Papers by Dusica Todorovic
Filolog, Dec 30, 2021
In un approccio comparatistico, con gli strumenti analitici della semiotica interpretativa e dell... more In un approccio comparatistico, con gli strumenti analitici della semiotica interpretativa e della narratologia, si prendono in esame i punti in comune di due testi modernisti appartenenti rispettivamente alla letteratura serba e a quella italiana: Ljudi govore (1931) di Rastko Petrović e Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini (1939). Si focalizzano procedimenti e implicazioni intertestuali e metatestuali delle due opere che ne confermano l’appartenenza alle poetiche del modernismo.
Nasleđe, 2023
This paper starts from the textual cooperation postulated by Umberto Eco’s interpreta- tive semio... more This paper starts from the textual cooperation postulated by Umberto Eco’s interpreta- tive semiotics (1989) and from the notion of Bakhtin’s Menippean satire (2001), together with the theoretical instruments of the narrative semantics of Lubomir Doležel (2008). We ana- lyze some stories of Primo Levi and the presence of the motif of the author’s encounter with the characters, considered a variant of the topos of the encounter with the dead in its twenti- eth-century declination (Luperini: 2007) which characterized Pirandello’s work. We believe this approach could be fruitful and promising for future research, both for Levi’s other works and those by other authors, such as Elio Vittorini, Đorđe Lebović and Danilo Kiš, as well.
Rivista di letteratura italiana, 2018

Esaminare e comprendere il rapporto madre-figlia rappresenta un obiettivo impossibile da raggiung... more Esaminare e comprendere il rapporto madre-figlia rappresenta un obiettivo impossibile da raggiungere fino in fondo, nonostante troviamo questo topos frequentemente nelle opere di numerosi scrittori italiani, in quanto si tratta di un rapporto che in ogni singolo caso assume una sfumatura diversa ed evolve con il tempo cosi tanto da sfuggire alla possibilita di essere decifrato. Questo studio, esamina del rapporto madre-figlia in alcuni autori ed autrici italiane, e diviso in due parti. Nella prima parte si analizzano tre scrittrici contemporanee, rispettivamente Elena Ferrante, Milena Agus e Clara Sereni, nelle cui opere, attraverso il rapporto madre-figlia che vi viene analizzato in varie sfumature, una donna diventa il doppio dell’altra. L’analisi dimostra che le protagoniste della Ferrante sono spesso l’alter-ego della scrittrice stessa e sono il prototipo della donna che affronta ed esperimenta la maternita. Nella sua opera, il motivo della bambola e ricorrente, essa e l’alter-e...
Rivista Di Letteratura Italiana, 2013
Books by Dusica Todorovic

Filoloski pregled, Revue de philologie , 2019
Sporchi, brulicanti, orribili, ma anche aerei, armonici, ‘sapienti’, gli insetti sono presenze c... more Sporchi, brulicanti, orribili, ma anche aerei, armonici, ‘sapienti’, gli insetti sono presenze costanti, spesso problematiche e inquietanti, nel panorama letterario italiano. Agli antipodi dell’umano, gli insetti incarnano un grado zero dell’essere – l’esistenza irriflessa e senza pensiero, puro istinto di sopravvivenza –, pre-umano e pre-individuale. Il loro affollarsi nella pagina scritta individua, talvolta descrive in chiave allegorica le paure dell’uomo: la catastrofe improvvisa, il Male in sé (Satana è signore delle mosche; in Pirandello la mosca è malattia e odio al tempo stesso), l’angoscia dell’omologazione, in senso biologico e politico.
Le minime dimensioni suggeriscono la marginalità dell’insetto, che diventa figura delle zone più nascoste dell’io – lo scarafaggio/rimorso di Zeno – o di un soprannaturale perturbante sotto la liscia superficie del reale; si pensi al Landolfi delle raccolte Le labrene e Il mar delle blatte, la cui forza ermeneutica squarcia il velo di una realtà solo apparentemente pacifica. Su un altro versante troviamo la laboriosità e le mirabili architetture delle api, la leggerezza per definizione effimera della farfalla, la petulante saggezza del grillo, voce della coscienza nel Pinocchio di Collodi; a partire dai classici antichi (Esopo, Fedro) fino agli scrittori contemporanei (Primo Levi, Pasolini e oltre) – passando per l’età dell’Umanesimo e del Rinascimento, nelle diverse declinazioni volta a volta didascaliche, eroicomiche e variamente allegoriche del tema entomologico (dalla Moscheide del Folengo alle Api del Rucellai), e per il Settecento dei Lumi (a partire dal complesso dibattito sulle Fables di La Fontaine, e dalla modellizzante Favola delle api di Bernard de Mandeville) – l’uomo si rispecchia, a livello simbolico e morale, negli insetti ‘buoni’, respinge da sé il diverso, il mostruoso, il disgustoso che gli insetti ‘cattivi’ rappresentano.
Infine lo stesso lavoro dello scrittore, minuzioso, pedante, ormai privo di ‘aura’ e di prestigio, finisce per somigliare a un’attività entomologica, sotterranea, che erode e smonta la sostanza del reale, pur rimanendone sempre ai margini.
