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Santa Lucia

Source gallica.bnf.fr / Bibliothque nationale de France

Santa Lucia. 1902.


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NF Z 43-120-14

Texte deteriore reliure dfectueuse

NFZ 43-120-11

FIRENZE
TIPOGRAFIA ABBIANO SAT.ANT

Viale Militare
1902.

SANTA LUCIA.
CANZONETTA DI UN MARINARO.

Sul mare luccica

L'astro d'argento;
Placida l'onda,
Prospero il vento.
Yenite all'agile
Barchetta mia :
Santa Lucia,
Santa Lucia!...

._

Con questo zemro


Cos soave,
Oli ! come dolceStar sulla nave !
Su, passeggieri,

Yenite via:
Santa Lucia,
Santa Lucia !..,
.

L fra le tende
Bandii la cena,
In una notte
Cos serena.
Ohi non dimanda,

Chi non desia:


Santa Lucia,
Santa Lucia !...

Mare s placido,
Vento s caro,
Scordar fa i triboli
I marinaro.

E va gridando
Con allegria:
Santa Lucia,
Santa Lucia !..,
Oh! dolce Napoli,
Suolo beato,
Dove sorridere
Volle il Creato !

Tu sei l'impero
Dell' allegria :
Santa Lucia,
Santa Lucia!...

Or che tardate ?
Bella la sera :
Spira un'auretta
Fresca e leggiera.
Yenite all' agile
Barchetta mia:
Santa Lucia,
Santa Lucia !...

UH GIOVANE INNAMORATO
CHE

vuole la risposta da una ragazza.

Date venni a bella posta,


E t'offersi lo mio amore;
Tu tacesti, ed il mio core
Per te invano sospir.

. 8
,

Me la dai questa risposta?


Me la dai, s o no ?

Altra volta la mia mano


Io t'offersi insiem col core ;
Tu ridesti; e il mio dolore
Da te grazia non trov.

La risposta attesi invano :


Me la dai, s o no ?
Mi dicesti : Non vo' fretta ;

Yo' pensarci un po' con pace ;


Fare in furia non mi piace....
Forse un d ve la dar.

La risposta benedetta
M"e

la dai, s o no ?

9 __
Ti sar sempre fedele;
Tu vedrai la mia costanza ;
Dammi almeno una speranza,
I tuoi piedi bacer.

La risposta a tanto bene


Me la dai, s o no ?
E pur so che d'altri ai preghi.
Altre volte ti movesti ;
La risposta almen la desti;
S, la desti ; ed io lo so.
Perch a me dunque la neghi ?
Me la dai, s o no ?
Dimmi almen che non puoi amarmi,
Che per te posso morire....
No, cos non. me lo dire,
0 davvero io morir.

10

La risposta devi darmi :


Me la dai, s' o no ?
Per piet del mio dolore,
Volgi a me 1' occhio amoroso ;
Io tuo amante, schiavo e sposo,
Qual tu vuoi, fido sar.

La risposta a tanto amore


Me la dai, s o no?
Io ti giuro in fede mia,
Che se tardi a darmi aita,
Tanto trista e dura vita
Sopportare io .non potr.

La risposta benedetta
Me la dai, s o no?

11 __

Ti commuova questo pianto,


Ti commuova il dolor mio!
Deh ! rispondi : t' amo ! ed io
Ai 4uoi piedi morir.

La risposta a tante pene


Me la dai, s o no ?

12

Fedele a te sar!
CANZONETTA NUOVA.

Io son fra mille affanni :


Pace non trovo, oh Dio !
Lungi da te, idolo mio,
Pace non trovo al cor.

Per te perdei la pace


Di questi giorni miei;
Ma se fedel mi siei,
Fedele a te sar !

Allor che il tuo sembiante


Io vidi, oh, anima mia !
M' entr la gelosia
Dentro di questo cor.

18

'

Cupido allor, trafitto,


Coi dardi tuoi languenti,
Che furono pungenti
Nel misero mio cor.

Dunque compensa, o cara,


Il grande amore mio,
Mentre per te, idolo mio,
Perdei la pace al cor.
Io ti prometto, ascoltami,
Di non lasciarti mai :
Fedele, io lo giurai,
Fedele, lo giuro.ancor!

Fra due amici.


Come
afflitto,
sei
amico
mio
!

Vengo
adesso
da
Trespiano,

dove stata sepolta mia suocera.


il
cordoglio.
Divido
tuo

afflitto
Ma
sai
per
non
sono
:

la sua morte : tutt' altro! Mi duole


perch P oratore che ha pronunziato
il necrologio, mi ha assicurato che
la rivedr nell' altra vita.
Orrore
!!!...

li

--,

Io-

curato e la serva,

Non
vuole
quest'oggi,
manzo

signor curato ?
Dio
dal
far
mi
guardi
pec
cato con cibi grassi !... Oggi, che
sabato, mi basta questo pesciolino !

Per dimenticare.
Un ubriaco viene tradotto in tribunale davanti al Presidente.
decima
volta
E
la
che
com
parite per delitto di ubriachezza

scandalosa.
Presidente,
Signor
risponde

l'accusato in tono tragico non


bevo
ubriaco,
dimentisono
e
per
care.
dimenticate
Ma
mai
di
non

bere.

16

La mamma e il suo bambino.


Vuoi
molto
al
bene
babbo?

Ma
s;

buono.
tanto

Sono
sicura
che
tutti
i
giorni

ti regala qualche cosa.


vro. Tutte le volte che la

cameriera viene a fare la camera,


egli mi dice: Eccoti due soldi,
va' a passeggiare sul terrazzo !

Bizzarrie.
sullegge
La
Berenice
signora
,.i
l'insegna d'una bottega : Generi dversi.

Entra, e :
Me. ne facciano vedere uno

chiede.

'

17

Uno
? !.... che cosa ?! !

Un genero.... oh bella.... per


mia figlia....

*
In una piazza passa frettoloso un

frate.- Un ubriaco lo afferra per un

braccio e gli grida :


SanDi'....
riconosci
in
me

t'Alfonso ?...
il
risponde
De'liquori?
!...

frate svincolandosi.

*
Un monello entra- da un fornaio :
duro?
Avete
del
pane

S,
vuoi....
piccino,
quanto
ne

monello
il
Male,
risponde

venderlo
quando
bisognava
era

fresco.

Lo spirito del volgo.


Un contadino offre il tabacco al

18

padrone, il quale, dopo averlo fiutato, lo getta esclamando :


Puzza
di
briccone!

le
Illustrissimo
dita.
!
sue
sono

Dal farmacista :
Che
vuoi,
ragazzo?
cosa

di
polvere
Vorrei
po'
per
un

le pulci.
desideri
?
Quanta
ne

Si
regoli
lei,
tre
saranno
o

quattro milioni.

'

dermi

Come sta il conte ?


Ha reso l'anima a Dio !
Avrebbe fatto meglio a renle cento lire che gli ho pre-

state !

Per la via:
venti
prestarmi
da
Avresti

lire ?

19

-*-

'

In
tasca,
no.

casa?
E
a

addio
bene
!...
Tutti
;

Fra ballerine.

l'Angiolina
ha
Sai
che
messo

Ed
cavalli
?
si
dice
ora
carrozza
e
su
che voglia far dipingere sugli sportelli il suo stemma.
?
!...
Uno
scudo

aria
d
visto
ohe
si
la
Hai

Biondina ?
si
d?
aria
Che

Madonna.
d'
L'aria
una

S
! ma non e' pericolo che

si faccia pregare !...

Fra due poveri impiegati :

il
stipendio
Per
tuo
corre

sempre....

20

Se
! Figurati che non
corre

riesco mai a metterci la mano so-

pra !...
Citrullini incontra per la strada
una.... signorina cantante.
le
stella
del
Nord!.
Addio,

grida.
Ciao,
imbecille
del
Sud
!

risponde quella.
Dialogo fra due ciechi:
quel
Sai
chi
sia
signore
che

t' ha dato due soldi ?


Mah
lo
solo
di
!...
conosco

vista !
Dialogo clto a volo :
Che
?

ora

quelle
L'
rendermi
cindi
ora

quanta lire.
Allora

presto....

_ 21
Un bel capitale :
fai?
che
E
ora

so.ci.0 di un' industria :


Sono

ferro
letti
di
di
vuoto.
fabbrica
una
Com'
costituita la societ ?

il
ferro.
socio
ci
Il
mio
mette

E
?
tu

Io....
il
vuoto.

Fra due disperati :

Mi
indicare
rimesapresti
un

dio contro questi primi freddi ?

il
Infilare
pastrano.

E
quando
si
?...
ha
non

Fare
fo
io,
che
come
non

avendolo, ardo, dal desiderio di pos-

sederlo.

POT.

LIBSI ILLUSTRATI PEI RAGAZZI.


1

Raeeogfi delle Fate.

_J

Le Novelle delle Fate.


l Libre delle Fafe.

Nel Regno delle Fate.


In questi quattro bellissimi volumi son raccolte una gran quantit di novelle soprannaturali, fantastiche, interessantissime, parte create
dalla fantasia dei migliori scrittori italiani e stranieri, e parte raccolte dalla viva voce del popolo
delle varie regioni d'Italia.
Morali e educative, queste novelle sono scritte
con impareggiabile leggiadria e semplicit di stile,
come d'altronde lo richiede tal genere di lavori.
Questi racconti di Fate, illustrati splendidamente, ottennero una accoglienza entusiastica da
parte del pubblico italiano, e si pu dire con
certezza che ben poche sono le famiglie ove sono
fanciulli, che non abbiano tale splendida ed economica pubblicazione.
Ciaoonn volum di eirca 300 pagine costa 75 centesimi
(franco di porto) e trovasi vendibile da tntti i Librai d'Italia e dall' Editore Adriano Salani, Viale Militare, Firenze.

ANNA FRANCHI
I

Viaggi

di un Soldatino di piombo.
S logge nella Settimana del 7 aprile 1901:

Se farai bene gli esami, io scriver un


libro ove racconter il tuo sogno ; e tu lo farai

leggere ai tuoi compagni. Cos disse la signora Franchi al suo piccolo Ivo. Gli esami andarono stupendamente; due nove e tro dieci, e
la promessa stata mantenuta.
Il libro grazioso, divertente ed istruttivo;
I bambini leggendolo potranno acquistare utilissime nozioni, e seguendo con ansia le infinite peripezie del povero Soldatino di piombo,
lo accompagneranno con la mente al Polo, in
Asia, in frica, e perfino in fondo al mare.
Lo scopo che F egregia autrice si prefisso,
di mescolare cio l'utile al dilettevole, stato
pienamente raggiunto.
Alla gentile e brava autrice che sa trattare con valenta grandissima argomenti cos
fra loro diversi, le nostre pi vive congratulazioni.

L'elegante volume, con incisioni, costa 75 centesimi


(franco di porto) e trovasi vendibile da tutti i Librai
d'Italia e dall'Editore Adriano Salani, Viale Militare, Firenze.

Il pi bel regalo ohe si possa fare


ai bambini il grande Album :

E. CAPPELLI
IL

PU LIO

BEL

BAMBINO

LETTURA E SCRITTURA.

Con questo libro, i bambini analfabeti imparano con molta facilit a leggere
ed a scrivere ; quelli che gi sanno si'

perfezionano sempre pi. Tutti si divertono a guardare le 300 figure in nero e


a colori clic adornano il Libro, legato
solidamente in cartone.

in vendita dai principali Librai, e Bara spedito,


per posta raccomandato, franco di porto in tutto il Meglio, dietro invio di Lire 2, all'Editore Adriano Salnui,
Viale Militare Firenze.

FIRENZE
TTT'OeRAli'TA ADRIANO SALASI

Viale Militare.
1900.

LO SPOSALIZIO DEI GATTI

i.
DELL' 1MMOMMENTO

Nei pi aspri rigori dell' Inverno


Amore accese inestingnibil foco
In due cuori gatteschi, e nel pi interno.
Del petto loro, tanto a, poco a poco
Crebbe la fiamma, per quant' io discerno,
Ohe del mondo in veruna parte e loco,
Ter quante faci Amore accese e sparse,

Altro pi dolcemente mai non arse.

Dolce languir, dolce penar sembrava


Ai fidi Amanti in mille lor tormenti,

Duolo che notte e d gli consumava


Eidotti a tener 1' anima coi denti,
Bicchio Soriani, il giovin si appellava,
D' antica stirpe e valorose genti :

Burchia Sgraffloni era la fanciulletta,


In consorte da Giove a Bicchio eletta

Ella faceva, bench innamorata,


La ritrosette, timida e incurante,
Ma non potea nel cuor tener celata
La fiamma eh' entro ardea pel caro amante,
Ohe spesse volte come forsennata
Gnaulando prorompea; quasi che avante

Il dolce oggetto avesse avuto: Oh! caro


Bicchio, il mio duol per te non ha riparo !
E ripassando per la sua magione
Si aggirava d' intorno alla finestra
Non osando affacciarsi, per cagione
Ohe prudenza fu sempre cauta 'e destra.
Ma,

il caso f' che avanti al suo balcone

Dieder di man duo ciechi ad un' orchestra,


Di saltero su nn trespolo, e violino,
Per cantare gli Amori di Arlecchino.

Ella, che per amor tanto sentia


Piaga mortai nel suo trafitto seno,
Mentre del cieco Dio cantare udia,
Lo sa il Oiel quante volte venne meno;
N sostenersi pi potuto avria...
Se giovanile ctade al piede almeno
Somministrata, non gli avesse lena,
Ohe il cuor troppo era fiacco dalla perni

fattasi coraggio in s raccolse


Oli abbandonati spirti, e volle allora
Far forza ed affacciarsi, e in .vero col&
Il punto di fortuna, perch fuora
Bravi quello che la pace tolse
All'alma sua; ma oh, mesehinella! Or ora
Ecco a nuovi tormenti, a nuove pene,
Per te aprirsi funeste, orride scene !
Ma

Bicchio, che nella turba ascoltatrice


Mischiato si era de' canori ciechi,
Moriva per amore : e qual Penice

Rinasceva al rimar dei versi sbiechi,


Ohe chiaro denotavan 1' infelice
Vita, che Amore agli amatori arrechi:
E mentre al Cielo le sue luci porse
La bella Burchia alla finestra corse.
Oh! che vista fu quella, allor per lui!
Si accrebber peno a pene, guai a guai ;
Mesto allor ricompose gli occhi sui
Con un caldo sospiro, udito mai.
s dicea, io solo fui
fra
Bella,

La cagion del mio mal, che i tuoi bei rai


Troppo fisso mirar volli dappresso,
Non mi lagno di te, ma di me stesso!'...

Fu s forte il sospir eh' egli dal petto


Fuor tramand, che tutti i circostanti
Restarono storditi; e fino in Ghetto
Si riscosse un Ebreo e perde i guanti.
Una Donna che steso avea sul letto
Il bucato dei Frati Zoccolanti,
Tanto si spavent a tal rumore
Ohe addosso di lass cadde a un Dottore.
1

I ciechi che cantavan la canzone

tal fracasso,
Preso il loro strumento e il lor bastone

Non sapendo indagare

Fuggirono, e inciamparono in un sasso:


Uno cadde supin, 1' altro boccone,
Saltero e violin tutto in conquasso;
E nel cadere in terra, i poverini
11 bossolo perderon coi quattrini!

II.
DEL TOCCAMANO

Partita che fu tutta quella gente,


Febo intanto tuffandosi nell' onde
i fece notte, e venne nella mente
A Bicchio un bel pensier: e tosto altronde

Rivolto i pie, pensando accortamente


Di far prove se Burchia corrisponde,
Di farle risolv una serenata,
Poich al canto ed al suono era portata.
Quivi in brevi momenti ritornato,
Seco avea un chitarrin di Stefan Franco
Con quattro corde e mezzo, un po' scordalo
Appeso al collo e riposato al fianco.
Verso la bella pria lo sguardo alzato,
Ma non vide che buoi : e solo un bianco
Vedere a una finestra gli parea
Cosa fosse per non distinguea.

Era questa Y amata, la sua cara,


Ohe soletta lass stava menando
Una vita penosa, aspra, ed amara.
Al suo' amato, al suo ben sempre pensando,
Ohe l'imago di lui poe' anzi chiara
Veduta avea fra quella gente, quando
I due ciechi cantavan la leggenda
Che il sospir fece a ognun paura orrenda
Amore al cuor le sugger che quello
Era il suo Bicchio : ond' ella a s medema
Impon silenzio per modestia, e snello
Muove il pie (ecco Amor vergogna scema).

Abbasso discendendo va bel bello,


E di tela di ragno un diadema
Si fece, per fuggir 1' aria gelata:
Gentilmente affacciossi a una ferrata,
u

'-"

Allora Bicchio, tuttoch allo scuro


Fosse ben bene, ravvisolla tosto;
Era d' un Osteria poggiato al muro,
In faccia appunto a lei preso avea posto
Sotto il tetto, per starne pi al sicuro
Alle rime pensando dell' Ariosto ;
Strimpella il chitarrin pi qua, e pi la,
Principia una canzone in elqf.
Malinconico tuono ci scelse apposta

Per muover la sua cara a tenerezza;


Ma avendo un petignone colla crosta
Suonare non potea con gran dolcezza;
Per far voce sottil la propria sposta,
E in falsetto con somma gentilezza
Spiega alla Burchia sua gli appresso canni.
Che inteneriti avrian perfino i marmi.
*

Gnau gnau !... Burehina ma,


Per te moro, spasmo e peno,
Dal contento vengo meno
* Notte e d pensando a te;

9
sia,
Io
mi
non
so
cosa

ha pace pi il mio coro,


Morir fra poche ore,

Non

Gnau
!...
Piet
di
gnau
me !

Pi oltre proseguir volea il suo canto,


Ma il dolor gli serr la bocca al verso:
E dagli ocelli versando un rio di pianto
Confuso si trov, smarrito e perso ;
E mentre colla coda andava intanto
Asciugandosi il volto, eh' era asperso
Di lacrime, che avrebber pieno un vaso,
Starniti, perch entrogliene nel naso.
All' udire di tai pietosi accenti
Tanto s'intener la, Burchia bella,
Ohe con singulti e con sospir cocenti
Sciolse graziosamente la favella:

Per non mancar soltanto ai riverenti,


Atti ci' ossequio di gentil donzella
Disse fra s: Se taccio, che dir?
Con bell'inchin disse: Felicit!

ridir potuto avrebbe allora


Il contento di Bicchio, nell' udire
Ah! chi

La voce della sua splendente aurora,


Che rispose al suo rauco stanutire?

10

Deposto lo strumento salt fuora,


Incominci con scelti detti a dire :
Grazie Burchina mia, amabilissima,
Ti faccio riverenza profondissima!
s*

Qual fortuna

la mia a questo scuro

Poterti ragionar delle mie pene ?


Moro per te mio ben !.. E se sicuro
Fossi di te che mi volessi bene,
Vorrei tosto sposarti, e te lo giuro
Per quanti Topi in terra, in mar Sirene;
Or se la vita mia ti cara e brami,
Dimmi Burchina mia, dimmi se m' ami?..
51

"

Fra 1' amore e il timor non sa che dirsi


La fanciulletta, e sospirando tace;
Impallidisce e poi sente arrossirsi
Procura a s, procura a lui la pace;
Vorrebbe e non vorrebbe discoprirsi...
Tenta partir, ma sentesi incapace
Di forza tal: e come pesce all' amo
Resta adescata, e gli risponde: Io t'amo!
Qual piacere provasse il giovinetto
In sentir che la Bella lo gradiva,
Lo pensi chi prov 1' amore in petto,
E chi ne tiene ancor memoria viva :

11

appena la Burchina ebbe ci detto


Stese pronto la mano alla sua Diva :
di
f
in
la
destra
Ecco
mia,
pegno

Dammi, disse, la tua, lesta vien via !..


Ohe

,s

8k

85

Burchia, che ornai nell' amorosa rete


Troppo era avvinta e incatenata forte,
Gli d la mano, e gi per la parete
Scende dandosi in braccio a maggior sorte ;
Ringraziando le Stelle e le Comete,
A casa se ne van per vie pi corte,
Ma incontrandosi a caso in certi Cani,
Ecco nuove burrasche, e casi strani.

II miei che non vien mai senza la pecchia,


La rosa che non nasce senza spina,
Cos in tanti contenti si apparecchia
Sanguinosa battaglia aspra mina;
V odio antico svegliato, e rabbia vecchia
Fra la schiatta gattesca e la canina,
Spinge orgogliosamente i fieri Cani
Gli sposi a lacerar con morsi e sbrani.
Lascia della sua sposa Bicchio il braccio
E avanti a lei di se formane scudo:
Sgraffia, morde e respinge quel Canaccio,
Che il primo si f' avanti : e col pi crudo

12

se

Immaginabi strazio senza impaccio,


A fronte a fronte, e con il petto nudo,
Tanto men da ritto e da maricino
Ohe sul capo gli ruppe il chitarrino!
A tale zuffa gli altri spaventati,
Cominciano a pensare ai casi loro;
Stando in disparte alquanto ritirati
Tutta la gloria vollero e il decoro,
Ohe fosse di colui che cimentati
Avea gli sposi: e infatti il verde alloro
Ne riport in trionfo, che a sue spese
La gente ad insultar la notte apprese.
Frattanto riuscitogli tenere
Lontano il fier nemico a Bicchio invitto,
Della tremante sposa fu parere
Il fuggirsene via, e gran delitto
Ascrisse il proseguire e trattenere
Pi la contesa, essendo gi sconfitto
L'oste: e Bicchio al suo dir piega, la testa,
Ambi fuggir: e lei perde la cresta!
,

*7

'

Ili
DELLE NOZZE
*a

In quanto gira un lampo, in quanto gb.nge


Palla marzial da cavo ferro spinta,

13
.

Arrivarono a casa, e quel che punge


Il cuore dello sposo il veder tinta
Di languido pallor la sposa, e aggiunge
Doppia, pena al suo duol, che quasi estinta
Gettassi in terra colla coda storte,
Dicendo: Un poca d'acqua, ahim son mor^a!
Tosto lo sposo Bicchio die di mano

19

buon ristorativi,, acque ed odori;


Tolto un vaso di celebre Orvietano
Di balsamo, da gotta e da dolori,
Tre gocce sulla, palma, della mano
Stropicciando la sposa., dentro e fuori,
Gliene fa penetrare infino agli ossi
E dal deliquo subito svegiossi.

A.

i:'

15

Richiamati che ebbe a s gii spirti


Disse allo sposo suo: Qui son sicura?
! le rispose : ma perch avvilirti ?
Si

Mai. del nemico suo farsi paura.


Impara pur da me ad agguerrirti
Ohe dai perigli diverrai sicura...
Animo sposa, su, che none niente
Tempo di nozze ornai allegramente!
Ecco che il nuovo giorno nato il Sole

Torna

1'

aere crudo

a,

mitigare,

14

I parenti, gli amici ragion vuole


Ohe si mandino tutti ad invitare ;
Qui resta: e come ogn' altra Sposa suole
Bene ti abbiglierai, vado a ordinare
L'invito al pranzo, buon liquori a bevere
E g' invitati or or torno a ricevere.
w

Intanto che la Sposa si abbigliava


Allo specchio per far pompa nuziale,
Disponeva il marito ed ordinava,
Acci ben regolate, e ninna a male
Andassero le cose, che una brava
Gatta francese, cuoca, col zinale
Di trarre tutto a fin prese 1' impegno,
Con ordinanza, pulitezza e ingegno.

"

Gli ordini d, ripete e gli rinnova,


E a riveder 1' amata Sposa torna
II consorte gentile, e la ritrova
Tutta bene abbigliata, e ben' adorna ;
Al collo un vezzo avea di gusci d' uov
in testa due pennini fatti a corna,
Un raspe di tuelar/e e una pettina
Di velo di cipolla fatta a trina.

'*

Dagli omeri pendeale fino alle piante


Vago disabill tutto guarnito,

15
Con felpa e rete di carta sugante,
E con corde da cimbalo cucito;

Lungo strascico dietro: e poi davante


Un pi corto grembial sopra arricchito;

S ben che il pregio avea infra i pi belli


Di nacchere, sonagli e campanelli.

55

Alle pelose braccia un par di guanti


Con ricamo de' pi vivi colori,
Che chi n' aveva veduti tanti e tanti
Gli eguali vide mai n qui, n

fuori:

Bran questi di pelle d' Elefanti


Morti quand' hanno i colici dolori;
La cresta era un bel guscio di testuggine
Appuntata con gran lische di muggine.
16

Nel mentre che lo sposo attento mira


Quelle bellezze pi se ne innamora:

Sente rumor, pronto 1' orecchie stira


Per sentir se sia in casa, o se sia fuora;
Alla sala si affaccia e vi rimira
Un folto stuol di gente : Ecco chi onora,
Disse, la Sposa mia, di complimento,
Bench un gran freddo sia e tiri vento.
61

Passino tutti e restino serviti


(Questi eran pi di cinquecento Gatti

16

abito di gala rivestiti


Saltavano ed urlavan come matti).
Tutti insieme con termini fioriti
Fecero i complimenti : e appena fatti
La Sposa ringrazioli, e seco guida
A tavola, fra, il suono degli evviva.
Ohe in

TX

Postisi a mensa, i complimentatoli


A servire la Sposa ognun fa. a gara,
Della cucina sentonsi gli odori,
E in tavola a portar nessun ripara;
Narra, lo Sposo i suoi fedeli amori,
E la costanza della Sposa cara,
E riscosso da tutti applauso grande
Ecco si d principio alle vivande.

'

Di latte di Cicale una ricotta,


Di cosce di Zanzare una polpettta,

Una noce, un marrone, una ballotta,


Di salame di Chiocciole una fetta,,
Una Lumaca arrosto assai ben cotta,
Una salsa di Mosche bene stretta,

D'uova di Pipistrelli una frittata,


Di Pungitopi e ortica un' insalata.

"

Di pi

la cuoca, in fine per mostrare

Alla padrona qualche distinzione

17

Un piatto separato pens fare,


Ohe desse a tutti un po' d' ammirazione;
Questo da s, medesma presentare

per averne guiderdone:


capriccio
accetti
il
mio
Cara
madama,

Di Topini lattanti un bel pasticcio !


u
La Sposa ne mostr gran piacimento,
Lo Sposo rest molto stupefatto,
Comua de' commensali il gradimento
Per lo squisito e sontuoso piatto ;
Di doni gli promiser pi d' un cento
Con che per a suo tempo avrien ci fatto
Ohe non gii fosse 1' aspettar discaro,
Dissero, perch niuno avea denaro !
Lo volle,

42

mensa ognuno alzossi e ringraziare


Volle gii Sposi e poi di l partire,
La Cuoca rest soia a sparecchiare,
Ohe dalla bile si sontia morire ;
Tutti,
dice,
voglion
mi
regalare,

Ma a sno tempo per, mi sento diro !


Sparecchi pien di rabbia e di saetta
Dicendo : Sia mia sorte maladetla
Da,

FINE

ROMANZO SENTIMENTALE.
I.
Amelia aveva quindici anni.
Era bella come un angelo, i suoi occhi
brillavano come due stelle, la sua bocca
sembrava uno scrignetto di perle, il suo collo
vinceva in candore la neve, che cade sulla
cima intemerata delle Alpi. Romantica e sentimentale, ella compiacevasi sovente lasciar
vagare il suo pensiero nei campi dell'imma-

ginazione.
Oh !

l'immaginazione !
IL

Edoardo aveva venticinque anni.


Era alto di statura, magro, pallido, con
due baffetti neri, mosca idem, e una gentile
pronuncia dolcemente in erre. Pittore di professione, coltivava la sua nobile arte con
amore, e prometteva di diventare un giorno
qualche cosa di grande...
Oh! la gloria!

19

Nota bene Edoardo aveva un difetto...


neanche un soldo di patrimonio e guadagnava
poco o niente, per cui...
Oh! la bolletta! III.
Era una bella sera di primavera.
Amelia ed Edoardo s'incontrarono a caso, per la prima volta...
Si fissarono reciprocamente gli occhi addosso...

Amelia divenne tutt' ad un tratto rossa


come una ciliegia.
Edoardo impallid...
Oh! i cambiamenti di colore!
IV.
Scorse un mese.

In un viottolo angusto e oscuro presso


la Porta'" un giovine alto di statura, magro,
dalla chioma nera, ed una fanciulla linfatica
dalle treccie dorate, sedevano su di una panchina, guardandosi teneramente e sussurrandosi all' orecchio ardenti parole d'amore.
Erano Amelia ed Edoardo.
Riporteremo per intero la loro confabulazione nel Capitolo seguente.
V.
Edoardo diceva, ad
quanto io ti amo !

Amelia:

Oh!

20

Amelia rispondeva ad Edoardo


quanto io t' adoro'
Edoardo ?
Amelia!

Angelo
mio
!

Idolo
dei mio cuore!

Luce
dalla
mia
vita!

Sole della mia esistenza?


Mio tesoro!
-

Ohi

Mia speme'
Caro ! '
Cara!
Ah !

Eh !

Ih!
Oh!

Uh!

Oh

l'amore !
VI.

Continuazione del dialogo tra Edoardo


ed Amelia.
amer sempre, o mio Edoardo!
Io
t'

batter
che per te,
Il
mio
cuore
non

divina Amelia!... Tu sarai mia sposa, none


vero ?
Lo giuro innanzi a Dio.

!
fanciulla
Celeste

0 tua, o di nessuno!
Cherubino alato !

21

0
Chiostro.
tua
in
o
un

Oh! le donno linfatico-sentimentali 1

VII.
Scorse ancora un anno.
Amelia ed Edoardo continuano ad amarsi perdutamente : tra due mesi debbono
divenire marito e moglie...
Oh ! il matrimonio !
VIII.

bel giorno, nel mentre che Amelia,


era alla finestra aspettando il suo Edoardo,
un domestico in gran livrea, le fa vedere dalla
strada un gentile bigiiettino color rosa,, suggellato con ceralacca verde, tutto profumato
di patchouh/. Quegli le accenna di volerlo
rimettere nelle di lei mani.
Amelia, non sapendo che pensare, manda la cameriera sulla, scala a prendere il
bigiiettino...
Oh ! la curiosit !
Un

IX.

Ecco in quali termini era concepito il

bigiiettino :
Pregiatissima SigP'^na,
l'amo,
Io
e desidererei eoagiuugere il

mio
al suo destino. Mi chiamo il banolnn

22

re Isaia "* lio sessant'anni, e sessanta


mila napoleoni d' oro d'attivo : io depongo i miei anni e i miei napoleoni ai suoi
piedi... Vuole ella sposarmi?
X.

Una capanna ed il tuo cuore !


Vivere presso di te e mangiar pano di

mistura c"non bere che acqua!


Soffrire la fame e la sete e tutti i mali
della terra per esserti vicino !
Nella miseria, ma al tuo fianco !
Non vi pare, o lettori, che tutto queste
siano delle bellissime espressioni?
XI.

Dalle esperienze ai fatti corre nn buon

tratto di strada.

Abbiamo d' andare per le spicce col Romanzo ?


Amelia era una fanciulla, linfatica e sentimentale, ma... i marenghi hanno una tal
vista, attraente, un tale abbagliante splenr
dor
Oh

i marenghi !

XII.
Dopo due settimane il banchiere Isaia ""''

sp ava la signorina Amelia.


E Edoardo?

XIII.

Edoardo,all'annunzio della fatale notizia


si lacer gli abiti, si strapp i capelli, si
picchi il petto...
Correndo come un forsennato le vie,
entr furibondo iu una bottega di pizzicagnolo
all'err nn coltellaccio che stava sul banco...
Gi stava per immergerselo tutto quanto
lei cuore...
Ma nel! alzare la lama vide appeso alla
vlta un superbo prosciutto...
A tal vista arrest il colpo, depose il
coltello nelle mani del bottegaio, e rivolgendosi a lui:
' Quanto vale quel prosciutto ?
Dieci
lire,
Signore.

Eccovi
un marengo, pagatevi.

CONCLUSIONE.

Voi credete che Edoardo abbia rinunziato al progetto del suicidio

Io sono d' avviso contrario.


Si ottiene uno stesso risultato per vie

diverse.
L' arme bianca essendo troppo truce, Edoardo ha scelto una morte meno tragica...
Un' indigestione di prosciutto!
FINE.

>c Chi legge i romanzi storici-sociali di questa celebre


Scrittricei ormati notissima in tutto il mondo, rimane sorpreso pl l vira narrazione delle scene, la' variet degli episodi eminentetnente drammatici, elle s'intrecciano
m modo da non mai scemare l'attenzione, l curiosit,
l'intersse ardente dei lettori.
parolina Invernizio diverte l mente, commuove il
cuore; strappa il pianto dal; ciglio.
Scrive bene.e con chiarezza; La facilit del linguaggio, la semplicit delle frasi, rimangono talmente impressi* che ognuno costi-otto a convenire che l'esimia
Scrittrice 6 fra le prime d'Italia.
SONO PUBBLICATI

Bacio infame. . L. 0,75


La vendetta d'una pazza. . . . 0,75
L'ultimo bacio . 0,75
La lotta per l'amore 0,75
li genio del male 0J5
La peccatrice . 0,75

segreto di un
bandito . . . 0,75
IlparadisodiFiam-

11

metta.
,

0,75

. . .
Il delitto d'una
madro. . . . . 0,?5
Nollarete , . . 0,75
11 bacio d'una morta 1,00
.

Paradiso e Inferno
Lo vittime della
more
malodstta'.
.
.
La
.
Rina,l'angelo delle Alpi . . .
SI trovano eia

100

100

1^)0

1,50

BOMANZI :

Cuore di donna . L. 1,60


Amori maledetti. 1,50

II delitto della

Contessa.
.
.
1 drammi dell'adulterio . . .
Mariti birbanti .
Birichina
.
.
.
L bastarda '.. .-
Le figlie della duehessa. . . .
j ladr dell'onoro Anime di faugo .>
Gabena 6tema

I^^'la^1,1>ad
T, , ,;.,-,
61'

^assassino ,
Satanella, ola

1,50
1,50
1,50
1,50
1,50

1,50
1,50
2)00
2,00

om
2,00

ma-

no della morta 2,00


La sepolta viva . 2,00
L'orfana dei Ghetto 2,50

tutti t Librai d'Itali (tuli'Editore Adriano Balani,


Ville Militare, Flrunze.

>

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SALASI

Viale Militare
1902.

Stornelli d'Amore.
i
Ed io degli stornelli ne so mille!

Veniteli a comprar, ragazze belle:


Ne d cinque al quattrin come le spille.
2

E io degli stornelli ne so tanti!


Ce n'ho da caricar sei bastimenti;
Chi ne vuol profittar, si faccia avanti.
3
Se vuoi venir con meco a stornellare.
Piglia la sedia e mettiti a sedere:
Di quante stelle in cielo vuo' cantare.
4
Dalle montagne che si leva il Sole.
Al sonatore dono lo saluto.
E a voi, Bellina, dono tutto il core.
5
E di stornelli ne so gi una soma,
Qui dentro c' l'amor che me g'impara,
E poi c' il violin che me li suona.

4
6

Angiolo d' oro !


Tu canti li stornelli, ed io g' imparo ;
Tu spasimi per me, io per te moro!
7

Quando passi di qui, passi cantando :


Ed io se sono in letto, ti rispondo:
Volto le spalle a mamma, e sempre piango.
8
La buona sera ve la d col canto,
E vi saluto voi, palma d' argento,
Che fra le belle riportate il vanto.
9

Fiore d' argento !


Deh ! non ve lo prendete per affronto,
l'ultimo stornello che vi canto.
10

Fiorin di grano !
Lasciatemi cantar, che allegra sono :
Ho rifatto la pace col mio Damo !

Bont e bellezza d'amore.


ii

E ti chiamano, bella, e bella sei,


E come te non n'ho vedute mai,
E se tu mi lasciassi io morirei]
IO

Fior di scarlatto.

Alle porte di Napoli c' scritto:


In Paradiso c' il vostro ritratto!

5
13

Quando nasceste voi nacque un bel fiore,


La Luna si ferm nel camminare,
Le Stelle si cangiaron di colore.
14

E quando ti riscontro per la via.


Abbassi gli occhi e l'assembri una Dea,
E la fai consumar la vita mia.
15

Avete l'occhio nero della Fata,


Gli amanti li tirate a calamita;
E per farmi morir, Bella, sei nata!
16

E del pesce del mar tu sei la triglia,


E del paese tu sei la pi bella.
Padrona del cor mio, vien, te lo piglia.
17

Fior di ginestra !
La vostra mamma un vi marita appsta,
Per non levar quel fior dalla finestra.
18

Avete le bellezze di Natura ;


E se la morte non ci dissepara,
Vi voglio amare infili che il mondo dura.
19

questo il vicinato delle Belle,


Venite, o giovanotti, a prender moglie,
Quattro quattrini le ciliege belle !
20

Fiore di canna!
Bellina, siete fetta con la penna ;
Siete impastata di zucchero e manna.

6
21

Oh, quanto siete pallida nel viso

Parete un fior garofano nel vaso !


Parete un Angiolin del Paradiso!

22

Fiorin di more
Son morettina, e son di naturale ;
Son morettina, e non m'ha tinto il Sole,
!

23

Avete i ricciolini lunghi un dito,


Nel mezzo ce n'avete uno morato,
F'elice chi sar vostro marito!
24

Avete quell'occhietto brillantino,


E fate innamorar chi v' lontano,
Considerate chi vi sta vicino
1

25

Fiore di grano!
Chi ve lo metter l'anello d'oro?
Chi ve la toccher la bianca mano ?
26

In mezzo dello mar c' un pesce tondo;


Quando vede le belle, a galla ascende,
Quando vede le brutte torna al fondo.
27

Avete le bellezze di un colombo,


La cavalcata del cavai d'Orlando,
fi siete il pi bellin di questo mondo.
28

Fiorin di sale!

Se non son bella io, bello il mi'amore;


Ho un morettino e la grazia mi vale.

7
29

Ed ora che no' siam qui a tavolino,


0 ragianiamo un po'del nostro Damoi
Fra tutti questi, il mio gli il pi bellino.
30

E lo mio Damo si chiama Beppino:


il pi bellino ch'abbia il mio Sovrano:
Di latte e sangue, e' pare un' Amorino.

Passione d'amore.
31

Alzando gli occhi al Cielo vidi voi:


Subitamente me ne innamorai:
In mezzo a tante Stelle il Sol vedei.
32

Fior di gaggia!

figli voglion bene a mamma sua,


Ed io vo' bene alla speranza mia!

33

Ti voglio tanto ben, te ne vo' tanto!


Quando ti vedo, il mio core contento ;
Quando mi dici addio, mi scappa il pianto,
34

M'affaccio alla finestra, e d un sospiro,


E colla mia pezzola lo riparo :
Ti d la buona notte, e mi ritiro.
35

Tutta la notte in sogno mi venite:


Ditemi, Bella mia, perch lo fate?
E chi viene da voi quando dormite?

-8
36

Quando ci passi, non ti far sentire :


li fischio che tti fai, Bello, non fare;
Se no dal mondo ci farem scoprire.
37

Vorrei che la finestra ornai s'aprisse,


Vorrei che lo mio bene s' affacciasse,
E un sospiro d'amore lo gradisse.
38

M' stato regalato tre viole,


Me le son messe sotto il capezzale;
Tutta la notte ho sentito l'odore.
39
M' stato regalato un bel diamante;
Lo porto in dito, e mamma non sa niente:
E me l'ha regalato lo mio Amante.

Fior di limone!

40

E tu sei stato lo mio primo Amore,


E l'ultimo sarai, se mi vuoi bene.
41

Fiorili d'abete !
In Paradiso senza scale andate;
Parlate con i Santi, e poi scendete.
42

Fiore di felce !
Dove passate voi l'erba ci nasce,
E nel mese di Maggio ci fiorisce.
43

E lo mio Damo si chiama Donato.


Ma l'ha donato il core, ed io l'ho preso;
E tutti dicon che gliel'ho rubato.
.

,;9
44

Reggetemi, reggetemi, ch'Io volo!


Mi sono innamorato dello Cielo...
Ma le mie ali. non reggono al volo,
45

Amore, Amore, che m' hai fatto fare ?


Di quindici anni m'hai fatto invaghire,
Di babbo e mamma m'hai fatto scordare.
46

M'affaccio alla finestra, e vedo notte;


Con le lacrime mie bagno le lastre:
0 fonte di bellezze, buona notte
1

47

E s'io credessi non averti a avere,


L'arte del marinaro vorrei fare,
E pinger ti vorrei nelle mie vele.
4S

F sento, e sento da lontano un fischio:


E quello l'Amor mio, i'lo conosco,
Perch non pu venir, lo compatisco !
49

Carino mio !
Non dubitar, che questo core tuo:
Lo vo' donare a te, se piace a Dio.
50

Io vo' pigliar marito e voglio voi,


E non m'inporta d'entrare ne'guai;
Pensiamo a ora, e non pensiamo a poi.

10

Sfortuna d'amore.
51

Oh, quante stelle !


Vieni, Pietrino mio, vieni a contalle:
Le pene che mi dai son pi di quelle.
52

Fior d'amaranto !
Ti potessi parlare un sol momento!
Questo momento lo spasimo tanto!

53

Dio de' Dei !

E per amar Gigino io ne toccai,


E per amarlo ne ritoccherei.
54
Ho fatto tante lagrime e poi tante,
Quanti sassetti a fabbricare un monte!

Quanti sospiri a guadagna' un Amante!


55

Fior di piselli!
Vanne dall'Amor mio, e digli, digli...
Che son nel letto, e conto i travicelli.
50

Amore ingrato !
M'hai detto di venir, non sei venuto:
Fino alla mezzanotte t'ho aspettato
!

57

Giovanottino che passi fischiando,


Io meschinella dal letto t'intendo:
Volto le spalle a mamma, e poscia piango.

11
58 '

0 porto di Livorno traditore,


M'hai portato il mi'Amore in alto mare,
Me l'hai portato al porto di Tolone!
59

M' affaccio alla finestra, e vedo il mare;

Tutte le barche le vedo venire,


Quella dell'Amor mio non vuol passare.
60

Fili di sete!
Che avete, Bella mia, che sospirate!
Non sospirate, pi, che m'affliggete.
,

61

Fiore d'alloro !
Ora che ih' hai lasciato, mi dispero...
Viver non posso senza il mio tesoro!
62

Fiore di canna!
Tutta la notte co' piedi alla culla:
Non ho marito, e son chiamata mamma!
63
B me ne voglio andare, me ne voglio

A pascer l'erba, come fa il coniglio;


E il ben che t'ho voluto lo rivoglio.
64

Fior di cipolle !
Piangete occhini miei, piangete sangue;
Chi mi voleva bene, ha preso moglie.

Fior di granato!

65

Prendetelo, prendetelo marito,


Sa avete da scontar qualche peccato!

12
66

E lo mio Damo mi ha mandato a dire


Ch'io mi provveda che mi vag lasciare...
Questi son colpi da farmi morire!
6?
lo mio Damo che m' ha licenziato !
Non posso pi mangiar con appetito;
Nemmen dormire un sonno riposato !
68

Fiorin di zucca !
La donna innamorata mezza matta:
Quando ha preso marito matta tutta.
69

Giovanottino colla pipa in bocca,


Ti se'trovato una bella Ragazza:"
Ma se tu non fa' presto, non ti tocca !
70

Fior di fagioli!
Tu me li hai fatti far li pianti amari,
Ma me la pagherai, se tu non muori
!

71

Io me ne voglio andar di l dal mare,


I tuoi capelli saranno le vele,
Le lacrime saran l'acqua del mare.
.

Fiore d'argento!

72

E lo mio Damo l'ho messo all'incanto;


Ora elio ce F ho messo, me ne pento.
73

Fiorili di grano!
Gira la rota, e non gira il mulino.
L' amore cresce, e noi ci consumiamo !

13
7-1

Bella Ragazza dai riccioli biondi


Che tutti da una parte te li mandi.
0 giuccherella, con chi ti confondi?
75

Fior d'erbe amare !..


Se il capezzale lo potesse dire,
Oh! quanti pianti potrebbe contare!

Gelosie d'amore.
76

M'hai fatto una malia a tradimento:


Non mi posso vedere anima accanto ;
Fino le mura mi danno tormento.
77

Viole a mazzi!
Mi chiedesti il mio core, io te lo dtti;
Ora che tu l'ha' avuto, lo strapazzi.
78

Fior di limone !
Tu l'hai saputa tanto rigirare :
Dal torto ti se' presa la ragione.
Aria alli venti !

79

Hai canzonato me, dai retta a tanti :


La ventaruola sei di tutti i venti!

Fior di amaranti !

80

siete ventaruola a tutti i venti :


Avete un core, e lo donate a tanti.
A^oi

14
81

Fiore di lino!
Eramo in due innamorate d'uno:
Ognun tirava l'acqua al suo mulino.
S2

Viole a cesti!
M'innamorai di voi, poi mi lasciasti:
E s'io lasciassi voi, cosa diresti ?
83

Ti se' fatto il vestito di tormenti,


La sottoveste di sospiri e pianti:
Ora che m'hai lasciato, te-ne penti.
84

Fior di piselli
Avresti tanto core di lasciarmi?
Innamorati siam da bambinelli.
!

85
Quando t'amavo io, t'amava il Sole,
T'amava il cielo, la terra, e lo mare;
Ora non t'amo pi, nessun ti vuoici

86
M'hai dato la licenza in carta bianca,
0 Ragazzina, t'ho scoperta finta:
E ti tenevo in concetto di santa
1

87

quanti passi !
Prete non troverai che ti confessi,
Piangon le mura e sospirati li sassi.
-Oh,

88

Fiore di pepe!
Morir, morir non dubitate:
E quando sar morto, piangerete!

15
89

Se morta tu mi vuoi, dammi veleno;


Dammelo, Bello, di tua propria mano;
La sepoltura mia sar il tuo seno!
90

Se morta tu mi vuoi, piglia un trinciante,


(Della mi'vita un ne fo conto niente)
E fammi fa' una morte... ma non tante!
91

Dio del Cielo, mi voglio svenare...

Tutto il mio sangue ti vo' dare a bere...


Allor non ci potremo pi lasciare!
92

Fiore di grano!
Giovanottini, canzonate meno ;
L'arte del canzonar tutti T abbiamo.
93

Fior di viola!
La sera mi prometti Roma e Toma,
E la mattina manchi di parola.
94

Se mi volevi ben, com'era il patto,


Non mi avresti levato il cor di petto :
Levarlo a me per regalarlo a un altro!
95

Giovanottino da' calzon turchini,


Tu vieni a veglia e poi tu mi canzoni:
N'ho canzonati anch'io de'pi bellini!
98

Fiore di sale !
IT ho scoperto con chi fai all'amore:
L'ho conosciuto, egli un bel capitale!

16
97

M'hai dato la malia n'un guscio d'ovo;

Bevuto il giallo, ci rimane il chiaro:


Amor, se mi vuoi bene, ora ti provo!
98

M'hai dato a mala in un violo:


Oh bada che il tu' amor mi costa caro...
Mi costa la mia vita a peso d'oro!
!

Fior di gaggia!

99

La roba lascia star che non tua :


La scritta fatta, e la Ragazza mia.
100

0 quante me ne fai perch se' ricco


Ma ti manca il tesoro di San Marco;

Io son da quanto te, se mi ci picco.

Lontananza d'amore.
101

partito il mio Ben fra suoni e canti ;


Il Ciel gli dia allegrezza e lo contenti !
Bocca di perle ed occhi di brillanti !
102

Alla marina me ne voglio andare


Per veder se v'incontro io mio Amore;
E se l'incontro, lo vo' consolare.
103

E lo mio Amore gli lontan le miglia;


Lo mando a salutar per una stella:
Le genti se ne fanno meraviglia!

17
104

Fior di pisello!
Mi voglion dar marito e non lo voglio:
Me lo darebban brutto, e lo vo' belio !
105

E me ne voglio andare in altomare

Dov' una letterina fatta a core :

Geppino mio, e lo voglio sposare.


106

Fior di radice!
La figlia della vedova mi piace :
E se la posso aver, campo felice.
107

Alla finestra ohe ci state a fare?


Le braccia s verranno a intormentire';
L'amore da lontan non si pu fare.
108

Fiorin di canna !
Pregatela di core la Madonna,

Che faccia dir di si a babbo e mamma.


109
I' vo' pigliar marito a modo mio,
Babbo me lo vuol dare a modo suo,
Ma non ci ha da star lui, ci ho da star'io !
110
E lo mio Damo l'ho lontano un miglio!
M'ha mandato un saluto e non lo voglio;
Ma se mi manda il cor, quello lo piglio!

Ili

Fiorin di pera!
Vorrei discorrer col mio Damo un' ora,
Quell'iora fosse una giornata intera.

18
E

112
lo mio Damo cir si chiama

Gianni

Ha tutte le bellezze nei capelli ;


Se gli nato per me, Dio me lo mandi !
113

M'affaccio alla finestra e vedo il mare,


E vedo le barchette a me venire ;
Quella dello mio Amor fa tm gran tardare.
114

Fiore di menta !
Menta si chiama perch non fa pianta;
La vostra lontananza mi tormenta.
115

Fiore di mela!
E per l'amor di Dio vammela a chiama,
Se no, mi fai morir dalla gran penai
116

E prima ch'io ti lasci e ti abbandoni,


Hanno a seccare gli alberi alli piani,
E a' giardinieri seccargli i limoni.
117

Andiedi a Roma per veder San Pietro,


E quando fui nel mezzo al colonnato.
Mi ricordai di voi, e torna indietro.
.

118

E me ne voglio andare, chi sa dove ;


E voglio menar via la mia comare,
In quelle parti ove si leva il Sole.
119

Oh, quanti me ne mandi de'saluti!


Son pi che i fiorellini in mezzo ai prati,
Son pi che i pesci in mar grossi e minuti.

19

Stornelli sentenziosi diversi.


120

Fiore di cece!
Chi pretende l'amor senza la croce
Vuole una barca far, senza la pece.
121

Son Tuccellin che vola parla e dice:


Ditemi, cacciatoi', se sei capace :
L'amore da lontan non felice 1
122

Fiorin di sale!
L'amore fa penar, ma non si muore ;
D'amore non si muor, ma si sta male !
123

Bella Madonna
Me lo diceva sempre la me' mamma :
L'uomo bada alla dote, e non la donna.
1

124

Cielo sereno !
Amore cieco, e spesse volte inganna,
Chi si fida di lui beve veleno.
125

Io benedico il fior dell'acetosa:


meglio esser Ragazza e stare in casa,
Che avere i guai di malcontenta Sposa!
126

E lo mio Damo m'ha mandato a dire:


Che mangi e beva e cerchi d'ingrassare
Tanto le malelingue voglion direi

.20
127

Se l'acqua dello mare fosse vino,


E' non si trova pi un uom sincero ;
Pieno di falsit, vale un quattrino.
128

Se T acqua dello mare fosse pasta,


E' non si trova pi una donna giusta,
Piena di falsit, e tanto basta !. '
129

Fiorin di more!
Tre cose son difficili a lasciare :
Il giuoco, l'amicizia, e il primo amore!
130

Fior di granato!

La donna quando canta vuol marito,


L'uomo quando passeggia innamorato.
131

Fior di finoechio
Val pi una parolina in un orecchio
Che centomila strizzatine d'occhio!...
!

Fior di limone!

132

Colla farina ci si fa lo pane;


Co' Giovanotti ci si fa all' amore.
133

Bella Ragazza che state sul ponte


E sempre ci sperate nel].' Amante :
Speraci, spera, e la spera si rompe

134

Amore amaro.
La libert dell' uom vale un tesoro,
E quella della femmina un danaro. '

21
135

Timo fiorito i
Mi fidai degli amici, e fui ingannato,
Mi fidai delle donne, e fui tradito I
136

Pampani e uva !
E la mia mamma sempre lo diceva:
L'amor del forestiero poco dura !
137

Fior di ginestra !
Dove s'accende il fuoco una sol volta,
Sempre un po'di scintilla vi ci resta.
138

L'acqua casca dal ciel, bagna li monti:


Fate all' amore e vo' parete Santi,
E V acqua chete le rovinano i ponti.
139

Fior della rama!


Navigar non si pu senza la vela,
L'amor non si pu far senza la Dama.
140

Fior d'erba amara!


Il mar va a onde, e qualche volta infuria :
Chi ha pazienza alla fin, vince la gara!
141

Fiore d'acanti!
meglio, andar da s, eh' essere spinti ;
E meglio essere astiati, che compianti!
142

Amore indegno!
Una compagna a me non troverete:
Amor fa amore, e crudelt fa sdegno.

'

143

-:--

O Ragazzina!
Ma quanti Giovanotti tieni in trama?
I troppi cuochi gustan la cucina!
.

144

Guarda Napoleon, quello che fai?


La meglio giovent tutta la vuoi :
E le Ragazze te le friggerai!
145

Napoleone fai le cose giuste,


Falla la coscrizion delle. Ragazze ;
Piglia le'belle e lascia star le brutte 1
.

.."''

146

Napoleone te ne pentirai!
La meglio giovent tutta la vuoi:
Della vecchiaja poi che ne farai ?
147

Quando Napoleon mosse battaglia.


Fece tremar d'ogni albero la foglia:
Cannonate tirava di mitraglia!

148

Napoleon, non ti stimar guerriero;


A Mosca lo trovasti V osso duro

All'Isola dell'Elba prigioniero!


149

Fior caprifoglio!
Sono Italiano ed io non me la piglio,
Evviva il Re d'Italia in Campidoglio!
150

.
Bella che guardi?
Se vado al campo, o cara, non mi perdi,
Perch il mio condottier gli Garibaldi!

FINE.

Olii,legge i romanzi storici-sociali di questa ce-:;


iebre Scrittrice, ormai, notissima in tutto il mondj:
rimane sorpreso per la viva narrazione delle scene,'
la variet degli episodi eminentemente dramma--.
tioi, che s'intrecciano in modo da non mi.sce-;.;
mare .l'attenzione, la curiosit e l'interesse ardente.
;;di lttrL ; ;
'"! ..':*
Carolina. Invernizio diverte la mente, comiiiuo-:,
ve il cuore e strappa,il pianto dal -ciglio.
,

'-;.'.

.;/,.";

SONO PUBBLICATI

Bacio, infame

0,75
L.
.

.
Il delitto- d'una
> madre. -..'. . 0,75:

Il genio del male 0,75.


il paradiso di

Fiammetta. .
. segrto di un
bandito .. .
La lotta per l'a-.
:

more > . . .
..
La peccatrice. .
La vendeitta d'u; na pazza.
. .
-'.: L'ultimo bacio
:.': Kella rete:

0;75
'

.
0,75.

0,75
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'

.'

Il

.-...;
.
baci d'una;.

morta . . . . 1,00
La maledetta . 1,00
Le vittime dell'a-.
'

'

1,00
'
. . . .
.Paradiso einferno
1,00
.Amori maledetti; 1,50
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more

BOMANZi:

Anime di fango ,L. 1,50; ;",;;


Birichina. .
-l,50-^
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. .
Cuore di donna
>> 1,50 ':;};;:
Cuore'd'operaio . ; 1,5'Q ^-S
I drammi dell'.a-. ,,-, ' !-/ -:KS
dulterio
1,50/ i ^

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I ladri dell .onore
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II delitto della'
Contessa.. '. .,-'. l,50:;j;';t

II figlio dell' anar- ' ". - '., '/.


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ciuco .; ''.. "".-. ;., :1,50/"';;
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La bastarda -.'.' 1,50.-":,.''&


La sepolta viva . 1,50:. ; ;;
Le figlie, della du>'-: } ,*

0,75
0,75
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'" Vendetta di oporaio.


0,75

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elissaV .'.'.
Mariti birbanti ..;. 1,50; ;; :Rina,l'angelo del^
;
.'.". 1,50;^.;^;
le Alpi.
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2,00 ;.";
Catena eterna.

Dora, la figlia del-.


..:,";
l'assassino .... . 2,00.-.".::w
Satanella, o lama;.
.

no della morta. 2,00.,v-'.'


' L'orfana del Ghetto : 2,50
;,*.
.

Si trovano da tutti i Librai d'Italia e dall'Editore Adriano Salnl;


'.'' Viale Militare, Firenze.
":
;

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADKIAKO SATANI

Viale Militare
1S02.

STORNELLI
SOPBA

la bellezza dell'amore,

i.
E ti chiamano bella, e bella sei,
E come te non n'ho vedute mai,
E se tu mi lasciassi io morirei !
2.

Dio de' Dei !


La pi bellina mi parete voi ;
Oh, quanto, siete cara agli occhi miei !

4
3.

Fior di scarlatto !
Alle porte di Napoli c' scritto :
In Paradiso e' il vostro ritratto !

4.

In mezzo al mare c'era una colonna,


Quattordici notari a tavolino
Scrivevan le bellezze d'una donna.
5.

Quando nasceste voi nacque un bel fiore,


La luna si ferm nel camminare,
Le stelle si cangiaron di colore.
6.

Quando nasceste voi nacque un giardino:


L'odore si sentiva di lontano
Di rose, di viole, e gelsomino.
7.

E quando ti incontro per la via,


Abbassi gli occhi e rassembri una Dea,
E la fai consumar la vita mia.

8.

Avete F occhio nero della Fata,


Gli amanti li tirate a calamita ;
E per farmi morir, bella sei nata!
9.

Alzando gli occhi al ciel vidi una tazza,


E dentro c'era un'indorata treccia:
Era la treccia della mia ragazza.
10.

Fiorin di mela!
Voi dello fiore siete bocciolina,
E del mio core siete la catena.
11.

E del pesce del mar tu sei la triglia,


E del paese tu sei la pi bella,
Padrona del cor mio, vien, te lo piglia.
12.

Fior di ginestra !
La vostra mamma un vi marita apposta,
Per non levar quel fior dalla finestra.

13.

Avete le bellezze di natura ;


E se la morte non ci dissepara,
Vi voglio amare infin che il mondo dura.
14.

E questo il vicinato delle belle,


Venite, o giovanotti, a prender moglie,
Quattro quattrini le ciliege belle !
15.

Alzando gli occhi al ciel, veggo una stella:


E non sapendo a chi rassomigliarla,
La rassomiglio a voi, ragazza bella !
16.

Fiorin fiorello !
La mia Rosina ha il labbro di corallo :
E l'occhiolino suo sembra un gioiello.
17.

Fiore di canna!
Bellina, siete fatta con la penna :
Siete impastata di zucchero e manna.

18.

0 ragazzina,

che in campo lavori, E col cappel di paglia il sol ti pari,


Tutti ti chiaman bella iiiha-cuori.
19.

Fiore di stipa !
Che bel piedin, che bella camminata !
Che bella ragazzina assai compita !
20.

Bella ragazza dalla treccia bionda,


Per nome vi chiamate Veneranda,
I giovani per voi fanno la ronda.

'21.
Oh, quanto siete pallida nel viso!
Sembrate un fior garofano nel vaso ;

Sembrate un angiolin del Paradiso!


22.

Io me ne voglio andare in vetta ai poggi,


Dove fiorisce la punta de' faggi ;
Ti credi d'esser bella, e non c' sfoggi!

8
23.
O bella bimba !
Con pifferi e tamburi suoni la banda;
A casa te ne vai pulita e linda.

24.

Oittina bella, dalla treccia d'oro.


E' vi casca la manna su dal cielo,
E dentro vi ci canta il rosignolo.
25.
Fior di spin giallo !

Delle bellezze n'avete una fonte ;


Avete un ramo d'oro, un di corallo,
Di perle un fiume, e di coralli un monte.
26.

Fiorin di more !
Son morettina, e son di naturale :
Son morettina, e non m'ha tinto il sole.
27.
Quando nasceste voi nacque bellezza,
E battezzata foste alle chiare acque;
La neve vi don la sua bianchezza.

28.

Avete i ricciolini lunghi un dito,


Nel mezzo ce n'avete uno morato,
Felice chi sar vostro marito !
29.

Buona sera vi d, stella del cielo !


E quando penso alla graziuccia vostra,
Dal core mi si parte il mio pensiero.
30.

Avete gli ocohi neri come il pepe,


Le labbra rosse come le ciliege;
Vi faccia buona Dio, che bella siete.
81.

Avete quell'occhietto brillantino,


E fate innamorar chi v' lontano,
Considerate chi vi sta vicino !
*

32.

Quando nasceste voi, rara bellezza ;


Nacque una fonticella di chiar' acqua,
Nacque una fonticella d'acqua fresca,

10
33.

Fiorin di grano!
Chi ve lo metter l'anello d'oro?
Chi ve la toccher la bianca mano ?
34.

Nel mezzo dello mar c' una ghirlanda,


E intorno scritto il nome di Clorinda;
Ogni altro nome lo metto da banda.
35.
Salcio piangente !

Piglia la brocca e vettene alla fonte :


E qui t'aspetto, o stella rilucente !
36.

Nel mezzo al mar ci son sette colonne,


Quattordici ragazze a pitturarle,
Le fanno a picca a chi le fa pi belle.
37.

In mezzo dello mar c' un pesce tondo ;


Quando vede le belle, a galla ascende,
Quando vede le brutte torna al fondo.

11

38.

0 ragazzina dalle belle ciglia,


Ognun che passa a un angiolo v'agguaglia ;
Vi voglion tutti, ma nessun vi piglia !
39.
Affacciati al balcone, o bella bimba,
E per pararvi il sol ci vuol la tenda ;
Vi ci vorrebbe il manto di Clorinda.
40.

E se Clorinda fosse una guerriera,


Donare le vorrei la mia montura,
Calzoni bianchi con la bottoniera.
41.

E uno e due e tre, poche parole :


Colonna fabbricata in alto mare,
Colonna che sostien questo mio core.
42.

Fior di lupino !
Val pi una lastra del Poggio a Caiano,
Che tutte le bellezze d'Artimino.

12
43.

Nel mezzo al mare c' una gran balena,


E con la tromba in bocca i pesci chiama,
E l'ultima a arrivar fu la sirena.
.44.

Fiorin d'amore !
Venitela a veder, non state al dire,
Che dir non si pu mezzo il suo valore.
45.

Fiorin perenne !
Avete la vitina come canne :
Siete come l'allocco : Voce e penne !

13

Bont

bellezza d'Amanti.

i.
Alzando gli occhi al ciel, vidi una stella,
E a rimirarla, mi parea di dire :
Sei
rilucente
bella,
tanto
tanto
e

Le lacrime dal cor mi fai partire !


Le lacrime dal cor che mi si parte ;
Giovine, bella, se' nata per arte !
Nata per arte, alleva per ingegno,
questo il primo amor che passa il segno !
questo il primo amor che il segno passa;
E padre e madre per amor si lassa !
Si lascian padre e madre, e anco i fratelli,
Per venire a goder vostr'occhi belli!
Si lascian padre e madre, e tutti i suoi,
Per venire a godere insiem con voi !

14

2.

Quanto sta ben la pietra in quell'anello!


Quanto un par d'occhi in quel pulito viso!
V'ho assomigliato all'Angiol Gfabbriello :
Gli il pi bel santo che sia in Paradiso!
V'ho assomigliato all'Angiol pi leggiero :
E di lasciarvi non il mio pensiero !
V'ho assomigliato all'Angiolo beato :
E di lasciarvi non ci ho mai pensato !
V'ho assomigliato all'Angiolo di Dio :
E di lasciarvi non il pensier mio !
3.

Quando sar sabato sera, quando ?


Quando sar domenica mattina,
Che vedr l'amor mio ir passeggiando,
Che vedr quella faccia pellegrina ?
Che vedr quel bel volto e quel bel viso,
0 fior d'arancio, clto in Paradiso ?
Che vedr quel bel viso e quel bel volto,
0 fior d'arancio, in Paradiso colto ?

15

4.

Non ti maravigliar Be tu sei bella,


Perch sei nata accanto alla marina ;
L'acqua del mar ti mantien fresca e bella,
Come la rosa in sulla verde spina.
Se delle rose ce n' nel rosaio,
Nel tuo viso ci sono nel gennaio ;
Se delle rose nel rosaio ne fosse,
Nel tuo viso ci sono, bianche e rosse.
5.

L'acqua del mar ti mantien fresca, o Nina,


Come la rosa in sulla verde spina ;
Come la rosa in sulla verde rama,
Nina mia bella, ti vorrei per dama !
E se per dama non ti posso avere,
Fatti in sull' uscio, e lasciati vedere :
Fatti in sull'uscio, e non aver timore,
Io ti difendo con la spada fuore ;
Fatti in sull'uscio, e non aver sospetto,
Io ti difendo con la spada al petto.

16
6.

Avete gli occhi neri e ben vi stanno,


Che paion due coralli pien d'amore;
Quando li alzate, innamorar mi fanno.
Quando li alzate con tanto valore :
Tanto valore e tanta valoranza ;
Vostri begli occhi son la mia speranza !
Tanto valore e tanta valora,
I tuoi begli occhi consumano i mia !
7.

Avete gli occhi neri e vi fan giuoco,


Dentro ci avete l'aquila serpente :
Dentro ci avete tre fiamme di fuoco,
Che mi fanno distrugger certamente ;
E mi fanno distrugger poco a poco,
Come la cera nella fiamma ardente ;
E mi fanno distrugger dramma a dramma,
Come la cera nell'ardente fiamma.

17

8.

Un garofano ho visto da una banda,


Dall' altra parte un generoso fiore ;
E' passa il vostro Amore, e mi domanda :
donato
voi
bel
Chi
ha
fiore
?
questo
a

Rispondo : nato nel giardin dell' alma,


Dove si leva la spera del sole,
Dove si leva e dove si riposa ;
Voltati verso me, candida Rosa :
Dove si leva, ove ripor si suole;
Voltati verso me, l'amor mi calma !
E calma quell'amore che ho nel seno ;
Alma dell' alma mia, cielo sereno !
9.

Bella, bellina, chi vi ha fatto gli occhi ?


Chi ve li ha fatti tanto innamorati ?
Sotterra, i morti alzeriano i ginocchi,
Dal letto levereste gli ammalati :
Tanto valore e tanta valoranza,
Vostri begli occhi son la mia speranza !

18
10.

Voi siete la pi bella giovinotta,


Che in cielo, o in terra, si possa trovare :
E colorita pi che Rosa colta,
E chi vi vede, fate innamorare !
E chi vi vede, e non vi dona il core,
0 non nato, o non conosce amore !
E ehi vi ha visto, il cor non v'ha donato,
0 non conosce amore, o non nato !
11.

Se tue bellezze fossero talmente,


Fossero portate innanzi al re pagano,
Certo te ne farebbe un gran presente :
La sua corona ti darebbe in mano ;
E manderebbe un bando alla sua gente,
Che tornasse alla fede ogni pagano :
Ogni pagano tornasse alla f,
Si facesse cristiano, e amasse te ;
Ogni pagano alla fede tornasse,
Si facesse cristiano, e poi t'amasse !

19

12.

L'ho camminate venticinque miglia,


Sempre in barchetta attento al mio timone
Di voi non ho trovato il rassomiglia,
Di voi non ho trovato il paragone ;
E chi somiglia voi non l'ho trovata :
Siete una perla nell'oro infilata.
13.
E questo il vicinato delle belle,
Il giardinetto delle innamorate ;
Siete compagne, e sembrate sorelle,
E sembrate due stelle accompagnate.
Siete compagne della luna e il sole,
Per voi il cuore consumo, e le parole.
"

14.

Sette bellezze vuol la donna bella,


Prima che tale si possa chiamare :
Alta dev'esser, senza la pianella,
E bianca e rossa, senza mai lisciare ;
Larga di spalla e stretta in cinturella ;
Con bella bocca e nobile parlare ;
Se poi le bionde trecce in su si mette
Ecco la donna di bellezze sette !

/15.
-

La luna s' venuta a lamentare


In sulla faccia del divino amore;
Dice che in cielo non ci vuol pi stare,
Che tolto glie!' avete lo splendore.
E si lamenta e si lamenta forte,
L'ha conto le sue stelle che son smorte.
E gliene manca due, e voi le avete,
Son quei due occhi che in fronte tenete.

FINE,

LIBRETTINI DI STORIE ASTICHE E MODER5E

Ciascun librettino 5 centesimi.


Cartolina-vaglia all'editore Adriano Salani - Firenze.
44. Vita del Niccheri.
1. Pia de' Tolomei.
2. Contrasto fra un Povero e 45. La Carit romana.
S2Jedi?-e

46. Francesca da Rimini.


un Ricco borghese.
47. Storia di Stoppa.
3. L'Imperatore superbo.
48. Storia del Castellano.
4. Liberazione di Vienna.
49. Storia di Piramo e Tisbe.
5. Difesa soldato prussiano.
6. Giacomolluspoui,assassino. 50. Il brigante Gasperoni.
51. Storia de' cinque Ladri.
7. Storia di ^Federigo Bobini.
52. Sposalizio Sandra-Gepponc.
8. Flavia imperatrice.
53. Le 99 Malizie delle donne.
9. I due Sergenti.
54. Storia di Beatrice Cenci.
10. Aida, la schiava.
55. Federigo e Margherita.
11. La trappola delle donne.
5fi. Cristoforo Colombo.
12. Lo Spedale de'Rovinati.
13. Storia di Marziale.
57. Ginevra degli Almieri.
14. Avvertimento ai giovani, 58. Le bellezze di Firenze.
59. Storia di Adamo ed Eva.
che prendono moglie.
15. Storia di Baruccab.
60. Frate Nespola.
61. Vittoria italiana in Africa.
16. Manetta cortigiana.
17. Contrasto fra povero e ricco. 62. Contrasto fra Padrone e
Contadino.
18. Storia d'Angiola crudele.
19. Rammentati i baci che mi 63. La Creazione del Mondo.
hai dato.
64. La Sposa del Marinaio.
20. Storia di Guemn Meschino. 65. Contrasto fra un Gobbo e
21. Lo Scheletro vivente.
una Signorina.
22. Storia, di Sansone.
66. 11 veleno degli uomini.
23. Storia di Genoveffa.
67. Storia delle 5 ragazze.
24. Teresina e Paolino.
68. 11 Trovatore.
25. 11 conte Ugolino.
69. Gosto e Mca.
26. Giuditta e Oloferne.
70. Le sofferenze del carcerato.
27. 1 sette Dormienti.
71. Strambottoli.
2S. Affetti d'amore.
72. Storia del Giocatore.
29. Storia di Leonzio.
73. L'Usignolo.
30. Ardor d'amore.
74. Chi prende moglie e non sa
31. Chiarina e T'amante.
l'uso.
32. Storia di Lazzarino.
75. li linguaggio d'amore.
33. Storia di Ma strilli.
76. 11 brigante Biscarino.
34. Storia di Carlo Bertoni.
77. Storia del serpente ohe uc35. Storia di Pierina,
cise 23 bambini.
36. L'Osto assassino.
77. Contrasto fra cittadino e
37. Storia di Guazzino.
contadino.
38. Stellante o Costantino.
78. I pettegolezzi delle ciane.
39. Il valoroso Leonildo.
80. Contrasto fra - suocera o
40. Cav. Bosco, prestigiatore.
nuora.
41. Costantino o Buonafede.
SI. Contrasto fra nobile e con42. Storia d'Ortenza e Caterina.
tadina.
43. Storia di Caterina dannata. 82. La Morto e il vecchio avaro.

LIBRETTINI DI STORIE ANTICHE E MODERNE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia all' editore Adriano Salani - Firenze.
125. Florindo e Ohiarastella.
83. Vizj e virt delle donne.
84. Fatto di due tedeschi che 126. 11 contadino e il ciuco.

127. Contrasto fra un Giocatore


uccisero una fanciulla.
ed un Ubriaco.
85. Federigo il giocatore.
128. San Giovanni Boccadoro.
86. Ansuini e Meniohetti.
129. 11 iigliuol prodigo.
87. Storia del Fico.
130. Contrasto fra la Morte o
88. Mariannina la capricciosa.
89. Contrasto fra ammogliati.
un Guerriero.
131. La ritirata.
90. Le sventure de' cani.
132. Morte di due amanti.
91. Le serve di Firenze.
133. L'inveuzione del telegrafo
92. Stornelli d'amore.
93. Indovinelli graziosi.
senza fili.
134. Una madre che gett in
94. Nuovi stornelli amorosi.
forno sua figlia.
95. Contrasto fra Pisana e Li135. Burlette d'Arlecchino.
vornese.
136. Le statue degli Ufizi.
,96. Il Vecchio o la sposa.
97. Uu giovanotto che uccide 137. La cena delle Talpe.
133. Contrasto priore e mereiaio
la sua fidanzata.
139. Contrasto framadree figlia.
98. Non mi dir di no!
99. Il feroce brigante Crocco. 140. L'amore segreto.
141. La mandolinata.
100. Storia di Fra Formicola.
142. Stefano Polloni.
101. La battaglia d'Adua.
143. Marco, l'asino sapiente.
102. Il Giovane pescatore.
144. Proverbi italiani.
103. Vita di Garibaldi.
145. La ragazza infanticida.
104. Dottrina di Garibaldi.
140. Storia di Luca Cava.
105. Orfeo della dolce lira.
147. Storia d'una Ragazza.
106. Contrasto fra due mariti.
148. Paolo e Virginia,
107. Storia di Nerone.
149. Vieni Ninetta.
108. La crudelt d'amore.
150. Poesie per Bambini.
109. Giuochi di sala.
151. 11 brigante Marengo.
110. La sfida di Barletta.
111. Il soldato italiano in Africa. 152. 11 brigante Ghino di Tacco.
153. Il brigante Cirindello.
112. La Anta ammalata.
154. Fucilazione di Misdea.
113. Il brigante Sciarra.
114. Contrasto ira Venezia e 155. Storia dell'Inglesina.
156. La Madre veneziana.
Napoli.
115. Dottrina degli innamorati. 157. 150 Stornelli d'amore.
158. Un figlio che uccide la so116. Lo sposalizio dei gatti.
rella e i genitori.
117. Mamma, Cecco mi tocca I
159. Storia di cinque ladri.
118. Martino con 18 dame.
160. Il Conte di Montecristo.
119. Non trovo moglie?
161. La vendemmia.
120. Il silenzio della notte.
.
di
Liombruno.
162. Storia
121. La bella Rosina.
163. La ragazza che chiede marito,
122. Gianfiore e Filomena.
123. Storia della regina Stella. 164. Stornelli sulla gelosia.
165. Storia del prete e le serve
124. Guida degli amanti.

LIBRETTINI DI STORIE ANTICHE E MODERNE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedite Cai lohna-vagha alVcdxtoe Aduano Salam - latenze.
206 Nannell.i mia, rinfrescami.
166. La sfortuna in amre.
207 Stornelli amorosi
107 II Parroco e Caiolina
208 La moglie gelosa
168 La risposta d'amoie
209 La camicia rossa
169 I) lamento degli artifati
210, Giuseppe Ebreo.
170. Storia de'Calzolari.
211 Conti asto fr i priore e con171. Rispetti'd'amore.
tadino.
172. Metodo per viver bene.
212. Contrasto fra poeta e con173. Combattimento in Africa.
tadino.
174. L'Amante perduta.
175. Rgazzauccis dall'amante. 213. Il .delitto di don Pldo;
214. Le tre donne assassinate;
176. 11 bello N fecola.
177. Storia del famigerato bri- 215. I 23 bambini avvelenati.
gante Giuseppe Musoliuo. 216. Il prete di Cremona.
217. L'umor allegio de'giovam.
178: La Chitarra.
179. I 166 difetti delle donne. ". 218. Battaglia di Abha Canina
219. Cardinale, piete e sei va
180. Contrasto, marito-moglie.
181. Cento.peccati delle dnne. 220. Storia di Senso.
182rStoria della regina Uliva. 221. Le ragazze abbandonate.
222. Assassinio di suoi Maria.
183. L'amore d'inverno.
184.- LaMonachellaiunamorata. 223. L'arte di Michelaccio.
185. L'assassnio d'una ragazza. 224. Contrasto fra Marianiuna
186. Lo sgombero dell'inferno.
Meneghino
187. Il marito che vuol campare 225. Contrasto fra una ragazza

alle spalle della moglie.


onesta e una disonesta
226. Il solletico dello dnne.
188. I difetti dei mariti.
227. 11 vecchio e le 10 mogli
189. Orribile fatto di sangue.
190: Tirati in l, non ini toccar! 228. Crudelt d'una agazza.
229. Il matrimonio.
191. Lo zio assassino.
192. La .monachella scontenta. 230. Inno di Garibaldi.
231. Passaporto della Leggiera.
193. Storia di una ragazza.
194. Contrasto fra giovanotto 232. Il brigante Fioravanti
233. Maria Nambrini.
ed ammogliato.
195. Misfatto di Mbnterotondo. 234. Rammentati di me
235. Mi guardi e ridi?.
196: I maccheroni di. Napoli.
197. "La Marsigliese;
236. L'Uccello.
198; La moglie infedele. .';
237.12avvertimentidollamadio
199:' -Sento in coreunniiso che?
alla figlia che va a tarito
200. La madre snaturata.
238. L'Arrotino.
201. Storia di lina ragazza che 239. Serenata amorosa.
240. Contrasto fra un marito
ha cambiato 36 amanti.
202. Contrasto fra Romana e
geloso e uno contento
Fiorentina.
241. Il.Oavalier tiranno.
203. Marietta non trova marito. 242. Orribile.dramma d'amore.
204. La ragazza salvata.:
243.. Contrasto tra Rosina e l'e205. Contrast di una madre po: .resina... ',
244. I baci innamoiati.
vera con l figliuola.
-

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO

Viale Militare
1902.

S AL ANI

STORNELLI
SOPBA

"

la lontananza d'amore.

E partito il mio ben fra suoni e canti ;

Il Ciel gli dia allegrezza

e lo contenti !

Bocca di perle ed occhi di brillanti !


2.

E me ne vado via, caro mio bene,


E lascio lo mio cor nelle tue mane :
E dagli aiuto, e consolalo bene.

4
3.

giunto un bastimento di Turchia,


I giovanotti la li vuol la Mea;
Piangete, ragazzine, e' si va via!
.i

Nel mezzo al mare c' un barcon di Turchi


Abbiate compassione, giovanotti,
Ohe lo mio amore pi bello di tutti.
5.

Alla marina me ne voglio andare


Per veder se v'incontro lo mio amore ;
E se l'incontro, lo vo' consolare.
6.

lo mio amore gli lontan le miglia ;

Lo mando a salutar per una stella :


Le genti se ne fanno meraviglia !
7.

M'affaccio alla finestra e veggo l'onde:


Veggo la mia finestra quant' grande,
E non sento un Cristian che mi risponde.

8.

Io benedico il fior di lattughella,


Se mai di prender moglie un d mi frulla,
10 voglio che non sia brutta, n bella !
9-

E se da questa vigna posso uscire,


Quant' grande Firenze vo' girare ;
Ma voglio uno sposin di mio piacere !
10.

Fior di pisello
Mi voglion dar marito, e non lo voglio;.
Me lo darebber brutto, e lo vo' bello !
!

11.

Fiore di miglio !
Dappoi che mi son messa allo sbaraglio
11 primo che mi capita, lo piglio !
12.

Fior di corallo !
Lo prenderei marito, fosse bello,
Ma no, che non ho voglia di pigliallo !

13.

E me ne voglio andare in alto mare,


Dov' una letterina fatta a core:
Greppino mio, e lo voglio sposare.
14.

Fior di radice !
La figlia della vedova mi piace ;
E se la posso aver campo felice.
15.

Fiore di canna !
Moviti a compassion, deh! viemmi a piglia.
Ora che l' contenta la tua mamma.
16.

Nel mezzo al mar c' una barca di grano,


E intorno intorno ha i campanelli d'oro,
E chi li suoner, sar il mio damo.
17.

Fiorin d'alloro !
Io per marito voglio un calzolaro ;
Che le scarpe le avr guarnite d'oro.

18.

Guarda l'acqua del mar coni' turchina ?


La casa del mio amor coni' lontana ?
Un d verr che 1' avr vicina !
19.

0 nuvoli

del ciel fate giustizia !


Fate che l'amor mio mi torni in grazia,
E non si perda pi quell'amicizia.
20.

Alla finestra che ci state a fare ?


Le braccia si verranno a intormentire ;
L'amore da lontan non si puoi fare.
21.

Acqua corrente !
Fammi rifar la pace col mio amante :
Che quando mi lasci, ero.... innocente !
22.

Fiorin di canna !
Pregatela di core la Madonna,
Che faccia dir di s a babbo e mamma.

8
23.

E vo' pigliar marito a modo mio,


Babbo me lo vuol dare a modo suo,
Ma non ci ha da star lui, ci ho da star io
24.

E lo mio damo l'ho lontano un miglio !


M'ha mandato un saluto e non lo voglio ;
Ma se mi manda il cor, quello lo piglio.
25.

Fiorin di pera !
Vorrei discorrer col mio damo un'ora,
Quell'ora fosse una giornata intera.
26.

E lo mio damo che si chiama Gianni


Ha tutte le bellezze nei capelli :
Se gli nato per me, Dio me lo mandi!
27.

M'affaccio alla finestra e vedo il mare,


E vedo le barchette a me venire ;
Quella dello mio amor fa un gran tardare.

28.

Fiore di menta !
Menta si chiama perch non fa pianta ;
La vostra lontananza mi tormenta.
29.

Fiore di mela !
E per l'amor di Dio vammela a chiama,
Se no, mi fai morir dalla gran pena !
30.

E prima che ti lasci e ti abbandoni,


Hanno a seccare gli alberi alli piani,
E a' giardinieri seccargli i limoni.

.31.

Andiedi a Roma per veder san Pietro,


E quando fui nel mezzo al colonnato,
Mi ricordai di voi, e torna' indietro.
32.

E me ne voglio andare chi sa dove :


E voglio menar via la mia comare,
In quelle parti ove si leva il sole.

10
33.

Oh, quanti me ne mandi de' saluti !


Son pi che i fiorellini in mezzo ai prati,
Son pi che i pesci in mar grossi e minuti.

11

Partenza e addio.

i.
Oh! sento, sento, parmi di sentire
Di l dal monte una voce calare ;
Par che mi dica : Amor, non ti partire
Se tu ti parti, non mi abbandonare !
Oh ! non mi abbandonar, bel fiordaliso,
0 i piedi metterai sopra il mio viso !
Oh ! non mi abbandonar bel viso adorno,
0 i piedi metterai sopra me attorno !

12
2.

Griovanottin che ve ne volet'ire,

Tornate presto per non sentir lagni ;


La via che fate vi possa fiorire,
L'acqua che vien dal cielo non vi bagni.
Vino diventi quella che bevete :
Ditemi, bello, quando tornerete ?
Vino diventi quella che berrai :
Oh ! dimmi, bello, quando tornerai ?

Un'ora senza voi non posso stare,


E poi mi converr di starvi accanto !
Non posso pi ne
Mi si distrugge il
Mi si distrugge il
Non poterti veder
Mi si distrugge il
Non poterti veder

bere, n mangiare
cuor da pianger tanto !
cuor come la cera,
mattina e sera !
cuor come la brina,
sera e mattina !

13

4.

Come faranno i miei occhi beati

A star lontan da voi cinque o sei mesi ?


Come faranno, che son innamorati ?
A noia gli verran questi paesi.
A noia gli verran questi contorni :
Sempre pregher il Ciel che tu ritorni !
A noia gli verran queste giornate:
Sempre pregher il Ciel che ritorniate!
5.

E quando io penso a quelle tante miglia,


E che voi, amor mio l'avete a fare,
Nelle mie vene il sangue si rappiglia,
Tutti li sensi miei sento mancare !
E li sento mancare a poco a poco !
Come la cera in sull'ardente foco !
E li sento mancare a dramma a dramma,
Come la cera in sull'ardente fiamma!

14

6.

Partenza dolorosa, amaro pianto !


Ora che di lasciarti mi conviene,
Mi rincresce d'averti amato tanto,
Che un'altra dama abbia a gode' il mio bene !
Mi rincresce d'averti amato, o amore ;
Che un'altra dama abbia a gode' il mio cuore
Mi rincresce d'averti amato, o Dio ;
Che un'altra dama abbia a goder il cor mio.
7.

Se tu mi lasci, lasciar non ti voglio :


Se m'abbandoni, ti vo' seguitare :
Se passi il mare, il mar passare io voglio:
Se giri il mondo, il mondo vo' girare !
Se passi il mare con pianti e con pene,
Con te voglio venir, caro mio bene !
Se passi il mare con pene e con guai,
Con te voglio venir dove tu vai !

15

8.

pur venuto buio, mezzanotte,


Di stelle ricoperto il ciel sereno ;
E andarmene vorrei, ma sto qui forte,
E mi converr ber questo veleno.
E mi converr far questa partita,
Rubare un core a una misera vita !
E mi converr far questa partenza,
Rubare un core, e non chieder licenza.
9.

Quando che mi partii dal mio paese,


Lasciai piangendo la mia innamorata :
E l'era tanto bella e s cortese !
Mi prese a domandar della tornata.
E le risposi con poche parole :
La
sar
quando
Dio
tornata
vuole !

E le risposi con parola umile :


La
sar
fra
maggio
aprile!
tornata
e

10
10.

Griovanottin che te ne vai di fuora,


Stattene allegro e cos vo' far io.
Se ti trovassi qualche dama ancora
L'ha da saper che tua dama son io.

Tu troverai da far sempre all'amore,


Stattene allegro e non le dare il core.
Tu troverai all' amor sempre da fare :
Stattene allegro e il cuor non le dare.
11.

GHovanottino, diamoci

la mano,

Oggi o domani me ne vado via ;


E vado in un paese tanto strano,
Chi sa ch'io non mi muora per la via
E se i' morissi e non tornassi piue,
Cogli occhi bassi attendi alla virtue ;
E se i' morissi e pi non ritornassi,
Attendi alla virt cogli occhi bassi.

17

12.

Se mi partissi e non dicessi addio,


Parrebbe mi partissi all' adirata ;

E se mi parto vi lascio il

cor. mio,

Che lo teniate fino alla tornata,


E fino alla tornata lo terrete,
Se non far per voi, mei renderete.

13.

Torner, torner, non dubitare :


Caro mio bene, non aver paura !
Che a breve tempo mi vedrai tornare :
Che impressa porto ognor la tua figura !
Allor ti cesser, bella, d'amare,
Quando morto sar in sepoltura !
Allor tu cesserai, bella, d'amarmi,
Quando tu vedrai morto sotterrarmi !

18
14.

Gfiovanottin che ve n' andate in guerra,


Tenete conto del mio innamorato ;

Ditegli che non metta l'arme in terra,


Perch alla guerra lui non c' mai stato.
Ditegli che non dorma al ciel sereno,
Le chiavi del suo cuor l'ho poste in seno.
Ditegli che non dorma nel profondo :
Mi ricordo di lui fin che e' mondo !
15.

Gfiovanottin che vai in lontananza,

Una grazia ti chiedo in cortesia :


E pregala per me la mia Speranza,
Il giorno quando siete in compagnia.
Il giorno quando siete in canti e suoni :
E pregala per me non mi abbandoni !
Il giorno quando siete in suoni e canti :
Pregala non mi lasci in duoli e pianti !

19

16.

Veggo che per me piangono li sassi,


S'aprono i monti, e subissan gli abissi,
Ora che mi conviene che io ti lasci,
Maledetto quel d che s ti dissi !...
Ora che mi conviene andar lontano,
Sola che del mio cor le chiavi hai in mano ;
Ora che mi convien lontano andare,
Sola sei tu che mi puoi comandare :
E mi puoi comandare e far beato,
Viver contento, e morir consolato.
17.

Questa partita la vo' far piangendo,


E sospirando per tutta la via,
Con gli occhi bassi e la mente dicendo :
Ove
ti
lascio,
dolce
anima
mia
?
o

Ove ti lascio, o mazzo di be' fiori ?


Alla partita mia, pianti e dolori !

20
18.

Giovanottin che te ne vai di fuora,


Stattene allegro, e cos vo' far io ;
Se tu trovassi qualche dama ancora,
Hai da saper che tua dama son io.
Se tu trovassi da fare all'amore,
Salutala con gli occhi, e non col cuore ;
Se tu trovassi all'amor da fare,
Tu guardala con gli occhi, e non l'amare.

PINE.

ISTMI E I0BEME
Ciascun librettino 5 centesimi.

LIBRKTTffi DI STOME

Spedire Cart-olnx-mfflia all'editore Adriano Salani - Firenze.


1.
2.

Pia de' Tolomei.


Contrasto fra un Povero e

tin Ricco borghese.


3. L'Imperatore superbo.
4. Liberazione di Vienna.
5. Difesa soldato prussiano.
6. Giacomo Ruspon^assassino.
7. Storia di Federigo Bobini.
8. Flavia imperatrice.
9. I due Sergenti.
10. Aida, la schiava.
11. La trappola delle donne.
12. Lo Spedale de'Rovinati.
13. Storia di Marziale.
14. Avvertimento ai giovani,
che prendono moglie.
15. Storia di Baruccab.
16. Marietta cortigiana.
17. Contrasto fra povero e ricco.
18. Storia d'Angiola crudele.
19. Rammentati i baci che mi
hai dato.
20. Storia di Guerriu Meschino.
21. Lo Scheletro vivente.
22. Storia di Sansone.

Storia di. Genoveffa.


Teresina e Paolino.
Il conte Ugolino.
26. Giuditta e Oloferne.
27. I sette Dormienti.
23. Affetti d'amore.
29. Storia di Leonzio.
30. Ardor d'amore.
81. Chiarina e Taraante.
32. Storia di Lazzarino.
33. Storia di Mastrilli.
34. Storia di Carlo Bertoni.
35. Storia di Pierina.
33. L'Oste assassino.
37. Storia di Guazzino.
3S. Stellante e Oostantina.
39. Il valoroso Leonilde
40. Cav. Bosco, prestigiatore.
41. Costantino e Buonafede.
42. Storia d'Ortenza e Caterina.
43. Storia di Caterina dannata.

23.
24.
25.

44. Vita del Niccheri.


45. La Carit romana.
40. Francesca da Eimini,
47. Storia di Stoppa.
48. Storia del Castellano.
49. Storia di Piramo e Tisbe.
50. Il brigante Gasperoni.
51. Storia- de' cinque Ladri.
52. Sposalizio Sandra-G oppone.
53. Le 99 Malizie delle donne.
54. Storia di. Beatrice Cenci.
55. Federigo e Margherita.
56. Cristoforo Colombo.
57. Ginevra degli Alniieri.
58. Le bellezze di Firenze.
59. Storia di Adamo ed Eva.
60. Frate Nespola.
61. Vittoria italiana in Africa.
62. Contrasto fra Padrone e

Contadino.
63. La Creazione del Mondo.
64. La Sposa del Marinaio.
65. Contrasto fra un Gobbo e
una Signorina.
66. Il veleno degli uomini.
67. Storia delle 5 ragazze.

68. Il Trovatore.
69. Gosto e Mea.
70. Le sofferenze del carcerato.
71. Strambottoli.
72. Storia del Giocatore.
73. L'Usignolo.
74. Chi prende moglie e non sa

l'uso.
75. Il linguaggio d'amore.
76. 11 brigante Biscariuo.
77. Storia del serpente che uccise 23 bambini.
77. Contrasto fra cittadino e
contadino.
7S. I pettegolezzi delle ciane.
80. Contrasto fra suocera o
nuora.
81. Contrasto fra nobile e contadina.
82. La Morte e il vecchio avaro.

LIBRETTINI DI STORIE ANTICHE E MODERNE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia all'editore Adriano Salani -Firenze.

Vizj e virt delle donne.


Fatto di due tedeschi che
uccisero una fauciulla.
85. Federigo il giocatore.
86. Ansuini e Menichetti.
87. Storia del Fico.
88. Mariannina la capricciosa.
89. Contrasto fra ammogliati.
90. Le sventure de'cani.
91. Le serve di Firenze.
92. Stornelli d'amore.
93. Indovinelli graziosi.
94. Nuovi stornelli amorosi.
95. Contrasto fra Pisana e Livornese.
96. Il Vecchio e la sposa.
97. Un giovanotto che uccide
la sua fidanzata.
98. Non mi dir di noi
99. Il feroce brigante Crocco.
100. Storia di Fra Formicola.
101. La battaglia d'Adua.
102. Il Giovane pescatore.
103. Vita di Garibaldi.
104. Dottrina di Garibaldi.
105. Orfeo della dolce lira.
106. Contrasto fra due mariti.
107. Storia di Nerone.
108. La crudelt d'amore.
109. Giuochi di sala.
110. La sfida di Barletta.
111. Il soldato italiano inAfrica.
112. La finta ammalata.

Florindo e Chiarastella.
Il contadino e il ciuco.
Contrasto fra un Giocatore
ed un Ubriaco.
128. San Giovanni Boccadoro.
129. Il figliuol prodigo.
130. Contrasto fra la Morte e
un Guerriero.
131. La ritirata.
132. Morte di due amanti.
133. L'invenzione del telegrafo
senza fili.
1S4. Una madre che gett in
forno sua figlia.
135. Burlette d'Arlecchino.
136. Le statue degli Ufizi.
137. La cena delle Talpe.
138. Contrastopriore e mereiaio.
139. Contrasto framadree figlia,
140. L'amore segreto.
141. La mandolinata.
142. Stefano Pelloni.
143. Marco, l'asino sapiente.
144. Proverbi italiani.
145. La ragazza infanticida.
146. Storia di Luca Cava.
147. Storia d'una Ragazza.
148. Paolo e Virginia.
149. Vieni Ninetta.
150. Poesie per Bambini.
151. Il brigante Marengo.
152. Il brigante Ghino di Tacco.
153. Il brigante Cirindello.
154. Fucilazione di Misdea.
113. Il brigante Sciarra.
114. Contrasto fra Venezia e 155. Storia dell'Inglesina.
156. La Madre veneziana,
Napoli.
115. Dottrina degli innamorati. 157. 150 Stornelli d'amore.
158. Un figlio che uccide la so116. Lo sposalizio dei gatti.
rella e i genitori.
117. Mamma, Cecco mi tocca I
159. Storia di cinque ladri.
118. Martino con 18 dame.
160. Il Conte di Montecristo.
119. Non trovo moglie?
161. La vendemmia.
120. Il silenzio della notte.
162. Storia di Liombruno.
121. La bella Rosina.
163. La ragazza che chiede marito.
122. Gianfiore e Filomena.
123. Storia della regina Stella. 164. Stornelli sulla gelosia.
165. Storia del prete e le serve
124. Guida degli amanti.
83.
84.

125.
126.
127.

LIBRETTINI DI STORIE ANTICHE E MODERNE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-var/lia all' editore Adriano Salani - Firenze.
166. La sfortuna in amore.
167. Il Parroco e Carolina.
168. La risposta d'amore.
169. 11 lamento degli artisti.
170. Storia de'Calzolari.
171. Rispetti d'amore.
172. Metodo per viver bene.
173. Combattimento in Africa.
174. L'Amante perduta.
175. Ragazzauccisa dall'amante.
176. Il bello Niccol.
177. Storia del famigerato bri-

Nannella mia, rinfrescami.


