PAPERS by Cristina Donati
BIM design for One Airport Square in Accra, Ghana
di Cristina Donati 0315 Tributo a Le Corbusier SPECIALE www.progettarearchitettura.it/YA7YA
La serigrafatura sul vetro riprende le trame dei tessuti cellulari al microscopio
La Kunsthaus di Graz, costruita sulle rive del fiume Mur e inaugurata nel 2003 (Peter Cook e Coli... more La Kunsthaus di Graz, costruita sulle rive del fiume Mur e inaugurata nel 2003 (Peter Cook e Colin Fournier); un disegno per la Plug in City (città connessa), progettata da Cook nel 1964

Better City, Better Life: «una città migliore per una vita migliore» è il titolo programmatico de... more Better City, Better Life: «una città migliore per una vita migliore» è il titolo programmatico dell'Esposizione Universale di Shanghai che sceglie di interrogarsi sulla qualità della vita urbana nel XXI secolo. Un tema inedito nella storia di oltre 150 anni di Expo che, lanciato dal cuore dell'Oriente, assume un valore etico ancor più significativo per il futuro del pianeta. Dal crollo delle utopie del Movimento Moderno, l'architettura come civitas cioè, come strumento di qualità e responsabilità sociale, è un impegno marginalizzato dalle tendenze estetizzanti della contemporaneità. Un messaggio che torna, però, alla ribalta del dibattito internazionale alla Biennale del 2000 con lo slogan «less aesthetics, more ethics» e che viene riproposto, quest'anno, con taglio ancor più umanizzante, dall'attuale direttirce Kazuko Sejima, con il titolo «people meet in architecture». Dopo i giochi olimpici a Pechino, è quindi la volta di Shanghai di dimostrare la capacità di gestire una manifestazione che, da maggio 2010 (Progetto di Knippers Helbig Advanced Engineering, Stuttgart) Foto: Knippers Helbig. 67 di Cristina Donati 0510 68 progettare speciale Expo Shanghai 2010

Un tassello del futuro network di servizi cittadini tra la città "murata" e le cascine il NUOVO T... more Un tassello del futuro network di servizi cittadini tra la città "murata" e le cascine il NUOVO TEATRO DELL'OPERA . A FIRENZE , firmato ABDR ARCHITETTI ASSOCIATI CRISTINA DONATI modulo 374 • 45 C onsiderata la più maestosa opera civica dopo secoli, il nuovo Teatro dell'Opera di Firenze ha le potenzialità per innestare il rilancio internazionale che la città aspetta da tempo. La nuova sede del Maggio Musicale è infatti un ambizioso progetto culturale, definito come "Parco della Musica e della Cultura", che vanta un' offerta funzionale unica e cioè: una Sala per l'Opera, un Auditorium ed una Cavea a cielo aperto, fruibili in contemporaneo. Un Parco di oltre 5000 posti, che il Sindaco Matteo Renzi definisce "una nuova realtà culturale che riuscirà a cambiare il volto della città". Realizzato per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia, l'intervento riveste un ruolo strategico sia come nuova centralità urbana, sia come nodo nevralgico del palinsesto culturale metropolitano.

Rho-Pero, Milano Dominique Perrault Architecte 0410 42 progettare Dominique Perrault, geniale art... more Rho-Pero, Milano Dominique Perrault Architecte 0410 42 progettare Dominique Perrault, geniale artista d'architettura, archistar eclettica che affronta ogni opera come inedito pezzo unico. La riconoscibilità della firma non traspare, quindi, dalla ripetitività di un'esercitazione linguistica, ma dall'affermazione di una progettualità generata da un'estrema sintesi tra morfogenesi e ingegnerizzazione, che trasforma il minimalismo in monumentalità. Dalle iconiche torri della Biblothèque Nazionale de France (1995), all'architettura mimetica dell'Università femminile di Seoul (2009), Perrault traccia un percorso di avvicinamento al progetto che, lontano da riconoscibili stilemi formali, affonda le sue radici nell'interazione dialogica tra processo creativo e costruttivo. Un dialogo da cui scaturisce la risposta alle specificità del programma e del contesto che supera l'approccio autoreferenziale del compiacimento formulaico ed estetizzante. Non esistono, quindi, categorie stilistiche intrinseche ma un'omogeneità e coerenza trasversale di metodo che mira a suscitare, quello che Perrault stesso ha definito, «the 'less is more' of emotion», riferendosi, appunto, alla Biblioteca Nazionale Francese. Con questa poetica espressione Perrault dichiara la propria passione per la sintesi e si schiera con il Minimalismo che, dagli anni '90, propone una convincente alternativa al più mediatico Decostruttivismo. Ma esistono differenze concettuali tra il Minimalismo Giapponese, Inglese o Francese? Sicuramente sì. L'insegnamento eterno di Mies si è declinato con obbiettivi e specificità geoculturali che, nonostante il millantato internazionalismo, rimangono chiaramente riconoscibili. Basti pensare alla nudità spaziale della scuola giapponese e confrontarla con la sfida della riduzione tecnologica della scuola britannica.

