Anima, Corpo, Relazioni. Storia della filosofia da una prospettiva antropologica, 2022
Newman anglicano e cattolico: influenze classiche e tradizione britannica John Henry Newman rappr... more Newman anglicano e cattolico: influenze classiche e tradizione britannica John Henry Newman rappresenta uno degli intellettuali più significativi dell'Inghilterra vittoriana. Fu teologo, educatore, guida spirituale, polemista, scrittore. La sua ricca e complessa personalità si rispecchia in una variegata produzione di sermoni, saggi storici, opere di teologia, romanzi, poesie e trattati filosofici. Nato a Londra nel 1801, ricevette una formazione tradizionale basata tanto sui classici greci e latini, quanto sulla letteratura e filosofia inglese. Aristotele e Cicerone furono gli autori a lui più cari, mentre entrò in polemica con lo scetticismo di David Hume e l'empirismo di John Locke.
La fenomenologia, teorizzata da Husserl alla fine dellʼOttocento, rappresenta una corrente fondam... more La fenomenologia, teorizzata da Husserl alla fine dellʼOttocento, rappresenta una corrente fondamentale nella filosofia contemporanea. Nel corso dei decenni si è progressivamente diffusa in tutti i continenti, influenzando discipline non filosofiche: dapprima la psicologia e la psichiatria, per poi coinvolgere il teatro, la letteratura, lʼarchitettura, la medicina, le scienze infermieristiche, la psicologia sociale, lʼecologia. Il volume propone unʼintroduzione alla fenomenologia intesa come analisi riflessiva. Essa viene affrontata non in senso storico, attraverso la presentazione di temi o autori appartenenti a questo filone teoretico, ma come metodo applicabile a qualsiasi ambito di esperienza, sia diretta che indiretta. Lʼautore distingue due stili filosofici: lʼargomentazione, prevalente nella filosofia analitica contemporanea, e lʼanalisi riflessiva che, a suo giudizio, è propria della fenomenologia. Scopo di questo lavoro è familiarizzare con il metodo fenomenologico e quindi migliorare le proprie abilità riflessive e teoretiche. Il testo, già tradotto in diverse lingue e qui presentato per la prima volta in traduzione italiana, ha un intento pedagogico – ogni capitolo si conclude con degli esercizi – ma non è orientato limitatamente ad un pubblico di studenti, bensì a chiunque voglia imparare ad analizzare e a riflettere. La prima metà del lavoro presenta gli strumenti del metodo fenomenologico mentre i capitoli finali si concentrano su alcuni ambiti particolari dellʼesperienza quali il credere, il valutare ed il volere.
In the recent philosophical literature the problem of translation has been treated by a relativel... more In the recent philosophical literature the problem of translation has been treated by a relatively small number of thinkers. We might recall the contributions of Donald Davidson and Willard van Orman Quine in the analytical tradition while in continental philosophy Jacques Derrida and Paul Ricoeur are the greatest thinkers who have explicitly thematised the practice of translation and its effects from a speculative point of view. My text will focus on Paul Ricoeur (1913-2005) who has dealt with the problem of translation in a few lectures and articles, occasionally presented over the last fifteen years of his long life and later collected in two volumes: Le Juste 2 (2001) and Sur la Traduction (2004).
Translating Selves: Experience and Identity between Languages and Literature, 2008
The common practice of translation has long interested linguists, literary critics and philosophe... more The common practice of translation has long interested linguists, literary critics and philosophers, even before translation studies became an academic discipline in its own right. Friederich Schleiermacher, Walter Benjamin, Willard V. O. Quine, Donald Davidson and Jacques Derrida are among the first names that come to mind when we think of philosophers who have written about translation. It should not come as much of a surprise either: translation is not only a linguistic but also turns into a philosophical issue especially insofar as it impinges on questions of identity and otherness.
