Marco Polo Da Veniesia de Le Meraveglios PDF
Marco Polo Da Veniesia de Le Meraveglios PDF
Marco Polo Da Veniesia de Le Meraveglios PDF
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fcreti, efanijin la fede deli Chriſtiani, Echefapeste
bendiſputare perlafede èmoſtrarper ragionà tutte
la fuagente,&à tutti quellicheadoragl'Idoli, come
la legge de Tartarinon è buona. E come gl'Idoliè.
operadiabolica, e che limoſtriperragione come la
fede de Chriſtianièla miglior fede che fia nel mon-,
do, Ancora pregò el gran Chanlidoi fratellichelo
rogliportaffedell'oglio, cheardenelcelendelodiº.
nanzialfepolchro de Christo in Gieruſalem« . . . .
o С A P I т Ο Ι. Q.; III. * و.
ﺩه
Iceuutelelettere,e le ambaſciate ilgran Chan,
fè farvna tauola d'oro nellaqual fece ſcri
uer quello che luiçommandaua a tuttigli ſuoi ſud
diti doue doueua paffar quefti fuoi Ambaſciato-.
ri, che tuttidebba obedir loro ditutte le ſpeſe, che
li faceffe biſognosì deviuande, come anco de Na
uilij, de comitiua degentia pie, e à cauallo, come
à loro bilognafle, ficome farebbe algran Chan, fe
perſonalmente egli paffaffe peril detto viaggio. Et
quando Nicolò, Maffio, e Cogobal furno bene.
apparecchiati de tutte le cofe che à lorobifogna
ua, e tolta licentia dal ſuo Signore montò à caual
lo, & andoffene caualcando ben per ventigiorna
te. Et qui s'infermò Cogobal, e morì, Et gli detti
fratellife n'andò al ſuo viaggio. Et in tutti i lochi
che loro moſtrauano la tauola d’oro loro erano
feruiti, &L honorati de tutte le cofe che a loroha
uean dibiſogno, e diguide. E tanto caualcò che.
gli peruenne advn loco, ilqual è detto la Giaza- .
-- - - - - A 4 Et
13 . . . vir A G ст 'D'م...
ַمة ז
Et dallaterra delgran Chan fin'a la Giázá fertero;
agandaruitre anni. Questo fừpër ſigran fiumi, e
fpesteh'eglitronaua, e permaliterripi;&etiamdiợ :
perligranfanghi:Dafa Giazafepartì, evenne in
Atridelmefe di Aprile del 1272. Et qui intefero, ?
che Papa era mðrtờ, chefü Papa Clemente. Quã
do egiiinteleläinörté déi Paſtor,trouờini vn Lega
to chaueanome mester Thebaldo, ilquale era per
la fanta madre Chięſäin quelle partioitráil mare.
Et a quello អ៊ីវ៉ូ fece l'imbaſciata dei
gran Čhan. Vdita 'åmbaſciata; gli diffe,che loroaſ
pettafetantoihfiú chéfehe faceTevfi'altro; lidui
fratëllife partì, &åndò a Negroponte, e puoià Ve
netiapërfaper nouelle difuagente, e dela donna . '
fua; e quella trouò, ch'era morta. Et hauea laſciato
vnfuo figliuolo,ilqualhaueaa nome Marco, ilqual
fão padre Nicolò non l’haueua veduto, & era del
tempo de quindeci anni. Queſto Marco è quello,
che ſcriſſe queſto Libro. Stette gli dui fratelli circa
annidui, alpettando la eletione del Papa. Et ve
dendoloro che'l paffaua troppo tempo fi partì da
Venetia, & menò via infieme con lui Marco fuo fi
gliuolo,& andò in Gieruſalem per pigliardeľoglio,
ſecondo ch'egli hauea per comandamento delgā
Chan. Epigliato l’oglio eglitornò in Atridal Le
gato. Et pigliata licentia da queſto per ritornar
dalgran Chan. Il Legato fece farlettere, promet
tendo lui de mandar al Papa le fue ambaſciate ,
eſculando etiandio gli dui fratelli , fcriuendo
-------------------
al
M A R C Q : PAO L O 8
algran Chan, com’effihxueuaben fatto quello che,
afpettaua à le file ambaſciate per la ſua pofianza; e,
cofi ſepartì, e venne alla Giaza. . - a
. . it'; } - : , : , : : : : : ::
. : С. А Р І ТО L О IV. . . . . . .
TN queſto mezofù notificato à il Legato ch'era
I ſtato fattovn Papa nouo, ilqualfù Papa Grego
rio da Piaſenza, e ſubito il Legato mą ndò mefia à
luidui fratelli,che ſubito tornaffein Arti. Il Rè d’Ar
menia fece apparecchiar vna Galia, con laquai effi
fe n'andò dal Paſtor:liqualifurono riceuuti con grã
festa. E degli reſponfione delle ambaſciate, e degli
duifrati predicatori, i qualidoueua andar con lidet
ti due fratelli algrã Chan. L'vn fù frà Nicolo da Vi
cenza.L'altrofù vn fra Guglielmo da Tripoli,liqua
lierano molto fauijin diſputare della Santa Fede,
Christiana. Etutti cinque ſe n'andorno infino alla
Giaza. Egiontiche furno, il Soldano di Babilonia
venne in Armenia con grand’effercito digente, e
danneggiarono moltolacontradá. Onde liduifa
telli temendo di nõ poter paffar rimafero col Mae
ítro del Tempio. Etfcriffelettere algran Chan, no
tificandolila conditione del fatto. E li dui fratesti
con Marco ſuo figliuolo,andò âvna Città,laqualha
uena nome Clemenif, e miſe à gran pericolo delle
a perſone: Inlaqualterra ilgran Ghan. Di quelle co
fe ch'eſſitrouò per via, ve farà detto in l'altra parte
dellibro. Eftette à andare dalla Giaza fino à Cleme
niftre annièmezo,perli grandi fiumi,pioze,e fredi,
,, Marco Polo, A 3 che
'#6 V Í A G G Í D Í -
C A P I T O L O V,
* /
M A R C O P O L'O: ii . .
ra recitar nouelle, quandomeffo alcun vegniua de
alcun viazo Marco confiderando queſto, ſe propo
ne in l'animo defaperben riſpondere, cofi de la am
baſciata, come de la conditione, e stadi dele terrese
dibaroni, e per queſto ello ſcriuea tutto, e notaua .
Etornando che': fù ello feppe fibendire, che ello
venne intanta gratia al gran Chan, che tutti quelli
della corte el chiamaua pur fignor, vedếde l'honor
che'Ifignorgli faceua, e cofiello appellò per no
me queſto libro Signore. E cofiftette mifer Marco
in corte peranni difiſette. Et in tutto queſto tempo
fempre fà imbaſciator delgran Chan pertutte pro
uincie. Per lequalambaſciarie ello era molto inui
diado da tutta la corte, e tutto ciò che ello vedeuas
e cognoſceua,che gli pareua da notar tutto ello no
taua, e ſcriueu.a. E queſta è la cagion de faper reci
tareturte le prouincie de Oriente, per la qual cofa
perfettamentele recitaua al ſuo Sig.
C A P I T O L O VI. « *
: :: »C A P I TOL O VII.a.:: -
*:。
· :Mur Auutà la gratia il Signorfe daralliduifratelli,
: قﺩر مﺍ قال. fa ,teraM der tanole d'oro diçõmandamen -
|- - - *
C A P I T O L O V I I I.
- , * - A ·
Vando al luoco della donna furono arriua
N-X ti trouò che'l Rè Argon, che dcueua ef
fer ſuomarito era morto, per laqual cola la don
na fù data à vn fuo Figiuolo . E fapete che tut
ti quelli Ioo. che intrò in naue, morì tutti quan
-ți faluo 17. E in loco tenente del Rè Argọn Signo
reggiaua vno, ilquale era chiamato Acatu, Im
percioche il Figliuolo del Rè Argpn era troppo
, piccolo, & à quello fù fattele ambaſciate, etol
fe licentia da Acatu. Acatu gli fe dar quattro
, tauole de commandamento, due de Zirfalchi. La
, terza de huomini. La quarta per le ſpele, e per
e le fcorte come efio foffe proprio in perſona-.
|- A 7 : Et
14 V I A G G I D I
Et cofi gifù fatto, e più fiateha perfcorta 2do. ca
ualli davna terra à l'altra. Et figlifaceaben luoco,
impercioche in moltilochi fitroua affairobatori, &
affaffini.E tanto caualcò questitre fignorich'eſſiar
riuò in Trabefonda, poiin Coſtantinopoli, e poi in
Negroponte,e poi in Venetia,e queſto fù del 1295.
Queſta hiſtoria hauemo ſcritta, accioche ciaſcadun
poſla effer certi che Nicolò. Mafio, e Marco potè al
dire,veder,e faper le hiſtorie chefonofcritte in que
fto libro per loro acopiato. Ma ſe volemo dire de,
quelle coſe lequalinoi vedeffimo, e trouaffino per
diuerſe parte, e per diuerfi regni. E fi comenzare
mo al nome del Padre, del Figlio, e del Spiritofani
to, ch'èterzo configlio. -
Ο Α. Ρ Ι Τ Ο Ι Ο ΙΧ, -
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tori à
ſo piacere.
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-. С А Р. I го Lо x I I. . .
I N Zordiana è vno Rè, ilquale hầnome Nanide
Jl. mclich, che in noſtra lingua è à dir Dauid Rè, &
èſotto lo Tartaro, & antichamente fecondo che,
vien detto naſceua tuttili Rè di quella prouincia có
vnſegno infula ſpalla deftra. Elli è belli huomi è
valentidell’armi, e d'archi, efono Chriſtiani Ege
refi inſembre, e porta li capegli à modo de preti.
Queſta è la prouincia laqual non puotè paffar il Rè.
Aleffandro quand'eſlo volle paffarin Occidente,
perche la via è molto ſtretta è dubbioſa, e da vna .
parte è il Mar, e dall'altra parte Montagne altiffi
me, che non ſe può Caualcar per quattro leghe, la
via è tantoftretta che pochi huomini il paſ 蠶
foà tutto il mondo. Vedendo il Rè Aleſſandro che
effo non poteua paffare volfe deuider che neffun.
poteffe andaradofio à lui,e fece farvna torre cógtã
fortezza, allaqualfü meffo nome ia torre dal ferro.
:
С АР І ТО L o x I і I. . .
N la Prouincia de Zorgai è molte Città , &C.
Il Caſtelli, e fi lauorano digran quantità de pan
ni di feta, e d’oro, &_ gl’è i migliori Afto
ri del Mondo, &_ gli è abbondanza ditutte le co
fe da viuere. Li huomini viue di بنگina
وm
de
# 4 -
TĘ v Í A G G r p r . .
de lauorar terre. La prouincia è piena di grandi
monti, e de stretti paffie fontane. Ondeli Tartari
non poteua mai hauer piena fignoria de quella pro
uincia,in quella contrada è vno Monaſterio de Mo
naci diSan Lunardo appfeffoèvno lago, non naſce
peſcefe non de quarefima. E comenzafene à cattar
lo primo dìde Quarefimain grande abbondantia,
e cofife netroua fina al Sabbato fanto. Epaffato
lo Sabbato più vno folo cauo non ſe ne troua al
mondo. Et ha nome queſto lago Geluchelam,e vol
ge intorno 7oo. miglia . Et è longi dal mar d'o
gni parte xii, giornate,&intra in Eufrates,ch’èvho
de li quatro fiumidel Paradilo Terreſtre,&è de mol
ti altri frutti circondatili montièle terre d’India, e
d'Índia, e portada fedż, laqualhầnome gela.
Noi hauenno ditto delle contrade d’Armenia L.
verſo ſeptentrione. Hor ve diremo de li altri confi
niliqualifono frà el mezo dì, & Occidente. *
с А p 1 т о Lо хгv. 2.
Oful è vno Regno grande, iui habita più
VA generation, de gente ; iui è vna gente, li
quali è ditti Arabi, e queſti adorano Macomet
to, egliè vna altra generation, liquali fono Chri
ftiani, ma non fonó perfettifecondo la fede, Ca
tholica, & è Heretici, & è ditti Iacobini, e Nefto=
rini, & hanno vno Patriarcha, loqual è chiamato
Iacolia, e queſto få Arciuefcoui, Veſcoui, Abbati,
Preti, & altricherici, e manda quelli per Oriente a
in India, in Laducata,in Baldach, come fa el Papa
ill
м А R С О Р О Lo. 19
in queste nostre contrade, tuttili Christiani chefo
no in quelle parti Iacobini,e Nestorini ellihanno in
fuo animo bona fede. Iuièloro li panni difeda ch’è
detti Muſolini. Etgliè grandiffime mercantie diſpe
ciarie è d'altre mercantie. . . . .
In limonti di queſte prouincie habita gente, le
quali è dette card",& altrifono Iacobiniè Neſtorini,
altra partefono Saracini, liqualiadora Macômetto,
fono prodhomini per arme, e fono mali huomini, e
robbano volontierilimercadanti. Baſta ciò che ha
uemo detto del regno di Moful. Hor ve dirò de la L
Città grande di Baldach. -
C A P I T O L O X V.
- In
2O V I A G. G I : D I
: : in Bıldach fe lauora drappi d'oro, de diuerfel,
maniere e coff; de feda de nafich. Dena,che de cre
m fi,e fºffi de diuerfi laporieri con bestie,& gliè ab
bondantia de olelli, & altre beſtie. Baldach è la più
be la Città,e la miglior che fia in quelle contrade. E
ſappiche’i fà in Baldac vno Aichalifo de faracini,
alqual fù trou ato maggior teforo de pietre precio
fe, e d'oro,e d'argento, che hausste mai njun Signor
a! mondo, e dico come dal tempo della Incarnariõ
del noſtro Signor meffer Giesù Chriſto in 123o. Il
gran fignor de Tartarichiamato Alau, elqual era–.
fratello del gran fignor, ilqualera nominato Cubili,
congregò grandiſſimo effercito è venne ſcpra Bal
dach è prele la Città per forza,& era allhora in Bal
dachben too. Caualierià ſperon d’oro ſenza li altri
baroni, fi che grande forza fù å pigliar la Città, E
quando Alau hebbe prefa la Città, effo trouò evna
torrepiena d'oro, e d'argento,ęde pietre precioſe,
& era quello theforo fi grande che mai non fù vedu
tovno fi grande in niun loco. E quando Alau vide
tanto theſoro, molto femerauigliò, e mandò per lo
Alçhalifo, e diffe, io mimaraueglio molte de la tua
auariția perche non pendeui de questo theforo in
va'ếti huomini d'arme, che t'hauefie deffefo da me,
che ben fapeui, ch'io era tuo inimico mortale. Se tu
haueffidato del tuo theforo à glituoi Caualieri,for
fi t'haueriano deffefo chetu non haueresti pola tua
„terra.Lo Alchalifo non ſeppe quello chegli doụeffe
reſpondere. Etin quella fiata diffe Alau,poiche tãto
- - - defi
M A R C O P O L (). 2:
defideraui queſto theforo, io voglio che từ te ne fa
tij. Et allhora lo fece ferrar entro la Torre ſenza L
mangiare , e ſenza beuere. Ein cæpo quattro gior
ni fù trouato morto. Da queſto Achaifo innanzili
faracini non hebbe più Alchalifo ; g"huomini di
queſta Città fono molto accostumati, & honetti, ił
dir
peròdelle fue bontare,
ſeguirò & di
della Città coſtamitaria
Totis. troppostungo
- : r
° C A: P I T O L O X V T.
