Nome d'arte di J.-P. Grumbach, regista francese. Per i metodi di lavorazione con cui realizza il suo primo lungometraggio (Il silenzio del mare, 1949, dal romanzo di Vercors) è considerato uno dei precursori della Nouvelle vague. Dopo aver prodotto e diretto gli stravaganti Les enfants terribles (1950), Labbra proibite (1953), Bob il giocatore (1955), Le jene del quarto potere (1959), si inserisce nel sistema commerciale con Léon Morin, prete (1961), interpretato da J.-P. Belmondo come i successivi Lo spione (1962) e Lo sciacallo (1963). Con questi film, mettendo a frutto in modo personale la lezione del cinema americano d’azione, comincia un ciclo di pellicole poliziesche che gli assicura un posto di riguardo nel cinema francese, all’insegna di un altissimo artigianato che sfiora nelle ultime opere l’accademismo, contrassegnato tuttavia da una coerente continuità di temi e personaggi (la solitudine, l’amicizia virile, la fedeltà al codice d’onore della malavita): Tutte le ore feriscono... l’ultima uccide (1966), Frank Costello faccia d’angelo (1967), I senza nome (1970), Notte sulla città (1972). Con gli stessi moduli espressivi realizza L’armata degli eroi (1969), rievocazione elegiaca, in chiave nazionalistica più che politica, della resistenza, ma non priva di momenti di solenne e limpida pietà.