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venerdì, dicembre 29, 2006

Open Office

Use OpenOffice.org

Nel mondo dell'informatica è oramai impossibile fare a meno di una suite. Una suite è una collezione di applicazioni per computer che permettono all'utente di svolgere un lavoro o un'azione, come scrivere una lettera o ascoltare un brano musicale. Si differenziano dai sistemi operativi, che servono per gestire il computer. Le applicazioni sono in pratica tutti i software che rendono il computer uno strumento utile.
Le applicazioni più comuni sono i word processor e i fogli di calcolo, e vengono definite software di produttività personale.
Da anni il dominio del mercato di questo tipo di prodotti è di Microsoft con il suo Office che grazie ad una politica basata sul "laissez faire" a proposito di pirateria è riuscita a proporsi come standard del mercato. Il problema per l'utente medio sta nel prezzo: dai 400 ai 600 Euro a seconda della versione utilizzata.

Da qualche anno una pattuglia di volenterosi volontari si è messa in testa di far concorrenza a Microsoft. E' nata OpenOffice.org .

Open Office è una suite per ufficio multipiattaforma e multilingua ed un progetto open-source. Compatibile con tutte le altre principali suite per ufficio, è possibile prelevare, usare e distribuire gratuitamente il prodotto.
Avete letto bene: è gratuita.

Io uso Open Office da qualche anno e devo dire cha a parte alcuni bachi delle precedenti versioni è un prodotto che ha raggiunto la sua maturità. Per la quasi totalità degli utenti home offre delle performances più che sufficienti. A meno che non dobbiate compiere complesse operazioni sui fogli di calcolo, Open Office ha tutti i numeri per stare alla pari con Microsoft Office.

Consiglio a tutti di provare Open Office. Si può prelevare gratuitamente nella sezione italiana del sito Open Office.

La suite compresa di Java Runtime Environment pesa 114 Mb, non è adatta allo scarico con un modem 56k, ma chi ha una connessione dsl non ha più scuse: dedicate 10 minuti del vostro tempo allo scarico di questo software, non rimarrete delusi e contribuirete anche voi al successo del software libero.

lunedì, dicembre 25, 2006

I privilegi del Vaticano

Scuole. Servizi. Ici. Radio. Parrocchie. Ecco tutti i privilegi che lo Stato italiano riserva alla Chiesa

Il più noto è l'8 per mille più antico, l'extraterritorialità, garantita a tutte le proprietà della Santa Sede fuori dalle mura vaticane. I privilegi della Chiesa, codificati specie nei due Patti lateranensi, il Trattato e il Concordato, si nascondono più spesso tra le pieghe delle Finanziarie e nel corpus della normativa di casa nostra.
Non tutti sanno che la manovra 2005 finanzia con 15 milioni il Centro San Raffaele del Monte Tabor di don Luigi Verzè. O che la stessa legge fissa a un milione il finanziamento per "l'aggiornamento della tecnologia impiegata nel settore della radiofonia", limitandolo però a due emittenti: Radio Padania Libera, la radio della Lega Nord, e Radio Maria.
Dal 1985, l'8 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche è "destinato a scopo di carattere religioso a diretta gestione della Chiesa cattolica"; dal 1929, è l'Italia a pagare i 5 milioni di metri cubi d'acqua consumati in media ogni anno dallo Stato pontificio. Per le acque di scarico, Città del Vaticano si allaccia all'Acea, ma non paga le bollette.
Quando la società si quota in Borsa, nel '99, i 44 miliardi di lire di debiti li ripiana il ministero dell'Economia. Da quel momento, i circa 4 miliardi di lire annui dovevano essere a carico della Chiesa.
La Finanziaria 2004 risolve il caso: stanzia 25 milioni subito e quattro dal 2005 per dotare il Vaticano di un sistema di acque proprio. La stessa manovra prevede 50 milioni, in due tranche per l'Università Campus Bio-Medico, "opera apostolica della Prelatura dell'Opus Dei".
Nel 2003 il Parlamento aveva già riconosciuto come parificato l'Istituto di studi politici San Pio V, approvandone il finanziamento annuo di 1,5 milioni. È l'anno in cui si vara la legge sugli oratori: lo Stato riconosce la funzione educativa e sociale dei centri parrocchiali e ne finanzia l'attività. Il record per il 2005 spetta alla parrocchia dell'Addolorata di Tuglie (Lecce): un milione e 180 mila euro per un campo di calcetto, uno di bocce, spogliatoi e servizi.
I comuni sono obbligati a versare l'8 per cento degli oneri per l'urbanizzazione secondaria (asili nido, scuole, impianti sportivi di quartiere) alle chiese.
Quanto alle scuole cattoliche, che sono la maggior parte delle private, ricevono sussidi statali sotto forma di contributi per la gestione (pari a poco meno di 500 milioni nel 2005), di finanziamenti di progetti per "l'elevazione di qualità ed efficacia delle offerte formative" (un milione destinato alla "formazione del personale dirigente delle parificate"), di contributi alle famiglie.