Tra le varie correnti presenti nella riflessione filosofica di lingua inglese sulla religione, i ... more Tra le varie correnti presenti nella riflessione filosofica di lingua inglese sulla religione, i "fideisti wittgensteiniani" hanno, più di altri, sottolineato la relatività delle credenze e il legame che hanno con le forme di vita da cui sorgono. Il termine "fideismo wittgensteiniano" appartiene a Kai Nielsen, che ha attribuito una posizione fideista inizialmente a filosofi allievi o seguaci di Wittgenstein quali Winch, Hughes, Malcolm, Cavell, Phillips e successivamente allo stesso Wittgenstein. Comune a questi pensatori è l'idea che il discorso teologico è sui generis e che pertanto può essere compreso e valutato solo nei termini che gli sono propri; la verità ed il significato di una visione del mondo religiosa non vanno comprese a partire dall'oggetto che ritiene di rappresentare, ma dalla tradizione o dalla comunità all'interno della quale è emersa e nella quale svolge il suo ruolo. Esamineremo le posizioni di Norman Malcolm e D. Z. Phillips, le più rappresentative di questo indirizzo di pensiero, la critica che fa loro Kai Nielsen e la proposta di Yong Huang.
Review of Per una filosofia della traduzione [For a philosophy of translation], by Domenico Jervo... more Review of Per una filosofia della traduzione [For a philosophy of translation], by Domenico Jervolino, Brescia, Morcelliana, 2008, 264 pp., €16.50 (paperback), ISBN 978-88-372-2239-0 La traduzione: incontro fra le culture [Translation: an encounter between cultures], ed. Domenico Jervolino, special issue of Studium, January/February 2005, 154 pp, €14, ISSN 0039-4130
Una Santa, Catholica et Apostolica: : Einheit und Anspruch des Katholischen, 2009
The relationship between knowledge and morality is a theme recurring in most of the pages of "The... more The relationship between knowledge and morality is a theme recurring in most of the pages of "The Idea of a University" 1 and one to which Newman certainly devoted much of his care. A man such as Newman, with a deep ethical sense and an incisive intellect, would be expected to argue for a convergence of education and morals. This expectation is especially understandable if we bear in mind that the Discourses were written with a view to establishing a Catholic University, and that it was in a Catholic University Newman gave his speeches as a rector and in the University Church his Sermons. It is not surprising, therefore, that he perplexed his contemporary readers when he firmly stated that liberal education has an object distinct from virtue, and that the end of university education is intellectual, not moral or religious. "Knowledge is one thing, virtue is another; […] Liberal Education makes not the Christian, not the Catholic, but the gentleman." This is a delicate position that requires extensive explanation; it has, firstly, considerable effects on the conception of a university, and secondly, on the relationships of the different constituent elements of the human being, particularly reason and moral conscience. Was not Newman's education project aiming to train good Catholics? What is his conception of the gentleman? Is the gentleman synonymous with the man of a philosophical habit of mind? Is the gentleman the model of the human person that Newman had in mind when he was elaborating his Idea of a University?
This is the first comprehensive study of John Henry Newman's works related to his foundation of a... more This is the first comprehensive study of John Henry Newman's works related to his foundation of a university in Ireland. It considers his Dublin Writings (1851-1859) in their totality and full meaning, in an attempt to show that they share a unity that is not merely chronological but also conceptual. It analyses Newman's volumes, articles and sermons produced while he was in residence in Dublin and explains the historical background that led to the establishment of the Catholic University of Ireland. This work offers an original exploration of the influences of philosophers such as Aristotle, Cicero and Locke on Newman's own thought. Aristotle's inspiration is presented in a new light and compared with Ciceronian rhetoric and the Utilitarianism of Locke and his followers. Moreover, the intellectual, moral and artistic dimensions of the human person in Newman's Dublin Writings are discussed, in conjuction with his concepts of the unity of knowledge and of the philosophical habit of mind. The final chapter is the author's personal reflection on the issues that Newman raised, with reference to the development of university education and to contemporary thinkers such as Derrida and MacIntyre.
