna di vivere, con altri giovani, dei cambiamenti epocali: l’accorciarsi delle distanze tra Est e Ovest, senza eliminazione delle differenze ma nella convinzione che quest’ultime possono essere una fonte di arricchimento. Si, si direbbe che quel miracoloso accorciamento di distanze tra Est e Ovest, in qualche modo possibile alla fine degli anni ’80, sia oggi tremendamente difficile tra Nord e Sud, in pieno terzo millennio. Ma la necessità di un incontro e di una mutua accoglienza fra culture, fedi e popoli diversi, è ancora più ineluttabile!
Padre Claudio Monge, consultore del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e responsa... more Padre Claudio Monge, consultore del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e responsabile del Centro di documentazione interreligiosa dei domenicani Dominican Study Institute di Istanbul, Laura Mulayka Enriello, fondatrice dell'Accademia di studi interreligiosi (ISA) di Milano e coordinatrice della Commissione educazione della CO.RE.IS. (Comunita religiosa islamica italiana), e Ritanna Armeni, giornalista, scrittrice e conduttrice televisiva, sono tre dei quattro autori (con Gadi Luzzatto Voghera) del nuovo libro L'ospitalità di Abramo (ed. Emp) della collana di dialogo interreligioso " Punti di incontro ". Ogni libro della collana con testo in italiano e arabo propone un brano tratto, di volta in volta, dalle Scritture sacre di ebrei o cristiani o musulmani, commentato da vari autori appartenenti a queste fedi o laici " diversamente credenti " o non credenti, che accettano di incontrarsi e confrontarsi senza pregiudizi. Un testo di stringente attualità quello dedicato dall'Emp all'ospitalità «in questi tempi difficili per i migranti, gli esiliati e gli sfollati», come sottolinea anche il filosofo e islamologo Mustapha Cherif che ha firmato la prefazione al volume. «Per un'aperta spiritualità, non esiste alternativa migliore che quella dell'ospitalità e del vivere insieme nel rispetto del diritto della differenza – ha scritto Cherif-. Abramo/Ibrahim è per eccellenza il profeta della sacra ospitalità, qualità che viene generalmente rinnovata dai veri credenti di ogni religione. L'arte del vivere è frutto della fede, al tempo stesso innata e riflessiva, e si oppone a ogni forma di egoismo, di esclusione e di violenza. La Bibbia e il Corano riportano la dimensione dell'ospitalità come valore primario del cuore della fede». Ne è convinto anche padre Claudio Monge che anticipa: «nella Lettera agli Ebrei si legge " Non dimenticate la philoxenia; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli " (13,2). L'amore per lo straniero (philoxenia) e l'ospitalità fanno tutt'uno. L'ospitalità è la celebrazione, più o meno cosciente, della presenza di un Dioche non solo accoglie ma che si fa anche accogliere dall'uomo. Per la tradizione cristiana si tratta di accedere al cuore stesso di un Dio che è Trinità e cioè accoglienza». Laura Mulayka Enriello si sofferma invece sul tema dell'ospitalità nell'Islam e di come il radicalismo ne sia la negazione. «Il Corano, nei suoi 114 capitoli – afferma – insegna uno sforzo e una " guerra " rivolti al perfezionamento di sé, combattendo la propria " anima incline al male " , mentre verso il prossimo prescrive una carità interiore ed esteriore (zakat), esortando a ricercare insieme la Verità, al Haqq, che è Dio stesso. È questo il senso ultimo dell'ospitalità, insegnato dall'esempio di Abramo, Ibrahim, alle " tre perle " della sua discendenza, Ebraismo, Cristianesimo e Islam. La deriva del radicalismo, lungi dall'essere parte della nostra religione, è la negazione di questa ospitalità sacra, rivolta prima di tutto verso Dio, che il Corano con la storia di Abramo ci richiama». L'importanza dei testi sacri per chiunque, anche per i laici, per imparare a guardare il mondo con occhi diversi viene ricordata infine da Ritanna Armeni. «Attraverso il testo sacro, il laico può rompere il pensiero unico, sottrarsi all'omologazione culturale – racconta la giornalista-. Il testo sacro propone una rottura, " esce dal coro ". Aiuta quindi i laici a cercare una verità non accettando supinamente quello che il senso comune propone. E offre la possibilità di uno sguardo critico sulla realtà del mondo e sulla quotidianità».
Parole per osare e creare punti di incontro. Per vincere l'ignoranza reciproca che è la causa pri... more Parole per osare e creare punti di incontro. Per vincere l'ignoranza reciproca che è la causa principale dell'odio e dell'intolleranza. Per meravigliarsi assieme della bellezza e della forza della parola di Dio, comunque si faccia udire. Nella scoperta, nel rispetto e nell'ascolto l'uno dell'altro.