Otis, e vna Città moito grande, & e vna gran
s 1 de prouincia, in laquale, e molte Città, e Ca-
ftelst, & perche Totis, e la più nobił Città,che fix in
tutta la prouincia,to ve conterò de l'effer fuo:Lagẽs
re de Totis viué de mercadantie, & di arte lui fila
uorano molti panni d’oro, e di feta, li qualifono di
gran valore. La Città eben fituada, quà arriua met
cadanti d’india, e di Maldach,e di Molfu,e de Cre
mes, e di molte altre Città, & etiamdio mercadanti
latini. Iui fitrotta pietre precioſe in grande abbon
dantia, e molto gli guadagnanoli mercadanti. Et e
iui gran gente d’Armenij, Iacobini, e Nestoriai, e
Perfiani. Il popolo adora Macometto. Attorno la
Qittà e belliffimigiardini, e pieni di nobili frutti, Li
faracini ſonorij huomini, e gran traditori. '
- » C A P I T O L O , XV l J.
7 Oglio contarui vno grandiffino Miracfi
lo , il quai fù in Baldach , e in Moliti.
Vno Alchalifo , il quale voleua grandiffirmó
male à li Chriſtiani, e penſaus dì, e notte ce
r: - , , me
22 | V | A G G I O Î
moello li poteste deſtruzer tuttife ellinon renegaua
la fede Chriſtana,e come li poteste condurre a mor
te è tutto ei di fi configliaua con li ſuoi fauj Li Sara
cini voie gran mal a li Chriſtiaui. Et imperciò fopra
–diqueſto fatto eran molto folleciti, onde elli diffe a
Îo Alchalifo. Noi hauemo trouato la via che tu vai
cercando. Lo Euangelio de Chriſtiani dice, che chi
haueffe tanta Fede quanto faria vn gran defenau
ro,e dicefiid vn monte partite de quì,e vatene in al
troloco, che quel monte ſe leuaria, & anderia oue li
comandaffe. Onde fa conuocar tutti gli Chriſtianie
domanda ſelo ſuo Euangelio è vero, effi reſponderà
de sì. Comandag'i che li fazza leuar vn delli noſtri
monti. Noi non dubitemo che effi nol porà fare.
Alihora noili prenderemo e diremo ch’elli non hã
no tanta fede come è vngran de lenauro fecondo
che dice lo ſuo Euảngelio. Onde noi potremmo co
ma, darà loro, ò che effifazza leuar vn monte, &L
a idar altroue, ò che elli fe fazza tutti Saracini. Et fe
vna de queſte due cofe ellinon fa, che noilifaremo,
tutti occidere. Di questo configlio lo Alchalifo fù
moito allegro con tutta la ſua gente penfando com
piril ſuo deſiderio per queſto modo, e mandò per
tutti li Chriſtiani ch'era per le fue terre, liquali era
infiniti. E domandò ſe lo ſuo Euangelio era vero, e
fe elli credeua in lui. E tutti riſpoſe ſubito disì. Al
lhora lo Alchałifo dè a loro el partido ſopraſcrit
to e comandolli che infina à 15. dìdebbia hauer fat
toleuar el cotal monte è anɖaraltroue,ſe nó cheel
lo
*
M A R CO P O L Ó. 23 .
loglifaràtutti tagliarà pezzi grandi, e piccolinis
Li Chriſtiani furno in gran paura. Ma pur grań ſpeº
ranza hauean in lo noſtro fignor Giesù Chriſto. Lo
Vefcouo, e li facerdoti comandò che tutri douefle.
}
ftarin oration,pregando Dio che faza leuar lo mõ
se acciò, con li foi Chriſtiani fcampide tanta fen
tentia. Paffando otto dì l'Angelo di Dio venne in
vifional Vefcouo,e diffe, manda per cotal Caligaro
che non ha ſe non vn’occhio, e pregalo che'l debia
dir l'oration di Giesù Chriſto, che per quella oratiő
fe mouerà lo monte fecondo e'l voler de ſuoi con
trarij. Elo Veſcoito mandò per lo Caligaro, e pre
:
f.
gollo che' doneffe far oration à mifer Giesù Chri
ffo che’lfeffe mottere lo monte, e lo boh homo fe.
accuſaua peccatore non degno di dirhandar fi gran
de gratia al ſuo creator eículandoſe con grande hu
miltà come huomo honeſto, e caſto, e de fanta vita
ogni đìaldiuala Meffa, e faceua elemofine fecondo
la fua facultà. Et ello me defirmo fi ſe cauò lo occhio,
per la cagion ch'io vidirò, ello hauena aldito predi
car come diffe nifer Giesù Chriſto in lo Etrangelio »
ferotuo occhio te ſcandaliza canalo fuore, e butalo
via. Questo Calegaro non ſapeua lettere, ma era
homo de buon animo, e credetta che quella parola
fe doueffe intendere come ella ſe leggena per litte
ta. Venne vno dìvna gioitane alla faa ftagion per
vno paro đifcarpe, e lo Caligaro fi fece moſtrar el
piede per vederla forma,&incotinente l'inimicofi
l'hebbe tentato del visio de la carne,ma poco flette
- quello
24 , V I A G G I: D I :
quello glidie combiato,ecc.minciò molto à ripren=
derfidella fua mala cogitation, recordoffi della pa
rola dell'Euangelio detto di ſopra, e diſubito lui
fi cauò l’occhio del capo convna fuaftecca,per con
trition di quel peccato, &c. Li Chriſtiani tantolo
pregò, cheluigi Promiffe far tutta la ſua postanza
di pregar miffer Giesù Chriſto, che gli faceffe quel
la gratia;quamuisil fuffe peccator mortale. E venu
to il dì deltermine tuttili Chriſtiani feleuorno,e an
doffene à le fue Chiefe, e fece eãtar le fue fante Mef
fe.Poi le cõgrego tutti infieme,e huomini,e femine,
e piccioli, e grandi, e fece portarla Croce innanzi,e
li confaloni, e andoffene appresto al monte sùlo
piano. L’Alchalifo venne con grandiffima quanti
tà defaracinitutti armati per vccidere tutti li Chri
ftiani, fe'fmonte non fileuaua. Imperciò ch’effinõ
credeua, che il Dio de Chriſtiani hauefie tanta poſ
fanza, ch’il mõte fi doueste mouer. Et in quella fiata
il Calegaro amico di Dio fimiste å ginocchi nudi in
terra dauantialla Croce,e lenò le mani al Cielo pre
grando Christo dolcemếte, che faccia leuar il mon
te acciò che tanti ſuoi fideli Chriſtiani non moriffe
à fi crudel fentenza. Fatte le fue oratioņi confede,e
• cõ ſperanza, incotinente per la pofianza dell'Onni
potente Giesù Christoil monte fileuò, & andofene
doueg'era ordinato. Quandoglifaracini vide que
fto miracolo tutti fi marauigliorno dicéde molto,e
a grāde,e poffente il Dio de Christiani l'Archalifo cõ
grã moltitudine difaracini fi fece battezar alla fede
|- Chri
м А ќ d o i o 1. о. . . . . . .
ಳ್ಗ Mortolo Alchalifoli Saracini non velfe"
ch: foíle ſepolto in loco ch'eranofpott g'altri
Archalifi, imperciò ch’eglifapeua, chegliera fatto
verace Chriſtiano: Et gli trouò vna Croce fu la ſpal
la.&ompito è queſto miracolo,e raccontarvivogio
della prouincia di Perfia. ' ' , " * * *
“: - C A P I T O L o xv III. ·
| Р Erfiaèvna prouincia nobile.edigran valoregist"
I fù altempo antico &alpreſente è molto destru
ta dalli Tartári. In Perfiaèvna città laqua!hà nome
Saba,della quaife partiglitre Mºgiliquali andórfio
tadorar Gieſu Christo, quando naſcete in Bethełem,
&íh quella città èle fue ſepolture molto belle. Mat
cộfừin quella città,e domādòlagente đíquellerer
re circonuicine della condition dellitre Magi;&tő”
lifepero direcefaakuna đi verità, faluo che quellí
ſtre Rè, che fono ſepoltiin quelle tre arche, e non
diceua, come diffe l'altragente di quelle prouincte:
fecondo che vdirete, e non quello che fi dice.
{ С А Р і т. О Lо хлх.
E Voglio che voi fappiate, che pertre giorna?
L te õltra Saba è vn Caſtelo, ilqual ha nome.
:Calafata per inſta , che vuol dire in lingủa no
eſtra caſtel di quelli che adora il fuoco per vn fho
"Dio, e dirouuila cagione diqueſto. E dice la gen
ktedi quel caſtello, quando li tre Rè di quella ,
contrata andò peradorar vn Profeta, jiquaie era .
(naſciuto in terra di Giudea, e îi porto oro, in
&cenſo, e mirrha à quello, & circa la historiak
- |- fան
23 V II A G
G G. II Ð Í
fùa gli diffe mòlte hufie, eintrale altre falfità glidiſ:
is, che quando lorg venne à partire dal Profetail |
qual era vn putto de pochi giorni, lui gli diede vna
bustola la quale era ferrata, e dipartifie conla detta |
buflola che loro riceuette, caualcando per alcuni |
giorniche mai non l'aprì, e poi aperta trouò den
trovna pietra, laqual lorola diſprezzò, egittolla in :
vn pozzo, e tutte queſte coſe non fù vere, ma 醬
lagente cattiua, che non hà buonafede diffe qu f: :
to,e queſto crede, e fi difiechelvenne vnfoco daf
cielo che infiammò tutt’il pozzo, e quellitre Rèpi- i
gliò di quel foco, e fe ne portò alla ſua terra, e co
siloro adora quelfoco, e fe quello s'ammorzain
vn'altra terra loro van cercando, e non accende- :
rebbe li ſuoi celendeli conaſtrofocoanzilo van à :
pigliar cinque, òdiecigiornate lontano. Etinan- :
zivanno alpozzofelìnontrouafle altro. Ettutte H-:
fie coſe à meller Marco per quellidiquelcaſtelli fù :
dette. Ancoravi voglio narrar de l'altrę città dipfia
CAP I T 9 L o XX. . . .
I: la prouincia de Perfia è otto Regni. Il primo :
e chiamato Cafum. Il fecondo è verſo il mezo 'a
v
* * СА Р. Р. То L Оº xх II. -
Vando tufeiin capo di queste due giornate-2
tutroui il mar Oceano, e ſopra la riua del
1IlåI
*
3o º V і А GG I D I і . ||
nare vna Città, làquale è appellåta Cormos, & his
buon porto.liiifi troua mercãti dºdiaparaf) {
*
cie, e pietrepretioſe, e margarite, drappi d'oro, e di:
feta,e déte d'Elefante. IuièCittà degrãdiffimemer
cantie, & hàpiù Città,e Castelliſotto dife, & è cap ]
del Regno, İİRèhà nome Remmeda Nocomoit;v
è gran caldo, & è infermofa Città,ſe alcun mercanten
. foreftiero vi muore egli piglia tutta la ſua robbad:
modo di faccomano. in queſta Città fibeue vind
datoli,e d'altre ſpecie, & è molto buono. Et qllic
non fonovfi dibeuere glifa venir vnfluffo diventrec
e dopò beunto lifa grābene, perche elpurgalà ੇ
fona. Quella gente non víano dellenostre viuande:
quãdo effi mangiano pane de forméro, e carne ſubi
to effis'infermano,&la ſua viuanda fi è datoli, eto
nina falata, e cipole, & agli. La gente di quella con
trata fono tutti negriseadorano Macometto, & el
non habitanonella città l'Eſtate perilgran calore:
effi vannoilifuoi broli; Iui fono le acque, eli អ៊ីរ៉ែ }
ecialchedunoha dell'acqua nel fuohorto, e moi
di bro habitano appresto ad vn diferto da labion
khảè cerca quel piano,perche el vien vngran ီ
chovccide gl'huomini, e come loro fentono ''
caldo ſubito entranoin quell'acqua,e vistannope
infino, che quelgran caldo paffa. Ancora vi dico
che loro feminano il lor formento, e l’orzo de
nieſe de Notiembrio, & raccogliono del mefed
Marzo, e così li frutti fono maturi à quel temp
Pastato il mele di Marzo, l'herba, e le foglie電こ:
-
T - - " , " *f - --
, с А Р і т о і о xxx.
Р Artite diqua tuvai pertre di che non trouiha
bitatione alcuna, ne da mangiare ne da beue
re. Liviändäntiportano corifeco de tutte quelle.
cofe che glifono neceſſarie per quello camino, e in
capo di tre ditutrouila contrada di Balaffia.
* **
. -* * * · *- - - - . :- !. 。ゞ・エー。
C A P I T O Ł. O xxx f. 4.
fỳ Alaffia,èvna prouincia, e contrata laquale hå
| Perfi, e adora Macometto. Il regno de Balaf
fia è grande, e và per heredità, e quelli Rèfono di
fcefi dail Rè Alefiandro, e da il Rè Dario di Perfia,
& quelliè appellandi Recultari, & è à dirin lingua
nostra Aleffandro arnore de Rè Aleffandri grādi.
In qfta prouincia naſce pietrepreciole lequal è dite
Balaffiele belle pietre,e digtā valore. Il Rène fece
cauar per fi entroli monti per cagion che'Ínon cre
deua morire. Et alcuni non poteua condurne fuora
delregnofotto pena del hauer della perſona. Mail
Rène mandò a donare à lifignoridel mõdo per trí
buto, & alcune fiate à vendere,efe non foffe cofine
farebbe gran mercato. Etin queſta contrada fetro |
ua molto argento,&lì fiègran freddo. Tuinaſcono
molti buoni corfieri,e non portano ferro forto li pie
di, efempre vấno per le montagne. Liè molte cac=
ciagioni dibestie, & d'olellieg’ègrāde abbondan
tiade formento, de meio, d'orzo, e d’ogni biaua:
In queſto regno è fortistimi paffi, e per
|-
ಶ್ಗ
も
- M A R C O ; P O L O 35
effinonteme alcuno. Et loro fon buoniarcieri, e
cacciadori, &è digran monti. La maggior parte di
lorofi veſte dicuordì beſtie. Impercioche il panno
fiè molto caro. Le grande donne portano fotto le
veſtimente altrauerſo reuolte intorno di molto pã
no. Alcune braza cento alcunefettanta,e più,e me
no, ſecondo lofuo stato; lånorato di bombafio,e di
feda ſottile, e queſto fanno per mostrar d'efier grof.
fein centura, e portano brache difeda ſotti’iffima,
con muchio dentoa lor ficioſo. *.* |
СА Р і т. О L О xxxII. .