Le riflessioni formulate da John Henry Newman durante la sua permanenza a Dublino (1851-1859) son... more Le riflessioni formulate da John Henry Newman durante la sua permanenza a Dublino (1851-1859) sono qui considerate per la prima volta nella loro totalità e nel loro pieno significato, nel tentativo di dimostrare come la loro unità non sia solo meramente cronologica ma anche concettuale. Lʼanalisi dei volumi, degli articoli e dei sermoni, oltre a ricostruire lo sfondo storico e le ragioni che portarono alla decisione di erigere una Università cattolica in Irlanda, consente unʼoriginale comparazione del pensiero di Newman con quello di tre autorevoli figure discusse negli Scritti Dublinesi: Aristotele, Cicerone e Locke; lʼinfluenza del primo viene presentata in una nuova luce e accostata alla retorica ciceroniana e allʼutilitarismo di Locke e dei suoi seguaci. Vengono inoltre analizzate le differenti dimensioni della persona umana che si evincono dagli Scritti, il concetto di unità della conoscenza e di abito mentale filosofico, offrendo così unʼampia considerazione critica sulla relazione tra moralità e sapere, sulla difesa della conoscenza liberale, sulla dimensione artistica e morale dellʼessere umano, in opposizione a tendenze dellʼetica moderna quali lʼutilitarismo, il deontologismo e il sentimentalismo. Non manca unʼinteressante riflessione sullʼattualità delle questioni sollevate dagli Scritti Dublinesi con riferimento allʼinquieto evolversi del mondo universitario e ad alcuni grandi autori del pensiero contemporaneo.
Anima, Corpo, Relazioni. Storia della filosofia da una prospettiva antropologica, 2022
Newman anglicano e cattolico: influenze classiche e tradizione britannica John Henry Newman rappr... more Newman anglicano e cattolico: influenze classiche e tradizione britannica John Henry Newman rappresenta uno degli intellettuali più significativi dell'Inghilterra vittoriana. Fu teologo, educatore, guida spirituale, polemista, scrittore. La sua ricca e complessa personalità si rispecchia in una variegata produzione di sermoni, saggi storici, opere di teologia, romanzi, poesie e trattati filosofici. Nato a Londra nel 1801, ricevette una formazione tradizionale basata tanto sui classici greci e latini, quanto sulla letteratura e filosofia inglese. Aristotele e Cicerone furono gli autori a lui più cari, mentre entrò in polemica con lo scetticismo di David Hume e l'empirismo di John Locke.
La fenomenologia, teorizzata da Husserl alla fine dellʼOttocento, rappresenta una corrente fondam... more La fenomenologia, teorizzata da Husserl alla fine dellʼOttocento, rappresenta una corrente fondamentale nella filosofia contemporanea. Nel corso dei decenni si è progressivamente diffusa in tutti i continenti, influenzando discipline non filosofiche: dapprima la psicologia e la psichiatria, per poi coinvolgere il teatro, la letteratura, lʼarchitettura, la medicina, le scienze infermieristiche, la psicologia sociale, lʼecologia. Il volume propone unʼintroduzione alla fenomenologia intesa come analisi riflessiva. Essa viene affrontata non in senso storico, attraverso la presentazione di temi o autori appartenenti a questo filone teoretico, ma come metodo applicabile a qualsiasi ambito di esperienza, sia diretta che indiretta. Lʼautore distingue due stili filosofici: lʼargomentazione, prevalente nella filosofia analitica contemporanea, e lʼanalisi riflessiva che, a suo giudizio, è propria della fenomenologia. Scopo di questo lavoro è familiarizzare con il metodo fenomenologico e quindi migliorare le proprie abilità riflessive e teoretiche. Il testo, già tradotto in diverse lingue e qui presentato per la prima volta in traduzione italiana, ha un intento pedagogico – ogni capitolo si conclude con degli esercizi – ma non è orientato limitatamente ad un pubblico di studenti, bensì a chiunque voglia imparare ad analizzare e a riflettere. La prima metà del lavoro presenta gli strumenti del metodo fenomenologico mentre i capitoli finali si concentrano su alcuni ambiti particolari dellʼesperienza quali il credere, il valutare ed il volere.