Stornelli amorosi.
La moglie gelosa.
La camicia rossa.
Giuseppe Ebreo.
Contrasto fra priore e contadino.
212. Contrasto fra poeta e contadino.
213. 11 delitto di don Poldo.
214. Le tre donne assassinate.
215. I 23 bambini avvelenati.
21(5. Il prete di Cremona.
217. L'umor allegro de'giovani.
218. Battaglia di Abba-Carima.
219. Cardinale, prete e serva.
220. Storia di Senso.
221. Le ragazze abbandonate.
222. Assassinio di suor Maria.

206.
207.
208.
209.
210.
211.

gante Giuseppe Musolino.


178. La Chitarra.
179. 1 166 difetti delle donne.
180. Contrasto marito-moglie.
181. Cento peccati delle donne.
182. Storia della regina Uliva.
183. L'amore d'inverno.
184. LaMonachellaiunamorata. 223. L'arte di Michelaccio.
185. L'assassinio d'una ragazza. 224. Contrasto fra Marianuina
186. Lo sgombero dell'inferno.
e Meneghino.
187. Il marito che vuol campare 225. Contrasto fra una ragazza
alle spalle della moglie.
onesta e una disonesta.
1S8. 1 difetti dei mariti.
226. Il solletico delle donne.
227. Il vecchio e le 10 mogli.
189. Orribile fatto di sangue.
190. Tirati in l. non mi toccar! 228. Crudelt d'una ragazza.
191. Lo zio assassino.
229. Il matrimonio.
230. Inno di Garibaldi.
192. La monachella scontenta.
193. Storia di uua ragazza.
231. Passaporto della Leggiera.
194. Contrasto fra giovanotto 232. Il brigante Fioravanti.
ed ammogliato.
233. Maria Nambrini.
195. Misfatto di Monterotondo. 234. Rammentati di me.
196. I maccheroni di Napoli.
235. Mi guardi e ridi?...
197. La Marsigliese.
236. L'Uccello.
198. La moglie infedele.
237.12 avvertimenti dellamadro
199. Sento in core un non so che ?
alla figlia che va a marito.
200. La madre snaturata.
238. L'Arrotino.
201. Storia di una ragazza che 239. Serenata amorosa.
ha cambiato 36 amanti.
240. Contrasto fra un marito
202. Contrasto fra Romana e
geloso e uno contento.
Fiorentina.
241. Il Cavalier tiranno.
203. Marietta non trova marito. 242. Orribile dramma d'amore.
204. La ragazza salvata.
243. Contrasto tra Rosina e Te205. Contrasto di una madre poresina.
244. I baci innamorati.
vera con la figliuola.

LIBRETTINI DI STORIE ANTICHE E MODRNI

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia all' editore Adriano Satani - Firenze.
245; L'Asino di Pipone.
246. U brigante Marrone.
247. La tradita dall'amante.
248. Le donne chiacchierone.
249. La Moglie assassinai
250. L'amor tradito e trionfante.
251. Contrasto fra padrone, fat-

tore e contadino;
252. Il chierico.
253. Le donne gingillone.
254. Un giovine innamorato.
255. Consigli di Guidone.
256. Storia d?un marito.
527. Il Creatore e il suo mondo.
258; Separazione.di due amanti.
259. Affacciati alla finestra.
260. La tragedia d'amore.
261. La fine del mondo.
262. Costantino innamorato.
263. La pazza, la briaca e la
bacchettona.
264. I desideri d'amore.
265. La scala d'amore.
266. La giovane in monastero.
267. Il nipote cheBognailnonno.
268. S; Pietro ohe giudica.
269. Testamento diBarbarico!a.
.

270.
271.
272.
273.
274.
275.
276.
277.
278;
279.
280.
281.
282.

Lo zio che uccide la nipote.


Antonio Montelatici,
I mariti becchi contenti.

Avvertimenti di un padre.
La malizia delle donne.
Elisabetta Galigari..
Padre Ugo Bassi.
Storia delle 24 ragazze.
Storia di Franceschino.
La vita del soldato.
Nanni e la misria.
Le otto allegrezze.
VantaggideUa scelta d'una
buona moglie.
283. D sogno d'amore.
284. Battista e Giuseppino.
285. La vendetta di un suocero.
286. Battaglia fra cani e gatti.
287. Domenico

Tiburzi

Il Kri-kri delle donne..


Contrasto fra il signor Camillo e Fra Torello. .'
290. Si Btava meglio quando si
stava pggio!
291. Le donne in Camicia..
292. Giuseppe Martinati.
.293. Fatto orrendo.in Macerata.
294. Giulietta e, Romeo.
295. Amori di Paris e Vienna.
296. Gli esiliati.in Siberia.
297. Rinaldo appassionato.
298 Antonio Schiavone.
299. I Reali di Francia.
300. Pianeta della Fortuna.
301. Vuoi esser mia sposa?
302. Dichiarazione d'amore.
303. Marianna va in campagna.
304'. Morto l'amor mio.
305. La bella Carlotta.
806. Addio, mia bella, addio.
307. Serenata dell' innamorato,
308. L'estremo baci.
309. Un bacio e poi pi.
310. Vieni, fuggiamo insieme!
311. Addio di soldato italiano.
312. Bellina come te.
313. Addio del coscritto.
283.
289.

'..

314. Ciao,

3.15.

316.
317.
318.
319.
320.
321.
322.
323.
324.
325.
326.
327.
328.
329.
330.
331.

ciao, ciao.

La bella Lena.
La donna perduta.
Vorrei morir.
Confessione di un giovane.
Lascia ch'io t'ami.
Vieni fra le mio braccia.
La giardiniera di.Trento.
Il terrazzo d'amore...
Serenata di un amante.
Non date retta agli uomini.
E'levate a> Ganiisella.
Santa Lucia.
,
Contrastofrservacuoco.
11 caro bacio amoroso;
Gli amanti sorpresi.
Amore ih musica.
Il Marinaro e la sua bella.

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SATANI

Viale Militare
1902.

STORNELLI
SOMRA

la noncuranza d'amore.

i.
Per questa strada qui ci sta una spia,
E non l'ha fatta giusta l'ambasciata,
Se ne pu far fagotto, ed andar via.
2.

Chicco di riso !
Se l'incontrassi per la strada, a caso,
Sia maledelta se lo guardo in viso !

4
3.

Avete gli occhi neri, e mi guardate :


Dicendo inoltre che non mi volete ;
Ed io non voglio voi se mi pregate !
4.

II sole alto e non si pu arrivare :


Questo mio cor non l'hai potuto avere ;
Prima morire che la pace fare !...
5.

Mazzo di fiori !
Si vede il viso e non si vede il core,
Tu se' un bel viso, ma non m'innamori.
6.

Eiorin d'alloro !
E sulle tue bellezze non ci spiro,
E sulle tue bellezze non ci moro !
7.

Fiorili d'allori !
E me li hai fatti far li pianti amari :
E tu li sconterai, se tu non muori.

.8.
M'hai fatto la mala e me l'hai data:
Ti pensi, bello, che l'abbia bevuta?
Ho aperto la finestra e l'ho buttata.
9.

Fiore di acanto !
Il ben che ti volevo gli era fnto ;
E quello ch'io ti voglio falso tanto !
10.

Giovanottino dal cappel di paglia,


Non ti voglio amar pi, non n'ho pi voglia ;
Voglio piuttosto vincer la battaglia
!

11.

Fiore di pepe !
Tutte le fontanelle son seccate,
Povero amore mio, muore di sete

12.

E me ne voglio andar verso Fiorenza :


Una volta ci avevo la speranza,
Ora non ce l'ho pi, ci vuol pazienza !

13.

Fiore di lente !
Quel eh' seguito a me, seguito a tante,
D'amarvi, bello, e poi non aver niente.
14.

Ohim che pena !


Esser abbandonati dalla dama !
meglio andare a letto senza cena !
15.

Fiore di sale !
un dispiacere da farmi morire ;
Allegra pi di prima voglio stare !
16.

E me ne voglio andar verso la Puglia,


Di far l'amor con voi non ho pi voglia,
Facciamo i conti, e scassiamo la taglia.
17.

E l'erba amara la mangiano i grilli,


Con la Rosina ci ho strappato i fogli,
E l'ho lasciata.... e chi la vuol la pigli!

18.

Fiore di grano !
Amici pi di prima noi saremo ;
Amici pi di prima.... da lontano !
19.

E lo mio damo m'ha mandato a dire


Che mi provveda, che mi vuol lasciare ;
Ero malata, e m'ha fatto guarire !
20.

E uno, due e tre, stiaccio la noce,


All' amore vo' far con chi mi piace :
Con voi ci ho fatto il segno della croce.
21.

Fior di lino

E lo mio damo lo mando a far fieno,


E n'ho trovato un altro pi bellino.
22.

E lo mio damo, s, m'ha licenziato


Stasera vo' cenar con pi appetito :
Domani sera un altro preparato.

23.

Fior d'ogni fiore !


Se tu mi lasci mandamelo a dire,

bricconcella rendimi il mio core

24.

Io me ne voglio andare verso il termine;


Vo' fare una Casina e l vo' starmene,
La rovina dell'uom sono le femmine!
25.
Io me ne voglio andar verso li monti :
E se non fosse per far male a tanti,

Avvelenar vorrei tutte le fonti!


26.

Fior di velluto !
E non ci ho colpa io se t'ho lasciato:
Fu la tua mamma che non ha voluto !
27.

M' stato detto che pi. non mi vuoi


Attacca il voto che la grazia avrai :
Marito trover senza di voi.

28.

Fiore di lino !
Non mi garbate, e non mi andate a genio,
E se vi piglier sar destino !
29.

E lo mio damo m'ha mandato un foglio,


Dentro ci ha scritto : Ti piglio ! ti piglio !
Ora mi son pentita.... non lo voglio !
30.

Dio che doglia !


L'anello che mi desti era di paglia :
Di casa mia tu puoi baciar la soglia.
31.
Griovanottino col sigaro in mano,
Non venite da me che, vi canzono,
E per un'altra volta mi preparo !
32.

Fiorin di miglio !
I' son d'un naturale tanto bello,
Che lascio fare ed io non me la piglio.

10
33.

Fior di cipresso !
Con una mano scrivo e l'altra scasso,
Ah ! non ti voglio ben, te lo confesso !
34.

Fiorin d'alloro !
Sentito avete il dolce e poi l'amaro
Vi siete fatta una ragazza d'oro.

35.

Fior di spinace !
Quando lo turco abbraccer la croce,
Allor con l'amor mio far la pace.
36.

L'erba del mio giardino ha fatto fieno,


Se ti volevo ben, non ti lasciavo,

E t'ho tenuto sempre per ripieno


37.

Avete i ricciolini fatti ad sse,


E mi parete un canzona-ragazze ;
A canzonarmi me non vi riesce !

ir 38.

Fior di granato !
Dieci anni alla catena m'hai tenuto :
Dal ben che mi volevi m'hai lasciato !
39.

Mazzetto di basilico odorato,


E' mi pento del ben che t'ho voluto,
Maledetta queir ora che t'ho amato !
40.

M' stato detto che tu prendi moglie :


Quando la prenderai, spaccamontagne ?
Quando l'albero secco avr le foglie ?
41.

Giovanottino che di nero vesti,


Alle colonne d'Ercole arrivasti ;
Venisti per tradir, tradito resti !
42.

Se avessi la gran forza di Tancredi,


Combatter mi vorrei con cento draghi,
Il core del mio amante sotto i piedi.

12
43.

"

Fiorin di noce !

Fate all'amor con chi vi pare e piace,


Che per la parte mia ci fo la croce.
44.

Fior di cipresso !
Di nottetempo ci battete il tacco ;
Se lo batti per me, tempo perso.
45.

Fior di trifoglio !
Li faccio i mazzettini e poi li vendo :
I vecchi attorno a me non ce li voglio

13

Lontananza e distacco,

i.
Potessi diventare un uccellino !
Avessi l'ali per poter volare !
Vorrei volare su quel bel giardino,
Dove sta lo mio amore a lavorare ;
E gli vorrei volare intorno intorno,
E ci vorrei restar la notte e il giorno,

14

2.

Se mi tirasser come la fin'erba,


Dieci anni mi durassero a tirare,
Questo mio core sol per voi si serba,
Se voi state dieci anni a ritornare !
Se voi state dieci anni a far ritorno,
Io vi porto nel cuor la notte e il giorno,
Se voi state dieci anni a tornar qui,
Io vi porto nel cor la notte e il d !
3.

Colombo bianco, quanto ti ho seguito,

E l'ali d'oro ti ho fatto portare !


Hai preso un volo e poi te ne se' ito
Quand'era il tempo, amor, di vagheggiai
Colombo bianco, dall'ali d'argento,
Tornalo a vagheggiare il tuo contento !
Colombo bianco, dalle ali d'oro,
Tornalo a vagheggiare il tuo tesoro !

15

4.

sol, che te ne vai, che te ne vai,


0 sol, che te ne vai su per que' poggi,
Fammelo un bel piacer se tu potrai,
Salutami il mio amor, non l'ho vist'oggi !
0 sol, che te ne vai su per que' peri,
Salutameli un po' quegli occhi neri ;
0 sol, che te ne vai su per gli ornelli,
Salutameli un po' quegli occhi belli !
5.

E ito sotto il sol, s' fatto notte


Amor, non ti ho potuto rivedere....
Ho sentito le membra tutte rotte,
Sento le membra mie 'n terra cadere ;
E' m' venuto il sudor dell'affanno
E il giorno d'oggi a me m' parso un anno;
E m' venuto il sudor del morire,
Il giorno d'oggi non vuol pi finire.

io
6.

E vedo, e vedo, e non vedo chi voglio,


Vedo le foglie di lontan tremare ;
E vedo lo mio amore in su quel scoglio,
E al piano mai lo vedo poi calare.
0 scoglio traditor, che ne farete ?
0 vivo o morto, ine lo renderete.
0 scoglio traditor, che ne farai ?
0 vivo o morto, me lo renderai !
7.

Ti mando a salutare per gli uccelli,


Giacche non ho altri servi da mandare :
Si posano sugli alberi i pi belli,
Non han pi forza da poter volare ;
Si posano sui fior dell'apparita,
Ti mando a salutar, rosa fiorita !
Ti posano sui fiori del contorno,
Ti mando a salutar bel viso adorno !

17

8.

Son allegra la mattina e poi mi cangio

Sospiro tutto il d, la notte e il giorno :


Sospiro quando bevo e quando mangio,
Sospiro ancora quando a casa torno.
Son di lontano e non mi puoi sentire :
Questo mio sospirar cosa vuol dire ?
Son di lontano, e non mi puoi, ascoltare :
Cosa vuol dir questo mio sospirare ?
9.

mazzo di bassilico minuto,


Che odora ben tutta la settimana,
Da tanto tempo che non t'ho veduto

Di lacrime n'ho fatta una fontana ;


Di lacrime n'ho fatto un fiume, un fosso,
T'ho pianto, e piango, e resister non posso;
Di lacrime l'ho fatto un fosso, un fiume,
T'ho pianto, e piango, e non vedo pi lume.

18
10.

Ah! la via di Livorno un bel cammino


Felice chi l'ha presa a camminare !
L'ha presa l'amor mio, eh' cittadino,
Che ha preso la mia vita a consumare.
0 livornesi, scrivetegli i giorni :
Scrivetegli nel cor che presto torni !
0 livornesi, scrivetegli i minuti,
Scrivetegli nel core i miei saluti !
11.

Tu sei di l dal mare, e non m'intendi,


Passa di qua, che tu m'intenderai.
Tu m'hai rubato il core, e non lo rendi,
Ya' a confessarti e me lo renderai.
Va' a confessarti, e confessati bene,
Che la roba degli altri non si tiene ;
Va' a confessarti, e confessati tutto,
Che la roba degli altri non fa frutto
!

19

12.

E sei di l dal mare, e non m'intendi


Vieni di qua, e allor m'intenderai,
Se hai dell'altre dame, attendi, attendi :
Tempo verr che te ne pentirai.
E te ne pentirai, e dirai poi :
Maledetto
quel
di
che
lasciai
voi
!

E te ne pentirai, e poi dirai :


Maledetto
quel
d
che ti lasciai !

13.

E il caro bene, se n' andato via


Non gli ho potuto dir quel ch'io voleva,
Non gli ho potuto dir : Che pianti e pene !
Non ho perduto il ben ch'io gli voleva,
Perduto ho il bastimento, vela e prora ;
Non ho perduto il ben che gli vo' ancora !

20
14.

E quante volte m'affaccio alle soglie


Per veder se il mi' amor vedo apparire !
E non vedo tremare altro che foglie,
Poggio Pisano, faccelo venire !
E faccelo venir, poggio pisano :
Il mio amore del buono, il vostro vano.
E faccelo venir, poggio discosto :
Il mio amore del buon, ma invan l'ho posto

FINE.

Il pi bel regalo che si possa fare

ai bambini il grande Album :

E. CAPPELLI
IL

PRIMO

LIO

DEL BAMBINO

LETTURA E SCRITTURA.

Con questo libro, i bambini analfabeti imparano con molta facilit a leggere
ed a scrivere ; quelli che gi sanno si
perfezionano sempre pi. Tutti si divertono a guardare le 300 figure in nero e
a colori che adornano il Libro, legato

solidamente in cartone.

in vendita dai principali Librai, e sar spedito,


per posta raccomandato, franco di porto in tutto il Regno, dietro invio di Lire 2, all'Editore Adriano Salani,
Viale Militare Firenae.

Ernesto Eckstein

BOMANZO DEL TEMPO DI EOMA IMPERIALE.

Nella Tribuna dell'11 giugno 1902,

legge:

L'editore Salani di Firenze ha raccolto in


Claudii,
volume a un prezzo modicissimo,
romanzo che tanto gi commosse le nostre
lettrici sulle appendici del nostro giornale.
Eeintegrate in esso le parti che per le esi-

genze della pubblicazione quotidiana si erano


dovute sopprimere, la traduzione di Emma
Ferodi certo assai superiore a quella dello
stesso romanzo che gi era apparso in Italia. L'edizione si presenta elegantemente ed
corredata di parecchie note esplicative e
di un fedele ritratto dell'autore.
Il Volume il n. 213 della Biblioteca Salani Illustrata.
e ei trova dai migliori Librai d'Italia e dall'Editore Adriano Salani, Firenze.

Enrico Sienkiewicz
Autore del Quo vadia

Questo lavoro una vera e propria


opera d'arte che B eleva dal comune per
la vigorosa impostatura dei caratteri e per

l'eleganza della forma.

dolori della vita,

l'amore ed il sagrificio vi sono rappresentati


in modo insuperabile.

Si spedisoe franco di porto, a chi invier Car-

tolina-vaglia di Cent. 75 all'Editore ADEIANO


SALANI Firenze, Viale Militare.

LOBO USI E COSTUMI


DA

Fanciulle e da Maritate.

un libro di 250 pagine ; si vende


da tutti i Librai d'Italia e alla Tipografia Salani, Viale Militare, Firenze.

Cent, 75,..:

Franco ti porto in tatto Italia.

STORNELLI
SOPEA

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SALANI

Viale Militare
1.902.

STORNELLI
SOPRA

la passione d'amore.

i.
Io benedico lo bel fior d'amore:
Eubato avete le perle allo mare,
Agli lberi le fronde, a me lo core.
2.

Alzando gli occhi al cielo vidi voi


Subitamente me ne innamorai :
In mezzo a tante stelle il sol vedei.

4
3.

E lo mio amore si chiama, si chiama....


Non mi ricordo del nome che aveva....
Si chiama Gfiuseppin ; son la sua dama !
4.

Nel mezzo allo mio petto una ghirlanda,


E ce l'ho scritto il nome di Clorinda.
Quattr'Angioli del Ciel suonan la banda.
5.

Avete le bellezze di un colombo,


La cavalcata del cavai d'Orlando,
E Biete il pi bellin di questo mondo.
6.

Avete i labbri simili al corallo;


Avete gli occhi neri, e il viso bello
Gfiovanottino siete tutto garbo!

7.

Fiorin di sale !
Se non son bella io, bello il mi' amare:
Ho un morettino e la grazia mi vale.

a
8.

Gfuarda che bel vestir che gli il turchino !


Si vestono di lui l'onde del mare,

E se ne veste il ciel quand' sereno.


9.

Fiorili florello !
Di tutti i fiorellin che fioriranno,
Il fior dell'amor mio sar il pi bello !
10.

Fiore di zuoca !
Avete nel parlare il miele in bocca,
E i vostri sdegni son olio di Lucca.
11.

Ed ora che noi siam qui a tavolino,


0 ragioniamo un po' del nostro damo!
Fra tutti questi, il mio gli il pi bellino.
12.

E lo mio damo che si chiama Neri,


Miratelo un po' l come va pari !
All'andatura pare un cavalieri.

__

13.

Fiore di pepe!
Io giro intorno a voi come fa l'ape,
Che gira intorno al fiore della siepe.
14.

Fior di gaggia !
I figli voglion bene a mamma sua,
Ed io vo' bene, alla speranza mia !
15.

Io che studiava il libro dell'Amore,

Ad ogni amante dava la sentenza,


A chi la dava a torto, a chi in favore.
16.

Ti voglio tanto ben, te ne vo'tanto !


Quando ti vedo, il mio core contento;
Quando mi dici addio, mi scappa il pianto.
17.

Fiume di Lete !
Come la calamita mi tirate,
E mi fate venir dove volete.

18.

M'affaccio alla finestra, e do un sospiro,


E colla mia pezzola lo riparo ;
Ti do la buona notte, e mi ritiro.
19.

Tutta la notte in sogno mi venite:


Ditemi, Bella mia, perch lo fate ?
E chi viene da voi quando dormite ?
20.

Fior di cipresso !
Accenditi, candela, in su quel masso,
Fa' lume all' Amor mio che passa adesso !
21.

E questa strada la vo' ammattonare ;


Di rose e fiori la vorrei coprire,
D'acqua rosata la vorrei bagnare.
22.

Quando ci passi, non ti far sentire :


Il fischio che tu fai, Bello, non fare;
Se no dal mondo ci farem scoprire.

23.

Vorrei che la finestra ornai s'aprisse,


Vorrei che lo mio bene s'affacciasse,
E un sospiro d'amore lo gradisse.
24.

Che bella cosa aver la casa in piazza!


Per veder Formolo quando tocca;
Quando passa, veder la sua ragazza !
25.

M' stato regalato tre viole,


Me le son messe sotto il capezzale ;
Tutta la notte ho sentito l'odore.
26.

M' stato regalato un bel diamante ;


Lo porto in dito, e mamma non sa niente:
E me l'ha regalato lo mio amante.
27.

M' stato regalato una collana,


Pi che la guardo, e pi ini par bellina !
La voglio regalare alla mia dama.

-,

9
28.

Fiorin di dittamo !
Sei stato il primo amore, e sarai l'ultimo;
E questo si pu dire amor legittimo.
29.

Fior di limone !
E tu sei stato lo mio primo amore,
E l'ultimo sarai, se mi vuoi bene.
30.

E l'idolo se'tu degli occhi miei:


Ch'io ti lasci, amor mio, non creder mai:
Se la morte non tronca i passi miei.
31.

Fior di radice !
Io da lontano sento una gran voce :
E il mio Gfeppino che vuol far la pace.
32.

Fiore d'ortensa !
In quel giovanottin ci ho la speranza :
Con dieci scudi pago la dispensa.

io

33.

E vo' pigliar marito a Pasqua rosa,


E non m'importa d'aver niente in casa:
E quando ci ho il mi'amore, ci ho ogni cosa!
34.

Fior di mentuccia !
Beato chi ti stringe, e chi t'abbraccia,
Chi te la bacier quella boccuccia ?
35.

Fior di lupino !
Caro amor mio, porgetemi la mano,
Acci possa salir questo scalino.
36.

Fiorin d'abete!
In Paradiso senza scale andate ;
Parlate con i santi, e poi scendete.
37.

In riva al mare vi son quattro mori:


Veniteli a veder come son neri :
Son quattro ladroncelli rubacuori.

11

38.

Fiore di mela !
E della mela voi siete la rama,
E del mio cor voi siete la catena.
39.

Fiorin di miglio !
Tabacco buono, e la scatola meglio,
Mi ricordo di voi quando lo piglio.
40.

Fiore di felce !
Dove passate voi l'erba ci nasce,
E nel mese di maggio ci fiorisce.
41.

E lo mio damo si chiama Donato.


Me 1' ha donato il core, ed io l'ho preso ;
E tutti dicon che gliel'ho rubato.
42.

Reggetemi, reggetemi, ch'io volo !


Mi sono innamorato dello cielo....
Ma le. mie ali non reggono al volo.

12

43.

Amore, amore, che m'hai fatto fare ?


Di quindici anni m'hai fatto invaghire,
Di babbo e mamma m'hai fatto scordare.
44.

M'affaccio alla finestra, e vedo notte;


Con le lacrime mie bagno le lastre :
O fonte di bellezze, buona notte!
45.

Quando dal canto ti vedo venire,


Mi brillan gli occhi che sembran due spere;
Passo per passo mi farai morire!
46.

A Cutigliano ci piantai un bel fiore,


E da Lizzano i' lo vedo fiorire :
Il flore quello del mio dolce amore.

13

Innamoramento e passione.

i.
Oh ! io che non sapevo sospirare,
Del sospirar mi son fatta perfetta ;
Sospiro se sono a tavola a mangiare,
Sospiro se sono in camera soletta,
Sospiro se sono a ridere e burlare,
Sospiro se sono in pace od in disdetta,
Sospiro prima, e sospirando poi,
Sospirare mi fanno gli occhi tuoi !
Sospiro prima, e sospiro fra l'anno,
E i tuoi begli occhi sospirar mi fanno !

14

2.

Dimmi, bellino, coni' i' ho da fare

Per poterla salvar l'anima mia ?


Io vado in chiesa e non ci posso stare,
Nemmen la posso dir YAve Maria;
I' vado in chiesa e non posso dir niente,
Che ho sempre il tuo bel nome ognor presente;
I' vado in chiesa e non posso dir nulla,
Che ho sempre il tuo bel noni fin dalla culla!
3.

Alza la bionda testa e non dormire,


Non ti lasciare superar dal sogno.
Quattro parole, amor, io son per dire,
Che tutte e quattro son di gran bisogno :
La prima che mi fate un grand'orgoglio,
E la seconda, che un gran bene vi voglio ;
La terza che vi sia raccomandata ;
L'ultima, che di voi son innamorata!

15
4.

Ho caricato un cavallin di gioie


E l'ho legato alla riva d'un bel prato,
A' piedi non gl'importan le pastoie,
Che sempre gira dove gli legato.
L ci rigira che pare una frulla,
Sta sempre accanto a voi, bella fanciulla !
L ci rigira, che pare un frullino,
Sta sempre accanto a voi, bel cuoricino !
5.
Sono stata all'Inferno e son tornata ;

Misericordia ! la gente che e' era !


E e' era lo mio damo incatenato ;
Quando mi vide strapp la catena.
E io la presi e la gettai al fondo.
E questo il primo amor che amai nel mondo ;
Ed io la presi e al fondo la gettai,
questo il primo amor che al mondo amai \

16
6.

Mi voltai in su, e vidi un bel turchino,

Subitamente me ne innamorai:
E c'era un giovinotto a me vicino ;
Le chiavi del mio cor gliele donai.
Gliele donai, e gliele diedi in pegno,
questo il primo amor che passa il segno ;
Gliele donai con tanta buona grazia,
questo il primo amor che mi ringrazia !
7.

Bella, bellina, io ti vorre' amare,


Dimandane a tua mamma se lei vuole :
Se lei sta cheta, non te ne fidare,
Ma se lei ride seguita l'amore :
E seguita l'amore, e non far fallo,
E non scambiar la perla dal corallo ;
E seguita l'amor, fallo non fare,
La perla dal corallo non scambiare !

17

8.

Mi voglio innamor leggier leggiero,


Mi voglio innamorare leggermente ;
Mi voglio innamorar del forestiero,

Del paesan non ne vo' Baper niente.


Al paesano una rosa fiorita,
Al forestiero gli vo' dar la vita ;
Al paesan un mazzo di ogni fiore,
Al forestiero gli vo' dare il core!
9.

Ti voglio amar se la terra tremasse,


Ti voglio amar se il Ciel venisse a terra;
Ti voglio amar se tu m'abbandonasse,
Se gli occhi miei a' tuoi facesser guerra.
E gli occhi miei e tuoi guerra faranno,
Ti voglio amar, se contenti saranno ;
Con gli occhi vostri a' miei guerra farete,
Vi voglio amar, se contento sarete!

18

10.

V'insegner come fanno le citte,


Quando ballan con un, malvolentieri ;
Se ne van per la sala ritte ritte,
Fanno le viste di aver dei pensieri ;
Ma quando ballan con chi loro piaccia,
Non hanno l'ale, ma volan di braccia;
E quando ballan co' suoi innamorati,
Paion tanti serpenti avvelenati ;
E quando ballan co' suoi favoriti,
Allora i lor pensieri sono guariti !
11.

Quando ti vidi a quel canto apparire,


T'assomigliai del sole allo splendore ;
Abbassai gli occhi e non seppi che dire

Allora principiava il nostro amore ;


Ora che il nostro amore principiato,
Voglimi un po' di ben, giovin garbato

19

12.

La lepre va pascendo l'erbe fresche,


Non vede il cacciatoi' che l'imprigiona;
Il tordo se ne vien dalle foreste,
E quando sente il fischio, s'abbandona ;
Il pesce in mare nuota per dolcezza ;
Cos face'io cara, la mia bellezza :
Cos facc'io, bellina, e tanto t'amo,
Che son rimasto al fischio, al canto all'amo ;
Cos facc'io, bellina, e t'amo tanto,
Che son rimasto al fischio, all'amo, al canto!
13.

E benedico chi fece lo mondo,


E lo seppe tanto bene accomodare.
Fece lo mar che non aveva fondo,
Fece la nave per poter passare ;
Fece la barca, e fece il barcaiuolo,
Fece la donna che fa ogni figliuolo!

_ 20

14.
O Dio del ciel, come mai posso fare
A innamorar costei che tanto bella ?

Quando l'incontro non mi vuol parlare,


Subitamente abbassa gli occhi in terra.
O terra dal terren, che tremi forte,
Alza quegli ocelli e non mi dar la morte !
O terra dal terren, che tremi umile,
Alza quegli occhi e non mi far morire !
15.

Ho visto principiare una battaglia :


Sempre la vince quel che pi la dura.
Uno gli d di punta, l'altro taglia....
Questi son colpi che metton paura ;
Questi son colpi dati per amore,
Passano i panni e se vanno al core ;
Questi son colpi dati per diletto,

Passano i panni, e se ne vanno al petto.

21
IO.

Avete gli occhi ch'entrano in battaglia :


Altr'arme non v'occorre per ferire.
Se uno da di colpo, l'altro taglia....
Questi aon colpi da farmi morire !
Questi son colpi che li manda amore,
Passano i panni e il petto e vanno al core!

FINK.

Il pi bel regalo che si possa fare ai bambini il grande Album :

E. CAPPELLI
IL PRIMO LIBRO DEL BAMBINO

LETTURA E SCRITTURA.
Con questo libro, i bambini analfabeti imparano con molta facilit a leggere ed a scrivere ; quelli che gi sanno si perfezionano sempre pi. Tutti si divertono a guardare le 300
figure in nero e a colori che adornano il Libro,

legato solidamente in cartone.

iu vendita dai principali Librai, e sar spedito,


per posta raccomandato, franco di porto in tutto il Regno, dietro invio di Lire 2, all'Editore Adriano Salani,
Viale Militare, Firenze.

Ernesto Eckstein

Claudii

ROMANZO DEL TEMPO DI EOMA IMPBRIAIJE.

Nella Tribuna dell'll giugno

1902,

si legge:

L'editore Salani di Firenze ha raccolto in


Claudii,
volume a un prezzo modicissimo,
romanzo che tanto gi commosse le nostre
lettrici sulle appendici del nostro giornale.
Keintegrate in esso le parti che per le esigenze della pubblicazione quotidiana si erano
dovute sopprimere, la traduzione di Emma
Perodi certo assai superiore a quella dello
stesso romanzo che gi era apparso in Italia. L'edizione si presenta elegantemente ed
corredata di parecchie note esplicative e
di un fedele ritratto dell'autore.

Il Volume il n. 213 della Biblioteca Salani Illustrata,


e si trova dai migliori Librai d'Italia e dall'Editore Adriano Salani, Firenze.

LORO USI E COSTUMI


DA

Fanciulle e da Maritate.

un

libro, di 250 pagine; si vende


da tutti i Librai d'Italia e alla Tipografia Salani, Viale Militare, Firenze.

Ceni. 75
Franco di porto In tutta Itali.

FIRENZE
TIPOGRAFIA DKIANO SALANI

"Viale Militare
1802.

STORNELLI
SOPBA

la sfortuna d'amore.

Oh, quante stelle !


Vieni, Pietrino mio, vieni a contarle :
Le pene che mi dai son pi di quelle.
2.

Fior d'amaranto!
Ti potessi parlare un sol momento !
Questo momento lo spasimo tanto !

4
3.

Dio

de'Dei!

E per amar Gigino io ne toccai,

E per amarlo ne ritoccherei.


4.

Dentro dello mio petto c' una nave,


Con i capelli tuoi formo le vele,
E le lacrime mie l'acqua del mare.
5.

Ho verso tante lacrime e poi tante,


Quanti sassetti a fabbricare un monte !
Quanti sospiri a guadagna' un amante !
6.

Fiorin d'argento !
Ah ! per amarvi voi ho pianto tanto
Povero pianto mio gettato al vento !
7.

Fior di piselli !
Vanne dall'amor mio, e digli, digli....
Che son nel lotto e conto i travicelli.

8.

Amore ingrato !
M'hai detto di venir, non sei venuto :
Fino alla mezzanotte t'ho aspettato !
9.
Griovanottino che passi fischiando,

Io meschinella dal letto t'intendo :


Vlto le spalle a mamma e poscia piango.
10.

All'erta, all'erta! che il tamburo suona:


I turchi sono armati alla marina ;
La povera Eosina prigioniera.
11.

0 porto di Livorno, traditore !


M'hai portato il mi' amore in alto mare,
Me l'hai portato al porto di Tolone !
12.

In mezzo dello mar c' una barchetta,


V' dentro l'amor mio che passa l'acqua,
E sospirando chiama la su' Annetta.

13.

M'affaccio alla finestra e vedo il mare;


Tutte le barche le vedo venire,
Quella dell'amor mio non vuol passare.
14.

Fiorin d'abeto !
Ho perso lo mio amor, son disperato :
Ho perso lo mio amor : gli vado dreto.
15.

Io maledico tutte le segrete,


E i muratori che l'hanno murate,
Perfin lo scarpellino con le pietre.
16.

Dentro del petto mio ci sta un serpente,


E mi lavora a punta di diamante,
Bella, per amar voi non sento niente !
17.

Foglia d'aprile,
Ora che me l'hai fatto licenziare,
E notte e giorno mi farai morire !

18.

Fiore di mela !
E quando la mia mamma mi allattava,
Figliuola sfortunata ! mi diceva.
19.

Fior di limone !
La giardiniera mi son messa a fare,
Perch non ho fortuna nell'amore.
20.

Oh ! acqua che ne vai per la corrente,


Fammi rifar la pace col mi' amante :
Che quando mi lasci, ero innocente.
21.
O luna, o sole

O stella Diana, non mi abbandonare


Fammi rifar la pace col mi' amore 1
22.

Fili di sete !
Che avete, bella mia, che sospirate ?
Non sospirate pi, ohe m'affliggete.

8
23.

Fiore d'alloro !
Ora che m'hai lasciato, mi dispero....
Viver non posso senza il mio tesoro !
24.

Fiore di conna !
Tutta la notte co' piedi alla culla :
Non ho marito, e son chiamata mamma !
25.

nuvoli del ciel, che cosa fate


Che tutti insieme non vi riunite,
A aiutar le ragazze innamorate ?
26.

Fior di giunchiglia !
Io te lo dico da fedel compagna :
E' vien per canzonarti, e non ti piglia !
27.

E me ne voglio andare"^ me ne voglio,


A pascer l'erba, come fa il coniglio;
E il ben che t'ho voluto lo rivoglio.

__

28.

Fior di cipolle !
Piangete, occhini miei, piangete sangue ;
Chi mi voleva bene, ha preso moglie.
29.

Quella zittella che prese marito,


Mangi ben presto pane tribolato ;
Credea toccare il cielo con un dito.
30.

Fior di granato !
Prendetelo, prendetelo marito,
Se avete da scontar qualche peccato.
81.

Clorinda, sulla sella stacci forte,


Che dietro e' Tancredi che ti batte ;
Passo per passo, ti conduce a morte.
32.

E lo mio damo mi ha mandato a dire


Ch'io mi provveda che mi vuol lasciare..
Questi son colpi da farmi morire
1

io
lo mio damo che m'ha licenziato !
Non posso pi mangiar con appetito,
Nemmen dormire un sonno riposato !
34.

E quando mi partii dalla tua sede,


Ero un giovine perso per le strade,
E lo mio core gridava mercede !
35.

Fior di sarmenti !
E la finestra la serri co' pianti ;
Ti d la buonanotte, e tu non senti.
36.

Fiorin di zucca !
La donna innamorata mezza matta :
Quando ha preso marito matta tutta.
37.

Quando passi di qui lo vuo' sapere,


Ohe ci ho una letterina da mandare :
Dentro c' scritto le pene d'amore.

11

38.

Giovanottino colla pipa in bocca,


Ti se' trovato una bella ragazza :
Ma se tu non fa' presto, non ti tocca !
39.

Tu hai de' ricciolini lunghi lunghi,


Tutti in su' una parte te li mandi :
0 mattarella, con chi ti confondi ?
40.

Saper vorrei,
Se a' vostri giorni ci pensaste mai ?
Perdere il tempo invano io non vorrei
41.

M'hai dato la mala in dei capelli ;


Ora bisogner che me li tagli,
Di bello non avevo altro che quelli

42.

Fior di fagioli !
Tu me li hai fatti far li pianti amari,
Ma me la pagherai, se tu non muori !

12
43.

Fior di granato !
Se li sospiri miei fossero fuoco
Tutto lo mondo sarebbe abbruciato.
44.

Fior di mortella !
La scontro, la saluto, e non mi parla !
Che cosa le ho fatt' io alla mia bella ?
45.

Fiorin di lente !
Dell'angherie tu me n'hai fatte tante,
Ma non le scordo, no, le tengo a mente !

13

Letizia e Contento.

i.
Quando passi di qui, passaci onesta,
Che la gente non dica che ci amiamo.
Tu abbassi il capo, e io abbasso la testa,
E noi due di buon cuore ci salutiamo.
Di tutti i Santi ne vien la sua festa ;
Un d verr la nostra, se ci amiamo !
Di tutti i Santi la sua festa viene ;
Verr la nostra, vogliamoci bene !

14
2.

ragazzina, la ragion ci vuole ;


Un cor che ama vuol'essere amato.
Di tutti i tempi non son le viole,
E sempre non si vive in uno Stato :
E smpre in uno Stato non si vive,
Chi l'ha le buone nuove, e chi cattive ;
E sempre in- uno Stato non si sta,
Chi l'ha le buone nuove, e chi non l'ha.
O

3.

Il

Oh, quanto voglio bene a ohi so io


nome non lo voglio palesare :

Lo tengo sempre scritto nel cor mio,


In fin che vivo lo voglio portare ;
In fin che vivo lo voglio tenere,
A. nessuno lo voglio far sapere !

15
4.

E l'ho ben vista un'aquila volare,


Andarsi a riposare nel giardino :
Tre penne d'oro la vedea portare,
In bocca ci portava un gelsomino:
Al collo
Passava
Al collo
Passava

ci portava un Breve santo

sette cieli il suo bel canto


ci portava un Breve solo,
sette cieli il suo bel volo !

5.

Iddio volesse io fossi un rondinino,


Avessi l'ale e potessi volare !
Vorrei volar sull'uscio del mulino
Dove sta lo mio amore a macinare :
Vorrei volar sull'uscio e poi sul tetto,
Dove sta l'amor mio, sia benedetto !
Sia benedetto, e. benedetta sia
La casa del mio amore, e po' la mia !

16
6.

L'ho visto andar per cielo un nuvoletto,


A spasso andar del sole per amore,
Quando vi vedo voi, bel giovinetto,
Credo pel vostro amor che uscite fuore ;
Quando di casa vostra uscite fuori,
Vi fanno il laccio le rose co' fiori ;
Quando di casa vostra fuori uscite,
Vi fanno il laccio le rose fiorite.
7.

E son passata d'una selva bella,


Coperta di ginepri e verdi allori ;
E dentro c'era una specie di stella
Che a nome si chiamava rabacori !
Tutti mi dicon che voi siete quella,
Mi pare di conoscervi ai colori !
Mi pare di conoscervi al bel volto,
Mi dicono vi lasci : io non ascolto !

17

8.

Mandami a salutar per chi tu vuoi :


Buona riposta da me l'averai.
0 dagli amici, o da' parenti tuoi :
Sempre col buon voler mi troverai.
0 dagli amici, o da' parenti stessi :
Ti mantengo l'amor che ti promessi.

9.

E s'io potessi con la lingua dire


Quant'io ti posso con gli occhi guardare !
Il bene ch'io ti vo' non posso dire,
E dar non te lo posso a dimostrare.
Io te ne voglio assai, ma noi dimostro,
Non posso dir, cor mio, perch l' vostro!
E dare a dimostrar non lo poss'io :
Non posso dir cor vostro, perch' mio
1

18
10.

Ti voglio bene in tutti quanti i modi,


Come tu fosse un caro mio fratello!
Quanto ne vuole un padre a' su' figliuoli,
Tanto ne voglio a voi, giovine bello !
Quanto ne vuole un padre a' figli suoi,
Tanto ne voglio, o giovanetto, a voi
1

11.

Ho visto un cavallino senza coda


In su d'un prato l'ho visto attaccato.
Gira e rigira, e la fune s'annoda,
E sempre gira dove gli legato :
Cos fa l'uomo quand' innamorato,
Pensa d'essere sciolto e gli legato ;
Cos fa l'uomo quando s'innamora,

Pensa d'essere sciolto e si lega ora ;


Cos faccio, bellina, io per voi :
Gira e.rigira, sempre son da voil

19

12.

Ho visto in mezzo al mare un verde alloro


In forma d'un'amante che m'amassi;
Mi voleva donare un vaso d'oro,
Perch l'amassi, e te t'abbandonassi.
Per te, bellina, ne languisco e moro :
E per le altre non moverei passi :
E per le altre passi io non ho mosso ;
State allegra che amarvi molto posso ;
Mio core vostro, e non sar di me :
Chi vuole lo mio cor, lo chieda a te !
Mio core vostro, e non sar d'altrui :
Chi vuole lo mio cor, lo chieda a vui !
13.

Per la tua preziosa e bianca mano,


Per codesti capelli, e bianca faccia,
Le chiavi del mio cor t'ho date in mano,
Son senza cuore e come vuoi che faccia,
Come vuoi faccia, che son senza cuore ?
Basta che l'abbia chi bene mi vuole I

20
14.

Ecco apparita l'alba e giunto il sole,


Ecco apparite le piacevolezze :
Ecco apparito chi tiene il mio core,
E me lo tien con tante gentilezze !
E me lo tien con gentilezze tante :
Ecco apparito il mio fedele amante !

E me lo tien con gentilezza e amore


Ecco apparito chi tiene il mio core i

FINE.

Il pi bel regalo ohe si possa fare ai bambini il grande Album :

E, CAPPELLI
IL PRIMO LIBRO DEL BAMBINO

LETTURA E SCRITTURA.
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figure in nero e a colori ohe adornano il Libro,
legato solidamente in cartone.
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Viale Militare, Firenze.
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LIBRETTO DI STOBIE ANTICHE E MODERNE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia all' editore Adriano Salani - Firenze.
1.
2.
3.
4.

Pia de' Tolomei.


Contrasto fra un Povero
un Bieco borghese.
L'Imperatore superbo.
Liberazione di Vienna.

5. Difesa soldato prussiano.


6. GiacomoRxisponi.assassino.
7. Storia di Federigo Bobini.
8. Flavia imperatrice.
9. I due Sergenti.

10. Aida, la schiava.


11. La trappola delle donne.
12. Lo Spedale de'Rovinati.
13. Storia di Marziale.
14. Avvertimento ai giovani,

che prendono moglie.


15. Storia di Barncoab.

Manetta cortigiana.
17. Contrasto fra povero e ricco.
18. Storia d'Angiola crudele.
19. Rammentati i baci che mi
hai dato.
20. Storia di Guorrin Meschino.
21. Lo Scheletro vivente.
22. Storia di Sansone.
23. Storia di Genoveffa,
16.

24. Teresina e Paolino.


25. Il conte Ugolino.
26. Giuditta e Oloferne.
27. I setto Dormienti.
28. Affetti d'amore.
29. Storia di Leonzio.
30. Ardor d'amore.
31. Chiarina e 'l'amante.
32. Storia di Lazzurino.
33. Storia di Mastrilli.
34. Storia di Carlo Bertoni.
35. Storia di Pierina.
36. L'Oste assassino.
37. Storia di Guazzino.
38. Stellante e Costantina.
39. 11 valoroso Leonildo.
40. Cav. Bosco, prestigiatore.
41. Costantino e Buonafede.
42. Storia d'Ortonza e Caterina.
43. Storia di Caterina dannata.

44. Vita del Niccheri.


45. La Carit romana.
46. Francesca da Rimiui.
47. Storia di Stoppa.
48. Storia del Castellano.
49. Storia di Piramo e Tisbe.
50. Il brigante Gasperoni.
51. Storia de' cinque Ladri.
52. Sposalizio Sandra-Geppone.
53. Le 99 Malizio delle donne.
54. Storia di Beatrice Cenci.
55. Federigo e Margherita.
56. Cristoforo Colombo.
57. Ginevra degli Almieri.
58. Lo bellezze di Firenze.
59. Storia di Adamo ed Eva.
60. Frate Nespola.
61. Vittoria italiana in Africa.
62. Contrasto fra Padrone e
03.
64.
65.

Contadino.
La Creazione del Mondo.
La Sposa del Marinaio.
Contrasto fra in Gobbo e
una Signorina.
Il veleno degli uomini.
Storia delle 5 ragazze.
Il Trovatore.
Gosto e Moa.
Le sofferenze del carcerato.

66.
67.
68.
69.
70.
71. Strambottoli.
72. Storia del Giocatore.
73. L'Usignolo.
74. Ohi prende moglie e nou

sa

l'uso.
75. Il linguaggio d'amore.
76. Il brigante Biscarino.
77. Storia del serpente che uccise 23 bambini.
77. Contrasto fra cittadino e
contadino.
78. I pettegolezzi delle ciane.
80.

81.
82.

Contrasto fra suocera e


nuora.
Contrasto fra nobile e contadina.
La Morte e il vecchio avaro.

LIBRETTINI DI STORIE ANTICHE E MODERNE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia all' editore Adriano Salani - Firenze.

Florindo e Chiarastella.
Il contadino e il ciuco.
Contrasto fra un Giocatore
uccisero una fanciulla.
ed un Ubriaco.
85. Federigo il giocatore.
128. San Giovanni Boccadoro.
80. Ansuini e Menichetti.
129. 11 figliuol prodigo.
87. Storia del Fico.
88. Mariarmina la capricciosa. 130. Contrasto fra la Morte e
89. Contrasto fra ammogliati.
un Guerriero.
131. La ritirata.
90. Le sventure de' cani.
132. Morte di due amanti..
91. Le serve di Firenze.
133. L'invenzione del telegrafo
92. Stornelli d'amore.
93. Indovinelli graziosi.
senza fili.
134. Una madre che gett in
94. Nuovi stornelli amorosi.
forno sua figlia.
95. Contrasto fra Pisana e Li135. Burlette d'Arlecchino.
vornese.
136. Le statue dogli Ufizi.
96. Il Vecchio e la sposa.
97. Un giovanotto ohe uccide 137. La centi delle Talpe.
138. Contrasto priore e mereiaio.
la sua fidanzata.
139. Contrastoi'ramadree figlia.
98. Non mi dir di noi
140. L'amore segreto.
99. 11 feroce brigante Croceo.
141. La mandolinata.
100. Storia di Fra Formicola.
142. Stefano Felloni.
101. La battaglia d'Adua.
143. Marco, l'asino sapiente.
102. Il Giovane pescatore.
144. Proverbi italiani.
103. Vita di Garibaldi.
145. La ragazza infanticida.
104. Dottrina di Garibaldi.
1411. Storia di Luca Cava.
105. Orfeo della dolce lira.
147. Storia d' una Ragazza.
106. Contrasto fra due mariti.
148. Paolo e Virginia.
107. Storia di Nerone.
149. Vieni Ninetta.
108. La crudelt d'amore.
150. Poesie per Bambini.
109. Giuochi di sala.
151. Il brigante Marengo.
110. La sfida di Barletta.
111. Il soldato italiano in Africa. 152. Il brigante Ghino di Tacco.
153. Il brigante Cirindello.
112. La finta ammalata.
154. Fucilazione di Misdea.
113. Il brigante Sciarra.
114. Contrasto fra Venezia e 155. Storia dell'Inglesina.
156. La Madre veneziana.
Napoli.
115. Dottrina degli innamorali. 157. 150 Stornelli d'amore.
158. Un figlio che uccide la so116. Lo sposalizio dei gatti.
rella e i genitori.
117. Mamma, Cecco mi tocca!
159. Storia di cinque ladri.
118. Martino con 18 dame.
160. Il Conte di Montecristo.
119. Non trovo moglie?
161. La vendemmia.
120. Il silenzio della notte.
162. Storia di Liombruno.
121. La bella Rosina.
163. La ragazza che chiede marito.
122. Gianfiore e Filomena.
123. Storia della regina Stella. 164. Stornelli sulla gelosia.
165. Storia del prete e le servo
124. Guida degli amanti.
83. Vizj e virt delle donne.
84. Fatto di due tedeschi che

125.
126.
127.

LlBREffl MSTJtHf MTICW llMgl%


Ciascun librettino 5 centesimiv
Spedire Cartolina-vaglia all'editore Adriano Salani -Firenze.-

La sfortuna in amore.
167. Il Parroco e Carolina,
.168; L risposta d'amore.
169: 11 lamento degli artisti.
170. Storia de' Calzolari.
171, Rispetti d'amore.
72. Metodo per viver bene.
173. Combattimento in frica.
174. L'Amante perduta.
175. Ragazzauccisa dall'amante.
176. 11 bello Niccol.
177. Storia del famigerato brigante Giuseppe Musolino.
178: La Chitarra.
|79: I 166 difetti delle donne.
180; Contrasto marito-moglie.
181. Cento peccati delle donne.
182; Storia della regina Uliva.
183. L'amore d'inverno.
184. Lalionachellaiunaraorata.
185. L'assassinio d'una ragazza.
186.; Lo sgombero dell'inferno.
187. Il marito che vuoi campare
alle spaile della moglie.
188. I difetti, dei mariti.
189. Orribile fatto di sangue.
190: Tirati in l, non ini tocearl
191. Lo zio assassino.
-192. La monachella scontenta.
193. Storia di una ragazza.
194. Contrasto fra giovanotto
ed ammogliato.
195. Misfatto- di Monterptondo.
196; I maccheroni di Napoli.
197. La Marsigliese.
198. La moglie infedele.
199. Sento in core unnon so che?
200. La madre snaturata.
201. Storia di una ragazza che
ha cambiato 36 amanti.
202. Contrasto fra Romana : e
Fiorentina.
203. Manetta non trova marito;
204. La ragazza salvata.
205. Contrasto di una madre povera con la figliuola.
166.

206. Nannella'mia; rinfrescami.


207. Stornelli amorosi.
208. La moglie gelosa.
209. La camicia rossa;
210. Giuseppe Ebreo.
211. Contrast fra priore e con-

tadino. ;
212. Contrasto fra poeta e contadino.
213. 11 delitto di don Poldo:
214. Le tre donne assassinate:
215. I 23 bambini avvelenati,
216. Il prete di Cremona.
217. L'umor allegro de'giovai.
218. Battglia di Abba-Oarima.
219. Cardinale, prete e serva.
220. Storia di Senso.
221. Le ragazze abbandonate.
222. Assassinio di suor Maria.
,
223. L'arte di Michelaccio.
224. Contrasto fra Marinniiia
e Meneghino.
225. Contrasto fra una ragazza
onesta e una disonesta.
226. Il solletico delle donne.
227. I! vecchio e le 10 moglL.
228. Crudelt d'una ragazza.
229. Il matrimonio.
230. Inno di Garibaldi.
231. Passaporto della Leggiera.
232. Il brigante Fioravanti.
233. Maria Nambrihi;
234. Rammentati di me.
235. Mi guardi e ridi?...
236. L'Uccello.
237.12avvertimenti dellamadre
alla figlia che va a marito.
238. L'Arrotino.
239. Serenata-amorosa.
240. Contrasto fra un marito
geloso e uno contento.
241. 11 Cavalier tiranno.
242. Orrbile dramma d'amore.
243. Contrasto tra Rosina e Teresiua.
244. I baci innamorati.

.-''-

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SALANI

Viale Militare
1902.

STORIA
A SUFFRAGIO DELL' ANIME SANTE
DEL PURGATOEIO.

Ricorro a te, Ges benigno e pio,


Tu Signor dell' angelico Consesso
Che in Maria t'incarnasti, o dolce Iddio,
Perch dal Padre Eterno fu concesso.
Per liberarci dall' Inferno rio,
Moristi in Croce, tu pur l'hai permesso.
Ti prego, per la tua santa Passione,
Di dare al canto mio gran divozione.

__ 4

2.

Cari Signori, tutti qui presenti,


Porgete orecchie al mio dir, se vi piace
Dir del Purgatorio li lamenti,
Se voi mi ascolterete in santa pace.
Chi ha padre, madre, fratelli e parenti,
Faccia bene per loro, che a Dio piace :
Yi narrer dell' Anime Purganti
I dolori, i sospiri e i loro pianti.
3,

Vergine immacolata, Verghi pura,


Che partoristi il nostro Creatore,
Prendi tu per piet di noi la cura,
0 Madre Santa, o madre tutt' amore !
Rischiara questa carcere s oscura,
Che sepolti ci tien nel nostro errore:
Vergine, aiuta noi, alme dolenti ;
' Porgi sollievo ancor ai gran tormenti.

4.

Gloriosa del Ciel nostra Avvocata,


Voi che toccate il core dei viventi,
Ed ogni alma devota battezzata
Per dar qualche sollievo a 'sti tormenti
Noi vi preghiamo, o Vergine beata,
Coprir del manto vostro g' innocenti ;
Pregate Voi per noi, Vergine pia,
Per menarci alla gloria del Messia.
5.

Cari Signor, movetevi a pietate,


A suffragar quel!' alme in tal martire,
Che stanno in quelle fiamme tormentate,
Gridando (pare a me, che il sento dire):
Ah figlio, dice il padre con bontate,
Ascolta, per piet, stammi a sentire,
Che ti far sapere a poco a poco,
I tormenti che stanno in questo loco.

6.

Per aver offeso un Dio in Croce morto,


Che sparse il Sangue per il mio peccato,
Mentre eh' io ero in vita e dopo morto
Iddio m' ha queste pene preparato.
Ed al prossimo mio gli feci torto,
Pe'essere in questo mondo assai stimato,
Mai pensava s presto di morire,
Perci la pena mi si fa sentire.
7.

Figlio, sempre nel mondo io travagliai


Per acquistar la roba in casa mia,
E dopo morto a te ben la lasciai,
Perch tu eri mio sangue e carne mia,
E con quanto sudore io ti allevai!..
Mi esercitavo per te in tutta via !
Ora, figlio, di me ti sei scordato,
E in queste pene son da te lasciato.

8.

Abbi memoria dell' amor paterno


E dell' affetto, il quale ti portava.
Per te sudava d' estate e d' inverno,
E per nudrire te non riposava ;
Di me non ti ricordi, io ben discerno,
N le carezze e i baci eh' io ti dava...
Pensa, deh! pensa un poco, o figlio mio,
Se fai del bene a me, dai gusto a Dio.
9.

Figlio, non io ti cerco dissipare,


Ne meno di volerti impoverire ;
Mentre la roba mia t' ebbi a lasciare
Almeno qualche Messa fammi dire !
Se qualche Comunione potrai fare,
Falla per ine, che Dio la vuol gradire,
E dopo che uscir da tante pene
Pregher il buon Ges che ti dia bene.-

10.

Un'altra voce sento qua gridare,

Parmi la madre tua che quella sia,


Che con voce pietosa sta a chiamare,
Dicendo : Figlio caro e figlia mia,
Quanti travagli al mondo ebbi a passare
Mentre che io ti allevavo e ti nutria !
0 figlio mio, ti sia raccomandato,
Non ti mostrar con me tanto spietato
11.

Quanto oh quanto ne sopportai dolore


Nove mesi che in ventre ti ho portato !
Quanti travagli intesi nel mio core
Da quell' ora che fosti generato,
Poi partorito con tanto dolore !
Io t' ho nel seno mio sempre allevato..
Con tanto gusto ognora ti fasciava,
E mille baci nel viso io ti dava.

12.

Oh quante volte, figlio, t' allattavo,


Quando in letto la notte tu dormivi !
Oh quante volte in piedi mi levavo,
Allor che tu piangendo gli occhi aprivi !
Subito nelle braccia ti pigliavo,
E ti spassavo fin che t' assopivi,
Facendoti carezze con amore,
Dandoti il sangue mio di proprio core.
13.

Onde di me ti prego a ricordare,


Mentre ora mi ritrovo in queste pene :
Se qualche carit mi potrai fare,
Fammela, o figlio mio, che ti conviene:
Dio lo comanda, e tu non ti scordare
Il precetto di Dio, eh' di far bene.
Se qualche bene farai alla tua madre,
Il Ciel ti cloner 1' Eterno Padre.

10

14.

Figlio, la dote che mi fu donata,


Quando dal padre mio venni accasata.
Con tanto gusto mi fu consegnata,
E dopo morta a te fu lasciata...
Perch 1' anima tua mi fosse grata,
Invece son da te dimenticata !
Figlio, se tu di me sarai pietoso,
Darai gran gusto a Dio ed a me riposo.
15.

Ah padri e madri, ai figli odo gridare:


Per volere di Dio ci generaste
Col sangue vostro, e non possiamo errare;
Con molti stenti e duoli ci allevaste,
Dicendo : o figli, vi dobbiamo amare !
E con affetto inver sempre ci amaste,
E dopo che passammo a questa vita
La vostra carit fu gi finita.

11

16.

Ah padri, madri ! e vi siete scordati


Di noi, poveri figli dolorosi,
Che siamo in queste pene consumati,
Senza aver refrigerii, n riposi ?
Voi, come genitor, siete obbligati
Di farci bene ed esserci pietosi ;
Noi siamo i vostri figli poverini
Che nel fuoco bruciam tristi e tapini.
17.

La vostra prole avete abbandonata


Dentro a'ste fiamme in questo loco atroce;
Sola una carit v' domandata
Per amor di Ges eh' morto in Croce.
Fatela per Maria nostra Avvocata...
Raccomandiamo a voi la nostra voce :
Fateci, per piet, un po' di bene,
Per poterci cavar da tante pene.

12

18.

Ah cara moglie mia, che cosa aspetto ?


Son quello sposo tuo cotanto amato,
Quello che ti portava tanto' affetto,
Affetto pur, sincero e sviscerato.
Tu eri la mia dolcezza, il mio diletto...
A Dio piacque, e di te ne fui privato...
Abbi piet di me, cara mia sposa ;
Fa' bene all' alma mia ; donami posa.
19.

Moglie, ti prego pe' amor di Maria


Di esercitarti in qualche divozione,
Fammelo per quel Cristo, ver messia,
Che per noi soffr morte e passione;
Non mancar di far bene all' alma mia;
Ascolta bene, e intendi il mio sermone,
Che quel bene che a me mi porgerai,
In questa vita tu lo troverai.

13

20.

Ah caro sposo mio cotanto amato,


Serto e ghirlanda della testa mia,
Pegno di fedelt dal ciel donato
Per grazia del figliuolo di Maria,
Io ti porsi la destra, e t' ho sposato
Con una fede vera, umile. e pia,
E dopo che fui morta e sotterrata,
Tu mi scordasti, e sono abbandonata.
21.

Ohim ! dal fuoco son tutta abbruciata


N tregua al mio penar alcuno implora !
Sto dentro una fornace addolorata :
Cos piacque al mio Dio, che ognun adora,
Mi convien di purgar, che vita errata
Condussi e il rio peccato mi martora...
Fammi bene, consorte, ed io t' avviso,
Che per te pregher nel Paradiso.

14

22.

Dice il fratello : Deh ! fratello amato,


Come non pensi un poco al dolor mio ?
Che 1' alto Iddio mi ha quivi destinato
E tu ne stai nel mondo con deso ;
Io qui patisco per il mio peccato,
Per sodisfarmi, ed offendevo un Dio,
E tu, fratello, al mondo stai godendo.
Ed ora in queste pene io sto languendo.
23.

Noi siam prole da un padre generata


E d' una madre, senza dir bugia ;
Tu sai la roba che ci fu lasciata,
Che mi spettava ancor la parte mia.
Poi Iddio mi tolse, e tu te l'hai pigliata,
E te la godi con tanta allegria,
Ed io sto a tribolare in questo fuoco,
E tu non pensi a me n assai n poco.

15

24.

Pensa, fratello mio, che hai da morire,


La roba al mondo 1' avrai da lasciare :
In questo loco ti convien venire,
Se ti rester a Dio di soddisfare.
Se bene potrai far, non ti pentire,
Che in questa vita lo potrai trovare,
Che l'ha posto il Signor nel suo precetto:
Chi ben far a noi fa del Ciel eletto.
25.

Deh ! dunque abbi piet dell' alma mia!


Tu sei nel mondo ricco e accomodato,
Io sono in questa oscura prigiona
Tutto cinto di fiamme e maltrattato.
E tu ti godi della dote mia,
Che mi spettava ond'esser ammogliato,
E te la godi con tanta allegrezza,
Ohe il pianto mio ti par che sia dolcezza

16

26.

Dunque, sorella mia, non esser dura:


Per me tua prece perch al Ciel non vola?
Che quel ben che farai Dio 1' assicura...
Per la sua gran bont qui mi consola,
La ricchezza del mondo poco dura,
Presto svanisce, e poi morte ne invola...
Se tu, sorella mia, mi fai del bene,
Caverai 1' alma mia da tante pene.
27.

Ohim ! che son da tutti abbandonata,


Dal proprio sangue mio son sconosciuta;
Sorella mia, non ;esser, cos ingrata !
Per amor di Ges quest' alma aiuta.
Ch' io sto tutta di fiamme circondata,
Ho questa pena pel rio mondo .avuta ;
Di bont offesi un Dio e somma potenza,
Peccai, si, ma non feci penitenza.

17

.28.

Il tuo Zio si lamenta. - Ohim infelice

Che fai, nipote mio ? ti sta dicendo,


Tu stai nel mondo contento e felice,
Ed io ardo, m'abbrucio e qui m'accendo.
Ti lasciai la mia roba, e gi non lice,
Che la tua carit qui invano attendo...
Adunque dir poss' io, nipote ingrato,
Godi la roba, e di me ti sei scordato.
29.

Cari signori, che udiste l'Istoria


Vi prego che vi sian raccomandate ;
Di quelle Anime abbiate la memoria.
In quelle pene non. 1' abbandonate.
Poich saranno del Ciel nella gloria,
Lor pregheran per voi quel d beato.
Godrete in questo mondo 1' allegrezza
Poi nel Cielo la pace e contentezza.

18

PEL NATALE DEL DIVIN BAMBINO


SERMONE.

Egli nato. Un coro d' Angeli


Gloria a Dio ne' cieli intuona,
Pace in terra ai dabben uomini
L' immortai melde suona.

Egli nato. Un' alma Vergine


Che il die in luce, pia 1' adora,
Ed un Veglio venerabile
Del suo ossequio umil l'onora.
Lui Signor, i pastor semplici
Riconoscon coi presenti,
Quei Divino al mondo attestano
I Re Magi reverenti.

Eppur nacque in un villaggio,


E nel cuor del verno crudo
Fra due belve in un presepio
Sulla paglia Ei giace ignudo.

19

Ei che il Ciel di stelle fulgide


Veste, e il suol di fiori e d' erba,
Non ha panni onde difendersi
Da stagione cos acerba.

E che fassi del sol aureo


Padiglion lucente e mondo,
Non ha culla, n ricovero
Meno abbietto e meno immondo ?

Oh umilt del Divin Pargolo !


Oh del Figlio dell' Eterno
Virt somma ed ineffabile
Per domar il Re d' averno !

A strappar lo scettro ferreo,


Che su noi tenea il Superbo,
L' umiltade incomparabile
Sol valea del Divin Verbo;
Delle spoglie dell' Uomo debole
Si copr 1' Onnipossente
Per dar guerra e per conquidere
L' arrogante Angiol fremente.

20

superbi, il vostro tmido


Duce cadde e il suo vessillo:
Lo stendardo sol degli umili
Sorge e sventola tranquillo.

Quel bambin che di fien ispido


S meschino in letto giace,
E il Signor clemente, il Principe
Dell' amore e della pace ;

E il Dio forte, 1' Ammirabile,


Il buon Padre alla futura
Celestial beatitudine,
Il cui regno eterno dura ;
Egli Figlio dell' Altissimo,
Che vestissi d' un velo
A. segnar fra spine e triboli
L' ardua via che mena al cielo.

superbi, quel s misero


Fanciullin, de' vivi e morti
Ei fa il giudice, ei fa 1' arbitro
Delle vostre eterne sorti.

'. 21
Se del fasto antico odibile
Voi spogliate il core altero,
Ei vi accoglie fra il bel novero
Dei vassalli del suo impero.
Ma se ancor durate a pascere
Il vostr' animo d' orgoglio,
V aspettate pur un fulmine
Quando Ei salga il divin soglio
.

Dorme ver, ma il suo cor vigila,


Egli nota g' insolenti ;
Tra s pensa esaltar gli umili,
E abbassare i rei potenti.

Bambin, dei flli vindice,


Chi superbo alzer il ciglio,
Se Tu Dio, 1' Eccelso, il Massimo
S umil vede in questo esilio ?

Tu per noi, che tutto viscere


Sei d' amore e di pietade
Deh ! ci apprendi amar il povero
E levarlo d.' umiltade.

22 -~

SERMONCINO
PER UN BAMBINO DI

ANNI.

Schietto non posso


Parlare appieno.
Avessi almeno
Cinqu' anni o sei !
Dir, m' ha detto
La mamma mia
Nato il Messa
Nato Ges.

Di pi, signori,
Ella mi ha detto..
Ma parlo schietto
Non lo so pi.

LIBRETTI RELIGIOSI
a 5 Cent, l'uno.
1,
2.
8.
4.

5.
6.
7.
8.
9.
30.
11.
12.
13.

14.
15.
16.

17.
18.
19.

20.

Vita d San Pellegrino, cavaliere di Cristo 8 fi-

gliuolo li Eomano re di Scozia.


Vita e Profezie di Suor Domenica del Paradiso.
Vita di San Cristoforo, cavaliere di Cristo.
Miracolo di Sant'Anna fatto a tre povere ragazze
restate privo dei loro genitori.
L'Ombra del pensiero, ovvero, riflessioni fatte sopra
l'ultima fine dell'uomo.
Il Giudizio Universale, nel quale si tratta quando
Ges Cristo verr a giudicare i giusti ed i rei.
Preghiere e Orazioni alla SS. Annunziata di Firenze.
Vita e Miracoli di Sant' Antonio da Padova.
Leggenda di Sant' Elena, che trov la Croce di Ges
Cristo.
La disperazione di Giuda per aver tradito Cristo.
Spiegazione delle Litanie della SS. Vergine Maria.
I dioci Comandamenti di Dio, posti in ottava rima.
La Zingarella indovina, dalla quale si pu conoscere
quando la Beatissima Vergine, con Ges Bambino
e San Giuseppe, se ne fuggirono in Egitto.
Storia della SS. Vergine, Madre di Dio.
Vita del Nostro signor Ges Cristo.
Storia del Cavalier Turchino, flagello de' poveri.
Ges e la Samaritana al pozzo.
Miracoli operati da Maria SS. delle Grazie.
Orazione alla SS. Vergine Maria per ottenere la grazia che si domanda.
Storia completa della passione e morte del nostro
Signor Ges Cristo.
trovano presso tutti 1 Librai d'Italia,
e dall'Editore Adriano Salaal, Visio Militare 24, Flreasc.
SI

LIBRETTI RELIGIOSI
a 5 Cent, l'uno.
21. Storia di Sant' Isidoro.
22. Vita e Miracoli di San Vito martire.
23. Storia della Madonna de' Pompei.
24. Grazie e Miracoli della Madonna di Montenero.

25 Miracoli della Madonna della Misericordia.


26. Storia della Madonna dell' Umilt.
27. Orazione a San Francesco di Paola

per ottenere la

Provvidenza.
28. Storia di Maria Vergine dell' Impruneta
29. Miracoli della Madonna di Boccadirio.
30. Storia dell' apparizione di Maria Santissima.
31. Ragionamento di Maria Santissima fatto a due fanciulli del Monte delle Salette. 32. Miracolo operato da Maria Santissima ad un bestemmiatore di Salerno.
83. Vita e prodigi di San Rocco protettore della Pestilenza.
84. Pasgione e morte di Ges Cristo.
85. La strage degli Innocenti.
86. Spiegazione del pianto della Beata Vergine e spiegazione della Salve Regina.
87. Storia della Beata Vergine di Consolazione e Provvidenza.
88. Bestemmia del nome Santo di Dio.
89. Miracol operato da Maria SS. ad una sua devota.
40. Storia dell'Anime1 Sante del Purgatorio.
41. Vita e Miracoli dei Santi Pietro e Paolo.
42. Canto Cattolico venuto da Gerusalemme.
Si trovano presso tutti i Librai d'Italia,
e dall'Editore Adriano Salani, Viale Militare 2i, Firenze.

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SALANI

Viale Militare.
1900.

Propiet letteraria
dell' Editore

ADRIANO SALANI.

GIULIETTA E EOMEO

La fedelt sublime, il casto amore,


I caldi giuramenti, il largo pianto,
Le battaglie e il terribile furore
Di due famiglie veronesi io canto ;
Se pur Febo m' accorda il bel favore
D'accogliermi nel suo canoro ammanto.
Ond' io possa narrar la bella storia
Eternamente degna di memoria.
In Verona, cittade onore e gloria
Di quelle parti fertili ed apriche,
Due famiglie vivean, piene di boria,
E fra loro acerbissime nemiche ;
La disfatta dell' una era vittoria
Dell' altra, e spesso andavano all' ortiche
Non solamente paggi e servitori,
Ma parimente nobili signori.

E invano per calmare i lor furori

E farle ritornare in amicizia,

Persone illustri di Verona e fuori


Impiegavano 1' opre e la perizia ;
Ma finalmente il Duca, che i dolori
Crescer vedeva per l'inimicizia,
Esili l'una che credea pi fella
E fiera e che Monticoli s' appella.
Timoleon, che capo era di quella,
Prese stanza di Pisa a poche miglia,
Tutto pieno di rabbia e di rovella,
Sempre con fiere e conturbate ciglia ;
Un giorno a s vicini i figli appella
Ch' erano quattro nella sua famiglia :
Severo, Dulce, Raimondo reo,
E il giovine e simpatico Romeo.

E a tutti i quattro uniti giurar feo


Di sterminar la razza de' Cappelli,
"Che non merta pietade o giubileo,
Ma morte per veleno e per coltelli...
dice
Romeo,
Padre
diletto,
allor

Ti giuro unitamente a' miei fratelli


Di non posar lo stil, eh' io tengo in mano.
Finche non abbia tutti stesi al piano !

E per non fare un giuramento vano


Il giorno stesso parte per Verona,
Travestito da frate francescano
E dicendo ogni poco la corona ;
Giunto dalla citt poco lontano,
Per quanto la vendetta il cuor gli sprona,
Risolve non recarsi entro le mura
Finche non fosse notte affatto oscura.
Ed infatti, senz' ombra di paura,
Entr in Verona al lume delle stelle,
E tosto di recarsi si d cura
Presso un chiostro di caste monachelle;
Col d' un tempio fra le fredde mura
Entrava spesso e in queste parti e quelle
Inginocchiato e con pietoso volto
Parea che solo al Ciel, fosse rivolto.

Bla non era trascorso tempo molto


Che presso d' un altare inginocchiate

Vide due Dame che teneano il volto


Coperto da velette raddoppiate ;
Romeo dal desiderio venne colto
Di conoscer le femmine velate,
Cos sopra di quelle stava attento
E non volgeva gli occhi un sol momento.

Infine un colpo d'improvviso vento


Scopr dell' una il delicato viso,
Che spirava la gioia ed il contento
Ed un Angiol parea di Paradiso...
Romeo maravigliato, e un po' sgomento
Dal sentir, che il suo cuore era conquiso
Da quella vista giovanille e bella,
Bram saper chi fosse la donzella.
Ma per quindigi giorni invan di quella
Cerc scoprire il nome ed il casato,
Anzi non vide riapparir la bella
Che 1' anima ed il cor gli avea rubato ;
Onde imprecava alla fortuna fella
Che lo rendeva tristo e disperato,
E spesso spesso fra di se dicea :
vedr
1' impareggiabil Dea !
Pi
non

Ma un giorno che soletto egli sedea


Nel tempio stesso presso una Cappella,
All' improvviso innanzi si vedea

La giovine gentil, leggiadra e bella ;


Gli occhi di lei, che rossa si facea,
Pi puri d' una splendida facella,
Incontrandosi in quei del giovinetto,
Sent colpirsi il delicato petto.

Cresce in Romeo 1' amore e il caldo affetto,


E segue la fanciulla da lontano,
E sedersi la vide in un boschetto,
Di marmo sopra un candido divano ;
S' avanza adagio adagio il giovinetto
E ascolta che quell' angiolo sovrano
Dice fra se : La pena eh' ho nel core
Sarebbe forse un improvviso amore ?

Quel giovinetto, bello come un fiore,


E bramo molto di saper chi sia...
Romeo, ricolmo d' amoroso ardore,
Tosto verso di lei prende la via ;
Le s' inginocchia innanzi e con fervore
La supplica d' usargli cortesia
D'ascoltarlo un momento... Ma la bella
S'alza con modo altero e s favella :

Rispettate
nobil
damigella,
una
-
Che certamente voi non conoscete ;
E son sicura che di tal favella
Voi sul momento vi vergognerete,
Quand' io vi sveler che alla Cappella
Schiatta appartengo che sublimi liete
Opere sempre fece innanzi a Dio,
E Giulietta Cappelli il nome mio.

Se un fulmine mandato avesse Iddio


A pie del valoroso giovinetto,
Non avrebbe prodotto un duol s rio
Quanto lo fece 1' improvviso detto.
S' alza e fugge veloce col desio
D'odiar colei che gli trafisse il petto:
Vanamente per, che pi nel cuore
Sente le punte del crudele Amore.

E diceva tra s : Quel nobil fiore,


Modello di piet, di pudicizia,
Ha forse colpa se un fatai furore
F' nascer la tremenda inimicizia ?
Vinca 1' odio spietato un casto ardore,
Spenga la guerra iniqua e la tristizia
Che funest col sangue .e con la morte
La mia Verona valorosa e forte !
Cos deciso il giovine, alla sorte
Si getta in braccio e pensa solamente

Di rendere pi salde le ritorte


Di quell' affetto virtuoso e ardente ;
Ormai non v' pi altro, esser consorte
Della fanciulla altera e sorridente,
Di quella vaga figlia dell' amore,
O morire di duolo e crepacuore.

E spinto parimente dal valore,


S' ingaggia nell' armata veronese
Che il Duca stesso- con mirabil core
Conduce della patria alle difese ;
Romeo riporta sempre il primo onore
Recando agli inimici tali offese,
Che in breve tempo il principe sovrano
Il bel grado gli d di Capitano.

Finita la campagna, a larga mano


Nuovi favori sopra lui dispensa :
Il titolo gli d di Ciambellano
E fa spesso sederlo alla sua mensa.
Giulietta che senta del Capitano,
A cui soltanto giorno e notte pensa,
Far tanti elogi, pi non regge in petto
L' amor che 1' arde, e scrivegli un biglietto.

In cui diceva :

Stefano diletto,

(Che questo nome il giovin s'era dato)


Verso un'ora di notte, io qua t'aspetto,
Per farti noto un mio pensier celato.
La porta troverai del giardinetto
Socchiusa solamente, e un mio fidato
Ti guider sicuro fra il bujore ;
Seguilo dunque senz'alcun timore.

10

Al giovinetto fece un balzo il cuore


biglietto
Leggendo
quel
desiato,
:
E, pieno di contento e di stupore
Ringrazia il Cielo, la fortuna e il fato.
Come le prime stelle apparver fuore,
Romeo dal servo e dall' amor guidato,
Penetr nel segreto padiglione
Ov' la bella, che lo tien prigione.

L si fecero entrambi confessione


Di quel deso che gli arde e gli divora,
Giurando sulla Santa Comunione
D'amarsi sempre fino all' ultim' ora...
Ma il destino crudel gi si dispone
Di mandar quella gioia alla malora !...
Il padre di Romeo, teme e sospetta,
Che il figlio pi non pensi alla vendetta.
Onde a mezzo d' un messo in tutta fretta
Gli ordina di recarsi a lui davanti.
Come colpito sia da una saetta
H Giovine bestemmia il Cielo e i Santi ;
Pur si congeda dalla sua Giulietta,
Giurando sopra 1' anime purganti
Che appena avesse il suo dover compito
Verrebbe a lei per esserle marito.

11

Poi, come fosse fuor di senno uscito,


Salta a cavallo e in furia s'incammina
Dove il Padre 1' attende in certo sito
Di stretta valle a Mantova vicina ;
Al Genitore si presenta ardito,
Ma subito s' umilia, a lui s'inchina,
E gli dimanda cosa desiava,
Che in quel segreto luogo lo chiamava,
Monticoli severo lo guardava,
E gli chiedeva se la sua vendetta
Compito avesse come desiava,
E come tutta la famiglia aspetta.
Romeo si confondeva e non osava
Fargli parola della sua Giulietta :
Ma finalmente spinto dall' amore
Svela tutta la cosa al genitore.
Chi potrebbe dipingere il furore,
La fiera rabbia e 1' alta indignazione,
Come pure la pena e lo stupore
Del fiero vecchio a tal rivelazione?...
Con
un pugnai ti strapper dal cuore,

Iniquo figlio, dice, una passione


(Oh ! mio crudele, orribile martoro !)
Che ti toglie dal sen, fino il decoro...

12

Tu legato alla figlia di coloro

Che t' ucciser la madre ed i parenti ?


Ah ! se venisser gi dal Sommo coro
Angioli santi e Cherubini ardenti
A minacciarmi il fuoco ed il martoro,
Gastigo eterno alle dannate genti,
Non perdonando agli inimici miei,
0 figlio traditor, mi dannerei !
Qui fece un fischio, e tosto cinque o sei
Uomini armati d' aste e di spadoni
Comparvero, e con modi arditi e rei

Il giovine legaron sugli arcioni!...

a'
miei...
qui
fermo
cenni
Tenetelo

Aggiunse il vecchio ; e pnto con gli sproni


Il suo gagliardo e forte corridore,
Part sbuffando d'ira e di furore.
Romeo per, eh' ardea d'immenso amore,
Si libera ben presto e fugge via,
E a mezzo d' un veloce corridore
Di Verona gentil prende la via.
In breve tempo il vecchio Genitore
Caduto in mezzo, per fortuna ria,
A un'imboscata, cinto da ritorte,
sul momento condannato a morte.

13

Giulietta, appena sa la cruda sorte


Serbata al padre del suo caro amante,
Corre dal Duca, sospirando forte,
E tante son le sue parole, e tante
Le imprecazioni contro 1' aspra morte,
Gli elogi al buon Romeo sempre costante,
Tante lagrime sparge e tanto prega,
Che il Principe la grazia alfn non nega.

Parimente Monticoli si piega,


Stupito da quell' atto generoso,
Ad accordar che il figlio faccia lega
Con quel Cappelli gi cotanto odioso ;
L' occhio peraltro facilmente spiega
Ch' ei tiene in core altro pensiero ascoso ;
Ma nessuno vi bada, e si prepara
D' accompagnar gli Sposi innanzi all'ara.
Con pompa grande, maestosa e rara
Giulietta con lo sposo desiato

Entra nel tempio e ciascheduno a gara


Mira quel volto d' angelo beato ;
Ma aveva appena la bellezza rara
Il sacro giuramento pronunziato,
Che cade sullo sposo tramortita
Ed in pochi minuti esce di vita.

14

E mentre ognun s'avanza a darle aita,


Monticoli s' appressa e ad alta voce
Grida : Quell'alma gi dal corpo uscita
Per veleno che i visceri le cuoce ;
dare ; ora compita
La mia vendetta e 1' odio mio feroce ;
Fatemi pur, se lo volete, in brani,
Oh' io ne son ben contento ! Ecco le mani
10 glielo feci

Alle crude parole, agli atti strani,


Riman ciascuno tacito ed immoto ;
Ma presto, incatenato piedi e mani,
Vien chiuso dentro un carcere remoto,
11 Cappelli e Romeo visti che vani
Sono i soccorsi su quel corpo immoto,
Piangono tanto che il crudel dolore
A tutti quanti lacerava il cuore.

La sera il corpo di quel vago fiore


Fu posto nella tomba del Cappello,
E Romeo dal custode per favore
Ebbe la grazia di vegliar su quello ;
Ad ora tarda, e dalla tasca fuore
Leva un veleno chiuso in un anello,
Lo prende sorridendo, indi si getta
Sul freddo corpo della sua Giulietta.

15

Ma mentre il punto della morte aspetta,


Sente a quel corpo fare un movimento;
Ei, sollevando la persona in fretta,
La guarda fra l'amore e lo spavento.
Non v' dubbio, di gi la giovinetta
Muove quell' occhio che pareva spento,
E fa certo Romeo, che gi scolora,
Come la sposa sua vivesse ancora.

Per ispiegar la cosa, giunta

1'

ora

Che un servo del Monticoli dovea


Dare il veleno alla soave nuora,
Di compassione tutto s'accendea;
Onde per non mandar di vita fuora
Quella fanciulla bella come Dea,
Il perfido veleno facilmente
Cambi con un sonnifero possente.

Il misero Romeo, che gi si sente


La morte circolar dentro alle vene,
Con atto rapidissimo ed ardente
Solleva il corpo del suo caro bene...
La fanciulla al ritorno della mente
Guarda 1' amato sposo e non sa bene
Se tutto quanto vede a se davante
Sia l'effetto d'un sogno stravagante.

16
Ma lo sposo, tacendo un qualche istante,
E fissandola in volto con dolore,

Dice piangendo : 0 mia diletta amante,


Un rio destino ci trafigge il core !
Tu cadendo svenuta all' ara innante
Per opra del mio tristo genitore,
Creder facesti a tutta la brigata
Che la vita t' avesse abbandonata...

Ed io volendo, o mia Giulietta amata,


Seguirti sempre in mondo pi sereno,
Qui mi venni (oh, sorte sventurata!)
E presi un crudelissimo veleno...
Gi mi sento morir !... La disperata
Bella Giulietta che conosce appieno
Averle il caro sposo il vero detto,
Gli rapisce dal fianco uno stiletto...

Indi furiosa si trafgge il petto,


Gridando : giusta che moriamo insieme ;
Dammi 1' estremo bacio, 0 mio diletto,
E qui si spenga 1' amorosa speme !
Romeo stringe sul core il caro oggetto,
La guarda in viso, si consuma e geme.
E in pochi istanti 1' uno e 1' altro core
Cessa di palpitar, s' affredda e muore.


Nessun potrebbe esprimere il dolore
17

Della famiglia al caso inaspettato ;


Il vago gruppo che mor d' amore
Fu nel sepolcro stesso collocato.
Dello sposo 1' iniquo genitore
Sopra una piazza fu decapitato.
E finche dura il mondo, alla memoria
Sar di tutti la pietosa storia.

18

LA MODA
Lettor, se con la Musa mia faceta,
Ti vengo spesso a rompere i cantini,
Non per darmi l'aria del poeta
Ma sol per divagarmi e far quattrini,
Cosa essendo da tutti convenuta
Che gente allegra, sempre Iddio l'aiuta
Verbi

grazia: Conobbi un ridanciano

Che in barba alla miseria in cui notava.


Tanto ridea cos da buon cristiano
Che un riccone ciascun lo battezzava;
Ebben, quest uomo pel suo naturale...
Mor senza camicia all' ospedale.
1

Or fatte queste brevi osservazioni,


Necessarie a qualunque cicalata
Come il formaggio sopra i maccheroni,
Tergo la fronte di sudor bagnata,
Soffio il naso, ripongo il fazzoletto,
E mi accingo a cantar come un galletto.

Non canter del nostro buon Governo,


Di salassare, il nobile principio ;
Non di balzelli il bel trionfo eterno
Riportato dal nostro Municipio ;
Non la miseria che ogni d e' inchioda :
Ma ci eh' io canter sar la moda.

19

Questa donna volubile, sguaiata,


Che pubblica ogni mese un gazzettino,
Se in tempi antichi venne accarezzata,
In ispecie dal sesso femminino,
Oggi messa di peso sull' altare
E ciaschedun la prende ad incensare.
Chi a rispondere ad ogni suo capriccio,
Dallo strozzin si fa tirare il collo,
Chi vende il cassettone e chi il traliccio,
Chi mangia una salacca anzi che un pollo,
Chi tutto impegna, chi il rossor subisce,
Chi chiude gii occhi e si prostituisce.
Cos vediam la sarta e la modista

Vestite, giornalmente da signore,


L' impiegatuccio farla da polchista,
Come il padron, vestire il servitore,
Mostrando ne' passeggi, a muso tosto,
Che il fumo si pu aver senza 1' arrosto.
E tuttoci perch ? Per farsi strada
In tempi che si tiene all' apparenza,
E alla sostanza punto non si bada,
Oggi che senza scrupol di coscienza,
Si porta in alto il ciuco ben vestito
E si licenza il povero erudito.
Da ci, la moda ha preso tal possanza,
Da oltrepassare i leciti confini,
Ed imperando sulla maggioranza,
Maneggia tutti come burattini.

20
Facendoli talor, con modo abietto,
Di commedia ridicola il soggetto.

Prima, alla donna pose sul cappello


Degli storici barberi i pennoni,
Poi di fiori un giardino, poi 1' uccello
Col capo rosso come i peperoni,
Poi di vetro argentato i bubbolini
E quindi i cetriuoli e i mandarini.
Un d gonfi coi cerchi la sottana,
Facendo ai pallonari un gran ridosso,
Poscia a insecchir la donna da befana,
Gli strinse orribilmente i panni addosso
E a farla risaltar, con piume e toppe,
Le rotond le natiche e le poppe.

Ne contenta cos di adulterare,


Le figlie d' Eva col suo figurino,
Or si ficcata in testa, a quanto pare,
Di fare anche dell' uomo un arlecchino,
E di portarlo a mostra per il naso,
Proprio come un mandrillo, salvo il caso.
Un cappello gli ha messo sulla testa
Con un metro di tesa giro giro,

21

Un goletto sul collo di gran sesta


Che lo impicca e li toglie anche il respiro.
Sul dosso un mezzo braccio di giacchetta,

Ch' ei piegarsi non pu da quanto stretta.

Scendon da questa un par di pantaloni


Che fasciano la coscia stremizziti
E corti da mostrar due bei chiattoni
Di scarpe che si arricciano sui diti,
Dando all' uomo cos tutto 1' aspetto
Di un buffo intirizzito maniclietto.

Parlando con un bravo cameriere,


Di quelli che non hanno segretezze,
Mi disse che egli serve un cavaliere
Che a seguir della moda le stranezze,
Essendo brutto come una civetta,
Si liscia, s'imbottisce e s'imbelletta.

E che sua moglie, donna vana e stucca,


Si veste e spoglia cinque volte il giorno :
E col vestito cambia di parrucca.
Che di vari color ne ha sempre attorno :
Cos bruna si fa, bionda, e castagna,
Ed il capello all' abito accompagna.
E dir che questa moda ha il pie basato,
Da sgualdrina in un secol di progresso,

In un
E che
In un
E che

22
secol che 1' uom fece soldato,
avvalora della donna il sesso,
secol che marcia da pedante,
vuol' uomo il bimbo ancor lattante.

Speriamo almen che il morso de' censori


E de' savi le lunghe gereme,
Correggan della moda i tanti errori,
Che trasformano i giovani in arpe,
E sappian convertir tutti coloro
Che per la moda abiurano al decoro.

L'Italia non vuol pi come una volta,

De' gingillini goffi e profumati,


Dal cor di ghiaccio e dalla mente stolta,
Ma degli uomini industri e letterati
Che sostengano in alto la bandiera
Di quella civilt che adesso impera.
I.

CoETONA.

Enrico SienMewiez

ROMANZO STORICO DEL TEMPO DI NERONE.

VERSIONE ITALIANA CON NOTE


DEL PROF. TITO ZUCCONI.

la pi grande novit letteraria del


giorno. La scena si svolge nell'antica Roma.
Il racconto desta un grande interesse e diverte moltissimo. In Italia ne sono state
fatte molte edizioni ; la nostra, che fa parte
della Biblioteca Salani Illustrata la migliore e la pi a buon mercato.
Due eleganti volumi d complessive par/ine

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SALANI Firenze, Viale Militare, 24.
In un volume, legato in tela e oro JAre 2,50.

CAROLINA INVERNILO
Ohi legge i romanzi storioi-sooiali di questa celebre

Scrittrice, oritai notissima in tutto il mondo, rimane sorpreso per la viva narrazione delle scene, la variet degli
episodi eminentemente drammatici, che s'intreciano in
modo da non mai scemare l'attenzione, la curiosit, l'interesse ardente dei lettori.
Carolina Iiivernizio diverte la mente, commuove il
cuore; strappa il pianto dal ciglio.
Scrive bne e con chiarezza. La facilit del linguaggio, la semplicit delle frasi, rimangono talmente impressi, che ognuno costretto a convenire che l'esimia
Scrittrice fra le prime d'Italia.
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tutti i Librai" d* Italia,

e dall' Editore Adriano Salani, Viale Militare, 24 Firenze.

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SAIiAN]

Viale Militare.
1900.

Se mi sialo, di graiza, bene a udire

Un caso, che vi far meravigliare,

Successo in Valenza; io vi vo' dire:


D' una figlia crudel vi vo' narrare,
Che non ebbe piet : slate a senlire,
Di suo padre che I' ebbe a generare,
Pi crudele alla madre, assai spietata,
Per cagion eh' era forte innamorata.

era ricca e di bellezza ornala;


Ma d' un suo camericr s' era invaghita.
S' accorse il padre, o sorte sventurata!
Che la figlia d' amore era impazzila.
Angiola, che per nome era chiamata,
Pi volte per amor sta sbigottita ;
L' amante Antonio che le ferille il core :
Pi non trova riposo pel suo amore.
s

Molto

Cos passando le giornale in pianti,


Stravaganti pensieri e gran lamenti,
Dell' amante non vede i bei sembianti,
E non pot arrivare alli suoi intenti.
La madre e il padre stavan vigilanti,
Dando alla figlia buoni avvertimenti;
Dicendo: Figlia mia, non par vostro!
Parlo per vostro ben, non lo dimostro.
5

Gli rispose la figlia ardita e lesta :


Padre, il vostro parlare non mi basta!

E la madre rest dolente e mesta,


Sentendo che la figlia sua contrasta.
Rispose il padre : Io finir la festa ;
Non voglio un tal amor, fate da casta!...
Se lai parole a voi non saran grate,
Si canger

l'amore... in bastonale!

Ma il padre allor, come signor prudente,


Diede licenza al cameriere amante.
5

Angiola allora ne rest dolente,


Vedendo che partiva il cor costante;
Si sdegn contro il padre fortemente...
Ma le ne pentirai, padre arrogaste.

Padre tiranna, ^' amore indistinte,


Dietro di le son le mie voglie tinte !...

Angiola, che no tiene il cor piagato,

Pensa all' amante che le ha il cor ferito ;


Sta pensando fra s che ha disegnato,
E cerca di trovare altro parlilo;
Del padre il bel parlar non le ha giovalo,
ila pensalo, ha cercato e stabilito
Dar la morte a suo padre... oh! tirannia...
E di uccider la Madre... e fuggir- via.
Una lettera scrisse; ben segreta
Per una la sped ch' assai fidala ;
E diceva cos, se il dir non vieta :
Carissimo mio ben, vita adorata,
Se questo mio caratter non v' inquieta,
Sol per voi son disposta e preparata :

Cercate eh' una barca sia allestita,


Con voi son risoluta far parlila.

partir da questa parte,


Al padre e madre voglio dar la morte...
Sentile quel che dico in queste carte;
Spero che voi sarete il mio consorte.
Pensate e risolvete con qual' arte
Noi potremo sortir da queste parte;
Con tutte le ricchezze via andremo,
Consolati ambedue, lieti staremo!

Ma prima di

_6

L' amante che la lettera ha in sua mano,


Fido verso di lui; ma il fior veleno,
Ei sente, e della bella il core arcano :
Fate (scrive), restar le voglie appieno.
Vi scrivo il mio pensier, e non invano :
9

Fate vendetta ! vi seguo o core ameno !


Partiremo di qua, volto sereno ;
Tu mia fida sarai... Ci sposeremo!

Angiola ha risoluto e lutto ordito.


Aspett il padre 1' empio core ingrato,
Tien forte il suo pensiero invelenito,
E il vlto contro lui forte sdegnato.
Non pensava mai il padre esser tradito
Da una figlia crudel, core spietato...
'Era fuori sua moglie: egli soletto
Si mise a riposar sopra il suo letto.
10

E mentre il vecchio padre riposava,


Corse la figlia, e vide che dormiva;
Subito una pistola in man pigliava,
11

La caric e in camera ne giva;

Dalla parte del cor glie la sparava ;


Ne per niente la figlia intimoriva.
Pi non parl il meschino genitore,
Corser le palle a rilrovargli il core.

"

Rest, come un agnello, in letto morto.


Guarda, donna crude], che cosa hai fallo!
Torn sua madre, e non pens tal torlo;
E non si accorse della figlia 1' atto ;
Angiola, che un martel teneva sotto,
Di dietro a tradimento le and ratto :
Senza piet, la crudele non resta...
Le die tre volle quel martello in lesta!

Disse la madre : E qua!' la cagione,


Figlia ingrata, crudele e disleale?
Come, senza piet n compassione,
Mi tradisci cos? mi fai tal male?
abbi dell' alma mia la remissione.
Acci non vada alla pena infernale!...
desirc
contentasti
mio
Madre,
il
;
non

Non ho piet... bisogna ora morire!...


