Runaways

Runaways

Le regine del rock'n'roll

Nella metà degli anni 70, la donna statunitense era rappresentata dalla svampita mamma-chioccia in "Happy Days", Marion Cunningham, o dalle frivole Laverne & Shirley. Poi arrivano le Runaways: cinque adolescenti che, a denti stretti, entrano nell'arena del rock. Tigri o pasto, di loro rimane un'eredità importante

di Magda Di Genova

"La rabbia per le donne nella musica, per me, era una questione di principio. Era originata dalla convinzione che una ragazza non potesse suonare la chitarra mentre a scuola sedevi accanto a ragazze che suonavano il violino e il violoncello, Beethoven e Bach. La rabbia nasceva dalla consapevolezza di non avere una possibilità, dal sentirsi dire di tacere e comportarti come una gentildonna.
Nel momento in cui inizi a imporre queste idee di m***a, scoppia una guerra."
- Joan Jett

Abusate, infamate, sottovalutate e inaspettatamente seminali. Cattive ragazze alle quali il movimento riot grrrl si ispira con umiltà e che scoppierebbero a ridere di fronte al "Girl Power" del pop pensando a uno scherzo.
In un periodo in cui il rock è dominato esclusivamente da uomini (seppure dall'aspetto ambiguo), un gruppo di sole donne in grado di comporre e suonare le proprie canzoni tutte da sole sarebbe stata una rivoluzione a prescindere dall'età adolescenziale delle sue componenti.
Sono anni in cui le donne possono trovare spazio e credibilità nel folk, ma non nel rock. Janis Joplin è superata, Suzi Quatro poco conosciuta e Patti Smith deve ancora esordire. Sembra quasi che le donne non siano in grado di suonare il rock più duro. Nessuna aveva fino a quel momento mai osato proporre questo genere di musica. Ora invece i tempi sono maturi per un gruppo rock femminile che infranga i tabù, che sia rumoroso e trasgressivo come il rock'n'roll di metà anni 70 dev'essere.

Il concepimento.


Nel 1975, a una festa organizzata da Alice Cooper, Kim Fowley (più vicino all'essere un viscido impresario senza scrupoli che un entusiasta produttore discografico, seppur di successo) incontra l'allora tredicenne Kari Krome, che gli viene presentata come cantautrice. Fowley ne rimane impressionato e, continuando la conversazione, intuisce le potenzialità di successo di un gruppo formato da sole adolescenti e convince la Krome a farne parte. Kari Krome firma un contratto con Fowley il giorno del suo quattordicesimo compleanno senza che Fowley l'abbia nemmeno sentita cantare o aver sentito le sue composizioni.
Qualche giorno più tardi viene fissata una prova studio alla quale la Krome si presenta con un'amica chitarrista, Joan Jett (la cui assoluta venerazione per Suzi Quatro è più che palese), e la batterista con cui la Jett suona in quel periodo, Sandy West.
Galvanizzato dalle Jett e West, Fowley rimane molto deluso dalle capacità interpretative della Krome e si mette alla ricerca di una sostituta con doti canore migliori e maggiore appeal. Individua quindi Micki Steele (che entrerà poi a far parte della Bangles) alla quale dice di imparare a suonare il basso, lasciando la Krome a ricoprire il ruolo di autrice.

Il trio, insieme alla Krome e a Fowley che si occupano dei testi, inizia immediatamente a comporre brani, a esibirsi nei club losangelesini e incide il demo Born To Be Bad.
Intanto Fowley, che giudica la Steele non abbastanza carina e le dà presto il benservito, inizia a fare il giro dei locali alla ricerca di una nuova vocalist e una nuova bassista. Incontra la chitarrista Jackie Fox e le chiede di partecipare a una prova in studio, ma la sua performance come bassista è deludente non le permetterà di far parte della formazione.

