Papers by Cristiano Lorenzi Biondi
L’articolo si concentra sulla figura di Tedaldo della Casa, frate del convento fiorentino di Sant... more L’articolo si concentra sulla figura di Tedaldo della Casa, frate del convento fiorentino di Santa Croce che, a cavallo tra XIV e XV sec., segnò con le sue acquisizioni librarie un punto di svolta per la biblioteca conventuale.
Nella fattispecie, si raccolgono qui dei primi appunti finalizzati a un aggiornamento dei suoi (non molti) dati biografici e si cerca di fissare, a partire dai cataloghi (in primo luogo quelli di A. M. Bandini e F. Del Furia) e dai dati ad oggi reperibili nella bibliografia, una base di informazioni di partenza per una futura nuova valutazione d’insieme dei manoscritti riconducibili al frate. Si arriva così a stilare un nutrito elenco di codici, che aggiorna e corregge quello del 1960 di Francesco Mattesini e che vuole rilanciare la ricerca su di essi: si rintracciano, infatti, 64 manoscritti che portano una nota ad usum di Tedaldo e/o un suo colophon e, in aggiunta, un primo elenco di codici che, in assenza di tali tracce, dovranno essere sottoposti uno per uno a un’ulteriore valutazione paleografica. Infine, si correda tutto ciò con una piccola ricerca di interventi autografi di fra Tedaldo all’interno del gruppo di manoscritti dei Conventi Soppressi della Biblioteca Medicea Laurenziana provenienti da Santa Croce.
L'articolo è anche consultabile in open access all'indirizzo https://www.mirabileweb.it/edgalluzzo/articoli/m/1324/s/6904.
L’articolo si concentra sulla “riscoperta” di materiale manoscritto proveniente dall’antica bibli... more L’articolo si concentra sulla “riscoperta” di materiale manoscritto proveniente dall’antica biblioteca del convento fiorentino di S. Croce.
In primo luogo, grazie ad un’accurata descrizione del codice BNCF, Baldovinetti 147, incrociata con i dati derivanti dagli ultimi contributi scientifici riguardanti la biblioteca di S. Croce e il suo inventario quattrocentesco, si riesce ad individuare l’occasione (probabilmente un restauro) in cui avvenne il passaggio di un foglio di guardia, considerato sinora disperso, del cod. BNCF, Conv. Soppr. C.6.215 (proveniente da S. Croce) al cod. BNCF, Baldovinetti 147. In secondo luogo, nell’articolo ci si concentra sugli inventari prodotti a Firenze durante le soppressioni napoleoniche e sui cataloghi dei Conventi Soppressi ancora in uso nella Biblioteca Nazionale di Firenze e, grazie ad un confronto tra loro, si riescono a “riscoprire” due manoscritti con opere di Bonaventura provenienti da Santa Croce (BNCF, Conv. Soppr. B.9.225 e D.3.224), considerati sinora come provenienti dal convento fiorentino di Ognissanti.
L'articolo è anche consultabile in open access all'indirizzo https://www.mirabileweb.it/MContent.aspx?cid=2106.
L'articolo, derivato dalla relazione di uno dei convegni celebrati in onore di Gianfranco Folena... more L'articolo, derivato dalla relazione di uno dei convegni celebrati in onore di Gianfranco Folena per il centenario della sua nascita, prende le mosse da uno dei suoi saggi più famosi ("Geografia linguistica e testi medievali") e si concentra su alcune prime attestazioni semantiche o semanticamente innovative di Folena nell’àmbito della terminologia degli studi linguistico-filologici italiani, come "cronotopo" o "diasistema".
Il breve saggio, riprendendo i termini di una vecchia questione interpretativa, cerca di far emer... more Il breve saggio, riprendendo i termini di una vecchia questione interpretativa, cerca di far emergere la possibile connessione tra le «cerchie etterne» di Inf. XVIII 72 e le "circole"/"cerchie" medievali, architetture difensive precarie o di materiale non murario presenti sul finire del sec. XIII in città toscane come Pistoia e Prato.
