Papers by Giuseppe Cipolla
Edizioni Caracol, Palermo, 2020
«Mi piacciono i pittori che nel loro immediato rapporto con la realtà, le forme, i colori, la luc... more «Mi piacciono i pittori che nel loro immediato rapporto con la realtà, le forme, i colori, la luce, sottendono la ricerca di una mediazione intellettuale, culturale, letteraria. I pittori di memoria. I pittori ri¬flessivi. I pittori speculativi. Un sistema di conoscenza che va dalla realtà alla surrealtà, dal fisico al metafisico». (L. Sciascia)
Si potrebbe partire da questa apparentemente semplice “dichiarazione di intenti” per comprendere l’intricato e, per molti versi, insondato universo sciasciano che scaturisce dal suo ininterrotto rapporto con le arti figurative dal Rinascimento al Novecento. Dell’appassionato interesse di Sciascia per le arti visive in generale, restano innumerevoli scritti elaborati in occasione di presentazioni e cataloghi di mostre, così come per la stampa periodica e le riviste d'arte. Grande atten¬zione dedicava anche all'arte contemporanea siciliana, presentando le mostre degli artisti più amati, ai quali fu, spesso, legato da sincera amicizia. La sua scrittura d’arte colta e militante, somiglia per l’am-piezza di prospettive e chiavi di lettura a uno straordinario caleido¬scopio critico, dove, in un vitale dialogo fra immagini e parole, si combinano e si avvicendano rimandi letterari, simboli iconografici, suggestive intuizioni, insieme alla costante attenzione alle denunce sociali sempre sottese da un acuto spirito analitico.
Spazio, luce, ordine. Sono cose di cui gli uomini hanno bisogno, come hanno bisogno di pane o di ... more Spazio, luce, ordine. Sono cose di cui gli uomini hanno bisogno, come hanno bisogno di pane o di un posto per dormire. Così diceva Le Corbusier.
Edizioni Caracol, 2019
Il volume affronta in maniera sistematica la vicenda artistica e umana dei due fratelli scultori ... more Il volume affronta in maniera sistematica la vicenda artistica e umana dei due fratelli scultori Benedetto e Pasquale Civiletti che, tra Ottocento e Novecento, contribuirono a lasciare un segno profondo nel panorama artistico siciliano. Benedetto Civiletti fu forse il primo scultore palermitano a raggiungere fama internazionale, le sue opere ottennero premi e riconoscimenti in tutto il mondo e abbellirono i luoghi più rappresentativi di Palermo. L’ampio e accurato studio di Giuseppe Cipolla, corredato da schede critiche e da una ricca documentazione iconografica e documentaria, delinea il quadro generale del sistema dell’arte tra Otto e Novecento in Sicilia e il valore che la scultura rivestì nella progettazione urbana, così come anche il proficuo rapporto che i due scultori ebbero con architetti come Giuseppe Damiani Almeyda ed Ernesto Basile, contribuendo in maniera determinante a configurare il volto di Palermo a cavallo tra i due secoli.
Suggestioni caravaggesche dai depositi di Palazzo Abatellis, 2018
Nell'ombra di Caravaggio. Leonardo Sciascia e la Natività dell'Oratorio di San Lorenzo. una stori... more Nell'ombra di Caravaggio. Leonardo Sciascia e la Natività dell'Oratorio di San Lorenzo. una storia non semplice
Giuseppe Cipolla
Parlare di Caravaggio in Sicilia (epifrasi divenuta un topos), senza scomodare la critica artistica novecentesca e i suoi sconfinamenti nella letteratura, nel cinema, nella cronaca, nei media, nel mito, sarebbe come gettarsi in un fondale marino senza le conoscenze delle adeguate attrezzature subacquee utili a comprenderne le peculiarità più recondite. E l’argomento in questione sembra essere munito di tutti i presupposti possibili per addentrarsi in un abisso tanto apparentemente semplice quanto maledettamente complicato: il furto della Natività dell’Oratorio di San Lorenzo, una terra ricca di contraddizioni, una tradizione letteraria come quella del romanzo giallo intriso di sicilianità irredimibile, un intellettuale universale e aduso alla critica d’arte. Questo studio si propone di indagare i valori culturali e l’impatto che ha rappresentato tale eclatante trafugamento nell’immaginario culturale isolano e nazionale dopo la sua scomparsa nel 1969, focalizzando l’attenzione sugli interessi per le arti visive di Leonardo Sciascia, che inserisce l’opera nel suo ultimo romanzo rivolto alla connivenza stato-mafia, intitolato ironicamente Una storia semplice (Adelphi, 1989), di cui nel 1991 uscirà il film omonimo con la regia di Emidio Greco.