D Alongida Balaffia per diece diete verfoilme
zodì, e vna prouincia laqual è appellata Bal
fia, & ègente perfi, effiadorano l'Idoli, e lor fono
negri, & fanno delle incantationi d'arte di Demo
nij. Li htiominiporta à lorecchie forcelli d'oro, e
d'argento, e pietre precioſe, e margarite, efono
molto malitiofi, e caldihuomini.e femine. Illuogo
etiamdio è molto caldo,e non viue feriori de carne
è rifi, eſpecie, onde il vitio della lufuria gli regna
per talmodo, ch'io non ſcriuo: * , , , /
C A P I T O L O XXXIII.
i Alongida Baffia verſo il firocco è vna Pro
uincia, laqual fi chiama Caffimur, & ha lin
gua per si, & adoranoli Idoli, efonogrand’incan
tatori de demonij, e fà parlar l'Idoli, e fà matari
tempi, e fa venir grande oſcurità in l'aere. Di qua
fi può andaral mar d'Índia, effifon huomini bru
ni, e magri, e fi viue pur di carne, e dirifi, later“
- # fá
35 KY V I A G G I : D I ? -
: C A P I T O L O , XXXIV,
- " C A. P. Is T O L O - XXXVI.
р* di questa contrada è và per tre dì con
tinui trouando monti, e tanto aſcendi che,
tù montifufo yno grande monte, nel quale è vn_,
fiume imolto bello , &C. gi'è li miglieri palcoli
; : 。 del
M A R C O P O L.O. , 37
delạfondo Ogni beſtia magra in dieci dì fe fagraf
fa oltra mifura. Iui è abbondantia de beſtiefaluati«.
che,e de moltoni faluatichi, che hanno licorni lune
ghidieceſpana,altrifei altri quatro.De queſticorni
fahno li paſtori ſcudelle grandiffime,efcolieriperil
pianotu vaiben 12. dì chetunontroui habitation
alcuna, nèherba, & imperciòfàbiſogno alivian
dantiportare confeco vittuaria da viuere.Et dicoue
che per ilgragde freddo ch'èin quelle parte. Il fuo
co non è cofi chiaro, ne de quel całorch'è l'altro, e
non cuoce cofitofto. Pattemoſe di qua conteroui
delle cofe chefitrouz perventogreco, & oriente.
C A P I TO, L - O - X X XV I I. . . . . .
Vandol'huomo è andato pertre dìelfa luo
4. coche’l caualca 11. dì continui per monti,
: e per valle per cofte, entro greco, & oriente
conuien paffar molti fiumi, e luoghi deferti. In
queſti I 1. dì nó fetroua habitationalcuna, ne her
ba. Li viandanti conuien portar con fi vittuaria,
Queſta contrada è chiamata Beffor la gente habi
ta à li monti molto alti elii adorano le Idole, & è
molto feluaggi huomini. Effi viuono de cacciagion
de beſtie, lequal effi pigliano delle fue pelle, & fo
no crudeliffimi huominièpeffimi.
C A P I T O L O XXXVIII,
L Aſciamo ftar queſta prouincia, e conteroui
JL della prouincia de Caſcar, laqual fù già re
gno per sì, ma al preſente l'èſottopoſto algran
} Chan, effi tien la legge di Macometto. In
ーノ ・ В 2 a
38 V I А G G I D I и
la Érouincia è Città, e Caſtellimolto belli, elapiù
uobile è Chaſcar.Queſta Prouincia è détro grego &
oriente. E loro viue d'arte, & di mercadantie, e effi
hanno vigne molto belle, e pofeſſioni è broli; Isi
naſce bombafio affai, In queſta Città arriua molti
mercadantiche vanno perilmốdo con le mercan
ties Quellt della terra fono auari, miferi,e mal man
giano,e pezo beueho, In queſta Città habita alcuni
Chriſtiani Nestorini,& hãnole lue Chiefe per sì. La
gente della prouincia hanno lingua persi, la pro
uincia durap cinque dì. Saurmaratamèvna Città
grāde,& nobile, in laquale habita Chriſtiani, e fara
cini, &èſottopoſta al gran Chan. Maello non è fuo
buõ amico,anzi ftãno infieme. In quella Città fù,&
è vngran miracolo, com’io velo dirò, El non è an
cora grãtempo, che vn fratello del gran Chan, il
quale haueua nome Zigaray, fe fece Chriſtiano, &
era Signor di quella contrata,& diqueftofàgrand |
allegrezza entro gli Chriſtiani. Li Chriſtiani fece far
vna grāChieſain honore di miffer Gio: Battiſta, &
era fatta in qfto modo, ch’vna colonna de marmo
roſofteneua tutta la copertura della Chieſa,e queſta
colonna era in mezo della Chieſa,e ſotto queſta co
lóna mettè li Chriſtianivna pietra de marmoro per
pillastro la qualfù difaracini della Città, & lifaraci
ninonardiua dir niente, pcheilfuo Signor cra Chri
ftiano. Auuếne che'ifuo Signor morì & incontiné-
te lifaracini domandò quetta ſua pietra.Li Chriſtia
nili voleua dar vngran dinaro : perch’egli la la«
- - - ſciaffe,
MTA R C:O: PO E O: 39.
fçiaffe. Lifaracini non yolſe farniente, Il Figliuolo
di Zigaray che rimaſeSignor,commandò cheinfin
à di quindegili Chriſtiani li hauelle datto la ſua ,
pietra. Quandofù Phora yltima del termine, la co
lonnaſeleuò per lefteffa ben trefpanne alta; &u,
stà più ferma che da prima, ein queſto dì preſentę:
ſtafié coficheniente non la tocca, - - -, a-: q
-:
А. С. А. Рыі Т. О І. О, ХХХIХ. „
":rrt t: , , , ; * . . . .. -. . *.* . . . . . . се
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* - e sia . . . . . .
- - - - - |- --
': ': ' : , , ,, }
T - A Cota èvna prouincia dentro Grego è Solo»
Llan, &èlonga otto giornate, & è fottoilgran
Chan, e tiene la legge di Macometto, In queſta
prouincia è Città, e Caſtelli affai, la più nobile fiè
Cota. Huifonovigne poffeſioni, e brolibombafio,
vin, olio,formento, & abbondanza di tutte le cole
da viuere, Effi viueno d'arte, e di mercantie, & fo
no buoni huomini d'arme, Dire vivoglio di Poime
' , - , : * · В 4 СА
4o v 1 A G G I D 1:
ь с А Р-1 т осъ о x LIў і
р Oimèvna picciola prouincia, laquaſ è longa
per cinque giornate; &dentro Griego è Orien
te, effièſotto il gran Chan, e tien la legge de Maco
metto, iui ſono Città, e Castelli. La principalhà
nome Poim, lièvn fiume, nel qual fetroua molte
pietre precioſe, cioè diaſpri, e calcidonij, iuièab
bondantia di viuer, effi viue d'arte, e di mercadan
tje. Effi hanno queſtavfanza; che quando Phuomo
fe parte de caſa per ſtar fuora per ventidì, la moglie
fenetroua ſubitovn’altro huomo, ilquale leitienę
perfuo marito infino che l'altro viehe à caſa, &.
queſta èfuavlanza, & lomarito ne può tronartwn
altra, & queſto per la foperchia luffuria sºbr. storii:
• • • } C A , P : I T.O. LIO 3 X LI I:: · , i ,
T Vtté le prouincie , lequali ve hờ, ditte da B
· 1 Chaſcar fin’à questa tutte ſono della gran .
Turchia, &_ è dentro griego èOrientale, la gente
adora Macometto, & hà lingua per fi, & gl’è mol-
te Città, e Caſtelli. La prima Città hà home Ciar
chia, iuifono fiumi che mena pietre precioſe. Mer
cadãtiportano quelle pietre, & fannegrãdeguada
gno, & gl’ègrande abbondantia, &_fono molte.
bone. Queſta prouinciaètutta piena difabbion per
la maggior parte, e da Cata infino à Poim è mol-
tofabion: El'acquefono moltoamare: eintali lo-
ghifono dolci, e la gente diqueſta contrada fugge
perleguerrebé tregiornate longi cõ tuttala lor fa
miglia è conle beſtiefue, e va per lo fabbion longo
:: - tempo
* v
M A R C O P O L O. 41
tempo tanto cheli troua acqua è herba Niuno può
faperla via ch'eglifa,nè che fà la gente d'arme-per
che il vento copre le pedate de' caualli.
C A P I T O L O XL I I J.
Vandotu te parti da Cianchian il ſe va per ·
5. giornate per fabion rrouando etiandio ac
qua molta, & amara,& in alcuniluochidolce,quan
do tu feiandato quelli cinque giorni, tu troui vn.
grandiffimo diferto, & all’intrar di quello diferto,tu
troui vna gran Città, laqual hà nome Iob, & è den
tro greco è Oriente, e queſta Città, vbbediente al
gran Chan, loro hạnno la legge di Macometto,qlli
che vuoi paffar per quel diferto conuienfi ripofarin
queſta Città pervna fettimana èfornirſe per vn me
fe di vito perloro, e perle fue beſtie è poi s'intra in
lo ſuo viaggio. Questo diferto è fi longo che à pena
l’huomo il può paflar in vn anno, e doue l’è più
ftretto,appena fi può paffarin vn meſe,& glie mol
te vallie montiè fabion,e non fi troua da mangiar.
Quando tu fei andato pervna notte è per vn dì tu
trouibõ acqua da beuere. Acque bone fi troua per
xx. giornate, beſtie, ne vccellinon fi troua in quel
diferto,imperoche nõtrouano da mangiar. Et fi ve
dico, che quando l'huomo caualca perquel diferto
dinotte, ſe alcunirimaneffe didietro, òp ſtanchez
za,ò perſonno,ò per altra cagion del corpo, quãdo
effi voleffegionger licõpagnifuoi, effi alde inaered
modo ditamburli,& altri inſtrumenti,alcune fiate fi
accompagnano cõeffiè parà quelliche i fia glifuoi
Marco Polo. B, 5 COfIl
حیم
42 V I A G G I D I * --
C A P I T O L O X L V I,
С АР I то L o x LIх.
Vando tute parti dalla Città de Campion, tu
| caualchixj. dì,etrouivna Città,laqualhano
me Ecina,& è in capo del deſerta del fabbion verfo
el Settentrion, & è della prouincia de Tangur, effi
adoranoli Idoli, e lihanno gambeli, e beſtie affai,
eſſiviuono dilauorar terre, & dibeſtie. In questa
Città tole liviandani vittuaria perx. dì, per vnde
ferto, ch’è verſo il Settentrion, iniquale non è habi
tion ne herba, e non gli habita gente fe non l'Iſtate
in la valle del deferto. Iui fi troua gente feluaggie ,
affai,e Afeni feluaggì,e moiti pini. In nel fine di que
fto deferto in capo dixl. dì, titruoui vna Città, che
ha nome Catacora, & è verſo il Settentrione, in la
qual Città fà fatto fignor il primo fignore che ha
u, ffi mai Tartari. Li Tartarihabitan verſo la tram õ
tana in contrade che fono belli piani, in liquel non
era habitation di Cittade, ne di Caſtelli, fe non che
gl’era buoni pafcoli, e buone acque, e grandi fiumi.
Iui habita Tartari, e non hanno fignor, ma effi da
uatributo al Prete Ianni, del qual tutto' mondo
parlaua. Auuenne ch'effi multiplicò molto, onde
il Prete lanni temeua molto ch’effi non gli po
tefle nuocer, mandoglili ſuoibaroni, e volfeli torre
de lì, e diſperderli, acciò ch'effi non hauefletanta ,
pofianza. Li Tartarife congregò infieme, e
|- |- Ᏼ 8 ;
PI
○
v I АG G I D I
fedalla terra, ouer diquella contrada, & andarono |
perli deferti verſo ilSettentrione in tal contrada , !
ch'effinontemeuano ilprete Ianni deliberoffe de.
non dargliil tributo,& in queſtoftetero più anni,&
alla fine effieleffero per fuo Rèvno della fuagente,
ilqùal haueua nome Chinchio,ilqualera fauio,& era
vn prod’huomo è queſto fù l'anno 1287. Quando
Chinchio fù incoronato, tutti li Tartari ch’era in ,
Perfia, e per ogni parte s’aduna infieme, e andò d
lti, e feceſi ſuoi obedienti, & effo li riceuete molto
volentieri,ebenfapètegnir la ſua fignoria. Fatto fi
gnor Chinchio fece fuonar latrombetta, congregò
tutta la fua gente,e acquiſtò Città,e Caſtelli molti,fi
che in pochi dì effo acquiſtò 8. prouincie. Quando
efo pigliaua alcuna prouincia effonon faceua alcu
na iniuria ad alcun, e non litoleua il ſuo faluo, che,
lui voleua ch’effiandaffe con luiin campo, e cofili
faceua bona fignoria, per laqual cofa era molto a
III2CO. -
C A P I T O L O L.
Olendofi Chinchis effer vn gran fignor effo
volle far parentado con il prete Ianni,e man
dò li ſuoi Ambaſciatoridomandando la figliuola ,
fua per moglie. Il prete Iannigli riſpondè villane
fcamente, dicendo ch'eflo l'haueua per gran dis
honore, cheºl feruo domandaffe la figliuola al ſuo
fignor permoglie, che innanzil’vcciderebbe, ch
effo gli la deffe. Aldita la riſpoſta molto s’infiam
mc d'ira, e difuperbia; penfando altutto diven
- di
M A RCO P O L O. 49
dicar la ſua bontà. Eſubito lo mandò a disfidar. If
prete Iannife ne fece beffe digando che li Tartari
non è huominiper arme, nientedimeno il fece ap
parecchiare tuttoi fuo campo per andar adoffo à
Chinchis, e Chinchis andò con tutta la fuagente in
sùvn piano ch’è detto Tangur. Quando il prete =
Ianni inteſe queſto effo, fe moffe virilmente, e vaf
fene contra Chinchis, e fù alle man. La battaglia fù
dura, e grande dentro l'vna parte,e l'altra con gran
mortalità di gente. Alla fine Chinchis fù vincitor
della battaglia, e conquiſtò tutte le terre del prete
Ianni, e regnò dopò la morte del prete Ianni anni
fei, e in queſti fei anni acquistò ntolte prouincie. In
capo di queſti feianni Chinchis andò col campo at
torno ad vn Caſtello, & lui fù feriro d’vna faggetta
d’arcoin loginocchio,ilqualcolpo fù molto morta
le, perilqual colpo morì. Drieto la morte di Chin
chis Chan ilqual fù il primo fignor c'haueffe Tarta
ri. Il ſecondo fignor haueua nome Bathin Chan . Il
terzo Chinchis Chan.Il quarto CublatiChan,ilqual
regna al preſente.Queſto è di maggior poffãza,che
mai fuste alcun difuoi predeceffori. E ſappie per
certo,che tuttili Imperatori di Chriſtiani, e di fara
cini non hanno tanta fignoria,e poflanza entro tut
ti come ha queſto Cublati Chan per fi folo,e queſto
ve farò ſaper apertamente per queſto nostro libro.