Scelti dalla Cei, ma pagati dallo Stato, gli insegnanti di religione sono stati immessi in ruolo con una legge del 2003.
Infine, l'Ici: l'esenzione per gli immobili, anche destinati a uso commerciale, di proprietà della Chiesa cattolica è diventata legge nel 2005.

Tratto da L'Espresso 1-12-06

venerdì, dicembre 22, 2006

Benedetto XVI

Parole del Papa:

"Non posso tacere la mia preoccupazione per le leggi sulle coppie di fatto".
"Molte di queste coppie - ha detto Benedetto XVI - hanno scelto questa via, perché, almeno per il momento, non si sentono in grado di accettare la convivenza giuridicamente ordinata e vincolante del matrimonio. Così preferiscono rimanere nel semplice stato di fatto. Quando vengono create nuove forme giuridiche che relativizzano il matrimonio, la rinuncia al legame definitivo ottiene, per così dire, anche un sigillo giuridico. In tal caso il decidersi per chi già fa fatica diventa ancora più difficile. Si aggiunge poi - ha aggiunto il pontefice - per l'altra forma di coppie, la relativizzazione della differenza dei sessi . Diventa così uguale il mettersi insieme di un uomo e una donna o di due persone dello stesso sesso".

La Chiesa fa orecchie da mercante. Mi sembra di essere tornato indietro di 300 anni. Ma chi lo ha detto che molte coppie non si sposano per non avere responsabilità? Ma chi lo ha detto che due pensionati dello stesso sesso che vivono insieme siano omosessuali? Chi lo ha detto che sono scelte egoistiche e personali? Mi sembra di sognare, solo che sono incubi.
Ci sono situazioni per cui la gente è costretta a convivere senza potersi sposare. Vogliamo togliere loro anche il diritto di subentro nell'affitto in caso di morte del titolare? Vogliamo obbligarli a rinunciare alla pensione di reversibilità del coniuge defunto che permette loro di poter pagare le spese per sopravvivere?
Vogliamo ancora una volta lasciare fuori sotto l'acqua la Adelina Parrillo di turno?

E' necessario un riconoscimento di queste coppie. La Chiesa fa finta di non capire e mette nello stesso calderone tutte le coppie di fatto per paura di perdere quel poco di ascendente che ha sui cittadini. Curioso che questo ascendente l'abbia ancora sulla gran parte dei nostri pessimi politicanti che oramai è evidente, destra o sinistra non rappresentano più il popolo italiano.

Sulla difesa della natalità il Papa incalza:

"Questa profonda insicurezza sull'uomo stesso, accanto alla volontà di avere la vita tutta per se stessi, è forse la ragione più profonda, per cui il rischio di avere figli appare a molti una cosa quasi non più sostenibile".

Se oggi le famiglie non fanno figli è perchè non ci sono i soldi per mantenerli. E' per questo che a molti sembra una cosa non sostenibile. La gente sta sopravvivendo, bisogna rendersene conto. Ma finchè avremo i reality ed il telefonino, tutto a posto.