In the recent philosophical literature the problem of translation has been treated by a relativel... more In the recent philosophical literature the problem of translation has been treated by a relatively small number of thinkers. We might recall the contributions of Donald Davidson and Willard van Orman Quine in the analytical tradition while in continental philosophy Jacques Derrida and Paul Ricoeur are the greatest thinkers who have explicitly thematised the practice of translation and its effects from a speculative point of view. My text will focus on Paul Ricoeur (1913-2005) who has dealt with the problem of translation in a few lectures and articles, occasionally presented over the last fifteen years of his long life and later collected in two volumes: Le Juste 2 (2001) and Sur la Traduction (2004).
Translating Selves: Experience and Identity between Languages and Literature, 2008
The common practice of translation has long interested linguists, literary critics and philosophe... more The common practice of translation has long interested linguists, literary critics and philosophers, even before translation studies became an academic discipline in its own right. Friederich Schleiermacher, Walter Benjamin, Willard V. O. Quine, Donald Davidson and Jacques Derrida are among the first names that come to mind when we think of philosophers who have written about translation. It should not come as much of a surprise either: translation is not only a linguistic but also turns into a philosophical issue especially insofar as it impinges on questions of identity and otherness.
Tra le varie correnti presenti nella riflessione filosofica di lingua inglese sulla religione, i ... more Tra le varie correnti presenti nella riflessione filosofica di lingua inglese sulla religione, i "fideisti wittgensteiniani" hanno, più di altri, sottolineato la relatività delle credenze e il legame che hanno con le forme di vita da cui sorgono. Il termine "fideismo wittgensteiniano" appartiene a Kai Nielsen, che ha attribuito una posizione fideista inizialmente a filosofi allievi o seguaci di Wittgenstein quali Winch, Hughes, Malcolm, Cavell, Phillips e successivamente allo stesso Wittgenstein. Comune a questi pensatori è l'idea che il discorso teologico è sui generis e che pertanto può essere compreso e valutato solo nei termini che gli sono propri; la verità ed il significato di una visione del mondo religiosa non vanno comprese a partire dall'oggetto che ritiene di rappresentare, ma dalla tradizione o dalla comunità all'interno della quale è emersa e nella quale svolge il suo ruolo. Esamineremo le posizioni di Norman Malcolm e D. Z. Phillips, le più rappresentative di questo indirizzo di pensiero, la critica che fa loro Kai Nielsen e la proposta di Yong Huang.
Review of Per una filosofia della traduzione [For a philosophy of translation], by Domenico Jervo... more Review of Per una filosofia della traduzione [For a philosophy of translation], by Domenico Jervolino, Brescia, Morcelliana, 2008, 264 pp., €16.50 (paperback), ISBN 978-88-372-2239-0 La traduzione: incontro fra le culture [Translation: an encounter between cultures], ed. Domenico Jervolino, special issue of Studium, January/February 2005, 154 pp, €14, ISSN 0039-4130
Una Santa, Catholica et Apostolica: : Einheit und Anspruch des Katholischen, 2009
The relationship between knowledge and morality is a theme recurring in most of the pages of "The... more The relationship between knowledge and morality is a theme recurring in most of the pages of "The Idea of a University" 1 and one to which Newman certainly devoted much of his care. A man such as Newman, with a deep ethical sense and an incisive intellect, would be expected to argue for a convergence of education and morals. This expectation is especially understandable if we bear in mind that the Discourses were written with a view to establishing a Catholic University, and that it was in a Catholic University Newman gave his speeches as a rector and in the University Church his Sermons. It is not surprising, therefore, that he perplexed his contemporary readers when he firmly stated that liberal education has an object distinct from virtue, and that the end of university education is intellectual, not moral or religious. "Knowledge is one thing, virtue is another; […] Liberal Education makes not the Christian, not the Catholic, but the gentleman." This is a delicate position that requires extensive explanation; it has, firstly, considerable effects on the conception of a university, and secondly, on the relationships of the different constituent elements of the human being, particularly reason and moral conscience. Was not Newman's education project aiming to train good Catholics? What is his conception of the gentleman? Is the gentleman synonymous with the man of a philosophical habit of mind? Is the gentleman the model of the human person that Newman had in mind when he was elaborating his Idea of a University?
