Inutile aspettarsi da Prince altri "Sign Of The Times". Non arriveranno più. Quei sei fantastici album che Prince ha prodotto tra l'82 e l'88 – ai quali andrebbero aggiunti il “Black Album” e i primi due "MadHouse" – segnano un'epoca irripetibile. Nessuno dei dischi pubblicati nei seguenti 20 anni vale tanto. Compreso il nuovo “Planet Earth”. Un lavoro più rock e meno elettronico di “3121”, ma ugualmente sbiadito e deludente. Anche l'atteso ritorno di Wendy & Lisa non va oltre una una poco convincente “Lion Of Judah”. Come nel precedente disco, alla fine si salvano solo poche canzoni: li erano “3121”, “Black Sweat” e “Lolita”, qui sono “The One You Wanna See”, “Guitar” e “Chelsea Rodgers”. La prima sembra una copia sbiadita di “I Could Never Take The Place Of Your Man”, la seconda una nuova “Peach”, meno divertente, e la terza uno di quei groove interminabili che Prince improvvisa spesso dal vivo.
“Planet Earth” è uscito ufficialmente il 20 luglio. E' stato pubblicato dalla Universal in America e in Europa, ma non in Gran Bretagna. Prince si è accordato con un famoso quotidiano inglese per allegare una copia di “Planet Earth” all'edizione domenicale. Il risultato sono state 3 milioni di copie vendute in una sola giornata, ma non senza conseguenze: la Universal ha infatti bloccato la distribuzione nei negozi sul suolo inglese e gli stessi negozi si sono allarmati per aver perso un grande profitto. Il pubblico di Prince ha invece gradito. E per il musicista di Minneapolis è stata una piccola rivincita sull'industria discografica. Come già al tempo del tour di “Musicology”, una copia del cd viene data a chi compra un biglietto del tour – che per ora ha previsto solo i 21 concerti londinesi (21 concerti di cui più della metà in un'arena da 20mila posti!).
Insomma, il cd diventa un mezzo per promuovere i concerti (e non il contrario). Si spiega forse in questo modo la mediocrità di “Planet Earth”. E anche quella sensazione di già sentito che aleggia nella maggior parte delle canzoni (“Somewhere Here On Earth” è l'inutile ennesima fotocopia di “Scandalous”). Dal vivo poi, si sa, è tutta un'altra musica. Prince lo ha dimostrato nel concerto tenuto lo scorso luglio al Montreux jazz festival dove, presentandosi con una band in parte rinnovata, ha stupito il pubblico con due ore di musica senza sosta tra citazioni jazz (Dizzie Gillespie, Weather Report, Louis Armstrong), funk (Sly & The Family Stone, War) e pop (Gnarls Barkley, la cui “Crazy” è entrata nel repertorio dal vivo dei recenti concerti di Prince).
Per quale motivo poi in quasi 30 anni di carriera Prince abbia pubblicato un solo disco dal vivo – il cofanetto “One Nite Alone Live” - rimane un mistero. Di concerti memorabili ce ne sono in quantità su bootleg e file in rete, senza contare le registrazioni clandestine degli aftershow che Prince continua programmaticamente a tenere in ogni città dove suona. Se invece di questo “Planet Earth” Prince avesse pubblicato il concerto di Montreux, o una delle date londinesi, non staremmo qui a dover parlar male dell'ennesimo inutile suo disco in studio.
04/08/2007
Planet Earth
Guitar
Somewhere Here On Earth
The One U Wanna C
Future Baby Mama
Mr Goodnight
All The Midnights In The World
Chelsea Rodgers
Lion Of Judah
Revelation