Fowley fa quindi pubblicare un annuncio sulla fanzine "Who Put the Bomp" (sulla quale scrive anche Lester Bangs) e sarà la chitarrista sedicenne britannica Lita Ford a presentarsi all'audizione.
La Ford si fa subito adorare dalle ragazze, in particolare da Sandy West, per aver preparato alcuni brani dei Deep Purple. West e Jett l'accolgono benissimo e la coinvolgono immediatamente, ma la Ford rinuncia al gruppo dopo appena tre giorni a causa degli atteggiamenti di Fowley, che si rivolge alle ragazze esclusivamente con insulti. Bastano comunque quei tre giorni affinché le altre componenti del gruppo si accorgano che il suono hard-rock che la Ford stava apportando potesse dare un tocco in più alla loro musica, quindi le telefonano e riescono a convincerla spiegando che il nervosismo che prova nei confronti di Fowley è lo stesso anche da parte loro e che le cose miglioreranno sicuramente nel momento in cui arriverà il successo.

Una sera, Kim Fowley e Joan Jett si recano al Sugar Shack, uno dei pochi locali nella San Fernando Valley al quale l'ingresso non è proibito ai minori di 21 anni, con il chiaro intento di tornare a casa a nuova vocalist trovata. Fowley individua immediatamente una ragazza con lo stesso taglio di capelli che David Bowie ha sulla copertina di "Aladdin Sane". Le si avvicina, le presenta Joan Jett e le chiede se vuole entrare a far parte di un gruppo rock interamente femminile. Cherie Currie, la ragazza, risponde di sì. Semplicemente.
La Currie si presenta all'audizione pochi giorni dopo e dal momento che aveva preparato "Fever" di Suzi Quatro, brano che la Ford si rifiuta di suonare perché troppo lento, Fowley (che ormai aveva preso la sua decisione) e Jett si prendono una mezz'oretta per scrivere una canzone. I risultati sono la nascita di "Cherry Bomb" e la fine delle ricerche per una nuova cantante.
Con la Currie, intanto, in sala prove emergono le potenzialità del gruppo. Il progetto è sulla strada giusta, Fowley richiama Jackie Fox e la convince a entrare nella formazione in qualità di bassista. Esclusa la Currie, nessuna delle ragazze si dice contenta della performance della Fox, ma considerato che è molto bella e che sicuramente la sua tecnica migliorerà col tempo, Fowley la inserisce nella formazione.

Runaways - Cherie CurrieI brani prendono forma, in sala prove c'è un continuo brain-storming da parte di Jett, Ford, Fox e West, e la Currie ha l'impressione di non dare un apporto appropriato al progetto. E quindi? Cosa fa una cantante oltre a cantare? Tiene il palco, dà un'immagine al gruppo. Un pomeriggio Cherie fa un giro per negozi per dare un'occhiata alle vetrine fino a quando questa sedicenne pelle e ossa entra in un negozio di biancheria intima e ne esce solo dopo aver acquistato una guêpière. Una guêpière da indossare sul palco. La Quatro era bandita dalle radio statunitensi per i suoi pantaloni in pelle e Cherie Currie voleva indossare sul palco una guêpière!
Da un punto di vista scenico, quel corsetto era l'ideale per attirare l'attenzione sul gruppo (o per confinarlo definitivamente). In realtà l'attenzione sarebbe probabilmente concentrata sulla Currie e questo iniziava già a non andare a genio ad alcune ragazze del gruppo.

Il periodo fecondo


Nel febbraio del 1976, consolidata la formazione (e l'immagine della Currie) e con uno squalo come Fowley come manager, il gruppo ottiene il suo primo contratto con la Mercury Records. A firmare l'accordo, che fissa chiaramente ogni minimo introito a Kim Fowley, saranno ovviamente i genitori delle ragazze, che ne rimangono stupiti e preoccupati, ma alle ragazze non importa: si tratta di un'occasione che mai ricapiterà nella vita e non saranno certo questioni economiche a rovinare tutto.

The Runaways, realizzato in appena due settimane, contiene per lo più brani presenti nel demo inciso solo qualche mese addietro, debitamente ri-registrati dalla nuova formazione. È una continua esplosione di energia. Non si era mai sentito niente del genere da ragazze: un hard-rock tirato, potente e pesante. Le chitarre suonano come quelle dei Led Zeppelin e dei Black Sabbath, la voce, aggressiva e spavalda, parla di sesso e di una vita guidata dalla sete di esperienze. A completare il suono di un disco davvero ottimo, ci sono gli ammiccanti giri di basso suonato da Nigel Harrison (già al lavoro con i Silverhead e poi nei Blondie): nonostante la Fox venga accreditata, in realtà era stata allontanata da Fowley dalle sessioni in studio.