This is the first comprehensive study of John Henry Newman's works related to his foundation of a... more This is the first comprehensive study of John Henry Newman's works related to his foundation of a university in Ireland. It considers his Dublin Writings (1851-1859) in their totality and full meaning, in an attempt to show that they share a unity that is not merely chronological but also conceptual. It analyses Newman's volumes, articles and sermons produced while he was in residence in Dublin and explains the historical background that led to the establishment of the Catholic University of Ireland. This work offers an original exploration of the influences of philosophers such as Aristotle, Cicero and Locke on Newman's own thought. Aristotle's inspiration is presented in a new light and compared with Ciceronian rhetoric and the Utilitarianism of Locke and his followers. Moreover, the intellectual, moral and artistic dimensions of the human person in Newman's Dublin Writings are discussed, in conjuction with his concepts of the unity of knowledge and of the philosophical habit of mind. The final chapter is the author's personal reflection on the issues that Newman raised, with reference to the development of university education and to contemporary thinkers such as Derrida and MacIntyre.
Le riflessioni formulate da John Henry Newman durante la sua permanenza a Dublino (1851-1859) son... more Le riflessioni formulate da John Henry Newman durante la sua permanenza a Dublino (1851-1859) sono qui considerate per la prima volta nella loro totalità e nel loro pieno significato, nel tentativo di dimostrare come la loro unità non sia solo meramente cronologica ma anche concettuale. Lʼanalisi dei volumi, degli articoli e dei sermoni, oltre a ricostruire lo sfondo storico e le ragioni che portarono alla decisione di erigere una Università cattolica in Irlanda, consente unʼoriginale comparazione del pensiero di Newman con quello di tre autorevoli figure discusse negli Scritti Dublinesi: Aristotele, Cicerone e Locke; lʼinfluenza del primo viene presentata in una nuova luce e accostata alla retorica ciceroniana e allʼutilitarismo di Locke e dei suoi seguaci. Vengono inoltre analizzate le differenti dimensioni della persona umana che si evincono dagli Scritti, il concetto di unità della conoscenza e di abito mentale filosofico, offrendo così unʼampia considerazione critica sulla relazione tra moralità e sapere, sulla difesa della conoscenza liberale, sulla dimensione artistica e morale dellʼessere umano, in opposizione a tendenze dellʼetica moderna quali lʼutilitarismo, il deontologismo e il sentimentalismo. Non manca unʼinteressante riflessione sullʼattualità delle questioni sollevate dagli Scritti Dublinesi con riferimento allʼinquieto evolversi del mondo universitario e ad alcuni grandi autori del pensiero contemporaneo.
In the recent philosophical literature the problem of translation has been treated by a relativel... more In the recent philosophical literature the problem of translation has been treated by a relatively small number of thinkers. We might recall the contributions of Donald Davidson and Willard van Orman Quine in the analytical tradition while in continental philosophy Jacques Derrida and Paul Ricoeur are the greatest thinkers who have explicitly thematised the practice of translation and its effects from a speculative point of view. My text will focus on Paul Ricoeur (1913-2005) who has dealt with the problem of translation in a few lectures and articles, occasionally presented over the last fifteen years of his long life and later collected in two volumes: Le Juste 2 (2001) and Sur la Traduction (2004).