48

Or parliamo del fido innamorato,


Che di gi un tal pensiero ha stabilito :
Nel suo cervello ha ben considerato,
Non vuol pi acconsentire a tal partito ;
E d' Angiola in un punto si scordato.
s stordito:
Hi disse:
Non
voglio
esser

11

Sto col mio sentimento e col giudizio,


Per amor, non vo' andare in precipizio.

Or di Angiola dir l'ingrato core,


Che cominci la casa a ricercare;
Tolse gioje e ricchezze di valore,
Stava confusa 1' amante a aspettare.
Aspett molli giorni con dolore ;
Cominciava la donna a lacrimare.
Di andarlo a ricercare, animo ardilo,
Ma non lo ritrov : eh' era partilo.
15

'" E la donna confusa allor

diceva:
che
lo
d'
m'
falla
schiava,
un
servo
ero

D' esser tradita mai non mi credeva !


Era falso il suo amore... ei non mi amava,
Era pur troppo ver, ma noi sapeva!
Al padre ed alla madre allor pensava :
Non
mi giova il pentir, so il male fallo.

Fui figlia ingraia noli' usar tal'alto!

"

Che serviva, crude!, eh' acconsentissi!


Non mi sarei ridotta a far lai passi.
Quando la carta di mia man ti scrissi,
Dissi la tua che tosto mi mandassi !...
Fosti cagion che il padre mio trafissi,
Ed alla madre mia privai i passi...
Fui traditrice... col marie! percossi,
Sgraziata me! che nata mai non fossi!
Che devo far, soletta in questo mondo.
Ora che a padre e madre ho dato bando?
18

Son condannala nell' Inferno al fondo.


Son dannata davver, diceva, quando

io
Viene il Demon, mi porli nel profondo ;
Ho pi tormento se pi sto tardando !...

Appicc un laccio al trave senza stentoMa prima scrisse, e fece un lai lamento

10

Per amor son ridotta a far tal passo,

Passo che co' Demon ci sta appresso ;


Maledetto d' amor tutto lo spasso,
Senza riconoscenza d' interesso!
Imparate, zittelle, eh' io vi lasso ;
L' avvertimento mio tende appresso...
Se a padre e madre fui gran tradilora,
di ragion che disperata io mora!...

_ 11 __

Ubbidite, zittelle, i genitori ;


E ciascheduna allo mie spese impari.
Se avessi fatto a modo dei maggiori,,
Non provera tanti tormenti amari.
Per credei' troppo a questi falsi amori,
Vado a far compagnia agli empi avari.
Fallo questo lamento, non satollo,
Lei fece un laccio e se lo mise al collo.
51 Messosi il laccio al collo, la sgraziata
L' anima sua di nero ha gi vestila,
E da molli Demonj circondala.
Diceva : - Por amore io fui tradita.
Maledetto quel d fui generata!
Sia maledetto... or ne far partila...
Ol, Demonj, mettetevi in via,
Vengo contenta a farvi compagnia.
22 Diede un calcio alla sedia la sgraziala,
Malamente sua vita ebbe finita.
And tosto all' Inferno condannala,
Senza pi da tal pena far partita,
Da' Demonj in eterno tormentala,
Per seguir sol d' amor la sua ferita..
E qui f'o fine, chiudendo 1' istoria,
Pregando Dio elio ci conceda gloria.
5('

FINE

12

I VENTI UMOR]
OVVERO

I CERVELLI DELLE DONNE


DOVE SI VEDE

CHI BERE 0 MAL MARITATO.

Venti sorte di donne al mondo pone


Natura e a ognuna il genio lor comparte,
Quando le forma e quando le compone,
Ponendogli nel capo la lor parte
D' umori e di capricci e con ragione
Vera, spiegar or voglio in queste carte,
De' lor venti cervelli vari elfetti,
E queste son di tutti gli Epitetti.
EPITETI.

Donne, donnone, donnotte, donnette,


Donnucce, donnellucce, e donnelline,
Donniccion, donniccin, donnicciuolette,
Donneile, (tonnarelle, donnarine,

18

Donnaccie, donnellacce, e donnellette,


Donnine, clonnicciuol, donnicciuoline,
E donnicciacce, il cui numero appunto
Viene afar s'esiti,ed ecco ilcontoinpunto,
DONNE.

Donne son quelle dunque al mio parere


Glie in casa lor non fan tante parole,
E le lor masserie sanno tenere,
Pulite, e nette ai figli e alle figliuole.
Han buon costumi, e si fan lor temere
E i lor mai-iti onoran come vuole
Il giusto, e seco non conteudon mai,
Ohi ha moglie tal pu contentarsi assai.
DONNONE,

Donnone quelle son le qual son grasse


E che in aspetto mostrali maestade,
E si trovano aver piene le casse
D' oro, collane e vesti in quantitate,

Vanno con quelle della prima classo,


E stan sul grande, e sulla gravitade.
Sonfreschee belle edhanno il viso adorno,
Chihamog'lietalstabenlanotte,ilgiorno.
DONNOTTE.
,

Donnottc quelle son, se ben discerno,


Oh' una famiglia sia quanto vuol grande,
.Regger sanconprudenza ebuon governo,
Mostrali il lor valor da tutte bande,
E che san mantener l'estate e '1 verno
La roba, che non cali, e non si spande,
E comandali con ordine e misura,
Chihamogiie tale,inverolia gran ventura
DONNETTE.

Donnette quelle son quali per dare creder sien gagliarde a quello a questo
Dalle vicine si fanno aiutare
A. far ogni lor fatto, e cos presto
Il pane, e il vino Arengono a scemare,
Cos tutto sparisce presto presto,
E quel che adagio vien senevainf'retta,
Ohi ha moglie tale 1' ospedal 1' aspetta.

15
__
_..

DONNDCCE,

.Donnacce quelle son che se ne stanno


Sull'uscio, e saper vogliono ogni nuova,
E con chi passa a ragionar si danno,
E vogliono saper se grosse 1' ova

Delle vicine le galline fanno,


E spesso ancorper nulla andar in prova
trovar ciance, e far tra lor mercato,
Chihainoglie talli auna gran peste allato.
DONNELliUCCIE.

Donnelluccie son poi certe cosette,


Quai non vagliono al mondo nulla, o poco,
E ne' lor fatti alquanto schifosette,
Ne una pentola san mettere al fuoco;
Sono stizzose, e sempre han le garette
Brutte, schifose, e a tempo mai, ne loco
Preparano la mensa al lor marito,
Chi ha moglie tal, si trova ben condito.

.._ 18

DONNELLINE.

Donnei line son quelle, che di buona


Natura, o vogliali dir di buona pasta,
E che giammai non gridai! con persona
Alcuna, ne con esse alcun contrasta
Son pacifiche, e quiete a chi ragiona
Desse orecchie non porgon, ma lor basta
Che il marito l'apprezzi, e porti amore,
Chi ahmoglie talhagran contento al core.
-,

DONNICCIOLE.

.Donnieekme poi son certi giganti


Alte pi de' mariti, ed hanno aspetto
Pi d'uomo clie di donna ne' sembianti,
E mostran del virile in ogni effetto,
Di generosit non sia che innanti
Lor passi-, mairaconde in fatti, ein detto,
Piuttosto passa in lor lo sdegno ed ira,
Chiha moglie tal, or canta ed or sospira.

_- 17 ~~

D0KNI001NE.

Donniccine son quelle che san fare


Di tutto un poco, e come formichette
Vanno fuori di casa a travagliare,
E quando tornan portan le sacchette,
0 il grembo pien di roba da mangiare,
E pei lor figli calze, oppur berrette,
E a lor mariti clan sussidio in fatto,
Chi ha moglie tal se si lamenta matto.
DONNICCIUOLETTE.

Donnicciuolette son lor, eh' ogni poco,


Ohe il marito le grida, agliocchiilpianto
Lor viene e fanno udire in ogni loco
I lor contrasti, e correr tutto quanto
II vicinato, a ognun con parlali roco
Narrai! dei lor litigi, il quanto, il tanto,
All' altre donnicciol dicono il tutto,
CThihamoglietal, inveroma! eondntto.

18

'

D0NNELLE.

Donnellequelle son ch'hanno ilcervello


Alquanto scemo, o come vogiam dire,
Semplice, che nonpuondi questo o quello
Sia chi si voglia, affanno alcun sentire;
Ma con il cane in grembo, o col gattello,
Si dan trastullo e in cambio di cucire,
0 filar, leggon Buovo, o Palmerino,
Ohi amoglietalsipuchiamarmeschino.
DONNABELLE.

Donnarelle son poi certi pigmei,


Che van sempre per casa borbottando,
Hanno le spalle corte, e storti i piedi,
E tante anitre paion passeggiando;
Gelose sono, e tengono in omei
Sempre i mariti, e saper voglion quando
Tornano a casa, ove son. stati il giorno,
Ohi h amogli e tal, h a gran fi agel lo intorno.

_.

19

DONN ARINE.

Donnarine son quelle, eh' ogni poco


L' aria gli fa venir doglie di testa,
Ne avvicinar si ponno appresso il foco,
Che quel calor le nuoce, e le molesta,
S tenerine son, eh' in ogni loco
Ove vanno ogni cosa s le infesta,
Che la met del tempo stanno in letto,
Ohihamogbetaimver ha un bel diletto.
DONNACCIE.

Donnaccie quelle sono che portare,


Voglion le brache, come dir si suole,
E quel che di ragion dovriano fare
Ai lor mariti come il giusto vuole,
Invece questi in tutto dominare
Vogliono in atti, in fatti, ed in. parole,
Quai s'ei fosser di sasso ovver di stucco,
Ohiha moglie talselacomporta, giucco.

_....

20

lONNELLACCIE.

Donnellaccie son quelle, ch'ognor danno


In occhio le lor doti ai lor consorti,
Condire a queiche spidocchiati gli hanno,
E fin che dalla fame sarian morti
S'elle non fosser state, e ch'ei le fanno
Stentar con loro visi irati, e torti,
Dicon da quel voler divorzio fare,
Ohi ha moglie tale non pu bene stare.
DONNELLETTE.

Donnellette son quelle che '1 pensiere


Loro d' andar in camera, in cucina
A far ripor quei fiasco o quel bicchiere,
E veder s' serrata la cantina
Per spiccar gi dal letto lo sparviere,
E batter le coperte e la schiavina,
Il canterai pulire, e 1' orinale,
Ohi ha moglie tal, non sta n ben n male.

21

DONNINE.

Donnine quelle son, le quali innante


Ognor ti vengon con allegro viso,
E son gioconde e liete nel sembiante,
E tengon la lor casa in festa, e in riso ;
In se ha del gentile e del galante
E in far carezze a ognun sonben d'avviso,
Da tutti amar si fanno in casa, e fuora,
Ohi hamoglie tal giust'che'ami ognora.
DONNICCIUOLE.

Donnieciuolesonquelleeheognor vanno
Beccando proprio come le galline
Per casa, e alor mariti intender fanno
Ohe non possan mangiar le poverine,
E quando sono usciti lor si fanno
Con le comari lor le frittelline
Per merenda, e cos la va passando,
Ohi ha moglie tal, bastone raccomando,

DONNICCIUOLINE.

Donniciuolin son quelle, che credenza


Danno ogni cosa, e s' odon Zerbino
Cantar la notte, o di Dama Rovenza,
Del Martello, di Buovo, o del Meschino,
vittente stanno, n 1' ascoltan senza
Qualche lacrima aver nel loro visino :
Ne piangon quel, che pi importa poi
Chi ha moglie tal, fa bene i fatti suoi.
DONNICOIACCE.

Donnicciacce alfin son certi uinoracci,


I quai non han n diritto, n rovescio,
E quanto pi carezze avvien si facci
A quelle essepi ognor danno a traverso;
Sempre le vedi star coi lor mostacci
Levati e non risponder mai a verso
Eognorpar ch'abbiano mille spirtialato
China moglie tal pu dir d'esser spacciato

23
DEFINIZIONE.

Eccovi dunque i venti Umori i quali


Son nelle Donne i venti geni loro
Appropriati agli epiteti eguali,
Quai mostrano qual sorte puon coloro
Aver, che in prender moglie i cervel tali
Vengono a dare in pena ovver ristoro,
Se in pace, o guerra insieme viveranno
Secondo poi l'incontro che daranno.

Enrico Sienlriewicz

ROMANZO STORICO DEL TEMPO DI NERONE.

VERSIONE ITALIANA CON NOTE


DEL PROF. TITO ZUCCONI.

la grande novit letteraria del giorno.


La scena si svolge nell' antica Eoma. Il racconto desta un grande interesse e diverte
immensamente. In Italia ne sono state fatte
molte edizioni : la nostra la pi nitida, la
pi elegante e la pi corretta.
Edizione completa In due volumi di pagine 560.

Si spedisce franco di porto, a chi invier Cartolina-Faglia di Lire 1,50' all'Editore ADRIANO
SALANI Firenze, Viale Militare, 24.
Iu ira volume, legato in tela e oro Lire

2,50.

FIRENZE
TIPOGRAFIA ABBIANO SALANI

Viale Militare
1801.

STORIA
D'UNA GIOVINE RAGAZZA.
V era

in Trieste nn ricco negoziante,


Questo venia chiamato Bisolini ;
Di generi diversi era mercante,
Botteghe antiche e antichi magazzini.
Avea una figlia e non era ignorante,
Che sapea ben rigirare i suoi quattrini...
Conosce di fondo il male e il bene,
Sentite amici, quel che g' intravviene.

Il padre un d non si sentiva bene,


Y dalla figlia e glielo riferisce :
Piglia,
andare
al
ti
conviene..
mercato

La figlia a questo dir, non si avvilisce :

4
_
Franca e svelta, pigrizia lei non tiene,

Il comando del padre lei eseguisce ;

Saluta il padre e poi le scale scende,


E i>er Montefalcon la strada prende.
Arrivar presto sul mercato intende,
Di poter comparir brama e desia...
Ma la sua strada in un bosco s' estende,
Vi trov gente pien di tirannia...
Gli disser: Ferma! e lei di andar sospende
Sclamando forte : Ah ! Tergine Maria !
Gli disser : Non facciam la gesuita,
Noi vogliamo i denari e poi la vita!...

La Bisolini resto l avvilita,


Trovandosi nel mezzo di costoro...
Gli da i denari eh' era premunita,
Che clonato gli avrebbe anche un tesoro.
Poi si leva gli anelli dalle dita,
E dagli orecchi le buccole d' oro ;
Le buccole, gli anelli e la borsetta
Dona ogni cosa agli assassini in fretta.
Ed uno tira fuori una terzetto.,
Ed uccider la vuol senza ragione...
Disse piangendo allor la giovinetta :
Gente
tiranna
compassione,
3enza

5
Non sapete che in Cielo un Dio vi aspetta
A render conto della vostra azione ?...
Che fate, poi soggiunse a voce piana,

A uccidere una misera cristiana ?

In voi non regna fratellanza umana,


Un' altra ne ho da dirvi che mi preme..,
Iddio non paga a fin di settimana,
Ma viene il d che paga tutto insieme !.
A questo ognun di loro si allontana,
E 1' uno e 1' altro del gastigo teme...
Questa fanciulla in libert lasciorno,
E alla caverna lor fecer ritorno.
Giunti in caverna tutti si adunorno
A render conto al Capo della banda...
Che
preda
fatto
in
avete
giorno...
questo

Questa del Capo fu prima dimanda.


Il furto derubato gli mostrorno,
E
fanciulla
che
si
raccomanda,
una

Che tanto e tanto s' raccomandata,


E noi 1' abbiamo in libert lasciata.
Rispose il Capo a voce esagerata...
Non
la
fatta
rammentate
congiura ?

Ripartirete dunque a mano armata


E ucciderete quella creatura...

Prima di terminar questa giornata


Voglio che la si uccida addirittura...
E per testimonianza del reato,
Voglio che gli occhi suoi mi sia portato !

Il drappello a partir non ha indugiato


E ognuno il suo fucile in braccio avea...
Ad un di quelli il comando affidato,
E in traccia della figlia percorrea.
Giunti a destinazione, hanno trovato
La figlia sotto un frutto, che piangea...
Appena che li vide esclam forte :
Oh
Vergine
Maria, ecco la morte !...

La guarda il Caporale a ciglia torte,

Misera, afflitta, in quelle vie remote


Dissele : Per 'sta volta non si sorte,
Qui tu devi morire a chiare note !...
Le mani le leg a catene corte,
E di lacrime lei bagna le gote...
Per
ordin
superiore
qui tu mori,

Non e' perdono e non si fan favori !

Mette in ordine sparso i cacciatori


A guisa tale di catena rada...
Disse : Fate da bravi tiratori,
Che sopra il di lei petto il piombo cada!...

Tutte le palle le vanno di fuori,


Prende una scure e di colpirla bada...
Per troncarle la testa il braccio spiega,
La scure cade a terra e lei non frega!
dimmi
Ma
sei
forse
strega
tu
una
se

0 incantatrice ! Tu m'incanti

armi ?
Se co! demoni tu ha' fatto congrega
Non creder che la morte ti risparmi !
E' prende un sasso e al collo glielo lega...
Ti
nell'
canzonarmi
inetti
idea
di
?

Al ponte a Macerata la portava,


E poi dentro nel fiume la buttava.
1'

E lui sul ponte ad osservare stava,


La fanciulla nell' acqua si nasconde,
Ma il sasso dalla corda si staccava,
Ritorn galleggiante sopra all' onde...
Placida come un pesce lei nuotava,
Pi non si affligge, pi non si confonde...
Correa sull' acqua pi che sul terreno,
Sort fuori dal fiume in un baleno.

Il Caporale che di rabbia pieno :


Ma
se'
dimmi
chi
voglio
tu,
sapere

La figlia che tenea sopra il suo seno


L'Immagin di Maria gli fa vedere...

Tal fu del Caporale il vero freno,


Ritorn nelle strade del dovere...
Comanda un uomo che pronto partisse
E il tutto al Superiore riferisse.
Giunto l'ambasciatore al Capo, disse
Preciso il fatto come gli stavea...
Allora il Capo un bigliettino scrisse,
Le presenti parole contenea :
Che la sua roba si restituisse,

E andasse pure dove andar volea...


.,
E di me non abbiate alcun riguardo

Dategli libert senza ritardo !

L' ambasciatore, che non infingardo,


Il passo lesto mai non abbandona...
Per le scoscese vie pieno d' azzardo,
Al Caporale il bigliettino dona.
Esso lo legge e con pietoso sguardo
Restituisce alla fanciulla buona...
Le disse : Vai pur, gira a tutte 1' ore,
Che io non ti sar pi traditore !

Parte la figlia con acceso ardore


Di riveder suo padre, tanto impronta,
Gran contentezza eli' avea nel cuore
Appena che col padre si confronta.

9
Disse : Ascoltate, caro genitore !...
E quel che gii successo li racconta.
Il padre ad ascoltar 1' orecchio presta

E a tal sentire entusiasmato rosta.


Seguita a dire, e si slacci la vesta,
Dissepar gli occhielli dai bottoni...
Presa l'Immagin disse : - Padre qtfcsta
Che liberata m'ha da quei ladroni!...
E quindi fece fare una gran festa,
Messa solenne, Vespro e Processioni
Ad onor della Vergine Beata,
Che dalla morte 1' avea liberata !

io

STORIA BELLISSIMA

DI UN MERCANTE GIUOCATORE.

Visse in Gorizia un ricco Mercadante


Da primo onesto e degno assai d'onore,

Ed era reputato un negoziante,


Padrone d'incontentabile valore...
Viaggi nel ponente e nel levante,
E die alla fama sua grande splendore...
Ma morti appena i cari genitori,
Cadde il mercante in molti e gravi errori.

S'imbranc con diversi giuocatori,

E divenne nel giuoco appassionato...


E ogni giorno spendeva dei tesori,
E ogni guadagno aveva trascurato.
Cess i viaggi dell' Italia e fuori,

Dalla passion del giuoco ormai malato...


Stava d e notte con le carte in mano,
Della fortuna tentando l'arcano.
Ma ogni pensier di vincere fu vano,
E ogni d gran denaro and perdendo
E in poco tempo vide andar lontano
I capitali con assalto orrendo...

11

Principi a disperarsi in modo strano,


Chi il giuoco g' insegn maledicendo
E imbestialito e quasi disperato
Tentar vuol la fortuna e il tristo fato.

E di ricco che gli era ed onorato,


Si trov presto povero e scontento...
Che tutto il suo denaro avea giuocato,
In mezzo ai vizi ed al divertimento...
E non restava a quello sfortunato
Che un piccolo orologio e poco argento;
Bestemmia e si dispera, n trovare
Sa il modo per poter pi oltre campare.
Di nuovo la fortuna vuol tentare...
E per andare a giuocar si pone in via,
Non cessando per di bestemmiare,
La sua passione maledetta e ria.
E a met della strada a lui compare
Sopra di un tabernacolo Maria...
Maria concetta, che col pie potente,
Schiacci la testa al nemico serpente.

Egli la mira in faccia bruscamente,


E armato di fucile come gli era...
Gi dall' empia passion fatto insolente,
A parlare si pone in tal maniera :

12

Maria mi abbandonasti veramente


Almen ti prego, aiutami stasera,
Io torno al giuoco, ove tutto ho perduto,
E eh' io rivinca, dammi tu 1' aiuto...
Se no, quando ritorno per saluto,
Questo fucile ti scarico in faccia...
E ti abbandono con cuor risoluto,
Quando te questa grazia non mi faccia.
Ci detto al giuoco corre, l seduto
Gioca, ma invan ; la sorte non si affaccia.
Perde tutto il denaro, e dietro a quello
Perde fin 1' orologio, ed un anello.

Disperato si alz dallo sgabello


Maledicendo chi 1' avea creato...
Si strappa il crine, pesticcia il cappello,
Urla e bestemmia come forsennato...
Credon gli astanti che perda il cervello
Che non risponde essendo interrogato,
Toglie il fucile e sempre bestemmiando,
Si pone per la strada camminando.
E si.ferm di botto allora quando
Fu davanti alla Santa Concezione ;
Orribili bestemmie brontolando...
rendimi
ragione,
dice,
Maria,
gli

Ricordati giurai di qua passando


Che se non secondavi mia intenzione...

13

Questo fucile eh' io ne tengo a lato


Io ti avrei nella faccia scaricato !...
.

Perduto ho tutto e quello che ho giurato


Mantenere sapr puntualmente...
Indi il fucile verso lei voltato
Esplode il colpo temerariamente...
E nel momento con furore alzato
Di sotto al pi 1' orribile serpente...
E alla gola si avventa al giocatore
Sputando bava di strano colore.
Urla allora impaurito il peccatore
Dal dolore che prova e Io spavento...
E a Maria si rivolge con dolore
Chiedendone soccorso in quel momento,
E dice : S'io ti offesi, ora di cuore
Di averti offeso tanto me ne pento...
Deh ! salvami Maria, pentito sono,
Ed umilmente ti chiedo perdono !
Di quegli accenti il doloroso suono
Sentirono due buoni religiosi...
E accorsero a que' gridi con cuor buono
Che di far bene a tutti erano ansiosi.
Visto quello spettacolo al suol prno
Ciascun si getta e preghi fervorosi,

14

Inalzano alla Vergine potente


Che voglia liberar quel miscredente.
Mossa a piet, la Vergine clemente
Poi che la Madre 1' del peccatore...
Che si ritiri comanda al serpente
E lasci il gi pentito giuocatore.
Ei cade a terra dolorosamente
E piange le sue colpe con dolore,
Poi scioglie il voto di far penitenza
E soffrire il doloro con pazienza.

E poco dopo prese la partenza


A piedi nudi per la Terra Santa,
Pregando con digiuni ed astinenza
E di cilizii il corpo tutto ammanta.
E nel deserto sti con sofferenza
A ci che la sua colpa resti infranta...
E per molti anni dolorosamente
Piange i suoi falli incognito alla gente.
Un giorno che piangea dirottamente,
Avanti si presenta un' Eremita
E lo saluta assai cortesemente,
E ad ascoltar quel che a da dir l'invita.
Sappi,
1' Onnipotente
gli
dice,
che

Ti ha perdonato, e s misera vita...

15

Vuol che finisca ed a goder chiamato,


Sarai nel Ciel dove sarai beato !

Sappi che dal serpente ti ha salvato


La preghiera e un brevetto di Maria,
Che al collo sempre appeso avoi portato
E detto a caso qualche Avemmara...
Fra poco torner in questo lato
E il tuo corpo trarr alla cella mia...
Cos gli dice, e parte l'Eremita,
E 1' altro piange della sua partita.

E dopo pochi d da questa vita


Parte il gi convertito peccatore,
Che Dio nell' alta gloria sua l'invita
Perch si era pentito assai di cuore.
E la sua salma ne fu seppellita
Pochi anni or sono, e l'empio giuocatore..
Dopo aver fatto penitenza e pianto

Il suo peccato, and nel

Ciel, fu santo.

Cos finisco pur questo mio canto...


E prego questa udienza con fervore
Che si rifugin sotto quel gran manto
Della beata Madre del Signore...
Per Lei tutto si puote, e per suo vanto,
Fugge deluso l'empio seduttore...
E se Lei pregherem con lieto viso
Un d la troveremo in Paradiso !

16

LA PAZZA, LA BRIACA
E LA BACCHETTONA.
Composizione-bernesca del poeta Ncc-Jieri.

Inarcate ascoltanti, ora le ciglia,

Che dall' immaginare si raccoglie


Di tre fratelli in simile famiglia
Che voller tutti e tre prendere moglie.
Il maggior col minore si consiglia,

Per dissetare al matrimon sue voglie...


Se vi piace ascoltar questo
Girolamo, Battista e Gaetano.

1'

arcano,

Girolamo il maggior, formando il piano


Disse : Voglio sposar la mia ragazza
Per campar pi felice e da cristiano,
E poi nell' avvenir poter far razza...
Il primo giorno gli morde una mano,
E di cost conobbe eh' era pazza...
Di pi la notte non potea dormire,
La ride, urla ; non si pu soffrire.

'Disse Gaetano: Per me gli il patire:


La mia su i primi giorni 1' era buona...
E ora, se credi, non si pu soffrire
Da quanto diventata bacchettona :

17

E la mi dice sempre : S' ha morire ;


Di lavorare non se ne ragiona...
E se a casa ritorno un sol momento
L'ha ragion lei, e sempre il foco spento.
Disse Battista : La mia oh che strumento !
Tutti i giorni guadagno uno zecchino...
E per quanto vi dico e vi rammento
Essa ha il coraggio di votare il tino ;
Tira pedate agli usci, al paravento...
Dio ne guardi se in casa non c' vino!...
A pranzo, colazion, merenda e cena
Sempre di vino 1' ha la zucca piena.

State a sentir la mia che bella scena !


A mezzanotte la vuol la minestra...
Poi prende il fuso con la pergamena,
Li si mette a cantare alla finestra...
Ed io le dico : Chiudi, smetti, lena ;
Lei mi risponde : Senti bella orchestra...
E la sente tre grilli nel giardino :
La dice : Gli di Lucca un organino.

State a sentir la mia, oh che destino !


Mi ha fatto intisichir mezzo un polmone!...
La si leva la notte a mattutino,

L' accende il lume

e a rinfilar corone...

18

sempre a borbottare all' altarino ;


Bisogna che mi levi dalla disperazione...
Nemmeno un quarto d' ora si riposa
Con questa donna bacchettona, uggiosa.
State a sentir la mia che bella cosa...
Tutti i giorni la va a far la pagliaccia,
A leticar colla Lena e con la Rosa,
E poi si ferma nell' impannetaccia...
Torna la sera a casa baldanzosa ;
Io la saluto, e lei mi sputa in faccia...
La prendo in collo la sento, e mi fa spece !
Sbuffa tra il vino e addosso la mi rece.
Sentite ora la mia quel che mi fece :
La principi a bociare 1' altra notte...
Comprami dello spago e della pece,
Rassettami le scarpe che son rotte.
Dopo mezz' ora, non me ne fo specie,
L' avea la voglia delle mele cotte...
Di si le dissi, ti vo' contentare ;
E lei pi forte seguit a bociare.
Sentite della mia quel che vi pare...
Ha il coraggio di trattar di temerario
Stracco torno la sera da lavorare,
La trovo in casa a leggere il lunario.

19

E lei mi dice : se tu vuoci cenare,


Accendi il fuoco, io dir il rosario...
Io fo da cena o non apparecchiato...

Insomma mezzanotte e un n'ho cenato.

La mia pi d' una notte 1' ha sognato


A tirar rutti, a smaniare, e sbufi...

Bench tra s la dica il vicinato :


Quanto 1' buono quello dello Stufi !
E poi sul giorno mi ha rovinato,
La vuole il baccal con i tartufi...
Credeo per certo la recesse il core,
E ad ogni istante dicea : Buono il liquore !

Per me un minuto gli ventiquattr' ore,


E specialmente quando il tempo cangia...
E appena del giorno si vede 1' albore,

Si leva, canta, la spetezza e mangia...


E poi la piange, vuol fare all' amore,
E lo vuol la gonnella con la frangia...
Credete pur che tra la notte e il giorno
Neanche il demonio a lei le sta dintorno.

Sentite della mia : quelF altro giorno


Mi messi a burattar per far il pane...
Lo feci lievito, e poi lo misi in forno,
E lei mi disse per guardia vi rimane.

20

L' and dall' altre donne del contorno


A ragionar di vespri e di campane...
Il pan divent nero come il carbone
Per P assistenza delle bacchettone.

La mia la m' ha mandato in perdizione


Muoja, poffar di Dio ! corpo di bacco !..
Ogni momento a bere va in Parione,
La torna a casa rossa come un tacco :
Di pi rende vergogna alle persone,
Tra la cispa, la bava ed il tabacco...
Dal gran calor del vino pien di tigna.,
Credete si sta meglio alla Sardigna.

Enrico Sienkiewiczs
Autore del Quo Yadis

ROMANZO

TRADUZIONE DEI. PROF. TITO ZUCCONI.

Questo romanzo uno dei pi belli


del giorno, desta un grande interesse e
diverte moltissimo. La scena si svolge in
America.

Si spedisco franco di porto, a chi invier Cartolina-vaglia di Cent. 75 all'Editore ADEIANO


SAIIANI

Firenze, Viale Militare.

Enrico Sienkiewicz
Autore del

Quo

mis

Questo lavoro una vera e propria

opera d'arte che si eleva dal comune per


la vigorosa impostatura dei caratteri e per
l'eleganza della forma. I dolori della vita,

l'amore ed il sagrincio vi sono rappresentati


in modo insuperabile.

Si spedisco franco di porto, a ehi invier Car-

tolina-vaglia di Cent. 75 all'Editore ADRIANO


SALANI Firenze, Viale Militare.

Ottavio Mirbeau

memorie d'ima cameriera.

(Le journal d'une fornirne de chambre.)


Si legge nel Paese di Napoli (31 Maggio 1901):
Il libro Lo journal d'une femine de chambre
di Ottavio Mirbeau, che avr fatto e forse far

gridare allo scandalo ohi sa quanti fra quelli, i


quali oggi si dicono sacerdoti delia morale, sol
perch di tanto in tanto scagliano parole pi o
meno irruenti, contro libri che forse chi sa con
(pianta volutt hanno letto, ha invece uno scopo
morale.
Il Mirbeau mettendoci sotto gii occhi quanto
c' di pi sozzo nella societ contemporanea, descrivendoci, in tutti i suoi particolari il. vizio raffinato, fino a farlo diventare una scienza, ha raggiunto il line di farcelo odiare.
Dopo la lettura delle Memorie di una cameriera
noi ci sentiamo quasi attratti verso il cielo limpido della virt.
E qui consisto la valentia dell'illustro scrittore
francese : farci amare la virt non poi molto
facile: ina farcela amare, trascinandoci a traverso
il vizio, e oltremodo difficoltoso, poich, chi non
lo sa?, ha tante attrazioni il '.naie!
11 Mirbeau ha voluto far della sua arto una
missione : e ci riuscito a maraviglia.
Egli lia abbattuto il vizio, facendone l'apologia; ha fatto trionfare la virt senza parlarcene.
E questa arte A7era e, soprattutto, arto originale!
Si spedisce irauco di pos'to, a chi invior Cartolina-vaglia
di Oent. 76 all'Editore ADIKAKO SALARI Firenze, Viale Militare.

'.:' Chi legge i romanzi storici-sociali di questa celebre


Scrittrice, ormai notissima in tutto il mondo, rimane sorpreso per la viva narrazione delle scene, la variet degli episodi eminentemente drammatici, che s'intrecciano
in mdo da non mai scemare l'attenzione, la curiosit,
l'interesse ardente dei lettori.
Carolina Invernizio diverte la mente, commuove il
cuore; strappa il pianto dal ciglio.
Scrive bene e con chiarezza. La facilit del linguaggio, la semplicit delle frasi, rimangono talmente impressi, che ognuno costretto a convenire che l'esimia
Scrittrice ila le prime d'Italia.
SOSO PUBBLICATI

Bacio infame. ..0,75

La vendetta d'una pazza. . . 0,75


L'ultimo bacio . 0,75
La lotta per l'amore 0,75
Il genio del male 0.75
La peccatrice . 0,75
Il segreto di un
0,75
bandito
Il paradiso di Fiammetta . . . . 0,75
Il delitto d'una ma-

...

I EOMAKZI:

Cuore di donna . L. 1,50


Amori maledetti. 1,50

Il delitto della
Contessa. . .
I drammi dell'a-

...

dulterio
Mariti birbanti .
Birichina ; . .
La bastarda . .
Le figlie della du-

1,50
1,50
1,60
1,50
1,50

chessa. . .' . > 1,50


ladri dell'onore 1,50
I
dre. . . . . 0,75 Anime di fango 2,00
0,75 Catena eterna
Nella rete
2,00

.
11 bacio d'una morta 1,00
flglidella
Dora,
Paradiso e Inferno 1,00
2,00
l'assassino

. .
Le vittime dell'ala
Satanella,
1,00
o
ma
more . . . .
2,00
della
morta

1,00
no
La maledetta. .
La sepolta viva . 2,00
Rina, l'angelo delle Alpi
1,50 L'orfana del Ghetto 2,50

...
.

SI trOTano da tutti 1 Librili d'Itali e dall'Editore Adi-Uno Balani.


Vlidu MUitnre, lercia;.

FIRENZE
TU'OGBAlTA ADRIANO SALANT

Viale Militare.
1900.

STORIA DEI MARITI


BECCHI CONTENTI.
1.

Il d dieci Novembre in sulla sera

Percorrevo le traccie del destino...


Giunto a un boschetto vidi una bandiera,
Subito a questa mi feci vicino
.Dove una societ di Becchi vi era,
Glie facevan tra loro uno spuntino ;
Io nascosto mi messi ad ascoltare,
Per intender di quelli il lor trattare.

2.

Appena ebber finito di pranzare


Disse Cirillo : - Io sposai 1' Assunta,
Quante carezze mi veniva a fare
Appena al matrimonio essa fu giunta !
Ora d' idee venuta si a cambiare,
Un corno assoda, un altro poi mi spunta...
Credete, dalla sera alla mattina
Meno non me ne fa d' una dozzina !
3.

Disse Pippo : - Sposai la Nunziatura,


E i primi giorni mi portava amore...
Ma in breve tempo questa birichina
La fece conoscenza col Fattore !
Appresso se la mena alla cantina,
Gli gratt delle rene il pizzicore!...
Quando la ragion di venir via,
Disse : - Devi restare in Fattoria !

4.

Disse Tommaso : - Sposai la Lucia,


Viveva in pace tranquillo e contento',
Ora ogni tanto la mi fugge via
A spasso per le strade del Convento.
Oh, che disperazione 1' la mia !
Una gran pena nel mio core sento...
Perch si approva che fra Simeone
Della mia sposa si fatto padrone !
5.

disse Geppone ;
sposai,
Rosa
la
Io
Mi rispettava come vera moglie...
I primi giorni gran consolazione,
Si dava sfogo alle leggiadre voglie ;
Ora lei si cambiata d' opinione,
S' rivoltata come fan le foglie...
Sempre mi fugge via con questo e quello,
Credete, in capo non mi sta il cappello!

6.

Raffaello,
disse
La
Sandrina,
mia
La pareva di zucchero una pasta...
E quando in dito gli messi 1' anello,
Quanto Susanna mi pareva casta;
Ma poi gli entr il pulcino nel cervello,
E dice: - Un uomo solo non mi basta
La mi fugge via sempre di nascosto,
E non mi vuole star pi sottoposto !
!

7.

Gosto
Io
Bita
rispose
la
sposai,
;
Sui primi giorni 1' era bacchettona...
Ora se la s'incontra col Proposto
La si mette a ruzzar, quella cialtrona!
Se qualcuno le passa ivi d' accosto
Lei gii d l'occhiatura e: lo spunzona;
E me mi ha messo al numero ventotto...
Non son padron di farle un pizzicotto!

8.

Io,
istar
giovinotto
per
non
sempre
La Teresa sposai, disse Bastiano ;
Mi pareva aver vinto un terno al Lotto...
Ecco il Padrone a conturbar l'arcano!..
Tutti i giorni e' la vuol nel suo salotto
Ed a me mi convien di star lontano ;
Se non acconsentivo a dargli retta,
Lui mi avrebbe mandato la disdetta;
9.

Disse Bistuccio: - Sposai l'Enrichetta,


Avea vent'anni, sette mesi e un giorno...
Fida lei mi parea, casta e perfetta,
Io mi godevo quel visino adorno !
Ed ora diventata una civetta,
Ed ogni tanto mi fiorisce un corno...
Se venite a veder per le mie scale
Vi sempre gente: chi scende e chi sale!

10.

Vi
la
Carlotta
Pasquale,

mia,
disse
Con la scusa di fare il giubbileo,
La si nasconde nel confessionale
Aspettando il Curato, o fra Eliseo.
Per lei la mia parola poco vale ;
Carlotta
! 1' altro giorno le diceo,
Ragionava con loro a voce piena...
Io la chiamai, la mi rispose appena!
11.

Disse Guido: - Sposai la Maddalena;


Era a, servizio in nobile famiglia...
Quando la presi avea la pancia piena
E neppur me ne feci meraviglia ;
Ma ora per il naso lei mi mena,
Quasi a un caprone la mi rassomiglia...
Ho tante coma sopra la mia testa,
S'io ne perdo un milione, e'me ne resta!

12.

Pietro,
l'Ernesta,
Io,
disse
che
sposai
Era Servente a Santa Maria Nova;
La mi pareva una fanciulla onesta,
E i primi giorni la resse la prova.
Ora l' pien di scabbia e tigna in testa,
Perch la piglia quello che la trova....
Credete, amici miei, son mezzo matto
Nel pensare alle coma che m'ha fatto!
13.

Disse Cammillo: - La testa mi gratto...


Sposai l'Agnese, serva dei padroni;
A me pareva un matrimonio esatto,
Dopo tre giorni si messe i calzoni!...
Si sta d'accordo come cane e gatto...
Mi fa coma a milion sopra milioni!
Devo tacere e far da ritirato,
Altrimenti son becco e bastonato !

10

14.

La
Zelinda,
Affortunato,
mia
disse
La ini pareva una buona fanciulla :
Appena che l'anello gli ebbi dato,
Non fui pi buono a comandarle nulla.
Va sempre a spasso per il vicinato,
E da destra e sinistra gira e frulla...
Io con quattro figliuoli a casa resto:
G-urdate un p che aggeggio questo!...
15.

La
Caterina
Modesto,
mia,
disse
Per cinque giorni fu buona figliuola,
Ma quando fummo giunti al giorno sesto,
Andiede a spasso alla campagna sola...
E incontra un giovili col pensiero desto,
Chiama e risponde e resta alla parola,
L' amicizia con questo tira avanti
E poi se n' acquistati tanti e tanti!...

11

16,

Con
la
Lucrezia
mia,
Santi,
rispose
Nei primi giorni si stavea contenti ;
Ma or la gioja s' cambiata in pianti,
Son bastonate i nostri complimenti...
Va sempre in giro in cerca degli amanti
Basta che lei ce n'abbia pi di venti...
Anche se piove stanno asciutti, asciutti,
Io son l'ombrello che gli paro tutti!..
17.

Parl Cirillo, eh' il pi anzian di tutti,


Che gli era il capo di quella congrega:
il
Voglio
comando
mio
si
ributti
!
non
Di andare a casa sua ognuno prega...
Badiamo non passar di sotto ai frutti,
Se no le corna ai rami vi si frega !
Qui cessa il parlamento delle corna,
E ognuno a casa sua se ne ritorna L,

IL VINO.
Per quanto il secol nostro abbia trovato
Il mezzo di viaggiar con il vapore,
Di volar col pallone regolato,
Di far con il telefono all' amore,
Di scriversi col fll sottomarino,
Sempre trionfa la invenzion del vino.

Panni vedere ancor su per la vigna,


Il gran fattore biblico No,
Staccar dai pioppi la matura pigna,

Stringerla con la mano e con il pie,


Entro vasi di terra, oppur di cuoio,
In mancanza di tini e di strettoio.

13

Ereditata i figli questa usanza,


L'andaron propagando in un baleno,
N si faceva pranzo, o festa, o danza,
Senza un boccale almen di vino pieno
Che battezzaron poi come un portento,
Tutti i padri del Vecchio Testamento.
Se consultiamo la Mitologia,
Vediam che al vino gli fu dato un Nume,
E che in Olimpo in mezzo all'allegria,
Avean gli Dei di beve.re il costume,
E ch'Ebe al sommo Giove stava al fianco,
Per mescer di quel rosso e di quel bianco.

Passando dalla Favola Pagana,


Alla superba et del Greco impero,
Vediam che il vino fu musa sovrana,
Dell'Odissea famosa al cieco Omero;
Poema in cui si legge ogni tantino,
Che si mangia, e si trinca del bon vino.
Socrate alla cicuta condannato,
Nel ber quella mortifera sostanza,

14

Si vuol che le dicesse, un po' turbato;


Quanto tra il vino e te vi discrepanza ;

Tu togli l'esistenza anche ai pi forti,


Mentre che il vin resuscitar fa i morti!

Il famoso Diogene che andava


Cercando il galantuom con la lanterna,
Tutto mesto perch non lo trovava,
N col lume del Sol ne di lucerna,
A onor del vin, che fa le genti dotte,
Tornato era di casa in una botte.
Mille feste i Romani ad onorare
Giove, Saturno, Marte ed altri Dei,
Sepper grandiosamente immaginare,
Con lotte, giuochi, ed ippici tornei :
Ma fra le tante, le pi liberali,
Eran quelle del vino : i Baccanali.

L' altero Domiziano che dispose


Che fosser bastonati i letterati,
Perch questi e le mosche eran due cose
Che i nervi gli attaccavano irritati,

15

Vedeva di buon occhio i cantinieri,


E col vin discacciava i suoi pensieri.

Lucullo l'avea tanto in devozione,


Che 1' adorava come un simulacro ;
Ed il superbo irnperator Nerone
Di vino empir faceva il suo lavacro,
E di bagnarsi, l prendeasi gusto,
Per divenir pi fiero e pi robusto.

Allorch il Nazzareno sulla terra


Co' suoi prodigi pi virt prescrisse ;
Quando al momento fu di darli il serra
Alle nozze di Cana, tosto disse :
Perch un miracol sia che faccia spece,
Cambier l'acqua in vino, e cos fece.

Tutti i barbari che disceser qui,

Unni, Goti, Ostrogoti, Longobardi,


Eran deboli in fatto d' abbicc,
Ma nel bever mostravansi gagliardi,
E al nostro vino deve attribuirsi
Se vennero col tempo a incivilirsi.

16

Molier, che scrisse pien d'erudizione,


Il Tartuffo e la Scuola dei mariti,
Teneva sempre a sua disposizione,
De' vini di Borgogna i pi squisiti,
E passava talor di libreria,
A consultare la bottiglieria.

Francesco Redi, 1' autore brillante


Dei ditirambi ch'hanno il primo posto,
Che scrisse il poemetto sulle Piante,
U Arianna, il Prete Pero e ^Ferragosto,
Tanto amava l'ambrosia chiantigiana
Che al vino dedic,Bacco inToscana.(l)
Quando Goldoni a scrivere costretto,
Fu sedici commedie dentro un anno,
Tutte nuove di zecca e tutte effetto,
Col vin cacciava lo strapazzo e il danno,
Come bevendo tra una scena e l'altra,
La bella improvvis Vedova Scaltra.
(1). Uno de' suoi pi belli ditirambi.

:.-' '*- il _

'

Il satirico Vate Pesciatino


Che col riso sui labbri punzecchiava,
Il despota, il bargello, il gingillino,
Con del bon vino 1' estro riscaldava,
E sentenzi pi grande d' un sovrano,
Chi si ricrea col fiasco paesano.

I Galeni, g' Ippocrati, i morfei,


l'acqua un d stillavano al malato,
Dietro un progresso i nostri Asclepiadei,
L' acqua bevere agli asini han lasciato,
E curan l'uomo che da morbo affetto
Con recipe di vino e vino schietto.
Se

Ci dimostra che il vin conforta appieno,


Quando bevuto sia con parsimonia,
Poich altrimenti cambiasi in veleno,

propaga nel sangue 1' acrimonia,


Curva le gambe, annebbia le cervella,
E fa dell' uomo serio un pulcinella.

18

Difatti : se 1' atletico Sansone,


Non avesse col vin troppo scherzato,
Dalila non 1' avrebbe, all' occasione,
Come un fanciullo a suo piacer rapato,
N morto egli sarebbe per colei,
Cieco e deriso in mezzo ai Filistei.
Alessandro, che giunse a porre un freno
Al focoso Bucefalo ; e che vinse
L' Asia Maggiore, tutta in un baleno
Quando col vino a crapular si spinse
Clito (1) uccise e incendi Persepolea,
La pi bella citt che Oriente avea.

Attila, il pi terribile tiranno,


Che soggiogasse 1' itale castella,
Trafitto non l'avria sul proprio scanno
Con un colpo di sciabola Odabella,
Se del gran vino la potenza arcana,
Perder non gli facea la tramontana.

vita.

(1). L'amico che pi volte gli ayea salvato la

19
~

E tanti esempi ancor potrei fornire,


In pr del vino e contro se volessi,
Ma per far sosta mi restringo a dire:
Beviam, padroni sempre di noi stessi;
E non facciamo come il moscerino,
Che ingordo affoga in un bicchier di vino.

FINE.

Enrico Sienlriewicz

ROMANZO STORICO DEL TEMPO DI NERONE.

VERSIONE ITALIANA CON NOTE


DEL PROF. TITO ZUCCONI.

la pi ' grande novit letteraria del


giorno. La scena si svolge nell'antica Roma.
Il racconto desta un grande interesse e diverte moltissimo. In Italia ne sono state
l'atte molte edizioni ; la nostra, clic fa parte
della Biblioteca Salani Illustrata la migliore e la pi a buon mercato.
Due eleganti volumi i. complensiv-e pagine 600.

Si spedisce franco di porto, a chi invier Cartolina-vaglia di Lire 1,50 all'Editore ADRIANO
SALANI

Firenze, Viale Militare, 24.

In un volume, legato in tela e oro Lire 2, SO.

BIBLIOTECA SALAMI ILLUSTRATA


a Centesimi 75 il volume.
(Franco di porto a domicilio in tutto il Regno.)

Libri per ragazzi.


BAOOINI

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I dodici monelli.
Nebulina, o la guerra dei nani.
Gli occhiali della nonna.
Storia di un gatto.
Trottolino.
La pappa della contessa Berta.
Vita e avventure di Pulcinella.
Storia del principe Rosolino e
del suo amico Mustaf.
Avventure del Barone di lliinchhausen.
Il Canzoniere dei fanciulli.
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I viaggi di Gulliver.

Si trovano presso tutti i Librai d'Italia,


e dall' Kditorc Adriano Salani, Viale Militare 24, Firenze.

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Romanzi e letture per famiglie.


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D' AZEGLIO M.
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GROSSI T.
HEIMBURG G.
MALOT E.
MARYAN M.
MARLITT E.

PANZANI A.
PELLICO S.
RUEEINI G.
SCHMID C.
VERNE G.

Con
1' oro o con P amore ?

delle
novelle.
Il
libro

Ettore Fieramosca.
(

Il romanzo di un giovane

po-

vero.

Marco Visconti.
Crisi di cuore.
Senza famiglia.
colpa
del
padre.
La

capelli
d'
Elisabetta
dai
oro.

Il segreto della vecchia zit

tella.
La contessuta Gisella.
La principessina.
L' orfana del Mugello.
Le mie prigioni.
Il dottor Antonio.

Genoveffa.
Il giro del mondo in ottanta

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A caro prezzo.
Buona fortuna.
Catene spezzate.
Espiazione.
Il fiore della felicit..
La fata delle Alpi.
La voce della patria.
L' egoista.
Reietto e Redento.
San Michele.

Sull'Altare.

Un eroe della penna.


Un
giudizio
di
Dio.

Vineta.

Volo d' aquila.

WOILLEZ E.

L'orfana di Mosca.

Si trovano presso lutti i Librai d'Italia,


e dall' Editore Adriano Salani, Viale Militare 2-i, Firenze.

CAROLINA INVERNILO
Chi legge i romanzi storici-sociali di questa celebre
Scrittrice, ormai notissima in tutto il mondo, rimane sorpreso per la viva narrazione delle scene, la variet degli
episodi eminentemente drammatici, che s'intrecciano in
modo da non mai scemare l'attenzione, la curiosit, l'interesse ardente dei lettori.
Carolina Invernizio diverte la mente, oommuove il
cuore; strappa il pianto dal oiglio.
Sorive bene e con chiarezza. La facilit del linguag^
gio, la semplicit delle frasi, rimangono talmente impressi, che ognuno oostretto a oonvenire che l'esimia
Scrittrice fra le prime d'Italia.
SONO PUBBLICATI

Bacio infame.

L. 0,75

...
.

La vendetta d'una

0,75
L'ultimo bacio . -> 0,75
La lotta per l'amore 0,75
Il genio del male 0,75
La peccatrice. . 0,75
Il segreto di un bandito
0,75
Il paradiso di Fiammetta. . . . 0,75
Il delitto d'una madre 0,75
Il bacio d'una morta 1,00
Paradiso e Inferno 1,00
Le vittime dell'amore 1,00
La maledetta.
1,00

.
Rina, l'angelo delle
Alpi
1,50
Cuore di donna
1,50

pazza.

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ROMANZI!

Amori maledetti L. 1,50


Il delitto della Con-.
tessa . . . . 1,50
I drammi dell'adulterio
1,50
I mariti birbanti 1,50
Birichina
1,50

....
.

La bastarda . .
.
Le. figlie della. du-

1,50

chessa
_.
. .
I ladri dell' onore
Anime di fango
.
Catena eterna

.
Dora, la figlia dell'assassino

.
.
Satanella,o la mano
della morta.
>
.
La sepolta viva
.
L'orfana del Ghetto

.
SI trovano presso tutti i Librai d'Italia,
dall' Editore Adriano Satani, Viale Militare, 2< Firenze.

1,50
1,50
2,00
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2,50

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SALANI

Viale Militare
1902.

STORIA DEI MARITI


BECCHI CONTENTI.
1.

Il d dieci Novembre in sulla sera

Percorrevo le traccie del destino...


Giunto a un boschetto vidi una bandiera,
Subito a questa mi feci vicino
Dove una societ di Becchi vi era,
Che facevan tra loro uno spuntino ;
Io nascosto mi messi ad ascoltare,
Per intender di quelli il lor trattare.

2.

Appena ebber finito di pranzare


Disse Cirillo : - Io sposai 1' Assunta,
Quante carezze mi veniva a fare
Appena al matrimonio essa fu giunta
Ora d'idee venuta si a cambiare,
Un corno assoda, un altro poi mi spunta..
Credete, dalla sera alla mattina
Meno non me ne fa d' una dozzina
1

3.

Disse Pippo : - Sposai la Nunziatina,


E i primi giorni mi portava amore...
Ma in breve tempo questa birichina
La fece conoscenza col Fattore !
Appresso se la mena alla cantina,
Grli gratt delle rene il pizzicore!...
Quando la ragion di venir via,
Disse : - Devi restare in Fattoria !

4.

Disse Tommaso : - Sposai la Lucia,


Yiveva in pace tranquillo e contento;
Ora ogni tanto la mi fugge via
A spasso per le strade del Convento.
Oh, che disperazione 1' la mia !
Una gran pena nel mio core sento...
Perch si approva che fra Simeone.
Della mia sposa si fatto padrone !
5.

Geppone
Rosa
sposai,
disse
la
Io
;
Mi rispettava come vera moglie...
I primi giorni gran consolazione,
Si dava sfogo alle leggiadre voglie ;
Ora lei si cambiata d' opinione,
S' rivoltata come fan le foglie...
Sempre mi fugge via con questo e quello,
Credete, in capo non mi sta il cappello!

6.

La
Raffaello,
Sandrina,
disse
mia
La pareva di zucchero una pasta...
E quando in dito gli messi 1' anello,
Quanto Susanna mi pareva casta;
Ma poi gli entr il pulcino nel cervello,
E dice: - Un uomo solo non mi basta
La mi fugge via sempre di nascosto,
E non mi vuole star pi sottoposto !
!

7.

Io
la
Bita
sposai, rispose Crosto ;
Sui primi giorni l'era bacchettona...
Ora se la s'incontra col Proposto
La si mette a ruzzar, quella cialtrona!
Se qualcuno le passa ivi d' accosto
Lei gli d l'occhiatina e lo spunzona;
E me mi ha messo al numero ventotto...
Non son padron di farle un pizzicotto!

8.

Io,
istar
giovinotto
per
non
sempre
La Teresa sposai, disse Bastiano ;
Mi pareva aver vinto un terno al Lotto...
Ecco il Padrone a conturbar l'arcano!..
Tutti i giorni e' la vuol nel suo salotto
Ed a me mi convien di star lontano ;
Se non acconsentivo a dargli retta,
Lui mi avrebbe mandato la disdetta ;
9.

Disse Bistuccio: - Sposai TEnrichetta,


Avea vent'anni, sette mesi e un giorno...
Fida lei mi parea, casta e perfetta,
Io mi godevo quel visino adorno!
Ed ora diventata una civetta,
Ed ogni tanto mi fiorisce un corno...
Se venite a veder per le mie scale
Vi sempre gente: chi scende e chi sale !

__ 8

10.

Yi
la
Carlotta
Pasquale,
mia,
disse

Con la scusa di fare il giubbileo,


La si nasconde nel confessionale
Aspettando il Curato, o fra Eliseo.
Per lei la mia parola poco vale;
Carlotta
! 1' altro giorno le diceo,
Ragionava con loro a voce piena...
Io la chiamai, la mi rispose appena!
11.

Disse Guido: - Sposai la Maddalena;


Era a servizio in nobile famiglia...
Quando la presi avea la pancia piena
E neppur me ne feci meraviglia ;
Ma ora per il naso lei mi mena,
Quasi a un caprone la mi rassomiglia...
Ho tante corna sopra la mia testa,
S'io ne perdo un milione, e'me ne resta!

12.

Pietro,
l'Ernesta,
Io,
disse
che
sposai
Era Servente. a Santa Maria Nova ;
La mi pareva una fanciulla onesta,
E i primi giorni la resse la prova.
Ora l' pien di scabbia e tigna in testa,
Perch la piglia quello che la trova..;.
Credete, amici miei, son mezzo matto
Nel pensare alle corna che m'ha fatto!
13.

Disse Cammillo: - La testa mi gratto...


Sposai l'Agnese, serva dei padroni ;
A me pareva un matrimonio esatto,
Dopo tre giorni si messe i calzoni!...
Si sta d'accordo come cane e gatto...
Mi fa corna a milion sopra milioni !
Devo tacere e far da ritirato,
Altrimenti son becco e bastonato !
..

10

14.

mia
Affortunato,
La
Zelinda,
disse
La mi pareva una buona fanciulla :
Appena che l'anello gli ebbi dato,
Non fui pi buono a comandarle nulla.
Ya sempre a spasso per il vicinato,
E da destra e sinistra gira e frulla..
Io con quattro figliuoli a casa resto:
Gurdate un p che aggeggio questo!.,
15.

La
Caterina
mia,
diss*e Modesto,
Per cinque giorni fu buona figliuola,
Ma quando fummo giunti al giorno sesto,
Andiede a spasso alla campagna sola...
E incontra un giovin col pensiero desto,
Chiama e risponde e resta alla parola,
L'amicizia con questo tira avanti
E poi se n' acquistati tanti e tanti!...

11

16.

Con
la
Lucrezia
Santi,
mia,
rispose
Nei primi giorni si stavea contenti ;
Ma or la gioja s' cambiata in pianti,
Son bastonate i nostri complimenti...
Ya sempre in giro in cerca degli amanti
Basta che lei ce n'abbia pi di venti...
Anche se piove stanno asciutti, asciutti,
Io son l'ombrello che gli paro tutti!..
17.

Parl Cirillo, eh' il pi anzian di tutti,


Che gli era il capo di quella congrega :
il
Yoglio
comando
mio
si
ributti
!
non
Di andare a casa sua ognuno prega...
Badiamo non passar di sotto ai frutti,
Se no le coma ai rami vi si frega !
Qui cessa il parlamento delle corna,
E ognuno a casa sua se ne ritorna!...

IL VINO.
Per quanto il secol nostro abbia trovato
Il mezzo di viaggiar con il vapore,

Di volar col pallone regolato,


Di far con il telefono all' amore,
Di scriversi col fil sottomarino,
Sempre trionfa la invenzion del vino.
Parali vedere ancor su per la vigna,
Il gran fattore biblico No,
Staccar dai pioppi la matura pigna,
Stringerla con la mano e con il pie,
Entro vasi di terra, oppur di cuoio,
In mancanza di tini e di strettoio.

_
figli questa
13

Ereditata i
usanza,
L'andaron propagando in un baleno,
N si faceva pranzo, o festa, o danza.
Senza un boccale almen di vino pieno
Che battezzaron poi come un portento,
Tutti i padri del Vecchio Testamento.
.

Se consultiamo la Mitologia,
Yediam che al vino gli fu dato un Nume,
E che in Olimpo in mezzo all'allegria,
Avean gli Dei di bevere il costume,
E ch'Ebe al sommo Giove stava al fianco,
Per mescer di quel rosso e di quel bianco.

Passando dalla Favola Pagana,


Alla superba et del Greco impero,
Yediam che il vino fu musa sovrana,
Dell'Odissea famosa al cieco Omero;
Poema in cui si legge ogni tantino,
Che si mangia, e si trinca del bon vino.
Socrate alla cicuta condannato,
Nel ber quella mortifera sostanza,

14

Si vuol che le dicesse, un po' turbato;


Quanto tra il vino e te vi discrepanza ;
Tu togli l'esistenza anche ai pi forti,
Mentre che il vin resuscitar fa i morti!

Il famoso Diogene che andava


Cercando il galantuom con la lanterna,
Tutto mesto perch non lo trovava,
N col lume del Sol n di lucerna,
A onor del vin, che fa le genti dotte,
Tornato era di casa in una botte.
Mille feste i Romani ad onorare
Giove, Saturno, Marte ed altri Dei,
Sepper grandiosamente immaginare,
Con lotte, giuochi, ed ippici tornei:
Ma fra le tante, le pi liberali,
Eran quelle del vino : i Baccanali.

L' altero Domiziano che dispose


Che fosser bastonati i letterati,
Perch questi e le mosche eran due cose
Che i nervi gli attaccavano irritati.,

15

Vedeva di buon occhio i cantinieri,


E col vin discacciava i suoi pensieri.

Lucullo l'avea tanto in devozione,


Che 1' adorava come un simulacro ;
Ed il superbo imperator Nerone
Di vino empir faceva il suo lavacro,
E di bagnarsi, l prendeasi gusto,
Per divenir pi fiero e pi robusto.
Allorch il Nazzareno sulla terra
Co'suoi prodigi pi virt prescrisse;
Quando al momento fu di darli il serra
Alle nozze di Cana, tosto disse :
Perch un miracol sia che faccia spece,
Cambier l'acqua in vino, e cos fece.

Tutti i barbari che disceser qui,


Unni, Goti, Ostrogoti, Longobardi,
Eran deboli in fatto d' abbicc,
Ma nel bever mostravansi gagliardi,
E al nostro vino deve attribuirsi
Se vennero col tempo a incivilirsi.

__ 16

Molier, che scrisse pien d'erudizione,


Il Tartuffo e la Scuola dei mariti.
Teneva sempre a sua disposizione,

De' vini di Borgogna i pi squisiti,


E passava talor di libreria,
A consultare la bottiglieria.

Francesco Redi, 1' autore brillante


Dei ditirambi ch'hanno il primo posto,
Che scrisse il poemetto sulle Piante,
L''Arianna, il Prete Pero e il Ferragosto,
Tanto amava l'ambrosia chiantigiana
Che al vino dedic,Bacco inToscana.()
Quando Goldoni a scrivere costretto,
Fu sedici commedie dentro un anno,
Tutte nuove di zecca e tutte effetto,
Col vin cacciava lo strapazzo e il danno,
Come bevendo tra una scena e l'altra,
La bella improvvis Vedova Scaltra.
(1). Uno de' suoi pi belli ditirambi.

17

Il satirico Vate Pesciatino


Che col riso sui labbri punzecchiava,
Il despota, il bargello, il gingillino,
Con del bon vino 1' estro riscaldava,
E sentenzi pi grande d' un sovrano,
Chi si ricrea col fiasco paesano.
.

Galeni, g' Ippocrati, i morfei,


Se l'acqua un d stillavano al malato,
Dietro un progresso i nostri Asclepiadei,
L' acqua bevere agli asini han lasciato,
E curan l'uomo che da morbo affetto
Con recipe di vino e vino schietto.
Ci dimostra che il vin conforta appieno,
Quando bevuto sia con parsimonia,

Poich altrimenti cambiasi in veleno,


E propaga nel sangue 1' acrimonia,
Curva le gambe, annebbia le cervella,
E fa dell' uomo serio un pulcinella.

18

Difatti : se V atletico Sansone,


Non avesse col vin troppo scherzato,
Dalila non 1' avrebbe, all' occasione,
Come un fanciullo a suo piacer rapato,
N morto egli sarebbe per colei,
Cieco e deriso in mezzo ai Filistei.
Alessandro, che giunse a porre un freno
Al focoso Bucefalo ; e che vinse
L' Asia Maggiore, tutta in un baleno,
Quando col vino a crapular si spinse,
Clito (1) uccise e incendi Persepolea,
La pi bella citt che Oriente avea.

Attila, il pi terribile tiranno,


Che soggiogasse l'itale castella,
Trafitto non l'avria sul proprio scanno
Con nn colpo di sciabola Odabella,
Se del gran vino la potenza arcana,
Perder non gli facea la tramontana.
vita.

(1). L' amico che pi volto gli avea salvato la

"

19

'

'

E tanti esempi ancor potrei fornire,


In pr del vino e contro se volessi,
Ma per far sosta mi restringo a dire:

Beviam, padroni sempre di noi stessi;


E non facciamo come il moscerino,
Che ingordo affoga in un bicchier di vino.

FINE.

Il pi bel regalo che si possa fare ai barn-,


bini il grande Album:

E. CAPPELL!
IL PRIMO LIBRO DEL BAMBINO

LETTURA E SCRITTURA
Con questo libr, i bambini analfabeti imparano con molta facilit a leggere ed a scrivere ; quelli che gi sanno si perfezionano sempre pi. Tutti si divertono a guardare le 300
ligure in nero e a colori che adornano il Libro,
legato solidamente in cartone.
E m veudita dai principali Librai, e sar spedito,
per posta raccomandato, franco di porto in tutto il Regno, dietro invio di Lire 2, all'Editore Adi-inno Salani,
Viale Militare, Firenze.

Il libro davvero allegro ; si comincia a ridere fin dalla prima pagina, nella quale, al posto della prefazione, campeggiano due nere e '
molto significative forbici; anzi, si comincia a
ridere, per un movimento, che i fisiologi chiamano imitativo, fin dalla copertina, dove sei
teste variopinte ci presentano i volti simpaticamente deformati dal riso.
Tutti i motti di spirito, sono raggruppati
in diciassette capitoli, nei quali, la ben trovata
affinit di argomenti, di ambiente, o di individui, aggiungono aWhumour una nota di crescente interesse.
Ed il libro del Vivarelli ha avuto uno
straordinario successo, perch.... tutti amano'
pi di ridere che di piangore
-

Si spedisce franco di porto, a chi invisr Cartolinavaglia d Cent. 75 all'Editore Adriaco Saloni Firenze,
Viale Militare.

CAROLINA INVEENIZIO
Chi legge i romanzi storici-sociali di questa celebre Scrittrice, ormai notissima in tutto il mondo,
rimane sorpreso per la viva narrazione delle scene,
la variet degli episodi eminentemente drammatici, che s'intrecciano in modo da non mai scemare l'attenzione, la curiosit e l'interesse ardente
dei lettori.
Carolina Invomizio diverte la mente, commuove il cuore e strappa il pianto dal ciglio.
SONO PUBBLICATI

Bacio infame

L. 0,75

Il delitto d'una
0,75
madre. .

Il genio del malo. 0,75


Il paradiso di
Fiammetta . . 0,75
H segreto di un
bandito
0,75
La lotta per l'amore
0,75
La peccatrice. . 0,75
La vendetta d'lina pazza... 0,75
L'ultimo bacio 0,75
Nella rete
0,75

.
Vendetta di. operaio .
0,75

. . .
.

...

....

Il bacio d'una.

morta . . .
1,00
La maledetta . . 1,00
Le vittime dell' a-

more . . . . 1,00
Paradiso e Inferno 1,00
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ROMANZI:

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nime di fango L. 1,50


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Birichina.
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Cuore di donna 1,50
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I ladri dell'onore 1,50
II delitto della
Contessa
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Il figlio dell'anarchico
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La bastarda . . 1,50
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Le figlie della duchessa . .
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Mariti birbanti .
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L'orfana del Ghetto

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Si trovano da tutti i Librai d'Italia e dall'Editore Adriano Salani


Viale Militare, Firenze.

Enrico Sienkiewicz
Autore del

Quo vadis

ED ALTRI RACCONTI.

Si pu chiamare il Prologo del Quo vadis.


E un racconto dove tutta la poesia, tutta
la luminosit e la soavit della religione
di Cristo profuma dalle sue pagine. Splendidamente illustrato, seguito da alcuni
racconti, scelti fra i migliori dell' eminente
scrittore.

Si spedisce franco di porto, a chi invier Cartolina-vaglia di Cent. 75 all'Editore ADRIANO


SALANI

Firenze, Viale Militare.

Enrico Sienfeiewicz

ROMANZO STORICO DEL TEMPO DI NERONE.

VERSIONE ITALIANA CON NOTE


DEL PROF. TITO ZUCCONI.

la grande novit letteraria del giorno.


La scena si svolge nell'antica Roma. Il racconto desta un grande interesse e diverte
immensamente. In Italia ne sono state fatte
molte edizioni : la nostra la pi nitida, la
pi. elegante e la pi corretta.
Edizione completa in due volumi di pagine 560.

Si spedisce franco di porto, a chi invier Cartolina-vaglia di Lire 1,50 all'Editore ADRIANO
SATJANI

Firenze, Viale Militare.

In un volume, legato in tela

oro Lire 2,50.

Decio imperator romano, e come


dormirono anni centocinquantasette, poi si svegliarono
credendo di aver dormito una notte sola.

Condannati

,'
V

a morte da

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADULANO SALANI

Viale Militare
1901.

STORIA

3QBI

SETTE BOEMIBKT

clemente Signore e vero Dio,


0 Hodenlor che stai nell' alto regno ;
0 Tu, che al peocalor sempre sei pio,
Concedi grazia al mio piccolo ingegno
Che narrar, possa qui, con gran deso,
L' eccelse laudi con parlare degno,
L istoria magna degli addormentali,
E per te come furon risvegliati.
! Signori mici, vi faccio oggi sapere
Siccome Decio, imperator pagano,
Teneva Efeso col suo gran potere,
Essendo egli uomo nobile e sovrano;
E nel seguir sue leggi a pi potere,
Era nemico di ciascun cristiano;
Dove trovar alcuno ne potea,
0 tormentare, o uccider lo facoa.
1

E per la crudeltade che egli usava,

Ogni cristiano n' era spaventato ;


Celatamente ognun si ritirava
Temendo sempre d' essere accusato;
L' uno coli' altro amico si schivava,
Padre e flgliol non era mai fidalo ;
Tant' era la paura che si avea
Che col fralel, fidarsi niun polea.

In questo tempo al crudo imperatore


Furo accusati sette buon cristiani,
Che servano all'alto Redentore
Con tutto il cuore e lor pensieri umani;
Sempre adorando Cristo salvatore,
E non g'iti'li bruiti, falsi e vani.
Un chiamalo Dionisio, altro Mariano,
L' altro Giovanni, ed uno Massimiano.
*

'

Un altro si chiamava Costantino,


Uno Marco, di tutti, lo splendore;
Un altro Scipion, divoto e fino,
Tulli cristiani di perfetto core.
E dubitando ognun stava tapino
D' accusa, allo spieiato imperatore,
Che a' Cristiani egli dava pena dura,
Per ognuno si stava in gran paura.

Avanti a Decio furon pi'esentati,


Ch' era un imperator e iniquo e strano ;
E per cristiani furono accusati,
Di Cristo servitori in ogni mano.
Da quel tiranno furon minacciati,
Dicendo loro, con parlar sovrano :
miei
idoli
adorerete,
i
0
tosto

Come fo io, o voi ne morirete!


4

E cos stando, Decio imperatore


Da Efeso in breve tempo fu partito ;
7

Questi Cristiani per cotal tenore


Muti restar da ci che avean udito ;
Ma pur deliberaron nel lor cuore
Esser costanti per ogni via e silo;
E lutti di s forti ebbero a dire:
lui morir!
Servire
Cristo,
per
oppur
a

E cominciaron, senza pi tardare,


A dar, per carit, le lor ricchezze.

Segretamente senza dubitare,


Desiderando di fuggir 1' asprezze
Di queir imperator di mal' affare ;
11 quale usava immenso e gran crudezze,
A chi trovar negasse di adorare
G' idoli suoi, vivente il fa bruciare

'

'

* Dato eh' ebbero il loro


aver, per Dio;
Poco denaro sol si riserbaro,
Verso il monte con cor divolo e pio,
In una grotta tutti si calaro,
Voltando verso Cristo ogni deso;
Segretamente dentro dimorare
Che noi sapeva gi nessune genti,
Salvo che alcuni delli lor parenti.

E cos stando nella grotta oscura,


Facendo uno di lor lo spendilore,
Per la cillade andava alla ventura
Per vettovaglie, ma con gran timore ;
Che quando entrava per la gran paura
Da medico rivcslasi di colore;
Costui da lutti Marco era chiamato,
Uomo da bene e Cristian battezzato.
10

Ci facea per non

esser conosciuto
Da alcun, poich 1' avrebbero accusato
E gran tempo tal vita ebbe tenuto ;
11

E cos stando Decio nominato,


Alla citt ne fu ben ricevuto ;
E appena giunto egli ebbe domandato
Di quei Cristian, facendogli cercare
Per darli morte, o g' idoli adorare.

E come piacque a Dio, era in quel punto


Marco venuto per comprar del pane;
E quando sent, e vide eh' era giunto
L' imperatore, pens cose strane ;
14

Alla sua grotta and tutto di punto


Alli compagni con parole umane,
Dicendo a lor com' egli era arrivato,
E quello che di loro avea ordinato.

Disse : Fratelli miei, di tal furore


Non dubitate, n abbiate paura;
Che servi siamo ben di un tal Signoro,
Che liberarci pu da ogni sciagura.
Stiamo pur lutti con allegro core,
E ringraziamo Iddio con mente pura.
E tutti e sette insieme ben cenaro,
E dopo ci a parlare incominciaro.
13

14

La mattina seguente, il d venuto,

1/ imperatore questi f' cercare,


Acci agi' idoli ognuno sia venuto
Sol per dover tal' idoli adorare.
Il dello imperalor ebbe saputo,
Che tai Cristian non si polean trovarsi
Come al suo arrivo ess'erano fuggiti
Fuor della terra, e lutti impauriti.

-* .8

llor l'imperator fece chiamare


Tutli i parenti di questi cristiani :
E disse loro :
vi far smembrare,
Io

Se questi oggi non ho nelle mie mani.


So che sapete dove ad abitare
Son ili, quesli traditor villani :
Fateli venir qui quest' insensali,
Se no sarete tutti qui sbranati!...
16

Allora questi per la gran paura,


cominciaro
dire:
Signor
mio
caro!
a
Questi cristiani con loro mente pura
Tutto il tesoro con il loro avere
Dato han per Dio con solenne cura,
E l son giti con il lor potere
In una grotta, qui presso la terra,
Sul monte Celio per fuggir tua guerra.
ta

"

E son deliberati di morire


Pi presto che il lor Cristo rinnegare ;
Gi non curano doglia, n martire,
Che alcun pagano lor potesse dare !...

V imperator sentendo questo dire,

Presto con furia venne a comandare


Che quella grotta allor fosse murala
Con pietre e smallo, e tutta ben turata.

9
15

Ed

i suoi servitor per ubbidire,

Siccome piacque a Cristo Salvatore,


Dentro le pietre vennero a scolpire.
Siccome Decio sommo imperatore
Questi cristiani li iacea morire
Di fame dentro, per maggior dolore;
Come pure in tal giorno, anno e giornata
E quando casa tal fu fabbricata.

"

E rinchiusi cos li f' murare


Quel Decio imperatore iniquo e strano
Tra s dicendo: Ora vorr miraro
Se Cristo li aiuter con la sua mano.
Desiderando di farli stentare
Dentro di fame il traditor villano...
Ma Ges, che aiutar loro volea,
Per miracol dormire li facea

Or come piacque a Dio vero Signoref


Decio, l'imperatore, venne a morte ;
Mancando lui, e d'ogni successore,
Per lungo tempo si mut la sorte;
La citt venne sotto altro Signore
Ch' era cristiano insiem con la sua corte :
Teodosio degno egli venia chiamato,
Fedele a Dio e dotto in ogni lato.
50

10

"

Vedendo Iddio, Teodosio imperatore


Essere afflitto ed in gran passione,
Cavar lo volle da s gran dolore,
Gol fargli creder la resurrezione,
Acciocch a tulli quanti sia splendore ;
Veder gli f' con grande ammirazione
Che ver sar, che il giorno del novizio
Ognun verr col corpo al gran giudizio.

In vai di Giosafat, alla sentenza,


Ognun sar a dovere giudicalo ;
Tulli saranno esposti alla presenza
Di Ges Cristo, che sar turbato;
E l con la sua bocca ed eloquenza
Ognun sar di sue opre pagato;
In ci Teodosio creder non potea,
E, non credendo, spesso ne piangea.
22

In questo tempo, andando un mandriano


Per quella valle, sol per suo piacere,
Quella gran grotta vide mano a mano
Tutta murala, come dei sapere.
Presto pens nel suo bel cuore umano
Farvi una stalla, solo per p loro
Tener le bestie, meglio alia sicura,
Per esser pronto, e presto, alla pastura.
23

Il

Subito il muro cominci a disfare,


Che fatto fare avea 1' imperatore,
Certo pensando volervi alloggiare
Colle sue bestie per suo ben maggiore.
E pensava: Chi ha mai potuto fare
Queslo muro che desta gran terrore?
Io non sapevo pur s' egli esisteva !...
E in cos dir tal muro disfaceva.
14

Sfacendo il muro, come piacque a Dio,


I dormienti rimaser risvegliati,
E 1' un con I' altro con un parlar pio,
E del buon giorno s' ebber salutati ;
E del fatto di Decio iniquo e rio
Subitamente si ebber ricordati;
E Marco raccontava anco il tenore
Di quel pagano e iniquo imperatore.
23

Allora Massimian prese a parlare,


E disse lor: Non abbiate pensiero,
Che Ges ci pu tulli liberare;
Per siamo costanti nel volere.
A Marco venner poscia a comandare;,
Che vada per del pan, coni' dovere:
Pi d'jeri ne pigliasse in quantitade,
Per soddisfar la lor necessilade.
50

12
*T Essendo alla citt Marco arrivato,
Vide un stendardo colla croce degna,
Con un Crislo dipinto e collocato;
Di maraviglia fu sua menlc pregna.
Poich un po' pi avanti egli fu andato,

Per tutto vide la gloriosa insogna :


Sopra i muri, e per ogni strada e via,
Era dipinta la vergine MARIA.

E sempre avanti per la terra andando,


Ges Cristo sentiva nominare;
E la Madre di Dio sempre laudando,
In ogni lato senla ricordare.
Con un ossequio cotanto ammirando
Marco di questo s' ebbe a stupefare,
Dicendo : Ieri nessuno avrebbe ardilo
Nominar Crislo per alcun parlito.
88

s' E cos stando Marco in fantasia,


Domand della terra a un cittadino
Qual fosse il nome e non dirgli bugia;
Egli rispose con parlare fino:
Efeso il nome della citt pia.
Alior Marco n' and pel suo destino;
Poi per comprar del pan pigli la strada,
Per non starsene ancor pi tanto a bada.

13
80

E da un fornajo se ne fu andato,

Il qual vendeva il pane alla palese;


Cinque soldi egli n' ebbe domandato,
E i danari sbors senza conlese.
Il fornaio s tosto rimirato
Le sue monete antiche e forese,
Disse fra s: Quest' uom certo ha trovalo
Qualche grosso tesoro sotterralo.
E con un suo compagno prese a dire,
Cos pian pian, che Marco appena uda:
*'

Asserire
oserei
mentire
senza

Che un tesoro ha trovato in qualche via.


Sentendo allora Marco cos dire,
Di esser forse accusato ne lema,
Fra s dicea: Costui m' ha conosciuto,
E darmi a Decio egli s' risoluto !
82

II fornaio traditore si volt,

E disse a Marco : Fratel mio, hai trovato


Un gran tesoro, io qui sapulo 1' ho !
Se a me tu 1' averai palesalo,
Segreto e buon fratello ti sar !
Perch tu solo non puoi star celato.
Dimmelo, o fratel mio, in cortesia,
E insieme ne faremo compagnia !

_
1

14

Allora Marco, pien di maraviglia,


D' alzare gli occhi ardire non avea ;
Colla sua faccia nobile e vermiglia
Con gran paura a quel del pan dicea :
miei
Rendimi
i
denari
il
ti
piglia
e
pan

Lasciami andar con mia fortuna rea;


Alcun tesoro io gi non ho trovato,
E son sempre vissuto in questo stato!...
s3

Vedendo il panattier costui negare,


N aver da lui qualch'altra conclusione,
Con gran malizia e mollo lusingare,
Con una corda lo prese prigione,
E cominci molto rumore a fare ;
Tenea Marco con mala presunzione.
Cos gridando forte nella via,
Molto persone a tal rumor conia.
34

Vedendo Marco preso a simil modo.


Di saperne il perch ognun cercava;
Il panattiere pieno d' ira e frodo,
Pubblicamente contro lui parlava,
Per accrescere a s pi faina e lodo,
Il fatto a tulti ardito raccontava.
Dicea che Marco a lui era venuto
Con denaro di conio sconosciuto.
35

15

Per tal gridare il popolo correa,


E per intender la detta questione;
Che cosa questo Marco ? ognun dicea
Facendo tutti grande ammirazione;
E in questo gli occhi suoi poi rivolgea
Fra quel popolo e le molte persone
Sol per veder se conoscer potea
Alcun de' suoi, che vivi ancor credea.
38

37

Marco, voltando gli occhi attorno attorno

Nessun de' suoi conoscere polea


s
E
fra
dicea,
in
tal
contorno
pur,

Molti ne slanno della stirpe mia !


E col suo viso nobile ed adorno
Alcun vicin conoscer non sapea;
Fra s diceva: Jeri assai parenti.
Vidi de' miei e molti conoscenti.
E cos stando, and questo rumore
Al santo Monsignor di detta terra,
38

Ch'era in quel tempo gi governatore,


D' Efeso allor per ogni sito o terra,
Intendendo la cosa in gran rumore.
Mand per quelli per quietar la guerra,
Fra so dicendo: Di colai questione,
Anch'io saper ne voglio la cagione.

16

* E a lui preslo davanti ne venia

Il panattier con Marco accompagnato.


Avanti a Decio, Marco si creda
Es.cer condotto, l morto e bruciato.
Allora il Vescovo, che ambedue veda:

questa? gli ebbe domandato.


Che
cosa

Il panattier rispose: 0 Monsignore,


Di Teodosio questo Uccettore.
Costui, che quivi ora tengo preso,
Tesoro antico so che ha ritrovato;
.
Al banco mio questo danaro ha speso,
Comprando pan, che vender sono usalo;
Parendo a me questo caso di gran peso,
Come vedete, a voi qui 1' ho menato,
Acci, secondo vostra fantasia,
Voi Io trattiate, avendolo in bala?
40

E eoa parlare ardito ed orgoglioso


Disse: Messere or ecco le monete
Che a spendere venuto di nascoso
Comprando pane: eccole qui; vedete?
Allor il Monsignor, maraviglioso,
Le prese in mano e guard le monete:
Vede il ritrailo, e le iniziali ornate,
Come per Decio ess'erano stampate.
4<

17

41

li Vescovo allor nobile ed umano,

Guard nel viso Marco impaurito;


Disse: Figlio, con me non far l'indiano:
Di tal tesor, deh! dimmi com' ito?
Con teco non sar mai disumano
N dispiacer, come tu avrai udito.
Le monete che a spender, tu portasti.
Dan segnai che un tesoro ritrovasti.
4' E Marco allora con pietoso core,

Disse: Signor, giammai io non trovai


Alcun tesoro, n in ci feci errore.
Di tai monete jeri spesi assai,
Che fece fare Decio imperatore,
E tai monete ho spese sempremai;
Sicch non so di dove tal cagione
Preceda a farmi tale revisione?
Allora Monsignor cominci a dire,
Quasi ridendo: Tu ci vuoi beffare,
Gli antichi nomi qui farli mentire,
Volendo Decio adesso ricordare :
Sono cent' anni e pi, a non fallire,
Che Decio questa vita ebbe a passare;
Tu sei giovine; ed osi aver veduto
Decio in Efeso entrar? tu sei perduto!
44

18 .

':.

'

-;

Allora Marco raccont il tenore


D' ogni parente e d' ogni suo cugino,
Come si chiama per stirpe e vigore,
E dove stanno, ed ogni lor confino...
Falli cercare, o degno Monsignore,
E troverai per certo il mio latino,
E rinverrai il ceppo e il parenlato,
Or vedrai se in Efeso sono nato?
48

II Vescovo allor presto di presente


Fece cercar, come fu preveduto,
I suoi cugini, amici e li parenti,
II luogo e la contrada ove nasciuto
Esser doveva Marco certamente :
Niente Irvorno, come io ho sapulo :
N casa, n cugin, n parentella,
Perch annullata par che fosse quella.
40

E non trov cugin, n ancor parente.


N alcun che mai 1' avesse conosciuto :
E d' ogni segnai suo non trov niente,
Essendo Monsignor di ci avveduto,
Disse : Certo costui perso ha la mento,.
E la memoria e il senso suo perduto;
0 gli venuta forse una visione,
Siccome accader suole alle persone.
47

19

Poscia si volt a Marco quel pastore,


Dicendo a lui : M'hai tu pur'ora dito,
Che sei fratelli leco hai di valore,
E insieme tu con loro sei fuggilo,
Sol per fuggir di Decio il gran furore ?
Se veder me li fai, fa buon partito;
Allor dir che sei un uom verace,
E il panaltier bugiardo e ancor mendace l
48

Rispose Marco : 0 sacro Monsignore,


A voi far veder tutto il mio sito,
Poich non siele Decio imperatore.
Co' miei cari fratelli e me smarrito:
Or me seguite con pietoso cuore,
Che io subitamente ve li addito ;
Ad un ad un toccategli con mano,
Pi non direte me bugiardo e vano?
40

50

II Vescovo allor senza dimorare,

Prese il cammin con animo giojoso;


Verso la grotta ne prese Y andare
Con Marco ben' assai desideroso,
Parendo non potere mai arrivare
A quella grotta, tanto era smanioso;
Per veder cosa tal, con lui ne gi,
Il popol dietro, e grande compagnia.

Jj

__

" Quando alla grotta gli fu arrivai,


Vide quei Santi tulli in compagnia

Ognuno in terra slava inginocchiato


In orazione e colla mente pia.
Il Vescovo rest meravigliato,
Quando tal cosa con gli occhi veda ;
E tutti quei gettavano splendore
Con chiari raggi, ed un soave odore.
Siccome Decio murar falti avea
Quelli l dentro per farli morire,
Poi il sommario del lempo li logliea,
E fece conto senz' alcun fallire;
Cento anni ognun di lor dormito avoa
Cenlo cinquanlaselte il vero dire ;
E nelle pietre tutto era intagliato
Il tempo e il giorno che era muralo.
62

E per esser sicuro, con cuor sano


Verso di quelli cominci a parlare,
S' erano vivi col lor corpo umano,
E se vivon per bere e per mangiare.
Allora gli rispose Massimiano:
dubitare.'
Noi siamo vivi davver, non
Tutti in Efeso siam nati e nutriti;
Qui per timor di Decio siam fuggili?
18

21

Cos il popol lutto ud tal cosa,


Vide il miracol, che Dio avea mostrato;
Ed il Vescovo allor, senza far posa,
Per Teodosio presto ebbe mandato,
Che venga a Efeso alla citt gioiosa,
Se vuole deJ suo errore esser levalo ;
Presto ne venga con alzate ciglia,
Se vuol vedere nuova maraviglia.
14

"

E tutto il fatto scrisse con ragione,


Com' era ito in ogni forma e via :

Teodosio allora, udendo tal sermone,


Mont a cavallo, e a Efeso ne venia,
Di Monsignore chiese a pi persone
E gli mostrasse quel che scritto ava.
E lui rispose: Meco ne verrete,
E quel che ho sonito tulio voi vedrete
56

E tutti insieme, con divolo core,

Andaro alla gran grotta conosciuta;


Videi" luce che dava tal splendore,
Clio ben parca dal cielo esser venuta.
Vedendo ci, Teodosio imperatore
A p anger cominci per lai veduta;
E ad uno ad uno lutti li abbracciava,
Di piangere e baciarli non cessava.

-, 22
Allora uno di quelli prese a dire :
0 Teodosio, alto imperatore,

Iddio ci ha fatto al mondo s dormire,


Sol per cavarti dal tuo grande errore ;
Perch lu creda senza mai fallire,
Nella gran Valle che verr il Signore
A dare a tulti, nel d del novizio,
La gran sentenza, ed il linai Giudizio
*'

lt Cos parlando, come piacque a Dio


Chinato il capo con divolo cuore,
L' alma renderno con sommo deso
A Ges Cristo, nostro Redentore.
E con un atto mansueto e pio
Via ne^ passaro senza alcun rancore ;
Ivi defunti ne rimaser tulti,
Di santit lasciando molti frutti.
Allor Teodosio, pieno di dolcezza,
Sopra di quei cominci a lacrimare,
E ringraziava Iddio di tal chiarezza,
Qual si piacuto volergli mostrare.
Iddio lod con una gran fermezza,
Cos mai pi non venne a dubitare;
Fermo cred, e senza pi tenzone,
Esser ben vera la resurrezione.
"9

23

E a questi f' dar degna sepoltura


In quella grolla, come piacque a Dio ;
Ne ringraziava il Ciel con mente pura,
Che 1' ha cavato di lai pensier rio.
E da l innanzi con solenne cura
Il sepolcro onorami) santo e pio;
E pi non fu giammai in (ale errore,
E lod sempre Iddio, nostro Signore
60

FKE.

Enrico SienMewicz

ROMANZO STORICO DEL TEMPO DI NEBONE.

VERSIONE ITALIANA CON NOTE


DEL PROF. TITO ZUCCONI.

la grande novit letteraria del giorno.


La acena si svolge nell'antica Koma. Il racconto desta un grande interesse e diverte
immensamente. In Italia ne sono state fatte
molte edizioni: la nostra la pi nitida, la
pi elegante e la pi corretta.
Edizione compieta in due volumi di pagine 560.

spedisce franco di porto, a chi invier Oartolina-vaglia di Lire 1,50 all'Editore ADKIANO
8ALANI Firenze, Viale Militare.
Si

In un volume, legato w teln ? oro Lire 2,50.

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11

Del quale si racconta, come da scel-

lerato che fosse, divenisse buon


cristiano, ed acquistasse la grazia del nostro Signore Iddio.

FIRENZE
TIPOGRAFIA ABBIANO SALANI

Viale Militare
1802.

STORIA DEL CASTELLANO.

Non prestate al Demonio mai la fede:


Ciascheduno far maravigliare,
Se con buona attenzion fermate il piede ;
Di un Castellano vi vu raccontare,
Che nel prato fiorito vi si vede:
U enormit che lui soleva fare :
Era pessimo, infame e scellerato,
Facea d' ogni erba fascio, e ogni peccato.
1

Gran ricchezze egli avea in poco stato


Citt con un Castello, assai ben forte ;
Fanciulla una sorella s' trovato ;
Bella dama egli avea per sua consorte.
Ambedue queste 1' ebbero esortato,
Per veder se cangiava mai sua sorte ;
Quanto pi la sua moglie lo pregava,
Ei sempre pi cattivo diventava.
*

_4
Io le sue scelleraggin non vuo' dire,
E tante enormit che commetteva;
Che tutto il popol facea stupire,
E sol de' suoi peccati si rideva.
Gli dicevan: Voi avete da morire;
E della morie poco ne temeva.
Dopo tanti peccati e tanto male,
Pei poveri f' fare uno spedale.
8

Dava dormire a lutti e da mangiare


Con molto zelo e con tanto deso ;
Ma il suo peccato non lasciava andare,
Perch era preso dal demonio rio.
Neppur si andava mai a confessare.
Piacque un sera al benedetto Iddio,
Per dare all' alma sua ogni contento,
Gli chiese un sacerdote alloggiamento.
*

Gli fu risposto: Monsignor, passate;

Subito a mensa fu messo a sedere.


Disse ai servi: Pane e vin portate,
Minestra e carne per farlo godere.
Or, per amor di Dio, queslo accettate:
Io son caltivo, ve lo fo sapere :
Dappoich in queslo mondo io son nato,
Son sialo sempre immerso nel peccalo.

_~
6 Un
gran sospir dal Prete fu gettato.
Che giova, disse, aver argento ed oro,
Se con V inferno state incatenato,
Per partire in eterno un gran martoro ?
Il demonio di voi s' impossessato.
Su, presto, ne chiedete a Dio perdono;
Che quando un peccatore si converte,
Sempre P aspetta Dio a braccia aperte.
Dimand il Castellan s confessava;
Ed egli disse : Son penitenziere ;
Che di Galizia or proprio ritornava,
E andare a Roma era il suo pensiero.
La santa confessione addimandava,
Per uscir fuori di tante miserie.
Temo de' gran peccati che ho da sciogliere,
il tutto dite pur, eh' io posso assolvere.
7

V esame fate ben della coscienza,


Mentre che orazon star a fare ;
Per voi prego la Divina Clemenza,
Che voglia al vostro fallo perdonare.
Il Castellano allor fece partenza,
Ai suoi gran falli cominci a pensare;
E quando si fu bene esaminato,
Dal Sacerdote se ne fu tornato.
*

6
Eccomi, disse tosto il Castellano,
Da YO venuto; son qua preparato,
Il Sacerdote preselo per mano,
Subito alli suoi pie si fu gettato :
Promise viver sempre buon cristiano,
La confessione egli ebbe principiato:
E confess tanti e tanti mali,
E mortali, sacrileghi e veniali.

'

Bestemmie ereticali e giuramenti;


Le feste io non ho mai santificato ;
Odio portavo, e feci gabbamenti;
Il prossimo non ho mai rispettalo,
Non osservai i dieci comandamenti;
Quelli che Dio m' ebbe comandato ;
L' onor toglieo a fanciulle e a maritate,
Pagavo i servi miei con bastonate.
**

Con tutti ero lascivo e sfacciato;


Mormoravo or di questo, ora di quello:
11

Severo con i poveri son stato;


Non usavo pietade al meschinello.
Io facevo ammazzare, ed ho ammazzato;
Dei corpi umani ne ho fatto macello.
Di non cader mai pi ho stabilito,
Mi pento e dolgo di quel eh' seguito.

"

Quando inteso ebbe il Confessore


Che 1' alma sua voleva salvare,
Disse, che pentimento e gran dolore
E penitenza vi bisogna fare.
Quante offese faceste al pio Signore!
Neil' abisso poteavi subissare: ,
Tutto misericordia con voi stato,
Che fino a questo giorno v' ha aspettate
**

Vi do la penitenza per due anni.

Egli rispose non poterla fare:


Non voglio usare con Dio quest' inganni:
Promettere, e che poi debba mancare ;
E se bramate cavar me di affanni,
Tal me la date, eh' io possa durare.
Il Prete disse: Gli grande il peccato:
Per far penitenza un anno vi sia dato.

"

N anche questa, signore, non posso,


Un anno lungo, avanti sia passato;
Tal penitenza io non posso addosso,

Prego Ges che mi abbia perdonato.


Il Prete disse : Il vostro fallo grosso ;
Altri sei mesi sia scemato;
Se nel mondo facesti gran fallenza,
O volere Y Inferno, o penitenza.

n La penitenza io voglio abbracciare,


Ma non gi quella che mi avete imposto:
Sei mesi avanti vengliino a passare :
Il tempo lungo molto ben conosco.
Cinque n quattro io non li posso fare,
N tre, n due allor gli ebbe risposto:
Se volete tal cosa io faccia lesta,
Penitenza una notte, o un d di festa.
14

Da Dio il sacerdote fu inspirato.

Dal peccator sentendo tai risposte,

Per liberarlo dal suo gran peccato:


Romper quella catena cos forte,
Per penitenza, o signore, vi ho dato,
Che stiate in orazion tutta una notte.
Per Ges fate voi questa nottata
Dentro quella Cappella rovinata.

"

A Dio con tutto il cuor questo prometto,


Genuflesso di star tutta la notte,
La penitenza di far corno ho detto:
E mai non uscir da quelle porte.
Il prete disse: Or siate benedetto,
Vi assolvo, Dio vi guardi e tenga forte:
Mentre che fate questa pia orazione,
Non date retta a mala tentazione.

55 Se poi l'Inferno sar scatenato


In questa notte per voler tentare,
Spero che Dio non m' abbia abbandonato :
Col suo aiuto mi verr a guardare.
Dalla consorte sua se ne fu andato:
Ha dimandato a lei poi di cenare :
Alla campagna io me ne ho da ire
Per un mio fatto, che non posso dire.