Brani come "You Drive Me Wild", "Blackmail", la cover di "Rock & Roll" dei Velvet Underground e "American Nights" hanno tutte le carte in regola per essere dei singoli di successo e non far passare inosservato il disco. Sono brani in cui i graffi delle chitarre non si risparmiano, così come non si risparmia nemmeno su linee vocali orecchiabili. I testi, poi, sono uno schiaffo a puristi e ingenui perché è diventato chiaro che le ragazze hanno le stesse voglie e le stesse energie dei maschi, che non sono tanto più pulite dei ragazzi. Ed è l'introduttiva "Cherry Bomb" a diventare negli anni una pietra miliare del rock. Un brano tirato e coinvolgente, musicalmente aggressivo, ma allo stesso tempo orecchiabile. D'altronde, come fa a non esserlo? Partendo innanzitutto dall'ovvia associazione del nome della cantante (CHERIE Currie) con il titolo del brano ("CHERRY Bomb"), l'ascoltatore non può scindere quello che sta ascoltando (versi come "Down the streets I'm the girl next door/ I'm the fox you've been waiting for", la strofa: "Hey street boy, want your style/ Your dead end dreams don't make you smile/ I'll give ya something to live for/ Have ya, grab ya 'til you're sore" o il ritornello "Hello world, I'm you wild girl/ I'm your ch-ch-ch-ch cherry bomb") dall'immagine di una ninfetta in lingerie.

L’impatto culturale tra i coetanei è fulmineo: significa che tutto è possibile, che qualsiasi sedicenne può fare musica, incidere dischi e diventare famoso.
Ora qualsiasi ragazza può imbracciare una chitarra perché, con un tale precedente, non c’è molto più da temere: i limiti sono stati spostati, le dighe abbattute e ogni forma di estremismo sessista diviene un’ulteriore linfa per la ribellione: il sesso debole ora si scopre essere una vecchia leggenda metropolitana.


Dopo l'approvazione della copertina dell'album da parte di Fowley e della casa discografica, tra le ragazze iniziano i primi seri attriti: nonostante all'interno vengano raffigurate tutte e cinque le componenti, infatti, sulla copertina capeggia solo la Currie.

The Runaways
non viene supportato debitamente dall'etichetta discografica, che poco si fida di un manipolatore come Fowley e vede nelle Runaways un suo capriccio. Viene anche poco trasmesso dalle emittenti radiofoniche, che pensano che un gruppo di musiciste (di vere musiciste) adolescenti capitanate da una sedicenne in guêpière che cantano di sesso significhi infrangere fin troppi tabù.
Non solo, la reputazione che Fowley ha - quella di venditore di fumo, di abile manipolatore, di persona da tenere a distanza - rema contro un eventuale supporto da parte di alcune importanti fanzine.
C'è anche un altro ostacolo che rischia di far naufragare l'imminente tournée ed è rappresentato dai genitori delle ragazze. Fowley non si è mai posto delicatamente nei confronti di nessuno, tanto meno nei loro e la sua cattiva fama certo non tranquillizza i genitori di ragazzine che vogliono andarsene a suonare in lungo e in largo per gli Stati Uniti. Fowley riesce comunque a convincerli, spiegando loro che i posti in cui le ragazze avrebbero suonato sarebbero stati arene gremite e che le Runaways sarebbero tornate a casa praticamente ricche. Dal canto loro, le ragazze promettono ai genitori di prendersi sempre cura l'una dell'altra.
Ovviamente tutte queste premesse vengono disattese: il gruppo alloggia in motel scadenti, si ciba esclusivamente da McDonald's e tra le ragazze nascono piccole fazioni in guerra l'una con l'altra.