In this paper I intend to compare some of the ideas of Newman and Wittgenstein, and to use some o... more In this paper I intend to compare some of the ideas of Newman and Wittgenstein, and to use some of Wittgenstein's later remarks in an attempt to better understand Newman's philosophy. I will argue that they both move away from the typical foundationalist tradition of modern European philosophy towards a non-foundationalist account of knowledge and belief.
n We, the People of Europe? Balibar argues for a Europe as the interpreter of the world, a ‘vanis... more n We, the People of Europe? Balibar argues for a Europe as the interpreter of the world, a ‘vanishing mediator ’ translating languages and cultures. Ricoeur in his last works has considered translation as a paradigm of the attitude towards the other, holding the view that the ethical purposes relating to linguistic hospitality are the model for any kind of hospitality. I intend to contrast Balibar’s vanishing mediator with Ricoeur’s concept of linguistic hospitality. In spite of the fact that Étienne Balibar and Paul Ricoeur practically ignore each other in their works, I found some striking similarities in their thoughts regarding the role of languages and translation in Europe. In my paper, I will highlight these common views, with the intention of also showing their differences. Étienne Balibar published in English in 2004 a collection of essays written during the previous decade, with the title: We, the People of Europe? Reflections on Transnational Citizenship, where he discuss...
Conoscere per costruire. Atti del VI Forum internazionale del Gran Sasso., 2024
Lo scopo di questo intervento è approfondire i profondi insegnamenti forniti da John Henry Newman... more Lo scopo di questo intervento è approfondire i profondi insegnamenti forniti da John Henry Newman, eminente teologo ed educatore del XIX secolo, riguardo la relazione dinamica tra insegnanti e studenti nell'ambito dell'istruzione. I suoi scritti educativi, in particolare la sua celebre opera "L'Idea di Università", offrono preziose prospettive sul potere trasformativo di questa relazione. Analizzando gli scritti di Newman nel contesto storico del suo tempo, valuteremo anche la rilevanza e l'applicabilità delle sue idee nelle attuali realtà educative, fornendo spunti su come i principi di Newman possano informare e ispirare le pratiche pedagogiche contemporanee, sottolineando l'importanza di coltivare connessioni significative e promuovere lo sviluppo olistico degli studenti.
Testo base del seminario sulla comunicazione uomo-animale ( 29-30 aprile 2010, Università di Napo... more Testo base del seminario sulla comunicazione uomo-animale ( 29-30 aprile 2010, Università di Napoli "Federico II").
John Henry Newman, an insightful and challenging spirit, is part of that group of thinkers that c... more John Henry Newman, an insightful and challenging spirit, is part of that group of thinkers that cultivated a logic of concrete life. In his extremely rich and assorted works we can find many themes which are still relevant to contemporary hermeneutics. Among these themes is found the question of translation, which he deals with in two of the essays from the Idea of a University and in some introductions to his own translations.
Unpublished paper presented at the SIFA (Società Italiana di Filosofia Analitica) National Congre... more Unpublished paper presented at the SIFA (Società Italiana di Filosofia Analitica) National Congress, Bologna, September 1998.
Recognizing the need for a more comprehensive understanding of morality, this primer shifts its f... more Recognizing the need for a more comprehensive understanding of morality, this primer shifts its focus from the classical Western tradition towards integrating non-European theories into the broader discourse of applied ethics, reflecting a post-colonial effort to diversify and enrich ethical studies with global perspectives and foundational principles shared across cultures.
Review of Martha Nussbaum, Creating Capabilities: The Human Development Approach. Harvard Univers... more Review of Martha Nussbaum, Creating Capabilities: The Human Development Approach. Harvard University Press, 2011.