Basta ingerenze nella politica della nostra Nazione. Basta politici sbavanti e scodinzolanti ad ogni diktat papale. Non ne possiamo più. Lasciateci vivere in pace con noi stessi e con gli altri. Non abbiamo bisogno di qualcuno che ci venga a dire cosa sia giusto e cosa no.
Massimo rispetto per i credenti praticanti che si attestano attorno al 18% totale dei cittadini ma rispetto anche per quegli 82% che non si riconoscono nella Chiesa.

giovedì, dicembre 21, 2006

Democratici di sinistra

Mi arriva ora una newsletter dei Democratici di Sinistra.

A parte che non l'ho mai richiesta quello che mi fa più arrabbiare è la lettura della postilla tipica degli spammers ignoranti:

Se vuoi essere rimosso dalla mailing list dei Democratici di Sinistra scrivici "cancella". Questo messaggio non può essere considerato spam poiché non ha scopi commerciali, non proviene da mailing list preimpostate ed include la possibilità di essere rimosso da ulteriori invii di posta elettronica. E' stato inviato a chi è inserito nel nostro indirizzario come possibile interessato ai vari temi trattati, perchè ne ha fatto richiesta diretta, perchè segnalato da un amico o perchè l'indirizzo è disponibile nei vari siti internet pubblici. In osservanza della legge 675/96 sulla privacy, nel caso non si volesse ricevere ulteriori comunicazioni, si è pregati di rispondere a questa mail specificando nell'oggetto: "cancellazione"
 
Se la leggete bene vedrete che non ha senso:

-Decidono loro cosa deve essere considerato spam.
-Non sono inserito nel loro indirizzario ed in ogni caso come hanno deciso che mi possano interessare i temi trattati?
-Non ne ho fatto richiesta diretta
-Se mi ha segnalato un amico, e non lo credo, che diritto hanno di spedirmi una newsletter?
-Sicuramente il mio indirizzo è compreso in vari siti internet pubblici e questa è la cosa più grave: a parte le varie pronunce del garante della Privacy, il fatto di essere inclusi in un qualunque sito internet non autorizza chicchessia a mandare newsletters. Un po' come se il fatto di essere sugli elenchi telefonici autorizzi un terzo a subissarti di telefonate.
 -Si cita la legge 675/96 che è già stata sostituita ed integrata da un'altra norma, la legge 196/03.

Certo, questa è una stupidaggine ma da il senso di quanto siano lontane le istituzioni, i partiti, la cosa pubblica dai cittadini normali che a causa di questa legge hanno dovuto spendere denari e molte volte assumere esperti ed aggiornare il parco PC per essere in regola con la legge sulla privacy.
Infatti noi mortali se non ottempriamo alle direttive sulla privacy della legge 196/03 rischiamo l'arresto fino a due anni ed un'ammenda da 10.000 a 50.000 euro.
Loro invece spediscono newsletters.

mercoledì, dicembre 20, 2006

Il Presidente Napolitano

Ha un bel dire il Presidente Napolitano oggi al Quirinale, davanti alle alte cariche dello Stato: "Siamo in un momento di preoccupante distacco tra la politica, le istituzioni e i cittadini",  chiedendo di superare "una logica di contrapposizione totale che ormai produce effetti di stanchezza e di rifiuto tra i cittadini" e ad agire con "un maggior senso di responsabilita' verso l'interesse generale del Paese".

Ma cosa dovremmo dire noi cittadini che vediamo delinquenti uscire di galera grazie all'indulto, tentativi di bissarlo nelle pieghe di questa finanziaria e, ciliegina sulla torta la scarcerazione di Barbara Balzerani, condannata a 3 ergastoli 3 per aver partecipato al rapimento Moro, per l'uccisione di quattro carabinieri e il ferimento di un maggiore dell'esercito e per altre operazioni di questa categoria.