Nonostante quindi questo interessante disco sia poco pubblicizzato, le Runaways, Kim Fowley e Scott Anderson - che insieme a Fowley fa da manager al gruppo perché c'è un chiaro conflitto di interessi da parte di Fowley che scrive parte dei brani, li produce, crea i contatti e trova le date - partono per una lunga tournée nei club statunitensi e le vendite iniziano finalmente a migliorare verso la fine dell'anno, dalla sera in cui il gruppo si esibisce al celebre CBGB'S di New York.
A metà tournée la situazione è ormai fuori controllo: la Fox viene "rimproverata" per essere stata l'unica componente del gruppo a non essere andata a letto con Anderson, la Currie inizia a "distrarsi" intrecciando relazioni sessuali con Fowley e sentimentali con la Jett (durante un'intervista commenterà giustamente: "Avevo un'età in cui tutti sono curiosi e in quegli anni tutti sperimentavano tutto: perché non avrei dovuto farlo proprio io?") e la Ford si innervosisce vedendo i sogni di successo e soldi intaccati. Inoltre, il gruppo non si è mai potuto dire compatto e Fowley e Anderson incoraggiano le divergenze, le gelosie, le rivalità, le competizioni all'interno della formazione.
Fowley, inoltre, inizia ad abusare delle ragazze non dando mai loro alcun tipo di compenso. In più, continua a rivolgersi loro in maniera offensiva e gli abusi psicologici si trasformano presto in abusi emozionali e fisici. Fowley è tanto manipolatore che le ragazze pensano di non aver altra scelta che assecondare tutte le sue strane richieste e i comportamenti che avrebbero mandato chiunque altro in prigione.

Allarmati dalle difficoltà di mettersi in contatto con le figlie e da quello che potevano solo intuire quando finalmente ci riuscivano, i genitori delle ragazze, in particolare il padre di Cherie, iniziano a fare delle ricerche accurate su Fowley. Venutone a conoscenza, Fowley aggredisce verbalmente Cherie davanti alle altre ragazze e le coinvolge minacciandole che se Don Currie non avesse immediatamente smesso di indagare, tutto il progetto sarebbe stato da considerarsi chiuso.
Fowley riesce nell'intento e l'intero gruppo se la prende con Cherie, isolandola, mentre Don Currie smette di indagare.

Il tour intanto continua e si spinge fino in Europa quando ormai le ragazze sono praticamente già tossicodipendenti. I concerti si tengono in club talmente gelidi che le ragazze hanno le mani intirizzite e non riescono a suonare e l'unica cura per il freddo sono i superalcolici.
In Scozia l'abuso di alcol conduce a una gigantesca rissa con il pubblico (composto esclusivamente da punk arrabbiati che non facevano che lanciare bottiglie in direzione del palco in segno di approvazione) e in Inghilterra le cose vanno addirittura peggio, concludendosi con l'arresto del gruppo perché trovato in possesso di cocaina.

I crampi


A tournée appena terminata, senza nemmeno qualche giorno per riprendere fiato, le Runaways si mettono immediatamente a lavorare al secondo disco, Queens Of Noise.
Esauste dalla tournée, le ragazze entrano in studio di registrazione ormai dipendenti da alcol e droga. Sono sempre più allo sbando, sempre più assoggettate a Kim Fowley e, soprattutto, sempre più insofferenti l'una dell'altra.
Cherrie si presenta in studio dopo alcuni giorni di degenza in ospedale per un'interruzione di gravidanza. Non vede l'ora di registrare "Queens Of Noise" (concetto già affrontato più volte nell'album d'esordio) e non solo scopre che le registrazioni sono già iniziate, ma anche che il brano che pensava scritto per lei è già stato inciso e cantato da Joan Jett.
In studio quindi l'atmosfera è orribile e a casa non è certo più rilassata, con i genitori che si rendono perfettamente conto che le loro figlie sono drogate, alcolizzate e vittime di un adulto opportunista.