Review of Stephen Kelly, "A conservative at heart? The Political and Social Thought of John Henry... more Review of Stephen Kelly, "A conservative at heart? The Political and Social Thought of John Henry Newman", Columba Press 2012. The Irish Catholic, 18 October 2012.
What people do what they are apparently doing nothing? Billy Ehn and Orvar Löfgren, two ethnologi... more What people do what they are apparently doing nothing? Billy Ehn and Orvar Löfgren, two ethnologists from Sweden, explore the infra-ordinary, i.e. those moments in daily life that are taken for granted and therefore do not attract much attention. The familiar everyday that surrounds us is full of empty activities, wasted time and lost moments. This volume explores the secret world of doing nothing not from a psychological but from a cultural point of view. The book contains four chapters and an appendix. In the Introduction the authors explain their decision to focus on three forms of activities performed daily with no attention: waiting, repeating routines and daydreaming. A chapter is dedicated to each one. Billy Ehn and Orvar Löfgren place their research in the branch of European anthropology, even if many of the cases taken into consideration belong to non-western cultures. The final chapter attempts to locate this study in the larger framework of the criticism of modernity. It shows that those useless daily activities are instances of modes of being which are alternative to the Western obsession with productivity and speed. In the appendix the authors present their methodology.
Italian review of Saraniti, D., Messianismo e traduzione: Benjamin e Derrida, Roma, Casini Editor... more Italian review of Saraniti, D., Messianismo e traduzione: Benjamin e Derrida, Roma, Casini Editore, 2009 in Recensioni filosofiche, n. 47 (February 2010)
Storia della filosofia (antica, moderna), etica, estetica Indice-L'autore-Links In questo recente... more Storia della filosofia (antica, moderna), etica, estetica Indice-L'autore-Links In questo recente lavoro, Alfredo Ferrarin si prefigge di indagare la relazione tra immaginazione e giudizio pratico in Aristotele e Kant, filosofi che hanno rappresentato due paradigmi molto diversi, se non antitetici, nella concezione etica. Il libro si compone di una ampia introduzione e cinque capitoli. L'analisi viene sviluppata a partire da problematiche non solo storiografiche ma anche legate alle discussioni contemporanee riguardanti l'etica ed il giudizio pratico; non a caso il volume inizia con una ricca introduzione sulla rilevanza, in ambito etico, del giudizio e dell'immaginazione. Ferrarin presenta questa prospettiva in opposizione a quelle dottrine morali che, ispirate al paradigma scientifico, si concentrano sull'efficacia delle norme e sulla metodicità delle sue procedure di controllo. Segue un capitolo sul 'problema del giudizio pratico e l'immaginazione nel Novecento'. Il tentativo è quello di una critica alle filosofie naturalistiche che in etica tendono a neutralizzare l'umano, riducendolo ad uno dei tanti enti del mondo naturale. In realtà, nonostante il titolo del capitolo, l'analisi non è limitata alle filosofie del Novecento, visto che viene presa in esame l'ambivalenza dell'antropologia di Hobbes riguardo la naturalità dell'uomo. La concezione che Hobbes ha dell'obbligo morale viene confrontata con quella aristotelica e kantiana. Si passa poi all'ultima produzione di Hannah Arendt che, rifacendosi a Kant, sceglie per l'ambito politico come modello di giudizio il gusto, in quanto non è determinato da regole e deve essere dibattuto pubblicamente. Ferrarin ne contesta la fedeltà alla filosofia kantiana e si rammarica che la Arendt non abbia preso in considerazione gli scritti pratici, dove Kant sottolinea i punti di contatto tra giudizio riflettente e moralità. Nella riflessione della Arendt sul giudizio manca anche ogni riferimento all'etica aristotelica, e ciò, secondo l'autore, è da ricondurre alla sua giovanile frequentazione dei seminari di Heidegger a Marburgo. Heidegger, e sulla sua scorta quasi tutti i suoi allievi, in realtà riabilita l'etica aristotelica identificando però la virtù pratica con la coscienza, che ci richiama a noi stessi, e quindi, pur assegnandole un primato, la svuota di ogni contenuto politico. Questa forzatura continua con Hans-Georg Gadamer che interpreta la phronesis come coscienza ermeneutica, in opposizione alle scienze della natura. Vengono quindi prese in considerazione, e analizzate nel secondo capitolo, quelle posizioni che tendono a presentare Aristotele e Kant come complementari. Questi tentativi sono stati elaborati nell'ultimo decennio specialmente in area anglosassone da parte, ad esempio, di allievi di John Rawls nella speranza di integrare il tradizionale
This is an extract from the review of Filoramo G. and Menozzi D. (edit.), Storia del Cristianesim... more This is an extract from the review of Filoramo G. and Menozzi D. (edit.), Storia del Cristianesimo L’età contemporanea, Roma-Bari, Edizioni Laterza, 1997 in Sapienza, vol. 52 (1999).