Cosa dovremmo dire noi che abbiamo già visto decine di ex brigatisti assunti da quello stesso Stato che mai hanno voluto riconoscere e che hanno combattuto con le armi e che ora elargisce loro i nostri danari per incarichi nelle istituzioni.
Viene quasi voglia di offrirsi come sicario prezzolato, tanto dopo una decina d'anni di carcere ti assicuri un futuro radioso fatto di stipendi statali, vendita di libri di memorie, inviti a convegni e magari un bel posto da segretario a Montecitorio come è capitato a Sergio D’Elia, uno dei capi di Prima linea.

E' questo che noi cittadini vediamo: uno Stato non solo incapace di imporre le regole della convivenza civile ma connivente con dei delinquenti che si sono macchiati di crimini gravissimi e che magari domani ci troveremo a dover sopportare come nostri rappresentanti tra le cariche del Paese.

Ecco cosa fanno alcuni ex-delinquenti

Il sottosegretario all’Interno, Francesco Bonato (Prc), ha per consulente Roberto Del Bello, ex brigatista che rivendica di essersi riscattato sui libri (ha due lauree) e nelle istituzioni (è stato consigliere provinciale di Rifondazione).
L’ultima disputa riguarda Susanna Ronconi, anche lei nelle Br e poi fondatrice di Prima linea, detta con sinistra ineleganza «l’amazzone del terrore». E’ la moglie di Sergio Segio, un altro che ha un sacco di cose da fare, dire e scrivere. Segio si è impegnato al fianco di don Luigi Ciotti, della Cgil, di Clemente Mastella che ha chiesto a lui (e a Sergio Cusani, protagonista in Mani pulite) di stendere un «piano Marshall» per le carceri, ambito indulto. Qualcuno ha avuto da ridire sul libro che ha appena scritto - «cancellato» - per il titolo ammiccante e fuori luogo.
Quanto alla Ronconi, ha suscitato rabbia la decisione del ministro Paolo Ferrero (Rifondazione) di inserirla in una consulta sulle politiche della tossicodipendenza. Ma del resto la Ronconi ha già avuto incarichi simili da Asl e Comuni.
E a chi ricordava il suo passato burrascoso, il ministro della Solidarietà Paolo Ferrero ha risposto per le rime: «Susanna Ronconi ha titoli scientifici maggiori di altri componenti della Consulta».( nota: come se in Italia non ci fosse un esperto alla pari della Ronconi ma non ex brigatista)

E’ consuetudine, ma non ci si abitua. Scatenano furore le consulenze affidate a Silvia Baraldini dalla giunta di Walter Veltroni, oppure i fondi della Regione Lombardia incassati da Mario Moretti per la sua cooperativa di informatica. Moretti fu il fondatore, con Mara Cagol e Renato Curcio, delle Brigate rosse. La Cagol morì in una sparatoria trent’anni fa. Curcio, come tanti altri, scrive parecchio. Lavora nella casa editrice della cooperativa «cancellato», nome programmaticamente rassicurante, visto che impiega una quantità di ex della lotta armata. I libri di Curcio hanno titoli del genere: «cancellato», «cancellato», «cancellato».
L’ansia autobiografica o comunque artistica è diffusa e sovente apprezzata.
Valerio Morucci, uomo di rilievo nel sequestro di Aldo Moro, un paio d’anni fa è stato premiato ad Avellino per un racconto («cancellato») ispirato a Giangiacomo Feltrinelli. «Cancellato», romanzo di Adriana Faranda (che proprio dopo l’omicidio di Moro lasciò le Br), a ottobre ha incontrato il gusto dei giurati del «De Lollis», concorso promosso in provincia di Chieti. Si è litigato anche su questo, come si litiga ogni volta che Alberto Franceschini (pure lui tra i fondatori delle Br) pubblica volumi di memorialistica dall’andamento vagamente celebrativo. Qualcosa del genere è capitato all’irriducibile Prospero Gallinari (è da poco uscito il suo «cancellato», celebrativo e non vagamente), che a differenza degli altri è fuori dal carcere ma soltanto per ragioni di salute.

Ecco Signor Presidente la realtà a cui i cittadini onesti devono far fronte.
Lo faccia ben presente ai nostri politicanti. Siamo stanchi di sopportare tali ingiustizie e di assistere a queste operazioni vergognose da parte di chi dovrebbe fare gli interessi del Paese e non li fa.