I nessi tra Sciascia e l’opera di Caravaggio si possono rintracciare almeno in tre ambiti: l’attenzione per i fatti figurativi siciliani a partire dagli anni Sessanta (i contatti con Brandi, la mostra su Paladini, le recensioni su “L’Ora”, ecc.); la denuncia polemica, anche in sede parlamentare, negli anni Settanta dello stato della tutela in Sicilia; la sovente presenza di nessi con la pittura nei suoi romanzi. Lo scrittore inserisce in Una storia semplice la suggestione del ritrovamento della Natività, quale perno e movente di una serie di delitti in un giallo-poliziesco di straordinaria architettura narrativa in cui mette in risalto le contraddizioni insite in un tessuto sociale dove i confini tra malavita e giustizia appaiono sempre più labili e indecifrabili, quasi disarmanti. Il furto della Natività, nel più ampio quadro della storia culturale siciliana della seconda metà del Novecento, assurge a emblema e simbolo indelebile in cui si riflette il degrado di una città in uno dei suoi periodi più terribili, ma anche un problema nazionale in tema di tutela e conservazione. In definitiva il contributo di Sciascia al tema della dispersione dei beni culturali si condensa nel concetto che la lotta al germe della cultura criminale poteva passare soltanto attraverso l’impegno culturale, la critica militante e la letteratura.
Nino Aragno Editore sede legale: corso Vittorio Emanuele II , 68 -10121 Torino sede operativa: st... more Nino Aragno Editore sede legale: corso Vittorio Emanuele II , 68 -10121 Torino sede operativa: strada Santa Rosalia, 9 -12038 Savigliano u cio stampa: tel. 02.34592395 -fax 02.34591756 e-mail:[email protected] sito internet. www.ninoaragnoeditore.it SOMMARIO Riproposte Edgar Wind, Per una sistematica dei problemi artistici , con una nota di Franco Bernabei Ricerche sulle fonti Ra aele De Giorgi, Molière e la pittura nella 'nuova Roma' del XVII secolo Elena Granuzzo, Ri essioni sulla teoria architettonica di Tommaso Temanza, a partire da un nucleo di lettere inedite Paolo Pastres, Accademie , accademici , incisori e didattica nella Storia Pittorica enei carteggi di Luigi Lanzi Margherita Melani, Roma: 1775-1783. Due testamenti Argomenti di critica d'arte dell'Ottocento e del Novecento Michela Passini, L'Italia come pr oblema. La storia dell'ar te francese e la questione del Rinascimento Daria Jorioz, Primatice Retrouvé. Louis Dimier e la riscoperta del Manierismo in Francia Giuseppe Cipolla, Letter einedite di Enrico Mauceri ad Adolfo Venturi e Corrado Ricci Laura Gallo, « Vita Ar tistica» e «Pinacotheca» e la riscoper ta dell'Ottocento italiano Dossier delle riviste d'arte Marianna Negrini, Il progetto di «seleAr te» nella cor rispondenza ra Carlo Ludovico Ragghianti, Adriano Olivetti e Ignazio Weiss Silvia Bottinelli, L'Italia a confronto con il mondo. Modelli internazionali di gestione della cultura sulle pagine di «seleAr te» Arianna Maraone, «Spazioarte» (1974-77): una rivista indipendente a Roma negli anni Settanta per superare l'analfabetismo visivo 4 SOMMARIO Storia del gusto, del museo, del collezionismo, delle tecniche e delle istituzioni Barbara Agosti, Sulla fortuna critica della Tras gurazione di Ra aello Tommaso Casini, «L'aurora e la