Il secondo lavoro del gruppo ricalca le orme del primo e ne diventa la degna continuazione.
Brani che potevano essere stati scritti dai Kiss e dagli Aerosmith, con lo stesso graffio delle chitarre e gli stessi argomenti: il sesso occasionale, le interminabili nottate spese a vagare da una festa all'altra e le esperienze con le droghe. Ma se da parte di Kiss e Aerosmith ci si aspetta questo tipo di brani anche perché la loro età media all'epoca è di 27 anni, non tutte le componenti delle Runaways possono già dirsi diciottenni.
I brani conservano la stessa grinta di quelli contenuti nell'album d'esordio. Canzoni come “Neon Angels On The Road To Ruin” (il brano più rappresentativo del disco e del gruppo), “I Love Playin' With Fire” e “California” sono trascinanti, orecchiabili e potenti e spiccano in un lavoro genuino e di nuovo ottimo, seppure con qualche blanda sbavatura produttiva. 
Altri brani, invece (come "Midnight Music", "Queens Of Noise" e "Heartbeat"), risultano leggermente più rallentati senza per questo essere delle ballate zuccherose o meno potenti: hanno semplicemente un ritmo meno trascinante, ma un suono sempre molto duro. 
Lita Ford rimane, nella formazione, la vena più orientata all'hard-rock e tracce come la cover totalmente stravolta di “Take It Or Leave It” dei Rolling Stones e la blueseggiante “Johnny Guitar” le concedono la possibilità di esprimersi con assoli virtuosi che nulla hanno da invidiare ai colleghi più adulti e con del testosterone nel sangue.
La vera novità in questo disco è l'avvicinamento di Joan Jett al microfono, che divide quindi con Cherie Currie il ruolo di voce solista nel gruppo.
Queens of Noise
esce all'inizio del 1977. I motivi per boicottare ancora le Runaways iniziano a diminuire e assottigliarsi e il disco viene maggiormente supportato sia dall'etichetta che dalle radio e riesce a piazzarsi bene nelle classifiche di vendita.

Dopo una breve, ma intensissima serie di concerti negli Stati Uniti che le hanno viste aprire i concerti di Tom Petty e dei Cheap Trick, nel giugno del 1977 le Runaways sbarcano per alcune date in Giappone. Dubbiose dell'utilità del viaggio e stanche da un volo lunghissimo, le ragazze rimangono sconvolte dall'accoglienza ricevuta in aeroporto: centinaia di fan urlanti vengono tenuti a bada dalla polizia e almeno trenta fotografi iniziano ad accecarle con i flash appena scese dall'aereo.
In albergo, trovano un'altissima pila di riviste che si occupano di loro. In una di queste, alla prima pagina dell'articolo, sono pubblicate alcune foto dell'intera formazione, ma nelle pagine seguenti ci sono solo fotografie di Cherie Currie nel suo corsetto, scatti che Jackie Fox descriverà come "semi-pornografiche". Alle ragazze non va giù soprattutto perché ignoravano che Cherie avesse mai posato da sola per quel servizio. La situazione è sempre più tesa e passano giorni prima che qualcuno torni a rivolgere la parola alla Currie.
Il lungo tour giapponese doveva ancora iniziare e già si sapeva che non sarebbe andato a finire bene.
Le Runaways sono esauste e ogni contrattempo, disappunto è portato all'esasperazione. In più ci sono le singole tossicodipendenze, la relazione che Fowley ha instaurato con la Currie e la totale mancanza di controllo da parte del management.
Nel bel mezzo del tour, a pochi giorni dalla loro esibizione al Tokyo Music Festival al quale parteciperanno 80.000 spettatori, qualcuno rompe il basso di Jackie Fox. Se la situazione poteva facilmente rientrare, si è lasciato che invece precipitasse. La Fox ha un crollo nervoso e le altre ragazze, sebbene vogliano rimanerle vicino per consolarla, vengono sistematicamente allontanate dalla porta della sua camera d'albergo. La Currie riesce a entrare nella stanza della Fox e la trova intenta a procurarsi profondi tagli al braccio con un pezzo di vetro. Cherie riesce a toglierle il vetro dalle mani, ma rimane ferita. La Fox la spinge fuori dalla camera, vi si chiude dentro a chiave e telefona a un suo amico negli Stati Uniti. Randy Rhoads, l'amico dall'altra parte del filo, consiglierà alla ragazza di chiamare i suoi genitori, mollare tutto e tornare immediatamente a casa.
Fowley non si interessa minimamente alla situazione, la Fox, come previsto, non ha nemmeno un soldo perché Fowley non ne passa e l'unica cosa che può fare il promoter giapponese è quella di consegnare alla bassista un biglietto dell'autobus e vaghe istruzioni per arrivare all'aeroporto.
Sul palco del Tokyo Music Festival, le Runaways sono ridotte a un quartetto, con Joan Jett a occuparsi delle parti di basso.