Il saggio si propone di indagare la diffusione manoscritta della "Commedia" a Roma e nel Lazio tr... more Il saggio si propone di indagare la diffusione manoscritta della "Commedia" a Roma e nel Lazio tra Tre e Quattrocento e un possibile caso della sua fortuna in area mediana.
Il par. 1, "Manoscritti della Commedia a Roma e nel Lazio tra Tre e Quattrocento", è di Giulio Vaccaro; il par. 2, "Il caso delle Chiose Ambrosiane: una testimonianza della fortuna dantesca a Roma nel Trecento?", è di Cristiano Lorenzi Biondi.
Il saggio illustra, esempi alla mano, la teoria, le metodologie di ricerca e di lavoro e la sinta... more Il saggio illustra, esempi alla mano, la teoria, le metodologie di ricerca e di lavoro e la sintassi lessicografica utilizzate dai redattori per il "Vocabolario dantesco".
Il par. 1, "Glossaristica (d'autore) e lessicografia", è di Francesca De Blasi; il par. 2, "Dentro l’officina del VD, tra tradizione e innovazione: qualche esempio", di Veronica Ricotta; il par. 3, "Innovazione", di Barbara Fanini; il par. 4, "Il trattamento delle varianti nel VD", di Cristiano Lorenzi Biondi; le tavole illustrative sono di Barbara Fanini.
Nel saggio, dopo una disamina dello "status questionis" della forma metrica del cosiddetto serven... more Nel saggio, dopo una disamina dello "status questionis" della forma metrica del cosiddetto serventese bicaudato, si pubblica l'edizione critica di uno dei rappresentanti di tale forma, cioè "Nuovo lamento è d'un pecatore", tràdito dai mss. Laur. Med. Pal. 119 (dove è detto "trovato e intonato per Bonachille Rochi") e Guarnacci, LIX.6.8.
Il par. 1 dell'articolo è di Giulio Vaccaro, il par. 2 di Cristiano Lorenzi Biondi.
Il saggio descrive il ms. Ricc. 4072, che si scopre essere uno dei citati della prima impressione... more Il saggio descrive il ms. Ricc. 4072, che si scopre essere uno dei citati della prima impressione del Vocabolario della Crusca, e un ms. privato delle Pistole di Seneca volgari, prima mai descritto e contenente la seconda redazione di tale volgarizzamento. Entrambi i codici probabilmente nel sec. XVIII passarono sotto gli occhi di Rosso Antonio Martini e, appartenendo verosimilmente ad una stessa biblioteca privata, giunsero sul mercato antiquario insieme ad altri tre manoscritti tra gli anni '70 e gli anni '90 del secolo scorso.
Questo contributo nasce con l’intento di radunare in un unico luogo le principali informazioni fi... more Questo contributo nasce con l’intento di radunare in un unico luogo le principali informazioni finalizzate a “ricostruire” la biblioteca quattrocentesca di Santa Croce nella sua originaria consistenza e a capirne il peso specifico nella vita culturale fiorentina; informazioni che, sparse in più contributi (talvolta non facilmente reperibili), forse rischierebbero di non essere altrimenti prese in considerazione. Nel perseguire questo obiettivo, l’autore passa in rassegna gli antichi inventari della biblioteca e fa riferimento ad alcune delle notizie recuperabili dai documenti d’archivio. Tutto ciò viene inoltre integrato da alcune considerazioni sul rapporto tra Santa Croce e gli ambienti laici fiorentini del sec. XV e da una nota sulla storia dei manoscritti del volgarizzamento delle Vite parallele di Plutarco, che probabilmente entrarono a far parte della biblioteca solo a partire dal sec. XVI.
L’articolo si occupa di delineare alcuni tratti salienti della lingua dei volgarizzamenti di Bart... more L’articolo si occupa di delineare alcuni tratti salienti della lingua dei volgarizzamenti di Bartolomeo da San Concordio. Tramite l’analisi di alcuni lessemi, si arrivano a mostrare due aspetti specifici della lingua volgare del Domenicano: 1. L’utilizzo di latinismi, mano a mano spiegati tramite glosse interne al testo, soprattutto per la traduzione del lessico militare; 2. I manifesti contatti con il lessico religioso e domenicano soprattutto nella traduzione dei nomi astratti aventi a che fare con la moralità ed il mondo dei vizi. Tutto questo definisce Bartolomeo come un traduttore capace di imprimere alla lingua dei volgarizzamenti piccoli ma importanti cambiamenti.