Tuttiligrandi Chani ſucceflori di Chinchis Chan
tuttifono fati portati ad vngrande monte à ſepeli
re quandofono morti, ilqual monte ha nome ...Al
chai
5o V I A G G [ D I
chí. Eſei gran Chan morffe cento mig!'a longi .
effo farebbe portato à ſepelirà quilo monte,e quel
li che il compagnano à ſepeliroccideno tutti quegli
cheinçontrano perla via, e dice, andate à feruiral
fignor noſtro à l’altro mondo, & hanno la fede ch'
effigli vadano, e cofi vccide caualli, e gambelli, li
quali haueuailfignor.Quando morì Mongui Chan,
e fu morto trecento milla huomini all'anima fua,li
quali furono in contrati portandolo almonte ·
С А Р і т о L o L I.
I I Tartari ſtanno d'intorno in pian, in luochi ·
caldı, ò che litruoua buoni palcoli. D'insta
te ſtanno à gli monti, & in le valle, & in li boſchi,
Effi fi fanno cale de ligname con perteghe, e co
prele con feltrơ, elle è rotonde, e portale con sì,
oue ch’effi vanno, e lempre mette l’vfcio verſo il
mezo dì, Effi hanno carrete coperte di feltro ne
gro, fi buono che acqua nol paffa mai,li gambelli
mena queſte carrette, e porta'ifuſo le moglie, e li
figliuoli. Le donne de Tartari vende, e compra
quelle cofe che glifa bifogno. Li maritiſuoi non s
impaccia della maffaria di caſa, fe non de cacciare
guerreggiar. Effi mangiano d'ogni carne, e beue
no latte delle caualie, & glie ne alcuni che feguar
dano da giacer con le moglie d’altri quando le fo
no buone, e leati. Le donnelauora molto forte la
terra. LìTartari poffono hauer quante moglie effi
poffono mantenir, li huomini danno la dotta à le ,
madri
|
M A R C O P O L (): 51
madridelle moglie. Malaprima moglie è la piuhɔ
norata,effirogliono le parente proffimane permo
glie, e quando il padre more, il maggior figliuolo
piglia la moglie del padre, pur ch’effa non fia la ſua
madrelegitima, e quando more vno fratello,l’altro
fratello togliela cognata permoglie, e fanno gran
de nozze.
- С АР І ТО L О LI I.
L Rè de gli Tartari è cofi fatto ch'eſſo adora vn
Dio, ilqual ha nome Nachigai, e dice ch’eſſo è
Dio eterno,ilqual hà cura delle moglie de figliuoli,
e delle beſtie,e delle biaue,e fannoii granriuerenza,
e quello Dio ciaſcheduno lo tiene in caſa ſua, estilo
fanno di feltro, e d'altro drapo,&g'ifà vna moglie
re con li figliuoli à queſtofuo Dio fatto di pece. Esti
li mette la moglie dallato finistro, e li figluoii dată.
ti. E quando loro vuole mangiare, trgicno della
carne graffa,e ongie la bocca ai ſuo Dio,e la moglie
è alli figliuoli, e poi ſpande il brode per caſa, e dice
che il Dio fuo, e la famiglia ſua hà la ſua parte. Ela
(ua beuanda è illatte deile caualle, e fi lo conza per
tal modo che’i par vino bianco, & è molo buono,e
chiamafi in lingua ſua chemiuis. Li ricchi huomini
fi veſte de drapi d’oro, e di feta, e vfano belle pelle.
L'arme fue fi è l’arco, la ſpada, e la mazza inferata.
Effiportano indoffo arme di cuoro, di befalo, e
d’altri cuori molto forti, & molto valenti in bat
taglia, e foſtengono grandiffima fame, effi staran
no ben vn meſe che loro non mangierauno ſe non
G4 IIIC
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5I V ,I A G G I D I
carnefiluestrechepigano, ebeuinolatte de caual
fe. Effiftanno dì, e notte à cauallo armati, palcen
do li cauallimeglio che può, quando alcuno ester
cito paffa per alcuna contrada, effi mette quattro
reguardì dinanzi, e di dietro, e per fianchi, acciò
che'l campo loro non fia affaltato.
Quando loro vanno longi in guerra, effi nõ por
tano neffun ſuo paramento,ſe non vno coperto per
coprirfi quando el pioue, e ciaſcheduno di loro hã
no doi bottazzi di cuoro in liqualicff; portano latte
perbeuer, e vna pignata, in laqualefii cuoce della
carne, & quando purbiſogna fare vna grãde caual
cata, efficaualcheranno ben per diece giornate ch
effi non magianã o de cotto. Et hanno latte feco fa
lado, fi come pafta,e questo latte mette in vna fcu
della con acqua,e tanto lo menano ch'eflo fe diffol
ue,e poi lobene,e alle fiate effi falasta li caualli,e be
uono quel fangue,quãdofono alle man cõli nimici
elli vince in queſto modo, cioè fuggendo, e faggirã
do, e poi lo reguardoglie di dietro cofilipigliano.
Ancora li Tartari hãno queſta, vstanza che fel more
vno figliuolo ad vn’huomo, è ad vn’altro mora vna
gliuola pizola,li padri,loro fanno noze infieme co
me fe'i fuffero viui, e fanno le carte come fono ma
ridati infieme, e fatte le carte, effile brucia, & dice
che il fumo che và in alto,và allifpofi,e ch'effi ſe co
gnolce à l’altro mõdo permatrimonio,e per queſto
fanno le nozze efpãde de quelle nozze per mezola
caſa,e diconoche'l va àquellomatrimonio,e fanno
dipin
\F
м А R со Рo L О. ;; ;
dipinger vn putto, evna putta, à fomiglianza di 4!
liduoi putti morti,fi dipinger dinari, drapi,caualli,
gambelli, e poifan bruſciar quelle dipinture,e dico
no che quello matrimonio ha quelle cofe in l'altra
vita. Efatte queſte cole,lı paréti di queſti duoi mon:
tifichiamano parenti come s’effifuffero viui.
C A P I T O L O L I I I.
- СА Р І Т О L. О LXXI, 'r
*- - --- » C $ C A:
sa · V f'A G G I D I
-- c A P I T o L o Lxx Ix. -
"\Vandotute partì da queſto caſtello, tu vai per »
Occidente per 2o.miglia, e truoui vn fiume,
ilqual hà nome Carmoro, & è fi largo, che'i non fe :
può paffarà ponto, & è molto profondo, e va infi
na almar Oceano. Sopra queſto fiume fonomoire
Çittae Caſtelli,in liqualife fanno digran mercan
監 naſceglizenzero, e feta affai lui fitruouatre
t1
fa äni pertrefoldide piccoli. -
/
M A'R C. O P O L O. 8E
no il palazzo fiègrandiletto dicacciar, e vccellar.”
: : C A P I T O L O LXXX II. · " ?
Vando tute partì da questo palazzo; tu vai p
3.giornate peřOccidentep vnbei piano tro
uãdo Città è Caſtelli,in capo di tregiornate tu truo
ui montigrandiè valli, liqualifi è della prouincia di
Chinchis per le valliè pér fi monti tu truoui Città è s
Caſtelli,lagente fondidolatri, e viueno dilauoriero
della terra,e dicaccie.Per qfta via va l'huomo p 2o
giornate,plimontifi troua leoni, & altre beſtie fel
uaggie,e pil piano,e plibolchitrouãdo Città è ca
ftelli, e moltibuonialberghi,ebeuute,cioètauerne.
t : C A P I T O L O - LXXX I I I. ,
|- Q Vandotu leiandato qfte zo giornatestu truo
\-4 ui vna Città,laquala nome Acinelech,Mangi. "
Iui ſi è Città è caſtelli molti, & verfo Occidente effi
adôrano liidoli,e viue d'arte,edi mercantie.In que
fta prouincia naſcezenzero affaire vien portato per
tutta là prouincia del Cataio. Li fi è abbondantia di
formēto,e d'ognibiaus:Lamaestra Città haueano
me Činelech Mangi. Questo pian dura p2.giornate
pořtrouigrandi monti vallièboſchieva l'huomo
xx.giornate poccidēte trouãdo Città è cafte lièbo
fchi. La gente adoragl'idoli, e viue dilauorarterre,
e di cacciagió,iuifonleoni,orfiè beſtie feluaggie af.
fai, e digran moltitudine dibeſtie che fàilmuſchio.
... * C: A P I T O L O - LXXXIV.
Ndato che tufeiqueflexx.giornate preditte,
tu troui yn piano con vna prouincia, laqua: *
* · * }g:
42 V I A G G I D I
le à nomº Sindirifà. Queſta terra volge miglia xx.
e fi è dnia in tre parte, il Rè partì àtre ſuoi Figliuoli
Innanzila morte ſua fi che quellę tre partì fono mu
rate attorno attorno di forte muro, queſta Città ac
quiſtò il gră Chan,p mezo queſtaterra paffa vngran
fiumeilqual hà nome Quamfu, & è largo mezo mi
glia glifono peſci affai, eboni, e ſopra queſto fiume
fono Città,e Caſtelli affai. Lifono fi grã moltitudine
dinaue,e mercadantiche vanno per qllo fiume che
dirrófe potria. Efloèlorgo per 7o.giornate,etiam
finalmar oceano.In la Città di Sindirifa ſopra qfto
fiume è vn ponte di pietra,ilqual è longo vi, miglia
ro, & è largo 8. paffa, & è coperto di legname,tutta
la copertura è conbelle dipenture. Su queſto ponte,
fè molte ſtanze, & glievna camera doue iła colui”
chefcode il rendito del Sigilqual fiè bé mille bifanti
d'oro aldì,e lagente della terra fon tutte ide latre.
C A P I T O L O L XXXV.
P Artito da queſta Città tu vai per 5 giornate per:
vn piano trouãdo Città, e caſtelli,e poi trouiv
na prouincia,laqual fi è molto guafta pilgran Chan
la prouincia hà nome Chelet. In questa prouincia fi
fono cannebreganege longhe circa pafi 15.e volge.
intorno palmi x, vn gropo è longi da l'altro più di
tre palmi. Di quelle canne fannoliviandantigran
stico, e come lefonftate vn poco in foco le fanno
digranſchioppi, etorzile è lifuoifchioppifiſentino
dinotte per più miglia. Queſto fàliviandanti per
fonesterdanneggiatidalliļeeni, nèda altre
* , , Բյ
i
-r ;
M A R C O P O L O. 89
filuefire. Impercioche tuttifcampano da queiru
more. I Caualliche non vfi dialdir qnellifchioppi,
effi hanno tanta pura che rompino le brene è le ca
uezze è ſcampano,&imperciò molti ne fono già p
dutidelicaualliche ſonovfi, però gli ligano li piedi
di notte. Queſta contrada dura perxx.giornate che
non fi troua da mangiar,nèda beuere,nèhabitation
alcuna,e per queſto conuien liviandanti portarvit
tuaria con fi,&ègrã timora paflar per quelle partì.
In capo diqueſtexx. giornate, tu troui Città è Ca
| ſtelli,&iui è tale víanza ch’effi non pigliarebbe mo
glie vergine fe lei non fuffe cercada da più homini,
e quando i foreftieri paffa percamin le donne c'hā
no Figliuole vergine da maritolor li pregano ch'effi
le toccha.Efond di quelle che menano le fue figlio
le io.ò 2 o. giorni longià farle toccare. E cofih fo
reſtieri fi galdeledőzellettetenerelle alſuo piacere.
Quãdogliforeſtierife voglió partir da effe, glicon
uien laſciaralle ſpõcellette qualche fignale òboría,
, ò cortellino, ò altra cofa pinſegna ch'ellefon fpon
cellate, e qllidoniefe portano apichadi alcollo :e
quella che hà più fignali, più presto fimarita,e ſono
tenute le più care moglie da fuọimariti. Quettifono
idolatri,e malagente è crudeli,e grandi rubatori.In
ɖlla contrada lifono molti di qlli beſtioliche fanno
il muſchio. Lagente diġllecótrade fi veſte dipelle
dibestie feluagie, lequal loro pigliano cacciãdo,e di
caneuazo,e de bocarano.La prouīcia hänome Te
| bethecófinacó la prouincia de Mangáltaproaia
---------- C13
".......................Pسمیوه انسه سم-- - - ------------------------------
84 - v T AG G H D I . . . ..
cia de Mangiquesta prouincia è molto grāde:&hả
regni 8. liquali nanno Citt de; e Caſtelli, e montiè
laghi, e fiuni doue fi troua molt’oro de paiola. In
queſta prouincia ſependecorado permoneta, & .
molto charo, imperciò le dõne il portano al collo,e
mettenea li ſuoi Idoli. In qita prouincia fe fa molti
zambeloti,e moitialtri drappi d'oro è difeta, e naſ
cegli molte ſpecie,in questa prouincia fono moltia
ftrologije moltiincantatorididemonij.Li huomini
, fono rei,e male accostumati. Huifono maſtinigran
dicome afini, la prouincia èfotto al gran Chan. t
, C A; P; I T O L Or: L XXXVI.: ; : ::
Aindu è vna prouincia di Occidente, la qual à
7. regniſotto de fi, &èſotto algran Chami La
gente fon idolatri,Hui è molte Città è Caſtelli,& gl'è
vn luoco oue fitrouan molte pietre precioſe,e mol
te perle, mail gran Chan non liłafla torre, e fetut
ti ne poteffetorre;le non faria appreciateniente. In
li monti di queſta prouincia fi troua molte pietre
precioſe turchefe, il Signor che regge per ilgranu,
Chan non laffa cauare ſenza licenza del Signor. In
queſta contrada è talvfanza,quando alcun foreftier
paffa per la cõtrada, e va à caſa d'alcun huomo per
albergar incontinente il Signor della cafa efcie de
fuora è cómanda alla moglie,&alli Figliuoli, chegli
debba vbbedircome à lui proprio, & allifuoi com
pagni. Il patron della caſa non retorna maiin caſa
infino che Iforeſtiero non è partito. Et quãdoilfo
zeſtiero ſeparte, lafiavn ſegno à fignificanza ch'ef:
- -- O
м А R с о гр. О І. о. 85
fo fiè pártito. Et quando il Sig. deſa cafa vede il ſes
gno.lutritorna à caſa,Queſta vlanza è ptutta la pro
uincia,enő Phäno per dishonore,imperciò che loro
fanno à honor de ſuoi Dei, e dicono che per queſto
effiabõda lifuoibeni.Lagête diqueſta contrita vía
vna moneta d'oro grāde,e vn dinaroche pela vnía
zo d'oro. Iui fi e abendanzatia de muſchio. Iuilono
pefci affai de lago,& abondātia de ſpecie,e de perle.
