Papers by Daniela De Angelis
La tendenza nel mondo villanoviano ad assimilare l’urna al corpo del defunto è riconoscibile graz... more La tendenza nel mondo villanoviano ad assimilare l’urna al corpo del defunto è riconoscibile grazie a diverse classi di indizi.
Le recenti indagini nella necropoli di Villa Bruschi Falgari permettono di verificare quanto il cinerario possa essere considerato compensazione del corpo bruciato sul rogo nell’ambito dei rituali della comunità protourbana tarquiniese.
Sono stati analizzati gli elementi che permettono di ipotizzare la presenza di tessuto intorno all’urna, dagli ornamenti ad esso applicati alle tracce lasciate dalla disposizione della cenere nei pozzetti, insieme alla posizione delle urne stesse ed alle caratteristiche delle coperture.
Sulla base dello studio delle associazioni tra elementi attribuibili esclusivamente al “vestito dell’urna” (ad es. collane, borchiette, piccole fibule rinvenute intorno o ai piedi del cinerario), nettamente distinti dalla parure intesa come insieme di ornamenti indossati dal defunto, si è individuato un modello che può essere applicato anche a quei contesti privi di dati di scavo esaurienti circa l’esatta collocazione degli oggetti rinvenuti.
Si è messo in luce come la vestizione dell’urna fosse riservata solo a determinate classi sociali.
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Papers by Daniela De Angelis
Le recenti indagini nella necropoli di Villa Bruschi Falgari permettono di verificare quanto il cinerario possa essere considerato compensazione del corpo bruciato sul rogo nell’ambito dei rituali della comunità protourbana tarquiniese.
Sono stati analizzati gli elementi che permettono di ipotizzare la presenza di tessuto intorno all’urna, dagli ornamenti ad esso applicati alle tracce lasciate dalla disposizione della cenere nei pozzetti, insieme alla posizione delle urne stesse ed alle caratteristiche delle coperture.
Sulla base dello studio delle associazioni tra elementi attribuibili esclusivamente al “vestito dell’urna” (ad es. collane, borchiette, piccole fibule rinvenute intorno o ai piedi del cinerario), nettamente distinti dalla parure intesa come insieme di ornamenti indossati dal defunto, si è individuato un modello che può essere applicato anche a quei contesti privi di dati di scavo esaurienti circa l’esatta collocazione degli oggetti rinvenuti.
Si è messo in luce come la vestizione dell’urna fosse riservata solo a determinate classi sociali.
Le recenti indagini nella necropoli di Villa Bruschi Falgari permettono di verificare quanto il cinerario possa essere considerato compensazione del corpo bruciato sul rogo nell’ambito dei rituali della comunità protourbana tarquiniese.
Sono stati analizzati gli elementi che permettono di ipotizzare la presenza di tessuto intorno all’urna, dagli ornamenti ad esso applicati alle tracce lasciate dalla disposizione della cenere nei pozzetti, insieme alla posizione delle urne stesse ed alle caratteristiche delle coperture.
Sulla base dello studio delle associazioni tra elementi attribuibili esclusivamente al “vestito dell’urna” (ad es. collane, borchiette, piccole fibule rinvenute intorno o ai piedi del cinerario), nettamente distinti dalla parure intesa come insieme di ornamenti indossati dal defunto, si è individuato un modello che può essere applicato anche a quei contesti privi di dati di scavo esaurienti circa l’esatta collocazione degli oggetti rinvenuti.
Si è messo in luce come la vestizione dell’urna fosse riservata solo a determinate classi sociali.