Prendendo le mosse dall'intervento "Filologia del volgare intorno al Salutati" di Giuliano Tantur... more Prendendo le mosse dall'intervento "Filologia del volgare intorno al Salutati" di Giuliano Tanturli, l’articolo aggiorna il censimento di codici trascritti o revisionati dal copista anonimo che si firma con il motto «Non bene pro toto libertas venditur auro», aggiungendovi i mss. Firenze, Ricc. 1573, Roma, Cors. 44 D 18 e Valencia, Bibl. Hist. Univ. 598. Nella prima parte (§ 2) l'autore si occupa di descrivere questi codici, mentre nella seconda parte (§ 3) integra l'analisi del Tanturli, valutando non solo le peculiarità dei "nuovi" mss., ma anche il peso ecdotico di un codice miscellaneo dell'anonimo copista (ora smembrato in due parti: Firenze, BNC, Panc. 24 e London, Add. 26772) in rapporto ai codd. Firenze, BNC, Magl. VI.115, Laur. Plut. 40.49 e 42.38, Ricc. 1093 e 1094 e Paris, BNF, It. 557, già individuati dalla bibliografia precedente come suoi affini.
Articoli e schede proposti alla rivista sono valutati ed approvati dal Direttore e dai Comitati d... more Articoli e schede proposti alla rivista sono valutati ed approvati dal Direttore e dai Comitati di direzione e redazione; gli articoli sono sottoposti anche al parere vincolante di almeno un esperto anonimo, esterno ai Comitati editoriali.
Come si evince dalle sottoscrizioni presenti nei mss. II.I.26 della Biblioteca Nazionale di Firen... more Come si evince dalle sottoscrizioni presenti nei mss. II.I.26 della Biblioteca Nazionale di Firenze, Pl. LXI.5 della Biblioteca Medicea Laurenziana e Can. It. 267 della Bodleian Library di Oxford, Gherardo, figlio di Tura Pugliesi (o Pugliese, secondo ciò che egli stesso scrive nel colophon a c. 165r del Pl. LXI.5), è fiorentino e svolge la sua attività di copista verso la fine del sec. XIV (i mss. datati si collocano tra il 1390 ed il 1392), 1 anche se non si può escludere che esistano altri manoscritti, precedenti o posteriori, da lui sottoscritti e da noi non censiti.
Analisi linguistica e edizione critica degli argomenti anonimi tràditi dal ms. Laur. Pluteo 40.25... more Analisi linguistica e edizione critica degli argomenti anonimi tràditi dal ms. Laur. Pluteo 40.25. Il testo presenta molti collegamenti con l'opera di Mino di Vanni d'Arezzo.
Edizione critica delle Chiose di Mino di Vanni d'Arezzo alla Commedia. Una piccola imprecisione c... more Edizione critica delle Chiose di Mino di Vanni d'Arezzo alla Commedia. Una piccola imprecisione commessa nell'articolo è ripresa e corretta nel mio articolo "«Trentacinque anni intende c'avia». Argomenti sulla Commedia in forma di tristici", in «Medioevo letterario d'Italia», XI, 2014, pp. 91-121, spec. 107-108 nota 2.
Popular science papers by Cristiano Lorenzi Biondi
Other Papers by Cristiano Lorenzi Biondi
Un piccolo "divertissement" d'occasione in cui si offre una breve analisi linguistica dei monolog... more Un piccolo "divertissement" d'occasione in cui si offre una breve analisi linguistica dei monologhi della sessuologa Merope Generosa, famoso personaggio inventato e interpretato da Anna Marchesini.