"

Quand' ebbe il corpo alquanto satollato,


Prende licenza ed il cammin pigliava:
Dentro a quella Cappella fu arrivalo,
Che appunto allor venti quattr' or, sonava
Avanti a Dio si fu inginocchiato:
La penitenza a far si preparava;
Delle tenebre il Prence col suo artiglio
Tutto 1' inferno mise in gran bisbiglio.
E disse: 0 voi, spiriti infernali,
Con vostre tentazioni, insidie e inganni,
Di uno che al mondo ha fatto tanti mali.
E vostro stato ancora per molt' anni,
Dei sagrilegi e peccati mortali
Si confess : godr i celesti scanni :
Se la sua penitenza or non guastale,
Nostre fatiche invano son gettate.
e

10

" Gli rispose un demonio malizioso:


Gli ha dato sempre retta al mio tentare
Or da noi fugge e cerca star nascoso;
Non dubitar che lo far cascare.
Gli disse Pluto: Non prender riposo;
Va via, e cerca presto di operare.
Per far cader queir anima rubella,
Gli apparve in forma d' una sua sorella.

"

Fratello, aiuto! cominci a gridare.


Rimase il Castellano spaventato ;
La sua sorella davante gli appare,
Che il Demonio sua effgie avea pigliato.

11
Non si devon fanciulle mai lasciare:

questa notte abbandonalo;


Se dal castello non fuggivo via,
Perdeo con gli altri questa vita mia.
58 arrivato l una grossa armata.
Dalli nemici, noi siano assediati,
E la campagna tutta hanno guastala,
E molti vassal nostri, hanno ammazzati:
Da quelle furie io ne son scampata;
La moglie e i vostri figli son serrati.
Se il Castel non volete sia perduto,
Venite in questa notte a dargli aiuto.
" Sorella cara, voi potete andare,
Rispose il Castellano al Demon rio;
La penitenza non voglio guastare,
Io la parola 1' ho promessa a Dio.
Vuo' cercare quesl' anima salvare,
E la ricchezza mia vada in oblo.
Or non mi stale a fare pi insolenz;
Voglio finire questa penitenza.
Mi avete in

n Fratello, disse il Demone infernale,


Soletta non vuo' ir, che son fanciulla :
Non voglio m'intervenga qualche male,
Con finti pianti e sospiri, forte urla:

12

L' onore non lo vende lo speziale;


Questa non canzone, nemmen burla;
Se 1' onor mio questa notte tolto,
Con nessuno alzar pi potrei il volto.

"

Vada in fumo ricchezze, oro ed argento,


Si perda la citt, ogni fortezza,
Perch a Dio dia ogni contento.
Partite, non mi date pi amarezza.
Spari il Demonio allor lutto scontento;
Trov nel Castellano gran fortezza.
Gli disse Pluto : Che nuove portate ?
Cattive tentazion, non son giovate.
87 Non sapesli I' ufficio tuo ben fare,
Spirito dell' Inferno sciagurato ;
Al mondo non ti voglio pi mandare.
Coi dannati ti voglio incatenalo.
Rispose un altro : Io voglio riparare
A tutto quel che lui avr mancato ;
Colle mie insidie e eolle mie rapine,
Cascar te lo far fra le mine.

"

Due altri voglio per mia compagnia


Ti sia concesso, e pi non indugiare.
Tre Demoni partir con allegria,
Per fare il Castellan precipitare.

13
Gli appafiron con tanta furberia
Che un grand' assalto gli vennero a dare;
Per guastare sue sante e buone voglie,
Fingon due figli, e forme della moglie.

mio consorte, disse risoluta,


Noi ci troviamo tutti in gran perigli.
Bella grazia stanotte ho ricevuta,
a*

son saldata con questi due figli;


Da voi, o mio consorte, son venuta,
Che prendere vogliate i mici consigli;
Non tempo di stare in orazione,
Perch tutta la casa in perdizione.
M Sono i nostri vassalli in gran lamento.
Su, via venite adesso a dargli aiuto.
Quasi il nemico e' entrato dentro :
La citt e il castello avrem perduto,
Hanno mandato male vino e frumento;
Qui convien fare un cuore risoluto :
Se voi bramate questi liberare,
Bisogna l'orazion lasciate andare.
Mi

"

Se non venite voi, non vuo' partirei


Coi figli non vuo' andar cos soletta.
Nacqui di nobil sangne, prese a dire,
Difender il mio cuore a voi s' aspetta,

14
E con prestezza vi convien venire.
Il Castellan sta forte e non da retta
Ma quindi disse: Voi potete andare
Dove veniste; e lei non vuol tornare.
s! In questo luogo sono e voglio stare;
Con vostri figli fate pur parlila.
A Dio promessi e non voglio mancare,
Se io credessi di perdere la vita.
Quanti peccali son venuto a fare,
Io troppo offesi la Bont infinita.
Grandezza e nobilt lutto abbandono,
Purch giunga ad aver da Dio perdono.
8S Si furon tulli e tre precipitati,
Conforme si dichiara nell' istoria;
E noli' Inferno furon ritornati,
E il forte Castellan porlo vittoria.
Un Demonio di quegli disperati
Gridando disse: Voglio io la gloria:
Voi altri spiriti foste ben da poco:
Lo tenter ben' io, con fiamma e fuoco.
'* Apparisce di sopra molte legna,
Per dare al Castellan forte battaglia;
Lo Spirito infernal molto disdegna,
Circonda la Cappella di gran paglia.

15

Di darli fuoco allor tutto s'ingegna;


Alzar le fiamme, e nulla si travaglia ;
Pareva intorno che tutto abbruciasse,
E grida al Castellan che fuor scappasse.

Quel fuoco par che voglia divorare:


Al Castellan metteva gran spavento;
Di l per questo non volle scappare;
L' animo ha saldo e sta lutto contento.
Il buon Ges egli slava a pregare:
Di tante colpe ora io me ne pento;
Ma il demonio tanto si stancava
E spento il fuoco, via se ne scappava.
M

16
*".0r nell'inferno Pluto si lamenta,
Adesso si, che ho perso il Castellane,
Ogni nostra speranza tulta spenta:
Tentar lo fei, fugg di nostra mano.
In tale ufficio un altro spirto entra:
In forma se ne and di un cappellano,
E disse : Vuo' veder col mio tentare,
Se 1' orazione sua posso guastare.

"

E seco un altro spirto ebbe mandalo,


Che P effige gli avea di un cherichino;
Alla Cappella se ne fu arrivato,

Appunto P ora era di mattutino.


Dentro dal Castellano fu andato
Con un parlar d' onesto cittadino ;
E disse : Castellano, andate fuora
Che l messa e' da dir, proprio a quest'ora.
Lei si vada, signor, pure a parare,
La santa Messa bramo di sentire;
La notte intanto ne verr a passare,
La penitenza ne verr a finire.
Disse il Demonio: fuora dovete andare,
Che molla gente facesti morire.
Non siete degno star dentro il Sacrato,
Perche so esser voi scomunicato.
88

17
__

89 Gran peccatore al mondo sono stato:


Per fuggire i tormenti, pene e guai,
Ogni colpa e peccato ho confessato
Quel che promisi non mancher mai,
E spero in Dio che m' abbia perdonato,
Come ministro suo m' abbraccerai.
Dunque, far tu non vedi tal contesa,
E non scacciarmi fuori della chiesa.

I demoni cominciano ad urlare :


Dal Castellan se ne spariron via:
*

N poteron con questo battagliare,


Che del giorno suon P Ave Maria.
Chi retta a rio Demonio non vuol dare,
L' assiste Iddio, San Giuseppe e Maria;
Chi nella Santa Fede sta fedele,
L' assiste pur P Arcangel Gabriele.

"

Non vide la citt fosse assediata,


Quando al palazzo se ne fu tornato:

Ritrov qui la sua consorte amata :


Perch, disse: M' avete disturbato,
Quando la penitenza a me fu data,
Per le mie enormitade e gran peccato ?
Coi figli pur ne venne alla cappella,
In persona la mia cara sorella.

18
" Di questo fatto ognun maravigliava:
Dalla casa nessuno si partito.
E dell' assedio poi gli raccontava.
Non vero, signor, foste tradito.
Dal confessore poi ei se ne andava,
E tutto quanto egli ebbe riferito :
In questa notte della penitenza,
Fui disturbato con gran violenza.
43 Di tal grazia, signor, fatene fruito:
Io lo so mollo ben, fosti tentato;
Lo stato vostro era talmente brutto,
Se davi retta, certo eri dannato.
Vi ha perdonato Dio stanotte il tutto :
Vivete in pace e lontan dal peccato.
Se volete fuggir P eterne pene,
Ai pover di Ges fate del bene.
* 4 Promesse; e poscia via se ne fu andato:
Ai poveri grand' oro dispensava,
E i pellegrini sempre ebbe alloggiato.
Da bere e da mangiare a lutti dava;
Cinquecento fanciulle ebbe dotato.
L' anima il cuore a Dio gli consacrava.
Perch osserv i precelli del Vangelo,
Scans P inferno, e s' acquist il Cielo.
FINE.

Il pi bel regalo che si possa fare ai bambini il grande Album :

E. CAPPELLI
IL PRIMO LIBRO DEL BAMBINO

LETTURA E SCRITTURA.
Con questo libro, i bambini analfabeti imparano con molta facilit a leggere ed a scri-

vere ; quelli che gi sanno si perfezionano sempre pi. Tutti si divertono a guardare le 300
figure in nero e a colori che adornano il Libro,
legato solidamente in cartone.
in vendita dai principali Librai, e sar spedito,
per posta raccomandato, franco di porto in tutto il Regno, dietro invio di Lire 2, all'Editore Adriano Salani,
Viale Militare, Firenze.

Nella Tribuna dell'11 giugno

1902,

si legge:

L'editore Salani di Firenze ha raccolto in


volume a un prezzo modicissimo, Glaudii,
romanzo che tanto gi commosse le nostre
lettrici sulle appendici del nostro giornale.
Reintegrate in esso le parti che per le esigenze della pubblicazione quotidiana si erano
dovute sopprimere, la traduzione di Emma
Perodi certo assai superiore a quella dello
stesso romanzo che gi era apparso in Italia. L'edizione si presenta elegantemente ed
corredata di parecchie note esplicative e
di un fedele ritratto dell'autore.

Il Volume il n. 213 della Biblioteca Satani Illustrata,


si trova dai migliori Librai d'Italia e dall'Editore Adria-

no Salani, Firenze.

LIBRETTINI DI STORIE ANTICHE E MODEBBE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia all' editore Adriano Satani - Firenze.
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Pia de' Tolomei.


Contrasto fra un Povero
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L'Imperatore superbo.

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Difesa soldato prussiano.
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17. Contrasto fra povero e ricco.
18. Storia d'Angiola crudele.
19. Rammentati i baci che mi
hai dato.
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21. Lo Scheletro vivente.
22. Storia di Sansone.
23. Storia di Genoveffa.
24. Teresina e Paolino.
25. Il conte Ugolino.
26. Giuditta e Oloferne.
27. I sette Dormienti.
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33. Storia di Mastrilli.
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37. Storia di Guazzino.
38. Stellante e Costantiua.
39. 11 valoroso Leonilde
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52. Sposalizio Sandra-Geppone.
53. Le 99 Malizie delle donne.
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55. Federigo e Margherita.
56. Cristoforo Colombo.
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LIBRETTINI DI STORIE ASTICHE E MODERNE

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Spedire Cartolina-vaglia ali1 editore Adriano Salani - Firenze.
125. Florindo e Chiarastella.
83. Vizj e virt delle donne.
84. Fatto di due tedeschi che 126. Il contadino e il ciuco.

127. Contrasto fra un Giocatore


uccisero una fanciulla.
ed un Ubriaco.
85. Federigo il giocatore.
128. San Giovanni Boccadoro.
86. Ansuini e Menichetti.
129. Il figliuol prodigo.
87. Storia del Fico.
88. Mariannina la capricciosa. 130. Contrasto fra la Morte e
89. Contrasto fra ammogliati.
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131. La ritirata.
90. Le sventure de'cani.
132. Morte di due amanti.
91. Le serve di Firenze,
133. L'invenzione del telegrafo
92. Stornelli d'amore.
93. Indovinelli graziosi.
senza fili.
134. Una madre che gett in
94. Nuovi stornelli amorosi.
forno sua figlia.
95. Contrasto fra Pisana e Li135. Burlette d'Arlecchino.
vornese.
136. Le statuo degli Ufizi.
96. Il Vecchio e la sposa.
97. Un giovanotto che uccide 137. La cena delle Talpe.
138. Contrastopriore e mereiaio.
la Bua fidanzata.
139. Contrasto framadree figlia.
98. Non mi dir di noi
140. L'amore segreto.
99. Il feroce brigante Crocco.
141. La mandolinata.
100. Storia di Fra Formicola.
142. Stefano Pelloni.
101. La battaglia d'Adua.
143. Marco, l'asino sapiente.
102. Il Giovane pescatore.
144. Proverbi italiani.
103. Vita di Garibaldi.
145. La ragazza infanticida.
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146. Storia di Luca Cava.
105. Orfeo della dolce lira.
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148. Paolo e Virginia,
107. Storia di Nerone.
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153. 11 brigante Cirindello.
112. La finta ammalata.
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158. Un figlio che uccide la'so116. Lo sposalizio dei gatti.
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117. Mamma, Cecco mi tocca
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118. Martino con 18 dame.
160. Il Conte di Montecristo.
119. Non trovo moglie?
161. La vendemmia.
120. Il silenzio della notte.
162. Storia di Liombruno.
121. La bella Rosina,
163. La ragazza che chiede marito.
122. Gianfiore e Filomena.
123. Storia della regina Stella. 164. Stornelli sulla gelosia.
165. Storia del prete e le Berve
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181. Cento peccati delle donne.
182. Storia della regina Uliva.
183. L'amore d'inverno.
184. LaMonachellainuamorata.
185. L'assassinio d'una ragazza.
186. Lo sgombero dell'inferno.
187. Il marito che vuol campare
alle spalle della moglie.
188. I difetti dei mariti.
189. Orribile fatto di sangue.
190. Tirati in la, non mi tocearl
191. Lo zio assassino.
192. La monachella scontenta.
193. Storia di una ragazza.
194. Contrasto fra giovanotto
ed ammogliato.
195. Misfatto di Mouterotondo.
196. I maccheroni di Napoli.
197. La Marsigliese.
198. La moglie infedele.
199. Sento in core un non so ohe?
200. La madre snaturata.
201. Storia di una ragazza che
ha cambiato 36 amanti.
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Fiorentina.
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205. Contrasto di una madre povera con la figliuola.
166.
167.

Nanuella mia, rinfrescami.


Stornelli amorosi.
La moglie gelosa.
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Giuseppe Ebreo.
Contrasto fra priore e con-"
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212. Contrasto fra poeta e contadino.
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220. Storia di Senso.
221. Le ragazze abbandonate.
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233. Maria Nambrini.
234. Rammentati di me.
235. Mi guardi e ridi?...
236. L'Uccello.
237.12 avvertimentidella madro
alla figlia che va a marito.
238. L'Arrotino.
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240. Contrasto fra un marito
geloso e uno contento.
241. Il Cavalier tiranno.
242. Orribile dramma d'amore.
243. Contrasto tra Rosina e Tsresina.
244. I baci innamorati.

206.
207.
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209.
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Il Kri-kri delle donne.


289. Contrasto fra il signor Camillo e Fra Torello.
247. La tradita dall'amante.
290. Si stava meglio quando si
248. Le donne chiacchierone.
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250. L'amortradito e trionfante. 291. Le donne in camicia.
251. Contrasto fra padrone, fat- 292. Giuseppe Martinati.
293. Fatto orrendo in Macerata.
tore e contadino.
294. Giulietta e Romeo.
252. Il chierico.
295. Amori di Parie e Vienna.
253. Le donne gingillone.
296. Gli esiliati in Siberia.
254. Un giovine innamorato.
297. Rinaldo appassionato.
255. Consigli di Guidone.
298 Antonio Schiavoue.
256. Storia d'un marito.
527. Il Creatore e il suo mondo. 299. I Reali di Francia,
258. Separazione di duo amanti. 300. Pianeta della Fortuna.
301. Vuoi esser mia sposa?
259. Affacciati alla finestra,
302. Dichiarazione d'amore.
260. La tragedia d'amore.
303. Marianna vain campagna.
261. La fine dei mondo.
804. Morto l'amor mio.
262. Costantino innamorato.
263. La pazza, la briaca e la 305. La bella Carlotta,
308. Addio, mia bella, addio.
bacchettona.
307. Serenata dell'innamorato.
264. I desideri d'amore.
308. L'estremo bacio.
265. La scala d'amore.
309. Un bacio e poi pi.
266. La giovane in monastero.
267. 11 nipote cliesognail nonno. 310. Vieni, fuggiamo insieme!
311. Addio del soldato italiano.
268. S. Pietro elio giudica.
269. Testamento diBarbariccia. 312. Bellina come te.
270. Lo zio che uccide la nipote. 313. Addio del coscritto.
314. Ciao, ciao, ciao.
271. Antonio Monte-latici.
315. La bella Lena.
272. I mariti becchi contenti.
273. Avvertimenti di un padre. 810. La dolina perduta.
817. Vorrei morir.
274. La malizia delle donne.
318. Confessione di un giovane.
275. Elisabetta Galigari.
319. Lascia ch'io t'ami.
276. Padre Ugo Bassi.
320. Vieni fra le mie broccia.
277. Storia dello 24 ragazze.
321. La giardiniera di Trento.
278. Storia di Franeeschino.
322. 11 terrazzo d'amore.
279. La vita del soldato.
323. Serenata di un amante.
280. Nanni e la miseria.
324. Non dato retta agli uomini.
281. Le otto allegrezze.
282. Vantaggi della scelta d'una 325. E'levate a'Camisella,
326. Santa Lucia.
buona moglie.
827. Contrastofraservaecuoco.
283. Il sogno d'amore.
328. 11 caro bacio amoroso.
' 284. Battista e Giuseppino.
285. La vendetta di un suocero. 829. Gli amanti sorpresi.
286. Battaglia fra cani e gatti. 330. Amore in musica.
331. Il Marinaro e la sua bella.
287. Domenico Tiburzi.
L'Asino di Pipone.
246. Il brigante Marrone.
245.

288.

STORIA
DEL

Flagello de' Poveri.

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SALANI

Viale Militare
1902.

Trecensessantacinque giorni lv anno...


In testa mi vien un mal pensiero
Che a poco a poco mi va consumando.
Sento nel mio palazzo voci fiere :
che
Io
ti
citare.
la
morto
vengo
son
a

So che hai scorso il tempo, o Cavaliere.

Mettiti in ordine, e punto non tardare


Che abbiamo da far lungo cammino,
E ti ho da questo mondo da levare J

Resta turbato il Oavalier Turchino.


Morte
lo falcione
Io
la
porto
e
son

E tronco da lontano e da vicino.

4
Morte, uscita di senso o di ragiono,

Vuoi che comandi a qualche mio servo


E ti far pigliar con un bastone ?
Io son quel Cavalier avvezzo all' armata
Ch' oggi possedo una donna bella ;
Non setto mesi che me 1' ho sposata.
Io son la Morte, o non ho paura,
Ognuno appresso me deve venire
Non serve contro me far paura.

Vecchiarella ;
vo'
dire,
Senti
eh'
io
ti
o

Va' per la strada dove sei venuta,


Non mi parlare a me tale novella.
risoluta.
Io
dar
te
morte
son
a
per
-"
Sai quanto tempo io ti voglio dare
Che ti confessi e ti farai lontano.

"- 0

Morte, perch mi vuoi inquietare P


In gola ti far mettere una spada;
Meglio sar per te pi qui non stare.

'

P"

O Cavalier Turchino, sei dannato !

Il mio falcione al tuo collo messo,


Pentiti perci del tuo peccato.
Morte,
dammi
mesi,
di
tempo
quattro

Acci la donna mia non sia turbata...


Ti voglio dar una salma di tornesi.

Quanti
mondo
stati
in
questo
ve
ne
son
-
Tutti il mio falcione li ha troncati ;
Il troppo peccar tuo ti mand a fondo.
Neil' aspre pene, dove son nemici
0 poveretto te, che io ti confondo,
Non far, che facci come fanno gli antichi.

Papa, Cardinali e imperatori,


Che campavano al mondo assai felici,
E tanti altri nobili signori.
Un Re che la sua nobile Regina
Da poco tempo eh' erasi sposati,

Il mio falcion

1'

ha posti in cammino.

Quant' anime han da nascer, e son nate !


Pino il sommo il Figliuolo di Maria
morto in croce por i tuoi peccati.

parti da me con gran deso.


Morte,

Vi son belli palazzi ed ordinati,


Acci eh' io porti a spasso la mia Diva.
Morte, vi son nel tempo dell' estate
Alberi per goder della frescura ;
Orli uccelli cantano, e noi siamo assetate,

pensier procura ;
Cavalier,
mutar

Vi troverai, se cerchi e se domandi,


Quello che dice la Sacra Scrittura.
Chi muore col peccato ave il malanno
E 1' aspre pene dell' ardente foco,
Ch' ahbrucian sempre, e non consumerann
Chi mena legna e chi attizza il foco,
Chi mena olio, chi zolfo, chi mortella...
Male a quell' alma che dimora in quel loc

Ci sta per capitano Lucibello,

Fu discacciato dal suo Creatore...


Per la superbia sua ne fu ribello.
E grida notte e giorno, punto ed oro ;
Eterno
Padre
discacciato
dal
fui
Io

Per i tuoi peccati, o peccatore!

Poi viene la stagione dell' inverno,


Che tuona, che lampeggia e che saetta..
Male a quell' alma che ci sta soggetta !
Grida Caronte : Vendetta, vendetta !
Con altri miliion di servitori.
Male a colui che va agli eterni ardori !
Io poco prima vidi una pianura,
Altissimo supremo Paradiso,
E tu non leggi la Sacra Scrittura.
vi stanno Oavalier Francesi,
Morte,

E qualche giorno potremo giostrare,


Con Principi Romani e Genovesi.

Morte, vi sono strade da passeggiare


E suonatori e musica perfetta,
Acci la donna mia possa ballare.

Morte, Y sono starne e pernicetto,


Possiam convitare una signorina...

Vi stasse inordinato lo banchetto !


Morte, mi voglio portare 1' argenteria
Con altri dodicimila centi d' oro,
Per farmi buone spese per la via.
Morte, vi stanno panni di valore,
E farmi ricamare uno vestito,
Per darlo alla mia donna di valore.

Morte, lo Carnevale non facite


Dentro la giostra 'na bella mascherata,
Acci le donne restano isparite.
Morte, a qnadrigesima credo mangiare
Starne, fagiani, galline e capponi...
Bianco mangiare con vino annevarc.

Morte, vi sono la Pasqua tai ragioni


Da farci un nuovo ricco vestimento,
Come a Marchesi, Principi e Baroni.

Morte, mi voglio portar segretamente


Quattro pajo di carte ammazzate,
Per divertirmi con mia altra gente.
Morte, 1' aprile andiamo a caccia a quglie
Si spoglian colle rete e col fischietto,
Con quattro cani delle gran canaglie.
Morte, voglio portarmi un ornato letto,
E quanta roba tengo al mio palazzo...
Di pi voglio portare il mio ricetto.

Oavalier
Turchin,
sei
impazzito
!
tu

Non ti conosci che tu sei dannato ?


Voltati verso Dio con cor pentito!
Ohim
! il sangue mi sento agghiacciato

0 padre Salvator dell' Universo,


Non vedi che la Morte mi ha ammazzato?

10

0 Padre Salvator, Padre clemente


Io mi confesso, e dico il mio peccato,
Da che fu 1' ora del mio nascimeuto.
. mia madre tirai due stoccate,
A mio padre fui disobbediente,
A' poveri non feci mai caritate.
Ho bestemmiato acqua, sole e venti,
Ho bestemmiato la Pasqua e il Natale,
Ho bestemmiato il Cielo e gli elementi.

carnale,
fatto
peccato
Avete
.
Avete fatto contro a Verginelle,
0 avete visitato 1' Ospedale ?
ho visitato il mio Castello,
Padre,

Un gran tempo che ne fui esattore ;


Tre volte raccoglieva lo cartello.

Padre sempre ho fatto dell' usura...


De' poveri ne ho fatto gran macello.,,
Son staio tristo con poca paura.

ir
Ohim ! che io vo perdendo la favella !
Padre, ti dico quanto mi comandi,
Perdonami, Signor, che son rubella !

Avete
fatto
qualche
danni
eccesso,
o

Hai ubbidito Cristo, e la Madonna


Avessi peccato contro a S. Giovanni ?
ho
fatto
Padre,
questo
peccato,
ancor

Con una dorma chiamata Tommarella


Pure con quella io stava accecato.

Or
lo
domandare
su,
non
serve,
non

Viene Morte con il falcion gravante,


Per penitenza del grande peccato.

In nome del Padre, Figliuolo


B Spirito Santo
Donato, il Bernardo cittadino,
Fece l'istoria del Cavalier Turchine

STORIA
DI UN

GIOVANE AGGREDITO DAI

BRIGANTI

e come fu salvato per miracolo


DA.

MARIA SANTISSIMA.

Musa, se altre volte t'invocai

Per cantar di dolor, di gioia o sdegno,


Bitrosa al mio pregar non fosti mai
Bench per te invocar sia troppo indegno,
N questa volta mi abbandonerai
Se troppo audace mi prendo l'impegno
Al popolo cantar d' un caso strano
Successo a Baroellon poco lontano.

14

Di Barcellona un giovine cristiano

Di nome Ernesto Alvares chiamato,


Figlio di un ricco padre savio, umano,
E fu per mezzo suo bene educato ;
Venne scenziato e viaggi lontano
Di ATeder nuove cose appassionato.
Ma sopra tutto di veder propone
I pi bei punti della religione.

Venne in Italia con ferma intenzioneDi visitar Loreto e Montenero ;


Vide e preso rest d' ammirazione
Per le grandi ricchezze e il culto vero.
Poi torn in patria e pien di devozione
Di andare a Caravaggio f' il pensiero
Ove un bel Santuario era inalzato
Alla Madre di Dio, ben decorato.

il giovane arrivato
Entra nel Tempio pieno di devoti,
E davanti all' Immago inginocchiato
Vede in gran quantit pendere i voti ;
Il giovine non vuole essere ingrato,
Chiesto permesso ad nn de' Sacerdoti
Un orologio d' or con catenina
Lascia per voto alla Madre Divina.

A Caravaggio

15

Tolta in cambio una bella medaglina


Al collo se 1' appende, e riverente
Ringrazia, la Madonna e s'incammina
Verso i suoi genitori allegramente ;
E giunto a casa di una sua vicina
Fanciulla, s'innamora fortemente ;
La f' chiedere in moglie a' genitori
E accordata gli fu con grandi onori.

Li breve unir doveansi quei due cori ;


Ma ecco a Ernesto improvvisa malattia
Lo colpisce e lo trae dai sensi fuori,
E sente la sua vita fuggir via.
Fatti venir fur subito i dottori,
Ma nessuno il suo mal, guarir pota ;
Cresce la febbre e dei dottor fa gioco,
E sua vittima uccide a poco a poco.
Reso Ernesto dal mal, sfinito e fioco,
Gli occhi al Cielo rivolge con dolore,
Ripetendo : Maria, di cor t'invoco,
Salvami da un tal mal divoratore !
Spengi dalle mie membra si gran foco
E ti prometto, o Madre, assai di core
Rinunziare alle nozze e al maritaggio,
E a Boior tornare il voto a Caravaggio,

18

Subito sente in cor novo coraggio,


Fugge il mal, da divina man fugato ;
Tosto guarisce, e religioso e saggio
Vuol mantener quello che avea giurato.
Sopra un destriero si pone in viaggio
Dai cari genitor tolto commiato,
Lasciando Barcellona a destra mano
Si allontana correndo verso il piano.
E giunto alla citt molto lontano
Si vede in faccia un' orrida foresta :
Non si spaventa, no ; ma ardito e sano
Oltre la valle ombrosa i passi appresta ;
Ma giunto quasi al centro, o caso strano !
Pi briganti al destrier sono alla testa
Urlando a voce rauca : Ol, smontate
Con l'armi micidial su lui voltate.
Lascia le staffe il giovane, e gettate
A loro le valigie, spaventato
Dice: Ecco tutto; deh! non m' ammazzate
Se avete un cor, che sia da Dio creato
Presi di ammirazion, non di piotate,
Decidono i briganti sia lasciato ;
Ma lo fanno giurar subitamente
Che ci non dica ad anima vivente.

IT

'

Cos riparte il giovine dolente,


Ed ai briganti in selva ritornati
Il loro Capo compar repente,
Che per un caso suo gli avea lasciati ;
E giunto in mezzo a loro arditamente
Chiede se hanno nessuno assassinato.
bottino
S,
risposer,
glie
il
gli
questo
Di un giovin che aggredimmo qui viciuo.

Capo
malandrino.
Ov'
,
il
rispose

Il cadaver dell' uomo assassinato ?


E allora gli altri dissero a puntino
Che lo lasciorno andar dopo rubato.
Ah
! codardi ! rispose 1' assassino,

Presto in ricerca, e che sia ritrovato ;


Il nostro giuro gi di pugnalare
Ognun, che non ci possa denunziare.

E non tardaron molto a ritrovare


Il giovine signore sfortunato ;

Che il Capo lo f' tosto trascinare


Al tronco di un cipresso, e l legato
Ei fa i fucili sopra lui spianare
Perch sia da pi colpi crivellato s
Ernesto, semivivo, a capo basso
Prega, ed aspetta 1' ultimo fracasso.

18

Parton le palle e come Be in un masBo


Percuotessero, il giovin non si scuote :
Le cade il piombo sfracellato a basso
Che il giovine toccare appena pot.
Rimangon gli assassin quasi di sasso
A quel prodigio in quelle parti ignote ;
Credono allor, che uno stregone sia,
0 pur che tenga indosso una mala.

altra via !
Urla il Capo ; tagliategli la testa !
Se lo salva dal piombo la maga,
L' arme da taglio certo non 1' arresta.
E un de' briganti 1' ordine esegua,
Ma ecco sorge improvvisa una tempesta
E un fulmine su lor, caduto a volo,
Scoppia e rompe la spada al mariolo

Ohe si prenda ad ucciderlo

Cade il- brigante stramazzoni al suolo


Rotto e avvilito dall' orrenda scossa ;
Resta attonito Ernesto, ed egli solo
Crede che il salvi la divina possa.
Gi il Capo de' briganti urla allo stuolo ;
Deve morir, correte alla riscossa,
Scioglietelo dal tronco ov' legato,
E in quella rupe gi sia rotolato !

19

Ecco il misero giovine lanciato


Nel gran vallon tramezzo a sassi e. fronde,
E senza esser per niente lacerato
Cade nel fiume salvo in mezzo all' onde.
Esce dall' onda e sul terren tornato
Non cerca di fuggir, n si nasconde :
Ma Dio ringrazia alla preghiera intento
N un gemito fuor manda, n un lamento.

Visto i briganti cos gran portento,


Il Capo d' essi in fondo al valle scende
E al gioviu dice : Partirai contento,
Ma vo' saper cos' hai, che ti difende P
Non ho, rispose Ernesto, altro stromento
Che una medaglia che al collo ini pende;
E senza dubbio la Vergin Maria
Si fatto scudo alla persona mia !
'-

Or, risponde il brigante, tra' pur via


Ma procura di noi di non dir niente.

Andr,
rispose
il
giovine,
pria
ma

.
Voglio parlare a voi cortesemente.
Vi prego che una vita cos ria
Pi non facciate, e siate onesta gente ;
Lasciate il bosco '1 troppo empio mestiere
Ed io Y dono un grande e buon podere.

20
Acconsent il brigante al suo volere,
E torn insiem con gli altri all' abitato ;
E il giovine, secondo il suo pensiere,
A Caravaggio and ben appagato,
E sciolse il voto e fece il suo dovere
Poi torn a casa tutto consolato ;
Ma appena giunto, oh che maggior dolore !
Vide morir la madre e il genitore !

Seppellire gli f' con molto onore,


Fu lungo il lutto e grande il funerale :
E dopo, Ernesto tutto il BUO valore,
Ai poveri dispensa e all' Ospedale.
Gett delle ricchezze lo splendore,
E 1' abito vest penitenziale ;
Ed or passa i suoi d lieti e cristiani.
In un Convento di Domenicani!

MNE

Si pu chiamare il Prologo del Quo vadis.


un racconto dove tutta la poesia, tutta

la luminosit e la soavit della religione


di Cristo profuma dalle sue pagine. Splendidamente illustrato, seguito da alcuni
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ANNA FRANCHI
I

Viaggi

di un Soldatino di piombo.
Si legge nella Settimana del 7 aprile 1901:

Se farai bene gli esami, io scriver un


libro ove racconter il tuo sogno ; e tu lo farai
leggere ai tuoi compagni. Cos disse la signora Franchi al suo piccolo Ivo. Gli esami andarono stupendamente; due nove e tre dieci, e
la promessa stata mantenuta.
Il libro grazioso, divertente ed istruttivo.

I bambini leggendolo potranno acquistare utilissime nozioni, e seguendo con ansia le infinite peripezie del povero Soldatino di piombo,
lo accompagneranno con la mente al Polo, in
Asia, in Africa, e perfino in fondo al mare.
Lo scopo che l'egregia autrice si prefisso,
di mescolare cio l'utile al dilettevole, stato
pienamente raggiunto.
Alla gentile e brava autrice che sa trattare con valenta grandissima argomenti cos
fra loro diversi, le nostre pi vive congratulazioni.

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STORIA DEL FAMIGERATO BRIGANTE

ANSUINI FORTUNATO
E DEL CELEBKE SUO COMPAGNO

-....
WWCHETTI
MARIANO

FIRENZE
TIPOGRAFIA AMBIANO SALAMI

Viale Militare
1902.

ANSUINI E MENICHETTI

1.

Or canter gli orribili misfatti


Commessi da due celebri Assassini,
Feroci pi che Tigre, Orsi e Mulatti,
Sanguigni pi che Lupi e Oan mastini.

Hesteran tutti quanti stupefatti


Fin dell' Italia agli ultimi confini,
Era un di Norcia, 1' altro di Bassano,
L' uno pi che dell' altro disumano.
2.

Nacque Ansuini povero e villano,


Sul fior degP anni pastur il gregge,
Fece poscia il bifolco, e a mano a mano,

L' ozio gli piacque pi d' ogni altra legge.


Commise un fatto il pi feroce e strano,
E Astra lo condann che il Trono regge,
A molt' anni di pena e in conclusione,
Fu messo carcerato, e in reclusione.

4
3.

Dell' altro, or vi dirr la condizione,


Che anch' esso nacque da povera famiglia,
E a lavorar la terra ebbe passione,
E crebbe il giovinetto a meraviglia.
Or sentirete come and in prigione,
E come lasci il campo, a sciolta briglia,
E un' altra profession prese il ineschino,
E a Roma si port come spazzino.
4.

Girando per aver qualche quattrino,


La notte e il d per 1' alta Capitale
Fu preso di mal' occhio il birichino,
Da una severa guardia Comunale ;
Questi pi volte gli lev il cestino,
E quei fu la cagion d' ogni altro male,
Che il Menichetti stufo del sermone
L' uccise poscia, e se n' and in prigione.
5.

Ecco come successe la questione


Che la guardia mor per l'imprudenza,
Che dopo avergli dato un gran ceffone,
Estrasse il suo revolver con veemenza...
E allora Menichetti il fier leone,
Si collutt con lui con resistenza,
E gli strapp il revolver dalia mano
E gli spar in UD occhio e cadde al piano.

.-.''. -56.

Tutte le sue ragion le mostr invano,


Perch 1' alta Giustizia fu severa,
E avendogli ucciso un suo guardiano
Nelle sacre funzion che tosto egli era.
Cos fu condannato, e in pieno arcano
Gli diedero trent' anni di galera,
E poscia s'incontr coli' Ansuini
E divennero amici sopraffini.
7.

Ora ascoltate egregi cittadini


Che seppe far la coppia in tale stato.
Erano in Roma e quasi sui confini
Dove il Carcere Nuovo egli chiamato.
Assieme ad altri astuti malandrini
Fecero un grand' accordo, e Fortunato
F un gran foro al disotto la latrina
Lavor per pi mesi e and in cantina.
8.

E un d appen che 1' aura mattutina


Si dest, Ansuini e gli altri appresso,
Seguendo il capo, per la fatta mina
Scesero a basso ove trovaro il cesso.
E dentro il cesso 1' acqua era vicina,
E l, il gran Fortunato f pregresso,
E 1' un d' appresso all' altro segu 1' orme
Nell'or che il Gatto veglia, e gli altri dorme.

"
.

46

-"

9.

E dopo fatta una fatica enorme,


Si videro apparir la luce pura
Qul finte larve, o inusitate forme
Che sorgon dall' avello o. in sepoltura.
Cos sembravan quelle faccie informe
Tutti pieni di fango, e di sozzura.
Di fronte gli si fece un gran fognone
Del gas, aperto per riparazione.
10.

Quella fu la fatai combinazione


Che gli si present, e al par del vento
I quattro condannati, 1'evasione
Fecero pien di paura e di spavento ;
Poscia presa una via di salvazione
Sparirono da Roma in un momento
E s'imboscaro in una selva oscura
Spogliandosi di tutta la lordura.
11.

Ripresa poscia la primier figura,


Si Bbandaro qua e l per le campagne
A depredare ogni mortai creatura
E godersi le spoglie con compagne.
Si sparse il gran rumore e la paura,
Si divulg in maremma e su in montagne.
Che il celebre Ansuini Fortunato
Con l'arguzia e l'ingegno era scappato.

12.

La Giustizia vi corse in ogni lato,


Schierar f tanta forza in quei dintorni,
Finche un bel d fu tosto circondato
Fu ripreso dall' arma in pochi giorni
Ma con un piano bene architettato,
Mentre Ansuini fra i piaceri adorni
Stava ; v' and la forza travestita
Da banditi, e con lor volea far vita.
13.

Ad Ansuini e agli altri fu gradita


La domanda de' finti grassatori,
E allor quando la notte fu apparita,
Che ognun prese riposo, e sugli albori
L' arma s benemerita istruita
Leg ben tutti quanti i malfattori,
E 1' angoscie, le pene e il gran flagello,
Quietossi allor che in gabbia fu 1' uccello.
14.

Poscia furon trasferiti in Orbetello,


Nella tetra Fortezza e nel gran Bagno.
Legolli tutti e quattro in un' anello,
Che eguale a quello non vi fu il compagno.
Poscia col tempo nacque un fatto- bello,
Anzi per meglio dir tragico e magno,
Stato Ansuin del tempo in penitenza,
Lo misero alla larga per clemenza.

'''_

8.

.-.

15.

E allor prese del luogo conoscenza


E in una notte tenebrosa e oscura,
Fece con altri suoi fidi la partenza,
Scavalcando in un tratto le tre mura.
Scese per la ferrata, ed in presenza
Di tante Guardie in fazione dura ;
Neil' onde si tuff, e gli altri appresso
Vider la libert nel tempo stesso.
16.

Fugg via. a precipizio quell' ossesso,

ali,
E subito in un bosco f' 1' ingresso
Assiem cogli altri spiriti infernali
S' arm fino ai denti e venne espresso
Il giuramento qual fratel carnali.
Che chiunque incontravano per sorte
Preso e spogliato e messo presto a morte

Parea alle gambe avesse messo

1'

17.

Si scosse al Bagno le ferrate porte


Appen vi giunse la feral notizia
Trem molte famiglie e 1' alta Corto,
Pensando del Bandito la malizia.
Il capoguardia colle gote smorte
Pens piangendo alla real giustizia,
Cos in quel tempo nacque uno scompiglio
Fra la morte, il terrore ed il periglio.

__ 9
18.

S'ud per tutta Italia un gran bisbiglio,


E P eco da ogni parte anco rimbomba.
Ed Ansuini con brutal cipiglio

Molti ne f passare nella tomba.


Pianse la madre, il padre e poscia il figlio.
E chi delle sue gesta ud la tromba,
E Menichetti gli fu sempre accanto
Sanguigno pi di lui di morte e pianto.
19.

La strage, e la rovina udienza io canto,


Che fecer i masnadieri nel novanta
Presso Cervetri che non dista tanto,
Distrusse una capanna tutta quanta.
Ventisette persone ebbero affranto,
Col fuoco e col pugnale, e colla tanta
Ferocia che egli avea salvossi un solo,
Fra le pene, 1' angosce, il pianto e il duolo.
20.

Ecco quanto mi disse un campagnolo.


Perch bruci quel luogo in tal maniera.
Giunse di notte tempo in quel bel suolo
Menichetti e Ansuin di primavera,
Chiam, buss alla porta, ed uno stuolo
Di cani si avvent come una fera.
E allora un di color chiam il Vergare,
Che gli chiese del cibo e del riparo.

10
21.

Rispose ad alta voce nn pecoraro :


Andate pure via ohe non ci niente
Che questa la capanna del Vaccaro !
Ma qui vien tutta ad albergar la gente...
Allora i due Banditi a parlar chiaro
Gli ruppero la porta ed il battente,
Poi penetraron dentro e tale eccidio,
Commisero color senza fastidio.
22.

E udite come fecer un' omicidio,


Quella gente irrequieta e senza pace.
Un pi bel giovinetto a nome Egidio,
Lo gett vivo sulP ardente brace...
Tante Serpi, e Dragon, non canta Ovidio,
Non come color la belva audace.
Che dopo il pasto gli finisce l'ira,
Ma il ladro sempre a nuova preda aspira.
23.

Tanti n' han presi dei signori in mira,


Depredando nell' Umbria e la Toscana,
E in Ioma qualcheduno ancor sospira

Che di sangue versonne una fiumana.


Presso Viterbo alz pi d'ima pira :
Che spaventonne ogni persona umana,
Pria tolse vita a Leandri, e a Signorelli
Tutto il corpo ridotto avea in brandelli.

11
24.

Molti ne han massacrati, brutti e belli


Peggio di Grasperoni e di Fontana,

Di estorcere il denaro ai poverelli,


Era cosa per lor facile e piana.
Per coi gran Signori eran pi felli,
Quasi eh' essi non fosser carne umana.
Bench implorasser col perdono aita,
Non gli lasciavan salvi della vita.
25.

Tutta l'Italia intera hanno stupita,


Perch non vi pi luogo a star sicuro,
Per cotesta gentaccia invelenita
Che penetra in qualsiasi abituro.
Cos ogni Corte fu s risentita,
E la Giustizia f sonar il tamburo,
Per tutto quanto l'Italo stivale,
Per poter far oessar cotanto male.
26.

Menichetti o Ansuini tenner in non cale,


Allor che inteser la fatai novella,
Anzi pi che mai fecer del male,
E udite si che f la stirpe fella.
Giunser di notte tempo in un casale,
E armati di fucile e rivoltella,
Chiesero albergo, e vi cerc il padrone
Presso il contado di Montefiascone.

12

27.

L trovaro la figlia ed il garzone,


Giovane onesta e di virtude bella
Con lor vi fece cena e colazione,
Poscia portaron via quella donzella,
Si figuri il dolore, e la passione
Che prov quella vaga verginella,
G' infami, la stupraron e fu s indegna
,
L' opra nefanda, che la rese pregna.
28.

Allora Astra che per giustizia regna,


Li pose a testa una superba taglia.
Chi vivi o morti a prenderli s'impegna

Cos dicea : avran mancia e medaglia.

E un sol fu preso: e l'altro ancor s'ingegna


A depredar, com' usa la canaglia :
Or 1' altro udite come fu arrestato,
Dopo un tre anni eh' ebbe scorazzato.
29.
Menichetti coli' altro, accompagnato,
Giunsero il suol di Latra a passeggiare.
E in quel bel luogo v' ebbero sostato,
Diversi giorni a bevere e mangiare,
San Magno, quel gran bosco era chiamato
E del signor Brenciaglia era queir are
Dove alberg que' lupi ivi affamati.
Per aumentare i sozzi suoi reati.

13
30.

Di fucile, revolver, e stocchi armati

Sotto il nome di finti cacciatori,


In pi luoghi remoti ed isolati,
Pacean dimora que' maligni cuori.
S furon dalle voci divulgati
E alla Tenenza giunsero i rumori.
Che nella selva di San Magno detta,
Si nascondeva quella brutta setta.

31.
Il tenente cost mand staffetta,
Avvisando di Latra la stazione,
Di portarsi col co' passi in fretta
Per poter rintracciar quelle persone,
Il bravo Brigadier subito letta
Quella notizia di Montefiascone,
Corse alla selva, e nell' aperto piano,
Trov nella tenuta il buon Guardiano.
32.

Si salutaro e presi per la mano,


Subito cominciollo a interrogare,
Se nella selva l poco lontano,
Due ignoti cacciator ci dovea stare;
I Banditi s' accorsero del piano
Che il visto ancora gli facea firmare
Mentre la guardia discorrea innocente
Gli disse : Anch' oggi non ho visto niente.

14
33.

In quel frattempo due gran colpi sente


Di fucil contro lui, e grid : Aiuto !...
Retroced la forza, e al fuoco ardente
Vide cader di sella 1' uomo astuto,
E 1' Arma, disse : Ti sei fatto niente f
No,
rispose
il
risoluto,
campestre

E gli disse : Sta l... quel traditore


Che si finge da ignoto cacciatore.
34.

Armossi il Brigadier pien di furore


E s'intern coli' altro alla foresta
Poi disse, agli altri due senza timore
D'imbroccar della selva 1' altra testa,
Anche la guardia piena di rancore
In compagnia de' militi fu presta,
La selva vi percorse alacremente,
Per poter rintracciar quell' aspra gente.
35.

L'accorto Brigadiere uomo valente


Poco lungi da lui sent un rumore,
Vide il bandito, e lo appunt repente
Ma giunse un colpo, e gli trafisse il cuore,
Cos che il brigadier mor gemente
Era la doglia, lo spasimo e il dolore.
E un' altro colpo, al militar, pi san,
Gli ruppe canna e cassa, nella mano.

36.

Ma quegli pronto pi che Marte al piano


Prese il fucil del suo compagno morto,
E con un core invincibile e sovrano,

Volle vendetta dell' infame torto !


Rimbombava la selva di San Mano,
E l'uno, e 1'altro guerreggiava accorto,
Quando ad un tratto venne un ladro meno,
E cadde come morto sul terreno.
37.

Allora 1' Ansuin di rabbia pieno,


Appena vide in terra il suo gemello
Precipit nel bosco in un baleno
Lasci la sfida, e qual malvagio uccello.
Spar repente, e con rancore in seno,
Url e fugg lasciandovi il cappello,
E il milite pi forte e coraggioso,
Piomb sovra a quel mostro favoloso.
38.

Sei
quel
cacciator
pericoloso
tu

Pieno di tanta rabbia e di veleno ?


Gli disse il militar franco e sdegnoso,
E quegli non rispose, e sol dal seno
Trasse uno stocco e in atto minaccioso
Vibr verso di lui, ma al fatto osceno ;
L' ardito militar, lo stocco arresta
Col calcio del fucil lo colse in testa.

16

39.

Papi manifesta,
Che fu presente nella rea occasione

Cos Giuseppe

Come Guardiano di quella foresta,


Che del signor Breneiaglia fu garzone,
Anch' egli vi pass 1' ora funesta,
E se salvo ne fu, combinazione.
Fu il caso, o qualche spirto sovrumano
Ohe non tolse la vita a quel Guardiano.
40.

Ritorno a quel Bandito disumano


Che mezzo morto vi giacea per terra,
E lo stocco da lui poco lontano
Caduto pria per la gran forte guerra.
Poscia che ritorn nel senso umano
Legato fu per ben da quella serra
Di militi, e a parlar gli fu concesso,

Disse : Son cacciator senza permesso.


41.

pi
fesso.
Adunque
farai
il
fermo
non
e
:

Gli disse il prode militar d' onore,


T' abbiam noi conosciuto all' atto istesso,
Che tu sei un malvivente traditore...
Mira l, quell' orribile successo
Che al Brigadiere gli bruciasti il cuore
S' eri un cacciator com' io m'intendo,
Non commettevi un fatto s tremendo.

.-.

17 .
42.

Cos la forza il port via dicendo !


ormai,
bestia
pi
Quietati
sonora,

E da quel posto s spietato e orrendo


Lo condussero a Latera in men d'un ora
Legato e messo in carcere tremendo,
Ossia in sicura e pessima dimora.
Lo cominci pian piano a esaminare
Finch venne il BUO nome a denunciare.
43.

Cos disse all' uno e 1' altro militare,


Io son quel Menichetti sciagurato
Che la mala intenzion volle guidare

Questa mia vita nel maligno stato,


Per non potere al mondo sopportare
I mali incontri che mi son trovato.
Cos malnato a voi mi son ridutto,
In questo stato scellerato e brutto.
44.

L' occhio del militar divenne asciutto,

Udito il nome di quel malfattore,


Che pria ei il volto ricopila di lutto,
Per F angoscia del morto superiore,
Pianser 1' estinto, e si fissaro al frutto...
Una pena, e un contento prov il cuore.
E qual se perdi un soldo, e trovi un franco,
Della perdita tua non ti fai bianco.

'-_ 18

'

45.
Non vi voglio lasciar le cose in bianco.
Ritorno dall' ucciso Brigadiere
' Che in terra lo raccolse il popol franco,
E fu portato entro Latera a piacere.
Poscia la Commission vi giunse anco
Per far 1' autopsia e il lr dovere
Poi and dal Menichetti incatenato,
Che fu poi nuovamente esaminato.
46.
Con molta forza vi fu trasportato
Nella Casa di Pena di Viterbo,
E in una oscura cella collocato.
Dove si serra ogni animo superbo.
Delle ferite sue fu medicato,
Non cur alcun dolore quel core acerbo,
Ei in pochi giorni vi ebbe guarigione,
Quindi divenne sano a perfezione.
47.

Fu fatto il processo a quel fellone,


De' suoi tremendi e pessimi reati,
Il diciassette Dicembre le persone
Eran tutti in Viterbo agglomerati.
Il reo rinchiuso dentro in un gabbione,
Confess chiaramente i suoi peccati.
La Corte poi gli lesse la Sentenza,
E a vita il condann benigna udienza.

,.

' 19

48.

Pi dieci anni di cella in penitenza,


E sempre nelP Ergastolo in catenas
E ognun far l'esame di coscenza
Se soffre, o no, la meritata pena,
E all' almo Lettor, chiedo licenza
Or dando fine a questa brutta scena,
E lascio a tutti quanti una memoria
Di questa triste e sanguinosa storia.

ITINE,

CAROLINA INVEMIZIO
Ohi legge i romanzi storici-sociali di questa celebre
Scrittrice, ormai notissima in tutto il mondo, rimane sor-

preso per la viva narrazione dello scene, la variet degli episodi eminentemente drammatici, che s'intrecciano
in modo da non mai scemare l'attenzione, la curiosit,
l'interesse ardente dei lettori.
Carolina Invernizio diverte la mente, commuove il
cuore; strappa il pianto dal ciglio.
Scrive bene e con chiarezza. La facilit del linguaggio, la semplicit delle frasi, rimangono talmente impressi, che ognuno costretto a convenire che l'esimia
Scrittrice fra le prime d'Italia.
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Viale Militare, Firenze.

LIBRETTINI DI STORIE ASTICHE E MODERNE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia all'editore Adriano Salani - Firenze.
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Pia de' Tolomei.


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6. Giacomo Rusponi,assassino.
7. Storia di Federigo Bobini.
8. Flavia, imperatrice.
9. 1 due Sorgenti.

10. Aida, la schiava.


11. La trappola delle donne.
12. Lo Spedale de'Rovinati.
13. Storia di Marziale.
14. Avvertimento ai giovani,
15.
16.
17.
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elle prendono moglie.

Storia, di Baruccab.

Marietta cortigiana.
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Storia d'Angiola crudele.
Rammentati i baci ebe mi
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21. Lo Scheletro vivente.
22. Storia di Sansone.
23. Storia di Genoveffa.
24. Tcresina e Paolino.
25. Il conte Ugolino.
26. Giuditta e Oloferne.
27. I sette Dormienti.
28. Affetti d'amore.
29. Storia di Leonzio.
30. Ardor d'amore.
31. Chiarina e 'l'amante.
32. Storia di Lazzarino.
33. Storia di Mastrilli.
34.. Storia di Carlo Bertoni.
35. Storia di Pierina.
36. L'Oste assassino.
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38. Stellante e Costantina.
39. Il valoroso Leonilde
40. Cav. Bosco, prestigiatore.
41. Costantino e Buonafede.
-42. Storia d'Ortensia e Caterina.
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46. Francesca da Rimini.
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50. Il brigante Gasperoni.
51. Storia de' cinque Ladri.
52. Sposalizio Sandra-Geppoue.
53. Le 99 Malizie delle donne.
54. Storia di Beatrice Cenci.
55. Federigo e Margherita.
56. Cristoforo Colombo.
57. Ginevra degli Almieri.
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Contadino.
63. La Creazione del Mondo.
64. La Sposa del Marinaio.
65. Contrasto fra un Gobbo e
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68. 11 Trovatore.
69. Gosto e Mea,
70. Le sofferenze del carcerato.
71. Strambottoli.
72. Storia del Giocatore.
73. L'Usignolo.
74. Chi prendo moglie e non sa
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75. 11 linguaggio d'amore.
76. Il brigante Biscariuo.
77. Storia del serpente che uccise 23 bambini.
77. Contrasto fra cittadino e
contadino.
v8. I pettegolezzi delle ciane.
fra suocera e
SO. Contrasto
nuora.
81. Contrasto fra nobile e contadina.
82. La Morte e il vecchio avaro.
44.
45.

LIBRETTINI DI STORIE ANTICHE E MODERNE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-var/lia all' editore Adriano Salani - Firenze.
83. Yzj e virt delle donne.
125. Florindo e Chiarasteila. ',
84. Fatto di due tedeschi che 126. Il contadino e il ciuco.
uccisero una fanciulla.
127. Contrasto fra un Giocatore
85. Federigo il giocatore.
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Ansuini e Menicnetti.
Storia del Fico.
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96. "11 Vecchio e la sposa.
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la sua fidanzata.
98. Non mi dir di no!
99. Il feroce brigante Crocco.
100. Storia di Fra Formicola.
101. La battaglia d'Adua.
102. Il Giovane pescatore.
103. Vita di Garibaldi.
104. Dottrina di Garibaldi.
105. Orfeo della dolce lira.
106. Contrasto fra due mariti.
107. Storia di Nerone.
108. La crudelt d'amore.
109. Giuochi di sala.
110. La sfida di Barletta.
111. Il soldato italiano in A fri ca.
112. La Anta ammalata.
113. Il brigante Sciarra.
114. Contrasto fra Venezia e
Napoli.
115. Dottrina degli innamorati.
.116. Lo sposalzio dei gatti.
117. Mamma, Cecco mi tocca !
118. Martino con 18 damo.
119. Non trovo moglie?
120. 11 silenzio della notte.
121. La bella. Rosina.
122. Gianllore e Filomena.
123. Storia, della regina Stella.
124. Guida degli amanti.
86.
87.
88.
89.
90.
91.
92.
93.
94.
95.

128. San Giovanni Boccadoro.


129. Il figliuol prodigo.
130. Contrasto fra la Morte e

un Guerriero.
131. La ritirata.
132. Morte di due amanti.
133. L'invenzione del telegrafo.
134. Una madre che gett in
forno sua figlia.
135. Burlette d'Arlecchino.
136. Le statue degli Ufizi.
137. La cena delle Talpe.
138. Contrasto fra un priore' e
un mereiaio.
139. Contrasto framadro e figlia.
140. L'amore segreto.
141. La mandolinata.
142. Stefano Felloni.
143. Marco, l'asino sapiente.
141. Proverbi italiani.
145. La ragazza infanticida.
146. Storia di Luca Cava.
147. Storia d' una Ragazza.
148. Paolo e Virginia.
149. Vieni Ninetta.
150. Poesie per Bambini.
151. 11 brigante Marengo.
152. il brigante Ghino di Tacco..
153. 11 brigante Cirindello.
154. Fucilazione di Misdea.
155. Storia dell'Inglesina.
156. La Madre veneziana.
157. 150 Stornelli d'amore.
158. Un figlio che uccide la sorella e i genitori.
159. Storia di cimine ladri.
160. li Conte di Moutecristo.
161. La vendemmia.
162. Storia di Liombruno.
163. Le bellezze di Laurina..
161. Stornelli sulla gelosia.
165. Storia del prete e le serve.

LIBRETTINI DI STORIE ANTICHE E MODERNE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia, all' editore Adriano Salani r Firenze.
206. Nannella mia, rinfrescami.
166. La sfortuna in amore.

207. Stornelli amorosi.


167. Il Parroco e Carolina.
208. La moglie gelosa.
168. La risposta d'amore.
209. La camicia rossa.
169. Il lamento degli artisti.
210. Giuseppe Ebreo.
170. Storia de' Calzolari.
211. Contrasto fra priore e con171. Rispetti d'amore.
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172. Metodo per viver bene.
212. Contrasto fra poeta e con173. Combattimento in Africa.
tadino.
174. L'Amante perduta.
175. Ragazzauecisadall'amante. 213. Il delitto di don Poldo.
214. Le tre donne assassinate.
176. Il bello Niccoli!.
215. I 23 bambini avvelenati.
177. Il prigioniero in Africa.
216. Il prete di Cremona.
178. La Chitarra.
217. L'umor allegro de'giovani.
179. I 166 difetti delle donne.
218. Battaglia di Abba-Carima.
180. Contrasto fra marito e
moglie.
219. Cardinale, prete e serva.
181. Cento peccati delle donne. 220. Storia di Senso.
221. Le ragazze abbandonate.
182. Storia della regina Uliva.
222. Assassinio di suor Maria.
183. L'amore d'inverno.
184. LaMonachellainnarnoratn. 223. L'arte di Michelaccio.
185. L'assassinio d'una ragazza. 224. Contrasto fra Mariaunina
186. Lo sgombero dell'inferno.
e Meneghino.
187. 11 marito che vuol campare 225. Contrasto fra una ragazza

alle spalle della moglie.


188. I difetti dei mariti.
189. Orribile fatto di sangue.
190. Tirati in l, non mi toccar!
191. Lo zio assassino.
192. La monachella scontenta.
193. Storia di una ragazza.
194. Contrasto fra giovanotto
ed ammogliato.
195. Misfatto di Monterotondo.
196. I maccheroni di Napoli.
197. La Marsigliese.
198. La moglie infedele.
199. Sento HI core un non so che ?
200. La madre snaturata.
201. Storia di una ragazza ohe
ha cambiato 36 amanti.
202. Contrasto fra Romana e
Fiorentina.
203. Marietta non trova marito.
204. La ragazza salvata.
205. Contrasto di una madre povera con la figliuola.

onesta e una disonesta.


226. Il solletico delle donne.
227. Il vecchio e le 10 mogli.
228. Crudelt d'una ragazza.
229. Il matrimonio.
230. Inno di Garibaldi.
231. Passaporto della Leggiera.
232. Il brigante Fioravanti.
233. Maria Nambrini.
234. Rammentati di me.
235. Mi. guardi e ridi?...
236. L'Uccello.
237.12 avvertimenti della madre
alla figlia che va a marito.
238. L'Arrotino.
239. Serenata amorosa.
240. Contrasto fra un marito
geloso e uno contento.
241. Il Cavalier tiranno.
242. Orribile dramma d'amore.
243. Contrasto tra Rosina e Teresina.
244. I baci innamorati.

LIBRETTINI DI STORIE ANTICHE E MODERNE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia all' editore Adriano Satani - Firenze.

L'Asino di Ripone.
246. Il brigante Marrone.
247. La tradita dall'amante.
248. Le donne chiacchierone.
249. La Moglie assassina.
245.

L'amor tradito e trionfante.


251. Contrasto fra padrone, fattore e contadino.
252. 11 chierico.
253. Le donne gingillone.
254. Un giovine innamorato.
255. Consigli di Guidone.
256. Storia d'un marito.,
527. Il Creatore e il suo mondo.
258. Separazione di due amanti.
259. Allacciati alla finestra.
260. La tragedia d'amore.
261. La fine del mondo.
262. Costantino innamorato.
263. La pazza, la briaca e la
bacchettona.
264. I desideri d'amore.
265. La scala d'amore.
266. La giovane in monastero.
267. 11 nipote che sogna il nonno.
268. S. Piero che giudica.
269. Testamento diBarbariccia.
270. Lo zio che uccide la nipote.
271. Antonio Montelatici.
272. I mariti becchi contenti.
273. Avvertimenti di un padre.
274. La malizia delle donne.
275. Elisabetta Galigaris.
276. Padre Ugo Bassi.
277. Storia delle 24 ragazze.
278. Storia di Franeeschino.
279. La vita del soldato.
280.-Nanni e la miseria.
281. Le otto allegrezze.
282. Vantaggi della scelta d'una
buona moglie.
283. Il sogno d'amore.
284. Battista e Giuseppino.
285. La vendetta di un suocero.
286. Battaglia fra cani e gatti.
287. Domenico Tiburzi.

250.

Il Kri-hri delle donne.


Contrasto fra il signor Camillo e Fra Torello.
290. Si stava meglio quando si
stava peggio!
291. Le donne in camicia.
292. Giuseppe Martiuati.
293. Fatto orrendo in Macerata.
294. Giulietta e Romeo.
295. Amori di Paris e Vienna.
296. Gli esiliati in Siberia.
297. Rinaldo appassionato.
298 Antonio Schiavoue.
299. I Reali di Francia.
300. Pianeta della Fortuna.
301. Vuoi esser mia sposa?
302. Dichiarazione d'amore.
303. Marianna va in campagna.
304. Morto 1' amor mio.
305. La bella Carlotta.
306. Addio, mia bella, addio.
307. Serenata dell'innamorato.
308. L'estremo bacio.
309. Un bacio e poi pi.
310. Vieni, fuggiamo insieme!
311. Addio del soldato italiano.
312. Bellina come te.
313. Addio del coscritto.
314. Ciao, ciao, ciao.
315. La bella Lena.
316. La donna perduta.
317. Vorrei morir.
318. Confessione di un giovane.
319. Lascia ch'io t'ami.
320. Vieni fra le mie braccia.
321. La giardiniera di Trento.
322. 11 terrazzo d'amore.
323. Serenata di un amante.
324. Non date retta agli uomini.
325. l' levate a' Camisella.
326. Santa Lucia.
327. Contrasto fra serva e cuoco.
328. Il caro bacio amoroso.
329. Gli amanti sorpresi.
330. Amore in musica.
331. Il Marinaro e la sua bella.
288.
289.

STORIA

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO BALANI

1887

STORIA

DELL' IMPERATORE SUPERBO

Al tuo aiuto ricorro, gran Signore,


Ed alla Madre tua, umile ancella,
Cli mi conceda tal grazia e favore,
Conduca in porto la mia navicella; "
Acci umil faccia ogni superbo coro?
Se la superbia fu di Dio rubella,
Di cui sovente pur ne mostra i segni
1

Per umiliarci, e farci del ciel degni.

Ogni superbo lasci ormai lo stile,


Che la superbia a Dio sempre dispiace;
E felice colui, che sempre umile,
Esaltato sar da eterna pace !
Ma chi superbo, Iddio lo far vile.
Vuo' narrarvi un esempio assai vivace,
11 qual, leggendo, un giorno ebbi trovalo
Nel bel Prato fiorito registralo.
1

"'.'

8 Leggesi di un superbo Imperatore,


Ricco, potente di regno e di slato,
Che s tristo pensava nel suo core,
Che contro il cielo avrebbe contrastato.
Pensando sopra lui non sia signore,
Non conoscendo quel che Dio gli ha dato,
Credea che pi di lui nessun potesse,
E sembra che anche Dio ei non temesse.
*

Ma Iddio, risolto di farlo umiliare,

E porrg un freno all' empio core ardito,


Fece che un giorno andasse egli a cacciare
E da un gran caldo ne fosse assalito":
A un bagno fresco si and a rinfrescare,
Qual era in una selva di quel silo ;
E disse a' servi avessero aspettato
Fuor della selva, in sin che sia tornato.

Nudo dentro dell' acqua sollazzando


Mentre stava il superbo Imperatore,
L' Angiol di Dio sua forma vien pigliando,
Che cos volle il supremo Signore;
Si messe il vestimento venerando
Di lui, e poscia 1' Angelo usc fuore,
E i servi suoi, quando quello vederono,
Che sia l'Impcralor tulli crederono.
6

'

E disse: Ognuno a cavai sia montai.


Ognuno lo credoa l'Imperatore;
Verso la gran citt se ne fu andato
Con tulta quella gente di valore.

L'Impcrator, che nudo era restato,


Cerca i suoi panni, e grida con furore:
0
mie
le
vesti?
Or
che diavolo questo?

Venite qua, miei servi, fate presto!...

Non vedo alcun,


E di tal l'alto non
S'io v alla terra
Ed io non so quel
7

volgendosi dintorno
sa che pensare;
sar grande scorno,
che mi debbo fare.

6 -
Schernito son dai servi in questo giorno ;
Ma, giuro al ciel, gliela vuo' far pagare!
E cos nudo si parila il meschino.
In una villa arriv l vicino.
A casa giunto di un suo capitano
Balle alla porla, e viene un servitore;
Al quale disse con parlare umano:
perch
Aprimi,
l'Imperatore
!...
son

Il servo rise, e poi a mano a mano


Se ne and presto a dire al suo signore:
a basso un uomo, che pazzo mi pare

E dice che con voi vorra parlare !


8

II capitano allor. per veder questo,


La scala scende, e cos gli parlava:
?... E quello presto :
vuoi
Dimmi
tu
cosa

lo son l'Imperatore, or non ti aggrava


Di darmi 1' occorrente, ond' io mi veslo !
3

Il capitano allor lo riguardava:


E disse: Certo, per la fede mia,
Ora ti guarir della pazza !...
Poich tu dici esser i' Imperatore,
Io non ti voglio innanzi lui menare,
Che morir li farebbe con dolore;
Ma di mia man ti voglio gasligare.
10

1
;

Egli rispose: Sono il tuo signore!


Quello stizzito, lo fece pigliare,
E ballere Io fece eoa gran pena,
Che il sangue scaturiva da ogni vena.
.

Per cinque giorni lo tenne prigione,


Poco dandogli bere e da mangiare
Levar lo fece poi per compassione,
E una veste stracciala gli f' dare.
Piangendo ei disse: E per quale cagione
Io mi vedo da tutti disprezzare?
Io son 1' imperator eh' ero slimalo,
Ed or vengo da tutti disprezzato !
11

ingrata sorte, empia fortuna ria,


Come comporti che sia qui venuto ?
Dov' mia gente ? Dov' la signoria ?
Or da nessun non son pi conosciuto.
Meglio che vada nella citt mia
Dalla mia donna, e se mi avr veduto,
Conoscer che sono il suo signore :
12

Gastigher chi mi f' disonore !


Verso la gran citt poi se n' andava:
Giunse al palazzo e vi fu dentro entrato.
Le guardie, coni' usanza, ci trovava:
Io
P .[indoratore!., ebbe parlato.
son

18

L' angelo, che di l lo rimirava,


\Disse : Chi questo pover disgraziato ?
Cos stracciato par che pazzo sia ;
Fallo venire alla presenza mia!

Quando nella gran sala egli arrivava


Alcuni cani, che avvezzati aveva,
Che in ogni tempo egli accarezzava,
Ognuno irato incontro gli correva,
Di morderlo ciascun lo minacciava;
Ma 1' Angelo di Dio Io difendeva.
Da' propri figli, ai qual portava amore,
Che non sia conosciuto ha gran dolore.
*

:
,
Che vai tu cercando!
16 L' Angelo disse :

E lui rispose: Altissimo Signore,


A te m' d' uopo di venir narrando
Che fui di questo Slato'Imperatore.
Un giorno co' miei servi a cacci andando,
Io fui assalito da un grande calore ;
Dentro di un fresco bagno me ne andai,
N panni, n miei serv pi trovai!..
.

V Angelo, fatti suoi baron chiamare,


Disse: Vi par che questo sia il Signore?
L'Imperatrice fece dimandare,
Disse: - Chi di aoi l'Imperatore?
16

All' ngel si volt senza lardare,


-Disse: Voi siete, signor di valore.
LMmperator rispose: Ohim! che cosa,
Neppur mi riconosce la mia sposa!

Di-questo

Angel si mostr adirato,


Disse, fingendo esser 1' Imperatore :
Quando mai fosti tu padron di Slato
E sposa avesti mai di tanl' onore?
Dipoi comanda che sia bastonato :
vedr se tu sei il Signore !
Or si
E tosto crudelmente fu picchialo,
Che tutto il corpo gli rest piagato.
17

1'

Poi fatto questo, il bando gli f', dar


Che non ardisca, a pena della vita,
In questo regno mai pi ritornare.
Cos piangendo, il meschin f' partila,
Fuori della citt se n' ebbe andare,
Dicendo : Mia grandezza, ove sei ila ?
Nessun mi riconosce, e ognun mi scaccia,
Chi mi picchia, mi beffa e mi minaccia !
18

onore che far mi soler.,


Le pompe e feste il mio rea! palagio ?
10

Dov'

1'

11 ,-..

Lo sberreitar quando ognun mi vedea,

L' ornata corte, il nobil baronaggio?


Cocchi, cavalli, che meco tenea;
.
La mia consorte?... Oim che amaro oltraggi
Ove son le delizie, giuochi e feste,
L' alto mio trono, 1' imperiai mia veste?

Straccio mi vedo, lacero e percosso,


Senz' albergo, n cibo da mangiare,
Franta la carne mia insino all'osso!
Oim meschino! che devo mai fare?
Eccomi qui condotto e pi non posso:
Morte, ti prego, voglimi pigliare !
Chi mi facea 1' amico, chi il fratello,
Or mi fan scorno, biasimo e flagello'!
50

Mentre si stava cos lamentando,


Si ricordava che v' era un Romito
Uomo benigno, saggio e venerando,
Che gli era amico ; verso lui fu ito.
.Giunse alla cella, di notte, bussando,
Quando il servo di Dio 1' ebbe sentito,
Disse:. Sia grazia del nostro Signore:'
Egli rispose: Son l'Impera (ore!
21

18
" Dalla finestra sua il capo fuore
_
Mise il Romito, e lo vide s strutto,
Disse :
Come ! sei tu 1' Imperatore,
Falso demonio, scellerato e bruito?
Ti giuro per Ges, mio Salvatore,
Che torni neh" inferno in pianto e lutto !
In virt di quel Cristo appassionato,
Parti di qui, demonio scellerato!...

"

Quando da lui si sente discacciare,


Disse: Questo mi avvien pel mio peccalo;
Poich veggio il mio corpo tribolare,
Non vuo' lo spirto mio vada dannato !

13

Disposto son volermi confessare,


Chieder perdono a Dio, Signor beato;
E son disposto di far penitenza.
Della crudele mia grave fallenza !

"E

nell'istante, senza pi tardare,

Umilmente si pose ginocchione;


Disse al Romito: Vi voglio pregare,
Per quel Ges che pat gran passione,
E sparse il sangue, per npi ricomprare!
Prego d' aprirmi e sentir mio sermone !
Quando il romito ud Ges chiamare,
La porta aporse, e lo f'dentro entrare.-.-

domandato:
?
Che
sei
dir
lacero
vuol
che
percosso
e

L' Imperatore ogni cosa ha narrato,


Talch il Romito a parlar si fu mosso :
Perch 1' orgoglio tuo resti umilialo,
Iddio li manda quesli mali addosso ?..
Una veste gli dona, e dice poi
Vanne, che conosciuto or sei da' tuoi.
26

Gli ebbe il santo Romito

26

Gli die il Romito la benedizione,

<

E disse: Or vanne senza resistenza,

Torna alla terra nella tua magione,

Ed abbi al sommo Dio gran riverenza!

14

LasciSvpur la superbia, che cagione


Che far tu devi tanta penitenza.
Quei chi si umilia ne viene esaltato,
E chi si esalta, per forza umiliato !...

"

Partissi dai Romito immantinente.


Giunse alla terra, e nel palazzo entrato,.
Riverito ora da tutta la gente,
E da' suoi servi era molto amato ;
Maravigliava ognun eh' era presente :
Quost'
rimperator
nostro pregialo!

E T altro Imperator nostro vedremo ;


In questo regno due signori avremo.
Mentre che slava ognun maravigliato,
L'Angelo in sala vedesi venire,
E seco avea 1' Imperatrice a lato,
Ed i baroni ancor fece venire,
E lor disse : Da voi sia ben guardato
Ed ognun veda ben di non fallire,
E dica schiettamente di buon cuore
Chi di noi gli il vero Imperatore !
28

2'

Risposer tutti quanti prestamente:


Non ci vediamo alcuna differenza I

15

Quei come voi grande certamente,


Ed ambo avete un' istessa presenza;
Perci noi siam confusi veramente,
Talch non si pu dar questa sentenza!
Verso l'Imperatrice volto poi,
L' Angelo disse-: Che ne dite voi?
Ella rispose: Solo i vestimenti
Ti fan conoscer per ii mio Sgnore,
Che se egli avesse panni eccellenti,
Direi che fosse quello Imperatore.
Che alla sembianza, a' moli, ed agli accenti
L' un come 1' altro, sembra di valore !
L' Angelo disse allor : Fratello mio,
Tu sei l'Imperatore, e non son io!
30

31

Io son del Cielo un Angelo mandato

Per moderar la tua mente superba,


Che nell' Inferno tu eri dannato,
A star laggi con quella gente acerba....
Perch 1' eterno Dio glorificalo
Di perdonare al peccator riserba;
Per mostralo ti ha questo suo sdegno
Perch li emendi, e sii del cielo degno !

16

L' Angelo sparve, e poi l'imperatore


(Rest tutto contento ed umilialo ;
Lodando sempre il superno Signore :
Vivendo come fa buon battezzato.
86

Or cos
Si vesta
Che chi
Finita

faccia ogni superbo cuore,


di umilt, lasci il peccato;

umil sar, entrer in gloria


al vostro onore quest' istoria !
FINE

Le sventure del Poeta


OTTAVE IMPROVVISATE

GIUSEPPE MORONI detto il Niccberi


(illetterato)

Canter, canter le gran vicende


Che il vero immaginar non noioso,
E la necessit che il poeta accende
E la miseria non d mai riposo ;
Che pi de' falchi ha 1' ugna lunghe e prende
La stanga brutta ma il caso curioso ;
Sventure, esperienza, in sua pianeta
Vi canter la vita del Poeta.
Rolla la poesia, arte segreta
0 che povero sia o benestante,
Principia in giovent a mente lieta
Come a usignolo infra le folte piante,

'.

18 "

Bramoso in societ, mangia, disseta,


E raddoppia le idee stravagante ;
Si appassiona all' ottave e fa sentiero
L' arte abbandona al primo suo pensiero.
....

E tra s dice: nder bene, io spero,


Perch la poesia bella e rara ;
Dante cant, cant Virgilio e Omero
A intrecciar versi e le virludi a gara,
Ma non pensando mai al giorno nero

Quando la brutta bestia si prepara;


Piano piano la viene, a noi si appressa,
Quest' ombra trasformarla in aria istessa.
La Vita del Poeta compromessa
Se quando canta non ha direzione
Glie come un fruito quando fa la messa
Difendesi da tutte le stagione.
Appena che il Poeta l si appressa
Ad una udienza di tante persone:
Se non porta rispetto e canta bene
Glie sottoposto a preparai' le rene.

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Altre sventure al Poeta gli avviene


L'ho riprovato anch'io, la cosa questa:
Di sette giorni due gli star bene,
Compreso il gioved e il d di festa;
Luned e Marted il corpo in pene
E 1' appetito il Venerd lo desta ;
E appena che alla mensa apparecchiato
Non importa a mangiar che sia pregato. '.

Osserva sempre quel che glie restato


Ossia lesso, bistecca oppur sia arrosto,
E abbaca bene che non sia guardato
E se la mette in tasca di nascosto;
Fa nelle tasche lutt' uno stufato,
Gli cala 1' unto come 1' uva a il mosto;
Perch prova, e ha provato i giorni strani
Fa per farsi un mangiar per l'indomani!
Gli assegnamenti suoi non son lontani;
Aspetta sempre di aver qualche invito,

Scodinzola la coda come i cani


E ha sempre addosso il solito vestito;

'

20

E sulla giubba qualche strappo e sbrani


Gli allunga il pelo e il viso spaurito;
Alla camicia strappalo ha il goletto,
Le scarpe rotte e sudicio il corpetto.

Le sventure di estale i've l'ho detto :


Ma v' l'inverno che non lontano ;
Mezzi non ha da ricoprirsi il petto
Non vi Poeta che abbia il pastrano,
Trema dai fondamenti fino al tetto
Per Ceppo, quando tira il tramontano ;
E batte i denti e-le ganasce a vuoto
Scuote pi la miseria del tremoto!...

Questa bestiaccia un dolfino a nuoto


Ci mette nella rete come il tonno,
Che tante volte anch' io il dente arroto
Perch era Poeta anche il mio nonno;
Mor senza denari e a corpo vuoto
La si messe a ruzzar, gli era tra il sonno
La te lo sbalord in tal maniera,
Tu un miracolo da Dio se foce sera.

''.
-:

'

'

n-

'..

'"'."^\/'

Lasci per testamento una carniera


E un paio di calzoni rattoppati,
Con una calza bianca e un' altra nera
Vi eran venti frinzelli rannestati;
Una camicia che non era intera
Senza goletto, come gii hanno i.frati;
Poi di nianlmo mi lasci, un cappello
Serva di gabbia per un filunguello.
-

lasci un par di scarpe di vitello


Una era rolla e 1' altra era sdrucita ;
Se per la strada camminava quello
E'si conlava i sassi con le dita;
Vi eran due buchi sotto il polpastrello
Quando piovea e' era l'entrata e uscita;
Poi di sopra vi entrava il caldo e il fresco
Le nocca fuora, come S. Francesco!
Mi

Anch' io ci sono entrato e non riesco.


Le vicende del nonno le riprovo,
Dal giorno in qua che canto- di bernesco
Non mi son fatto mai un vestito nuovo

22

Immagin col pensier, io penso e pesco


E in casa nostra si sta sempre al covo ;
Ringrazio gli ascoltanti e chiudo il tema
La miseria ai Poeti per sistema.

FINE.

L'ORFANA DEL GHETTO


ROMANZO STORICO SOCIALE
DI

CAROLINA-. INVERNIZIO

Come nella Bina e nel Bacio d'

una Morta,

la celebre Autrice ha infuso in questo nuovo


Romanzo tesori di sentimento e di passione in
mezzo all' intreccio dei fatti commoventi, strani,,
terribili, drammatici ; i quali si svolgono in parte
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di Firenze.

Il volume elegante di circa 800 pagine illustrato da disegni di Enrico Stazzanti, Vendesi al
prezzo di L. 2, 50 e si spedisce in tutta Italia,
franco di porto a chiunque ne faccia richiesta
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Ne sono gi pubblicati venti, cio :
V Addio del Giusti. - La morte, o mio tesoro. -

Inno diG-aribaldi. -"Vieni, -vieni alla barchette.


Sono Italiano. - Brezze leggiere scherzano. -Babbo
non vuole. - Inno di Mameli. - LontaSanta
nanza. - La rondinella d'Aspromonte.
maggio.
Lucia. - No, no, mio Signor. - Rosa di
"Vieni diletta. - Stella argentea. - morta. All'armi, all'armi. - Serenata fiorentina. - Biritullera. - Tirolese.
pubblica uno
Ogni settimana
se ne

nuovo.

QUESTIONI DA RISOLVERE
Questa raccolta formata di 12 Buste, quanti sono
i mesi dell'anno, e ciascuna busta contiene lb cartoline,
con disegni differenti l'uno dall' altro. Dietro ciascun disegno vi sono: Alfabeti e Bordure per ricamo Ricette per formare un buon pranzo alla Casalinga Giuochi
di Sala Giuochi di prestigio Segreti per tutti
Burle e Poesie umoristiche.
11 giuoco consiste nel trovare in ogni disegno la figura
nascosta.
La raccolta completadi 12 buste, si spediscefranca di
porto in tutta Italia per Lire Una. Ciascuna busta separata. Centesimi 10.

Dirigere Commissioni e Vaglia all' Editore Adriano


Salani, Firenze, per ricevere franco di porto in tutta Italia ci che viene ordinato.

/,

".;

'.

E DELLA

VECCHIA MATTABRUNA

sentir come furono mandati quattro figliuoli ad annegare e le fa posto


nel letto quattro cani, e dopo fu messa in prigione e condannata a morte per false accuse, e
come fosse liberata da' suoi figli dopo la morte
--V

Bove leggendo si

del Gigante.

FIRENZE
TlrOGBAFIA ADRIANO SATANI

Viale Militare.
1900.

STORIA DELLA REGINA STELLA

0 gloriosa Vergine Maria,


Che in questo mondo portasti dolore

tuo Figliuol, quando la geute ila


Sparse il suo Sangue con tanto furore;
Concedi grazia a questa mente mia
Dir di Orian, che fu re di Belfiore,
Di Mattabruua e la regina Stella,
E de' suoi figli, come il libro favella.
Col

Questa, regina Stella era nomata


Pi bella donna che mai fosse alcuna;
Dalla suocera sua fu molto odiata,
(La quale aveva nome Mattabruna),
Madre del Ee, malvagia ed insensata.
Notate ben quel eh' ebbe di fortuna,
Clic la Regina mai cosa facesse
In ben, che a Mattabruna le piacesse.

Di questa infame vecchia orgogliosa,

Tenendo

il suo figliuol la signora,

In guardia le lasci sempre ogni cosa


E come Madre ognor la riveda.
E la regina Stella graziosa
De' suoi orgogli forte ne tema;
Ed il credulo Re non s' avvedea
Del falso cuor che Mattabruna. avea.
S ben fingeva questa vecchia alpestra
Ohe nessun del suo orgoglio si accorgea;
Stando un giorno col Re alla finestra,
Vide una donna che due figli avea,
L'uno da manca, e l'altro da man destra;
E sulla piazza quella se n' andea

prendere per loro da mangiare,


Il Re la vide, e cominci a parlare.
A

Dicendo : 0 Dio, che tale e s gran dono


Hai fatto a questa donna tanto bene!
Ed io che Re di tutta Spagna sono,
Se un n' avessi saria fuor di pene :
Per tua misericordia, Signor buono,
Mostra le tue virt degne e serene;
Per tua somma possanza e buon consiglio
Dalla mia donna concedimi un figlio !

piacque alla Vergine pura,


La notte la Regina ingravidava
Di quattro figli, che piacque a natura,
Di che il Re in gran gioja si ritrovava.
Mattabrnna, che questo ponea cura,
Vide che Stella gi s' approssimava
All' ora e punto del suo partorire :
Tutte le dame allor fece partire.
Or, come

Con doloroso cuore partorendo

Questa regina Stella graziosa,


Intanto venne i figli suoi facendo :
Ora udirete, Signori, ogni cosa
Dal corpo della Madre quelli uscendo,
Ciascuno usc con grazia dilettosa;
Ed una catenella avean d' argento
Intorno al collo, fra le spalle e il mento,
Tre furo

i maschi, ed una fanciulletta,

la catenella avia ;
Avuta una tal grazia benedetta,
Mentre che seco addosso la tenia,
Son poteva morir di morte in fretta.
IJ primo che la Madre partorii!,
Aveva, per segnai, senza magagna,
Dopo del padre (!' esser re di Spagna,
E ciaschedun

6
E Mattabruna, piena di nequizia,
Quei quattro figli subito prcndoa :
Poi si part con perfetta malizia,
E un suo donzello chiamar si facea,

Senza pietade e con molta tristizia


Giunse il donzel, che Guido nome avea,
Dicendo : Dama, che t' in piacimento
Menolo a parte e gli disse il suo intento
Quando il mantello in dosso Guido avea,
Mattabruna i figliuol venne a pigliare
Ad uno ad uno, e sotto nascondea,
Dicendo a Guido : Va' dove ti pare !
Che gli annegasse sempre gli dicea.]
Allora Guido preso a sospirare,
Nel veder che d' Odano i proprj figli

Erano giunti a s tristi perigli.


Regina
Alta
dilettosa,
Stella

Tu non t' accorgi del tuo gran dannaggio


Tu sei inganuata di s cara cosa,
Che i figli tuoi riceveranno oltraggio !
Guido si parte allora e non si posa :
Vassene via con amaro coraggio;
E per la selva tanto camminava,
Che ad un fiume grandissimo arrivava,

Giunto eh' al fiume, nota grand'avviso !


Apre il mantel per volerli annegare ;
Fecer quei quattro figli allora un riso...
Guido li guarda, e comincia a pensare.
Sulla riva del fiume stava fiso:
Per gran pietade prese a lacrimare,
Dicendo : 0 Dio, pur questi son creati
Ad immagine sua, deh ! siau salvati.

riva del fiume li lascia,


E lor fa addosso il segno della croce,
Avvolti i,n quel mantel seuz'altra fascia;
E poi ritorna alla vecchia feroce,
l'ien di paura e pieno ci' ambascia.
15, giunto a lei, col suo parlar veloce
Le disse: Dama benigna e gradita,
E sulla

Di

quanto mi ordinasti, ti ho obbedita.

Mattabruna, che al malfar ben cala,


Crede che siano morti quei figlioli ;
lu una stalla and sotto una scala,
Da una veltra eh' avea quattro caguoli;
Tosto li tolse e ritornossi in saia,
Per metter la Regina in mortai duoli:
Co' cani in grembo in camera fu ita,
Per farla di dolore uscir di vita!
E

E quei cagnoli a lei la pose a lato,


Parlando torte con parole strane :

Donna
che
hai

tu
generato
Adulterio tu hai fatto con un cane!
Ti prometto, per 1' alto Re beato,
Che ti convien morir per le mie mane !
hi modo tale, e cos arrabbiata
Gridando, fuor di camera fu andata.
Dicendo :

Ivi era il Re con la sua Barona,


Che aspettava di sua Donna novella,
Questa malvagia vecchia se ne gi
Per metter fama ria addosso a" Stella;
Ed adirata, forte al Re dica;
Un grave fallo verso te ha fati,'ella;

Il Re rispose : Io vorrei pur saperlo ?


Mattabruna gli disse : Va' a vederlo!
Stella non s' era ancora risentita,
Per i dolor del parto che avea l'atto:
li Re credeva che di questa vita
questo tratto
Fosse passata Stella;
Di camera con duolo it' parlila,
E ai suoi Baroli si rivolt in tal' atto
Maravigliato disse: Io non ci credo,
Che vero sin, quel che con gli cecili vedo ?
;;.

Matlabrtina che con Stella, ha rabbia.


Presto rispose, e disse: Figliuol mio,
Da te non sono questi ingenerati:
Da lei procede questo fallo rio!
Il Re allor co' Baroni suoi pregiati
Alz le mani al Ciel, dicendo :
0 Dio !

Vedendo questo Mattabruna allora,


Consiglia il Re che la Regina mora.
E

Il Re con gran dolor le die parola


Che la Regina, fosse imprigionata;
E con grande dolor si strugge e scola.
E Mattabruna, forte corrucciata,
Alla camera, come uccel che vola,
Se ne and tutta quanta indiavolata:
Stella., sentendo allor eh' ella venia,
Grid piangendo : Ah, Vergine Maria !
E Mattabruna in camera n' entrava,
E con le sue donzelle in compagnia;
La bella Stella ne' ceppi pigliava,
Dandole calci, e pugni tuttavia

Fuori del letto, Stella strascinava:


t'oi : Falsa meretrice, le dicia :
Che al marito t'hai fatto fallo tanto!
E la Regina si struggeva in pianto.

10

I suoi figli volendo ricordare,


Mattabruna la bocca le serrava
Con le mani, n lasciala parlare

ributtava...
Orridamente la fe'imprigionare ;
E con ira a ciascun lei comandava,
Ohe la prigion non si dovesse aprire,
Sotto la pena di dover morire.

E sempre andando a lei la

Pane ed acqua le dava con sua mano.


Altra persona non andava a lei ;
Gran dolore ne aveva il re Oriano,
Che giorno e notte ne soffriva omei.
Ivi tutto Belfiore a ogni Cristiano,
Ol dispiaceva: ma pensando a lei
Temevano che Stella con sua grazia
Ne fosse stata al Re messa in disgrazia.
Torniamo a Snido che ha deliberato

fuggir via iu lontani paesi


Per i bei figli, che avea lasciato,
Clic a Mattabruna non eran palesi;
Aadoniie via, ch'egli mai fu trovato,
Fra s dicendo : Dio li abbia difesi,
Ohe dalle fiere non sian divorati...
Torniamo a' figli taato sventurati.
Di

li
V era un santo Romito che servia
Cristo benigno in quella selva folta;
E una cella divota Ini ne avia,
E ogni d fuori usciva una sol voltaSulla riva di quel fiume venia
Placido andando, l'occhio dritto volta,
E verso i bei figliuoli s' incontrava,
E assai maravigliato li guardava.
E guardandoli allor con fede pura,
Tosto li prese e venne via con quelli,
Dicendo.: 0 Maria Vergine seenni,

Questi figlino! son pure tanto belli?


E quando fiso tutti li alfignra,
Ravvisa ben che son tutti fratelli :
Vede le catenelle ed ogni cosa :
Vassene via con la mente giojosa.

giunto della cella sulla porta,


Ecco una cerva, bella ed allattata ;
E quella bestia dilettosa e accorta
Cristo benigno 1' avea li mandata;
11 Romito di questo si conforta,
E tosto con la man l'ebbe additata;
E questa cerva in terra si distese :
Di Dio la grazia il buon Romito intese.
Or

12
Le poppe in bocca, de' figliuoli pose :
Come la cerva per gran tenerezza,,

Lascia poppar le sue poppe graziose;


E quel Romito con molta allegrezza
Giva cogliendoli erbe deliziose :
Poi tornava alla cerva e con dolcezza
Davate da mangiare; e Dio ringrazia
Che quella cerva stava grassa,, e sazia.
E quella cerva s pulita e
Da quei figliuoli mai non si

netta
parila ;

Sempre stava, con lor nella celletta,


Ed il Romito ben la custodia.
Cos crescea la brigata diletta,
Tanto che ognun co'piedi se ne gi;
E le catene ancora lor crescevano,
Ohe i putti deliziosi addosso aveano.
E la Regina Stella di Belfiore,
Stando in prigion, con dolorosi lutti
Gridava giorno e notte con dolore :
I figli, i figli miei, chi m'ha distrutti

0 Ma Uabaina, per mio disonore


Me li togliesti, e destimi i can brutti!
So che son morii, lassa me, tapina !
Per tua man, Mattabruna, em^ia, ferina!

13

qui lasciamo Stella questa volta,


Diciamo de' figliuoli e del Romito.
Come la cerva la poppa a lor tolta,
Poich far grandi si part dal sito.
A spasso andava per la selva folta
Cristo benigno, eh' Signor gradito,
Per un Angelo spesso lor mandava
Del pan celeste che lo nutricava.
Or

quel servo di Dio con molta festa


Teneva quei figliuoli in una cella;
Menava or 1' uno or l'altro alla foresta.
Ma pur del primo l'istoria favella
Che aveva una tal forza manifesta,
Pi d' ogni altr'uomo che montasse in sella
Alla sua vista non vi fu Barone,
Che abbatter lo potesse dall' arcione.
E

Quale fu poi di grande nominanza;


E pi degli altri era forte ed astuto;
Ed il Romito, per maggior certanza,

il menava sempre per ajuto,


Gli altri lasciava in cella per usanza
A Dio benigno, fin eh' ei sia venuto :
In un bel prato ell'era questa, cella,.
Dove ci stava }a brigata bella,
Seco

14

V era

un gigante, nomato Trinciasse.

Che stava in quella selva a far la guardia;


Era ordin del Re che quivi stassc.
Che aveva forza rigida e gagliarda,

Pe' malandrin cacciare chi trovasse.


La selva ogni d cerca, ne mai tarda ;
E a Mattabruna servo era soggetto :
Ed era assai terrible d' aspetto.
Acci che i malandrini a creatura,
Non faccian danno ed alli viandanti,

Andava per la selva alla ventura.


Giunto alla cella, videsi davanti
Quei bei figliuoli ; verso lor pon cura
E vede i segni ch'i avean tutti quanti.
Trinciasse disse: Oh Dio! che bei bambini
Vedo in gran povert cos meschini ?
E li vedeva nudi senza panni;
Altro che alcu-ue pelli avevano indosso,
Disse il Gigante allora: In tali affanni
Son questi figli, che patir non posso.

Andarlo a dire al Re parea mill'auni ;


E a camminare tosto si fu mosso;
Pi presto va che un destrier corridore :
Tanto cammina, che giuuge a Belfiore.

15

La gente che vedea venir Trinciasse


Dicea : Novella arreca di lontano.
Non gi che quel Gigante si fermasse,
Ma a Palazzo ne and qtesto marrano ;
E credo che per tutto il Re cercasse,

Per averne da lui la buona mano ;


E trova Mattabruna viperina :
Con

riverenza la saluta, e inchina :

Ed ella disse: Tu sia il ben venuto

Or che novella arrechi tu vassallo ?


E lui rispose : Donna, ho qui veduto
-

La maggior nobil cosa, senza fallo:


Tre cari figliuolin che, senz' njnto,
In una selva son ; come cristallo,
Una catena hanno d' argento e d' oro,
Che al collo portali ciaschedun di loro.

Mattabruna assai allor si maraviglia,


Sentendo ricordar simil novella,
E sente che il suo cor cos bisbiglia :
figli
della
Stella
!
Questi
saranno

E cornandogli con ardite ciglia,


Che a nessun non ne dica mai favella:
selva
Vanne
alla
gli
troverai,
e,
se

La caten prendi, e poi gli ucciderai !

K;
Tosto lui and per quella selva folta,
Ch'ivi alla celia, presto pervenuto :

Sta la donzella in un mantello involta.


Tosto il Giganfe forte e nerboruto,
Coi due fratelli presto la risvolta.
Il fratello maggior con il Romito
E' se ir anclavan per In selva a spasso :
Guarda i figli '1 Gigante e dice : Ahi lasso
Uccidervi saria grande folla!
0 che empiet, s'io fo tal crudeltudo !
E poi, tra, se pensando, ancor dica :
faccio la sua volontadc,
Ma
se
non

Mattabruna me uccidere fara;


E, detto questo, senz' altra pietade,
Andonue verso la brigala bella :
Lor, per paura, si fuggir in cella.
Ma

il Gigante non fu tardo n lento:

Lor, non potendo la porta serrare,


Egli entr dentro con un tale intento
Per voler tutti di vita privare.
E le catene che erano ci' argento
Gli tolse, e lor non volle altro mal tare.
Fu tanta la piet eh' egli ebbe al cuora
Che uccider non li volle... ed usc fuore.

Vi

Poi torn dalla vecchia Maltabruna,,


Lasciando in duolo quei figliuoli in cella;
Perch rubata a lor gli avea ciascuna
Bella, ricca e preziosa catenella;
Pi presto va che saetta nissuna,
l'auto che giunse a Mattabruna fella.
Qnand' ella il vide, con carezze molte
Andogli intorno e le catene ha tolte :
Poi Mattabruna al figliuol se n' ita,
Diceudo : Al viso gran vergogna porti
Di questa cortigiana cos ardita,
Che pi di mille per lei son morti,

Ingiustamente privati di vita!