Durante il tour giapponese viene registrato l'unico disco dal vivo, Live In Japan, che sarà distribuito esclusivamente nel paese del Sol Levante. Nel disco emergono la grinta, l'energia e le indubbie capacità tecniche delle musiciste e quelle canore della Currie. In una scaletta equilibrata di brani contenuti in The Runaways e Queens Of Noise, ben si amalgama la cover di "Wild Thing" dei Troggs.

Le Runaways tornano dal Giappone con le ossa rotte: snervate, sempre più dipendenti da alcool e droghe, con un nuovo album da realizzare, date europee già fissate e una nuova bassista da trovare.
A sostituire Jackie Fox è Vicki Blue e nel momento in cui entra nella stanza si pensa subito a nuovi guai da parte della Ford: Vicki le somiglia fisicamente e Lita, che sistematicamente se la prendeva con Jackie e la sfruttava in ogni situazione, sembra essere alla ricerca di una nuova valvola di sfogo. La Ford, invece, ne diventa amica, la prende sotto la sua ala e le insegna tutti i brani. In qualche modo, Lita Ford, che evidentemente considera Vicki Blue una boccata d'aria fresca in un periodo orribile, si sente responsabile per la nuova arrivata.

Prima dell'inizio della lavorazione del nuovo disco, alle ragazze viene fissata una sessione fotografica con Barry Levine (suoi gli scatti più famosi in quel di Woodstock e che hanno reso celebri i Kiss).
La giornata non passa tranquillamente: la Ford, arrabbiata con la Currie perché non prende seriamente la carriera che aveva intrapresa e con il manager che si era solo preoccupato di portarsi a letto la cantante e di non farle mai mancare tutte le droghe che richiedesse invece di spingerla ad avere un atteggiamento professionale, si avventa contro la Currie e la aggredisce violentemente procurandole graffi, tagli e parecchi lividi.
La Currie, che riceveva tutte le attenzioni da parte dei media e che quindi pensava di poter intraprendere facilmente una carriera solista, abbandona il gruppo.

Due settimane più tardi, le Runaways entrano in studio per registrare Waitin' For The Night. La dipartita di Cherie Currie è ovviamente una situazione delicata che ricade più che altro sulle spalle della Jett che si sobbarca di tutte le parti vocali.

Nonostante ci sia una continuazione musicale rispetto a The Runaways e Queens Of Noise, Waitin' For The Night risulta essere leggermente meno potente. Riff di chitarra più "street", più immediati e più orientati ai successi di Alice Cooper e degli Aerosmith che a quelli dei Black Sabbath o dei Deep Purple, sostengono brani orecchiabili e ritmati ("School Days", "Don't Go Away" e "Wait For Me"). La voce della Jett è più misurata e più "adulta", rispetto alla sfacciataggine cui quella della Currie ci aveva abituati. Il disco è comunque piacevole e dimostra ampiamente che le Runaways possono esistere anche senza Jackie Fox e, soprattutto, Cherie Currie.
Commercialmente, come ci si aspettava, i risultati sono positivi: l'album vende molto bene in Giappone e in Australia, ma non entusiasticamente negli Stati Uniti. Le ragazze intraprendono una tournée di poco più di tre mesi e per quanto Joan Jett sia una buona cantante e un'ottima front-woman, il pubblico rimane disorientato.

Intanto le Runaways si rendono finalmente conto che se Kim Fowley aveva creato l'hype, i contatti, il successo e le aveva portate fino a dove si trovavano ora, il gruppo era formato da loro e nessun altro. Si rivolgono quindi alla casa discografica e riescono a scindere il contratto con Fowley e liberarsi finalmente di lui.
A prendere il suo posto saranno i manager dei Blondie: Toby Mamis e Peter Leeds.