solitudine»: la fortuna di Annibal Caro iconografo nel quinto centenario dalla nascita Cecilia Mazzetti di Pietralata, Fortuna e sfortuna della Teutsche Academie in Italia: dalla memoria obliterata nel 1675 alle recensioni del 1688 Andrea Leonardi, Collezionare libri: la raccolta del banchiere-mecenate Ottavio Costa Extra moenia. Problemi di metodo, discussioni e confronti Rosaria De Rosa, Julius Meyer nelle riletture di Fiedler Hanno collaborato a questo numero: Barbara Agosti, professore associato di storia della critica d'arte, Università nacque a Siracusa il 15 agosto 1869 ed ebbe una formazione classica, seguita da un'educazione artistica fondata sulla conoscenza dei monumenti locali. Nei primi an ni Novanta si trasferì a Palermo per frequentare la facoltà di L'autore desidera ringraziare vivamente la Direzione della Biblioteca della Scuola Normale di Pisa e quella della Biblioteca Classense di Ravenna per avergli concesso di consultare e di studiare i carteggi di Adolfo Venturi e Corrado Ricci. 1 Su Enrico Mauceri si veda: Enrico Mauceri (ad vocem), in S. Samek Ludovici, Storici, teorici e critici delle arti gurative d'Italia dal 1800 al 1940 , Enciclopedia biograca e bibliogra ca «italiana», diretta da A. Ribera, serie 4, Roma 1942, pp. 229-231; G. Di Stefano, Momenti e aspetti della tutela monumentale in Sicilia , in «Archivio storico siciliano», serie terza, VIII, 1955, pp. 343-370; S. Bottari, Ricordo di Enrico Mauceri, in «Il resto del Carlino», 7 luglio 1966; G. Molonia, L'Annunciazione di Palazzolo Acr eide: cr onaca di una scoper ta, in Da Antonello a Paladino.Pittori messinesi nel siracusano dal XV al XVIII secolo, catalogo della mostra a cura di G. Barbera, Siracusa 1996, pp. 99-105; F. Gallo, Temi e gure della tutela delle opere d'arte in Sicilia: la carriera contrastata di Enrico Mauceri , in Professionisti, città e ter ritorio. Percorsi di ricerca tra storia dell'urbanistica e storia della città , a cura di S. Adorno, Roma 2002, pp. 179-188; Ead., Enrico Mauceri e il posto della storia dell'ar te, in Corrado Ricci storico dell'arte tra esperienza e progetto, Atti del convegno (Ravenna 27-28 settembre 2001) a cura di A. Emiliani e D. Domini, Ravenna 2004, pp. 192-194; Antonello da Messina. L'opera completa , catalogo della mostra a cura di M. Lucco, Roma 2006, pp. 198-207; G. Cipolla, Enrico Mauceri storico dell'arte tra connoisseurship e conservazione , tesi di laurea specialistica, Università degli Studi di Torino, Facoltà di Scienze della Formazione, A.A. 2005-2006, relatore prof. Gianni Carlo Sciolla. Sugli scritti di E. Mauceri si veda, invece, la Bibliogra a di Enrico Mauceri: in memoria nel III anniversario della mor te a cura dei gli , con presentazione di S. Bottari, Bologna 1969. Mauceri scrisse anche un'autobiogra a, alla quale si rimanda per un'idea generale sul suo percorso critico: E. Mauceri, Riassumendo una vita. Note autobiograche, Bologna 1960.
*...."Il tema della Sessione Tematica" è il tema selezionato di volta in volta dalla redazione de... more *...."Il tema della Sessione Tematica" è il tema selezionato di volta in volta dalla redazione della rivista, attraverso il quale vengono declinati gli articoli proposti per la Sessione Tematica.