Partendo da questi suggerimenti ci si propone di indagare la presenza e la metaforologia dell’insetto nella cultura e letteratura italiana (anche in prospettiva comparatistica), prendendo in considerazione i seguenti possibili spunti di indagine, da intendersi in senso unicamente orientativo: - rappresentazioni di insetti nella tradizione letteraria italiana: tematizzazioni didascaliche e allegorie entomologiche; trasformazioni diacroniche del tema entomologico attraverso i secoli e i contesti ;intersezioni fra generi e discorsi letterari/artistici (musica, pittura, teatro, cinema, fumetto, ecc.); simboli e stigmi legati all’immagine dell’insetto; riscritture del tema.
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Le minime dimensioni suggeriscono la marginalità dell’insetto, che diventa figura delle zone più nascoste dell’io – lo scarafaggio/rimorso di Zeno – o di un soprannaturale perturbante sotto la liscia superficie del reale; si pensi al Landolfi delle raccolte Le labrene e Il mar delle blatte, la cui forza ermeneutica squarcia il velo di una realtà solo apparentemente pacifica. Su un altro versante troviamo la laboriosità e le mirabili architetture delle api, la leggerezza per definizione effimera della farfalla, la petulante saggezza del grillo, voce della coscienza nel Pinocchio di Collodi; a partire dai classici antichi (Esopo, Fedro) fino agli scrittori contemporanei (Primo Levi, Pasolini e oltre) – passando per l’età dell’Umanesimo e del Rinascimento, nelle diverse declinazioni volta a volta didascaliche, eroicomiche e variamente allegoriche del tema entomologico (dalla Moscheide del Folengo alle Api del Rucellai), e per il Settecento dei Lumi (a partire dal complesso dibattito sulle Fables di La Fontaine, e dalla modellizzante Favola delle api di Bernard de Mandeville) – l’uomo si rispecchia, a livello simbolico e morale, negli insetti ‘buoni’, respinge da sé il diverso, il mostruoso, il disgustoso che gli insetti ‘cattivi’ rappresentano.
Infine lo stesso lavoro dello scrittore, minuzioso, pedante, ormai privo di ‘aura’ e di prestigio, finisce per somigliare a un’attività entomologica, sotterranea, che erode e smonta la sostanza del reale, pur rimanendone sempre ai margini.
Partendo da questi suggerimenti ci si propone di indagare la presenza e la metaforologia dell’insetto nella cultura e letteratura italiana (anche in prospettiva comparatistica), prendendo in considerazione i seguenti possibili spunti di indagine, da intendersi in senso unicamente orientativo: - rappresentazioni di insetti nella tradizione letteraria italiana: tematizzazioni didascaliche e allegorie entomologiche; trasformazioni diacroniche del tema entomologico attraverso i secoli e i contesti ;intersezioni fra generi e discorsi letterari/artistici (musica, pittura, teatro, cinema, fumetto, ecc.); simboli e stigmi legati all’immagine dell’insetto; riscritture del tema.
Le minime dimensioni suggeriscono la marginalità dell’insetto, che diventa figura delle zone più nascoste dell’io – lo scarafaggio/rimorso di Zeno – o di un soprannaturale perturbante sotto la liscia superficie del reale; si pensi al Landolfi delle raccolte Le labrene e Il mar delle blatte, la cui forza ermeneutica squarcia il velo di una realtà solo apparentemente pacifica. Su un altro versante troviamo la laboriosità e le mirabili architetture delle api, la leggerezza per definizione effimera della farfalla, la petulante saggezza del grillo, voce della coscienza nel Pinocchio di Collodi; a partire dai classici antichi (Esopo, Fedro) fino agli scrittori contemporanei (Primo Levi, Pasolini e oltre) – passando per l’età dell’Umanesimo e del Rinascimento, nelle diverse declinazioni volta a volta didascaliche, eroicomiche e variamente allegoriche del tema entomologico (dalla Moscheide del Folengo alle Api del Rucellai), e per il Settecento dei Lumi (a partire dal complesso dibattito sulle Fables di La Fontaine, e dalla modellizzante Favola delle api di Bernard de Mandeville) – l’uomo si rispecchia, a livello simbolico e morale, negli insetti ‘buoni’, respinge da sé il diverso, il mostruoso, il disgustoso che gli insetti ‘cattivi’ rappresentano.
Infine lo stesso lavoro dello scrittore, minuzioso, pedante, ormai privo di ‘aura’ e di prestigio, finisce per somigliare a un’attività entomologica, sotterranea, che erode e smonta la sostanza del reale, pur rimanendone sempre ai margini.
Partendo da questi suggerimenti ci si propone di indagare la presenza e la metaforologia dell’insetto nella cultura e letteratura italiana (anche in prospettiva comparatistica), prendendo in considerazione i seguenti possibili spunti di indagine, da intendersi in senso unicamente orientativo: - rappresentazioni di insetti nella tradizione letteraria italiana: tematizzazioni didascaliche e allegorie entomologiche; trasformazioni diacroniche del tema entomologico attraverso i secoli e i contesti ;intersezioni fra generi e discorsi letterari/artistici (musica, pittura, teatro, cinema, fumetto, ecc.); simboli e stigmi legati all’immagine dell’insetto; riscritture del tema.