I contributi sono il frutto di lavori condotti in sede di convegni e seminari organizzati dal Cen... more I contributi sono il frutto di lavori condotti in sede di convegni e seminari organizzati dal Centro Espaces di Pistoia in collaborazione con l'associazione PoieinLab negli anni 2015 e 2016.
Books Chapters by Claudio Monge
in A. Cortesi (ed.), Europa in discussione, Nerbini, Fi, 2015, pp. 65-86.
Religioni e ospitalità, Antonianum, Roma, 2021
Per Kant, l’ospitalità è un “diritto naturale” posseduto da tutti gli umani “in
virtù dei loro di... more Per Kant, l’ospitalità è un “diritto naturale” posseduto da tutti gli umani “in
virtù dei loro diritti al possesso comune della superficie terrestre”. Egli
considerava l’ospitalità come l’elemento determinante per riunire persone di culture diverse in un contesto politico. Con buona pace di Emmanuel Kant il tema dell’ospitalità, è stato
piuttosto trascurato negli scritti sistematici della tradizione islamica. In
essa la sua presenza è prioritariamente localizzabile nelle vaste risorse
del pensiero e della pietà che parlano di carità, vicinanza e donazione come comando divino. Nondimeno, l’ospitalità nelle sue ricorrenze
contemporanee è presente nella letteratura filosofica, mistica e in quella
relativa agli adab. Sia il sunnismo che lo sciismo hanno le loro narrazioni sull’ospitalità, e benché ci siano molte sovrapposizioni tra le due
tradizioni, noi facciamo principalmente riferimento al corpus di scritti
dell’Islam sunnita.
Teologia dell'ospitalità - BTC 196, 2019
La riflessione sull'ospitalità non può restare a un livello delle pratiche e della morale da una ... more La riflessione sull'ospitalità non può restare a un livello delle pratiche e della morale da una parte, o delle categorie del politico e del giuridico dall'altra. Così facendo, perderemmo completamente il carattere sacro di questa consuetudine ancestrale e dei temi ad essa connessi. C'è un livello alto, sublime ma nello stesso tempo quotidiano, dell'ospitalità che rappresenta un po' "il carattere ontologico di questa pratica": è la dimensione teologale del suo svolgersi. Soprattutto se guardiamo alle tre grandi religioni abramitiche (ma la considerazione potrebbe essere allargata anche ad altre religioni non monoteiste), possiamo constatare come esse siano, coscientemente o meno, una pratica teorica e simbolica dell'ospitalità del divino, nel senso del genitivo soggettivo e oggettivo, vale a dire secondo il doppio significato del termine "ospite": inteso come colui che dà ma anche come colui che riceve l'ospitalità. Troviamo qui, in modo particolare, una chiave interpretativa di tutta la storia veterotestamentaria: yhWh adotta Israele nell'ambito dell'elezione ma si fa anche accogliere dagli uomini, come nel famoso racconto dell'ospitalità alle Querce di Mamre, al capitolo 18 del libro della Genesi. Nella teologia neotestamentaria il carattere ontologico della pratica ospitale si arricchisce della dimensione trinitaria: in Cristo siamo invitati ad accogliere il Padre, mediante l'azione dello Spirito. In altre parole, l'ospitalità a livello dell'umano e avvolta nel mistero stesso dell'ospitalità intra-divina. Insomma, l'ospitalità, nella tradizione cristiana e non solo, rappresenta e, molto frequentemente, coinvolge il divino, permettendoci anche di dire qualcosa della sua stessa essenza. Questa constatazione, già avvalorata da una lunga tradizione letteraria
Dans le cadre particulier du dialogue interreligieux, si la tâche d’une théologie qui prend au sé... more Dans le cadre particulier du dialogue interreligieux, si la tâche d’une théologie qui prend au sérieux la nouveauté de celui-ci est d’endurer intellectuellement l’énigme d’une pluralité de traditions religieuses dans leur différence irréductible, l’attitude hospitalière préserve l’irréductibilité de l’hôte accueillant par rapport à l’hôte accueilli. Le dialogue interreligieux n’est pas un luxe mais une nécessité, afin d’éviter la régression des bâtisseurs de la Tour de Babèle. Dans une époque marquée par la pluralité des cultures, où des fois et des opinions se côtoient à l’intérieur d’un même espace existentiel, la nécessité du dialogue s’impose comme attitude éthique souhaitable entre personne conscientes d’être seulement hôtes de la Vérité et non de la posséder.