Talks by Cristiano Lorenzi Biondi
Intervento al "Seminario permanente di Filologia italiana e romanza-Brno" (coordinato da Paolo Di... more Intervento al "Seminario permanente di Filologia italiana e romanza-Brno" (coordinato da Paolo Divizia) del 5 aprile 2024 (ore 16). Il seminario è trasmesso in streaming sulla piattaforma Zoom all'indirizzo https://cesnet.zoom.us/j/97662221481.
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Nella fattispecie, si raccolgono qui dei primi appunti finalizzati a un aggiornamento dei suoi (non molti) dati biografici e si cerca di fissare, a partire dai cataloghi (in primo luogo quelli di A. M. Bandini e F. Del Furia) e dai dati ad oggi reperibili nella bibliografia, una base di informazioni di partenza per una futura nuova valutazione d’insieme dei manoscritti riconducibili al frate. Si arriva così a stilare un nutrito elenco di codici, che aggiorna e corregge quello del 1960 di Francesco Mattesini e che vuole rilanciare la ricerca su di essi: si rintracciano, infatti, 64 manoscritti che portano una nota ad usum di Tedaldo e/o un suo colophon e, in aggiunta, un primo elenco di codici che, in assenza di tali tracce, dovranno essere sottoposti uno per uno a un’ulteriore valutazione paleografica. Infine, si correda tutto ciò con una piccola ricerca di interventi autografi di fra Tedaldo all’interno del gruppo di manoscritti dei Conventi Soppressi della Biblioteca Medicea Laurenziana provenienti da Santa Croce.
L'articolo è anche consultabile in open access all'indirizzo https://www.mirabileweb.it/edgalluzzo/articoli/m/1324/s/6904.
In primo luogo, grazie ad un’accurata descrizione del codice BNCF, Baldovinetti 147, incrociata con i dati derivanti dagli ultimi contributi scientifici riguardanti la biblioteca di S. Croce e il suo inventario quattrocentesco, si riesce ad individuare l’occasione (probabilmente un restauro) in cui avvenne il passaggio di un foglio di guardia, considerato sinora disperso, del cod. BNCF, Conv. Soppr. C.6.215 (proveniente da S. Croce) al cod. BNCF, Baldovinetti 147. In secondo luogo, nell’articolo ci si concentra sugli inventari prodotti a Firenze durante le soppressioni napoleoniche e sui cataloghi dei Conventi Soppressi ancora in uso nella Biblioteca Nazionale di Firenze e, grazie ad un confronto tra loro, si riescono a “riscoprire” due manoscritti con opere di Bonaventura provenienti da Santa Croce (BNCF, Conv. Soppr. B.9.225 e D.3.224), considerati sinora come provenienti dal convento fiorentino di Ognissanti.
L'articolo è anche consultabile in open access all'indirizzo https://www.mirabileweb.it/MContent.aspx?cid=2106.
Il par. 1, "Manoscritti della Commedia a Roma e nel Lazio tra Tre e Quattrocento", è di Giulio Vaccaro; il par. 2, "Il caso delle Chiose Ambrosiane: una testimonianza della fortuna dantesca a Roma nel Trecento?", è di Cristiano Lorenzi Biondi.
Il par. 1, "Glossaristica (d'autore) e lessicografia", è di Francesca De Blasi; il par. 2, "Dentro l’officina del VD, tra tradizione e innovazione: qualche esempio", di Veronica Ricotta; il par. 3, "Innovazione", di Barbara Fanini; il par. 4, "Il trattamento delle varianti nel VD", di Cristiano Lorenzi Biondi; le tavole illustrative sono di Barbara Fanini.
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Nella fattispecie, si raccolgono qui dei primi appunti finalizzati a un aggiornamento dei suoi (non molti) dati biografici e si cerca di fissare, a partire dai cataloghi (in primo luogo quelli di A. M. Bandini e F. Del Furia) e dai dati ad oggi reperibili nella bibliografia, una base di informazioni di partenza per una futura nuova valutazione d’insieme dei manoscritti riconducibili al frate. Si arriva così a stilare un nutrito elenco di codici, che aggiorna e corregge quello del 1960 di Francesco Mattesini e che vuole rilanciare la ricerca su di essi: si rintracciano, infatti, 64 manoscritti che portano una nota ad usum di Tedaldo e/o un suo colophon e, in aggiunta, un primo elenco di codici che, in assenza di tali tracce, dovranno essere sottoposti uno per uno a un’ulteriore valutazione paleografica. Infine, si correda tutto ciò con una piccola ricerca di interventi autografi di fra Tedaldo all’interno del gruppo di manoscritti dei Conventi Soppressi della Biblioteca Medicea Laurenziana provenienti da Santa Croce.