 

I dati della seconda parte del post sono tratti da "La Stampa" del 19/12/2006 con alcuni miei commenti.
Dove leggete «cancellato» ho eliminato il titolo dei libri di questi delinquenti, ci manca solo che facciamo loro pubblicità.

Di Pietro spiega agli italiani

''Sono qui a parlarvi di alcuni risultati del ministero delle Infrastrutture''. Antonio Di Pietro affida a YouTube, il sito leader mondiale nella diffusione di firmati via internet, un videomessaggio per spiegare ''perche' il ministro ha fatto tutto questo polverone'' sulla fusione tra Autostrade e Abertis.
Di Pietro parla in piedi di fronte alla telecamera, presumibilmente davanti alle bandiere italiana ed europea del suo studio, per un filmato amatoriale dal titolo ''Autostrade - Abertis'' della durata di poco piu' di quattro minuti che si puo' vedere tramite un link dal suo sito internet personale. Rilancia cosi' l'appello alle concessionarie autostradali ad aderire ad ''un patto, un patto per il Paese che noi chiediamo - spiega - a coloro che tutte le mattine sono autorizzati a prendere i vostri soldi per riempire le saccocce''.
Il ministro, che ricorda la riforma delle concessioni varata con la Finanziaria, si riferisce ai pedaggi autostradali, indica che e' ''giusto'' che ci sia un utile per le aziende, si rivolge direttamente alle concessionarie e chiede: ''Tutto quello che guadagnate reinvestitelo in infrastrutture, nel nostro Paese, perche' e' il cittadino che tutte le mattine contribuisce a creare tutta questa massa di denaro che sparisce''. Il Paese, dice il ministro, ''ha bisogno di infrastrutture, di denaro liquido per poter realizzare nuovi investimenti, e quindi creare nuova occupazione e pensare ai giovani. Liberta' di mercato si', ma non prendere dai cittadini tutte le mattine e poi andarlo a mettere in qualche cassetta delle isole vergini, nei paradisi fiscali, nel realizzare solo extraprofitti personali''.
Il ministro stima i ricavi delle societa' del settore in ''sei miliardi l'anno.
Di questi - dice - almeno 4 miliardi di euro l'anno potrebbero essere reinvestiti. Ad oggi la maggior parte di questi soldi servono per fare dividendi, utili, che non vengono reinvestiti nelle infrastrutture, e cosi' i soldi per realizzarle non ci sono mai. Se calcoliamo che le concessioni durano decine e decine di anni, calcoliamo circa 250 miliardi di euro che potrebbero essere reinvestiti: fino ad oggi non e' avvenuto cosi', noi vogliamo che avvenga cosi' perche' questi sono i soldi dei cittadini''.

lunedì, dicembre 18, 2006

Televisione

C'era una volta la TV di Stato. Grigia, lottizzata, politicizzata, censuratrice di gambe ed ombelichi.
Un bel giorno nasce la TV privata principalmente per merito di Silvio berlusconi.
E' stato un bene per i cittadini italiani.

Per i primi quindici anni l'arrivo di un nuovo attore nell'ambito televisivo ha portato anche la RAI a svecchiare la programmazione, a lanciare nuove idee, a far funzionare meglio il cervello dei creativi. Trasmissioni come “Drive In” e “Blob”sono state tra quelle che hanno portato una ventata di novità nei palinsesti. I due “poli televisivi” si sono combattuti a colpi di programmi a volte ben riusciti a volte meno ma comunque continuando a proporre nuove idee all'audience.

Ed ora dove siamo arrivati? Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito all'appiattimento dell'offerta, quasi che le sei reti nazionali siano parte dello stesso gruppo. Se prima avvenivano sfide sull'onda dello share, adesso vediamo che le TV si dividono la programmazione per non disturbarsi.
Addirittura ci sono serate in cui le SEI SORELLE fanno partire la pubblicità allo stesso momento. Questo è un bruttissimo segno: invece di tentare di “rubare” spettatori all'altra rete si preferisce agire di conserva. Usando una parafrasi calcistica si preferisce fare melina per arrivare al pareggio invece di tentare qualcosa per la vittoria. Le TV si sono adagiate sugli allori che ora paiono invero un po' rinsecchiti. Il solito paradosso italiano per cui la concorrenza invece di spingere verso le novità, appiattisce il panorama.