RunawaysRinfrancate dalle novità, le Runaways entrano in studio per registrare il loro nuovo disco. Per realizzare And Now... The Runaways (distribuito ovunque tranne che negli Stati Uniti, dove verrà pubblicato solo nel 1981, con il titolo di Little Lost Girls) viene ingaggiato il produttore John Alcock (già al lavoro con i Thin Lizzy e Alice Cooper), ma se l'idea poteva funzionare sulla carta, in studio si rivela una pessima scelta. Alcock sviluppa un'antipatia personale nei confronti della Jett e si concentra esclusivamente sui suoni della Ford e della West. Arriva addirittura a proporre alla Jett e alla Blue di non presentarsi in studio pensando di far suonare alla Ford anche il basso e di occuparsi personalmente delle tastiere. Vista l'ovvia risposta, vengono fissate delle sessioni segrete così che la Jett e la Blue non si presentino in studio.
I dissapori creati da John Alcock e i suoi chiari conflitti di interessi, peggiorano qualsiasi dipendenza delle ragazze e la Blue, nuova in una situazione che non avrebbe mai potuto gestire, pensa bene di fare le valigie a metà delle registrazioni lasciando alla Ford il compito di occuparsi delle rimanenti parti di basso.
And Now... The Runaways
è un disco assolutamente superfluo, che poco apporta a quanto già sentito nei lavori precedenti. Rimane il primo album non prodotto da Kim Fowley e, rincresce  scriverlo, si sente. La produzione di Alcock è inutile e la sua presenza in studio non fa che sancire definitivamente la fine di una formazione che molti pensavano superflua e della quale invece c'era bisogno.
Vanno comunque citate le cover di "Eight Days A Week" dei Beatles, quella di "Mama Weer All Crazee Now" degli Slade e l'esordio alla voce solista di Lita Ford nel brano "I'm A Million".

Con il gruppo ridotto all'osso e in studio con un ennesimo manipolatore a gestirle, le ragazze iniziano a rivolgersi la parola esclusivamente per litigare. Le enormi divergenze musicali (l'attitudine più glam della Jett e quella più hard-rock della Ford) che fino a quel momento erano state il punto di forza delle Runaways, sono diventate impossibili da amalgamare e far coesistere.
Joan e Lita iniziano a provare il desiderio di suonare qualcosa di più personale e prendono direzioni diverse. Il gruppo si scioglie nel 1979.

Dopo le Runaways


Cherie Currie pubblica un album per la Capitol nel 1979. Scritto insieme a Kim Fowley e da lui prodotto, rimane un disco che nemmeno io ho avuto voglia di ascoltare.
Nel 1980 debutta come attrice nell'orribile film “A Donne Con Gli Amici”. Nel cast anche Jodie Foster e Scott Baio, regia di Adrian Lyne (“Flashdance”, “Attrazione Fatale”, ...). Bissa come attrice nel 1983 prendendo parte al film “Ai Confini Della Realtà” e pare compaia in un episodio de “La Signora In Giallo”.
Nel 1989 esce la sua autobiografia, Neon Angel, A Memoir Of A Runaway in cui, oltre a episodi romanzati e altri inventati di sana pianta, si dà solo spazio ai suoi problemi personali tralasciando la vera essenza del gruppo, la musica, il rock'n'roll.
Da questo libro, Nostra Signora di Disturbia, Floria Sigismondi, ha tratto il film che la vede debuttare sul grande schermo, "The Runaways". Il film è quindi concentrato sulla figura della Currie e sulle sue storie inventate, sulle relazioni con le droghe e Joan Jett. Ben poco emerge di quello che le Runaways sono state in quegli anni. I personaggi di Sandy West e Lita Ford hanno un paio di battute in tutto il film e quello di Jackie Fox, che non ne ha nemmeno una, diventa misteriosamente "Robin". Insomma, un film che delle Runaways ha solo il titolo.
Cherie Currie ora si guadagna da vivere realizzando con una motosega sculture in legno.