C A P I TO LO LXXXVII. . . .
Vando l'huomo fe parte da Caindu effo va ,
për x, giornate, trouando città caſteli, e ville
Equeſtagente fiha 'víanza di quelli de ੇ
capo di queſte giornate fi troua vngran fiume:
ha nome Brius, hełqual finiffe la prouincia de Ca
indu. In queſto fiume fe troua oro affai, ſopra que
fto fiume naſcezenzaro affai. Queſto fiume va nel
mar Ocezno,quando l'huomo ha pastato queſto fiu
me, lui trouả vna prouincia; laqual ha nome Ea
rata,in laqualfono 7. Regni,&èverſo Occidente,&
èfottopoſta al gran Chan. Iui e Rèvn figliuolo dei
gran Chan,ilqual ha nome Henſentemur,&e valen
te e fauio, e tien la terra con graniuſtitia, queļlidel
la terra fono idolatri. E quando tu te partidà quel
fiume,tuvai per 5.giornate trouando città estaffel?
li,Iuinafcon buoni caualli. In capo di queſte 5 gior
nate,tu trouila Maigra città d’vna prouincia aquai
ha nome Lazi,la qual fie molto grande:Lagente sỡ
Idolatri, &gle alcuni Chriſtiani Neftorini. Lá me
neta ſua fi e di porciole bianche, lequalfierotiain.
f:: 1:3 iz ፱፻፳፫
鶯% V I A G G I D I |
C A P I T O L O LXXXVIII.
Vando te parti da Lazitu vaix.giorna te,etro:
Q uila prouincia de Cariāperche la maiſtra Cit :
tahanome Cariã. Lagente fono idolatri,e fonofot
to algrã Chã. In queſta prouincia fiè Revn figliuol
delgran Chan, ilqualha nome Cocagio. In queſta
prouincia ſe troua molto oro, il fazo de l'orofi e da
perfie d'argento, & questa prouincia ſe ſpende etiã
dio porciole e vien adutte d'India, í queſta prouin
cia fetrouagrandiffimiferpenti, e longhi paffix.eil
fiele è molto caro in medicina. Se vn'homofoffs.a
morfegato da canerabioſo,metteglifuotanto quã
to pestavnbagattino incontinente luiè guarito.E q
ftofielefa partorirle donne dipreſente, ilqual non
pò partorire, ſubitoli paffalidolori. Etancora fi fa
na yna poſtiema ſubito quandoloro li mette fuſo.
Lagente della contrada fono rei, e maluaggi,quan
doeffivedevn viandante fauio, e bello, lorolioc
cidelanottedigandoche quellabellezza,elaaiezza
----------------
- м А R с о р о L О. 37
riman in loro,e is cafa ſua, e non pertorgli la ua ,
robba. Dapoi ch'effi furonofotto algran Chan,non
ofano più fºr fi fatte colèdal 1296, anni in quà, &
ſono fatti mi fior huomini.
C A P I T O L O LXXX IX.
D Artito che tu feida Cariantu vai giornate 5 per
arcidente,e trouivna prouincia,la quale ha no
me Caridi. La Città maiſtra ha nome Nocian, & è
forto al gran Chan. Li huomini di queſta contrada
hanno tuttili denti coperti d’oro, ma le femine nò.
Li huominifono guerrierie non fanno miſtier alcu
no. Le dõne fono quelle che fanno tutta la ſua maf,
faria, & ha ſuoi ſchiaui, liqualifanno i fuoi fatti. In
q'la prouincia è tale vsãza che come la femina ha
parturito, effa laua, efalcia il figliuolo filo : & al più
tofto ch'ella mai può effa fi leua di letto, e fa li ſuoi
feruitij di cala, &infina à 4o.dì effa nő fà altro fe nõ
dar latetta alfuo figliuolo,& il marito fi mette à gia
cerin letto à couaril citello in fina à li 4o. dì. Liami
ci,& li parãti filo vifita come fe lui hauefle effo par
turito qllo citel'o,e la moglie fi gli fa le pape,e por
tale alletto. La géte diquella côtrada nő hãno ido
li,ma ciaſcuno della famiglia adora il maggior della
cala effinő sánc leggiere,nèfcriuere,perch’effi habi
te in luoghi feluagi, & grãdibofchi, e fi hãno monti
molto corrotti dicatiuo aere. In questa prouincia e
in l'altre due preditte nõè alcun medico, quãdo effi
fono infermifanno andar à caſa ſua li incantatori,
che tiene gli Idoli, e dice la infirmitade ſua: eli in
- – - - -------- CâIl{3
&& &º v і А с с ги р I
cantatori fuona ſuoiiftromenti, e balla, e canta ad
honor de liluoi Idoli, e queſtofannotanto che l'in
travn demonioin corpo à vn di quelii Idoli, ò di ől
li incantatori, e queſto giace interra come s’effo fuf
fe merto. In questa fiata li altri maiſtri incantatori
domanda à quello indemoniato, per qual cagion.
quelloinfermofi einfermo. Et lui riſponde, perche
lui fece ingiuria al cotalidolo. Et liincantatori, noi
ti preghemo, chetu preghi lui, chegli perdoni, & .
effoglifà ſacrificio delfuo fangne. E fe il demonio
crede che luidebba morir, il dice queſto infermo
hà tanto offefol'Idolo che nongli vuole perdonar,
innanzi vuol che muora. E fe il demonio credeben
che'l debba guarire, dice, il conuien ch'effo dagha
tantimontoni col collo negro, e che faccia tante,
beuande di ſpecie,e daga ſacrificio,à l’idolo. E con
uien hauere cotantiincantatori, e cotante donne,
di quelle cheferue à li Idoli. Tutto queſto fie ope
ra deliincantatori. Fatto questo fi e ordinato à li
parenti dell'infermo, che faccia tutto quello che di
- cono liincantatori. Et allhora fon'inuidati limae
ſtri delliidoli, e le donne, cinnanzi che loro vada à
:
mangiare, egli incenía la caſa, e pande delbrodo
per la caſa,e balla,e canta à l’honor dell'Idolose fi
domanda felui ha ancora perdonato all'infermø.
Eldemonio riſponde tatfiata anchoraglimanca la
talcoſa, e incontinenteloro la fanno . Et quan
do lui ha perdonato, loro fi fentano à mangiare,
*abcdere diquelleſpecie, poiretorna à cafacon.
- · * * * gran
м А к со po i o s»
granđeletitia,l'infermo guariffefel può ſe nõfe mo
| reòstenta.Seguariffe,effi crede,che l'idolo l'habbia
| guarito e cofigiinganna il demonio dell’inferno.
СА Р fт О L О Х С.
Vando te partidella prouincia de Cariam, tu
troui vna grande deſmontada, per laqual tu
vai due giornate pur deſcendendo, nelqual non,e
habitatione alcuna,ma g”evnloco,nelqualſe fa fe
fta tre dì alla fettimana. Iui fe da vnfazo d'oro per
cinque d'argento. E quando tufei andato quelles
| cinque giornate, tutruotila prouincia de Michai :
laqualcoňfina con l'India, & e verſo ilmezo dì, tu
vai ben 15, giornate perfaluadeghi paeſi. Iui fetro-
ua miolti elephanti, e vnicorni, e molte beſtie falua
| tiche, e non gl’eniuna habitatione., , ',
* СА Р І ТО L О xс г.
Vando tufeiandato25.giornate tu troui vna
4. Città, laqual ha nome Mien, &Le nobile, e
grande, & è capo del regno. La gente fi è Idolatra, *
&e ſotto algran Chan.In queſta città fù vn Rè mol
to ricco, e lui ordinò alla ſua morte, che glifuffe fat
to vn nobile monumento, e coperto tutto d’oro fi
no groffovn dito có campanelle d'oro leggiere,che
fonaua per ogni vento, &_vn’altro fimile fece far
d’argento, acciò che di lui fuffe fatto memoria do
pò la morreſua, e per la ſua anima.
| C A P I T O L O X C II. -
,
Vando questa prouincia fà acquiſtata per il
gran Chan,efſafà acquistata per Zugoleri per
111C3I1
|
9o , . V I A G G I . D I : ;
incantadori. E come effi haueano acquiſtata effi
mandò à dire al gran Chan s’eflo voleua ch'egli
mandaffe quellicoperchi,&lüịripole che poich-,
effogli hauea laffati per l'animáfia.La cagion,per
ch'effo non li volſe fù che ello dictua: il non è ragó,
di retrarfi quello che l'huom felaffa per l’animaſ e}
non è vfanza tartarefcha: „ ," . **:.
С А Р і т. О L О СхIII. . . . . . ;
Orvivoglio narrar,à che modo ordina ilgran :
- Chan il fuo hofte. Effo, fa affirtutta la ſua . "
gente, per defena e ciaſcuna delena ha il ſuo capo,
poifa à cento defene vn capo poi fa à cếto capivn.
Capitanio, poifa Capitanio de mille e Capitanio di
x. milla,e Capitanio di cento miſſa. Quando il vuol
far vngran campo,effo facõmmandarà li capitani di
cento milla ch'effi apparecchinocotantagente. Et
queſticommanda à li capitani di diece milla.E c
deſgradando,&c. Et à queſto modo lui ordina laſua,
gente, e fa grangente in pochi dì. Ligran capitrií .
hanno tauole d'oro dalgran Chan di commandar {
Ο Α Ρ Ι Τ Ο L. Ο ΟΧΙV.
Or dire voglio della prouincia di Bangala,la
qual e nelli confini d’India.La fie vna prouin
cia, laquale nõl'haurua acquiſtata tutta ilgrã Chan
quando io Marco věne in la corte ſua, mala رعtneg
. - , fua
M A R C O P O L O. 9f ,
|
fua eraben à campo per conquiftarla. La gente fo
no idolatri. Iui fièzuccheroe bombafo affai, e fono
bouigrandi come clephanti, iuifono molti huomi
ni, e putti caſtrati,liquali vien portatià vender per
| il mondo àligran Signori per guardar le fue donne.
Cargingufi e vna prouincia verſo Oriente, laquile
hà Rèèlingua da per fi,e rende tributo à ilgtāChã,
Il Rèhà ben cento moglie. In queſta prouincia fe
| troua molto oro,e pietre preciole, li mercadanti nõ
vãnola perche è longi dalla marina Li huomini, e le
| donne fe fanno depinture futo il viſo,e lui collo,e fu .
le mane,e inful corpo,e ſul papafigoroffo,e fu legã
be, e quelli, e quelle che hanno più dipinture, e più
belle ſono reputade,e queſte depinture fanno con ,
gu'elle ſottile, in tale modo che mai non fe parte.
: , C A P I T O L O X C V.
i s Niuèvna prouincia verſo l'Oriente, &èſotto
M. il gran Chan,iui ſi e abbondantia d'ognibia-s.
ua, & di ogni altra cofa da viuer, iui fi è li più belli
caualli, e boui, aleni che fia al mondo, e vien con-.
duttiin India per mercadanti. Le donne portabra-,
ghe con ibragulilongilauorate d’oro, e di argento,
con ſpacie odorifere, alla natura- : , * * *
. . ., C A P I T O L O XCV. I. -
C A P I T O L O X C V I I.
Vigui fièvna pouincia verſo Oriente, laqualfi
L troua quãdo te parti da Toloman, tuvaitu per
vn fiume perx jgiornate trouando Città,e Caſtelli,
e trouila Città di Similgugrande, e nobile ſottopo
fta al gran Chan, la gête fiè idolatra quà fi fà drapi
defcorze d’arboriche ſe portano d'eſtate,&belliar
bòri,& e belli drappi. Li huominifono buoni per ar
me. In questa prouincia fi è molti leoni, onde li ho
mini non vfano albergar di fora dele cafe. Elima- . .
rinari che vãno fu per il fiume predetto,nő offa aui- : |
cinaralle riue perpaura dileoni,tantigliene. In qfta |
cốtrada,fie cani fi grandi,e fi forti,che vn cané a
glieria ben vn leone, ma pur vien ch'effifia 2. cani
evn’huomo à voler occider vn leon, vn cane và a :
morderlo,e l'altro và dauāti tanto che'l leon fe và a
pogiarad vn arbore,licani nõ ofla andar ad effo. Et
all’bota l'huomo iffaetta,il leone mette mête à lica
ni, e nõà l'huomo,e l’huomo tãtol feriffe cőlefaet
te che lo conduce à morte,e perqueſto modo ſe oc
cide il leon: in queſta prouincia, e affai oro, e feta. *
С А Р І Т О І. О хС V I I I. -й.
Vando l’huom fi parte da Çuigui per quattro
dì il và trouando Città Caſtelli. In capo diff
'te 4: giornate, fi troua la grāde città de Cacafue fi
* C Vct
M A R C .O P O Ł (): 93
e verſo il mezo dì fie dei Cataio. Iui ſe lauora mo'
ti drapi d’oro, e di feta, da queſta Città tu vai veto
il mezo dì cinque giornate, e troui la Città de ,
Cianglu laqual è nobile, º grande verſo il mezodì
& è del Cataio. Queſta terra fi affaifal. Longida
Ciangu cinque giornate fi è la Città Geth, per il
mezo de laqual paffa vn fiume, per ilqual van mol
te Naui con mercantie.
C A P I T O L O X C IX.
L Ongi de Ciãglu diete fi è verſo il mezo dì fi tro
ua Candtafa grande è bella Città, laqual haue
ua ſotto fe xj. Città innanzi che ilgran Chan la cõ
quiſtaffe. Efla fi hà belligiardini, e biana affaiè feta.
Longi da Candrafa giornate tre verſo il mezo dì fe
troua vna nobiliffima Città de Singuimatu,e s'è ver
foił mezo dì, e anche tu truoni yn fiume grande. La
gére della terra,la partì in due parte,fece andar vna
parte verſo l'oriente, e l’altra verſo occidente per il
cataio: In qfta Città fiè grandiffimo nauilio, p que
fto fiume va tanta mercantia, che non fi può dire.
' , C A P I T O L O C. -
C A P I T O L O C V.
Ꭰ Apoicheilgran Chanacquistò la prouincia-,
de Mangi,certamente la fù prefa perindustria
di Nicolò, Mafio, e Marcocome vi conterò. Il Ca- -
pitano de l'hofte fcriffe al gran Chan chela Città
non fi pottua pigliar, onde lui fiturbò moltoforte.