Da nuovi programmi che venivano a volte cassati a volte premiati dall'opinione pubblica che aveva comunque la scelta di altri canali siamo passati a programmi fotocopia con presentatori fotocopia ed ospiti fotocopia. In questa malinconica situazione assistiamo al continuo e vergognoso riproporsi degli stessi personaggi senza poter scegliere altro che spegnere l'apparecchio.
Ed è in questo humus che si spiega la santificazione di personaggi tipo Fiorello che considero un bravo artista ma che veramente è oramai impossibile non vedere in qualunque trasmissione, TG compresi a qualunque ora del giorno e della notte.

Concludo con l'elenco dei personaggi evidentemente famosi (visto che ne sparlano mentre scrivo questo blog) su RAI1 al programma di Cucuzza, tutte facce nuove che si presentano, chissà se a pagamento a raccontare gli affaracci loro: Alessia Fabiani, Funari, Bobo Vieri, D'Alessio e la Tatangelo, Aida Yespica, la Ventura, Bettarini, qualcuno di “Ballando sotto le stelle” di cui mi è sfuggito il nome, la Lecciso, Michele Canfora(l'ex marito di Barbara d'Urso), Kabir Bedi.

Ma chi profumatamente pagato decide il palinsesto crede che ai cittadini importi gli affari di tali personaggi?

giovedì, dicembre 14, 2006

Politici ipocriti

Si fa un gran discutere sui PACS. La chiesa pretende di imporre il suo pensiero a tutta la comunità di uno stato, l'Italia che solo di nome è sovrano. Invece anche la sinistra sembra fare marcia indietro. Preoccupati di non contraddire il sovrano assoluto di un piccolo Stato straniero, TUTTI stanno ripensando al fatto che la vera famiglia è quella sposata, possibilmente in chiesa, con il beneplacito delle autorità ecclesiastiche. Personaggi come Rutelli e la Binetti mi fanno solo umanamente pena. Come mai si sono schierati con la sinistra? Ogni volta che si deve discutere di argomenti che implicano la morale e l'etica (quale poi mi chiedo?) si schierano dalla parte della curia. Ma allora che si presentassero con il polo delle cosiddette libertà.
L'ITALIA E' UNO STATO LAICO. Lo volete capire? Le unioni di fatto sono una realtà. Prendetene atto e fate qualcosa.
E' vergognoso che a suo tempo Adelina Parrillo, la compagna del regista Stefano Rolla, uno dei due civili italiani morti nella strage di Nassiriya che chiedeva di entrare nella Sala delle Bandiere per assistere alla cerimonia di arrivo delle salme sia stata tenuta fuori "non avendone titolo", dal momento che lei e Rolla non erano sposati.
Ed al funerale neppure una sedia per lei, anzi per paura che facesse una scenata è stata circondata dalla polizia per tutto il tempo della cerimonia  mentre in prima fila sedevano le vedove medagliate dei caduti insieme a Casini: VERGOGNA.

Adesso tutti a questionare quale sia la famiglia di fatto da (forse) riconoscere.

Quando hanno deciso per sè hanno fatto presto. Infatti non tutti sanno che per i politici i PACS esistono da oltre 10 anni. Si chiamano "Fondo di solidarietà fra gli onorevoli deputati" e "Fondo di solidarietà fra gli onorevoli senatori". Per loro niente discussioni, niente problemi morali, niente burocrazia. Basta compilare un foglio in cui  indicare nomi e cognomi di conviventi ed eventuali figli a carico.
Alla sera, davanti allo specchio dovrebbero sprendersi a sberle invece di rimirare la loro furbizia.