Or fa' figliuol, che questo non sopporti.
11 Re sente la Madre cos dire:
Morir,
avr
disse,
da morire !
se

Credendo fosse ver di quei cagnoli,


Acconsent che Stella alfin melisse,
Bench nel cor ne portasse gran duoli;
E Mattabruna parca che godisse.
Al Romito torniam che avea i figliuoli
Giunse alla cella, e parve che sentisse
Pianger quei figli con un gran rumore :
Corre l presto e seute gran stridore.

18

Trovolli in cella tutti paurosi,


In terra stando questi derelitti,
Disse il Romito : 0 figli dilettosi,
Perch il dolore v' ha cos trafitti ?
Poi non vedendo i seguali giojosi
Delle catene, disse : Or state zitti ;
Ditemi tost chi vi ha derubati?
AUor risposer tutti addolorati.
si vedesse mai,
grand'
Il
pi
che
uom

E gli colui che le catene s' ebbe;

Piangendo poi il maggior, con pene e guai,


Tanto ebbe a dire che il doloro crebbe,
Disse il Romito : S' ero qui giammai
Nessuno via portate non 1' avrebbe !
E certamente ben diceva il vero,
Bench fosse il Gigante ardito e fiero.

Il Romito si pose in orazione,


Dicendo: Dio che testi cielo e terra,
Acqua e fuoco e purauco le persone,
chi pace donasti, ed a chi guerra.,
A. chi ventura ed a chi perdizione;
Chi gran ricchezza, chi povert afferra:
Alcuno lo facesti disgraziato
Ed alcun altro molto avveistnrato.
A.

19

Tu, che ogni cosa, mio Signor, facesti,


Che questi figli tu mi desti in dono?
Cos ti prego che mi manifesti
Dove son nati, e di chi figli sono.
Una voce dal Ciel, con detti mesti,
Disse a quel Romito santo e buono :
Questi
figliuoli son del Re Oriano :

Odi che ti comanda il Dio Sovrano!

tu battezzi ciaschedun di loro


E poi mettiti in via e vanne a Corte !
Senza far posa, e senza far dimoro.
Ohe

Che Mattabruna ha messo alla morto


La madre loro con grande marloro.
Dio vuole che di, lei tu sia la sorte ;

Dissegli ancor come stava ogni cosa,,


Ed il Romito allora non ha posa.
L' Angel di Dio

1'

ajut a battezzare,

Ad uno ad uno se li pose il nome :


Tasso il primo si venne a nominare,
11

secondo Oriano, il terzo come

Uriau Fuiviano si venne a chiamare,


E la donzella si chiam Belpome ;
Poscia comand l'Angel del Signora,.
Ohe il cammino pigliasse per Bel fiore.

20

E comand che Tasso combattesse


Per iscampar la madre dalla morte,

Arditamente con chiunque volesse,


Che Dio lo scamper d' ogni ria sorte.
Vlto al Romito, poi cos gli espresse :
Farai
al
Re
le
tutte
accorte,
cose

Di Mattabruna come il fatto stava !


Il Romito con lor la via, pigliava.
S camminando

tutti andar via ratti

il santo Romito in compagnia,


Quali avessero avuti fieri assalti,
Tra lor vanno pensando per la via:
Giunti a Belfiore, fnora videi- tratti
Molti stendardi con la turba ria;
La qual menava la Regina a morte
Ed ardere nel fuoco per ria, sorte.
Con

Eravi il Re ed ancor Mattabruna


Con tutta quella gente di Belfiore;
E la Regina Stella pi che alcuna,
Piangendo andava con molto dolore.
Ed il Re, nel mirarla, in veste bruii;'.,
Pel gran dolore gli scoppiava il core:
Dov' era il fuoco lui ne fu presente,
E un savio venne a legger fortemente.

21

La sentenza del male eh' ella ha fatto,


Ed altri falli par che mescolasse;
Poi Mattabruna f' bandir tal patto:

a chi difender 1' animo bastasse,


Venisse in campo per trovarsi in atto
Col Gigante terribile Trindasse;
Fatto 1' aveva armar per sua temenza.
Per chi falsa tenesse la sentenza.
Che

era sordo o muto,


Presto si mosse col baston possente;
Tutta la gente che 1' ebbe veduto
Di lui maravigliossi fortemente,
Vedendol s animoso e risoluto
Con furia camminar tra quella gente :
Dietro andava il Romito, per vedere
La sua forza magnanima e il potere.
Ma Tasso, che non

Gli

altri fratelli stavan pi lontano-

Stella dicea: 0 Vergine Maria,


Io giammai non offesi il Re Oriano :
Deh! ricevi ora tu 1' anima mia!
Allora gli rispose quel villano
Di Trindasse, dicendo:
0 Donna ria,
Tu bruciata sarai dal fuoco ardente :
Allor Tasso usc fuori orribilmente.

22

ninti
Tu
per la gola

Bench grande tu sia e ben armato,


Io ti far mangiar quella parola..
Ed un colpo sull' elmo forte ha dato,
Che gli occhi fu ora della testa cola :
E dissegli

Ei cadde in terra morto, stramazzato


Per quel colpo terribile e possente,
Che stupir fece tutta quella gente.
F' il Re venir la madre l presente,
Oh' era crucciata pel gigante morto :
Di quella vecchia iniqua e fraudolente
F' il Romito conoscere il gran torto.
Allora ognuno eh' era l presente -

Cercava alla Regina dar conforto ;


E volevan che invece della Stella
Fosse bruciata Mattabrnna fella.

Allora il Re si fece meraviglia,


Sentendo i suoi figliuoli ricordare,
E con gran rabbia la sua spada piglia
Per morte alla sua madre voler dare.
Ma il Romito li presto quella piglia,
E Mattabruna f' di l levare :
La fe'porre in prigion con molta asprezza
E Stella sciolta fu con allegrezza.

23

Poi f' venir Bclpome sua sorella,


Che era in un Monaster, poco lontano;
11 Romito di Tasso al lor favella,
Mostrandolo d' ingegno sovrumano.
Quel secondo di tal nome si appella
Ohe come te si. chiama egli Orlano :
11 terzo Uriau Fulviano porta nome,
E la donzella si chiama Belpome.

Il Re sentendo il dolce suo parlare,


certamente;
Con grau gioja li venne ad abbracciale
Con la Regina insieme similmente.
Ma chi potrebbe le feste contare?
Per tenerezza piangea molla gente,
Le mani alzando al Ciel con voce pia,

E eh' erano suoi figli

Lodando Iddio e la Vergili Maria.


Torn il Romito poscia alla sua colla
E a Mattabruna, che in prigione stava;

Il

Re, insieme alla Regina Stella,

I suoi grandi misfatti perdonava.


Ma il Consiglio poi intesa la novella
Che Mattabruna libera restava,
La le'squartare... e bene gli conviene:
Che chi mal fa, non speri di aver bene,
"FINE.

Eiyieo Sienkiewioz

VERSIONE ITALIANA CON NOTE


DEL PROF. TITO ZUCCONI.

la grande novit letteraria del giorno.


La scena si svolge nell'antica Roma. Il racconto desta un grande interesse e diverte
immnsamente. In Italia ne sono state fatte
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pi elegante e la pi corretta.
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SALNI

FirenzeJ Viale Militare, 24

In un volume, legato

tela e oro Lire.2,&0.

Storia della vita amorosa


DI

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SALANI

Viale Militare
1903.

Storia di Pierina

Ascoltate tutti quanti,


La gran storia di Pierina,
Una bella ragazzina,
Di ricchezze in quantit.
Ella, essendo ricca e bella,
Dagli amanti era adorata,
E da tutti era stimata
La pi bella di citt.

L'eran morti padre

e madre,

Non aveva alcun fratello....


Questo gran visino bello
Facea tutti innamorar.

_
Il suo dolce

e bel sorriso

Produceva molti effetti,


Quasi tutti i giovinetti
La volevano.... sposar!
Finalmente la Pierina
Si promessa con Bastiano,
Giovinetto bello e sano,
E sincero nell' amor.
Questo buono e bel garzone
Fu per ben disgraziato ;
Crii tocc fare il soldato

E servir l'Imperator.
E Pierina, lacrimante,
Se lo prese per la mano,
E gli disse : Mio Bastiano
Guarda ben, non mi tradir
!

'

Sta, pur sempre a me fedele,


Glie fedele a te io sono :
Del mio cor ti faccio dono,
E con te, voglio morir.

Ed allora il buon soldato


E partito al reggimento ;
Ma Pierina in un momento
Pia cambiato d'opinion.

Ha fissato un altro amante,


Che si chiama Costantino,
Ed il giovili Bastianino

Ha lasciato in abbandon.
Allorquando il militare
Ha sentito un tal successo,
Si fa fare un buon permesso
Per andarla a ritrovar.

Ed appena giunto a casa


Ya Pierina a ritrovare ;
Poi la invita a passeggiare
E andar seco a desinai".

Ei le disse : Mia Pierina,


Dolce, caro bene amato,

Il mio core

innamorato,

Senza te viver non so !

'

Son venuto a casa apposta,


Perch voglio contentarti :
Ilo deciso di sposarti
0 con teco io morir
!

Ma Pierina prese a dire :


Yanne
al
destino
!
tuo
pure

Ilo promesso a Costantino,


E noi voglio pi lasciar.

7
__

Costantino il mio diletto,


Costantino il mio amoroso,
Oostantin sar mio sposo,
Costantino io voglio amar !

Bastianin, sentendo questo,


Non le fece pi parola;
Con un colpo di pistola,
Morta in terra la lasci.

Ed appena ei l'ebbe uccisa,


Tutto acceso di livore,
La sventr.... ne strapp il core
E con seco lo port.
Lo rinvolta indi in un cencio,
Camminando ad un macello,
Due bei cuori di vitello

Yenne allora a comperar.

Poi entr dentro all' osteria,


Chiese all'Oste una stanzetta:
Si f' dar la padelletta
Per poterli accomodar.
Quindi uscendo dall'Albergo,
Camminando un momentino,
E trovato Costantino :
Lo comincia a salutai 1.

E gli dice : Amico caro,


Yieni meco all' osteria ;
Mangeremo in allegria
Un gustoso desinar! -
Bastianino essendo a mensa,
Ne f' una proprio bella :
Prese un core di vitella
E lo mette al suo tondin.
Poscia il tristo Bastianino
Prese in man la forchettina,
Piglia il core di Pierina
E lo dona a Costantin.
Mentre mangia, Costantino
A lui disse in alto tuono :
Questo

buono,
tanto
core

Che di pi non si pu dar !

''

_:

io

-'-';-v

E Bastiano disse allora :


Mangia,
mangia,
anima
bella,

Mangia il cor d'una vitella....


Segui dunque tu a mangiar !
Ma allorquando questi amanti
Han finito il bel pranzetto,
Costantin, con gran diletto,
S comincia a ragionar:

Se
vuoi
venire
tu
a pranzo,

Io fo nozze con Pierina ;


Ho fissato, e domattina
Io la spero di sposar.

Bastianino in quell'istante
Gli parl senza paura,
E gli disse : Addirittura
La Pierina mia sar !

11

Se non credi che sia vero


Quel che io dico a voce,
Yieni al campo della Noce,

Cstantin, tutto arrabbiato,


Presto presto, s'incammina;
Ya nel campo da Pierina
Per poterle ragionar.

Giunto l, vide sua cara


Bell'e morta sul terreno....
Bai dolore ei venne meno
Ne pot pi respirar.

Poi mirando ancor costante,


Ei gli disse : Yien pur qua !
Guarda qui la nostra amante
Che
nel
ha?
non
corpo
cor
*

Prendi questa letterina,


Falla pure pubblicar
Perch il core di Pierina
L'hai mangiato a desinari...
E siccome questo core
Non voleva star con me,
A me venne il gran livore
Di portarlo a star con te._
Io

amava schiettamente,
Lei mi venne per tradir....
Se l'uccisi crudelmente,
Ancor'io devo morir!
1'

14

E se ho fatto mal s rio


E di giusta verit,
Ch'io ne paghi pure il fio
Della fatta iniquit.
Tir fuori una pistola
Ed un colpo si tir....
Sopra il corpo di Pierina
Bastianin se ne spir....

Poi Costante, in gran mestizia,


Se ne parte via di l,
Ed avvisa la Giustizia
Di s grande crudelt.
Una gran folla di gente
Corse l dal gran stupor,
Spaventati propriamente
Per il gran commesso error.

15

Costantin, dal gran dolore


E vissuto ancor tre d ;
Dalla gran passione del core
Anche lui se ne mor.
Qui finisco questa istoria
E non posso dir di pi.
Servir per gran memoria
Alla nostra giovent.

Io vi avviso, o giovinetti :
Quando siete per amar,
Dalla rabbia e dai dispetti
Non vi fate trasportar.
Che l'amore una passione
Che si lascia dominar ;
Ci conduce, all'occasione,
Anche al pessimo operar.

16-

E voi, figlie, tutte quante,


Io vi vengo ad avvertire :
La promessa al caro amante
Non dovete mai smentire !

FINE

IIv

LIBRO

DONNE:
DBIIB

LOEO USI E COSTUMI


DA

Fanciulle e da Maritate

E un libro di 250 pagine ; si vende


da tutti i Librai d'Italia e alla Tipografia Balani, Viale Militare, Firenze.

Cent. 75
Franco di porto )n tutta Italia.

Enrico Sienkiewicz
Autore dei

Quo vadis

ED ALTEI RACCONTI.

Si pu chiamare il Prologo del Quo vadis.


E un racconto dove tutta la poesia, tutta
la luminosit e la soavit della religione
di Cristo profuma dalle sue pagine. Splendidamente illustrato, seguito da alcuni
racconti, scelti fra i migliori dell'eminente

scrittore.
Si spedisco franco di porto, a chi invisr Cartolina-vaglia di Cent. 75 all'Editore ABBIANO
SAI.ANI

Firenze, Viale Militare.

Enrico Sienlriewicz

ROMANZO STORICO DEL TEMPO DI NERONE.

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(MOLINA INYEENIZIO
Ohi legge i romanzi storici-sociali di questa ce-

lebre Scrittrice, ormai notissima in tutto il mondo,


rimane sorpreso per la viva narrazione delle scene,
la variet degli episodi eminentemente drammatici, che s'intrecciano in modo da non mai scemare l'attenzione, la curiosit e l'interesse ardente
dei lettori.
Carolina Invernizio diverte la mente, commuove il cuore e strappa il pianto dal ciglio.
SONO PUBBLICATI I EOMAJTZI :
0,75 Anime di fango L. 1,50
Bacio infame
L.
.
.
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Birichina.
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Il delitto d'una
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0,75 Cuore di donna . 1,50
Il genio del malo 0,75 Cuore d'operaio . 1,50
Il paradiso di
I drammi dell' a1,50
Fiammetta . . 0,75
dultorio
I ladri dell'onore 1,50
Il segreto di un
bandito
0,75 n delitto della
Contessa
1,50
La lotta per l'amore
0,75 II figlio dell'anarLa peccatrice. . 0,75
chico
1,50
La bastarda . . 1,50
La vendetta d'una pazza. . . 0,75 La sepolta viva . 1,50
L'ultimo bacio 0,75 Le figlie della duNella rete
0,75
chessa
1,50
Vendetta di opeMariti birbanti . 1,50
raio
0,75 Rina, l'angelo del1,50
Il bacio d'una
le Alpi.
morta . . . . 1,00 Catena eterna. . 2,00
La maledetta
1,00 Dora, la figlia del
. .
Le vittime dell'al'assassino . . 2,00
more
1,00 Satanella, o la maParadiso e Inferno 1,00
no della morta. 2,00
Amori maledetti. 1,50 L'orfana del Ghetto 2,50

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Si trovano da tutti i Librai d'Italia e dall'Editore Adriano Salam


Viale Militare, Firenze.

Enrico Sienkiewi.cz
Autore del

Quo Vadis

ROMANZO

TRADUZIONE DEL PROF. TITO ZUCCONI.

Questo romanzo uno dei pi belli


del giorno, desta un grande interesse e
diverte moltissimo. La scena si svolge in
America.

Si spedisce franco di porto, a chi invier Car-

tolina-vaglia di Cent. 75 all'Editore ADRIANO


SALANI Firenze, Viale Militare.

Enrico Sienkiewicz.
Autore del

Quo vadis

VERSIONE ITALIANA

DEL PROF. TITO ZUCCONI.

un racconto eminentemente drammatico. il romanzo della giovinezza,


l'opera pi rosea per colore, pi fresca
per sentimento, pi gentile per affetti,
pi incantevole per grazia squisita che
abbia scritto il celebre romanziere polacco.
Si spedisce franco di porto, a chi invier Car-

tolina-vaglia di Cent. 75 all'Editore ADRIANO


SALANI Firenze, Viale Militare.

un bel volume di pagine 300,


con venti illustrazioni, rappresentanti
le principali scene della vita cinese.

Si spedisce franco di porto a domicilio, in


tutto il regno d'Italia a Chi mander una Cartolina Vaglia di LIRE UNA, diretta all'editore

Adriano Salani, Viale Militare, Firenze.

BOVE SI CONTIENE

Il suo sposalizio colla gnora LUNA La morie di Essa.

FIRENZE
TI l'OGRAFIA ADRIANO SALAN1

Viale Militare, 24
1889

SPOSALIZIO

DI BARUCCAB
Con la Gnor a LUNA
Seguito il IO Settembre, nell'epoca delle Capanne.

La gnora Luna
Qual figliuola
Del sior Cal,
Vuol maritarsi
Col sior Baruccab.
Li gnori Abraromi

Gliela vuol dari,


Per li capanni
S'ha a maritali;
E lui rispose:
Per vita mia la piglier.
La gnora Sara
Gli ha fatto fare

Forse gli mancher.


Ed io vi giuro,
Che tanto stacco

per le braghe
Del sior Isacco,
15 per la barba
15

Del suo Rabino

Baruccab.
Gi son passati
Li venti giorni
Che fatto fu,
Il grande scritto
In casa di Malach,
Lo sciarpal:
Nel quale il padre
Lo parrucchino,
Di Luna bella
Li gnori Abramo,
Promette e giura,
E Chimich,
Di dare a quella,
Baracco, ch' suo cugino Due mila pezze
Gli dona lo sottanino
Della moneta
Che poco o nulla
Che corre l.

E fu soscrillo
Dal gnore sposo
Di pr pria man ;

Mandando questa

Selle camicie
Di tela fin;
Quadro mutande,
Due Testimoni
Sei fazzoletti
A questo effetto
Di mossolin;
Chiamali l,
Sansone con Mordacai Lo sposo
Mand i pendenti
Che il vero
Di parte assai lucenti.
Non disse mai
Smanigli e vezzi
Li dieder tutta
Che se no lece onor.
La lor validit.
Ma non avevano
Congratulandosi
Mai luce punta,
Tulli i parenti
Perch venivano
Col gnore sposo,
Di male acquisto
Ivi presenti,
Da quel momento,
Per la buon' ora
Che a prezzo vile
Che lai contrailo
Incontrer.
Li comper.
Rest li rinato
E F altro giorno
Quando lo nozze
Tutta la festa
S' ha a celebrar;
Si prepar,
Perch zi Ilei la
Che precedeva
Jn giorno di mercoled
Appunto come si fa
Gi si bagnala
Al giorno islesso
La gnora Luna
Dell' entratura.
Con diligenza
Come lrmossi
A. ora di bruna.
Nella Scrittura
Coni' costume
Lo sposo, e sposa
Sci giorni avanti
Scambievo'.menlo
Si regal:

Cotesto d.

Io mi figuro
La bella vista
Ch' ella far;
Quando la sposa
Con le matrone
Risieder.
Lo sposo suo,
Con la toelette
In mezzo a cinque
0 sei, o sette,
Il capo a quella
Col manto proprio

Ricoprir.
Che bel piacere,
Quando il Rabino,

Rotta... la lazza
Piena di vino,
Grideran tulli
Con buon augurio:
Besimant:
Il cielo doni
A questi sposi felicit;
Passino i giorni
Tulli in comunit.
Li benedica,
E li consoli,
Con un buon numero
Di bei figliuoli
Che F empia strega
Lillir, mai gli offender.

E la lor prole
Non nasca cieca,
Non zoppa n.
Non gobba, o nana,
Non istroppiata,
0 in altro m.
Sia bella,
Sia dritta,
Qual David,
E Giuditta,
Sia tutto il genio

Insomma
Del genitor.
Gnor Salomone,
Che aveva veduto
In visione
Disse da astuto:
Per queste nozze
Del gran vitello
Le corna d' or !
Le confetture
Con li sorbetti
Mois dar ;
Li suonatori

Pagher Samueliin ;
Li candelotti,
Li lampadari^
Due giovinolli
Cugini cari ;
E zolle e fiori

Gnora Rachele
Le metter.
Vestito in gala
Come nel giorno
Del gran sciab.
Il primo ballo
Manuellino
Potr lui far;
Macciocco
Con suo fratello
Giacobbe,
E ancor Daniello
Il minuetto
Ciascun far.
E tutto in festa
Giuditta, e Sara
Con Agar lesta

In bella gara,

La danza lieta
Tra li parenti
Potran formar.
La gnora Madie
Disse allo sposo :
Che lieto sta,
Foste felice;
0 gran Baruccab.
Perch vi giuro
Per F azzimelle,
E per lo pozzo
Della Racchelle

Che gnora Luna

Buona compagna
Per voi sar!
Sa far bottoni,
Occhielli, e frango.
Sa ricamar;
E la Bibbia ancora
In ventun anno
Tutta impar.
Che cosa sia The/li no
Lo spiega
Come un Rabino,
E quanti lumi
Sul candelabro stan ;
Conosce il velo
Conosce il panno,
Conosce lutto,
Ma senza inganno;
Ognora il goio
Per vita nostra
Sapr gabbar.
La gnora Stella,
Zia della sposa
Zoppa di ifn pi
Con la stampella
Le convicn camminar.
Anch'olla vuole
Goder la festa
Col parrucchino,
E con la cresta;

Che gi passali
Son cinquant'anni,
Ch'ella si f.

Gno.ia Jocunta

Disse pian piano


Venite qua,
Voglio una burla
Per vita mia
Che noi facciam i
La piglia
Per mano stretta
E balla il minuetto,
Ma la stampella
Delle mani le casc.
Casca la Stella
Con gnora Jocunta
La cresta a quella
Le fugge via
E slesa in terra
Ohim, ohim !
Gridando va.
La Sposa allora
Per lo doloro
Mancando va.
Li sonatori
:

Lasciano di sonar.
Grida la madre,
Barucco stride;
Schiamazza il padre:
Nessuno ride.
E come un pazzo,
Corre lo sposo
Di qua e di l!
Pien di spavento
Da quella stanza
Ciascun part.
Il suo cappello,
La sua parrucca
Chi cerca allor;
Chi strappa li candelotti.
Chi rompe chicchere
Anco li gotti,
Chi li cerini,
Dall'orchestra rub.
Chi fugge in fretta
Gi per le scale,
Chi tino in vetta
Del Ghetto sale,
Di gnora Luna
Lo sposalizio cos fin

MORTE

DELLA GNORA LUNA.

La gnora Luna
Per lo spavento,
Che si pigli
Gi tramortita

Luna amabile
Questo uno spasimo;
Sono implacabile
Aceto, aceto!

Stelle due giorni e pi Con la buon'ora


Portate qui.
Senza parlare
Arriva il padre,
Sopra di un letto :
Oh ! che bisbiglio
Come sapete,
Che fu nel Ghetto
Ch' il Sior Cal ;
La madre grida,
La figlia vede
Che mal' augurio
In questa conformit,
Baruccab.
L'aceto porla
Lo sposo afflitto
Del pi potente,
Cos dicendo
Da l'acquavite
Quale empiet !
Ma non fa niente ;
Perch la sposa
Son sfortunato
Per vita mia
A dire il vero,
Che crudelt,
La vu sbasir.
La zoppa fu la cagione. Viene il dottore
Di questa misera
Di medicina
Gran confusione,
Messer Abram;
Ma fu il Demonio,
Con due studenti
Che la condusse qui;
Per pi soccorso
Care mie viscere !
Venuti l.

per le scale, Meschina langue,


10

Correndo su
Sansone con lo speziale
Con la triaca
Di tutta perfezion.
Dopo del Medico
Scialone chimico
Col protomedico,
E lo Spargirico;
Ma lutto indarno
La gnora Luna
La vuol morir.
Considerate
Quanti scianulli
In Gazag.
E una con sulla
Presto si prepar.
Chi non sa leggere,
Chi ne sa poco,
Mois vuol sangue,
Isacco il fuoco;
Ed il barbiere
Dieci coppette
Vuol' attaccar.
Ma v' Scialonne,
Che pi di tulli
Cerio ne sa ;
Presto la vena
Dal suo chirurgo
Fece forar;
La sposa cava

Sei libbre tolsero


Di vivo sangue,

Dal pie sinistro


A un Irai lo se le cav.
Ma lo credete,

Che le fa bene

Ascolterete
Le doppie pene
Di gnora Luna
Che pi veloce
La peggior!
Non v' rimedio
Dice lo sposo,Baruecab;
Son disperato
Caro sior Malach,
La sposa muore
Per vita mia!
Gnor Salomone
Che tirannia;
E dal balcone
Con alta voce
Cos grid:
Venite ludi
Buoni giudei ad aiutar,
Luna, mia Sposa,
Che poverina
Vuol trapassar?!
Sia pure maladello
Quel diavol di minuetto.

- 11 -

povero Jacobi,
Che ha dato a credito
Stella lo principi.
Di stoffa un abito,
Mi senio a rodere
Chi paghi debito
Dal gran rammarico
Mi squaglio in lacrime Non ha recapilo;
Va intorno a Luna
Ora prevarico,
Dicendo forte:
Aiuto ! aiuto !
Son qui, son qui!
Buoni giudei
Ma Luna dorme
Per carit!
Non si risente,
A tal fracasso
Non vede pi.
Tulio lo Ghcllo
Abbandonala
Si rivolt;
Sopra d'un letto slava,
Ogni rabino
Le lien la lesta
Pronto avvisato fu,
Ognuno dice,
Fa la gran Madre:
Io son garzone
Con gran doloro:
Le dice il padre,
Andiamo presto
Risorgi o Luna
Che Luna muore!
Oh che disgrazia
0 veramente
Verr con te!
Del gnore sposo
Baruccab!
Nello stupore
Restano tulli
E in un momento,
Nel rimirar,
La turba in casa
La sposa Luna
Si radun;
All' improvviso
Che Sinagoga
Mal sconcertata
La sospir.
Pi d'uno di essi
S'intese l ;
Piangendo va Samuele, Gi si pensava,
Susanna con la Rachele, Che sana la ritornava.
Sospira e geme;
Ma ii sior dottore
E quando appunto

11

Il polso gli tocc


Con faccia torbida,
Con occhio orribile
Con voce flebile,
Come possibile?
Povera Luna
In quel momento
La trapass!
.A tal novella

12
Con Mordacai;

Non aspettala
Si sussurr.
li popol solto,
Che stava ad aspettar
Che succedeva
Di questa sposa
Ma la notizia

Fu lacrimosa,
Le Sceghezzelle
Restano afflitte,
E l'Accal.
Volea Io sposo
Dalla finestra
Gettarsi gi:
Ma per un piede
Manucllino lo ripigli.
Barucca facea tempesta,
Giuditta batt la lesta
Nella muraglia,
Che se la fracass.
Piange Sara

Gridava Stella
Con Sciabadai;
Ed il Rabino

La barba tutta
Se la strapp.
Ma poi dicendo:
Buoni giudei venite qua?
Pria che Unisca
II giorno dello sciab,
Bisognadarc la sepoltura

bella;
Abbiale cura,
E fate presto,
Nella casaccia si porter.
Ed avvertite
Che qualche goio
A Luna

Ve la far.

Solto la cassa
Nessuno affallo
Fate passar;
Poi con vermi impaccio.

l'orlatela nell'orlaccio
Di piante e foglie
Fatela ben coprir.
E riturata lieti e contenti
Che uniti insieme
Con li parenti,
Consoleremo
Il povero Baruccab.

IL SECONDO SPOSALIZIO

IDI

BARUGGAB
COLLA GNORA

DIANA STIMISCI.
Dopo che Luna

Come sa leggero,
Come sa scrivere,
Cantar di musica,

Fu sotterrata
La turba and
Unita tutta
E sa ben vivere;
In casa del gran Rabin; Lusinga il goio,
Ch' lamaeslra di falsit.
Che ad aspellare
Ne stava ansioso
A lai proposte
Rispose presto
Per consolar.
Baruccab.
L'afflitto sposo,
Che in un cantone
Non sar mai,
Caro signor Rabin;
Piangeva sempre,
Dicendo ohim!
Non voglio al cerio
Moglie pigliare,
Non pi tempo
Di lagrimaro.
Nelle mie pene
Disse il Rabin:
Mi lasci slare.
Un altra Sposa
La mia disgrazia,
Vi voglio dar
Sin che son vivo
Baruccab!
E questa la mia Nipote
Avrete una buona dote,
E una ragazza
Ripiena di virt.

Compianger.
Levossi in piedi
Il gran Rabino,
E lo sgrid.
Cos comando

14
A quella misera,

Cos la voglio,
E cos sar.
Abbiale la sofferenza,
Dovete far l'obbedienza
A quel che dico
Senza pi replicar;
Ella una giovine
Delle pi tenere,
Non siete pratico;
Pare una Venere;
Se la vedrete,
Per vita mia vi piacer.
Una portiera
In un momento
Tirala fu :
E Diana venne,
Figlia di. Slimisci.
Mostrossi allegra,
E spiritosa
E con maniera
Assai graziosa,

Cortesemente
Fece un inchino
A Baruccab!
/Al vedovello
Il sangue presto
Se gli scald;
Di Luna sua

Tutto in un tratto
Se ne scord.

Pi non pensava,
Diana sempre mirava
Fra se dicendo:
Questa una gran belt!
Cupido stuzzica,
Ma poi considera,
Che cos subito
Non si delibera;
;<] come
un stolido
Se ne slava in dubitar.
Ma il sior Rabino,
Che lo conobbe
Cos parl:
Allegramente
Bravo Baruccab,
Questa la sposa
La prenderete,
Buoni giudei;

Conlenti siele,
A voi Diana
Buona forluna e sanit.
La Sinagoga
Con alta voce rispose s.
Contenti siamo,
Siamo conlenti,
Messere s !
Aronne, vecchio notare
Con carta e calamaro,
Una scrittura

Subito stipul:
Lo sposo giubila,
Non pi torbido,
Pensa, a dar' ordine
A un sedil morbido.
Tristo chi muore,

15

Dal collo pendono,


Brillanti lucidi
Come risplendono
In sulla lesla,
Legali in oro
A' chicchirich.
Chi resta gode;
AI mormorio
Questo si sa.
Di trombe, e corni,
Si principi
La slessa sera
Una gran cena,
Diana bella
Che sontuosa fu.
Nel bagno entr ;
Di cento sedici
Fra pochi giorni
E pi porlale,
Tulio si stabil,
Ma che vivande,
E terminala
Ben cucinale!
La gran funzione
Con molli frutti,
Come costume
Confetti, e dolci
Della nazione,
Un gran banchetto
In gran quantit.
Dalli parenti si prepar. E del buon vino
Veder la sposa
A tulio pasto
Si schiccher.
Come vestila
Mollo caraffe
Fa innamorar.
Di rosolio vi si smalli,
Di drappo d'oro
Con brindisi
Ben ricamato
Assai curiosi,
11 manto lien;
E in dito ha un bel rubino In lode de'nuovi sposi.
Donato dal sior Rabino, Sicch il cervello
A lutti si riscald ;
E la sottana
Chi va in America,
Ornata di falpal.
Chi parla gallico,
Perle finissimo

16

Chi fa l'astrologo,
Chi canta arabico,
Anche il Rabino

Andiamo a letto
Per vita nostra

Disse ciascuno

Volle complimentar.
Ed il gnore sposo
Alla sposa regal;
Cinque dozzine
Di fazzoletti

Meglio sar.
In compagnia s'ubriac. Pi'ia di partire
Pi d'uno di essi,
AI ballo ! al ballo !
A Baruccab;
Ma lui rispose,

Amici questo poi n


Non voglio balli,
Vi parlo schietto,
Che per cagione
D'un minuetto,
La prima sposa
In due giornate,
Se ne mor.
Deh! stato attenti,
Che stella zoppa
Non venghi qui
Vada in buon ora,
Che non la voglio
Veder mai pi.
Non serve questo ballare,
Andiamocene a riposare
Gi l'ora larda,
Statemi ad ascollar :
I lumi pallidi
Nel capo girano,
Nel volto pallido
Molli si mirano,
!

Fin' di seta

De'pi perfetti;
Barabba ancora
Un perrucchino
Le present.
E un bel diamante
Di quattro libbre
Pur le don.
Certo mercante
Sin di Lisbona venuto l;
Samuele ch' veneziano,
Una borsa
Le pose in mano,
Con settecento
Venti zecchini 'e pi.
Ebbe da Modena
Delli tarlufoli;
Ebbe da Pesaro
Un par di bussoli;
E un scaldino

D'oro finissimo
Per tabaccar.
Nell'andar via
Tornati a bere
Anco un pochin;
Bicchieri e fiaschi
In aria si gett,
Al dolce suono
Degli stromenti,
Gridando: Evviva!
Tulli contenti
Evviva Diana,
E Baruccab!
Sentile questa,
Ch'ella curiosa

17

In verit.
A un gobbo ebreo
Gi per le scale,
Il pie manc;
Cadendo a tombolone
Addosso alle persone

Per buona sorla


La testa si salv;
Fra i sassi il misero.
Batt il preterito;

Dicendo : Diascolo!
Io me lo merito.
Cos la festa
Del sposalizio
Si termin.

DISPERAZIONE

IDI

BAKTJGGAB
E LA FUGA

DELLA SECONDA SPOSA DIANA


E COME IL RADINO

VIEN GETTATO NEL FIUME.

Allegro stava
Con la sua sposa

Baruccab;
Ma pochi mesi
Quest'allegria dur.
Perch Diana
Per bizzarria
Di notte tempo
Le fugg via,
Con due mercanti;
Dove sia andata
Nemmen si sa.
Ma quel che preme
La meglio roba
Se ne port;
Dal giorno avanti
Una valigia ne riemp;

Lasciando
Lo sposo a Ietto.
Dormiva il poverello,
E lei pian, piano.
Fuori dell'uscio and,
Dove gi stavano
I mercanti all'ordine
Che causa furono
D'un tal disordine;
Ma poco importa
Amore cieco,
Impazzir fa.
E per uscire
Dal Ghetto
Poi si regal;
II portinaio,
Che puntuale fu.

-19due zecchini,
Oh che barone !
In un momento
Apr il portone,
Finch Diana
Con li mercanti
Se la sbrig!
Poco lontano
Un carrozzino
Trovato fu ;
Non so in che parte
Velocemente
S'incammin.
Diana lasciando andare
Conviene di raccontare
Quando il marito
Meschino si svegli;
Solo trovandosi
Senza la sposa,
Maravigliandosi
Di questa cosa
Salt dal letto,
E per la casa
Cos grid:
Diana bella?
Diana mia, dove sar?
Ed in camicia
Gi per le scale and
Ma vede l'uscio,
Che aperto era,
Cb.e

Gi si confonde
E si dispera;
Alz la voce

Dov' la Diana per cari t.


Essendo notte
Tulto lo Ghetto
Si spavent.
Correndo molti
E nel mirare

Baruccab,
Che in strada
In camicia stava
Il freddo so Io mangiava
Ciascuno disse:
morta in verit;
Ma lui disse
Per vita mia!
Dico lo vero
Non pazzia;
Non v' la sposa
Se n' fuggila,
Ma

messer s!
Dalli vicini
Nella sua casa
Condolto fu;

Bruciando un fascio
Por farlo riscaldar!
E nel spuntar
La bella aurora,
Della disgrazia

20

S accorge allora
Che gli mancava

Della tua sposa,

Con due mercanti

Se ne fugg.
Ma in quantit.
Non si sa dove
Non vi l'indizio
Sono assassinato
Cari Giudei mirale qua! Per dove and ;
Diana ingrata,
Chi dice a Napoli,
Che me l'ha fatta
E chi a Venezia,
Come la va;
Ma non si sa.
Spedile tosto,
Ma io non mi confondo,
Un corriere appresso;
Ho scritto pure
E poi mandategli
Per lutto il mondo,
Qualche espresso,
E se si trova
Potessi almeno
La faccio carcerar.
Indegna,perfida!
La roba mia trovar,
0 caso atroce!
Di cuore barbaro!
0 morie ria!
Se in Ghetto capila,
Anche il tabarro
Sopra d'un albero
Ha portalo via:
Senza processo,
Per vita mia
So la ritrovo
Di bastonate
La fo impiccar!...
La vo'faccar.
Sentendo questo
Venne il Rabino
Il poverino Baruccab.
Per consolar Baruccab; Dal gran dolore
Dicendo figlio :
II volto si sgraffign.
Non disperarli pi!
Faceva urli da disperalOj
Pareva un cane
Non ho mancalo
Quand' arrabbiato;
Far diligenza,
Cos dolente
Ed ho saputo
Che la partenza,
Sopra una cassa
Della gran roba

21

S'addorment.
Mentre dormiva
La prima moglie
Se la sogn,
Dicendo : Ascolta
Quello ch'io dico;
Baruccab;
Non giova il lacrimare
Bisogna considerare
Il grande affronto,
Che tu facesti a me;
Appena morta
T'innamorasti,
Di Luna subito
Te ne scordasti,
Ma finalmente
La mia diligenza

Correndo presto
Quel vecchio pazzo
Del suo Rabin;
Che cosa avete?

Ti fulmin!

Venuto poscia,
Con una lazza
Di buon caff,
E caldo caldo
In bocca glielo vers.
Baracca venne
Per buona sorte,
Con un bacile
Pien d'acqua forte,
La l'accia tutta,
Con una spugna
Gliela bagn.
Che fra mezz'ora

Dalla paura
Tutto tremante

Si risvegli,

Ohim! gridando:
Aiuto! non posso pi!
Ecco che Luna
Mi ha castigalo,
Ma questo danno

L'ho meritalo;
Mi vien la febbre
Mi sento male,
Gi me ne v.

Che vi sentite?
Che cosa c'?

Volete un ristorativo,
Oppure un lavativo,
D'acqua bollila
Che vi rinfrescher ?
Ma vede il misero
Con gli occhi lucidi,

Con voce rauca.


Con versi sudici,
Cos favella:

Buoni giudei
Io me ne vo!

22

In sentimenti
Lui ritorn.
Dicendo allora
Per una donna

Parente stretto,
Una congiura
Fece nel Ghetto,

Contro il Rabino
Ogni giudeo si ribell!
Convien morii-!
Perch Diana
Si muora da disperato,
E quando sar crepalo La sua nipote
Gli volse dar;
Direte al ghetto
Questo Baruccab !
Tutti dicendo:
.. Vecchiaccio iniquo
Che per le donne
L'hai da pagar!...
Prov tempesta...
A un trailo fu bastonalo,
In questo diede,
Nel fiume fu poi gettalo,
Forte la testa
Con sassi al collo
A una colonna,
La vita termin.
Che il suo cervello
Morto il Rabino
Via li salt!
E moria Luna,
Chi pu narrare
Diana la fuggo.
La confusione
Che disforluna!..,
Rendea piet;
Ma quel che peggio,
Chi piange e grida,
morto ancora
Chi prova dolo,
Baruccab!...
Ma Sciabadai

FINE.

a 50 Centesimi l'uno a scelta.


Si trovano presso tutti i Librai e rivenditori di giornali d'Italia, e alla Tipografa
Salani, Viale Militare n. 24, presso
le

Cure - Firenze.

UenoTeffa,
2. Manuale dei balli
di Societ.
3. La monaca di Cracovia, Barbara TJbryt.

1.

Teresa "Venziek.
Il cavalier Bosco.
Il Segretario Galante.
7. Amleto.
8. I misteri del Chiostro romano.
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Canzonette amorose.
10. Cento canzonette amorose Italiane.
11. Kaccolta di Romanze, Canzonette e Cori.
12. Scelta delle migliori Canzonette napoletane.
13. La Sultanina.
14. Giuseppe Mastrilli.
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18. Elisabetta, ovvero Gli
Esiliati in Siberia.
19. Raccolta di Rebus,
Indovinelli e Sciarade.
4.
5.
6.

20. "Vita di Giuseppe Ga-

ribaldi.

Aggressoni e ricatti
di Cirindello.
22. Bacco in Toscana.
23. La Guida degli Amanti.
24. Monti e Tognetti.
25. Il Segretario per tutti.
26. Scelta dei migliori
Stornelli amorosi.
27. Furti e delitti del
famigerato Guazzino.
28. Cristoforo Colombo.
29. Pia de' Tolomei.
30. Francesca da Rimini.
31. Massime e Sentenze
di Pietro Metastasio.
32. Lo scoglio dell' TJmanit.
33. Rinaldo appassionato.
34. Pietro Micca.
35. Arnaldo da Brescia.
36. Raccolta d' Inni nazionali.
37. Le undici notti di
Giovanna.
38. L' arte del Pasticcer,
21.

Pia de' Tolomei. v ,66, Facezie; mtti e corRaffaello e la FprhbelleriedPadreFormicpla'.:iV"


rina.
41. Burle del Mani.
67. Masaniello.
42. Burle del p taFa68. TJri notte a FinenBe. 69. I baci male_d,eit.
giuoli.
43. Burle del piovano
70. La strage degli InArlotto.
nocenti. .
...
44. Satire, dettati e gerghi 71. "Werther:
della citt di Firenze. 72. Il libro del Perch. '
45. La banda di Anto73. Otto Novelle- di, Donio Gasperoni.
menico Batacchi.
46. Antonio Sehiavoni.
74. Avventure straordir
47. Giovanna d'Arco.
narie di LuigiVampa.
48. Amori di Dante con
75. Pasqual Bruno.
76. Il Linguggio dei
Beatrice Portinari.
49. Reali di Francia.
Fiori.
50. Guerrino, detto il
77. Aida.
78. Faust.
Meschino.
51. Amori di Paris e
79. Il ritorno dalla Rus"Vienna.
sia.
80. Narrazione storica
.,' 52.. Beatrice Cenci.
53. Stefano Felloni, detto
di Giovanni Passail Passatore.
nante.
54. L' isola di Canni81. Storia di un Mo.
bale in Affrica.
scone.
55. Avventure Amorose
82. Raccolta di poesie
ridere.
della bella Adele.
per
56. Ugo Foscolo.
83. Amore e civetteria.
57. Ginevra degli Al84. Dante Alighieri
mieri.
La vita nova.
58. Antonio Decesari.
85. L'amore di una ra-59. Il Forharetto di "Vegazza, traviata.
86. Manuale del gionezia. ,.'
60. Bertldo; Bertoldicatore di Bigliardo.
87. Manuale dei giuochi
no e Cacasenno.
61. Carlo il Seduttore.
dellaDama, Scacchi,
Domin.
62. Il libro del soldato,
88. Il Canzoniere.
63. Amelia Caiani.
64, ti'oste assassino del
89. Raccolta di Canzonette bernsche. ,
proprio figlio.
90. Mandragola - Clizia.
65. Poesie di Paolo Parzanese.
Dirigere l'importo in Vaglia postale all'edi:39.
40.

':=-^

tore Adriano Salni Firenze, che spedir franc d


portoJn tutta Italia, ci che gli verr ordinato.

STORIA

Clill t
DI

AMANTE

'y->:\

/Feflissimi Amanti.
'

FIRENZE
TIPOGRAFIA ABBIANO SALANI

Viale Militare
1902.

Musa cortese, che tante volte e tante


Mi foste amica, ti prego esser costante,
Acci possa far palese
La disgrazia di Tamante,
E la vita addolorata
Di Chiarina innamorata.
1

cari amanti, che ognor vivete in pena


Per un bel viso, che il cuore v' incatena;
Dite se provaste mai
Il patir che questo mena:
Se trovaste un core amante,
Come quello di Tamante.
*

Donne gentili, che sol per vostro onore,


Vi date il vanto di fedelt di amore,
Ascoltate sto mio canto;
E sentite con stupore
Quel che f' Chiarina bella
Per Tamante della Stella.
"

"

- 4

Chi potrla dire gli stenti e le fatiche


Ch' ella faceva per quelle selve antiche !
Sempre andava accompagnata
Da due sue compagne amiche:
E sali sulla collina
Che a Bologna era vicina.
"

E passeggiando per quelle ombrose piante.


Sopra la scorza scrivea di tutte quante,
Colla punta dello stil,
Il bel nome di Tamante:
E ancor' altre paroletle
Amorose e graziosette.
*

'

Un giorno intanto I' amante sventurato,


Fosse il destino, o pure il suo peccato,

Mentre va cercando amore,


Si ritrova carcerato
Nelle mani dei francesi,
Che a cercarlo erano inlesi.

II Presidente, con viso assai turbalo,


Tosto gli dice: Chi sei, dove sei nato?
T

Guarda ben di non tacere


Il tuo nome e parenlato:
Dimmi con giusta ragiono
Della tua ribellione.

Egli rispose: Poich tu non lo sai,


Son genovese, il resto ognor celai;
Fa' di me quel che tu vuoi,
Che di pi tu non saprai ;
8

Che, o volere, o non volere,


Ho deciso di tacere.

Sappi soltanto che sono pellegrino,


Son qui venuto per mio fatai destino:
E con tutti fui cortese,
Non fui ladro n assassino ;
E ne mai lo schioppo tesi
Alla vita dei francesi.
9

E poi alfine oprai da quel che sono:


Ho sempre dato consiglio giusto e buono;
Fui al Principe fedele,
Ed ancora io lo sono :
Lo sar per 1' avvenire,
E fedel voglio morire.
10

11

Un ufiziale, eh' era d' invidia acceso,

A lui rispose: Ho gi del tutto

Ti conosco e so chi sei


E da te mi chiamo offeso :
Sei ribelle: il resto poi
Or si tace fra di noi.

inteso;

6
** Egli rispose con ardita favella :
Tu dici il vero, la causa, giusta quella;
Lo dir senza rossore:
Son Tamante della Stella,

Che alla patria fui costante:


Di Chiarina sono amante.

"

Allor rivolto il Giudice severo,


Con brusco viso e guardo molto fiero,
A lui disse: Questa volta
Hai fallato lo sentiero....
Sor Sargente granatieri,
Fate quel eh' di mestieri.

..-'__

.:

'* Allora quelli, senza perder dimora,

In mezzo all' armi lo fanno uscir di mora,


Per menarlo in certo luogo,
Che parea di notte ognora:
Ben guardato e custodito
Che di li non fosse uscito.

"

Alla mattina, appena fatto giorno,


Corre la gente alla prigione intorno,
Per saper qualche novella
Di Tamante caro adorno;
Buona nuova ognor vorra,
E preghiere al Cielo invia.

"

Ma ecco appunto la nuova inaspettata:

Quattro tamburi escono all'impensata,


E cominciano a suonare
La funesta serenata,
E a gridar, con voce forte,
Che Tamante reo di morte.

"

Il Cancellier, con certo foglio in mano,


A lui rivolto disse : Oh ! caso strano !
Vengo a darli mala nuova,
Ma sopportai da cristiano ;
Fatti core e sii costante,
Mostra 1' alma di Tamante.

'-

Egli rispose, con voce franca e ardita ;


La tua pietade non serve a darmi aita;
Leggi pur senza tardare,
Leggi presto e sia finita :
Tu dirai che ho da morire,
Ma di pi non potrai dire.
19 Come ribelle convinto confessato:
Ordine espresso di tutto il Magistrato,
Che domani, a dodici ore,
Tu sarai archibugiato ;
Come suole praticare
La giustizia militare.
18

Poi il tuo corpo, senza far altro scempio,


Non sia condotto presso al sacro tempio;
Per due giorni resti fuora,
Sol per dare agli altri esempio:
E ci sia per ricordanza
Ai ribelli della Francia.
s*

Egli rispose: Giacch morir degg' io,


Voglio soltanto lasciar 1' anima a Dio
E lo corpo a' tuoi francesi,
Per far pago il lor deso ;
Che se lo potran salare,
E finito sia Y affare.
11

"

.."'

Un cappuccino, eh' alla sentenza atroce

Era presente, con sua pietosa voce:


Via gli disse, figlio mio,
Mira bene questa croce:
Figlio, se ti vuo' salvare
Ben di cuor 1' hai d'abbracciare.

Ecco II tuo Dio, che con le braccia aperte,


Figlio, ti aspetta, e ti fa grandi offerte,
Dio di pace e di perdono,
Delle ingiurie eh' ha sofferte ;
Dunque, figlio, fatti cuore,
Ecco il tuo dolce Signore.
88

10

" Quest' Colui, che con faccia serena,


Colmo d' amore, e di dolcezza piena,
Abbracci senza ribrezzo
La pentita Maddalena,
E la fece a tutte 1' ore
Sempre degna del suo amore.
Dunque, figliuol, se sei di lui seguace,
Se sei cristiano, non esser contumace;
Ma sopporta per suo amore
Questa morte, e datti pace :
E la soffri con pazienza,
De' tuoi falli in penitenza.
st

"

Si, gli rispose, con ardita presenza.


Io so ancora che in simil contingenza,
0 per forza, o per amore,
Qui bisogna aver pazienza. ;
Non vai esser contumace; Qui bisogna darsi pace.

Giovane degno, che con il tuo sembiante


Dai chiaro segno di cuor vero e costante,
Mostra ornai la tua bravura;
87

Fai veder che sei Tamante;


Metti a prova il tuo valore
E raffrena il tuo dolore.

11._

Padre, gli disse, la pena delle pene


Non il morire : so che morir conviene:
Ma morire in questo istante,
E lasciar 1' amato bene,
Questo quel che mi tormenta,
Questo solo mi spaventa.
13

"

Dolce Chiarina, amor che tanto amai,


Dolce conforto, oim! come farai
Quando sentirai tal nuova,
Che mai pi non mi vedrai ?...
Piangerai, beli' idol mio,

pur morto sar io.


*" Indi riprese : Giacch non v' riparo ;
Datemi almeno la penna e il calamaro ;
Solo per farle sapere
Che il mio amor mi costa caro;
E che possa ben capire
Che per lei vado a morire.
" Posesi in punto il disgraziato amante.
Per eseguire il suo voler costante ;
Era ben costante il cuore,
Ma la mano era tremante ;
Senza perder pi momenti
Cominci con questi accenti:
Ma

12
" Dolce Chiarina, finch parlar mi lice,
Parlo ; tu ascolta, e poi vivi felice
E conservami il tuo cuore;
Il tuo ben cos ti dice:
Leggi pur senza cordoglio
Quel che dice questo foglio.
Se ti par giusto, o donna di valore,
Conserva sempre nel tuo nobile cuore
La pietosa rimembranza,
Che son morto per amore :
Se ti par che giusto sia,
Fallo pure anima mia.
88

fi E prega almeno la maest superna,

Che mi dia grazia di vita sempiterna.;


Di mandarmi all' altro mondo

Qualche volta un requie eterna,


Dolce ben, non ti scordare;
Questo almen lo potrai fare.
E quando poi sar spirato e morto,
Questo mio corpo sar chiuso e sepolto;
Caro amor, non ti scordare
Di mandar qualche conforto
A quest' anima purgante,
Che ti fu verace amante.
65

13

Cara ti lascio : prima che 1' alma spiri,


Per segno almeno de' caldi miei desiri,
Queste lacrime ricevi
E i miei ultimi sospiri:
Pi di questo, idolo mio,
Ora farti non poss' io.
86

"' Cara, se puoi, ti prego aver pazienza;

Non v' pi scampo; data


Yivi pure e datti pace,

la sentenza;

ultima partenza :
Giusto 1' uso militare,
Io per 1' armi ho da passare.
88 II Messo parte, senz' armi, n bandiera;
Col piede lesto che sembra la carriera;
Mentre giunse in Argaiola,
Ch' era gi vicino a sera,
Domand senza dimora :
Dove sta questa signora?
Questa

1'

Giunto alla casa, con occhio in sentinella


Mira d'intorno se qui vedea la bella,
Senza dir parola alcuna,
Che parlar volea con quella;
Ma la bella addolorata
Stava in camera serrata.
8S

14
** Vede suo padre che andava a passeggiare
E gli domanda: Chi cerchi? che vuoi fare?
Gli rispose in questa guisa:
Con Chiarina ho da parlare.
E senza altro sto soldato
Vien dal padre importunato.
Dalla sua stanza Chiarina, in questo dire,
Qualche parola le pare di sentire:
Apre V uscio, e salta fuora,
E cos gli prende a dire:
Dimmi pur la veritade;
Io li prego in caritade.
*'

"

Dimmi chi sei, e quai novelle porte:

Fosti mandato, o pur venisti a sorte?


Porti nuova di piacere,
0 pur sei nunzio di morte?
Fanne pure il tuo dovere,
Perch bramo di sapere.
M

Ma lo buon padre, che la conobbe appieno

Pien di dolore e di spavento pieno


Quando la vide venire,
Si gett la carta in seno,
Acci non sapesse quella
Di Tamants tal novella.

15
E prese a dire: Amata figlia ma,
Questo che vedi non ti dice bugia:
Stamattina, di buon' ora,
**

Si partito di Bastia,
Per portarmi un vigliettino,
Che lo manda mio cugino.

Ella risponde : Se non dite bugia,


Mostrate un poco, e sia come si sia;
E levatemi la pena
Che mi da la fantasia;
Questo lo potete fare
Per non farmi dubitare.
48

16
** Il padre allora : In questa circostanza,
Figlia non posso, sara mala creanza
Palesar quel che mi scrive:
un affare d'importanza ;
Dunque figlia, leva pure
Dal tuo cuor queste paure.

"0

me meschina! la bella prese a dire;


Ben lo comprendo ; mi volete tradire :
Quel che dite non vero ;
E il mio bene che ha da morire!
0 mostratemi quel figlio.
0 finir mia vita voglio.

In queir istante, sorpresa dal furore,


Prese lo stile e se lo pose al core,
E nell' atto alz la voce,
E grid mio caro amore;
Solo il cuore era costante,
Ma la mano era tremante.
41

II padre allora :

figlia, amata figlia,


Ferma, gli dice, chi questo ti consiglia?
Dammi in man 1' arme crudele,
E la lettera tu piglia ;
E sia questo il morir male ;
Prendi pur se altro non vale.
*s

17 -

Era la carta non sigillata, a sorte,


Con beli' impronta del suo Tamante forte,
Tutta nera; oh! rio dolore!
V era il segno della morte :
Alla figlia il padre amante,
Lo porgea con man tremante.
51 Allor la figlia, per le vie pi corte,
Corre alla stanza, e ben chiude le porte,
Per non esser disturbata,
E potere pianger forte:
disgrazia del suo maie
Questa lettera fatale.
80

"

Su quello scritto, con suo grande tormento


Fissa lo sguardo ben lacrimoso e attento
Inchinando il bel visetto,
Dava i baci a cento a cento,
Cominciando sta canzone,
Degna di gran compassione:

"

Dolce conforto, mio ben, che tanto amai,


Dunque mi lasci in tante pene e guai!?
Chi mi avesse detto poi
Che non ti vedr pi mai!...
Non avr pi pace il core,
Sempre oggetto di dolore.

18

Gioia preziosa, delle mie gioie fino,


Fiore onorato delle pi alte colline,
Chi 1' avesse detto mai,
Che farai codesto fine ? !
Ahi! che affanno ho nel mio core
Nel sentir tanto dolore!...
*

Piangi Bologna, sospira pur meschina!


La tua disgrazia pur troppo s' avvicina !
Proverai, Bologna mia,
Che ti manca, poverina,
Il tuo povero Tamante
E la sua Chiarina amante.
56

Serva infelice, pur giungi in quell'istante


Che al suon tremendo di sue ruine tanto,
Bene gli occhi tu aprirai,
E rammenterai Tamante:
Ed allor conoscerai
Quando pi non lo vedrai.
16

"

E quando poi si fu chiarita appieno


Di quel che ancora era dubbiosa almeno,
Si sent gelare il sangue
E tremare il core in seno ;
Non grid, perch il dolore
Le represse ogni vigore.

19
" In un istante, di forze indebolita.
Tutta tremante, in volto impallidita,
Si lasci tosto cadere
Sopra il Ietto tramortita;
Solo disse : Io me ne moro,
Per seguire il mio tesoro.

Quelle due stelle, cos vivaci e pronte,


Stelle graziose di pi graziosa fronte,
Rassembravano il bel sole,
Gi vicino all' orizzonte :
Davan pur qualche splendore,
Ma gi smorto e pien d' orrore.
M

Quella sua bocca, un poco pallidetta,


Un poco aperta, non gi del tutto stretta,
Stava in alto di spiegare
Qualche dolce paroletta;
Sol parea volesse dire :
Il mio ben voglio seguire.
60

61

Ma il buon padre, che dietro Pera andato

Per consolarla in s penoso stato,


Vuol entrar, n sa di dove,
Che gi l'uscio era serrato
,
E senz' altro proferire,
Si ferm un poco a sentire.

"

20

E poi, udendo le voci moribonde,


Forte la chiama; e quella non risponde;
Batic 1' uscio e fa schiamazzo ;
Vuol entrar, n sa per donde :
Chiama i servi e grida forte :
Atterrate quesle porte.

Padre pietoso, dice con buona grazia,


Tanlo dolore, che il cuore mio mi strazia,
Io non posso pi soffrire,
03

E di vivere son sazia.


Solo disse : Io me ne moro
Per seguire il mio tesoro.

21
'* E se pietade di me ti prende a sorte,
Abbi piet e compassion pi forte ;
Giacch mi desi la vita,
Per piet dammi la morie;
E se ci non puoi soffrire,
Dunque lasciami morir.
In quest' istante la buona nuova intende,
Tutta sorpresa dal duol che la sorprende
Che il suo ben, non ancor morto ;
Ma da lei speranza attende:
Potr sol col suo coraggio,
Vendicare il fiero oltraggio.
08

Lascia la gonna, e con abito strano


Non par pi donna, sembra un capitano
Di valor salda colonna,
Col pensiero allo e sovrano
Va alla testa do' suoi corsi,
Al suo ben nel dar soccorsi.
86

E pi di trenta con schioppo sono armati


Non gli spaventa il rumor de' soldati ;
Il bel colpo gi si tenta
Su i Francesi gi inoltrati
Nello bosco tra le piante
Por dar merle al bel Tamante,
67

_- "28

'T Con una prova, che dir pi non lice,


Fuga le truppe e resta vincitrice;
Ed il suo Tamante scioglie,
Tremolante l'infelice ;
E alla coppia illustre e prode
Non si nega applauso e lode.
sua speme in bel gioir cambiata.
Tra le serene ore di sorte grata,
A Tamante 1' aspra pena,
Termin la Ninfa amata ;
E per suo grande diletto
Ben gli balza il core in petto.
'* Alfin

Soavi accenti esprime al suo Tamante,


Con bel modo ; ma pur non bastante
**

Di piegare i suoi contenti


Al suo caro oggetto amante
Al garzon gioia sorprende,
E il parlare egli sospende.

destra prende del caro ben che adora,


Stringe e gode fra le sue braccia ancora,
'* La

23
Stringer possa parimente
E Tatuante l'innamora";
Ricompensa amor gli chiede,
Promettendo eterna fede.

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'::\\

Accusata d5 infedelt verso l'Imperatore suo marito. Suoi patimenti, e come fosse riconosciuta
da tutti a sua innocenza.

Se piace all' alto Dio che fece il tutto,


Voglio una beli' istoria raccontare
In onor di Maria, la quale il frullo
Di vita ci ha donato singolare;
E per questo a' suoi piedi ora mi butto,
Con umil allo la vengo a pregare,
Dicendo: Porgi aiuto a me, Maria,
Ch' io canti cosa che piacer ti sia.
1

Sar l'istoria d' una imperatrice,


La qual pat molte tribolazioni :
E dal suo stato cadde, alto e felice,
Solo per causa di persecuzioni ;
E perch fra le belle era Fenice,
E ira le buone senza paragoni ;
La Regina del Ciel, qual non ha pare
La volle, per sua grazia, liberare.
5 Era l'imperatore suo marito
Divoto e tutto pien di religione,
Al popolo roman mollo gradilo,
E ad ogni stato e grado di persone.
1

__ 3

Costui avea nel core stabilito,


Per zelo di pietade e divozione,
Andare a visitar Gerusalemme,
il Sepolcro, il Calvario e Belelemme.
4 Disse a' suoi capi
: Voi qui restale
Alla cura fedele del governo;
10 bramo assai che voi vi contentiate
Di quanto a vostro maggior ben discerno.
L' imperatrice voglio che accettiate,
Che sta nel luogo del mio cuore interno,
E per aiuto suo porger mano
li mio fratello, dtto Gallicano.
ti
Non
partir
da
me, dolce Signore i

Dicev?. Flavia allora lacrimando:


Non li partir da me, perch il dolore
A. questa vita mai non dar bando!
Non ti partir da me, mio caro amoro,
Sarem per rivederci Dio sa quando!...
Non ti partir, che al tuo partir si parte
11 core; e non ho di finger 1' arte!
" Diss' egli :
Non
temer, cara consorte,

Tu mi. starai scolpila dentro al core!


Niuno sar bastante, altro che morte,
La mia fede a impedir, ed il mio amore;
N tua memoria per vie lunghe e torte
Mai si canceller ; e in tutte V ore
Sar davanti a me quel tuo bel viso,
Cu' ogni mia pena pu voltare in riso ?
E

_4~

E dopo aversi dati nel bel viso


Baci, con mille lagrime accoppiati,
Dalla citt di Roma fu diviso,
T

Tra mille squadre e cavalieri armati.


Rest Flavia gentil priva di riso,
Che l'impero ed i regni le ha lasciati ;
Govern cosi ben col suo cognato,
Che ognun, cui lor saper, rest quietato.
' Era l'imperatrice cos beila,
Cos gentile, vaga e graziosa
Che la Dea su del ciel, la terza stella,
Non si crede che fosse s vezzosa.
La mira Gallicano e non favella :
Arde di amor per quella cara sposa ;
E in dubbio sta se le debba scoprire
Del cor la grave pena, ed il martire.
' Ma il fuoco che cresceva maggiormente,
Acceso per 1' estrema sua bellezza,
Divenne tanto grande, e s potente,
Che ogn' altra cosa per suo amor disprezza;
E lo fece s ardito ed insolente,
Che scuopre a Flavia del suo amor la frezza;
E se ben ella lo ributta e scaccia,
A s vergogna ognora le procaccia.
10 Ci
non convien, disse l'imperatrice,
Far disonore a me e al tuo fratello:
Scaccia questo peusicr, perch disdice;
Resisti al senso, e non curar di quello.

quanto pi la bella Flavia dice,


5

Ma

Tanto pi si mostrava iniquo e fello :


Non resta in alcun tempo molestare
La donna, che in beila non trova pare.

L' imperatrice che vede ostinato


il pensier di costui, ed ha temenza ;
Vuole uscir fuori di s bruito slato,
Vedendo vano far la resistenza.
11

Per liberarsi dall' innamoralo,


Pensa un astuzia ; ed alla sua presenza
Gli dice :
disposta
Son
contentarti,

Se tu vuoi a' miei pensieri accomodarli.


15 Acci che il fallo nostro sia segreto,
Voglio che dentro all' alta torre entriamo

'6

Del Campidoglio, ed ivi far lieto


Il tuo desire, disse a Gallicano.
Conosco
il tuo parlar savio e discreto:

Poniamo dunque a tale impresa mano


E quanto prima sia, perch 1' ardore
Non posso sopportar pi dentro il core.
18 L' imperatrice nel seguente giorno
Il suo cognato a s fece chiamare;
E giunto ove la torre gira attorno,
Fece la porta chiusa spalancare.
viso
disse
Flavia,
adorno,
Entrate,
o

Che io vi seguir senza tardare.


Entra: e la porta chiude del torrione,
E colle sue proprie man lo fa prigione.
" Il suo cognato, accorto dell' inganno,
Che da s si ritrova carcerato,
Maledice quel!' ora, il giorno e l' anno,
Che dal laccio amoroso fu legato.
L non soffre per questo d'alcun danno,
Perch da due serventi governalo.
Flavia frattanto reggeva l'impero
Con senno, con prudenza e cuor sincoro.
" Cinqu' anni" govern con gran giustizia,
E pel gran merto suo ne fu lodata ;
E finiti cinque anni, ebbe notizia
Che il grande Imperalor facea tornala.
di gioia e di letzia,
Allor,
colma

Volle che Roma slesse preparata,

_7

S con gran festa e gioia l'incontrasse


Ed al palazzo suo 1' accompagnasse.
16 Di drappi ricchi ella fece apparare-

Tutte le strade ove passar dovea ;


E i principali fece cavalcare
Nobili, ed altri come a lei parea;
E fuori di prigion fece levare
11 suo cognato, che chiuso tenea...
Ed ecco giunge alfn l'Imperatore,
Ed ognuno gli fa fesla e grande onore.
" Allora Gallican, pien di veleno :
Sappi,
disse,
gli
Imperatore,
Sacro
o

Che la tua moglie ha la lussuria in seno.


Ed ripiena di ogni disonore.
A molli amanti ha soddisfatto appieno ;
E quel che pi mi coce dentro al core,
E perch non la volli contentare,
Crudelmente in prigion m' ha fatto starci
ss L'Imperatore, udendo tal novella,
Cadde per gran dolore e compassione;
E rimontato sul cavallo in sella,
Dei nobili seguendo lo squadrone,
Giunse nella citt di Roma bella:
L' imperatrice, scesa dal balcone,
Con molte Damigelle and a incontrarlo,
E con grande allegrezza a salutarlo.
" Ma mentre eh' ella tenta d' abbracciare
V Imperatore, suo caro consorte,
.

La spinse : e comineiolla a minacciare


Con una man, gridando mollo forte:
tardare,
via
costei,
Portale
senza

E in una selva datele la morte;


Ch' esser da me i>on merita onorata
Questa ribalda femmina sfacciata !

Due servi allor 1' alzarono da terra,


Che quasi come morta era caduta:
Uno di qua, 1' altro di l 1' afferra.
Fin che dentro una selva pervenuta.
perch la bella facea lor guerra,
(Che la belt da lutti conosciuta)
1,(1

Concertaron che lei ciascun godesse,


E dopo morta ai piedi lor cadesse.

" Accorta Flavia dell' animo fello,

Raccomandossi a Dio e alla sua Madre:


E mentre fugge da questo e da quello,
Per non cader nello lor voglie ladre,
Ecco passar di servi un gran drappello,
Con un Signor per le strane contrade;
Il qual, perch era pien di cortesia,
Salv la donna, e i servi cacci via.

"

Nella casa di quello fu impiegala


A custodire bene un suo figliuolo
E viveva in tal modo, che lodata,
Era dal suo padrone unico e solo :
Da tutti riverita era e stimala,
Vivendo casta senza pena e duolo;
Ma il destino, per darle sempre affanno.
Trov nuova maniera e nuovo inganno.
55 E fece che il fratei del
suo padrone
Fieramente di lei s'innamorasse;
E spesso con maligna intenzione
Pi e pi volte ancor ei la molestasse.
Ma quella, sempre tutta religione,
Da se lo scaccia, o solitaria slasse,

V amante che si vede vilipeso,


Forte si sdegna, e pensa essere offeso.
''' L' amor voltalo in collera e furore.
Pensa alla donna far qualche dispello:
Al fin conclude nel suo tristo'core,
E va a trovar la bella donna a letto.

io
_
E mentre che dormir in gran soporo,

Tenendo accanto il piccol pargoletto,


TI suo nipote scanna, e poi pian piano
Biette alla donna lo stiletto in mano.
S5

II sangue del bambin, sparso nel ietto,

Fa di Flavia le carni ancor vermiglio ;


La qual, sentendo il freddo sangue al petto.
Si desta e vede crude maraviglie...
E mirando l' ucciso fanciullelto,
Senza pensar chi meglio la consiglio,
Alza la voce e stridi manda fuori,
Gli' empie il palazzo tutto di rumori.
Era duro al padron creder che avesse
La donna di sua man fatto tal male ;
Che muora o resti viva gli rincresce,
Onde piet e dolor sempre 1' assale.
Alfin chiamato un servo, gli commesso
Viva la meni, come avesse 1' ale;
E sopra di una nave quella lassi,
Che navigando in altra parte passi.
n Subito Flavia al mare fu menala,
E sopra di una nave fu ri dulia,
Ed a quei marinari consegnala,
Con ordin che lontan fosse condulla.
Ella, tutta dolente e sconsolata,
Piange e la bionda chioma straccia tutta,
Poi si consola e volge la sua menlc
h. Dio, che sa quanf ella sia innocente.
50

11
s" Il fior destino non resta per questo,
Che di lussuria lenta i marinari;
Ella vedendo ognun che 1' molesto,
s feroci assalti fa ripari.
Ognun prova allettarla, quello e questo
Con lusinghe, minacce e con denari ;
Ma lei la morto piuttosto cleggeu,
Che offender quei che tutto ci vedea.

Sdegnati i marinari, la. sbarcorno,


Sopra di un' alta e piccola isoletla;
E poi le vele a' venti abbandonorno.
Lasciando la meschina ivi soletta,
l'ulta quanta la notte fino a giorno
Pianse 1' abbandonata sua disdelta.
Poi, slanca, sull' erbetta si adagiava,
E dopo poco l s' addormentava.
58

Mentre ella par nel sonno se ne stia,

Le apparve questa bella visione:


La Vergine di Dio Madre Maria
Cos a lei disse con un lai sermone:
sofferto ogni fortuna ria,
hai
Perch'

Ascolta, or ti dar consolazione ?


E far che da lutti pubblicata
Sia quella lua innocenza celebrala?
" Prendi queir erba che tu troverai
Esser naia di sollo alla tua testa ;
E per tre utilil conserverai,
Che saran causa di tua gioia e fesla:

12
E li prometto ove Y applicherai,
Risaner ogni lebbra aspra e molesta;
E con tal mezzo tu ritornerai,
Al primo stato, e lieta ne sarai !...

" Flavia

resta rallegrala
Per cos falla e santa visione ;
Queir erba prende, verde ed odorata,
E deniro un par di guanti la ripone.
E' dopo aver Maria ben ringraziata,
Con divola preghiera in ginocchione,
Vede una nave^ e fa con gesti segno
Di modo lai, che a lei si accosta il legno.
n Prega la donna, tra gli altri, il padrone
Che sopra il legno suo la lasci entrare ;
si desia e

13
Il qual mosso con gli altri a compassione,
La fa salire in poppa e rispettare.
Essa gli narra la sua condizione,
E 1' erba e la virt eh' ella sa fare :
E fra quei v' era un marinar lebbroso,
Che d' essere sanato desioso.
s' Flavia pone queir erba sopra il malo,
E nel nome di Cristo fa orazione;
E mentre falla una preghiera tale,
Segnandone una croce in devozione,
Cadde la lebbra, tanto all' uom fatale,
Con gran stupor di tutte le persone...
Il che fu causa che lutti la stimare,
E come convena la rispetlro.
S5 Poi navigando
ognor sera e mattina
Giunsero al Porto tanlo desialo;
E come volle la Bont Divina,
Che de' mortali governa ogni Stato.
Trovossi Flavia fuor della marina,
Vicino alla citt che avea abitato:
Dico quella citt dove il figliuolo
Ucciso le fu accanto con gran duolo.
:S' Aveva gi in quel tempo gasligalo
La giustizia di Dio quel micidiale,
Che avea col ferro il nipote ammazzalo,
Acci che a Flavia ne avvenisse male.
I medici 1' aveano abbandonato,
Ed ei, per il peccato suo mortale,
.

14

Seativa tanta pena e tal martire,


Che non potea posar, neppur dormire.
," E dicea: Lasso me! Il mio peccato
solo causa del mio tribolare ;
E il sague del nipote mio scannato
Grida vendetta senza mai cessare ;
Iddio eh' giusto or'or mi ha gasligalo
Di questo, e pi perch feci cacciare
La cara donna in gran disperazione.
Ed io di tutto sol fui la cagione.
Era gi sparsa la voce d'intorno
Come una bella donna peregrina,
Giunta allora di fresco in quel contorno,
Avea presso di se tal medicina
Contro la lebbra, che senza soggiorno
Cadeva per virt tanto divina;
Il fratel dell' infermo, udito questo,
And a trovarla assai veloce e presto.
ss La Regina del Ciel Madre Maria,
Che i suoi devoti mai non abbandona,
Avea di Flavia la fisonomia
Velata in modo, che alcuna persona,
Dotata fosse pur di fantasia,
Avrebbe conosciuta tal matrona;
E per questo le parla il suo padrone,
N la conosce al volto, n al sermone.
10 La
prega poi che seco voglia andare
A curare il gran mal del suo fratello.
116

15

Ella di questo non si fa pregare,


E presa I' erba sua seguita quello ;
Giunta eh' al letto dove tormentare
Si sentiva dal mal questo rubeflo ;
Flavia gli disse : Ascolta, fratel mio,
E non avere a mal quel che dic'io!
M Sappi, che vano il mio medicamento,
Se 1' uomo si ritrova aver peccato
Contro la fama, e fatto nocumento
All' inuocente che non ha fallato.
Se tal peccato avrai sarai contento
Pubblicamente averlo confessato
Alla presenza di sette persone ;
E guarirai da questa contagione!
II giovin cominci a confessare,
Ma non per questo dice il fior peccalo ;
42

Flavia risponde non poter sanare,


Perch quel che pi importa tien celalo.
Disse il fratello : Deh ! non dubitare,
Confessa pur; se ben che fosse stalo
Contro di me, ti porlo tanto amore,
Che ti perdono con libero cuore.
*' Allora il micidial, piangendo, disse :
Perdonami,
frale!, ch'io sol fui quellos

La causa che di vita fuori uscisse


Il caro figlio luo eh' era si bello ;
E questo feci, acci che si punisse
La serva tua con far di lei macello,

16 ~~

Solo perch sdegnossi di accettarmi


Per suo amante e giammai non volle amarmi.
u Quando il padre e la madre udiron questo,

Lor nacque in core tanta compassione,


Che lor pareva il viver pi molesto ;
E piangendo dicean con lai sermone:
Oh! Flavia nostra cara, che s presto

Ti abbiamo persa senza discrezione,


E crudelmente fosti discacciata,
E in mano di stranieri abbandonala!...
" A Flavia tanto il cor s'intenerisce,
Vedendo lacrimare i suoi padroni.
Che ancor' ella nel pianto si ammollisce,
Pensando ai lor costumi santi e buoni ;
E per non dar lor pi pena, si unisce
Insieme, e fa' che una tal voce suoni.
Pi non piangete, che Flavia son'io,
Che mi ha salvato la Madre di Dio !
:s Quanta fosse di tulli 1' allegrezza
Non possibil di poter narrare :
Ognun l'abbraccia con gran tenerezza,
N si sanno da lei punto staccare.
L' infermo pi di lor sente dolcezza,
E la prega volergli perdonare.
A lui che tanto mal le avea tramato,
Per la qual cosa Dio l'ha gastigato.
" Io ti perdono, Flavia disse allora.
Perch' amo Dio e la Verghi Btata;

__ 17
'E questa infermit, che ti martora
Per i suoi morti sia da te levata.
Allor dal guanto 1' erba cav fuora,
E toccando dov' era macolata
La carne, ne rest cos sanato...
Onde grazie egli rende a Dio beato.
18 La bella Flavia stette giorni sette
In casa loro, e poi volle partire ;
Ma eh' ella parta niuno non permette,
Ma che resti tra loro hanno desire.
Bench fosse pregata, resistette,
Che vuole andar... e nulla giova il dire;
Cos facendo a lutti riverenza,
Prese lieta da lor grata licenza.
E camminando in questa parie e quella
In abito di donna pellegrina,
Passando per cill, ville e castella,
Che costeggiando vanno la marina ;
Alfin giunse la donna santa e bella
Alla citt di Roma, ove confina
Li sette colli ; e dove risedea
L' Imperator che morta la credea.
44

Ivi fu da una donna poverella


Cortesemente in casa ricevuta;
Frattanto molti infermi sana ella,
Che presto fu per questo conosciuta.
Corre la fama in questa parte e in quella
Fin che all' Imperatore pervenuta ;
60

18

__

Qual di tal nuova rest assai gioioso,


Perch aveva il l'ralel tulio lebbroso.
" La Vergine di Dio, Madre Beata,
Per la gran cura eh' ha de' servi suoi,
Acci che Flavia ritornasse grata
Al suo marito fece che dipoi
Che il cognato che 1' ebbe diffamata
Dopo passato un anno, e un mese poi,
Tutlo di fiera lebbra si coprisse,
E che tal pena del suo mal patisse.

Ora I Imperator per sua saluto


Pensa di far chiamar la forestiera,
Acci che quella con la sua virtute
st

19
Sani il fratel, che ognun sanar dispera.
E perch di venir la non rifiule,
Anzi venga con buona e lieta cera,
Volle che da sua parte si chiamasse,
E uu premio grande ancor le si donasse.
68 Non tarda punto il
servo di obbedire,
Udito appena il suo comandamento
E per trovar la donna prende a ire,
Veloce qual saetta, oppur qual vento.
Giunto alla casa, fece a quella udire
Del Sacro Imperator tutto 1' intento:
Che al palazzo di lui subito andasse,
E i suoi medicamenti' ancor portasse.
u Flavia, pigliata 1' erba virtuosa
In compagnia del servo and alla corte;
E giunta l dove l'infermo posa,
il quale pel gran duol chiama la morte,
Vi si presenta tutta vergognosa;
Visto venir l'Imperalor consorte,
Gli fece una profonda riverenza,
E di alzarsi aspett la sua licenza.
58 Disse l'Imperatore:
Donna
cara,

Ho inleso la virt che hai di sanare:


Per d' adoprarti non sii avara.
Che donerolti un. premio singolare ?
Flavia rispose:
Cosa
molto
amara

All' infermo convien prima donare;


Cio eh' egli confessi ogni peccato,
Che in danno altrui si trovi aver tramato.

20

i6 Sospir 1' ammalalo a tal parola,


E Flavia disse:
Punto
temere!.,.
non

Fa' che tu getti dalla rauca gola


Il peccato che ha dato dispiacere.
Ancor l'Imperatore lo consola ;
Ma la coscienza lo sprona a temere:
Alfn, toccato dal devoto affetto,
II suo peccato cav fuori dal petto.
57
Chiedo
disse
perdon,
all'
Imperatore.

Ma prima all' alto Dio perch ho fallato;


Quando a Flavia cercai levar 1' onore
E non polendo, ne restai beffato ;
Onde poi la infamai con gran furore
A torlo, e mosso da pensier malnato ;
Confesso eh' ella fu casta ed innocente,
Ed io bugiardo, tristo e fraudolente.
5,1

L'Imperatore udendo lai peccalo,

Che dell' imperatrice fu rovina,


Il dolor, lo slupor Y hanno assaltato,
Che quasi cadde in terra alla supina...

da due cavaiier tosto rizzato,


Venne, e disse: Oh! la povera meschina,
Imperatrice dolce mia consorte,
Che senza colpa provasti la morte !...
53 Allora Flavia, alzati gli occhi al Cielo,
Preg la Madre del gran Dio Beata
Che fosse agli occhi di coloro il velo
Levalo, e fosse ben raffigurala;
E poi eh' ebbe pregalo con gran zelo,
Ma

21

E fu a! voler di Dio raccomandata,


Volta all' Imperator, che ponea mente,
Gli disse appunto nel modo seguente :
-*
Non
ti
turbar,
ti
imperatore:
prego,

Ascolta, perch voglio consolarti ?


Se al tuo fratel perdoni di buon cuore,
Voglio pur ora il tuo dolor levarti !
Rispose allor di Roma il gran signore :
gli
perdono
farti;
Io
vuo'
contenta
e

Purch ci sia rimedio al dolor mio,


Fa' quanto vuoi, ma non lo credo io !

Disse Flavia gentil: Guardami bene


Nel volto e rivedrai la" tua consorte,
Che la madre di Dio da tante pene
61

Ha preservata, e

~pi che

da una morte

L'Imperator ali or non si contiene,


Per 1' improvvisa inaspettata sorte :

Fissando in lei lo sguardo con gran cura,


Flavia, fida consorte, raffigura.
BS V abbraccia
e bacia e non si pu saziare
Dolce
mia
vita,
mio
Di dir:
cofortol...
e
-E poi la torna di nuovo ad abbracciare,
Che ognun dallo stupor ne resta assorto.
Da tutti gli occhi si vedean cascare
Lacrime di allegrezza e di conforto ;
E il lebbroso al cor sente lai gioia,
E par che di letizia anch' ei s muoia.
68 Flavia racconta allor tutto il successe
Della sua vita, o come era passala ;
E come di lontano, e ancor d' appresso,
Fu da molli travagli lacerata ;
E come in gran pericol venne spesso
Ch' ella non fosse del suo onor privata ;
Ma che Maria prese di lei tal cura,
Che in mare e in terra sempre fu sicura.
5t L' erba frattanto dal guanto cavata,
La pone losto sopra del lebbroso:
Cadde ogni lebbra alla prima toccata,
Ne pi si vedo il corpo suo scabbioso
Gallicano, che mira risanata
La carne sua coni' era desioso,
A Flavia ed al fralel chiede perdono,
Ed essi a lui d questo fanno dono.

23

In pace visse il resto di sua vita,.


Insieme con il saggio Imperatore;
Sempre lodando la bont infinita,
Che di noi prende cura a tutte 1' ore.
Cari amali signori, ecco compila
L'istoria che promessi di buon cuore;
La qual e' insegna che non pu perire
Chi hi Madre di Dio sa riverire.
*5

STORIA.
DI

' 7;-,'.Y;'"..--.

DOVE S'INTENDONO

viir avvenimenti di due Amanti


con felice fine.

FIRENZE
TIPOGRAFIA ABBIANO SALANI

Viale Militare
1902.

STORIA

DI FLORINDO e CHIARASTELLA

0 mio glorioso Re celestiale,


Infinita Sapienza e Padre Eterno,

Creatore del tutto universale,


Non mi lasciar quaggi senza governo
In questo tempestoso mar, nel quale
Bonaccia non mai: state, n verno;
Porgimi ajuto e tornami a memoria
Questa leggiadra e pellegrina storia.
Leggesi di uu antico re di Spagna,
Oh' era fratel del re di Portogallo,
Venendo a Roma in quella citt magna
Con molta gente a piedi ed a cavallo,
La sera, giunti a' pi di una montagna,
E quivi si terniaron senza t'alio ;
Per mezzanotte far si riposarono ;
Passata questa appena, si levarono,

'

Che per il fresco cavalcar volea.


E con sua gente si messe in cammino:
E cos, cavalcando, il Re veclea
In mezzo a un prato stare un contadino,
Che gli occhi verso il Ciel voltati avea :
Lasci la gente, e a lui si f' vicino,
E disse: Amico mio, dimmi se sai
Quel che al presente in questo luogo fai?

Rispose il contadino, rispettoso :


Re, tu m' hai domandato
0
sacro

Ci che or facessi in questo loco ombroso;


Stanimi a ascoltar, ch'io te l'avr narrato.
Sappi eh' io sono Astrologo famoso,
E per questo da tutti son stimato:
Or prevedea che il figlio che m' nato
Te morto, Re sar tosto acclamato.
Sentendo il Re contar tal novitade,
Ei non sapeva allor quel che si dire;
Narrogli il contadin la povertade
Del suo figlinol, dicendo: Magno Sire,
Appena da coprirlo ho in veritade,
E a s gran stato lui dee pervenire.
Il Re si turb molto in cor segreto,
Ma pur di fuora si mostrava lieto.

Disse: Lo voglio meco in compagnia,


E come figlio lo far nutrire
Con gran trionfo nella Corte mia.
Allora il contadin gli prese a dire :
0 sacro Re, questa non la via :
Tu mei domandi per farlo morire;
Ma d' una cosa ti voglio avvisare :
Quel che dev' esser non potr mancare.
Per gli arreca il figlio sospirando;
Il Re lo toglie assai benignamente,
E dice: Per figliuolo tei domando?
E quando il contadin tal parlar sente,
Rispose :
!
comando
L'
hai
ormai
al
tuo

Partissi allora il Re con la sua gente,


E diede in guardia a un suo fido famiglio
Quel fanciulletto, eh' era in gran periglio.

Il Re lascia sua gente, e poi soletto


Con quel famiglio che il fanciullo avea
Rimase, e poi si ascose in un boschetto
E verso del fanciullo allor dicea :
Per trar la mia corona di sospetto,
A quel fanciullo darai morte rea!
Ma quel famiglio, nomato Fedele,
Rispose: Non vuo' esser s crudele.

6
5

lc

Allora il Re si f' dare un coltello,


E con sue man gli vuol torre la vita,
E nella gola fer il mescili nello...
Fatta che gli ebbe la crudel ferita,
Vedendo il fanciulletto esser s bello,
Piet lo strinse, tutto il cor si trita ;
Tanto che appena si pu sostenere
E quasi in terra si lasci cadere.
Poi, sospirando, al famiglio si volse
Dicendo: Tal fanciullo mi par morto;
Portalo via! egli presto lo tolse,
Dicendo : Lo destin ci guidi al porto !
E di tal crudelt molto si dolse.
Poi nel deserto entr senza conforto,
E l tra molt' erbacei e e molte fronde,
Sopra d' un fosso quel fanciul nasconde.
E il Re e il famiglio di

Dietro

1'

l si partir,

altra brigata cavalcando;

E in quel che fuori dal deserto uscir,


Il Re si vien del fanciul ricordando.

Ei per dolore gett un gran sospiro,


Ed al famiglio disse : Io ti comando,
Se dei fanciul ti fosse domandato,
Di dir che alla nutrice io P ho mandato.

Lasciar voglio costoro, e ritornare


A dir come il fanciullo fu trovato
Da un gran Barone, il qual giva a cacciare
Pel bosco dove quello fu lasciato.
E cos trascorrendo, ebbe arrivare
Sopra le rive di quel gran fossato :
Dove i suoi caui quivi si fermarono
Ove il fanciullo, e l forte abbacarono.
Fermossi quel Baron con sua famiglia:
Poi da cavai smontava, per sapere
Che vuol dir questo: e con gran meraviglia
Trova il fanciul ferito l a giacere
Tra quelle erbacce, e subito lo piglia,
Dicendo agli altri :
Venite
vedere
a

Gran crtideltade ch'oggi s' qui usata!


Presto l corse tutta la brigata.
Pel Medico mandaro incontanente;
Non pel pi grosso, ma pel pi soprano,
Ohe si potesse trovar certamente.
Trovaro un vecchio Medico romano
Molto discreto, pratico e sapiente,
Il quale in pochi giorni di sua mano
E co' suoi buoni unguenti, ebbe guarita
A

quel fanciullo la crudel ferita.

8
15

17

Battezzato il fanciul fu con gran festa,


Con suoni e balli, con gran feste e cauti,
Come colui, che uomo di gran testa.
Dir del nome e dei suoi bei sembianti,
Come 1' istoria a me qui manifesta;
Plorindo si chiam da tutti quanti.
Perch era bello come un vago fiore,
Posto gli fu quel nome di valore.

In fatto d' arme parea un paladino,


Non v' era uom che parar gli potesse,
Tanto era grande il giovin pellegrino.
Fortuna volle che un d s' abbattesse
Con certi suoi compagni in un giardino,
Tra' quali uno, con parole espresse,
Gli disse motteggiando: Per mia fede,
Tu non sei figlio di qul che si crede!
Plorindo, udito questo, si partiva,
Dicendo: Lasso! Ahim! chi fu mio padre?
A cercar messer Fosco se ne giva,
E quella che tenuta avea per madre :
E quando innanzi a que' due vecchi arriva.
Incominci con parole leggiadre:
D'esser vostro figliuol pur mi credevo,
Perch quello eh' io fossi non sapevo.

Messer Fosco, sentendo P orfanello,


Gli disse :
mio,
Figlio
che
dir
vuol
questo?

Tu mi hai passato il cor con un coltello.


Al qual Florindo poi rispose presto:
Senza cagione cos non favello.
Oggi mi stato fatto manifesto
Come voi mi trovaste nel deserto,
Tra certe erbacce nascoso e coperto.
Gli disse Messer Fosco :
Deh! tu ancor,;
Soccorri 1' et nostra, afflitta e stanca!
Deh ! statti qui con noi nella buon' ora. :
Ohe tu sei il fior d' ogni persona franca :
Tu il Sole sei che la mia casa onora.,
Che vuoi andar cercando, o che ti manca?
Tu sei il mio igliuol eh' ho generato ;
To non t' ho in bosco, od in selva trovato

Florindo che prestato avea la fede


Alle parole di quel suo compagno :
Al dir di messer Fosco egli non crede,
Quantunque fosse uomo degno, e magno.
E bench il voglia poi lasciai- suo erede,
Esso non si cur di tal guadagno:
Perch dal Cielo era predestinato,
Che pervenisse ad altro maggior stato.

io
11

Messer Fosco piangendo P abbracci,


E pi di- mille volte lo baciava,
Dicendo: Figliuol mio, come far
A viver senza te? Molto mi aggrava.
Dio sa se forse mai pi ti rivedr?

Florindo ai piedi suoi s'inginocchiava


Dicendo : Padre mio benigno e buono.
Se mai ti offesi, ti chiedo perdono !
ss

Menar si fece subito il destriero,


Poi si vest di tutta 1' armatura;
E fatto questo, il nobile scudiero
Mont a cavallo senz' aver paura.
Con due famigli entra nel sentiero,
Disposto di trovare la sua ventura,
Lascio Fosco e ritorno al re Giulisse,
Quei che Florindo quasi a morte missc.

*'

Aveva questo Re una figlia bella,


Savia, discreta, nobile e gentile,
Si chiamava per nome Ohiarastella,
Ed era questa graziosa e umile.
Altri figlioli, non avea che quella,
Mai non fu donna tanto signorile;
D' ogni virt e costumi era dotata,
E fu, da molti, nel suo tempo amata.

11

Poich volle fortuna ed il destino,


Florindo in questo tempo intorno andava,
Cercando il padre pei- ogni confino ;
E cos andando, in Spagna capitava,
Appresso a Saragozza in nn giardino,
Nel quale Chiarastella allor danzava
Con pi compagne, pellegrine e belle;
la lei pareva un Sole appresso quelle.

dietro alla porta


Di quel giardino in mezzo della strada,
Siccome quel che giovent trasporta.
E mentre che in quel loco egli si abbaila,
Appare un Oavalier che Iacea scorta
A quelle dame, armato con la spada.
Ed a costui grid :
Troppo tu errasti,
Quando senza licenza qui passasti !
PI Olindo si ferm

Florindo gli rispose umilemente :


Io
non sapevo, o Cavaiier, 1' usanza :

Di tal divieto non sapevo niente,


E, se ho fallito, chiedo perdonanza
Quanto pu un peccator quando si pente...
Rispose il Oavalier, pien d' arroganza :
Se tu vuoi che perdoni al tuo gran fallo,
Qui ti convien lasciar 1' arme e il cavallo !

12

"

Disse Plorindo :
Se
lo
tn
vorrai,

Far mestici- che tu te lo guadagni ;


Per altro modo tu non 1' averai,
Non creder gi che mia vita sparagni.
A combatter qui teco mi vedrai,
Acciocch Marte di me non si lagni :
Vientene in campo* e se mi getti a terra,

Il cavai vincerai,

1'

arme e la guerra.

"'

Eispose il Cavaliero:
Io
son contento

Fatto 1' accordo ognun nel campo scese


E voltaro il destriero in un momento.
Sentendo questo, la Dama cortese
Con le compagne sue, ch'eran ben cento,
Corse alla porta e poi che il patto intese
Volle vedere come in quella giostra
Qual maggiore di lor forza dimostra.

ss

Che dir si puole di Fiorinolo ardito,

era gi vinto dal figliol di Venere?


11 suo nemico, appena a terra ito,
Ne rimirava quelle membra tenere'
Ohe in terra il fean cader tutto stordito,
Pallido in faccia pi che bianca cenere.
La Dama nel giardin lo fece entrare
E pace col guerrier gli fece fare.
Oh'

13
L'

altra mattina. venne il Re Ginlisse

quel giardino con poca famiglia,


Perch noa volle che niun lo seguisse :
Pi giorni star volea colla sua, figlia.
E, giunto a lei, con un bel modo fisse
In lei lo sguardo, e per la man la piglia.
E lei mostr Florindo, il bel garzone:
E al padre disse : Questo mio campione

E delle sue

virt parl la Dama,

E tante laudi per costui dispensa,


Che ognun fa innamorar della sua fama;
E giungono poi all' ora della mensa.

La giovinetta a s Florindo chiama,


Perch di farlo grande ognor si pensa;
E disse: Giovinetto, per mio amore,
Fa' che stamane tu ci faccia onore ?

Florindo innanzi al Re si- approsent,


E cominci a servire di coltello
S gentilmente, che ogni altro avanz.
Poich servito ebbe, il damigello
Subito in mano un liuto si pigli.
E pi varie canzon suon con quello
Con tal maniera, e si soavemente,
Che f' maravigliar utta la gente.

14
83

II Re per questo alla figlia fu vlto,


E disse : Intendi ben quel ch'io ragiono
Questo Scudiere che di nuovo hai tolto,
Per me lo voglio ornai ; fammene dono ?
Ed ella bench gli rincresca molto.
Disse : Deh ! padre mio, contenta sono !
Colla lingua ci disse, poi col cuore
Bestemmi il padre, la fortuna e Amore!

s*

Per stette pi giorni in quel giardino,


Prima che ritornasse alla cittacle.
Poi giunse un messaggier del Re Gabrino,
Qual' era suo fratello in veritade;
E poi che gli ebbe fatto un bell'inchino
Cominci, e disse: Sacra Maestade,
Il fratel vostro a voi si raccomanda,
E mille volte a salutar vi manda.

"

Ancor vi prega assai, che Ohiarastella


Vada a star seco un mese in Portogallo,
Dove si fa una festa molto bella,
Alla qual viene il gran Re Finistallo,
E mena la Luciana sua sorella.
E il Re, sentendo, questo: Senza fililo
Contento son che la mia figlia vegna,
Acciocch questa festa sia pi degna!

15

"

Chiarastella in viaggio si metteva,


E a Saragozza in breve eli' arrivava;
Ma il Re Gtabrino, che bene sapeva
Ohe verso il Portogallo s' avvicina,
Per incontrarla tosto si muoveva
Ed a mezzo cammino 1' incontrava.
Giuuta in cittado Chiarastella bella,
Grid la gente: Evviva Chiarastella!

*'

Poi 1' altro d si comincia la festa !


In essa v' eran tutti quei Baroni:
Chi danzava con quella, chi con questa.
Inoltre vi eran pur molti buffoni,
Che a quelle Dame davan gran molesta
Pregando ciascheduna che lor doni.
Ma vuo' costor da parte un po' lasciare,
E di Florindo alquanto ragionare.

Costui scn stava senz'alcnn riposo,


Pensando sempre alla sua cara Diva;
E cos stando, il giovane grazioso
I gran moti del cuor molto sentiva.
Dinanzi al Re, tutto malinconioso,
Non solo sospirava, anzi languiva;
Il Re, che se ne avvide, a s i! chiamava,
E perch lacrimasse domandava.