Onde loro difiero al Signor che non fiturbaffe, che
npiteniremo modo che la Città farà nostra. Marco
fece farà maeſtri Venetiani,che eran in quelle par
titre manganigrandi, liqualibuttaua ben mille lire
dipeſo perciaſcuno, efono portatial campo,e co
me li haueano tratto la prima pietra, effife maraui
gliaus molto e haueuano gran timore è per iltimor
grande, loro ferende ſubito,vedendo fi fatti edifici,
che non haueuano mai veduto fifatte cole.
C A P I T O L O C V I.
Vando tute partì da Chianfu, tu vagiornate
15. perfirocho, e poi trouila Città de Ingui,
nelquale grandiffiminauilij, & e ſopra il maggior
fiume che fia almondo ilqualha nome Guyan, &
e longo cento giornate, e non e al mondo fiume,
nelqual fiantante Naui con tante mercantie. Io
Marco vidi à queſta Città di Singui Naui cinque-a
milla in vn fol punto nauigar per queſto fiume a
ſenza l'altre ch’erano periporti, ôl-alleriue. Sap
piatiche 16. prouincie paffa per queſto fiume, efo--
era questofiume ſono 29. Città maggior diquests
Marco Polos D سهeمع سم-- |
.الس
28.
; : ::: ? .
| . v. . . і. .л . с. . е. . . •1t р и, ги --;
| -, :, :
сАР то *
о сvи. ،
Aíngui è vna piccola Città in questo fiume3
C verſo firocho, in la qual firaccoglie grańdif4
fima quantità di biaua, e dirifo, & è portato al
gran Chan alla Città grande di Cambalu, e vanno:
r perfiumi, e non permare,il gran Chan fece far
in più luochi foffe grandiſſime per poder nauigar
alla ſua Città, accioche vn fiume intraffe in l'altro,ờ
fiain laghi. Piangianfuèvna Città di Mangi, in la
qual fifono 2. Chiefe de Chriſtiani Neſtorini,'equal
fece far Marfarchonester, ilqualfù Signor in quella
Città per ilgran Chan, e queſto fù del 1279. Quan
dotute partì da Piangianfu tu vai 3.giornate per fi
rochotrouando Città,e Caſtelli, in liqualièdigran
d'arte, e dimercantie. In capo ditre giornate fi è la
Città de Tingingui, laqualfi è nobile, grande, e ric
ca Città. Iui fiè abbondantia di tutte le cole da vi
uere,e vino ingrande abbondantia.El fù vntempo
nelqual vna gente de Chriſtiani, liquali haueua no
me Alanipigliò quella Città, e quelli Alanibeuè in
quella fera tanto di quelvino che effi furonotanto
imbriachi ch’effidormiua tutta la notte.Et la matti
|
nagliterrierili vccife tutti, e il Rè Bayam ch'era,Rè
di queſti Alani hauuta la nouella, il Rèfece grande:
hoftese venne ſopra quella, e pigliola per forza,efe-.
ce vecider tuttiliterrazıni huomini èfemine, pic- i
coliègrandiper vendetta delliChristiani. :
- ' ’ С A, P, I Т Ο Ι. O CVIII. **・。
Ingui fi è vna Città nobiliffima molto bella, e
grande, laquale volgeben 4o. miglia. Iui habita
gentetanta ch'èiunumerabile. Efe tutta lagente de
Mangi foffeno huomini perarme,effi acquiſtariano
tutto il mondo-Effi forio mercadanti,e ſottili in ogni
artę. Iui ſono dimiolti philoſophi, e molti medici: in
queſta Città ſono ponti de pietrafette milla ben la
uorati, e perfotto ciaſcuno pasteria largamentevha
galera, e per tali due galere. Nellimónti di questa
Città naſce il riobarbaro, e zenzero in grande ab
bondantia, e fi troua cinque lire dizenzaro pervn
groflo Venetiano,queſta Città hà ſotto il ſuo domi
nio 17 Città buone ègrande:n queſta Città filauo
ra molti drappi difeda,per cagione che literrieride
Singuife diletta di molte belle veftinenta difeta de
più colori. . . *2 он
Ο Α Ρ Ι Τ Ο Ι Ο Ο ΙΧ.
|- QYcinque
j :tute partì da Singui, tu vai giornatę
trouando Città, e molti Caſtelli, e
, poi trouila nobile Città de Guinfai,&èla maggior
Città, e la più nobile che fia al mondo . . . .
- С А Р і т. О L. О С Х. . . . .
O Marco fui in questa Città, e fi domandai dell
A fue conditione, Effa volge Ioo. miglia per milu
ra,& hàpontidipietrexij, milla fialticheperſotto
paffavnagran naue. Li pontifono tanti, perche la
Città, fiètuttain acqua come è Venetia. In queſta
Città, perbello statuto cialcun conuienfar 喘 de
ੋਂ - -- - 2. t:10
roš V I A G G I D I |
Ο Α Ρ Ι Τ Ο Ι Ο . Ο ΧΙ,
Ongida Guinfai fi e 15. miglia fina à il mars 2
JL, Oceano entro greco, e oriente,&egl'e vna cit
tà ch'à nome Ganſu, ella fi hà baon porto, e viene
de le naue affaid'India,dalla città almare figl'e vn
fiume, perilquale vien le nauiqueſto fiume paffa L
per più contrade. La prouincia de Mangi e diuiſa
per ilgran Chan in otto regni. In queſta città lifta
vn Rè di continuo, & hà ſotto di fi città 14. dicoue
certų nepte che la prouincia de Mangi, e 12 ooster
re, e tutte (onoguardate peril gran Chan,&accio
chela prouincianon tibelaffe, tutti che naſce inla
pro
---- M: A R C O P O LO. Toĩ
i prouincia de Mangièſcritto, eldì, e l'ora della fud
natiuitade perfapere ſotto che pianetto, e quando
z alcuno vuoľandarin viaggio loro dimanda confi
, glioà li Astrologie tienfialfuo configlio. Quando
alcun muorein queſtaçõtradagliparentifuoi five
; stedicaneuazza,&ardelifuoicorpiçó causilię di
; nari come òdetto dinanzi. In queſta Gittà fi è il pas
º lazzo de Scrifogi, ilqualera fignorditutta la prouin
; ciadiMangiilqualefatto inquestomodo.Ilprimo
muro volge benx. miglia, & molto alto, e quadro,
drentefonobelligiardini,e buoni frutti,e fontane,
lagoniconbuoni peſci. Nelmezo fi e vn palazzo
molto bello cö 2o.fale fi grande chex.milla huomi
a nis'affenta advn paſto, Horpoffeticóprendere la
magnitudine dellaterra,& gl'evna Chieſa de Nefto
rini. In queſta Città cõuien hauer ciaſcunil ſuono".
meſcrittofula portadella moglie, e delli figliuoli, e
dellifamegli. Et quando alcun fi parte perandarł
far altroue, conuien portaril nome fuoconfi, Sal
cun veniffe aftarin quella cala infuoluoco, il con
uien che'i facciaſcriuerilfuo nome, econ quantics
ualli.Tuttilihofieri della terra côuien dar perferit.
to tuttiglifuoihosti, eldìeſimeſe, quandoligion
; gere quãdolivanno,e quantoliſtanno nelalbergo !
} :: C A P I T O L O CXII. ....
Etto vi ho della Città de Guinfai, dir vivo
| glio del tributo del gran Chan. Ditutta la s
| prouincia de Guinfai, effo ha pur del tale toma:
ni d'oro 9, milla, e cialcun toman e fazi 9. milla-3
| D $ d'oro ..
IO2 V: I A G G I H D f .
d'oro, e ciaſcun fazo d'oro valpià de 7, ducati di
oro, e dell'altre cole ſenza, lofa ha tomani2o, mil
la d'oro. - * * * · * * * * * --. " " "* -
с" ... с Ар н т о teо схнг.: : .
*) Vãdotute part da Guinfai, tu vai perfirocho.
Ĝvngiorno trouãdo Città,e Casteliřébelligiar
dini, e poitu trouila città di Tampinguiche inol
to bellą,e grandë. Huièabondantia d'ognicoſa da vi
merețeffi fon idolatti, &èfɔtto il gran Chan, e poi
vai indiete: etrouila città di Vgui,e vaix:dì per fi
routro trouando Città; e Castelli p#ffiéhe” par che
vaditutta fiata per Città con grande åbbondantia
da viuete, iuifi trouacannebreġagne groffe pan
ಶ4clógbeicpಶ್ವಕ್ಡdaುತ್ತಿ htrona Greui
gránde, e nobile città, aliqua fie brotividere effi
fono idolâtri, &èföttbálgrán Chen. * * * *
s tio: C A Pºr Tºo L Or C X Iv. i : ;
ÉYVándo cute párti da Greui;tu waitre di per fi
rocho,trouandöeħtie casteliastai. In queſta
citrših la cóctada fitŘtià isohiaffait fifậsto modo
l'inomo occide il leone cömeve dirò giornofi vâ'
díſcalzo vestito dicaneuażża con vnfalĉiờdi þezze
addestoj& vncortelle dafchena in mane vaffene al
locợdoüe ch'estihabita, e come i leorſvá inuerſoà
l’homo effo 醬 falcio di pezzeinhãzi,& {
illeon ſe crede hauer Phuemo, & alhora "homóil
feriſce í le coſte. Illeonfièvilbestia comeľèferito;
chitocca la piaga alleőfubito il more,& à qsto mo
dol'huomo l'occide.Queſta città è vna ancora del:
la prouincia de Mangi, يAC
|
м А к с о р о L. о. *,
** :: C A P.I.T. O L O : CXV. ***
Vando tufeiandato per tre 器
tu troui ,
la E ta di Eiangiraila qual fie grandese bella,
e fiefu vnmonte,e parte vnfiumein due parte;wną
parte và infue l'altra våing à Poi vaigiorni quat
tröj& trouila città de Engiu, & e della fignoria de
Quiriſai. Partite da quinai, tuentri ಶ್ಗ
Fugitijevaígiornate&perfirochoperinenterepek
pianitrơuando Città, è Casteli con grandiaitiedº
viuere, e conbelle ciceiagione abbondanza đizat
charojedifpecie. Tubaueraî4o.liređizucharoperº
vh grosto. iuifie vn fråtto che parzafatå, &èbuo:
noda operar. Lagente diqueſte contrademangia
d’ogni carne, e carnehumána pur cheła nonfia
shorta dimorte naturale. Quando queſti huońi
vanno in battaglia, lorofe fannovn ſegno fillisi
con ferrocalđo, e tuttivanno à piedi falub ćhe 1st:
ghér che và a cauállo. Effi fone crudelliſſimi huo
míti, & vſa pur ſpade, e lanze. Egli vccide gli
| htiömini, ebeueilstofangue, emangiảia cárne. In
miezo di quelle6.giørnate, tutuouiła Città di Gue
limfu, laqualha pönti 4 di pietri marmorina con ,
bellecolóne dimarmoro, Éciafeun pontefie longo
vn miglio, e largo paffi9.iuifi èſpècie ih grafide ſi
quantità. Iui fiè bellihacmini, e più belle donne.
Iuffon galline negre,e non hanno piuma, efonofi
neda inangiar,e figl'e moltilconi,e molte altre be-3
ftiefilưestre,ėrie;>ãpericolo à pastar quella cö
"ναι",capodiql'e6.diete fetrouala città di ver
---- - - 4
韃 v I A G G 1 D. r . . .
Îuife fägran quantità de zucharo,e vien portato il
gran Chan. . e
СА Р і т. О L О СхVI. .
Q Vando tute partida Vgueu, tu vai miglia 15.
\-Z e trouila Città de Frigui, & è capo del regno
de Tonza ch'evn regno di 9. regni de Mangi. In
queſta Città stil’effercito delgran Chan perguar
dia della contrata,per mezo di queſta Cittafi va vn
fiume ch’e largo 7.miglia e qua fifan molte Naui p
nauigarin quel fiumejuifonograndiffime mercan
tie ditutte ſpecie, e di perle, e di pietre precioſe, le
qual vien d’ľndia. La Città fi e vicina almar Ocea
no, & glie grande diuitia di robba da viuere.
C A P I T O L O CXVII.
Vando tute parti da Frigui, tu paffiil fiume, e
- vaidiete 5.perfirocho trouando,Città,e Ca
ſtelli, e Ville. Iui e diuitia di tutte cofe da viuere, .
Quando tute partida Frigui, e queſta contrada tu
trouila città de Iaitonibella, e grande, & ha buon
porto.Qui arriua naue d’India con molte mercan
tie, & evno dellimiglior porti che fia al mondo. E
pervna naue che arriua in Aleffandria, ne viene à
questo Ieo. Ilgran Chan ha gran tributo di queſto
porto. Ciaſcuna naue pagade pietrepretioſex per
centenarse di mercantia perfottilexx.percentenar
deſpiciaria 44. percentenar. Onde li mercadanti
pags intrailnolo de naue, e d'intrada, &infida de
datiilamità d'ogni mercantia. Quifie grande ab
bondantia de robba da viuer.
*
C Αε
M A R C,O : PA O L O: Ioş ,
... -:: - ; ; C. A P I T O L O, , CXIX. : , , ,
*T* Acer voglio di queſte contrate, e diroui di
- A quelle d’India,inHequali,io Marcofui per grã
de tempo, e voglioui dir dellemarauiglioſe cole del
mondo. Comincierò prima de l'Iſola de Cimpagu.
Çimpaguèvn'Iſola ch’ène l'altro marverſo Orien
telongidaterra 15oo miglia;&èvna grande Iſola,
lagense è bella,e debella statura, & adorano l’Ido
li.Loro hanno vn Rèche non rende niun tributoad
altri, & hanno perfi, lui fi trøua oro affaifiimo, e
niuno non fioffa porțarne fuori dell'Iſola,& imper
ciò gli và poche naui, epoche mercantie: Il figuor
della terra hà vn; palazzo molto maruiglioſo, e
grande, i qual fi è tutto coperto d'oro fino;egrosto,
l’oro ben perdue dedi, e cofile fineſtrefono d'oro
fin. In queſta fi è abõdantia di pietre precioſe.Grã
distima coſa è le ricchezze di queſta Ilola. Vdendo il
gran Chanla ricchezza di queſts Iſola, mandò due
fuoibaronià pigliarla congrandiffima quantità de
nauiche portò caualieri e pedonie vittuaria aflai.
L’vno di quelli haueua nome. Abatam,e l'altro Võ
fainci, effi ſe partì dal porto de Caicon, e de Gun
fai, e andorno à Cimpagu, &iuidefontorno inter
ra, efecero vngran danno per pianie per valli, tra
quelli due baroni fù vn'inuidia; che quello çhe vple
ua l'vno l'altro non voleua, e cofi non pigliorno.
ne Città, ne Caſtelloſe nonvno, e perche effinon
fi vollero rendere tutti furono tagliati, e mºrti,
falu08. huomini, cheferronongipuoteragliarę, ír.