Nel 1980 Joan Jett incide il suo disco solista (in cui suonano tra gli altri Steve Jones, Paul Cook, Dee Dee e Marky Ramone) e viene rifiutata da ventitré case discografiche.
Si trasferisce a New York e nel 1981 forma i Joan Jett and the Blackheart con i quali incide una manciata di dischi e che scioglie nel 1986.
Negli anni ha prodotto dischi di Germs, Bikini Kill, Circus Lupus e Vacancies; ha composto brani per Alice Cooper e Keel; ha recitato in alcune repliche del "Rocky Horror Show" a teatro, in alcuni film e in un episodio di "Law & Order".
Ha dichiarato di essere rimasta arrabbiata per anni con Cherie Currie per aver lasciato le Runaways.
Non ha mai parlato volentieri della sua esperienza nel gruppo fino a pochissimi anni fa e quando ora accetta di parlarne, lo fa in maniera fin troppo misurata. Durante la lavorazione del film "The Runaways" ha fatto da consulente a Kristen Stewart che la interpreta nel lungometraggio.

Tornata dal Giappone, Jackie Fox entra in un centro di disintossicazione, si iscrive ad Harvard (seguiva alcuni corsi con Obama) e ora è un avvocato.

Sandy West non è mai riuscita a disintossicarsi venendo più volte arrestata per possesso e spaccio di stupefacenti. Ha suonato fino al 2005, anno in cui le è stato diagnosticato un cancro ai polmoni. E' morta a Los Angeles il 21 giugno 2006.

Lita Ford inizia la sua carriera solista riuscendo a piazzare alcune hit negli anni Ottanta, in particolare il duetto con Ozzy Osborne "Close My Eyes Forever".
Adorata da alcuni per la tecnica e l'energia portata nei dischi e sul palco, considerata dai più una buona musicista e una scarsa autrice, detestata da molte donne per aver raggiunto il successo commerciale sfruttando l'avvenenza e distruggendo di scatto in scatto (e di video in video) l'insegnamento che le Runaways avevano dato: quello che le ragazze possono essere anche forti, determinate, abili quanto gli uomini e che se vogliono qualcosa possono ottenerlo, non devono per forza frignare perché qualcuno, un uomo, lo vinca per loro.

Victory Tischler-Blue è diventata una fotografa e produttrice televisiva. Nel 2003 realizza il documentario "Edgeplay - A Film About The Runaways".

La progenie. Ovvero: cosa me ne faccio delle palle quando ho le ovaie?


Negli anni 70, quindi, le Runaways irrompono nella realtà dei tempi senza passare per l'immaginario. Grazie a loro, negli anni 80 si affacceranno al panorama musicale le più che mediocri Bangles, Vixen, Girlschool e le meno peggio Go-Go's di Belinda Carlisle.
Sarà invece il movimento delle Riot Grrrl negli anni 90 a raccogliere l'eredità nella maniera migliore, sia da un punto di vista musicale, con un suono ruvido, aggressivo e deciso, sia da quello dell'atteggiamento, strafottente e incazzato. Bikini Kill, L7, Babes in Toyland e le Hole di Courtney Love.
Oggi come oggi vedo tante donne a capo di una band o soliste con atteggiamenti irriverenti, ma, escluse forse The Donnas (che reputo comunque inascoltabili), probabilmente Juliette Lewis e decisamente Katie-Jane Garside che dalla Currie ha imparato tanto e bene, non vedo in Pink, Gwen Stefani, Beth Ditto (che stimo) o altre la stessa energia generata da quel big-bang che furono le Runaways. È diverso l'approccio, è diversa la musica, probabilmente sono diverse anche le priorità e le intenzioni. Grazie al cielo il mio piatto funziona ancora e sui miei vinili delle Runaways non c'è nemmeno un graffio.

Runaways

Discografia

Album

The Runaways(1976)

8

Queens Of Noise (1977)

8

Live In Japan (1977)

6,5

Waitin' For The Night (1977)

6

And Now... The Runaways (1978)

5

Antologie
Flaming Schoolgirls (1980)
I Love Playing With Fire (1982)
The Best Of The Runaways (1987)

Young And Fast (1987)
Neon Angels (1991)
Born To Be Bad (1993)
20th Century Masters - The Millenium Collection: The Best of the Runawas (2005)
Japanese Singles Collection (2008)

The Mercury Albums Anthology (2010)
Pietra miliare
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Runaways sul web

Sito ufficiale