16
M

40

Ei narr al Re la sua disavventura,


Siccome dentro al bosco fu trovato.
Sopra del fosso esposto alla verdura
E dissegli quant' era sventurato.
Il Re sentendo questo ebbe paura,
Perch del contadin si ricordato.
Quando gli disse, l in quella campagna,
Ohe il figliolo sarebbe Re di Spagna.
Quegli che pensa averlo reso morto,
Ora vivo dinanzi sei vedea,
Non ebbe alla sua vita alcun conforto ;
Poi la notte una lettera scrivea
(Per far morire il damigello accorto,)
Al suo fratel, che in tal modo dicea:
Fratello, io prego le tue care gesta
Faccian dar morte al portator di qui1;.
Ed anco l' avvis per qual cagione.
Poi la mattina questo Re malvagio
Per lui del foglio fece spedizione
Dicendo: Figlio mio, se alcun disagio
Patir ti fo, n'avrai buon guiderdone.
Ed ei per obbedir sgombr il palagio
Corse alla stalla e tolse un bel cavallo,
E tanto and che giunse in Portogallo.

17

quando giunse, il Re Gabrin dormia,


per questo a Florindo conviene
Aspettar tanto che destato sia;
E perch l'aspettar non gli dia pene,
Verso una loggia a spasso se ne gi
Sotto la quale, il damigel dabbene,
Chiarastella trov con pi compagne
Leggiadre, adorne, pellegrine e magne.

Ma
Onde

Ei le disse : Tuo padre qua mi manda


Con sta lettera al suo fratel Gabrino,
E la sollecitudin raccomanda.
La Dama disse : 0 giovin pellegrino,
Vieni che t'ho da fare una domanda?
E seco lo condusse nel giardino
Ei cos presto da lei non si volse,
Che fuor di man la lettera gli tolse.
Disse Florindo : Dama, non l'aprire,

Perch tuo padre uccider mi farebbe,


Se tal fatto venisse a presentire;
Oltre di questo, infamia mi sarebbe!
Ma lei la prese e non cur il suo dire,
Ohe nessuno tenuta non 1' avrebbe;
Letta che 1' ebbe, quella ben comprese,.
E

tutto il tradimento chiaro intese.

18
**

-."

Quindi contro il suo amante si volgea,


Ohe tristo ed adirato se ne stava,
E quel che aveva letto gli esponeva :
Florindo molto aUor si spaventava
Ma Chiarastella bella gli diceva
Che non temesse, e assai l'incoraggiava.

Poi in camera si chiude, e l scrivea


Lettera falsa, che vera parea.

"

Qual cominciava: Fratel mio carissimo,

Per infinite volte vi saluto,


10 vi d avviso come sto benissimo.
E come nuovamente ho ancor saputo
Del Portogallo trionfo grandissimo,
E che mezzo il Ponente ci venuto.
Onde per onorar la festa vostra,
Voglio che a nome mio fate una giostra.

"

di questa acquister l'onore


Aver Chiarastella per mogliera :
Sia chi si voglia Barone, o Signore,
Acciocch ognuno giostri volentiera:
Ma soprattutto questo ambasciatore
11 qual vi mando, quel che vincer spera
La giostra, perch in arme ben accorto:
Se lui la vince, non gli fate torto !
E chi

19
18

Avvisato Florindo d' ogni cosa,


Uscir insieme fuor di quei verzieri,
E dopo questo, la Dama famosa
Diede a Florindo famigli e scudieri,
E una collana ricca e preziosa,
Ornata di diamanti e di zaffieri ;
Colle sue proprie man gliel mise al collo,
E cos ornato innanzi al Re mandollo :
,

iB

II qual s' era levato da dormire,

Giunto Florindo, fece l'ambasciata,


E poi gii present con molto ardire
La lettera che quella gli avea data.
Il Re subitamente 1' ebbe aprire,
E pian piano la lesse una sol fiata;
Letta che 1' ebbe, a' suoi Baron la mostra,
Dicendo : Ognun s'apparecchi alla giostra.
E0

Poi che a Florindo voltato e' si fue,


Di pi cose gii venne domandato.
Ma poco insieme stettero ambedue,
Ohe Chiarastella giunse sospirando,
Con tutte quante le compagne sue :
Dieea: Me lassa! Ohim! io non so quando
Sar quel d che il mio padre riveggia:
E il suo bel volto Florindo vagheggia.

20
61

Allora il Re, sentendo tal parlare,


Presto ordin con gran provvedimento
La giostra, e quei che avevano a giostrare.
Fatto che fu quell' apparecchiamento,
La gran giostra si venne a cominciare ;
Nella qual tutti in questo gran* cimento,
Per acquistar la Dama ognun s' adopra,
Sicch molti ne andaron sottosopra.

ss

Stava il Re sopra un carro trionfale


Con quelli che la giostra giudicavano,
Guardando chi fa bene, e chi fa male:
Dall' altra parte poi le Dame stavano
Con Chiarastella sopra un tribunale;
Tutte dietro a Florindo ben guardavano,
Ohe facea cose ammirande e stupende,
Talch ciascuna del suo amor s' accende.

,s

chi porta via scudo, a chi cimiero,


Chi per forza volar fa dell' arcione,
Tanto era in armi valoroso, e fiero :
Non venne sulla giostra alcun Barone,
N Conte, n Signor, n Cavaliero
Ohe potesse star seco al paragone;
E similmente per il suo valore
Vinse la giostra, la Dama e l'onore!
A

.21

Il Re non stette molto a dir parole;

Al Palazzo condusse la donzella


Con quella compagnia che menar vuole.
E Florindo chiam, presente quella,
E disse: Prima che si asconda il Sole.
Intendo che. tu sposi Chiarastella:

Florindo la spos con gran letizia,


Confermando per fede 1' amicizia.
Dipoi che Chiarastella fu sposata,
(Udite ci che volle la fortuna
Sendo per lei gran festa apparecchiata,)
Un messagger, vestito in veste bruna,
Giunse in sala con ben poca brigata
Mirando quelle Dame, ad una ad una,
Tanto che Chiarastella rimir,
E poi dinanzi a lei s'inginocchi,
E disse

gradita,
nobile
Dama
e

Il padre tuo di subitanea morte


L' altra notte pass da questa vita !

Chiarastella, sentendo simil sorte,


Chiam Florindo e disse : Il Oiel ci aita ;
Pi non bisogna stare in altrui Cortei
E incontinente f' finir la festa,
Mostrando aver del padre gran molesta.

22

Poi il giorno dopo quella si parti,


E il Re Gabrin gran pezzo 1' accompagna
Con tutti quei Signori eh' eran li,
E li lasci andar verso la Spagna.
Poi giunti a Saragozza, il primo d
Diede a Florindo la corona magna,
Oh' era del padre, senza impedimento ;
E tutto il popol si chiam contento.
Dopo che incoronato ebbe il marito,
Al padre morto fece grand' onore;
E volle che lui fosse seppellito,
Di San Pietro nella Chiesa maggiore;
Tutto il popol di nero era vestito,
Dentro stava piangendo a tutte 1' ore:

l'esequie,
Poi fu sepolto con sua pace e requie.
Rimase alfin Florindo in signoria,
Colla sua cara sposa trionfando,
E con tutta 1' usata Baronia :
E il padre suo lo venne ritrovando
Con la sua madre s amorosa e pia,
Oh' erano stati gran tempo aspettando ;
E per questo figliuolo, in lor vecchiezza,
Ben quattro giorni duraron

Ebber pace, riposo ed allegrezza!


FINE.

LIBRETTINI DI STORIE ASTICHE E MODERNE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia all' editore Adriano Satani - Firenze.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.

Pia de' Toloniei.


Contrasto fra un Povero e
un Ricco borghese.
L'Imperatore superbo.

Liberazione di Vienna.
Difesa soldato prussiano.
GiacomoBusponi,assassino.
Storia di Federigo Bobini.
Flavia imperatrice.
I due Sergenti.
Aida, la scliiava.
La trappola delle donne.
Lo Spedale de'Rovinati.
Storia di Marziale.
Avvertimento ai giovani,
che prendono moglie.
15. Storia di Baruccab.
16. Marietta cortigiana.
17. Contrasto fra povero e ricco.
18. Storia d'Angiola crudele.
19. Rammentati i baci che mi
hai dato.
20. Storia di Guerrin Meschino.
21. Lo Scheletro vivente.
22. Storia d Sansone.
23. Storia di Genoveffa.
24. Teresina e Paolino.
25. Il conte Ugolino.
26. Giuditta e Oloferne.
27. 1 sette Dormienti.
28. Affetti d'amore.
29. Storia di Leonzio.
30. Ardor d'amore.
31. Chiarina e l'amante.
32. Storia di Lazzarino.
33. Storia di Mastrilli.
34. Storia di Carlo Bertoni.
35. Storia di Pierina.
36. L'Oste assassino.
37. Storia di Guazzino.
38. Stellante e Costantiua.
39. Il valoroso Leonildo.
40. Cav. Bosco, prestigiatore.
41. Costantino o Buonafede.
42. Storia d'Ortenza e Caterina.
43. Storia di Caterina dannata.

44. Vita del Nicoheri.


45. La Carit romana.
46. Francesca da Rimini.
47. Storia di Stoppa.
48. Storia del Castellano.
49. Storia di Piramo e Tisbe.
50. Il brigante Gasperoni.
51. Storia de' cinque Ladri.
52. Sposalizio Sandra-Geppoue.
53. Le 99 Malizie delle donne.
54. Storia di Beatrice Cenci.
55. Federigo e Margherita.
56. Cristoforo Colombo.
57. Ginevra degli Almieri.
58. Le bellezze di Fireuzo.
59. Storia di Adamo ed Eva.
60. Frate Nespola.
61. Vittoria italiana in Africa.
62. Contrasto fra Padrone e

Contadino.
63. La Creazione del Mondo.
64. La Sposa del Marinaio.
65. Contrasto fra un Gobbo e
una Signorina.
66. Il veleno degli uomini.
67. Storia delle 5 ragazze.
6S. Il Trovatore.
69. Gosto e Mea.
70. Le sofferenze del carcerato.

71. Strambottoli.
72. Storia del Giocatore.
73. L'Usignolo.
74. Chi prendo moglie o non sa

l'uso.
75. Il linguaggio d'amore.
76. Il brigante Biscarino.
77. Storia del serpente che uccise 23 bambini^
77. Contrasto fra cittadino e
contadino.
78. I pettegolezzi delle ciane.
SO. Contrasto fra suocera e
nuora.
81. Contrasto fra nobile e contadina.
82. La Morte e il vecchio avaro.

LIBRETTINI DI STORIE ANTICHE E MODERNE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia all' editore Adriano Salani - Firenze.
125. Florindo e Chiarastella.
83. Vizi e virt delle donne.
84. Fatto di due tedeschi che 126. Il contadino e il ciuco.

127. Contrastofra un Giocatore


uccisero una fanciulla.
ed un Ubriaco.
85. Federigo il giocatore.
128. San Giovanni Boccadoro.
S6. Ansuini e Menichetti.
129. Il figliuol prodigo.
87. Storia del Fico.
130. Contrasto fra la Morte e
88. Mariannina la capricciosa.
89. Contrasto fra ammogliati.
un Guerriero.
131. La ritirata.
90. Le sventure de'cani.
132. Morte di due amanti.
91. Le serve di Firenze.
133. L'invenzione del telegrafo.
92. Stornelli d'amore.
134. Una madre che gett in
93. Indovinelli graziosi.
forno sua figlia.
94. Nuovi stornelli amorosi.
95. Contrasto fra Pisana e Li- 135. Burlette d'Arlecchino."
136. Le statue degli Ufizi.
vornese.
137. La cena delle Talpe.
96. Il Vecchio e la sposa.
97. Un giovanotto che uccide 138. Contrasto fra un priore e
la Bua" fidanzata.
un mereiaio.
139. Contrasto framadre e figlia.
98. Non mi dir di noi
140. L'amore segreto.
99. Il feroce brigante Crocco.
141. La mandolinata.
100. Storia di Fra Formicola.
142. Stefano Pelloni.
101. La battaglia d'Adua.
143. Marco, l'asino sapiente.
102. Il Giovane pescatore.
144; Proverbi italiani.
103. Vita di Garibaldi.
104. Dottrina di Garibaldi.
145. La ragazza infanticida.
146. Storia di Luca Cava.
105. Orfeo della dolce lira.
147. Storia d'una Ragazza.
106. Contrasto fra due mariti.
148. Paolo e Virginia.
107. Storia di Nerone.
149. Vieni Ninetta.
108i La crudelt d'amore.
150. Poesie per Bambini.
109. Giuochi di sala.
151. Il brigante Marengo.
110. La sfida di Barletta.
111. Il soldato italiano inAfrica. 152. Il brigante Ghino di Tacco.
153. Il brigante Cirindello.
112. La finta ammalata.
154. Fucilazione di Misdea.
113. Il brigante Sciarra.
155. Storia dell'Inglesina.
114. Contrasto fra Venezia e
156. La Madre veneziana.
Napoli.
115. Dottrina degli innamorati. 157. 150 Stornelli d'amore.
158. Un figlio che uccide la so116. Lo sposalizio dei gatti.
rella e i genitori.
117. Mamma, Cecco mi toccai
159. Storia di cinque ladri.
118. Martino con 18 dame.
160. Il Conte di Montecristo.
119. Non trovo moglie?
161. La vendemmia.
120. Il silenzio della notte.
162. Storia di Lionibruno.
121. La bella Rosina.
163. Le bellezze di Laurina.
122. Gianfiore e. Filomena.
123; Storia della regina Stella. 164. Stornelli sulla gelosia.
24. Guida degli amanti.
165. Storia del prete e le serve
.

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SALANI
Viale Militare, 24
1898

STORIA DJ GNN-FIORE E FILOMENA

Di

due infelici e sfortunati amanti

Canto, ed caso di piet s.degno


Pi di Piramo e Tisbe, anzi fra quanti
Seguir ancor neir infelice regno.

Pari di et, pari di f costanti,


Loro indusse a morir barbaro sdegno ;
E morte fu, che al mio cantar dovrebbe
Impietosir, chi mai piet non ebbe!
In Firenze nascea il buon Gian-Fiore,
E di stirpe magnanima e serena;
E nell' etade sua pi verde, amore
Gli f' veder la vaga Filomena;
Cos dell' amor suo crebbe l'ardore,
Cos dell' ardor suo crebbe la pena,
Pena che gli dur poscia in tal sorte,
Che sperando gioir, n' ebbe la morte.

4
1

Avvenne che la vaga Filomena


Fu dal suo genitor mandata in villa;
Lei, come esente di amorosa pena,
Per la campagna vagheggiare brilla ;
Solo i fratelli in compagnia si mena,
Che son degli occhi suoi chiara pupilla :
Gian-Fiore che non vede Filomena
Gira intorno a sua casa e si d pena.
Tante volte gir, eh' dna vicina
Di Filomena, donna di coloro
Che sogliono osservar sera e mattina

mai guardare i loro;


Costei nella sua tacita dottrina,
Ben si era accorta dell' affetto loro:
E vedendolo andare intorno errante,
Cos parl all'onesto e v.vv.i amante:

I fatti d' altri,

'

n vi sia pena,
Signor,
Perdonate,

Se con 1' audacia mia s avanti io passo:


Non in casa la vostra Filomena,
Co' suoi fratelli nella villa a spasso.
IT andar girando un seminar 1* arena,
II padre solo in casa: qui vi lasso!
La ringrazia Gian-Fiore, e parte e corre,
E al suo pensier mille pensici' discorre.

perch di. Fiorenza era serrate


Le porte, e l'aria fatta tetra e scura,
Calar per le muraglie ben guardate,
Pena di vita era scalar le mura;
Volle a nuoto passar 1' Arno a portate.
Nuovo Leandro all' acque s' assicura.
Cos risolve, parte e il lido lassa,
Si butta in Arno, nuota e il fiume passa.
E

Giunto alla riva, ecco si drizza e vede


Un palazzo che ai bravi destinato,

Forca in tre legni, al canape presiede


Un uomo stato il d quivi appiccato.
Si atterr a prima vista, e perch crede
Ohe mai non tema un cuore innamorato,
Va innanzi, e nel mirar quell'infelice,
Mosso a piet, cos parlando dice :
sei,
Misero
che
tu
misero
il
padre

Che pur ti gener, quanto ebbe noja!


Misera ancora ogni dolente madre,
Che alleva un figlio, e poi l'uccide un boja!
Forse in quel corpo di tartaree squadre

Spirto ne stava a intimorir sua foja ;


E alle parole sue tanto pietose,
Q,uelV appiccato a lui cos rispose
.

6
"

Misero
di
pi
me, dove ne vai?

empia stella, iniqua sorte :


Questa notte appiccato morirai ;
E tu pur corri volontario a morte?
Cerchi in tenebre oscure amici rai
Sono del viver tuo chiuse le porte:
Tu corri a dare a tuo destino effetto
Per morir come me : va' che t' aspetto !
Ti minaccia

10

Ei va innanzi e non teme, e lascia indietro


L' appiccato, e si scorda ci che disse;
E per cammino tenebroso e tetro,
Giunse al docile fiume, e l si misse.
E sente un mormorio in dolce metro
Che fan queir acque, e voce par che udisse :
Gian-Fiore
ove ne vai? Son tue rovine;

Guarda come tu passi, e pensa il fine!

Di nuovo si ferm, ma perch amore


D forza e spirto a' suoi seguaci amanti,
Prend' animo, e si fa esca 1' ardore,
E si risolve di passare avanti;
Ma perch stima che il gi inteso orrore

Sia di larve notturne, ombre vaganti,


Egli, che spiritoso esser si crede,
Sdegnato e ardito, mai risposta diede.

7
t3

15

'*

Cos ostinato seguita l'impresa,


Senza certo proftto, intorno errando,
Come suol fare alma d'.amore accesa
Che nulla teme, e vuol morire amando.
Eran circa tre ore; ed ebbe presa
La via pi corta, e la casa trovando
Della sua donna, ecco che il cor si muta:
Giunse, e con un sospiro la saluta.

Si ferma e vede una finestra aperta


Di quella stanza ove dormia la bella;
Stima nel pensier suo per cosa certa,
Che sola in loeo tal stia la sua stella;
alla citt inesperta,
dice,
madre,
La

Con lei sol vi sar qualche sua ancella :


Salir voglio nascosto; e a pocco a poco
Onestamente discoprirle il foco !...
Sale, entra dentro, ed ogni luce spenta
Trova, e all'oscuro egli non sa che farsi;
Mette un pi innanzi, e con le mani tenta
E tocca un muro, e cerca di. celarsi ;
Si ferma, ascolta poi se alcun lo senta,
Va innanzi all'anticamera a fermarsi;
Pensa, si muove nuovamente in queste,
Stende le braccia e in una gabbia investo,

"

II nome altier della sua donna amena


Sotto l'orma d' augello ivi s' asserra,
un rosignuol, che prima Filomena
Giriamosi, e fu quel che a Teseo f' guerra.
Godea dal cauto suo la Dea terrena,
Che letto avea quanto 1' istorisi serra;
Lo tocca, quello grida, ed ella corre
Contro 1' amante e 1' augel suo soccorre.

'*

Grida la Bella: Il vago rosiguolo,


W tolto, o morte, ajuto ! Ol, correte !
Presto con lumi l corsero a volo :
Ecco altro uccello, oim ! preso alla rete.
Cerca fuggir, per non pagare il nolo,
Gian-Fiore allor dall'amorosa rete
Di dove entr: ma non ha tempo, oh, fato!
In mezzo all' armi si trov serrato.
Con molte scuse

17

fratelli di lei l'ira ammollire;


Vede che nulla la, pensier poi. prende
Pugnare, e avanti lei lieto morire;
La spada impugna, e mentre si difendo,
La difesa non pu lieta sortire.
Cos alfin s'inginocchia e dice : Udite,
?rima quattro parole, e poi ferite!
Dei

il giovino pretende

9
18

19

6,1

fu questo concesso; ali or Gian-Fiore


Cominci a raccontar da' suoi prim'auni;
Tutto il successo del segreto amore;
E quanto avoa per lei patito affanni.
E perch di cotesto immenso ardore
Lui non poteva pi soffrire i danni,
Era venuto alla sua donna avante,
Per palesarsi onestamente amaute.
Gli

Stava di Filomena la figura


Immota, che parca marmo costante,
E disse sospirando : Ahi ! che sciagura
0 troppo tardi conosciuto amante!
Si volta a' suoi fratelli, e poi procuri?
Vita all' amante genuflesso avante,
Fatta la Dea d'amor tutta pietade,
Fa dell' ira de' suoi depor le spade.

Fatta de' suoi fratelli ogn' alma pia.


Lo fan prima rizzare e poi sedere;
Il perch gi conoscono che sia,
Sol per causa d' amor ne han dispiacer.
Pensano (e questa poi fu la pazzia,)
Al padre loro il tutto far sapere,
Sperando che aggradisse tal novella,;
E dar moglie a costui la lor sorella.

10

Per onorarlo meglio, i suoi fra-teli!


Pan preparare sontuosa cena :
E accostando le sedie e gli sgabelli,
Pongon Gian-Fiore accanto a FilomenaLui con i sguardi suoi negli ocelli belli,
Cibava il cor con amorosa pena:
E lei, mirando lui, cinto d' ardore,
Piangea, ma di piet tutta timore.

"

ritirorno
Da questa stanza in altra stanza appresso;
E quando fu siili' apparir del giorno,
Ecco arrivar quel gi partito messo.
Non so se si allegrar, se si turborno:
La sentenza sta qui, 1' empio processo
Il padre scrisse in dolorosa sorte :
Vendicate il mio cuor: dategli morte! *
Cos cen, di poi si

*"

Mentre i fratelli suoi stanno in disparte


Leggendo quel carattere di sdegno,
Sospir Filomena, e disse: Ahi, carte,
Che mi togliete un cos caro pegno !
Poi mirando Gian-Fiore all' altra parto,
Sospir, e fn questo sospiro il segno.

Olle della morte sua certezza diede;


E come morta poi cadde al sao piede

11

Bene accorto del tutto era Gian-Fiore,

54

si sforz pertanto darle aita:


Pi premendoli assai nel suo dolore
Pi che la morte sua, di lei la vita.
Gran pezzo in terra giacque, e con amore
Soccorse Filomena; e risentita
Si alz verso 1' amante, e con dolore
Disse piangendo: 0 mio perduto amore!
Ma

Gian-Fior, rivolto alla bella fanciulla


Incominci piangendo cos il detto :
chi
ebbe
la
culla.
S'
che
tomba
aver
ver

Deve nel mondo, e tal decreto ha effetto,


Della mia morte a me non mi cai nulla,
Ohe movo lieto avanti il tuo cospetto...
Ma sol mi duol che sono in tale accesso,

Fatto per troppo amor reo di me stesso!

50

Per

ti prego, anima bella

e pura,

Quando lo spirto mio vedr' esalare


Questo mio corpo d' ardere procura

tutto in cenere tornare,


Acci nascosta sia questa sciagura ;
Che, potendosi il corpo ritrovare,
Portera qualche macchia in tal duello,
Contro 1' onest tua, contro il tuo Belo !
E fallo

12

Voglio che poscia, in cenere ridutto,


Riserbi quella, e sia memoria al core
Dentro di questa camera, nde il frutto
Delle speranze mie recossi il fiore ;
Ed ivi scrivi in memoria di lutto :
Qui giace il fedelissimo Gian-Fiore,
Ohe gli avvisi spregi di morte e pena ;
Filomena!
Sol per amar la vaga

11

E perch parlo

''*

da fedele amante,
Noto alla morte, in vita fui segreto;
To' questo anello mio, questo diamante,
E, cos detto, sei cav dal doto ;
E sospirando disse : A te costante
Faccio tal dono e 1' amor mio ripeto ;
E la causa dirai con la tua fede,
Quost' auel come 1' ebbi, e chi mei diede.
Cadea la donna tramortita intanto !
Ma la sostenne lui (che caro peso!)
Cos rinvenne, e con dirotto pianto,
Lo f' sedere, e il suo parlar ripreso,
Disse : Io t' ascoltai ; tu ascolta quanto
Son'io per dirti, il cor di farlo acceso :
Perch se ili vita non ti fui consorte,
Ti sar morta poi, con la mia morte!

"

Oggi che alfin bene accertata sono

di tua morte in rabbia monto;


Lassa me! che tesor, che ricco clono,
Appena 1' acquistai, lo perdo apponto !
Mi ricordo tue giostre, il canto, il suono.
Sciolta d' amor, io non ne tenni conto ;
E in questa notte, ahi! che crudele ardore!
Perdo 1' amante, or che conosco amore...
Del tuo amor,

t!

!S

Maledetto l'auge!, ed io che il tenne,


Che gridando avvis gente contraria,
E perci al suo gridar batteo le penne,
Ohe ogni speranza mia vol per l'aria!
Ah! perch il messo che part, poi venne ?
Arno non 1* inghiott, che il corso varia...
Ahi! perch non ho forza ai bracci snelli,
Per te difender contro i miei fratelli?
Tu godi, che a tua morte or lieto mori
Mentr' io ti fo 1' esequie col mio pianto :
Ma a me chi rester che a' miei dolori

dia di poche lagrime alcun vanto?


Io scriver come tu hai detto ; e, mori...
Far nel tuo morir, nero il mio manto;
E se tu mori, io pure alla mia volta
Star rinchiusa, come in tomba sepolta.
Mi

14
5'J

3*

85

Tu vuoi che il tuo bel corpo e membri puri


Da me bruciati sieno, e in polve infranti;
Ed io per luoghi solitarj e scuri
Far quest' alma si consumi in pianti.
Cos, mio caro, sarem noi sicuri
Esser di fedelt coppia d' amanti;
E dell' obbligo nostro ognun s' assolve :
Io, disfatta di lacrime, tu in polve !

Perdona a me, se in questo stato sei


Per troppo amarmi e troppo portar fede;
Cos dicendo, in dolorosi oimei
Cadde, ed avanti a lui morir si crede...
Intanto dai fratelli di costei
Presto legato il giovine si vede;
E lui non mira i lacci, e chi lo lega,
Ma per il ben di lei Cloto ne prega,
Gi risentita Filomena e grida :
Piano, che fate ol? Nel cor non erro;
Essere di colui io 1' omicida
Voglio: alle mani mie datemi il ferro!
Lo prende, e perch poi se stessa uccida
Volge la

punta al proprio petto, e il ferro ;


E se pi tardi dai fratelli cinta
Stata la fosse, gi sanasi estinta.-

tal vide Gian-Fiore,


contentezza il cor tutto s' apro;

Quando un affetto

5'

Di
E preg Filomena, per 1' amore
Ohe le porta, far pago il suo deso
Ohe di sua vita recidere il fiore
Non voglia : E chi sepolcro al corpo mio,
(Dicea) dar, se tu fai tal' eccesso?
Questo ti supplicai; tu l'hai promesso.
57

88

Allora ella grid con voce forte :


fratelli!...
Un tal cordoglio,
ferite
Non

Provi pur di morir l'infausta sorte,


Ma non che sparga il sangue suo nel soglio.
Dategli, il prego, in altro modo morte,
Perch intiero il suo corpo arder' io voglio...
Ci facea per tardar sua morte, ah zelo '
Sia, disse, al collo suo laccio il mio velo.
Cos fu fatto. Il velo ecco si slancia,
Si appende; in alto; lei alla vista, corre,
Non cessa di baciarlo; e sulle braccia
Lo tien sospeso, e non lo pu disciorre :
Cal Gian-Fior la moribonda faccia,

vide lei che invano lui soccorre ;


Grid: Lasciami, oh Dio! morir pi presto...
1/ ultimo don che ti domando questo !
E

16

"

A questa voce lo lasci, e tremando


Cadde la Bella e disse: Addio, ben mio:

Egli la intese, mentre sta spirando,


Ed all' addio di lei rispose addio...
Poich spirato fu, 1' anima errando.
Rinvenne, e torn in s quel volto pio;
E dalli servi suoi nel proprio loco,
Come promesse, fece fare il fuoco.

"

il fuoco, dimostr la fiamma


Per segno di piet, lugubre fumo ;
F' poi deporre il corpo dramma a dramma
E disse : Qual tu bruci io ini consumo !
Ahi ! cadavere bello, se s'infiamma
Tal fuoco, ed io d'intorno fuoco allumo ;
Tu, estinto, hai dato fine al tuo martoro,
Acceso

Io, viva, brucio, agghiaccio e mai non moro !


6!

Di Filomena

il padre era partito,

E venne sol verso la villa dritto,


Per il caso saper com' seguito
Di queir ordine suo, mandato scritto.

Giunge, lo vede lei, fu risentito


Il cuor verso del padre, e del delitto :
veder
eli' io scopra,
vieni
forse
E
.per

Se di tua crudelt compita 1' opra ?

'

17

i!

Padre, non padre gi, barbaro mostro,


Delle tigri d' Ircania assai pi crudo ;
Ecco, gi si esegu 1' ordine vostro ;
Io tiranno t' accuso, e poi t' escludo !
Ma, se qua! corvo, incrudelire il rostro
Vuoi nel corpo inezz' arso e tutto nudo,
Mira 1' opere tue, gli atti tiranni,
Poich tua crudelt crebbe con gli anni!

'"'

Sii pur di stirpe generoso e'accorto,


Ma di tua nobilt ti mostri indegno ;
Comandi che s' uccida; dappoi, morto,
Stracciare il corpo, ahi ! che ferino sdegno !
Cerca in quel fuoco l, se dritto o torto,
Simo di quel cadavere sia un segno ;
Prendilo, e co' tuoi denti in tante bramo
Sazia l'ingorda tua, maligna fame !

4t

Senza rimuover labbro o batter ciglia,


Sta quel vecchio incantato a sua presenza,
Stupefatto mirando egli la figlia,

.'

gi pentito della ria sentenza:


E senz'altro parlar, con sua famiglia,
Disse : Fa' quel che vuoi, ti d licenza;
E part, non soffrendo al suo cospetto
Della figlia mirar l'irato aspetto.

18

iE

Raccolse Filomena con gran duolo


Quelle ceneri estinte al corpo frale,
Ricordandosi poi del rosignolo,
Che causa fu di cosiffatto male.
Presto nell' anticamera and a volo,
Per sfogar contro lui l'ira fatale ;
E con gran fretta e smoderata rabbia
Lo trasse fuor della rinchiusa gabbia.

uccise, e per piet di affetto,


Si vide agli occhi suoi cadere il pianto:
Ricordandosi ancor quanto diletto
Dato le avea queir augellin col canto;
Lo f' bruciare, e fu tale il rispetto,
Che quel cenere suo raccolse intanto,
E in una palla d' oro ella racchiuse
Dell' usignol le ceneri, e le chiuse.
Cos

1'

Le poche note, e in piccolo versetto


Scrisse intorno la palla il caso tutto,
Ed applicollo poi sopra il suo letto,

Memoria al cor di s perpetuo lutto;


Avendo prima gi dato ricetto
Delle ceneri amate al poco frutto;
E nella tomba dove affisse i marmi,
Scrisse il successo con pietosi earmi.

19

's

Ma Amor che alletta sempre i fidi cori,


Le die con la piet 1' arte e 1' ingegno ;
Di succhi d' erbe f' varj colori,
Che dell' istoria sua fece il disegno; '
Nella camera poi, messa a lavori,
Pinse F amante, il padre, amore e sdegno,
Quanto disse Gian-Fiore, quanto in sorte
Per lei passato avea fino alla morte.
1

Di Gian-Fiore dipinse 1' ardue imprese,

"9

Fatte per lei, non conosciuto amante;


Quando eh' Arno pass, quello che intese
Dalla forca, e dai fiumi, acqua incostante :
Poi nella stanza sua lumiere accese
Tenea la notte per vederle avante :
E spesso, immota, con li sensi astratti,
Parlava alle figure e a quei ritratti!
Ecco una notte

10

in visione, in sonno

apparve il fedelissimo Gian-Fiore;


Stendea le braccia lei, n stringer ponno
Ombra finta al dormir, vera in amore;
E pur, nulla toccando, i sensi vonno
Agli occhi compiacer, dar gusto al core :
Stende di nuovo, nulla stringe^ affanna,
Che se, vedono gli occhi,- il cor s'inganna.
Le

,'-. .20-

;.

"

Allora le parl Gian-Fiore e 'disse':.


Di me dimenticata ti. se' assai ?

Fui nel secolo, tuo mentre ch'io visse,


E morta ancor, tu sola mia, sarai ;
Or che tu fatto hai quant' io commisse,
Vengo a goderti, e te cou me verrai:
A che tardi ben mio, che fai col pianto?
Mi fai gran torto* a farmi aspettar tanto !

"

Vive 1'.anima mia tra i eampi Elisi,


V gran diletto, aggiungi tu il consolo:
Vieni, che goderemo in feste, in risi,
E sta in quei boschi il nostro rosignolo ;
Canta li versi tuoi, ne d gli avvisi,
Quando passo per quelle piante a volo ;
E le stanze medesime che hai teco
Con l'istorie e ritratti io tengo meco.

L' anello che ti detti, il mio diamante,


Me lo ripiglio, acci che presto vegni;
E l ti sposer da fido amante,
Dove ogni cor mai noa conosce sdegni.
La palla d' or col cenere costante
Del rosignolo tuo, porto per
Ecco i tuo velo, e lo butt

segni:
sul letto...

Morii cou quel... con quello ora

ti aspetto!

21
**

Spar n pi si vide... Filomena


Tutta si risvegli col cor smarrito;
V anello poi, di che sentia pi pena,
Va per toccarlo, e non lo trova in dito.
Cerca di un atto tal vera la scena,
Stima del morto suo fido marito ;
E presta poi pi a questo sogno fede,
Quando, al mirar, la palla d'or non vede.

**

Guarda nel letto e riconosce il velo;


Allor grid : Anima mia, va' aspetta
Che adesso vengo; e la tardanza zelo
Sol d' obbedirti fu, non mia vendetta!
E mentre uniti ne concede il Cielo,
Stanza comune all' altra vita eletta, '
Io vengo, io vengo adesso... Ahi ! non partire,
Ohe non so senza te dove venire.

**

S'alz, ma come in piede poi fu dritta,


Disposta in atto e maniere leggiadre,
Tutta la visione al muro scritta
Volle lasciar, che la vedesse il padre ;
Da poi con versi a supplicar l'afflitta
E sconsolata sua dolente madre,

Prega di dare al suo bel corpo onore,


Dove il cenere sta del suo Gian-Fiore.

17

Infine al vago suo candido collo


Allacci il velo con dolore interno,
E disse : 0 mio Gian-Fiore, ecco al tuo rollo
Mi scrivo a militar teco in eterno.
Mor come si strozza appunto un pollo,
La fanciulla innocente; e ben discerno
Oh' and a trovar quel che morendo spera,
Che poco innanzi a lei partito s' era.

venire il padre,
l vede
leggiadre
amore e fede.
Entr dietro di lui 1' afflitta madreResta immota alla vista, e fermo il pioie
Nel vedere e mirar la figlia oppressa,
Fatto laccio il suo vel, boja a se stessa!
Gi fatto giorno: ecco
Entra nella sua camera, e
La tragedia crudel, 1' opre
D' un cor eh' osserva vero

Viste le note poi, lesse lo scritto,

disse: Ahi! troppo barbaro marito!


Misera madre! E tu, suo padre afflitto,
Che per te tanto mal oggi seguito,
Ad emendar ti prego il tuo delitto:
Facciasi quanto scritto; e sia compito
Da noi nel suo sepolcro un degno onore
A Filomena nostra, e al suo Gian-Fiore.
E

":

'

.'.
.

*"

> '-'-'

'..;

2$

Cos fu fatto, ed in pietosi marmi

Scolp ferro vital perpetui gridi:


Qui giaccion, dicea con puri carmi,,
pi
fidi
i
Del
d'
due
bel
amore
regno

che
panni
Gian-Fiore
Filomena:
tu
e
*
in questi lidi,
Peregrino che giunga
che
aduna,
il
La
tomba
cenere
e
onora
*
sfortuna*
chi
n'ha
Ohe
mal
seguita
amor
.

F1NB,

CAROLINA INVERNIZIO
Obi leggo i romanzi storici-sociali di questa celebre

ScrittricoTormai notissima in tutto il mondo, rimane sorpreso per la viva narrazione delle scene, la variet dogli episodi eminentemente drammatici, che s'intrecciano
.in mdo da non mai scemare l'attenzione, la curiosit,
l'interesse^ ardente dei lettori.
Carolina Invernizio diverte la mente, commuove il
cuore; strappa il pianto dal ciglio.
;.'. Scrive bene e con chiarezza. La facilit del linguaggio, la semplicit delle frasi, rimangono talmente impressi* che ognuno costretto a convenire che l'esimia
Scrittrice fra le prime d'Italia.

I BOMANJ5I '.
Cuore di donna L. 1,50;
Amori maledetti.. 1,50
Il delitto della
Contessa.
1,50

. .
I drammi dell'adulterio . ''.. 1,50
Mariti birbanti . 1,50
Birichina . . , 1,50

SONO PUBBLICATI

Boio'-infame. ..0,75,

La vendetta d'una pazza. . . 0,75


L'ultimo bacio . > 0,75

La..lotta per l'amore 0,75


Jl gnio del male 0.75
La peooatrioe 0,75

Il segreto di un.
bandito . . . > 0j75
Il paradiso di Fiammtta.
0,75

. . .
Il delitto d'una
madre, . . . . 0,75
Nolla rote.. . . > 0,75
Il boio d'una morta 1,00

Earadis e Inferno 1,00


Le vittime dell'amore
1,00
;

...

La maledetta. .. > 1,00


Eina,Pangolo del

lo. Alpi

SI .trovano A

1,50

, .

La bastarda . . >
Le figlie della duchessa. . . . >
I ladri dell'onore
Anime d fango >
Catena eterna .
Dora, la figliadell'assassino .". . s
Satanella,o larnano della morta
La sepolta viva. V
Lorfana delGhtto

1,50

1,50
1,50
2,00
2,00

2,00
2,00
2,00
2,50

lltl ! Librai d'Italie e aII'IW!trir Adriano Balani,


Vlal* Militare, Fltnt.,
.

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SAIiANI

Viale Militare
1901.

STORIA
DI GINEVRA DEGLI ALMIERI

Correndo gli anni di nostro Signore


Circa il mille trecento novansei,
Fu in Firenze un bel caso d! amoro,
Come io vi conter, uditori miei.
Ma prima ne segu assai doloro,
Per certi casi impetuosi e rei ;
Perch in Firenze vi era gran mora
A cagion della peste lunga e ria.
*

rammentando del.morbo passato,


die fu al mille trecento quarantotto,
Parve tanto crudele e dispietato,
Che tre parte de' corpi mand sotto ;
Per questo ciascun' era spaventato,
Sentendo intorno il paese corrotto;
La cittade era piena di spavento,
E questo poi segu nel quattrocento.
s

'

'

_ 1

Si vedevano andare molti Bianchi


Con solenne e divola processione,
Onde la pestilenza alfine manchi,
Facendo a Cristo divota orazione.
Di pregare non erano mai stanchi,
Per tutto era pietade e divozione;
Ognun facea severa penitenza,
Perch cessasse Iddio tal pestilenza.
*

Questo discorso mi conviene or faro


Per meglio dimostrarvi il caso rio,
Dell' operetta che ora vo' a trattare;
Or la comincio nel nome di Dio,
E su d'essa a proposito tornare;
E tratterem d' amor, come diss' io,
Di leggiadretla ed amorosa figlia,
Che in s ebbe bellezze a maraviglia;
4

Or questa bella, nobile e gentile


Dalla casata Almieri ell'era nata:
Savia, onesta, magnanima e virile,
Al par d' ogni altra onesta, e costumala.
Nel suo parlare mansueta e umile,
Pareva che da Diana fosso nata:
Questo di nobilt lucente specchio,
Stava di casa in via Mercato Vecchio.
5

Un giovine si fu de'Rondinelli,
Che volle a costei ben, circa quattr'anni.
*

Fra gli altri giovinotti de' pi belli,


Ei fu che si trovasse in toschi panni;
E sopport per lei molti flagelli,
E gran tormenti assai, pene ed affanni:
Pi volto al padre suo la fece chiedere,
Ma il padre non la volle mai concedere.

pur dispose il padre maritarla


Quantunque darla a Anton non la volesse
Perch giunto era tempo di accasarla,
Acci sua nobilt non si perdesse.
Cerc il padre assai ben d' accomodarla,
Ed in tal grado che a lui s'affacesse.
Alfine egli prescelse fra cotanti
Darla in moglie a Francesco de' Angolanti.
7

Ma

Presso ov' lo speziale del Cappello,


Verso la Loggia della Neghittosa,
Dato ch'ebbe Francesco a lei 1' anello,
A casa sua men la bella sposa.
Questo a Antonio nel core fu un coltello,
Vedersi perdere la dama vezzosa.
Tengalo ognuno per sentenza autentica:
Un vero amor giammai non si dimentica !
*

6
9 Giur Antonio mai pi di non lr donna.
Poich potuto aver non avea quella;
Che la sua speme elPera, e sua colonna,
Cio quella Ginevra tanto bella:
E di pi non amar qualch'allra donna,
Poich ha perduto cos bella stella.
Dice il proverbio: Chi non nacque ingrato,
Giammai si pu scordar di avere amato !

Ora, per quanto un giovanetto adorno


Gli convien la sua impresa abbandonare :
Come 1' amata sua andava intorno
A Chiese o feste, la va a seguitare
(Come ho detto di sopra) intorno intorno,
Il morbo grande cominci appiccare;
Ginevra bella cadde in malattia,
Non per ch'ella fosse di mora.
16

Dandole il male grande alterazione,


La gentildonna venne a tramortire ;
Perch'era di gentile complessione,
Ognun credea che fosse sul morire;
La suocera, e il marito, e pi persone
Con pi liquor per farla rinvenire...
Chi la stropiccia, la chiama e conforta,
Ma lei non balte senso... e parea morta!
41

.''.'
.

.._ ?>-

'

;'" ;:

;.;-r
.

Allor si cominci un gran lamento,


Con gran cordoglio e con assai dolore,
Tutta la terra empiendo di spavento;
Che in un tratto si sparse tal rumore
Ordinossi il mortorio in un momento
Per seppellirla allo venlidue ore...
Cos fu con gran pianto sotterrata
Tra le due parli, a Santa Reparata.
"2

13

II fido Antonio sino al monumento

Di quella si port con gran dolore;

Dicea che mai pi esser pu contento,


Poich ha perduto il suo perfetto amore.
E seco in casa facea gran lamento,
N pace pi provava dentro il cuore.
Diceva : Star sempre in doglie e peno, -j
Poich morte mi ha tolto ogni mio bene!
14

Cos vi lascio Antonio lacrimando,

Facendo oltre misura gran lamento;


Verremo alla Ginevra ritornando
Ch' era per morta gi nel monumento.
Lo spirto che gran pezzo er' ito errando,
Nel corpo ritorn, per quel eh' io sento...
Con pena, con affanno e con dolore,
Rinvenne in s... ma circa le duo ore.

"

Non sendo ancor risecca e sigillata


La lapida non era di gran peso ;
Dico eh'era vicina l'invernata
Perch sia bene ogni mio caso inteso.
Cos quella ebbe tosto rivoltata,
E per girsene a casa ha il cammin preso ^

Il Signor ringraziando, la gentile,


Avviossi rasente al Campanile.

"

Non volle andar nella strada maestra,


Ma nella via l presso dove stava ;
Ed anche il freddo la facea pi destra,
Perch tirava vento, ella tremava;

E per giungere a casa assai pi presta


Nella via che sapete, questa entrava,
Che ancor da lei si chiama della Morte :
Intanto il freddo V offendeva forte.

"

All' uscio del marito ella picchiava :


Francesco, che piangeva a pie del fuoco,
Perch del danno suo si ricordava,
Perduto aveva ogni sollazzo e giuoco;
Ei presto da sedere si levava,
Andonne alla finestra e aprilla un poco:
Chilehoballe? Io son,latua consorte:
mia morte!...
Son viva ancor, e falsa fu

"

;"

A tai detti Francesco ebbe

"

.:'':;

paura ;

Udendo della donna la sua voce;


Ei che sapea'che stava in sepoltura,
Fecesi in fronte il segno della croco,
Dicendo: Va' con buona tua ventura!...
andr
domani,
veloce
Andr
te
per

Tempio
ed
orazione,
Al
messa
a
sacro

salvazione!...
Acci
Iddio
ti
conduca
a

derelitta, dal consorte


Fu con tali parole discacciata;
Disperata, piangeva forte forte,
Cos giunse a sua madre sconsolata.
Ebbe anche contraria qui sua sorte,
Perch in pace da lei fu pur mandata:
Allora and a picchiar da' suoi parenti :
Le disser: Torna, ombra, fra i morenti!
'* Cos la

L dove stavi* il suo fedele amante


Finalmente ella posesi a sedere:
Cadde il bel corpo gelido e tremante,
Non si polendo pi ritta tenero.
Anton dolente, quale dissi avante,
Levossi presto per voler sapere
Chi fosse quei che a quell'ora bussava;
E presso alla finestra se n' andava.
!*

10..
" Egli domanda subito : Chi gi ?
Con poca voce e con poca favella,
Siccome lei non ne poteva pi,
Rispose la dolente meschineHa :
Ginevra sono, e per amor di Ges,

grazia aiuta questa poverella !...


Per
ciascuno sono abbandonata
Io da
Deh! fa' ch'io ti sia ben raccomandata!...
Udito eh' ebbe, conobbe la voce,
Quantunque lei parlasse molto piano;
Di gran cuore, e con passo assai veloce
Allor si mosse il giovinetto umano,
Per veder se tal spirito gli nuoce.
Scender le scale non gli sembra vano,
Apre la porta e col lume guardava...
s Tu sei pur dessa !... e la serva chiamava.
S 2

Vieni gi presto ! disse al cameriere;


E pos il lume, e quella prese in braccio.

La serva venne, e prese il candeliere


E in sala la port per dare spaccio.
Anton dolente, con uman pensiere
Trovando il corpo freddo come ghiaccio ;
Disse : Donne, scaldate un gran lenzuolo,
freddo or'essa muore... oprate a volo!
Di

11

"

La veste tutta indosso le stracci;


In questo mezzo il lenzuol si fu caldo.
Dentro la bella donna vi fasci,
Tenne il bel corpo Antonio in braccio saldo.
Poi di sua mano in letto la pos,
Perch 1' avesse temperato e caldo ;
E poi la f' coprir con molti panni
Onde il bel corpo non soffrisse danni.
Poi sulla cassa postosi a sedere
Questo discreto e perfetto amatore,
Con speranza di stare poi a vedere
Quel che faceva il suo pi caro a moro,
Se fosse morta, o so s'ha a riavere,
Mischiando la letizia con amore...
Con isperanza, se mai fosse viva,
E assai dolor, se 1' di vita priva.
26

E cos stando circa una mezz' ora,


La bella donna pot rinvenire;
Il caldo temperato allor lavora
Che il crudo gel fa tosto disparire.
Cos alquanto riavuta allora, allora,
Non potendo il gran caldo pi soffrire,
Movendo il braccio, alquanto si scopra
E come chi si sveglia, gli occhi apra!...
2C

12
17 Anton, vedendo la sua amata viva
Pensi ognuno se allora fu contento ;
E destramente un poco la scopriva
Uisse: Ginevra non aver spavento,
Ritorna in calma e staiti pur giuliva
Cu' io dar fine ad ogni tuo tormento !..
Chiedi e domanda?... io sono al tuo piac
Cara diletta mia, non di temere!...
.<

E lei timida alquanto e vergognosa


Disse : Mio Antonio, a te mi raccoman
L' onore e 1' onest sopr' ogni cosa,
21

Ch'egli sia salvo, in grazia ti domando?


Se usasti mai qulch'opera pietosa,
Antonio, poich m'hai al tuo comando,
Ginevra tua da ognuno abbandonata,
Deh! fa ch'ella ti sia raccomandala!...

"

Appresso disse come il caso er'ito


Ed in qual modo eli' era allor scampata :
D punto in punto quel ch'era seguilo,
E come fosse stata discacciata
D padre, madre, zio e da marito.
E quindi poi si fosse ricordata
Di Antonio, che voleale tanto bene
E come, ora per lui, tolta alle pene.

':
'.:r-.-'^
13

'."" Or, vedi ben, nelle tue braccia sono,


Io mi li raccomando e chieggo aiuto;
Se ingraia pel passato slata sono,
Sappi che all' onesl era dovuto.
Sicch pertanto a te chiedo perdono,

Anton che in mio soccorso sei venuto !


Avrem pi tempo insiem di ragionare ;
Vammi qualche vestito a procacciare ?

"

Anton rispose a lei : Cara sorella,


Sappi che nulla ti verr a mancare!
Poi alla madre e alla serva egli favella
Che prestamente cerchino trovare
Dell' uova fresche per confortar quella,
Onde non abbia a lungo digiunare.
Subito danno a lei mangiare e bere
E la fanno di tutto provvedere.

" Subito

Antonio tolse il suo manlello


E disse : Aspetta, gentil creatura,
Ch'io ti vo'per aiuto, amor mio bello?...
Ed ella disse :
Va'
alla
sepoltura,

Ond? io uscii, e riserra ben 1 avello,


Che nessun sappia poi la mia ventura ;
N in che modo di l, io ne sia uscita...
io
cos
far
Ed
dolce mia vita!...

14

5S In un momento Antonio era per va,


E riserrato eh' ebbe il monumento,
A un pollaio in Mercato se ne gi:
Ed un grasso piccion (per quel ch'io sento)
Tolse: e dipoi and alla Spezieria,
Per meglio fare 1' amor suo contento,
Compr confetti ed acque profumate
Ed altre cose molto prelibale.
Poi con tal roba a casa fe'rilorno,
E tosto fu il piccion pelato e collo ;
And in camera, ov" era il viso adorno,
E salutando lei con dolce molto,
Le stava sempre il giovine d' attorno,
Per confortarla del suo amore indotto;
E con dolce parlar la confort
A mangiare il piccion che le port.
sl

Datole cena, la lasci posare,


Ed egli in altro Ietto se ne and.
Lasci la madre sua con lei albergare:
Dipui anche alla serva comand,
Che !a notte dovesse quivi stare,
Cos la bella alfin si ripos.
E dormendo la notte a suo beli' agio
Dtte ristoro ad ogni suo disagio.
86

15

Poi la mattina, il giovinetto adorno,


Sendo levato, I' and a visitare ;
Dicendo a quella: Dio ti dia il buon giorno!
E come slava 1' ebbe a domandare.
E lei rispose con parlare adorno,
E disse : Troppo ben mi par di slare :
Rendo a Dio lode, e a te, mio caro bene!...
!
Che
mi
togliesti
crude
tante
pene
a
e

86

d fu libera e guarita,
Che poche medicine bisogn!
E come prima, fresca e colorita,
Detta gentil Ginevra ritorn.
Voi dovete pensar come vestila
Anton di notte all' uscio la trov ;
Ei tutta la dovette rivestire,
Un giorno Antonio cos prese a diro:

" Poi in quattro

Dimmi, Ginevra mia, che Vuoi tu fare?

partito:
Qui
ti
convien
pigliare
altro

discacciare,
Non eh' io ti voglia da me
marito?
di'se
Ma
vuo'tornar
col
tuo

E lei rispose : Anton, non ci pensare :

Questo
pensier
da
fuggito,
n'
me
se

gi
disposto
Ho
ogn'
altra
sopra
cosa,

Se tu mi vuoi pigliar, di esser tua sposa !


38

i6

_:,

Rispose Antonio :
Ben piacesse a Dio
Ch' io ti potessi per moglie sposare !
Troppo contento dovrei chiamarmi io...
E lei rispose :
Anton, non dubitare :
La via e il mo'ti mostrer ben'io,
Che ci deve ambide conlenti fare.
Prima lui m' ha per morta seppellita
E nella mrte ogni cosa finita.
30

Morte ogni legge ed ogni parentado


Rompe e disloga, ed ogni laccio forte ;
Per, mio Antonio, s'io ti sono a grado,
Insieme noi vivrem sino alla morte.
Ora va'pel Notaio, e pi non tardo,
Poich amor ci ha condotto a questa sorte ;
Poi la disputeremo pi a beli' agio,
Laggi nel Vescovato, o su in Palagio!

**

Cos sposata, e datole T anello,


Antonio fu felice in un momento.
La nuova sposa disse all' uom novello :
Se li piace deh ! fa il mio cor contento :
Tu te n' andrai da quel meschinello,
Che viva mi f' por nel monumento ;
E non l'incresca, per mio amore, spendere,
E guarda se i miei panni ti vuol vendere ?
M

":-Tr'':

/_ it.^r-':'-.

'.-...

.V

"-f;-;:

"

i
finimenti!
di
Oltre
questo
compra

Rispose Antonio allor : Non dubitare,


eseguir
i
tuoi
contenti;
appuntino
Ch'
io

denari
voglio
N
restare,
non
per

n
guarder
dieci
ed
venli
Non
a
anco
a

mi
che
possin
pi
Ducali
costare...

Trov Francesco, e ripigli ogni cosa;


Fece un fardello, e lo rec alla sposa

Ginevra, una domenica mattina,


Insieme con la suocera e la fante,
Usc fuori, qual' alma peregrina,
Bella, leggiadra, nobile e galante
43

Questa lucente stella mattutina


Alquanto dietro la segua 1' amante.
E cos andando verso 1' Annunziata
Da molta gente fu raffigurata.

"

Pi cavalieri assai e gentildonne,


Dubitano se Ginevra proprio sia;
Quando fu in S. Michele, fra le donne
Per ventura la madre sua venia :
Voltossi e disse: Ohim che belle donne!...
mi pare la figliuola mia.
Questa
Poi la conosce quanto pi s' appressa,
Seco dicendo: Certo ell' pur dessa!

18

u Come stai tu, cara figliuola mia,


Dimmi in che modo sei risuscitata?

Muta Ginevra segue la sua via;


In questo si ferm molla brigala.
E ognun vicino a lei gi ne venia.
E da molti altri 1' era dimandata;
Tanto che intorno un cerchio fitto avea,
Andar nanzi n indietro pi potea.

"

Essendo intorno a lei assai persone,


Per sua ventura ancor vi si abbattea
Francesco, che rimase in confusione,
Il qual gran maraviglia si facea.
Or qui accadde una gran dispulazione,
Perch Antonio in quel punto pur giungea.
Disse Francesco : Or dove sei tu stala ?
E chi t' ha dal sepolcro fuor cavata ?
i6

E lei rispose, e disse : Non gi tu,


Ma ben tu viva mi ci avevi messa;
Ma come piacque all' eterno Ges
In quel loco non fui da morte oppressa!...
A quest' ora per te non ero pi,
Per la tua ingraliludin tanto espressa ;
Avendomi tu viva sotterrata,
lo, da, le mi dichiaro separata !...

*7

__,19
,

-':.-.

Appresso disse: Lasciatemi andare,


Io, sotto il vostro tetto pi non torno !
La madre cominci poi a lacrimare,
Francesco con assai pensiero e scorno
Non voleva Ginevra abbandonare.
Ma di l si part qul- viso adorno;
E lasci i due mariti a dispulare
Chi dovesse su li di pi contare.

'"*'"

E Francesco ad Anton dolente disse:

qual
Per
cagion
tien
la
mia
?
donna
tu

Anton rispose: A non far pi prolisse,;


io
ti
feci
villana
Parole,
non
:

N
farei
mal di nuovo!... s li disse;

sino
cortesa,
Ma
ad
ho
t'
fatto
or

bench
io 1' abbia per moglie sposata
E

n'
mia
madre
in
Con
letto
stata!...
essa
se

questa sera intendo seco stare;


Difenditi con lei, se t'hai ragione,

Ch' io per me non ti voglio torto fare !

Intorno rispondean molle persone:


ti
poi, Francesco, lamentare,
Tu
non

ragione!
da
la
E
tutta
parte
sua

disputer,
voi
Vescovato
Con
nel


Rispose Antonio, in tuono molto irato.
"

Ma

"Cos

fu posto fine alle parole.

La ni;dre assai dolente si parila:


.
Francesco per la via assai si duole
E la sua gran disgrazia maleda.
Gli pare di aver perso-il vivo sole,
E giunto a casa con gran bizzarra
Non volle la mattina desinare,
Ma in Vescovato andolla ad accusare.

Intanto che Francesco sconsolato


Sen va nel Vescovato, eccoti il messo
Alla figliuola dal viso rosato.
Ella gli disse : Va' eh' io vengo adesso ;
Con lui star a ragione in ogni Iato
E manlorrogli quel che gli ho promesso!
Piuttosto intendo voler monacarmi
Che sotto le sue man pi ritornarmi!..,
tS

"

Essendo in Vescovato gi arrivata,


Dopo il saluto fece un beli' inchino :
Savia gentile onesta e costumata,
Che parea proprio un spirito divino.
Mostrava anzi da Diana esser creala;
Poi con allo assai onesto; e peregrino,
Reverendo Signor, che comandate ?
E lui rispose con parole ornato :

21

..-.-.

**
mille
sia!
Tu
volte
ben
venuta

Dimmi, figliuola qual la cagione,


di pria?
Clie tu rifiuti il marito
Ella rispose con gran risoluzione :
il
ho
dia
Se
ciascuno
lo
torto,
me
;

Se ho ragion, mi sia fatta la ragione;


si spetta...
Ed altro qui da me dir non
Or
di
sia
benedetta!
che
ben
tu
su,

spirto alquanto era sen' ito errando,


Intorno alle due ore f' ritorno :
Com' uom che dorme, mi venni svegliando,
Apersi gli occhi... e mi guardai intorno !
Or venite pur voi considerando
11 timor, lo spavento, il grande scorno
Ch' io ebbi, essendo quivi sotterrata,
Senza essere di vita trapassata?...

86

Ond'ella prosegu:

Vicario,
Degno

Vera cosa eh' io caddi in malattia,


E ch'ebbi un accidente tanto amaro,
Con tanto affanno, e tanta pena mia !
Come lui, che m' avea s poco caro,
Tramortila mi fece portar via...
Per morta egli mi mise in sepoltura,
Pensate un po' alla mia gran sventura!

65

Lo

22
57

'

Ma come volle mia buona fortuna,

Sempre invocando il nome di Maria,


Un spiraglio di lume della luna,
Perch'io ne uscissi, m' insegn la via!...
E per dirlo or di mille ancora in una,
Essendo uscita venni per la via ;
Giunsi al marito e non mi volle aprire,
Onde per lui due volle ebbi a morire!...
andai
di
n'
Poi
mia
madre
:
casa
me
a

Ella mi ricus l'istessamenle;


Pensate a quale slremo mi trovai!..
Infin mi ricus ogni parente...
Cos d' ogni speranza mi privai,
Meco piangendo... misera e dolente,.
Diceva: Veggo, che morir mi bisogna
Con mio gran vitupero e mia vergogna!...

08

Se non che poi mi venni a ricordare


D' Anton che m' ha voluto ben quallr' anni :
Io mi sentivo proprio per mancare,
Ero condotta da s miseri affanni,
Che ritta non potevo proprio stare...
Vedendo il fine de' miei miser' anni,
Corsi ad Anton, lanlo gentile e buono:
Ed ecco che per lui qui viva sono!...

s5

fe'/.-

''

23

'
60 Francesco, non sapendo che si dire,
Fu giudicato da sua parte il torto.
Morta ogni cosa umana usa finire.
s
ho
bene
figliuola,
che
Or
scorto,
va',

potersi
contradire!...
ragion
Tua
non

datti conforto.
Vanne pur col tuo Anton,
la
in
E
va'
sentenza nota :
tu
e
pace...

donna,
la
perdi,'insiem
la
dota!
Tu
con

Ognun si pensi se rest scornalo


Senlendo darsi contro la sentenza;
Tornossi a casa tutto addolorato;
Sentissi il caso per tulta Fiorenza.
Ginevra in Vescovato ha vinto il pialo,
E Anton le nozze fa con eccellenza.
Visser cos gran tempo in festa e gloria;
E con questo qui termina l'istoria!...
1

FINE

un bel volume di pagine 300,


con venti illustrazioni, rappresentanti
le principali scene della vita cinese.

Sr spodisce franco di porto a domicilio, in


tutto il regno d'Italia a Olii mander una Cartolina Vaglia di LIBB UNA, diretta all' editore
Adriano Salani, Viale Militare, Firenze.

FIRENZE
TIPO&EAPIA ADEIANO SALAN1

Viale Militare, 24
1894

DI SAN GIOVANNI BOCCADORI)

Io prego il sommo padre Bedentorc


Che, tanta grazia mi voglia donare,
Ohe mi conceda cotanto valore,
Che un' istoria vi possa raccontare.
Ohe dia piacere a ciascun uditore,

un Uom, il quale fu di grand' affare:


Che penitenza le' del suo peccato,
Giovanni Boccadoro era chiamato,
D'

Cristo Ges che mor con Passione

!n sulla Croce e noi ci ha ricomprato;


Narrar vi voglio per sua divozione
D' un gentiluomo Schirano chiamato.
Morto e rubato avea molte persone,
E gran tempo non si era confessato:
Udendo un giorno un Frate predicare:
Voglia gli venne andarsi a confessare.

:
-

''... '-;

Davanti al Padre se n' and Schirano


A confessarsi con gran riverenza,
Il Frate gli rispose.umile e piano;
E disse : Tu hai fatto gran fallenza !
Ma poich sei venuto alla mia mano
Io te ne dar aspra penitenza;
Ed una cosa mi prometterai
D tre peccati tu ti guarderai :
Che tu non faccia falso sacramento
N omicidio, e neppure adulterare!
Schirano disse : Io ne son contento

Ed ogni tuo precetto voglio fare !


Sebben foss' arso e poi gettalo al vento
A quel che dici non vuo' contrastare;
E ne fo fermo e buon proponimento,
Che mai pi cader in tal mancamento.
Dal Frate poi contento fu partito
Schirano, e nel deserto ne fu andato;
Trov una cella che fu di un Romito

Divotamente dentro vi fu entrato.


E possessor rimase di quel sito,
Ed aspra penitenza ebbe pigliato:
Con astinenza molto acerba, e dura,
Udrete adesso sua disavventura.

Qui appresso v'era un Re di grand'affare :^:


Che avea una Figliuola molto bella;
;r--W

Ed era grande assai da maritare,


Di bellezza luceva come stella.
Il Re deliber iree a cacciare
E con molti Baroni mont in sella :
La figlia prega il Padre che le piaccia
Di. volerla menar seco alla caccia.

Rispose il Padre : Molto volentieri !


E quella f' sopra un cavai montare;
E seco ne men bracchi e levrieri,
Siccome nella caccia usanza fare.
Nel bosco entr con seco gli scudieri
Per voler selvaggi unii assai pigliare:
E correndo ciascun con gran diletto
Rimase con la figlia il Re soletto.

V era una Cerva bianca molto bella


Che saltava con testa assai elevata ;
TI Re la vide, presto mont in sella,
E dieci miglia 1' ebbe seguitata.
Soletta si rimase la Donzella,
La notte era gi quasi approssimata...
Ed il Re colla sua gente ci' intorno
Della Donzella si dimenticorno.

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-^
r:

'

--

;':

}V

Ed un Baron s gli prese a parlare :


ov' la vostra figlia?
Sacra
Corona,

Oggi con voi la menasti a cacciare,


10 non la vedo, il che mi maraviglia?
11 Re si cominci molto a turbare

Forte piangendo ne abbass le ciglia


E disse : Tristo me, pria fossi morto,
Che lasciare nel bosco il mio conforto !
due Baroni n' ebbe

dimandato

Se trovata 1' avesser per la via :


Onde presto risposta gli fu dato
Dicendo :
0
Sire,
in
fede
mia
caro

Ocrto che noi non abbiam riscontrato


Quel che la tua persona si desia?
Il Re a casa (.orn mai contento
E della figlia facea gran lamento.

Piangea tutto il Reame tal disgrazia,


Vestissi a bruno Cittade e Castella;
La Regina di pianger non si sazia,
Perduto avendo la sua figlia bella.
Al sommo Dio ognun domanda grazia
Che dia soccorso a quella Damigella;
Il gran lamento or ora lascio stare,
E alla Donzella voglio ritornare.

-'''

'';,_

'*'";" ':

':"S ;;;;;. -v7-

La quale nella selva ha gran paura


Essendo notte non sa dove andare ;
Poi col cavai si mette alla ventura,
Tanto che uno splendor venne a mirare.

Il pai Iacea sopra una valle scura:


Cavalc tanto die venne arrivare
Dove SeMrano avea la sua cella;
meschinella
!
disse,
ad
Aprite,
una

Schirano per la gran paura allora


Si raccomanda alla Vergiti Maria,
Dicendo : Va' Demonio, va' in maloraI
Ella rispose : Aprimi in cortesia,
Figliuola, del Re son che qui di fuora
Sono smarrita e non so ove mi sia...
Aprimi presto, io te ne vo' pregare,
Apri non so da qual parte ho d' andare!

Il buon Romito aperse allor la cella


E lei lasci il cavallo su quel prato;
Come la vide s pallida e bella,
Subitamente si fu innamorato.
E di usare con lei tosto favella,
Essendo forte dal Demon tentato :
E tanto fu istigato grandemente
Che nella notte pecc mortalmente

Quand' egli, ebbe commesso tal peccato


Disse: Ahim, se il Re sa tale novella.,
Al mondo io mai fui tanto sventurato,
Quale sar per questa tal Donzella?
E con un suo coltello che avea allato
Taglia la gola a quella Damigella;
E poi nella cisterna che l stava,
La Damigella morta ne gettava.
Pass la notte, e il giorno fu arrivato,
Onde il Romito vide un Oavaliero,
Che ne andava cercando in ogui lato
La Damigella per ogui sentiero;
E un suo Donzello che ne and sul prato
Vide la sella vuota del destrier#:
Giunse al Romito, e batte alla sua cella
Dicendo : qui arrivata una Donzella, ?

Il Romito rispose umile e piano:


1' alto Creatore
giuro
vi
Io
per

Son tre anni che mai vidi cristiano!


Ritornossi il Donzello al suo Signore,
E quel cavallo gli men l a mano ;
E al Re racconta tutto lo tenore,
Quel cominci grande lamento a fare
Ora al Romito voglio ritornare

;*':..

'

Che diceva

:;

..;'; 9' ';'._;

fra se: Ahi! sventurato

Frate rotto ho lo comauclaniento?


Primieramente in lussuria ho peccato
Fatto omicidio e falso giuramento!
Meriterei ben d' esser lapidato
Avendo fatto a Dio tal fallamento;
Conosco s che ho fatto gran fallenza:
Per ne far aspra penitenza.
Del

giura quel misero meschino


Di star sett' anni nell' aspro deserto ;
Pane non mai mangiar, n bever vino
E non mai guardar cielo scoperto ;
Non parlare n ebraico, u latino,
Perfn che quel che dice non certo.
Che un fanciul di sei d porga favella:
Dio,
cella!
t'
ha
va'
alla
Perdonato
tua

A Dio

si partia,
Spogliossi nudo coni' egli era nato,
Per queir aspro deserto se ne gi
Sempre piangendo suo grave peccato.
Erbe mangiava e dell' acquo bevia,
Ringraziando poi Iddio glorificato;
Pel deserto cos comincia andare
Con le bestie si diede a praticare.
E detto questo presto

Seti' anni e sette d fu nel deserto


Come le bestie andava gi carpone;
E giammai riguard cielo scoperto,
Peloso divent come un montone.
Le spine e il fango erano il suo letto,
Del suo peccato avea gran contrizione :
Ed ogni cosa fe! con gran fervore
Per purgare il suo fallo e grand' errore
E come piacque all' alto Creatore
Volont venne ai Re d' ire a cacciare ;

Al bosco va il pregiato e gran Signore


Per voler selvaggi unii assai pigliare.
E subito trovando il peccatore,
I cani incominciar forte a abbajare :
II Re coi suoi Baron presto fu corso
Trova il Romito che pareva un orso.

Il Re allor disse: 0 Vergine Mari;


Questa mi pare una grande novella !
Una catena al collo gli inettia,
A mau lo mona come pecorella.
Poscia al palazzo legato il tenia,
Teuendol come cosa ricca e bella:
E pane e carne gli facea portare :
ila di tai cose non volea mangiare.

Comanda il Re che erba gli sia data


Provar volendo la sua condizione ;

Subitamente gliene fu portata


Quello ne mangia che parea un castrone.
Tutta la Corte si fu rallegrata
Andandolo a veder molte persone ;
Acqua beveva, e dell' erba mangiava :
Con queste cose ei si nutricava.

alla Madre Beata


II primo d del gennajo novello,
La Regina nel letto essendo entrata
Si venne a partorire un bel zittello.
Tutta la Corte ne fu consolata
Gran festa si facca del putto bello,
In sei giorni il fanciullo ne favella :
Che
il
Romito
ritorni
alla sua cella,

Ma come piacque

Che Dio

t' ha perdonato ogni peccato !

Levati su! gli dice in sua favella;

Fu grandemente il Re maravigliato,
E la Regina con ogni Donzella
Sentendo che il fanciullo a,vea parlato,
Che il Romito ritorni alla sua cella;

astinenza eh' egli ha usato


Ogni peccato Iddio gli ha perdonato.
E che

per

1'

^^^>--.\.:-i:-^-.;:v.-\;-".''':\:;;?-::'''^
Il Romito la testa m levava,
La penna o il calamaro lui chiedeva ;
Il Ite l'intese, tosto lo portava,
Perch del cenno suo l)en s' accorgeva,
Nel calamajo inchiostro non trovava
Onde la.penna in bocca si metteva ;
A scriver cominci senza dimoro
don sputo che facea lettere d' oro.

Il capo di sett' anni e sette d

"

(Il Romito col Re cos parlava)


Dicendo : 0 sommo Sire, eccolo qui
Quello eh' alla tua figlia morte da-va !
Con lei peccai la notte che smarr
Poich soletta a mia cella arrivava :
E morta la gittai nella cisterna:
Pei penitenza per la vita eterna.
Inteso allora il Re simil novella,
Mont a cavallo con sua Baronia,
E come fu arrivato a questa cella
Sent cantar con dolce melodia ;
E la figlia trov pulita e bella,
Ohe con gli Angeli stava in compagnia,
Tre Oavalier nella cisterna entrare,
E la Donzella viva ne cavaro.

Diceva la Donzella :.' 0 Padre mio


Tratta mi avete da gran melodia,
Che mi stava con gli Angeli di Dio
E con la Madre Vergine Maria!
Priva mi avete di co tal desio,
Con molti Santi stavo in compagnia !
n Re mont a cavallo con gran festa,
E con la figlia usc dalla foresta.

Tutte il Reame faceva allegrezza


In monte, in piano, in Citt e Castelli;
E la Regina poi con gran vaghezza,
Gli and incontro con molti suoi Donzelli,
E la figlia abbracci con tenerezza,
Piangevan d' allegrezza i Damigelli :
Vedendo la figliuola con la Madre
Insieme stare, e col suo caro Padre.
Questa divota, e nobile Regina
Inginocchioni al Ciel le man stendea,
E ringraziava la madre Divina,
Che tal consolazion dato gli avea!

Guardava la sua figlia pellegrina,


Ohe un Angel propriamente ella parcaCon festa tutti quanti cavalcare E dentro alla citt insieme entraro.

14

-- Al Romito ne and quella Donzella


Disse :
Sappi
Dio t' ha perdonato
che

-Va' e ritorna a star pur nella tua cella!


\ Il Romito dal Re prese commiato.
Allora cominci nuova favella,
Che mai in sett' anni non avea parlato:
Secondo la scrittura che non erra
Di quest' uomo, che a s fece tal guerra.

Il qual dopo la sua gran penitenza


Iddio gli perdon ogni suo peccato;
Perch in sua vita f' grand' astinenza
Che poi nel fine fu beneficato.
Preghiamo Dio, e la sua gran potenza,
Ohe sempre sia cou noi in ogni lato :
-. E per sua grazia fatto il Santo segno

"Tutti ci guidi al glorioso Regno.

Pigliamo esempio, discreti uditori,


Da quest' uomo pien di bramosia;
Che Dio sempre perdona a' peccatori
E sta con braccia aperte tuttavia;
E per salvarci dagli aspri dolori,
Volle morir di morte acerba e ria...
Pregando sempre il Padre ad alta voce
Ohe perdonasse a chi lo mise in croce!

/--:

-:

' -'

^:.:;.-:- -::m>

Lungo sarebbe,'o..discreto uditore,:


Di volere ogni parte seguitare ;
.
E se nel breve dire alcuno errore,
ilo commesso mi vogli perdonare.
Di dar piacer disposto lo mio cuore,
A chi 1' istoria desia di comprare ;
Per ciascun che comperar la vuole
Un Soldo dia, e senza far parole!
:

FINE

Cant Monti 1' Ariosto e 1' Alighieri


E Tasso il pio Buglione dei Cristiani,
Io dietro a lor con deboli pensieri.
Canto di Teresina Galigani
Che spos Fello de' Maestripieri ;
Ci pass, poveretta i giorni strani,
Con quel cuore di tigre o di leone,
Al pari di Caligola e Nerone.

Sentite cosa fece quel birbone ?


Dice Ciregio: le Piastre e Brunetta
Piazza con Gello prossimo all' Ombrone
Pistoia tutta su di fondo in vetta;
San Felice e Piteccio che passione
Quando di Teresina la vendetta
E dal dolor gii lacrim le ciglia
Che di due saggi genitor fu figlia,

17

a tutti quanti maraviglia


Di quell'iufame tetra tirannia,
Ohe mai sentito dire a tante miglia
Si accerta che il pi vile non ci sia
A ripensarci il sangue si rappiglia
Si prese 1' ignorante gelosia,
E rec

E senza religion,

l'iniquo Fello

Era geloso insili dei suo fratello.


Teresa, tra le caste fu modello,
E al suo consorte gli portava amore;

lui facea bordello


Pass scontenta le giornate e I' ore.
E da quel tempo che le die l'anello
Intimorito lei teneva il cuore ;
Un giorno era a mangiare, vi rammento
Precipit ogni cosa... fea spavento.

E nonostante

Ruppe i piatti e la conca in un momeuto:.


Quello era un uomo preso dal demonio; Da poco in qua elio fece il giuramento
Diceva: Rifinisco il patrimonio!
Neppure un giorno lo pass contento
E non godeva in pace il matrimonio;
Era diei anni non si era confesso
Oagion che non conobbe pi se stesso! '.,;:

;-i8:..;;-"

Fisso stava e nel capo si era messe


Col suo cervello si butt bandito;
Non volle stare al mondo genuflesso
In verso Teresina il rio marito.
Di leticare mai non ebbe smosso
Dacch le diede a lei 1' anello in dito :
E a Teresina, ahi! povera consorte !
Avea in pensiero di diirle la morte.

ascia picchi forte


In una trave su del pavimento,
E Teresina gli facea le scorte
Nel veder del dannato Io spavento;
E della casa allora apr le porte
Scapp dal contadino nel momento,
Del suo fratello tutta impaurita
Dicea :
mi torr la vita !
Stasera

Una sera con

1'

finiti!
poi
disse,
sar
Torno,
almen
e

E il successo a sua madre gii fu detto ;


Che la sua Teresina si era avvilita
Si part presto, e sal su al Borglietto;

Per sentir come stea quella partita


Dell' angherie di quel gran maledetto ;
Disse: Non sono azioni da cristiani
M sua madre di lei de' Galigani.

ripartir non indugi a dimani ;


: Con me verr la Teresina,
Perch 1' azione tu le fai da cani,
Tu la massacri da sera e mattina ?
Di
Disse

lui disse : Ho piacer che si allontani !


Lui d'ignoranza non avea pochina.
Sua madre la rimena, e lui acconsente
E Teresina and dalla sua gente.
E

Lui, dopo pochi giorni se ne pente,


Bench alla moglie non ci avesse affetto;
Di

andarla a ricercare si risente

Pregato dal paese del Borglietto.


Diceauo : onesta, eppoi saggia, prudente,
E dal bisogno allor ne fu costretto.
And dai Galigani colle buone
Col dir :
Non
le
cattiva
azione
fo
pi
!

Famiglia saggia e tutta educazione


Piena di scienza, di virt e di pace;
Per Teresina provan gran passione
Ohe sia lo Sposo suo lupo rapace.
Ma Pieri disse mutar sua opinione
E verso lei non esser pi fallace:
Pareva che si fosse ri mutato
Per ritornare a casa accompagnato.

20
Ma Raffaello fu sempre ostinato
Non si mut della sua infame idea;
Anzi poi fece peggio del passato
E pi barbare azioni le facea.
Di

andare in Valdibrana avea pensato,

Insieme colla moglie anelar volea :


Metti la carne al fuoco, venne a dire
Che avanti mezzod s' ha da partire !
Gran fatto, udienza, che fa inorridire :
Degli strazj che fece a Teresina...
Con tanti pugni la venne a colpire
E le strappa i capelli e la trascina;
Tante altre cose non ve le vo' direPria che spirasse, povera sposina!
Bendi' era morta, povera figliuola,
Le die cinque ferite nella gola.
E dopo eli' ei, con furfantesca fola,
Vide piena di sangue la consorto,

Avendo da due canne una pistola


Indemoniato allor si die la morte...
Circa all'undici e mezzo il tempo vola
Poi disse :
Ah
! per me non e' pi sorte!

Dalla parte cattiva egli fu avvinto


Si die'uu colpo... eppoi cadde quasi estinto!

21

Una donna, vicina al laberinto


Sent quel colpo tutta impaurita;
E non sa che pensare in quel procinto
E stava coli' orecchio alla sentita.
Dicea: Qualcuno gli di sangue tinto
Tutto il paese del Borglietto invita;
Trovaron chiusa quella abitazione
Ma co' una scala passan dal verone.

Nel veder Raffaello le persone


Gli domandano tutti: Cosa

stato?

Voleva dir... ma niente non dispone...


Al momento esal l'ultimo fiato.
Di cercar Teresina avean passione :
Sar morta anche lei da quel malnato?
Infatti la trovorno per di l
Straziata, estinta, che facea piet!

FINE.

CAROLINA INVERNIZIO
V^^^CELEBRE

SCRITTRICE ITALIANA.

Chi legge i Bomanzi storici sociali di questa ce,


lebre
Scrittrice, ormai conosciuta in tutto il mondo,
rimane sorpreso per la viva narrazione delle scene, la
variet degli episodj eminentemente drammatici, che
s'intrecciano in modo da non mai scemare l'attenzione, la curiosit, l'interesse ardente dei Lettori.
Questa celebre Scrittrice diverte la mente, commuove il cuore; strappa il pianto dal ciglio.
I personaggi dei suoi lavori sono dipinti stupendamente, e si vedono in tutte le societ, nei ritrovi*
nelle famiglie.
Scrive bene e con chiarezza. La facilit del linguaggio, la semplicit delle frasi, i periodi concisi rimangono talmente impressi, che ognuno costretto a
dire : So letto ; ho compreso ; mi sono divertito !

I BOMANZI PUBBLICATI SONO :


Il bacio d'una Morta
Lire 1,50
Paradiso e Inferno
1, 50

Le vittime dell'amore
'l, 50",
Rina, l'angelo delle Alpi .
2,00
.
.
Il delitto della Contessa . . . .. 2,00
Cuore di Donna
2,00
I drammi dell'adulterio . . . . 2,00
Dora, la figlia dell' assassino . . . 2,50
Satanella, o la mano della Morta . . , 2,50
L'Orfana del Ghetto
2, 50

2,00
Amori maledetti

Mariti birbanti
2,00

La Bastarda
2,00

Le figlie della Duchessa . . . . 2,00


".
Catena eterna
2,50

2,00
I Ladri dell' onore

1,00
Bacio infame

Si trovano vendibili presso tutti i Librai d'Italia, e


allo Stabili meuto tipografico dell' editore Adriano Salani, Viale Militare n. 24, Firenze.

VARIET PER RIDERE


RACCOLTE DA

GIOCONDA GRAZIOSI
Volume illustrato di pagine 400, per L. 1,50.

La geniale Scrittrice, ha dedicato questo


elegante volume alle Donne, perch possano imparare le tante Barzellette, Aneddoti e Amenit
che vi sono contenute, per poi saperle a tempo
e luogo raccontare, sia al Passeggio, al Teatro,
e nelle Conversazioni.
Siamo sicuri che tutte quelle Signore, le
quali acquisteranno questo bel volume si divertiranno molto, giacch la bella e gentile
Scrittrice, ha preso per massima Che gente
allegra il del V ajuta !

GHIRIBIZZI
PER

SCACCIARE LA NOJA
SCRITTI

dall'arguto

1. CORTONA

un bel volume di pagine 400, per L. 1,50.

In questo libro, destinato a mantenere sempre 1' allegria del Lettore, vi si trovano Satire
e Frizzi a doppio senso, specialmente sopra il
Fico, il Sedano, Y Uccello, la Chitarra, il Ballo,
il Ciuco e il Porco, ecc. Componimenti questi, di
una bizzarria straordinaria, che per il loro verismo e la spontaneit, mantengono in chi legge
il buonumore, e formano cogli altri scritti, un
insieme di letture amene ed umoristiche.

Si trova vendibile presso tutti i Librai e


rivenditori di giornali d'Italia, e alla Tipografia Salani, Viale Militare 2, Firenze-

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SALANI

Viale Militare
1901.

STORIA

O Musa, tu che dal Parnaso ascolti

De' poeti famosi i dolci canti,


Ma pur nessun mortai, bench siam molli,
D' averti udito mai sia che si vanti ;
Non far ch'io resti in questi popol folti,
Che senza la tua guida vanno erranti;
Ma dammi lena tal, se ti contenti,
Che in cantar di Giuditta io non istenti.

Per la testa a Nabucco un giorno ascende


(Che della Siria tutta era regnante)
Un rio pensier, che in ripensando accende
Deso di nuovi regni all' incostante :
Vedeva i suoi guerrier sotto le tende,
Ed ogni suo destriero andar vagante;
Cos pens acquistar le glorie eterne,
E, risolvendo, chiamar f' Oloferne.
1

E venutogli avanti, ei gli ha mostralo


II disegno che in petto avea ordito;
Dicendo : Di Betulia io vuo' atterrato
Ogni ediflzio, e questo sol l' addito :
Che non abbi piet dell' altrui fato,
Ma eseguisci la strage; hai ben sentitoV
E il comando supremo dell' armala,
Io ti concedo in questa gran giornata.
*

Prendi genti, tesori, armi, destrieri,


Dispon come ti piace; sianti cari
Gli ordini del tuo Re, che volentieri
Ti augura fausti giorni e trofei rari;
All' esempio, lo stuol de' cavalieri
Della tua destra, a vincer sempre impari:
Parli ; ti d licenza ; ed in brev' ora
Struggi Betulia, e chi v' dentro ancora !.
*

Ricevuto Oloferne il rio comando,


Chin la testa e gli rispose: Intendo,
Quanto per appagarti io debbo; e quanto
Far si deggia da me lutto comprendo.
Indi s'inchina e se ne va volando
Al campo amico; e con volto tremendo
Parla ai suoi capitani, a s gf invita,
Avvisandoli sol della partila.
*

'

Tre girni egli decise di accordare,


Acci pongansi in ordine le schiere;
I guastatori innanzi egli f' andare,
Che munissero il campo di trincere.
Si cominci pur egli a incamminare
Con numero infinito di bandiere:
Ed cran tante voci, e s discordi,
Glie li campi vicini par che assordi.

'

Giunto che fu, queir alle mura ha cnte,


E a mille squadre e mille egli va innante:
Tenendol d' ogni lato strette e avvinte
II capitano, suo signor costante.
E gli assediati di pallore tinte
Avean le gote, nel veder che tante
Intorno lor magion v' erano gente,
Che minaecian rovina fortemente.
Ozia, che la cittade comandava,
Ed il freno delle genti lui reggea;
*

Con Jarba capitan si consigliava,


Che il posto dopo lui, primier tenea:

Molte ragion fra loro si portava,

E ognuno il parer suo chiaro esponea


Dicendo:
ogni
Per
patria
la
gran prova

Si far; ma che fia, se poi non giova?

6'

'

''

'/, ;'.:-'


Non vi spaventi il popol che l giace,
Intorno a nostre mura, alme infelice,
Perch son sotto a Deit fallace.
Venga I' Assiria tutta, a noi non lice ;
Faccia quel Re ci che gli aggrada e piace
A noi sprezzarlo sempre ben s' addice.
10 spero fortemente in quella luce,
Che sol Divina, e sola al Cicl conduce.
Mentre esclama cos, le assire schiere,
Dal canto lor, non mancan di cercare
Che illeso, alla citt verun sentiere
Vi resti, onde per quel si possa andare.
La cingono di fosse e di trincero :
Alberi, viti ed altro fan tagliare :
Che portin cibi cercan d' impedire ;
Ma non pensano come andr a finire.
18

All' incontro, di dentro alla cittade


11 popol tutto solo in Dio tien fede;
E avendo ognun del caso gran pietade,
Cercan le mura di calcar col piede:
N manca il Capitan, pien di bonlade,
Riparar dove il muro par che cede;
Non manca incoraggiar sue genti fide,
Con volto lieto e con bocca che ride.
11

Si cerca in ogni modo la difesa,


Ma la speranza di vittoria chiusa;
Di morte troppo la favilla accesa,
E da' nemici ogni fin' arte s' usa.
Al fin vuol dar principio alla contesa
12

L'assediato signor, senz'altra scusa.


Fa cenno al capitano; ed egli avvisa

La gente che tien sotto a sua divisa.

Sopra i nemici suoi volan sul campo


Con dispartito stuol in un sol tempo,
Pronto ognuno a ferire come lampo;
E I' uno all' altro ne serva d' esempio.
Per le man d' Agazel non trov scampo
Alla sua morte il giovanetto Lempo ;
Ed al feroce Orzech, da Artabano,
Gli fu recisa 1' una e 1' altra mano.
15

"

Oloferne, veduta strage tanta


Fare de' suoi guerrieri, il modo tenta
Per rifarsi de' danni; ad ira ammanta
Il suo volto, che in calma anche spaventa;
Fa cenno a' suoi pi fidi, e lor decanta
Che affatto nel suo cuor la pace spenta;
E dice: Ancliam con nostra gente pronta;
E lui medesmo il suo corsiero monta.

-,
..

8"

"

E con impeto tal, vanno a ferire,


Che la mia lingua non lo sa spiegare:
I miser Betuliesi a cos dire,
Tutti sossopra in fascio egli f' andare.
Jarba, Manasse, oh! temerario ardire!
Volean T ire d'un mondo riparare;
Sol Ior mostrorno il volto ; e con terrore
Opprimere voleauo il vincitore.
Oloferne vi giunge, e sul cimiero.
F' sentire a Manasse un colpo amaro
Che 1' avrebbe diviso : se il guerriero
Col suo scudo non fea forte riparo:
Raddoppia allora il colpo il pagan fioro,
E il cavallo e il guerriero in terra andro.
Ma di pi con dolore lo rimiro,
Gi fatto prigionier del crudo Assiro.
16

"

Corre anche Jarba eguale e trista sorte,


Ma ben gli accade in pi lontana parte:
Che rimirar non pu se il guerrier forte
Sia fatto preda al furibondo Marte ;
Cingono il forte braccio alte ritorte,
E lo pongon in ben sicura parte...

Intanto alla citt 4e porte aperte


Serronno, acci non sian le vie scoperte.

"

Lasciamo i prigionior, tutti dolenti,


E torniamo ad Ozia, che fa de' pianti
In vedersi mancati i pi valenti,
Che in la citt pur non ve n' altrettanti.
Nel resto dei guerrier, tutti scontenti,
Nessuno v' che impresa far si vanti ;
Ma la rimiran di pallore tinti,
E dal sol guardo d' Oloferne vinti.

"

E, per compire il suo mortai dolore,


Si vede a uu tempo dell' acqua privare;
Perch il crudo Oloferne per di fuore
I suoi condotti avea fatto tagliare.
E la citt, che di liquido umore
Prima abbondava, si vedea seccare;
E gi languiscon le fedeli schiere,
Che non trovano pi acqua da bere.

In s misero stalo si ritrova


Quella bella citt, che pria godea
80

I favori del cielo... e poi ne prova


1 rigori pi fier che in s chiudea;
Perch 1' occhio pietoso alfin si muova,
Verso il Signore ognun preghi porgea;
Intanto Ozia, che sempre lagrimava,
Co' pi fidi guerrier si consigliava.

10
Si risolse, con sommo lor dolore,
Di far la gente imbelle fuori uscirei
Che meglio darsi in preda al vincitore^
Che di dover l dentro ognun morire;
Questo ci servir di gran rancore,
Ma poi alla fin bisogner soffrire.
E da un' araldo fece comandare,
Che a suon di tromba 1' abbia a palesare
S1

Quando Giuditta intese il bando strano,


Poco manc che non venisse meno;
Che occhio non si pu aver tanto inumano,
Per rimirare un atto tanto osceno:
disse,
si difeso in vano
Fin'
ora,

Dal nemico crudel di furor pieno,


Questi poveri inermi, oh! crudeltade,
Ora si danno in preda all' empietade !
88

Forse avverr che il figlio, assai dolente


Vedendo il vecchio padre uscirne avanle,
La vita sua non stimer pi niente,
E per il patrio suol morr costante.
Io questa vita rischio agevolmente:
Meglio morir, che patir pene tante!..
E mentre in tali cose ella si accuora,
Di stille un mar vers dagli occhi mora.
13

:..

"

li.;'....

:v~-v-^;rV:
..

II capitan vedea la gente uscire,


Di a mano a mano l facea pigliare;
Non gi volea per farli morire,
Ma solo li voleva imprigionare.
E il nome di ciascun volea sentire,
Cosa sn fuor di l venuti a fare;
Un di lor gli risponde in tal tenore :
Signore.
del
nostro
comando
Sol
per

Inspirata da Dio, Giuditta il lutto


Si spoglia, e poi s' adorna come sposa;
E ad Ozia fa palese il pensier tutto,
A cui non vuol tener cosa nascosa.
Sopra ogn' altra bellezza il piede istrutto
A gir veloce, oh ! che mirabil cosa! '
Il piede, si, fu la cagion pi forte,
Cli' ella a Oloferne pot dar la morte.
28

n Chiama la serva, e: Non aver timore,


Le disse, e al campo and senza indugiare.

Tanto pot del prossimo V amore,


Che in periglio simil la fece andare!...,
Ma gli serv di poi di grand' onore,
Perch pot la patria liberare.
La guardie in tanto cominciaro a dire
Cosa voleva, e dove volea gire.
,

n Ella rispose che

voleva andare
,
Al Capitano di tutte le schiere ;
Quel capo della guardia accompagnare
Fece la donna per un suo scudiere,
Acci eh' oltraggi niun le possa fare,
Passando in mezzo tra quelle genti fiere;
Giunti alla tenda, ella gli fece dire,
Che vi una donna, e se la vuol sentire
Che passi ! disse tosto l'inumano,
E in vederla rest di slupor pieno:
Lei s 'inginocchia, e quello per la mano
Tosto la sollev con volto ameno:
Poi disse : 0 bella, spiegami 1' arcano,
Che qui ti f venir, viso sereno?
Meco t' assidi, e con placido volto
Ascolta il mio parlar, che non mollo.
28

Saper voglio il luo nome, ove nascesti,


Il tuo sialo presente, e ci mi basti;
Non ti sia noja palesarmi questi
Piccoli requisiti appo i miei fasti?
Giuditta disse con gli occhi modesti
Suo nome: Patria quella che assediasti:
Son vedova, e bench molto mi costi,
Tutti in oblio d' amore i sensi ho posti.
2*

_'

.';::'.;'.
13

se La cagion che mi mosse fu 1' amoro


Della patria, che meco oggi sen cade;
Cadendo del tuo ferro al gran furore,
Ch' usan le schiere tue con empietade.
Oggi a te se ne vien questo mio cuore,
Per darti in mano questa gran citlade,
Che senza alcun contrasto 1' averai,
E il sangue de' guerrier risparmierai !

'

Sei
dunque
di
fare?
poterlo
certa

Le rispose Oloferne. E volentieri


Giuditta ripigli : Ma non usare
Alcuna strage fra questi guerrieri;
Questo prometti, e poi non dubitare,
Raffrena 1' ira pur de' cavalieri,
Che io ti dar sicur la citt presa,
Dammi f di lasciar la gente illesa.
81

poca
mia
fede,
Oloferne
La
disse,

Al tuo gran merlo, o generoso volto!...


Giuditta disse allor con voce fioca:
Mi sar da tue guardie il cammin tolto.

Egli, che 1' amor suo vieppi l'infoca,


Sotto pena restar di vita tolto,
Bandisce, chi oser di ritardare
La bella donna al gire ed al tornare.
*'

"

Intanto a cena egli la invita ardito;


Ma il fine giunto che il suo gran peccalo
Da giusta mano dove esser punito,
Come gi il Cielo avea predestinato;
Rest poscia dal vin vinto e sopito.
Sol per cader in quel che ha men pensalo.
Sobria Giuditta, e al vin mostra rifiuto,
Che bever acqua per costume ha avuto.
coralli,
labbra,
che
pajono
Le
tue

Sanno s ben spiegare arcani belli;


La rosa sembri ancor delle convalli;
Rapisci 1' alme con i tuoi capelli;
Colle pupille lue quest' alma avvalli,
Col caro piede e gli altri modi belli !
Dicea fra s Giuditta : Ah pensici' folli,
Tu del mio casto onor non li satolli!
86

Fin la cena, ed esso con gran festa


Disse: Andiamo a posar, perch qui appositi
Ti fei restare ! e gli rispose quesla :
verr:
prima posta
Volentieri
ma

Si in orazione; ed egli allor si al lesta,


E nel letto si pone; ella s' accosta,
E di spogliarsi intanto ella fa visia;
Ma lo mira che dorme e si rattrista
83

15

s". Alzando gli occhi al Ciel, preg di cuore


Iddio, che tanta forza gli abbia a dare.
Chiam la serva, eh' era l di fuore,
E disse: Adesso il tempo d' operare.
Pigli la scimitarra, e con furore
Quella tosta in un colpo vuol tagliare:
Il gran colpo vibrando in questo dire,
Nella tagliolla, oh! memorando ardire!