La presenza di un consistente numero di bozzetti e di modelli nei depositi di Palazzo Abatellis, ... more La presenza di un consistente numero di bozzetti e di modelli nei depositi di Palazzo Abatellis, perlopiù inediti o poco noti e che nella maggior parte dei casi sono una "prima idea" di opere compiute, ha suggerito la realizzazione di questa mostra, che presenta un'accurata selezione di una quarantina di dipinti dal tardo Seicento al primo Ottocento, opere di pittori siciliani (Antonino Grano, Filippo Randazzo, Vito d'Anna, Gioacchino Martorana, Mariano Rossi, Francesco Manno, Giuseppe Velasco, per citarne solo alcuni) e di celebri pittori forestieri (Francesco Solimena, Sebastiano Conca, Corrado Giaquinto), grazie ai restauri riportati in condizioni di piena leggibilità. Le ricerche archivistiche e documentarie condotte per l'occasiona hanno consentito di ripercorrere le vicende storico-critiche, facendo emergere con chiarezza il ruolo significativo che tali dipinti rivestivano nei nuclei collezionistici di provenienza.
La cultura figurativa siciliana negli interventi critici di Leonardo Sciascia Simone Ferrari Il g... more La cultura figurativa siciliana negli interventi critici di Leonardo Sciascia Simone Ferrari Il giovane Dürer: riflessioni in margine ad una mostra Proprietà artistica e letteraria riservata all'Editore a norma della Legge 22 aprile 1941, n. 663. Gli articoli pubblicati impegnano unicamente la responsabilità degli autori. La proprietà letteraria è riservata alla rivista. I testi pubblicati non possono essere riprodotti senza l'autorizzazione scritta dell'Editore. Gli autori debbono ottenere l'autorizzazione scritta per la riproduzione di qualsiasi materiale protetto da copyright. In riferimento al materiale iconografico fornito dagli autori a corredo dei testi, la Redazione si riserva il diritto di modificare, omettere o pubblicare le illustrazioni inviate. I lavori sono pubblicati gratuitamente. È possibile scaricare gli articoli in formato pdf dal sito web di "teCLa". È vietata qualsiasi riproduzione totale o parziale anche a mezzo di fotoriproduzione, Legge 22 maggio 1993, n. 159. 4 10 24 34 62 numero 7 -30 giugno 2013 Rivista di temi di Critica e Letteratura artistica 82 106 teCLa -Rivista temi di Critica e Letteratura artistica di Giacomo Pace Gravina Il Trono della Grazia Interlandi: una tavola di Vrancke van der Stockt a Caltagirone Giacomo Pace Gravina Il Trono della Grazia Interlandi... numero 7 -giugno 2013 11
Il lungo saggio affronta in generale e per la prima volta in modo esaustivo il rapporto tra Leona... more Il lungo saggio affronta in generale e per la prima volta in modo esaustivo il rapporto tra Leonardo Sciascia e le arti visive, indagando in particolare la sua vasta produzione critica in seno alla critica d'arte attraverso la direzione della rivista "Galleria", edita dal 1949 a Caltanissetta dall'omonimo editore. Il contributo affronta anche i rapporti con gli storici dell'arte che hanno collaborato con lo scrittore alla redazione del periodico siciliano. Galleria è una rassegna bimestrale di cultura, iniziata nel 1949 ed edita dalla casa editrice di Salvatore Sciascia editore in Caltanissetta. Il primo direttore fu il giornalista e magistrato Calogero Natale, va ricordata la collaborazione di Leonardo Sciascia con l'omonimo editore e insieme a Mario Petrucciani e Jole Tognelli. Tra i nomi più illustri che collaborano nel tempo con la rivista: Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia, Mario Praz, Emilio Cecchi, Ferruccio Ulivi, Enrico Falqui; e storici e critici d’arte, tra cui Roberto Longhi, Carlo Ludovico Ragghianti, Roberto Salvini, Cesare Brandi, Giulio Carlo Argan e Federico Zeri.
Il saggio affronta gli interventi critici di Sciascia sull'architettura in Sicilia, affrontando i... more Il saggio affronta gli interventi critici di Sciascia sull'architettura in Sicilia, affrontando il linguaggio sciasciano sulla scia delle possibili influenze strutturaliste brandiane e di altri critici del Novecento.