Marco Polo D 5 percio
*
166 v I А є є I D I .
perciò checiaſcundiloro hauea vna pietra precio:
fa ſopra de fiincantata, & haueuanlaalbrazzó de
firo entro carne e pelle. Quãdoliduoi baroni:inte
fe queſta nouella, effigli fece ammazzar cõ mazze
dilegno,e libaroni haue quelle pietre. Auuenne vn
giorno che verſo la tramontana venne vn vento fi
forte,che per paura che la naue nő fe ſpezzafle tutti
introrno in naue, e nauigò ad vn’Iſola,laqual'era-,
apprefoàx. miglia. Ilvento fi sforzò tanto che’lfe
rompè molte di quelle naui, e li huominicamporno
interra,e l’altrenauitornò à caſa fua, quelliche fug
giin terra furno béxx.milla,liqualife teneua morti.
Tornato il mare in bonazza il Rè dell’Iſola andò
con molte nauiadoffo à questi per pigliarli, il Rè
deſmontointerra con tutta la fuagente. Li Tartari
fonofcaltridi,e fi die vna volta, e corſe alle naue del
Rè, Onde il Rè rimafe interra contutta la fuagen
te gli Tartariandò’à l’Iſola del Rè, deſmontò in .
terra con li confaloniil Rè, e vedendo li confaloni
del Rè, effiaperfelaporta della Città. Li Tartari
entrorno dentro, e meffela terra èle donne à fac
connano come fù Verona. Et incontinente il Rè
arma nauilij, e fece gente noua tanto ch'effo affe
diò la terra. Li Tartari non habbiando niuno ſoc
corſo, &L habbiando tenuta la terra 7. mefi, fi fe
rendè à pattifaluo fhauere e le perſone, e queſto
fù del 1 2 69. In quefa Iſola fon idoliche hanno
il capo de louo, alcuni de porco, alcuni de mol
ton » alcuni de Chan, alcuni hanno vn capo e,
' quat:
- м А к с о ро Lо то7
quattrofazze, alcuniha tre capil’vno ſotto il collo,
l’altro ſotto la ſpalla, e l'altrofotto l'altra, & alcuni
Hià quattro mane,e alcunix. quel Idolo ch’ètenuto
il più bello,fiè quello che hà più mane,echi li dimã
da, perche fannotanti Idoli, e fi peruerfi è diuerfi.
Effi riſponde,che cofi fecelifuoi predeceffori.Quã
do quellide queſta Iſola piglia alcun huomo hò fe
mina che non fia de ſua gente sello non fe può ref
cuoter perdinari,gl'occide èbeue il ſuosãgue,e poi
lo mãgia.Questa fiè circondata dal Ocean.Efecő
do che dicono lifauj poeti, e marinari che vſa per
quel mare,eifole 747 lequalperla magiorparte fo
no habitate. Ein tutte queste iſole non è arbore che
non fia odorifero,e fruttifero, e de grãde vtilità,egli
naſce peueré bianco affai,e ſe fàvn'anno andar da
|
la prouincia de Mangi fina in India.La cagiõè che't
regna 2. vếti l'vn regna d'inuerno, l'altro d'inftate.
C A P H T O L O C X X.
Vandotu partì da Zaitoi, ch’è ſotto algran.
Chan, e fi nauega verſo occidente, & al
quantoverſo il garbin 5. diete, e ſe trona v
na contrata, laqual ha nome Ciariban, e fi è ric
cha è grande terra,& hanno lingua perfi, & hanno
il fuo Rè Nell'anno del 1 z 49. ilgran Chan man
dò vn fuobaron, ilqual haueua nome Sagatu con
grandiffimagente perconquistarqueſta prouincia,e
niente gli potea far faluo ch'ellidannizò molto il
paeſe. Et accioche più rõnguaftaffeil Rèdella cő
tratafe obligò à dare tributo il gran Chan 12-ele
· D 6 , , fanti
#હ8 V I, A G G I T D H =
fanti ogn'anno. Etio Marcofui in queſta contrạta
l'anno del 1275. e fi troua quello Rè molto vec
chio, & haueua grande quantità di moglie,& haue
ua 325. intro figliuoli, e figliuole, trajequali gliene
yintiſei valenti huomini perarme,e qua fi fono Ele
phantiaflaifimi,e legno aloe,eboſchigrandide he
banonegro. . . , , , , , , , , ,
. : : СА Р. I Т. О L О С ХХ Г. -
С. А Р і т. О L О Сxх IV. -2
^ Vando tufe andato quelli 5. miglia permezo
, dì tutruoui vn regno, i'quale ha nome Mao
| nir, la Città e l’Iſola fi hà nome Peperam, qua fiè
ſpeciarieaffai. Partitida Peperam, e va perfirocho
cento miglia, e fi trouil’Iſola de Hauamener, laqua!
volge miglia 2oo.in questa Iſola fono 8. Rè, e ciaº
| fcunhà il fuoregno. Effiha inolingua perfi;&ado
rano l'idoli, e fi à granderata d'ogni cofa da viuer:
Da queſta iſola non ſe può vederla tramontana, he
tantone quanto per cafone di mercadantifaráćeñÊ
liqualivía inolto nelregnó đi Ferlach. La gente di
quel Rètuttiadorano Macỏmetto quellicheħą5it
à li montinon hanno legge, ma viueno come fale2
| beſtie. La prima coſa cheioro vede la máttina esti
ľadoranoperynfuo Dio,loro mãgiano d'ognicar
nebuona, eria, e non ſe cura come fe fia mortae
non cura come la fe fia,e fi mângiancarnehumana,
. CA P S T O L O CXXV. -- :
Vando te parti da Ferlech, tu triioui il re
\-4 glio de Batma, e la gente di questa contra-"
| , -- ta non hannolegge, ma viueno à modo di
-, ' , D 7 beſtie
Ι ΙΟ V I A G G I : D: I - : -
с А Р і т. О Lо сxхуд II. .
Ometute parti da Lambrituvai4o:miglia per
tramontana,e trouidoi iſole. La prima ha no
me Necumera, e l'altra Nangama. Lagente de Ne
cumera viue come beſtie, e vanno tutti nudi, huo
minie femine,e non ſe conuien d'alcuna coſa,egia
ce l’vn con l'altro come che fetroua fecondo il vo
lere; e potere, e non hannó legge, & hanno boſchi
de fandali rofidinoſe d'India, e di Gargamoni, e
molte altreſpeciebone Namgama, evn’altra iſola
bona egrande,lorofonoidolatrieviuono comebe
ftie, e mangiano carne humana, e fono crudeliſſimi
huomini. Lihuominidiqueſta contrata hanno il ca
po à modo de capide mastini;&hanno glidentico
me cani, e le femine hanno gli capi come le cagne.
: C A P I T O L O. CXX IX.
Q: tute partida Namgama vai per Oc
cidente per mille mie,declinando verſo ilgar
bin, tutrouil'Iſola de Silam, laqualglie delle,
- ", miglior
- M A R C O " P O L O. nr.3
miglior Iſole che fia almondo, effa volge jo. mille,
e 5oo. miglia. In questa Iſola fièvn Rè ricchiffimo,
ela gente idolatra. Tutti della Iſola vanno nudi tal
uo che liportanovna pezzagriſa dananti à li parec
hi. Iui è abbondantia de rifi, e di beſtie, e di vino, e
di arboricome è ditto dinanzi. In queſta iſola fetro
ua fini rubini, e non altro, truouafi molt'altre pietre
pretioſe, topacij, & amarifti, e molte altre pietre
pretiofe. Queſto Rè hà vn rubino il più bello che ,
fiaal mondo,effo è longo vna ſpanna,& è groflo co
m'è vn brazo, & è ſplendidiffimofenza alcuna ma
cula,èroffo come foco. Li huomini di quella contra
ta nő valeniente per arme, ma fon moito lufuriofi
с А в 1 т о Lо Сххх.
D Oi tu vai per Occidente 4o. miglia, e truoui
I la grande prouincia de Nachabar, laquale è
chiamata India maggior, questa è la maggior In
dia che fia almondo, e la migliore, &èinterra fer
ma. In queſto Regno fe trouano margarite große
e fine. In queſta prouincia fono 5.Rè fratelli carna
li. Nel cominciamento di queſta prouincia è vnp
Rè, ilquale ha nome Sendebar, & è appellato Rè
de Vor. Il Rè ha la decima parte delle margarites
chefe truoua in quel Regno, queſte margarite fel,
troua pur d'Aprile fin à mezo Maggio da lipeſca
tori che peſca nel colfo del mare, nelqual fièabbon»
dantia de Margarite, queſte perle fetrona nelle te
ste dipeſce, cioè oſtreghe.Li huomini, ele donne di
*. - |- que
114 V I А G G I D I
queſta prouincia vanno tutti nudi,faluo ch’effife co
pre le fue vergogne. Il Rè etiandio va tutto nudo,
ma efio porta al collo vn cordon tutto de pietre.
precioſe, cioè carbonculi,zaphiri, ſmeraldi, & altre
cofe precioſe,lequalifono per numero céto,e quat
tro. Et imperciò conuiene che'l dica per numero
cento, e quattro oration da matina, e difera à l’ho
nor delli ldoli E porta à liduoibrazzi, & à le gam
befrifi coperti di pietre pretiofe, & à li piedi,&à li
denti porta pietre pretiofe chex.cittadenonglipo
tria pagar. Efappiche quello Rehaben centomo
glie, e fine tolfe vna à ſuo fratello, e queſte donne
fi addorna, e fa cofi bella la fua natura come fà le
donne nostre il fuo vifo. Il Re ha molti compagni
che ſempre l'accompagnano, e quando effo muore
cioè il Re, effibrufano il ſuo corpo,e queſtiſuoi cõ
pagnifi gettano nel foco quandoilfe brufa,elaffaffe
brufar có lui in cõpagnia, e cofi dicono che cofi effi
ſerãno in ſua cõpagnia alla vita dilà, com’effifono
stati alla vita di qua.Queſto Re ficõpra ben 1 o.mil
la caualli à l’anno nella contrata de Cormose vndi
questicauallife vendeben 5. fazi d'oro. Li merca
dantida Guinlai, e di Sofur, e di Eden fili vende à
mercadāti diqueſta Iſola, & in capo dell'anno tut
rifono morti, e cofi conſuma questo Re tutto il ſuo
theforo in queſticaualli.La cagion fie queſta chein
quest’Iſola nõ viue maicauallo più de vn'anno. In
questa contrata fietale vfanzan che quãdovnhuo
ſnoeiudicato à morte, lor dimãdagratiaal Reche
M A R C O P O L O. *r3 -
felaffa occidere feifteflo à l'honor del ſuo Dio,&ef
foglifa la gratia. Allhora ſe apparecchia tuttilifuoi
parenti,& effo fi mettexij cortellialcollo poie me
nato alloco dellaiuſtitia, il malfattor crida ad alta
voce, e dice. Io me vccido à l'honor del cotal dio, e
tole vn coltello, e daffe vn colpo poituole l’altro,e
daffe,e cofifa finche l'e morto. Liparētiſuoi poilo
brufa con gran riuerentia, e cõgranfeſta,e ciaſche
duno può tuortante moglie quãte il può mātener,e
quãdo il maritomore molte delle moglie febutta í
foco, e brufafi con effo perche la víanza fie cofifat
ta che tuttiche muore e brulati. Quelle che fi brufa
colmarito,fon molto laudate da lifuoi paréti. Tut
tifonoidolarri, e molto adorano liboui, e dicono,
cheilbò e fanta cofa. Effinó mangiaria carne dibò
per cofa del mõdo e nő ne occideria alcunọ pertut
to l'oro del mondo. Quando il ne muore alcuno,
effitole il fuofeuo,e ongie le fue cafe dentro.Queſta
géte diſcefe da quelliche vccife San Thomaſo Apo
ftolo, e neffundi loro nõ può intrarin la ſua Chiefa
ch'effofece in la ſua contrada,e s'alcunogli vuole,
intrar, effi cafczno morti, ò quafi morti, diece altri
huomininõli può condur nefundelli ſuoi contrarij
in quella Chieſa di S.Tomafo, ne viuo, ne motto. Il
Rècon tuttiquellidella prouincia mangianosẽpre
in terra,e dicono ch'effifonovſcitiditerra, e diter
ra die retornare, e ch'effinon potriano troppó ho
norare la terra. In queſta terra nonnaſce alcunabia
ua, ſe non rifi. Quando questihuomini war'] = 'མཱཡ
- att4
|
п ч6. V I A G G [; D I #
battaglia, loro vanno tutti nudi, e non portanöfŁs:
non lo ſcudo, e la lanza, effi non occide alcuno ani
nGale, narfagliocciderad altri che non fono della a
ſua prouincia. Tutti i homini, e femine di questa =
prouinc a fe cốuien lanar due volte a dì da mattina,
e da fera in altro modo esti non olarianio mangiar,
ne bere. Chi rõ oferuaffe qu:fto keria tenutipatāri
ni intra loro.Elfi felaua in queſto modo:Lì fono sé
pre nudi come v'ho detto effi vanno alli fiumi,egiet
tafi dell'acqua oltra il capo, e poife fregal’vno, e
l'altro,& alla fiata nell'acqua fe cógionge ſenza al
cuna vergogna. Loro fono vili per arme, pochỉfo
no che beuano vino; e qlliche ne beuenófonotolti
per teitimonij, e cofi quelli che vanno permare,
perche li dice che ſono deſperati, & anche hanno
che il lufuriar nó fia peccato ne vergogna. Anzi di
cono che'l piace à gli ſuoi dij. In queſto paeſe è cal
do intollerabile, & impercio vanno tutti nudi, e:fo
no cofiluffuriofi. Iui non pioue mai fe non in Zugno |
| - М А R. С О РО L О.
mangia la carne con gran riuerentia, queſto modo
т17,
tien li dongeli, e le dongeile fin che lorofi marita.
Ο Α Ρ Ι Τ Ο Ι. Ο Ο ΧΧΧΙ. . ..