Prese quel tronco capo allor Giuditta,


E riposelo dentro a una sacchetta:
Lo diede poi alla serva, che trafitta
Dal dolor si senta la meschinetta.
Giuditta intanto con anima invitta,
Il suo partire pi che puote affretta ;
E quei che andar la veggono s ratta,
Diceano fra di lor: La festa fatta!
37

Poi verso la citt con cauto piede


Muovono i passi ; e quando giunte furo,
Ad Ozia fanno dir: Giuditta riede,
Ed in citt vuol entrar tosto al sicuro.
Rest pien di slupor, pi eh' ognun crede,
Quel!' afflitto signor. Disse: Non curo,
Abbench sia di notte; or faccia Iddio;
Voglio venire ad incontrarla ach' io!
38

JG

.''.:

8* Inlanlo sta di fuor la bella donna,


Della qual mormorava il volgo crudo,
Dicendo ognun fra s: Come la gonna
Oggi di vesti adorna; il bel pie nudo
E la persona, in dolce mostra adorna,
Vagheggiare si fece da quel crudo?
Come trascorsa mai in quest' errore,
Dando in preda a' nemici il proprio onore ?
-

Ozia intanto vi giunge, e s I' accoglie,


Chiedendole sovente s' era illesa,
Perch Giuditta con pompose spoglie
Gran pericol correa a" esser offesa.
Ma lei presto il dolor dal cor gli loglio;
N pi 1' alma comun star sospesa;
Ma tosto ben vedr che giudicato
Male avr di Giuditla il caslo stato.
40

"

Deh
! pi non dubitar, rispose, o Sire,

Che giammai dell' onore io sono priva;


Ma vedi il frutto del mio cauto gire,
Che mia gloria sar per fin eh' io viva !
Questa la lesta del crudele Assire
Che mille e pi campioni custodiva;
Questa di quei che dove solea andare
Il suo corpo, ia terra ta tremare.

fi

"Ecco

che, grazie a Dio, te 1'ho portata ;

Or tu disponi il resto a tuo piacere;


Gi credo la citt sia liberata,
Avendo il fiero teschio in tuo potere.
Non si pu dir quanto sia ringraziata
Da Ozia, che alla sua gente fa sapere.
Oh' il d seguente egli vuole assaltare
Il campo avverso, e vincitor restare.

Sorgeva il giorno: e d' Oloferne intaniti


Il cenno s' attendea da' camerieri,
Che preparato aveano un ricco manto,
Per ricoprir suoi forti membri e fieri.
Ma de' Betulii si era posto accanto
Della porta maggior su i merli altieri
Il fiero teschio.... che, pieno d', orgoglio,
Parea dicesse ancor: Betulia voglio!
**

Visto che fu da' suoi guerrieri, allora


Cominci fra di loro un mormorio ;
Intanto Ozia la gente sua rincora,
E tulli armali alla pianura uscio ;
Avendo sopra un' asta il teschio ancora
Condotto a spaventar quel popol rio ;
E in guisa tale andarono a ferire,
Che gli Assiri si misero a itiggire
44

18

L'un facea fuggir

altro, e lo spavento
In quella gente s' era messo lanlo,
Che come polve ratta innanzi al vento,
Ognun fuggiva; e si lasciava intanto
Da' fuggitivi assai oro ed argento,
E sino d' Oloferne il regio manto.
Lasciorno il gran tesor, 1' aurale tende,
Che pi vigore al vincitor gli rende.
44

1'

La strage che poi fecer non a diro,


E con la penna non si pu spiegare;
So ben che ne ferir nel fuggire
Una tal quantit, che non ha pare.
Chi faceano di vita a pieno uscire,
E chi stroppialo, Io facean gridare ;
Chi d' una morte in mille morti prova
Il gran dolor, n sospirar gli giova.
43

Segue il trionfo il popol vincitore,


Ma la gran donna egli pu ringraziare
Che dotata da Dio '* * gran core,
Fece loro la patria mirare.
Non mancaron perci di farle onore;
Per la citt la fecer trionfare
La invitta donna, con costante core,
La testa calpest del perditore.
w

19

.-'*' Furo alzali per lei molli trofei,
Che alla posterit fu chiara assai;
Fu inciso in marmi il bel nome di lei,
Che all' avvenir non scorderassi mai.
Oggi, ancor io, emulator mi fei,
Che P eroica sua azione palesai ;
Perch fra tante, che portar vittoria,
Non vi fur, quanto lei, degne di gloria!
Qui termina la storia di Giuditta,
Che in mezzo all' armi conservossi intatta;
E bench fosse vedovella afflitta,
Guerriera in un' istante si fu fatta.
49

Ognun possa imitar quest' alma invitta,


Per la sua cara patria ognun combalta;
E gli oppressori vadano all' inferno,
Per non pi risorlirne in sempiterno!...

FINE.

Il Fabbro-Ferraio

Nuda la fronte, le braccia nude,


Desto co' primi raggi del d,
Batto il metallo sopra l'incude
Poi che la fiamma lo rammoll.

Questa mia vita, dura a vederla,


Forza m' accresce, mi d piacer :

'

' '21 .''- >'.'

Questo sudore che 'I crin m'imperla


la corona del buon artier.

Picchia, o martello, squilla sonoro!


Viva V Italia! Viva il lavoro!

Ricco, che poltri nella tua noia,


Non m'invidiare 1' allegro umor J
Non sai che il Cielo versa la gioia
A chi la compra col suo sudor?

Se a me, se ai figli, eh' Ei mi destina


Basta il guadagno della mia man,

Bella tra il fumo la mia fucina,


Pi che la reggia del gran Sultani

Picchia o martello, squilla sonoro!


Viva l'Italia ! Viva il lavoro !

Ogni arte ha d'uopo dell'arte mia,


Pi giovo agli altri, meglio ne sto;
Faccio ad ognuno ci eh' ei desia,
Lieto e superbo del ben ch'io fo.

Amo la pace pi che la guerra,


Che libertade promise invan;

Foggio T aratro eh' apre la terra.


Onde il colno miele il suo pan.

Picchia, o martello, squilla sonoro!


Viva V Italia! Viva il lavoro!

Ma se il nemico sopra ci cade,

Ben altri arnesi foggiar sapr:

Batter stocchi, pugnali e spade,


E nel suo sangue li temprer-

';"
23

"

'

che chiami al brando


Di fabbro, a un tratto^ sar guerrieri
Ho braccio e core; vedrem fin quando
Ci terran fronte questi stranieri

AI primo grid

Picchia, o martello, squilla sonoro!


Viva l' Ilaliu! Viva il lavoro!

PINE.

CAROLINA INVEMIZIO
Chi legge i romanzi storici-sociali di questa celebre
Scrittrice, ormai notissima in tutto il mondo, rimane sorpreso per la viva narrazione delle scene, la variet degli episodi eminentemente drammatici, che s'intrecciano
in modo da non mai scemare l'attenzione, la curiosit,
l'interesse ardente dei lettori.
Carolina Invernizio diverte la mente, commuove il
cuore; strappa il pianto dal ciglio.
Scrive bene e con chiarezza. La facilit del linguaggio, la semplicit delle frasi, rimangono talmente imressi, che ognuno costretto a convenire che l'esimia
crittrice fra le prime d'Italia.
SONO PUBBLICATI

Bacio infame

ROMANZI :

Cuore di donna L. 1,50


Amori maledetti.. 1,50
Il delitto della
Contessa. . . 1,50
I drammi dell'a1,50
dulterio
Mariti birbanti 1,50
.
Birichina
1,50
La bastarda . . 1,50
Le figlie della dumetta
1,50
chessa.
0,75
Il delitto d'una maI
ladri
dell'onore 1,50
dre
0,75 Anime di fango 2,00
Nella rete . . . 0,75 Catena eterna 2,00
.
11 bacio d'una morta 1,00
la figlia delParadiso e Inferno 1,00 Dora,
l'assassino . 2,00
Le vittime dell'a.
1,00 Satanella,o la ma- 2,00
more
La maledetta. . 1,00
no della morta
La sepolta viva. 2,00
Eina, l'angelo delle Alpi . . . 1,50 L'orfana del Ghetto 2,50

0,75
L.
. .
La vendetta d'una pazza. . . 0,75
L'ultimo bacio . 0,75
La lotta per l'amore 0,75
Il genio del male 0.75
La peccatrice . 0,75
Il segreto di un
bandito
0,75
Il paradiso diFiam-

...

....

...
...
...

....

SI

trovino da tutti i Librai d'Italia e dall'Editore Adriano galani,


Viale Militare, Firenze.

Che per cusa d'amore cadde in molti delitti," pei ^tjuali fu bandito dalle province d
Roma *;Napoli, oltr' esser condannato alla
forca", da dove fuggendo si sottrasse ; e
mor ne! suo letto pentito.

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SAI/ANI

Viale Militare
1902.

STORIA
DI GIUSEPPE MASTRILLI.

Nella bella citt di Terracina


Nacque quest'uomo di sottile ingegno;
Ricco di beni e pieno di dottrina,
Stupore a Roma, e ben funesto a un regno;
Men la vita sua sempre ferina,
Sempre contro la Corte ebbe 1' impegno;
I misfatti che fece, e suo furore
Causa gi fu, un' infelice amore.
1

Passa un giorno Mastrilli da una strada


Vede ad una finestra una zittella,
E gli sembrava bella quanto Ada,
Cndida pi che in cielo sia la stella;
Prima con baciaman 1' ha salutata,
Quindi, amorosamente le favella :
Ed a suo Padre, per saziar sue voglie,
Gli fece dir, che la volea per moglie.
8

'

'

Il Destino che sempre operatore


Non pu vedere un' anima costante;
Ecco che la fanciulla prese amore
D' un vago e ricco figlio d' un mercanto.
Cuslui 1' amava e la teneva in core,
E non sa come dichiararsi amante:
Per poter con la giovane parlare,
Si volle ad una vecchia confidare.
*

Ecco un giorno Maslrilli ebbe trovato


Il Mercante che alla giovin v parlare:
Maslrilli lo chiam, I' ha supplicalo
Da quella strada pi non ci passare.
Il Mercante rispose un po' alterato:
dove
mi
andar
padrone
pare!
Io
son

Maslrilli tace, od in quel punto allesta,


Prese un coltello e gli tagli la testa.
*

Entra in. sua casa e prende due pistole


E due buoni coltelli e una schioppetta ;
E fuggirsene via, subito vuole,
Perch sa che la morte ora I' aspetta;
Ma prima la fanciulla veder vuole,
Perch sua fedellade gli prometta.
Dopo di ci costui s' -travestilo,
Lascia la patria, e se ne va bandito.
*

Or ritorniamo al Padre del mercanto


Che and a Frosinon da Monsignore,
Pel figlio perso a causa dell' amante ;
Gli dice che Maslrilli 1' uccisore.
E chiamato il Bargello a lui davante,
Ordine diede al suo Governatore :
A chi pigliava Mastrilli prigione,
Ci son trecento scudi di taglione.
9

Ecco che si parli da Frosinone


Dodici guardie armate ed un lenente,
Con brave spie, per aver cognizione
Dove Beppe Maslrilli sia presente.
Dentro ad una cisterna ei si ripone,
Presso Caserta in un luogo eminente;
Usc fuor d' una macchia, e fu per sorte
Che s'incontr Mastrilli colla Corte.
7

Disse il Tenente allor :


ti far forte
Non

Giuseppe, alle mie man ch'io non ti prendo;


Il male tuo non mal di morte,
Ti prometto in onore io ti difendo.
Rispose Beppe allora a quella Corte:
io
Tenente,
parole,
le
intendo
ste
non
;

Faresti meglio co' tuoi circostanti


Mutar disegno... e poi passare avanti.
*

Un guardia, di nazion napoletana,


Stringe la briglia ed il cavallo sprona;
Maslrilli lo guard con faccia'strana

Per vedere coslui che passi dona;


Nel mirar questo, il suo fucile spiana
E se si avanza, pi non gli perdona;

tiro.... e senza alcun rispetto,


Una palla gli mise dentro al petto.

Lo vede

a-

Quando vide la Corle lai vendetta.


Contro Mastrilli scaricata tutta;
Mastrilli a due fucili e la schioppctla;
Forma intenzione di distrugger tutta.
10

Pieno d'ira e di rabbia maledetta,


Egli si accinge a fare cosa s brutta;
Tira con altra palla di metallo.,,.
Ammazza altre due guardie ed un cavallo !
Quando vide tal fatto, quel Tenente
Fece al cavallo suo voltar le piante ;
Il resto della sua guerriera gente
Chi scappava a scirocco, e chi a levante;
Mastrilli que'tre morti tiene a mente.
Disse: Questo interviene a chi ignorante!
Non gli rub, ma prendere gli vuole
Dal fianco d' una guardia due pistole.
11

E poi disse fra s queste parole:


Pi
sicuro
in
questo Slato,
non
sono

Se per un morto Monsignor mi vuole


Or che son quattro cresce, il mio peccalo.
Volge la faccia dove spunta il Sole ;
Pass da casa sua n s' fermalo.
E da s volle far questo disegno,
Lasciar la patria per portarsi al regno.
13 In
un ristretto, chiamato Portella,
Dove a niuna persona si fa torlo,
Ossia uomo ammogliato, ossia zittella,
L si deve mostrare il passaporto.
12

Maslrilli non lo teme : e pur favella


Ad una guardia di non fargli torlo;
Trovata resistenza, prende il monte,
E alla guardia tir una palla in fronte.
E quando questo luogo ebbe passato
Fatte tre miglia si assett a una pietra;
E ripensava al suo infelice stato,
Quanto gli va contrario il suo pianeta :
per me farmi soldato.
Altro
v'
non

E dicendo cos venne in Gaeta;


Giunse circa di notte alle quallr' ore,
E alla casa buss di un pescatore.
14

Allor Maslrilli cos prese a dire:


Mi vuoi in questa notte ricettare?

11 pescator non gli seppe disdire.


riposare,
potrai
Ma
stanotte
non

Che la moglie mi sta per partorire;


Donna non vi per farti sostentare.
N lo spuntar 1' aurora e mattutino
Partorisce la donna un bel bambino.
18

Maslrilli dona un bacio al pescatore,


Dopo baciato lo chiam compare.
Disse: Farti vogl' io questo favore,
L'innocente fanciul vb' battezzare;
10

9
Mi ha bandito di Roma il mio Pastore,
Perch quattro col volli ammazzare,
E due guardie a Porlella, appi del fiume...
Dove salvarmi?... deh! dammi tu lume.

Disse a lui il Pescator: Non dubitare,


Bench mi metta a un s cattivo impegno ;
Il mio Re qui non vuole gi assoldare '
Gente che han fatto sangue nel suo regno.
Per Napoli t' imbarco, e non tremare;
Quando a Napoli sei, non manca legno
Per qualche altra citt farli imbarcare;
E in questa forma li puoi liberare.
17

La tavola apparecchia con onoro.


Maslrilli non pensava alla malizia;
Con un prelesto, il falso pescatore
Va il tulio a palesare alla Giustizia.
Sul subilo chiam il Governatore
Trentaselte soldati di milizia;
E con il pescatore accompagnato,
Maslrilli in quesla casa fu assediato.
18

Ecco che fu Maslrilli carceralo,


Entro un' oscura lorrc si metteva ;
Di mani, piedi e collo incatenalo,
Con pane ed acqua sol si sosteneva.
15

...-

....

io

-^-

Bagnate eran le pietre del suo fiato,


E gran fastidio indosso egli teneva;
Dopo quatti-' anni in una data sera
Fu in Napoli condotto alla galera.

Ecco che fu Mastrilli incatenato


Dentro in galera, e con il ferro al piede;
Dopo tre giorni egli fu visitato
Dal vecchio General delle galere.
Gli domanda che ha l'alto, e dov' stato:
Maslrilli parla, e poi piet gli chiede :
Son romano, eccellenza, e per ria sorta
A due guardie del re diedi la morte!
50

"

Subito il General fece chiamare


Un-aguzzino bravo che a s venga;
,
Fattolo di catene dislegare,
Mille duegento schiavi gli consegna,
E che faccia con essi fabbricare,
Sia trasportato rena, calce e legna.
Dopo self anni Beppe fu chiamato
Da un tal Sergente con trentun soldato
ordine del nostro Generale,

Che tu melta gli schiavi i suo serraglio ;;


Vieni in palazzo, che ti vuol parlare;
Maslrilli non pensava a niuno sbaglio.
Serr gli schiavi, e poi si f' menare
Avanti il General, ci che io non sbaglio.
Gli disse il Generale di persona :
Maslrilli,
devi
andare
Roma.
tosto
a

52

Quando inlese Maslrilli la sentenza,


Tutto tremante cominci a parlare:
piet
di Sua Eccellenza :
Questa
non

Mi manda a Roma por farmi impiccare!


Ma egli tulio armato di pazienza
Ecco fu trasportato verso il mare ;
Su una mezza galera fu imbarcato,
Con mani, piedi e collo incatenato,
83

12

gran divina, somma Provvidenza,


Verso la povertade opra divina !...
D' andare a Roma ne prese licenza ;
La prima damigella e la Regina,
Sopra un' altra galera fan partenza :
E vanno verso la citt latina :
E nel pi bello del lor navigare,
Fcco che venne una burrasca in mare.
51

Chiam la principessa il capitano :


Gli disse :
sia
piglialo
Luogo
terra
a
;

Poi visto un' altra vela da lontano,


Lei vuol saper chi vien trasportalo,
Disse questo : Eccellenza, gli un romano
Che alla morte da Roma condannato.
Chiede la principessa, per piacere,
Che sia chiamato, che lo vuol vedere.
16

"

E nel veder quest' uomo incatenalo,


Come padrona cominci a parlare ;

Ordin presto che sia scatenato,


Che lo sdegno alla Corte vuol placare.
Ecco che fu Mastrilli liberato ;
Su una barchetta Io fece imbarcare.
Costui lacero e nudo s' incammina,
Finch arriva di notte a Terracina.

. _ 13 ~

Buss alla porta, e vide presto uscir


Gli amati figli, qui potrai pensare,
Mastrilli allor presto si mette a dire:
Portami
qualche
da
mangiare.
cosa

Tutta la vita sua gli venne a dire;


Dopo il figliuolo prete fe'spogliare,
E col figlio dolloro accompagnati
D'armi a fuoco e da taglio bene armali.
57

Ed ecco tulli tre si son partiti;


In breve tempo aravano a Gaeta.
Disse il Padre ai figliuoli: Slate uniti.
Che io devo dirvi una cosa segreta ;
Tengo un' amico qua in questi siti,
Ben presto torno, o figlio mio V acqueta.
Mastrilli parte con gran pena al core,
Torn alla casa ov' era il Pescatore.
13

D di mano Mastrilli ad un coltello,


E gli occhi tulli e due gli cav fuore;
Poi la bocca tagli ancor con quello,
E la lingua gli taglia con lui-ore.
50

li

Dopo, siccome un porco allo macello,


Gli apre il petto strappandogli il suo core;
E disse: Cos tassi alli tiranni,
Che non portan rispetto a San Giovanni.

"

Ecco il Padre i suoi figli va a trovare,


Che di Napoli giran le contrade ;
Il ter,zo d, questi vollero andare
A un' Osteria fuor dalla cillade.
Ma appena si assettaron per mangiare,
Una carrozza inteser per le strade ;
Mastrilli riconobbe la livrea,
Che era del General della galea,

"
15.

" Tutti e tre lesti collo schioppo in mano


I Cavaliere gli si fan davanti.
Dissero a lui : Noi li domandiamo
Tremila scudi subito in contanti!
Prende quel Cavalier la penna in mano
E chiama uno dei suoi volanti.
Scrive alla moglie sua con gran decoro
Che gli mandi tremila scudi in oro.

Presto Mastrilli prese la moneta,


E verso Roma si prese la strada ;
Falle sessanta miglia, egli s' arretra,
E va nell' Osteria di Sant' Agda ;
S' affretta per mangiar, quando s' acqueta
Sente certo tumulto per la strada;
Eran quattro sedioli e un carrozzino
Dov' era dentro il principe Corsino.
83

84

Un bosco v' era, presso

1'

Dove ci stavan sedici ladroni

Osteria,
;

Il Principe percorrer quella via


Doveva in compagnia dei suoi garzoni.
Mastrilli disse che li conosca,
Ch' erano avvezzi a far di buone azioni ;
Perci ei non doveva dubitare,
Anzi ci stesso lo volle accompagnare,

'""""

16

Presto quattro cavalli f' sellare;


Fin che fuori del bosco 1' ha guidato.
Allor Mastrilli cominci .a parlare:
liberato !
ladri
dai
Eccellenza,

Il Principe un biglietto fece fare,


E col sigillo suo 1' ha sigillato :
Glie per Napoli, Roma e pel suo Stalo
Non sia Beppe Mastrilli disturbalo.
85

Incontr, di maiali, due Mercanti,


Giuseppe lor domanda disperato ;
Ne piglia cento, se li mette avanti,
E li conduce a Roma allo mercato.
86

17

Se no accorsero gli altri circostanti,


Ognun temeva d' esser derubato ;
E certi suoi rivali dati a sorte,
Accusano Mastrilli alla gran Corte.
s' Sentendo il Capitano il suo tenore,

Tutti gli uomini suoi ne fece armare :


E va a trovare tosto Monsignore
Per far Beppe Mastrilli carcerare ;
E disse pure a quel Governatore,
Che fa lutto il mercato rivoltare.
Mastrilli- che s' accorse di sua sorte,
Lasci i maiali, e usc fuor delle porto.
68

Ecco eh' egli

s'incontra nella Corte;

I tgli tutti

e due fece allargare.


Ognuno di voi si mostri forte,

Disse:
Oggi la gloria mia s'ha da cantare!...
Gli tir un caporale della Corte:
Mastrilli se la seppe riparare;
Lo schioppo imbraccia, lo fucile serra....
Due guardie ad un tempo egli gett per terra.

Per qualtr' ore di tempo questo giorno,


Tremava ogni Cristian sopra quel loco:
39

Ed altro non si udiva in quel contorno,


Altro non si vedea che palle e fuoco.

'

18

Nove persone morte si trovorno.


Allor la Corte tramutava loco;
E Mastrilli co' figli allora ponza
Andare a Roma a trovar su' Eccellenza.
Una lettera tosto gli fu data,
Vada in Toscana e non abbia timore;
La lettera fu ben raccomandala
Dentro Fucecchio ad un buon fattore.
In San Minialo, sotto della strada,
Cercarono Mastrilli alle quattr' ore ;
Dopo tre giorni venne un' uomo armalo,
Ordina sia Mastrilli seguitato.
*

"

Va a Livorno Mastrilli, e va cercando


L'imbarco per Gaeta o Terracina ;
E una tartana carica di panno
Lo trasport nella citt Ialina.
Ecco di nuovo cominci lo bando,
Si metle sottoposta Terracina;
Mastrilli eh' per mare, di dolore
Pungere si sentiva nel suo cuore.
Nella casa va poi d' un suo nipote,
E si inette sul letto a riposare.
Disse : Figlio va' a chiama un Sacerdote,
Perch mi voglio a Dio raccomandare;
**

'

"19

Fargli Cristo portare, so lui puoto,


Senza torce e campane far suonare.
Di notte tempo il sacerdote viene,
E ritrova Mastrilli in gravi pene.
*' Tosto che fu Mastrilli confessato,

Prese Ges con benedetto amore ;


I suoi peccati avendo egli accusato,
Lo benedisse allora il Confessore.
Dopo ventiquattr' ore trapassato,
I figli vanno via con gran dolore;
II Prete torna in chiesa, e gli occhi affisse,
Ma a niuno amico quel successo disse.
Il Nipote lo mette in sua barchetta
E va nell' Osteria dov' il tenente;
E dandogli la mancia che gli spetta
Disse: Mastrilli morto qui presente.
Il Tenente allor piglia una schioppetta,
Senza dir nulla alla sua amica gente;
Tira un' archibugiata ^aH' aria, e accorto
Tagli a Mastrilli il capo.... ed era morto.
* Cresciuto allora ai figli il gran dolore,
Trovano, e poscia uccidono il Tenente
Allora un Caporale scappa fuore,
**

Verso Napoli va colla sua gente;

20

Ma quando seppe questo il confessore,

Simulare non puote; e ben dolente


Scrive e Napoli, Roma, ed ha giurato
Che Mastrilli era morto confessato.

"

Ecco a Napoli arrivan con la testa,


Il Vicer li manda gi a chiamare,
Poich la cosa gli era manifesta
Avanti f' condursi il Caporale.
La giustizia vuol far la cosa lesta,
E punto vuol che si debba indugiare^
Che il Caporale avanti fosse sera
Fu condannato a vita alla galera.

Vergine Santa, Madre gloriosa,


Tu che avvocala sei del peccatore!
Tu che di Dio sei Madre, Figlia e Sposa,
E fai felice chi ti porta amore !
Tu sei del peccator sempre pietosa,
Tu che per esso hai sempre un nobil core!
questa di Mastrilli ^a memoria
In rozzi carmi ho scritta la sua storia.
M

FINE.

Il pi bel regio che si possa far ai biribini il grande Album :

E. CAPPELLI
IL PRIMO LIBRO DEL BAMBINO

LETTURA E SCRITTURA.
Con questo libro, i bambini analfabeti im-

parano con molta facilit a leggere ed a scrivere ; quelli che gi sanno si perfezionano sempre pi. Tutti si divertono a guardare le 300
figure in nero e a colori che adornano il Libro,
legato solidamente in cartone.
in vendita dai principali Librai, e sar spedito,
per posta raccomandato, franco di porto in tutto il Regno, dietro invio di Lire 2, all'Editore Adriano Salani,
Viale Militare, Firenze.

ED ALTRI RACCONTI.

Si pu chiamare il Prologo del Qifo vadis.


un racconto dove tutta la poesia, tutta
la luminosit e la soavit della religione
di Cristo profuma dalle sue pagine. Splendidamente illustrato, seguito da alcuni
racconti, scelti fra i migliori dell'eminente
scrittore.

Si spedisce franco di porto, a ohi invier Cartolina-vaglia di Cent. 75 all'Editore ADEIANO


SAIIANI

Firenze, Viale Militare.

un racconto eminentemente drammatico. E il romanzo della giovinezza,


l'opera pi rosea per colore, pi fresca
per sentimento, pi gentile per affetti,
pi incantevole per grazia squisita che
abbia scritto il celebre romanziere polacco.
Si spedisce franco di porto, a chi invier Car-

tolina-vaglia di Cent. 75 all'Editore


SALASI Firenze, Viale Militare.

ADRIANO

Qusto romanzo uno dei pi belli


del giorno, desta un grande interesse e
diverte moltissimo. La scena si svolge in
America.

Si spedisce franco di porto, a chi invier Cartolina-vaglia di Cent. 75 all'Editore ADBIANO


SALANI

Firenze, Viale Militare,

NERONE
DI

DOVE SI NAHBANO

FIRENZE
.

TIPOGRAFIA ADRIANO SALANE

Viale Militare.
1900.

STORIA

IDI 3SrB^-03SrE

Le crudelt, le infamie le folle,


La degna morie di Nerone io canto,
Che correr fece le romane vie
Di caldo sangue, e d' angoscioso pianto ;
Seguendo i tristi esempj, e 1' empie, e rie.
Atrocit che resero cotanto
Odiosi e crudi, al popolo romano,
I nomi di Tiberio, e di Seiano.
1

Costui, che fu dei tristi il capitano,


Era figlio di Caio, e d' Agrippina
Moglie di Claudio imperator romano.
Che dopo avere ucciso Messalina
Spos tal donna dal sembiante umano,
Ma cuor di gatto, o uccello di rapina.
Questa uccise il marito col veleno,
Perch Nerone trionfasse appieno.
2

'

Cos sperava di potere almeno


Esser lei dello Stato la padrona,
E darsi tutta a quei piaceri in seno
A cui 1' amore, e crudelt la sprona.
Per 1' effetto fu contrario appieno
Alle speranze di colai matrona,
Che il figlio, dai maestri consigliato,
Ricusava da lei d' esser guidato.

In principio per questo esecralo


Tiranno, far voleva il virtuoso,
E lutto intento al bne dello Stato
4

Mostravasi benevolo, e pietoso.


Presto peraltro un diavolo incarnato
Veder si fece a lutti; e tanto esoso
Divenne, che ciascuno entro il suo cuore,
Lo chiamava l'infame Imperatore.

Agrippina, con arte e con amore


Di renderlo sommesso procurava;
Ma invano: che ripieno di furore
Le carezze, e i consigli disprezzava.
E, mischiando la rabbia col timore,
Di qualche brullo tiro dubitava,
Sapendo bene eh' essa detto avea
Che un figlio di Germanico vivea.
8

_.

Era questo Briltanico, che avea


L' amor di lutto il popolo romano,
Era erede del trono, e diseendea
Dal grande Augusto, 1' oliimo sovrano.
Il tiranno che ci ben conoscea
Pens di rimediarvi: e sotto mano
V avvelen, coi mezzo d' un bicchiere,
Ove soleva il giovinetto bere!
6

'

Quindi tranquillo, avea tulle le sere


Proso il costumo di noiar la gente
In"abito da schiavo: e di godere
Quando ingiuriarsi, e maltrattarsi sento.
Aveva seco i cortigiani a schiere,
Giovent scapestrala e impertinente,
Cui non pareva vero, in ogni aziono.
Di secondar le voglie del padrone.

Ora con un immenso pentolone


Pieno di Unta nera, in ogni luogo
Sciupavano il vestiario alle persone
0 tingevan la faccia; ora un gran rogo
Facevano di carri; ora in azione
Mettevano i bastoni; ora un gran sfogo
Avevano a sfondar botteghe; ed ora
A far delle cantine immensa gora.
*

Ma nelle mischie rimanea talora


Anche Nerone colla lesta rotta,
Attaccato da gente che lavora
Meglio di mani, o da pi grossa frotta.
Nerone sconosciuto si divora
Allor di rabbia, e non la sua condotta
Rimprovera, ma invece alla sordina,
Ne iacea trucidare una ventina.
Ma timoroso sempre d' Agrippina,
Che ben sapeva a cospirare intenta,
10

Per togliersi dal cor 1' atroce spina


Che il giorno, e pi la notte lo tormenta,
Decise d' ammazzarla: e una mattina,
A mezzo del liberto Merigenla,
L' ammiraglio chiam, certo Aniceto,
Nemico di sua madre, in gran segreto.
E questi della cosa lutto lieto,
Disse eh' avria formalo un vascelletto
Mediante il quale, a mezzo d' un segreto,
Metterebbe Agrippina al cataletto.
Piacque a Neron la cosa: e cheto, cheto,
Per togliere alla madre ogni sospetto,
Recossi a Baja, dove la invitava
A passar seco un giorno, ed essa andava.
11

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"

Quivi col figlio tulio il giorno slava,


Che la colm di mille carezzine,
E per farle veder quanto l'amava
La sera la guid sull'argentine
Onde del mare; l si congedava.
Essa entr nelle azzurre e porporino
Stanze del navicello, che parea
Volar sul mare a guisa d' una Dea.
Gi quattro miglia camminalo avea;
Quando il picco! vascello in due diviso
Nel vasto mar precipitar facea
13

La madre del tiranno, all'improvviso.

Essa peraltro, che nuotar sapea,


Giunse alla spiaggia, e sollevando il viso
Il fulmine invoc entro quel cuoro
Iniquo, scellerato, e traditore!
Chi potrebbe dipingere il terrore
Del perfido tiranno, e lo spavento
14

Quando giunse a saper da un servitore


Che la madre era giunta a salvamento 1
Presto peraltro rinfrancando il core,
Pens che conveniva sul momonta
Correr col dov' erasi salvata
E trucidar la donna sventurata.

14

Ed infatti Aniceto, a mano armata,

Giunse ben presto innanzi ad Agrippina :


E preparati, disse, o scellerata,
Che il tuo figliuolo a morte.ti destinai
E la donna, la veste sollevata,
Rispose: Il colpo sul mio ventre inchina,
Faccia il tuo ferro giusta punizione
Di questo seno che port Nerone !
16

Cos mor la donna... e quel fellone

Si dtte allora, senz' alcun ritegno,


Ad ogni infamia senza paragone,

Empiendo tutte la citt del regno


Di spavento, d' orrore, e compassione ;
Cader vedendo gli uomini d'ingegno
E pieni di virt, sotto i pugnali
Di sghrri iniqui, ed alle jene eguali.

"

Ma fra gli atti esecrabili, e bestiali.

Di questo capo dei peggior tiranni,

Parve eclissasse tutti gli altri mali


La morte d' una donna sui vent' anni.
E questa Ottavia fu, d' alti natali,
Moglie def empio tessitor d'inganni.
Di vago viso, di soave cuore
Piena di fedelt, piena d'amore!...

"

questo fece il tristo traditore


Per isposar Poppea, femmina infame,
Adorna di belt, ma senza onore,
E ognora avvezza a soddisfar le brame
D' ogni soldato, e d' ogni gladiatore;
Famosa per gl'inganni, e per le trame.
Essa tanto Nerone avea sedotto,
Che n' era proprio innamorato colto.
E

"

Per ben presto f' pagar Io scolto


Anche a tal donna di sua sorte degna.
Un giorno con tal forza un calcio sotto
Le die rabbioso, in tempo ch'era pregna,
Che all'altro mondo la mand di botto!
Orribil fallo, che peraltro insegna:
Come ben' anche in questa vita frale
Colui che male fa, riceve male.
80

Gi tra le infamie delle regie sale

Due uomini vedevansi soltanto


A cui voleva orribilmente male
Questo amatore delle stragi, e pianto.
Uno di questi Seneca, eh' eguale
In Roma non avea per nobil vanto
Nelle dottrine di filosofia,
E nel fare una bella poesia.

10

"

V altro era Burro, che acquisissi in pria


Un bellissimo nome col valore;
Poi volle la sua sorle iniqua, e ria,
Fosse maestro dell' imperatore.
Nerone che non vuol d' ogni folla
Avere appresso un rigido censore,
Fece morir, con modi scellerati,
Tanto costui, che Seneca, svenati!...
llor con vizj sempre pi sbrigliali
Continu le stragi, e le uccisioni,
Riempiendo poi di pianti disperati,
Di sgherri crudelissimi, e spioni,
I luoghi pi comuni e frequentati,
Le lontane, e le prossime ragioni ;
Onde tutto 1' impero era un eterno
Suon di lamenti, un maledetto inferno!
22

"

L' orfano non avea che insulti, e scherno,


Le madri beffeggiale in ogni loco,
Le vedove lasciate in pianto eterno.
E come tutto questo fosse poco,
In una notte orribile d'inverno
Dava un quartier di Roma in proda al fuoco :
Onde molti fanciulli appena nati
Furono dalle fiamme divorati.

.: ..-Il
"

'

\V'.^/>

E Nerone, con molti scellerati

Compagni suoi, di cima ad un torre


Guarda i globi di fiamme sollevali
Dal vento, menlre canta, ovvcr discorre...
Di tale iniquit furo incolpati
1 poveri cristiani: e falli porre
Nel vasto circo delle crude fiere, '
0 trucidati in molte altre maniero.

n Quel mostro era invogliato del mestiere


Di musicante, comico, e istrione,

Ambiva d' esser detto un gran cocchiere.


Ma presto accadde che una lai passione
Cambiossi in frenesia; le notti intere
Correva per le strade a processione,
Declamando, o cantando in mille modi,
Imprese eccelse, ed amorose frodi.

"

Ma desioso di pi vaste lodi

Si scrittur fra i pubblici cantanti,


Us g' inchini, i baciamani, e i modi,
Che rendono propizj gli ascoltanti.
Ambiva sol di superare i prodi
Musici dell' impero, e i commedianti;
N dal teatro uscir poteva fuore
Mentr' ei cantava, un solo spettatore.

_ i2 _

"

Anzi una volta, quel che imperatore


Divenne, e Vespasiano fu chiamato
Se non fugga, vedeva l' ultim' ore,
Essendosi in teatro addormentalo.
Al contrario otteneva ogni favore
Colui che si mostrava entusiasmato,
E che diceva non aver Nerone
Un uomo che gli stesse a paragone.
Volle una volla vincer la nazione
Che sopra tulle I' altre aveva il vanto ;
E per con moltissime persone,
Famose per la musica, ed il canto,
Corse a Corinto, e fece l'istrione;
Poscia indossando il femminile ammanto
Faceva smorfie, tenero moine
Alti amorosi, e vezzi senza fine.
s8

28

Sfid a cantar la rinomata Frino,

Polinice nell' arte del cocchiere,


Indi comparve in vesti porporine,
Qual domlor di numerose schiere.
Risolse a Roma di tornare infine
Col inviando un rapido corriere,
Onde la gran citt facesse onore,
Della Grecia, all' invitto vincitore.

13
50 Giunto appena il frenetico cantore
F' prendere e impeciar venti cristiani,
E gli fece dar fuoco,* onde 1' onore
Avere ancora di fanali umani...
Ad altri f' strappar dal petto il core
Per farne un fritto agli affamati cani,
Molli ordin che fossero spellali,
Poi con aceto, e canfora, bagnati!...
Se fra i suoi generali i pi stimali
Qualcuno in guerra si faceva onore.
Se uliva decantarlo da' soldati
Como guerriero pieno di valore,
Era geloso ; e dagli scellerati
Suoi sgherri gli facea passare il cuore;
E cos fece appunto a Corbulone
Quando vinse de' Parti la nazione.
31

,s Spinti

i, Romani alla disperazione,

Ordivano congiure a pi potere,


Ma scoperti, o morivano in prigione.
0 di pasto servivano alle fiere.
Finalmente Vindicio, il gran campione,
Che in Gallia comandava immense schiere,
Risolse liberar le patrie mura
Da questo iniquo mostro di natura.

Nerone che di ci non si figura


Continua nelle solite folle;
Corre per la citlade a notte oscura,
E di sangue conlamina le vie.
Di donne infami una corrente impura
Empie tutte le case, e le osterie;
Quand' ecco sussurrar per ogni lato
Di Vindicio, che s'era ribellato.
M

Nerone a tal notizia avea sperato


Sul principio che a guisa d' un vapore,
Sparirebbe 1' esercito voltato
A ribellione, contro il suo signore ;
Ma quando seppe che 1' avea chiamato
Quel generale, un povero cantore
Montato sulle furie, ebbe l'idea
Di metter tutta Roma in fricassea.
34

Prima il Senato avvelenar volea,


Mettere il fuoco alle romane mura,
Le fiere scatenare, e gi godea
Del grande strazio che veder figura.
Ma presto vince questa, e ogn' altra idea
La sopraggiunta orribile paura,
Udendo che Vindicio, avvicinato
S' era con molto popolo infuriato.
55

'
'"

'

is

Tenta allora chiamar per ogni lato


Le milizie romane allo bandiere,
Ma si vede da tutti abbandonato,
E ascolta grida minacciose, e fiere.
Salta allora a cavallo, e difilato
Fugge le forti, vincitrici schiere,
Col mantello cuoprendosi la testa,
Mentre scoppia un' orribile tempesta.

Trascorre fra le turbe, e vede in festa


Il popolo che grida : A morte! a morte !
Onde tremando persuaso resta
Esser decisa la crudel sua sorte.
Ecco il manto gli cade dalla testa,
Perch il cavallo galoppando forte
37

S' era improvvisamente in pie fermato,


Da un cadavere in terra spaventato.
Allor da pi persone ravvisato,
E ripieno d' orribile tremore,
Giunge in villa, ove ascolta che il Senato
Aveva eletto un altro imperatore.
Piange il vile gridando ; Or dunque il fato
Avr deciso che il maggior cantore
Do' nostri tempi, e de' futuri ancora
Da questi infami trucidato rauora ?
M

3R

16
T-\

Dunque la luce della nuova aurora

Vedr Nerone senza vita affatto?


Crudel delitto, non udito ancora!
Iniquo, turpe, orribile misfatto !
Ma intanto ascolta scalpitar di fuora
Molti cavalli con soldati, in atto
Di vendicare il mondo, e la ragione ;
E il popolo gridar:
Morte a Nerone)

Prega allora il liberto Endimione


A cacciargli il pugnale nella gola,
Poi volge gli occhi, e perde la ragione,
Prima ancora di perder la parola...
Cos mor l'imperator Nerone,
Dei perfidi tiranni atroce scuola;
Ma non si vide mostro eguale a questo
Da Domiziano, ad Alessandro Sesto.
*

FOflB.

MASSIME
Per l'Uomo onesto in Societ.

L' economia la sorgente dell' indipendenza, e della libert.


Non bisogna lasciar crescer l'erba sulla
strada dell' amicizia.
/
Vi sono tre cose che gli uomini gettano dalla finestra : il loro tempo, la loro salute, e il loro danaro.
La maniera di non annoiarsi cogli altri, si di parlar sempre degli altri, ed
nello stesso tempo il miglior modo affinch costoro alla Ior volta non s' annoino.
Non bisogna sollecitare, le persone poicosa che si certi d' ottenere.
Di tutte le maniere d' obbligare g' infelici, la migliore quella di fargli da se

18
medesimi il bene che essi desiderano che
voi gli otleniale dagli altri.
Non bisogna mai dare dei consigli a
coloro che ne hanno di bisogno, n faro
dei rimproveri a coloro che li meritano, n
cercare di divertire coloro che sono annoiali.

Bisogna che lodiate il proprio amico


in modo di- far concepire di lui una buona
opinione a quelli cui lo raccomandale : e
non secondo il vostro modo di pensare, od
il suo.
L'uomo che va incontro alla felicit, facendosi precedere dall' ingiustizia e dall' oppressione, non godr lungamente della sua
conquista.
Se desiderate d' essere il favorito d'un
Grande, accarezzate le sue debolezze; perch non potreste riescire che con questo
mezzo allo scopo cui mirale.
PROVERBI RUSSI

Per albero nodoso l'alee affilata.


Il fardello leggiero, ma sulle spalle degli altri.

19-"'
__
L'orgoglio nel povero com-una sella
ad una vacca.
Dopo il combattimento son molli i va,

lorosi.
A granello a granello empirai il tuo pa-

niere.
Non si mai amici per forz%.
La parola somiglia ad una freccia, ma
trafigge di pi.
Pazienta o cosacco, e diventerai hetman.
Pane ed acqua, cibo da soldato.
Chi non ha mangialo dell'aglio, no"
puzza.
Non riescirai mai ad empire una botte
senza fondo.
Se terrai d' occhio il tuo cavallo, il lupo non te lo manger.
Custodisci il luo danaro per la sventura.
Nelle mani degli altri il boccone sempre grosso.
L' oro luccica, anche nel fango.
Se il fanciullo non piange, la madre
non pu sapere qual male egli abbia.

' 20
Se bai dato la tua parola, non riprenderla: ma rifletti bene prima di darla.
Misura dieci volte, ma non tagliare che
una sola.
SENTENZE DIVERSE

Un buon vegliardo rassomiglia a de! vino vecchio, che ha avuto tempo di deporre
il fondo.

In tempo di pace i figli chiudono gli


occhi ai loro genitori ; ma in tempo di guerra, i genitori seppelliscono i proprj figli.
Le persone di gran talento sono di rado
adatte *a coprire delle cariche eminenti.

Non giudicar l'uomo dall'abito che indossa ; il serpente che ha la pelle pi lucida
anche il pi cattivo.

Non lamentarli della brevit della vita,


perch si trovano pi spesso delle persone
che muoiono troppo tardi, che non di quelle
che muoiono troppo presto.
Non s'accende il fuoco col soffiar mollo,
ma bens col sollar bene.

21

'

Al mondo sono tanto neccssarj i buoni


quanto i tristi, i pazzi quanto i saggi, gl'ignoranti quanto i sapienti : come necessario che Io Slato abbia delle monete di diverso valore..
Un caltiv' uomo si conosce a due cose :

alla confidenza che in lui ripongono i tristi,


e al timore eh' egli ispira ai buoni.
Negli Stati vi sono due specie d'uomini
che vogliono riescire ad illustrarsi: gli uni
colla virt, gli altri in lutti i modi possibili;
e purch siano tali da condurli alla mta,
questi ultimi quasi sempre riescono meglio
dei primi.

L'uomo malcontento del presente, suppone al passato una perfezione menzognera


che non che la maschera del suo dolore.
Egli loda i morti a scapito dei vivi, e batto

i figli colle ossa dei padri.


Non sono n gli sciocchi, n lo persone
di spirito che fanno fortuna: sono le medio-

crit.
E meglio avere un occhio solo ma buo-

no, che non due che non possono servire,

;'

22' '..Non accendere la lampada di giorno, se


brami che t' abbia a durare tutta la notte.
Diffidate d'un' immaginazione troppo ardente, perch tante volte la ragione non pu
tenerle dietro.

La vita un sonno, da cui ci sveglia la


morte.
I piaceri di questo mondo sono simili
a un pugnale coperto di miele.
Gli sciocchi sapranno apprezzare la sa,
pienza, quando i cani giungeranno a poter
leccare la luna.
Non sono le spade che sono pericolose,
ma coloro che le portano.
La donna che ama suo marito ed i suoi
figli, fa l'ornamento della sua casa, quantunque brutta.
Bevi nella mano della donna che ami,
ma non permetterle di bevere nella tua.
L'ipocrisia la chiave dell' inferno.
II mondo e tutte le sue grandezze, non
hanno mai potuto appagare un solo ambizioso.

23

Non si giunge a nulla senza fatica; per


raccogliere le perle bisogna sprofondarsi nel

mare.
Non parlar mai d' un albero, prima
averne veduti, e gustali i frutti.

FINE.

<M

Enrico Sierikiewicz

VERSIONE ITALIANA CON NOTE


DEL PEOP. TITO ZUCCONI.

la grande novit letteraria del giorno.


La scena si svolge nell'antica Roma. Il raccnto desta un grande interesse e diverte
immensamente. In Italia ne sono state fatte
molte edizioni : la nostra la pi nitida, la
pi elegante e la pi corretta.
Edizione completa in due volumi di pagine 560.

Si spedisce franco di porto, a chi invier Cartolina-vaglia di Lire 1,50 all'Editore ABBIANO
SALANI Firenze, Viale Militare, 24.
In un volume, legato in tela e oro Lire'2,50.

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SALAN1

Viale Militare, 24
1888

STORIA
XH

PIBASIO

3B

TXSBB.

Nobilissima Donna, al cui valore


Soggetto sar sempre fin eh' io vivo,
A cui render sempre laudo e onore, 'E degna riverenza s' io ti arrivo,
Che ho ben compreso dentro al proprio core
A tuo voler permetti che ti scrivo,
Di Piramo e di Tisbe la lor sorte,
Li quali ebbero entrambi cruda morte.
2 Ma ben ch'io riconosca il mio intelletto
Non poter soddisfare al tuo piacere,
(Giacch scarso d'ingegno e piccioletlo)
Pure col tuo gran cor fa eh' io gi spere. \
Ma perch tu non creda che il diletto
Per me proceda, e ci per non volere
Servirti, o per fuggir qusta fatica
Per amor tuo mi piglier tal brica.
3 Adunque
se il mio dir non sar ornato
E troverai; leggendo, alcun' errore,
D'ignoranza mi scusi il mio peccato,
Per che io non son pi di gran valore ;
;

'

4
_
1' ha
tua che

':..;.-.

La colpa
comandato, '
me
E sai eh' io non son'uso a tal tenore:
Ma sol per ubbidire al tuo comando
La bella istoria ti verr narrando.

sommo Apollo, il cui splendido raggio


Avanza ogni altra stella di splendore;
E guidi dritto ognun pel suo viaggio,
Spira in me pi che puoi dolce vigore
E fa' l'ingegno mio pi accrto e saggio,
Ch'io possa raccontar 1' antico amore
Di Piramo e di Tisbe in chiari versi,
Del loro affetto e dei lor casi avversi.
s In Babilonia eran due Cittadini
Nobilissimi assai, ricchi e potenti;
Li quali anticamente eran vicini,
E 1' uno e 1' altro insiem benevolenti.
Solo un muro spartiva i lor confini;
Ora udirete,,! lor fieri accidenti;
Une ave;, un figlio, e 1' altro una bambina
Piramo" e Tisbe di belt divina.
-' Essendo picciolini e d' una etade
L'uu con l'altro assai bene si vola,
E fra loro era tanta carilade,
Che 1' uno dall' altro mai si dipartla ;
Crescendo gii anni, crebbe 1' amislade
E quel che volca 1' un, 1' altro chieda;
E tanto amore entrambi si portavano,
Che le persone si maravigliavano.
4

Avendo la sua infanzia trapassato,


Tisbe si era gi (alia grandicella ;
Il Genitore la teneva serrata
Porch' era molto peregrina e bella,
E s'accorgeva eli' era innamorala
Si che temeva fortemente d' Ella;
N la lasciava andar punto d'attorno
Come si fa oggid con mollo scorno,
8 La giovinetta di dolor mora
Che il Padre s rinchiusa l'ha a tenero;
E giorno e notte sempre mai pianga
Che il suo Piramo non potea vedere.
0
crudel
Padre
Madre
crude!
miai
e

Perch tolto m'avete ogni piacere ?


Piramo,
ahim!
dicca,
chi
tolto,mi
t'
ha

Che veder pi non posso il tuo bel volto V


* Dall' altra parte il nobil giovinetto
Per la gran doglia si senla morire;
E forte si batteva il viso, e il petto,
N altro mai facoa solo, che languire.
Dicendo:^ Chi m'ha tolto il mio diletto 9
E mi fa slare in pena, ed in martire?
Ingrato il padre tuo, ci s dica,
Che serrata li tiene o Tisbe mia!
7

Crudel fortuna ch'hai gi dispartita


L' antica nostra cara compagnia,
Ora ti prego togliermi la vita,
Che pi non viva in tanta pena ria;
10

6 .
Poi eli' io non veggo la faccia pulita,
..
La quale al inondo lieto mi tenia,
Dammi la morte ormai, eh' io son coniente,
S eh' io non viva pi con lai tormento:...
11 Cos languendo, sua vita
menava.
Con pianti, e con sospiri, notte e giorno;
E nella mento sua sempre pensava
Come veder potesse il viso adorno ;
Ed ogni suo pensiero invan trovava,
E poco gii valea girarsi attorno ;
Glie a finestra, o bai con non si faca,
Ondo di duolo Piramo mora.

Piramo essendo in gran malinconia,


Non finia nel suo cuor mai di pensare
Come potesse ritrovar la via,
Che alla sua Tisbe potesse parlare;
E modo alcuno ci trovar non polria,
Che al suo voler potesse soddisfare;
Cos pensando, un giorno, per ventura,
Vide in mezzo del muro una lissura.
La qual fissura appunto rispon'da
Dentro la stanza della sua Donzella,
E tanto adoper sua maestra,
Che Tisbe ancora se n' accorso d' olla :
E I' uno e I' altro a parlar vi starla
Con gran piacere a quella particella,
E con leggiadre maniere accorte,
Raccolaro ambiduo lor fiera sorte.
12

..'

Piramo le dicea: Tisbe mia cara,


Dolce mio bene e caro mio conforto,
Se tu sapessi quanto stato amaro
Questa mia vita e pena ch'io sopporto?
Al creder, penso, che saresti avara,
Che mille volte gi non fossi morto,
N altr' uomo, che me credo mai soffrisse
Tanto dolor, che in breve aon morisse?
14

Poich tolta mi fu tua dolce vista,


Dolce mia speme pi non l'ho veduta!...
|E la mia vita stata tanto trista
Che quasi a morte per doglia venuta.
Sennonch la speranza, insieme mista
Con dolor grave, m' ha pur mantenuta;

Io "li- promelto, Tisbe mia gradita,


Sara gran tempo mia vita finita.
16 Tisbe piangendo, Piramo ascoltava
Le sue querele, ed i suoi gran lamenti ;
Poi disse: Signor mio, troppo mi grava
Pi i tuoi martirj, che li miei tormenti!
Ma delia morte gi non mi curava
Se non per dare a te tanti contenti;
E so non fosse stato pel tuo amore,
Nascosta mi sarei pel gran dolore!...
17 0 me lassa tapina!
o sventurata!
Quanto t' ho amato, caro signor mio !
Maledicendo chi, cos serrata
Slare oai fa, perdendo ogni deso
Spesso, dicendo : o Madre dispietata,
0 Padre mio sradele ingiusto, e rio,
Perch non mi lasciate andare alquanto,
Gli' is ?eda il mio Signor, qual'amo tanto?
" E cosi con discorsi chiari e piani
1 lor martirj insieme raccontarci;
E tutti quanti i lor disgusti umani,
E quanto il viver loro stato amaro.
E raccont, che con gli affanni strani
Essendo gi passato il giorno chiaro,
Partirsi, bench ci fosse lor duro,
Lasciando dal suo lato ognuno il muro.
19 E poich fu venuto 1' altro giorno,
Piramo e Tisbe ciascuno fu levato,

Con diletto poi fecero ritorno


A ragionare insieme al muro usato.
Ben venga il viso tuo grazioso, e adorno !

Signor mio lu sia il ben trovato!

Cos si salulavan dolcemente,


Incominciando a sospirar sovente.

Piramo, dice: Ohim fortuna ria,


Perch sei lu al mio deso s avara?
Perch deh! non mi dai tal modo, e via
Che sposar possa la mia Tisbe cara !
Io l'odo, e veggio, e sposar la vorra
Onde la vita mia s tanto amara...
0 Tisbe mia, se avere li potessi,
Sarei contento se morir dovessi!...
41 Tisbe sentendo
un siffatto parlare
Rispose presto con allegra faccia :
Piramo mio, deh ! non li sgomentare,
Che far possa tal cosa che ti piaccia!...
La vita non mi piglio risparmiare
Comanda dunque quanto voi eh' abbraccia ;
Ch' io son disposta al tulio d' obbedire
E pronta son per te ben mio morire!...
2 Piramo disse:
Non
cagione,
senza

Pi che la vita mia l' ho sempre amata ;


Ma dir li voglio con breve sermone,
Di questo Tisbe, mi voglio esser grata;
Stanotte, quando tulle lo persone
Dormiranno, deh ! fa' lu sia levata,..
20

io

,"-i-;;-

Fuori di casa poi tu n'andrai,


E fa' che niun ti senta, se potrai ?
23 E per non gire l'un, l'altro cercando,
E meglio ritrovarsi insieme assai,
Stanotte al primo sonno allorquando
Ognuno dorme, alzala li sarai.
E senza andar pi l, o qua errando,
Fuor della porla tu, le n' andcrai.
In quel degno e bellissimo giardino
Dov' la sepoltura del Re Nino.
n Denlro col vi una fontana bella,
Presso alla quale e' un arbore moro;
E, quel che prima giunge, vada a quella
V un 1' altro aspetti, e l faccia dimoro ;
E questo il modo, o mia gentil donzella,
Che mi pare a finir simil lavoro.
Fa'che abbi mente, e tieni nel tuo petto,
Tisbe mia cara, questo che l'ho dello !
SB Tisbe rispose:
dispoglia,
Orinai
da
le

Ogni tua pena, e lascia a me il pensiero;


E dalla mento tua scaccia ogni doglia
Che ci che tu m'hai detto verr intiero.
Or li rallegra, e sta' di buona voglia
Che mi avrai loco sempre conio spero,
E licenziandosi con buona accoglienza,
L' uno dall' altro fecero partenza.
20 Era T
usanza, nell' antica elade,
Quando un re, o gran signore si mora,

;^i

]?:": "~; ;::i ,": v:-;.^S^ '"^fi" ? " ;


Di seppellirlo fuor della ciltade,
E nobil tomba poi si gli faca.
Nino, gran re di molta dignilade,
In Babilonia tenne signora,
Venendo a morto, dico la Scrittura,
Fatta gii fu mirabil sepoltura.
~

Acci dunque ora voi non abbiate.


Su questa bella Istoria alcun'errore,
E che meglio comprendere possiate,
Il confuso parlar che fa 1' autore.
In questo loco si eran concertali
Di ritrovarsi 1' un 1' altro amatore,
Sperando cos insieme di sposarsi
E felici vivendo nello amarsi.
27

Piramo in s lutto conlento andava,


Pure aspettando le cose promesse ;
E spesse volte il Sole in Ciel guardava,
E niente gli parea che si movesse.
La lunga dimoranza 1' aggravava,
Che gli parca ognor che il d crescesse;
Cos languendo, tanto and dintorno
Clio il Sol cal, e line ebbe quel giorno.
28

La bella Tisbe il simile faca.


Che ciascun' ora gli parevan cento
Poi come tempo fu, ognun ne gi
Al letto a riposare al suo talento.
La ledei Tisbe punto non dorma,
29

.-..12

Ma sempre stava con I' nimo "intento;

E sospirando, tnnlo ebbe aspellnlo,Glie ognun di casa l'osse addormentalo.

zi

Cos soletta, senz' aver paura,

Aspetta il caro sposo alla fontana;

star pronta
13

Dcsir la facon
e sicura,
Sicch ella non temeva cosa vana.
Poi riguardando per quella verdura,
Che riplendea nel ciel la Stella Diana,
Vide un Leone verso lei venire,
E lei, 'tremando, cominci a fuggire.
Fuggendo Tisbe tutta paurosa,
Il suo candido velo gli caduto;
Avea il Leon la bocca sanguinosa,
Per che all' ora egli s'avea pasciuto...
Venne alla fonte senza far pi posa,
Di qui partissi poi ch'ebbe bevuto...
E per ventura vide il velo in terra.
Tutto lo insanguin, se il dir non erra!
S!

s' Piramo giunse dritto a quella fonte


Allorquando il Leone si parila ;
E con sospetto e con turbata fronte
Guardando intorno se Tisbe vedisi.
Guardando in terra vide quelle impronte
E 1' orma della fiera che sen gi;
Poi vide il velo che a Tisbe cascato
Qual' era sanguinoso... e lacerato.
Piramo poi che riconobbe il velo
Che Tisbe fosse morta lui credea ;
Da quella sera, e subito un gran gelo
Morlal per ogni membro gli correa.
E rivoltando la sua faccia al Cielo,
**

V'V "": '/~'~-X*:r?


L'infausto e rio Pianeta maldicea;.
:

Poi raccolse quel velo insanguinato,


E in pianto se n''sotto il moro andato.

Piramo quivi, pien di mal talento,


Di morta] doglia, e di malinconia,
Facea s duro e s aspro lamento,
Che chi 1' avesse visto pianto avra:
mi
Stanotte
contento,
pensava
esser

Pi eh' altro mai nel Mondo stato sia,


Ohim!'quant'ho aspettalo con deso,
Quest'ora che m'ha tolto il bene mio !...
s:<

3(1

Ohim! che io son rimasto s ingannalo,


la speranza mia quanto ha fallila?

15

Sianotle mi pensava esserli a lato,


E. starmi leco Tisbe mia gradita?
Ora mi trovo mollo sconsolalo.
Ed il pi miser'uom, che porli vita;
Fortuna trista, qualunque ti crede,
Riman schernito, che non se n'avvede!..
37 Ohim! tapino io non crdetti mai
Esser caginn della tua morte dura !
Misero me, perch li comandai
Che tu venissi o giovanella pura
In questi luoghi perigliosi assai,
Pieni d' ogni sospetto, e di paura ?
Perch prima non venni in questa riva
Gli' io fossi morto, e lu saresti viva?
38 0 voi Leoni, Lupi, Orsi e Serpenti
Fiere crudo, che intorno dimorate,
Venite a queste mie membra dolenti
Misere e tristo... e ornai le divorale!
E della morta Tisbe le innocenti
Membra distrutte... su me vendetta fate,
Io fui cagion di farla qui venire.
Essendo mora... debbo anch'io morire!

giovane infelice, e tanto pura,


Dicea, che per me uscila sei di vita ?
0 quanto slata poco tua ventura,
La giovinezza tua presto finita?
0 fortuna crudele iniqua e dura,
Perch s crudelmente hai In punita
B9

16

:';

Questa gentile e bella giovinetta,


Che d'ogni vizio era purgata e netta
* Ohim ! che infin da piccola veduta,
Ch' io t' ebbi, sempre t' ebbi ancora amala;
E poich fosti allevata e cresciuta,
La Madre e Padre la tenean serrata;
Onde gran doglia al cor n' ha ricevuta,
E mille volte morte ho dimandata;
Ed or eh' aver credea Y amato oggello,
Morte tolta me l'hai per pi dispello?
41 Ma che mi giova andar pi lamentando
N di fortuna, n meno d' altrui?
Che quando vengo ben tra me pensando
Di cotanto gran mal cagione io fui;
Allora ch'io li feci quel comando,
Ch' ella venisse in questi luoghi bui ?
Ma poi, eh' io son cagion della sua morto
La pena mi conviene eh' io ne porte !...
41 Poi trasse fuor la spada eh' avea allato,
E guardandola alquanto con dolore
Diceva: Infino ad ora ti ho portalo,
Acci che difendessi il tuo Signore ?
Ora convien che purghi il suo peccalo,
E diali penitenza del suo errore;
S che li prego, che non ti dispiaccia,
Dammi la morte presto, te ne piaccia!...
43 E dello eh' ebbe questo, con furore,
Con quella spada il pollo si percosse...

17

Poi fuor la trasse, e per il gran dolore


Indietro cade, n gi pi si mosse...
Talch il suo sangue si spargea di fuore,
Salendo in alto, come uscito fosse
Da una cannella che gettasse forte...
Cos Piramo istesso si die morte.

Tisbe tremante, e tutta paurosa.


Per non fallare al suo dolce amatore,
Ritorn al loco assai desiderosa...
Impossibile dire il gran timore,
Che avuto avra della pericolosa
Fiera, che ancora le tremava il core ;
E quando appresso fu dell' arboscello,
Vide morto giacer Piramo bello.
44

Allora Tisbe, tutta sbigottita,


Indietro si ritrasse con timore,
Ma poich alquanto si fu assicurata
Andolli appresso con tremante coro ;
E riguardando vide la ferita,
E riconobbe il suo caro amatore...
Onde che s gran doglia al cor 1' afferra,
Che tramortila cado in piena terra.
40

Poi ritornata in s tulta dolente,


Vide il suo velo qual' era cascato;
E la sua spada tulta sanguinente,
E vuota la guaina che avea allato..
le
Con
mani
intanto
tuo
amor fervente

Conosco che sei morlo, o sventurato!


46

"';';.

'

18

'-:

Poi scapigliata, sopra il giovinetto,


Balleasi il viso, e il delicato petto.

E piangendo baciava il suo bel volto


E la ferita col pianto lavava ;
Dicendo: 0 Signor mio chi mi t'ha tolto
Qua! caso avverso, o qual fortuna prava ?
Ohim! notte infelice, e cruda mollo
Che con tanta allegrezza li aspettava ?
Credendo di cessare ogni dispetto,
Or tu sei morto, ed io son qui in sospetto !
48 Deh! perch non rispondi... se il puoi fare
Che son la Tisbe tua, la quale ti chiama?
Piramo mio! doli vogliami parlare,
Che son la Tisbe tua, che tanto l' ama?
Piramo udendo Tisbe nominare,
Bench gi fosse all'ultima sua'brama
Languendo alquanto, gli ocelli un poco aperse
; Guardolla... e quindi poi li ricoperse!...
48 0 notte pi che 1' olire sventurata,
Qual d'ogni crudelt ti puoi dar vanto?
0 con quanta allegrezza t'ho aspettata
Credendo aver conforto e sono in pianto ?
Misera me ! che Iroppo fui ingannata,
Ohim! ch'il core in corpo sento infranto!..
E prima che di qui voglia partire.
.Disposta sono al tutto di morire!...
50 Dopo la morte lua, Piramo caro,
Viver non voglio pi... ma per riposo,
*7

;-

:_ m

La morte mi dar, perch pi amaro,


Mi saria viver, che ir morir doglioso.
Per eh' io non ritrovo altro riparo,
Che ponga fine al mio pianto noioso...
Arma crudel che Piramo hai colpito
Ferisci me... com'hai colui ferito !
si Or che fara se invece ancor vivessi
Abbandonata dal mio buon Signore?
La notte, e il d converria eh' io piangessi
E sempre addoloralo stesse il core ;
Onde mi addosserei ch'io sostenessi
Il giorno mille morti por dolore !...
Adunque molto meglio m' il morire,
Che vivere in s acerbo e rio martire !

Nuli' altra cosa si potea patire


Se non la morte, ch'oggi li ha conquiso;
Ma io far voglio s, che per morire
Tu non sarai per da me diviso.
Giacch sono disposta di seguire,
Siccome vedo morto il tuo bel viso ;
come pass il caso di tua morte,
Cos morendo ti sar consorte !...
53 0 Madre mia ! pi eh' altra sventurato,
0 quanto sar Y alma tua dolente?
Quando tua figlia, da te tanto amata,
Morta ritroverai s crudelmente?
Non ti ha giovato tenermi serrata,
Contro l'uso comune d'ogni gente;
52

20

Or foss' io morta quando era fanciulla,


Semplice bambinetta nella culla!...
84 Ch' or non sarei cagione Madre cara,
Di far sentire a te si acerba sorte;
N di portar la pena tanto amara,
Io son ben certa che piangerai forte,
Quando tu mi vedrai gi nella bara
Giacere estinta con s cruda morte?...
Finita avrei mia vita con onore,
Adesso muoro... con mio gran rancore!...
" 0 me tapina ! or che dir la genie,
Quando il mio tristo caso sentiranno?
Bench della mia morte sia innocente
La cruda mia folla biasimeranno?
Ma chi conosce Amor quanto polente
Per me meschina la scusa faranno:
Che contro Amor non si pu far difesa
Niuna, poich dalli suoi lacci presa!
M Questo crudele Amor, gi son pi anni,
Mi prese, e strinse con lo sue catene;
E sempre con sospiri, e con affanni,
Tenuta ha la mia vita in molle pene;
E con false dolcezze, e con inganni,
Tenuta m'ha... e gi molt'allre tiene!...
Or pigli esempio ciascun amatore
Da me Tisbe, e di Piramo Signore.
mio! Tisbe dicca,
Signor
i7
0
caro
finito ogni mio officio;
Verso le

Ma ora resta sol che Y alma mia


Vi venga accompagnar in tale ospicio ;

E cos qualch' altra fedel compagnia


Non potrei sostenere a tal nequicio,
Che eerta sono che ancora m' aspetta
La bont tua, per non andar soletta!...
58

E voi molti, e miei miseri Parenti,

Che tutti quanti siatevi pregati.


Che noi con un'amor congiunti e sptli

In una sepoltura siam serrati;


Di ci, vi prego, siatene contenti,
E per ultimi doni questi sien dati:
Tu bell'Arbor che sopra noi qui sti,.
Entrambi co' tuoi rami coprirai!...
Pi prse ideila spada sanguinosa,
In man se la rec senza sospetto ;
Poi come del morir volenterosa,
In su la punta si ferm col petto....
Poi cadde sopra d' essa dolorosa
Come avesse la vita a gran dispello;
E per le spalle la punta gli usca...
Cos Tisbe la vita sua fina !
69

c0

II giorno dopo tutti i lor parenti,

Siccome era costume si levaro,


E non trovando gli amator dolenti
Quei fortemente si maravigliare.
La voce si spargea, fra l'ai Ire genti,

22

E molti attorno cercando n'andaro..


E tanto in qua, e in l furono andati,
Che morti tutti e due furon trovali.

"Di

cotal caso ognun facea lamento


Vedendo i giovinetti s feriti;
Ciascun'avea di questo gran spavent,
E dai lor Gittadin fur seppelliti;
E posti fumo in bel monumento,
S che i lor preghi furono esauditi,
E cos ebber fine i lor rancori,
Perch il Padre tard a unir due cori

23

Giovani adunque, che sentile amore,


Pigliate esempio da colali amanti;
Non vi fidale d' Amor traditore.
Bench si mostri dolce nei sembianti.
Sappiate raffrenare il-vostro core,
Se non volete rimaner nei pianti;
Per che iin d' Amore sempre stato,
Morte, che molti al fine ha condannato.
63 Ma non che di costoro, mille e mille,
Pi varj esempi vi potria contare;
Di Paris, Urin, Ercole, Achille,
Ed allei, che sara lungo il narrare;
Che Amor di questa vita dipartine
Per non sapersi punto raffrenare...
Ma ben l'elice si pu dir colui,
Che imparar suole alle spese altrui!88

FINE..

IL BACIO

DUNA MORTA
ROMANZO STOHICO
DI

CAROLINA INVERNIZIO.

Questo interessante romanzo uno dei


libri pi commo /enti del giorno ; giacch
lo scene di amoi e, le forti passioni, i generosi caratteri, g; i episodi pi belli e appassionati si seguono e s'intrecciano uno dietro
l'altro, con sempre maggiore interesse per
chi legge. Il v <lume, elegantissimo di 400
pagine, corredato del ritratto in fototipia
della distinta e gentile Autrice, e Vendesi
a questa Tipografia al prezzo di Lire 1,50
franco di porto.
Spedire Var/ha postale all' Editore Salani Adriano, Firenze

FIRENZE
TIPOGRAFIA. ABBIANO SALANI

Viale Militare
1901.

STORIA

Nobilissima Donna, al cui valore


Soggetto sar sempre fin eh' io vivo,
A cui render sempre laude e onore,
E degna riverenza s' io ti arrivo,
Che ho ben compreso dentro al proprio coro
A tuo voler permetti che ti scrivo,
Di Piramo e di Tisbe la lor sorte,
Li quali ebbero entrambi cruda morte.
' Ma ben ch'io riconosca il mio intelletto
Non poter soddisfare al tuo piacere,
(Giacch scarso d'ingegno e picciolelto)
Pure col tuo gran cor fa eh' io gi spere.
Ma perch tu non creda che il diletto
Per me proceda, e ci per non volere
Servirli, o per fuggir questa fatica
Per amor tuo mi piglier tal brica.
8 Adunque se il mio dir non sar ornato
E troverai, leggendo, alcun' errore,
D'ignoranza mi scusi il mio peccalo,
Per che io non son pi di gran valore ;
1

La colpa tua che me I' ha comandato,


E sai eh' io non son' uso a tal tenore :
Ma sol per ubbidire al tuo comando
La bella istoria ti verr narrando.

sommo Apollo, ir cui splendido raggio


Avanza ogni altra stella di splendore;
E guidi dritto ognun pel suo viaggio,
Spira in me pi che puoi dolce vigore
E fa' l'ingegno mio pi accorto e saggio,
Ch'io possa raccontar 1' antico amore
Di Piramo e di Tisbe in chiari versi,
Del loro affetto e dei lor casi avversi.
*

In Babilonia eran due Cittadini


Nobilissimi assai, ricchi e potenti;
Li quali anticamente eran vicini,
E 1' uno e I' altro insiem benevolenti.
Solo un muro spartiva i lor confini;
Ora udirete i lor fieri accidenti;
Uno avea un figlio, e I' altro una bambina,
Piramo e Tisbe di belt divina.
e

Essendo picciolini e d' una etade


L'un con l'altro assai bene si vola,
E fra loro era tanta caritade,
Che 1' uno dall' altro mai si diparta,
Crescendo gli anni, crebbe 1' aniistade
E quel che volea 1' un, 1' altro chieda;
E tanto amore, entrambi si portavano,
Che le persone si maravigliavano.
-

,:... .-;

..

Avendo la sua infanzia trapassata,


Tisbe si era gi.fatta grandicella ;
Il Genitore la teneva serrala
Perch' era molto peregrina e bella,
7

E s'accorgeva eh' era innamorata


S che temeva fortemente d' Ella ;
N la lasciava andar punto d'attorno
Come si fa oggid con molto scorno.
8 La giovinetta di dolor mora
Che il Padre s rinchiusa l'ha a tenero;
E giorno e notte sempre mai pianga
Che il suo Piramo non potea vedere.
crudel Padre e crudel Madre mia !
0

Perch tolto m'avete ogni piacere?


Piramo, ahim! dicea, chi mi t' ha tolto,

Che veder pi non posso il tuo bel volto?


0 Dall' altra parte il nobil giovinetlo
Per la gran doglia si senta morir;
E forte si batteva il viso, e il petto,
N altro mai iacea solo, che languire.
Dicendo: Chi m' ha tolto il mio dilelto ?
E mi fa stare in pena, ed in martire?
Ingrato il padre luo, ei s dica,
Che serrata ti tiene o Tisbe mia !
Crudel fortuna ch'hai gi dispartita
L' antica nostra cara compagnia,
Ora ti prego togliermi la vita,
Che pi non viva in tanta pena ria ;
10

Poi eh' io non veggo la faccia pulita,


La quale al mondo lieto mi tenia,
Dammi la morte ormai, eh' io son contento;
S eh' io non viva pi con tal tormento!...
11 Cos languendo, sua vita menava.
Con pianti, e con sospiri, notte e giorno;
E nella mente sua sempre pensava
Come veder potesse il viso adorno;
Ed ogni suo pensiero invan trovava,
E poco gli valea girarsi attorno ;
Che a, finestra, o balcon non si faca,
Onde di duolo Piramo mora.
Piramo essendo in gran malinconia,
Non fnia nel suo cuor mai di pensaro
Come potesse ritrovar la via,
Che alla sua Tisbe potesse parlare;
E modo alcuno ci trovar non potria,
Che al suo voler potesse soddisfare;
Cosi pensando, un giorno, per ventura,
Vide in mezzo del muro una fissura.
18 La qual fissura appunto risponda
Dentro la stanza della sua Donzella,
E tanto adoper sua maestra,
Che Tisbe ancora se n' accorse d' ella:
E 1' uno e 1' altro a parlar vi starla
Con gran piacere a quella particella,
E con leggiadre maniere accorte,
Haccoaiaro ambidue lor fiera sorte.
ia

Piramo le dicea: Tisbe mia cara,.


Dolce mio bone e caro mio conforto,
Se tu sapessi quanto slato amuro
Questa mia vita e pena ch'io sopporto?
Al creder, penso, che saresti avara,
Che mille volte gi non fossi morto,
N altr' uomo, che me credo mai soffrisse
Tanto dolor, che in breve non morisse?
14

Poich tolta mi fu tua dolce vista,


Dolce mia speme pi non t'ho veduta!..
E la mia vita stala tanto trista
Che quasi a morte per doglia venuta.
Sennonch la speranza, insieme mista
Con dolor grave, m' ha pur mantenuta;
18

Io li prometto, Tisbe mia gradita,


Sara gran tempo mia vita finita.
16 Tisbe piangendo, Piramo ascoltava
Le sue querele, ed i suoi gran lameali ;
Poi disse: Signor mio, troppo mi grava
Pi i tuoi martiri, che li miei tormenti !
Ma della morte gi non mi curava
Se non per dare a te tanti conlenli;
E se non l'osse slato pel tuo amore,
Nascosta mi sarei pel gran dolore!...
." 0 me lassa tapina! o sventurata!
Quanto t' ho amato, caro signor mio !
Maledicendo chi, cos serrata
Stare mi fa, perdendo ogni deso
Spesso, dicendo: o Madre dispietala,
0 Padre mio crudele ingiusto, e rio,
Perch non mi lasciate andare, alquanto,
Ch' io veda il mio Signor, qual'amo lanlo ?
" E cos con discorsi chiari e piani
1 lor martirj insieme raccontaro;
E tulli quanti i lor disgusti umani,
E quanto il viver loro stalo amaro.
E raccont, che con gli affanni strani
Essendo gi passato il giorno chiaro,
Partirsi, bench ci fosse lor duro,
Lasciando dal suo lato ognuno il muro.
" E poich fu venuto 1' altro giorno,
Piramo e Tisbe ciascuno fu levato,

Con diletto poi fecero ritorno

A ragionare- insieme al muro usato.


adorno
Ben
il
viso
grazioso,
tuo
e
venga

0
sia
il ben trovato !
Signor
mio
tu

Cos si salutavan dolcemente,


Incominciando a sospirar sovente,

"

Piramo, dice: Ohim fortuna ria,


Perch sei tu al mio deso s avara?
Perch deh ! non mi dai tal modo, e via
Che sposar possa la mia Tisbe cara !
Io l'odo, e veggio, e sposar la vorra
Onde la vita mia s tanto amara...
0 Tisbe mia, se avere ti potessi,
Sarei contento se morir dovessi!...
" Tisbe sentendo un siffatto parlare
Rispose presto con allegra faccia :
mio,
deh
Piramo
! non ti sgomentare,

Che far possa tal cosa che ti piaccia!.-.


La vita non mi piglio risparmiare
Comanda dunque quanto voi eh' abbraccia ;
Ch' io son disposta al tulio d' obbedire
E pronta son per te ben mio morire!...
s2 Piramo disse:
cagione,
Non
senza

Pi che la vita mia l' ho sempre amata ;


Ma dir li voglio con breve sermone,
Di questo Tisbe, mi voglio esser grata;
Stanotte, quando tulle le persone
Dormiranno, deh ! fa' tu sia levata...

'

Fuori di casa poi tu n'andrai,

io

fa'che niun ti senta, se porrai?

E per non gire l'un, l'altro cercando,


E meglio ritrovarsi insieme assai,
Stanotte al primo sonno alloraquando
\ Ognuno dorme, alzala ti sarai.
E senza andar pi l, o qua errando,
Fuor della porla tu, te n' anderai.
In quel degno e bellissimo giardino
Dov: la sepoltura del Re Nino.
13

"

Dentro col vi una fontana bello,


Presso alla quale e' un arbore moro
E, quel che prima giunge, vada a quella
L' un 1' altro aspetti, e l faccia dimoro ;
E questo 5 il modo, o mia gentil donzella,
Che mi pare a finir simil lavoro.
Fa'che abbi mente* e tieni nel tuo petto,
Tisbe mia cara, questo che t'ho detto!
'* Tisbe rispose :
Ormai da le dispoglia,
Ogni tua pena, e lascia a me il pensiero;
E dalla inenle tua scaccia ogni doglia
Che ci che tu m'hai detto verr intiero.
Or ti rallegra, e sta' di buona voglia
Che mi avrai teco sempre cme spero,
E licenziandosi con buona accoglienza,
J uno dall' altro fecero partenza.
sc Era 1' usanza, nell' antica etade,
Quando un re, o gran signore si moria.
:

"

'
.

"

.-'--

Di seppellirlo fuor della ci llade,

E nobil tomba poi si gli faca.


Nino, gran re di molta dignitade,

In Babilonia tenne signora,


Venendo a morte, dice la Scrittura,
Fatta gli fu mirabil sepoltura.
Acci dunque ora voi non abbialo,
Su questa bella Istoria alcun'errorc,
E che meglio comprendere possiate,
Il confuso parlar che fa 1" autore.
In questo loco si eran concertali
Di ritrovarsi 1' un 1' altro amatore,
Sperando cos insieme di sposarsi
*
E felici vivendo nello amarsi.
27

Piramo in s lutto contento andava.


Pure aspettando le cose promesse ;
E spesse volte il Sole in Ciel guardava,
E niente gli parea che si movesse.
La lunga dimoranza 1' aggravava,
Che gli parea ognor che il d crescesse;
Cos languendo, tanto and dintorno
Che il Sol cal, e fine ebbe quol giorno.
38

09

La bella Tisbe il simile faca.

Che ciascun' ora gli parevan cento . ;


Poi come tempo fu, ognun ne gi
Al letto a riposare al suo talento.
La fedel Tisbe punto non dorma,

1'animo intento;
E sospirando, tanto ebbe aspellato,
Che ognun di casa fosse addormentato.
Ma sempre stava con

Essendo mezzanotte gi passata


Sentendo Tisbe che ognun dorma,
Pianamente ella presto fu levata:
E di sua bella veste si vesta,
E fuor di casa poi se ne fu andata,
Che nessuna persona la scnta;
E di fuori n' and senza sospetto
Al loco dove Piramo avea detto.
3i Cos soletta, senz' aver paura,
Aspetta il caro sposo alla fontana;
80

',

:-::-13;-- ~;'.y

Desir l facea star pronta e sicura,


Sicch ella non temeva cosa vana.
Poi riguardando per quella verdura,
Che riplendea nel ciel la Stella Diana,
Vide un Leone verso lei venire,
E lei, tremando, cominci a fuggire.

"

Fuggendo Tisbe tutta paurosa,


Il suo candido velo gli caduto;
vea il Leon la bocca sanguinosa,
Per che all' ora egli s'avea pasciuto...
Venne alla fonte senza far pi posa,
.
ch'ebbe
bevuto...
partissi
poi
Di qui
E per ventura vide il velo in terra,
Tutto lo insanguin, se il dir non erra!
Piramo giunse dritto a quella fonte
Allorquando il Leone si parta;
E con sospetto e con turbata fronte
Guardando intorno se Tisbe veda.
Guardando in terra vide quelle impronte
E 1' orma della fiera che sen gi;
Poi vide il velo che a Tisbe cascalo
Qual' era sanguinoso... e lacerato.
*3

Piramo poi che riconobbe il velo


Ciie Tisbe fosso morta lui credea ;
Da quella sera, e subito uh gran gelo
Mortai per ogni membro gli correa.
E rivoltando la sua faccia al Cielo,
sv

.'''"^'- ;-Y''"':.'.-.'::"' '.^ "


'>';'
L'infausto e rio Pianeta maidicea;
'

Poi raccolse quel volo insanguinato,


E in pianto se n' sotto il moro andato.

Piramo quivi, pien di mal talento.


Di mortai doglia, e di malinconia,
Facea si duro e s aspro lamento.
Che chi T avesse visto pianto avria:
mi pensava esser contento,
Stanotte

Pi eh' altro mai nei Mondo stato sia,


Ohim! quant' ho aspettalo con deso,
Quest'ora che m'ha tolto il bene mio !...
88 Ohim! che io son rimasto s ingannalo,
E la' speranza mia quanto ha fallila ?
85

Stanotte mi pensava esserti a lato,


E starmi teco Tisbe mia gradita1*
Ora mi trovo molto sconsolato.
Ed il pi miser'uom, che porli vita;
Fortuna trista, qualunque ti crede,
Riman schernito, che non se n'avvede L
w Ohim ! tapino io non credetti mai
Esser cagion della tua morte dura !
Misero me, perch ti comandai
Che tu venissi o giovanetta pura
In questi luoghi perigliosi assai,
Pieni d' ogni sospetto, e di paura?
Perch prima non venni in questa riva
Cfe' io fossi morto, e tu saresti viva ?
ss

voi Leoni, Lupi, Orsi e Serpenti

Fiere crude, che intorno dimorate,


Venite a queste mie membra dolenti
Misere e triste... e ornai le divorate!
E della morta Tisbe le innocenti
Membra distrutte... su me venidelta fate,
Io fui cagion di farla qui venire,
Essendo morta... debbo anch'io morire!

giovane infelice, e tanto pura,


Dicea, che per me uscita sei di vita ?
0 quanto stata poco tua ventura,
La giovinezza tua presto finita ?
0 fortuna crudele iniqua e dura,
Perch s crudelmente hai tu punita
50

;..';

..-:.'-

Questa gentile e bella giovinetta,


Che d'ogni vizio era purgata e netta.?
* Ohim ! che infin da piccola veduta,
Ch' io t' ebbi, sempre l' ebbi ancora amata;,
E poich fosti allevata e cresciuta,
La Madre e Padre la tenean serrata;
Onde gran doglia al cor n' ha ricevuta,
E mille volte morte ho dimandata;
Ed or eh' aver credea I' amato oggetto,
Morte tolta me Y hai per pi dispetto ?
*' Ma che mi giova andar pi lamentando
N di fortuna, n meno d' altrui ?
Che quando vengo ben tra me pensando
Di cotanto gran mal cagione io fui;
Allora, ch'io li feci quel comando,
Ch' ella venisse in questi luoghi bui ?
Ma poi, eh' io son cagion della sua morte
La pena mi conviene eh' io ne porte!...
*' Poi trasse fuor la spada eh' avea allato,
E guardandola, alquanto con dolore
Diceva: Infno ad ora ti ho portato,
Acci che difendessi il tuo Signore ?
Ora convien che purghi il suo peccato,
E diali penitenza del suo errore;
S che li prego, che non ti dispiaccia,
Dammi la morie presto, te ne piaccia!...
ls E dello eh' ebbe questo, con furore,
Con quella spada il petto si percosse...

Poi fuor la trasse, e per il gran dolore


Indietro cade, n gi pi si mosse...
Talch il suo sangue si spargea di fuoro,
Salendo in alto, come uscito fosse
Da una cannella che gettasse forte...
Cos Piramo istesso si die morte.
Tisbe tremante, e lutta paurosa,
Per non fallare al suo dolce amatore,,
Ritorn al loco assai desiderosa...
Impossibile dire il gran timore,
Che avuto avra della pericolosa
Fiera, che ancora le tremava il core;
E quando appresso fu dell' arboscello,
Vide morto giacer Piramo bello.
44

Allora Tisbe, tutta sbigottita,


Indietro si ritrasse con timore,
Ma poich alquanto si fu assicurata
Andolli appresso con tremante core ;
E riguardando vide la ferita,
E riconobbe il suo caro amatore...
Onde che s gran doglia al cor 1' afferra,
Che tramortita cade in piena terra.
45

Poi ritornata in s tutta dolente,


Vide il suo velo qual' era cascato;
E la sua spada tutta sanguinente,
E vuota la guaina che avea allato..
mani
intanto
Con
le
fervente
lue
amor

Conosco che sei morto, o sventurato!


46

18'
Poi scapigliata, sopra il giovinetto,
Batleasi il viso, e il delicato petto.
47 E piangendo baciava il
suo bel volto
E la ferita col pianto lavava ;
Dicendo : 0 Signor mio chi mi t'ha tolto
Qual caso avverso, o qual fortuna prava ?
Ohim! notte infelice, e cruda molto
Che con tanta allegrezza li aspettava?
Credendo di cessare ogni dispetto,
Or tu sei morto, ed io son qui in sospetto !
48 Deh ! perch non rispondi... se il puoi fare
Che son la Tisbe tua, la quale li chiama?
Piramo mio! deh vogliami parlare,
Che son la Tisbe tua, che tanto t' ama ?
Piramo udendo Tisbe nominare,
Bench gi fosse all'ultima sua brama
Languendo alquanto, gli occhi un poco aperse
Guardolla... e quindi poi li ricoperse!...
0 notte pi che I' altre sventurata,
Qual d' ogni crudelt ti puoi dar vanto ?
0 con quanta allegrezza t'ho aspettata
Credendo aver conforto e sono in pianto ?
Misera me ! che troppo fui ingannata,
Ohim! ch'il core in corpo sento infranto!...
E prima che di qui voglia partire.
Disposta sono al lutto di morire !...
86 Dopo la morte tua, Piramo caro,
Viver non voglio pi... ma por riposa,
";

481

L.morte mi dar, perch pi amaro,


Mi saria viver, che il morir doglioso.
Per eh' io non ritrovo altro riparo,

Che ponga fine al mo pianto noioso...


Arma crudel che Piramo hai colpito
Ferisci me... com'hai colui ferito !
81 Or che faria
se invece ancor vivessi
Abbandonata dal mio buon Signore ?
La notte, e il d converria eh' io piangessi
E sempre addolorato stesse il core ;
Onde mi addosserei eh' io sostenessi
Il giorno mille morti per dolore !...
Adunque mollo meglio m' il morire,
Che vivere in s acerbo e rio martire!
Nuli' altra cosa si polca patire
Se non la morte, ch'oggi ti ha conquiso ;
Ma io far voglio s, che per morire
Tu non sarai per da me diviso.
Giacch sono disposta di seguire,
Siccome vedo morto il tuo bel viso ;
E come pass il caso di tua morte,
Cos morendo ti sar consorte!...
02

Madre mia ! pi eh' altra sventurata,


0 quanto sar T alma tua dolente?
Quando tua figlia, da te tanto amata,
Moria ritroverai s crudelmente?
Non ti ha giovalo tenermi serrata,
Centro l'uso comune d'ogni gente;
63

20

Or foss' io moria quando era fanciulla,


Semplice bambinetta nella culla!...
64 Ch' or
non sarei cagione Madre cara,
Di far sentire a te si acerba sorte ;
N di portar la pena tanto amara,

Io son ben certa che piangerai forte,


Quando tu mi vedrai gi nella bara
Giacere estinta con s cruda morte?...
Finita avrei mia vita con onore,
Adesso muoro... con mio gran rancore!...
M 0 me tapina! or che dir la gente,
Quando il mio irislo caso sentiranno?
Bench della mia morie sia innocente La cruda mia folla biasimeranno?
Ma chi conosce Amor quanto potente
Per me meschina la scusa faranno:
Che contro Amor non si pu far difesa
Niuna, poich dalli suoi lacci presa!
" Questo crudele Amor, gi son pi ann:,
Mi prese, e strinse con le sue catene ;
E sempre con sospiri, e con affanni,
Tenuta ha la mia vita in molle pene ;
E con false dolcezze, e con inganni,
Tenuta m'ha... e gi molt'altre tiene!...
Or pigli esempio ciascun amatore
Da me Tisbe, e di Piramo Signore.
Tisbe
dicea,
7
0
Signor
mio!
caro

Verso te finito ogni mio officio;


.

21'

"

alma mia
Vi venga accompagnar in tale ospicio;
E cos qualch' altra fedel compagnia
Non potrei sostenere a tal nequicio,
Che certa sono che ancora m' aspetta
La bont tua, per non andar soletta!...
Ma ora resta sol che

68

1'

E voi molti, e miei miseri Parenti,

Che tutti quanti siatevi pregati,


Che noi con un'amor congiunti e spenti
In una sepoltura siam serrati;
Di ci, vi prego, siatene contenti,
E per ultimi doni questi sien dati:
Tu beli' Arbor che sopra noi qui stai,

Entrambi co' tuoi rami coprirai!...

Poi prese quella spada sanguinosa,


In man se la rec senza sospetto;
Poi come del morir volenterosa,
In su la punta si ferm col petto....
Poi cadde sopra d' essa dolorosa
Come avesse la vita a gran dispello;
E per le spalle la punta gli usca...
Cos Tisbe la vita sua fina !
'*

II giorno dopo tutti i lor parenti,


Siccome era costume si levaro,
E non trovando gli amator dolenti
Quei fortemente si maravigliai.
La voce si spargea, fra l'altre genti,
60

22

E molli attorno cercando n'andaro,..


E tanto in qua, e in l furono andati,
Che morti lutti e due furo trovati.

" Di cotal caso ognun facea lamento

Vedendo i giovinetti s feriti;


Ciascun'avea di questo gran spavento,
E dai lor Citladin fur seppelliti ;
E posti fumo in bel monumento,
S che i lor preghi furono esauditi,
E cos ebber fine i lor rancori,
Perch il Padre tard a unir due cori.

23

Giovani adunque, che sentite amore,


Pigliate esempio da colali amanti;
Non vi fidale d'Amor traditore,
Bench si mostri dolce nei sembianti.
Sappiate raffrenare il vostro core;
Se non volete rimaner nei.pianti;
Per che fin d' Amore sempre .lato, Morte, che molti al fine ha condannato.
63 Ma non che di costoro, mille e mille,
Pi varj esempi vi potria contare;
Di Paris, Urin, Ercole, Achille,
Ed altri, che sara lungo il narrare;
Che Amor di questa vita dipartine
**.

Per non sapersi punto raffrenare...


Ma ben felice si pu dir colui,
Che imparar suole alle spese altrui

FINE.

'- '': mOLIN;

NVEENlM

-: ;

legge i romanzi storici-sociali, di (mesta celebre


Scrittrice, ormai notissima in tutto il inondo, rimane sorpreso per la viva narrazione delle scene, la variet degli episodi eminentemente drammatici, che s'intrecciano
in modo da non mai scemare l'attenzione, la curiosit,;
l'interesse ardente dei lettori.
Carolina Invernizio diverte la mente, commuove il
cuore; strappa il pianto dal ciglio.
Scrive bene e con chiarezza. La facilit del linguaggio, la semplicit delle frasi, rimangono talmente impressi, che ognuno costretto a convenire che l'esimia
Scrittrice fra le prime d'Italia,
CM

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Viale Militare, Firenze.

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADEIANO SALANI

Viale Militare
1902.

STORIA DI SANSONE

Canto le forze dell' ebreo campione,


Sterminator del popol filisteo,
Onde la libert per sua cagione

>

L' eletto riporlo popol giudeo :


Io voglio dir di quel forte Sansone,
Che a vii femmina alfin vinto cedeo,
Perdendo la sua gloria in un istante,
Che avea acquistata con imprese tante.
Nacque d padre ebreo, che si chiamava
Manu, uomo saggio, retto e giusto;
La santit dal volto suo spirava,
Raccolto sempre in umilt venusto.
Sovente il vecchiarel preghi mandava
Per la sterile moglie al trono augusto,
Dicendo al ciel con lacrimoso ciglio:
Deh! pria del mio morir donami un figlio.

'

'4'

In fatti il ciel di sue preghiere care


Ebbe pielade, e si mostr indulgente ;
Onde alla mesta moglie un giorno appare
Tn forma umana un angelo lucente ;
Il qual le disse : In luce dovrai dare
Un figliuolo di forze s eccedente,
Che pari non avr. Vivr il garzone
Buon nazzareno, e '1 chiamerai Sansone.

Questo dato ne vien dal grande Iddio


Per gasligare i Filistei rubelli ;
Ecco dunque esaudito il tuo deso :
Ma al figlio mai non taglier! capelli :


Serbali intatti, ond' ei pi forte e pio,
Giusta il coslume, Nazzaren s' appelli ;
N pur ber gli farai vin d' alcun sorte,
E in guisa tale ei diverr pi forte.

'

Cos altra fiata alla divota moglie

L'Angelo ricomparve a favellare,


E la consola nelle pene e doglie
Dei forte pegno, che dee in luce dare :
Ella per ordin suo subilo toglie
Un capretto, che stava a pascolare:
Divota, umile, all' Angelo presente,
A Dio 1' offr sopra un altare ardente.
Accompagnando il sacrifizio santo
Con gli occhi bassi e con il cuore umile,
Ardea la fiamma; e la pia donna intanto
Col suo marito in un concorde stile
Lodavan Dio con sospiri e con pianto,
tacendo del suo amor pompa non vile ;
E siccome la fiamma andava alzando,
Cos l'Angelo al ciel giva volando.
Manu allor sorpreso ed esitante
Tra il timore e speranza, in s predice

.'

Di quel gi'ande mister, quasi ignorante,


Ora infausto l'evento, ed or felice:
Ma s' accinge la donna in queir istante
Lo sposo a consolar, e s gli dice :
Scaccia pur dal tuo seno il dolor rio;
Che il sacrifizio ha ricevuto Iddio;
.

Ed
ella
intanto
del soave peso
-,
Andava lieta, e pi che mai gioconda,
Che da tanti prodigi ha ornai compreso
Qual vago frutto il venire suo nasconda.
Ma gi maturo a sufficenza reso,
Sdegna il career del sen, che lo circonda;
Onde con lieve duol 1' amato pondo
Diede la donna il gran fanciullo al mondo.

Crebb' ei negli anni di soave aspetto,


Nella legge di Dio ben istruito,
Unica speme del paterno affetto,
Ed al popolo suo caro e gradito,
Il ciel, che a grand' imprese avealo eletto,
Fece a Sansone un generoso invito,
Cui quel gran cor con umilt s'arrese,
E passar volle il forestier paese.

A Tamata egli giunse, antica e forte


Citt di Palestina, ed oh sventura!
Vide una donna, le cui luci accorte

Destangli in seno 1' amorosa arsura.


Fatto amante, il garzon lei per consorte
D' averla ad ogni costo sol procura:
Tanto accecollo la passion crudele,
Che non guard che nata era infedele.