L’origine étymologique des termes qui composent le vocabulaire de l’hospitalité rappelle qu’ils s... more L’origine étymologique des termes qui composent le vocabulaire de l’hospitalité rappelle qu’ils sont liés à des notions de pouvoir et d’égalisation. Hospitalitas vient du nom hospitalis, lui-même forgé sur hospes (« celui qui reçoit l’autre »). L’hospitalité est geste de compensation, de mise à égalité, de protection, dans un monde où l’étranger n’a originellement pas de place. Etymologiquement, toujours, hospes a cependant une étrange parenté avec hostis (« l’ennemi »), qui donne en français « hostile ». L’origine des termes nous présente ainsi l’ambiguïté de fond du mot et de la pratique même de l’hospitalité : tout hôte accueillant peut aussi devenir otage de l’hôte accueilli, voire le prendre en otage ; l’hôte est un ennemi potentiel du simple fait qu’il est autre. L’hospitalité implique la question de l’étranger : un être qui se distingue car il est inconnu, vient du dehors, est de passage, non conforme aux mœurs du lieu, et pour cela à l’origine du soupçon. Pratiquer l’hospitalité signifie donc accepter de courir le « risque de l’accueil ». Au-delà des questions étymologiques, l’hospitalité, dans les traditions religieuses polythéistes ou monothéistes représente, et, très fréquemment, engage le divin. D’une certaine manière, ce serait toujours un dieu qui est reçu ou un autre mystérieux, envoyé de Dieu. Mais, de ce sommet théologique, que reste-t-il de l’ancienne pratique dans un cadre où l’institutionnalisation de l’hospitalité, fondée sur les lois de l’économie, semble métamorphoser le prochain en client des organisme publics ?Il faut revenir « au beau lien hospitalier », pour retrouver le rapport à l’autre, divers mais non menaçant.
Vita Cristiana, 2021
Il binomio “parola e esempio” che caratterizza la testimonianza di San Domenico Di Guzman, esprim... more Il binomio “parola e esempio” che caratterizza la testimonianza di San Domenico Di Guzman, esprime in qualche modo quello che Mons. Pierre Claverie, secoli dopo, chiamerà il “combattimento della vita” al di là del religioso, che molto spesso è ambito dei più grandi equivoci, il luogo degli scontri più sanguinosi… In altre parole, si esprime la convinzione che la fede cristiana non sia solo una questione di religione, ma una questione di vita o di morte: occorre ancorarla in una realtà viva, carnale, evitando di restare al livello delle idee che si scontrano in astratto.
L'atteggiamento ospitale è una decisione etica di principio, un'esperienza radicale dell'esistenz... more L'atteggiamento ospitale è una decisione etica di principio, un'esperienza radicale dell'esistenza umana che non dipende da alcuna tradizione particolare. Al contrario, essa può creare tradizioni: invertendo l'ordine esistente di ostilità e xenofobia, contribuendo con un'esperienza di theoxenia a rafforzare i migliori atteggiamenti per un'etica veramente umana.
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Book by Claudio Monge
Dans la société algérienne des années 1990, marquée par des relations conflictuelles, l’expérience spirituelle de Mgr Pierre Claverie, évêque d’Oran, et de Christian de Chergé, moine cistercien de Tibhirine, place l’hospitalité comme un devoir inconditionnel. L’hospitalité qu’ils ont pratiquée témoigne d’une compassion comprise comme la passion pour toutes les rencontres, qui ne fera jamais l’économie du mal et de l’échec: dialogue islamo-chrétien, différences culturelles, sens de la liberté.
L’hospitalité devient alors un geste subversif qui permet la relation juste, brisant toute velléité identitaire.
Résumé:
La recherche vise à fonder l’hospitalité comme notion première ouvrant, par une exigence intrinsèque, à un discours théologique. Sur les traces du récit de la Rencontre de Mambré (Genèse 18) nous essayons de montrer comment l’hospitalité représente et engage toujours le divin et cela également dans d’autres traditions religieuses que le christianisme. Dans chaque cas, il s’agirait toujours d’un dieu qui est reçu ou d’un « mystérieux Autre », envoyé par Dieu. Après avoir exploré la valeur de l’hospitalité en analysant l’arrière-fond des mythes, des symboles, des motifs (dans la production littéraire et artistique profane aussi bien que sacrée) et d’un certain univers mental qui constitue, plus ou moins directement, l’héritage proche oriental commun et intégré dans les textes sacrés des trois monothéismes, nous reviendrons à l'histoire de l’exégèse de Genèse18 et à un regard comparatif sur l’interprétation de la théophanie de Mambré dans les trois religions abrahamiques. En s’appuyant sur cette analyse et déclinant la notion et les rituels de l’hospitalité, nous voudrions ouvrir de nouvelles perspectives de recherche concernant certains sujets sensibles dans la réflexion théologique contemporaine.