Il saggio ricostruisce accuratamente i rapporti di committenza dei Padri Liguorini di Agrigento c... more Il saggio ricostruisce accuratamente i rapporti di committenza dei Padri Liguorini di Agrigento con gli artisti operanti nel Settecento in Sicilia ed in particolare nel territorio agrigentino, tra cui spicca il nome del pittore dei Lampedusa, Domenico Provenzani.
Il volume è il catalogo della mostra Arredi e Collezioni dei Padri Liguorini di Agrigento. Tutela... more Il volume è il catalogo della mostra Arredi e Collezioni dei Padri Liguorini di Agrigento. Tutela e Conservazione
Proprietà artistica e letteraria riservata all'Editore a norma del Legge 22 aprile 1941, n. 663. ... more Proprietà artistica e letteraria riservata all'Editore a norma del Legge 22 aprile 1941, n. 663. È vietata qualsiasi riproduzione totale o parziale anche a mezzo di fotoriproduzione, Legge 22 maggio 1993, n. 159.
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Papers by Giuseppe Cipolla
Si potrebbe partire da questa apparentemente semplice “dichiarazione di intenti” per comprendere l’intricato e, per molti versi, insondato universo sciasciano che scaturisce dal suo ininterrotto rapporto con le arti figurative dal Rinascimento al Novecento. Dell’appassionato interesse di Sciascia per le arti visive in generale, restano innumerevoli scritti elaborati in occasione di presentazioni e cataloghi di mostre, così come per la stampa periodica e le riviste d'arte. Grande atten¬zione dedicava anche all'arte contemporanea siciliana, presentando le mostre degli artisti più amati, ai quali fu, spesso, legato da sincera amicizia. La sua scrittura d’arte colta e militante, somiglia per l’am-piezza di prospettive e chiavi di lettura a uno straordinario caleido¬scopio critico, dove, in un vitale dialogo fra immagini e parole, si combinano e si avvicendano rimandi letterari, simboli iconografici, suggestive intuizioni, insieme alla costante attenzione alle denunce sociali sempre sottese da un acuto spirito analitico.
Giuseppe Cipolla
Parlare di Caravaggio in Sicilia (epifrasi divenuta un topos), senza scomodare la critica artistica novecentesca e i suoi sconfinamenti nella letteratura, nel cinema, nella cronaca, nei media, nel mito, sarebbe come gettarsi in un fondale marino senza le conoscenze delle adeguate attrezzature subacquee utili a comprenderne le peculiarità più recondite. E l’argomento in questione sembra essere munito di tutti i presupposti possibili per addentrarsi in un abisso tanto apparentemente semplice quanto maledettamente complicato: il furto della Natività dell’Oratorio di San Lorenzo, una terra ricca di contraddizioni, una tradizione letteraria come quella del romanzo giallo intriso di sicilianità irredimibile, un intellettuale universale e aduso alla critica d’arte. Questo studio si propone di indagare i valori culturali e l’impatto che ha rappresentato tale eclatante trafugamento nell’immaginario culturale isolano e nazionale dopo la sua scomparsa nel 1969, focalizzando l’attenzione sugli interessi per le arti visive di Leonardo Sciascia, che inserisce l’opera nel suo ultimo romanzo rivolto alla connivenza stato-mafia, intitolato ironicamente Una storia semplice (Adelphi, 1989), di cui nel 1991 uscirà il film omonimo con la regia di Emidio Greco.
I nessi tra Sciascia e l’opera di Caravaggio si possono rintracciare almeno in tre ambiti: l’attenzione per i fatti figurativi siciliani a partire dagli anni Sessanta (i contatti con Brandi, la mostra su Paladini, le recensioni su “L’Ora”, ecc.); la denuncia polemica, anche in sede parlamentare, negli anni Settanta dello stato della tutela in Sicilia; la sovente presenza di nessi con la pittura nei suoi romanzi. Lo scrittore inserisce in Una storia semplice la suggestione del ritrovamento della Natività, quale perno e movente di una serie di delitti in un giallo-poliziesco di straordinaria architettura narrativa in cui mette in risalto le contraddizioni insite in un tessuto sociale dove i confini tra malavita e giustizia appaiono sempre più labili e indecifrabili, quasi disarmanti. Il furto della Natività, nel più ampio quadro della storia culturale siciliana della seconda metà del Novecento, assurge a emblema e simbolo indelebile in cui si riflette il degrado di una città in uno dei suoi periodi più terribili, ma anche un problema nazionale in tema di tutela e conservazione. In definitiva il contributo di Sciascia al tema della dispersione dei beni culturali si condensa nel concetto che la lotta al germe della cultura criminale poteva passare soltanto attraverso l’impegno culturale, la critica militante e la letteratura.