L a strategia progettuale del MARTa -museo di arte contemporanea, architettura e design-muove dal... more L a strategia progettuale del MARTa -museo di arte contemporanea, architettura e design-muove dal vincolo imposto dalla Municipalità di Herford di recuperare un frammento di un edificio industriale preesistente. Secondo il programma del 1998, l'edificio industriale doveva quindi essere conservato e dovevano essere creati nuovi spazi espositivi, per un totale di 7.000 m 2 , disposti nei nuovi padiglioni lungo l'asse nord-sud. Il progetto si sviluppa, quindi, intorno a questo nucleo preesistente che occupa circa 1/4 del totale ma, sembra quasi scomparire, nell'abbraccio dello straordinario organismo che Gehry gli ha costruito intorno. Le sue forme squadrate e le superfici d'intonaco bianco fanno risaltare maggiormente la sinuosità organica dei nuovi volumi e il loro singolare trattamento materico. L'accesso al museo è enfatizzato da una corte d'ingresso che funziona anche da spazio urbano pubblico su cui si impone l'elegante lastra in acciaio con il traforo del logo del museo che scherma la fac-ciata dell'edificio industriale. I circa 3.400 metri quadrati del blocco preesistente contengono, al piano terra, un atrio ed uno spazio commerciale, mentre, ai piani superiori, le sale espositive ed i laboratori. I padiglioni a sud si articolano intorno ad uno spazio espositivo principale multifunzionale di circa 445 metri quadrati, da cui si sviluppano un grappolo di sale minori inondate di luce da lucernari in copertura, per un totale di circa 730 metri quadrati. In questa parte del museo sono ospitate due importanti collezioni: la donazione di Karl Keber che consiste in centottanta dipinti dagli anni Settanta a Novanta, e la raccolta privata di opere d'arte contemporanea del direttore artistico del MARTa, Jan Hoet. La parte a nord, di dimensioni più contenute, ospita uno spazio espositivo di circa 345 metri quadrati dedicata al design ed agli eventi speciali. Lungo il lato sud-est è stata organizzata una zona ristoro con caffetteria e ristorante che si affacciano sulla dolce ansa del fiume che definisce il limi-
Il Partenone e la sua storIa sono celebratI lungo un Percorso museografIco contInuo, all'Interno ... more Il Partenone e la sua storIa sono celebratI lungo un Percorso museografIco contInuo, all'Interno dI uno sPazIo mInImalIsta e antI-monumentale che rende un InnovatIvo trIbuto all'IdentItà della cultura ellenIca di Cristina Donati, foto di Nikos Daniilidis, Christian Richters, Peter Mauss/Esto, Bernard Tschumi Architects
Un "pavilion" esprime l'estremo limite della prefabbricazione in GRC: 850 pannelli con morfologia... more Un "pavilion" esprime l'estremo limite della prefabbricazione in GRC: 850 pannelli con morfologia e spessori (minimi) variabili. Una forma complessa realizzabile con i nuovi SW 3D

Rho-Pero, Milano Dominique Perrault Architecte 0410 42 progettare Dominique Perrault, geniale art... more Rho-Pero, Milano Dominique Perrault Architecte 0410 42 progettare Dominique Perrault, geniale artista d'architettura, archistar eclettica che affronta ogni opera come inedito pezzo unico. La riconoscibilità della firma non traspare, quindi, dalla ripetitività di un'esercitazione linguistica, ma dall'affermazione di una progettualità generata da un'estrema sintesi tra morfogenesi e ingegnerizzazione, che trasforma il minimalismo in monumentalità. Dalle iconiche torri della Biblothèque Nazionale de France (1995), all'architettura mimetica dell'Università femminile di Seoul (2009), Perrault traccia un percorso di avvicinamento al progetto che, lontano da riconoscibili stilemi formali, affonda le sue radici nell'interazione dialogica tra processo creativo e costruttivo. Un dialogo da cui scaturisce la risposta alle specificità del programma e del contesto che supera l'approccio autoreferenziale del compiacimento formulaico ed estetizzante. Non esistono, quindi, categorie stilistiche intrinseche ma un'omogeneità e coerenza trasversale di metodo che mira a suscitare, quello che Perrault stesso ha definito, «the 'less is more' of emotion», riferendosi, appunto, alla Biblioteca Nazionale Francese. Con questa poetica espressione Perrault dichiara la propria passione per la sintesi e si schiera con il Minimalismo che, dagli anni '90, propone una convincente alternativa al più mediatico Decostruttivismo. Ma esistono differenze concettuali tra il Minimalismo Giapponese, Inglese o Francese? Sicuramente sì. L'insegnamento eterno di Mies si è declinato con obbiettivi e specificità geoculturali che, nonostante il millantato internazionalismo, rimangono chiaramente riconoscibili. Basti pensare alla nudità spaziale della scuola giapponese e confrontarla con la sfida della riduzione tecnologica della scuola britannica.
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