L'articolo è anche consultabile in open access all'indirizzo https://www.mirabileweb.it/edgalluzzo/articoli/m/1324/s/6904.
In primo luogo, grazie ad un’accurata descrizione del codice BNCF, Baldovinetti 147, incrociata con i dati derivanti dagli ultimi contributi scientifici riguardanti la biblioteca di S. Croce e il suo inventario quattrocentesco, si riesce ad individuare l’occasione (probabilmente un restauro) in cui avvenne il passaggio di un foglio di guardia, considerato sinora disperso, del cod. BNCF, Conv. Soppr. C.6.215 (proveniente da S. Croce) al cod. BNCF, Baldovinetti 147. In secondo luogo, nell’articolo ci si concentra sugli inventari prodotti a Firenze durante le soppressioni napoleoniche e sui cataloghi dei Conventi Soppressi ancora in uso nella Biblioteca Nazionale di Firenze e, grazie ad un confronto tra loro, si riescono a “riscoprire” due manoscritti con opere di Bonaventura provenienti da Santa Croce (BNCF, Conv. Soppr. B.9.225 e D.3.224), considerati sinora come provenienti dal convento fiorentino di Ognissanti.
L'articolo è anche consultabile in open access all'indirizzo https://www.mirabileweb.it/MContent.aspx?cid=2106.
Il par. 1, "Manoscritti della Commedia a Roma e nel Lazio tra Tre e Quattrocento", è di Giulio Vaccaro; il par. 2, "Il caso delle Chiose Ambrosiane: una testimonianza della fortuna dantesca a Roma nel Trecento?", è di Cristiano Lorenzi Biondi.
Il par. 1, "Glossaristica (d'autore) e lessicografia", è di Francesca De Blasi; il par. 2, "Dentro l’officina del VD, tra tradizione e innovazione: qualche esempio", di Veronica Ricotta; il par. 3, "Innovazione", di Barbara Fanini; il par. 4, "Il trattamento delle varianti nel VD", di Cristiano Lorenzi Biondi; le tavole illustrative sono di Barbara Fanini.
Lunedì 27 novembre 2017 alle ore 15:00, presso la sala “Medioevo e Rinascimento” (piazza Brunelleschi 4, primo piano)
La presentazione si terrà in presenza, ma verrà trasmessa in videoconferenza tramite il seguente link https://meet.google.com/brv-muow-oba.
L. Leonardi, Volgarizzare ovvero tradurre nel Medioevo italiano. Introduzione al convegno. Documento di presentazione al convegno - C. Delcorno, Domenico Cavalca traduttore di testi religiosi. Il volgarizzamento delle Vitae Patrum - G. Tanturli, Brunetto Latini traduttore di Cicerone. I. S. Cerullo, La traduzione della Legenda aurea - S. Natale, La traduzione degli Actus beati Francisci et sociorum eius: i Fioretti di san Francesco - C. Menichetti, Le traduzioni dei Vangeli - Z. Verlato, «Sforzandomi di seguitare le parole dove convenevolmente potrò». «Lettera» e «senso» nelle traduzioni italiane dei Dialogi di Gregorio Magno. II. E. De Roberto, Sintassi e volgarizzamenti - G. Vaccaro, I volgarizzamenti di Andrea Lancia - C. Lorenzi Biondi, Le traduzioni di Bartolomeo da San Concordio - C. Lagomarsini, Strategie traduttive nei primi volgarizzamenti dell’Eneide - V. Nieri, La traduzione di Palladio. Indici a cura di S. Cerullo.