La Cassazione ha riconosciuto la validità del referendum chiesto dalle opposizioni per abolire la legge sull’autonomia differenziata

Giovedì la Corte di Cassazione ha riconosciuto la validità della richiesta di referendum presentata dai partiti di opposizione con l’obiettivo di abrogare la discussa legge sull’autonomia differenziata, cioè quel provvedimento che dovrebbe consentire di trasferire alle regioni che lo richiedono competenze finora gestite prioritariamente dallo Stato. Non è ancora detto che il referendum – un’iniziativa su cui peraltro tutta l’opposizione al governo si era insolitamente compattata – si farà: sarà ora la Corte costituzionale a doverne confermarne l’ammissibilità, entro il 20 gennaio del 2025. Solo allora, eventualmente, il governo e il presidente della Repubblica potranno indire il referendum, che dovrà svolgersi nel caso tra il 15 aprile e il 15 giugno del 2025.
La decisione della Cassazione era molto attesa perché è stata presa dopo un pronunciamento della Corte costituzionale che aveva dichiarato parzialmente incostituzionale la stessa legge sull’autonomia: i quesiti referendari esaminati giovedì dalla Cassazione riguardavano proprio quel testo della riforma considerato in parte illegittimo, e dunque non era chiaro se la sentenza della Corte Costituzionale potesse essere un ostacolo per la loro validità. La Cassazione ha deciso di considerare ancora valido il quesito per l’abrogazione completa della legge, mentre ha ritenuto non più valido il quesito presentato da alcune regioni per un’abrogazione solo parziale.
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