Si potrebbe partire da questa apparentemente semplice “dichiarazione di intenti” per comprendere l’intricato e, per molti versi, insondato universo sciasciano che scaturisce dal suo ininterrotto rapporto con le arti figurative dal Rinascimento al Novecento. Dell’appassionato interesse di Sciascia per le arti visive in generale, restano innumerevoli scritti elaborati in occasione di presentazioni e cataloghi di mostre, così come per la stampa periodica e le riviste d'arte. Grande atten¬zione dedicava anche all'arte contemporanea siciliana, presentando le mostre degli artisti più amati, ai quali fu, spesso, legato da sincera amicizia. La sua scrittura d’arte colta e militante, somiglia per l’am-piezza di prospettive e chiavi di lettura a uno straordinario caleido¬scopio critico, dove, in un vitale dialogo fra immagini e parole, si combinano e si avvicendano rimandi letterari, simboli iconografici, suggestive intuizioni, insieme alla costante attenzione alle denunce sociali sempre sottese da un acuto spirito analitico.
Giuseppe Cipolla
Parlare di Caravaggio in Sicilia (epifrasi divenuta un topos), senza scomodare la critica artistica novecentesca e i suoi sconfinamenti nella letteratura, nel cinema, nella cronaca, nei media, nel mito, sarebbe come gettarsi in un fondale marino senza le conoscenze delle adeguate attrezzature subacquee utili a comprenderne le peculiarità più recondite. E l’argomento in questione sembra essere munito di tutti i presupposti possibili per addentrarsi in un abisso tanto apparentemente semplice quanto maledettamente complicato: il furto della Natività dell’Oratorio di San Lorenzo, una terra ricca di contraddizioni, una tradizione letteraria come quella del romanzo giallo intriso di sicilianità irredimibile, un intellettuale universale e aduso alla critica d’arte. Questo studio si propone di indagare i valori culturali e l’impatto che ha rappresentato tale eclatante trafugamento nell’immaginario culturale isolano e nazionale dopo la sua scomparsa nel 1969, focalizzando l’attenzione sugli interessi per le arti visive di Leonardo Sciascia, che inserisce l’opera nel suo ultimo romanzo rivolto alla connivenza stato-mafia, intitolato ironicamente Una storia semplice (Adelphi, 1989), di cui nel 1991 uscirà il film omonimo con la regia di Emidio Greco.
I nessi tra Sciascia e l’opera di Caravaggio si possono rintracciare almeno in tre ambiti: l’attenzione per i fatti figurativi siciliani a partire dagli anni Sessanta (i contatti con Brandi, la mostra su Paladini, le recensioni su “L’Ora”, ecc.); la denuncia polemica, anche in sede parlamentare, negli anni Settanta dello stato della tutela in Sicilia; la sovente presenza di nessi con la pittura nei suoi romanzi. Lo scrittore inserisce in Una storia semplice la suggestione del ritrovamento della Natività, quale perno e movente di una serie di delitti in un giallo-poliziesco di straordinaria architettura narrativa in cui mette in risalto le contraddizioni insite in un tessuto sociale dove i confini tra malavita e giustizia appaiono sempre più labili e indecifrabili, quasi disarmanti. Il furto della Natività, nel più ampio quadro della storia culturale siciliana della seconda metà del Novecento, assurge a emblema e simbolo indelebile in cui si riflette il degrado di una città in uno dei suoi periodi più terribili, ma anche un problema nazionale in tema di tutela e conservazione. In definitiva il contributo di Sciascia al tema della dispersione dei beni culturali si condensa nel concetto che la lotta al germe della cultura criminale poteva passare soltanto attraverso l’impegno culturale, la critica militante e la letteratura.