1A A Vuis vifi è gran Regno, chefe truoua quan
do tute parti da Maobar, etu vai per tra
montana circa mille miglia, loro adorano gli Idoli,
infuli monti diqueſto Regno,fetruoua glidiaman
ti fini quando pioue forte li huomini fittà à cercar
inleriue dimonti. In quellimontiquando fiè li grã
caldi fitroua ſerpentigrandiffimi, & afpriffimi; ne
in altra parte del mondonon fetroua più diamanti,
in questa contrata fièlimaggior moltoni che fia al
mondo. Il corpo di San Thomaſo Apoſtolo fi è nel
la prouincia de Moabarin vna piccola città, nella
qual vanno pochi mercadanti, perch’effa fi è fuora
deman. Iui habita molti Chriſtiani è molti Sarraci
ni, fiqualivannoalcorpo de San Thomaſo. Lisar
racinihanno gran fede, e gran riuerentia al corpo
di San Thomaſo. Eloro dicono che'l fùSarracino è
gran Propheta, e chiamalo San Thomaſo da van
na, ch’è à dir in noftra lingua Santo huomo. Li
pellegrini Christiani che vanno à queſto fantotale
della terra, dou’effo fù morto. E quando alcuni fe
inferma, effi gli da à beuere di quella terra con vi
no è con acqua, e di preſente loro guariffe, l'anno
del 1297, fifù vngran Miracolo. Fù vnbaron del
paeſe che haueua tanto rifo, che'l non hauea da lo
garlo, ond'effo ne fece impir tutte le cafe del loco
de
1 rg- V I A G G I D I
de S. Tomaſo. Li pelegrinilo pregaua ch'ello non
doueffe impazzar il loco di S. Thomaſo doue effi
doueua dormire, e non volſe farniente,e la notte fi
gli apparſe in vifion S. Thomaſo,e mettegli vna for
cha de ferro fu lagola, e diffe,ſe tu non leui via quel
lo rifo, per certoio te affogherò. E ſubito quelba
ron fi defedò, & incontinente lo fece tuor via. On
de gli Christiani pelegrini ne referì grandiffima ri
uerentia à S.Tomaſo. E queſto miracolo recitò qľ
baron medefimo con ſua lingua.Esto fa affaigratie
alli Chriſtiani che fi racomanda à lui. Li huomini di
questa contratafono tuttinegri, ma effinon nafce
negri, ma ľaere lifano negri, & fi onge conolio de
fifamo,pervenire più negri. E quantofono più ne
gritanto magiormente fono tenuti più belli. Effi
fanno li ſuoi Idolinegri,e dipinge lidiauolibianchi
e dice che Dio fiè negro con tuttili ſuoi. E lidemo
njfono tuttibianchi Quando qsti di questa contra
ta vanno imbattaglia, ciaſcuno porta con fi pelo di
bo faluatico,e liga di quel pelo à le crine del fuoca
tiallo:i'qual metteful ſcudo è dicono ch'ella fi è co
ía fanta, e quelli che hanno di quel peloſopra dife,
non gli può incorreralcii male ne pericolo alcuno.
C A P I T O L O CXXXI].
Q Vando te partì dał loco di San Tomafo, tu
& vaiverſo occidente, e trouivna prouincia-,
la quaļhà nome Lache. In questa prouincia fono
kragmami, liqualifono più veridiciħuominiche fia
al mondo, effinon dirian vna bugja, e nő affenteria
- àvna
Μ Α R Ο Ο Ρ Ο Ι. Ο. 1I9
à vna falfità pertutto l'oro del mondo. Effi fono
caftiffimi huomini,e ciaſcunfe contenta pervna fo
la moglie.Effinon beue vino,e non vuole quel d'al
tri per nefun modo, effinon mangia carne, e non
occideria nefuno animalperalcuna coſa.Liadora
no liidoli,e attende molto adindiuinar. Effinon fa
ria mercato alcunoſe effinon vede prima la ſua vm
bra alfole. Effi mangiano temperatamente, e mai
non ſe fàtrar fangue, & e fauij huomini, in queſta
contrata e molti religiofi, e fono detti Cugini effi vi
ueno ben 15o. anni per la grande aftinentia che lor
fanno. Et egl'altri religiofi che vanno tutti nudi, e
nonfe coprino, e nő hanno vergogna,digando ch'
effifono ſenza peccato. Effiadorano liboui,e porta
vnbo piccolo de brõzo ſopra il fronte, e ongefi de
olio fatto dioffidibo congran riuerentiae nonmá
giano inícudelle neinfutaglieri, mangiano fu le fo
glie di pomari del paradiſo, òfia in altre foglie fec
che e non verde palcun modo.E dicono che le coſe
verde fi hà anima, e che le dorme fu la terra nude.
C A P I T O L O CXXXIII.
Rbai è vn regno che ſe troua verſo garbinL,
quando l’huomo è lontan da Maabar 5. mi
glia, iui fono Chriſtiani, faracini, e giudei. Il
Rè de Orbai non rende tributo ad alcun, ini na
ſce più peuere che in luogo del mondo, iui fi è
endegoaffai, efaffe d’herba gran cofa, & ſtanno
fani per il gran calor, che chi metreffe in vno di
quelli fiumi vnouo incontinente faria cotto. : que,
t^
12o . V I A G G I D I
ſta contratavfa molto limercatanti peril grande,
guadagno ch’effi fanno. In queſta contrata fono
molte bestie faluatiche, e ſtranie, qui non naſcebia
uale non rifo. Juifono molti medici, & aftrologi.
Li hominiele donnefono tuttenegre, e vannotut
tį nudi ſe non ch'effife copre il ſuo vituperio cõvna
pezza de grilo. Loro fitoglie per moglie cufine, e
matregne, e ogni parente, e cofi fanno per tutta
l'Índia. . . . . . . -
C A P I T O L O CXXXVI. ., ,
Tv Omati fièvna contrada d'India, laqual fi può
C veder alcuna coſa de la tramontana,laqualnő
fi vede de l'Iſola de Haua qai, quando l'huomo fe
parte di queſtoluoco, e va in mare perxxx.miglia,
tu vediben la tramontana per apparentia 7. paffi fo
pra acqua, ſtrania gente è in queſta contrata, etro
uafi bettie molto ſtrante ſpecialmente fimię, lequal
parono fi come huomini, Equando l'huomo ſe par
te de Comatie và verſo occidente 3oo.miglia,fi ve
dela tramontana,e trouailregno di Eli, & effiado
ranogl'Idoli, e hanno vn Rè, ilqualèmoltoriccho
de theloro, ma non digente, quella cạntrata, e tan
to forte cheneffuso non lipuò andareadosto quan
do alcuna naue piglia porto in queſto regno effi li
roba: Et dicono che gli ſuoi Idoli gl'hà mandati,
perche sfiivoleuano andarin vn'altra cotrata. e li
ſuoi Dei non liha laſciatiandare, e credeno ferma
mente che queſto non fia peccato. E cofi fanno
pertutta la contrata, eiuifonoleoniallai.
- СА-
|
м А к с о Рo Lo. 121
C A P I T O L O CXXXV.
- Eibar fie vn regno graade d'India verfo oc
cidente, ilfuo Rènon rende tributo ad alcu
no, e fi adorano l’idoliin queſto regno, & in quello
de Gefurach, Molte naue eſcono di quà perandar
robbare quellicorſari, e menano con file moglie,
e li figliuoli, e tutta la Eſtà ſtanno à cancioe in cor
fo. E cento naue facendo ſcala tien ben cento mi
glia. Effi toglie tutta la robba ch'elli trous, ma non
offende la perſona, e dicono, andate à guadagnar
de l’altra robba, che perauentura voine venirete,
vn'altra fiata per le mane, quifie abódantia dipe
uere, e dizenzero, e de cubiti, de le contrade di
queforegno non vene voglio dir più, perçhe’lfe
ria troppo longo recreſcimento à contarlo« ...
C A P I T O L O CXXXV I. t. t.
G Elura che fie vn'altro regno che ha il fie re
gno perfi, & e verſo Occidente,e fi adora l'i.
dolide qua, fi vede la tramontana ben perfette bra
zi più sù. Qui ſonoli peggiori corſari che fian? al
mondo Effi piglianali mercanti, e fi li tormentſ, e
metteglitaglia, e faglifolution fi grande che molti
ne more s'effi non paga la taglia à tempo. Qua fi
lauora meglio licoriche in parte del mondo. -
C A P I T O L O CXXXVII.
Vando tute partida Gefurach,e vai permare
verſo occidente tu truoui il regno di Rorna.,
e quello diSebelach. In queſti regni ſono grande
- ITER
122 V · I A G G H . D II. ?."
mercantie e ciaſcuno hàilfuo regno per fi,e hanno
linguaggio perfi, & adoranoli Idoli. Eſſinon han
noformento biaua fenon rifo, e queftifono ega
d'India maggior. Sappiate ch'io veho detto ſofa
merite delle prouincie che fono ſopra il mar. Di
quelle che ſono infra terra non hơdetto niente ché
troppo ferialongoragionar- - - f * ::::::
---- at: . ; * : .. : : *'orii . . . .
arri e C A P I T O L'Os CXXXVIII. * , ,
1 .. . . '. -t, és: ti : * x. . . . t :
^ Vando l'huomofoparibda Refmaceran, eva
\ A per l'alto mar perias: thiglia verfø mezo dì
trouidue Iſoleľvna appreſſo l'altra per $d. miglia.
Invma habita huoministenza femine, e queſta ha
nome Iſola malcolinai!?ti Valtra habita feminefen
za huomini, e queſta hà home Iſola Ferhinina. Effi
fono perciò vna medefima coſa, li huomininon.
varířib mai dalle femine, nele femine dallihhófni
fiilé fíon tre mefi de l'anno, cioè: Agosto, Settem
brio, e Ottobrio. Queftitre mefiftanno continua
mente infieme, poi ritonano à l’Iſole fue, efannoi
fattìſuoi. Liputi maſcolistanno con lamadre fina
à 7 anni,poi vanno con lipadri.In questa contrata
fie grande abbondáhtia d'ambre, e diperle, e per
le molte balene che vien prefe. Huiſono perfettipe
ſcatori,lifeccha lopelce, e fanne gran merchante,
e viue purdicarne; didatte, e di rifi, e díſpecié, ?
non d'altro. Effihanno pertio fignore vnvecơ.
uo, &ëſottol'Arciùekouo descorfia, :
- СА
I
м А R С О Рo 1. о. rasi
| , :C A P I T O L O CXXXIX.
| ,
Vando tutº parti đá queſte Iſoletu vai verſo il
mezo di circa 4o. niglia tu:ruouivna Iſola .
}
ch’è detta Scurfia. Queſtifono Chriſtiani, & hanno .
:
Arciuefcouo, e Veſcouo, qui fie grande abbondan
|
tia d'ºmbre. Quistlauora drapidibambafo,&fono
molto belli. Tutti vannonudie non fe copreniente
i nebaldachino: Queſto loco fiecala de corſari.
Isi Christianicópera volontiera da lor,perche lirob
bàpurgente pagana, efeticinie non Chriſtiani.Se
vñanaủe andasteà velaçõfin tiffimo vétoestifaria
perincant: mé o venirilvēto contrario pincanta
tion di demonijeffi fantrarqu lvēto ch’effi vuole.
-- C Ар і т о і о схL. -
c a P 1 T o Lo cxli.
, ':' : '.'
M A R C O P o L o, 12;
C A P I T O L O CXL I I. -
-
- ------------------------
126 , v I A G GHI : D f :
porto doue molte naui de mercadanti arriuano :
Quelii della prouincia de Aden,viue folamente dę
rifi, pche effihanno poca carneè poco latte, in tute
va queſta contrata nõ nafce, herba, anziè la più fec
ca contrata che fia al mondo « Le beſtie de quelle
contrate non magna fe non pefcefalato è crudo. .
C A P I T O L O CXLIV. "
Etto ve hò della contrata d'India mezana ;
hor'vi conterò delle contrade lequale fond
verſo la trathontana, laqual hà vn fuo Rè della L
caſa Imperiale delgran Chan. Quella gerite ado
ra vn ſuo dio come fanno gli Tartari, ilquale e
detto Nagigai.Queſtagente ſtáin piano,& in mon
ti. Loro non hanno biaua alcuna. Et vitie de car
ne e de larte folamente. Et non hannoguerra con
alcuno. Iui ſono molti gambellie vari, liquali fo
no molto cari. Sappi che ſotto la Signoria de co
ftui fi è vna contrara per laqual non ptiò andar al
cunagraue beſtia ne perſona per li retti paffi, e
laghi, e fontane, e per ilgrande freddo ch'èin quel
la contrata . Iui ſempre egiaza, e fanghi, e perle
giaze non può andare naue in quella contrata, e
dura questa contrataben perx'jgiornate.
СА Р І Т О L О СXLV. . . . . .
N On ne voglio dir come in queste kjº gior
N nate ſe piglia bestiole perfarpelefine. Main
ciaſcuna di queſte 12, giornate fono habitation2
nellequalfono canipoco minoride afini, e questi
|- canı
М А R С О Р О L О. 127 .
| cani tiravn edificio, ilquale hà nome sliozola, etis
ralo à modo di caretta, e non hanno rede, e duoi
huomini può andar fu, vna di quelle fliozole oue
to carrette, e le non fe fica fenon vri pocoinfang8s
ciaſcuna di queſte carrette, òfia fliozola, ſe mette
quattro cani, ò feiàtirarle come fannolicauali, e
con queſte ſliozole fi va vn huomo pergouernarli
cani, &à ogni pofta femuda licani. In iconfihi di
quefto regno de Tartari: fièvna contrata,laqualſe
appella da Schuricha, perche fempre è la ſcuro co
me è qua da noi la prima hora di notte. Iui mai non
fi vede il Sole. La gente di queſta contrata non hà
Rè, ma viue come fà le beſtie. La gente è molto
bella in quelle contrate, ma effi non hanno colorin
vifo, anzifono pallidi. Li Tartari che confina con
loro,lirobba fortemente. Quandoli Tartarivan
no à robbare in quelle partì, cioè in quella valle, effi
vanno con caualle c'habbia pcledri piccoli, e quã
do li fono appreſſo illuoco ch’effi vuole robbar,lo
roligano li poiledriàliarbori in quella valle ofcara,
e vanno à far la rubbaria, e come loro hanno rub
bato,laſciano venirle caualle, perche lor fanno ben
la via douefonlifuoi poledri. Li huomini della of
curità pigliano beftioli,delliquali ne fanno grágua
dagno,cioè dipelle d'armelini, e divarini. La gran
de Roffia hà confinicon queſti della oſcurità davn
capo « -
С А
was v1a se1 D1
с А Р і т о і о сxt.vi:
-Offía fi è vna gran Prouincia verſo la Tri:
montana . Quelli de Roffia fono Chriſtia
ni, e tien il modo griego in lifattidella Chieſa–, º
Effi ſono molto fimplici, e ſono molto belli huo
niini, e belle femine. Iuifono forti paffi, e non-2
danro tributo ad alcunofe non al Rè di Tartarid
Occidente. In Roffia è molto argento, in Roffia
è gran freddo, in Roffia è grande mercato delle
pelefine ditte de ſopra. La prouincia fi è grande
ch'effa arriua infin'a il mar Oceano. Nell'Iſole.
di quel mar nafcon molti buonigrifalchi, e li me
gliori falconi pellegriní che naſca per tutto il
. mondo á -
4 г. в 1 N Е: -
* . . 2 DE 67
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N.
L'Opeta è fogli 8.
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