Ritorna al padre, e spiegagli il suo ardore,


Quello il riprende, placido il corregge,
Dicendo : Proib 1' alto Signre
Il prender donna di straniera legge.
Ei parla invan, poich Sansone il core
Ferito ha s, che alla ragion non regge;
A Tamata ritorna, e '1 padre anch' esso
Gli va dolente e sconsolato appresso.
'

Il giovane, eh' avea pi snello il piede;


Lasci il buon vecchio indietro alcuni passi
Quando non lungi alla sua volta ei vede
Correr fiero leon tra balze e sassi.
Ferma attendendo la gran belva il piede;

8
Quella per vinta al
suo valor gi dassi;,
Ei colle braccia nerborute
e snelle
Dalle fauci strapp 1' ampio mascelle.

Frattanto giunge il genitor tremante,


Cui tacque il figlio la gloriosa impresa;
Sen vanno uniti dove il bel sembiante
L' alma del fier garzon vinta ha gi
resa.
Giungono alla cittade ; al primo istante
Del suo tornar la vaga donna intesa,
Che un secolo a chi ama ogni
momento,
E ogni dimora al core un
gran tormento.

9
.

0 gran

forza d' amor, che vincer puoi


Gli animi pi robusti e pi costanti,
E al solo tocco degli dardi tuoi
Rendi gli uomini illustri incauti amanti.
Scampo non han dall' arco tuo gli eroi,
Poich scaltro con arti il core incanti ;
Chi vuol vincer d' amor Y inique tempre,
Tema sempre i suoi dardi, e fugga sempre.

Giunto alla fin quel desiato giorno,


Che alla sua cara unir dovea Sansone,
Insiem col padre suo fece ritorno
In Tamata all' amabile magione :
La bella donna il vago volto adorno
Preparava pi lieto al gran campione;
Ma in luogo alla citt poco lontano
A Sansone successe un caso strano.

In bocca a quel leon, che ucciso avea,


Si raccolsero 1' api in abbondanza,
Onde stillante il miele si vedea,
Com' dell' api consueta usanza..
Egli ne prende, il gusta e si ricrea,
Onde la voglia sua sazia abbastanza;
Il padre giunge ; e gli fa parte allora
Del dolce cibo e il vecchiarel ristora.

.
1T

'

19

io:

Ridotto alfin nella magion diletta,


Dove alberga la sposa, immantinente
Si fa le nozze, e con piacer s' aspetta
Della vaga donzella ogni parente.
Per sette giorni ognun col banchetta,
Come il costume fu di quella gente :
Ma i Filistei con tuttoci sdegnati
Eran nemici di Sanson giurati.
Egli, per far la festa pi gioconda,
Propone un dubbio a tutti i commensali;
E a chi sia che lo sciolga e ben risponda
Premj promette al di lui merlo uguali.
Ben sa che niun di mente anche profonda
Bastante sia nei sette d nuziali
Di scioglier queir enimma tanto oscuro,
E di ci ne vivea certo e sicuro.

L'enimma era in tal modo : Il cibo uscito


Da chi di cibo un tempo si pascea,
E dal forte un buon dolce saporito
Videsi uscir, che gli uomini ricrea.
Studiaron tutti quelli del convito,
Ma chi studiava pi, meno sapea;
E giunto il d prefisso a quest' impegno
Ognuno adoper I' arte e l'ingegno.

--'' '

-:.-il'-^- '

'''

Sen va alla moglie di Sanson novella


Un pi ardilo degli altri, e vuol tentare
Col suo parlar di far che la donzella
Al bisogno di lui possa giovare.
Insiem col padre il Filisteo favella
Alla figlia, n lascia il minacciare :
Vanne al tuo sposo effemminato e vano
E con g' inganni tuoi scopr 1' arcano.

"

Gela d'orror colei, pur si consiglia


Col suo timor, e all' opra si dispone.
Sen va al suo sposo la bugiarda figlia,
E la domanda in bella guisa espone,
Che come pesce in rete alfm lo piglia,
S ponendo il segreto in oblivione.
Sanson scuopre all' enimma ogni radice,
E queir infida al Filisteo lo dice.

,a

Venuto il d prefisso al scioglimento


Ciascun de' Filistei prese a parlare
Sovra 1' enimma eh* era un gran portento ;
Ma pur 1* oscuro suo volean svelare.
Onde Sansone a udir si pose attento,
Credendo che noi sappiano spiegare ;
Eppure avvenne che ciascun gli svele
Che avea trovato nel leone il miele.

88

L' ebreo garzon, che trovasi ingannato


Dalla donna scaltrita e miscredente,
Esce tra' Filistei, tutto infuriato
Si scaglia, e strage fa di lor gente ;
Trenta n' uccide, e poi tutto in un trato
Li spoglia, indi si torna prestamente
Ai commensali e dice: Ol! pigliate
Le vesti, che da' vostri or ho cavato.

"

Intanto il padre, che la figlia avea


Data all' ebreo campion mal volentieri,
Di tal concerto quasi si ricrea,
E risveglia nel cor nuovi pensieri,
Formando nella mente sua l'idea
Di non volerla dare a forestieri;
Onde pria di cangiarsi d'opinione,
La diede in moglie a un Filisteo 'garzone

Sanson ritorna, e la diletta moglie


Trova d' un suo rivai fatta compagna,
Onde sentesi al cor rancori e doglie,
E d'un torto s grande ognor si lagna.
Pensieri di vendetta in cor rivoglie,
Onde torna ben tosto alla campagna;
E rivolse di far strage mortale
Di quella gente infida e disleale.

"

"

La vendetta fu questa: ei prese molto


Volpi, e alle code loro attacc il foco :
Esse ne' campi, fra le biade folte,
Sparsero un grand' incendio a poco a poco.
Era nella stagione alle raccolte
Vicin, ove al Leon, Cancro d loco ;
Sicch la fiamma universal si resa,
E niuna parte ne rimase illesa.

I Filistei, sapendo la cagione


Di tanto male d' onde provena,

Pretesero all' eroe chieder ragione


Con una ingiusta e fiera tiranna.
La sposa, che rapila fu a Sansone,
Presero e il di lei padre in compagnia,
Giudicati cagion di tanto danno,
Facendoli abbruciar con grave affanno.
!*

Spiacque a Sanson tal sacrifizio orrendo,


Onde puniva i Filistei di nuovo :
Essi del braccio suo sempre sentendo
Qualche gastigo inusitato e nuovo,
Andavan tra di loro disponendo
Come poter sottrarsi al duro giovo.
Un d, stando Sansone in una grotta,
L'assediaron d'intorno a schiere in flotta.

"

Vedendo i campi dell' ebrea nazione


Dell' armi filistee 1' alto apparato,
Si posero ben tostp in apprensione,
E un consiglio tra lor fu convocato :
Spedirno un' ambasciata al padiglione,
Dove il loro nemico era accampato,
Per saper di tant' armi la cagione.
Fu la risposta: Noi vogliam Sansone.

80

Onde a questo n' andaron prestamente


Gli ebrei nella fatai grotta vicina,
Facendogli saper eh' era imminente
Del popol d'Israel V alta rovina,
S'ei non placava quella irata gente ;
Cede Sansone, al lor voler s'inchina,
Legar si lascia; e preso indi e legato,
Al popol Filisteo fu presentato.

:l

Quand' ei si vide tra i nemici suoi,


Si scosse, e ruppe lacci in un momento,
Minacciando col guardo: e presa poi
Una mascella del pi vii giumento,
Non meno ai vili, che ai pi forti, eroi,

Rec s gran rovina e tal spavento,


Ghe molli uccise ed altri fuggir fece,
E 1' esercito ostil tutto disfece.

Per la fatica il prode fu assalito


Da, una sete s ardente e dolorosa ;
Ond' ei, volto al gran Dio, mesto e contrito
Ristoro implora in voce umil pietosa.
Il ciel risponde al fervoroso invito
In guisa inaspettata e prodigiosa :
Poich dalla mascella del giumento
Un fonte scaturissi... oh gran portento!

:;

"

D*

'

16

Egli ne beve a sufficenza, e sazia


V aride fauci; indi ringrazia Iddio ;
Onde il popolo ebreo, che tanta grazia
Vede che il ciel nel gran campion uno,
Il gran Dio d'Israel spesso ringrazia,
E pi non teme il fier nemico e rio,
Giacch la costui forza e la virtule
Gli puote assicurar la sua salute.

Egli fu eletto per comun sentenza


Giudice d'Isdraello e capitano:
Vent' anni resse, con forza e sapienza,
Provvide ad ogni evento avverso e strano.
Fiero fu in guerra; in pace us clemenza;
Mollo egli opr col senno e colla mano,
Ed i sudditi suoi fedeli ebrei
Dagli insulti guard dei Filistei.
Un giorno a casa il gran Sansone andato

Senza timor nel suo valor sicuro,


Sepperlo i Filistei, che gi scordato
V odi ancor non aveano iniquo e duro ;
D' averlo in le lor man preso e legato
Uniti lutti in desiderio fro
Della citlade chiusero le porte,
Credendo in guisa tal vincere il forte.
,

"17-

'*

';

Ma quel che pria del d volea partire,

Trov chiuse le porte, onde s' adira ;


Con la robusta man, senz' altro dire,
Fuor de'stridenti cardini le tira;
11 popolo di Gaza ebbe a stupire,
Ma ognuno tace e con timor lo mira;
Ei se le adatta sulle spalle pronte,
poi prende il cammin sopra d'un monte.

"

Passa quindi a Sorel, ove mirando


Leggiadra donna, di lei s'invaghisce :
Dalila ha nome, che tradisce amando,
E con mendaci sguardi i cor ferisce.
Sembra la vaga Aurora, dal mar quando
Levasi, e l'ombre scaccia, e 'l ciel pulisce
Tulli i vezzi ristretti ha nella faccia,
Bella, che anche per fama i cori allaccia

"

I Filistei ricorron tosto a questa


Femmina mercenaria, e ricche offerte
A lei prometton, se scaltrita e lesta
Adescasse gli ebrei con luci aperte^
E con finte lusinghe ed arte infesta
Facesse sul campion varie scoperte ;
Sicch giunga a saper la donna trisla
Ovo la forza di Ssnson consista.

'.'-"';.
"*'

18

Promette ella far


il lor desio,
pago
Ed alletta I' ebreo
con dolci vezzi,
Poscia gli dice: 0 fido
amante
mio,
Voglio un favor,
se l'amor mio non sprezzi.
Dipoi chiedi
ancor tu, vedrai se io
Renderti ben sapr quel
che tu apprezzi:
La forza io vo'
saper, che in te ammirossi
Ove sta chiusa,
come vincer puossi.

Senti, le disse, se con nervi funi


e
Sar legato, ed i capelli miei
Con molti lacci, o di que' modi alcuni
Inchioderanno al suolo i Filistei,

19

:
Le forze me non anderanno immuni
Dall' empie insidie de' nemici miei.
E in guisa tale allor cinto e legato
Rester vinto e di valor privato.

"

"

11

Mentre un d Sanson dorme, ella repente


Con le funi lo lega, e poi l'inchioda :
Vengono i Filistei; quello li sente,
Ed in un tratto si discioglie e snoda.
Delusa allor la donna egra e dolente,
Rimprovera il campion della sua froda :
Lo disprezza, noi cura; ei che la vede
Mesta cos, pi non resiste, e cede.
Alfin dice tremando: Il grande arcano

Consiste in questo : (ahi confessione amara)


Finch' io son nazzaren, le genti invano
Domar tentan mia forza invitta e rara;
Ma se avvenisse che un' infida mano
Mi tagliasse i capei, Dalila cara,
Allora si, che senza il loro peso
Senza forza sarei legalo e preso.
Dalila lusinghiera, che scoperto
Finalmente ha l' arcan, festosa gode;
E nel grembo gentil 1' eroe inesperto
Ben addormenta, e russar forte l'ode-

20
Richiama i Filistei, giusta il concerto,
Che spera averne guiderdone e lode :
Taglia i capelli al misero che dorme,
Poi lo lega e 1' annoda in varie forme.

Raso e legato alfin, Io scuote e chiama;


Egli si desta, e lasso si ritrova;
La forza non consente alla sua brama,
E invan que' lacci a rompere si prova.
Ov' la forza tua ? Dalila esclama :
Qual tua villade inusitata e nuova!
Gli stan sopra i nemici; allora vede
Che a ehi fede ei don, manc di fedo.

*5

'*

*!

2i
Cos avviene a chi troppo si confida
Nella donna bugiarda e menzognera.
Altri voglion che Sanson s' uccida,
Altri che viva in doglia aspra e severa.
Gli cavan gli occhi e tra bestemmie e strida
Lo guidano al lor capo in tal maniera
Dal quale il buon Sanson fu condannato
A girare un mulin, finch avr fiato.
:

Pane ed acqua soltanto a lui si dia


E bastonate, qualor sia resto ;
Cos egli pagher le pena, e sia
Vivo tra mille morti il folle e rio.
Due anni e pi Sanson stette in bala
De' suoi nemici in grave lavoro,
Sopportando ogni pena con pazienza
In contraccambio della sua fallenza.
Col tempo gli ricrebbero i capelli,

E con essi la forza in lui tornata.


Un giorno al fine i Filistei rubelli
Nel tempio andro a una funzione usata ;
Inlrodusser Sanson negli alrj belli
Per far quello la festa pi pregiata:
Dicendo a lui: Su balla allegramente
A onor del Dio Dagon... su prestamente.

*'

Ma Sanson, che adorava il vero Iddio,

Niente si mosse a simili parole :


Onde quel popol mentecatto e rio
Con urti lo beffeggia quanto puole.
Ei disse alla sua guida : Amico mio,
L, dove in mezzo al tempio ergersi suole
Alta colonna, me dovrai guidare,
Ch' ivi mi voglio alquanto riposare.
*

68

Giuntovi disse : 0 tu, dell' universo


Eterno facitor, miei preghi intendi :
Giacch per i miei error i lumi ho perso,
L' antiche forze prego che mi rendi:
Abbi piet di me, se qui sommerso
Il corpo resta, l'alma accetta e prendi,
0 Dio d' Abramo, miserare mei!...
Muoia Sanson con lutti i Filistei.
Ci detto, abbraccia la colonna, e questa
Cede al vigor nel braccio forte accolto;
Cade il gran tempio, e fracassato resta
Con tremila nemici egli sepolto.
Cos da schiavit barbara e infesta
Rest il popolo ebreo libero e sciolto
Distrutti i Filistei tra le mine,
Fu s glorioso di Sansone il fine.
FINE.
.

LIBRETTINI DI STORIE ASTICHE, E MODEME

Ciascun librettino 5 centesimi.


Sjtedire Cartolina-vaglia all'editore Adriano Salani - Firenze.
1.
2.

3.
4.

Pia de' Tolomei.


Contrasto fra un Povero
un Bieco Borghese.
L'Imperatore superbo.

Liberazione di Vienna.
5. Difesa soldato prussiano.
6. GiacomoRusponi,assassiuo.
7. Storia di Federigo Bobini.
8. Flavia imperatrice.
9. I due Sergenti.
10. Aida, la schiava.
11. La trappola delle donno.
12. Lo Spedale de'Rovinati.
13. Storia di Marziale.
14. Avvertimento ai giovani,
che prendono moglie.
15. Storia di Baruccab.
16. Marietta cortigiana.
17. Contrasto fra povero e ricco.
18. Storia d'Angiola crudele.
19. Rammentati i baci che mi
hai dato.
20. Storia di 6-uerrin Meschino.
21. Lo Scheletro vivente.
22. Storia di Sansone.
23. Storia di Genoveffa.
24. Teresina e Paolino.
25. Il conte Ugolino.
26. Giuditta e Oloferne.
27. I sette Dormienti.
28. Affetti d'amore.
29. Storia di Leonzio.
30. Ardor d'amore.
31. Chiarina e Tamante.
32. Storia di Lazzarino.
33. Storia di Mastrilli.
34. Storia di Carlo Bertoni.
35. Storia di Pierina.
36. L'Oste assassino.
37. Storia di Guazzino.
38. Stellante e Costantina.
39. Il valoroso Leonildo.
40. Cav. Bosco, prestigiatore.
41. Costantino e Buonafede.
42. Storia d'Ortenza e Caterina.
43. Storia di Caterina dannata.

44. Vita del Niccheri.


45. La Carit romana.
46. Francesca da Rimini
47. Storia di Stoppa.
48. Storia del Castellano.
49. Storia di Piramo e Tisbe.
50. Il brigante Gasperoni.
51. Storia de' cinque Ladri.
52. Sposalizio Sandra-Geppone.
53. Le 99 Malizie delle donne.
54. Storia di Beatrice Cenci.
55. Federigo e Margherita.
56; Cristoforo Colombo.
57. Ginevra degli Almieri. "
58. Le bellezze di Firenze.
59. Storia di Adamo ed Eva.
(50.

01.
.62.

63.
64.
65.

Frate Nespola.
Vittoria italiana in Africa.
Contrasto fra Padrone e
Contadino.
La Creazione del Mondo.
La Sposa del Marinaio.
Contrasto fra un Gobbo e
una Signorina.
Il veleno degli uomini.
Storia delle 5 ragazze.
Il Trovatore.

66.
67.
68.
69. GoBto e Mea.
70. Le sofferenze del carcerato.
71. Stramhottoli.
72. Storia del Giocatore.
73. L'Usignolo.
74. Chi prende moglie e non sa

l'uso.
75. Il linguaggio d'amore.
76. Il brigante Biscarino.
77. Storia del serpente che uccise 23 bambini.
77. Contrasto fra cittadino e
contadino.
78. I pettegolezzi delle eia]]e.
80. Contrasto fra suocera e
nuora.
81. Contrasto fra nobile e contadina.
82. La Morta e il vecchio avaro

LIBRETTINI DI STORIE ANTICHE E MODERNE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia all' editore Adriano Salani - Firenze.

Florindo e Chiarastella.
Il contadino e, il ciuco.
Contrasto fra un Giocatore
ed un Ubriaco.
128. San Giovanni Boccadoro.
129. Il figliuol prodigo.
130. Contrasto fra la Morte e
un Guerriero.
131. La ritirata.
132. Morte di due amanti.
133. L'invenzione del telegrafo.
134. Una madre che gett in
forno sua figlia.
135. Burlette d'Arlecchino.
136. Le statue degli Ufizi.
137. La cena delle Talpe.
138. Contrasto fra un priore e
un mereiaio.
139. Contrastoframadre e figlia.
140. L'amore segreto.
141. La mandolinata.
142. Stefano Felloni.
143. Marco, l'asino sapiente.
144. Proverbi italiani.
145. La ragazza infanticida.
146. Storia di Luca Cava.
147. Storia d'una Ragazza.
148. Paolo e Virginia.
149. Vieni Ninetta.
150. Poesie per Bambini.
151. Il brigante Marengo.
152. Il brigante Ghino di Tacco.
153. Il brigante Cirindello.
112. La finta ammalata.
154. Fucilazione di Misdea.
113. Il brigante Sciarra.
155. Storia dell'Inglesina.
114. Contrasto fra Venezia e
156. La Madre veneziana.
Napoli.
157. 150 Stornelli d'amore.
115. Dottrina degli innamorati.
158. Un figlio che uccide la so116. Lo sposalizio dei gatti.
rella e i genitori.
117. Mamma, Cecco mi tocca I
159. Storia di cinque ladri.
118. Martino con 18 dame.
160. Il Conte di Montecristo.
119. Non trovo moglie?
161. La vendemmia.
120. Il silenzio della notte.
162. Storia di Liombruno.
121. La bella Rosina.
163. Le bellezze di Laurina,
122. Gianfiore e Filomena.
123. Storia della regina Stella. 164. Stornelli sulla gelosia.
165. Storia del prete e le serve.
124. Guida degli amanti.

Vizj e virt delle donne.


84. Fatto di due tedeschi che
uccisero una fanciulla.
85. Federigo il giocatore.
86. Ansuini e Menichetti.
87. Storia del Fico.
88; Mariannina la capricciosa.
89. Contrasto fra ammogliati.
90. Le sventure de' cani.
91. Le serve di Firenze.
92. Stornelli d'amore.
93. Indovinelli graziosi.
94. Nuovi stornelli amorosi.
95. Contrasto fra Pisana e Livornese.
96. Il Vecchio e la sposa.
97. Un giovanotto che uccide
la' sua fidanzata.
98. Non mi dir di no!
99. Il feroce brigante Crocco.
100. Storia di Fra Formicola.
101. La battaglia d'Adua.
102. Il Giovane pescatre.
103 Vita di Garibaldi.
104 Dottrina di Garibaldi.
105 Orfeo della dolce lira.
106. Contrasto fra due mariti.
107. Storia di Nerone.
108. La crudelt d'amore.
109. Giuochi di sala.
110. La sfida di Barletta.
111. Il soldato italiano in Africa.
83.

125.
126.
127.

STORIA
DI

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SALANI

Viale Militare
1902.
,

STORIA

DI UN PRETE
che ha cambiato
28 serve in meno di un anno.

Un Curato che Dio serve,


Ogni giorno muta serve;
Son ventotto in un sol anno !
(Che pretino di buon panno !)
E gentile ed ha buon cor,
Per le donne pronto ognor.

;.'

.vVr.'"'.^'-4: '''.VVvf":-

Questo Prete zerbinotto?

Di statura picchiotto,
A parlare religioso,
Ma nel fatto assai vizioso ;
E le belle aiuta sol,
E le brutte non le vuol.
Egli tutto sol per quelle"
Che son vispe, care e belle ;
Che hanno un vago portamento,
Che san fare 1' uom contento...
Oh per queste tutto egli ,
Ve lo giuro in vera f !
Gi ventotto ne ha provate,
E F ha tutte congedate.
Una nuova or n' ha trovata
Massicciotta, ben formata ;
Tutta fuoco, tutta amor,
Stata sol con un Prior.

gi donna maritata,
Un di mare l'ha sposata.'
E del Parroco a servizio
Per il suo poco giudizio,
Che lo sposo la lasci
Tosto appena lo gabb.
Ora dunque col Curato
Ogni bene ha ritrovato ;
Ei, salvando le apparenze,
Con lei cerca le astinenze
Di serbare in tutto ci
Che piacere dar non pu.
Nel restante tira grosso,
Si consuma infino all' osso
Nel mangiare e lavorare,
Nel digiuno e predicare...
Non pensare a male, veh !
Mio lettor, che mal non e' .
.

Questo Prete ben garbato


Per molto interessato ;
Se d uno, piglia dieci,
Pei cappon regala ceci :
Acqua santa per vin buon
Smercia spesso il furbacchion.
Se battezza, vuol denaro,
Con gli sposi molto caro :
Poi fa s che il camposanto
'

Ogni d gli frutti un tanto :


E 1' albergo questo qui
Per cui tanto egli arricch.

Ei si mette a predicare :
Miei Cristian, state a ascoltare
Tutti avete qualche morto
Che ha bisogno di conforto ;
E il conforto questo egli :
Far dir cento messe a me.

Or combatte i miscredenti,
Or lor vende i sacramenti ;
Fin nel dar benedizione
Yuol gabbare le persone...
Che nel mentre 1' acqua da
Questa in cor preghiera fa:

0 signore Onnipossente
Crepar fate questa gente-,
Questi amati parrocchiani
Sian cadaveri domani.
Risparmiate quegli sol
Che fruttarmi nulla puoi.
Sopra ai ricchi peccatori
Pieni d' oro e di tesori,
Fate s che prestamente
Cali a secco un accidente,
Ond' io possa poi per lorVoi pregare, buon Signor.

Questo prete ognor guadagna


Quando secca la campagna,
Quando piove, tira vento.
Quando bello il firmamento ;
Scopre i Santi, ed cos
Che i suoi scrigni sempre emp,

Gi si sa che in pi maniere
Fanno tutti il lor mestiere ;
E un mestiere pure il prete,
Dite ci che voi volete...
Dunque il prete ha da campar
Di sua industria, eh' pigliar.

Un bel d la Caterina
(Cos ha nome la servina)
Che vedeva a gran bocconi
Divorarsi due capponi
Dal suo degno Curaton,
Dirgli questo f' intenzion :

,\ v
-

.'.."

.:-.:

0 dell' anime Pastore,

Non temete del Signore?


Giorno questo da mangiare
Carne e polli a desinare ?
E vigilia e venerd...
Sor Curato, lesci l !...

nel
L'
astinenza
mangiare

L' ha da fare il secolare :


Chi non pu mangiar di grasso
soltanto il popol basso...
Noi siam unti dal Signor, Non fu grasso l'unto" ognor?

Vieni qua, mia Caterina,


Vedo ben sei novizjna ;
Ma fra un po' tu ne saprai
Pi di me, se con me stai ;
Dei pi furbi il mondo gli ,
E ogni prete fa per tre.

.'..'

"

'

io '

E cos mentre parlava,


Un bel fiasco egli vuotava \
Bevve ancora la servotta,
Che volea parer bigotta...
.

Bevi, bevi, cos and,


Che il pretin s,: ubriac.

Caterina, fatta pure


Mezza ebbra, sue venture
Al Curato raccontava,
Che sott' occhio la guardava ;
Dopo che di dir fin,
Questo al Prete dir sent :
.

Caterina, vo'sperare
Che tu pur mi voglia dare
Segno certo di obbedienza,
Io non credo tu sia senza...
Che se no, domani al pi,
Da me via andreste tu.

.'_ II

-.'-,->-

Iv fin qui n' ebbi ventotto


Delle serve ; tutte sotto
L' ho volute a' miei comandi..,
Non ci son perch ne quandi,
Ci che voglio devi far L
v

E mi devi contentar.
So che il prete dopo un mese

Nuovamente pel paese


Altra serva ricercava...
E Caterina licenziava.
E cos sempre sar,
Serve nuove ognora avr..
.

12

La gVorfadelIa fiorentina,
SCHERZO POETICO.

Chiamar voglio un uomo dotto


L'inventor del salsicciotto ;
Che s bene l'ha costrutto
Di sapor quanto il prosciutto,
E la mortadella cotta
Che s ben l'ebbe ridotta.
Questa carne prelibata
Venne tanto decantata,
Che la classe miserabile,
A comprarla, non er' abile ;
Onde nacque una questione,
Che form una ribellione.
Per troncare un tal disordine
Fu poi dato presto un ordine,
Che si unisse un'assemblea
Per la gente pi plebea,
E inventasse una salsiccia
Pi ordinaria e pi massiccia.

13

__
Presto fecer l'obbedienza
Quelli nati qui a Fiorenza;
Il Consiglio fu adunato
Presso il Pozzo di Mercato,
Dove sta la mala carne,
Per chi ha voglia di comprarne.
Si adunaron di mattina
Eran una quarantina;
Carne ognuno ebbe portato
Somigliante al suo casato;
E composero la bella,
Col finocchio mortadella.
Di quest'opra i componenti
Fumo appunto li seguenti:
Il Manzoli e il Cavallini,
/
Il Troiani e il Bufalini;
Il Grattai col sor Oanacci, '
E il Yaccai con Panicacci.
V'era il Lonzi e Busecchioni,
Il Cotenni e il GHanfaldoni,
Ed il Pecori e il Paini,
Il Caprara col Volpini;
Il dell'Asino, il Torelli,
.Col Bonciani ed il Budelli.

:U

V'era il Testi ed il Pellesclii,


Monte d'ossa, il dottor Deschi :
Il fervetti, il Soderini,
Il Codacci ed il Gfozzmi;
E il Segoni, Mansueto,
Stava insiem col sor Orvieto !
V'era il Mucidi e lo Stecchi,
Il Moschini e il Carnesecchi ;
Ed il Colli e il ISTinfolini,
Lampredotti e Bacherini;
Il Gorelli e il Canaletti,
Col saccente sor Saletti!
Vi era il Crassi, senza stento,
Col Finocchi, rompivento;
Ed un certo sor Marcello
Che puzzava com'avello;
E per ricolmar lo staio
Vi era Bucco, Sardignaio,
Di entrar poi non fu permesso
Al Vitelli, nel congresso;
Lo mandaron tutti fuora
E col Cicciaporci ancora:
Poi cacciaron con vilt
L'ispettor di Sanit!

Poi di queste mortadelle


Grosse, tonde, sode e belle,
Strette, lunghe, e tozze, corte,
Dritte, curve o mezze torte
E ne fecer tante e tante
Da mandarne anche in Levante!
Quando tal notizia intesero
Il cammin veloce presero,
Pi e diversi pizzicagnoli,
Ohe passar acque e rigagnoli
Per comprar molte dozzine
Di cotai mortadelline!
Prima il Grigli, in Croce Rossa,
Emp stanze a tutta possa
(E di casa e di .bottega
Questo vero, e non si nega)
Ei di questa mercanzia
Oh' cagion di epidemia.
Da San Barnaba, il Gfiachetti,
Da San Sisto, il sor Berretti,
Eecer tanta provvisione:
Quasi spesero un milione !
ngiolino Calderai
Caric fino i solai.
.

16

Il Ranfagni, sor Martino,

Ne form un gran magazzino;


E se il detto mio non sgarra
Ne compr duecento carra.
Tenne il conto ed il registro
Quel brav'uom del suo ministro!
Alla Base l'Arrighetti
(Un di quelli pi provetti)
Tante n'ebbe egli comprate
Da sfamar dodici armate:
Ed il Betti da San Piero,
Emp piazza e cimitero.
Da San Spirito, v' il Brandi
Ne ha tre stanze molto grandi;
Ed il Siili Ferdinando,
Per averne al suo comando,
Spese centomila lire....
E non teme di fallire!
Il Bigalli ed il Grazzini,
Pieni zeppi di quattrini,
Caricaron senza guai,
Cento gerle da fornai;
Ed il Bambi, dalla Buca,
Dugent'asini e una ciuca!
(

IT.

Luigi Tendi, di sul Prato,


Si fu ben provvisionato:
Ei ne vende a tutte l'ore,
A scultori e tessitore ;
Ma poi il corpo lor si scioglie
Con tormenti ed aspre doglie.
Il Mattani, in Palazzolo,
Ne avea prese un mazzo solo:
Ma poi stette chiotto chiotto,
Quel vecchietto un po' tirchiotto;
E trovatele perfette
Cariconne pi carrette.
Nella Yigna, eccoti il Freschi,
Che tien netto tanto i deschi:
Anch' ei spese in mortadelle,
Tutte grosse e tutte belle;
Una somma rilevante
Qual s'addice a gran mercante.
Il Gfuarnieri, Baldassarre,
Quello prossimo al Bazzarre,
Ne voleva tre migliara:
Ma perch li parve cara,
Per ispenderli benino,
Ne compr un sol barroccino.

II Rontani in via dei Servi,


Tiene il vanto ai pi protervi
Di aver quella pi perfetta;
E a nessuno mai l'affetta,
S'egli prima al compratore
Non gli fa sentir l'odore!
Il Corsini, in Porta Rossa,
Ne compr una somma grossa.;
Il Pecchioli, l vicino,
Spese d'oro un sacchettino:
Ed il Paoli, l in Baccano,
Ne f' acquisto a larga mano.
Il Biagiotti, al Mercatino,
Emp tosto il magazzino;
In Condotta, il Grherardelli
Se n'empi dieci corbelli:
A preghiera dei figliuoli
Ne compr Stefan Piccioli.
Quelli poi in Borgognissanti
Presto andaron coi contanti;
Il Minuti sull'istante
N'acquist pi d'un mercante:
Ed il Becheri un ballone
Ne port fino in Pallone!

19

II Bellini, da Candeli,
Mille franchi, e non lo celi;
Il Carocci fece spesa,
Ma non fece la ripresa;
Ed il Ceri, dai Cancelli,
Ne ha due sole ai travicelli
Quei di San Zanobi in Via .
Ne tien senza economia;
Ed Enrico, in Borgo Pinti,
Come un de'pi distinti
Pizzicagnol principali,
Ne compr cento quintali!
Gfente bassa e poverella
Non comprate mortadella;
Gran dolori in corpo crea,
Desta i bachi e la diarrea:
E lo dicono anche i medici,
Diverrete tutti etici!...

FINE.

H pi bel regalo che si possa fare


ai bambini il grande Album :

E. CAPPELLI
IL

PRIMO

LIO

DEL

BAMBINO

LETTURA E SCRITTURA.

Con questo libro, i bambini analfabeti imparano con molta facilit a leggere
ed a scrivere ; quelli che gi,,, sanno si
perfezionano sempre pi. Tutti si divertono a guardare le 300 figure in nero e
a colori che adornano il Libro, legato

solidamente in cartone.

in vendita dai principali Librai, e aar spedito,


per posta raccomandato, franco di porto in tutto il Regno, dietro invio di Lire 2, all'Editore Adriano Salani,
Viale Militare Firenze.

LIBRETTINI DI STORIE ASTICHE E MODERHE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia all'editore Adriano Salani - Firenze.
44. Vita di Niccheri.
1. Pia de' Tolomei.

Contrasto fra un Povero e


un Ricco borghese.
3. L'Imperatore superbo.
4. Liberazione di Vienna.
5. Difesa soldato prussiano.
6. Giacomo Rusponi, assassino.
7. Storia di Federigo Bobini.
8. Flavia imperatrice.
9. I due Sergenti.
10. Aida, la schiava.
11. La trappola delle donne.
12. Lo Spedale de'Rovinati.
13. Storia di Marziale.
14. Avvertimento ai giovani,
che prendono moglie.
15. Storia di Baruccab.
16. Marietta cortigiana.
17. Contrasto fra povero e ricco.
18. Storia d'Angiola crudele.
19. Rammentati i baci che mi
hai dato.
20. Storia di Guerrin Meschino.
21. Lo Scheletro vivente.
22. Storia di Sansone.
23. Storia di Genoveffa.
24. Teresiua e Paolino.
25. Il conte Ugolino.
26. Giuditta e Oloferne.
27. 1 sette Dormienti.
28. Affetti d'amore.
29. Storia di Leonzio.
30. Ardor d'amore.
31. Chiarina e Tamante.
32. Storia di Lazzarino.
33. Storia di Mastrilli.
34. Storia di Carlo Bertoni.
35. Storia di Pierina.
36. L'Oste assassino.
37. Storia di Guazzino.
38. Stellante e Oostantina.
39. Il valoroso Leonildo.
2.

La Carit romana.
Francesca da Rimini.
Storia di Stoppa.
48..Storia del Castellano.
49. Storia di Piramo e Tisbo.
50. Il brigante Gasperoni.
51. Storia de' cinque Ladri.
45.
46.
47.

52. Sposalizio Sandra-Geppone.


53. Le 99 Malizie delle donne.
54. Storia di Beatrice Cenci.
55. Federigo e Margherita.
56. Cristoforo Colombo.
57. Ginevra degli Almieri.
58. Le bellezze di Firenze.
59. Storia di Adamo ed Eva.
'60. Frate Nespola.
61. Vittoria italiana in Africa.
62. Contrasto fra Padrone e

Contadino.
63. La Creazione del Mondo.
64. La Sposa del Marinaio.
65. Contrasto fra un Gobbo e
una Signorina.
66. Il veleno degli uomini.
67. Storia delle 5 ragazze.
68. Il Trovatore.
69. Gosto e Mea.
70. Le sofferenze del carcerato.
71.
72.
73.
74.

Strambottoli.
Storia del Giocatore.

L'Usignolo.
Chi prende moglie e non sa
l'uso.
75. Il linguaggio d'amore.
76. II brigante Biscarino.
77. Storia del serpente che uocise 23 bambini.
77. Contrasto fra cittadino e
contadino.
78. I pettegolezzi delle ciane.
80. Contrasto fra suocera e
40. Cav. Bosco, prestigiatore.
nuora.
41. Costantino e Buonafede.
81. Contrasto fra nobile e con42. Storia d'Ortenza e Caterina.
tadina.
43. Storia di Caterina dannata. 82. La Morte e il vecchio avaro.

LIBRETTINI DI STORIE MTICHE E MODERNE

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia all' editore Adriano Salani - Firenze.
83. Vizj e virt delle donne.
125. Florindo e Chiarastolla.
84. Fatto di due tedeschi che 126. Il contadino e il ciuco.

uccisero una fanciulla.


127. Contrasto fra un Giocatore
85. Federigo il giocatore.
ed un Ubriaco.
128. San Giovanni Boccadoro.
86. Ansuini e Meuichetti.
129.11 fgliuol prodigo.
87. Storia, del Fico.
130. Contrasto fra la Morte e
88. Mariannina la capricciosa.
89. Contrasto fra ammogliati.
un Guerriero.
131. La ritirata.
90. Le sventure de' cani.
132. Morte di due amanti.
91. Le serve di'Firenze.
133. L'invenzione del telegrafo
92. Storneili d'amore.
.93. Indovinelli graziosi.
senza fili.
134. Una madre che gett in
94. Nuovi stornelli amorosi.
95. Contrasto fra Pisana e Liforno sua figlia.
135. Burlette d'Arlecchino.
vornese.
96. Il Vecchio e la sposa.
133. Le statue degli Ufizi.
97. Un giovanotto che uccide 137. La cena delle Talpe.
138. Contrasto priore e mereiaio.
la sua fidanzata.
98. Non mi dir di noi
139. Contrastoi'ramadree figlia.
140. L'amore segreto.
99. 31 feroce brigante Crocco.
100. Storia di Fra Formicola.
141. La mandolinata.
101. La battaglia d'Adua.
142. Stefano Pelloui.
143. Marco, l'asino sapiente.
102. Il Giovane pescatore.
103. Vita di Garibaldi.
144. Proverbi italiani.
104. Dottrina di Garibaldi.
145. La ragazza infanticida.
146. Storia di Luca Cava.
105. Orfeo della dolce lira.
147. Storia d'una R.agazza.
106. Contrasto fra due mariti.
107. Storia di Nerone.
148. Paolo e Virginia.
149. Vieni Ninetta.
108. La crudelt d'amore.
109. Giuochi di sala..
150. Poesie per Bambini.
110. La sfida di Barletta.
151. Il brigante Marengo.
111. llsold.-ito italiano inAfrica. 152. Il brigante Ghino di Tacco.
112. La fiuta ammalata.
163..Il brigante Cirindello.
113. D brigante Sciarra.
154. Fucilazione di Misdea.
114. Contrasto fra Venezia e
155. Storia dell'Iuglesina.
Napoli.
156. La Madre veneziana.
115. Dottrina degli innamorati. 157. 350 Stornelli d'amore.
158. Un figlio che uccide la so-,
116. Lo sposalizio dei gatti.
rella e i genitori.
117. Mamma, Cecco mi tocca !
159. Storia di cinque ladri.
118. Martino con 18 dame.
119. Non trovo moglie?
160. Il Conte di Montecristo.
120. Il silenzio della notte.
161. La vendemmia,
162. Storia di Liombruuo.
121. La bella Rosina.
122. Gianftore e Filomena,
163. Le bellezze di Laurina,
123. Storia della regina Stella. 164. Stornelli sulla gelosia.
165. Storia dei prete e le serve.
124. Guida degli amanti.

LIBRETTI! DI STORIE ASTICHE E MODERME

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia all'editore Adriano Salani - Firenze.
206. Nannella mia, rinfrescami.
166. La sfortuna in amore.
207. Stornelli amorosi.
167. U Parroco e Carolina.
208. La moglie gelosa.
168. La risposta d'amore.
209. La camicia rossa.
169. Il lamento degli artisti.
210. Giuseppe Ebreo.
170. Storia de'Calzolari.
211. Contrasto fra priore e con171. Rispetti d'amore.
tadino.
172. Metodo per viver bene.
212. Contrasto fra poeta e con173. Combattimento in Africa.
tadino.
174. L'Amante perduta.
175. Ragazzauccisa daU'amaute. 213. Il delitto di don Poldo.
214. Le tre donne assassinate.
176. Il bello Niccol.
177. Storia del famigerato bri- 215. I 23 bambini avvelenati.

gante Giuseppe Mugolino.


178. La Chitarra.
179. I 166 difetti delle donne,
180. Contrasto marito-moglie.
181. Cento peccati delle donne.
182. Storia della regina Uliva.
183. L'amore d'inverno.

LaMonachellainnamorata.
L'assassinio d'una ragazza.
Lo sgombero dell'interno.
rimarito che vuol campare
alle spalle della moglie
188. I difetti dei mariti.
189. Orribile fatto di sangue.
190. Tirati in l, non mi toccarl
191. Lo zio assassino.
192. La monachella scontenta.
193. Storia di una ragazza.
194. Contrasto fra giovanotto
ed ammogliato.
195. Misfatto di Monterotondo.
196. I maccheroni di Napoli.
197. La Marsigliese.
198. La moglie infedele.
184.
185.
186.
187.

216.
217.
218.
219.
220.
221.
222.
223.
224.

Il prete di Cremona.
L'umor allegro de'giovani.
Battaglia di Abba-Oarima.
Cardinale, prete e serva.
Storia di Senso.
Le ragazze abbandonate.
Assassinio di suor Maria.
L'arte di Michelaccio.

Contrasto fra Mariannina


e Meneghino.
225. Contrasto fra una ragazza
onesta e una disonesta.
226. Il solletico delle donne.
227. Il vecchio e le 10 mogli.
228. Crudelt d'una ragazza.
229. Il matrimonio.
230. Inno di Garibaldi.
231. Passaporto della Leggiera.
232. Il brigante Fioravanti.
233. Maria Nambrini.
234. Rammentati di me.
235. Mi guardi e ridi?...
236. L'Uccello.
237.12 avvertimenti della madre
199. Sentoineoreunnonsoche?
alla figlia che va a marito.
200. La madre snaturata.
238. L'Arrotino.
201. Storia di una ragazza che 239. Serenata amorosa.
240. Contrasto fra un marito
ha cambiato 36 amanti.
202. Contrasto fra Romana e
geloso e uno contento.
Fiorentina.
241. Il Cavalier tiranno.
203. Marietta non trova marito. 242. Orribile dramma d'amore.
204. La ragazza salvata.
243. Contrasto tra Rosina e Te205. Contrasto di una madre poresina.
214. I baci innamorati.
vera con la figliuola.

LIBSETTISI DI STORIE ASTICHE E 10DERHE;

Ciascun librettino 5 centesimi.


Spedire Cartolina-vaglia all'editore Adriano Salani - Firenze.

L'Asino di Pipone.
288. Il Kri-kri delle donne.
n brigante Marrone.
289. Contrasto fra il signor Ca247. La tradita dall'amante.
mino e Fra Torello.
248. Le donne chiacchierone.
290. Si stava meglio quando si
249. La Moglie assassina.
stava peggio
250. L'amor tradito e trionfante. 291. Le donne in camicia.
251. Contrasto fra padrone, fat- 292. Giuseppe Martinati.
tore e contadino.
293. Fatto orrendo in Macerata.
252. Il chierico.
294. Giulietta e Romeo.
253. Le donne gingillone.
295. Amori di Paris e Vienna.
254. Un giovine innamorato.
296. Gli esiliati in Siberia.
255. Consigli di Guidone.
297. Rinaldo appasBionato.
256. Storia d'un marito.
298 Antonio Schiavone.
527. Il Creatore e il suo mondo. 299. I Reali di Francia.
258. Separazione di due amanti. 300. Pianeta della Fortuna.
259. Affacciati alla finestra.
301. Vuoi sser mia sposa?
260. La tragedia d'amore.
302. Dichiarazione d'amore.
261. La fine del mondo.
303. Marianna va in campagna.
262. Costantino innamorato.
304. Morto l'amor mio.
263. La pazza, la briaca e l 305. La bella Carlotta.
bacchettona.
306. Addio, mia bella, addio.
264. I desideri d'amore.
307. Serenata dell'innamorato.
265. La scala d'amore.
308. L'estremo bacio.
266. La giovane in monastro. 309. Un bacio e poi pi.
267. Il nipote che sognail nonno. 310. Vieni, fuggiamo insiemel
268. S. Piero che giudica.
311. Addio del soldato italiano.
269. Testamento di Barbaricci a. 312. Bellina come te.
270. Lo zio che uccide la nipote. 313. Addio del coscritto.
271. Antonio Montelatici.
314. Ciao, ciao, ciao.
272. I mariti becchi contenti.
315. La bella Lena.
273. Avvertimenti di un padre. 316. La donna perduta.
274. La malizia delle donne.
317. Vorrei morir.
275. Elisabetta Caligari.
318. Confessione di un giovane.
276. Padre Ugo Bassi.
319. Lascia ch'io t'ami.
277. Storia delle 24 ragazze.
320. Vieni fra le mie braccia.
278. Storia di Franceschino.
321. La giardiniera di Trento.
279. La vita del soldato.
322. 11 terrazzo d'amore.
280. Nanni e la miseria.
323. Serenata di un amante.
281. Le otto allegrezze.
324. Non date retta agli uomini.
282. Vantaggi della soelta d'una 325. E' levate a' Camisella.
buona moglie.
326. Santa Lucia.
283. Il sogno d'amore.
327. Contrasto fra s erva e cuo co.
284. Battista e Giuseppino.
328. Il caro bacio amoroso.
285. La vendetta di un suocero. 329. Gli amanti sorpresi.
286. Battaglia fra cani e gatti. 330. Amore in musica.
287. Domenico Tiburai.
331. TI Marinaro e la sua bclia.
245.
246.

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SALANI

Viale Militare.
1900.

STORIA
DI UNA SNATURATA MADRE

Piangete, o madri, al fatto iniquo e strano,


Tremate nel pensare a un reo consiglio ;
La figlia uccisa fu di propria mano
Da u' empia madre, con asciutto ciglio.
Auche le belve, per istinto arcano,
Yeglian sulla lor preda ; e nel periglio,
Pria di lasciar la tana lor romita,
Pongonsi al rischio di lasciar la vita.
Bravi nel Lucchese una famiglia
(Il caso orrendo voglio raccontare) ;
Oh'avea settenne giovanetto figlia,
Bella ed astuta, e sapea ben parlare.
La madre un giorno la bambina piglia,
And una sua cognata a visitare;

Da lei giunta, con gran gentil maniera


Disse : Il Signor vi dia la buona sera f

Benvenuta, rispose la

cognata;
Vedendoti, mi sento rallegrare !
Perch s tanto -tardi siei arrivata ?
Tu potevi venire a desinare !....
In camera un momento fu andata,
E insieme alla nipote volle andare :
Lei rest sola; and ratta in cucina
E prese di posate una dozzina.

'

'

Poi, ritornate tutte in compagnia,


Disse : Ti voglio un giorno a desinare
Seco il tao caro sposo anco ci sia.,
Perch ho bisogno a lui di ragionare !
La nipote risponde : Cara zia,
Anch' i col babb voglio ritornare!...
Fra non molto venir le manifesta,
Nel giorno appunto della mezzafesta.
l
Annunziatimi
Addio,
le
disse,
cara

Eccole a casa presto ritornate;


Lesta la madre se n' and in cucina,
Mettendo colle sue 1' altre posate.
La sera, apparecchiando, la bambina
Le vide, e disse chi 1' avea portate ;
1 geuitor s' assidono alla mensa,
E la bambina ad altro pi non pensa.

.;.

fi-;-:.

La fiera moglie disse al suo marito:


D'! andar dalla cognata a desinare,

E di condurre te ho stabilito;
Io le promisi, n voglio mancare.
Ei rispose: Sar da lei gradito,
N questo torto non le voglio fare!
Quando si tratta di mangiare bere,
L' invito accetto, e lascio ogni mestiere.
Ora alla sua cognata vo' tornare :
Essendo l'ora d'apprestar la mensa
Quando va le posate per pigliare,*
Rubate le trov dalla dispensa.
Non sa 1* autor del furto giudicare,

N d'incolpare alcuno ella non pensa i


Cos il giudizio subito sospese,

Onde meglio scoprir chi gliele prese.

Quando la mezzafesta fu venuta,

Furono pronti di andarvi isuoi parenti;


Con piacer 1' ano e l'altro si saluta.,
Facendosi non pochi complimenti.
Essendo del pranzar 1' ora venuta,
Si posero a mangiar lieti e contenti :
Quando la bimba la posata piglia,
Vedendola, le fece meraviglia.

'- 6
'

atto risoluto,
Voltandosi alla madre disse poi :
conosciuto,
Mamma,
posate
ho
queste

Son come quelle che mangiamo noi !


Rest la moglie ed il marito muto,
Leggevanli il delitto in faccia i suoi ;
Da gran vergogna che sontano in seno
Il cibo in bocca lor parea veleno.
E poscia eoa un

Quando fu terminato il desinare,

10

Di

l parti ron senza dirsi addio ;

Voglionsi colla figlia vendicare :


La madre d'ammazzarla avea desio.
Calci e pugni per via veniale a dare...
Peggio d' un ateo bestemmiava Iddio.:.
Prega il marito d'ammazzar la prole,
Pria che riponga la sua luce il Sole.
11

Avean quella mattin fatto il fomento


Subito il pane le convenne fare;
La madre scalda l'acqua in un momento.
Salda in pensier la figlia d'ammazzare.
Per cui il padre trovavasi sgomento.
N in modo alcuno la potea piegare,
Le disse : La terreni serrata sola,
N con alcun pronnnzier parola.

':'.'"

'.'

""7"'";V'

,s

Narrer della donna irei disegni;


Sprona il marito a incrudelire il core :
disse,
Io,
adoperar
vo'
tanti ingegni

Per darle morte, e non aver timore.


Ci scuopre i furti, e ci pone in impegni;
Sarem dei Tribunali il disonoro!
Con tai detti parl la rea consorte,
Per dar pronta alla figlia occulta morte.

"

andrai.
Prendi
la
nel
n'
vanga
campo
e

Uua fossa farai di quattro braccia :


Mando la figlia, e tu l'ucciderai...
Di dargli sepoltura a lei ti piaccia,
Cos il comando mio tu eseguirai.
Al padre il sangue subito si agghiaccia;
Tosto soggiunse :
Il
pi
esecrando
errore

d'uccidere il figlio un genitore l

14

Togli dal cor la brama maledetta,


11 tuo crudele e pessimo consiglio :
L' esempio di Caino a noi ci detta

il fratricida cadde in gran periglio ;


Il sangue sparso a Ciel chiede vendettaChe sar di colui che uccide un figlio ?
Di distoglier colei non trova scampo :
Prende la vanga, quindi riede al campo.
Ohe

Infelice, innocente, sfortunata !


La cruda genitrice ha confermato
Di darti morte cruda, empia, spietata :
Per te al materno amore ha rinunziato !
La figlia, che vedea la madre irata,
Corre dolente al suo sinistro lato :
medesim'atto,
le
dice,
nel
Madre,
e

Io vi chiedo perdon in quel che ho fatto !

Neppur dieci minuti era passato,


Ohe alla figlia le disse :
Vanne a volo
Dal genitore tuo, se preparato
Il comando a eseguir senza aver duolo.

'

~
Quando vi vedo tutta mi consol

Giunta la figlia, disse :

'#:':

Padre amato,
!

-Dice la mamma che facciate tosto,


D'eseguir ci che in casa v'ha propsto.
17

Sentendo dalla figlia tai parole,


Rest sorpreso, e dalla tenerezza
Subito in braccio prese la sua prole :
La figlia tosto il volto gli accarezza.
Dall'affetto resistere non puole.
Stent'egli il core in petto gli si spezza;
Un bacio le don, ed il suo core
Forte batteva per il grande amore.

"

Dirai alla madre ch'io non ho coraggio


D'eseguire ci che ella m'imponea ;
Prese quell'angioletto il suo viaggio,
E giunta dalla madre, le dicea:
Ha
ricevuto
il
padre
qualche
oltraggio
?

Mi ha dato un bacio, e dopo ne piangea;


Cos dicendo che non avea core,
E F ardir gli vien tolto dall' amore ?

"

S'empie di rabbia, sdegno e di vendetta


Nel veder che la figlia era ancor viva;
Avea gi caldo il forno ; allor s'affretta
Di metter legna a fasci : poi F apriva,

io
uscir la fiamma fuori era costretta,
Che una bocca d' Inferno compariva...
Disse:Pietoso se hai trovato il padre,
Assai pi cruda troverai la madre !
A

**

Chiama la figlia F empia genitrice,


E disse: Ti dar spietata morte!
Ratta F afferra e inalza, F infelice
D'orrore invasa, colle guance smrte...
dice
vi
chiedo,
madre
mia,
le
Perdon
;

Baciavate il reo volto e piangea forte!


Lei la sleg coli' unghia e con i denti ;
Entro la getta nelle fiamme ardenti...

"

Torna, rimira in quella parte e in questa,


Rimasta come tronco inanimata;

Forte girando per terror la testa,


Credeasi dalle furie circondata.
Torna il marito, e a lui gli manifesta:
Di tua figlia la vita terminata !

Ei pien d'ira e terror forte gridava,


E i fulmini di Dio su lei invocava.
'*
E cadde in terra tramortito affatto :
Ed ella d'ammazzar tenta il marito;
Ecco compare un Frate l in quell'atto,
Che da lungi senta F orrendo sito.

11

Dissele : 0 donna cosa avete fatto ?


Rispose : in forno un osso incenerito.
S'accosta il Frate al l'orno piano piano...
Vide che ardea nel fuoco un corpo umano.

"

84

Comparve in quell' istante molta gente.


Al padre la favella ritornata...
Corsero al'forno, e aperto prestamente,
Videro quell' infante sventurata ;
Fu tolta al fuoco diligentemente
Ch' era gi quasi tutta consumata...
La rea madre avea il volto trasformato,
S'era un Demon di lei gi impossessato.
Vide il padre il cadavere bruciato
Ch'uman sembianza pi non si vedea;
Quindi vide la moglie in tale stato,
Che di spirto infernale il volto avea.
Ei grida, smania ed s disperato,.
Che ognun di tenerezza ne piangea ;
Per isfogar del cor l'atroce doglie,
Cos parlava alla crudel sua moglie!

t!

cor di tigre, o membra di serpente,


Quella la figlia che abbiam generato !
Or, fatta esangue, il genitor non sente...
No, tanto strazio non Favfan recato

Le tigri Ircane col ferino dente :


N Tayrebber ridotta in tale stato
'
Quanti vi son nella tartarea reggia...
L'empia tua crudelt nessun pareggia !

;;*.

';.'"

**

0 figlia, ecco la madre tua ribelle,


Che nove mesi t' ha portato in seno;
Quando a sugger ti dava le mammelle,
Megli sarebbe stat un rio veleno,
Ch'arse non averla tua membra belle!
Sar contenta e soddisfatta appieno...
Darti morte acerbissima volea,
-T dartela pi orribile potea.
Chi

l'empia donna la volea squartare,

Chi di bocca cavar voleale i denti,


Chi a paglia molle la volea bruciare,
Per darle della figlia i gran tormenti.
Chi la volea con pietne lapidare,
Ohi morta la volea con ferri ardenti,
Ma quando a massacrarla ognun venia,
Un drappello di armati compara.

Furo ambedue l presi e incatenati,


E condotti in Firenze al TribunalePoscia nell'atto istesso incarcerati
In oscura prigion ehe non v' eguale.

Furono 1 testimonj esaminati,


Onde saper quei fatto empio e fatale::

li padre fu tra breve scarcerato,

Perch la sua innocenza fu provato.

"

Segue dell'empia F infelice fine:


Quando ne fu emanata la Sentenza,
Strappavasi dal capo tutto il crine,
Sempre pensando alla sua gran fallenza.
La notte pi non segna il suo confine,
E ni una luce appare a sua presenza ;
Le tenebre ha quel luogo tutte attorno...
Non si distingue dalla notte al giorno.

-;;14. V-;:'.;
.

"

"

...
.

v -r>.-/v\^*

In quell'oscura tomba ne giacea,..


Venne un Demonio e la rea donna piglia;
Le mostra il forno... entro veder parea
L'orror funesto della propria figlia...
Colle pentite mani si battea...
Al partito d' uccidersi s'appiglia !
Si diede di sua man tosto la morte...
L'alma piomb nelle tartaree porte!

e
'

Madri, mi volgo a voi : Se avete core;'


Come farete a non bagnare il ciglio,
Pensando a' persi sonni, al gran dolore
Sparso da voi per allevare un figlio ?
Quest'empia in odio converta l'amore,
Accett del Demonio il reo consiglio...
Talch d'Iddio si provoc lo sdegno,
Che per lei chiuse il celestial suo regno!

FINE.

"

L'INFANTICIDA

Io prego questa nobile brigata,


Ohe al rozzo canto mio porga attenzione.
Cantar vo' di questa altra donna scellerata
Che avanz in crudelt anco Nerone.
Se fu al mondo Medea cruda e spietata,
Con questa star potila al paragone,
Toresa si chiam la donna fella
Bench giovane fosse, ricca e bella.

Fu costei moglie di un ricco Mercante


Per quanto io lessi, e parmi aver sentito,
Chiamato Poliuto in quest' istante
Uomo cortese, affabile e compito.
Aveano un figliuolin eh' in sulle piante
Appena si reggea, bello e pulito.
Ma sta' donna ribalda e senza onore,
Si die in preda a un Alfier con disonore.

w
Pass tra lor guest'empio amor celato
Mezz' anno e pi, sfogando il loro ardore:
0 che volesse il Cielo il tristo fato,
Ohe n'ebbe il suo marito alcun sentore.
La mano al petto, ed il pugnale sfoderato
Minacciando, e dicendo con furore :
Se ardire avrai di parlar pi a st' Alfiere
Giuro morta a' miei pie farti cadere !

L'iniqua donna con finti pretesti,


si scusa, piange e prega,
ffiura che i suoi pensier fr casti e onesti,
Che la sua f non di falsa lega.
M com' uomo dabbene, tutti questi
Suoi inganni crede, in amarla il cor piega ;
lon resta ella per, quando il Mercante
fuor di casa far venir 1' amante.
Col marito

Perch era tanto in quest'amore accesa,


In ver. costei, che quasi ne venia meno;
Non cura onor, n a Dio far tale offesa,
Oh' ogni d vuol l'impuro amante in seno.
Dal suo fanciullo non si guarda, o pensa,
Bench tenero ei sia, comprende appieno :
Questo principio fu di sue rovine,
Dell' infausta tragedia udite il fine.

::;:;-:.

:"

17

Stando una sera a tavola a sedere


riopo cenato come usanza fare,
ivendo il padre sempre per piacere
Gol fanciulliuo, ridere e scherzare :
Padre,
disse
l'lfiero
il
bambino,
oggi

La mamma pel giardino fece entrare ?


Pien d! ira e sdegno, con faccia turbala,
Dice alla moglie :
Infame
scellerata,
e

Tu cos del mio onor ne fai rapina !


Messe mano al pugnale e a lei s'avventa
Fugge la donna a quella gran rovina,
Gi per le scale, e non pigra o lenta.

in casa d' una sua vicina ;


Molti tengono 1' uomo acci si penta,
D' uccidere la donna, e non dia effetto
Al semplice parlar di un giovinetto.
Si salva

lui fiero e feroce, le persone


Smozzaro il fuoco, e salvaron la vita
All'empia donna; a dirla in conclusione,
Si scord quel marito ogni partita.
Ma lei, la scellerata! si dispone
Far contro al figlio vendetta inaudita.
Oh, Dio! chi mai ud cosa s strana,
Di madre cos barbarsi e inumana ?
A

Per gravi suoi negozj fu forzato


"
Fuor della patria gir poco lontano.
Non fu il marito da lei allontanato
Un tiro d'arco, o quanto un soprammano,
Mand subito un Messo al drudo amato,
Che corse qual clestrier por dritto piano.
Disse : Cor mio, or quel che pi indugiamo,
In altre parti vuoi che ce n'andiamo?
Rispose : Anima mia, aon pronto a fare
Quanto comandi adesso immantinente !
Disse la donna : Cerca di trovare
Un naviglio, o una barca prestamente,
Che a mezzanotte potremo imbarcare ;
Ma fa' che il caso sia segretamente
Perch stasera torna mio marito,
Acci non sappia quanto abbiamo ordito.
And l'Amante

a mettere in effetto

Il tutto quanto aveano concertato.


Prese la iniqua donna il pargoletto,
(Ora sentite 1' eccesso spietato !)
Con un coltello gli trafisse il petto,
E crudelmente alfin l'ebbe sparato;
A una cagna mastina, quale lei avea
La testa e 1' interiora a mangiar dea

;..';;
.

"

Ma bench fosse

ir

priva di ragione,

Il pasto aborre la cagna fedele :


Con atti di piet e di compassione
Parea piangesse, e al Oiel dava querele !
E colle zampe, meglio che pu, ripone
Ci che le die la barbara e crudele;
Parea la cagna dirle con gli atti :
di
fatti!
Io
di
tu
e
nome,
cagna
son

Udite crudelt di madre indegna:


Gli avanzi di quel tener corpicciolo
Ci che pensa di far, ci che disegna,
A scorno del marito, e maggior duolo.
Appicc il fuoco con carbone e legna,
Messe in opra il laveggio ed il pajolo;
Lo cosse a lesso, arrosto ed in pi sorte,
Per darlo in cibo al misero consorte.

raggi d' oro appena il gran Pianeta


Dal nostro mondo tolto avea commiato,
Torn il marito a lei con faceia lieta,
La staffa tiene affinch sia smontato.
Tutta si mostra pietosa e discreta.
Domand il padre ov' suo figlio amato ?
Che par che sia gi ver che il nostro core
Prima fa la battuta, e poi il timore.
Co'

20

"

-//:-

Rispose la ribalda ardita e lesta:


custodito,
gli

figlio
sta
il
tuo
Dove

Da mia sorella e zia, con gioja e festa,


Spinta dal grande amor te 1' bau rapito.
Ecco la cena apparecchiata e lesta,
Tieni e mangia, dieea, caro marito !
Lui dal viaggio stanco altro non pensa,
Si assett a quella dolorosa mensa.
Non ebbe appena la

paterna mano

Il pasto abbominevole toccato,


Trem tutta la casa. (Oh, caso strano !)
Rimase Y uomo attonito ed insensato...
Sente dire una voce : Ahi, padre insano
Non esser ancor.tu crudo e spietato!
Fermati, non mangiar! tanto ti basti:
Queste son carni che tu generasti !

il

sconsolato padre
Trem da capo a pie, tutto stordito.
Confusa, pi la scellerata madre
Scampo non sa trovar, n altro partito;
Vede scoperte le sue voglie ladre ;
Crii corse addosso 1' uomo inviperito,
Per le trecce la tiene, e disse irato ;
figlio amato
del
mio
ha'
fatto
Dimmi
oh'

A queste voci

Sbigottita e confusa, in queir istante


Scusa non sa trovar, non sa che dire:
Fuggir non pu, vede la morte innante,
Ruppe in tali parole, e prese a dire:
morir,
vedere
il
mio
Amante,
Debbo
non

Diavol ti prego, a non mi far perire ?


L' alma vi dono... Diavoli, ove siete,
Ohe in questo punto non mi soccorrete?
Por giudizio di Dio in quel momento
Veuner quattro Demonj in forma umana
Armali unti in grave portamento.
Uno parl con voce alta e sovrana :
ajuto
pi
il
che
Siamo
corsi
in
tuo
vento,

Vieni con noi e porgici la mana !


Dalle man del marito la staccorno,
Ed in mezzo alla Piazza la menomo.
Gridano quei Demonj : Ol ! correte,
Gente di questo luogo in ora buona,
Un giuoco "bello da noi vedrete;
Prima vogliamo ballare una ciaccona !
Ballate, ol, compagni; e che farete?
Ecco Teresa che a noi tutta si dona!
Il Popol eh' era tutto radunato,
JBimase come stupido e insensato

.m-:
Uno di quei Demonj prese

a dire-:

Ors, compagni, si finisca il giuoco..


Voi gente il mio sermone or state a udire
Di questa scellerata, empia e da poco ;
Ucciso ha il proprio figlio con martire,
Degna di mille* inferni, eterno fuoco...
Sappiate quattro Diavoli noi siamo,
In alma e in corpo via ce la portiamo !
Dalla bocca di quei Spirti d'Averno
Una gran vampa usc, e insiem fetore;
Disparvero in quel punto, ed all' Inferno
Quella recorno al tenebroso orrore.
In compagnia de' Diavoli in eterno
Pagher il fio del suo esecrando orrore;
E li star Teresa iniqua e cruda,
Sotto il gran pie.del maledetto Giuda!

FISE.

|KGAMLINA- INVEIMMO

"

Chi legge i romanzi storici-sociali di qusta celebre


Scrittrice, ormai nptissima in tutto il mondo, rimane sorpreso per la viva narrazione delle Scene, la variet degli episodi eminentemente drammatici, che s'intrecciano
in modo da non mai scemare l'attenzione, la curiosit,
l'interesse ardente dei lettori.
Carolina Invernizio diverte la mente, commuovo il
cure; strappa il pianto dal ciglio.
Scrive bene e con chiarezza. La facilit del linguaggiov la semplicit delle frasi, rimangono talmente impressi, che ognuno costretto a convenire che l'esimia

Scrittrice fra le prime d'Italia.


SONO PUBBLICATI

Bacio infamo .

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L.
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La vendetta d'una pazza. . . 0,75


L'ultimo bacio . 0,75
La lotta per l'amore 0,75
Il genio del male 0.75
La peccatrice . 0,75
Il segreto di un
bandito . . . 0,75
Il p aradiso di Fiammetta
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Il delitto d'una madre
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Nella rete
Il bacio d'unamorta 1,00
Paradiso e Inferno 1,00
Le vittime dell'a-

....

...

....

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La malodetta. . 1,00
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La sepolta viva .
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S trovano da tutti i Librai d'Italia e dall'Editore Adriano Sai ani,


Viale Militare, Firenze.

ED ALTRI RACCONTI.

Si pu chiamare il Prologo del Quo vadis.


E un racconto dove tutta la poesia,'tutta

la luminosit e la soavit della religione


di Cristo profuma dalle sue pagine. Splendidamente illustrato, seguito da alcuni
racconti, scelti fra i migliori dell'eminente,
scrittore.
Si spedisce franco di porto, a chi invier Car-

tolina-vaglia di Cent. 75 all'Editore ADBIANO


SALANI Firenze, Viale Militare, 24.

FIRENZE
TIPOGRAFIA ADRIANO SALARI

Viale Militare
1902.

STORIA

DI TERESINA e PAOLINO

1.

Teresina innamorata,
E si vuole maritar ;
Ma la madre sua spietata
Monachella la vuol far.
Teresina a Paolinetto
La gli porta amor sincer ;
Ma la madre, per dispetto,
Vuol condurla al Monaster.
.

'

2.

Teresina a Paolino
Gli vorrebbe ragionar;
Ma la madre sta vicino,
Non li lascia mai parlar.

Se si avanza alla finestra,


Per vedere il suo Paolin,
La sua madre, corre in fretta
E le serra... il finestrini
3.

Teresina va alla porta


Con Paolino a ragionar;
Ma sua madre se n' accorta,
Presto in casa la fa andar.
Teresina va alla chiesa
Per veder il suo Paolin,
Ma sua madre, per difesa,
Le sta sempre da vicin.
i.

Teresina stava in Chiesa


Ma con poca divozioni
Per guardare a Paolinetto
Tralasciava 1' orazion.
Un' occhiata sul libretto
Ed un' altra a Paolinetto ;
Ha pi genio a far P amor,
Che pregar nostro Signor.

..'5-

Teresina si ammalata
Tutto in causa dell' amor ;
Ma la mamma se n' andata
A chiamar un buon dottor.
Il buon Medico va l,
E domanda che cos'ha?
Teresina disse allor :
mio
Il
male...
1' ho nel cor!

6.

Ei le diede un vomitivo;
Ma quel male via non va,
Poi le diede un purgativo,
Ma pur questo a lei non fa.
Teresina sta nel letto
E con gran passione al cor

Se vedesse Paolinetto,
Cesserebbe ogni dolor.
7.

Paolinetto sent dire


Che Teresa vuol morire ;
Si vestito da fratin,
Per parlar con Teresin.

'

.._

Lui si mise la sottana,


Barba fnta ed il cordon,
Poi and dalla sua mamma,
Tutto pien di devozion.

8.

Le cerc la carit,
Poi disse : Che cosa ha ?
La sua madre prese a dir:
morir!
vuol
figlia
mia
La

Il fratin prese licenza

Di poterla visitar,

E la madre, con prudenza,


Nella stanza lo f andar...

Entr dentro il sor fratin,


Vide l la Teresin,
Che per causa dell' amor
La languiva dal dolor.
Le domanda che cos'ha?
Teresina prese a dir:
Un
dolore
mi
al
sta,
cor

Che non posso aver respir.


io.

La sua madre prestamente


La vuol fare confessar ;
Fece uscir tutta la gente
E la stanza fe'serrar.
Rest dentro nel stanzin
Solo il frate, e Teresin...
Che con finta divozione
Cominci la confessione.

*-

8-

'

11.

Teresina era convinta


Ch' egli fosse un buon fratin
Si lev la barba fnta
E conobbe il su'Paolin.

Dalla gran consolazione


Le cess quel gran dolor,
E divenne rossa e fresca,
Che pareva un grato fior.

9'

'

12.

Teresina in queir istante


A Paolino prese a dir:
Io ti prego, caro amante,
Di non farmi pi soffrir.
Se tu brami di sposarmi,
Non tenermi qui a penar;
Alfin voglio maritarmi,
Che cos non posso star.
13.
La mia madre ha gi deciso
Di mandarmi in monastr;
Ma io lo dico ben preciso
Che gli contro il mio voler.
La mia madre ha nel borsin
Un-trecento marenghin,
Che, se vado in Monastr,
A me dona volentier.

Se prometti di
Mi far dare
Questa notte
Con trecento

14.

sposarmi,
i quattrin;

fuggiremo
marenghin.

.-

io

.>

>.

E Paolino prese a dire:


Cara
gioia,
temer,
non

Che ora voglio contentarti


In qualunque tuo pensieri...
.

15.

Ho promesso di sposarti
E mai pi ti lascer;
E comincia a prepararti;
Questa notte arriver!
Il fratino apr la porta
E chiam la sua mamm,
le disse: - Questa volta
Vostra figlia in santit!
lfi.

Ho gi molto faticato
Per condurla al buon sentier;
Ma alla fine ha decretato
Di accettare il monastr.

E la madre assai propensa


Ringrazi quel bel fratin, E, per sua gran ricompensa,
Gli ha donato un marenghin.
17.

Ed il Frate se ne and
E la mamma ringrazi :
Bened quel bel fratin
Che guar la Teresin.
(disse)
Benedetto
il
Frate,

Benedetto il suo cordon,


Che guar la Teresina
Che il Dottore non fu buon]
.

18.

Teresin fece a sua madre

Un parlare lusinghier;
Si f' dar tutti i marenghi
Per andar al Monastr;

_ 12

E poi dpo a mezzanottev


fuggita con Paolin;
Port via la brava dote
Di trecento marenghin.

19.

La mattina di buon' ora


La sua mamma, con piacer,
La chiam con gran premura
Per condurla al Monastr.
Ella aveva la speranza

.; 13

:V:,.

Di parlar con Teresin,


Ma trov... dentro la stanza
.

Una gatta... ed un gattin !


20.

Questo fatto, padri e madri,


Vi potrebbe ora avvertir:
Se una figlia vuol marito,
Non si deve mai impedir!
Perch il Santo matrimonio
ordinato dal Signor :
Se una figlia si marita,
Obbedisce al Creator.
21.

Padri e madri, state attenti,


Ben ponetemi attenzione:
Non mandate nei Conventi
Figli, senza vocazione.
Voi potete consigliarli,
Ma lasciarli in libert;
Non dovete mai forzarli
Contro loro volont.

.'' 14
88.

Impedite a' vostri figli,


Quando male vanno a far;
Ma non mai cercare appigli,
Se si voglion maritar.
Che se poi faran del male
La cagion sempre sar,
Di quel padre e quella madre
Che imped la libert!....

FINE

DOVE SONO?
(Lamento)
Dove son? dove fui? che

m'addolora?

Ahim ch'io la rividi, e che giammai


Non avr pace al mondo insin ch'io mora.
Che vidi, o ciel, che vidi, e che bramai !
Perch vacillo? e che spavento questo?
Io non so quel ch'io fo, n quel ch'oprai.

18
Fugge la luce, e '1 suolo eh' io calpesto
Ondeggia e balza, in guisa tal ch'io spero
Oh' egli sia sogno e eh' io non sia ben desto.

Ahim ch'io veglio, e quel che sento il vero;


Vero ch'anzi morr ch'ai guardo mio
Sorga sereno un d su 1' emisfero*

Meglio era ch'io morissi avanti ch'io


Eivedessi colei che in cor m' ha posto
Di morire un asprissimo desio :
Ch' allor le membra in p ace avrei composto :
Or fia con pianto il fin della mia vita,
Or con affanno al mio passar m'accosto.

0 cielo,

o cielo, io

ti domando aita.

Ohe far debb' io ? conforto, altro non vedo


Al mio dolo, che l'ultima partita.

Ahi ahi, chi l'avria detto ? appena il credo :


Quel ch'io la notte e il di pregar soleva
E sospirar, mJ dato, e morte chiedo.
Quanto sperar, quanto gioir mi leva
E spegne un punto sol !' com' egli scuro
Questo d che s vago io mi fingeva!

;-.

i7.~--.-'

Amore, io ti credetti assai tiien duro


Allor che desiai quel che m' ha fatto
Miser, fra quanti mai saranno o furo.

Gi t'ebbi in Seno ; ed in error m'ha tratto


La rimembranza : indarno oggi mi pento,
E meco indarno e teco, Amor, combatto.

Ma lieve a comportar quello eh' io sento


Fora, sol eh'anco un poco io di quel volto
Dissetar mi potessi a mio talento.

Ora il pi rivederla oggi m' tolto,


Ella si parte e m'ha per sempre un giorno
In miseria amarissima sepolto.

la tanto io grido,

e qui vagando intorno,


Invan la pioggia invoco e la tempesta
Acci che la ritenga al mio soggiorno.
Pure il vento mugga nella foresta,
E mugga tra le nubi il tuono errante,
In sul di, poi che l'alba erasi desta.

0 care nubi,

o cielo, o terra, o piante,


donna mia; piet, se trova

Parte la
Pietate al mondo un infelice amante.

18-

Or prorompi, o procella, or fate prova


Di sommergermi, o nembi, insino a tanto
Che '1 sole ad altre terre il d rinnova.

S'apre il ciel, cade il

in ogni canto
erbe e le fronde, e m'abbarbaglia
soffio,

Posan 1'
Le luci il crudo sol pregne di pianto.

Io veggio ben eh' a quel ohe mi travaglia


Nessuno ha cura; io veggio che negletto,
Ignoto, il mio dolor mi fiede e taglia.
Segui, m' ardi, mi strazia, a tuo diletto
Spegnimi, o ciel; se gi non prima il core
Di propria mano io strappomi dal petto.

0 donna, e tu mi lasci ;

e questo amore

Ch'io ti porto, non sai, ne te n* avvisa


L'angoscia di mia fronte e lo stupore.
Cos pur sempre : e non sia mai divisa
Teco mia doglia ; e tu d'amor lontana

Vivi beata sempre ad una guisa.


Deh giammai questa cruda e questa insana
Angoscia non la tocchi ; a me si dia
Sempre doglia infinita e sovrumana.

19

Intanto io per te piango, o donna mia,


Che m' abbandoni, ed io solo rimagno
Del mio spietato affetto in compagnia

far? di che mi lagno?


Poi che seguir n ritener ti posso,

Ohe penso? che

Io disperatamente anelo e piagno.


E pianger quando lucente e rosso
Apparr l'oriente e quando bruno,
Ein che il peso carnai non avr scosso.

N tu saprai ch'io piango, e ohe digiuno


Della tua vista io mi disfaccio; e morto,
Da te non avr mai pianto nessuno.
Cos vivo e morr senza conforto!

FINE.

"'

21

.Or non ho pi con chi passeggiare al Molo,


:

O divertirmi in casa alla primiera J


Ahi ! perch dell' amore in sul cammino,
Avea da ritrovar questo cugino ?
Chi me l'avesse detto, lla che tante

E tante prove mi don d'affetto,


Or darsi in braccio,d'un novello amante,
E lasciar me cos tristo e negletto,
E per chi poi? mio Dio! per un meschino
Arci-maledettissimo cugino!
donne, per piet qual' il motivo
Di questa cos sciocca preferenza?
Ci penso da due mesi e non arrivo
A indovinar qual sia la differenza,
Fra un amante che il nome ha di cugino,
E un altro che non abbia egual destino !

Uta,

Ci dev' esser per Bacco ! qualche cosa


Ch'io non capisco, e non mi so spiegare,
Un qualche pregio una virt nascosa,
Certo che nel cugin s' ha da trovare-,

Altrimenti sarebbe una pazzia


Nutrir per esso tanta simpata!

22
__

Io non cito ad esempio il caso mio:


Perch se dobbiam dirla qui a quattr' occhi,
Egli lungo, io son corto, ei grassso, ed io
Mi reggo a malapena in su i ginocchi.
Egli ha la barba, ed io non tengo un pelo!
Che^ pure in questo m'ha punito il cielo ?

Ma citar vi potrei ben mille e mille


Simili esempi, e da toccar con mano,
Che d'un cugin le magiche pupille

Han per voi* tal possente talismano


Da farvi tosto spalancare il cuore,
Da farvi cader morte per l'amore
E qui se vi svolgessi un po' l'istoria.

Quanti di questi fatti vi direi:


Ma adesso non ho pi quella memoria,
Che avea s bella nei primi anni miei !
E tanto di moderno che d'antico,
Donne, oggi pi non mi Bicordo un ficai

Quel eh' certo per, oh' io non mi fido


Di soffrir pi questa gena si trista,
Io che di tutto al mondo me la rido,
Bastami solo d'un cugin la vista

'.:

-v.

='

-- ?s

A cacciarmi tal brivido nell'ossa,


Da farmi venir meno per la scossa.

0 giovinotti che all'ingenuo riso


Di femminea belt v'innamorate;
Udite, udite il salutare avviso,
E sian queste parole in voi stampate,
Lungi da quelle donne, a cui vicino
Giace la mala serpe d' un cugino !

FINE.

Il pi bel regalo che si possa fare

ai bambini il grande Album:

E. CAPPELLI
IL PRIMO LIBRO DEL BAMBINO
LETTURA E SCRITTURA.

Con questo libro, i bambini analfabeti imparano con molta facilit a leggere
ed a scrivere ; quelli che gi sanno si
perfezionano sempre pi. Tutti si divertono a g-uardare le 300 figure in nero e
a colori che adornano il Libro, legato

solidamente in cartone.

in vendita dai principali Librai, e sar spedito,


per posta raccomandato, franco di porto in tutto il Regno, dietro invio di Lire 2, all'Editore Adriano Salani,
Viale Militare Firenze.

aiMARILLA
Dalla quale si pu conoscere quando
\i.ola^Beatissima Vergine, con Ges
Bambino e San "Giuseppe, se ne
fuggirono in Egitto, e come incontrarono da essa alloggio e vitto.

FIRENZE

'

TIPOGRAFIA ADRIANO BALANI

Viale Militare
1002.

Zingarella.
Dio

ti salvi bella

Signora,

E ti dia buona ventura?


Ben venuto vecckiarello,
Cou quel caro bambinello?

Madonna.
Ben trovata sorella mia
La sua grazia Iddio ti dia;
Ti perdona li peccate,

L'infinita sua bontato.


Zingarella.
Siete stanchi li meschini
Credo, o poveri pellegrini-,
Da alloggiare voi cercate
Voi, Signora, scavalcate.

Madonna.
Voi siete, \r dorella mia,

Tutta piena di cortesia;

Dio

ti renda la carit

Per la somma sua bont!


Zingarella.
Sono una donna Zingarella

Bench' io sia gi poverella;


Pure io t' offro casa mia
Bench degna di te non sia.
Madonna.

Sia Iddio sempre ognor lodato,


E da tutti ringraziato!
Mia sorella,, il tuo amore
Mi consola questo cuore?

Zingarella.

mia Signora
Che il tuo affetto m'innamorai
Io di te prender cura
E terr la tua creatura.

Or scavalca

Madonna.

lazzaretto.
Siamo senza alcun ricetto;
Siam qui giunti in compagnia
Stanchi e lassi dalla via !...

Noi veniam da

Zingarella.
Io ci ho qua una stallicella
Buona per la Somarella;
Paglia e fieno ora vi metto

T' per tutti

lo ricetto.

Se non qual meritate


Mia Signora perdonate:
Come posso, da meschina

Ricettare una Regina?


E tu vecchiarello siedi,
Che venisti sempre a piedi;
Bella Regina, oh, meraviglia!
Fatto avete trecento miglia,
Mo' che caro bambinello!
Ei par fatto col pennello;
A voi Signora io rassomiglio
Madre bella, il bello figlio.

6- ','

Hai presenza da Regina,


Il mio cuore l'indovina ;
II tuo figlio, ed il tuo sposo
L' uno bel, T altro grazioso
Se

ti piace, stamattina
Tua ventura s'indovina;
Giacch noi, Zingare care,
Possiam tutto indovinare.

Qul che adesso dir a te


Tu lo sai meglio di me;
E alla tua bella presenza,
Tu dimostri gran sapienza.

In Betlemme tu siei stata


Dal timore scorrucciata;
Non tremare, o mia Signora,
Qui sei giunta alla buonora!
Io son pazza d' allegrezza,
Piena son di contentezza ;
E per quanto ora discerno
Posti eletta oggi ah eterno*

Fosti sempre da Dio amata,


Tutta pura e Immacolata;

Del Signore Iddio sei Madre


Che su in Cielo tien suo Padre.

Anna fu tua genitrice,


Giovacchin padre si dice,
Io dir, Signora mia:
Santa Vergine Maria!
Te cresciuta, presentorno "
E dal Tempio ti portone;

L dormivi, l mangiavi,
L leggevi ed insegnavi;

Poi ti diedero tal Sposo


Puro, santo, ed amoroso ;
Per miracolo d'Iddio
La sua verga rifiorio.
Concepisti poi il bambino
Per lo Spirito Divino ;
Questo il vero Figlio tuo,
Non lo Sposo il Padre suo!
Dio mand 1' ambasciatore,

Gabbriele, con splendore;


Eri in camera serrata
Quando ei fece l'imbasciata.

Tu sapei, pria che parlasse,


Che Dio-Uomo dovesse farse;
E a te diede la missione
Di far quella Concezione.
Scese a te grazia Divina
Sei del Ciel fatta Regina;
Il Signore con te sia
Dio ti salvi ognor, Maria !

Disse 1' Angiol ; te turbata,


Dopo averti salutata:
Benedetto ora il tuo
Redentor del mondo

frutto

tutto!

Maria tergi ogni tuo pianto,


Spirto Santo.
Opra dello
Virgin Madre, Tu sarai

Di bont 1' angiol

sarai!

Allor subito umiliata


Consentisti all'imbasciata:
Cos fu, come diss'io,
Fosti Madre d' un Iddio.
Ma Giuseppe,

il caro Sposo,

Stava tutto pensieroso,

Quando vide eh' eri in pena


Di tal grazia colma, e piena!

Ei dall' Angelo avvisato


Rest tosto consolato :

Alla tua bella presenza


Ti parl con riverenza.

Indi a tempo partoristi,


Collo Sposo

tu partisti;

Camminando in Bettelemme
Presso di Gerusalemme.
Non potesti tu trovare
Da mangiar, n d' alloggiare:
N' una stalla... ahi tirannia!
Ti ascondesti, o Madre mia!
Oh, che povero ricetto!

Senza fuoco... senza letto!


Quella stalla cos brutta
Era umida, ora asciuttai
A

mezzanotte partoriste
Senza duolo lo fmiste ;
Questo figlio inzuccherato
S dal mondo desiato !

'10..

Riverente l'adorasti
Poi fra' panni l'infasciasti;
Poi il mettesti in mezzo, dove
Era un Asino col BoVe.
Fu sua cuna, la mangiatora
Non ver, bella Signora?
Nacque Iddio,su questa terra
Pose pace* lev guerra!
Fu la notte risplendente,
Che stup tutta la gente:
E, cantando ogni Pastore
Dicea: Nato il Salvatore! '
Gli Angel' pur si ud cantare

Per le genti rallegrare.


0 che notte di allegrezza!
0 qual gaudio e contentezza!

J Pastori vi adororno
Molti doni vi portorno;
E dicevan per la via:
gi nato il gran Messia!
*

Ora tu, Signora mia,


Che sei piena di cortesia,

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:V'';

.'' '-1;

Mostra a me, per tuo favore,


Il tuo figlio Redentore?
Madonna.
Date qua, mio caro Sposo

Il mio figlio grazioso:

Acci veda la meschina

Zingarella che indovina.


Guarda ben questo bel viso:
Che rallegra il Paradiso ?
Questo Figlio gli tuo Dio
Corpo, sangue e fiato mio!
Dell' Eterno Padre tglio
Dio di pace e di consiglio;
Figlio e Uomo fatto sia
Per sua vera cortesia.
0 sorella, il Redentore
Venne qua pel peccatore;
Soffre lui, patisco anch' io
Soffre ancor lo Sposo mio!

Zingarella.

inzuccherato!
Il mio cuore innamorato.
0 Signora Imperatrice,
Io son grande peccatrice !

Oh, che figlio

Il suo nome gli Ges


Chi non 1' ama, non sa pi;
Voi gi siete, o gioja mia,
Questo vero gran, Messia !
Che Dio Padre, benedetto

Qui in Egitto avea predetto,


Di levarci Idolatria,

Santa Madre di Maria.


Madre pura, Madre bella,

Esaudite mia favella:


Buona sorte fu la mia
D' incontrarvi per la via.

Il mio cuor parlava ognora,

Chi dicea gi d' esser fuora;


Giacch Iddio cos destina,
Che a voi faccia l'indovina.

Dammi in grazia tua divina


Dammi qn la tua manina!

Tutte quante tai parole


Mi si spiccano dal cuore.
Bella Madre di clemenza
Preparatevi a pazienza:
I tuoi guai non cesseranno
Altre cose ti avverranno.
difficile in tal parte
Di poter campar con 1'

Bench fai

arte :

tu il falegname

Patirete della fame!


Perocch cotesta gente
II lavor voglion per niente;
E una cosa ora v' imparo
Di dar ordine a un telare
ascia, lo scarpello,
Una sega ed un martello,
Un succhiello, e ferrettini,
Per voi poeri pellegrini.

E con 1'

Voi potrete s campare


Con il tessere e filare;

li sette anni
Iscir poi da questi panni!
E compiti

Par mi senta ora ispirare,


Tutto quel che ha da passare:
Par davver debba predire,
Tutto quel che ha da patire !
Ma il futuro del Signore
Me lo ispira il Redentore;

Sento gi che ho cominciato

Il futuro ed il passato.

vi
Or di qua voi partirete

da Nazzaret ve n' andrete ;


Sar allor questo figliolo
Di sett' anni cresciuto solo.
E

I suoi detti saranno obbedienti


Consolatevi negli stenti ;
Questi sett' anni passeranno
Ma non senza grave affanno.
Che un dolore sentirete
Quando poi lo perderete,

Disputante tra i Dottori :


E a trovarlo andrete fuori.

Il tuo caro, amato Sposo,


In un letto doloroso.
Star sempre ivi ammalato
Fino all'ultimo suo fiato
E tuo Figlio il trover,
Ed assai il consoler ;
0 Giuseppe grazioso
Di Maria, gi caro Sposo!

Ricordatevi dei mia,


Per amore di Maria;
E passati li trent' anni
Dir Cristo a San Giovanni :
a voglio esser nel Giordano

Battezzato di tua mano!


Per fondar 1' apostolato
Tutto Santo ed aggiustato.

Poi con grande sua allegrezza

Giusta, Santa, in sua saviezza


Gran miracoli far
Fino i morti rivivr.
i

In Galilea, al gran festino,


L' acqua convertir in vino.

Cos,

tutti i convitati

Saran molto consolati.

Paralitici, in virtute
Con i muti avran salute;
Ed i ciechi e gli stroppiati.
Con i sordi e indemoniati.
Vorrei dirti che nel cuore
Avrai danno e rio dolore;
Ed Ei puf con riverenza
Vi domander licenza.
Vi

dir vi uniformiate
Alla Divina volontate,
Perch sono giunte 1' ore
Di salvare il peccatre.

Tu sai gi che venne a fare

L'uomo subito a salvare ;


E tu allor con gran pazienza,
Sii darai quella licenza.

Ed inoltre, credo certo,


Ch' Ei n' andr l nel Deserto,

pregar, 1' uomo divino,


Senza pane e senza vino.
A

Comparir il diavolo cane !


Vorr far le pietre infame;
Ma sar precipitato
Per virt del Dio Umanato!
Andr poi in Gerusaleme
Con gli Apostoli anche insieme;
Entrer fra ulivi e palmi,
Canteranno g* inni e i salmi.
E

sar, Signora mia,


Tratto come il ver Messia.
Con gran festa Egli entrer
Ed al Tempio se n* andr.

Poi entrer il Divin Signore


Nel Cenacol con amore:

E gli Apostoli inviter


Con bontade e carit!

Laver a ciascuno il piede


Anco a Giuda eh' ivi siede:
E non sol li laver
Ma pi volte bacier.
Prender colle sue mane
Consacrandolo, del pane;

dir:

Lo

Questo

il

stesso Dio,
vero corpo mio !

Poi nel calice Divino

Muterassi in sangue il vino ;


Gran portento di suo amore
Che far l'Iddio Signore !
Fatto gi il gran Sacramento
Non avr pi luogo Avvento;
E con tutta compassione
Comincier la sua Passione.
Egli andr nell' Orto Santo
A. pregar con sommo pianto;
E lasciata la compagnia
Patir grande agonia!...
Suder abbondante Sangue,
E cadrassi a terra esangue;
Gabbriele, bene accorto,
Verr gi a dargli conforto.
Giuda poi, a queir Orazione,
Per tradirlo avr intenzione ;
E col bacio il tradir.
Per danaro il vender!

^-';

v;:-

I Giudei l'arresteranno,
E legato, il porteranno
Come avesse fatto male,

DI uno in. altro Tribunale.


Ad Anna lo presenteranno,
Dove l'interrogheranno
E alla prima domandata

Gli

daranno una guanciata.

Sar poscia tormentato


Or da Erode, or da Pilato ;
E battuto e messo in gogna
Nudo bruco, con vergogna...
Una Corona intrecceranno
E

di spine la faranno;

Qual Corona, lavorata,


La sua testa avr impiagata.

Poi dai Giudici e Pilato


Verr alfine condannato.
Ei diranno ad alta voce :
Muoia sopra dura Croce !
.

Mani e pie g* inchioderanno


Il suo cuore feriranno ;

m
;..'>

La lanciata crucia sia


Fin che morto egli non sia!
Qual dolor tu sentirai
Quando in braccio .1'averai...
Morto, esangue, insanguinato
Col suo corpo scorticato !

Con gran lacrime e sospire,

porteranno a seppellire,
Dentro un nuovo monumento
Per tuo ultimo tormento.

Lo

Dunque, o Madre sconsolata,


Sempre siei nostra Avvocata;
Che del Figlio d'Iddio madre
Siete in Ciel col Diviii Padre.
Sposa /Tello Spirto Santo
Non puoi aver pi gloria e
Sei arrivata a tai dolori

Per nojaltri peccatori.


Non

ti voglio or pi tediare

0 Signora, eh' hai da dar

vanto ;

A sta poera Zingarella


Un po' di elemosinella !
Non vuo'oro, n

danare,

Bench tu ne possa dare :


E sebben sembri pezzente
Hai con te l'Onnipotente.
Vuo' una vera contrizione

Per tua somma intercessione;


Onde 1' alma, dopo morte,
Entri nelle divin porto!

AMEN.

mififa 1MmiWmiME
ridle
Ci GOSTUDISCA SENZA PECCATI

0 abisso di piet, Madre Maria


Ti clono tutti i sensi e l'alma mia!
Tu cara Madre ci hai da costudire
/ Mortificaci, e non farci mai fallire.
Ben vedi, Madre mia, per il passato

"''>

Quanto li sensi miei m' han rovinato;


Li clono dunque, a Te, grande Signora,
Che me li guardi puri e santi ognora.
Ho fatto ancor tal dono al Tuo bel Figlio.
Poich tanto ha di me s buon consiglio;y
Voglio inoltre che il dono, o buona Madre,
Sia accetto su nel Cielo al Divin Padre.

Abbi pazienza, o Madre s pietosa,


Se Ti offro i sensi, e l'alma mia amorosa/
Spero che se mi tien sotto il Tuo manto,
Per la Tua cura diventer Santo!
FINE.

'

LIBRETTI
a dieci centesimi ciascuno.
.

1.
'2.

Dottrina Cristiana.
Saltero per i Fanciulli.
Libretto d'Aritmetica.
Giuseppe Ebreo.
Profezie di Brandano.

3.
4.
5.
6. Genoveffa.
7. Canto d'Erminia.
& Il vero Amic di casa.
9. Il medico Grillo.
'. \
10. Storia di Nostra Signora di Lourdes.

'

11. Triduo di Ges Nazzareno.


12. ,1 sette dolori ed allegrezze di San Giuseppe.
13. Preghiere al Santissimo Sacramento.
14 Corona di Spine di Ges Cristo.
15.JDorona di Spine di Maria Santissima.
16. Rosario per l'Anime sante del Purgatorio.
17. Memoriale degli Afflitti.
18. Corona de' sette dolori di Maria Vergine.
19. Orazione composta da San Gregorio in onore
di Maria Vergine.
20. Corona de' sette gaudi di Maria Vergine.
21. Triduo a Sant'Antonio da Padova per do22.
23.
24.

.25.
26.
27.
28.
29.
30.

mandare qualunque grazia.


I Tredici marted in onore di Sant'Antonio
da Padova.
Rosario in onore di San Giuseppe.
I Pastori di Betlem.
I Misteri dolorosi degli agonizzanti.
I Tredici venerd di San Francesco di Paola.
Laudi Saere a Maria Santissima.
Rosario vivente.
Via Crucis.
Visita delle sette Chiese.

31. Novena del Santo Vecchio Simeone,


.
32. Novena della Madonna del Buon Consiglio^':
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33. Novena: di Sant' Anna.
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34. Noviia del

35.
36.
37*

38.
39.

40.
41.
42.
48.
44.
45.
46.
47.
48.
49.
50.

Sangue Sparso.
Novena per la commemorazione dei fedeli
Defunti.
Novna del Santo Natale.
Noyea di San Giuseppe.
Novena in onore dei Santi Angeli Custodi.
Novena alla SS. Vrgine della Misericordia.
Novena in onore a Sant' Antonio da Padova.
Novena in onore di San Francesco d'Assisi.
Novena per la festa di Ges Nazzareno.
Novena in onore di San Gaetano.
Novena in onore dello Spirito Santo.
Novena in onore di San ^Francesco di Paola.
Novena in onore del, Sacro Cuore di Ges.
Novena in onore della Madonna delle Grazie.
Novena a San Torello.
Novena della" SS. Concezione.
Novena in onore^di Maria Santissima Assunta

in Cielo.

LIBRETTI
a quindici centesimi ciascuno.
Sacre Offerte dei principali patimenti di Ges;
Vita del Re Giosafat convertito da Barlaam.
Il Pianto di Maria i piedi della Croce.
Novena in onore dell'Arcangelo Raffaello.
Laudi dei Padri Missionari.
Si trovano presso tutti i Librai d'Italia,
e dall'Editore Adriano Salani, Viale Militare, Firenze.

Contraste insuffisant

NFZ 43-120-14

Texte deteriore rei iure dfectueuse

NFZ 43-120-11

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