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Books by Angelo Bottone
My text will focus on Paul Ricoeur (1913-2005) who has dealt with the problem of translation in a few lectures and articles, occasionally presented over the last fifteen years of his long life and later collected in two volumes: Le Juste 2 (2001) and Sur la Traduction (2004).
Lʼanalisi dei volumi, degli articoli e dei sermoni, oltre a ricostruire lo sfondo storico e le ragioni che portarono alla decisione di erigere una Università cattolica in Irlanda, consente unʼoriginale comparazione del pensiero di Newman con quello di tre autorevoli figure discusse negli Scritti Dublinesi:
Aristotele, Cicerone e Locke; lʼinfluenza del primo viene presentata in una nuova luce e accostata alla retorica ciceroniana e allʼutilitarismo di Locke e dei suoi seguaci.
Vengono inoltre analizzate le differenti dimensioni della persona umana che si evincono dagli Scritti, il concetto di unità della conoscenza e di abito mentale filosofico, offrendo così unʼampia considerazione critica sulla relazione tra moralità e sapere, sulla difesa della conoscenza liberale, sulla dimensione artistica e morale dellʼessere umano, in opposizione a tendenze dellʼetica moderna quali lʼutilitarismo, il deontologismo e il sentimentalismo. Non manca unʼinteressante riflessione sullʼattualità delle questioni sollevate dagli Scritti Dublinesi con riferimento allʼinquieto evolversi del mondo universitario e ad alcuni grandi autori del pensiero contemporaneo.
Papers by Angelo Bottone
My text will focus on Paul Ricoeur (1913-2005) who has dealt with the problem of translation in a few lectures and articles, occasionally presented over the last fifteen years of his long life and later collected in two volumes: Le Juste 2 (2001) and Sur la Traduction (2004).
Lʼanalisi dei volumi, degli articoli e dei sermoni, oltre a ricostruire lo sfondo storico e le ragioni che portarono alla decisione di erigere una Università cattolica in Irlanda, consente unʼoriginale comparazione del pensiero di Newman con quello di tre autorevoli figure discusse negli Scritti Dublinesi:
Aristotele, Cicerone e Locke; lʼinfluenza del primo viene presentata in una nuova luce e accostata alla retorica ciceroniana e allʼutilitarismo di Locke e dei suoi seguaci.
Vengono inoltre analizzate le differenti dimensioni della persona umana che si evincono dagli Scritti, il concetto di unità della conoscenza e di abito mentale filosofico, offrendo così unʼampia considerazione critica sulla relazione tra moralità e sapere, sulla difesa della conoscenza liberale, sulla dimensione artistica e morale dellʼessere umano, in opposizione a tendenze dellʼetica moderna quali lʼutilitarismo, il deontologismo e il sentimentalismo. Non manca unʼinteressante riflessione sullʼattualità delle questioni sollevate dagli Scritti Dublinesi con riferimento allʼinquieto evolversi del mondo universitario e ad alcuni grandi autori del pensiero contemporaneo.