Books Chapters by Claudio Monge
virtù dei loro diritti al possesso comune della superficie terrestre”. Egli
considerava l’ospitalità come l’elemento determinante per riunire persone di culture diverse in un contesto politico. Con buona pace di Emmanuel Kant il tema dell’ospitalità, è stato
piuttosto trascurato negli scritti sistematici della tradizione islamica. In
essa la sua presenza è prioritariamente localizzabile nelle vaste risorse
del pensiero e della pietà che parlano di carità, vicinanza e donazione come comando divino. Nondimeno, l’ospitalità nelle sue ricorrenze
contemporanee è presente nella letteratura filosofica, mistica e in quella
relativa agli adab. Sia il sunnismo che lo sciismo hanno le loro narrazioni sull’ospitalità, e benché ci siano molte sovrapposizioni tra le due
tradizioni, noi facciamo principalmente riferimento al corpus di scritti
dell’Islam sunnita.
Dans la société algérienne des années 1990, marquée par des relations conflictuelles, l’expérience spirituelle de Mgr Pierre Claverie, évêque d’Oran, et de Christian de Chergé, moine cistercien de Tibhirine, place l’hospitalité comme un devoir inconditionnel. L’hospitalité qu’ils ont pratiquée témoigne d’une compassion comprise comme la passion pour toutes les rencontres, qui ne fera jamais l’économie du mal et de l’échec: dialogue islamo-chrétien, différences culturelles, sens de la liberté.
L’hospitalité devient alors un geste subversif qui permet la relation juste, brisant toute velléité identitaire.
Résumé:
La recherche vise à fonder l’hospitalité comme notion première ouvrant, par une exigence intrinsèque, à un discours théologique. Sur les traces du récit de la Rencontre de Mambré (Genèse 18) nous essayons de montrer comment l’hospitalité représente et engage toujours le divin et cela également dans d’autres traditions religieuses que le christianisme. Dans chaque cas, il s’agirait toujours d’un dieu qui est reçu ou d’un « mystérieux Autre », envoyé par Dieu. Après avoir exploré la valeur de l’hospitalité en analysant l’arrière-fond des mythes, des symboles, des motifs (dans la production littéraire et artistique profane aussi bien que sacrée) et d’un certain univers mental qui constitue, plus ou moins directement, l’héritage proche oriental commun et intégré dans les textes sacrés des trois monothéismes, nous reviendrons à l'histoire de l’exégèse de Genèse18 et à un regard comparatif sur l’interprétation de la théophanie de Mambré dans les trois religions abrahamiques. En s’appuyant sur cette analyse et déclinant la notion et les rituels de l’hospitalité, nous voudrions ouvrir de nouvelles perspectives de recherche concernant certains sujets sensibles dans la réflexion théologique contemporaine.
virtù dei loro diritti al possesso comune della superficie terrestre”. Egli
considerava l’ospitalità come l’elemento determinante per riunire persone di culture diverse in un contesto politico. Con buona pace di Emmanuel Kant il tema dell’ospitalità, è stato
piuttosto trascurato negli scritti sistematici della tradizione islamica. In
essa la sua presenza è prioritariamente localizzabile nelle vaste risorse
del pensiero e della pietà che parlano di carità, vicinanza e donazione come comando divino. Nondimeno, l’ospitalità nelle sue ricorrenze
contemporanee è presente nella letteratura filosofica, mistica e in quella
relativa agli adab. Sia il sunnismo che lo sciismo hanno le loro narrazioni sull’ospitalità, e benché ci siano molte sovrapposizioni tra le due
tradizioni, noi facciamo principalmente riferimento al corpus di scritti
dell’Islam sunnita.
could engage in a lively exchange, but rather as people
who can open a dialogue. First of all there is the learning of the
language as a life-long process; then the poverty of the available
language in which one sketches the path of the incarnation
of Christian witness in Muslim countries forces one to weigh one’s words better and to limit oneself to that which is
absolutely fundamental and worth communicating. This learning of the language always occurs in comprehensive cultural work for better understanding, for the reduction of prejudices, and for the creation of friendly relationships. In its different disciplines theological reflection on the encounter between Christians and Muslims takes into account the
necessity to create places of reflection in which the cultural
richness of both sides is expressed. The challenge is to
combine one’s resolute commitment with an attitude of openness
towards the convictions of the other. One’s rootedness in one’s own religious identity can promote a deeper understanding of the beliefs of the dialogue partner. The endeavor to incarnate the Gospel in time is only possible in the Islamic world, as elsewhere, through one’s commitment to justice and peace.
esprimendo la convinzione che in esso Dio stesso manifesta qualcosa della
sua presenza…
all’incontro della percezione dell’altro.
grande basilica bizantina in moschea. In questo lungo colloquio con Vatican News, il religioso ricapitola le principali tappe della storia di quel monumento che sono legate
alle cruente divisioni tra i cristiani prima della conquista turca.
II. Formation et diplômes
III. Domaines de compétence et de recherche
IV. Bourses et groupes de recherche, enseignements récents
V. Sélection de publications et interventions à des conférences internationales