LINKS:

FONDO DI SOLIDARIETÀ FRA GLI ONOREVOLI DEPUTATI CONTO CONSUNTIVO PER L'ANNO 2005
RENDICONTO DELLE ENTRATE E DELLE SPESE DEL SENATO

Articolo di ieri 13/12/2006 da "La Stampa"
http://www.gaynews.it/view.php?ID=71542
 

venerdì, dicembre 08, 2006

Povero Welby

Una seconda lettera di Piergiorgio Welby.
Spero ardentemente che possa aprire le coscienze di politicanti ottusi sempre pronti a straparlare di etica quando non è sulla loro pelle.
Lasciate che Piergiorgio Welby possa morire in pace. Lo chiede lui, che ha combattuto per molto tempo prigioniero di un corpo insensibile che ora l'ha lasciato veramente senza speranza. Nessuno dovrebbe vietare la scelta conscia di un malato ad opporsi all'accanimento terapeutico perchè con Piergiorgio Welby si sta attuando questo.

Vedo invece che il brillante Gianfranco Fini dichiarare: ''Welby e' cosciente, non puo' chiedere di morire, perche' chi assecondasse la sua volonta' sarebbe un omicida''.  In merito alla richiesta di Piergiorgio Welby di staccare la spina che lo tiene in vita, il presidente di Alleanza nazionale non ha dubbi: ''Sono contrario all'eutanasia: la vita non e' nella disponibilita' di un uomo''.
 

Ecco alcuni passi della lettera di Piergiorgio Welby:
"Sono accusato di 'strumentalizzare' la mia condizione per muovere a compassione, per mendicare o estorcere in tal modo, slealmente, quel che proponiamo e perseguiamo con i miei compagni. Gli strumenti? Sono, invece, limpidi obiettivi ideali, umani, civili, politici".
"Come gia' Luca Coscioni, a mio turno sono oggi oggetto di offese e insulti, di pensieri, parole, aggressioni alla mia identita' ed alla mia immagine, quasi non bastassero quelle perpetrate al corpo che fu mio e che, invece, vorrei, per un attimo almeno, mi fosse reso come forma - qual e' il corpo - necessaria del mio spirito, del mio pensiero, della mia vita, della mia morte; in una parola del mio 'essere'". "Dalla mia prigione infame, da questo corpo che - per etica, s'intende - mi sequestrano, mi tornano alla memoria le lettere inviate alla 'politica' da un suo illustre, altro, 'prigioniero': Aldo Moro. Pagine nobili e tragiche contro gli uomini di un potere che aveva deciso di condannarlo (anche lui per etica, naturalmente) a morte certa, anche lui ad una forma di tortura di Stato, feroce ed ottusa. Quelle pagine non potrei farle mie. Anche perche' furono perfette, e lo restano. Un pensiero, ancora, un interrogativo, un dubbio: dove sono mai finiti per tanti 'credenti' Corpo mistico e Comunione dei Santi? Comunque addio, signori che fate della tortura infinita il mezzo, lo strumento obbligato di realizzazione o di difesa dei vostri valori! Chi siano (e in che modo) i morti o i vivi che rimarranno tali quando saremo tutti passati, non sappiamo, ne' noi ne' voi. Io auguro a voi ogni bene. Spero davvero (ma temo fortemente che cosi' non sia), spero davvero che questo augurio vi raggiunga, si realizzi, perche' questo "voi" oggi manca anche a me, anche a noi altri. Chiedo - ringraziandoli fraternamente - alle oltre 700 mie compagne e compagni, antiche e nuovi, che sono in sciopero della fame, alcuni al sedicesimo giorno, di sospendere questa loro forma di lotta".

 

giovedì, dicembre 07, 2006

Privacy

In qualunque Paese del mondo se un politico fosse stato intercettato a contrattare prestazioni sessuali per comparsate TV, se fosse stato colto in fallo sull'uso delle droghe, se avesse organizzato festini orgiastici, se avesse con il suo comportamento contraddetto quello che predica dai banchi del Parlamento si sarebbe dimesso.

Da noi reclama per l'invasione della sua privacy.
Ed i suoi colleghi gli danno ragione!